[Nanakusa] Circles

[P.Q] Lìf e Seto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Mukenin
    Posts
    13,474
    Location
    Galassia Kufufu

    Status
    Anonymous

    .:Memories:.



    Piccolissimi scorci di terra erano emersi dall’oceano all’alba dei tempi, dando forma ad un arcipelago che era divenuta ormai la mia terza casa. A seguito di una concatenazione di eventi avevo deciso di stabilirmi nei pressi del Paese cremisi, precisamente nelle vicinanze di Nanakusa. Era un posto abbastanza tranquillo e noto per la sua inospitalità, perfetto quindi per chiunque volesse pensare lontano dalla marmaglia di guerrieri e i loro bisticci per il potere. Le ultime settimane trascorse a rimuginare con viscerale attenzione sul discorso a Barbakos permisero al cervello di assimilare ogni parola senza più esserne ossesso, ma era impossibile non pensarci e non mandare anche solo lo sguardo malinconico verso sud. Non ero intristita dalla scelta che ero stata obbligata a prendere, lo ero per le sorti della mia terra, cambiata drasticamente da un sistema irriconoscibile e colmo di mille falle e altrettante contraddizioni. C’era poi il diniego verso la figura di Delilah: ogni volta che ne sentivo il nome le guance si riempivano di aria e le labbra andavano a dischiudersi e ad attorcigliarsi, contribuendo a produrre uno sbuffo celato dalla presenza della maschera metallica.

    Pare proprio che verrà a piovere.


    Un banco di nubi grige si stava avvicinando a bassa lena verso il cielo sopra la mia testa e anche alcuni animali, volatili per lo più, cominciavano a muoversi e a sbattere le proprie ali per innalzarsi in volo e tornare ai loro nidi. Seppur ne sentissi il rumore non badai molto a fissarli, ma anzi rimasi seduta su uno dei tanti rami di un enorme albero che Ryuga aveva creato durante il nostro scontro, forse nella speranza di potermi uccidere per farmela pagare di qualcosa che non avevo neanche compiuto. Da quella prospettiva risultava difficile intravedere la fossa scavata per il compagno che si era portato dietro, in quanto le foglie erano così spesse da coprire la visuale della terra come un muro di pietra invalicabile e i rami scuri si attorcigliavano in spesse reti a maglie strette e nodi vaccai. Le grosse bestie feroci e le piante estremamente rare che abitavano quella piccola isola erano per me fonte di uno studio meticoloso e appassionato. Quasi più stravaganti degli esseri umani, cercavano sempre di battersi per allargare o difendere i propri territori ma alla fine della battaglia vi era sempre un equilibrio e questo continuava a rimanere tale nei periodi a seguire, ove nuovi scontri e contendenti tornavano a sistemare i vecchi conti come il karma. Il ruggito di un grosso leone sradicò la calma facendo tremare le foglie come nacchere e in risposta ne arrivò un altro, più forte e rauco, a impaurire le creature del sottobosco ancor più piccole del mio pugno. Era un botta e risposta tra i re della giungla, il grido di battaglia prima della guerra: ciò serviva in molti casi ad evitare proprio che tale guerra avvenisse, poiché attraverso un urlo deciso e indomito era possibile dominare la psiche dell’altro al punto da spaventarlo e costringerlo alla sottomissione. In altri casi ciò non avveniva e le “parole” lasciavano spazio ai fatti, dominati il più delle volte dalla forza bruta.

    Uhmm forse è meglio cambiare zona.

    Non volendo immischiarmi in una battaglia non mia spinsi la schiena in avanti, abbandonando il contatto con il tronco qua e là tagliuzzato da sporadiche artigliate e mandando lo sguardo verso le volute sull’acqua. La forza inarrestabile del vento che spingeva sempre più onde verso la spiaggia permetteva al pubblico di immaginare parole sempre nuove e poetiche da attribuire alla spuma portata sulla rena, più o meno banali a seconda della fantasia, cosa che feci anch’io ma che tenni per me essendo lì da sola. Killia e gli altri erano rimasti più a nord ma non molto lontano da lì ed io avevo scelto Nanakusa per raccogliere una scorta di piante officinali da fornire alla dottoressa Ozen, stabilendomi lì per godermi il relax e rifarmi un po’ dei ricordi di quel posto. Apparentemente non avrei avuto nessun umano a disturbarmi, ma se ne fosse apparso uno non lo avrei certamente ucciso a sangue freddo dato che avevo dei principi morali anch’io, pur se reputata una criminale da una illustre organizzazione di mentecatti come l’Osu.


    Edited by Yama™ - 5/8/2021, 12:45
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    1,407

    Status
    Offline
    Circles
    Seto Akame







    narrato - parlato - pensato - parlato altrui





    Tacqui. Con un cenno del capo acconsentì a far sì che gli interessi dell’alleanza prevalessero sui miei principi morali. Solo Dio, qualora ce ne fosse stato uno, avrebbe potuto constatare quanto quel silenzio assenso ferì la mia anima.


    ♒︎ introspection ♒︎



    Sul traghetto di ritorno, cullato dalle onde di un mare tremendamente calmo, fissai tutto il tempo il soffitto scrostato della mia cabina, sdraiato su di un pagliericcio vecchio e scucito, assorto nei miei pensieri. Dannati pensieri. Quanto invidiavo la cieca spensieratezza dei miei compagni di accademia. Mi sentivo diverso. Le mie sinapsi sembravano non stancarsi mai di produrre interrogativi, riflessioni, soluzioni. Mi sentivo diverso e non mi importava.


    Impazzirò prima o poi.. ne sono sicuro. O forse sono già pazzo?!


    Sbuffai portandomi le mani dietro la nuca e accavallando le gambe una sopra l’altra.

    Non capivo come si potesse lasciare a piede libero una pluriomicida dal morboso attaccamento per la sorella e condannare alla prigionia un medico esperto la cui unica colpa era quella di aver avuto il coraggio di applicare la scienza laddove una retrograda istituzione medica non voleva spingersi, salvando di fatto, lui sì, la vita della piccola Priscilla. Che incredibile assurdità. Non ci trovavo niente di giusto.

    Non ne potevo più di stupidi compagni dalle manie di protagonismo, di altezzosi medici ottusi, delle guerre che da sempre coinvolgevano tutti per gli interessi di pochi.

    Il traghetto si fermò ed una voce metallica intervenne all’altoparlante per segnalare la sosta ai passeggeri.


    Paese Cremisi! Villaggio dei Mercanti!


    Non so spiegare quali motivi mi spinsero a farlo. Forse non ce n’erano e per una volta in vita mia decisi di seguire i miei istinti.

    Con un colpo di reni mi issai dal mio giaciglio, lasciai la cabina e una volta sul ponte il vento fece svolazzare la mia folta chioma scura che cercai di domare con scarsi risultati. Davanti a me si estendevano le coste delle vecchie Isole Cremisi, arcipelago nel bel mezzo del Mar Corto la cui società era per lo più basata sul commercio. Il fulcro delle attività si svolgeva nella capitale: il Villaggio dei Mercanti, mentre il resto del territorio era pressoché disabitato e lasciato alla mercé della natura. Tutto quello che conoscevo su quel Paese lo avevo letto nei miei libri.

    Avevo bisogno di tempo e tranquillità per riflettere e rilassarmi, così colsi al volo l’opportunità di quella fermata per saltare sulla terra ferma, aggiungendo una tappa al mio viaggio di ritorno a Kiri. Una volta atterrato, mi voltai verso il traghetto in ripartenza e con l’aiuto di un elastico legai i miei lunghi capelli dietro la nuca formando una coda ben più stabile. Alzai gli occhi al cielo che sembrava annuvolarsi ma non me ne curai. Ero abituato a vivere immerso nella natura e avevo imparato ad amarne pregi e difetti.

    Tra le varie isole dell’arcipelago descritte nelle mie letture, una in particolare mi aveva sempre affascinato: Nanakusa; un isolotto ricco di piante uniche e rarissime. Quale miglior posto per prendersi del tempo per sé stessi se non quello. Lontano dal vociare della gente e contaminato dai colori vivi della natura in estate.

    Ai miei occhi, quello che avevo solo immaginato prima di allora, si mostrò in tutta la sua bellezza. Un’armonia di colori e odori travolse il mio animo, alleggerendolo in un attimo. Non sapevo dare un nome agli esemplari di flora che avevo davanti, né tantomeno distinguerne le specie l’una dall’altra. La mia unica certezza era che quel posto mi trasmetteva la leggerezza che stavo cercando. Respirai a pieni polmoni e chiusi gli occhi per godere dell’essenza di quell’angolo di paradiso.


    Finalmente un po’ di pace..


    Camminavo seguendo il mio solo istinto. L’erba mi accarezzava le vesti fino alle ginocchia; il vento l’accarezzava facendola dondolare e sibilando al suo passaggio.

    Mi sentivo libero.

    Con passo deciso mi avvicinai alla costa. Raggiunsi il punto in cui il lembo di terra cadeva a strapiombo sul mare le cui onde vi si infrangevano fragorosamente, schizzando l’acqua in ogni direzione. All’orizzonte potevo intravedere le coste del Paese delle Calde Acque. Quanto ancora mi mancava da toccare di quel mondo così vasto e variegato.

    Afferrai con la mia mano destra il Seras e dopo averlo osservato per qualche secondo, indietreggiando di qualche passo, corsi verso lo strapiombo fermandomi appena al limite. Con lo slancio del braccio lanciai il dispositivo quanto più lontano possibile. Seguì il suo volo parabolico e il suo perfetto tuffo nelle tempestose acque e accompagnai quell’inutile ma metaforico gesto con un urlo liberatorio.


    Yuuuuuhùùù!!!


    Non intendevo ricevere nessun tipo di messaggio o ordine. Ero stanco di essere una testa rasata al servizio degli altri. Dovevo concedermi del tempo.

    In tutto questo, insolitamente libero dai turbamenti della mia psiche, non mi accorsi che una giovane e dolce fanciulla condivideva con me quella soave oasi di pace.





     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Mukenin
    Posts
    13,474
    Location
    Galassia Kufufu

    Status
    Anonymous
    La condizione luminosa sempre più bassa non mi permise di vederlo nitidamente, ma ben presto -grazie al monocolo – riuscii ad accorgermi di qualcosa. Era la traccia luminescente di un oggetto che nel cielo tracciò una linea fantasiosa, simile ad una curva, a partire dalla spiaggia fino all’oceano. Proprio come un ciottolo scagliato da un bambino in una sfida a rimbalzello o come il cadavere di qualcuno lanciato a marcire in acqua dopo un omicidio, fu chiaro che quel marchingegno non fosse stato buttato lì dalla forza della natura ma che a liberarsene fosse qualcuno. Mi fu semplice capire di chi si trattasse, più che altro perché proprio il fautore di quell’azione ebbe la brillante idea di esporsi in una terra poco ospitale dominata dal circolo delle bestie e da umani dalle cattive intenzioni che l’avevano resa la loro tana in cui nascondersi dalla legge.

    Yuuuuuhùùù!!!

    Fu come un fischio rivolto all’orizzonte. Era probabilmente il suo urlo liberatorio per qualcosa di cui ero ignara, ma grazie al vento fui capace di sentirlo chiaramente nelle orecchie e perciò attesi qualche istante prima di intervenire e far sentire la mia presenza. Temporeggiai consciamente visti i trascorsi non solo in quell’isola ma anche in altre situazioni, poiché pareva che il destino non mi amasse così tanto da rendermi le giornate tranquille e ormai ci avevo fatto il callo a maledirlo. Saltuariamente capitava che un semplice intervento amichevole costituisse la miccia per qualche stupida lotta e che alla fine il tutto finisse in un inutile spargimento di sangue, costringendomi a meditare, rimuginare e persino pentirmi dei risvolti.

    Ragazzo, perché tu inquinare Oceano con spazzatura? Potrà anche essere stata una liberazione per te ma a tartarughe non piace mangiare ferro.

    L’acciaio scuro della maschera e i suoi bocchettoni laterali rendevano quella voce femminile molto più marcata e distorta, diversa dalla realtà. Non portavo quell’oggetto addosso per creare confusione nei nemici e dar loro meno vie per riconoscermi in fretta, era diventata una questione di abitudine e un modo per risparmiare tempo. Dopo aver perso un anno dietro gli imbrogli e i giochetti della Regina dei pirati avevo cominciato ad organizzare il mio preziosissimo tempo in maniera diversa e più oculata, tagliando i tempi morti e le inutili spese, risparmiando in tal modo anche sullo spreco di energie. Mi limitai a fissare il ragazzo con le deturpazioni del viso nascoste dalla benda e l’occhio funzionante camuffato sotto il monocolo fotografico, oggetto al quale pensai fin da subito di mettere mano per immortalare il momento con un click dell’indice destro, muovendo il collo su ambedue i lati senza rendere il tutto troppo appariscente. Poi allentai un po’ la tensione sulle spalle per spingere più in avanti la schiena e fissarlo con più curiosità, tenendo le gambe penzolanti sul ramo e pressando i palmi sulle linee scure tracciate sulla corteccia con una fantasia sconnessa, mantenendomi ancora un po’ lì sopra.

    Cosa spingere guerriero come te fin qui? Spero non semplice scampagnata, non è luogo adatto per quelle.

    Un po’ contraddittorio il mio discorso dato che ero andata lì anche per una scampagnata, ma nelle mie condizioni era una delle poche cose che potevo permettermi. Lo osservai con più attenzione, scavando la sua figura in silenzio immacolato e meditabondo, senza alzare un dito o istigare battaglia. Il coprifronte del paese della Nebbia era uno degli accessori sul quale mi soffermai maggiormente, non per il suo valore monetario o per le possibilità di potermene impossessare per trarne vantaggio nel suddetto villaggio, ma per la ricorrenza di quel luogo nella mia esistenza. Il cielo continuava ad imbrunire a pennellarsi di macchie grigie sempre più larghe e incombenti, coprendo più porzioni di cielo fino a inglobarlo completamente come una mano sul viso. La traccia odorifera della pioggia filtrò nelle narici solo quando decisi volutamente di abbassare di un po’ la maschera per godermela, inglobando tra le dita affusolate la parte frontale dell’oggetto. In quel momento il ragazzo in basso avrebbe potuto notare più particolari del mio viso e da quelle trarre le sue impressioni, scegliendo cosa fare in base a sue possibili conoscenze o all’istinto.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    1,407

    Status
    Offline
    Circles
    Seto Akame






    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    *Ploff*


    La ricetrasmittente si tuffò nelle movimentate acque del Mar Corto e iniziò la sua corsa perpendicolare verso il sabbioso fondale. Ignaro della pericolosità di quelle terre gustavo il mio attimo di libertà con lo sguardo rivolto all’orizzonte, dove il mare tracciava una linea impercettibilmente curva, la quale sembrava segnare una perfetta divisione tra l’ambiente terracqueo con quello celeste. Quest’ultimo ospitava l’avanzata di un estesa schiera di nuvole dalle sfumature grigiastre, a stento attraversate dai raggi del sole, la cui luce ne trasmetteva le ombre sulle acque e sulla terra.

    D’un tratto una voce dalla tonalità ferrosa intervenne a redarguirmi del noncurante gesto appena compiuto.


    Ragazzo, perché tu inquinare Oceano con spazzatura? Potrà anche essere stata una liberazione per te ma a tartarughe non piace mangiare ferro.


    Il mio fine udito ne colse la femminilità, nonché la posizione. Così mi voltai in quella direzione per attribuire la paternità di quelle frasi alla stravagante proprietaria. La mia necessità di starmene da solo aveva innescato nei miei pensieri un bias cognitivo che mi portava a pensare di esserlo, in quel lembo di terra. Evidentemente mi sbagliavo.


    Cosa spingere guerriero come te fin qui? Spero non semplice scampagnata, non è luogo adatto per quelle.


    Se ne stava penzoloni sul ramo di un albero la cui corteccia appariva visibilmente segnata dal tempo. Poggiava le mani e con queste spingeva le spalle in avanti al mio indirizzo, scrutandomi. Mossi qualche passo verso di lei e aguzzai per un attimo la vista per riconoscerne meglio le fattezze. Indossava vesti inusuali; il suo giacchetto bruno svolazzava dolcemente, sfiorato dal vento, in perfetta armonia con il ciondolare delle sue gambe. Nell’osservarla notai un particolare che, come una scossa, spazzò la mia spensieratezza per far posto ad una necessaria lucidità. Portava infatti sul braccio destro un coprifronte con su inciso il simbolo del Paese della Pioggia; nulla di allarmante se non fosse che un’ulteriore incisione longitudinale recideva perpendicolarmente i famosissimi quattro segmenti rappresentativi, segno di inconfondibile ribellione, comune a coloro i quali erano riconosciuti con l’appellativo di Mukenin.

    Rimasi composto, forte della mia inespressività e deciso a mantenere la calma in una situazione che poteva rivelarsi alquanto delicata. Impossibilitato a comunicare con la base operativa dell’OSU, in virtù del mio gesto forse troppo poco ponderato, tra me e me decisi di optare per un approccio diplomatico; almeno fin quanto le cose lo avrebbero permesso. D’altra parte, la stessa ragazza dai capelli rossi, anch’essa impegnata ad inquadrarmi, avrebbe potuto constare la nostra antitetica posizione.

    I lineamenti del suo viso erano difficilmente tracciabili in quanto su uno dei due occhi portava una benda nera mentre una maschera subacquea le copriva la parte mandibolare.

    La osservai mentre portava il suo braccio verso il monocolo che portava sull’altro occhio, quello destro, e riconobbi, grazie all’ausilio del mio allenato apparato uditivo, il click del dispositivo, azionato da una delle sue dita.


    Spero sia venuta bene..la foto intendo..


    Poi ebbi modo di riflettere sul suo primo intervento. Nonostante l’ideologia collettiva afferisse ai traditori lo stereotipo di individui dalla dubbia moralità, quella signorina aveva subito pensato all’incolumità delle tartarughe, effettivamente minacciate da condotte come la mia. Sentì dunque di dover riparare al mio possibile danno e di dover in qualche modo renderle conto per averle urtato la sensibilità.


    Mi sono fatto trasportare dal momento. Per fortuna mi hai riportato alla ragione, ti ringrazio.


    Proseguì rispondendo alla sua seconda domanda, questa più diretta. Dal tono della voce non mi apparve come una minaccia, come ci si potreva aspettare da un nemico dei Paesi, piuttosto un accorgimento.

    Assecondare il mio istinto mi aveva portato a scoprire un territorio mozzafiato ma allo stesso tempo a procurare un possibile danno all’ecosistema marino per poi ritrovarmi di fronte ad un probabile e misterioso pericolo. Tuttavia, abituato a scorgere le intenzioni delle persone, nonostante la mia innata non fosse in funzione, sentivo di potermi fidare di quella frizzante ragazzina dalla stramba dialettica che, nel frattempo, si era abbassata la maschera, lasciando trapelare ulteriori dettagli del suo viso.


    Mi sembra un bel posto invece. I guai vanno da chi li cerca. Io sono qui semplicemente per rilassarmi.


    Accennai un sorriso che, come al solito, sarebbe apparso forzato.

    Poi mi voltai verso il mare e mi balenò in mente un’idea a dir poco bizzarra. L’unico modo per evitare inutili tensioni e incomprensioni era quello di coinvolgerla in un gesto folle e sconsiderato, come quello che stavo per compiere.

    Presi così la rincorsa e appena raggiunsi l’orlo del precipizio feci leva con il mio piede d’appoggio e mi diedi uno slancio in avanti. Allungando le braccia sopra la mia nuca ne unì i palmi e con una leggera flessione del busto in avanti mi preparai ad un perfetto tuffo nel freddo mare. L’impatto non fu traumatico, vista anche l’adrenalina scaricata dal gesto e mi ritrovai immerso in quelle limpide acque, intento a scandagliare il fondale per rintracciare il mio Seras. La brillantezza dell’acciaio fece luccicare il dispositivo, colpito dai pochi raggi del sole che ancora sfuggivano alle nuvole. Nuotai velocemente per raggiungerlo e dopo averlo afferrato mi voltai verso la superficie e attivai il potere dei miei occhi. Una volta focalizzata la ragazza, rimasi sbalordito. L'energia che emanava era mostruosa e andava oltre ogni mia aspettativa. Mi trovavo in una situazione decisamente delicata; il suo livello era nettamente superiore al mio e qualora avesse mostrato cattive intenzioni, per me non ci sarebbero state vie di scampo. Mi lasciai trasportare in superficie, spezzando il flusso di chakra verso i miei bulbi oculari. Feci capolino dall’acqua e scossi la testa sgocciolando dai capelli in ogni direzione.


    E adesso cosa faccio?! Dovrei avvicinarmi di più per leggerne le intenzioni ma rischierei di farmi fraintendere con le mie iridi in vista..Dannazione..Dev'essere una criminale di alto livello a giudicare dalle sue energie. Eppure sembra così innocua. È dalla parte di Fury?? O forse no..
    Dopotutto anche il nonno era considerato un criminale..ma non aveva mai fatto del male a nessuno..almeno credo..
    La tratterò come una normale ragazza. Non so chi sia né cos'abbia fatto nella sua vita, proverò a chiederglielo direttamente e se dovesse attaccarmi risponderò al mio meglio.



    Guardai verso il punto dal quale mi ero lanciato e gran voce mi rivolsi alla Mukenin, mostrando il Seras con il braccio alzato.


    Ehi!!! Adesso le tartarughe potranno continuare a seguire la loro naturale alimentazione!


    Riposi l’oggetto nel mio borsello porta oggetti, dopodichè concentrai dapprima del chakra sui palmi delle mani, con i quali mi diedi lo slancio per emergere e immediatamente dopo sulle piante dei piedi, erigendomi di fatto in piedi sulla superficie del mare. Il vento alimentava le correnti marine che si facevano via via più intense e così le onde divenivano sempre più tumultuose. Il clielo aveva ormai trasmesso sulla terra tutto il suo grigiore e dalle fitte nubi, suoni tonanti iniziavano a udirsi, minacciando un temporale ormai imminente.

    Dalla mia posizione intravidi una baia facilmente raggiungibile dove i faraglioni che la delimitavano ospitavano alla loro base delle cavità che avevano tutta l’aria di essere piccole grotte naturali. Così mi rivolsi nuovamente alla ragazza in cima alla costa.


    Ci sono delle grotte qua giù! Tra poco si scatenerà un temporale! Tuffati se hai il coraggio! Ho anch’io alcune domande da farti..


    Avrei atteso quindi una sua risposta prima di correre al riparo.






    Edited by ¬Seto - 18/8/2021, 10:10
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Mukenin
    Posts
    13,474
    Location
    Galassia Kufufu

    Status
    Anonymous
    Lo sguardo correva con il vento, sibilando liberamente verso le onde. Da quando finalmente avevo espresso il mio parere in quel della nuova Barbakos mi sentivo sempre leggera, senza alcun rimorso, come se rimanere una “criminale” fosse davvero la cosa migliore del mondo. Nessuna battaglia di altri da sostenere, nessuna ordine da rispettare, nessuna terra nemica o fortino da attaccare per liberare qualche obiettivo importante. Ma poi, importante per chi? Per me no di certo. Posai lo zoom del monocolo sul ragazzo di Kiri. Quando notò la mia presenza lì sull’albero sembrò quasi sorpreso come un pesce fuor d’acqua, ma non sembrò esserlo per la mia figura nello specifico. Che non mi conoscesse? Beh, alla fine era possibilissimo data la mia fama di essere umano nomade e accorto ad apparire il meno possibile sugli schermi o tra gli occhi della gente.

    Non temere, è solo precauzione personale che Lìf prendere dopo ultimi avvenimenti.

    Rimasi sul vago, scegliendo di non esprimere nulla di più specifico sugli eventi scatenanti degli ultimi tempi. Così pareva quasi che volessi assicurarmi un posto sicuro dal conflitto che tutti conoscevano, ma in realtà non era quello il mio interesse principale né il motore della mia cautela.

    Uomini pensare che Oceano sia discarica personale di loro vita, ma creature che lo abitano non sono dello stesso parere e Oceano non dimentica.


    Se era vero che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria e se era vero che ogni singola vita era legata ad un’altra da un filo sottile e invisibile, allora quel discorso aveva a sua volta un senso, espresso come da copione attraverso un linguaggio poco preciso e un ritmo filosofico. Accostai le mani ancora più vicine ai fianchi e mi limitai a sentire il vento portare nelle orecchie le confessioni del giovane guerriero, inclinando di appena pochi gradi la testa sul lato sinistro.

    In origine ogni terra era bel posto dove i guai non esistevano. Poi siamo arrivati noi umani e abbiamo rovinato tutto.

    La natura, il mare, le rocce. Su ogni singolo centimetro di quella terra gli umani avevano tracciato il loro egoismo più puro e consumato per i propri fini ciò che la terra aveva gentilmente concesso, sputandole addosso con supponenza, pentendosi -in punto di morte – di non aver potuto fare di più. Scrutai i movimenti del ragazzo senza emettere alcun verso, guardandolo tuffarsi in acqua e svanire verso il punto dove il Seras era stato volutamente gettato, attendendo curiosamente il suo ritorno o ciò che sarebbe accaduto se non fosse mai riemerso. Erano molti gli uomini che nel gettarsi tra le onde impetuose del mare non avevan fatto più ritorno, tanti appartenenti ai racconti di fantasia e altri veramente esistiti. Leggende e dicerie di filibustieri narravano persino di un autentico cimitero ubicato in una zona inarrivabile del mare, a centinaia di metri sott’acqua, costruito da antiche creature su di un pezzo di terra sprofondato dopo le origini del mondo. Storie affascinanti, rese ancora più belle dalla dialettica da quei pirati che avevano visto tutto ciò che c’era da vedere al mondo.

    Ehi!!! Adesso le tartarughe potranno continuare a seguire la loro naturale alimentazione!

    La battuta del ragazzo risuonò come una sveglia e grazie a lui tornai alla realtà in un battibaleno, lasciando sbiadire i pensieri sul cimitero sottomarino e sulle chiacchiere in taverna. Benché non fosse una bella scena né per altri né per me, sorse spontaneo il bisogno di sbattere le palpebre celate dietro l’oscurità di microscopici accessori e pezze di emergenza dall’aspetto minimalista. Sulla benda e sui vestiti non c’era alcun simbolo distintivo che potesse condurre a qualche organizzazione segreta, Lama del Basilisco compresa. Ero una piratessa errante che viaggiava alla giornata con pochi uomini alla ricerca di un po’ di denaro per sopravvivere, evitando stupidi disguidi e mine vaganti su un cammino già abbastanza impervio. Certo è che l’esigenza di un marchio con il quale distinguermi rintoccava silenziosamente nella mia mente con timidezza e in punta di piedi, ma a cosa sarebbe servito generare un nuovo simbolo se già al mondo ve ne erano abbastanza?

    Nessuno dovrebbe avere paura di tuffarsi se tratta mare con gentilezza. Tuttavia Lìf non potere più tuffarsi da anni ormai.


    Gli insetti ronzarono nelle celle edificate sotto la pelle, intromettendosi a scatti nel discorso per far comprendere al giovane l’antipatia verso l’acqua salata. Scelsi in ogni caso di seguire quell’estraneo come era successo tante volte prima, forse perché l’ignoto celava la stessa potenza e la stessa meraviglia del mare più lontano mai raggiungibile. Scesi dall’albero in un balzo poco impegnato e sfuggente, prodigandomi nel recuperare il Mosquito chiuso e parcheggiato ai piedi dell’albero, portandolo sotto il braccio destro con facilità. Ironicamente stavo tornando sotto gli stessi faraglioni che avevano fatto da base al primo incontro con Ryuga e Kurosawa, circolando a passi contenuti sulla sabbia e immettendo nei piedi del chakra per poter camminare sull’acqua.

    Mi chiedo cosa tu volere domandarmi, Guerriero. Spero almeno non si tratti dell’ennesima trappola strana per cercare di prendere ciò che ho o per riportarmi tra file di Osu.
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    1,407

    Status
    Offline
    Circles
    Seto Akame






    narrato - parlato - pensato - parlato altrui





    Nonostante il suo modo di esprimersi, decisamente singolare, le sue parole sembravano avere un ascendente su di me. Lìf, era dunque quello il suo nome? I suoi pensieri, saggi e risoluti, sembravano nascondere una nota di malinconia.


    In origine ogni terra era bel posto dove i guai non esistevano. Poi siamo arrivati noi umani e abbiamo rovinato tutto.


    Fui particolarmente colpito da quell’asserzione. Era così vicina alle mie idee che quasi ebbi l’impressione potesse uscire dalla mia bocca, nello stesso identico modo. Da tempo alimentavo un certo scetticismo sul genere umano e ogni qualvolta mi trovavo, forse ingenuo o presuntuoso, a concedergli fiducia, questa veniva puntualmente tradita. Non riuscivo a sentirmi veramente parte di una comunità, ad allinearmi ad una linea di pensiero comune. Proprio per questo scelsi di trasferirmi lontano dal centro cittadino, sulle sponde del lago Ibuse. Lì ero libero di godermi il mio tempo, circondato dalla quiete che la natura mi offriva. La mia mente era libera di spaziare tra le fronde degli alberi, nelle acque del lago e tra le stelle del firmamento. Tutto quello che desideravo era essere libero, di fare e di pensare. Me ne resi conto proprio in quell’istante.

    Per quanto la situazione potesse sembrare delicata e pericolosa, qualcosa mi impediva di valutarla come da protocolli accademici. Potevo davvero temere qualcuno a cui importava della salvaguardia delle tartarughe, dalle cui parole scaturiva un profondo rispetto per le acque dell’oceano e che aveva una visione del mondo così simile alla mia?! Ero nato e cresciuto sotto la lente vigile delle istituzioni della Nebbia. Avevo fatto miei gli usi e i costumi del villaggio; persino lo stile di combattimento. Allo stesso modo mi portavo dietro inconsciamente i pregiudizi e i vizi di una società gerarchica i cui vertici non erano altro che attori di infidi giochi di potere. Potevo definirmi io stesso giusto? Dopotutto ero, allo stesso tempo, complice e vittima di quel sistema. L’OSU doveva cambiare. Gli uomini dovevano cambiare. Avremmo potuto anche sconfiggere Fury, così come i suoi predecessori, ma saremmo comunque rimasti vittime delle brame dei nostri egoismi. E nuovi nemici sarebbero sorti e nuove sofferenze ci avrebbero afflitto. Un circolo nel quale ci si divideva tra buoni e cattivi, tutti egualmente colpevoli.

    La giovane Mukenin della Pioggia non accettò il mio invito a tuffarsi nelle movimentate acque del Mar Corto. Tuttavia, con un balzo, lasciò il ramo sul quale era poggiata e iniziò a muoversi in direzione della baia che avevo indicato. Ci ritrovammo dunque a passeggiare su una spiaggia di pietre dalle svariate forme e dimensioni, affossate sotto il peso dei nostri passi e accarezzate di tanto in tanto dalle onde più coraggiose.

    Lìf spezzò il silenzio di una situazione piuttosto ambigua ed imbarazzante. Entrambi ci trovavamo di fronte ad un completo sconosciuto, in un antro di terra sperduto ed appartenenti a fazioni evidentemente contrapposte.


    Mi chiedo cosa tu volere domandarmi, Guerriero. Spero almeno non si tratti dell’ennesima trappola strana per cercare di prendere ciò che ho o per riportarmi tra file di Osu.


    Quella sua affermazione mi infastidì e non feci nulla per nascondere il mio sguardo crucciato. Era come se mi qualificasse in qualche modo per la mia appartenenza all’alleanza. Dal modo in cui porse la frase mi lasciò intendere che qualche mio collega avesse provato a catturarla, chi per ottenere i suoi averi e chi addirittura per reinserirla nei ranghi. Quali interessi poteva avere l’OSU nei confronti di quella ragazza?

    Mi arrestai a pochi passi dall’ingresso della piccola grotta scavata sulle pendici della ripida scogliera rocciosa e cercai il suo sguardo, seppur coperto.


    Sarò franco con te, straniera. Il mio nome è Seto e come ti ho detto sono qui per riflettere. Il mondo là fuori sembra non appartenermi. Sto solo cercando di trovare la mia strada. Abbandonerò quest’isola da uomo nuovo. Non ho alcuna intenzione ostile e penso tu possa essere la mia unica occasione di confrontarmi con una visione al di fuori del mio recinto. Se vuoi concedermi questo privilegio te ne sarei molto grato, altrimenti ti chiedo di lasciarmi in pace.


    Come al mio solito avrei concesso al mio interlocutore un dialogo trasparente e avrei preteso lo stesso dall’altra parte. In attesa di un suo cenno, mi addentrai nella grotta e mi sedetti su un masso a pochi passi dall’ingresso, dove la luce riusciva ad illuminare solo uno dei miei profili, lasciando l’altro alla penombra. Avrei quindi proseguito con una domanda secca.


    Lìf..cos’è che ti fa sentire viva?


    Ero sicuro che quel dialogo potesse servire ad entrambi per scavare nei propri pensieri e trovare nuove linee guida per il futuro. Non ero sicuro ci fosse un sentiero già tracciato dai nostri destini ma, qualora ci fosse stato, quel nostro incrocio poteva esserne snodo cruciale.



     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Mukenin
    Posts
    13,474
    Location
    Galassia Kufufu

    Status
    Anonymous
    Veleggiando verso quei faraglioni ricchi di cunicoli minuscoli e grotte scolpite dall’erosione mi accorsi di quanto bene riuscissi a camminare sull’acqua grazie ai grinder, gli stivali guadagnati ad Ishivar anni fa. Era come se grazie al chakra immesso nelle suole e alla loro costruzione particolare io riuscissi ad evitare il contatto con l’oceano, bagnandomi esclusivamente per effetto dello scontro di onde che generava zampilli impossibili da prevedere. La marcia poi non si rivelò lunga, ma in tutto il suo arco decisi di abbassare un po’ la maschera per inspirare gli odori forti di salsedine e del vento sempre più fresco. In un crescendo di sensazioni date dalla natura circostante ritornai a precipitare nella realtà con una caduta rovinosa quando il cervello percepì la domanda del Kiriano, giunta un istante in ritardo come da copione. A cielo coperto mi ritrovai a mettere piede su un terreno solido ma frastagliato, fatto per la maggior parte di ciottoli levigati piazzati come un puzzle dai tasselli sconnessi e lesionati dalle mani di un bambino capriccioso, ove arrestai il passo per osservare meglio il ragazzo e contemplare la smorfia corrucciata sul suo volto.

    Sarò franco con te, straniera. Il mio nome è Seto e come ti ho detto sono qui per riflettere. Il mondo là fuori sembra non appartenermi. Sto solo cercando di trovare la mia strada. Abbandonerò quest’isola da uomo nuovo. Non ho alcuna intenzione ostile e penso tu possa essere la mia unica occasione di confrontarmi con una visione al di fuori del mio recinto. Se vuoi concedermi questo privilegio te ne sarei molto grato, altrimenti ti chiedo di lasciarmi in pace.

    Accolsi quel problema amletico incanalando nei polmoni aria a sufficienza e filtrandola attraverso le narici, in maniera naturale, poi socchiusi le labbra per lasciarla libera.

    Mhn, ti prego, non giudicare Lìf con quella faccia, è solo raro che gente scelga di parlare con me senza doppi fini sotto, ad occhi di mondo io sono una criminale.

    Glielo feci notare ancora, pacificamente, sottolineando in maniera molto cruda e diretta gli effetti della mia nomea sulle persone e cosa avrebbe potuto comportare -più per lui che per me – quell’incontro, soprattutto agli occhi e alle orecchie dei suoi superiori.

    In ogni caso, Guerriero Seto, io non credo che ci sia una sola strada nella vita di esseri umani. Si potrebbe dire che ce ne siano infinite, come infinite sono le rotte che una nave può prendere o su cui un uccello può volare, è complicato riuscire a trovare quella giusta a primo colpo. Se però è indicazione che vuoi posso provare a essere tua navigatrice per oggi perché di mappe me ne intendo abbastanza.

    Non sentivo affatto la pressione di quella situazione così strana sulle spalle, ero abituata a tali stramberie ed ero avvezza a incontrare sulla mia rotta individui interessanti, sebbene quella era forse la prima volta in cui qualcuno aveva cercato di risolvere i suoi problemi attraverso la mia esperienza. Quel dato risuonò ancor più forte in me, scosse la mia curiosità a livelli altissimi e stimolò nuovi movimenti a emergere dal nulla, passi decisi con il quale mi portai oltre la soglia della grotta ma sempre con lo sguardo rivolto all’esterno.

    Lìf..cos’è che ti fa sentire viva?

    Furono prima le azioni a rispondere. Portando la maschera a penzolare sullo sterno avrei potuto usufruire della completa libertà del viso per poter rinfrescare il palato grazie ad un po’ di brandy in fiaschetta. Era un contenitore normalissimo, di metallo, molto in uso tra senzatetto. Era anonimo, grigio, scheggiato ma era mio e prenderlo tra i polpastrelli e stapparlo si rivelò piacevole anche in quella circostanza. Il tappo di sughero non costituiva alcun problema, se non per il fatto che ero ancora impegnata a trattenere il mosquito sotto il braccio destro, pertanto cercai di posizionare il veicolo sul suolo alla mia sinistra con un gesto quieto e attento così da passare alla fiaschetta e ai procedimenti necessari per attingere ad essa.

    Mhn non è certo una domanda facile da cui cominciare, ma se me la stai ponendo è perché hai perso di vista ciò che fa sentire te vivo.

    Al contrario delle aspettative e dei toni mostrati fin dagli albori del nostro incontro avevo la sicurezza e la leggerezza a contornare e guidare il timbro delle parole, riscaldate dal gusto deciso del brandy che come un’onda cominciò a diramarsi e a sbattere nel palato intaccandone ogni anfratto carnoso.

    Nel caso di Lìf, è questo che mi fa sentire viva. Sapere di poter gustare brandy in santa pace, senza che siano altri a dirlo. Poter essere qui ad osservare oceano per mia libera scelta, di avere tutto tempo del mondo per farlo, di poter toccare con mano ogni cosa e sentire ogni odore. Ciò che fa sentire viva Lìf è libertà da ogni vincolo, libertà di poter osservare, giudicare, rischiare, sperimentare, combattere non per conto di qualcuno o secondo giustizia di qualcuno, ma per conto di se stessi e secondo propria giustizia. Questo non vuol dire che non vi sia rispetto per regole e tradizioni in mio modo di vivere, regole sono fatte per distinguerci da animali, semplicemente io sono libera di giudicare, adattarmi, combattere e rifiutare tali regole perché libertà mi permette di pensare da sola. Il diritto di poter scegliere da sola come vivere mi fa sentire viva.

    A furia di parlare finì per non rendermi conto del fatto che lo stessi guardando con un sorriso sempre più ampio, illuminato dalla bellezza di quello status acquisito forse solo di recente e anche da un pizzico di lume reindirizzato dalla fiaschetta fin sul mio viso.

    E tu, Guerriero di Nebbia? Per chi ti senti vivo, per te stesso o per altri?

    Lo abbandonai ai suoi pensieri, bevendo ancora un goccio.
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    1,407

    Status
    Offline
    Circles
    Seto Akame







    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    Il cielo era ormai interamente coperto da una tenebrosa nube nera, squarciata di tanto in tanto da minacciosissimi fulmini che tuonavano qualche istante dopo la loro comparsa. Nessun raggio di sole riusciva più a sfuggire e le temperature si erano decisamente abbassate. Il vento spingeva le onde, le quali guadagnavano sempre più terreno su quella piccola baia di Nanakusa. Nella modesta grotta nella quale avevamo trovato riparo il riecheggiare dei suoni accompagnava i nostri dialoghi e rendeva ancor più singolare quel delicato incontro. La giovane piratessa allentò la sua maschera che prese a ciondolare al suo collo, scoprendo la parte inferiore del suo dolce viso e permettendomi allo stesso tempo, ormai distanziati di pochi metri, di scoprirne ulteriori dettagli. Le sue labbra sottili ospitavano piccoli taglietti sulla loro superficie, segno di un travagliato rapporto con la propria dentatura e sintomo di una probabile condizione di stress. Quel particolare mi fece riflettere ancor di più su quanto, in realtà, la vita ci sottoponesse a continui pungoli, tutti allo stesso modo. Lìf intervenne con un sospiro per poi puntualizzare il suo fare prevenuto.


    Mhn, ti prego, non giudicare Lìf con quella faccia, è solo raro che gente scelga di parlare con me senza doppi fini sotto, ad occhi di mondo io sono una criminale.


    Per quanto fosse effettivamente distante da me l’utilizzo di preconcetti di ogni sorta, era innegabile che provavo una sorta di timore nei suoi confronti. Le sue riserve energetiche andavano decisamente oltra la mia portata e nonostante avessi recuperato il mio Seras, un’eventuale comunicazione alla base non mi avrebbe sottratto da un destino pressoché scritto. Tuttavia le sue parole ed i suoi gesti mi suggerivano di fidarmici. Negli ultimi anni non avevo avuto altro che incontri formali con colleghi e conoscenti. La mia vena riflessiva, associata ad un pragmatismo cronico, mi inibiva ogni forma di interesse a intraprendere rapporti di amicizia. Ero ormai abituato a dar conto soltanto a me stesso ma nell’ultimo periodo, con l’avvento della nuova alleanza di shinobi, le cose stavano cambiando.


    Chissà come reagirebbero al quartier generale se gli comunicassi ora la mia situazione..


    Sorrisi al solo pensiero. Immaginai il tono concitato con il quale mi si sarebbero rivolti e le mille domande che mi avrebbero posto.


    Che noia..


    Lìf continuò con un parallelismo tanto curioso quanto azzeccato e nelle sue figure retoriche, sempre fini e filosofiche, il mare sembrava essere elemento ricorrente. Accolse così di buon grado il mio invito ad uno scambio di idee.

    La mia prima domanda non era di certo una delle più semplici a cui rispondere. La mia interlocutrice stappò una fiaschetta dalla quale si liberò un odore liquoroso che si insinuò prepotentemente nelle mie narici e ne ingurgitò qualche sorso. Con tono più informale prese a fare le sue considerazioni.


    Mhn non è certo una domanda facile da cui cominciare, ma se me la stai ponendo è perché hai perso di vista ciò che fa sentire te vivo.


    Avevo perso dunque la rotta? Forse. O meglio, in parte. Raccolsi a mia volta delle argomentazioni a riguardo ma decisi di tenerle momentaneamente per me, lasciandola proseguire.

    La giovane donna dai capelli rossi iniziò dunque un discorso nel quale sembrò sviscerare tutte le emozioni del suo io più profondo e questo glielo si leggeva in faccia. Le sue labbra trattenevano con sempre più difficoltà il suo sorriso, fin quando non riuscirono più a trattenerlo, esponendo la sua fine dentatura alla mia vista. Uno status emotivo così naturale e contagioso, accompagnato da parole così fresche, che ne fui contagiato. Il concetto di libertà che esprimeva era perfettamente in linea con le mie ideologie e la cosa mi fece sorridere in quanto, per un attimo, pensai fosse anch’ella capace di leggere le intenzioni degli altri; che fosse un’Akame. Le sue parole scorrevano veloci come se più che dalla bocca le venissero dal cuore e non appena concluse la sua risposta, mi riflesse la domanda per poi attingere nuovamente alla sua fiaschetta.


    E tu, Guerriero di Nebbia? Per chi ti senti vivo, per te stesso o per altri?


    Elaborai per qualche secondo quanto avevo sentito. Chiuso gli occhi per un istante, espirai profondamente e guardai verso la lente del monocolo con sguardo quanto mai serio.


    Sono sinceramente colpito dalla concordanza tra le tue parole e le mie idee. Dico davvero. La libertà, così come la intendi tu, è forse il più grande tarlo che affligge il mio animo. Ahimè però, devo guardare in faccia alla mia realtà. Ci sono dei legami..quello con la mia famiglia e quello con il mio villaggio, che mi tengono ancorato a terra. Non posso navigare libero se questi sono sotto minaccia. Tuttavia l’alleanza è cieca o vuol esserlo. I limiti etici e morali che si impongono fanno sì che le loro idee rimangano le stesse del passato e continueremo a ripetere gli stessi errori. Le tecnologie e gli altri mezzi in mano al nemico hanno superato questi preconcetti e ci ritroveremo a combattere una guerra che non sarà ad armi pari, proprio a causa della nostra limitatezza. Cosa mi rende vivo? Sapere di poter apprendere ed imparare ogni tecnica e ogni segreto di questo mondo; tradurre il mio sapere in beneficio per me stesso e per il prossimo e voglio che la scienza diventi fondamento della società e non solo un mezzo per il potere! Le regole che tu giustamente rifiuti appartengono ad una mentalità troppo vecchia e il mio obbiettivo sarà quello di farle cadere una ad una dimostrando ai miei superiori i loro limiti!


    Mi accorsi, alla fine del mio lungo discorso, di essermi dilungato un po’ troppo e di aver alzato un po’ il tono, inconsciamente. Così mi tranquillizzai attraverso il controllo della respirazione e passai una mano tra i miei capelli ancora umidi.


    Sorrisi amaramente.


    *Umpf* ..probabilmente non gli piacerebbe neanche che io parli in questi termini con te..


    I bollenti spiriti che mi si erano sollecitati tornarono a sopirsi e ripresi la conversazione con un tono più tranquillo. Non intendevo accollarle il peso delle mie frustrazioni, così cercai di focalizzarmi su alcune curiosità che nel frattempo mi erano sorte sul suo conto.


    Hai buone parole solo per la natura..per gli uomini solo astio e diffidenza..Lìf non ha dunque legami affettivi su questa terra?


    Prima che cominciasse a parlare però l’avrei preceduta. Ero rimasto così piacevolmente colpito dal suo primo sorriso che un misto di curiosità e turbamento mi incalzavano il desiderio di scoprirne lo sguardo.


    Non vorrei sembrare indiscreto..ma cosa ti porta a tenere gli occhi coperti, persino in un ambiente poco illuminato come questo?





     
    .
  9.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Mukenin
    Posts
    13,474
    Location
    Galassia Kufufu

    Status
    Anonymous
    Come le correnti con le conchiglie fui trascinata indietro nel tempo dalle parole del giovane, a quel dialogo con la Regina dei “Pirati” che tanto pirati non lo erano più ormai. Mentre riflettevo sulla storia di quell’evento travagliato e vi pescavo una marea di similitudini con la confessione di Seto, i piedi cominciarono a strisciare in avanti creando due linee per nulla marcate sul suolo. Trattenendo la fiaschetta nella presa morbida della mancina utilizzai la destra per spazzolare un po’ la lunga casacca bluastra slegata, la quale come ogni capo non abbottonato penzolava ai lati del corpo sfiorando il suolo.

    Sai, Lìf non condivide orrori di nemico. Folle Qayin faceva esperimenti su esseri umani, forse anche questo Vecchio che si atteggia a divinità fa lo stesso. Ma da altro punto di vista, se c’è qualcosa che lo rende diverso e più… sincero rispetto ad Osu è il fatto che sua cattiveria è palese e lui non nasconderla ad occhi di mondo. Osu, d’altro lato, è maschera di crimini ben più gravi. Nega libertà di persone, costringe loro a unirsi a battaglia puntando su desiderio di ragazzi inesperti che credono che fare guerrieri sia un gioco, portandoli a morire. Manda Guerrieri inesperti a guida di altri guerrieri ancora meno esperti per salvare innocenti e soprattutto si basa su qualcosa che per principio dovere esistere, ovvero collaborazione reciproca. Mette criminali difronte a bivio, ove unica strada porta vantaggi unicamente a Osu, mentre altra strada è prigionia o morte, lo so perché hanno fatto stessa cosa con me poche settimane fa, dopo che io stessa avevo cercato un dialogo esclusivamente con Regina dei Pirati, finendo per essere presa contro mia volontà e trattata come cane a cui poter mettere museruola e guinzaglio. Inoltre è innegabile che dietro Osu vi siano manovre economiche e politiche da parte di singoli villaggi: se piccoli paesi non essere in grado da soli di potenziarsi, si alleano e sfruttano paesi più potenti per ottenere benefici e quando non ci sarà più bisogno di Osu per combattere Vecchio e sue scatole di latta viventi, quei benefici verranno usati per tornare a farsi guerra.

    Nuovamente venne fuori un lungo flusso di parole dalle labbra, straripante e schietto, troppo per non straripare dagli argini. Avrei portato la mia parola ovunque, mostrando come l’Osu non fosse che un covo di serpi nascoste all’ombra di un riflesso reso troppo luminoso da finte parole di convenienza.

    Lìf non avere lasciato Osu né avere tradito perché queste cose le erano state dette, non le aveva comprese a quei tempi, ma le ha comprese in mesi e mesi di indipendenza e probabilmente se mie parole e tue idee essere simili potrebbe succedere stessa cosa anche a te. A seconda di parte che sceglierai, tua volontà di voler mettere scienza a servizio di società verrà vista di buon occhio o come una scelta egoistica. Se vorrai farlo stando tra file di Osu loro potranno spremerti perché avranno controllo su di te in quanto individuo sottoposto sotto loro regole, che ti piaccia o no, che tu voglia farlo solo per tua famiglia o per tutti. Se vorrai mantenere tuoi legami con famiglia e villaggio scegliendo una strada diversa però, verrai mal visto e chiamato egoista, ritenuto diverso, un peccatore. In entrambi i casi spetta a te capire come voler usare tue volontà, non serve far parte di Osu per fare quello che fa Osu... dopotutto io stessa da “criminale” ho eliminato criminali e aiutato guerrieri in svariate occasioni.

    Non è che con quelle parole volessi portarlo dalla parte sbagliata o giusta, ma ci tenevo a metterlo in guardia con quanta più neutralità possibile per evitare di accollarmi future ripercussioni su un consiglio azzardato di troppo.

    *Umpf* ..probabilmente non gli piacerebbe neanche che io parli in questi termini con te..

    Non fui convinta di dover rispondere con delle parole, per questo finì per alzare le spalle e sorridere ancora, facendo calare entrambe le mani più in basso delle ginocchia e trattenendo fermi gli arti come in preda al desiderio di stringere la fiaschetta nemmeno fosse un rosario. Giacché gli occhi di gran parte del mondo “buono” mi etichettavano come un individuo pericoloso non ci avrei messo molto a immaginarli da me i risvolti possibili, a imbastire un teatrino fittizio all’interno del mio cervello con Seto e i suoi legami a far da teatranti.

    Hai buone parole solo per la natura..per gli uomini solo astio e diffidenza..Lìf non ha dunque legami affettivi su questa terra?

    Fu lì che sospirai debolmente, con le labbra morsicate e il naso arricciato. Fu lì che la fulgida chioma di fuoco avrebbe virato all’indietro accompagnata dall’inclinazione del capo favorita dal collo e dall’intero tronco superiore. Mi sarei spinta fino al punto di far combaciare le spalle contro la parete irregolare del piccolo rifugio, lì dove avrei percepito nettamente la presenza di umidità sulla stoffa della palandrana.

    Essere libera mi ha permesso di discernere tra uomini meritevoli di mio rispetto e uomini spazzatura in ogni contesto, sia tra “buoni” e “cattivi”. Ho conosciuto uomini e donne capaci e leali tra i criminali e uomini e donne con animo sporco tra i buoni, e viceversa. Differenza sta però nel fatto che natura mi ha sempre ripagato in cambio di semplice rispetto e natura è eterna, mentre molti uomini e donne non sapere nemmeno cosa sia rispetto, persino tra quelli di mio popolo, credendo di avere diritto di dominare su altri in pochi anni di loro vita. Per rispondere a tua domanda però, si, anche Lìf ha legami su questa terra. Ne ha persi e ne ha ottenuti, è un cerchio continuo.

    La battaglia nel quale Barbakos era stata ridotta in macerie aveva intaccato anche le mie conoscenze, che a tutt’oggi non sapevo dove fossero finite. Mia madre, l’Orca nera, la ciurma e la Sacerdotessa con i suoi potenti muscoli e il dono di curare gli altri a morsi erano scomparsi misteriosamente e benché io li cercassi non riuscivo mai ad avere un risultato. Qualcosa o qualcuno aveva architettato proprio un bel piano per tenermi lontana dal mio passato, ma i nati tra le matasse di reti e le vele spiegate sapevano chiaramente quanto vite e navi non potessero diventare polvere tra le onde, se mai cenere.

    Non vorrei sembrare indiscreto..ma cosa ti porta a tenere gli occhi coperti, persino in un ambiente poco illuminato come questo?

    Mi aiuta a equilibrare mia vista, da quando ne ho perso uno. Anni fa, quando ero già “criminale”, ho combattuto contro creatura di pazzo Qayin e per aiutare due Guerrieri e me stessa ad uscirne ho ecceduto in mie capacità perdendo mio occhio, anche per questo scatto fotografie.

    Evitai di spogliare il viso della benda per comodità, ma di contro pensai che non fosse un problema rimuovere il monocolo per dare libertà alla vista di funzionare normalmente e quindi ne approfittai all’istante, svelando i colori particolari dell’iride e un pezzo ulteriore del mio aspetto esotico. Solo allora decisi di rivolgergli io una domanda curiosa e attenta per controbilanciare la situazione tra le due parti.

    Ora voglio farti io una domanda, Guerriero Seto: se dopo tutto ciò Lìf ti dicesse che è sua intenzione riportare mondo a stato di equilibrio, anche prendendo vita di criminali, uomini di latta e Guerrieri in questo processo, la giudicheresti ancora in futuro nella stessa maniera in cui l’hai giudicata oggi o anche solo ieri?


    Edited by Yama™ - 22/8/2021, 17:36
     
    .
  10.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    1,407

    Status
    Offline
    Circles
    Seto Akame







    narrato - parlato - pensato - parlato altrui





    In quell’umido antro naturale le parole scorrevano libere, ormai prive di qualsivoglia forma di pregiudizio, forti di una naturale connessione stabilitasi grazie al profondo e reciproco bisogno di trovare risposte, in seguito ai recenti eventi che ci avevano coinvolto, lasciando nelle nostre menti strascichi importanti su cui valeva la pena soffermarsi. Lìf, evidentemente coinvolta dal mio discorso, si lasciò andare ad una lunga orazione nella quale menzionò gran parte dei principali attori della situazione politica del mondo ninja, dimostrando una buona conoscenza degli equilibri che legavano quest’ultimi e dando l’impressione di aver vissuto, allo stesso tempo, esperienze in prima persona che l’avevano portata ad essere quello che in quel momento era. Mi dipinse un quadro pressoché chiaro, per quanto soggettivo, dichiarando di aver fatto parte in passato delle file dell’OSU e di come l’alleanza sfruttasse i propri agenti in battaglia, considerandoli nient’altro che soldati al loro servizio. Spiegò di come venne facilmente additata e giudicata, per poi esser costretta a fuggire marchiandosi, a suo avviso incolpevolmente, del titolo di traditrice. Accennò ad un poco cortese trattamento, per usare un eufemismo, da parte della Regina dei Pirati; ricordo che sembrava quanto mai vivo nel tono delle sue parole. Per ultimo mi delineò un futuro all’interno dell’organizzazione che era quanto di più simile ad un sistema dittatoriale, dove il libero pensiero e il perseguimento dei propri obbiettivi erano inibiti dalle loro rigide imposizioni, le quali si nascondevano dietro i concetti di etica morale e professionale ma che in realtà finivano per controllare le vite dei loro stessi sottoposti.

    Seguì quel discorso con profondo interesse ed in religioso silenzio. Per la prima volta mi trovavo ad ascoltare il punto di vista di un soggetto al di fuori del sistema nel quale ero nato e cresciuto. Affidandomi al beneficio del dubbio non mi soffermai tanto a comprendere se quanto dichiarato appartenesse al vero, bensì mi concentrai su quanto invece colpiva il mio animo. L’incredibile coincidenza, che a quel punto coincidenza non poteva più essere, fu che tutte le impressioni e i timori che mi si erano prefigurati in coscienza, dopo quel mio primo periodo tra le file dell’OSU, venivano incredibilmente confermati dalle sentite parole di quella ragazza. Davanti a quell’intrascurabile evidenza, avrei dovuto meditare sulle implicazioni che l’appartenenza all’alleanza portavano sul mio essere. Nell’instabile e delicata situazione nella quale tutti noi ci trovavamo a vivere non vi era posto per l’incertezza; i deboli venivano schiacciati e gli ignavi si perdevano nell’oblio della loro codardia.

    Mi sollevai dunque dalla mia seduta e passai di fianco alla figura della mia interlocutrice, superandola e dandogli le mie spalle, dove la mia lunga chioma di capelli corvini s’appoggiava. Fermatomi all’uscio di quella naturale cavità, lanciai lo sguardo verso l’orizzonte il quale, complici anche le condizioni atmosferiche, non appariva poi così lontano. Dal cielo delle insignificanti gocce di pioggia iniziarono a scendere, seguite da altre subito dopo, fino a prendere un ritmo sempre più intenso, picchiettando sulle acque del mare e sulle piccole pietre che abitavano quella piccola baia sperduta.


    *humpf*


    Mi accorsi di quanto buffo ci fosse in tutta quella situazione.

    Nel frattempo, la giovane fanciulla dai capelli rossicci mi spiegò il motivo che la spingeva a coprire i suoi dolci occhi di donna curiosa. Aggiunsi il coraggio alle tante peculiarità che mi parve di intuire della sua personalità. Una battaglia contro una creatura di Qayin, avventure che solo tramite libri mi era dato conoscere. Mi accorsi di quanto era importante il suo vissuto e di quanta ancora strada avevo da fare per maturare.

    Pensieroso e inspiegabilmente più leggero, venni incalzato dalla sua domanda, singolare come chi l’aveva pronunciata.


    Ora voglio farti io una domanda, Guerriero Seto: se dopo tutto ciò Lìf ti dicesse che è sua intenzione riportare mondo a stato di equilibrio, anche prendendo vita di criminali, uomini di latta e Guerrieri in questo processo, la giudicheresti ancora in futuro nella stessa maniera in cui l’hai giudicata oggi o anche solo ieri?


    Attesi qualche attimo prima di risponderle, così il silenzio delle parole lasciava spazio ad una pioggia ormai scrosciante. Voltandomi fui catturato dal suo occhio destro, liberatosi dal monocolo e la cui iride violacea curiosamente ci accomunava. Ritornai sui miei passi, guadagnando qualche metro verso l’interno della grotta e con tono sicuro replicai.


    Questo nostro incontro è la dimostrazione che il giudizio è superfluo. Sei una donna libera, giusto Lìf? Allora che tu agisca come meglio credi. Criminali, macchine, guerrieri..che differenza fa?! Me lo insegni tu stessa.. Siamo abbastanza intelligenti da comprendere le conseguenze delle nostre azioni e altrettanto tenaci da assumercene i rischi. Per quanto riguarda le tue intenzioni..l’equilibrio dici..non sono sicuro che sia questo che gli uomini cercano. Allora perché prodigarsi per garantirglielo? Dopo tutto quello che ti hanno fatto, pensi ancora a loro? Suggestione bizzarra per una “criminale”.. sorrisi ironico.

    Le tue parole mi hanno fatto capire che per trovare la mia strada, dovrò assecondare i miei istinti. Tra non molto non ci sarà differenza tra uccidere e salvare delle vite umane. Solo la fermezza delle nostre volontà ci aiuterà a superare gli ostacoli che troveremo sul nostro cammino.


    Quel mio discorso servì sia come risposta alla sua domanda che come monito per me stesso, in virtù delle nuove consapevolezze maturate nel corso di quell’ambigua giornata. Riuscì a riorganizzare mentalmente le mie priorità e come segno di ringraziamento, nonostante la mia solita riservatezza, decisi di renderla partecipe di quanto definii.


    Quando lascerò questo arcipelago penserò ad inseguire il mio obbiettivo e mi ci dedicherò anima e corpo. Per prima cosa manterrò fede ad una promessa, incompiuta da troppo tempo. Un misterioso ninja appartenente al clan Hoozuki, dai capelli neri portati sopra le spalle e dagli occhi ocra, ha sottratto, approfittandosi della mia ignara complicità, un manufatto all’ordine dei Serpenti. Rintraccerò quel farabutto e lo eliminerò nell’esatto istante in cui avrò recuperato la refurtiva, che all’OSU piaccia o meno.


    Esposi le mie mire con ritrovata determinazione per poi concentrarmi su Lìf, interrogandola nuovamente.


    Tu, invece? Cosa farai, una volta abbandonata Nanakusa?






    Edited by ¬Seto - 24/8/2021, 18:29
     
    .
  11.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Mukenin
    Posts
    13,474
    Location
    Galassia Kufufu

    Status
    Anonymous
    La lontananza dalle terre ninja e dagli ambienti che in passato avevo frequentato anche abbastanza assiduamente si faceva sentire, dato che per quanto mi sforzassi non ero più abituata a masticare la lingua del nord senza il soggiungere di sporadici tic nervosi. Dopo il discorso finale decisi di sigillare la fiaschetta col suo tappo, ascoltando il sottile stridio del sughero sulle pareti di metallo e lo sbattere del liquore tra le pareti del contenitore, mettendola da parte nello stesso punto da cui l’avevo estratta. Erano ormai parecchie le cianfrusaglie che mi portavo appresso, molte delle quali dormivano sonni beati tra le filigrane di quel grosso rotolo retto grazie ad un cinturone la cui fibbia di metallo sfiorava il fianco sinistro e quasi segava in due parti il petto. Con la volontà di voler vedere i cambiamenti nelle tonalità del cielo e godere della luce dei lampi decisi di alzarmi, ma solo dopo che lo ebbe fatto lui, sistemando in viso la maschera in quanto da lì a poco avrei dovuto far ritorno a “casa”.

    Questo nostro incontro è la dimostrazione che il giudizio è superfluo. Sei una donna libera, giusto Lìf? Allora che tu agisca come meglio credi. Criminali, macchine, guerrieri..che differenza fa?! Me lo insegni tu stessa.. Siamo abbastanza intelligenti da comprendere le conseguenze delle nostre azioni e altrettanto tenaci da assumercene i rischi. Per quanto riguarda le tue intenzioni..l’equilibrio dici..non sono sicuro che sia questo che gli uomini cercano. Allora perché prodigarsi per garantirglielo? Dopo tutto quello che ti hanno fatto, pensi ancora a loro? Suggestione bizzarra per una “criminale”..

    I lembi del cappotto presero a svolazzare, generando una danza di ombre sulla roccia che misteriosamente avrebbero assunto le più svariate forme per via degli insetti che si divertivano a far comparse sporadiche senza farsi notare. Proiettando la schiena verso il basso e tendendo il braccio destro nella sua totale estensione finì per mettere mano al mosquito, afferrandolo dal maniglione per poterlo sollevare e trasportare con me verso l’uscita, sebbene prima di raggiungerla avrei scelto di fermarmi al fianco sinistro del Kiriano e di posare a terra il veicolo.

    In verità non era giudizio nei miei confronti che cercavo, ma una risposta che mi facesse capire che ciò che ti ho raccontato è servito e ti servirà in futuro. Sono una criminale molto strana, lo so, ma non posso pretendere che altri non generalizzino su mia figura se io stessa non lo faccio per prima. Per questo cercherò equilibrio per coloro che crederanno in libertà e rispetto, oltre che per natura, non per chi sarà minaccia di tale equilibrio o sarà cieco pur avendo occhi ben più funzionanti dei miei.

    Con una sequela di rintocchi feci cantare i tacchi degli stivali tra le pareti di quel riparo, sentendo l’eco del ferro farsi sempre più piccolo e timido fino a scomparire tra la potenza delle onde. Il vento diveniva più violento man mano che i secondi passavano, mentre la pioggia raggiungeva il primo di una lunga serie di climax capaci di intimorire anche gli avventurieri più tenaci me non l’animo di Seto, che aveva trovato in me una figura in grado di dargli lo stimolo sufficiente a sbloccare i suoi ingranaggi arrugginiti dalle regole.

    Le tue parole mi hanno fatto capire che per trovare la mia strada, dovrò assecondare i miei istinti. Tra non molto non ci sarà differenza tra uccidere e salvare delle vite umane. Solo la fermezza delle nostre volontà ci aiuterà a superare gli ostacoli che troveremo sul nostro cammino. Quando lascerò questo arcipelago penserò ad inseguire il mio obbiettivo e mi ci dedicherò anima e corpo. Per prima cosa manterrò fede ad una promessa, incompiuta da troppo tempo. Un misterioso ninja appartenente al clan Hoozuki, dai capelli neri portati sopra le spalle e dagli occhi ocra, ha sottratto, approfittandosi della mia ignara complicità, un manufatto all’ordine dei Serpenti. Rintraccerò quel farabutto e lo eliminerò nell’esatto istante in cui avrò recuperato la refurtiva, che all’OSU piaccia o meno.


    .:Presagi futuri:.



    Eppure Lìf chiedersi se non sia proprio su differenza tra uccidere e salvare vite umane che bisognerebbe concentrarsi. In ogni caso cerca di ricordare che determinati uomini hanno dalla loro parte capacità di capire fin dove spingersi per non diventare bestie, per il resto ti auguro buona fortuna per recupero di questo rotolo.

    Nella grande costellazione delle mie debolezze vi era un posto d’onore riservato alla sincerità, lì incastonata tra la curiosità e l’intelligenza. Ne avevo usata a pizzichi abbondanti in quell’incontro e sotto sotto non provai rimorso, dato che egoisticamente sentivo di aver macinato un gradino in più verso quello stato di equilibrio che bramavo e che comportava la disfatta di ogni gioco di potere e di ogni inutile organizzazione esistente.

    Tu, invece? Cosa farai, una volta abbandonata Nanakusa?

    Agilmente il piede destro toccò il pulsante di apertura del Mosquito posto sotto il telaio, svelando la forma aerodinamica e leggera oltre che peculiare, comodamente manovrabile da una persona sola. Montai sul mezzo quasi fosse per me la cosa più facile, sorridendo dal retro della maschera che ormai copriva il volto.

    Chi lo sa, probabilmente Lìf andrà a liberarsi di qualche cimice che gioca a fare l’insetto ma sicuramente continuerà a vivere, è l’unica cosa che conta davvero. Addio, o arrivederci, giovane Guerriero Seto.

    Chiosai sotto gli strati di metallo, infilando la mano in una tasca interna della giubba e pescando un oggetto sottile quanto un bottone ma dalle sembianze di una moneta. Era rigata e antica, differente da quella valuta di scambio che era ormai approdata anche nel continente meridionale, ma affascinante per la presenza di un teschio inciso nell’oro e dei rilievi in bronzo come contorno di tale sagoma. Non c’era da chiedersi dove avessi preso quella moneta, ma la sua unicità avrebbe suggerito ben più cose a Seto sulla mia provenienza, dandogli modo di delineare cose che nemmeno io avevo citato. Quel dono celava più significati di quanti lui stesso si aspettasse e avrebbe probabilmente sancito un nuovo incontro, a cui tuttavia non avrei pensato se non in futuro. Sotto le nubi temporalesche di un clima ormai completamente sballato mi addentrai fuori dai faraglioni, seguendo la linea frastagliata della costa e virando poi verso il mare, scomparendo nella nebbia scura come uno spettro senza catene.


    Grazie per la pq, mi è piaciuta moltissimo! :sagh:


    Edited by Yama™ - 25/8/2021, 12:04
     
    .
  12.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    1,407

    Status
    Offline
    Circles
    Seto Akame







    narrato - parlato - pensato - parlato altrui






    Iniziai a sentire in cuor mio la necessità di tornare a casa. Kiri non era poi così distante dalle vecchie Isole Cremisi ma, con il mare in tempesta, avrei dovuto attendere migliori condizioni atmosferiche per poter salire sul primo traghetto disponibile. La saggia e stimolante compagnia di Lìf mi era gradita ma avevo bisogno di mettere un punto nella mia vita per poi ripartire con una nuova pagina, tutta da scrivere, accompagnato da una rinnovata visione del mondo. Qual miglior punto di partenza se non il laboratorio lasciatomi in eredità dal mio vecchio nonno. Immaginai per un istante il momento nel quale ci avrei messo piede di lì a poco e fui riempito da un ormai desueto ottimismo.

    Sentì la giovane fanciulla ribelle avvicinarsi; si porse al mio fianco, anch’ella con lo sguardo rivolto all’orizzonte ed il suo strambo veicolo sottobraccio. Eravamo lì, io e lei. Ma non eravamo soli.


    In verità non era giudizio nei miei confronti che cercavo, ma una risposta che mi facesse capire che ciò che ti ho raccontato è servito e ti servirà in futuro. Sono una criminale molto strana, lo so, ma non posso pretendere che altri non generalizzino su mia figura se io stessa non lo faccio per prima. Per questo cercherò equilibrio per coloro che crederanno in libertà e rispetto, oltre che per natura, non per chi sarà minaccia di tale equilibrio o sarà cieco pur avendo occhi ben più funzionanti dei miei.



    Proprio la natura, più volte tirata in ballo nella nostra lunga conversazione, riempiva la nostra vista e i nostri silenzi con il suo spettacolo. Che buffo, pensavo. Allo stesso modo in cui le nuvole avevano iniziato a conquistare il cielo, dapprima spoglio, così i miei turbamenti avevano fatto breccia nella serenità della mia mente. Poi vennero i fulmini, premonizioni di tempesta, che con il loro tuonare scuotevano la terra sotto i nostri piedi, proprio come quello strambo incontro a pochi passi dalla costa, intervenuto per mezzo del destino a pungolare il mio spirito. Infine, la pioggia, naturale conseguenza di quella mutazione climatica, libera nel suo precipitare così come il flusso di coscienza che ci stavamo scambiando nonostante appartenessimo a due lati contrapposti della barricata.


    Eppure Lìf chiedersi se non sia proprio su differenza tra uccidere e salvare vite umane che bisognerebbe concentrarsi. In ogni caso cerca di ricordare che determinati uomini hanno dalla loro parte capacità di capire fin dove spingersi per non diventare bestie, per il resto ti auguro buona fortuna per recupero di questo rotolo.


    La nobiltà delle affermazioni della stravagante rossiccia mi stupiva di volta in volta. Nonostante fosse evidente un suo trascorso travagliato, sembrava covare in sé un’ardente fiamma di genuina speranza che in qualche modo aveva cercato di trasmettermi. Ma il mio cuore era diverso, alimentato da un egoistico desiderio di conoscenza, incapace di ospitare una così pura volontà. Con quell’ultima importantissima consapevolezza, spazzai definitivamente ogni tipo di discernimento tra buoni e cattivi.

    Osservai Lìf azionare con il piede un meccanismo del suo marchingegno, il quale sviluppò la sua vera forma accompagnato da rumori meccanici. Sorrisi quando mi accorsi che quel veicolo alato era decisamente in linea con la figura della proprietaria che vi montò sopra. La stessa, voltandosi per l’ultima volta al mio indirizzo, rispose alla mia domanda con tono frizzante.


    Chi lo sa, probabilmente Lìf andrà a liberarsi di qualche cimice che gioca a fare l’insetto ma sicuramente continuerà a vivere, è l’unica cosa che conta davvero. Addio, o arrivederci, giovane Guerriero Seto.


    La vidi trafficare tra i suoi ambigui indumenti per poi trovarmi tra le mani una specie di moneta al quale non dedicai immediatamente attenzione in quanto preso a osservare la figura della vivace fanciulla che si stava allontanando dalla grotta a bordo del suo moschetto; il suo giacchetto svolazzava al vento e riuscii a riconoscerne i colori solamente quando un ultimo fulmine ne illuminò le forme. Fu proprio in quel momento, un’istante prima di perderne le tracce, che guardai tra le mie mani il suo dono. L’inconfondibile oggetto fece partire la linea immaginaria, all’interno della mia mente, che collegò uno dopo l’altro i puntini segnati in quella giornata e con un’ultima occhiata al cielo ricondussi il risultato ai contorni della mia fuggente amica. Corsi dunque divertito verso il centro della baia, sotto una pioggia ormai incontrollata e urlai verso la sua direzione.


    AHAHAHAHAH!! Adesso mi è tutto chiaro, Lìf! A presto!!!




    Ok, vado a piangere per qualche minuto. :sagh:
    Grazie a te Yama e complimenti davvero per la scrittura, sempre originale e piacevole!




    Edited by ¬Seto - 25/8/2021, 17:11
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    2,466

    Status
    Offline
    massimo del vostro grado per entrambe le parti
     
    .
12 replies since 5/8/2021, 11:01   410 views
  Share  
.