[Caccia] No Time To Die

Yu il sadico e Gyndo Kemitori | Suna

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    Il ronzio del mosquito sul pelo dell’acqua era ciò che mi accompagnò per tutti il tempo. Giorni e giorni passati in mare, a solcare le onde impetuose in sella a quella macchina ma con il tormento nella testa. Avevo ucciso, ancora una volta. Avevo peccato, ergendomi ad una carica troppo importante e mancando di rispetto a quell’oceano in cui innumerevoli volte avevo rischiato di cadere. Se fossi affondata avrei sofferto poco, se fossi annegata la mia vita si sarebbe spenta ripagando i debiti che pensavo di aver creato. Cercai su Kurosawa ogni informazione che potesse tornarmi utile ma al solo scopo di capire cosa lo avesse spinto a quella scelta e la sua vita antecedente. Quel viaggio si dimostrò lento e lungo, colmo di agguati di ninja sentinelle o di briganti poco esperti delle manovre navali rispetto ad una persona nata e cresciuta tra ormeggi, remi e bevande ad alto tasso alcolico. Avevano sbagliato a fare i conti con me, questo perché volevo soltanto essere lasciata in pace con i miei pensieri, a rimuginare su ciò che era veramente necessario fare per recuperare i pezzi. Sarei dovuta tornare ad Ame e costituirmi? Sicuramente non potevo restare nascosta a lungo, né tanto meno lasciare che io decidessi le mie colpe. Che poi coloro che avevo accidentalmente privato della vita fossero disposti a toglierla a loro volta era un problema secondario, qualcosa che non riuscivo a valutare e che non potevo ritenere una scusante. C’era qualcosa che avrei dovuto fare si, ma di preciso cosa? Un’orizzonte di sabbia si aprì dopo interminabili giorni di cammino. Forse ne impiegai quindici, ma certamente furono così tanti che avevo perso il conto dei nuove lune e dei tramonti verso cui avevo navigato con la speranza di bruciare le mie ali come in un mito di luoghi remoti ed ere sconnesse alla nostra. Era una vastissima e interminabile linea sfumata dall’aria calda e dai movimenti che il vento creava, da quelle tempeste fitte che parevano eterne e che negavano la vita agli sventurati che soltanto osavano addentrarsi in quella coltre granellosa. Mi stupì davvero quella meta, non tanto perché non ero mai stata a contatto con quel posto prima di quell’incontro ma perché geograficamente parlando – non avrei mai immaginato di raggiungerla senza morirci. Suna, il paese del vento e forse uno degli ambienti più ampi dell’intero continente settentrionale si palesò nella sua bellezza intatta e lineare, quasi piatta. Le dune in lontananza, già visibili dall’oceano, smussavano l’orizzonte con tratti più curvilinee e disomogenei, sfumati dalle ombre di un sole forte e incessante al suo massimo picco. In quelle circostanze e diversamente da quanto fatto a Nanakusa non era ragionevole disattivare il mosquito e se avessi percorso quella vastissima piana di sabbia con le gambe avrei impiegato più giorni per trovare un posto ove accamparmi, senza considerare le creature desertiche, i ladri e gli shinobi non capaci di coprire un così vasto territorio. Volando a stretto contatto con il terreno per provare a superare il controllo di una unità di sentinelle e sottrarmi al loro operato riuscii, tramite anche una cospicua quantità di aria immagazzinata nei fori posti nelle braccia, ad accelerare improvvisamente con un boost provvidenziale e a seminare i controlli con un ulteriore nugolo giallastro e sbiadito. Avevo dalla mia anche abbastanza protezioni in viso per temere di perdermi in quella nebbia, eppure si rivelò complicato utilizzarla come copertura a causa dell’impetuosità del vento e di una visuale macchiata di continuo, ostruita di granelli ogni singolo istante. Lo stomaco, nutrito nei giorni passati con dosi massicce di pesce crudo pescato e sviscerato a mani nude, brontolò poco in quella corsa eterna ma il rimedio per la sete si rivelò essere cosa ben più ardua da allietare, per di più con una borraccia vuota e il brandy eliminato assieme ai liquidi corporei già da più di una settimana. Ad un certo tratto del viaggio, dopo più di un’ora impiegata per disseminare gli ostacoli e riappropriarmi di un po’ di tranquillità e solitudine, nuove ombre apparvero sulla via, immagini dai contorni irregolari che notai grazie al monocolo e che non fui in grado di identificare dalla mia posizione. Per di più il ronzio del motore posto nel “ventre” dell’insetto meccanico andava via via facendosi più sporco e fastidioso, mentre le ali mostravano i segni di cedimento dopo un viaggio così lungo.

    Fjandinn hirđi ūig.

    Fu piacevole sfanculare il mondo nella lingua natia, ma questo non risolveva i problemi relativi alla situazione. Costretta a mollare l’idea di un viaggio più lungo verso nord ovest dovetti allentare la presa sul veicolo e scendere a malincuore, sfruttando un accampamento -o per meglio dire una strana grotta – come rifugio per riposare e provvedere a ragguagliare le idee e ripristinare le forze. Almeno l’illusione che mi feci era quella e guidata dalla tranquillità cercai di deviare verso la bocca di quell’insenatura e restarci per un po’, sprovveduta nella convinzione di essere da sola ma nuovamente finita nella gola del lupo assieme ad altre presene, mugugni femminili straziati che lasciavano poco spazio all’immaginazione.



    Edited by Yama™ - 28/4/2020, 12:20
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    L'umidità non dava alcun aiuto a quella povera donna. Le varie escoriazioni presenti sul suo corpo, più visibili in volto, grondavano di sangue e non accennavano ad alcuna minima rimarginazione. I mugugni del sadico Gyndo che con violenza penetrava la malcapitata, riecheggiavano in tutta la grotta. Le urla soffocate dal bavaglio avevano un tono tristissimo ed ovattato, i polsi e le caviglie strette in delle morse date dalla stringente forza con cui l'albino legò i suddetti arti non le davano via d'uscita. Gli occhi, visibilmente stremati e solcati da occhiaie contornate dai solchi delle lacrime, fissavano il vuoto. Il suo sguardo era come quel vuoto, perso nell'oscurità impalpabile della grotta, il sudore che pervase il suo corpo inconsciamente aiutò il sadico rapitore che non accennava a fermare il proprio atto, seppur egli fosse già venuto. Le risate sadiche sottovoce rendevano il tutto più tetro del previsto. Ma furono proprio quelle risate a tradire Gyndo. Lìf, infatti, avrebbe sentito una stridula risata, dovuta al gemito scaturito dall'orgasmo maschile. Una risata che riecheggiò per tutta la grotta, fino ad arrivare alle orecchie dell'ex kunoichi. Il tunnel che collegava l'entrata della caverna alle sue profondità era stretto, viscido, pullulato da microorganismi di ovvia provenienza e rocce impregnate d'umidità.

    Brutta puttana, ti piace eh!? DIMMI CHE TI PIACE.

    BASTARDO! SEI UN FIGLIO DI PUTTANA! QUALCUNO MI AIUTI!

    Il rumore di uno schiaffo rimbombò su tutte le pareti, sovrastando il pianto stridulo della ragazza. Un altro schiaffo, più forte ed accentuato rispetto a prima, avrebbe allertato di più la Mukenin col potere dei propri antenati. Nel giro di pochi minuti la situazione si sarebbe potuta aggravare: dopotutto Gyndo era noto per il proprio modus operandi: stuprare e, soddisfatto, uccidere. Senza pietà.


    All yours :sisi:
     
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    Il moto delle ali del mosquito venne meno all’atterraggio in quel posto vuoto e casuale. Per mia somma sfortuna non era per nulla silenzioso, ma nell'intrufolarmici non avevo ragionato né badato alla possibilità che altri individui potessero celarsi al suo interno. Il battito delle protuberanze si fece zitto e in un istante portai il mezzo ad uno stato tale da poter essere trasportato per la sua ergonomia e leggerezza. Sfarfallai le ciglia data la scarsa condizione di luce presente in quel luogo, dovendomi abituare in fretta alla condizione di buio nel quale ero improvvisamente incappata dopo una rocambolesca fuga. Più che temere che potessero trovarmi avevo la vaga impressione di non poter ripartire al più presto dato il lunghissimo tragitto compiuto e per questo concentrai la visuale sulla mosca meccanica contemplandola in maniera alquanto apatica. Avendo vissuto fin dalla nascita su una nave di pirati, la morte era un concetto che conoscevo molto bene ma mai nessun navigante aveva mai ucciso qualcuno sciogliendolo in una coltre di insetti acida e corrosiva, in più lontano dal mare. Ciò era per me un peso, questo per via delle tradizioni e della cultura, oltre che del rispetto per il mare, un tormento esistenziale che inevitabilmente mi portò a pensare a ciò che avevo fatto. Kurosawa era nato e cresciuto ad Oto, diventando Mukenin a seguito di una missione del quale avevo ricevuto solo informazioni spezzate e morsicchiate. Nelle parole dei vari mercanti al mercato nero non riuscii a percepire molto interesse verso quel ragazzo che non ero nemmeno riuscita a seppellire dato il gesto di Ryuga e ciò mi fece riflettere su quanto il mondo dei pirati e quelli dei ninja sotto sotto si somigliavano.

    Mh.

    Un mugugno di breve intensità sbucò dalle labbra in quel clima di stranezza che percepii negli istanti successivi alla mia entrata. Avevo preso l’abitudine di cercare nei luoghi chiusi qualcosa di utile, materiali e sostanze da sintetizzare per provvedere alla sopravvivenza in quei posti caotici da cui non ero in grado di fuggire completamente. Gli insetti, già abbastanza sazi delle viscere del Guren, tacquero nei giorni successivi al disastro ma non mi stupiii del loro ronzio visto quell’ambiente umido e impregnato di un odore acre e dei suoni -per nulla familiari – di qualcuno. Tenni la schiena quanto più accostata alla parte della grotta non conoscendone la fine né potendone calcolare, almeno non senza far affidamento al risveglio, le singole presenze con cui ero costretta a condividere quell’alloggio momentaneo e nel caricarmi il moschetto in spalla camminai per scoprire il mistero. Quello che avevo percepito non tradì le aspettative e ciò che avrei visto non sarebbe stata la visione più bella del mondo, ma raccapricciante si. L’inclinazione due corpi, la predisposizione dell’uno nei confronti dell’altro e viceversa e l’umore deviato dell’uomo nei confronti della donna sottomessa e abusata furono abbastanza per gettare le basi di una nuova e violenta ondata di rabbia verso il genere umano.

    CITAZIONE
    Brutta puttana, ti piace eh!? DIMMI CHE TI PIACE.

    BASTARDO! SEI UN FIGLIO DI PUTTANA! QUALCUNO MI AIUTI!

    Ero pienamente conscia di quello che a lui non sarebbe piaciuto da lì a poco. Non provai nemmeno a sperimentare, semplicemente ciò che provai a fare con una smorfia di astio ben tratteggiata sulla fronte e sul naso sarebbe servito a dimostrargli quanto potesse risultare letale provare una legatura sulla propria pelle. Nella speranza di poter sfruttare l’oscurità del covo tentai di mettere mano al filo spinato nella sua interezza per impregnarlo di una piccola stilla di energia atta a spingerlo in una direzione dettata unicamente dalla fantasia. Seguendo i dettami della stretta omicida provai quindi a far fluttuare l’oggetto di supporto e ad aizzarlo, spedendone 20metri in maniera silenziosa verso l’uomo, facendolo scivolare nell’ombra per poi farlo riemergere dietro di lui e da lì bloccarlo per metà busto rcon l'attenzione dovuta a non ferire la donna. Cercai di paralizzare le braccia e serrare con veemenza gola e viso con tutte le problematiche delle spine e del veleno infuso su ognuna di esse, un veleno debilitante e duraturo.

    Lìf avere visto due uomini liquefarsi in uno stormo di insetti acidi proprio difronte a suoi occhi perché non capace di controllarsi. Se a breve ti accadrà lo stesso non dire di non essere stato avvertito

    Dopo quelle parole cominciai a tirare il busto con una forza che non credevo di avere, con una pressione tale da provare a spezzarlo, a sentire qualche costola incrinarsi. L’avrei fatto dando tutta me stessa e permettendo alla ragazza di tirare un respiro di sollievo sicché, in quel momento, l’unica donna con cui il simpatico torturatore avrebbe dovuto fare i conti era la sottoscritta. Avrebbe avuto un assaggio del dolore inferto e avrebbe provato da vicino la sensazione di orrore da lui esercitata, trovandosi a stretto contatto con l’aura cupa che si liberò dal corpo facendo gonfiare le vesti ma rimanendo sospesa sopra la mia testa come una nube nera, nell’ipotesi che qualcuno potesse trovarsi lì e attaccarmi alle spalle.

    Resistenza:950-1=949
    Stamina:1000-10-5-50=935


    A&J:
    Stretta omicida (circa 20mt di filo spinato)+Induzione venefica
    Strattone
    Espulsione 200 insetti distruttori


    •Status corrente:
    Leggermente arrabbiata.
    •Capacità varie:
    {Conoscenze Orientative e geografiche Liv. I}
    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
    {Oratorie e Popolari Liv. II}
    Licenze
    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
    {Chiropratico - Conoscenze anatomiche acquisite}
    Maestrie
    {Combattente ad alta Tossicità Liv. I}
    {Maestro dei ninjutsu Liv. II}

    •Gadget:
    [Monocolo Fotografico - Occhio Dx]
    Maschera subacquea (indossata)
    Filo spinato*30mt
    Uchiha shuriken*5
    Fori d'aria di Zaku [Indossati]*2
    Amplificatore di Dosu [indossato]
    Kobashot (Medio) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Hydra Bikaku:. (Abnorme) - Sigillata nel Rotolo grande


    Edited by Yama™ - 1/5/2020, 09:19
     
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    La giovane Mukenin si stava addentrando sempre più in profondità nella grotta fino a che non arrivò a vedere con i suoi occhi ciò che effettivamente stava accadendo. Nell'ampio antro ove il cunicolo sbucava vi erano i più disparati attrezzi da tortura sparsi ovunque, gabbie, corde, oggetti di perdizione di ogni forma e grandezza, ed al centro un uomo completamente nudo e dalla invidiabile muscolatura, si ergeva difronte ad una donna piena di ferite e bruciature su tutto il corpo, saldamente legata da funi e costretta in una posizione a dir poco vergognosa.
    Nell'enfasi del finale di quel suo amplesso, Gyndo non si accorse subito della nuova presenza celata dalle ombre, non avrebbe infatti potuto immaginare che qualcuno si fosse presentato lì, proprio in quel momento, ma un flebile rumore attirò la sua attenzione mentre già iniziava a pregustare i nuovi giochi che avrebbe potuto sfruttare sulla sua energica vittima. Il suo collo fece uno strano movimento, lo sguardo del depravato raggiunse quindi la Mukenin svariati metri alle sue spalle e quindi il filo spinato che stava per attanagliarlo. Tutto accadde molto rapidamente, gli arti di Gyndo sembrarono diventare come gomma e, all'ultimo secondo, uscì con un movimento disumano dalle spire che lo stavano per catturare, fino a farlo arrivare esattamente alle spalle della donna imprigionata.

    CITAZIONE
    Lìf avere visto due uomini liquefarsi in uno stormo di insetti acidi proprio difronte a suoi occhi perché non capace di controllarsi. Se a breve ti accadrà lo stesso non dire di non essere stato avvertito

    Ohh guarda un pò... Una nuova amica per i miei giochi... AHAHAHAHAH

    La risata riempì l'anfratto mentre la mano di Gyndo raggiungeva la gola della donna iniziando a stringerla con forza, gli occhi della malcapitata si spalancarono come se volessero uscire dalle orbite mentre il suo respiro si strozzava e lasciava uscire dalla bocca solo un flebile rantolo.

    Deponi quelle tue armi e quegli insetti... E magari questa donna sopravvivrà!

    Intanto dal polpaccio del Mukenin scorreva un rivolo di sangue causato dalle spine del filo della paladina, non aveva causato un gran danno, ma quel poco era bastato ad infettare il bersaglio che a breve avrebbe iniziato ad accusarne gli effetti.

    Ebbene eccoci qui, continuerò io da qui in avanti. Ti avvisò che terrò conto più delle scelte e delle strategie che metterai in atto che dei parametri che ovviamente avranno comunque la loro valenza. Visto lo start un pò particolare ( ti sei imbattuto per caso nel covo di un mukenin ) ho pensato di rendere il resto un pò più interessante di un semplice combat almeno per quanto riguarda il carattere e le scelte del tuo pg :fifi:
     
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    Nel mandare a segno l’attacco non mi ero premurata minimamente del pensiero che l’altro potesse rivelarsi più ostico del previsto, ma avevo agito d’istinto come un’animale e quando notai la rapidità nello sgusciare fuori dalla morsa di spine metalliche reagii mordendo il labbro inferiore con evidente noia, come se quella situazione io l’avessi già vissuta. Cercando di osservare attentamente la zona alla ricerca di oggetti di interessante utilità ci impiegai un po’ prima di riacquistarne la posizione, trovando l’immagine di quell’uomo assai disgustosa e notandolo agire verso la ragazza che non conoscevo affatto. Le strinse il collo con ferocia inaudita ma un viso compiaciuto del proprio far di bestia senza ritegno, lo fece così tanto forte che persino dalla mia posizione avrei potuto cogliere il verso sofferente e soffocato esalato dalla ragazza, probabilmente una shinobi del posto dato il vestiario.


    Ohh guarda un pò... Una nuova amica per i miei giochi... AHAHAHAHAH

    Lìf dubitarne fortemente.

    Risposi a modo a quella falsa affermazione, sbattendo le palpebre all’occhio destro e sentendo lo spasmo di dolore sul lato sinistro del volto. I muscoli facciali disposti attorno all’occhio danneggiato creavano sempre una sensazione di dolore acuto ad ogni singolo movimento ed era veramente complesso starvi dietro, riabituarmi alla normalità con una faccia deturpata. A denti stretti e raschiati l’uno con l’altro nuovamente badai al nemico e a quel suo fare di cattivo gusto, ignorante del fatto che mi ero abituata a veder gente morire davanti agli occhi un giorno si e l’altro pure.

    Deponi quelle tue armi e quegli insetti... E magari questa donna sopravvivrà!

    Ma gli insetti non arretrarono dalle loro intenzioni, così come le armi portate a terra non si mossero dalla posizione nel quale erano state spostate per l’agire dell’individuo, che in quell’istante non aveva compreso la reale forma delle cose.

    Credo che tu dovere porti stesso problema. Non c’è nulla che leghi Lìf a quella donna, ma ci sono abbastanza motivi per spezzarti l’osso del collo nello stesso momento in cui tu le avrai tolto Vita.

    Stavo un po’ giocando con la psicologia inversa sfruttando l’illeggibilità di un viso distrutto, coperto non solo dalla benda sull’occhio sinistro ma anche dal monocolo e dalla maschera respiratoria. Mantenni le spalle ritte per non tradire una certa preoccupazione e non far trapelare la continua elaborazione di un’idea abbastanza intelligente per poter evitare il morto. Ciò che avevo proferito era verità, sicché non avendo legami con la ragazza sarei stata meno toccata dalla sua morte, qualora non fossi stata capace di portarla al sicuro. Ma non era mia intenzione concedere al criminale un secondo in più di tempo e a tale ragione, con gli insetti vigili eppur immobili per mio volere mentale provai ad animare il flusso di energia magica canalizzarlo non più nel filo spinato ma in un oggetto particolarmente infido, forse più degli insetti: l’amplificatore. Irrorandolo di una giusta quantità di chakra, illeggibile a meno di particolari abilità tuttavia a me sconosciute, non lo mossi di un millimetro se non per liberarne l’onda cacofonica battendolo l’arto destro contro la gamba e cercando di indirizzare il suono contro l’altro prima di passare alla seconda parte del piano, sempre basata sul controllo dell’energia ma in una maniera diversa e fisica. Provai a concentrare l’energia in linea con lo sguardo altrui, lì dove possibilmente a 3 metri da lui avrebbero preso forma circa quattro globi luminosi e che avrei lasciato esplodere immediatamente senza colpirlo, in quanto la mia priorità era distrarlo dalla successivo sigillo -il bue - e portarlo a indebolire la costrizione sulla ragazza in favore di una salvaguardia personale e istintiva.

    Kage Bunshin no Jutsu. Avrai 5 persone con cui divertirti, adesso.

    Fu esattamente il numero di elementi che avrei provato a formare frazionando l’unità di energia rimanente in quel momento. Essendo la prima esecuzione dopo l’acquisizione dell’abilità non era chiaro se sarei stata capace di controllarla a pieno, però era innegabile che avessi fatto passi da gigante dal mio arrivo ad Ame ove non avevo nemmeno idea di cosa fosse una tecnica. Per mezzo del monocolo e di una visione allargata -ma relegata ad un solo occhio – avrei provato a creare tre dei quattro cloni esattamente alle spalle altrui ma disposti a mo’ di triangolo, con l’uomo come epicentro e la quarta alla mia destra. Probabilmente dalla sua posizione avrebbe potuto cogliere quelle laterali, ma non era un granché importante considerando che insieme, tutte e due, avrebbero cercato di fondersi al terreno sottostante per scomparire brevemente dal suo raggio visivo mentre il clone alle sue spalle si sarebbe comportato in maniera diversa.

    .:Ehy fustacchione, vuoi divertirti con me?:.

    Sapevo che un giorno o l’altro mi sarebbe tornata utile una chicca così dannatamente stupida e morivo dal desiderio di vederla in azione, di attirare la perversione altrui con un escamotage da quattro soldi. Nelle spoglie di una fanciulla semi nuda, dal corpo più prominente del mio e con intenti promiscui. Languida nei suoi movimenti e dalle curve avvolte con una sottile coltre di fintissimo fumo ne avrebbe atteso la reazione agendo con malizia e un preciso scopo, attendendo la distrazione altrui per aprire la strada alle due copie superiori e permettere a entrambe di imbavagliarlo con una poderosa stretta una volta fuori dal loro nascondiglio, ognuno con 10 metri di filo spinato indirizzati a coprire la parte superiore e la parte inferiore. Sempre con la dovuta attenzione alla prigioniera.

    Resistenza: 949
    Stamina: 935-8-1=926/5=185


    AeJ:
    Attacco sonoro (modalità base)
    Sfere lucenti
    Kage bushin no jutsu - 4 cloni superiori


    xCLONE #1:
    Stamina: 185
    xCLONE #2:
    Stamina: 185-25-1=159
    -Assimilazione del creato (terreno sotto i piedi)
    -Stretta d'acciaio su Gyndo (10 mt - busto in su)
    xCLONE #3:
    Stamina: 185-25-1=159
    -Assimilazione del creato (terreno sotto i piedi)
    -Stretta d'acciaio su Gyndo (10mt - busto in giù)
    xCLONE #4:
    Stamina: 185-1=184
    -Tecnica seducente

    •Status corrente:
    Leggermente arrabbiata.
    •Status insetti:
    Fermi
    •Capacità varie:
    {Conoscenze Orientative e geografiche Liv. I}
    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
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    Licenze
    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
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    La situazione aveva preso una piega alquanto strana. Una completa sconosciuta si era imbucata alla sua festa di piacere e Gyndo aveva diverse idee su quali potevano essere i motivi. Che fosse una shinobi messa sulle sue tracce? Poco probabile visto l'abbigliamento, allora qualcuno intento a cercare il suo nuovo giocattolo sessuale? In quel caso sarebbe stato certamente sensibile alle minacce di morte dell'ostaggio e quindi vulnerabile. Ma vi era anche un'altra possibilità, una cacciatrice di taglie, in quel caso avrebbe dovuto fare attenzione e stare in guardia e per la sfortuna della povera Lif, Gyndo era tanto depravato quanto cauto e sfuggente.

    CITAZIONE
    Credo che tu dovere porti stesso problema. Non c’è nulla che leghi Lìf a quella donna, ma ci sono abbastanza motivi per spezzarti l’osso del collo nello stesso momento in cui tu le avrai tolto Vita.

    Quelle parole chiarirono perfettamente al Mukenin la situazione ed una risata lo assalì. Nell'esatto momento in cui la sua cacciatrice fece il primo movimento brusco, Gyndo strattonò la donna con inumana violenza, spezzando le funi che la legavano al soffitto e, caricò un colpo di palmo senza lasciare la presa dal collo della donna. La sballottolò in aria come fosse un fuscello ed al culmine dell'esecuzione si propagò un'esplosione di immane potenza che, dopo aver completamente polverizzato il corpo, ormai inutile agli occhi di Gyndo, surclassò l'onda sonora in arrivo e scaraventò Lif violentemente contro la parete alle sue spalle, polverizzando tutti gli insetti sopra la sua testa. Rialzandosi un pò scombussolata, avrebbe potuto notare che il suo giubbotto come anche il coprifronte, erano stati completamente distrutti come parte dei suoi vestiti, divenuti ormai brandelli di stoffa che coprivano molto poco di lei.

    Hai fatto la tua scelta! Sei una tipetta interessante, le tue mani grondano sangue... Sarà divertente sentire le tue grida AHAHAHAHAHAH

    Con la grotta che iniziava a tremare e crollare e con la follia dell'uomo che si avvicinava al suo apice, la Mukenin però non si arrese, anzi tentò un approcciò molto particolare, in primis evocò delle sfere lucenti atte a distrarre il nemico quel tanto che bastava ad eseguire una particolarissima tecnica: la moltiplicazione superiore del corpo.

    Quanta energia... Quanta goduria... SISISI Sarà uno spasso AHAHAHAH

    Gyndo osservava in estasi Lif e le sue copie, quasi completamente nude, che si dimenavano evidentemente sicure di poter avere la meglio su di lui, ma ai suoi occhi non c'era nulla più di una nuova donna da sottomettere e poi uccidere, quando si fosse stancato.

    CITAZIONE
    .:Ehy fustacchione, vuoi divertirti con me?:.

    A quelle parole, pronunciate proprio mentre le altre due copie laterali sparivano, Gyndo rispose con un sadico sorriso ed una frase che lasciò poco adito a ciò che ne sarebbe derivato.

    Quindi vuoi che inizi da te? Ma certo!

    Osservò per un istante le nuove fattezze della donna che si trovava dietro di lui e, muovendosi con grande velocità, si destreggiò abilmente tra o fili metallici in arrivò per poi spiccare un salto che lo portò esattamente dietro la donna e, flettendosi sulle gambe, distese in avanti le braccia con le mani che formavano il sigillo della tigre. L'obbiettivo di un tale pervertito non poteva essere che il retto della vittima che svanì in una nube di fumo riversando tutta la sensazione provata nella vera Mukenin, insieme alla riserva di chakra residua del clone.

    Ohh che peccato... Questo giocattolo è svanito subito... Confido che almeno una di voi sia più soddisfacente! AHAHAHAHAH

    Coprifronte e giubbotto completamente distrutti

    Danni riportati da Lif: 150

    Approccio inadatto al salvataggio della vittima, ma suppongo sia irrilevante per Lif xD prima concentrati su come lei vive ciò che è accaduto e su come decide di comportarsi. Poi riparti all'attacco come ritieni più opportuno. Ti avviso però che stai lottando anche per la tua vita, questo non è un allenamento o una missioncina semplice. Gyndo è un mukenin senza troppi scrupoli e come hai potuto notare non va per il sottile.
     
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    In che caspita di situazione m’ero cacciata? Non era la prima volta che imprevisti simili capitavano, ma nell’arco del tempo avevo cominciato a farci l’abitudine e a somatizzare l’errore di un omicidio. La bomba era stata innescata forse nel momento in cui io stessa ero comparsa nei piani del torturatore, un uomo che pareva godere su più fronti e non dalla più truce violenza sessuale. Forse possedeva un’abilità che non avevo mai visto e la cosa non mi avrebbe sorpreso più di tanto, ma proprio per merito del suo potere mi ritrovai in una situazione tale da sentire la nuda pietra alle mie spalle e da provare un dolore improvviso lungo tutta la schiena.

    Ngh!

    Si disperse ad ogni centimetro della pelle come un vento capace di raggiungere ogni cosa, una sventagliata fastidiosa tuttavia non paragonabile al dolore inferto alla povera donna che in un colpo venne praticamente polverizzata in mille pezzi. A furia di sgranare gli occhi tutto il viso avvampò di calore e la pelle deturpata cominciò a formicolare con così forte intensità da incrementare il senso di impotenza e trasformarlo in rabbia, col cervello in moto e voci indefinibili a rimbombare nella testa. Ogni notte dall’incidente al paese del vortice era divenuta impossibile da sostenere non solo per la visione reale di quel castello degli orrori ma anche per gli effetti della saliva del centipede, il cui gusto pungente come spilli aveva spezzato alcune mie sicurezze rivoltandole come calzini. Strinsi i denti talmente tanto da sentire un rivolo sottile di sangue impastare la bocca, mentre con le gambe provavo a sollevarmi per riprendere una posizione eretta e meno pietosa. Non riconobbi poi i motivi di una fitta disarmante al ventre ma fui soltanto in grado di spostare le mani graffiate di tutto punto per tastare la zona centrale e più prossima all’inguine, ottenendo -di contro – una dose di energia che ben presto ricondussi alla scomparsa di un clone. Avendone evocati quattro e trovandone tre sul campo poteva essere l’unica soluzione, l’unica risposta certa tra tutte le incertezze del momento. La grotta tremolò in un sussulto sofferto, espellendo un verso gutturale generato dall’impeto dello scoppio riversatosi in pareti già probabilmente poco stabili dal principio.

    .:Stai bene?:.

    Il clone posizionato accanto alla mia precedente posizione al momento del suo richiamo si voltò di scatto levando dagli occhi il braccio sinistro, usato per proteggersi in risposta al contrattacco altrui, quasi in grado di recepire gli stimoli e reagire di conseguenza. Cercai di sistemarmi alla meglio in una posizione tale da poter reagire, posando l’iride destra sul suolo e accorgendomi della morte degli insetti a causa di quella violenta ondata di energia che non seppi catalogare.

    A parte il giubbotto e il copri fronte non ho nulla di rotto.


    Nel reggermi sulle gambe con fare barcollante sentii i brandelli di metallo cadere al suolo spargendo note ferrose tranquillamente ignorabili, alleggerendomi di un peso minimo.

    Dopotutto l’unica cosa che pare nemico sappia fare è scappare come topo fetido, con la coda tra le gambe e convinzioni troppo elevate. Averti detto che quella donna non contava nulla per me, non ricordare? O troppo scemo per capirlo?

    Ammisi in una sorta di strana richiesta, schioccando in un colpo solo pollice e medio della mancina nel tentativo di far scomparire il clone alla destra del nemico e quello più vicino a me, che evidentemente avrei fatto meglio a sacrificare per riprendere le energie come successo poc’anzi. Nascosi la rabbia dietro l’ironia e la maschera di ferro, stringendo il labbro inferiore in un morso deciso ma indecifrabile e impossibile da cogliere senza capacità di vedere oltre gusci e oggetti fisici in grado di schermare la verità. Sentii l’adrenalina salire in circolo e pungere la pelle, sentii la tensione appesantire i muscoli mentre il cervello agiva e calcolava ogni singolo dettaglio in quella cava.

    Essere veloce, te lo riconosco… ma io essere stanca.

    Esclamai liberando un ringhio alla fine della frase e congiungendo le dita per provare a realizzare quattro posizioni diverse, richiamando l’energia necessaria come propellente per la rigenerazione degli insetti. Servendosi di quell’energia avrebbero ripreso forma con un tempo nettamente minore e io avrei potuto esternare ognuno di essi proprio come avevo precedentemente fatto, sebbene questa volta avrei provato una mossa meno ampia e incapace di inficiare sulla struttura della grotta, ma non per questo meno forte e aggressiva.

    Sfuggi a questo ora.

    Una vena di sfida rigò quel dire assoluto che si sarebbe espanso nelle teste degli insetti e in quella del nemico, ignorando l’idea che potesse coglierla. Me ne fregai altamente e nell’alimentare la nube nera mostrai una risoluzione diversa dal solito, più sicura. Terrificante? Non spettava a me ammetterlo, sebbene il mix di distruttori e nano venefici avrebbe parlato per me. Provai dunque a spostare il nembo ronzante addosso all’individuo ma cercando di dare a quella scia un comando e una curvatura ad uncino, deviando inizialmente in una parabola ascendente dalla terra al cielo e poi discendente, dal cielo alla terra e da destra verso sinistra.

    Ora.

    Avrei allungato la mancina e rivolto al cielo il palmo immaginando di ghermirne l’ombra in un pugno di rabbia, facendo si che quel gesto si trasformasse in realtà. Avrei provato difatti a comprimere i diversi insetti in una gabbia compatta e opprimente, facendo si che ogni singolo atomo di pelle altrui divenisse una base sicura per le zampette di quei succhia sangue, cercando di scolpirlo in quel marmo vivente che gli insetti complesso da disfare. E sarebbe finita lì? No, per niente.

    .:Vado!:.

    Nuovamente ero intenzionata a ricorrere a del filo, ma questa volta con una modalità dissimile dai precedenti usi e più tattica. Successivamente al richiamo della nube di insetti, il clone rimasto in campo -complice lo spazio ridotto e la continua tendenza altrui all’evasione- avrebbe ripreso il controllo del cavo spinato a sua disposizione per convogliarvi una più copiosa unità di energia frutto di uno sforzo notevole, tale da rendere vivo quel filo e tessere una gabbia di acciaio, cercando di avvicinarsi sfruttando il diversivo e inglobarsi in compagnia dell’uomo così da privarlo del suo spazio di manovra che ripetutamente sfruttato a iosa per sfuggire come un ratto.



    Lìf


    Resistenza: 949-150=799-25=774
    Stamina: 185+185+159+184=713-15-50-90-50(sf)-60=448

    AeJ:
    Dissolvimento clone #1 e #2
    Bozzolo di insetti per aumentare la velocità di rigenerazione
    Espulsione 200 insetti
    Tecnica della Nube di Insetti Venefici (Dokujin no Jutsu)+Sforzo extra
    Entomosfera

    xCLONE #3:
    Stamina: 159-50(sf)-8=101
    Gabbia di fili metallici per inglobarsi con Gyndo (sforzo extra ) - 30mt (2mt ampiezza gabbia)


    •Status corrente:
    Leggermente arrabbiata.
    •Status insetti:
    Affamati.
    •Capacità varie:
    {Conoscenze Orientative e geografiche Liv. I}
    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
    {Oratorie e Popolari Liv. II}
    Licenze
    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
    {Chiropratico - Conoscenze anatomiche acquisite}
    Maestrie
    {Combattente ad alta Tossicità Liv. I}
    {Maestro dei ninjutsu Liv. II}

    •Gadget:
    [Monocolo Fotografico - Occhio Dx]
    Maschera subacquea (indossata)
    Filo spinato*30mt
    Uchiha shuriken*5
    Fori d'aria di Zaku [Indossati]*2
    Amplificatore di Dosu [indossato]
    Kobashot (Medio) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Hydra Bikaku:. (Abnorme) - Sigillata nel Rotolo grande
     
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    Gyndo restava lì a bearsi nella sua risata perversa, mentre osservava le mosse di quella che ormai era la fonte indiscussa del suo desiderio sessuale più sfrenato, e non era per nulla in imbarazzo nel dimostrare ciò attraverso i "movimenti involontari" in bella vista data la sua nudità. Lif però utilizzò questa volta delle parole che non piacquero al mukenin.

    Oh nononono... Io non fuggo... Forse non ti è ancora ben chiaro il tuo futuro, ma presto te ne farai una ragione e vedrai... Ne sarai felice AHAHAHAHAHAHAHAH

    Ma la ragazza non voleva saperne di voler capire e continuò con delle minacce per poi rigenerare tutti gli insetti morti. Con quelli partì quindi all'attacco scagliandoli violentemente verso un Gyndo ormai deciso a fare sul serio e far provare a quella donna la sua "virilità" fino a che non ne fosse diventata succube, solo allora l'avrebbe uccisa privandola di ciò che ormai sarebbe stato il suo solo desiderio. Il passato di quell'uomo era qualcosa che pochi conoscevano e di quelli, molti avrebbero preferito non conoscerlo. Cresciuto tra i continui abusi da parte della madre, aveva sviluppato una particolarissima forma mentis, che fu aggravata dall'altra persona che segnò profondamente la sua sanità mentale, una psichiatra più folle dei suoi pazienti che lo portò a riversare tutte le sue disperazioni sul mondo, godendo di ciò che nell'infanzia l'aveva devastato dentro.

    Gli insetti, come anche i fili metallici, erano ormai vicinissimi ma qualcosa sul corpo del mukenin mutò, e non si trattava solo delle dimensioni della sua fallo che continuavano a crescere, ma di un'improvvisa esplosione di chakra, visibile ad occhio nudo, che lo avvolse completamente come un fiume in piena, straripando dai suoi punti di fuga. In quello stato lasciò flettere leggermente le gambe mentre una maggiore quantità di quel chakra si condensò sotto le piante dei piedi per poi sfociare in uno scatto poderoso all'indietro, al limite dell'umano, potenziato ulteriormente da due esplosioni simultanee originate dai palmi delle mani e rivolte proprio verso gli insetti in avvicinamento. Ciò che ne derivò fu l'innalzamento di un polverone fittissimo mentre la ragazza avrebbe potuto nitidamente percepire la morte di metà dei suoi insetti. Al diradarsi della nube non avrebbe più visto nessuno davanti a lei, infatti il suo depravato nemico si era insinuato nella fredda terra sotto i loro piedi, permettendogli di arrivare alle sue spalle in completo e totale silenzio. Stesso silenzio con il quale fuoriuscì dal terreno come il più letale predatore pronto ad azzannare la sua preda, quella che aveva controllato gli insetti, ma non fu un morso ciò che ne derivò, Lif avrebbe potuto notare all'ultimo istante una mano sbucare dalla sinistra del suo volto, ma probabilmente troppo tardi a causa della riduzione di campo visivo causata dalla maschera. Quella mano stava per afferrare saldamente la sua gola mentre l'altra era ormai già pronta a sferrare un potente pugno carico di chakra Raiton, diretto al centro della schiena, eventualmente senza lasciare la precedente presa.

    L'unica che avrebbe potuto forse agire, era il clone che, guardandosi intorno, avrebbe potuto notare per tempo il palesarsi del nemico alle spalle della sua creatrice, ma avvertirla non sarebbe stato sufficiente, doveva agire!



    Eccoci qui, una piccola nota sul post precedente. Hai confuso un pò le tempistiche, le tue copie vengono create dopo il contrattacco di Gyndo e non assistono all'esplosione. Ma poco male, veniamo al post attuale. Gyndo ha tirato fuori i suoi assi nella manica per catturarti ma hai la possibilità di salvarti, a te.
    Per il resto mi sembra sia tutto chiaro nel post. Se hai dubbi sono a portata di MP
     
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    E imprevedibilmente nemmeno quello bastò a mettere al tappeto il nemico, forse oltre le mie capacità, forse persino più rapido di me a pensare. La soluzione che egli attuò fu nuovamente quella di sfuggire dall’assalto in una maniera più rapida, sgusciando nella terra dopo aver creato quell’esplosione che per poco non avrebbe ridotto anche il clone in un cumulo di cenere. Tempestando gli insetti con due scoppi ad ampio raggio fece sì di liberarsi dalla nube di insetti venefica, decimandone una buona fetta pur lasciando la restante lì in grado di attaccare ugualmente. Reagii di istinto nel posare il braccio sinistro all’altezza della fronte così da proteggerlo da detriti o effetti collaterali, ma nel toglierlo e tornare a guardare la situazione non feci altro che trovare il nulla. Tuttavia non mancai di ricordare le sue parole in risposta all’affermazione di sfida fatta poco prima e avevo chiaramente in mente il significato delle stesse, riuscendo a farmi un’idea di quel “futuro” che già l’uomo pregustava. Sarebbe stato molto meglio evitare che ciò avvenisse ma avevo bisogno di capire dove si fosse cacciato e cosa tramasse, oltre alle modalità per evitare un colpo a sorpresa.

    .:DIETRO DI TE!:.


    Sicuramente al clone era concessa una prospettiva diversa dalla mia ma il suo avvertimento arrivò accompagnato da quella mano che non aveva nulla di buono nelle intenzioni. Probabilmente quel silenzioso fare era il prodotto di una tecnica simile all’assimilazione, eppure non v’era il tempo materiale per pensarci e non sarebbe servito a salvarmi. All’apparizione della mano l’unica cosa che nell’immediato cercai di fare fu cercare una difesa che potesse avvenire nell’immediato, servendomi del contatto con l’amplificatore per provare ad alterare il tessuto cutaneo e indurirlo attraverso una patina d’acciaio. Se fossi stata in grado di convertire il derma in metallo avrei potuto resistere alla zaffata in arrivo e probabilmente anche alle successive, sebbene a quel punto vi fossero poche certezze. Fu impossibile controllare l’agire degli istinti che subentrarono alla ragione in un battibaleno, non mi serviva pensare a cose complicate, avevo semplicemente tutto tra le mani. Mutare in acciaio non sarebbe stato sufficiente e questo portò l’energia a fluire in una dose più massiccia e a disperdersi nei muscoli per renderli più tesi e aggiungere potenziale ad una “banalissima” contrazione degli stessi, proprio nello stesso modo con cui avevo respinto un preciso attacco scagliato da Ryuga e Kurosawa sull’isola di Nanakusa. Se ciò significasse diventare il diversivo per l’agire del clone non avrei avuto motivo di dubitare delle mie azioni, ormai abituata a venir messa all’angolo ogni benedetto giorno. In quella posizione al clone non spettò che fare un’unica cosa, ovvero ricorrere al rotolo gigante apposto dietro la sua schiena ed estrarlo per servirsi di un oggetto particolare celato tra simboli arcaici trascritti con l’inchiostro. Gli insetti non agirono se non per avvicinarsi al clone e camuffarne il piano, cioè quello di sfruttare l’ombrello ninja acquisito al mercato nero per sorprendere il nemico attraverso una subdola manovra anticipata unicamente dal sibilo di una spada.

    .:A quanto sembra è inutile rincorrere ratto:.

    Blaterò il clone con in pugno l’ombrello, cominciando a gestirlo come a voler ingaggiare battaglia o ad attirare l’attenzione di Gyndo, in maniera tale da dare agli insetti la possibilità di innalzarsi fino al soffitto con una struttura simile a quella di una frusta spessa o di un tubo per farvi passare qualcosa.

    .:Ma è meglio stroncare sue zampe:.


    Chiosò prima di puntare il viso in alto e spostare l’ombrello in una sorta di dritto sgualembrato. Quella danza apparentemente inutile fu in realtà il modo più banale per il clone di coordinare lo sciame e quel movimento trasversale dall’alto verso il basso e da destra a sinistra rappresentava il segnale giusto per svelare la lama dell’ombrello da combattimento, celata dal vibrar delle ali e resa un pungiglione mortale. Discendendo sul nemico con la loro forza avrebbero cercato di trapassarne la spalla sinistra portando la lama più in profondità possibile, verso organi indefinibili dalla rotta e anche oltre, spingendo quello stiletto con una veemenza tale da voler vedere l’aculeo fuori dal fianco destro.

    Lìf


    Resistenza: 774
    Stamina: 448-25-50(sf)-20=353

    AeJ:
    Assorbimento dell'universo (acciaio) + Sforzo extra
    Carica di chakra - Riduzione dei danni di Potenza Magica/2 + PM/4 per il primo livello della maestria "Maestro dei ninjutsu"

    xCLONE #3:
    Stamina: 101-15-8=78
    Evocazione "Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Per gli effetti rifarsi a quelli scritti nel post in "mercato nero"
    Formazione affusolata (100 insetti) per camuffare la lama dell'ombrello e colpire il nemico dall'alto in basso

    •Status corrente:
    Sempre moto arrabbiata (?)
    •Status insetti:
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    .:Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande
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    Tutto accadde molto rapidamente, la mano di Gyndo si serrò alla gola di Lif che sembrò perdere il respiro per qualche attimo. Riuscì però a riprendersi leggermente quando la sua tecnica fu completa e la cute divenne metallica, ciò giusto in tempo per incassare, a muscoli ben contratti, un devastante colpo elettrificato alla schiena. L'impatto fu tremendo, ma le diverse difese erette dalla Mukenin poterono salvarla da danni gravi mentre fungeva da messa a terra e l'alettricità fluiva attraverso lei fino a disperdersi al suolo. La presa era ancora ben salda e lo stupratore ne approfittò per consolidarla stringendo a se quel duro corpo e, strappando via l'ingombrante rotolo portato sulla schiena, schiacciò questa al suo petto facendo percepire distintamente qualcosa di grosso ed ingombrante nei pressi delle cosce seminude.

    Nel frattempo, a pochi metri di distanza, il clone di Lif si stava apprestando a sfruttare il particolare ombrello appena evocato, per attaccare con la copertura degli insetti ma fu più l'estasi provata da quella posizione raggiunta a decretare la riuscita di quel colpo che incise una profonda ferita nelle sue carni, una nuova cicatrice da aggiungersi alle tante, non bastò però ad incidere quanto sperato visto che la lama si bloccò come incastrata in una morsa muscolare.

    Ahh... Maledetta puttana... Me la paghirai!

    La presa era ancora salda anche se leggermente tremante mentre la mano destra, evidentemente carica d'ira, mimava un colpo di palmo verso il suo aggressore, passando davanti al volto della versa Lif, e generando una esplosione ampia ed alta che si sarebbe propagata verso l'obbiettivo. Il volto deformato di Gyndo tradiva una certa perdita di controllo, non si sa se dovuta alla ferita in se o all'interruzione sul meglio del suo nuovo gioco. Intanto il clone sarebbe quindi stato impegnato a dover schivare un colpo ad ampio raggio, l'originale avrebbe dovuto cercare di liberarsi se non voleva avere "grosse sorprese" poco piacevoli di li a poco.



    Se qualche passaggio risulta poco chiaro dimmelo. Oggi è stata una giornataccia e sto crollando sulla tastiera :ans:
    Ti becchi comunque ben 48 danni xD e l'avviso che Gyndo si sta innervosendo, sei vicina alla conclusione ma se non trovi un modo per uscire dalla posizione in cui ti trovi inizierai ad avere dei malus sulle azioni per ovvi motivi :rosa:
     
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    Una corazza di acciaio mi avvolse appena in tempo per respingere quella morsa distintamente potente che sulle prime affondò nelle carni con insistenza, seguita dal colpo elettrificato che si disperse dalla schiena come una rete a maglie strette. Non c’erano dubbi sulla forza che il nemico aveva dimostrato o sulle sue capacità di razionalizzare la situazione in preda ad una malsana psicosi. Sentii lo strappo della correggia contenente il rotolo con all’interno la maggior parte delle armi e assieme alla perdita del giubbotto mi sentii ancora più leggera, ma visti i motivi di quella “liberazione” avrei ampiamente preferito sostenere il normale peso a cui ormai ero abituata. Fortunatamente qualcosa aveva sortito i suoi effetti e la spada contenuta nell’ombrello da combattimento era stata mossa nella maniera predetta, pur non raggiungendo il lato opposto e incastrandosi nella pelle indurita.

    Ahh... Maledetta puttana... Me la paghirai!


    Tagliare tua lingua sarebbe buon inizio, o forse sarebbe meglio tagliare qualcos’altro?

    Ammisi stizzita e schifata nel sentire la presenza di quel mollusco penzolante, trovandomi difronte alle prime manifestazioni di timore della giornata, serrando con veemenza i denti celati dietro la maschera. Una situazione così sarebbe stato l’incubo di qualunque essere umano, allora perché non farla finita una volta per tutte? Perché non lasciarmi andare al potere degli antichi fin da subito, fin dal primo avvistamento di quel criminale? Perché ero convinta di dover lasciare al mare il completo bisogno di giudicare la vita degli altri? Mi lasciai andare a quella serie di flashback che dal nulla si manifestarono nella testa, immagini strane e spezzate, ricordi accavallati e privi di un filo logico e temporale. La testa balzò dall’infanzia alla fuga nel deserto in un secondo, si spense nel buio per poi riaccendersi e ripresentare altri avvenimenti frammentati, ricordi di storie perdute. Il cervello poi mi condusse ad un preciso momento della mia vita che parve durare più del combattimento ingaggiato in giornata: il profilo di due disertori impiccati al largo di un litorale roccioso, osservati dalla lente di un cannocchiale. La mano di mia madre toccava la spalla sinistra e le sue calde parole mi aiutarono a capire.
    CITAZIONE
    “Madre, perché quegli uomini non sono stati giudicati dal mare?”

    Era convinzione sull’Orca Nera che proprio il mare dovesse ergersi a giudice, giuria e boia degli uomini e tale idea mi era stata inculcata così tanto da subire una distorsione e una generalizzazione.

    “Perché non erano meritevoli del giudizio dell’acqua mia cara. Il Mare decide delle sorti di chi appartiene al mare, ma i vermi non meritano nemmeno un briciolo della bontà delle onde, ecco perché vedi penzolare quei due al cappio.”

    Verbiò con spaventosa tranquillità e un incrollabile forza, levando la mano e ordinando alla ciurma di fare lo stesso con l’ancora. Quel ricordo divenne sfocato, inghiottito nel funesto gorgo di pensieri e ricordi e soppiantato dalla realtà che tornò a riaccendersi in maniera brillante come anche la consapevolezza di ciò che avrei dovuto fare non solo in quell’occasione, ma per il resto della mia vita. Benché fossi imprigionata nella morsa dell’uomo e la schiena bruciasse un po’ per la scarica ad alto voltaggio, c’erano cose che il nemico non aveva considerato. Nel serrare la morsa alla gola e minacciare la copia aveva ignorato la libertà di braccia e gambe e come se non bastasse aveva dimenticato gli insetti, così come la spada probabilmente ancora conficcata tra i fasci muscolari. Per difendersi dalla minaccia del mukenin, il clone avrebbe posto l’ombrello dinanzi a sé cercando di farsi scudo con esso, fruendo di quella massiccia costituzione metallica issata ad egida. Indipendentemente dalla possibilità o meno di poter tenere testa all’assalto in arrivo io avrei cercato di incanalare una ingente quantità d’aria nelle tubature celate all’interno di entrambi i palmi, così ampia da forzare una presa qualora il nemico avesse scelto di cambiare la destinazione della propria morsa. In quel preciso istante, se fossi stata in grado di racimolare l’energia sufficiente e plasmarla negli arti avrei rivolto entrambe al ventre nemico mimando una sorta di intreccio parallelo al mio stesso ventre e con le braccia a contatto con le ascelle. Miravo a staccarmelo di dosso per non dover continuare a sostare nella sua morsa, ma miravo anche finire quella storia una volta per tutte, evocando dalle viscere l’intervento degli insetti guaritori per provvedere a risanare le riserve energetiche perse.

    Finiamola qui.

    Chiosai indipendentemente dalla situazione attuale, dando fiato al desiderio ultimo che speravo di poter realizzare, scavando a fondo nel cuore per poter così riuscire a tirar fuori dal cilindro la terribile forma smeraldina donata dagli antichi, facendo cadere a terra i pochi insetti rimasti per richiamarne altri ben più letali. Pochi centimetri sopra la zona colpita dal pugno elettrificato sarebbero emerse delle ali sottili da insetto, accompagnate dall’aura verdastra che avrebbe cambiato le cromature del crine e ridonato la vita alle creature nere e col potere dell’acido nel loro dna, capaci di disfarsi di qualsiasi corpo ignorando ogni precauzione, ogni tentativo di resistenza.

    Da dove vuoi che io cominci, dal tuo mollusco, dalle gambe o dalle braccia? Non fa niente, sceglierò io.


    Lo chiesi solo per correttezza ma poco mi importava. A differenza delle altre volte volevo costringere l’altro a patire una vita miserabile e sentire sulla propria pelle il prodotto delle malefatte perpetrate in quel sudicio luogo, per questo non avrei optato per una nube o un tornado, bensì per una serie di 2 frustate modulate con un ordine puramente mentale, imponendo alle creature di scindersi in due metà complete e perfette per attaccare da ambo i lati facendo attenzione a ignorare sia me che il rotolo gettato per terra ma non la parte inferiore del corpo altrui e con essa il suo insulso mollusco penzolante.


    Lìf


    Resistenza: 774-48+150=876
    Stamina: 353-20-40=293-->1000-8=992 (Risveglio)

    AeJ:
    Mantenimento "assorbimento dell'universo"
    Fori d'aria di Zaku diretti al ventre
    Cura tramite i 5 insetti della rigenerazione (+150punti resistenza)
    Dispersione insetti rimanenti
    Risveglio ancestrale
    Formazione affusolata - 2 frustate

    xCLONE #3:
    Stamina: 101-15-8=78
    Utilizzo dell'ombrello ninja da combattimento per difendersi dal colpo di Gyndo

    •Status corrente:
    Sempre moto arrabbiata (?)
    •Status insetti:
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    •Capacità varie:
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    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
    {Oratorie e Popolari Liv. II}
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    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
    {Chiropratico - Conoscenze anatomiche acquisite}
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    .:Hydra Bikaku:. (Abnorme) - Sigillata nel Rotolo grande
     
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    Lo scontro proseguiva senza riserve e da ambedue le parti iniziavano a vedersi sempre più istinti atti a imporre la proprio supremazia sull'altro. Chi in un modo, chi nell'altro, bramava l'assoggettamento del nemico, il renderlo succube del proprio potere ritenuto schiacciante. Gyndo restò non poco sorpreso quando le sue convinzioni iniziarono a venir meno e un piccolo, seppur pungente, spiraglio di paura, iniziò a farsi strada nella sua mente malata.
    Tutto avvenne dopo l'ultimo clone di Lif sfumò in una nuvola biancastra, avvolta dalla potente esplosione. La ragazza riuscì a liberarsi dalla presa sferrando un colpo abbastanza potente da togliere il fiato al nemico per un istante. Un istante sufficiente a sgattaiolare via dalla presa e liberare il suo potere ancestrale, quello stesso potere che fin'ora aveva portato morte e distruzione su chi aveva trovato lungo il suo cammino. Che quella sorte sarebbe toccata anche al Mukenin che voleva seviziarla? L'obbiettivo della ragazza sembrava però essere quello di far soffrire atrocemente il nemico e bastò semplicemente il rilascio del risveglio per far si che ciò iniziasse. Difatti l'onda verde ed i primi insetti Acidi, investono inesorabilmente il nemico iniziando a corrodere le sue carni. Chiazze putride iniziano ad aprirsi sul petto e sulle braccia come se si stessero lentamente liquefacendo mentre una smorfia di dolore lancinante, misto a terrore, invasero quel volto fin'ora rimasto sicuro e perverso. Nella mente del mostro balenò la consapevolezza che questa volta il vero mostro poteva non essere lui! Sconvolto sfruttò il massimo slanciò e briciolo di potere possibile per evitare le due frustate, ma riuscì solo a localizzare il colpo verso lo stinco invece che alla coscia. Perse quindi l'appoggio e si sedette al suolo capendo che per sopravvivere questa volta non si sarebbe potuto godere l'agognato stupro. Per sopravvivere avrebbe dovuto eliminare quella donna senza far valere la sua vigorosità.
    Ribbollente di rabbia e frustrazione, e per l'umiliazione subita, e per la codardia che aveva dimostrato davanti a quella che la sua mente malata associava ad un semplice giocattolo di piacere, si preparò a sfruttare la sua tecnica più brutale e devastante, la tecnica che cancellava qualsiasi traccia di ciò che veniva colpita, come se in quel modo potesse cancellare, come con un colpo di spugna, tutto l'accaduto. Un puntino rosso di intensa lucentezza avrebbe quindi iniziato a risplendere sempre più vistosamente all'altezza del basso ventre di Lif. La mukenin aveva pochi istanti per fare qualcosa, prima che ciò che stava per accadere mettesse la parola fine a quel tragico incontro.

    Bene, questo potrebbe essere l'ultimo post, che ciò sia positivo o negativo per Lif dipende da te xD L'ultimo post l'ho trovato un pò caotico e poco chiaro, per questo prenditi tutto il tempo che ti serve per spiegare al meglio le emozioni del pg e come decide di reagire. Fallo come se ne andasse della vita di Lif, perchè è così! :quoto:
     
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    La rabbia è un potentissimo anestetico contro la ragione. È qualcosa che tutti provano una volta nella vita, sommata al dolore psicologico o fisico. La rabbia è qualcosa di inevitabile e se associata alla propria fine diventa un propellente potente con cui aggrapparsi alla speranza. Sprecare se stessi e vivere con l’idea di arrecare danno agli altri è stato il principio della vita di quel criminale, che ora -davanti ai miei occhi – pareva star soffrendo come un cane bastonato per il rovescio della medaglia. Ebbi modo di contrastare l’offensiva altrui colpendolo in pieno con quella massa di insetti acidi volteggianti e percorsi da un’aura verde e tossica: creature sature di miasma, dopati da una magia mistica e ancestrale, in grado di trascendere la logica e molte delle conoscenze dei normali mortali.

    Non prendertela con me, ma con te stesso. Quelle ferite sono solo il progresso del dolore che tu stesso hai arrecato a chissà quante persone, com’è che lo chiamano? Karma? Si, Karma.


    Sibilai, lapidaria e franca, nei confronti di quell’albino dalla pelle in decomposizione e i latrati nascosti tra i denti forzatamente stretti. Orgoglio? Stupidità? Tenacia? Forse una miscellanea di queste tre, portata all’esasperazione con quel segnale di pericolo che il mio istinto e quello degli insetti ebbero modo di percepire. Un globo luminoso e via via più netto si stava facendo strada all’altezza del mio busto, ma non essendo un prodotto della mia volontà mi sembrò tutto fuorché innocuo. Non c’era una risposta a quell’abilità, non avevo informazioni, non disponevo di alcuna immagine residua fondata su esperienze regresse. C’era solo l’allarmismo e il timore di restarci secca in quella grotta, che certamente non avrei voluto come tomba sotto cui perire, benchè ormai appartenessi alla terra e non più unicamente agli abissi.

    Fa come vuoi, non ho intenzione di aspettare una tua redenzione.

    Spinsi i piedi per terra schernendolo, nel mentre, con ogni fibra della mia antipatia. La stavo raccogliendo come fosse erba fresca da ormai eterni minuti e ora non mi restava altro che gettarla su di lui, ricoprendolo di disprezzo e apatia. Distaccata da quel disperato tentativo di farmi fuori (perché era l’unica risposta razionale di quell’emanazione), cercai di farmi forza sulle gambe senza contare sulle ali sottili e fibrose, emblema massimo di quella sincronizzazione. Non c’era tempo né modo per esprimermi in coreografie elaborate e sforzi complessi, l’unica cosa fattibile e intelligente che la mia mente mi suggerì fu la fuga in perfetto stile pirata, contando anche sulla corazza d’acciaio che decisi di mantenere. A contatto con la terra cercai di plasmare l’energia presente nel corpo per far sì che si espandesse in un fiume continuo a tutti i punti di fuga, estendendosi sotto pelle come un elegante abito da sera. Fasciandomi di quell’energia impastata a grande velocità e con il pieno contatto con la terra, avrei provato a tuffarmi in essa assumendone le caratteristiche da testa a piedi, senza ignorare nessun atomo della mia essenza ma puntando bene gli occhi al nemico per non perderne mai la visuale. Fondere il respiro alla terra non era per nulla facile, ma una certa pratica in quella abilità dava quel vantaggio in più che non potevo farmi sfuggire. E perché lesinare sul quantitativo di materia da usare in quella scomoda situazione? Impegnarmi seriamente per sfuggire ad una morte che non volevo vedere divenne il solo scopo primario, che sobbarcava di gran lunga la fame, la stanchezza e il dolore. La libertà divenne l’obbiettivo a cui anelare, ben più importante della vita di quell’individuo, ben più importante di tutto. Sfuggire nelle viscere della roccia e avviarmi quanto più lontano possibile dal nemico, questa era la soluzione.



    Lìf


    Resistenza: 876
    Stamina: 992+78-20-25-50=975

    AeJ:
    Mantenimento "assorbimento dell'universo"
    Assimilazione di tutto il creato + sforzo extra (50)

    •Status corrente:
    ??
    •Status insetti:
    ??
    •Capacità varie:
    {Conoscenze Orientative e geografiche Liv. I}
    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
    {Oratorie e Popolari Liv. II}
    Licenze
    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
    {Chiropratico - Conoscenze anatomiche acquisite}
    Maestrie
    {Combattente ad alta Tossicità Liv. I}
    {Maestro dei ninjutsu Liv. II}

    •Gadget:
    [Monocolo Fotografico - Occhio Dx]
    Maschera subacquea (indossata)
    Filo spinato*30mt
    Uchiha shuriken*5
    Fori d'aria di Zaku [Indossati]*2
    Amplificatore di Dosu [indossato]
    Kobashot (Medio) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Hydra Bikaku:. (Abnorme) - Sigillata nel Rotolo grande
     
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    Paura? Ardimento? Follia? Rabbia? Un turbinio di emozioni tutte diverse quanto vicine tra loro avvolse entrambi i Mukenin che per un fortuito scherzo del destino si trovarono a doversi affrontare in quell'umido pertugio. Solo uno dei due avrebbe potuto però continuare a vivere, l'altro non avrebbe avuto altra scelta che morire tra indicibili pene ed umiliazioni.

    KABOOOOOOMMM!!!!!!!!!

    Una tremenda esplosione scosse la terra e le rocce circostanti, l'onda d'urto fu devastante al punto che lo stesso utilizzatore ne venne in parte danneggiato, sacrificio che avrebbe fatto volentieri pur di vedere spazzata via la cagna che si ergeva di fronte a lui. Non potè però che trasalire e ribollire di pura furia omicida quando si rese conto che la donna era svanita nel nulla. Tutto intorno a lui crollava ma non gli importava, i suoi occhi scorrevano rapidi tutt'intorno in cerca del suo bersaglio, ma non la trovavano. Un masso più grande si ruppe dal soffitto e cadde dritto su di lui colpendo violentemente la spalla sinistra e causando il suo accasciarsi in ginocchio, un rivolo di sangue uscì dalla bocca e poi, l'ennesimo crollo, una roccia appuntita si staccò dal soffitto e, la fine. La base del collo e parte del petto furono letteralmente trapassati da parte a parte eliminando ogni dubbio sull'accaduto. La piratessa intanto, dal profondo della terra, riprendeva fiato e si preparava a godere del meritato riposo dopo un'avventura tanto assurda quanto malsana.

    Ed ecco la fine xD per quanto particolare ed impostata in modo leggermente non esatto, ti lascio il post conclusivo prima di procedere all'assegnazione delle varie robette. Considera cmq la caccia completata :soso: Congratulazioni
     
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    Il sottosuolo rese quel botto ben meno forte quel botto in superficie. Nulla tremava nel mantello buio di roccia nel quale ero riuscita a nascondermi appena in tempo, sfidando il fato in una gara di velocità e vincendola per il rotto della cuffia. Poco prima di scomparire ebbi modo di intravedere lo sgomento negli occhi del nemico, di quella abominevole creatura maledetta dalla sua stessa freddezza e che nemmeno in punto di morte aveva saputo ragionare con lucidità. Non potendo portare con me gli insetti li lasciai al medesimo destino dell’albino, non badando alle loro reazioni né ascoltando un possibile desiderio di fuga che non rientrava palesemente nelle loro corde. Lo sciame fu l’ultima luce che vidi illuminare la grotta e l’immersione nel sottosuolo mi permise soltanto di avere un contatto con il buio pesto, dominato da animali striscianti e microorganismi accoppiati insieme per creare un ecosistema unico e difficilmente replicabile. Il potente scoppio che pervase la superficie giunse alle orecchie con molta più dolcezza, con la parvenza di un plauso camuffato in una folla di persone urlanti, mentre il tremore postumo si infiltrò fino alla mia posizione allungandosi per qualche secondo e consigliandomi di scandagliare la zona per ricercare fonti di energia da attribuire al nemico. Grazie all’aura del risveglio avevo l’opportunità di assicurarmi una via libera, in quanto non avevo più molta voglia di continuare ad inveire su quella bestia senza scrupoli, quindi chiusi gli occhi per concentrare i miei pensieri sulla zona circostante e sondarla a pieno, una mossa che mi diede risposta in poco tempo.

    *A quanto pare nulla può andare sempre come premeditato. *


    Fu un pensiero amaro, che risuonò nel cervello mentre l’attrito con la terra delineava la mia risalita in un punto diverso rispetto a quello sfruttato per immergermi. Dovevo proteggere me stessa indipendentemente dal risultato finale delle azioni altrui, tenendo conto della pericolosità di una grotta vicina al crollo totale. Deglutii distrattamente un grumo di saliva pur con la maschera che nascondeva le imperfezioni e le smorfie, senza puntare lo sguardo a qualcosa di indefinito ma percorrendo la strada davanti a me in base alle informazioni acquisite nella battaglia, all’immagine della superficie e il punto di entrata, che a logica avrei sfruttato per uscire da quella tomba. Una volta raggiunta la destinazione avrei compiuto un balzo per riemergere fino alla cima, assicurandomi della situazione e studiando la via libera con il solo occhio illeso, dal basso verso l’alto, da destra a sinistra, senza tralasciare alcun elemento, agendo con rapidità. Per quanto precarie fossero le condizioni del tumulo a me bastarono pochi istanti per sbucare fuori dalla fossa e sincerarmi delle condizioni del criminale sepolto e martoriato da un ammasso di macerie.

    Sarà meglio andare via.

    Era la cosa più intelligente che potessi dire e fare, la scelta più saggia della giornata. Premurandomi di recuperare ogni attrezzo lì disseminato, passai gli ultimi istanti a cercare qualche oggetto prezioso da poter rivendere al mercato nero e se avessi avuto fortuna nell’arraffarne qualcuno mi sarei dileguata verso l’unica entrata principale al fine di recuperare il Mosquito, procedendo ad una fuga rapida tra le sabbie desertiche di Suna, senza una chiara destinazione.


    Grazie per il masteraggio :rosa: :rosa:
     
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