[Story Mode]Pirati si nasce non si diventa. Tradimento Lìf Arnbjørg

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    La guerra aveva portato via tanto a molte persone, per quanto potesse risultare assurdo anche una fazione come quella dei pirati, composta prevalentemente da persone dalla dubbia morale, avevano una casa e forse delle famiglie. Non erano di certo brave persone, tantomeno qualcuno con cui stringere una forte amicizia ma sicuramente erano esseri umani che potevano provare altri sentimenti oltre all’odio o alla vendetta. Forse alcuni di essi erano anche in grado di provare amore.
    A prescindere da tutto questo una piccola parte di pirati era riuscita a scampare al massacro compiuto nel Golfo dell’Arpione, un gruppetto di circa dieci persone che aveva passato diversi mesi a nascondersi ai margini del Paese del Fuoco. Si erano stabiliti al confine tra il Paese della Pioggia e quello del Fuoco rimanendo però in quest’ultimo in quanto ritenuto forse più sicuro. Erano stati mesi estremamente intensi, sempre pronti a scattare al minimo cenno di pericolo, vivendo in una costante tensione e cercando sempre di passare inosservati. Più volte il gruppo aveva rischiato di spaccarsi a metà per la divergenza di idee tra i vari membri, da una parte c’era chi proponeva di massacrare quanti più civili possibili giusto per farla pagare ai ninja, seguendo la scia della vendetta. L’altro gruppo invece aveva perso completamente interesse dopo quanto accaduto, voleva solo trovare una via di fuga per tornare a Barbakos così da non dover più vivere nell’illegalità di cui erano ormai schiavi.
    Alla fine fu il gruppo più pacifico a spuntarla grazie all’autorità del suo capo, un uomo piuttosto basso dal viso estremamente segnato dall’incedere del tempo. Avrà avuto non più di una trentina d’anni, ma sembrava dimostrarne almeno cinquanta. Gli abiti erano ormai logori, così come quelli degli altri, ma nonostante ciò non aveva perso l’aura di autorità che sembrava emanare. Con i suoi modi di fare erano riusciti a portare tutti quanti dalla sua parta, o almeno a convincere gli altri del fatto che facendo come dicevano loro sarebbero morti e questo non sarebbero servito assolutamente nulla.
    Sotto la sua guida erano riusciti a raccogliere nel corso di pochi mesi il cibo e l’acqua necessari per raggiungere Barbakos, si trattava di un viaggio molto lungo che di conseguenza richiedeva numerose risorse per essere intrapreso, soprattutto considerate le dieci persone che avrebbero dovuto intraprenderlo. Se rubacchiare il cibo e recuperare l’acqua non era troppo un problema in quanto si riusciva facilmente a passare inosservati, il discorso cambiava drasticamente nel caso del mezzo di trasporto. Costruire una barca era fuori discussione, ci voleva troppo tempo e necessitava di carpentieri per riuscire a realizzarne una che fosse in grado di solcare il mare fino a Barbakos. Rimaneva una sola possibilità: rubarla.
    Con un po’ di strategia e non troppa violenza alla fine erano riusciti ad ottenere anche l’ultimo pezzo del loro puzzle sottraendolo ad un villaggio di pescatori distante qualche giorno dal loro punto. Sfruttando le tenebre della notte e della scarsa sicurezza del villaggio avevano preso la nave di cui avevano bisogno e a condurla fino alla loro posizione. Quest’azione avrebbe sicuramente attirato l’attenzione delle autorità ma non avevano altra soluzione, avrebbero dovuto correre tale rischio.
    L’imbarcazione era appena sufficiente per gestire il carico di risorse e di persone, ma avrebbe dovuto reggere, nell’eventualità avrebbero fatto rotta verso terraferma per prendere ciò di cui avevano bisogno ma sarebbe stata l’ultima delle spiagge. Era troppo rischioso.
    Fino a quel momento si era comportati come dei piccoli ladruncoli senza uccidere o ledere in modo permanente qualcuno. Pirati dal cuore gentile si sarebbe potuto dire. Avrebbero avuto tutte le motivazioni di questo mondo per usare la violenza e commettere i peggiori atti possibili pur di prendere ciò che gli serviva, ma non lo fecero grazie all’autorità esercitata dal loro capo.
    Il giorno della partenza prevista ci fu uno screzio tra il capo e un uomo appartenente al gruppo di violenti. I toni erano piuttosto accessi e non esitarono ad alzare la voce. Il momento peggiore in assoluto per litigare.


    -Che si fottano i ninja e tutto il loro mondo! Voglio solo tornare a casa e vedere mia figlia!

    -Sput! Sei solo un cagasotto che non vuole rischiare la pelle ed esigere la giusta vendetta!

    Senza alcun tipo di preavviso l’uomo basso si era scagliato verso il pirata che aveva osato sfidarlo e sputargli addosso. Estrasse da sotto la cintola una lama curva e la poggiò in modo deciso alla gola dello sfidante. Il freddo acciaio poggiato giusto a livello della carotide stava cominciando a ledere la pelle, sarebbe bastato un minimo di pressione in più e un fiotto di sangue sarebbe schizzato in ogni direzione.

    -Tu e tutti gli altri farete come dico io! Chiaro?

    Ci fu solamente un debole cenno con la testa, in segno di assenso, da parte del malcapitato prima che lama venisse riposta. Anche se non fu detto apertamente quel gesto fece capire a tutti quanti che ad affrontare una seconda battaglia con gli shinobi non sarebbe servito assolutamente a nulla. Ma ciò purtroppo non bastava a cambiare la mentalità radicata di alcuni di loro che non avevano più nulla da perdere se non la vita stessa. Per il momento si sarebbero limitati a seguirlo.
    Era tutto pronto…o quasi.


    Bene Yamuccio caro, eccoci qui. Hai carta bianca sul come reperire le informazioni necessarie per scoprire l'ubicazione dei pirati e della loro nave. Visto che si tratta di un post introduttivo puoi decidere tutto come meglio credi. Mi basta che raggiungi il punto d'interesse, puoi pure sentire il dialogo tra i due visto che comunque stanno urlando e da lì sei libero di agire come vuoi.
    Buon divertimento e buona fortuna.

    Immagine
    Il punto nero tra Pioggia e Fuoco è il luogo dove si trovano i pirati
     
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    Il sapore del brandy ninja non era nulla di decente, solo una brodaglia annacquata che si faceva veloce a sputare. Nulla in quella terra pareva più normale da quando la situazione era cambiata, da quando i poli economici e politici erano scesi in una vasca di sangue sulle spalle di decine di migliaia di vittime. Da qualche mese ormai continuavo unicamente a scontrarmi con le difficoltà di una terra senza più energia: era infatti stata risucchiata dalle radici di un male che sostanzialmente sapevo non mi appartenesse ma nel quale il “mio” sangue ci aveva messo lo zampino. Lotte, imboscate, conflitti di ogni genere mi permettevano di tracciare le linee guida per le mappe ma dopo la distruzione di Barbakos e la caccia ostinata ai pirati che avevano favorito la conquista di alcuni territori ad alcune fazioni, nulla era più favorevole a quel piano. Troppe sentinelle in giro, troppi affiliati a quella milizia ostile piazzata dalla Neo Akatsuki che se ne andava in giro a sopprimere gli alleati dell’ex amekage per ridurne la forza sia fisica che mentale. Da quando poi proprio il nemico dell’Alba aveva preso il dominio del villaggio ero stata costretta a rifugiarmi nel terreno di quella labile alleanza messa sempre sotto pressione dal nuovo leader e i suoi uomini, al fianco di Escanor e con quelle mappe che ero riuscita a disegnare e che avevo raccolto in una sorta di “tubo” allacciato come una faretra trasversalmente, per mezzo di una coreggia.

    <mhr. Non credo che questa situazione finirà presto> esordì Escanor al mio fianco, mentre una goccia d’acqua condensata gli picchiettò la testa calando da una delle tubature di una fatiscente casa nell’anello più esterno del fortino provvisorio e trovato sulla strada. Al confine con Konoha, come topi costretti a fuggire dai gatti in minuscoli buchi scavati silenziosamente nei momenti di assenza dei predatori, la situazione era quella e non sembrava esserci verso di cambiarla. La Neo Akatsuki era inoltre un gruppo di shinobi molto più potente di quanto credessi e credessimo, forte e con alleati in ogni parte: fare un passo falso in quella zona avrebbe significato perdere un gioco davvero molto grande e rischiare di finire in chissà quale prigione o fossa.

    -Non so quanto questo gioco valga la candela. Benché non siamo ancora morti, ci limitiamo a scappare come topi sulla terra, ma noi non siamo topi: dovremmo essere pesci, pesci liberi di sguazzare nel mare da cui proveniamo-

    Berciai con la bottiglia di ferro in mano, una di quelle che i campeggiatori usano per portarsi l’acqua e che rimpiazzava la controparte di vetro del liquore. Lo scioglimento delle sezioni dell’Osu aveva generato troppo caos al suo interno e la mancanza di ordine portò molti ad abbandonare il gruppo per questioni e inclinazioni diverse rispetto alla generalizzazione creata ed io, benché senza un consenso scritto, ero della medesima idea. Sebbene decisi di partire per adempiere ad una missione impartitami da una dei ranghi alti dell’Organizzazione per indagare sul furto di una nave ai danni di un villaggio di pescatori, i crucci erano tanti. Mi trovavo in un gorgo di pensieri e vorticanti emozioni in contrasto tra loro, difficilmente discernibili pur con la ragione di mezzo, pur con quella grande dote umana piazzata nella facciata opposto all’istinto. Stavo continuamente rimuginando sul valore che davo alla vita e alla mia libertà, tenendo fede alle mie origini e facendo tutto in virtù di un ritorno a quel mare tanto grande e sconfinato che un giorno i Pirati sarebbero tornati a comandare incontrastati, un po’ come i pesci che dominano la laguna o gli uccelli che si innalzano leggeri tra i picchi e gli alberi e le nuvole.

    <stai forse pensando di tornare da tua madre? Sono mesi che non riceviamo notizie da lei e dall’Orca nera, capirei se ti servisse tornare a trovarla dopo quello che gli anni hanno fatto alla pirateria e a Barbakos> si limitò a controbattere l’uomo, che nel mentre teneva la mano pronta sull’elsa dell’ascia brillante e pesantissima, col filo tagliente e affilato. La particolarità del suo potere era quella che ne modificava il corpo in rapporto alla potenza del sole: più il sole era forte, raggiante e al proprio culmine, più Escanor sapeva brillare, diventando un’ombra residua e debole dall’imbrunire in poi. Avevamo progettato assieme una sorta di droga con cui prolungarne il limite anche dopo l’ultimo cenno di tramonto, ma assumerla per troppo tempo era un rischio e quindi se la teneva ben stretta per usarla in situazioni di emergenza.

    -E’ inevitabile che io pensi all’Orca nera, lì c’è la mia vita. Lo schifo che ho passato per colpa degli insetti non è niente in confronto a quello che stiamo facendo ora. Stiamo cercando dei pirati per conto dell’Osu, ma i confini esplorati li conosco ormai a memoria. Inoltre starsene rinchiusi e attendere che l’ex capo di Ame decida come salvare il villaggio non sta facendo molto: è una guerra di attrito e il Dio Sanbi sa quanto le guerre di attrito portano più vittime di quelle da sfondamento-

    Ero capace di parlare discretamente la lingua comune dei ninja dopo il contatto con gli antenati ma con il “maggiordomo” potevo essere libera di rifarmi alle usanze del Sud. Al via libera da un campo vuoto e un raggio visivo senza tracce di chakra, uscimmo da quel fortino per scendere ancora più a sud fino a vedere il Grande Oceano e prima che giungesse l’alba prendemmo in considerazione l’idea di fermarci nuovamente a riposare con turni invertiti e fui quindi io a rimanere sveglia per dare all’omone (in realtà omino data la notte) il tempo di riposarsi dopo essere rimasto a guardia delle ore precedenti.
    <se decidi di andare a zonzo ricorda di fare attenzione> berciò fermo dopo aver raggiunto un grottino vuoto nelle vicinanze della costa, una insenatura formatasi ai confini del continente e apparentemente un luogo utilizzabile solo dai fotografi amatoriali o dai viaggiatori. Era trascritta una sorta di via sulla pietra costituita da una serie di tralicci a cui erano legati dei pezzi di stoffa che svolazzavano leggeri per mano della brezza libera e incontrollata, forse bandiere utili per la navigazione o oggetti di rito per antichi credi religiosi: era una via che scelsi di seguire con curiosità.
    -Pensa a farti un riposino, potrebbe volerci del tempo per trovare quei tizi- risposi brevemente e uscii dalla rientranza armata di silenzi e gadget, scegliendo di scendere e mantenere lo sguardo inchiodato alla spuma dei marosi sugli scogli e allo scintillio delle prime luci dell’alba che stava risalendo dal mare per illuminare il mondo intero. Da lì, camminando e vagando per qualche decina di minuti in zona scorsi qualcosa che mi fece sobbalzare sul posto per un istante, qualcosa che comparve dalle spalle di una nuova insenatura come una sorta di drago dietro l’ombra della luna. L’imbarcazione non era tanto grande né tanto piccola e pareva di debole struttura ed estetica essenziale, ma era abbastanza grande per compiere un viaggio di non ritorno per casa.
    -Mh?- l’essenzialità del silenzio fu scossa dai dissapori di un contrasto verbale tra due uomini a cui prestai attenzione, col rischio che mi scoprissero.
    CITAZIONE
    -Che si fottano i ninja e tutto il loro mondo! Voglio solo tornare a casa e vedere mia figlia!
    -Sput! Sei solo un cagasotto che non vuole rischiare la pelle ed esigere la giusta vendetta!

    Ci fu qualcosa che non riuscii a distinguere con chiarezza, un evidente presa di posizione che diede i suoi frutti e che volevo studiare più da vicino mettendo mano alle riserve di energia magica e testando i frutti di una rapida concentrazione volta ad modificare la struttura delle cellule e dare al corpo le proprietà del suolo verso cui cercai di allungare il braccio. Se fossi riuscita ad acquisire le proprietà del terreno avrei anche potuto capire meglio la situazione, passando come una talpa sotto la terra e marciando di circa una decina di metri verso il duo di individui.

    CITAZIONE
    -Tu e tutti gli altri farete come dico io! Chiaro?

    -Heil! Qualche problemino?-

    Mi limitai a spargere una voce dalla terra e un saluto in lingua del sud, senza palesarmi.


    Lìf
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    Cosa sarebbe mai potuto andare storto il giorno della partenza di un manipolo di pirati a bordo di una nave rubata? Molte cose potevano andare per il verso sbagliato, ben più di quanto si potesse immaginare.
    La tensione tra le due “fazioni” continuava ad essere palpabile, si poteva sentire nell’aria che qualcosa di brutto sarebbe potuto accadere da un momento all’altro. Ciascuno guardava il proprio vicino con sospetto e preoccupazione, il pensiero che i ninja potessero trovarli da lì a breve era estremamente concreto e lo sapevano benissimo tutti quanti. Questo non faceva che rendere tutto ancora più snervante. Davanti alla barca erano stati posizionati alcuni tronchi di legno così che potesse scivolare rapidamente dall’attuale posizione al mare e da lì dirigersi verso casa. Erano stati in grado di arrangiarsi discretamente bene per essere dei pirati fuggitivi ma tutta quest’organizzazione e segretezza rischiava di disfarsi come un castello di carte spazzato via dal vento.
    Il sole stava venendo copertò per l’ennesima volta dalle nubi mentre si poteva percepire l’imminente temporale avvicinarsi alla costa ed al loro “nascondiglio”. Decisamente un brutto segno che avrebbe dovuto far desistere da qualsiasi azione, ma l’alternativa che gli si offriva era ben peggiore. Oggi o mai più.
    Qualche istante dopo la diatriba tra i due, gli uomini cominciarono a caricare sull’imbarcazione le ultime provviste per il viaggio. Da buoni marinai sapevano che era fondamentale fare scorta di cibi poco deperibile che potessero essere consumati anche a distanza di giorni, difatti avevano fatto scorta di carne secca. I pezzi di carne non erano stati lavorati a dovere ma sicuramente sarebbero serviti allo scopo, rimanevano comunque dei pirati, mascalzoni che se avessero potuto non avrebbero esitato a sgozzare come porci chi gli stava accanto.
    Nel breve lasso di tempo trascorso tra la discussione ed il carico delle provviste un’insolita voce sembrò provenire da una zona imprecisata intorno a loro. La lingua era quella del Sud, quella che loro stessi parlavano e che ben pochi ninja conoscevano. La voce udita era femminile ma non vi era alcuna traccia di donne nei paraggi.
    Tutti e dieci i pirati si osservarono mentre le mani scattarono sulle poche armi a loro disposizione. I capi delle rispettive fazioni si fissarono negli occhi per un brevissimo secondo prima di estrarre le armi.


    -Cosa cazzo pensate di fare eh? Volete fregarci in qualche modo? Fate una sola mossa e non ci penseremo due volte a tagliarvi quella gola da porci che vi ritrovate!

    A parlare fu il presunto capo dei violenti, quello che poco prima era stato fatto zittire ma che aveva ripreso coraggio.


    -Sei stupido come quella puttana di tua madre?!?! La voce è chiaramente femminile razza di coglione! Come credi che possiamo essere stati noi a fare qualcosa del genere? Potrebbero essere dei ninja, hai visto come agiscono in battaglia. Non ho intenzione di passare un secondo di più in questo posto, voi fate il cazzo che vi pare.

    Fece un cenno ai suoi uomini che camminando lentamente all’indietro si portarono più vicini all’imbarcazione, da buoni pirati sapevano di non potersi fidare gli uni degli altri e per qualsiasi ragioni non avrebbero mai dato le spalle in circostanze come quella. Bastava la minima distrazione che si sarebbero ritrovati un pugnale conficcato nella schiena. Lo sapevano benissimo perché loro stessi sarebbero stati i primi a farlo.


    -Hogaru non pensare di svignartela così! Non andrete da nessuna parte finché non direte la verità! Ammettilo state tramando qualcosa alle nostre spalle! Da quando siamo scappati dal quel Golfo maledetto non hai fatto altro che tramare alle nostre spalle. Scommetto che ci hai venduto ai ninja per avere salva la pelle, altrimenti come diresti che si tratta di loro? Chi oltre a noi saprebbe parlare quella lingua?

    La paura e la paranoia si fecero largo nel cuore dei presenti. Una semplice frase aveva distrutto il precario equilibrio che si era formato rischiando di mandare in malora mesi di preparazione. Una singola parola od anche solo un gesto sbagliato potevano essere l’inizio di un massacro. Uno spettacolo orribile quanto vissuto in guerra ma su scala molto ridotta.



    -Sono proprio curioso adesso. Sempre i soliti pirati, stai a vedere che si fanno fuori tra di loro.


    La situazione si complica come puoi leggere, una mossa sbagliata e rischia davvero che si trasformi in un massacro. A te la palla Yama. Enjoy! :hat:
     
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    Stetti un po’ ad osservare la situazione dal fondo della terra, restando in un punto dove avrei potuto guardare ambedue le fazioni agire tra di loro. Conoscendo il temperamento dei pirati e l’aggressività di molti nel trattare la gente, un po’ mi aspettavo le reazioni palesate con tanto fervore. Li studiai osservare il mare e trasportare le scorte in loco della nave, avevano avuto un’idea basic per spingerla in acqua e proprio la presenza dei tralicci schierati in fila mi portò a credere che non fossero poi così potenti da poter sollevare una nave in gruppo e spingerla con la sola forza dei muscoli verso l’acqua. Certamente potevo sbagliarmi come era accaduto in tante occasioni, ma il mio cervello elaborò anche quell’idea. Le parole che si scambiarono nel sentire la mia voce furono abbastanza pesanti e più che riprenderli sulle volgarità le lasciai scivolare sulla pelle come olio, affidando alla terra il compito di assorbirle per l’eternità.

    CITAZIONE
    -Cosa cazzo pensate di fare eh? Volete fregarci in qualche modo? Fate una sola mossa e non ci penseremo due volte a tagliarvi quella gola da porci che vi ritrovate!

    Mal sopportavo i paragoni tra gli esseri umani e gli animali e accostare un uomo ad un maiale non era certo un fattore lusinghiero.
    CITAZIONE
    -Sei stupido come quella puttana di tua madre?!?! La voce è chiaramente femminile razza di coglione! Come credi che possiamo essere stati noi a fare qualcosa del genere? Potrebbero essere dei ninja, hai visto come agiscono in battaglia. Non ho intenzione di passare un secondo di più in questo posto, voi fate il cazzo che vi pare.

    Un tic nervoso si impossessò delle palpebre e l’occhio destrò vide ombre ripetute e aloni neri per due secondi contati, fu una reazione nervosa al sessismo dimostrato da quella battuta lanciata con poco intelletto e ancora meno tatto.

    -Quindi una donna non può solcare i mari? Fjandinn!- cercavo di comunicare con quella gente sfoderando saluti e imprecazioni della lingua del sud, trovando modo anche di osservarne i movimenti nel caso di complicanze e zuffe. La tensione alle stelle non s’allentò nemmeno nel momento in cui uno dei due capi cominciò a prendere il largo, quasi trovando la situazione troppo complicata per sollazzarsi in essa un altro po’. Non era tipo da calma quell’individuo, tale Hogaru -il capo dei “pacifisti”- stava prestando la dovuta attenzione all’area perché era chiaro sapesse il pericolo che correva con altri pirati intorno.
    CITAZIONE
    -Hogaru non pensare di svignartela così! Non andrete da nessuna parte finché non direte la verità! Ammettilo state tramando qualcosa alle nostre spalle! Da quando siamo scappati dal quel Golfo maledetto non hai fatto altro che tramare alle nostre spalle. Scommetto che ci hai venduto ai ninja per avere salva la pelle, altrimenti come diresti che si tratta di loro? Chi oltre a noi saprebbe parlare quella lingua?

    La reale descrizione di un comportamento da schiavisti, se non altro c’era del logico. Perché fare una valutazione solo sul primo approccio? Avrei dovuto valutare la loro vita per intero per capire chi fosse veramente nella ragione e chi nel torto, chi mosso dalla paura e chi dalla psicosi della paura, ma era impossibile farlo. Stetti così nella terra per preservarmi, ma con le parole andai dritta al punto nella speranza di potermi servire della schiettezza e della sincerità per calmare gli animi.

    -State calmi, qui nessuno vende nessuno. Odio gli schiavisti, così come li odia anche l’Orsa dei mari Gea. Vi dice nulla l’alleanza della “Lama del Basilisco”? Enka, la sacerdotessa di Krakatoa? Spero per voi di si. Ma in tutti i modi vi consiglio di restare uniti tra di voi se non volete che l’era della pirateria sia calpestata più di quanto già lo è stato in questi periodi-

    Accennai senza un reale interlocutore, mantenendo una certa dose di attenzione verso l’area, temendo la presenza di qualche nemico nascosto. Dopotutto io stessa ero giunta lì in maniera anticonvenzionale e silenziosa, quindi perché non ritenere possibile un approccio simile da terzi?

    -E soprattutto cercate di non farvi scoprire se volete tornare in mare vivi e vegeti, anche se le diverse sezioni dell’Osu si sono sciolte non vuol dire che non funzioni più e tra ninja e pirati non corre buon sangue.- consigliai loro, sapendo che non m’avrebbero dato retta. Ma proprio per nulla!


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    Gli animi cominciavano a scaldarsi sempre di più sia da una parte, sia dall’altra. Quasi sicuramente qualcuno non vedeva l’ora di avere un pretesto per sporcarsi le mani. I dissapori di mesi costretti insieme avevano raggiunti livelli spropositati, l’unica cosa che li aveva tenuti uniti fono a quel momento era stata la possibilità di lasciare il continente ninja cosa che rischiava di svanire in un lampo.
    La nave era quasi completamente carica mentre alcuni dei “pacifisti” molto lentamente andarono nella parte posteriore della nave per cominciare a spingerla lungo i tronchi. Tre di essi cominciarono a caricare l’intero peso lungo le spalle così da applicare quanta più forza all’imbarcazione. La nave non era così grande da richiedere troppi sforzi ma ormai gli uomini erano allo stremo e fare gesto del genere gli costava comunque non poche energie.
    Le armi erano sguainate e pronte a ferire mortalmente non appena se ne fosse presentata l’occasione, ma ecco che la voce femminile tornò a farsi sentire.


    -State calmi, qui nessuno vende nessuno. Odio gli schiavisti, così come li odia anche l’Orsa dei mari Gea. Vi dice nulla l’alleanza della “Lama del Basilisco”? Enka, la sacerdotessa di Krakatoa? Spero per voi di si. Ma in tutti i modi vi consiglio di restare uniti tra di voi se non volete che l’era della pirateria sia calpestata più di quanto già lo è stato in questi periodi.

    -Chi cazzo sei e come fai a sapere tutto questo? Non mi fiderò mai di qualcuno che si nasconde dietro ad una voce anche se si tratta di una donna. Parla pure finché vuoi noi salperemo in questo momento, chi vuole venire venga che gli altri muoiano pure su questa dannata terra!


    Detto ciò Hogaru arretrò molto lentamente con la lama sguainata mentre i “violenti” avanzavano altrettanto lentamente verso la sua posizione. La pedana usata per caricare le vettovaglie era ancora poggiata sul fianco della nave mentre sulla parte posteriore erano state posizionate tre scale in corda per permettere di salire non appena la nave avesse cominciato a scivolare lungo i tronchi.

    -E soprattutto cercate di non farvi scoprire se volete tornare in mare vivi e vegeti, anche se le diverse sezioni dell’Osu si sono sciolte non vuol dire che non funzioni più e tra ninja e pirati non corre buon sangue.

    La seconda parte del discorso di Lìf non ebbe esattamente l’effetto pensato.
    Sui volti dei pirati ricomparve la paura.
    La sola idea di dover affrontare ninja appartenenti a quell’organizzazione li terrorizzava.
    Dopo la tremenda sconfitta nel Golfo furono proprio i ninja dell’O.S.U. a dare la caccia ai pochi che erano fuggiti. In alcuni casi vennero semplicemente fatti prigionieri mentre i più spavaldi che avevano osato opporsi, beh di loro non c’era più traccia su questa terra.
    Koro, così si chiamava il capo dei “violenti”, aveva fatto la voce grossa sul vendicarsi e uccidere i ninja ma in cuor suo sapeva benissimo che non ci sarebbe mai riuscito.
    I pirati non rinfoderarono le loro armi però poco alla volta le lame vennero abbassate.


    -Mmmmm, così però non mi piace.

    Un ragazzo dal corpo slanciato stava sdraiato su un ramo abbastanza grande di un albero nelle vicinanze del campo pirata. Fino a quel momento aveva celato la sua presenza ma il vedere le armi abbassarsi l’aveva infastidito e se qualcuno avesse visto il suo volto durante la conversazione l’avrebbe capito.


    -Non era questo il modo in cui avevo intenzione di agire ma fa niente, farò nell’altra maniera.

    Dei minuscoli insetti comparvero tutt’intorno al suo corpo dopodiché saltò giù dal suo ramo arrivando a poco meno di dieci metri dai ninja che spingevano la barca.

    HJmymJ.jpg



    -Tu c…

    Uno dei pirati che stava spingendo la nave non ebbe nemmeno il tempo di concludere la frase che una massa nerastra dalla forma affusolata l’aveva trapassato da parte a parte.
    Dove una volta c’era il cuore adesso c’era un buco dalla forma perfettamente tonda. Il sangue zampillò dalla ferita mentre il cuore cadde a terra ancora pulsante. Sulle facce dei presenti non si leggeva altro che puro terrore. Sapevano di essere ormai finiti


    -Perché non vi siete ammazzati tra di voi? Almeno mi sarei risparmiato la fatica di sterminarvi. Ora fate i bravi bambini e mettetevi in fila così posso finire in fretta.

    Con la mano destra si massaggiò il collo mentre la massa d’insetti tornò vicino a lui ronzando e muovendosi nevroticamente.

    -Donzella perché non esci allo scoperto anche te? Non capirò la vostra rozza lingua ma sicuro ci sento benissimo. Direi che approssimativamente devi essere lì.

    Con l’indice indicò l’area dalla quale sentiva provenire la voce di Lìf senza però indicare necessariamente il punto preciso.

    -Chi cazzo sei bastardo?

    -Cosa te ne importa, tanto tra pochi minuti sarete solamente un cumulo di carne morta.

    Senza alcun tipo di preavviso gli insetti mutarono nuovamente forma assumendo le sembianze di una frusta. I pirati nelle immediate vicinanze provarono a scappare, ma solamente uno dei due riuscì ad allontanarsi in tempo. La frusta si schiantò sul collo del povero malcapitato rompendoglielo sul colpo, il suono delle ossa che venivano rotte era venne sovrastato dal ronzio degli insetti.

    -Ne mancano nove.

    -Parlato Koro
    -Parlato Hogaru
    -Parlato Ninja ???

    Ecco il post.
    Allora come puoi leggere ha fatto la sua comparsa il ninja misterioso. Due pirati su dieci sono morti. Ne rimango 3 pacifisti e 5 violenti più te ovviamente. Se muoiono tutti ti puoi scordare il passaggio fino a Barbakos.
    Il Ninja è ovviamente un'aburame. Se vuoi sapere qualcosa in più a quello che è successo non esitare a chiedere
     
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    Stetti ad ascoltare le paure e i pensieri canalizzati in voci d’astio, nei toni d’ombra di esseri umani braccati come cani per la loro diversità e cacciati con azioni preventive. Era come se invece di curare un problema, pirati e ninja decidessero di eliminarlo senza batter ciglio in virtù di vecchi crimini. Era così che funzionava per davvero e non sentivo il bisogno di stupirmi, dopotutto ognuno era in grado di scegliere il proprio destino e incorrere nelle sfortune di una determinata opzione piuttosto che di un’altra. Passai la lingua sul labbro inferiore saggiando un gusto terroso più forte del normale a causa del mio palato sopraffino. Che poi chiamarlo così pareva una sorta di vanto e di estremizzazione, perché se la lingua cantava discretamente non si poteva certo affermare lo stesso per gli altri sensi, normali e poco acuiti.
    CITAZIONE
    -Chi cazzo sei e come fai a sapere tutto questo? Non mi fiderò mai di qualcuno che si nasconde dietro ad una voce anche se si tratta di una donna. Parla pure finché vuoi noi salperemo in questo momento, chi vuole venire venga che gli altri muoiano pure su questa dannata terra!

    Più che saggio, davvero. La sua scelta dettata dalla frettolosità fu, in verità, ben accettata dalla mia testa perché ero dell’idea che se avessero tardato ancora qualcuno li avrebbe scoperti così da vanificarne le intenzioni con una morte lenta e dolorosa. Continuai, perseverai, attesi e osservai le reazioni alle successive parole continuando a stupirmi della scena e delle armi brandite più con tremore e sgomento che baldanzosa arroganza. Che impronta aveva lasciato l’OSU sui pirati? L’ostinazione nel cacciare qualcuno dalle usanze e i comportamenti estranei, nell’ucciderli come opzione semplice e mai recriminata. Si poteva dire che quell’organizzazione di Shinobi Uniti avesse seminato paura tanto da colpire nel cuore anche i pirati più violenti e spogliarli come bambini in fasce? La situazione degenerò vertiginosamente e non riuscii ad afferrare con certezza la causa giusta dell’innesco, se quelle armi calate o le intenzioni di partire, eppure ambedue sarebbero bastati a motivare l’inconveniente che avrei dovuto prevedere. Mi ero esposta troppo? Dovevo rimanere lì, ad aspettare che la situazione si risolvesse da sola? No, non si sarebbe risolto in bene un bel niente e avrei solo ottenuto un buco nell’acqua grosso quanto una voragine. Ciò che scosse la situazione ancora più nel profondo fu la dimostrazione di forza di un ninja misterioso e quell’uso di insetti che risvegliò i miei dal torpore dei loro nidi.

    -Perché non vi siete ammazzati tra di voi? Almeno mi sarei risparmiato la fatica di sterminarvi. Ora fate i bravi bambini e mettetevi in fila così posso finire in fretta.

    Nella mia prospettiva mi fu risparmiata la scena del cuore mancante perché il pirata fu freddato in una posizione laterale, col fianco sinistro rivolto al mio sguardo scioccato. La facilità di uccisione istigò le mie dita a richiudersi in una morsa violenta, bramando una risalita in pochi istanti.

    -Donzella perché non esci allo scoperto anche te? Non capirò la vostra rozza lingua ma sicuro ci sento benissimo. Direi che approssimativamente devi essere lì.

    Un ecg piatto quanto il bastone di una lancia impugnata nell’atto di una difesa serrata da un attacco imminente, piazzato dall’alto e rapido. Come me fino a quell’istante anche il ninja aveva usato una tecnica di camuffamento per ascoltare i discorsi, dimostrando di aver assistito per lungo tempo alla discussione. Pareva una copia, una brutta copia di me stessa date le tecniche che s’apprestò ad usare come se fosse un privilegiato, sfruttandole non per punire ma con giudizio ma per eradicare un male minore rispetto a quelli che stavano divorando la terra ninja ultimamente.

    CITAZIONE
    -Chi cazzo sei bastardo?

    -Cosa te ne importa, tanto tra pochi minuti sarete solamente un cumulo di carne morta.

    Presi fiato nel raggiungere l’obiettivo dichiaratosi ostile. Lui con un parere, loro con un altro, io con il mio: ero una bilancia neutrale con due pesi equamente disposti e in lotta per sbilanciare il piatto a proprio favore, desiderosi di imporsi ai danni della parte avversaria.

    Volere dire che capirai ben altra lingua, se tua ignoranza portare te a non pensare adeguatamente all’importanza della vita.

    Potevo spostarmi nella terra in una zona discretamente ampia ma pur con un nascondiglio discretamente sicuro, ero ben lontana dal poterne approfittare senza pensarci. Intuendo la mia posizione e venendo a conoscenza delle sue capacità, avevo forse una marcia in più contro di lui e avrei dovuto sfruttarla al massimo.

    Non importa di che fazione tu essere, non sei ben diverso da assassini da fermare.

    E l’avrebbe pagata, così come l’avrebbero pagata loro se solo si fossero ammazzati per la fuga: il mare rappresentava giudice, giuria e boia, insindacabile custode di vita e di morte. Qualcosa nel petto gridava al cielo la volontà di uscire dalla tana e di ruggire e come biasimarli? Dopotutto io e i Miei insetti avevano trovato un legame particolare, sviluppato dalle avversità e dalla mia repulsione che col tempo divenne accettazione e fiducia. Passando all’atto pratico di quel salvataggio, ecco che tentai di avvicinarmi alle spalle del nemico pur lasciando circa tre metri di distanza da usare ad ulteriore vantaggio in diversi modi. Da lì cercai di emergere andando immediatamente ad addentare il polpastrello per far sì che la carne lesa rilasciasse il quantitativo di sangue giusto per sviluppare un cerchio evocativo ai miei piedi, irrorato di energia magica. Carne alla carne, sangue al sangue: un patto in nome della vita e della libertà.

    .:Enemies:.

    -Tecnica di richiamo: Gama.-



    Purtroppo per me ero lontana dal poter richiamare il capo del gruppo, ma Gama aveva i suoi vantaggi: piccolo e rapido, corazzato per resistere ad attacchi di discreta entità come fruste di insetti o colpi stordenti, sarebbe stato un alleato utile in quella battaglia.

    .:*Croak* MI sa proprio che ti piglio a ceffoni, vuoi vedere quanto è dura la mia corazza?:.


    Un tipetto ironico e una testa calda: mi piaceva.

    Sai perché ti ho evocato no? la tua corazza è la migliore, conto su di te.

    .:*Croak* ho fame solo a vedere quelle zanzare che girano come i miei due cincillà:.

    I cincillà sono proprio gli attributi, esattamente. Muoverebbe quindi il passo con un balzo, spostandosi con l’assoluta certezza di dover agire pur restando vicino e dividersi tra la protezione dei pirati e un supporto alle mie azioni. Inclinai il capo alla vista degli insetti, piccoli e neri che nemmeno seppi contarli, dovendo star attenta alle possibilità di finir vittima in una massa ingente di esserini che avrebbero bloccato le mie capacità. C’è davvero bisogno di dire come sapessi queste cose?

    -So come funziona, quindi se volete aiutarmi statene fuori il più lontano possibile. Potrebbe toccarvi e avvelenarvi, magari con una nube, anche se non pare il tipo. Accendete delle fiaccole per scacciare gli insetti e per favore: state calmi-

    Nuovamente la lingua madre, scelta strategica e nient’altro. Mi mossi con parsimonia nell’affrontare il ragazzo, con l’idea che usare gli insetti fin da subito sarebbe stata una opzione sconsigliabile, usando l’arma a mio vantaggio. Dovevo stanare il numero di esseri per levare dal suo repertorio la possibilità di sfruttare gran parte delle tecniche realizzabili solo con l’ausilio dei mostriciattoli neri: una tattica rischiosa ma probabilmente la migliore a quel giro. Cercai di disperdere nell’aria la tensione e assorbirne altrettanta nelle braccia e cioè in quei meccanismi impiantati che da sempre mi premuravo di nascondere sotto la mantella assieme all’amplificatore, al koba shot e alle numerose diavolerie trasportate nei viaggi. Avrei sentito i muscoli ritirarsi e le fibre tendersi per il rigonfiamento, continuando fino a renderli saturi di aria compressa da rilasciare in linea retta per investire lui e soprattutto gli insetti che avrei dovuto abbattere quanto prima assieme alla collaborazione di Gama, il cui attacco sarebbe avvenuto proprio dopo la mia carica. Priva di indugio richiamai nuova energia per plasmarla secondo regole ben precise e in virtù di un volere forte e combattivo, andando a compattarla in un plotone di globi luminosi e fluttuanti sulla testa del ninja. Leggeri e liberi di navigare nell’aere, scaturiti dall’impellente bisogno di un po’ di luce, cercai di dirigerli verso schiena, fianchi e petto fronte per sfruttare l’inconscia -e possibile- reazione di difesa non solo per sorprendere lui e gli insetti ma per dare a Gama l’opportunità di afferrarlo lateralmente schioccando su di lui la lunga coda esternata per bloccarlo.

    Tua lingua non essere molto meglio, ma io portare rispetto per vostra cultura. Dovrebbero insegnare il valore di vita in accademia e come punire senza uccidere come prima opzione.


    R:500
    S:535-36-40-5=454

    AeJ: Interruzione della tecnica {Assimilazione di Tutto il Creato: Tecnica della Prevenzione dell’Attacco } sbucando alle sue spalle+Evocazione Gama (+20 bonus riuscita)
    Utilizzo base dei Fori di Zaku (20 pnt. Chakra a foro) anche sugli insetti
    Sfere di luce anche sugli insetti



    .:Gama:.
    Resistenza: 65/100
    Stamina: --/100
    AeJ:
    Frusta dell'Amore (Ai no Muchi) a seguito delle sfere di luce
     
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    -Volere dire che capirai ben altra lingua, se tua ignoranza portare te a non pensare adeguatamente all’importanza della vita. Non importa di che fazione tu essere, non sei ben diverso da assassini da fermare.

    -Che importanza dovrei mai dare alla vita di questi schifosi pirati? Sono feccia al pari degli schiavisti o di traditori.


    Perché mai signorina dovresti stare dalla loro parte? Il loro corpi saranno sicuramente più utili come concime per la terra. Fatemi il piacere di morire adesso. Ora da bravi bambini componente una bella fila così mi uccido uno ad uno.
    Il ninja scoppio in una fragorosa risata mentre la faccia dei pirati era sbiancata, anche tra i più temerari si leggeva il terrore della morte. Erano come impietriti dinnanzi a quella dimostrazione di forza e indifferenza verso loro stessi. La risata non fece altro che acuire il senso di paura che ormai stava dilagando nei loro cuori, la facilità con cui aveva ucciso due dei loro la diceva lunga su quelle che erano le capacità del nuovo arrivato. Ciò che gli sorprese altrettanto furono le parole di Lìf che al momento risultava ancora essere un’entità non meglio definita.

    -So come funziona, quindi se volete aiutarmi statene fuori il più lontano possibile. Potrebbe toccarvi e avvelenarvi, magari con una nube, anche se non pare il tipo. Accendete delle fiaccole per scacciare gli insetti e per favore: state calmi.


    Anche se non erano molto scaltri notarono che la ragazza sembrava avere difficoltà con la lingua comune mentre parlava fluidamente quella del Sud. Poteva sembrare un dettaglio di poco conto ma evidenziava in un certo senso come essa appartenesse maggiormente al continente meridionale rispetto a quello ninja. Ma ciò non era sufficiente per dissipare completamente i dubbi legati alla sua misteriosa figura.
    I pacifisti arretrarono il più possibile cercando di portarsi a debita distanza dal ninja, invece solamente tre dei violenti seguirono gli altri pirati. Koro ed il suo vice invece decisero di non arretrare nemmeno di un centimetro, alzarono le armi ma le mani gli tremavano terribilmente. L’adrenalina era l’unica cosa che gli stava facendo mantenere quell’atteggiamento così sfrontato nei confronti di una situazione quantomai drammatica.


    -Oh, degli impavidi! Vi ucciderò su…

    Non ebbe tempo a terminare la frase che da spuntò fuori dal nulla, o meglio da sottoterra, una rana dalle dimensioni notevoli per trattarsi di un anfibio che normalmente non avrebbe dovuto essere più grande di una mano. Insieme alla creatura fece finalmente la sua comparsa anche la ragazza che fino a quel momento era stata nascosta.
    I discorsi non si sprecarono e una densa massa d’aria viaggio contro il “povero” Aburame che senza troppi problemi si sostituii con una cassa vicino alla pedana ancora presente. La cassa venne frantumata dal colpo di Lìf spargendo tutto il contenuto per terra mentre vicino alla pedana si trovavano adesso due Kyoshi, questo era il nome del ninja. Dei piccoli globi luminosi si abbatterono su uno dei due Kyoshi che si sfaldò in una miriade d’insetti. Le piccole creature morirono tutte sul colpo bruciate dalle sfere che colpendo da ogni lato non lasciarono scampo a nessuna di esse.
    Gama aprì la bocca e fece scattare la lingua verso Kyoshi il quale però altrettanto velocemente si sostituii con il cadavere del ninja il cui collo era stato spezzato. L’anfibio si ritrovò così a stringere nella sua lunga lingua una massa di carne inanimata.

    -Tua lingua non essere molto meglio, ma io portare rispetto per vostra cultura. Dovrebbero insegnare il valore di vita in accademia e come punire senza uccidere come prima opzione.

    -Tsk.

    Kyoshi era decisamente contrariato da quanto appena accaduto. Sinceramente non pensava che il suo clone sarebbe stato distrutto così rapidamente e la cosa lo infastidì parecchio. Ma non c’era tempo per rimuginare su quanto appena accaduto. Compose molto rapidamente sei sigilli e pochissimi istanti dopo i suoi capelli avrebbero cominciato ad allungarsi in modo spropositato fino a coprire ogni centimetro del suo corpo. Sembrava essersi chiuso in una sorta di bozzolo nero, quasi come quello da cui sarebbero potuti derivare gli stessi insetti che era in grado di controllare.
    Il chakra di Kyoshi si diramò lungo tutta la chioma che aveva creato caricando i capelli di una quantità notevole di chakra rendendoli estremamente resistenti ed appuntiti. Un gesto impercettibile ed ecco che i capelli sarebbero schizzati come una raffica di piccoli spiedi in tutte le direzioni: un attacco a 360 gradi che non avrebbe fatto alcun tipo di distinzione.


    -Visto che tu li hai bruciati io ora brucio te. Che ne dici?


    Le parole uscirono ovattate da sotto la massa di capelli che tornarono alla loro normale lunghezza. Kyoshi caricò di chakra Katon entrambi i polmoni per poi direzionarlo verso la bocca mentre con indice e pollice formo un anello davanti alla stessa. Pochi istanti dopo sarebbe comparsa un’enorme testa di drago che senza indugiare si sarebbe diretta verso Gama e Lìf. Il calore delle fiamme era davvero intenso e rischiava di fare molti più danni di quanti non si potesse immaginare. Quanti sarebbero morti in quello scontro.

    Kyoshi:
    -Simulacro di Spine
    -Inferno di Aghi
    -Grande Drago di Fuoco

    Se hai qualche dubbio chiedimi pure.
     
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    -Che importanza dovrei mai dare alla vita di questi schifosi pirati? Sono feccia al pari degli schiavisti o di traditori.
    Perché mai signorina dovresti stare dalla loro parte? Il loro corpi saranno sicuramente più utili come concime per la terra. Fatemi il piacere di morire adesso. Ora da bravi bambini componente una bella fila così mi uccido uno ad uno.



    Mancanza di rispetto, apatia, disprezzo. Complici queste tre note, rimasi zitta anche dopo tutto l’arco dei miei attacchi che andarono a segno in parte e lasciarono una macchia di stupore sulla faccia del ninja e su quella dei pirati. Quando l’ultima sfera di luce partì alla carica e la lingua di Gama al seguito, l’impressione che il ragazzo mi fece non fu proprio delle migliori ma era indubbiamente un nemico da temere perché con lo stesso modo di ragionare ipotizzato, era chiaro che nemmeno io sapessi qualcosa di lui. Avrebbe potuto detenere tecniche di un livello soverchiante, abilità segrete, diavolerie inconcepibili al mio cervello. E ne avevo viste nel tempo di cose strane, ma davvero tante erano state le le battaglie ardue e ricche di trucchi degni di una spalancata d’occhi.

    -Oh, degli impavidi! Vi ucciderò su…


    Ero intenzionata ad evitare che ciò accadesse, ad oppormi alla gratuita dimostrazione di un potere a cui quei pirati rimasti non avrebbero mai potuto porre rimedio. Le loro vite sarebbero andate in malora per una spregevole valutazione, per una mancanza di umanità acquisita col tempo o forse sempre avuta.

    Perché singola vita essere importante e non è tuo ruolo giudicarla. È il mare che può decidere destino di uomo, non altro uomo.

    Insomma, tra il concetto filosofico e la vita vera c’era di mezzo un abisso. Quell’individuo sbatacchiato avrebbe avuto tutte le ragioni per occhieggiare e ridere del mio discorso, eppure ciò che mia madre m’aveva insegnato era proprio questo: che nessun uomo avrebbe dovuto impartire la morte ad un altro e che tale potere lo deteneva unicamente il Mare. Risposi in ritardo al quesito che mi rivolse mentre gli occhi di roccia erano stati a lungo spettatori di paura e freddezza rilasciata dal cuore umano in istanti brevi e decisivi. Quando lo vidi rialzarsi e reagire seccato all’inghippo, notai una titubanza riproposta dal gruppo di pacifisti così come i loro movimenti di obbedienza ai miei moniti. Un rivolo di sudore prese a coagularsi alla sinistra della tempia, poco sotto l’attaccatura del crine scarlatto e voluminoso, lasciato libero di divampare come fuoco ardente e perpetuo.

    .:*Croak* Saporito sto cadavere, però preferivo quei moscerini. Vuoi che dica qualcosa a papà?:.

    -Non avrei le capacità di richiamarlo, ma credo non sia necessario. La tua corazza sarà più che sufficiente, almeno credo -

    Snocciolai in breve, a braccia penzolanti in seguito alla bomba d’aria scaricata e alle sfere plasmate. La reazione che l’avversario decise di mostrarmi non m’avrebbe concesso del tempo per ragionare, giacché ero stata io a scagliare il guanto di sfida che lui raccolse senza esitazioni ma con abbondante disappunto.

    -Oh? sta allungando i capelli? -

    Una piacevole e interessante scoperta che nel tempo avrei voluto praticare, ma che per il momento sapevo di dover affrontare, magari trovando – nel cuoio – il punto debole del giovane ninja.

    Guerriero, non prendertela ma se tu dare scarso peso a vita di persone diverse da tua ottica, è bene che io ti aiuti a correggere tiro.

    E nuovamente, sacrificando del sangue dal pollice leso in precedenza, avrei cercato l’escamotage con una distribuzione violenta della magia lungo i canali disposti tra le fibre muscolari e le ossa dure a morire. Provai a distribuire l’energia nuovamente nel suolo ai miei piedi, questa volta con l’intento di richiamare dal mondo dei rospi una simpatica signorina dal colorito verdastro e la passione per i ragazzi.

    1c03a92bef2551b747f5aff76e57fd9fbaa29f16_hq
    .:*CRAH* PASTICCINI CIAOH!? Quanti spasimanti… e che bel maschione lì, forse un po’ smilzo ma un bel bocconcino.:



    Gamariki, scherzosa e desiderosa di coopulare anche con i tralicci purché provenienti da legno di alberi maschi (?), avrebbe preso piede per una precisa ragione: oltre ad essere anch’essa un elemento importante del team, sapevo detenesse qualcosa di interessante tra il suo comparto tecnico, qualcosa di tossico per la cute liscia e setosa.

    .:*Croack* Quindi questo tizio vuole fare pubblicità allo shampoo? Nessuno può usare così la tecnica del sannin pervertito:.

    A chi lui si stesse appellando rimase per me un mistero, eppure un giorno gliel’avrei chiesto perché dei vecchi evocatori sapevo poco o nulla.

    - Tenete sempre protette le parti vitali e state compatti nelle vicinanze mie e del rospo placcato -

    Mi sentii in vena di suggerire loro cosa fare ma deglutii nel vederlo lì, pronto a sentenziare la propria opera e stampare un manifesto di morte sul luogo. Per questo scelsi di fare la cosa più istintiva, mentre la sola Gamariki si sarebbe spostata con un balzo in alto e con curvatura parabolica discendente, gonfiando il petto e rigurgitando melma viscosa e appiccicosa, rimestata nel palato per diluirne la composizione fino a trasformarla in un olio infiammabile che avrebbe sputato addosso al nemico dall’alto verso il basso come un piccione in vena di regalini.

    .:*CRAH!* Gamayudan:.

    Servendosi dell’olio per appesantire la chioma una volta estesasi come da lui predetto, avrei aumentato anche la percezione del filo spinato che mi accinsi a prendere sfilandolo dal borsello con la mancina e imbevendone di energia magica l’intera struttura, al fine di direzionarlo sull’avversario e bloccarne i capelli, supportata dalla prontezza di Gama

    .:*Croak* Scudo Difensivo!:.

    Come un muro corazzato di ferro si sarebbe frapposto tra me, i pirati e il ninja ergendo un muro di placche metalliche e dandomi uno spazio di manovra sufficiente a far passare i 30 metri di filo spinato, predatore vorace dalle zanne affilate e il veleno contenuto in esse. Un colpo e avrei potuto rilasciare una dose di tossina nel suo corpo per stordirlo a lungo andare, ma serviva rapidità e sangue freddo.

    .:Oh no ciccipucci, la zia Gamariki ti deve lavare per bene ora!:.

    Una tragedia, una grande tragedia se la fiammata fosse trapelata fuori da quella combinazione di mosse solo attentamente coordinata. Gamariki dall’alto, pur se già in procinto di ricadere per il contrasto tra peso e gravità, avrebbe agito in maniera oculata unicamente per sfaldare le fiamme elaborate dal ninja, espellendo dalla bocca rigonfia un getto acquatico calibrato e continuo con cui però lasciare intatto l’olio da lei usato poc’anzi. Insomma, non un fascio d’acqua usato per contrastare frontalmente il drago ma una cascata verticale.

    R:500
    S:454-36-1-5=412

    AeJ: Evocazione Gamariki
    Stretta d'acciaio [30 mt di filo]+ M.{Combattente ad alta Tossicità Liv. I}

    .:Gama:.
    Resistenza: 650-10=640
    Stamina: //
    AeJ:
    Scudo Difensivo su Tutti
    CITAZIONE
    Gama innalza davanti a se o ad un alleato vicino portandosi velocemente davanti a lui le sue possenti braccia cercando di bloccare l'attacco imminente. Nel caso tuttavia non riesca ad essere abbastanza veloce le protezioni indossate e la sua possente muscolatura gli offrono una difesa niente male; anche se un colpo troppo potente può sfondare la difesa del rospo e colpirlo ugualmente.
    Tipo: Taijutsu
    Livello: C
    Raggio: 0 - 10 metri
    Bonus Tecnica: +6
    Effetti:
    - Riuscita permettendo blocca l'attacco avversario, altrimenti potrà assorbire FF/2 danni più l'eventuale protezione che ricopre la parte del corpo del rospo. Il restante viene sottratto alla Resistenza di Gama
    - Eventuali malus generati dal colpo incassato (sanguinamenti, stordimenti, debilitazioni e simili) vengono annullati
    - Il punto di cui sopra non si applica verso effetti di tipo paralisi, avvelenamenti e simili

    .:Gamariki:.
    Resistenza: 350-1=349
    Stamina: 400-10-10=380
    AeJ:
    Balzo+Olio del rospo sui capelli del ninja
    Pistola Acquatica in verticale, sul Grande drago di fuoco


    Edited by Yama™ - 22/10/2019, 12:02
     
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    L’offensiva elaborata da Kyoshi era molto basilare e forse poco incisiva per quelle che potevano essere le reali capacità del ragazzo. Un Jonin come tanti altri che viveva nel Paese della Foglia e che si incaricava di svolgere le più banali missioni qualora gli venisse richiesto. Quel giorno anche lui era andato lì per far fronte ai pirati che avevano rubato la nave, anche se sospettava una loro presenza già da alcune settimane. Nell’arco dell’ultimo mese erano giunte notizie relative alla scomparsa di diversi quantitative di viveri, per lo più di cose che avevano una scarsa deperibilità. Fu per lui molto facile scovare il covo temporaneo sulla base delle informazioni ottenute dai cittadini, e nonostante li avesse scoperti già da un po’ decise di non intervenire subito. Gli scocciava profondamente faticare e data la crescente tensione tra i due gruppi sperava che si fossero fatti fuori da soli e stava anche per accadere se non fosse stato per l’arrivo di Lìf. Una Shinobi dalle indiscutibili capacità che aveva deciso di interferire, anche se in realtà non stava facendo proprio nulla, con i suoi piani.

    -Rospi su rospi eh? Chissà se sono buoni allo spiedo.

    Il tono sprezzante non tradiva alcuna emozione sul volto del ragazzo, che senza alcun tipo di problema era riuscito a penetrare parte delle difese di Gama riuscendo perfino a rompere parte della sua armatura Le piastre che la componevano s’incrinarono in diversi punti mostrando una forza non indifferente, ma se non avesse fatto da scudo con il proprio corpo sarebbe potuta finire tragicamente per tutti coloro che erano alle sue spalle. Sorte che purtroppo tocco a Koro ed al suo vice. Ancora titubanti non fecero in tempo ad arretrare alle spalle di Gama insieme agli altri pirati. I capelli li trapassarono da parte a parte in più punti, il sangue colava copiosamente al suono dove prontamente veniva assorbito dalla terra. Il vice stramazzò al suolo morendo soffocato dal suo stesso sangue mentre Koro aveva ancora forze a sufficienza per trascinarsi verso Lìf. Non era ancora morto ma poco ci mancava, nei suoi occhi si leggeva chiaramente la paura di morire, il volto non era più quello di un rude pirata quello più di un bambino spaventato. Hogaru allungò la mano e lo trascinò verso di loro quanto più rapidamente possibile dimostrando un’umanità inaspettata per essere un pirata.
    L’azione difensiva imbastita da Lìf e dai suoi amici rospi sarebbe stata perfetta se solamente le capacità dei suoi due amici avessero saputo eguagliare quelle di Kyoshi. I capelli del ragazzo furono decisamente più rapidi dell’olio sputato da Gamariki che finì per riversarsi per terra tra i due ninja senza intaccare in alcun modo la chioma del ninja. Solo Lìf per poco non riuscì a fermare i capelli grazie al filo spinato, fu proprio una questione di pochi istanti che permisero al Jonin di non venir intrappolato. Il cercare spazio da dietro l’amico anfibio gli costò la cattura del ninja.
    Purtroppo anche il muro d’acqua fu troppo lento.
    La testa di drago volò verso Gama senza preoccuparsi minimamente dell’olio a terra. La fiamma investì in pieno l’anfibio la cui corazza venne completamente distrutta dalle fiamme, dopo essere stata messa a dura prova dai capelli del Jonin. La creatura si ustionò in più punti a causa del suo essere uno scudo vivente ma questo permise a tutti gli altri di rimanere illesi.


    -Stasera cosce di rospo! Ahahahahahah! Che ne dici se pareggiassimo i conti? Uno contro tre e particolarmente sleale non credi?


    Kyoshi sogghignò mentre con la mano destra si grattava la nuca.
    Che avesse in serbo qualche altro trucchetto?


    Gama ha subito 63 danni e la corazza è completamente distrutta.
    Un altro pirata è morto e Koro non se la vede benissimo. A te l'attacco.
    Per qualsiasi dubbio chiedimi pure.
     
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    Dire che non m’aspettassi una grande forza da parte dell’avversario sarebbe una menzogna. E dire che avevo calcolato quanto il nemico potesse rivelarsi un problema, un problema grosso per giunta e che riuscì a soverchiare la combinazione di mosse spaccando la corazza di Gama e ferendo a morte altri pirati, tra cui il capo dei “violenti” e un suo compagno. Al poveretto toccò la sorte peggiore, crivellato dal crine non ebbe scampo in quanto non riuscì -e avrei dovuto metterlo in conto – a raggiungere le spalle di Gama, cosa che nemmeno a Koro venne facile benché quest’ultimo giaceva ora al suolo con un filo di vita in corpo ma abbondante sangue perso.

    Tch.

    Schioccai pesantemente la lingua, riparando il viso dall’onda calda che le fiamme sprigionarono dopo essersi abbattute sulle mancate difese fisiche del Rospo, ovviamente poco contento della situazione e scocciato dalla perdita della corazza.

    .:*Croak* Figlio di una mign… mannaggia a te e a queste fiamme:.

    Si dimostrò avvezzo alla battaglia più dell’apparenza e sopportò la calura sulla pelle dimostrando una posa protettiva anche dinanzi ai cocci di ferro delle placche, che man mano caddero al suolo come pezzi di roccia friabile. Risuonarono all’impatto col terreno, percorsi dal fumo del drago estintosi a preda sgranocchiata e ora meri tizzoni ardenti da lasciar lì. Gamariki atterrò dall’altro lato, ma lei non subì nessuna offensiva e avrebbe potuto attaccare con violenza il nemico, se non fosse che qualcosa pervase la mia anima da mille angolazioni e germogliò nei miei occhi in un vero e proprio ordine di “ritirata” che istintivamente avrebbe recepito da quella distanza.


    -Stasera cosce di rospo! Ahahahahahah! Che ne dici se pareggiassimo i conti? Uno contro tre e particolarmente sleale non credi?


    Inclinai il capo a sinistra quando sentii le parole del ragazzo pregne di piacere, arricciando il naso destando un particolare silenzio di rabbia. Che fosse in missione per conto di qualcuno non era più importante per me ormai, forse un giorno mi sarei spinta con atti di vendetta nei loro confronti, ma mia madre non m’aveva plasmata con la vendetta nel sangue. Non ci sarebbe stata una ritorsione a terzi ma una pioggia di potenza e giudizio sul responsabile di tanta malvagità gratuita, macchiatosi dell’atto più criminoso: l’assassinio a sangue freddo.

    Pareggiare i conti, è ciò che volere tu.

    Certezza. La certezza assoluta e l’accettazione alla sua proposta vennero spontaneamente dimostrate tramite parole di gelo e una esplosione di energia magica rara e pura, addormentata tra i pensieri e la ragione su cui avevo puntato fino a quell’istante. Un macabro desiderio attraversò il cervello armandosi di chiave e volontà propria, per aprire un portale nascosto attraverso cui colloquiare con gli antenati e attingere a quel potere antico e ancestrale donatomi in passato. Connettermi a quel dono, entrare in sinergia con l’energia degli antenati e moltiplicare le voci per bilanciarle adeguatamente e sincronizzarle assieme, portava già via del tempo. A tale operazione e alla invocazione in sé, dovetti preparare il corpo a ricevere quell’ammasso di energia capace di inebriare e spazzare via la stanchezza e quindi lasciai scivolare gli arti superiori verso il basso in un sorta di lenta agonia o di sonno perpetuo, socchiudendo le palpebre e abbandonandomi al resto.

    -Gama, Gamariki. Restate indietro e occupatevi dei rimanenti, è ora di assumere il controllo.-

    L’ordine chiaro scaturì dalle labbra carnose travolgendo i rospi, i quali avrebbero collaborato da lì in poi assistendo il resto dei pirati e anche Koro. Gamariki, abile manipolatrice dell’elemento acqua, si sarebbe accinta a porre un basilare rimedio curativo sulle ferite del capo dei violenti idratandole costantemente e passando poi a Gama, a cui avrebbe dato un po’ di sollievo. Per quanto riguarda me, non c’erano molti modi di pareggiare i conti se non proprio quello di alzare il numero di partecipanti a quella operazione. Sebbene solo spiriti e anime, gli antenati presero a fluire dall’oltretomba. Sciamana alle prime armi e piratessa a due passi dal mare libero, ghignai prima di un’esplosione di potere decisa e fiera, lontana dall’eleganza delle forme nuove che il mio aspetto avrebbe assunto tramite il sodalizio profetico.

    .:Risveglio:.
    giphy
    "Il mio scopo è uno solo: porre fine alla carneficina delle diversità e alla crudeltà delle tue azioni, dovesse costarmi la libertà."


    La libertà di scegliere ciò che conta davvero, ciò che serve per essere umani dentro anche a costo di distaccarmi da un mondo malato che ha distrutto il mio. Le tinte sanguigne del mio crine avrebbero perso quelle sfumature per ottenerne di diverse, marine e brillanti come l’aura chiara attorno ad uno stormo di duecento insetti ronzanti che spezzando le catene avrebbero preso a defluire dal corpo in una massa ronzante sopra la testa. Due paia di ali sottili e di falena eruttarono dalla schiena a mo’ di protuberanze, di rami trasparenti ma capaci di sostenere un peso discreto qual era il mio.

    Sei pronto al giudizio di una piratessa ninja? Dokujin no Jutsu

    Una chiacchierata privata con gli antenati mi permise di scoprire come quell’incanto, in tale forma di nube tossica, rappresentava una delle più potenti armi in dotazione. Non persi tempo nell’eseguirla e renderla più insidiosa tramite la capacità corrosiva acquisita in quello stadio quasi divinatorio. Con un movimento del palmo destro e un più ingente consumo di chakra provai ad accompagnare la nube di insetti con un’andatura parabolica da destra a sinistra, affinché potessi sorprenderlo dalle coste e non lasciar lui molto spazio vista l’ingente area coperta dallo sciame. Da lì, una volta pervaso col primo colpo e sempre ammesso riuscissi a soverchiare le sue difese grazie ai sensi acuiti e alla mente più rapida nell’elaborare le idee, avrei stretto le dita in un pugno chiuso con cui mi sarei limitata ad avviluppare il ragazzo in una morsa unica e compressiva.

    Mushidama no Jutsu


    L’etomosfera, la prigione “eterna” capace di bloccare chakra e movimenti. Cosa ne sarebbe stato di lui se tutto fosse andato nella maniera giusta? Per il momento era necessario un costante nutrimento di energia e l’unica che m’avrebbe garantito il ripristino delle stesse era proprio Gamariki, che avrebbe raggiunto la mia sinistra dopo un cenno di intesa e si sarebbe posta al cospetto del palmo da cui avrei cercato di attingere il nettare per una lunga sopravvivenza tramite il Transfert.

    R:500
    S:412-->600-50 (Sforzo extra)-95-65+110=500

    AeJ: Risveglio ancestrale
    Tecnica della Nube di Insetti Venefici (Dokujin no Jutsu)+Sforzo extra
    Entomosfera
    Transfert su Gamariki per prelevare chakra




    .:Gama:.
    Resistenza: 640-63=577
    Stamina: //
    AeJ:
    //

    .:Gamariki:.
    Resistenza: 349
    Stamina: 380-10-10-110=250
    AeJ:
    Idratazione su Koro
    Idratazione su Gama
     
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    A causa delle parole, dei gesti e del modo di essere di Kyoshi qualcosa era finito per incrinarsi in Lìf. Il disprezzo e l’arroganza mostrata dal ragazzo per tutto il tempo avevano portato la shinobi al limite, limite che sarebbe stato meglio non scoprire per nessuno dei presenti.

    “Il mio scopo è uno solo: porre fine alla carneficina delle diversità e alla crudeltà delle tue azioni, dovesse costarmi la libertà."


    Il Risveglio. Un’abilità tanto unica quanto devastante. Solo altri tre ninja possedevano quel potere da risultare eccessivo in diverse circostanze. Le fattezze della giovane mutarono: i capelli cambiarono colore mentre due ali, simili a quelle dei sui stessi insetti, le comparvero sulla schiena. Un legame estremamente profondo con quelli che erano i suoi antenati, coloro che erano venuti prima di lei su questa terra e che avevano imparato ogni segreto del proprio Clan. Nel momento stesso in cui il Risveglio si manifestò nel pieno del suo potere il chakra cominciò a fluire in modo smisurato quasi a creare un’aura di energia intorno alla giovane. Fosse stata semplice energia sarebbe stato molto meglio per Kyoshi, peccato però per lui che si trattasse di uno sciame di insetti dalla potenza smisurata.

    -Sei pronto al giudizio di una piratessa ninja? Dokujin no Jutsu

    -Quindi tu…


    Non fece in tempo a terminare la frase che una miriade di insetti velenosi si avventarono sul suo corpo, sarebbe bastata anche solo una minima parte di essi per firmare la sua condanna a morte. Essendo detentori dello stesso potere sapeva benissimo che il fuoco sarebbe stato l’arma migliore per contrastare quell’attacco. Concentrò il chakra katon all’interno dello stomaco per poi rilasciarlo in tutta la sua potenza, ma le capacità di Lìf erano troppo oltre le sue. Non aveva speranza.
    Gli insetti non appena entrarono in contatto con il corpo di Kyoshi diffusero rapidamente il loro veleno in ogni tessuto del giovane. I primi ad essere colpiti furono gli organi interni mentre l’epidermide cominciò a mostrare segni di necrosi. Se Lìf si fosse fermata a quell’azione ed avesse richiamato i suoi stessi insetti forse ci sarebbe stata una minuscola probabilità di sopravvivenza, ma così no fu. Mentre il veleno continuava a diffondersi creando necrosi su necrosi, i primi a cedere furono i polmoni. Divorati da quella “malattia” determinarono un’insufficienza respiratoria in Kyoshi che ormai stava boccheggiando mentre la cute delle braccia diventava nero pece e si staccava come la corteccia malata di alberi. La nube velenosa si spostò per un’istante lasciando modo a tutti i presenti di vedere Kyoshi che si stava disperatamente aggrappando alla vita mentre il suo corpo stava letteralmente cadendo a pezzi. Ma questo non sembrò essere sufficienti a Lìf.
    Uno sciame di insetti verdi si avventò sul ciò che ancora rimaneva in vita del Jonin di Konoha, lo avvilupparono in una morsa dalla quale sarebbe stato impossibile uscire ora più che mai.
    Non si sentì un solo un solo lamento, nemmeno un grido di dolore. La carne non ancora in cancrena cominciò a sciogliersi per effetto dell’acido mentre gli organi vennero distrutti uno alla volta dalla necrosi. Una combinazione di tecniche dall’effetto devastante che fortunatamente non si poteva vedere. La gabbia creata dall’entomosfera impediva ai presenti di osservare cosa stesse accadendo al suo interno, anche se forse avrebbero potuto immaginarlo. La prigione d’insetti man mano cominciò ad assottigliarsi sempre più fino a che non si trovò rasente al suolo.
    Di Kyoshi non esisteva più nulla.
    Una chiazza di sangue informe si stava espandendo dalla posizione dove poco prima si trovava il Jonin. Non appena gli insetti si fossero ritirati ecco che il macabro spettacolo si sarebbe rivelato.
    Sangue, parti di corpo necrotizzate e parzialmente sciolte era tutto ciò che rimaneva del ragazzo. Era una vista orribile perfino per i pirati che decisero di voltarsi dall’altra parte.
    Guardavano con timore Lìf per ciò che si era dimostrata e nessuno proferì parola o agì, solo Hogaru prese coraggio e fece la prima mossa.


    -Non ho idea di chi tu sia e di cosa voglia. Vogliamo solamente andarcene da questa terra infernale a maggior ragione dopo oggi, se devi ucciderci fallo subito senza prenderti gioco di noi, in caso contrario lasciaci andare.


    Per quanto cercasse di mantenere un certo tono si poteva sentire distintamente la paura nella sua voce, il desiderio di rivedere la sua famiglia più di qualunque altra cosa lo spronava ad agire anche in una condizione così drammatica.
    Attirati dal rumore e dalle parole, un uomo sulla cinquantina e suo figlio si erano avvicinati in preda alla curiosità. Senza dare nell’occhio erano rimasti ai margini del covo a circa una trentina di metri in mezzo agli alberi vedendo ogni cosa. L’uomo istintivamente coprì gli occhi al figlio mentre con l’altra mano si strozzò un urlo di terrore che fortunatamente non si sentì. Si girarono e scapparono in direzione del villaggio più vicino senza voltarsi indietro.


    -Pap…

    -Scappiamo.


    I pirati ancora scossi finirono di caricare le ultime provviste mentre si accingevano a terminare i preparativi per mettere la nave in mare. Erano ormai rimasti in tre dal lato dei “pacifisti” e tre dal lato dei “violenti”. Koro alla fine era morto per le ferite inferti dai capelli che gli avevano perforato lo stomaco facendo si che gli acidi dello stesso provocassero gravi ferite interne che non sarebbe stato possibile curare.

    -Probabilmente ti dobbiamo la vita anche se non capisco le motivazioni che hanno spinto qualcuno come te ad agire per persone come noi. Ho fatto un sacco di cose orribili nella mia vita e me ne pento. Noi salperemo per Barbakos, per quanto mi riguarda una shinobi pirata come te può fare quello che più le aggrada.


    Hogaru sapeva che doveva molto a Lìf perché senza di lei sarebbero morti tutti quanti come dei miserabili ed indirettamente le stava offrendo un passaggio verso il continente meridionale. Era furbo per essere un pirata e sapeva benissimo che dopo un gesto simile nemmeno il più importante dei ninja sarebbe rimasto impunito, soprattutto se aveva salvato dei criminali.
    Cosa avrebbe fatto la giovane ninja?


    Con una combinazione del genere direi che non c'era speranza per il povero Kyoshi. Avverti distintamente due debolissime fonti di chakra che stanno scappando e che corrono piuttosto lente per essere dei ninja. Sei libero di agire come vuoi in questo caso, in ogni caso l'evento è concluso ed il tradimento è compiuto.
    Fai il post conclusvio e ti assegno l'exp e grado Mukenin. A te la scelta se andare con loro oppure no
     
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    Non furono le mie mani a macchiarsi del sangue del nemico, ma il mio corpo per intero. Divenuta un nido di insetti famelici, una cella di contenimento per creature del passato inebriate dal misterioso potere del risveglio, mi sporcai di quel crimine che proprio io non avrei voluto commettere. Con che arroganza poi e con che rapidità. Consumato dal potere della nube venefica, forse avrei potuto dargli un rimedio, ma la perseveranza istintiva mi condusse oltre e quasi non me ne resi conto. Il risveglio divenne la carta vincente per soverchiare il nemico ma al tempo stesso si rivelò un marchio, una stigmate impressa a fuoco vivo nel mio animo contorto e tirato in tutte le direzioni da mani eteree e in conflitto. Ero divenuta l’artefice di una morte che persino i miei occhi videro con ribrezzo, le budella presero a contorcersi e arrovellarsi a tal punto da spingere verso la gola una sensazione acida e a macchiare il palato di un gusto rivoltante. Benché avessi provato a trattenere il vomito in bocca con le mani a tappare le labbra, fu più forte di me e di quella presa che si riaprì improvvisamente per far defluire la melma in un rigurgito sofferente. Una scena che avrei preferito nessuno vedesse, a cui tutti assistettero con lo sgomento nei visi emaciati e impauriti.

    -CoffCoff… Fjandinn! -

    E tutta me stessa volle cacciare un’imprecazione, il tipico “al diavolo” familiare per la gente del continente nord. Mi odiavo terribilmente per ciò che avevo fatto, mi odiavo per aver mancato di rispetto alle mie parole. Nemmeno agli occhi di Gamariki e Gama quella situazione piacque particolarmente, così come alla rospa non andò giù la fine che Koro fece più o meno allo stesso tempo del ragazzo. Avevo in mente chiaro e tondo che quel ninja era stato spedito da qualcuno per adempiere ad un compito, magari non con quel letale approccio, ma erano comunque ordini dall’alto. Avevo in mente che fosse lì per una divergenza di opinioni e che benché di cattivo gusto, quei suoi assassinii avrebbero giovato alla vita di qualcun altro. Dopotutto potevo davvero ritenere quei pirati delle brave persone o era soltanto il mio legame al loro stile di vita che mi accecò?

    -Non ho idea di chi tu sia e di cosa voglia. Vogliamo solamente andarcene da questa terra infernale a maggior ragione dopo oggi, se devi ucciderci fallo subito senza prenderti gioco di noi, in caso contrario lasciaci andare.


    Non erano nel torto, eppure credevo avessero già intuito la situazione dati gli sforzi compiuti per proteggerli. L’ultimo rivolo di bava che colò dalla bocca e si infranse sulla nuda sabbia segnò anche il via libera per replicare, ma fu ugualmente complicato gestire quella situazione e parlare a mente lucida.

    -...Non ho intenzione di uccidere nessun altro, non era nemmeno mia intenzione farlo con lui ma a quanto pare è successo per un mio errore. -

    Ammisi con il tono provato dai sensi di colpa, sbiadito come la luce della luna in una notte gelida. Le mani si mossero nel richiamare gli insetti e ricacciare il potere degli antichi nel covo più profondo del mio essere, lì dove avrei sigillato a chiave l’eco di chi aveva agito e spinto l’acceleratore. Che qualcuna di quelle entità avesse influito sul mio volere fino a distorcerlo? Era possibile ciò? Era necessario ricevessi risposte al più presto, matura abbastanza da assumermi comunque le colpe e le responsabilità di quel truce atto criminale.

    -Mi chiamo Lìf Arnbjørg, figlia dell’Orsa dei Mari e di Vincent Vinsmoke, capitano della Lady Maryl. Circa cinque anni fa sono stata donata agli insetti a seguito della febbre gialla e ho viaggiato fin qui per prenderne il controllo, studiando i confini per dare a mia Madre la possibilità di invadere il territorio. Sono entrata nell’Osu, precisamente nella sezione dei Pirati proprio per continuare la mia missione ma da quando l’Osu è divenuto un unico gruppo non c’è più qualcosa che mi leghi a loro, forse solo l’ideale di proteggere la mia libertà e la vita. Ma quest’oggi ho fallito e se voglio capire perché devo tornare alle mie origini e ricordarmi di quel ragazzo. -


    Mentre ne parlavo con il sapore del vomito tra i denti misi in mostra il kobashot e il marchio dell’Osu, per poi condurre l’artiglio dell’arma verso la spalla sinistra e conficcarlo nella spalla con forza. Da quando m’ero trasformata in una autolesionista? Non avrei provato il suo dolore ma pur con l’intervento degli insetti rigeneratori avrei visto quella cicatrice sulla pelle, ricordato il sangue sulla lama e mantenuto il mio errore. Digrignai i denti con costanza e sfarfallai le palpebre ignorando la presenza dei due civili lontani, che non volevo vedessero un tale spettacolo.

    Probabilmente ti dobbiamo la vita anche se non capisco le motivazioni che hanno spinto qualcuno come te ad agire per persone come noi. Ho fatto un sacco di cose orribili nella mia vita e me ne pento. Noi salperemo per Barbakos, per quanto mi riguarda una shinobi pirata come te può fare quello che più le aggrada.

    Vuoi andare con loro?

    Anche Escanor comparve da lì a poco, destatosi da un sonno lungo e bizzarro e ora in procinto di ottenere un potere risucchiato dal sole da lui lodato. Era stupito della situazione ma come mia guardia del corpo si sentiva in dovere morale di seguirmi, forse perché temeva il suo capitano o per un’affezione nei miei confronti.

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    -Si, Escanor. Permettetemi di venire con voi, per capire quello che è accaduto a Barbakos e capire come poter unificare le realtà per evitare di dovermi macchiare ancora le mani inutilmente. -



    Decisi di onorare la morte del ragazzo coprendo i resti con tante rocce accatastate, coi denti serrati e un martellio nella testa, passando poi alla sepoltura delle spoglie dei pirati. Era necessario che tornassi indietro per andare avanti, stavo fuggendo momentaneamente verso un futuro ignoto ma non avrei aggiunto altro male a quello del mondo ninja. E inconsapevolmente, nel proseguir lungo la rotta, l’idea d’esser tracciata per le mie azioni mi sfiorò come la brezza quieta del mare calmo. Avrei salpato con loro abbandonando la visione di quella terra, la storia e le avventure lì compiute per approcciarmi alla ricerca di risposte, stringendomi nelle spalle e sospirando pesantemente. Non un addio quello, ma una promessa a quella terra dove sarei stata giudicata per le mie azioni e a cui donai delle lacrime amare, guardandola scomparire dal bordo ligneo della poppa.


    Grazie per la gestione dell'evento, l'ho adorato :sagh:
     
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    Evento concluso, ti prendi il massimo per una missione di Livello B ed in più divieni Mukenin di livello B
    Sono felice che ti sia garbato :hat:
     
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