Lìf Arnbjørg

Mukenin A

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    Lìf Arnbjørg

    EpA9ywK

    | Nome_ Lìf Arnbjørg (Aburame) | Età_ 23 Anni | Compleanno_ 4/10 1 a.Z | Provenienza_Mar delle balene,
    Hollow
    Ame | Attuale residenza_ Mare aperto
    | Grado_ Agente Osu Sezione 5 Sp. Jonin - Mukenin A | Specializzazioni_ Ninjutsu, Veleni, Risveglio | Particolarità_ Cartografia, Religione del dio Sanbi, Pirateria, Brandy | Taglia_ 113122 -> 38467/50000 a Rank S




    La falena...
    "Se la natura non mi ha dato le ali, forse non è mio destino volare."

    JtKlLwg

    Una ragazza normalissima nell'aspetto, che ha viaggiato per mare fin da quand'era in fasce. Baciata dal sole negli anni di navigazione, la nostra giovane donna degli oceani è facilmente riconoscibile per i suoi abiti per nulla riconducibili alle terre ninja, il posto a cui è stata "affidata". Capelli rossi come i rubini più preziosi e occhi tendenti al violaceo sono lo specchio dei suoi genitori, entrambi muniti ognuno di questa caratteristica. Geni la cui fusione ha dato origine ad una burrasca tormentata, esile nei movimenti ma già munita di qualche muscolo sviluppatosi per il duro lavoro. Ancora poco sviluppati sono i seni, per nulla paragonabili a quelli di sua madre ma in continuo sviluppo. Alta come le sue coetanee, ha una parlantina molto svelta ma spesso tende ad usare la lingua del continente meridionale rendendosi incomprensibile. Il vizio di mordersi sempre il labbro inferiore nelle sessioni di lavoro l'ha portata a sviluppare alcuni piccoli "taglietti" sullo stesso, visibili solo dopo un'attenta osservazione ma capaci di levarne il fascino. Il suo vestiario, composto essenzialmente da abiti vari, è sempre coperto da un lungo giacchino marrone in cotone, comprato prima dello sbarco. Come tutti i membri della flotta di Gea è marchiata da un tatuaggio impresso sulla spalla, raffigurante un basilisco attorcigliato ad una sciabola. A seguito degli eventi che l'hanno vista fronteggiare l'Omega Centipede nell'ex villaggio del vortice, la ragazza ha subito una grave malformazione all'occhio sinistro a seguito di una esplosione, per tanto è visibile sul volto una cicatrice da ustione che a partire dall'attaccatura dei capelli fino alla guancia. Avendo perso la vista dall'occhio sinistro ha deciso di coprirlo con una benda nera. [22 d.z]A seguito dell'incontro con un esponente degli Ootsutsuki, il suo viso è mutato ulteriormente per effetto del Kotoamatsukami con cui è stata soggiogata dalla creatura ancestrale: il marchio del "patto" si manifesta nelle forme di una farfalla magica dalle sfumature verdastre, che sarà visibile sul lato sinistro già sfregiato in precedenza, in prossimità dell'occhio cieco.


    in Disgrazia
    "la dea bendata ha voltato le spalle."

    xVs96YZ

    Atipica, lunatica, sognatrice, ambiziosa. SIcuramente non bastano pochi aggettivi a descriverla, ma dilungarsi troppo sarebbe inutile. Gran parte del suo umore è legato al mare, che ha dovuto abbandonare per cause di forza maggiore. Insetti, il suo rapporto conflittuale di amore-odio è ben evidente, perchè seppur possa attribuire agli stessi la colpa della sua situazione, ha chiaramente avuto disconferma della loro natura pestilenziale. Non si perde in chiacchiere e persegue il suo obbiettivo fermamente, avendo la semplice accortezza di capire e rispettare quelle poche leggi che riesce a comprendere, senza venir meno alla sua libertà. E' molto tenace e ha a cuore la sua "famiglia" e il mare, sostenendo a pieno la causa dei suoi genitori. Il sogno di disegnare tutte le cartine del continente ninja e perfezionare le sue abilità navali ha la meglio sulla sua vita ninja, messa fin da subito in secondo piano. E' totalmente ignara di termini come "kage" o "shinobi", ma sta studiando per adeguarsi al meglio alla nuova realtà. Vede la figura del Sanbi come una divinità, ma è totalmente ignara di cosa sia in realtà. [20-23 d.z]Nel tempo il carattere della ragazza ha subito continui cambiamenti. Le numerose catture, l'esilio nel continente settentrionale e le svariate uccisioni di cui si è macchiata o alle quali ha assistito hanno indurito e turbato il suo animo, portandola inoltre a maturare e a osservare la vita sotto nuove sfumature. La poca fiducia nelle istituzioni e la perdita di numerosi suoi compagni l'hanno trasformata in una mina vagante molto più pericolosa, un cane tenace all'inseguimento di una idea di libertà praticamente utopica. E' affetta da PTSD e sporadici attacchi di schizofrenia, che tiene a bada con l'uso di psicofarmaci prescritti dal medico di bordo. A seguito dell'incontro con l'esponente del clan Ootutsuki ha cominciato a nutrire i primi dubbi sul culto del Dio Sanbi e ad interessarsi molto di più ad Ishivar. Ha cominciato a farsi conoscere in giro anche come "Figlia delle catastrofi e della sfortuna".



    Lettere dagli abissi
    Act I: Orca Nera



    Correva l'anno 1 a.Z., mentre la guerra impazzava furiosa nel continente ninja seminando qualsiasi cosa negativa fosse possibile, la flotta dell'Orsa dei mari, Gea, era alle prese con una battaglia per la sopravvivenza. Mentre tutti i marinai combattevano per difendere l'Orca Nera dal misterioso fuoco greco e dai cannoni tuonanti, la donna nelle sue stanze s'apprestava a dare alla luce quella che sarebbe diventata la figlia del mare, Lìf. Una bambina dai capelli rossi e dagli occhi brillanti come pietre preziose, gemme pregiate incastonate in una piccolissima testolina. Gea, l'Orsa dei Mari, era una figura temuta da molti e pure durante la gestazione non aveva problemi a dirigere la sua nave e a mettere a ferro e fuoco le imbarcazioni di piccoli pirati novizi. Già, pirati. Perchè se pensavate che la nostra storia fosse ambientata in un villaggio di morti di fame vi sbagliate. Qui, sul veliero di Gea, non vi è nessun morto di fame, non vi sono stupri o uccisioni in massa. Qui si banchetta e si viaggia, si depredano navi e si cacciano bestie grandi quanto dieci palazzi. "La Lama del basilisco" rappresentava l'alleanza tra lei, suo marito e altri due dominatori ignoti per la spartizione e il dominio di una fetta di mare sempre in maggiore espansione. Un'unione sancita per equilibrare la bilancia e potersi sfamare senza incorrere in sanzioni o persecuzioni. Purtroppo le fazioni opposte non vedevano di buon occhio la cosa, e per quel motivo imperterriti continuavano nelle loro guerre senza successo. Con lo sfracellamento del ponte e gli uomini nemici costretti alla resa, l'imponente Gea potette finalmente starsene un po' tranquilla, abbandonando per poco la sua indole crudele per lasciarsi andare agli amorevoli versi dell'infante.


    Lettere dagli abissi
    Act II: Perbacco, una cartografa!


    Tutti gli uomini sono uguali, vale la stessa cosa per le donne. Questa era una regola fondamentale che vigeva sulla nave di Gea. Circa 5 anni dopo la sua nascita, Lìf iniziò a capire quanto quella vita fosse... stimolante. Quarantadue uomini tra cui sette donne solcavano le onde del mare delle Balene e pian piano i giorni si avvicendavano, senza tregua. Nuove terre, avvistameni, feste e attacchi nemici non erano rari e alle stesse iniziava a parteciparvi prestando un supporto sempre più consistente come far da assistente al medico di bordo, capire le prime tecniche in fucina, occuparsi della cucina e studiare i metodi di navigazione. E fu proprio quello l'ambito in cui si riscoprì "eccellere", provava una strana spinta nel tentare di disegnare mappe sempre più complesse da immergersi quasi completamente in quell'arte e a sentirla propria. Tecniche di navigazione, orientamento tramite le stelle, studio dei fenomeni metereologici furono le nozioni prese maggiormente in considerazione dalla piccola. A sette anni persino sua madre dovette dar credito alle parole dell'anziano Gils, il cartografo di fiducia che invecchiava assieme al suo whisky. Persino lui, un maestro nel suo lavoro, il migliore in assoluto, dovette ammettere la grande capacità della ragazzina di compiere il suo stesso lavoro con cura e devozione.


    Lettere dagli abissi
    Act III: Per tutti i moschettoni, è la febbre gialla!


    Ma le piccolissime cure (semplici bendaggi e infusi) e la maestria nel tingere la carta non potevano fronteggiare una malattia, che si presentò in tutto il suo furore nell'anno 8 d.Z mettendo in ginocchio l'Orca Nera. Pur di indole orgogliosa, Gea non sembrò rifiutare l'idea di rivolgersi ai medici di Barbatos che, tuttavia, accorsero in pochissimi. Solo una donna, una specie di sacerdotessa di Krakatoa decise di occuparsi della situazione. Un gigante di nome Enka dalle doti curative incredibili, il cui corpo era dotato dell'abilità speciale di curare qualsiasi malanno solo se morso. Una caratteristica che lei non attribuiva minimamente al mondo ninja, sostenendo al contrario di aver ricevuto quel dono dopo essersi approcciata ad una delle bestie del mare e alla sua religione. Il contagio colpì fin da subito tre persone in maniera troppo grave per poterle salvare, ma furono le stesse a cercare la morte per non lasciare il maleficio su quella nave che li aveva accolti in tenera età. Lìf fu l'ultima ad ammalarsi, ma il morso della donna pareva non aver particolare effetto, data anche la necessità di riprendere le forze. Sembrava fosse destinata a morire


    Lettere dagli abissi
    Act IV: Per tutti gli uncini, sono insetti!


    Ormeggiata a largo di Habana, un gruppo di uomini dalle fattezze di pesci era riuscito ad evadere la "sorveglianza" e ad entrare nella stanza della ragazzina, con il preciso intento di rapirla. La fazione degli uomini squalo capitanata da un certo Arlong non vedeva di buon occhio l'alleanza della Lama del basilisco, e per conto di una nave nemica fu ben lieta di eseguire un semplicissimo compito. Rapire una ragazzina, non per un riscatto ma per la mera distruzione dell'Orca Nera si rivelò un successo. Inconscia della situazione per via della malattia, Lìf non ebbe le forze per opporsi. Il suo futuro vacillava, sigillato in una botte di vino in attesa di essere svuotata. E la cosa accadde. Per via dello scarso contatto con i ninja e l'ignoranza totale nei confronti delle loro arti, Lìf venne consacrata agli insetti in una baia poco distante. La convizione che gli insetti potessero portare malattie e morte sull'Orca Nera fu il motivo principale di quel gesto. Migliaia di esserini ronzanti di diversa natura presero sopravvento del corpo dell'ospite, appropriandosi di ogni suo angolo fino a renderlo la propria casa, a donargli un nuovo potere.
    Rispedita in una cassa galleggiante all'alba del giorno dopo, la sacerdotessa di Krakatoa aveva recuperato abbastanza forze per poterla curare, seppur non ce ne fosse più la necessità. Quello che in origine era stato pensato come un rapimento, aveva reso il corpo della ragazzina progressivamente più forte e immune alla malattia. Una situazione paradossale, che non fece altro che provocare l'ira di Gea. Trattenuta soltanto dall'assenza di prove e dall'arrivo tempestivo di Vincent Vinsmoke, suo marito nonchè padre di Lìf e comandante della Lady Maryl, l'Orsa cominciò a riflettere sulla faccenda, meditando a lungo sulla possibile pericolosità di quegli insetti.



    Lettere dagli abissi
    Act V: Terra!


    La ciurma di Vinsmoke contava centotrentasei uomini, e non tutti erano sprovvisti di abilità strane. Uno tra essi, un certo Escanor, dimostrava molti più anni del suo capitano. Cinquantadue per l'esattezza, e passava le sue giornate a deliziare il Rosso con racconti e thè. Escanor era stato un ninja fino alla veneranda età di quarant'otto anni, e con la salita al potere di Jarago dopo la morte di Zero diede le dimissioni reputandosi troppo vecchio. Purtroppo per lui o per i suoi nemici, era stato maledetto dal suo stesso passato, e in ogni singola battaglia la sua ira e il suo orgoglio si abbattevano anche per via della sua abilità particolare, capace di conferirgli potenza immane durante le ore del giorno. Senza che gli altri avessero una risposta, fu lui a dissipare ogni dubbio nella testa di Gea e del Rosso rivelando la vera essenza degli insetti e il merito degli stessi nella guarigione della ragazzina. La vita da Aburame da quel momento si dimostrò dura, non riusciva a convivere con quelle bestiole e la navigazione in mare diventò fisicamente insostenibile. Era stata salvata dalla morte ma maledetta a vita, o almeno fino alla totale padronanza di quello strambo potere che Escanor riteneva possibile. Entrare a contatto con le terre ninja divenne l'unica soluzione, che all'unanimità fu accettata dalle tre. Quella occasione divenne ben presto un motivo segnato anche da altri interessi. La ragazza, amareggiata dalla situazione ma conscia del suo scopo, abbandonò la nave di lì a poco affiancata da Escanor, con l'obbiettivo ben preciso di rafforzare le sue nuove doti e il compito di dare supporto a sua madre per una futura invasione. E in quale modo? semplice, facendo ciò che le riusciva meglio: le mappe.



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    Orca Nera
    Il luogo a cui tornare




    Edited by Yama™ - 16/3/2024, 13:25
     
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