[Spin-off guerra] Come gatti e topi

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    [continua da qui...]
    Due sibili di vento ad alta velocità, e tutto cambiò. Atshushi si ritrovò, da un passo dalla morte in quella piazza maledetta, preda della furia di Surgi, ad un altro, curioso ambiente. Le pareti grigie, di pietra, illuminate dalla fioca luce di alcune torce, rendevano quello che sembrava l'interno del tempio, che aveva già avuto modo di osservare nella visione di Surgi, un luogo lugubre, e tutt'altro che accogliente.
    S5_Cathari
    Inizialmente si ritrovò da solo, ma non passò troppo tempo prima che il suo compagno ormai svenuto comparisse accanto a lui, trasportato e lasciato cadere a terra da una figura incappucciata, coperta da un lungo mantello marrone chiaro. Dal cappuccio si riuscivano a notare solo una capigliatura dai riflessi violacei, e due occhi di un intenso colore azzurro. Lei, perché di una ragazza sulla ventina si trattava, riuscì a rivolgere solo una brevissima occhiata ad Atshushi, probabilmente ancora abbastanza disorientato dalla situazione, prima di cadere a terra, apparentemente svenuta.

    E' così che preferite giocare?! Io faccio il gatto e voi i topi che si rintanano nel buco? Bene! Sono bravo anche nelle gare di pazienza, e quando riuscirò a mettervi le mani addosso... uh, non immaginate nemmeno cosa vi farò!

    Girandosi, Atshushi avrebbe potuto vedere, a meno di un paio di metri da lui, la figura di Surgi sfuocata, come se si trovasse al di là di una sorta di barriera. Nella sua mente poteva ricordare di aver già visto lo stesso effetto ottico, ma dall'altra parte.

    Genoh01
    Suvvia Dolph, non c'è bisogno di essere così violenti... l'ospitalità è sacra. - rispose una voce dal timbro molto grave e anziano, proveniente da una rampa di scale posta davanti ad Atshushi, la quale conduceva verso il basso ed era scarsamente illuminata. Con una lentezza da competizione, ecco far la sua comparsa dalle scale, non un vecchio uomo, bensì quella che era a tutti gli effetti una gigantesca tartaruga, dal guscio nero come la pece. Un paio di lunghi baffi bianchi sventolavano fieri ad ogni suo movimento, insieme alle altrettante lunghe sopracciglia e un pizzetto non certo da meno. A sentire la sua voce Surgi perse il suo tono da primo della classe, ritirandosi subito dopo dalla vista, non prima però di aver avuto l'ultima parola - ...sempre e solo questione di punti di vista, vecchio.

    Oh, e che ospiti! Ninja di Kiri, come se la passano Shaku e Hoshi? Ancora troppo occupati con la burocrazia per venire a trovare un vecchio amico, scommetto. Santa pazienza! - esclamato ciò si avvicinò lentamente alla ragazza a terra, ancora leggermente cosciente - Katari ti avevo detto di stare a riposo, vedi come è finita?

    Li... avresti lasciati... morire?

    La gente vive e muore, certe volte si può impedire, altre volte è meglio non farlo, specialmente se occorre rischiare così tanto. - finita la frase, la tartaruga fece un cenno con la testa in direzione della scalinata, e alcuni uomini e donne vestiti in tuniche bianche presero la ragazza, la quale aveva lasciato sul pavimento una piccola pozza di sangue. Altri si avvicinarono a Jin, portando anche lui giù per la scalinata buia.

    Il mio nome è Genoh, ninja di Kiri. Sono il maestro del tempio da ben dieci generazioni e... beh, credo di aspettare la messa in sesto del tuo compagno prima di dire altro, così eviterò di ripetere il tutto. Per adesso segui pure gli adepti all'interno, così potrai rifocillarti e riposare. Qui sei al sicuro.

    tisy16 descrivi la scena. Poi nella parte finale descriverai a tuo piacere l'interno del tempio (che comunque è illuminato da torce ed ha pareti grigie di pietra un po' ovunque) e il tuo rifocillarti. Passerà sì e no un'oretta prima del prossimo post, perciò devi riempire questo tempo. Puoi parlare con gli occupanti del tempio, ma non otterrai altre informazioni a parte quello che già sai. Meglio farai questa parte di post, e più energia recupererai.
    Stompo il bello addormentato non deve postare, per ora.
    @Shane ti avevo chiesto un ultimo post nella scorsa missione dove decidevi cosa fare, ma non me lo hai più fatto... perciò ti tocca adesso. Per te il post è ancora l'ultimo della scorsa missione.

    Nella missione sono liberi dei posti per potenziali altri partecipanti. Chi avesse intenzione di partecipare è pregato di inviarmi un mp il prima possibile.
     
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    Credevo di averlo preso alla sprovvista, di aver toccato il suo lato più ragionevole, ma riuscii nuovamente a sorprendermi.

    CHE PORCA EVA JASHINISTA TE NE FREGA DI COME FACCIO?! IO SOFFRO A STARE COSI', NON CREDERE CHENNNO'.

    Ok, era chiaro e palese come l'uomo non fosse totalmente a posto. Probabilmente mi trovavo di fronte ad un pluri-omicida, assassino provetto e, di questo ne ero certo, immortale. Parlavo con una testa mozzata, completamente staccata dal corpo che mi ammoniva per la mia troppa curiosità.

    Va bene, va bene! Mantieni la calma!

    HEY, non sei nelle condizioni di bluffare con me. So che non sembra, ma sono il più dotato tra i sensoriali di Yu, nonché il migliore in assoluto. Ho tutto il villaggio sotto controllo, e so benissimo che vi hai mandato soltanto una copia, e che l'hai anche distrutta. Potevi arrivarci da solo, altrimenti come avrei fatto a conoscere il luogo in cui ti nascondevi e la tua... abilità? E SO CHE NON SONO STATO GENTILE A COLPIRTI MA ERA L'UNICO MODO PER CAPIRE SE CI SARESTI POTUTO ESSERE UTILE, TI RIPETO. Per quanto riguarda il bottino... sì, è bello ricco. Puoi avere quello che vuoi: donne, soldi, qualsiasi cosa. Chiedi e ti sarà dato, anche perché tu sei il nostro unico modo per superare la barriera del tempio. ORA BASTA CONVENEVOLI! Se vuoi unirti a noi e avere altri dettagli riporta me ed il mio corpo dal mio compagno, SUBITO! ...per favore.

    Concluse.
    Restai per qualche instante in silenzio, pensieroso, incerto sul da farsi. La schizofrenia di quell'uomo era palese. Come potevo fidarmi di un individuo del genere? Io, Geralt, che per la sola prudenza ho tradito il villaggio che mi ha ospitato e perso i contatti con la mia famiglia?? Come potevo affidarmi alle mani di uno sconosciuto, per di più talmente folle? C'era qualcosa però, qualcosa di lui che mi aveva letteralmente catturato: il fatto che fosse vivo. L'avevo decapitato con semplicità, senza ideare stratagemmi per permettermi di aprire le sue difese. Mi ero mosso ed in un battito di ciglia era steso al tappeto. Pazzesco, mi dissi, pazzesca la potenza del Jinton. Ma ancora più pazzesca del Jinton, era l'abilità di quell'essere poiché, nonostante la decapitazione, era ancora lì vivo e vegeto. Pensante, pazzo fino al midollo come mi si era presentato. Non c'era trucco. Capii, dunque, che era in possesso di un abilità tale da tenerlo in vita nonostante colpi mortali. Era immortale probabilmente. Una tecnica antica? Mi domandai, continuando a ragionare. Mi scostai per un momento dall'individuo in sé, dalle sue abilità, o dal suo strano carattere, concentrandomi sulla informazioni che mi aveva dato.

    Donne, soldi, qualsiasi cosa, ha detto. E' una bella occasione per farmi dei soldi in più e chissà cos'altro. Inoltre mi potrebbe spiegare i segreti della sua immortalità, o presunta tale, e cosa servirebbe per ottenerla...

    Conclusi, attendendo ancora.

    E sia. Vi aiuterò. Ma necessito di recuperare del chakra per esservi utile. Ho visto cos'è accaduto dal lato del tuo compagno, almeno fino ad un certo punto, quindi posso darti qualche informazione. C'è un nemico piuttosto temibile vicino al tempio. Ho riconosciuto i geni Senju, osservandolo combattere. E' pericoloso. Inoltre, alla fine, pretenderò la mia parte di bottino. Chissà che questa non possa diventare una lunga collaborazione... Sono Geralt, un ex samurai di Tetsu Est, un Ronin ad esser precisi.

    Mi avvicinai alla testa dell'uomo e l'afferrai, tenendomela sotto braccio. Con l'altra mano invece mi caricai la carcassa del corpo morto sulla spalla sinistra.

    Dovremo trovare un modo per riattaccarti la testa... Temo.

    Scusa Nagio, l'avevo preparato al tempo poi però mi sono dimenticato totalmente. Eccomi!


    Edited by ShaneH - 24/2/2019, 08:25
     
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    Quante volte ero stato preso a schiaffi dalla morte? Schernito e sbeffeggiato, accompagnato davanti le porte dell'oltretomba e lì lasciato, come un cane senza padrone, ferito e senza energia. Ancora una volta, un'altra goccia nel mare, mi ritrovai a un passo dalla morte. La mia vita era paragonabile a un sipario difettoso: tenta di chiudersi ma quando i due lembi di stoffa stanno per toccarsi, si blocca e si riapre, senza però riuscirsi ad aprire del tutto.

    Quel giorno, in quel villaggio dimenticato da dio nel paese del fulmine, un paese devastato e saccheggiato da forze straniere, immolai la mia vita per salvare un mio compagno. Ero stato vittima di un'illusione così ben elaborata da portarmi ad attaccarlo involontariamente, impedendogli di difendersi dai colpi dei mukenin. Le mie saette furono veloci, ma non abbastanza perché il mukenin scartò di lato evitandolo. Esse si infransero in un’esplosione di pietruzze sulla piazza del villaggio. Una di queste colpì ugualmente il ninja traditore in piena fronte. Lo osservai incredulo per il mio ennesimo fallimento mentre si tastava il capo insanguinato e vidi il suo sgomento misto ad irritazione per quella sbucciatura. Non mancai dal notare come curò il piccolo taglio con un gesto della mano e mi chiesi se non fossi di nuovo un genjtusu. Il mio dubbio fu fugato subito dall'attacco mortale che mi scagliò contro. L'ammasso di energia purulenta destinata a Jin si stava avvicinando pericolosamente a me. Chiusi gli occhi pronto a subire quel colpo, quando un sibilo di vento e un attimo di vuoto mi fecero riaprire gli occhi nella semioscurità.

    Allora è così la morte? Ore di travaglio per mettere al mondo un bambino e poi si abbandona la vita con un battito di ciglia?
    Torce bruciavano su muri di pietra squadrata lanciando ombre che danzavano fin dove si spingeva la loro luce. Le fiaccole confluivano in una scala discendente dalla quale risaliva lentamente una figura con uno strano profilo, simile a una campana con le zampe.
    Un altro fruscio di aria e stoffa mi fece voltare mostrandomi il corpo supino di Jin. Al suo fianco, in piedi, una donna avvolta in un mantello color cuoio che mi fissava con sguardo indagatore.

    Ancora confuso e frastornato per il rapido susseguirsi degli eventi, mi voltai allarmato da una voce familiare. Riconobbi le fattezze sfocate del mukenin dall'aspetto del damerino di corte. Mi stropicciai gli occhi, ma l'immagine restò sfocata e così capii di colpo dove fossi. Poco prima avevo tentato di oltrepassare quel velo trasparente scoprendo mio malgrado che si trattava di una barriera invalicabile con la forza fisica, al pari di un fuuinjutsu Uzumaki. Ora ero magicamente apparso oltre il portale del tempio cittadino. A una vaga minaccia di stanarci come topi seguì la risposta di una voce roca che profonda proveniente dalla scalinata.

    Non mi sfuggì il fatto che l'interlocutore del mukenin lo avesse apostrofato con un nome e con il tono canzonatorio con cui un nonno rimprovera un nipote. A parlare fu, con mia somma sorpresa, una vecchia tartaruga con una testuggine color fuliggine e la pelle di zampe e testa percorsa da una moltitudine di rughe. Avanzava con naturale lentezza, trascinando sul pavimento di pietra lunghe ciocche bianche di capelli e baffi. Il mukenin si congedò, visibilmente infastidito, lasciandoci, per ora, incolumi nella penombra dell'interno del tempio. L'anziana tartaruga ci salutò allegramente, sebbene Jin fosse privo di sensi e ci chiese di alcune persone i cui nomi li associavo ad eroi morti in nome di mondo più giusto, privo di mali. Non aspettò una mia risposta, ma chiamò la ragazza, Katari, chiedendole spiegazioni per il suo folle gesto di salvataggio. La giovane aveva rischiato la vita per noi, per non lasciarci morire, ma l’anziana tartaruga sembrava avere una concezione diversa della morte e, pensai, se fosse dipeso da lui, saremmo inevitabilmente morti.

    “Tsk… e ci ha anche salutato come amici…”

    Riconobbi, senza dubbio, che le sue parole erano frutto di un'illazione sensata e sicuramente avrei condiviso la sua posizione, se non fosse stata la mia vita in pericolo.

    Accorsero molteplici altri, tra uomini e donne, vestiti di lisce toghe bianche che, ad un cenno del vecchio quadrupede, sollevarono e portarono via lungo le scale il corpo martoriato di Jin, seguiti da Katari. Solo allora notai la ferita al fianco che donna e l’impronta di sangue lasciata sulla pietra grigia. Fui tentato dal seguirli perché era mio dovere avere cura del mio compagno ferito, ma la tartaruga mi invitò a seguire gli adepti di quel tempio giù per la scala dopo essersi presentato col nome di Genoh e rimandando le spiegazioni a quando Jin sarebbe stato cosciente. Ce l’avrei fatta ad attendere tanto?

    -Piacere di conoscerla, sarò lieto di godere della vostra gentile ospitalità.- Ero in un tempio e mi sforzai di usare un tono cordiale e deferente, ma dovevo ancora fugare un gravoso dubbio.

    -Perdoni la mia domanda, forse inopportuna e prematura…- dissi diplomatico, conscio del fatto che la mia vita era legata alla mia permanenza in quel luogo tetro.

    -Lei prima ha chiamato quel criminale per nome… Dolph, se non sbaglio. Ciò vuol dire che lo conosce.- Fissai il viso rugoso dell’animale per non lasciarmi sfuggire quali emozioni lo avessero percorso. -Sarebbe utile per la buona riuscita della missione e per la vostra salvaguardia, se sapessi subito quante più informazioni sulle persone lì fuori e sulle loro intenzioni.-

    Prima di scendere le scale, mi sarei anche fermato per comprendere cosa fosse successo al momento dell’attacco. -Vorrei anche sapere, se è possibile, se qualche abitante del villaggio è riuscito a mettersi in salvo qui. Lì fuori ci sono molte persone, per lo più donne e bambini, alla mercé di quella feccia. Per non parlare dei cadaveri in giro…-


    Non avrei mai insinuato apertamente che i monaci di quel luogo sacro e misterioso, vinti dalla codardia, avessero impedito agli abitanti del villaggio di trovare rifugio lì dentro, ma mi sarebbe stato difficile credere che nessuno avesse fatto tra le vittime in tempo a raggiungerlo.

    Scesi le scale fiocamente illuminate da torce e mi ritrovai in una sala pressoché uguale al salone d’ingresso, se non fosse stato per una lunga tavola di legno. Da un’altra scala discendente stava risalendo una donna con un vassoio di legno sulle mani. Cercai Jin, ma non lo vidi, così chiesi al primo ragazzo vestito di bianco dove fosse il mio compagno venendo liquidato con una scrollata di spalla. La situazione non mi piaceva, ma non potevo che confidare in quei religiosi. Religione… non mi era mai andata a genio, con tutti i suoi precetti, le sue regole e i dogmi incontestabili.
    Dopo aver poggiato il vassoio sul tavolo, la donna attirò la mia attenzione e mi fece cenno di sedermi e mangiare. Le sorrisi e la ringraziai cercando di mostrare sincera gratitudine per farle abbassare la guardia.

    -Chi venerate in questo luogo sacro?- Chiesi distratto mentre mi sedevo. Mi avrebbe risposto? Se lo avesse fatto, avrei sicuramente fatto altre domande sull’attacco, cercando di arrivare indirettamente a capire il legame tra il maestro del tempio e il criminale che voleva ucciderci.

    Fu un pasto frugale. Nel vassoio trovai alcune fette di pane e della carne secca, con un boccale di birra allungata. Consumai ugualmente tutto perché il viaggio fino al Paese del Fulmine e lo scontro mi avevano sfiancato e dovevo recuperare le energie spese. Una volta finito, mi guardai intorno nella sala affollata da adepti in bianco per cercare qualcuno a cui fare altre domande. Riflettei se ciò che stavo per fare fosse giusto. In fin dei conti, la vecchia testuggine non aveva forse detto che avrebbe spiegato tutto non appena Jin si fosse rimesso in piedi?
    Il fianco pulsava e mi doleva, così presi un’ultima sorsata di birra svuotando il boccale e mi appoggiai allo schienale della sedia. Mi massaggiai il costato continuando a chiedermi cosa fosse meglio fare, finchè non feci un sorso dell’amara medicina prescritta dal dottore che mi aveva operato, il Dottor “Jack”. Era un forte sedativo, disgustoso come la bile e rimpiansi di avere soltanto briciole nel vassoio con cui pulirmi la bocca da quel saporaccio. Sentii il dolore scemare lentamente, come la luce che segue il sole quando tramonta. Più stavo meglio e più le palpebre si facevano pesanti mentre cercavo di seguire i movimenti degli accoliti intorno a me. Le loro candide tonache si fecero sempre più sfocate, il mio sguardo più basso e i rumori soffusi e distanti. Dolcemente scivolai in uno stanco dormiveglia.

    CITAZIONE
    Scheda

    Status Atshushi:
    Resistenza: 149+ ??? = /200
    Stamina: 211+ ??? = /450
    Protezioni:
    Testa Resistenza protezione:14 -Coprifronte di Kiri
    Busto Resistenza protezione: 80 -Giubbotto Ninja
    Avambraccia Resistenza protezione: 34 -Paravambraccia a Scaglie
    Mani Resistenza protezione: 34 -Guanti Placcati
    Cosce Resistenza protezione: 24 -Paracosce Laminate
    Stinchi Resistenza protezione: 44 -Calzari da combattimento

    Azioni:
    Magno e bevo

    Note:
    Malus del 20 per cento a qualsiasi azione.
     
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    Dopo il risveglio all'interno dell'abitazione ricolma di corpi, vagai senza una meta ben precisa all'interno del paese del fulmine, cercando in qualche modo di riuscire a ricordare qualcosa.
    Era strano quanto mi venisse semplice riuscire ad orientarmi in quel posto, era come se lo conoscessi per filo e per segno, come se i miei piedi ricalcavano i passi di un passato già vissuto.
    Sinceramente non ne riuscivo a comprendere la motivazione... ma figuriamoci, non conoscevo neanche il mio nome, come potevo pretendere di riuscire a comprendere tutta la situazione che mi si era presentata nel post risveglio.
    Camminai e camminai, fino quasi a farmi far male i piedi. Dormivo dove capitava e ogni notte riuscivo a pensare solamente alla bruciante rabbia che ricolmava il mio petto.
    Rabbia che non avevo idea da cosa potesse provenire, ma sembrava quasi intensificarsi ad ogni battito del cuore, ad ogni passo, ad ogni respiro.
    E più montava la rabbia, più le flebili immagini di due volti insanguinati dagli occhi spenti dalla morte mi tenevano compagnia.
    I due provocavano in me delle emozioni differenti, una di pentimento, mentre l'altra di pura rabbia e successivo appagamento che mi portavano ad inarcare le labbra in un sorriso sadico.
    Non riuscivo a comprendermi e forse... forse non volevo neanche farlo.
    Facevo susseguire i giorni senza uno scopo ben preciso, alla ricerca di una serenità mentale che non avrei potuto sicuramente trovare in quella fogna che era oramai diventato il paese.
    La feccia che oramai abitava quel paese era radicata fino alle fondamenta oramai, ma quello che vidi quel giorno, in quella piazza all'interno di quel paesello sperduto del paese del fulmine... non so, mi fece stare quasi bene. Vedere il combattimento frenetico di quei ninja, mentre gli abitanti fuggivano in cerca di salvezza e i Mukenin saccheggiavano tutto... si, mi faceva quasi sentire nel posto giusto.
    Non mi feci mai realmente avanti, almeno fino a quando non riuscii più a farne a meno, almeno fino a quando qualcosa all'interno di me stesso non mi fece avanzare in quel caos che si era venuto a generare.

    Mi inserisco all'interno della missione, ma come vedete non avevo molte idee su come infilarmi. Giuro che recupero con i post successivi :asd:
     
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    Era trascorsa ormai quasi una settimana dal mio rientro alla Fossa e dal mio ingresso ufficiale nella Neo-Akatsuki, i guanti di pelle nera con due nuvole rosse ne erano la prova inconfutabile. Fu proprio in quel luogo che una voce giunse alle mie orecchie, orde di mukenin si stavano riunendo nei pressi di un piccolo villaggio del paese del fulmine per razziarlo, in cerca di un qualche tipo di tesoro. Nuova violenza e morte sarebbero giunte in quel luogo ed a quanto si poteva capire, centravano gli schiavisti.

    Maledetti avvoltoi!!!

    Pensai tra me e me intuendo che c'era qualcosa sotto, ma in un caso o nell'altro ciò che ne sarebbe venuto fuori sarebbe stato il finimondo. Per questo motivo raggiunsi il boss e notificai la mia intenzione di dirigermi sul luogo ed occuparmi di quei sudici invasori nonchè di coloro che li favorivano. Non ci furono obbiezioni a riguardo per cui mi premurai solo di prendere la mia roba dalla camera a me assegnata e di controllare se il sigillo di dislocazione ivi collocato pochi giorni prima fosse in ordine.

    A presto...

    Sussurrai lasciando nuovamente quel luogo ed incamminandomi verso il lontano Kumo, dovetti difatti affrontate ben sei giorni di cammino prima di arrivare a destinazione. La scena che mi trovai davanti fu delle peggiori, come avevo potuto immaginare. Orde di mukenin che razziavano e depredavano ogni casa trascinando i popolani in piazza, anche vecchi donne e bambini.

    Vigliacchi...

    Confondendomi tra i tanto odiati criminali, raggiunsi uno dei palazzi adiacenti la piazza e da li osservai con calma l'evolversi della situazione, momentaneamente al sicuro da dietro una delle finestre dei piani superiori. La battaglia che ne venne fuori fu decisamente cruenta e ne vidi delle belle da entrambe le parti. Furono però in due ad attrarre più di tutti la mia attenzione, un ninja di Kiri evidentemente impegnato a tentare di difendere il villaggio, ed il suo avversario che gliele stava dando di santa ragione. Fu solo per l'intervento del suo alleato che si salvò da morte certa.

    Potente quel mukenin... Dovrò starci attento

    Pensai mentre devi devi il piano d'azione.

    Se intervengo a viso aperto farò una brutta fine come è capitato a quel ninja... Ma per fortuna non ho bisogno di farmi vedere...

    Senza pensarci due volte attivai il mio chakra e, imponendo la mano, tentai di posizionare un mio altro sigillo in quel luogo, a poca distanza dalla finestra, per poi dare uno sguardo al detentore del doujutsu che gridava verso la porta, stranamente aperta ma inaccessibile, del tempio.

    Ora meglio aspettare il momento propizio... Poi interverrò

    Shaka Kurama

    Azioni:
    Imposizione sigillo Dislocazione -25

    Resistenza 600
    Stamina 800 - 25 = 775


    Per quanto riguarda il primo sigillo nella fossa, è narrativamente plausibile che fosse li già da giorni quindi non ho speso nulla... ma se ritieni che sia necessario scalo altri 25 :D


    Edited by Roy90 - 23/2/2019, 17:49
     
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    [Interno del Tempio]
    Un'ora dopo l'arrivo di Atshushi, Jin, il quale era stato trasportato in una piccola camera e adagiato su uno dei due letti presenti, riaprì finalmente gli occhi. Si ritrovò in una ambiente spoglio, le cui pareti erano fatte di pietra, e illuminato dalla flebile luce di una candela posta accanto al letto. Sebbene le sue ferite fossero state medicate e ormai già quasi del tutto guarite (grazie ai suoi incredibili geni, soprattutto), il suo udito non era ancora totalmente in sesto. Ora, infatti, riusciva a sentire come una persona normale, e ci sarebbe voluto tempo prima di poter tornare come prima.
    Atshushi, nel mentre, aveva avuto modo di rifocillarsi, e di recuperare al contempo le forze perdute durante la battaglia. Purtroppo la sua curiosità dovette aspettare, perché chiunque incontrasse all'interno del tempio non gli rivolgeva se non uno sguardo fugace, e non parlava con lui, benché meno rispondeva alle sue domande. Fu la vecchia tartaruga, di nuovo, ad interpellarlo mentre era intento a riposare.

    Ninja di Kiri, il tuo amico si sta svegliando. Seguimi, penso che il vedere una faccia amica non possa fargli che bene.

    Detto ciò, a passo letterale di tartaruga, si incamminò per un corridoio, illuminato anch'esso da torce come tutto il tempio, fino ad arrivare ad una porta semi aperta che aprì con una leggera testata. All'interno Jin, ancora leggermente confuso sulla situazione.

    Come ti senti, Ninja di Kiri numero due? Non ti agitare, sei al sicuro qui. - disse, vedendo anche come Jin si fosse stranamente agitato al suo ingresso.
    Il mio nome è Genoh, e voi due siete ospiti del tempio di Hoshi... cosa abbastanza ovvia, ohoh! COFF COFF COFF! - un colpo di tosse così fragoroso da far quasi tremare le pareti della stanza interruppe la sua pseudo risata.

    Mi dispiace che Dolph vi abbia creato così tanti problemi. Ha avuto una infanzia difficile, ma non è un cattivo ragazzo: segue solo cattive influenze! Oh, vero che tu mi hai chiesto se lo conoscevo, prima... sì, è stato un mio protetto, tempo fa. Alla fine ha scelto di seguire una strada... "particolare", e occorre rispettare anche una tale decisione. - fece una piccola pausa per abbassare la testa e grattarsela, con molta fatica, con la zampa destra.

    Potete restare qui fin quando non si calmeranno le acque fuori, tanto non ci vorrà molto. Potete usare i due letti in questa stanza per riposarvi, e... beh, il tuo amico sa dove si trova la sala da pranzo. Se non avete altre domande o richieste io mi ritirerei.

    Post breve d'intermezzo per i buoni, aspettando che posti l'ultimo cattivone.

    @Stompo non hai più l'udito fenomenale, per ora.

    Potete recuperare per intero stamina e resistenza.
     
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    [Esterno del tempio]
    Surgi scese lentamente le scale esterne del tempio, diretto verso il centro della piazza per posizionarsi accanto alla sua creatura. Tutti i mukenin presenti, che avevano assistito alla scena svoltasi pochi minuti prima, e alla letterale esplosione di quello che era uno dei loro compagni, restarono muti come pesci, avendo ormai consolidato un chiaro sentimento di paura nei confronti di quell'uomo dall'aspetto quasi innocuo e malaticcio. Il gigantesco torturatore, ora creazione di Surgi, stava ancora rigenerando la parte di busto perduta nello scontro contro i kiriani, ma non ci vollero che pochi altri secondi perché tornasse completamente in sesto. Fu in quel momento che Geralt arrivò in piazza, o meglio "arrivarono" in piazza.

    YO, SURGI! - urlò una voce, spezzando il silenzio. Tutti i mukenin, a quel punto, rivolsero la loro attenzione verso il fiero ronin dai capelli grigi, e alla testa mozzata che trasportava sotto braccio. Il corpo senza testa, invece, era trasportato sulle spalle. Surgi non disse nulla inizialmente, avvicinandosi minacciosamente a Geralt senza mutare espressione.

    Ho... preso sottogamba, o forse è meglio dire sottocoll- vabeh, mi sono lasciato trasportare! RIMETTIMI SUBITO A POSTO, SURGI!

    Surgi continuò a camminare fino ad arrivare a meno di un metro da Geralt, tenendo lo sguardo fisso sulla testa di Torma. A quel punto, lentamente, la afferrò per i capelli, portandosela vicina al volto.

    CAZZO GUARDI?! - esclamò la testa, prima che Surgi la lanciasse a terra, provocando, ovviamente, una reazione non molto cordiale da parte di Torma. Il mukenin castano appoggiò dunque una mano sul corpo del compagno, e il gigante, a pochi metri di distanza, camminò velocemente verso Geralt strappandogli letteralmente di dosso la carcassa. La appoggiò dunque accanto alla testa, facendo sì che i due pezzi aderissero tra loro, e i presenti poterono allora osservare del sangue coagularsi intorno alla ferita fino a farla totalmente rimarginare. A quel punto Torma si sarebbe alzato in piedi, scrocchiandosi il collo un paio di volte.

    Che bella sensazione tornare nuovamente con la testa sulle spalle! AHAH! Toh, è lui quello che ci serve, te l'ho porta- ... sì, mi sono fatto portare qui!

    Bene... tu e tu, seguite il Macellaio fino al carro e portate la cassa. - ordinò Surgi ai due mukenin più vicini alla strada che portava all'ingresso del villaggio, uno dei quali era proprio Hakum, per una strana coincidenza proprio un consanguineo del sadico ninja. Seguendo il terrificante gigante, Hakum e l'altro mukenin, troppo spaventato per pronunciare qualsiasi parola, sarebbero arrivati di fronte ad un carro posto all'ingresso del villaggio, che i presenti al villaggio sapevano appartenere ai due "capi". Su di esso, nascosto sotto un telo, vi era una cassa abbastanza grande, chiusa da un gigantesco lucchetto. Sollevarla non sarebbe stato facile, ma con l'aiuto dello zombie fu quasi una passeggiata portarla fino in piazza. A quel punto Surgi si procurò un piccolo taglio sull'avambraccio con una lametta che teneva in tasca, e il sangue che sgorgò si coagulò istantaneamente nelle sue mani assumendo la forma di una chiave. Eliminato il lucchetto, il contenuto della cassa si rivelò essere un ragazzo dalla capigliatura bionda, visibilmente malnutrito e con i vestiti da ninja completamente a brandelli. Al collo portava ancora un coprifronte con il simbolo della Nebbia.

    Lo abbiamo avuto su gentile concessione di quell'organizzazione che adora quel tizio del clan Uchiha, o meglio lo abbiamo... PRETESO! AHAH! Psst, meglio però non parlare di certi tizi in presenza di Surgi, si altera un bel po' a sentirli nominare. - avrebbe detto Torma, rivolgendosi a Geralt e sussurrandogli all'orecchio l'ultima parte. Nel mentre Surgi, sollevato di peso il ragazzo dalla cassa, lo avrebbe schiaffeggiato fino a fargli riprendere i sensi. Non appena avesse riaperto qui occhi, però, si sarebbe ritrovato di fronte ad uno sguardo iniettato di sangue, che lo avrebbe privato in un attimo di ogni capacità di intendere e di volere, intrappolando la sua coscienza in un sadico genjutsu. Surgi avrebbe a quel punto ottenuto così una nuova, e fondamentale, pedina per il suo piano.

    Anche per voi cattivi un post di intermezzo, in cui farà la sua comparsa un nuovo (ma vecchio dentro) personaggio.

    @Dan approfitta del post per accennare brevemente a come sei finito nelle mani dei Figli di Zero e basta, perché del resto non ricorderai nulla. Essendo sotto l'illusione di Surgi, dovrai eseguire i suoi ordini nei prossimi post. Ti renderai conto di quello che accade, ma la tua coscienza non si chiederà nulla sul perché stai facendo questo, su chi siano le persone che ti circondano, sul come tu sia finito lì... insomma dovrai ruolare una sorta di ameba preda del corso degli eventi. E' abbastanza difficile come ruolata, ma ho fiducia sul fatto che te la caverai.

    PS: Deve postare Shane per primo, per ragioni di continuità, seguito da Anyone.
     
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    Percorremmo la strada verso la piazza, in silenzio. Giunti nei pressi della piazza, imboccando la via che da su di essa, rimanemmo un istante in attesa. O meglio, ci rimasi io, e di conseguenza anche Torma. Iniziai ad odorare la zona circostante, sfruttando i ricordi del mio clone che aveva memorizzato gli odori dei presenti sulla piazza. Percepivo gli odori del compagno di Torma, del colosso e numerosi odori non identificati, probabilmente altri mukenin e guerrieri. Non vi erano più grida od esplosioni, segno che la battaglia era giunta al termine.

    Abbiamo vinto?

    Mi domandai, imboccando finalmente la via con maggiore decisione.
    Giunsi in piazza e la scena che mi si presentò fu quantomeno inaspettata. Il colosso era in procinto di rigenerarsi per via delle gravi ferite riportate, c'era sangue in certi punti della piazza, ma non così tanto quanto mi aspettavo di trovarne. C'era il compagno del decapitato che osservava quello che aveva tutta l'aria di sembrare un tempio.

    YO, SURGI!

    Gridò il mio nuovo compagno. Inaspettatamente tutti gli occhi della piazza furono puntati su di me. Continuai ad avvicinarmi senza mutare d'espressione, conscio di trovarmi in un nido di serpi. Mi arrestai, poi, quando vidi il partner di colui che stavo trasportando avvicinarsi con sguardo minaccioso.

    Ho... preso sottogamba, o forse è meglio dire sottocoll- vabeh, mi sono lasciato trasportare! RIMETTIMI SUBITO A POSTO, SURGI!

    Continuava Torma, decapitato ma parlante come pochi. Logorroico è dir poco in questo caso. Il suo compagno, invece, appariva piuttosto silenzioso ed attento, guardingo, indecifrabile ora, lo osservava. Gli cedetti volentieri la testa dell'amico, notando come mi fossi cosparso del sangue del mio ex aggressore. Infine, l'altro, lanciò la testa del compagno a terra, quasi a volerlo provocare. Altre grida, altri insulti. Cominciavo quasi a divertirmi con Torma, era un folle, sì, in preda di sbalzi d'umore continui, ma ciò gli conferiva spesso momenti d'alta comicità involontaria. Trattenni un sorriso, per poi esser privato anche del corpo che trasportavo. Il gigante lo fece aderire con cura alla testa del decapitato, attendendo l'intervento del loro capo. Ed intervenne, eccome se lo fece. Riattaccò letteralmente la testa del mukenin! Osservai muoversi il sangue durante l'atto, come se fosse guidato dal chakra. Torma infine si rialzò in piedi, incolume. Assurdo. Quei due avevano poteri incredibili.

    Bene... tu e tu, seguite il Macellaio fino al carro e portate la cassa.

    Continuò l'uomo, coordinando il gruppo. Il duo incaricato tornò proprio con una cassa ed assistetti a ciò che avevo teorizzato prima: l'uomo manipolava il sangue. Non riuscivo a credere ai miei occhi, neanche credevo fosse possibile qualcosa di simile. Rimasi stupefatto mentre una chiave composta da sangue si palesò a pochi metri da me. Il lucchetto che teneva nascosto il contenuto della cassa venne aperto e con esso anche la cassa. Quest'ultima, molto grande, celava al suo interno un... Ragazzo!

    Lo abbiamo avuto su gentile concessione di quell'organizzazione che adora quel tizio del clan Uchiha, o meglio lo abbiamo... PRETESO! AHAH! Psst, meglio però non parlare di certi tizi in presenza di Surgi, si altera un bel po' a sentirli nominare.

    Surgi era il nome del maestro del sangue, mentre l'altro ragazzo era evidentemente un prigioniero. Era tutto pelle ed ossa, segno di un evidente mal nutrizione e, probabilmente, assente nelle ultime settimane. Surgi lo sollevò dalla cassa e lo fece rinvenire colpendolo con degli schiaffi, dopodiché accadde un'altra cosa che mi lasciò stupefatto! Gli occhi dell'uomo cambiarono colore!

    U-un Dōjutsu?! Cazzo! Non avevo mai osservato un'arte oculare dal vivo!

    Totalmente ammaliato dalla scena che mi trovavo di fronte, restai in attesa, conscio di trovarmi in compagnia di individui unici e veramente potenti.

    Io ho bisogno di riposare un po', altrimenti non potrò esservi minimamente d'aiuto d'ora in avanti. Mi siedo qui...

    Indicai a terra, piuttosto vicino ai miei nuovi compagni. Necessitavo di recuperare le forze, anche in vista di futuri scontri.

    Intanto potresti, Surgi, fornirmi qualche info su quel che andremo a fare? Io sono Geralt, comunque, Ronin senza fissa dimora.

    Mi sembrava maleducato chiedere informazioni senza presentarmi. Non che fosse importante con quella gente l'educazione, ma mi sembrava meglio aderire a certe convenzioni sociali piuttosto che trascurarle. Aspettando una risposta, chiusi gli occhi, inspirando a pieni polmoni col naso. L'aria era sporcata da un forte odore di sangue. E probabilmente ne sarebbe sgorgato dell'altro a breve.
     
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    6 mesi fa, Kirigakure, stanza del Kage.



    .. per queste ragioni, abbiamo deciso di inviarti in una missione segreta. Sarà una missione in solitaria, non farai parte di un Team né avrai sottoposti da comandare e controllare. La tua destinazione sarà Tomogashima, una piccola isola a Nord del nostro Stato, facente parte del Paese Cremisi. Non ti sarà difficile trovarla sulla mappa..

    So bene dove si trova il posto in questione, Hoshi-sama... quello che non mi è chiaro è perché sia stato scelto io per questo incarico, che mi pare così delicato e cruciale. A sua disposizione ha un intero plotone di Chuunin più capaci di me, per non parlare dei miei superiori.. sono certo che ognuno di loro avrebbe più chance di me di completare con successo la missione.
    Perché non manda Shinichi?


    La Mizukage fissò con aria dura il giovane sottoposto, scrutandolo a fondo: le sfumature rosee dei suoi occhi si fusero prepotentemente con l'azzurro cristallino di quelli del Chuunin, il riflesso che se ne era generato aveva assunto una tinta del tutto peculiare, bella ed ammaliante.
    Ma il fascino di quella crasi cromatica non rispecchiava in alcun modo la serietà e la gravità di quel contatto, capace di penetrare nell'anima e nella psiche del biondino, riuscendolo ogni volta a metterlo a nudo, vanificando ed eludendo ogni sistema difensivo costruito con dovizia grazie al suo allenamento da Shinobi: come sotto un riflettore, tutte le paure, il senso di inadeguatezza e di impotenza nei confronti dei suoi coetanei, specialmente verso colui che poteva definire il suo migliore amico, si mostravano in tutta la loro macabra fierezza, come pesi insostenibili legati ed intessuti al suo corpo ed al suo spirito per mezzo di cavi di acciaio e sangue.
    Cosa gli impediva di sprofondare in quel baratro di autocommiserazione erano proprio i suoi compagni, i suoi superiori ed i successi di cui poteva fregiarsi e che gli avevano fatto guadagnare prestigio e notorietà fra i ranghi militari.
    Forse anche troppa, vista la situazione in cui stava per essere catapultato.

    La Mizukage non ruppe il silenzio, se non prima di imporre la mano sul suo capo, un gesto che si conveniva certamente da parte di un superiore, di una Regina nei confronti di un proprio suddito, ma che trascendeva la mera formalità regale, celando al suo interno un amorevole affetto, una fiducia incondizionata.

    Prompto, tu sei stato scelto per questo incarico perché sei stato considerato il più consono.. sei tu quello che ha più possibilità di successo.

    Prompto non seppe mai se solamente il carisma della monarca fu sufficiente ad alleviare il peso che sentiva dentro, o se effettivamente fosse dotata di qualche potere psichico, un'empatia tale da riuscire a farle capire quale problema lo affliggesse e a scegliere le parole ed il tono giusto, in modo da lenire tali sensazioni e rinvigorirlo, fornendogli ogni volta una forza nuova e sconosciuta.
    Il Chuunin annuì con sicurezza, chinando la testa in segno di ringraziamento, dunque seguì il suo Capo ad una scrivania posta alla loro destra, a piedi di un affresco di imponenti dimensioni e rappresentante l'origine e la nascita del Kirigakure, in tutto il suo splendore e la sua potenza.
    Sul tavolo Prompto scorse una serie di dossier, mappe e foto: su ognuno di quei documenti l'inchiostro di una penna aveva tracciato segni, parole e figure, segno inequivocabile che tutti quei pezzi di intelligence erano stati studiati a fondo, analizzati in maniera paranoica fino all'ultimo carattere, al fine di estrapolarne la totalità delle informazioni di cui si facevano custodi.

    Una volta giunto a destinazione, la tua missione sarà quella di cercare informazioni su una certa organizzazione.. si fanno chiamare Figli di Zero, sono una sorta di setta, fanatici sognatori fedeli all'estinto Impero del Fuoco. E' successo prima che tu nascessi, difficilmente ne avrai sentito parlare..

    So chi sono.. ho letto qualcosa a riguardo, anche se non ho trovato molto.. So che seguono i gli ideali imperialisti di un certo Zero, ma anche su di lui non sono riuscito a trovare un granché di informazioni, è tutto top secret..

    Purtroppo non abbiamo grandi informazioni sui suoi seguaci. Nelle nostre carceri c'è un adepto di quel gruppo, a dire il vero un membro importante della stessa.. Interrogandolo, siamo riusciti a trapelare informazioni sufficienti per decidere di organizzare questa missione e di affidartela.. Studiati bene le informazioni raccolte, partirai l'indomani, all'alba.
    Questa missione è classificata come A.. non serve spiegarti la pericolosità della stessa.. Per di più, questo incarico è, come dire, sfuggito alla trascrizione sui report ufficiali circa l'attività militare del Villaggio. Questo vuol dire che sarai solo, non potremmo intervenire ufficialmente per venirti in soccorso, in caso succedesse qualcosa di spiacevole..
    Prompto Argentum.. torna a casa vittorioso!


    E vivo..


    [...]

    Il clima afoso stava lentamente lasciando posto a temperature più miti, sull'isola di Tomogashima: il mare mitigava i caldi venti fornendo una costante e piacevole brezza che agitava la ricca vegetazione locale e consentiva agli abitanti della stessa di godersi quel paradiso terrestre.
    Ma Tomogashima non era di certo conosciuta, nel mondo dei Ninja, per le sue spiagge sabbiose ed il suo mare cristallino, bensì per i traffici illeciti, sopratutto di armi e sostanze stupefacenti: come poteva sembrare ovvio, il Paese Cremisi vedeva passare per i suoi confini tonnellate di merci, di cui una importante percentuale sfuggiva ai controlli dell'esigue forze di polizia locali per essere immessa nelle arterie del commercio illegale, luogo ideale dove riciclare denaro sporco e accaparrarsi del materiale o estremamente prezioso o estremamente pericoloso.
    Il Chuunin vestiva leggero, in accordo con il clemente clima, optando per un look più casual rispetto ai classici abiti militareschi: sebbene potesse usare con naturalezza la Tecnica della Trasformazione per perfezionare il proprio camuffamento, aveva deciso di optare per abiti più sobri e meno riconoscibili.
    L'approccio al Paese Cremisi e all'isola in questione fu particolarmente agevole: le forze ninja locali non erano così numerose e ben addestrate come nei paese maggiori, dunque non gli risultò difficile eludere le esigue ronde a controllo degli approdi maggiori e dunque guadagnarsi l'accesso alla terra straniera mediante sentieri meno battuti.
    Una volta sulla terra ferma, assunse il ruolo di potenziale acquirente alla volta dei fastosi mercato dell'isola, mostrando e scialacquando i pochi Ryo guadagnati con fatica e mettendo a repentaglio la propria vita.
    Al tramonto, il Chuunin decise di avventurarsi presso una squallida locanda di secondo ordine, lontana dal centro del Villaggio e posizionata verso la zona più povera e malfamata, a detta di alcuni commercianti con cui aveva parlato, e che gli avevano sconsigliato caldamente di avvicinarsi a quei quartieri, a meno di dotarsi di forti e muscolosi body-guards, i cui, caso voleva, facevano parte della vasta gamma di attività economiche di cui si occupavano.

    Al bancone della taverna, Prompto ordinò una birra e la specialità della casa: il piatto ricolmo della maleodorante pietanza si accoppiava egregiamente al liquido denso di quart'ordine, frutto di chissà quale scadente malto.
    Gli occhi del giovane erano fissi su quel tripudio di putrido e malsano, ma l'attenzione era tutta rivolta ai pochi commensali con cui aveva il piacere di condividere quel piacevole pasto, e che, dal momento cui era entrato, avevano cominciato a fissarlo.
    Uno di loro, un energumeno dai capelli lunghi ed unti, vestito di una canotta logora e sporca di chissà quale fluido, da cui fuoriuscivano disgustosi ciuffi di peli, si avvicinò a lui e con fare intimidatorio gli si sedette accanto.

    Buona sera.. giornata di lavoro dura, eh?

    Prompto alzò lo sguardo e gli rivolse un gran sorriso, poi tornò a giocare con quello che doveva essere l'interiora dell'animale che stava mangiando.

    Chi cazzo sei?

    L'uomo grugnì quella che doveva essere la domanda che tutti i presenti avevano pensato e a cui avevano tentato di dare una risposta. Qualcuno di questi si era alzato, avvicinandosi per tentare di carpire quanto più dalla conversazione che stava per cominciare; anche il custode, forse preoccupato della possibile rissa, e quel posto pareva averne viste tante, visto lo stato in cui versava, si avvicinò ai due.
    L'energumeno colpì con un pungo il bancone, in parte spaccandone il marcio legno, e quindi ripetè la sua domanda.

    Scusa, non pensavo parlassi con me.. Sono un semplice uomo alla ricerca di un ottimo pasto caldo e di un posto dove dormire.. Dovresti fare attenzione alle buone maniere..

    Adesso basta! Jimbo, vatti a sedere.. E tu straniero, stai attento a chi pesti i piedi, da queste parti..

    Ah mi spiace, non pensavo di essere stato scortese.. Che problema ha, quel tipo?

    Disse la seconda parte della frase a bassa voce, cosicché solo ed unicamente il suo interlocutore potesse udire la domanda provocatoria.

    Cosa fai da queste parti? Sei lontano dal centro, solitamente i turisti come te alloggiano in quella parte dell'isola.. cosa ti ha spinto così lontano dal mercato?

    In effetti non sono un turista, né sono qui per fare acquisti.. sono un reporter, il mio giornale mi ha mandato per scrivere un pezzo sugli abitanti dell'isola e su come questi flussi commerciali avessero avuto un impatto positivo o negativo sulla vita degli isolani..
    Una volta arrivato qui, sono però giunte alle mie orecchie delle voci strane, ambigue.. alcuni abitanti affermano di aver visto degli stranieri in questa zona, e hanno riportato un'attività anomala ad un molo qua vicino..
    Secondo le mie fonti, quel molo dovrebbe essere abbandonato ed in disuso da anni.. pare però che un'organizzazione stia smerciando merce illegale.. te ne sai qualcosa? Pare si facciano chiamare.. figli di Zero..


    Il locandiere, che durante il dialogo si era comportato in maniera strana, con le mani sembrava stringere qualcosa posta sotto al bancone, celato alla vista del Chuunin, con tutta probabilità un'arma, una volta sentito il nome dell'organizzazione, sguainò lesto una lama di medie dimensioni, tentando di menare un fendente mortale. Contemporaneamente, l'energumeno ed un uomo dalla corporatura normale si stavano scagliando su di lui, sguainando rispettivamente un martello ed un'ascia.
    Prompto concentrò gli Impulsi, con i quali stava controllando l'intero edificio sin dal primo momento, e li fece deflagrare con un'onda ad andamento concentrico, una sfera che dal suo petto aumentò le sue dimensioni fino ad impattare ed inglobare i tre aggressori: le armi da loro impugnate si sgretolarono in mera polvere, i tre invece vennero sbalzati a diversi metri, impattando contro i pezzi di misero arredamento mandandolo in frantumi, stessa sorte ebbero le vicine finestre e le forniture di vetro.

    Inputon, uh?

    Una sagoma scura, vestita di un mantello nero ed un copricapo tale da celargli il volto si palesò all'entrata della taverna: la scarsa illuminazione non gli permise di identificare alcun carattere peculiare, se non un ghigno malevolo e un'aura così terrificante e potente da differenziarsi nettamente dai tirapiedi che aveva appena messo KO.
    Il Chuunin lasciò la sua postazione, in modo da fronteggiare il nuovo nemico, ma questi in un batter d'occhio svanì dalla sua posizione originale e si materializzò alle sue spalle.

    Sogni d'oro..

    Un colpo secco, e con un semplice colpo della mancina, Prompto venne privato della propria coscienza e della propria libertà.

    Finalmente abbiamo messo le mani sull'Inputon.. Hail Zero, Hail to the Empire!

    [...]

    Sei mesi dopo, 20 Yukitsuki, villaggio di Shiho



    Scosse di dolore pervadevano il suo corpo inerme ed incosciente: la postura scomposta cui era stato costretto una volta infilato in quella cassa aveva bloccato i suoi muscoli in posizioni innaturali, impedendone la contrazione e di conseguenza rendendo più difficoltosa la circolazione sanguigna, reale responsabile della spiacevole sensazione.
    Nel buio della sua prigionia, il giovane non poteva sapere né dove fosse, né quanto tempo fosse passato dal momento della sua cattura e né tantomeno cosa gli sarebbe capitato di lì a poco.
    Il gigante si avvicinò alla cassa e con sorprendente facilità la sollevò, sballottolando al suo interno il suo ospite, che batte la fronte contro la parete superiore della stessa tanto da lacerarsi la cute e facendone sgorgare un rivolo di sangue.

    Lo abbiamo avuto su gentile concessione di quell'organizzazione che adora quel tizio del clan Uchiha, o meglio lo abbiamo... PRETESO! AHAH! Psst, meglio però non parlare di certi tizi in presenza di Surgi, si altera un bel po' a sentirli nominare.

    Un altra scossa di dolore pervase il suo corpo, ma questa volta erano concentrate principalmente al volto, dato che uno dei due criminali lo stava schiaffeggiando sonoramente sul suo volto emaciato e deperito.
    Quasi come destato da un incantesimo, Prompto aprì gli occhi, venendo accecato da quella poderosa luminosità di cui era stato privato, a sua insaputa, per più di sei mesi. Ma il suo sadico aguzzino non gli avrebbe concesso a lungo quella libertà: lo sguardo iniettato di sangue di lui si impose sugli occhi cristallini del Kiriano, privandoli della loro ritrovata vitalità.
    Opachi e vitrei, gli occhi del ragazzo non erano altro che lo specchio della propria condizione, segregato e imprigionato nel proprio stesso corpo, incapace di autodeterminarsi e scegliere secondo la propria volontà.
    Si era spenta la fiamma della vita, era divenuto il giocattolo, la marionetta del suo nuovo padrone.

    Prompto Argentum

    Et voilà. Spero sia un rientro all'altezza delle aspettative, o quanto meno della missione.
    Non so se mi sono permesso di usare troppe informazione sui Figli di Zero, ma grazie alle Conoscenze Popolari/Linguistiche e per il fatto che abbiamo un prigioniero dell'organizzazione a Kiri, due informazioni credo sia lecito che le abbia.

    Per la parte sull'ameba alla mercé dei suoi aguzzini, al prossimo turno cercherò di calarmi nella parte.


     
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    La mia ricerca di informazioni si rivelò del tutto inutile, resa vana dall’inflessibile voto di silenzio al quale ogni adepto di quel luogo di culto sembrava esservi irrimediabilmente legato. Sonnecchiai, come si suol dire, con una palpebra calata e l’altra alzata, in un dormiveglia tormentata da incubi. Sognai di essere ancora fuori dal tempio e di ingaggiare lotta contro il mukenin chiamato Dolph. Inspiegabilmente, riuscii a eliminarlo con un fendete di lama elettrizzata, ma non ebbi il tempo di esultare perché mi ritrovai paralizzato davanti a mio fratello, quello cattivo, Artosi. Era come se avessi avuto una corda stretta intorno alle braccia mentre lo sguardo trucido del mio non proprio fratello mi squadrava con perfidia. Il ghigno sul suo viso mi mandò su tutte le furie e strattonai con tutte le forze la corda invisibile che mi bloccava, ma egli si materializzò accanto a me, facendomi desistere da qualsiasi vano sforzo.

    -Sei un inetto…- mi sussurrò ad un orecchio, talmente vicino da percepire il tatto delle sue viscide labbra.

    Aprii gli occhi di soprassalto, trovando al mio fianco l’anziano maestro del tempio, la tartaruga Genoh. Mi invitò a seguirlo perché Jin, il mio collega, era sveglio e stava bene. La notizia mi rasserenò, permettendomi di calare il sipario sull’angoscioso ricordo del sogno appena vissuto.

    La stanza dov’era tenuto era vicina, ma Genoh camminava alla stessa velocità di qualsiasi altro esponente della sua razza. Anzi, a causa della sua età e dell’indiscussa saggezza che gli aveva permesso di ricoprire quel ruolo, alla naturale lentezza della sua specie si aggiungeva quel passo svogliato e indolente di chi non teme lo scorrere del tempo perché ha imparato ad accettare l’ineluttabile morte verso cui ci trasciniamo.

    Fui ancora più rallegrato nel trovare Jin, con i neri capelli scompigliati che cadevano a ciocche sulla sua pallida fronte, steso su un letto ma con gli occhi aperti e uno sguardo vitale, energico. Lo salutai con un cenno della mano. Genoh si presentò, ma fu interrotto da un forte colpo di tosse. Io mi toccai istintivamente il fianco pensando a quanto mi doleva ogni volta che tossivo. Quando riprese, l’anziana testuggine rivelò finalmente ciò che forse avrei potuto intuire anche solo: Dolph, lo psicopatico mukenin all’esterno, era stato un suo discepolo, il quale avevo seguito “cattive influenze”, citando letteralmente, portandolo a seguire una “strada particolare”. Serrai i pugni nervoso, ma mi controllai. Quando però, affermò di rispettare tale scelta, non ce la feci.

    -Quindi lei stai giustificando l’omicidio degli abitanti del villaggio - sbottai furente - e di tutti gli altri scempi e crimini commessi finora da questo Dolph solo perché era un buon discepolo?!-

    Scossi violentemente la testa.

    -Mi dispiace, ma non credo di poterla capire. Non posso proprio.-

    Non volevo mancare di rispetto all'anziano maestro di quel tempo, ma non potevo neanche accettare di restare chiuso lì dentro al sicuro mentre persone innocenti soffrivano i mali di questo mondo a pochi metri da me. Non rispondevo ai miei doveri ninja, in cui credevo poco, ma ai miei principi. Un uomo si puo' giudicare soltanto in base alla propria morale. E la mia etica mi imponeva di difendere gli indifesi.

    Ci invitò comunque a riposare in quella stanza, munita di letti, aspettando che la situazione fuori si migliorasse.

    -Lei è così sicuro che la situazione si calmerà all’esterno? Ci sono donne e bambini tenuti in ostaggio, non possiamo lasciarli alla mercé di quegli schiavisti.-

    Guardai Jin perché si era dimostrato più esperto di me finora.

    -Jin, tu cosa pensi che dovremmo fare?-
    Gli chiesi con gli occhi carichi di speranza. Nella sua testa stavano scorrendo i miei stessi pensieri? Ripensai alla piazza del villaggio dopo lo scontro, prima che venissimo portati nel tempio. Tutto quel legno da dov'era sbucato? Avevo imparato dai tomi di storia che c'era una sola stirpe ninja in grado di manipolare la forza riproduttrice di Madre Natura. Erano ninja formidabili e sicuramente sarebbe stato meglio se non ne avessimo avuto contro uno. Ma poteva essere Jin... un Senju?! Sarebbe stato eccezionale come lo ero io, un Uzumaki senza famiglia. Mi trastullai pensando di condividere con Jin il comune destino di appartenere a una stirpe millenaria.


    CITAZIONE
    Scheda

    Status Atshushi:
    Resistenza: 200
    Stamina: 450
    Protezioni:
    Testa Resistenza protezione:14 -Coprifronte di Kiri
    Busto Resistenza protezione: 80 -Giubbotto Ninja
    Avambraccia Resistenza protezione: 34 -Paravambraccia a Scaglie
    Mani Resistenza protezione: 34 -Guanti Placcati
    Cosce Resistenza protezione: 24 -Paracosce Laminate
    Stinchi Resistenza protezione: 44 -Calzari da combattimento

    Azioni:


    Note:
    Malus del 20 per cento a qualsiasi azione.
    Post scritto rapidamente, tutto d'un fiato, ma di cui sono particolarmente compiaciuto perchè ero partito senza idee, invece sono riuscito a trovare spunti interessanti per far muovere il mio disgraziato Atshushi.


    Edited by tisy16 - 28/2/2019, 23:40
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Buio.
    Aprii gli occhi, davanti a me si espandeva a perdita d'occhio una densa coltre d'oscurità, nonostante i miei sforzi riuscivo solo ad intravedere il profilo del paesaggio che mi si stagliava davanti senza però poterne definirne i dettagli, come se qualcuno avesse cancellato tutto con una gomma lasciando solo i contorni.
    Freddo.
    Istintivamente strofinai le mani sulle braccia per cercare di scaldarle, un gesto naturale ed automatizzato che mi fece però capire di avere ancora un corpo, magra consolazione, non mi sarebbe servito più a molto.
    Luce?
    Davanti ai miei occhi comparve, ad una distanza imprecisata, un luminoso puntino rosso, cercavo di concentrarmici ma lo sfondo scuro mi impediva di capire cose fosse, quanto fosse lontano o se si stesse muovendo o meno. Iniziai quindi a camminare verso l'unica nota di colore presente in quel luogo e dopo pochi passi mi resi conto che quel bagliore non era un punto imprecisato, ma bensì faceva parte di qualcosa di più grande che mi lasciò perplesso: mi fermai davanti a quelli che sembravano i miei ultimi istanti di vita, c'ero io bloccato e tenuto in alto dal mostruoso gigante immortale e c'era l'uomo tutto vestito ordinato dalla cui mano posta a poca distanza dal mio viso brillava una sfera rossa, origine della luce che mi aveva portato fin lì, tutti e tre eravamo fermi ed immobili come se il tempo stesso si fosse fermato, un'ultima istantanea prima del gran finale. Mentirei se dicessi che assistervi non mi fece alcun effetto, posare ancora una volta il mio sguardo sul mio ultimo e decisivo fallimento fece affiorare in me lo sdegno, la rabbia che provavo nei miei confronti per aver deluso tutti coloro che in quel piazza avevano affidato la loro vita a me, guidato da quei pensieri mi ritrovai persino a provare vergogna per quello ero stato, avrei voluto e dovuto fare tanto di più. Tra tutti i sentimenti che come una giostra vorticarono dentro il mio cuore fu propria l'ira verso me stesso che prevalse e l'unico modo che mi venne in mente per sfogarla fu tirare un pugno verso quella mia immagine residua con tutta la forza che avevo in corpo, o almeno quella era l'idea, poco prima infatti che le nocche della mia mano potessero incontrare il mio volto tumefatto dall'esplosione sentii qualcosa bloccarla prima dell'impatto e risalendo rapidamente con uno sguardo sorpreso il braccio dell'artefice di tale gesto mi resi conto che l'uomo dall'espressione seria si era in qualche modo animato e mi aveva cominciato a guardare dritto negli occhi:

    "No...è troppo presto per andarsene, non ho ancora finito con te!"

    Prima che potessi ancora solo pensare di agire l'uomo fece ruotare il braccio destro, quello in cui teneva il globo rosso luminoso, verso il mio volto e mentre il corpo cadeva a terra colpito da quell'attacco tutto il paesaggio che ci circondava si colorò di rosso, diventando prima solido e poi liquido trasformandosi un gigantesco mare vermiglio che mi travolse spegnendo in un istante le luci sul palco.
    Mi risvegliai di soprassalto, il cuore batteva a mille nel mio petto e il fiato era accelerato, quasi come se avessi corso per ore; feci passare qualche secondo inspirando ed espirando profondamente per qualche secondo ad occhi chiusi prima di guardarmi intorno, la stanza in mi trovavo sembrava molto semplice ed umile, l'arrendamento era minimo e constava di una porta in legno, di semplice letto in cui mi trovavo e di un comodino al suo fianco sopra al quale era posto quello che restava di una candela, l'unica che cercava a suo modo di illuminare quello che altrimenti sarebbe stato un luogo quasi completamente buio, erano decisamente troppi pochi indizi per capire dove mi trovassi. Cercai lentamente di mettermi seduto, ma mi resi subito conto di un indolenzimento generale, avvertivo chiaramente la pelle tirare in alcuni punti ed in generale quasi tutti i muscoli facevano a gara per chi fosse il più dolorante, di certo era un passo in avanti rispetto allo stare in fin di vita...
    Quel pensiero sarcastico mi fece però rendere conto di una cosa, dove diavolo erano finiti quei due tizi? Atshushi? E quei poveri abitanti? Che fossi diventato loro prigioniero? Scartai quasi subito quel pensiero, in fondo non avevano catene né apparenti restrizioni, ciononostante mi diedi l'imperativo di scoprire cosa stesse accadendo; decisi quindi di fare un secondo tentativo e con maggiore concentrazione mi puntellai sul letto, mi misi prima seduto e poi mi issai su due gambe, peccato però che loro non la presero molto bene e per farmi un dispetto non ressero il corpo come loro solito costringendomi per un istante ad appoggiarmi con forza al comodino, gesto che fece fare al mobile un rumore poco rassicurante e che mi permise di rendermi conto di un dettaglio che fino a quel momento mi era sfuggito: le mie orecchie, pur non dolendomi fisicamente, dovevano avere ancora qualcosa che non andava, perché tutti i suoi mi sembravano ovattati, molto più bassi del solito, che fossero ancora danneggiati da quella vicina esplosione? Non potevo esserne sicuro ed in ogni caso al momento ci potevo fare poco, pregai dentro di me che non fosse un danno permanente e mi girai verso la porta con l'intenzione di uscire, ma quella in qualche modo sembrò leggere le mie intenzione e decise di aprirsi rivelando qualcosa che aumentò notevolmente la già totale confusione:

    "Come ti senti, Ninja di Kiri numero due? Non ti agitare, sei al sicuro qui. "

    Sgranai visibilmente gli occhi dalla sorpresa, davanti a me infatti era comparsa quella che aveva tutto l'aspetto di essere una gigantesca tartaruga grigiastra che aveva quelli che sembravano dei baffi, una barba e persino le sopracciglia, tutti rigorosamente bianchi e lunghi fino al terreno, ma la cosa che facevo più fatica a processare era che quell'animale parlasse! Dietro di lui vidi comparire il mio compagno di Kiri, anche lui fortunatamente vivo, probabilmente se fossi stato meno confuso sarei riuscito a dimostrarmi molto più felice di vederlo, ma con il mio cervello intento a mettere in ordine quella situazione riuscii solamente a rispondere al suo saluto gesto della mano ed un sorriso ebete:

    "S...Sto bene grazie...mi chiamo Jin, scusi se sono diretto ma chi è lei? Dove ci troviamo?"

    "Il mio nome è Genoh, e voi due siete ospiti del tempio di Hoshi... cosa abbastanza ovvia, ohoh! COFF COFF COFF!"

    Non era facile riuscire a sentire le parole della tartaruga, non mi ero ancora abituato a sentire meno del solito ed il tono dell'animale di certo non aiutava, in ogni caso un violento colpo di tosse interruppe il discorso facendo arrivare a vibrare persino le pareti tanto era stato forte:

    "Mi dispiace che Dolph vi abbia creato così tanti problemi. Ha avuto una infanzia difficile, ma non è un cattivo ragazzo: segue solo cattive influenze! Oh, vero che tu mi hai chiesto se lo conoscevo, prima... sì, è stato un mio protetto, tempo fa. Alla fine ha scelto di seguire una strada... "particolare", e occorre rispettare anche una tale decisione."

    Sentire il nome di quell'uomo cominciò a far ribollire il sangue nelle mie vene, soprattutto per quello che disse dopo, anch'io avevo avuto un'infanzia difficile, ma non per questo mi ero messo ad attaccare villaggi o minacciare persone innocenti, era vero che nessuno nasceva malvagio, ma le scelte che quel Dolph aveva preso parlavano senza dubbio per lui, in ogni caso mi sforzai di mantenermi tranquillo, personalmente non avevo intenzione di arrabbiarmi con lui, doveva avere di sicuro le sue ragioni per dire quelle cose, perciò decisi di farlo finire, almeno fino all'intervento di Atshushi che parlò per entrambi, manifestando la sua impossibilità di comprendere le parole del vecchio e non potei non sentirmi concorde con il pensiero del mio compagno:

    "Potete restare qui fin quando non si calmeranno le acque fuori, tanto non ci vorrà molto. Potete usare i due letti in questa stanza per riposarvi, e... beh, il tuo amico sa dove si trova la sala da pranzo. Se non avete altre domande o richieste io mi ritirerei."

    "Lei è così sicuro che la situazione si calmerà all’esterno? Ci sono donne e bambini tenuti in ostaggio, non possiamo lasciarli alla mercé di quegli schiavisti...Jin, tu cosa pensi che dovremmo fare?"

    Le domande che avevo in mente di rivolgere alla tartaruga erano tante e avevo bisogno di risposte per pensare al da farsi, perciò rimasi qualche secondo in silenzio e dopo essermi schiarito la gola cominciai a parlare:

    "Innanzitutto la ringrazio vivamente per averci tratto in salvo e per averci dato asilo, mi farebbe piacere sapere come siate riusciti in una tale impresa data la critica situazione ma in ogni caso ve ne sono grato. Dalle sue parole comunque presumo che Dolph ed il suo amico mostruoso non possano entrare nel tempio, altrimenti dubito che potremmo ritenerci al sicuro, la domanda quindi che sorge spontanea è perché tanta premura per difendere questo luogo e perché non portare in salvo gli altri abitanti che sono stati sequestrati se ci siete riusciti con me ed immagino anche con il mio compagno? Mi scusi se le chiedo tanto ma prima di decidere come muoverci penso sia fondamentale poter capire il più possibile su tutta questa faccenda."

    Scheda
    Resistenza:1000
    Stamina:1000


    Edited by Stompo - 2/3/2019, 15:09
     
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    L'odore del sangue, le urla dei cittadini e il caos generale erano come musica per i miei sensi, mi sentivo ribollire dentro al solo guardare quella scena.
    Non riuscii più a trattenermi dal rimanere un mero spettatore dello spettacolo e in qualche modo, mi feci spazio tra i Mukenin e i civili, irrompendo nella piazza dove vi era la maggior parte dei protagonisti dello scontro terminato qualche secondo prima.
    Nessuno di loro mi colpì realmente, tranne uno... lui era particolare. Aveva instillato la paura in ognuno dei presenti, ma... io sentivo come uno strano legame con quell'uomo dall'aspetto malaticcio.
    Al contrario, colui che doveva sembrarmi ben più spaventoso del malaticcio, non riusciva a creare nulla dentro di me, seppur al solo vedere quello che gli stava accadendo rimasi incuriosito.
    Si stava letteralmente curando con il sangue, ricomponendo le proprie ferite.
    Fun in quel momento che entrò in scena un nuovo partecipante dai capelli di grigi con un braccio il corpo di un uomo con la testa mozzata e anche la relativa testa.

    YO, SURGI!

    Rimasi nuovamente colpito dal fatto che la testa riusciva ancora in qualche modo a sopravivvere seppur distaccata dal corpo, ma non mi cercai di approfondire oltre. L'uomo malaticcio che rispose al nome di Surgi, si avvicinò al ragazzo dai capelli grigi, ma non capii cosa dissero tra di loro, poichè la mia attenzione si spostò su tutto il circondario.
    Quando mi resi conto di essermi perso tra i pensieri, il corpo e la testa erano -incredibilmente- nuovamente un unico pezzo.

    Che bella sensazione tornare nuovamente con la testa sulle spalle! AHAH! Toh, è lui quello che ci serve, te l'ho porta- ... sì, mi sono fatto portare qui!


    Cercai di aprir bocca per chiedere come fosse potuto succedere, ma Surgi non mi fece neanche iniziare la frase che mi diede un ordine.

    Bene... tu e tu, seguite il Macellaio fino al carro e portate la cassa.

    In quel momento inclinai la testa e lo squadrai per bene, cercando di capire per quale motivo mi stesse dando degli ordini. In fondo... beh, non sapeva chi fossi. Come poteva credere che lo avrei aiutato così facilmente? Solo per via delle azioni compiute qualche minuto prima? Nah, non credo.
    Comunque, dopo qualche secondo mi accinsi a seguire il mostro, che fino a poco prima cercava di rigenerarsi, seguendolo verso la strada che portava alle porte del villaggio.
    Arrivammo abbastanza velocemente di fronte ad un carro nascosto sotto un telo, posto proprio all'ingresso della piccola cittadina e fu proprio in quel momento che mi resi conto del perchè non riuscivo a provare terrore per l'uomo dai capelli castani.
    L'uomo si tagliò l'avambraccio e il fiotto di sangue che fuoriuscì si andò a coagulare istantaneamente in una chiave che aprì il lucchetto di una cassa. Non credevo che esistesse qualcun'altro con le mie stesse peculiarità.
    Un sorrisetto mi si stampò in volto e rimasi a guardare tutto quello che successe successivamente.
    Non appena Surgi finì con il ragazzo pelle e ossa, gli parlai senza alcuna paura.

    Noi due siamo uguali.

    Ragazzi scusatemi, ma non avevo letto il fatto che dovevo postare dopo Shane, aspettavo che rispondeste tutti :asd: Non succederà più :please:
     
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    Dall'alto della mia posizione osservai con attenzione continuai ad osservare quello che stava accadendo nella piazza. Il grosso dei mukenin si stava riunendo al centro, davanti la grande scalinata che conduceva al tempio e, da chissà dove, due nuovi individui si unirono alla festa. Uno in particolare attirò decisamente la mia attenzione, aveva letteralmente perso la testa ma la cosa non sembrava avergli creato problemi. Fu difatti il primo individuo a ricucirla come se nulla fosse.

    Con che razza di mostri ho a che fare questa volta?!

    Pensai tra me e me mentre due mukenin del mucchio sembravano essere stati incaricati di seguire l'energumeno pocanzi andato in frantumi e rigenerato, questi così fecero e in poco tornarono con una grossa cassa sigillata. Ancora una volta colui che nuovamente mise in mostra quello che poteva sembrare il controllo del sangue, diede forma ad una chiave scarlatta e la usò per aprire quello scrigno.

    Cosa vorranno fare... forse è ora di intervenire...

    Ma a ritardare di qualche attimo la mia offensiva fu la sorpresa che mi assalì nel vedere il contenuto della cassa, un ragazzo ridotto pelle ed ossa, allo stremo delle forze e palesemente sotto shok.

    Chi sarà quel ragazzo? Beh prima togliamo di mezzo questa gentaglia prima potrà essere aiutato...

    Non esitai nemmeno un altro istante e concentrai una ingente quantità di chakra in un raggio di svariati chilimetri. Come feci anche durante la battaglia di poche settimane prima, il mio obbiettivo era stroncare sul nascere quella moltitudine di nemici e lo avrei fatto mostrando a quella gente tutte le sofferenze che avevano fin'ora causato agli altri.

    Ecco nuovi sacrifici atti al compimento della mia missione... Che il male lasci per sempre questo mondo!

    Se la mia illusione avesse avuto l'effetto desiderato, tutti i presenti in quella piazza e nei dintorni avrebbero assistito allo stesso spettacolo. Ma solo il gruppo di mukenin, ed i due mostri che li guidavano, ne sarebbero stati protagonisti. Agli altri sarebbe toccato un ruolo di spettatore, come se stessero guardando uno dei peggiori film horror mai visti prima. Una forte ed intensa luce avrebbe avvolto tutti per poi frantumarsi in mille pezzi, come se la realtà stessa fosse finita in tanti piccoli pezzettini. Quello che ne sarebbe derivato, sarebbe stata una scena in cui i protagonisti sarebbero rimasti sospesi sul palmo della mano di un immenso Buddha, mentre gli spettatori avrebbero assistito, come da lontano al resto.

    VIRGOBuddhaPalm

    Prestate attenzione... voi anime peccatrici! Vi accingerete ora ad un viaggio attraverso i sei mondi della reincarnazione che conducono alla somma illuminazione dinnanzi al grande Buddha. Ma tale onore è precluso ai malvagi come voi, perciò cadete e patite le pene che avete dispensato agli innocenti!

    A quel punto la grande mano si sarebbe mossa e li avrebbe lasciati tutti cadere in un vuoto senza fine che, mondo dopo mondo, li avrebbe costretti a pene indicibili nel corpo e nello spirito fino a che più nessuno sarebbe stato vivo. fino alla vostra dipartita presso il mondo che più vi rappresenta


    Il primo mondo è popolato dalle anime di coloro che hanno tradito... La loro pena è quella di rimanere per l'eternità immersi in un mare di lacrime, le lacrime di chi ha riposto in loro fiducia e ne è rimasto deluso...

    Il secondo mondo è degli ingordi... La loro pena è quella di provare su di se i morsi della fame eterna, hanno tolto il poco per avere il molto, soffriranno in eterno della privazione che hanno provocato...

    Il terzo mondo è popolato dalle anime degli ipocriti... La loro pena è quella di essere tramutati in bestie... Per aver mostrato un'altra faccia sulla terra in Ade sono la sembianza di un animale...

    Il quarto mondo è popolato dalle anime dei violenti... La loro pena è quella di combattere per l'eternità... Nessuno ne uscirà mai vincitore come nessuno è uscito mai vincitore da nessuna guerra...

    Il quinto mondo è il mondo degli umani... La loro pena è quella di essere costretti a cedere alle emozioni... La continua disputa vi regna...

    E il sesto mondo è il mondo della dimenticanza... Nessuna pena è decretata per le anime imprigionate... L'unico conforto, quello di essere ricordati non è però concesso loro... Simili a fantasmi vagano in un limbo senza memoria...




    Così, scenario dopo scenario, i malvagi avrebbero patito sulla loro pelle quelle sofferenze come reali e vivide, fino al cedimento del loro corpo o della loro mente. Nel frattempo io, dal retro della mia finestra, avrei osservato le reazioni di tutti curioso di chi avrebbe ceduto per primo ma sopratutto di scoprire se anche quei due mostri avrebbero ceduto a quel potere.

    Azioni:
    Illusione personale -600 (S)

    Resistenza 600
    Stamina 775 - 600 = 175

    Note:
    Dovrebbero assistere tutti, anche i presenti nel tempio, alla scenetta. Ma solo i bersagli designati subire i danni dati dal "viaggio", esattamente come successo nella battaglia in guerra. Come lì potrebbero esserci danni collaterali in termini di altri che subiscono i danni ma va bene, dovrebbe essere tutto in regola ma se altri dovessero subire il colpo... mi dispiace per loro :please:
     
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    Gli occhi di Surgi erano spaventosi: iniettati di un rosso che sembrava quasi ribollire, ma allo stesso tempo apparivano freddi e insensibili come il ghiaccio. Incrociare il Ketsuryugan poteva rivelarsi la peggior esperienza per un ninja impreparato nelle arti illusorie o inesperto in generale. Quest'ultima denominazione non poteva certo essere associata a Prompto, viste le numerose vicissitudini che lo avevano segnato nella sua carriera da shinobi, ma ciò nonostante ora era lì: una mera ombra del fiero ninja che aveva combattuto per il suo villaggio, ridotto pelle e ossa, e schiavo di quella potente arte oculare. A nulla sarebbe servita la sua incredibile innata, contro quel tipo di nemico. Surgi gli afferrò dunque il collo, stringendolo quasi a soffocarlo per una decina di secondi.

    Ormai non sei altro che un relitto... che schifo. - disse a bassa voce, per poi sollevare di peso il chunin di Kiri tramite la presa al collo e scaraventarlo a terra, dinanzi le scale del tempio.

    Eheheh, penso che tocchi a me prendere possesso della scena ora. - esclamò Torma, passando dinanzi al corpo di Prompto incapace di reagire - Il tempio custodisce un'enormità di tesori, che vanno dall'oro alle belle ragazze caste e pure... ma se finora non siamo entrati è a causa della barriera eretta dalla vecchia amichetta di Surgi. Si tratta essenzialmente di uno strato di chakra vibrante ad altissima frequenza, tanto da non permettere nemmeno alla luce stessa di giungere interamente dall'altra parte. L'unico in grado di oltrepassarla è un ninja in grado di far in modo che il suo stesso corpo entri in fase con quel chakra. E quel qualcuno è... rullo di tamburi... il tizio che mi ha portato qui!

    Terminò la sua frase indicando Geralt con le braccia, ed avvicinandosi nuovamente a lui.

    Mentre il biondino rallenterà la frequenza delle particelle, tu userai la tua abilità per entrare nel tempio, e sgraffignare il frammento di meteorite: la reliquia più importante custodita al suo interno. Una volta presa dovrai portarcela e-

    Un'abbaiante luce illuminò di colpo i presenti. Un rapido susseguirsi di immagini e suoni affollò i pensieri di tutti, inconsciamente divenuti prede di un'arte innata dalle infinite potenzialità. Le donne ed i bambini presenti iniziarono ad urlare, mentre i mukenin si accasciarono tutti a terra, tenendosi la testa con le mani. Dopo appena una decina di secondi, furono solo Surgi e Torma a rialzarsi. Gli altri, tutti morti.

    E' stato un bello spettacolo, complimenti al regista! - esclamò Torma, ridendo e al contempo applaudendo fragorosamente. Il viso di Surgi invece si deformò a tal punto dalla rabbia da essere quasi irriconoscibile. Rivolse il suo Ketsuryugan contro Prompto, e il suo zombie, rimasto impassibile durante l'illusione Kurama, si avventò sul kiriano. Le sue gigantesche mani avvinghiarono la testa del biondo, premendo contro le tempie e facendogli letteralmente implodere la testa tanta fu la pressione esercitata. Il povero Prompto, risparmiato dall'illusione, finì i suoi giorni in quel modo orribile, percependo impotente quell'ultimo, terribile, dolore.
    La rabbia di Surgi però non si sarebbe placata così facilmente.

    DOV'E'?! - urlò contro Torma.

    Mamma mia che paura che fai! AHAH! - la sua risata venne accompagnata da un movimento della mano, che indicò proprio la finestra dell'edificio dove si stava nascondendo Shaka. Come aveva già fatto in precedenza, Surgi creò in un attimo una sfera rossa pulsante sulla sua mano, la quale venne scagliata a gran velocità contro l'edificio indicatogli. Shaka non sarebbe stato colpito in pieno da quel potente attacco, ma l'esplosione dell'edificio lo avrebbe scaraventato in mezzo alla piazza, proprio davanti i tre "mostri" sopravvissuti.

    LURIDO BASTARDO, FIGLIO DI PUTTANA, TI FARO' PENTIRE DI ESSERE NATO.

    A quel punto Surgi avrebbe condensato del sangue sulla punta dell'indice, per poi spararlo a tutta velocità in direzione di Shaka, mirando prima al suo braccio sinistro con il primo proiettile, poi alle gambe con i successivi due. Nel frattempo Torma avrebbe fatto scattare le sue lame retrattili e, così come il gigante zombie, avrebbe cominciato a girare intorno a Shaka, così da tagliargli ogni via di fuga.

    Nulla da dire, penso si capisca tutto dal post. Ora sei da solo, Roy. Prendi 50 danni dalla caduta e dall'esplosione plasmatica. Son curioso di vedere cosa farai ora, soprattutto considerando quanto hai fatto arrabbiare Surgi.

    Voi altri dovete farmi l'ultimo post, poi sarete congedati. Any e Shane penso che Roy vi abbia dato abbastanza spunti per la vostra ultima role. Mi dispiace sia successo quel che è successo, ma questo è il gioco.

    @Buoni sì, avrete anche voi il vostro post a breve. Scusatemi ma sto avendo un po' di difficoltà a scriverlo. Intanto godetevi quello che succede ai cattivi.

    PS: Scusate il post non molto all'altezza degli eventi...
     
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    Come programmato, tutti i presenti caddero vittima della mia illusione ma, con una certa sorpresa, i due capi sopravvissero a quel tremendo colpo. Tutti gli altri non poterono che soccombere al terribile potere di cui ero detentore.

    Incredibile... Avevo intuito che fossero al di sopra di tutti gli altri... Ma non credevo così tanto...

    Pensai tra me e me ancora nascosto, credendo di essere al sicuro. Restai difatti ad osservare ciò che accadde di seguito e non potei che compatire il povero shinobi prigioniero dei due che, per l''ira di Surgi, si ritrovò anch'egli morto.

    Che la tua anima raggiunga Buddha e goda del grande cerchio della reincarnazione...

    Fu proprio durante quel pensiero che mi resi conto di qualcosa che mi colse alla sprovvista, in qualche modo erano riusciti ad individuare la mia posizione e l'iracondo si prodigò in un attacco analogo a quello usato pocanzi contro gli shinobi scomparsi nel nulla. Il potere distruttivo di quel jutsu distrusse parte del palazzo ove mi rifugiavo e mi scaraventò al centro della piazza.

    LURIDO BASTARDO, FIGLIO DI PUTTANA, TI FARO' PENTIRE DI ESSERE NATO.

    Surgi era palesemente preda dell'ira e, senza nemmeno darmi il tempo di riprendermi, si accinse a continuare la sua offensiva accompagnato da Torma e dall'energumeno misterioso.

    Come avranno fatto ad individuarmi... Da solo non ho possibilità contro due avversari del genere ed una specie di zombie posseduto...

    Fu così che senza la minima esitazione, conscio delle priorità in gioco e che, da quanto udito, i due avevano ormai perso ogni chance di completare il loro piano, tentati di attivare la tecnica della dislocazione istantanea concentrandomi al massimo delle mie possibilità.

    Vorrà dire che aspetterò con ansia di rivederci!

    Avrei quindi cercato di espandere il chekra lungo tutto il mio corpo per poi farlo entrare in risonanza con il sigillo posto tempo addietro nella mia stanza alla Fossa. Sarebbe stato proprio li infatti che mi sarei materializzato se tutto fosse andato per il meglio.

    Azioni:
    Dislocazione istantanea alla Fossa + Sforzo extra MAX -65 ( riduzione di 5 grazie alla maestria maestro del ninjutsu) -50

    Resistenza 600 - 50 = 550
    175 - 115 = 60

    Note: con la maestria maestro del ninjutsu dovrei avere la risuzione anche sulla dislocazione giusto? altrimenti correggo, tanto 5 punti in questo caso non mi cambiano nulla
     
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