[BOZZE] Atshushi

Post in elebarazione

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    Alcuni concetti sono davvero difficili da afferrare. Mi sono sempre domandato cosa potesse voler dire “la guerra è scoppiata alle ore x del giorno y”. Come si fa a decidere quando “scoppia” una guerra? I generali di un esercito si incontrano e decidono che al termine di quell’incontro si inizierà a spargere sangue? Oppure bisogna attendere che la terra si bagni della prima goccia di sangue o che il primo corpo senza vita cada al suolo? Io ero andato in guerra e non sapevo neanche da quando o quanto tempo il mio paese fosse in stato di belligeranza. In effetti, non era una cosa così insolita. Spesso i soldati non sanno nulla delle battaglie che combattono, spetta ai posteri conoscerne ogni dettaglio appreso dai libri di storia. Io non ero più lo scolaretto dietro i banchi di scuola che disegnava annoiato kunai sui bordi bianchi dei libri; io ero solo una pedina mossa in prima linea.

    Anzi, ad essere sinceri, quel giorno noi genin fummo molto fortunati. O almeno così dovettero pensare i nostri superiori prima di scagliarsi all’attacco. Dopo la prima notte passata nell’accampamento di tende e bivacchi, ero riuscito a farmi un’idea della forza ivi presente. Eravamo in circa duecento, tra ninja di Kiri e di Konoha, almeno così mi sembrava, anche se fui troppo ottimista nelle stime. Mi resi conto con dispiacere dell’assenza di Misu. Era diventata la mia sensei, insegnandomi nuove tecniche e aiutandomi a padroneggiare quelle che già conoscevo. Sfortunatamente doveva essere stata impiegata altrove. La sua presenza mi avrebbe sicuramente rincuorato.
    Quando il sole raggiunse il suo apice nel pallido cielo autunnale, il comandante della truppa chiamò l’adunata. Lo benedissi. Non sopportavo più l’aria di tensione che si stava sviluppando nell’accampamento. A mano a mano che le ore si susseguivano nel loro infinito ciclo, le parole diventavano sempre più sporadiche, i visi si ingrigivano e una cupola di incertezza gravava sulle nostre teste: l’ora dell’attacco si avvicinava.

    Non accusatemi se non sono uno storico impeccabile, ma non è questo il mio scopo. Il comandante tenne un discorso per incoraggiarci e sollecitarci a lanciarci all’attacco contro la città portuale catturata dai pirati, ma non ricordo esattamente che parole avesse usato. So solo che quando terminò si alzò un’ovazione così forte da entrarmi dentro e sentii le ossa tremare per l’adrenalina del momento: all’attacco!

    ***



    Fu così che rimasi per la prima volta deluso dalla guerra. Non posso negare di aver fantasticato di come avrei massacrato i miei nemici in battaglia ricoprendomi di onori al punto da ricevere elogi e gratificazioni dai miei superiori, ma invece furono soltanto una cinquantina tra chuunin e jounin a partire correndo e urlando verso il nemico. Noi genin, un centinaio circa, restammo a badare alle tende e alle armi. Nostro compito era di restare in attesa del momento in cui saremmo stati chiamati dal campo di battaglia per portare soccorso. Restai profondamente amareggiato e pensai che anche la guerra era un’immensa stronzata. Anche quel giorno non avrei fatto nulla di eccezionale. Pensai che mi sarei annoiato come quando facevo il postino a Kiri. Pensai che non avrei trovato un nemico da affrontare. Quanto fui stupido!

    Ci fu un boato. Un rumore assordante che spazzò via ogni altro suono nel mondo. Un’ondata di vento fece ondeggiare gli alberi intorno all’accampamento e stormi di uccelli volarono sopra le nostre teste in direzione opposta rispetto alla strada percorsa dall’avanguardia dell’esercito della nebbia e di Konoha. All’esplosione fece eco l’urlo di alcuni di noi. Voci rotte e impaurite che chiedevano al vento cosa avesse creato quel boato.

    -Tsè! I nostri anziani hanno già spappolato quelle ciurme di idioti.-
    A parlare fu un mio conterraneo più alto di me che si fece largo tra due tende portandosi vicino ad un fuoco da campo dove ardevano poche braci. -Non è rimasto nulla di loro. Possiamo andarcene a casa.- E scoppiò in una fragorosa risata.

    Rimasi ad osservarlo, quasi confortato da tanta tracotanza, ma allo stesso tempo infastidito. Infastidito perché io non riuscivo ad essere così e, forse, non volevo neanche esserlo. La sicurezza non è arroganza, né tanto meno stupidità. Mi guardai intorno e scorsi volti pallidi e atterriti: c’era preoccupazione nell’aria. Forse era stato saggio il comandante lasciandoci indietro, forse la guerra non era per noi giovani inesperti. Ma fu la guerra a venirci a prendere di forza.
    C’era un ragazzino di Konoha in lacrime che piangeva piegato sulle ginocchia. L’arrogante ninja di poco prima lo individuò e gli si scagliò contro.

    -Ma a Konoha allevano conigli impauriti o ninja?!- Lo afferrò per il lembo della giubba verde della Foglia e lo strattonò, ma il fanciullo non volle saperne e restò piantato a terra singhiozzando. -Smettila di piangere, idiota!- Lo incalzò il suo aguzzino.

    Fu abbastanza per me. Non ho mai sopportato i prepotenti che se la prendono con i più deboli. In realtà non sopportavano neanche la debolezza, però in situazioni del genere il mio senso di compassione prevaleva sempre.
    -Ehi tu!- Cercai di attirare la sua attenzione, mentre mi avvicinavo a grandi passi. -Lascialo subito in pace!-

    Fui notato dall’aguzzino e subito mi si scagliò contro.

    -Ah, ora a Kiri addestriamo guardiani di conigli! Dovresti stare dalla mia parte, idiota!-
    -Siamo tutti dalla stessa parte!- Maledizione, le persone sono così stupide…

    Mi beccai un pugno in viso che mi fece volare a terra. Il genin di Kiri torreggiava su di me ed io mi puntellai sui gomiti per tirarmi su con la bocca sporca di sangue. Lo guardavo dal basso verso l’alto e dietro la sua testa vedevo il cielo striato di nuvole sottili. Stava per pestarmi con la suola dei suoi sandali, ma rimase col piede sospeso a mezz’aria. Udii intorno a me urla. Urla di guerra a cui fecero eco grida disperate.

    Guardai gli occhi del mio aggressore fissare un punto indistinto in lontananza e farsi sempre più grigi fino a spegnersi. Notai qualcosa uscirgli dall’addome. Cadde in ginocchio davanti ai miei piedi tossendo sangue. Guardai ancora in basso e riconobbi una lama insanguinata. Era stato trafitto alle spalle!

    La lama fu ritratta ed udii il risucchio del sangue nella ferita cava. Riuscii a spostare lo sguardo alle spalle del ragazzo e vidi un uomo con una bandana in testa ed una folta barba tendere le braccia al cielo e poi abbattere strillando la katana sul collo del ragazzo morente. Il fendente non riuscì a decapitarlo, ma bastò a far zampillare sangue ovunque, anche su di me. L’omicida imprecò e gli scagliò un calcio facendo rotolare il cadavere di lato e mi guardò sghignazzando puntandomi la lama lordata di sangue.

    Disse qualcosa, non so cosa perché usò una lingua diversa dalla mia, ma capii che ora toccava a me. Ho sempre avuto una sola, grande paura: l’impotenza. Quando avevo degli incubi da bambino, il tratto più terrorizzante era sempre lo stesso: essere impotente. Dovevo fare qualcosa ed avevo urgenza di farlo, ma non controllavo il mio corpo. Sentivo i piedi, le gambe, le braccia e le mani, ma non mi rispondevano. Cercavo di muovermi e non ci riuscivo. Cercavo di parlare, ma mugugnavo. Poi le palpebre si sbarravano ed io scivolavo nel buio più totale. Quel giorno mi parve di rivivere uno di quegli incubi. E se non avessi avuto gli occhi aperti, fissi sul viso cotto dal solo e sporco di quel pirata, ora non potrei raccontarlo. Avanzò verso di me e mi sferrò un pestone sulla bocca dello stomaco. Fu un miracolo se non prese il polmone danneggiato, ma ringraziai comunque la giubba grigia da chuunin che indossavo perché l’imbottitura attutì il colpo. Tossii e rimasi senza fiato, ma poteva andarmi peggio. Vidi la katana salire al cielo con la punta in perpendicolare al mio petto. Voleva finirmi alla svelta. Lo guardai negli occhi, se proprio doveva uccidermi, volevo guardare il suo sguardo da vigliacco assassino mentre abbandonavo la vita.

    -MUORI!-

    Usò la mia lingua, e affondò la spada verso il terreno e verso di me. Mi salvai soltanto grazie al mio istinto di sopravvivenza, perché ero ancora sotto shock e mi sarei lasciato trapassare da quella katana già sporca di sangue, se non avessi accecato il mio aggressore con una banale tecnica. Sentii il chakra accumularsi sulla lingua, come se non lo controllassi io, e lo sputai fuori come cento piccoli aghi che si conficcarono al di sopra della barba di quell’assassino che cominciò a darsi manate in faccia con la katana ancora in pugno

    Ansimavo e non sapevo cosa fare. Tentai di tirarmi su e sentii una fitta al fianco. La solita maledetta fitta, ma non potevo curarmene ora. Presi un kunai dalla tasca e lo strinsi con entrambi le mani. Sentivo l’odore del fumo e del sangue nelle narici. Lanciai un’occhiata e vidi il corpo senza vita del ninja che mi aveva dato un pugno e poco più in là steso a terra con la faccia nel fango, senza vita, c’era il biondino di Konoha che avevo cercato di salvare dalle sue angherie. Sentii il sangue salirmi alla testa così intensamente che mi parve di sentire i capillari dei miei bulbi oculari esplodere sotto tanta pressione.

    -MALEDETTOOO!!!-

    Le mani tremavano come foglie intorno al kunai, ma mi lanciai ugualmente contro il mio nemico ancora accecato e lo caricai con tutto il peso del mio esile corpo. Lo investii e lo gettai a terra nonostante fosse più alto e più grasso di me. Mi ritrovai a cavalcioni sul suo corpo. Avvertii il calore del sangue sulle mani e quella sensazione mi inebriò. La mia arma era sparita nel suo ventre e provai un’inaspettata sensazione di perverso piacere quando mossi leggermente il kunai facendo sussultare la mia vittima. Cominciai a spingere e scavare con il filo della mia arma per poi estrarla e conficcarla ancora nel tenero grembo dell’omicida, affinchè in quello spregevole assassino di ragazzi non restasse più un briciolo di vita. Mentre lo colpivo vedevo ancora lo sguardo vacuo dell’arrogante ninja che per quanto meritasse una punizione, non meritava la morte. Così io, Atshushi Nasushimo, ebbi il mio battesimo di sangue.

    Stavo ancora martoriando quel corpo senza vita, quando qualcuno mi tirò su di forza stringendomi in una presa asfissiante.

    -Piccolo, sporco ninja! Ti uccido!-

    Non riuscivo a vedere il volto del mio aggressore, ma l’adrenalina era entrata in circolo. Cercai col chakra l’uomo che avevo ucciso ed effettuai una sostituzione. La tecnica andò meglio del mio previsto ed il secondo pirata finì schiacciato dal peso del panzone che avevo ucciso. Raccolsi la katana macchiata del sangue degli altri genin da terra e gliela puntai alla gola, mentre quello cercava di liberarsi dal peso morto. Pochi centimetri lo separavano dall’oblio ed io ero l’unico giudice in grado di decidere della sua vita. Non riuscivo a pensare ad altro che ai miei compagni morti e forse ero anche in lacrime. Volevo ucciderlo. Avrei dovuto farlo. Invece rimasi impietrito con la spada stretta nella mano destra mentre guardavo il pirata liberare le gambe intrappolate sotto il cadavere del suo compagno. Si rimise in piedi e mi guardò con due piccoli occhietti storti iniettati di furore. Vidi riflesso nel suo sguardo la mia morte. Il terrore si impadronì del mio corpo lasciandomi inerme di fronte al mio aguzzino assettato di sangue e di vendetta.

    -Piccolo bastardo!- Ricordo che biascicava ed emanava una puzza acida di alcool. -Con i tuoi piccoli trucchetti da circo!-

    In un attimo mi fu addosso e mi tirò su per la gola. Le sue mani mi premevano sulla trachea e con essa schiacciata rimasi subito senz’aria. La katana mi scivolò di mano e restai disarmato. Calciavo disperatamente l’aria in cerca del terreno, ma il mio aguzzino sembrava più forte di quanto suggerisse il suo fisico snello e mi tenne penzoloni. Cominciai a colpirlo con i pugni chiusi sulle braccia, ma non ne ricavai altro che degli strattoni con cui il pirata rinsaldò la presa sul mio collo. Ero di nuovo sul punto di morire e nuovamente ero sul punto di lasciarmi in balia degli eventi. Un velo di nebbia mi calò davanti gli occhi ed improvvisamente non ebbi più la forza di tenere le palpebre aperte.

    -Muori, pezzo di merda!-

    La voce del pirata era un rumore lontano. Doveva avermi abbandonato anche il mio istinto di sopravvivenza, forse era stanco di salvare un inetto come me incapace di tenere testa a dei marinai ubriaconi. Gli posai entrambi le braccia sulle spalle sforzandomi di arrivare ad afferrargli il collo in un pietoso tentativo di ribaltare la situazione. Ma i miei arti erano più corti dei suoi e riuscii soltanto a sfiorare con le dita il punto in cui il collo si attacca al tronco. Ormai non riuscivo neanche a distinguere più cosa stessi toccando. I piedi mi formicolavano e la lingua mi sembrava un corpo estraneo in bocca. Cominciai a sentire a prurito ovunque, soprattutto sull’avambraccio destro. Sentivo qualcosa che dal polso risaliva fino al gomito e mi stringeva la pelle. Stavo morendo…

    …no… non così… presto… non posso… io… io devo… devo…

    Improvvisamente mi ricordai cosa fosse, o meglio, sperai che fosse ciò che pensavo. Ci fu uno scatto metallico e repentinamente le mani del pirata smisero di stringere con tanta forza. Un filo d’aria mi entrò nei polmoni, quel tanto che bastava per permettermi di spingermi in avanti con la destra del corpo per penetrare più in profondità con la lama celata sotto la manica della mia maglia. Infatti, avevo sfruttato quel marchingegno per colmare la distanza che mi separava dal pirata ed ero riuscito a colpirlo di punta sul collo. A mano a mano che portavo in avanti la spalla e il braccio affondando sempre di più la lama nella sua carne, la sua presa si fece sempre più debole fino a quando non tornai con i piedi a terra. Il suo corpo sussultava e tossiva sangue. Le sue pupille si dilatarono e la bocca si distorse in un’orribile smorfia mentre il sangue zampillava dallo squarcio che gli avevo aperto in gola imbrattandoci entrambi. Restammo un attimo l’uno di fronte all’altro, in piedi, con il braccio teso verso la sua gola e il mio pugnale nella sua carne. I miei occhi lucidi di lacrime, ma traboccanti d’ira e di disperazione. Il suo sguardo vacuo e freddo, quasi incredulo. Feci un ampio passo indietro e dopo un attimo di esitazione l’uomo cadde morente ai miei piedi.

    Ad oggi mi pento di aver ucciso quei pirati quel giorno. Non perché non meritassero di vivere, ma meritavano pene ben peggiori della morte, come marcire in una prigione fino alla vecchiaia. Tuttavia in quel momento la mia testa era vuota. Inoltre, detto sinceramente, non avrei potuto fare altrimenti perché l’attacco a sorpresa al nostro campo era inaspettato ed io mi trovai totalmente inerme davanti il nemico. Se non avessi sferrato colpi mortali, per quanto involontari e obbligati dalle circostanze, non sarei sopravvissuto.

    Eravamo in guerra. Io avevo appena ucciso, ma non me ne ero ancora reso conto. Quel giorno accadde tutto così di fretta. Era tutto successo di fretta. Prima l’allarme a Kiri, poi il viaggio in barca ed infine quell’attacco a sorpresa. Non riuscivo a stare a passo con gli avvenimenti, lasciando il mio corpo ad agire da solo in balia degli eventi. Avevo tolto la vita a due persone. Sul momento non ci badai perché intorno a me, era pieno di corpi di miei compagni senza vita, imbrattati di sangue e con maschere di dolore in volto. Il mio pensiero era rivolto a loro e sarebbe stato per loro se non avrei smesso di combattere fino a quando l’ultimo pirata non fosse giaciuto con la faccia rivolta nel fango.

    Respiravo a fatica. Respiri brevi e rapidi perché altrimenti il fianco mi avrebbe ricordato cosa vuol dire dolore. Mi guardai intorno e non vidi più intorno a me l’accampamento di un reggimento di ninja. Le tende erano bruciate o stavano bruciando lasciando cumuli neri a terra. C’erano cadaveri ovunque, per lo più ninja con il giubbotto grigio di Kiri, ma anche alcuni con il verde di Konoha. Ed urla. Ovunque nell'accampamento tra le tende carbonizzate si alzavano grida disperata, urla fragorose e il tintinnare delle armi che cozzavano tra loro. C'era ancora molto da combattere quel giorno.

    Edited by tisy16 - 19/8/2018, 14:07
     
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    •Informazioni Personali
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    •Nome: Atshushi
    •Cognome: Nasushimo
    •Età: 15 [31/01/4 d.Z]
    •Kekkei Genkai: Discendente Uzumaki
    •Villaggio natale: Kiri
    •Residenza attuale: Kiri
    •Rango: Chuunin
    •Taglia: 36950
    •Segni particolari: Pur essendo un Uzumaki non ha i capelli rossi che contraddistinguono il clan. Non ha nemmeno il cognome del clan e nessuno in famiglia sa che nel suo DNA ci sono geni speciali

    •Achievements:

    -Allora vorrei...
    -Beginner
    -Inizia la tua via del ninja!
    -Primi sigilli compiuti
    -E così ti piace il corpo a corpo, eh?
    -Defender!
    -Monster
    -Support
    -VICTORY
    -Discendente di Indra
    -Oneshot
    -Elementalista
    -Questione di "dovere"
    -Discendente di Ashura
    -La vita da shinobi è dura
    -Fortuna o abilità?
    -Sblocco del potenziale
    -Potere assoluto!
    -L'Handicap non è un problema
    -Più forte di te

    •Avvenimenti
    Personal Quest

    Madre, padre e fratelli
    Guasto elettrico
    Rientro burrascoso
    Svezzamento
    Illusioni e radici

    Allenamenti

    Allenamento vs Azibo [Sconfitta]
    Allenamento vs Shinrei Nara [Vittoria]
    Allenamento vs Shinichi Yuki [Sconfitta]
    Allenamento vs Shirai Riot e Sukazu Kaguya[Vittoria]


    Eventi

    Cicatrice invisibile [Infermeria]
    Gocce del Passato, fiumana del futuro [Funerale Shaku]
    La Battaglia del Golfo degli Squali [Evento Speciale Guerra]
    Lacrime e speranza [Infermeria]
    [Evento Natalizio] Nihilius[Evento Speciale Natale]
    Il Viaggio del Prigioniero [Infermeria]
    Un'Inaspettata Richiesta [Patto con i Rospi]


    •Descrizione psico-fisica

    Psiche

    Taciturno, parla solo quando deve. In rare occasioni viene preso da una parlantina stupida che lo fa sentire allegro ma ridicolo. Odia la compagnia invasiva anche se non riesce a stare da solo per periodi troppo lunghi. Non ha mai subito traumi particolari e crede di vivere una vita normalissima. Guardando al proprio futuro vede suo fratello, jonin di Kiri, e sa che vuole seguire le sue orme. Ma niente è semplice come sembra.

    Fisico

    Statura nella norma con capelli castano scuri tendenti al nero che gli ricadono morbidi sulla fronte incorniciandogli il viso e due profondi occhi nocciola. Corporatura slanciata ed asciutta. Di carnagione piuttosto pallida e spesso ha segni neri sotto gli occhi sebbene non abbia problemi di insonnia. Veste solitamente abiti scuri.



    •Storia

    Prologo

    Atshushi cresce e vive a Kirinumi con i propri genitori ed i due fratelli più grandi di lui.
    Kirinumi è un sobborgo di Kirigakure. In realtà, una volta era un piccolo agglomerato di case di antiche origini che però è stato inglobato dall'espansione della capitale della Terra dell'Acqua.
    Suo padre insegna a leggere e scrivere nella scuola rionale di Kirinumi ed è un uomo onesto, rispettato da tutti e sfruttato da chi ha quell'inclinazione dell'animo proprio dei furbi e degli approfittanti.
    La madre gestisce un piccolo spaccio alimentare dove è possibile trovare soltanto prodotti genuini e provenienti dalle vicine fattorie.
    Il lavoro dei genitori ha permesso alla famiglia di vivere senza stenti e senza opulenza. Tuttavia, il tempo, già di per sè sfuggevole ed inclemente, non hai mai permesso ai signori Nasushimo di essere sufficientemente presenti a casa.
    Poiché Atshushi è nato ben 12 anni dopo il secondogenito della famiglia, egli è cresciuto tra i fratelli più grandi di lui. Nomosi era già un Genin che aspirava a diventare un ninja di alto rango, ma nonostante gli sforzi non riusciva ad ottenere il grado di chuunin. Alla nascita di Atshushi aveva 16 anni.
    Artosi, di due anni più piccoli di Nomosi, invece si guadagnava da vivere con piccoli traffici al limite della liceità.
    Atshushi conserva gelosamente i ricordi della propria infanzia poiché li considera i più felici di cui ha memoria. Gli piaceva giocare con i propri fratelli e non soffriva della poca presenza dei genitori, ma anzi, godeva particolarmente di quei rari momenti in cui poteva stare solo con loro.
    Il periodo idilliaco finì bruscamente quando Atshushi aveva 7 anni: Nomosi, infatti, riuscì finalmente a prendere il grado di chuunin suscitando tutta l'ammirazione dei genitori. Questo traguardo, che sarebbe dovuto essere soltanto un episodio felice dei Nasushimo, segnò un brusco cambiamento di rotta della stessa famiglia. Nomosi, infatti, cominciò ad essere sempre più assente a causa dei nuovi obblighi che comportava il grado acquisito e ben fresto finì per trasferirsi altrove, diventando poco dopo jonin. I contatti con la famiglia si fecero sempre più sporadici fino ad assottigliarsi a poche comunicazioni di pura necessità.
    Artosi si trasferì in un'altra città dopo un litigio - l'ennesimo - particolarmente furioso con i genitori.
    Atshushi, nel frattempo, aveva iniziato l'accademia ninja deciso a seguire le tracce di Nomosi. Infatti, sebbene fosse molto affezionato ad Artosi, aveva assunto l'altro fratello come modello da emulare. Cominciò a seguire l'accademia con entusiasmo, ma gli scombussolamenti familiari che avvenirono negli anni seguenti lo portarono a diplomarsi come Genin tra la più ostentata e sfacciata sufficienza. La sufficienza si è scolpita nell'animo del ragazzo portandolo ad idolatrare la modestia e l'inerzia come icone dominanti che alimentano la sua personalità. La delusione causata dall'allontamento di Nomosi lo ha privato anche dell'entusiasmo con cui sognava di intraprendere la carriera militare. Ormai, però, è stato iscritto tra i ninja di Kiri e Atshushi è deciso a sfruttare ciò per costruirsi una vita che gli restituisca la gioia provata quando era ancora in bambino.


    Genin

    --




    •Abilità Ninja
    Controllo del Chakra 140/250Potenza Magica 90/250
    Forza Fisica 40/250Ninjutsu 115/250
    Agilità 40/250Taijutsu 40/250
    Resistenza 30/100Genjutsu 30/250
    Stamina 50/100Elementi Fulmine 18px-Nature_Icon_Lightning.svg Acqua 18px- Nature_Icon_Water.svg Slots: 25
     



    •Missioni portate a termine
    Livello D:Giù dalla montagna
    Livello C:Into the Forest
    Livello B:/ /
    Livello A:La Folli di Torma e Surgi & Pt.2
    Livello S:La Battaglia del Golfo degli Squali
     



    Denaro: 45200 Ryo
    Armi e Accessori
    - Meccanismo retrattile del Kunai (kunai equipaggiato) Sx
    - Lama Retrattile Dx
    - Polsino Evoca-Arma Sx
    - Wakizashi
    - x4 kunai
    - x1 shuriken
    - x4 uchiha shuriken
    -
    Consumabili e Materiali
    -30m Filo d'acciaio
    - 30m Filo spinato
    - x1 Tonico Coagulante
    - x1 Siringa con Antidoto
    -
    -
    Spazi Disponibili> Oggetti Minuscoli/Piccoli: 34/40 [I piccoli occupano 2 punti spazio]
    > Oggetti Medi: 1/1
    > Oggetti Grandi: 0/0
    >Oggetti Abnormi: 1/1


    Contenitori Posseduti:
    -Borsello Porta Armi x2 [x4 uchiha shuriken,x1 shuriken, x2 Carta bomba,x1 Fumogeno,30m filo spinato,30m filo d'acciaio,x1 Tonico Coagulante, x1 Siringa con Antidoto] 20/20
    -Taschino Porta Armi [x3 kunai,x1 Gokan Sakusou,x1 Palla di Luce,] 8/8
    -Paracosce Laminate [x3 Kunai affilato di Kiri,] 6/12
    -Giubbotto Ninja [x6 rotoli piccoli] 6/6
    -Cintura Leggera di Cuoio [Wakizashi] Sopra il fondoschiena, parallela al terreno
    - Cintura Robusta Trasversale [Rotolo gigante] Sulla schiena
    Protezioni Corporee
    Testa Resistenza protezione: 30 -Coprifronte di Kiri
    Busto Resistenza protezione: 100 -Giubbotto Ninja
    Avambraccia Resistenza protezione: 50 -Paravambraccia a Scaglie
    Braccia Resistenza protezione: //
    Mani Resistenza protezione: 50 -Guanti Placcati
    Cosce Resistenza protezione: 40 -Paracosce Laminate
    Gambe Resistenza protezione: //
    Stinchi Resistenza protezione: 60 -Calzari da combattimento

     



    •Esperienza e Tecniche Conosciute
    Legenda

    -
    Esperienza Totale: 3131
    -
    Esperienza Utilizzabile: 191
    -

    Livello D

    Tecnica della Sostituzione (Kawarimi no Jutsu) [utilizzabile sia in attacco che in difesa]
    Tecnica della Trasformazione del Corpo (Henge no Jutsu)
    Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (Bunshin no Jutsu) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Tecnica della Moltiplicazione Oboro (Oboro Bunshin no Jutsu) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Aghi Volanti Perforanti (Hitei Mushou)
    Tecnica dello Scudo dell'Eco (Utsusemi no Jutsu)
    Tecnica della Stretta d'Acciaio (Ayatsuito no Jutsu) [utilizzabile sia in attacco che in difesa]
    Tecnica della Paralisi (Kanashibari no Jutsu) [utilizzabile per contrattaccare]
    Tecnica della Fuga (Nawanuke no Jutsu)



    Livello C

    Sfere lucenti (Hikari no oubu)
    Tecnica della Dispersione dei Mille Corvi (Sanzengarasu no Jutsu)
    Arte del fulmine: taglio della tigre (Raiton: torabasami)[utilizzabile in difesa]
    Violenta Onda Acquatica (Mizurappa) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Tecnica del Velo di Nebbia (Kirigakure no Jutsu) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Tecnica della Moltiplicazione Acquatica (Mizu-bushin no Jutsu) [utilizzabile nel turno di difesa]



    Livello B

    Tecnica dei Corvi Esplosivi
    Sfera di Plasma (Purazuma Booru)
    Saette Volanti (Hiko no yajirushi)
    Colpo del Fulmine (Raigeki)
    Oscurità Artificiosa (Gian)
    Tecnica dello Squalo Proiettile (Suikoudan no Jutsu)
    Tornado Acquatico (Mizu no Tatsumaki)
    Muro Acquatico (Suijinheki)
    Onda Esplosiva (Baku Suishouha) [utilizzabile nel turno di difesa]



    Livello A

    Onda Pressante (Kangekiha) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Tecnica dell'Esplosione Acquatica (Daibakufu no Jutsu) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Tsunami Travolgente (Suishouha) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Tecnica della Prigione Acquatica (Suiro no Jutsu)
    Tecnica del Drago Acquatico (Suiryudan no Jutsu)
    Cinque Squali Famelici (Goshokuzame)




    Livello S
    / /
     



    •Abilità Speciali/capacità Ninja
    Abilità
    Concentrazione del chakra
    Jutsu ad una mano
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu]


    Slot personalizzazione
    [3/8]
    Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo (Kage Bunshin no Jutsu) [utilizzabile nel turno di difesa]
    Conoscenze
    Militaristiche strategiche lvl I
    Storiche II° Livello
    Orientative e geografiche II° Livello


    Maestrie
    Resistenza alle Illusioni II° Livello: Occhi Anti-Genjutsu
    Nautilus II° Livello: Anemone di Mare
     


    Edited by tisy16 - 13/8/2019, 15:55
     
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    III


    “Guardati intorno, il mondo sta bruciando.”
    Atshushi riemerse in superficie vomitando acqua. A gattoni, con il chakra a mantenerlo a galla a fatica su un mare agitato come acqua in ebollizione. Era stato sbalzato oltre il parapetto di un’imbarcazione che ormai non esisteva praticamente più, se non per un castello di poppa ostinato a resistere alle onde sferzanti. Dove non lo colpiva l’acqua, il legno era attaccato dalle fiamme.
    Il ninja aveva rischiato di annegare poiché, a causa del forte impatto con l’acqua a seguito dell’onda d’urto dell’esplosione, aveva perso conoscenza. Quando aveva riaperto gli occhi e i polmoni, l’acqua si era riversata dentro di lui copiosamente. Soltanto grazie alle sue doti di manipolazione dell’acqua era riuscito a riemergere per tempo. Sarebbe stato davvero ironico morire a causa dell’elemento naturale al quale si è più affini, non trovate?
    “Merda! Dove sono i ragazzi?” Hisashi, Moroi e Katsumi, i suoi tre allievi. Erano alla prima missione insieme e non poteva di certo perderli così. Si rimise in piedi e cominciò a gettare lo sguardo oltre il mare tempestoso che, tra un’onda e un avvallamento, gli impediva da ogni lato la vista. Ecco Moroi, sulla poppa semidistrutta, bagnato fradicio e con un kunai stretto in pugno. Poco più in basso Hisashi impegnato nel risalire il ponto della nave spezzato in due per raggiungere il compagno. La nave stava lentamente colando a picco ed era un miracolo se le onde non erano ancora riuscite a ribaltarla. Dallo scafo distrutto erano caduti in mare i colli con i rifornimenti per l’isola di Ouzu. Era inutile sottolineare il fallimento della missione ed era utopico anche solo sperare di raggiungere l’isola. L’unica preoccupazione di Atshushi era riportare tutti vivi a Kiri. Della ciurma della nave non c’era già più traccia, ma il suo cuore batteva soltanto per i suoi allievi. Sentiva il cuore rimbalzargli in petto sempre più freneticamente, mentre non riusciva a trovare Katsumi. Pezzi di nave galleggiavano sul pelo frastagliato dell’acqua, casse di legno navigavano fra di essi, ma Katsumi non era da nessuna parte. Poi improvvisamente sfrecciarono accanto al ninja due velieri, le vele nere e una bandiera con uno scheletro senza testa bianco su sfondo rosso li rendevano inconfondibili.
    “Pirati!” Atshushi saltò sul fianco del veliero, arrampicandosi con l’ausilio del chakra. Il modo in cui avevano affondato la nave con la quale stava viaggiando non lasciava dubbi sul fatto che ci fossero utilizzatori di arte magiche di un certo livello tra i ranghi dei corsari. Superò i cannoni sporgenti oltre la murata e si slanciò oltre il parapetto piombando nel mezzo del ponte di coperta. Una schiera di pirati vestiti di stracci mal assortiti lo accerchiarono con le spade sguainate.
    < Levatevi di mezzo! > Gli urlò contro Atshushi cominciando a girare su stesso, espellendo chakra da ogni poro. La trottola umana si trasformò repentinamente in un tornado acquatico, come se di acqua non ce ne fosse già stata abbastanza in quel posto. Il vortice dell’Uzumaki investì tutti i pirati, scagliandoli in mare, ma l’impeto della tecnica del ninja era tale da spezzare anche l’albero maestro, originando una serie disastrosa di eventi che portò la nave pirata a imbarcare acqua scura finchè non si rovesciò su un fianco. Nel frattempo, Atshushi era già fuggito via, privandosi del brivido di vivere un secondo naufragio quel giorno. Sfruttando un’altra tecnica, aveva evocato uno squalo d’acqua grazie al quale si era proiettato come un missile verso il veliero vicino. Come il precedente, aveva un albero di mezzana, uno di prua e un ultimo a poppa. Lo scafo era snello e allungato, il castello di poppa appena accennato. Qui i pirati erano già pronti a riceverlo, memori della sorte dell’imbarcazione loro compagna. Non appena posarono i loro sguardi ebbri di razzia e vino scadente inveirono contro il rispettabile ninja di Kiri.
    Gli si lanciarono contro tra urla e schiamazzi, come iene su una carcassa. Atshushi snudò la propria wakizashi e la intrise di chakra fuuton. Un uomo con una folta barba nera gli era già lanciato contro la scimitarra pronta a colpire, ma l’avambraccio si separò dal braccio all’altezza del gomito, reciso di netto dalla lama del ninja. Atshushi gli affondò un piede nello stomaco spedendolo tra le fauci del mare. Dal cielo cadevano scrosciate pesanti di acqua, l’aria era impermeata da energia elettrica e il rombo dei tuoni non cessava mai di percuotere l’atmosfera. Sembrava di combattere al ritmo di un gigantesco tamburo e Atshushi sembrava conoscere alla perfezione quel ritmo. Aveva già ucciso pirati tanti anni prima. Anzi, le sue mani si erano lordate per la prima volta in assoluto del sangue di quella feccia sputata dal mare. Sull’isola di Ouzu, nel giorno in cui Kiri perse due terzi del suo esercito, per lo più giovani genin incoscienti e impreparati. Quel pensiero, unito alla preoccupazione per i suoi allievi fece montare l’adrenalina nel ninja.
    Con la wakizashi stretta nella destra, balzò all’indietro evitando una stoccata. Con una piroetta decapitò senza fatica il pirata alle sue spalle per poi accasciarsi sulle ginocchia evitando all’ultimo un fendente mirato alla gola. Si rialzò mirando al busto dell’uomo che aveva tentato di sgozzarlo e gli apri il busto come se fosse stato un panetto di burro malfermo. Neanche il tempo di tornare in posizione di guardia che già altri tre gli erano addosso, le lame a un palmo suo corpo difeso alla meglio dalla giubba chuunin e da alcune placche metalicche. Negli occhi di pirati c’era già il luccichio della vittoria. Un lampo sembrò spaccare in due il cielo. BROOOOAM. Le lame dei pirati volarono via a metri di distanza, i loro possessori paralizzati sotto scariche di pura corrente. L’eco del tuono stava ancora percuotendo l’aria, mentre Atshushi, avvolto da un globo di fulmini provvedeva a rendere loro il favore. Stanco di quell’inutile combattimento e conscio di aver lasciato indifesi Moroi e Hisashi si allontanò velocemente verso la prua con alcune sostituzioni che lasciarono disorientate quella feccia.
    Qualcosa non quadrava. Dov’erano gli utilizzatori di ninjutsu? Dovevano esserci, ma Atshushi non gli aveva ancora incontrati. “Hisashi, Moroi!” I due genin erano in pericolo. La prua del veliero puntava al relitto del mercantile. Atshushi, fermò sulla prua intagliata a forma testa di drago. Moroi e Hisashi erano circondati da almeno quindici pirati. Il terzo veliero aveva fatto il giro largo e preso alle spalle ciò che restava dell’imbarcazione kiriana in cerca di un facile bottino. Quei pirati avevano trovato due genin pronti a dar loro del filo da torcere, ma non avrebbero potuto resistere a lungo a quell’inferiorità numerica. Sopra di loro la vela dell’albero di poppa era completamente bruciata e le fiamme avevano assalito il legno dei supporti e non parevano volersi spegnere nemmeno sotto la pioggia incessante. Il mare era scuro e schiumava come una bestia infernale ogni volta che si infrangeva sul legno delle navi.
    Atshushi si sentì per un attimo vuoto, in balìa degli eventi. Sembrava che tutto fosse successo a velocità triplicata ed ora non si sentiva più in grado di star dietro a quel ritmo. La testa si fece leggera e per poco non perse l’equilibrio, rischiando di finire in quell’oceano color pece.
    < No! > Azzannò l’aria fredda e bagnata mentre si riscuoteva. < Non fallirò, non oggi! >
    Si rimise in piedi sulla prua che puntava dritta alla posizione dei suoi due allievi con l’intenzione di speronare amici e nemici in unico colpo.
    “Vili pirati senza onore.” Pensò mentre spiccava un balzo verso i suoi allievi. Con la spinta magica che si era dato avrebbe dovuto farcela a raggiungere il ponte semidistrutto del mercantile. Mentre era sospeso a mezz’aria si esibì in una piroetta, prendendo di mira il veliero pirata sul quale aveva disseminato cadaveri. Chiuse gli occhi, focalizzando il centro della tolda della nave. Sentì l’energia scivolare via dalle sue membra come olio tra le dita. E poi…
    < Kazekiri! >
    Il vento che spazzava l’aria parve acuirsi intorno al legno della nave corsara. Con un sonoro e secco rumore di ossa spezzate la nave si divise in due all’altezza dell’albero di mezzana. In un attimo l’esile scafo venne sopraffatto dalle onde ruggenti, sparendo nelle profondità dell’oceano.
    Atshushi stava completando la sua piroetta, pronto ad atterrare sulle travi disseminate ovunque intorno ai resti della nave kiriana, quando qualcosa, forse un proiettile, forse un missile, lo investì a una velocità spaventosa.
    Il colpo fu durissimo e lo spedì come un dardo in acqua, ma neppure l’attrito del mare riuscì a fermarlo e finì con l’infrangersi contro i resti già sommersi della prua dell’imbarcazione kiriana, incagliata su una secca che, a quanto pareva, impediva alla poppa di raggiungere la sua metà negli abissi. Atshushi spalancò la bocca e fiotti di sangue si mischiarono all’acqua salmastra davanti suoi occhi sbarrati. Un dolore acutissimo gli pervase tutto il corpo, facendolo annaspare in cerca di aria. I polmoni gli si riempirono di acqua mentre le mani cingevano un ferro acuminato che gli sporgeva dal fianco destro. Era ancora viscido del suo sangue e lo aveva trafitto dalla schiena perforando la giubba chuunin. Le dita si allentarono intorno al ferro e il mondo intorno a lui si fece ancora più buio.
    “Chiudi gli occhi, Atshushi. Basta soffrire. Hai vissuto in un mondo di sofferenze e ingiustizie.” Il suono soave e sconosciuto di una voce femminile lo cullò in un etereo abbraccio di effimero calore. “Lasciati andare. È ora che tu riposi. Vieni qui, mio bambino.”
    Le braccia del ninja oscillavano come alghe, inermi e prive di vita. Gli occhi chiusi, i lineamenti rilassati. Un’espressione di serenità accompagnava la tragica uscita di scena dell’Uzumaki da quel mondo nefasto.
    Un’immagine gli passò dietro le palpebre chiuse. Era in un un grande ambiente arieggiato. A terra c’erano dei takami e sulle pareti varie attrezzatture. Al centro della stanza c’erano tre ragazzi. Uno alto e slanciato e uno basso e con dei capelli orrendi. La terza era una ragazza con il viso a forma di cuore, i capelli biondi e due labbra color pesca. Avrebbe tanto volute rubarle un bacio se solo… se solo…
    < NO! NO! NOOOO! >
    La vita pareva aver abbandonato il suo corpo, ma un’energia ancestrale prese a scorrergli dentro più forte del fiume che spezza gli argini. Doveva salvare Hisashi e Moroi e ritrovare Katsumi. Non sarebbe morto fino ad allora.
    Piantò i piedi e braccia contro il legno della nave e spinse con tutte le sue forze. Mentre il ferro si sfilava dal suo corpo martoriato, un urlo privo di suono lasciò la bocca del ninja con un getto di bolle d’aria. Repentinamente, prese a nuotare verso la superficie e, non appena emerso, si ritrovò addosso l’individuo che lo aveva colpito poco prima. Era un uomo alto, con dei lunghi capelli rossi raccolti sopra la nuca. Portava una katana al fianco e vesti di pelle nera.
    < Sei tu il bastardo che ci ha attaccati? >
    < Voi ninja diventate sempre più stupido. Coglione! Non vi insegnano più a contare nelle vostre preziose accademie? NOI vi abbiamo attaccati. Io e la MIA ciurma siamo gli artefici di ciò. E visto che mi avete fatto perdere una nave, io ora vi ucciderò brutalmente. >
    ATshushi cercò la wakizashi dietro la schiena, ma non riuscì a trovare il manico dell’impugnatura. “Maledizione, devo averla persa prima.” Lo sguardò si spostò oltre le spalle del suo avversario, verso i suoi sottoposti. Erano riusciti ad eliminare quattro dei quindici pirati, ma Hisashi sembrava ferito a un braccio e Moroi era arrivato al limite.
    < Ah, ah. Devi guardare me, pezzo di merda! >
    In un attimo quel corsaro gli fu addosso, la katana a un palmo dal fianco già ferito di Atshushi. La lama crepitava ricoperta di fulmini e avrebbe tagliato in due il ninja se non si fosse sostituito con una cassa poco distante. Il fendente la aprì in due, in un’esplosione di medicinali e bendaggi. Immediatamente il pirata si scagliò ancora contro il ninja, provando lo stesso fendente di prima. Atshushi attivò un meccanismo all’interno del braccio e un kunai gli scivolò in pugno. Ricoprendolo di chakra fuuton lo mandò ad impattare contro la lama di fulmine del pirata. I due elementi stridettero fra loro, ma infine fu il vento a vincere sul fulmine, così come voleva madre natura e il kunai del ninja spezzò la katana del pirata che arretrò imprecando.
    Combattevano sul pelo dell’acqua, con il chakra a mantenerli sospesi sull’acqua che pareva essersi calmata. Le onde avevano smesso di ruggire e di sollevarsi fino a raggiungere il cielo e la pioggia aveva rallentato il suo ritmo martellante.
    Atshushi era zuppo, capelli neri come inchiostro appiccicati sulla fronte. Scrutò il proprio avversario e scovò nei suoi occhi un barlume d’incertezza. Forse si aspettava di finirlo velocemente. Senza pensarci troppo, gli tirò contro il kunai ancora potenziato dal suo chakra, mirando al petto. Il bastardo fu rapido e tentò di deviarlo con la lama spezzata, ma non aveva ancora imparato la lezione e la katana si spezzò ulteriormente. Tuttavia, riuscì a deviare l’arma lanciata dal kiriano quel tanto che bastava per evitare di prendergli il cuore. Il kunai lo trapassò comunque da parte a parte all’altezza del polmone destro, facendolo crollare in ginocchio mentre sangue sgorgava in egual misura dalla ferita e dalla bocca, mischiandosi all’acqua.
    Atshushi lo superò velocemente, con una mano si teneva il fianco ferito, lasciandosi alle spalle il patetico stagno di sangue nel quale quel corsaro stava per perire.
    < Hisashi! Moroi! Resistete! Sto arriv…>
    < COGLIONE! Sono ancora vivo. > La voce spezzata dalla tosse del pirata morente era comunque tonante. Si era riuscito a voltare in direzione del ninja ed ora anche Atshushi si era fermato per osservarlo. Teneva un braccio sul petto vano tentativo di arginare il sangue, l’altro teso verso il cielo con il palmo aperto e ricoperto di fulmine.
    “Che tecnica è?” Non ebbe il tempo di darsi una risposta, perché temette il peggio. Riprese a correre verso Hisashi e Moroi nel disperato tentativo di raggiungerli per tempo, ma ebbe soltanto il tempo di arrivare alla scalinata che collegava il ponte del castello di poppa al ponte della nave che vide una colonna di fulmine scendere dal cielo. Stavolta, l’esplosione spazzò via ciò che restava della nave, incenerendo pirati e ninja su di essa. Atshushi fu sbalzato via, una pioggia di schegge lo bersagliò, ma egli nemmeno le sentì. La sua mente, così come il suo corpo, affondarono in abissi più oscuri della morte stessa.
     
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    II


    L’odore di cenere e sale copriva ogni altra sensazione. Vento che soffiava impetuoso. Gli occhi ardenti rossi come tizzoni. Il mare ribolliva schiumando, straziato da onde alte come colline. In lontananza una nave bruciava già ridotta a una nera crisalide. Hisashi, Moroi e Katsumi si strinsero alle spalle di Atshushi, il loro sensei, tremando come foglie scosse dal vento. Erano terrei in viso e Moroi era spossato dal mal di mare. Si trovavano sulla tolda di un ampio mercantile con un ventre largo e pesante. Tre agili velieri puntarono la goffa imbarcazione proveniente da Kiri, con le vele gonfie e tese, mentre il vento soffiava da poppa a prua, permettendo loro di lasciarsi velocemente dietro i resti della nave appena razziata.

    < Maledetti corsari. > A denti stretti, Atshushi dovette ammettere di essere in serie difficoltà.

    Su quelle navi pirata c’erano almeno trenta uomini per ognuna di essa, arrivando a un totale di novanta persone.
    Invece a difesa del mercantile c’erano soltanto quattro ninja, uno special jounin e tre genin ancora troppo inesperti.

    < Statemi vicino. > Atshushi tentò di rassicurare i suoi allievi. < Se non vi allontanerete da me riuscirò a difendervi. Vi riporterò sani e salvi a casa. Potete starne certi! >

    La nave di Kiri aveva il vento contrario, mentre i velieri pirata schizzavano sull’acqua come delfini. In breve tempo li avrebbero raggiunti. L’unica possibilità di salvezza consisteva nell’affondare i pirati prima che li abbordassero.
    “Se andasse tutto come previsto, sarà finita ancor prima di cominciare.” Ritto in piedi sulla prua mentre spruzzi di acqua salita che lo bagnavano da ogni lato, Atshushi osservava i pirati ridurre velocemente la distanza che li separava. Doveva soltanto attendere che le navi fossero abbastanza vicine da potergli permettere di usare uno dei suoi jutsu e farli sparire. Il mare era un continuo aprirsi di nere bocche fameliche che si richiudevano schiamando per poi spalacanrsi nuovamente. Sembrava un'entità dotata di vita propria, desiderosa di inghiottire qualsiasi cosa fosse capitata a tiro.

    < Capitano! > Atshushi dovette consumarsi la gola per sovrastare i rumori e il mare roboante per far arrivare la sua voce al comandante dell’imbarcazione che teneva il timone a poppa. < Faccia immediatamente rotta verso quei velieri. > A chiunque quelle parole sembrarono il verbo di un folle. < Si fidi! Faccia come dico! >

    Il corpulento marinaio fece girare il timone e la prua del pesante mercantile virò fino a puntare le navi corsare in lontananza. “Soltanto un altro po’ e poi farò inabissare quei pirati.”

    La situazione non era poi tanto drastica. Se su quelle navi non c’erano nemici in grado di utilizzare tecniche del livello di Atshushi, egli non avrebbe avuto molte difficoltà ad affondare i loro scafi dalla distanza. Valutò l’opportunità di far ricorso ai suoi amici rospi, ma non voleva disturbare i suoi autorevoli compagni in una situazione tanto complicata. Un rospo della taglia di Gamabunta sarebbe stato un facile bersaglio per i cannoni di bordo dei pirati e forse si sarebbe risentito ad essere usato come esca per i loro colpi. Tuttavia, proteggere i tre genin era più importante dei sentimenti del capo dei rospi e, forse, era anche più importante della missione stessa, ma nonostante ciò Atshushi credeva di potercela fare da solo, senza alcun ausilio esterno. Inoltre far apparire un essere di quelle dimensioni avrebbe causato un ulteriore aggravio al già precario equilibrio della nave sulla quale viaggiavano i quattro shinobi. Il mare si era ingrossato, le onde si alzavano e si abbassavano formando cupe voragini pronte a inghiottire il pesante mercantile. L’imbarcazione partita da Kiri era stata caricata più del massimo consentito e la chiglia era di molti più metri in profondità, costringendo la nave a navigare quasi inabissata.
    Se avesse fatto apparire Gamabunta o un suo pari, non che nessuno potesse essere definito tale, ma quanto meno un rospo grande quasi quanto lui, l’onda d’urto generata dalla sua apparizione avrebbe potuto far ribaltare il mercantile kiriano. Invece quella nave doveva arrivare sana e salva a destinazione, portando aiuti alle popolazioni vittime della guerra. Ed anche i tre genin sarebbero dovuto tornare a Kiri integri. Tutto dipendeva da Atshushi. La missione era stata valutata male e non era un compito adatto a tre genin e a uno special jounin da poco promosso. La disparità numerica era di un ninja ogni venti pirati e l’unica speranza di salvezza degli shinobi stava nell'inettitudine al combattimento di quei bucanieri e nella quantità di alcol di bevuto. Uno scontro - quello con la nave ridotta a un relitto in fiamme - già era stato vinto, quindi avevano bevuto prima dell’assalto per caricarsi e trovare il coraggio e poi avevano bevuto ancora per compiacersi del successo ottenuto. Probabilmente erano già ubriachi fradici. Questo avrebbe potuto essere d’aiuto alla causa dei quattro ninja, ma avrebbe reso ancora più feroci i pirati qualora avessero preso il sopravvento.

    La nave mercantile continuava ad essere sbalzata dalle onde mentre il capitano tentava inutilmente di dirigerla verso il nemico. Dall’altro lato, i velieri dei corsari cavalcavano le onde con leggiadra maestria, avvicinandosi a velocità impressionante. Atshushi fece qualche passo avanti verso la prua. Scendere in acqua era fuori questione. Il mare era nero e gonfio, le onde alte come palazzi. Sperare di restare in equilibrio mentre si eseguivano per di più tecniche di livello S era pura utopia. “Soltanto un altro po’ più vicini.”

    Ormai era possibile anche vedere le bandiere rosse sugli alberi maestri. Pezzi di stoffa lacerati dalle intemperie con ossa sbiancate dal tempo disegnate su di essi. Dal cielo arrivò una strusciata d’acqua e un fulmine aprì una ferita lucente tra le nuvole nere.

    < Ci siamo! State indietro! >

    I genin alle spalle dell’Uzumaki arretrarono senza esitare, stringendosi per darsi coraggio. Persino Hisashi, il più coraggioso e spavaldo, era pallido come le ossa sulle bandiere dei corsari. Atshuhsi unì i palmi delle mani e cominciò a raccogliere il chakra al centro del petto. In un attimo, quei tre velieri sarebbero finiti inghiottiti dal mare.

    < Suiton! >

    Urlò ad occhi chiusi, immerso in una profonda concentrazione. Un altro lampo squarciò il cielo, si fermò proprio sopra la nave kiriana raccogliendosi in un globo di pura energia. Una piccola luna dipinta su una nera tela.

    Quell’istante fu come un marchio a fuoco nella mente di Atshushi: indelebile ed eterno. Eppure durò poco meno di un battito di ciglia. Il ponte di coperta si sbriciolò sotto i piedi dei ninja e poi la nave esplose in una miriade di schegge.


    Edited by tisy16 - 22/7/2020, 14:58
     
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    VIII



    Una variabile trascurata, una situazione letta male, un incidente di percorso, un grossolano errore dettato da un eccesso di orgoglio. Questo era l'insieme degli ingredienti perfetto per una monumentale e fallimentare missione. Chissà come avrebbero reagito quegli stronzi di radiofonisti con le chiappe al sicuro sulla loro navicella volante quando avrebbero perso il contatto con quattro membri dell'Osu, spediti in una missione chiaramente mal congegnata. O forse la colpa era la sua, di quello stupido ninja di Kiri? Lui aveva avuto la brillante idea di usare un rospo per infiltrarsi in una base protetta da poteri fantascientifici. Lui aveva diviso il suo team e sempre lui aveva comandato al suo rospo di abbattere la diga. Non contento, aveva deciso di farne una sfida personale, quella tra lui e il cyborg, tagliando fuori qualsivoglia aiuto pur di abbeverarsi dal dolce calice della gloria.

    Se senti una storia troppo bella per essere vera, non è vera. Novecentonovantanove mila volte su un milione, sarebbe giusto. Ma nelle pagine della storia, di tanto in tanto, il fato si ferma a guardarti e ti tende la mano. Cosa diranno i libri di storia?



    Per l'ennesima volta l'attacco del l'Uzumaki non aveva avuto l'effetto desiderato. Per Atshushi, il suo piano era perfetto sotto ogni punto di vista: uno spazio angusto in cui muoversi e un duplice attacco su due fronti, uno dei quali praticamente non rendeva possibile alcun tipo di schivata. Il cyborg capo sarebbe dovuto finire tra incudine e martello, disintegrato dalla forza centrifuga dei rasengan dell’Uzumaki Ma quell’ammasso di chip e bulloni aveva avuto dall’inizio dello scontro la situazione stretta nel proprio pugno, rivelandosi sempre un passo avanti rispeto al kiriano. Anche stavolta non fu da meno, sfogando un’energia spaventosa che sconvolse l’interno dell’esofago del rospo fino a squarciarlo. I rasengan dello special jounin si scontrarono con fulmini neri di rabbia e risentimento, colmi dell’energia che scuote il cielo nelle tempeste invernali.

    Le tecniche stridettero come belve feroci, fulmine nero e chakra eremitico si azzannavano, cercando di prevaricare l’uno sull’altro. Atshushi e la copia spingevano con tutta la forza possibile, ma attorno al cyborg si era formato un globo nero che non pareva voler cedere e, infine, fu l’energia vorticante del ninja a perdere intensità fino ad affievolirsi, di pari passo con i fulmini neri.

    Rimasero il fiatone del ninja ,le affannate ancor più pesanti della copia rimasta senza uno spillo chakra e un esofago troncato a metà dalla violenza dello scontro. Lo stesso sparì immediatamente, riassorbito dalla magica dimensione dalla quale era giunto. La spalla del ninja continuava a piangere sangue e il dolore quasi gli faceva girare la testa: l’arte eremitica era arrivata al limite e presto sarebbe tornato a percepire umanamente la realtà, con tutte le connesse conseguenze.

    < Sei maledettamente forte. > Atshushi era arrivato al limite e non potè fare altro che confessarlo.

    Mesi prima, aveva sfidato un suo conterraneo, Sukazu Kaguya. Lo scopo dello scontro era testare le sue capacità di combattimento ravvicinato e Atshushi aveva imparato, in quell’occasione, che se non si ha la tecnica giusta per infrangere una corazza o una protezione, si finisce con l’essere enormemente in svantaggio. Si morse il labbro mentre Kirito annunciava la sua mossa finale. Se avesse mantenuto la lucidità e se avesse chiesto a un altro clone di effettuare un sigillo sul cyborg mentre non poteva spostarsi ed evitarlo come aveva fatto poc’anzi, ora starebbe festeggiando la vittoria. Quella sarebbe potuta essere la sua mossa per superare le difese del guerriero cibernetico.

    Dell’acqua affiorò dal pavimento, bagnando i piedi di tutti. Cosa stava accadendo? Da dove proveniva? Il cyborg bianco era stato ridotto a un ammasso di rottami dalla terza copia del kiriano e Yuugi era stato messo in salvo. I rinforzi non avevano ancora mosso un dito.

    < Perchè non sono andati da Ren? > Si ritrovò a bisbigliare, cercando di razionalizzare la situazione circostante.

    Il cyborg dalla nera elettricità conficcò due dita a terra e si rialzò per girare ancora di un mezzo giro il nucleo pulsante che era in bella mostra al centro del suo petto metallico. Cavi e scosse elettriche riempirono la sala, convergendo dal corpo del cyborg o espandendosi da esso, difficile a dirlo. Gradualmente le luci di emergenza iniziarono a spegnersi e la “naturale” illuminazione del laboratorio rischiarò l’ambiente tetro. Il corpo di Kirito era diventato un catalizzatore del processo di recupero energia di quel luogo ed egli sembrava pronto a sacrificarsi pur di ridar vita e luce a quel luogo.

    “Quindi quando la corrente tornerà a girare, un cyborg come lui sarà un problema di ben poco conto. Devo fermarlo!”

    Stava già per riprendere quel fatale scontro, quando il Seras gli squillò nel cervello. Voci familiari latrici di gradite notizie.

    < Quindi siete liberi di tirare le leve?! Fatelo immediatamente. >

    Atshushi avrebbe evitato Kirito, lasciando al suo clone il compito di sigillarlo, per potersi dirigere a rotta di collo verso il bottone che avrebbe liberato tutti i prigionieri. In fin dei conti, erano in quel luogo per salvare degli ishivariani, non per scontrarsi con dei cyborg.

    < Funziona?! Sta funzionando?! > Avrebbe urlato nel Seras dopo aver tentato di pigiare il pezzo di plastica rosso sulla pulsantiera.

    Ma da quello stesso Seras, erano poc’anzi giunte terribili notizie. Yuugi li aveva avvisati dell’imminente crollo della diga. Atshushi era stato a volerlo, ma dalla descrizione del chuunin di Iwa, lo scoppio sarebbero stato molto più forte del previsto.

    Lo stesso Gamabunta aveva rafforzato la teoria di Yuugi, urlando al suo evocatore che di lì a poco i tre rospi avrebbero tolto le tende per non finire coinvolti nell’esplosione.

    < Hai avuto una grande idea del cazzo, ragazzo! > Fu il suo commento severo, ma Atshushi non avrebbe mai immaginato che il crollo di una diga grossa la metà del laboratorio avrebbe fatto più danni di un jutsu in grado di spazzare via un intero villaggio.

    “E questi tre rospi avrebbero dovuto tenere testa al possessore delle Sei Vie del Rinnegan?”

    < C’è un cambio di programma per la fuga. > Avrebbe annunciato il caposquadra tramite il Seras < Cercate di caricare tutti su Gamaken e su Gamahiro e poi saliteci anche voi. > Poi si sarebbe rivolto a Gamabunta in alto. < Capo! Abbiate soltanto un attimo di pazienza. Gamahiro e Gamaken devo portare via con loro i miei compagni e tutti i prigionieri. In bocca o in groppa, non importa. Vi chiedo quest’ultimo favore. > Avrebbe poi spiccato una serie di balzi fino a raggiungere la sommità del capo del vecchio rospo, il quale aveva mantenuto la fumosa pipa in bocca per tutta la durata della missione. < Se ti offrissi una bottiglia di sakè, lo daresti uno strappo anche a me? >

    < Non te la caverai con così poco,ragazzo. Mi aspetto almeno una damigiana di sakè dopo oggi. >
    Nel frattempo una delle copia aveva disintegrato il corpo del cyborg bianco, non sapendo che il suo vero cervello era nel muro e che lo shuriken era appena riuscito a scalfirlo leggermente, depotenziato del chakra fuuton.

    Dopo aver ascoltato le conversazioni avvenute mediante il Seras, sarebbe stata a conoscenza del fatto che sarebbe spettato a lei tentare di sigillo Kirito e fermare il processo di riavvio del laboratorio. Per come si era evoluta la situazione, il cyborg pareva aver innescato un irreversibile processo che lo avrebbe portato all’annientamento, ma egli andava fermato prima.

    Numerosi cavi lo avevano connesso alla struttura e questi sarebbero potuto benissimo fungere da catene, ovvero non gli avrebbero consentito, come fatto in precedenza, di schivare il sigillo dell’Uzumaki. Ma non poteva mai dirsi, pertanto il clone si rivolse ai, finora poco attivi, rinforzi.

    < Trovate un senso al vostro intervento e colpite quello stronzo con tutto quello che avete. > Poi aggiunse: < Io sono allo stremo. >

    Una piccola bugia necessaria a depistare l’attenzione del cyborg dal kiriano, ammesso che questo fosse ancora in grado di percepire le persone a lui attorno. Il kage bunshin era alla distanza ottimale per tentare di sigillare il chakra del suo acerrimo rivale e impedirgli di continuare il processo di alimentazione del laboratorio. Mentre gli eventuali attacchi dei suoi compagni si abbattevano su Kirito, molto probabilmente non causandogli alcun disturbo, la copia di Atshushi avrebbe richiamato il chakra e con la mano destra a formare il sigillo della pecora (?) provò a creare un sigillo sulla schiena del cyborg. Il sigillo glia vrebbe inibito il sistema circolatorio del chakra o di qualsiasi energia gli scorresse nelle vene, bloccando lo strano processo che aveva avviato. Cionondimeno, con somma sorpresa, i presenti avrebbero scoperto che un cyborg senza chakra è coma una marionetta senza fili: un pupazzo inanimato. Cogliendo quest’occasione, il clone rimasto privo di chakra si sarebbe avvicinato al corpo esanime, prendendolo sotto braccio per poi spiccare un balzo verso Gamabunta, portando con sé un prezioso souvenir.

    Così Atshushi, la sua copia con Kirito, Yuugi, avrebbero dovuto raggiungere Gamabunta, dove si sarebbe perfezionata la cattura di Kirito, sigillandolo nel rotolo che il kiriano portava dietro la schiena. Al contempo, nell'altra struttura, Yuna, Ren e tutti i prigionieri avrebbero trovato posto nelle umide cavità orali di Gamaken e Gamahiro. A quel punto, come preannunciato, i rospi avrebbero rilasciato la tecnica di evocazioni salvando la loro viscida pellaccia e quella di tutti gli altri.

    Atshushi
    Resistenza: 375-30-1-35=309
    Stamina: 431
    Azioni:
    - Pigiare il bottone
    - Raggiungere Gamabunta
    - Fuuinjutsu lv.S

    Kage bushin #5
    Vigore: 137-1=136
    Stamina: 8
    Azioni:
    - Afferrare il cyborg e saltare da Gamabunta

    Kage bushin #7
    Vigore: 69
    Stamina: 287-35=252
    Azioni:
    - Fuuinjutsu lv. S

    Note:

    Abilità passive:
    Concentrazione del chakra
    Jutsu ad una mano
    Riverbero del Chakra
    Resistenza alle Illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle
    Nautilus II° Livello: Anemone di Mare
    Sennin mode 4/4--> out
    - +107 in cc, pm, ff e ag
    - 1/2 costi stamina delle tecniche non sennin
    - Sarà possibile percepire qualsiasi presenza nel raggio di 1 km
    - Danno calcolato con PM/1,5 o FF/1,5


    1) Gamahiro
    Resistenza: 760
    Azioni:
    - Ogni azione propedeutica al salvataggio, con annesso sforzo max
    2) Gamaken
    Resistenza: 792
    Stamina: 100
    Azioni:
    - Ogni azione propedeutica al salvataggio, con annesso sforzo max
    3) Gamabunta
    Resistenza: 795
    Stamina: 50
    Azioni:
    -


    Edited by tisy16 - 17/2/2021, 21:41
     
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    piazzo qui anche il mio, in caso mi dite se devo variare qualcosa prima di postare ufficialmente ma credo sia tutto in linea:

    Come una belva ferita, che mostra senza tregua le sue zanne verso il nemico, mi abbattei sullo strisciante riducendolo a brandelli, non era nulla rispetto alla sua evocatrice e ciò mi fece infuriare ancora di più. Fetore e viscidume permearono il luogo mentre io restavo lì, quasi imbambolato, a chiedermi ora cosa dovesse accadere. Non era però decisamente il momento di pensare alla cyborg e dove trovarla, la missione infondo era tutt’altra e quello accaduto fin’ora non era stato che un maledettissimo intoppo.

    Qui Ren... Nebula si è allontanata lasciando indietro una creatura. L'ho eliminata... Sono in posizione e pronto per la mia parte del piano... Attendo conferma per procedere!

    Dissi nella Ceras mentre recuperavo tutte le armi danneggiate poco prima, fu proprio nel fare ciò che qualcosa attirò la mia attenzione. La particolare arma usata da Nebula, era ora abbandonata al suolo ma non lo sarebbe stata ancora per molto. Senza pensarci troppo la afferrai e mi apprestai a raggiungere il mio principale obbiettivo a quanto pare in contemporanea con Yuna. Tamite la Ceras arrivò praticamente all’istante la conferma da parte del capo di provvedere all’attivazione dei sistemi e così feci. Non era stato facile come avevamo pronosticato, ma alla fine eravamo giunti a destinazione ed eravamo pronti ad entrare nella fare successiva della missione. Purtroppo però, mentre mi stavo già dirigendo verso Yuna ed i prigionieri, giunsero gravose notizie da Yuugi, la diga era in cedimento e ben presto una catastrofe si sarebbe abbattuta sul laboratorio, non era per niente il momento di prendersela comoda. Dovevo correre e finchè il mio cuore avesse continuato a battere, non avrei mai smesso di farlo.

    Corri Ren, Corri!

    Con ogni lama al suo posto, più la nuova ancora misteriosa arma cangiante che presto avrei potuto studiare con attenzione, o almeno lo speravo, diedi fondo alle mie energie senza esitare ed attraversai tutto il corridoio in cui ero comparso poco prima, riprendendo ad udire l’ennesima comunicazione, questa volta riguardante il piano di fuga prontamente elaborato dal caposquadra. Non ci misi molto a raggiungerli ed una volta lì, avrei dovuto trovarli indaffarati nel mettere in salvo i prigionieri grazie all’aiuto di Gamahiro e Gamaken.

    Eccomi! Forza sbrighiamoci!

    Esordii frettoloso salutando la mia compagna di squadra, il giovane ed i due rospi intenti ad ospitare persone nella loro cocca. Senza indugi, anche se pesantemente affaticato ed allo stremo, iniziai ad aiutarli nel loro intento, se ciò si fosse rivelato necessario, pronto infine ad "imbarcarmi verso la libertà".

    A presto!

    Avrei fugacemente pensato mentre ciò che ci avrebbe salvati stava per accadere. E beneficiaria di quel saluto non sarebbe stata solo la terra d'Ishvar, che un giorno sarei tornato a salvare, ma anche Nebula, la maledetta tr*** che aveva osato ferire il mio onore dandomi le spalle e andando via. Mi aveva guardato dall'alto in basso, sottovaluto, denigrato, ma presto l'avrebbe pagata cara.


    Azioni:
    Recupero armi + la nuova di Nebula
    Attivo la leva
    Raggiungo Yuna ed Azibo
    Fornisco assistenza

    Resistenza 24
    Stamina 6
     
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    VII



    Nel mondo dei ninja, degli scontri tra shinobi, il tempismo era fondamentale. Fu proprio quello che mancò ad Atshushi e al suo clone. I pugni di chakra condensato li investirono, disintegrando in minuscoli frammenti pavimento, soffitto e pareti della sala sottoranea. La copia superiore esplose in un nuvola di fumo che si confuse con le polveri e i calcinacci. Atshushi fu sballottolato via, trasportato dall'onda distruttiva sopra il livello del terreno, tra gli alberi della Foresta del Fuoco.

    Sentì la Joker cedere e frantumarsi, lasciando il suo corpo indifeso. Urtò a destra e a manca, forse a sassi o ad alberi o più probabilmente era ancora la pressione dei pugni di chakra che schiacciava il suo corpo snello. Atshushi si lasciò trasportare, incurante, mentre assaporava il flusso di conoscenza immesso dai ricordi del suo clone. Eccolo lì: il Rasenshuriken, il kinjutsu più devastante, chiaro nei suoi meccanismi nella mente del ninja Uzumaki.

    La foresta ne usciva irrimediabilmente deturpata. Laddove era stata interrata la stanza segreta, un enorme cratere fatto di nuda roccia e radici divelte riempiva il paesaggio. I due mukenin gli si fecero contro, ma Atshushi era stato a malapena scalfito dal loro attacco e potè mostrare loro quali erano le sue reali potenzialità.

    Il clone attaccò il parente Uzumaki che, come previsto, evitò la spazzata a stento, ma fu investito dall'onda d'urto della Kawazu Kumite. Così ci fu campo libero per piantarlo al suolo e provare a immobilizzarlo con i kunai. Ma un odore di bruciato preannunciò il fallimento della copia superiore. Le sue narici riconobbero l'odore del fumo e una fitta al costato lo fece sparire, graziando il mukenin Uzumaki.

    Dall'altro lato, Atshushi aveva colpito senza troppi problemi lo Hyuga, arrecandogli gravissime ferite all'addome, segno inequivocabile che quel ladruncolo non poteva nulla contro un'eremita. Eppure, i problemi erano appena iniziati. Il flusso di memoria in arrivo dal clone appena scomparso fece dimenticare al ninja di inibire il chakra dello Hyuga e subito volse lo sguardo per capire chi fosse il terzo avversario contro cui avrebbe dovuto vedersela.

    Sorpresa e sbigottimento lasciarono il ninja interdetto, tanto da fargli perdere il vantaggio guadagnato sui due nemici. E fu proprio lo Hyuga, spedito a metri di distanza e con il ventre rosso di sangue a sfruttare quell'apertura, ma in un modo che potè lasciare soltanto ancora più a bocca aperta il jounin di Kiri.

    CITAZIONE
    < Appena in tempo, Gōsuto. >

    < Ma... ma quello è l'Hokage... > Un flebile sussurro dalle labbra dell'Atshushi.

    CITAZIONE
    < Stavamo per mettere in sicurezza il rotolo quando questo farabutto ci ha assaliti. >

    Al che Atshushi non riuscì a capire, neppure sforzandosi. "Ma mettere in sicurezza da chi?" Si domandò stizzito.

    CITAZIONE
    < Ti ho accolto nel mio palazzo in un momento delicato. Ti ho concesso la mia attenzione… >

    L'hokage scuoteva la testa. I tratti distintivi, sciarpa viola e lunghi capelli neri, che ne seguivano il movimento, come a voler sottolineare che si trattasse proprio del capo della Foglia e non di un'imitazione.

    CITAZIONE
    < Ti dichiaro in arresto, Atshushi. >

    E poi accadde tutto troppo in fretta, persino per l'eremita. Un clone del kage, i due mukenin - che forse non erano dei noti criminali e, chissà perchè, a pensarci bene, proprio il membro più illustre della sezione Oscura dell'Osu non conosceva quei due malviventi - accerchiarono il ninja di Kiri, racchiudendolo in una particolare tecnica di barriera.

    Trasse un lungo respiro e cercò di ordinare i pensieri. Avrebbe voluto pensare, ma c'era poco tempo e parlò a mano a mano che le idee si riordivano nella sua testa.

    < Così sono vittima di un elaborato stratagemma. Loro due non sono mukenin o quantomeno non si sono mai palesati come tali e hanno orchestrato questa messa in scena per rubare i kinjutsu di Konoha. Chiamano l'Hokage con un soprannome che in pochi conoscono e, di conseguenza, sono membri della sua stretta cerchia di conoscenze. Chi mai dubiterebbe, dopotutto, di due retti e corretti jounin di Konoha. Invece arriva Atshushi, Sterminatore di Mukenin. >

    Parlando, si era arrivinato al rotolo del Rasenshuriken. Appariva rovinato e malconcio.

    < E vi rompe un po' le uova nel paniere.
    O anzi, no. Non è andata così. Io facevo parte del piano fin dall'inizio. Non è il Rasenshuriken che vi interessava, ma tutto il resto. Quel carico di rotoli diretti chissà dove, ma che non giungeranno mai a destinazione. >


    Raccolse il rotolo.

    < Aveto scoperto che avrei chiesto all'Hokage questo kinjutsu e lo avete portato dove avrei potuto raggiungervi, se mi fossi intestardito nella sua ricerca dopo averne scoperto il furto. Così vi avrei trovato e vi avrei fatto a pezzi. Perchè è questo che fa lo Sterminatore di Mukenin, ma forse vi siete un po' sopravvalutati.
    Eppure, da bravo soldatino, mando a dire all'Hokage che gli kinjutsu sono in pericolo e cosa fa questo retrograda di capo villaggio? Non va a difendere l'unica cosa di valore che rimane al suo villaggi? No, corre da me, perchè l'idea che Atshushi Uzumaki del Villaggio della Nebbia possa leggere la sua preziosissima tecnica segreta lo terrorizza. >


    Assicurò il rotolo dietro la schiena, al posto dell'altro rotolo andato perduto.

    < E appena arrivato, si beve la prima menzogna pronunciata dalla bocca blasfema dei suoi commilitoni. >

    Con lo sguardo fulminò l'Hokage.

    < Quindi Atshushi non si arrenderà a te perchè è ridicolo credere che io abbia attaccato volutamente ninja di Konoha. Pakkun ha seguito le tracce dei ladri che questa notte hanno trafugato i tesori della Foglia ed è arrivato direttamente da questi due. Oppure volete spiegare voi da chi stavate mettendo al sicuro questo rotolo? Quando siamo arrivati c'eravate soltanto voi due e, fino a prova contraria, siete stati voi ad attaccare me per primi. >

    Un clone si materializzò al fianco dell'Uzumaki.

    < Se devo vivere da reietto per questo, lo farò. Ho già visto cosa fa l'Osu ai mukenin che si pentono delle loro colpe. Nominate ufficiali di bordo di navi da guerra ricercati decennali e permettete a infanticidi di camminare liberi e a testa alta con il vostro coprifronte. E allora... >

    Con una mano arrivò al collo, pronto a slacciare il coprifronte dell'Osu, ma questo era andato perso durante la colluttazione precedente.

    < Meglio così. Hokage, non meriti il mio rispetto nè quello del mio Mizukage che si è reso ridicolo davanti al tuo cospetto e quello di quegli altri due bigotti. >

    Atshushi e il clone accumularono il chakra nella bocca, impastandolo all'unisono con il sigillo della tigre. Come un solo essere, lasciarono fuoriuscire dalla bocca un getto d'acqua pressurizzato che avrebbe tagliato in due montagne intere. Probabilmente, sarebbe stato sufficiente ad abbattere quella barriera.

    Superate le limitazioni di movimento, Atshushi avrebbe potuto vendicarsi di quei tessitori di inganni. Il sesto senso della modalità eremitica lo allertò della presenza dell'immensa scorta di chakra del Mizukage avvicinarsi rapidamente. "Era ovvio che non avesse bevuto la mia menzogna, ma sarò lieto di confrontarmi anche con lui. Io sono stato ingannato, non volevo rubare niente a nessuno."

    Capì che attaccare l'hokage non avrebbe fatto altro se non screditarlo ulteriormente e, vista la particolare criticità della situazione, sarebbe stato meglio salvare il salvabile. Sarebbe stata il turno di Atshushi di creare una barriera, ma stavolta per isolare sè stesso, il suo clone e i due furfanti dall'Hokage e dal Mizukage in arrivo.

    Atshushi avrebbe fatto apparire catene di chakra per formare i portanti di una grossa cupola, dentro alla quale avrebbe potuto finire di infliggere la giusta punizione ai due trafugatori di kinjutsu.

    Il clone partì velocissimo verso lo Hyuga. Se un rasengan compresso lo aveva ridotto in quelle condizioni, ne sarebbe bastato uno ordinario a finire il lavoro. Il movimento sarebbe stato quello già visto in precedenza, con la differenza che questa volta avrebbe recuperato il corpo del nemico per indurlo a parlare.

    < Vogliamo raccontare la vera storia o vuoi continuare con la tua versione? >

    Per l'altro Uzumaki, la sorte sarebbe stata la stessa. Se riusciva a stento a tenere il passo ai colpi corpo a corpo del jounin di Kiri, allora non poteva nulla contro i suoi ninjutsu. Per lui, il rasengan sarebbe arrivato da dietro. Atshushi lo avrebbe aggirato per provare a colpirlo sulla schiena e spedirlo a faccia avanti. Gli avrebbe raccolto le mani una sopra all'altra, facendo attenzione stirare bene le braccia in avanti e, a differenza di quanto provato in precedenza, le avrebbe inchiodate con la sua wakizashi
    Riassunto Azioni


    Azioni
    -Onda d'Acqua Lacerante (Suidanha) -58
    - Barriera di Catene di Chakra -125
    - rasengan -18


    Clone #6 Eremitica
    - Onda d'Acqua Lacerante (Suidanha) -58
    - rasengan -18


    parametri
    Resistenza: 1500
    Stamina: 260+40+337=637+333=970-13=957/2=478-58-125-18=277
    2/4 Sennin Mode
    Clone #4
    Vigore 330+3=333

    Clone #5
    Vigore 337

    Clone #6 eremitica
    Vigore 478-58-18=402

    Maestrie
    - Resistenza alle Illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle
    - Nautilus III° Livello: Maestro dell'acqua
    - Scrittore dell'eterno - II livello:Chiave
    -Olfatto sopraffine

    equipaggiamento

    - Joker Koukaku Armatura centipede
    - Mantello mimetico
    - Meccanismo retrattile del Kunai (kunai equipaggiato) avambraccio sx
    - Lama Retrattile Avambraccio dx
    - Polsino Evoca-Arma Sx x1 uchiha shuriken del vento demoniaco a framm
    - Wakizashi Sopra il fondoschiena, parallela al terreno
    - x1 rotolo medio coscia dx
    - x1 rotolo gigante sulla schiena, di traverso

    Consumabili
    - x4 kunai
    - x3 kunai affilati di Kiri
    - x1 shuriken
    - x4 uchiha shuriken
    - x6 rotoli piccoli
    - 30m Filo d'acciaio
    - 30m Filo spinato
    - x1 Tonico Coagulante
    - x1 Siringa con Antidoto
    - x2 Carta bomba
    - x1 Fumogeno
    - x1 Gokan Sakusou
    - x1 Palla di Luce

    Conoscenze
    - Militaristiche strategiche II° Livello
    - Storiche III° Livello
    - Orientative e geografiche III° Livello

    Note





    IX



    Anni prima gli eventi di Sazan'dur, il continente orientale era stato sconvolto dalle invasioni di flotte di pirati. I territori della Nuvola furono conquistati e annessi al dominio anarchico delle vele nere e seguì un periodo di caos. In questo contesto germogliò la storia della cyborg Shogi, la prima pseudo jinchuuriki cyborg a comparire nelle pagine di storia contemporanea.

    Ella era la moglie di un rinomato capitano pirata che aveva trionfato nella Battaglia del Mar delle Sirene, potendo quindi reclamare ampie porzioni del territorio ninja sottomesso. In qualità di moglie del capo, Shogi veniva trattata con rispetto e nessun uomo osava mai incrociare il suo sguardo o soffermarsi sulle sue curve invitanti. Il suo uomo, da buon pirata, amava bere e fornicare con donne di facili costumi, ma Shogi lo capiva. A lei apparteneva il suo cuore e soltanti i figli usciti dal suo grembo avrebbero potuto seguire il padre sulla tolda della sua nave. I figli bastardi sarebbero stati rilegati a fare da mozzo per qualche capitano minore.

    Shogi viveva così un'esistenza serena e pacata. Era sempre gentile e non si comportava mai scorrettamente verso le genti autoctone sottomesse. Adorava aver abbondanato la via del mare ed essersi fermata in un posto che poteva chiamare casa. Era un piccolo villaggio che sorgeva sulla foce di un fiume con un nome impronunciabile per lei. Ma quel periodo storico non era di certo favorevole alla favole a lieto fine e, com'è noto, i pirati sarebbero stati cacciati dalle terre ninja.

    Quando i ninja di Kumo si riappropriarono delle terre perdute, non mostrarono pietà verso i conquistatori, ora costretti a prostrarsi nelle vesti dei vinti. Uccisero i gli uomini, lasciarono ai lupi i bambini e quanto alle donne...

    Se esiste una costante nella storia e nelle guerre, essa si ritrova nei crimini commessi dalla compagine vincitrice a discapito degli sconfitti. Lo stupro, ordinario e di massa, non era nulla di insolito. Shogi aveva la "sfortuna" di essere la più avvenente del villaggio e, quindi, fu la più ambita. Provò a difendersi, ma potè poco. Provò a urlare con tutta l'aria che aveva nei polmoni, a insultare e maledire, ma gli aguzzini, con le orecchie doloranti, le strapparono la lingua. Per tre giorni e tre notti fu l'oggetto della libidine dei ninja che avevano liberato il borgo marinaro, fino a quando non dovettero muoversi verso il prossimo obiettivo da liberare dai "malvagi" pirati.

    Mossa da forze sconosciute, Shogi riuscì ad allontanarsi dal giaciglio dove il disonore si era ripetuto per tre infiniti giorni e fuggì via. Era destinata alla morte, fiaccata nello spirito e nel fisico. Pregava soltanto che un lupo la trovasse e facesse a pezzi quel suo corpo deturpato dall'onta.

    E la sua preghiera venne raccolta dal Dio che camminava tra gli uomini



    Sono sconosciuti i motivi che portarono Fury a voler salvare la donna.



    Post facile per me. In pratica la situazione è la seguente:
    - Ranmaru ha bisogno di questo turno per raggiungere il luogo dello scontro;
    - Ilmathril è svenuto ed è in balia degli eventi;
    - Kyoshi non dovrebbe riuscire a percepire manda perchè esso è privo di chakra;
    - Seto e Manda hanno raggiunto il luogo dello scontro
    - Lo pseudo jinchuuriki vi sta attaccando. In caso di fuga, inizierà un inseguimento come da regolamento.
    - Hoippu e Tensay lotteranno per un altro turno, prima che il capo villaggio riveli al cyborg l'identità del kirakami.


    Edited by tisy16 - 16/2/2023, 13:47
     
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    VIII



    CITAZIONE
    < I rotoli di Konoha non sono affar tuo, Atshushi. Ho ricevuto notizia che gli altri sono stati messi in sicurezza e non hanno corso alcun pericolo. Il tuo tentativo di despistarmi è fallito miseramente. Le tue bugie e la tua arroganza sono sfuggite al controllo di un Kage troppo buono e permissivo come Janbo. Ad ogni modo, risolveremo questo pasticcio e discuterete delle vostre gesta dinanzi al tribunale dei ninja! >

    Se Atshushi fosse sopravvissuto a quella situazione, ne avrebbe ricavato una lezione importantissima: sicuramente, gli hokage non venivano nominati per le loro doti intellettive.

    "Comincio a sentire l'esigenza di aprirgli in due la testa per scoprire se è vuota come sembra."

    Ma per il momento, Atshushi aveva altro a cui pensare. Il piano di per liberarsi dalla barriera per chiudersi in un'altra di sua creazione andò in porto, riuscendo quindi a mettere fra sè e l'Hokage la tecnica di confinamento più potente del mondo ninja. Così, potè attaccare indisturbato i due bugiardi cronici che lo avevano incastrato.

    Lo Hyuga accettò di buon grado un rasengan nel ventre. Venne spinto via per diversi metri, vomitando sangue, ma quando si rimise in piede, era incolume. Le ferite sul ventre erano guarite e non c'era più traccia di dolore sul viso. Atshushi rimase inizialmente confuso, ma poi intuì che la guarigione miracola fosse dovuta ai tatuaggi che gli ricoprivano viso e corpo. Si dovevano essere diramati dal rombo che aveva sulle fronte e che ora era sparito.

    Invece, il consanguineo del kiriano, l'Uzumaki dai modi enigmatici, provò a evitare il rasengan con una tecnica difensiva formidabile. Purtroppo per lui, ad essere davvero formidabile era la forza raggiunta da Atshushi nella sua forma eremitica. L'enorme portone evocato dalla terra sussultò all'impatto con il rasengan e si frantumò in una valanga di detriti come se fosse stato un bicchiere di cristallo. L'attacco di chakra condensato dell'eremiita raggiunse il suo obiettivo e lo spedì al suolo, dove potè finalmente trapassargli i palmi delle mani con la wakizashi.

    Fu allora che giunse il Mizukage.

    CITAZIONE
    < Atshushi! Stai bene, mio caro? >

    Atshushi sapeva che stava arrivando, ma quando lo vide, rimase ugualmente sorpreso.

    < Mizukage-sama... l'Hokage è... > Era una situazione maledettamente complicata da spiegare in poche e coincise frasi.

    CITAZIONE
    < Qualsiasi cosa accada qui, sono sicuro ci sia stato un grosso equivoco! Takayuki ti chiedo di deporre le armi e valutare la situazione da uomini di legge! >

    Janbo sfoderò la sua Pelle di Squalo e si rivolse all'Hokage. Atshushi deglutì.

    CITAZIONE
    < Il tuo uomo ne ha già infrante abbastanza! Siamo stati i primi a proporre la via diplomatica ma evidentemente non rientra nel corredo ideologico di questo criminale!!!! >

    Atshushi, adirato, schiacciò con un piede la schiena del ninja. < L'Hokage è stato raggirato dai suoi uomini di fiducia, ma rifiuta di guardare la realtà dei fatti! >

    Fortunatamente, Janbo dimostrò di avere più buon senso.

    CITAZIONE
    < Mi dispiace..non posso permettervi di catturarlo. >

    Atshushi sentì un moto di commozione stringergli il petto e un nodo gli strinse la gola così forte da indurlo al pianto. Per la prima volta nella sua vita, qualcuno si stava battendo per lui. Un uomo che rischiava la sua vita e ingaggiava battaglia soltanto per garantire l'incolumità dell'Uzumaki.

    "Non è giusto. Non deve andare così. Loro sono dei kage." Era assurdo come la situazione fosse precipitata così velocemente. Mizukage e Hokage che abbandonavano la via della diplomazia per quella delle armi con tanta facilità, incuranti dell'incidente diplomatico appena nato. Atshushi sarebbe dovuto intervenire e fermare l'Hokage il prima possibile. Se uno dei due capi villaggio sarebbe morto lì, in quella situazione, Kiri e Konoha sarebbero entrati in guerra. Non voleva nemmeno immaginare uno scenario del genere.

    Il clone intimò allo Hyuga di rivelare la verità, ma questi, sebbene non avesse più ferite, sembrava essere ugualmente allo stremo delle forze.

    CITAZIONE
    < N-no-non ott-terrai n-nulla da noi… >

    < Se con te i rasengan non funzionano ... >

    Provò a lanciargli contro un genjutsu. Il konohaniano avrebbe vissuto il momento della propria morte, una morte lenta e sanguinosa. Sembrava essere in grado di guarire dalle ferite a una velocità sovrumana, ma non doveva essere immortale. Quindi, la visione di una morte orrenda per mano dello Sterminatore di Mukenin avrebbe potuto scioglierli la lingua.

    D'altro canto era il il suo compare, il quale aveva ancora qualche asso nella manica da mostrare. Il suo corpo subì una mutazione, le vesti si stracciarono, la wakizashi si ruppe come un grissino, mentre le mani dove era conficcata diventano spropositatamente grandi. Il colorito della sua pelle mutò e dalla vesti stracciate si intravedono porzioni di corpo deformi e anomale. Anche la sua statura aumentò e le spalle si fecero più larghe. Ora quel nanetto sembrava essereun po' più temibile, ma ormai Atshushi gli aveva preso le misure.

    < Puoi trasformarti anche in drago per quanto mi riguarda. Sei tu a dover aver paura di me. ! >

    Oscene protuberanze si aprirono simili a crateri vulcanici sul ventre marrone dell'Uzumaki. L'interno cavo delle tre deformazioni si illuminò e altrettante sfere di energia si addensarono al loro interno. Prima di venire sparate all'esterno, brillarono più intensamente e quello fu il segnale per Atshushi. Si trattava di una scarica di chakra ad alta intensità, molto pericolosa se non fermata. Determinò che un jutsu di acqua sarebbe stato sufficiente a fermare quell'attacco ed è quello fece. Lascio fluire il chakra dal petto alla braccia, fino alle mani. Le protese verso l'attacco in arrivo e, attingendo all'umidità nell'aria, avrebbe fatto comparire una grande massa d'acqua che si frappose fra lui e l'attacco di arrivo, muovendosi in avanti in un moto rotatorio.


    Riassunto Azioni


    Azioni
    - Mantenimento Barriera di Catene di Chakra - 80
    - Tsunami Travolgente (Suishouha) 13

    Clone #6 Eremitica
    - Tecnica della morte visionaria 13


    parametri
    Resistenza: 1500-181=1319
    Stamina: 277-93=184
    3/4 Sennin Mode

    Clone #6 eremitica
    Vigore 402-13=389

    Maestrie
    - Resistenza alle Illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle
    - Nautilus III° Livello: Maestro dell'acqua
    - Scrittore dell'eterno - II livello:Chiave
    -Olfatto sopraffine

    equipaggiamento

    - Joker Koukaku Armatura centipede
    - Mantello mimetico
    - Meccanismo retrattile del Kunai (kunai equipaggiato) avambraccio sx
    - Lama Retrattile Avambraccio dx
    - Polsino Evoca-Arma Sx x1 uchiha shuriken del vento demoniaco a framm
    - Wakizashi Sopra il fondoschiena, parallela al terreno
    - x1 rotolo medio coscia dx
    - x1 rotolo gigante sulla schiena, di traverso

    Consumabili
    - x4 kunai
    - x3 kunai affilati di Kiri
    - x1 shuriken
    - x4 uchiha shuriken
    - x6 rotoli piccoli
    - 30m Filo d'acciaio
    - 30m Filo spinato
    - x1 Tonico Coagulante
    - x1 Siringa con Antidoto
    - x2 Carta bomba
    - x1 Fumogeno
    - x1 Gokan Sakusou
    - x1 Palla di Luce

    Conoscenze
    - Militaristiche strategiche II° Livello
    - Storiche III° Livello
    - Orientative e geografiche III° Livello

    Note




    XI



    Gil emise un segnale acustico di allarme. La semisfera superiore del suo corpo ruotò velocemente e il led rosso sul suo capo lampeggiò.

    < Ghiro Ghiro! Il sistema di nanochakra di Shogi è in corto circuito. Potrebbe esplodere da un momento all'altro se non la fermiamo

    Edited by tisy16 - 7/3/2023, 17:16
     
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    «Kodoku
    "Anbu della Nebbia"

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    ▲Nome Anbu: Kodoku
    ▲Villaggio natale: Kiri
    ▲Residenza attuale: Sconosciuta
    ▲Grado: Anbu
    ▲Taglia: 0 Ryo
    Maschera:








    ▲Informazioni conosciute:
    Si sa poco di lui. Cominciò ad apparire al fianco del Mizukage Janbo dopo che i rapporti tra Kiri e Konoha si incrinarono per un incidente diplomatico.



    ??







    E poi venne la notte

    MASTER

    [Continente Meridionale]



    Boji ascoltò i due ninja con attenzione. Corrugò la fronte e strinse gli occhi fino a renderle due minuscole fessure: concentrarsi gli richiedeva uno sforzo al di sopra della media. Sentì la

    < Ragazzi...> Sospirò quando finirono di parlare. < Sembra esserci stato davvero un'apocalisse laggiù. Siete stati fortunati a uscirne incolumi. >

    Il suo sguardo passò al setaccio prima il monaco e poi Yuta. Yuta doveva essere un uomo fatto, ma aveva l'aria di ragazzino impaurito e si percepiva un pizzico di nervosismo nel suo modo di fare. "Deve essere sotto shock per lo scontro con i cyborg di Fury."

    Ranmaru sembrava di tutt'altra pasta. Il suo abbigliamento era fuori dall'ordinario e non sembrava avere lineamenti degni di note eccetto che per i suoi occhi. Due grandi pozze color rubino, così profondi da avere l'impressione di caderci. Nel suo sguardo vi era una luce sinistra e indecifrabile che sembrava voler urlare al mondo "se scruti a lungo l'abisso, l'abisso scruterà dentro di te". Per parlare con loro, dovette rivolgersi a Yuta per scacciare quella cupa premonizione.

    < Ma siete sicuri che il cyborg e il mukenin che ha rapito il vostro compagno si stiano per incontrare qui nei dintorni? Sono ore che abbiamo cinturato tutta la zona e non abbiamo visto passare nessuno. Gli Anbu stanno cercando sia il cyborg rimasto in vita che voi due. >

    Portò un dito all'orecchio.

    < Qui Boji Akimichi. Ho trovato due dei tre ninja dispersi. Dicono di sapere dove trovare il cyborg e il loro compagno rapito. >

    Purtroppo non poteva essere certo che il messaggio arrivasse direttamente agli Anbu che stavano perlustrando l'area degli scontri, ma sicuramente gli altri ninja che, come lui, avevano cinturato la foresta avrebbero ascoltato e avrebbero potuto riferire.

    < Comunque non dovete temere. Il vostro lavoro qui è finito. I vostri compagni sono stati tratti in salvo e con loro c'è un Anbu . Quindi sono più che al sicuro. Aspettiamo di ricevere ordini, ma sono quasi certo che qualcuno verrà a prelevarvi per farvi delle domande. Se volete...

    Dalla ricetrasmittente arrivò l'eco distorto di una voce.

    < Boji Akimichi, parla l'Anbu Urami. Sto raggiungendo la vostra posizione, non far allontanare quei due ninja per nessun motivo i due ninja. Fatti dire dove credono che ci si trovi il cyborg.

    Parlare con Anbu rendeva Boji molto nervoso. Aveva un tono così distaccato e freddo anche dal vivo o era la comunicazione attraverso la ricetrasmittente ad enfatizzarlo? Inoltre, gli Anbu riuscivano ad avere sempre quel tono inquisitorio e arrogante, come se avessero a che fare sempre e solo con traditori o assassini. Che razza di vita dovevano avere avuto per essere diventati così negativi e pessimisti?

    Fece di sì con il capo e si limitò a rispondere: < Ricevuto! >

    Poi si rivolse ai due ninja.

    < Pare proprio che dovremo aspettare qui l'arrivo dei rinforzi. Sapete dirmi con precisione dove sta andando questo cyborg? >



    Foresta di Sazan-dur - 22 d.Z.



    Parte 2



    E poi venne la notte

    MASTER

    [Continente Meridionale]



    La luna spargeva i suoi raggi freddi sulla radura, illuminando il grosso volto ovale di Boji. Come egli temeva, i due non vollero sentire ragioni sull'aspettare pazientemente l'arrivo dell'Anbu. Tutto sommato, non poteva dar loro torto. La vita di un loro compagno era appesa ad un filo e stavano provando giustamente a salvarla. Ma c'era qualcosa di sospetto nel loro atteggiamento.

    Ranmaru Oden aveva parlato aspramente, non risparmiandosi di investire il malcapitato Boji con le sue invettive inconcludenti. Boji si sforzò di capire il suo punto di vista e scosse la testa prima di rispondergli.

    < Lo so che non deve essere stato facile per voi. Ma vi prego di calmarvi. La situazione è sotto controllo e non c'è bisogno di disobbedire agli ordine proprio ora. Sto piantonando questa radura da poco dopo il tramonto e, come me, ci sono altri ninja a cinturare tutta la zona. Nessuno ha avvertito la presenza nè di alleati nè di nemici. Quindi temo che stiate incorrendo in un errore. >

    Boji percepiva la tensione salire. Una fredda brezza notturna gli soffiava contro gli occhi, facendoli lacrimare. Cominciò anche a sentire un brivido gelido corrergli la schiena. Che fosse paura? Paura di quei ninja che si stavano ribellando agli ordini di un superiore?

    Dopo Ranmaru, parlò Yuta e lo fece con molta più calma ed educazione, quasi a voler correggere i modi bruschi del suo compagno.

    < Mi è stato ordinato di non farvi allontanare e non ho intenzione di disattendere gli ordini. > Replicò perentorio il mastodontico Akimichi. < Vi assicuro che è molto improbabile la presenza di cyborg nemici o di questo Kyoshi a due chilometri da qui. Siete in missione da giorni e la stanchezza gioca dei brutti scherzi a volta. Vi prego di non fare mosse avventate.>

    Ma tutta la bonaria ingenuità di Boji fu catalizzatrice del piano di fuga dei due mukenin, i quali si stavano adoperando per dare a bere al grasso Akimichi le loro menzogne. Yuta tirò fuori da un taschino calamaio e pergamena, si piegò su sulla carta bianca e vi tracciò precise linee nere. L'inchiostro prese forma tridimensionale e vita trasferendo la propria esistenza dal piano cartaceo a quello della realtà. Un grosso uccello aprì le ali bianche dai contorni neri davanti agli occhi di uno sbigottito Boji. Poi, Yuta diede vita anche a un suo clone, il quale avrebbe dovuto fungere da tramite tra i due fuggitivi e l'Akimichi.

    < Scendete da quell'animale! > La voce profonda di Boji si allargò nella radura silenziosa, disperdendosi tra gli alberi. Quando si agitava, tendeva ad urlare e quando un bestione come lui alzava la voce, anche la terra tremava.

    Ingrandì la sua mano destra e fece per afferrare il duo di ninja e l'animale, stringendoli nella mano ingigantita. < Non fate sciocchezze e vi lascerò andare. Ci è stato detto di aspettare e aspetteremo. E se avevate tanta fretta di raggiungere il vostro amico, perchè non lo avete raggiunto prima volando?


    Foresta di Sazan-dur - 22 d.Z.



    Parte 3


    A voi la palla.
    1/4 ll'arrivo dell'anbu.


    E poi venne la notte

    MASTER

    [Continente Meridionale]




    La manona di Boji si espanse fino a rivaleggiare, per dimensioni, con gli alberi che circondavano la radura. Raggiunse indisturbata il monaco e il ninja di Hekisui, agguantandoli. Non venne risparmiato dalla presa nemmeno l'uccello nato dal calamaio di Yuta, il quale, pur provando a spiccare il volo, non fu abbastanza veloce da riuscirci. La stretta di Boji fu una pressione eccessiva da sopportare e il volatile perse consistenza, riducendosi a fiotti d'inchiostro nero che si persero nel buio della notte.

    L'Akimichi rimase con i due fuggitivi e li fissò con aria torva.

    < Perchè non volete fare come vi chiedo? >

    Dal tono nervoso di Boji, si percepiva quanto fosse a disagio nel dover affrontare dei propri commilitoni. Dopotutto, era andato lì per prestare soccorso. Cosa stava andando storto?

    < Se promettete di tranquillizzarvi e attendere pacatamente qui con me, vi lascio andare. >


    Ranmaru e Yuta, erano stretti l'uno all'altro, senza la possibilità di muovere un dito, bloccati dalla mano gigante di

    Foresta di Sazan-dur - 22 d.Z.



    Parte 4


    2/4 all'arrivo dell'anbu.


    Edited by tisy16 - 24/4/2023, 13:54
     
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    Atto I - L'Ottocoda sotto attacco!

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    « Atshushi Uzumaki
    "Sterminatore di Mukenin"


    Parlato
    "Pensato"
    Janbo, Tredicesimo Mizukage
    Kino, Generale dei Figli di Zero

    Atshushi carezzò con le dite di Centipede i kanji scolpiti nella pietra del portale di teletrasporto. Erano in forma arcaica, ma comunque comprensibili da chiunque avesse avuto una conoscenza più o meno completato della lingua del Continente Orientale. Schiere di ninja continuava ad apparire al centro delle pietre, preannunciati da un bagliore e una folata di aria.

    Era a Roran, un'antichissima città la cui storia, al momento, non riusciva a ricordare. Un chuunin con il coprifronte dell'Osu venne a chiamarlo per dirgli che Nishi Kebe, capo sezione Oni, attendeva tutti i jounin per assegnare loro incarichi per la difesa dell'Hachibi.

    "Ormai sono un Anbu, ma questo, in pochi lo sanno."

    ***


    Pochi minuti prima di teletrasporsi in quel luogo remoto perso nella vastità del Deserto di Suna, era nel Palazzo del Mizukage, nell'ufficio di Janbo, faccia a faccia con l'unico uomo dal quale accettava ordini di buon grado.

    < Tra cinque minuti suoneranno le sirene in tutto il villaggio. Alla fine, la guerra è cominciata. > Sul volto di Janbo, si leggevano chiaramente i segni della preoccupazione e della tensione.

    < Era cominciata da anni, ma è stata ignorata da tutti. Io non dimentico i corpi dei ragazzini fatt a pezzi da quel pazzo. > Kodoku parlava con un filo di voce che, filtrato dalla maschera Anbu, arrivava distorto al suo interlocutore.

    < L'Osu ha diramato il messaggio di allarme della Kazekage. Fury vuole prendersi l'Hachibi e Suna. In altre parole, vuole prendere due piccioni con una fava. Se dovesse farcela, conquisterebbe il Paese del vento e due bestie codate. Non possiamo permetterglielo. >

    < Ma l'Osu è stata tanto veloce dall'estrometterci dagli affari internazionali quanto lo è stata nel chiamarci alle armi nel primo momento di bisogno. >

    < Ragazzo! > La voce di Janbo si indurì. < Qui stiamo combattendo per un bene comune, più grande del benessere di un singolo villaggio. So come la pensi riguardo l'Osu, ma non è questo il momento di discuterne. Sconfiggiamo questo Dio da quattro soldi e poi penseremo al futuro di Kiri.

    < Come desidera, Mizukage-sama. > Replicò laconicamente Kodoku. Quando Janbo alzava la voce, era inutile controbattere: aveva preso una decisione. < E come contribuirà Kiri in questa guerra? >

    < Inviando ogni ninja disponibile. Sentì gli occhi del mizukage grattargli la maschera, come a volersa distruggere per potergli scavare nell'animo. < E mandando in pompa magna il mio ninja migliore. Atshushi Uzumaki, lo Sterminatore di Mukenin. >

    < Ma io ormai ho rinunciato a quel nome... >

    < Per stavolta faremo un'eccezione. Alla truppa farà bene sapere che lo Sterminatore di Mukenin è in prima linea a distruggere cyborg. >

    Così Atshushi fu congedato dal suo kage. Andando via, maledette il giorno in cui si era guadagnato quell'orribile soprannome.

    ***



    Nishi Kebe stava illustrando il piano di difesa dell'Ottocoda. Atshushi non potè fare a meno di perdersi nei propri pensieri. Erano passati cinque anni dalla Battaglia del Golfo degli Squali, ma per lui era una ferita non ancora rimarginata. Quel giorno, per la prima volta nella sua volta, si era ritrovato catapultato nella dura e cruda realtà di un ninja. Per la prima volta, aveva visto i suoi compagni morire e aveva strappato la vita a diversi uomini. Durante quel duro scontro, apprese come le forze ninja venissero dispiegate in malo modo e ridotte per lo più a essere carne da macello.

    Era su una posizione di rilievo rispetto al resto dei ninja, in piedi su un palco di legno, al fianco di Nishi Kebe e di Jak Andrasson. Indossava un sottile mantello blu chiuso da vistosi bottoni. Avrebbe volentieri fatto a meno di coprirsi, ma l'armatura Centipede emanava un'aura maligna che era meglio tenere celata. Da quella posizione privilegiata, poté passare in rassegna più volte la schiera di shinobi ai suoi piedi. C'erano moltissimi ragazzi, ma nessun genin per fortuna.

    "Ci mandarono a morire come bestiame. Eravamo genin alle prime armi..."

    Se avesse avuto davvero una voce in capitolo, avrebbe avuto molto da ridire sulle mosse dell'Osu. A cosa era servito nascondere l'Hachibi? Soltanto a rimandare l'inevitabile. Infine, Fury lo aveva trovato e aveva sguinzagliato migliaia di cyborg per catturarlo. Migliaia di spietate macchine da guerra erano in marcia verso quella città in rovina. All'ombra delle alte torri in arenaria scura ormai in rovina, si sarebbe decisa la sorte di quella battaglia e, forse, della guerra. Eppure...

    Se solo l'Osu si fosse assunta le sue responsabilità e avesse avuto il coraggio di fare quello che andava fatto... L'Hachibi era la seconda forza portante più potente dopo il Kyubi, ma era stato preferito nasconderlo invece di utilizzarlo in guerra. Era una situazione molto simile a quella che aveva portato Atshushi a scontrarsi con l'Hokage, la Kazekage e il Raikage. Egli voleva chiedere di apprendere uno dei tanti kinjutsu custoditi a Konoha per poter avere un asso nella manica contro i cyborg, ma gli era stato impedito. Come si poteva sperare di battere con una lama smussata un avversario che affila la propria arma ogni giorno?

    L'Ottocoda nascosto tra le rovine di una città sperduta nel deserto era l'ennesimo esempio lamante della malagestione dell'Osu dell'enorme potenziale che aveva disposizione. A volta, Atshushi non si capacitiva come fosse possibile che tutti i villaggi riuniti non riuscissero a schiacciare un pazzo come Fury, ma, forse, la risposta era proprio lì davanti ai suoi occhi. In uno di quei primi giorni di primavera dell'anno 23 d.Z., migliaia di ninja sarebbero morti nel tentativo di proteggere qualcosa che avrebbe potuto difendersi benissimo da solo.

    ***



    La città di Roran, o ciò che ne rimaneva, sorgeva in una conca naturale, accentuata da operazioni artificiali di innalzamento della catena montuosa che delimitava la valle sabbiosa. Ciò avrebbe dovuto rendere la città ancor più celata agli occhi del nemico, invece ora la prospettiva era cambiata: sembrava essere diventata il luogo morfologicamente più adatto sul quale porre una lapida a imperitura memoria dell'esercito Osu massacrato dai cyborg di Fury.

    Atshushi e il suo umore catastrofico avevano preso posto su un bastione sul lato nord. Il sole era alto in cielo e sentiva il sudore imperargli la fronte. Aveva la sensazione che la Joker lo stringesse con forza, come se avesse voluto stritolarlo. Cominciò ad annaspare, nell'asfissiante aria calda e secca del deserto. Non era quello il suo habitat naturale, nato e cresciuto all'umida penombra kiriana. Aveva incrociato di sfuggita Suzaku Kaguya e si erano scambiati brevi saluti: provava piacere nel sapere di avere qualche volto amico al suo fianco, ma non era nelle condizioni di lasciarsi andare in convenevoli. Aveva paura di far trasparire il suo nervosismo da qualche atteggiamento traditore, mentre avrebbe dovuto mantenere quell'aura da ninja leggendario, incapace di provare umani sentimenti.

    Invece, Atshushi era invaso da quei sentimenti che rendono gli umani così vulnerabili e deboli: paura, preoccupazione, ansietà, inquietudine. Quel cocktail di sensazioni negative gli fece torcere le budella, mandandolo ancora più in affanno. Fu costretto a respirare anche con la bocca, nel tentativo di soddisfare un fabbisogno di ossigeno oltremodo spropositato. La sabbia sollevata dal vento gli aggredì la gola e le sofferenze dell'Uzumaki si acuirono.

    La sudorazione si intensificò e il mondo attorno a lui cominciò a vorticare. Si portò a fatica al centro del torrione e si accasciò sull'arenaria scura. Portò una mano al petto e slacciò il mantello, lasciandolo cadere a terra. Provò a toccarsi il petto, ma la mano palmata impattò contro le dure scaglie del centipede. Grattò e grattò, come a volersi aprire un varco, mentre sudore e confusione gli annebbiavano i pensieri. Una fitta al petto lo fece crollare con la faccia a terra. Era come se qualcuno lo avesse trafitto al cuore e, forse, era stato proprio così.

    ***



    Quando riaprì gli occhi, si rese conto di aver sognato. Era lo stesso sogno che lo aveva tormentato per tutta la sua adolescenza, ma del quale credeva di essersi liberato ormai. Invece, era tornato a scuotergli l'animo del profondo. L'incubo era una rivisitazione della Battaglia del Golfo degli Squali, con molti più cadaveri e molta meno luce. L'unica fonte di luce proveniva proprio da colui che aveva massacrato tutti i ninja attorno ad Atshushi. Kino, il mukenin dalla veste bianca e pura, era a pochi metri da Atshushi. Atshushi tremava e annaspava. Attorno soltanto cadaveri: ninja, samurai, pirati. Erano tutti morti, tutti uccisi da Kino, tutti tranne lui.

    < Scappa! > Gli intimò con un filo di voce.

    Ma le gambe di Atshushi erano paralizzate, fissate al suolo da chiodi invisibili.

    < Scappa o ti uccido. >

    ***



    Si tirò in piedi a fatica e raccolse il mantello. Lo sistemò sulle spalle e infilò i bottoni nelle asole. Trasse un lungo respiro, ignorando la gola secca e il sudore versato. Si guardò attorno e vide migliaia di ninja attendere tra le torri e gli edifici che una volta erano stati la città di Roran. Alle sue spalle, nel punto in cui sorgevano gli edifici più alti, svettavano i lunghi tentacoli dell'Hachibi.

    "Hanno tutti paura. Sono giovani e molti di loro non hanno mai visto una battaglia. Devo trovare il coraggio per far brillare la fiamma che arde nei loro cuori."

    Utilizzando la tecnica dell'Eco, affinchè tutti potessero sentire sue parole, cominciò a parlare ai ninja sotto il suo comando.

    < Il mio nome è Atshushi Uzumaki, ma questo lo sanno già tutti. Conoscerete sicuramente il mio soprannome, quindi non c'è bisogna che ve lo ripeta. >

    Atshushi si era posizionato sulla torre più alta del lato nord e poteva osservare tutta il contingente sotto i suoi ordini.

    < Oggi è un giorno difficile, non c'è bisogno di mentire. Alcuni moriranno, altri rimarranno feriti. Non dobbiamo far finta di non conoscere i rischi di questo mestiere infame. >

    Fece una pausa.

    < Come lo scoglio divide la terraferma dal mare noi siamo lo scudo che proteggono le persone indifese dai mali di questo mondo. Noi siamo Shinobi e combattiamo anche a costo della nostra stessa vita per garantire un'esistenza di pace a chi non ha avuto la fortuna di nascere con il nostro potere. >

    Si prese qualche altro secondo. Aveva la gola secca, ma l'ispirazione sgorgava dal suo cuore come una fonte di acqua pura di montagna. Voleva trasmettere entusiasmo a quei ninja scoraggiati.
    Voleva che fossero coraggiosi.
    Consapevoli della loro forza.
    Che fossero determinati.
    Privi di paura.

    < Sapete perchè siamo qui oggi? Per difendere ciò di cui il nostro nemico ha più bisogno. Ha bisogno di POTERE. Perchè per quanto possa apparire inattacibile, Fury non ha abbastanza potere per schiacciare il nostro mondo.
    Siate lo scoglio che argina il mare.
    Siate la radice che trattiene la terra.
    Siate la montagna che ripara la valle.
    Ergetevi a difesa del mondo che amiamo.
    Combattete per proteggere i vostri nonni, i vostri genitori, i vostri fratelli e sorelle.
    Lottate perchè il sole sorga ancora sul vostro villaggio.
    Stringete i denti e affrontate la morte che calerà dalla montagna.
    Guardatela negli occhi e urlate>


    < NOI SIAMO SHINOBI E NON TEMIAMO LA MORTE. >




    Edited by tisy16 - 1/4/2023, 22:21
     
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    Atto II - L'Ottocoda sotto attacco!

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    « Atshushi Uzumaki [X]
    "Sterminatore di Mukenin"


    Parlato
    "Pensato"


    Fortuna audaces iuvat

    Ma non fu quella l'occasione. Ad Atshushi piaceva osare, ma quella volta aveva fatto i conti senza l'oste. Qualcosa non funzionò nella tecnica che aveva programmato di far mettere in scena al suo clone e il paesaggio desertico che separava lo schieramento dei ninja dai cyborg rimase invariato.

    Inutile specificare che il resto della strategia elaborata dal comandante del settore nord risultò piuttosto inefficace poichè l'acqua non ebbe modo di incanalarsi in alcun strettoia e l'avanzata dell'esercito divino proseguì senza grossi intoppi. Molti cyborg caddero a terra, ma il loro numero era così grande che quelle perdite non spostarono di un millimetro l'ago della bilancia a favore della compagine Osu.

    "Maledizione! Perchè non ha funzionato quella tecnica Doton?"

    Il clone era stato colpito da uno dei tanti jutsu vaganti e qualche scarica di chakra investì anche lo Sterminatore di Mukenin che, tuttavia, non ne risentì affatto.

    *

    Nel frattempo, l'altro suo clone era riuscito nel suo intento, soprattutto grazie all'aiuto fornito da Suzaku e gli altri. Le sue palpebre si colorarono delle sfumature del cielo al tramonto e quando si sollevarono mostrarono due iridi che non appartenevano al mondo umano. L'arenaria scura sotto di loro tremava pericolosamente e la torre era scossa da tremiti allarmanti.

    < Ho paura che questa struttura stia per crollare. Sotto di noi ci sono molti nostri alleati. Riuscite a evitare che la torre frani su di loro? >

    Quei guerrieri si erano mostrati capaci e non si soffermò oltre a valutare se fosse il caso di dar loro fiducia.

    < Vi ringrazio per il supporto fornito. Ora io mi ricongiugerò al mio creatore. I cyborg hanno sfondato le nostre difese e stanno per penetrare nel cuore della città. Ciò potrebbe essere un male, ma in realtà potrebbe giocare anostro favore. Dobbiamo soltanto rallentarli e bloccarli in un unico spazio. >

    Il tono del clone si fece più risoluto.

    < L'ordine perentorio è di mantenere le distanze da loro. Ho intenzione di colpirli con tecniche che disintegrerebbero un villaggio. >

    *

    Non appena il clone sulla torre fu svanito, l'energia della natura si incanalò in Atshushi. Ora ogni essere nel raggio di mille metri era connesso a lui e lui poteva percepire la forza che alimentava il suo spirito. Migliaia di ninja e migliaia di cyborg si muovevano attorno a lui, ma quegli input di chakra andavano diminuendo progressivamente. Se da un lato era soltanto una macchina che cessava di funzionare dall'altro c'era una vita che si spegneva per recarsi nella dimensione dalla quale non si fa ritorno. Era giunto il momento di porre fine a quel massacro.

    Atshushi percepiva tra la massa indistinta di cyborg che avanzava verso il cuore della città due entità che si distinguevano dalle altre. Non riconobbe le pulsazioni del loro chakra, ma intuiva chiaramente che non si trattava di semplici cyborg da macello. Nel vedere quella marea di metallo dilagare oltre il portale dove si era promosso fermarli, sentì il gusto amaro del fallimento in bocca. Aveva ricevuto un ordine generico ma perentorio, eppure stava già fallendo da ogni punto di vista.

    Mentre osservava il cuneo di cyborg avanzare verso la città, si morse l'interno del labbro. Sentì il sapore ferreo del sangue sulla punta della lingua e sputò sul palmo guantato dall'armatura. La macchia cremisi si mimetizzò sul colore rosso cupo dell'armatura centipede. Attinse al suo chakra per creare cinque copie d'ombre che lo affiancarono.
    Intanto, l'assalto dei cyborg accennava a dividersi in tre tronconi, ognuno con una direzione diversa.

    "Vogliono prendere alle spalle il resto dell'esercito. Non può accadere!"

    All'unisono, Atshushi e cinque copie si lanciarono all'inseguimento del contingente d'assalto di androidi, suddividendosi in tre gruppi da due. Non appena avessero guadagnato una porzione di terreno libero, avrebbero battuto il palmo insanguinato a terra, richiamando un sigillo di evocazione. Dal palmo del vero Atshushi sarebbe apparso l'indiscusso signore dei rospi, Gamabunta. Invece, dalle copie, sarebbero apparsi Gamahiro e Gamaken. A quel punto, su ordine di Atshushi, ai rospi sarebbe bastato un poderoso balzo per andare a tagliare la strada all'esercito divino di Fury.

    Dalla testa degli anfibi, Atshushi e copie avrebbero avuto una posizione vantaggiosa per provare a fermare l'incurisone nemica.

    < Ragazzo! > Gracchiò Gamabunta. < Un attimo fa ero a Suna a fare a pezzi cadaveri puzzolenti. Mi hai interrotto! >

    < Grande capo, ti chiedo scusa! > Col tempo, aveva affinato la sua capacità di non far alterare Gamabunta. < Ma scommetto che preferisci fare a pezzi dei cyborg, no? >

    < Almeno non puzzano di pesce lasciato al sole. >

    "Temo di aver fatto un brutto torto a qualcuno sul fronte di Suna."

    < Bando alla ciance. Dobbiamo carbonizzare questo mucchio di ferraglia. Ho bisogno di olio! >
    *
    Le copie su Gamaken sarebbero andati a sbarrare la via che portava al fronte Sud. Con loro, c'era anche uno shinobi di Kusa. Le copie alzarono un sopracciglio, perplesse. Il ragazzo chiese dove si trovassero i capi dell'esercito nemico.

    < Non hai di meglio a cui pensare? > Gli rispose il suo comandante. < Loro saranno affar mio. Comunque, sono lì in mezzo, mischiati a tutta quella ferraglia. Sono in due. A proposito, è è il momento di cambiare strategia. > Con un ghigno, aggiunse: < Olio, fuoco e vento. >
    *
    Invece, Gamahiro e l'ultima coppia di cloni d'ombra provarono a frapporsi tra i cyborg e il settore ovest dell'esercito Osu. Gamaken e Gamahiro erano due rospi molto simili tra loro, ma avevano stili di combattimento totalmente diversi. Gamaken era proiettato per la difesa e, infatti, era armato di scudo e una lunga picca biforcuta, ideale per tenere a distanza i nemici. Gamahiro preferiva invece utilizzare due gigantesche lame che, se rapportate alle dimensioni del suo corpo, erano paragonabili a delle wakizashi. Le differenze tra loro erano rimarcate dal loro atteggiamento: impulsivo e irruento lo spadaccino: insicuro e pacato l'altro.
    Tuttavia, in quello specifico momento, Atshushi aveva soltanto bisogno della loro immensa mole per ostacolare l'incedere dei cyborg e bersargliarli dall'alto, sperando che il resto dei ninja Osu seguisse il suo esempio.
    *
    L'ultimo dei cloni, rimasto solo sul portale dove era fallita la prima difesa dell'Osu, assumeva un ruolo di fondamentale importanza. Cooperando con gli altri tre cloni sulle teste dei rospi, cominciò a raccogliere il chakra e a manipolarlo nell'ambiente circostante. I quattro cloni avrebbero tentato di entrare in connessione attraverso l'energia che scorreva nel loro etereo ventre e, sfruttando quel collegamento, avrebbero eretto una grossa cupola immateriale sulla testa dei migliaia di cyborg penetrati in città. Alla base dei vertici del gigantesco velo di chakra ci sarebbero state proprio le quattro copie.

    Nel frattempo, Gamabunta avrebbe espulso dalla bocca un'enorme quantità di olio e Atshushi avrebbe provveduto subito a richiamare il chakra per malleare una gigantesca palla di fuoco che al solo contatto con il liquido espulso dal signore dei rospi, avrebbe provocato una deflagrazione di fiamme e calore immensa. Per aumentare la devastazione delle tecniche combinate di Atshushi e la sua cavalcatura, i cloni non impegnati nell'erezione della cupola, avrebbero provato a gettare, contemporaneamente a Gamabunto, altro olio di rospo sui cyborg in contemporanea.

    A seguire, creatore e cloni avrebbero provato ad allargare le fiamme generate con l'azione di tecniche di tipo vento.




    Riassunto Azioni


    Azioni
    -

    Clone #2
    Clone #3
    -Rilascio

    parametri
    Resistenza: 1500
    Joker: 300-140=160
    Stamina: 446+416+486=1348
    Clone #2
    Vigore: 486-70=416
    Clone #3
    Vigore: 486


    Maestrie
    - Resistenza alle Illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle
    - Nautilus III° Livello: Maestro dell'acqua
    - Scrittore dell'eterno - II livello:Chiave
    - Chakra Possente I Livello: Fontana
    - Evocatore dell'Altra Dimensione I Livello: Apprendista Evocatore
    -Olfatto sopraffine

    equipaggiamento

    - Joker Koukaku Armatura centipede
    - Meccanismo retrattile del Kunai (kunai equipaggiato) avambraccio sx
    - Lama Retrattile Avambraccio dx
    - Polsino Evoca-Arma Sx x1 uchiha shuriken del vento demoniaco a framm
    - Wakizashi Sopra il fondoschiena, parallela al terreno
    - x1 rotolo medio coscia dx
    - x1 rotolo gigante sulla schiena, di traverso

    Consumabili
    - x4 kunai
    - x3 kunai affilati di Kiri
    - x1 shuriken
    - x4 uchiha shuriken
    - x6 rotoli piccoli
    - 30m Filo d'acciaio
    - 30m Filo spinato
    - x1 Tonico Coagulante
    - x1 Siringa con Antidoto
    - x2 Carta bomba
    - x1 Fumogeno
    - x1 Gokan Sakusou
    - x1 Palla di Luce

    Conoscenze
    - Militaristiche strategiche II° Livello
    - Storiche III° Livello
    - Orientative e geografiche III° Livello

    Note

     
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10 replies since 6/8/2018, 19:45   464 views
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