[Esame chunin] Prima prova

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    [20 Ametsuki, Kirigakure, Doshaburi Arena (Arena della Pioggia Scrosciante)]


    Alcune poltrone erano già state occupate. Un uomo con un lungo kimono bianco, calvo e dalla lunga barba grigia, sedeva dritto su di essa, senza degnare nessuno di una sola occhiata. Aveva avuto modo di esprimersi in separata sede, più precisamente, quella mattina, nell'ufficio della Mizukage. Tutti insieme i Kage ed i rappresentanti in carica, avevano discusso per ore per giungere ad un patto. Un patto che avrebbe accordato finalmente tutti loro. Ma nessuno ne parlava più, il clima era decisamente meno teso e l'ambiente non più caustico. Le presentazioni erano già state fatte e, il rappresentante di Yugakure, non sembrava interessato a conversare. Non aveva ricevuto ordini di farlo, per cui non gli pesò affatto starsene lì seduto, osservando il nulla, per ora. I giochi sarebbero cominciati una dozzina di minuti dopo. Solo alcuni dei Kage presenti erano in piedi, parlando tra loro come se quella fosse una festa. Chi si era portato dietro la scorta, era sorvegliato attimo per attimo. Non c'erano proprio tutti ma quelle persone sapevano bene il motivo. Il rappresentante di Tetsu Est aveva ricevuto un'accoglienza calorosa e si era dimostrato altrettanto gentile. Sicuramente meglio di ciò che avrebbe fatto quella ragazzina dai capelli rossi alta quanto una dodicenne. Non aveva lasciato il campo di battaglia, il generale. Tra tutti i Kage presenti, una donna dai capelli argentei e i grandi occhi blu prese posto al posto assegnatole. Con un sospiro sommesso scivolò sulla poltrona, abbandonandosi ad essa. Tutti quei convenevoli non facevano per lei. Voltò la testa di sottecchi, sbirciando verso due figure che avevano attirato la sua attenzione. L'uomo dai capelli chiari aveva la cicatrice attorno al collo in bella vista. Con il suo abito elegante, Kuma conversava con una ragazza. Una ventenne vestita di bianco, con il cappello del colore e con il simbolo di Hekisui sotto braccio. La Kazekage si imbronciò risentita, squadrando con invia l'altra Kage. Pensò che sicuramente aveva usato chissà quale tecnica proibita per mantenersi giovane. Lei, invece, stava cominciando ad invecchiare nonostante si potesse ancora definire una bella donna. Sospirò nuovamente distogliendo lo sguardo. C'era poco da fare. Contro il tempo neanche lei aveva possibilità.

    Niente scorta?

    Voltò lo sguardo incontrando il volto sbarazzino di un uomo dai capelli scuri e i sottili occhi chiari. Si era rasato per l'occasione ma, sul mento, la barba cominciava già a spuntare di nuovo. L'aria selvaggia di Yudai non colpì Yuka, lo conosceva bene. Abbastanza da permettergli di usare un tono informale in quella situazione. La donna scosse la testa, rivolgendogli un'occhiata complice.

    Non credo di averne bisogno dopo oggi. E comunque la mia "scorta" è sugli spalti a fare il tifo!

    Oh, pensavo gli riservassi un posto d'onore.

    Fidati, meglio di no! Hokaru è un casinista, preferisco che stia lì piuttosto che qui!

    Il Raikage scoppiò in una risata, incrociando le braccia e osservando compiaciuto i Genin che, accolti dagli applausi, scesero in campo, radunandosi sopra l'arena. All'uomo dai capelli corvini brillarono gli occhi.

    Ho sentito che ci sono degli elementi interessanti.. Ti consiglio di tenere gli occhi aperti.

    Lei sospirò con un sorrisetto, arrossendo appena.

    Sai, Yudai.. penso che mi godrò lo spettacolo e basta. Siamo tutti sulla stessa barca, adesso.

    Si rivolsero nuovamente un'occhiata complice, mentre anche gli altri Kage prendevano posto. Kuma si sedette alla destra di Yuka, rivolgendole un saluto amichevole, un mezzo sorriso, che lei ricambiò. Senza farsi vedere, si avvicinò un poco di più al Raikage, per farsi sentire solo da lui.

    E poi voglio tifare per mia figlia.. sono un po' nervosa a dirla tutta..

    Un sorrisetto comparve sul volto dell'uomo che subito prese a scrutare meglio la folla di genin.

    Oh, se ha anche solo un quarto delle tue capacità ci sarà da divertirsi. Qual è?

    La biondina lì a sinistra! Tutta suo padre!

    Yuka rossise, indicandola con un cenno. Yudai scosse la testa, compiaciuto. La piccola Uzumaki aveva la stessa espressione di sua madre quando era tesa. L'evento stava per cominciare e il Raikage scosse la testa, ponendo fine alla conversazione. Aveva ragione, ci sarebbe stato da divertirsi.


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    Le tribune erano state riempite con giorni d'anticipo. Ogni singolo biglietto era stato venduto, ogni albergo e ostello nel Villaggio della Nebbia era completamente pieno. Quegli esami chunin erano i primi dopo l'era della pace, successiva alla caduta dell'Impero del Fuoco. Che gente da ogni parte del continente accorresse per godersi lo spettacolo era più che ovvio. Sarebbe stato un evento unico, precedente ad una lunga fila. I migliori shinobi da tutte le parti del mondo avevano aderito all'iniziativa, allenandosi a più non posso per risaltare durante le prove. Era ancora tutto segreto, nessuna notizia era trapelata a riguardo: nessuno dei partecipanti né i Kage immaginavano a cosa gil ideatori dell'esame avrebbero sottoposto i loro candidati. L'arena si trovava a parecchi chilometri di distanza dal villaggio, immerso in una foresta che sorgeva su di un altopiano. Era stato creato un fiume artificiale tutt'attorno e, al centro di esso, sorgeva l'altissima struttura circolare. File e file di tribune poste anche a sessanta metri d'altezza. Era un'arena enorme, frutto delle avanzate tecniche di costruzione e tecnologie del paese. L'area, ovviamente, era sorvegliata in modo più che eccelso. Chiunque entrasse veniva perquisito all'entrata e, anche per questo, fin dal primo mattino si era formata una lunga fila di interessati. Ma l'evento vero e proprio sarebbe cominciato verso il pomeriggio tardo di quell'autunno. Ad occupare una tribuna speciale, a neanche dieci metri d'altezza rispetto al campo da gioco, erano i rappresentanti di tutti i villaggi, sorvegliati non solo dai propri personali accompagnatori ma anche da un gruppo ben identificato di persone. Non solo lì ma in ogni zona interna ed esterna dell'arena. Vestiti di nero, le maschere da Anbu calate sul volto. La famosissima Suicide Mist della Nebbia, una squadra di assassini specilizzati nella protezione del villaggio. Sorvegliavano persino i Kage, anche perché non tutti avevano voluto fornirsi di una compagnia. Seduti su delle comode poltrone, in fila, quelle potenze sottoforma di persone, potevano scrutare ogni cosa. Nei loro abiti eleganti, con i capelli calati sulla testa, attendevano l'inizio dello spettacolo. Erano stati divisi in due file, a semicerchio, in modo che nessuno di loro potesse occupare il centro in alcun modo. In vista di ciò che avevano concordato, una situazione di parità era d'obbligo tra di loro. Nonostante c'era chi disprezzava quella nuova piega..
    Ma, ad ogni modo, i protagonisti non erano quel gruppo di potenti, quel giorno. Erano il numerosissimo numero di candidati all'esame, già fatti entrare al centro dell'arena. La occupavano quasi tutta tanto erano numerosi, ma ciò non sembrò stupire nessuno. Ognuno dei partecipanti aveva ricevuto una spilla bianca con un numero sopra, il loro numero; in quel modo sarebbe stato più facile identificarli e ce ne sarebbe stato bisogno.. per un po'. La maggior parte dei kage, e degli ideatori, sapeva bene che almeno la metà sarebbe tornata a casa durante la prima prova. Il boato dagli spalti sembrava non cessare mai e, per questo, una donna in abiti da Jonin fece il suo ingresso direttamente dal corridoio che portava all'uscita dei partecipanti, ma anche alla loro entrata. I lunghi capelli neri erano lisci come la seta e, nonostante il bell'aspetto, l'aria era tetra. E il microfono giallo che reggeva tra le mani prese a fischiare non appena tentò di aprire bocca. Si cominciava bene.

    Questo dannato aggeggio!

    Questo lo udì l'intera arena e la Jonin si affrettò a tossire, sfoderando un bel sorriso non appena si trovò ai piedi dell'arena. Con un gesto teatrale, aprì le braccia, inchinandosi a tutte le tribune.

    Signori e signore! Benvenuti alla prima edizione degli esami chunin internazionali!

    Il boatò scoppiò ancor più di prima, molte trombette si fecero sentire e gli striscioni e i cartelloni colorarono tutto quanto. Poi, dall'esterno dell'arena, dei fuochi artificiali vennero sparati in aria. Sembrava una grande festa nonostante la tensione. La stessa che solo i partecipanti potevano provare. La donna, ad ogni modo, sembrava essersi ripresa e sorrise ancor di più, seguendo il copione.

    Sono Mio Kamiyama e vi farò da telecronaca in questa fantastica avventura! Ma prima, signori, l'onorevole Mizukage, a nome di tutti i nobili Kage presenti, vorrebbe dire qualcosa!

    Improvvisamente il caos sugli spalti sembrò affievolirsi e una donna, seduta tra i Kage, si alzò in piedi. La lunga veste bianca come gli altri ma, il cappello, era blu. Se lo tolse dal capo e una lunga chioma turchina venne per un attimo scossa dalla brezza autunnale di Kiri, un po' birbante, a dirla tutta. Hoshi Hoozuki sorrise benevola al suo pubblico, esitando giusto un attimo. Come per godersi quel magnifico panorama.

    Grazie per essere qui. Questo è un traguardo molto importante per tutti noi, per il mondo intero. Avere la possibilità, dopo tanto tempo, di riunirci e partecipare a qualcosa di così bello, è stato il sogno di mio padre ed è anche il mio. E sono felice che sia il desiderio.. di tutti noi Kage.

    Kiro Ugunto assottigliò impercettibilmente le labbra mentre il rappresentante di Yugakure, si azzardò a distogliere gli occhi per una brevissima frazione di secondo. Nessuno avrebbe mai notato alcuno di quei gesti. Nessuno.. o quasi.

    Oggi abbiamo parlato e i nostri desideri stanno per diventare realtà. E' quindi qui che vi annunciamo della nascita dell'OSU. Organizzazione. Shinobi. Uniti. Uniti per la pace e contro la guerra! Insieme preserveremo questa pace.. questo sarà il compito di chiunque voglia entrare nelle fila dell'alleanza.

    Fischi di assenso e applausi, durante i quali molti dei Kage sorrisero. Hoshi per prima sembrava emozionata e soddisfatta di ciò che stava condividendo.

    Tutto questo nasce dalla speranza che questi genin che abbiamo davanti possano combattere per un futuro migliore, senza più guerre. E voi, abbassò direttamente lo sguardo verso il gruppo di shinobi, al centro dell'arena, .. siete il futuro. Sulle vostre spalle ricade ciò che il mondo diverrà.

    Si accorse di aver assunto un tono forse troppo tetro, per cui arrossì e sorrise, scuotendo la testa. Un nuovo sorriso le illuminò il volto mentre si rivolgeva nuovamente agli shinobi.

    State tranquilli, però! Godetevi il vostro tempo per crescere e scoprire la via del ninja in ognuno di voi!

    Il termine del discorso fu acclamato con vigore e consenso, persino Mio, la presentatrice/cronista, applause. Ma, non appena la Mizukage tornò a sedersi, l'aria si fece più euforica e il sorriso della donna dai capelli scuri diceva ogni cosa.

    Grazie all'onorevole Mizukage per le bellissime parole! Ma ora.. CHE L'ESAME ABBIA INIZIO!

    Quattro giganteschi schermi si accesero all'estremità di ogni lato dell'arena, sovrastando in altezza tutto il resto. Immagini che si proiettavano tutte uguali sullo schermo, mentre, in presa diretta, venivano inquadrati i partecipanti, i Kage, le tribune e anche Mio. Si cominciava.

    Questa sarà la prima prova dell'esame: la corsa pazza! E che cosa è, secondo voi? UNA CORSA! Ognuno di voi correrà lungo tutto il perimetro dell'arena e chi arriva primo.. NO! NON VINCE!

    In simultanea, apparvero sugli schermi delle scritte, in ordine. Delle regole ben chiare che mio prese a spiegare ad alta voce, al microfono che risuonava ovunque, quasi più del boato.

    Vi farò un piccolo spoiler, siete contenti? Le provete che affronterete in questi giorni saranno tre!
    Ogni prova vi farà guadagnare dei punti e, alla fine.. solo chi avrà ottenuto un certo punteggio sarà promosso a chunin! E in questa prova dovete fare tre cose: correre, correre e.. metterci tutti voi stessi! FORZA! ANDATE A PREPARARVI!


    Gli assistenti di gara, tecnici e chunin del villaggio della Nebbia, aiutarono i partecipanti a mettersi in posizione. Sarebbero partiti tutti dallo stesso punto perché l'arena era così grande da permettere lo svolgersi di una vera e propria maratona. Al contrario dell'erba che circondava il palco rialzato dove stavano prima i partecipanti, la pista era composta in tartan e si prolungava circolarmente per.. beh, moltissimi metri. Anche troppi. Sarebbe bastato un solo giro di corsa. Dietro la linea bianca che fungeva da linea di partenza, tutti i partecipanti si allinearono. E Mio tirò fuori dalla tasca una pistoletta, puntandola verso l'esterno.

    CI SIETE? ALLORA TRE.. DUE.. UNO.. PARTENZA!!

    Dalla pistola si levò uno sparo altisonante e un razzo rosso scoppiò in aria. Con lui il boato della folla e l'incitamente del pubblico. E gli shinobi partirono, pronti per quella prima sfida.

    CITAZIONE

    Regole ON


    1. In questa prima prova, tutti i partecipanti dovranno completare un percorso composto da un certo numero di metri. Una vera e propria pista per correre.

    2. Alla conclusione della gara, quindi una volta giunti al traguardo, tutti i partecipanti riceveranno un valore di punti che segnerà una classifica, utile per svolgere le altre prove.

    3. Raggiungere un certo numero di punti sarà l'unico modo per garantire la riuscita dell'esame e quindi il passaggio di grado a Chunin.

    4. Ognuno dei partecipanti è libero di usare le proprie abilità individuali per tentare di raggiungere il traguardo.

    5. Le prove saranno svolte in giorni diversi, communicati al termine di ogni prova. Durante questi, i partecipanti potranno rilassarsi e visitare anche il Villaggio, prenottando in alloggi forniti da Kirigakure. Basterà tenere con se il pass speciale fornito dal proprio paese natale, per poter tranquillamente girare per il villaggio.

    Regole OFF


    1. Non esiste un ordine per postare, tuttavia ogni giro di post dovrà concludersi dopo 3 giorni dal post del master. Questo vuol dire che se il master posterà il 19, entro il 22 tutti i partecipanti dovranno avere postato. In particolare, non si presterà conto dell'orario, fornendo quindi giorni interi di 24 ore per postare (se quindi io posto il 19 alle 8 del mattino, i partecipanti non saranno costretti a postare entro il 22 alle 8 del mattino. Avranno infatti tutta la giornata del 22 a disposizione), ulteriori post che sforino l'orario non verranno presi in considerazione.
      NB: non saranno concesse deroghe di tempo, neanche in casi estremi. Non si verrà esclusi dall'evento ma si salterà il turno/i turni, con ciò che ne consegue.

    2. Suggeriamo, per essere coerenti al 100%, di non preoccuparsi di come le vostre azioni possano influire sull'esame o sulla vita dei pg. Non sono state date regole specifiche in on proprio per favorire un gioco più personale e coerente. Sarà comunque compito dello staff quello di tutelare l'evento, ma siete comunque invitati a giocare per giocare, non per vincere a tutti i costi. Fate uscire fuori il carattere del vostro pg e non pensate,
      da player, a come sfangarla all'esame.

    3. Dovrete attenervi a ciò che sapete in on, quindi non meravigliatevi se non è stata specificata la durata dell'evento né i metri da percorrere. Dovete relazionarvi in on con l'evento, non in off.

    4. Trattandosi di una gara, la prima prova sarà in parte trattata come un evento di quel genere. Maggiori informazioni qui.

    5. In casi particolari il master si riserva il diritto di concedere post/turni extra nel caso lo ritenga necessario.

    6. Per qualsiasi dubbio, bisogna contattare direttamente chi mastera l'evento. Va da se che, in caso di domande alle quali non è possibile rispondere, non verrà appunto fornita alcuna risposta.
      Scindiamo l'on dall'off, calatevi nel pg, non pensate come player :rosa:

    7. Intercorrerà un tempo di 3/4 giorni in off tra una prova e l'altra. Durante questo i pg recupereranno le energie e svolgeranno eventi di cura (se ce ne fosse bisogno), potendo anche tranquillamente svolgere delle pq/allenamenti, tenendo bene a mente che ci si trova nel Villaggio della Nebbia, per cui bisogna essere coerenti con lo spunto di gioco. (se il mio pg è a Kiri per l'esame, non posso ruolare di fare un allenamento a Konoha!). Tutte le pq andranno svolte quindi nella sezione di Kiri, compesi eventuali allenamenti. Tutti questi eventi verranno presi in considerazione dallo staff e valutati, magari anche fornando interessanti spunti di gioco, purché coerenti.
      NB: pagando di propria tasca il viaggio, come specificato da regolamento, saranno concessi giorni di risposo anche ai normali Shinobi non partecipanti agli esami, il tutto per assistervi. Ci si può quindi giocare la cosa, anche interagendo (tramite eventi slegati dalle prove) con i partecipanti agli esami. Al contrario dei partecipanti, questi pg sono liberi di restare o meno a Kiri e di spostarsi, tenendo ben presente che i giorni di viaggio in on, corrisponderanno con lo svolgimento degli esami, quindi ci si potrebbe perdere delle prove!


    Saranno date informazioni sull'OSU e sul meeting dei Kage separatamente


    Edited by F u r y - 26/11/2017, 19:18
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Il trillo della sveglia...da tempo ormai mi svegliavo qualche minuto prima che suonasse, rimanendo in silenzio, in attesa di quell'acuto rumore che dava da sempre il via alle mie giornate. Mi sedei sul letto e mentre il suono di quell'apparecchio elettrico rimbombava nella stanza mi girai a "guardarlo" e mi venne da ridere: erano giorni che ero cieco, eppure mi ero reso conto di quanto gli occhi non fossero così fondamentali e di quanto fino l'udito potesse diventare. Anche senza poter sollevare le palpebre vedevo quella sveglia, quel ripetitivo rumore me ne dava l'esatta posizione nello spazio, mi diceva dove fosse, quanto lontano, quanto in alto rispetto al pavimento, ogni piccolo rumore, compreso quello della finestra che si spostava spinta da un vento leggero, mi aiutava a crearmi un specie di mappa mentale, una descrizione notevolmente precisa dello spazio in cui mi trovavo che mi permetteva di muovermi con sicurezza anche senza avere la vista. Me n'ero accorto nei primi giorni dopo essere uscito dall'ospedale, all'inizio sbattevo dovunque e senza l'aiuto di uno dei Jonin incaricati di sorvegliarmi non riuscivo nemmeno a girare per casa, ma poi con il passare del tempo cominciai a rendermi conto di come i rumori e i suoni di ciò che mi circondava mi fornivano degli indizi per capire cosa avevo intorno a me, giorno dopo giorno mi sentivo sempre meno cieco e quell'onnipresente buio cominciò a colorarsi, a volte mi sembrava proprio di vedere i profili degli oggetti e delle persone che si muovevano, che parlavano ma invece che poterli vedere nitidamente vedevo delle sagome scure. come se tutti i colori fossero scomparsi lasciando solo degli involucri. Ma quello di fatto fu solo l'inizio, infatti dopo aver capito che potevo muovermi senza problemi anche ad occhi chiusi ricominciai ad allenarmi, cercando di colpire i manichini, di lanciargli tecniche, di eseguire complicate sequenze di sigilli, cercai di abituarmi il più possibile a combattere al cento per cento senza la vista, soprattutto perché avrei dovuto iniziare l'esame con la benda calata: il medico era stato chiaro, se avessi voluto recuperare completamente la vista avrei dovuto aspettare un numero preciso di giorni, in modo di dare il tempo al corpo di abituarsi ai nuovi occhi. Lì per lì avevo storto il naso, ma più il mio udito progrediva e più mi rendevo conto di quanto minimo sarebbe stato il problema, avrei dovuto tenere duro solo all'inizio, poi riacquisita la vista non avrei più avuto limiti. Spensi la sveglia e mi diressi con passo deciso verso il bagno...cavolo quanto avrei voluto potermi vedere in faccia, chissà come stavano la mia barbetta e i miei capelli, non volevo andare all'esame con l'aspetto di un senza tetto. Sì per quel giorno non era come gli altri, in quella mattina mi sarei diretto verso Kiri, luogo dovrei avrei avuto la possibilità di partecipare al primo esame Chunin internazionale, dire che mi sentivo emozionato era un eufemismo, non riuscivo a smettere di sorridere, mi sentivo carico come non mai, avevo atteso per mesi quel magico evento, mi ero allenato e avevo studiato giorno e notte per arrivare il più preparato possibile e finalmente avrei avuto la possibilità di mostrare le mie abilità di fronte ai Kage di tutto il continente confrontandomi con i Genin più promettenti in circolazione...nessun tipo di pressione insomma. Mi lavi il viso e il corpo e mi accorsi passando le mie mani sul volto di quanto il tempo stesse passando, lo sentivo leggermente più spigoloso e con dei peletti che si facevano sempre più folti; mi venne da pensare a quanto fossi stato da sempre simile a quello che ritenevo essere mio padre...quanto sapeva essere crudele la vita, chissà chi era il mio vero padre, in fondo avevo conosciuto la mia madre, mia nonna, perfino la mia bisnonna, ma di lui nemmeno un accenno, un'altra delle mille domande che Oceania aveva lasciato in sospeso. Scossi la testa, non mi sarei intristito nel giorno della mia partenza per gli esami Chunin, c'era davvero troppo in ballo in quel momento per pensare al mio albero genealogico e non sarei comunque andato ad nessuna parte. Pulito e asciugato tornai in camera mia e mi preparai con la prima maglietta che trovai ed un paio di pantaloni comodi, purtroppo non potendo vedere i colori non potevo sapere se fossero abbinati o meno, ma me ne sarei fatto una ragione e anzi forse sarebbe stato un modo in più per farsi notare. Appena fui pronto e vestito controllai più volte il mio equipaggiamento prima di scendere al piano di sotto, luogo dove sapevo avrei incontrato Komon, come al solito, in piedi accanto al tavolo centrale; non appena mi vide scendere fece qualche passo verso di me, sentivo i suoi piedi sbattere con forza sul terreno, anche se non potevo vederlo in volto ero certo che fosse un uomo parecchio muscoloso e possente:

    "Buongiorno, stamattina faremo colazione in viaggio, prima arriviamo al porto e prima ti portiamo a Kiri"

    Non parlava tanto a dir la verità, era sempre molto conciso e in quel caso ne sapevo il motivo: con tutta l'attenzione puntata su quel gigantesco evento sarebbe stato più facile per eventuali criminali compiere malefatte, soprattutto lungo le linee di comunicazione, fosse stato per Komon e gli altri sarei dovuto rimanere a casa al sicuro fino al ritorno in patria dell'Hokage, me ero stato chiarissimo sulla mia partecipazione a questo esame, non vi avrei rinunciato per niente al mondo. Non obiettai alle parole del Jonin, limitandomi fare cenno di sì con la testa, il quale non perse tempo in ulteriori spiegazioni e aprii la porta di casa per farmi uscire. La una fresca brezza autunnale fu la prima ad accogliermi dandomi notevole refrigerio, ma non fu l'unica, tutto il villaggio risuonava di una miriade di suoni, di odori e sebbene non potessi vederlo lo sentito respirare e vivere come ogni altro giorno, un nucleo pulsante di vita dove ognuno faceva la sua parte e a cui anche io, nonostante la mia condizione, avrei contribuito tenendo alta la bandiera del villaggio della foglia. Ci facemmo strada tra le persone indaffarate nella loro vita di tutti i giorni, mi spostavo agilmente tra di loro senza urtare nessuno, ormai non mi sentivo più menomato, mi sentivo persino in grado di affrontare un combattimento senza la vista anche se sperai di non dover arrivare a tanto. In pochi minuti ci lasciammo alle spalle il centro cittadino con obiettivo il porto del villaggio, luogo dove avremmo preso un traghetto che ci avrebbe accompagnato a destinazione facendoci risparmiare una notevole quantità di tempo. Mi resi conto di aver superato le porte del villaggio perché gradualmente tutti i suoni che avevo sentito fino a quel momento sparirono, lasciando spazio al fruscio degli alberi, al battito delle ali degli uccelli, grilli ed insetti che frinivano tra i cespugli, la natura mi accolse nel suo regno calmo e tranquillo, lontano dal caos e dalla confusione del villaggio; mi ero sempre trovato bene in mezzo alla natura, ma soprattutto da quando avevo perso la vista avevo imparato ad apprezzare la tranquillità che si sentiva e che si respirava, un posto perfetto per concentrarsi e liberare la mente da tutti gli affanni. Komon non parlò mai durante il viaggio, così come non lo fecero gli altri due ninja che ci seguirono da sopra gli alberi, erano molto discreti e silenziosi, i loro movimenti si sentivano appena e un orecchio poco attento gli avrebbe senz'altro scambiato per il fruscio delle foglie. Senza un interlocutore ebbi ulteriormente tempo di pensare all'imminente evento, ero davvero su di giri, ansioso di cominciare, la sentivo come una sfida personale su diversi livelli: da un lato far capire a tutti di essere pronto per prendere il giubbotto, dall'altro dimostrare a me stesso di non essere solo Yamashita dello Sharigan, volevo raggiungere quell'importante traguardo e far vedere al mondo, Oceania compresa, che nonostante mi fosse stato portato via tutto non mi sarei arreso, che nonostante tutto quello che mi avevano fatto sarei diventato ugualmente un fortissimo ninja, non mi sarei fatto fermare da niente e da nessuno. Dopo qualche ora di cammino, intervallate da una breve pausa per consumare la colazione, arrivammo in vista del porto del villaggio che mai come quel giorno aveva visto tante persone: tantissime persone, Genin e non, si affollavano sui traghetti per Kiri in modo da poter essere presenti ad uno degli eventi più importanti dopo la caduta di Zero, tra famiglie che incitavano i proprio figli alla partenza, mercanti intenti a portare la loro mercanzia a quello che sarebbe stato per alcuni giorni il centro del mondo, quel porto era in preda all'eccitazione generale che avrei percepito fin dentro al paese dell'acqua. Komon fece un verso di disapprovazione, per lui quella folla significava solo un aumento di rischio per me, quindi una seccatura non da poco. In ogni caso non ci dirigemmo dove si erano messi in fila tutti gli altri, ma bensì andammo verso il lato sinistro vicino ad una diversa imbarcazione:

    "Non viaggeremo nei traghetti comuni, troppa gente e troppo rischioso, viaggeremo nella stiva di una piccola nave mercantile, il proprietario è un uomo di fiducia e ci farà arrivare a destinazione con discrezione"

    Anche stavolta non ebbi nulla da obiettare, anche perché in fondo non avevo scelta, da quando avevo riferito quelle importanti informazioni ai Jonin e di conseguenza al Kage avevo avuto molto poco da ridire sui miei spostamenti. Ero certo che facessero tutto questo per il mio bene, ma comunque mi faceva un po' strano avere un trattamento speciale. Salii a bordo senza fare storie, fin dai primi passi su quella nave mi resi conto che non era molto grande, di certo non avremmo viaggiato in prima classe. Fu un esperienza nuova approcciarsi al mare senza gli occhi, lo scrosciare delle onde contro la barca era un rumore quasi ipnotico e rilassante, spezzato ogni tanto dai versi dei gabbiani che sembravano volare intorno al molo. Komon mi fece scendere delle scale e mi fece accomodare su di una sedia che scoprii essere non molto solida:

    "Cerca di restare il più possibile qua sotto, meno esci e meno rischi ci sono, va da sé che se devi andare in bagno o senti il bisogno di prendere una boccata d'aria puoi farlo, ma non ti voglio vedere fuori per più di un'ora."

    Ancora una volta nulla da obiettare, non era il mio primo viaggio in barca e senza poter vedere lo stupendo blu del mare e la limpidezza del cielo lontano dalle luci del villaggio non avrei avuto molti motivi per uscire all'aria aperta. Per la prima volta dall'inizio della giornata però mi venne in mente una domanda che rivolsi al mio accompagnatore:

    "Quanto ci metteremo ad arrivare?"

    L'uomo rimase in silenzio per qualche secondo, probabilmente pensando alla risposta:

    "Circa quattro giorni, ti consiglio di dormire in modo da arrivare fresco per l'esame"

    Un inaspettato consiglio, di certo non ero l'unico che sparava che facessi una buona figura a quell'evento. Pochi secondi dopo sentii la barca staccarsi dal molo, i motori cominciarono ad erogare energia in tutto l'abitacolo e in pochi minuti eravamo già lontani dall'affollato molo...il viaggio era cominciato. Passare quei giorni in mare fu un'esperienza singolare, di fatto senza la vista non potevo godermi il panorama, cosa che mi dispiaceva moltissimo, ma potei ugualmente apprezzare il totale silenzio che si percepiva, persino nelle sporadiche volte in cui mettevo piede fuori dalla stiva, non sentivo nulla se non i passi degli altri ninja e del capitano della barca e le onde che si infrangevano sulle fiancate dell'imbarcazione, era proprio con quel rumore che mi addormentavo la sera, come una sorta di ninna nanna naturale. Quei quattro giorni mi aiutarono molto a entrare nella mentalità giusta, a concentrami alla perfezione prima dell'inizio del grande evento e riuscendo comunque a ripassare sulla nave i movimenti ed i sigilli delle mie tecniche, mi sentivo come non mai pronto a quella prova impegnativa. Il viaggio tra un riposo e l'altro finii, in particolare mi resi conto che ci stavamo avvicinando a Kiri perché pochi metri dal porto di sentivano gli stessi rumori che avevo lasciato a casa. La barca attraccò sbattendo con violenza contro la banchina del molo, per poco non mi fece cadere dalla sedia. Komon e gli altri non persero tempo e mi fecero scendere dall'imbarcazione, guidandomi in mezzo a una folla incredibile di persone: sentivo voci ovunque, uomini, donne, bambini, il molo era pieno di persone, tutte che ridevano, scherzavano, conversavano amabilmente, percepivo nell'aria l'attesa generale, tutti non vedevano l'ora di cominciare e di poter assistere a quell'incredibile evento. Appena ci fummo un attimo allontanati dalla confusione sentii Komon darmi qualcosa nella mano destra:

    "Questo è un oggetto molto importante, è il pass che ti consentirà di muoverti nel villaggio e ti permetterà di alloggiare in uno degli ostelli dedicati, oltre a permettermi di partecipare all'esame, vedi di non perderlo"

    Presi con entrambe le mani quel foglio con entrambe le mani, era spesso e squadrato, passandoci sopra una mano notai che un lato aveva un profilo irregolare, probabilmente c'era sopra anche una mia foto con i dati anagrafici e su di un angolo era legato uno spago o qualcosa di simile per poterselo probabilmente metterselo al collo. Ringraziai il Jonin e lo indossai:

    "Non abbiamo molto tempo, ti accompagneremo subito al luogo dell'esame, poi da lì sarai al sicuro, la città come ogni area dedicata all'evento sono supercontrollati, quindi non correrai alcun pericolo"

    Non mi stupii della sua affermazione, in fondo con tutte le quelle importanti cariche riunite nello stesso posto la sicurezza era senz'altro una delle priorità. Ci incamminammo così tra le vie di Kiri, mi dispiacque davvero non poter vedere la sua architettura, avrei dovuto aspettare anche qualche giorno prima di poterla ammirare, non essendoci mai stato ero davvero curioso. Quello di cui mi resi conto subito però era il clima, molto più fresco di quello della foglia, si percepiva costantemente una piacevole brezza marina che doveva essere un toccasana in estate. Ogni passo che facevo verso la mia destinazione mi sentivo più eccitato e più sulle spine, piano piano l'ansia e la strizza si stavano facendo largo nella mia mente, ero allo stesso tempo contento e quasi spaventato da quell'imminente prova, non mi potevo permettere di sbagliare. Venni condotto davanti ad un enorme palazzo, non a riuscivo a vederlo ma dal frastuono che vi proveniva doveva essere davvero enorme e gremito di gente:

    "Perfetti siamo arrivati, buona fortuna Yamashita, rendi onore al nostro villaggio!"

    "Grazie, farò senz'altro del mio meglio!"

    Li salutai e li sentii fermarsi lì davanti, probabilmente non potevano entrare senza il pass, ma ero certo che mi avrebbero tenuto d'occhio fino che non fossi entrato nella struttura. Davanti all'entrata c'erano due persone, le sentivo respirare a pochi passi da me; gli mostrai il tesserino e dopo qualche secondo di attesa e di controllo li avvertii spostarsi per permettermi di passare, chissà se avevano pensato qualcosa riguardo alle bende, magari avevano scritto qualcosa sul mio pass che spiegava situazione, di certo senza vista non avrei potuto saperlo. Camminai per diversi metri un ampio corridoio, con il rumore dei miei passi a guidarmi la via, finché non venni fermato da una voce femminile:

    "Buongiorno, la posso aiutare in qualche modo?"

    Tal timbro e dal tono della voce sembra una ragazza abbastanza giovane, ma che sicuramente aveva almeno una decina d'anni in più di me. Mi avvicinai a lei e cercando di spostare la testa nella direzione in cui pensavo si trovasse lei le chiesi informazioni:

    "Buongiorno, sì la ringrazio, sa non vedo l'ora di poter cominciare questo esame solo che non essendo del villaggio non so dove devo dirigermi"

    Una frase normale detta da un ragazzo qualunque, ma detta da un cieco aveva un che di comico. La ragazza infatti mi rispose contenendo evidentemente una risata:

    "Sì...certo, sono qui apposta. Guardi deve andare sempre dritto sulla sinistra, poi entrare nella secondo porta sulla destra e lì troverà lo spogliatoio che è collegato all'entrata stadio..."

    Indicazioni semplici e chiare, già mentre parlavamo mi ero fatto un'idea di dove dovessi andare. Ringrazia la ragazza per la sua disponibilità e mi diressi con passo svelto verso dove mi era stato indicato...finalmente l'esame stava per cominciare. Arrivai nello spogliatoio senza difficoltà e subito sentii le voci di decine e decine di miei coetanei riempivano quello spazio, chi si scambiava dei consigli, chi faceva il grado e si vantava di essere il più forte, ognuno a modo suo si stava preparando per il grande evento. Io rimasi per conto mio, mi sedetti su di una panchina e rimasi lì per qualche secondo in silenzio a pensare. Ormai il momento era giunto, l'avevo aspettato per un'eternità, ma finalmente l'esame era arrivato. Mi sembrava di essere tornato al tempo dell'accademia, quando l'esame Genin sempre difficilissimo ed impossibile, una sfida per cui mi preparai duramente e che riuscii a superare essendo semplicemente me stesso e dimostrando l'impegno e lo studio che ci avevo messo. Ora ripensandoci mi sembrava una passeggiata in confronto a quello che stavo per affrontare, ero sicuro delle mie capacità, ma sentivo ugualmente una notevole pressione gravarmi addosso: questa volta non sarei stato da solo nella foresta, stavolta sarei stato davanti a migliaia di persone e davanti a tutti i Kage, affrontando i Genin più forti del continente, avrei dovuto metterci tutto me stesso e anche di più per spuntarla. Strinsi con forza i pugni, dovevo riuscirci, dovevo superare questo esame, dovevo dimostrare a me stesso, a Oceania a tutto il resto del mondo il mio valore, Sharigan o meno volevo diventare uno dei ninja più forti del mondo così da poterlo proteggere. Fu una voce ad interrompere il mio flusso di pensieri, una voce maschile che ci disse di finire di prepararsi e di metterci in fila per entrare, lo spettacolo stava per cominciare. Mi alzai con calma e seguii la voce del tizio, andandomi a mettere dietro a quelli che si erano già alzai e sistemati. Rimanemmo per qualche secondo lì fermi, con l'ansia che ci divorava tutti, nessuno poteva dire senza mentire di non sentire un po' di agitazione, era palpabile in quel piccolo corridoio, tutte le speranze e i sogni di ragazzi che volevano entrare a tutti gli effetti nel mondo dei grandi. Ad un certo punto la fila cominciò a scorrere e con il cuore in gola seguii piano piano quel lungo serpentone umano che mi condusse attraverso una grande entrata al centro dello stadio. Urla, voci, schiamazzi, cori incitamenti, fischi di ogni tipo, non appena misi un piede all'esterno un muro di suoni mi si parò davanti, potevo sentire migliaia e migliaia di voci mischiarsi in quello che sembrava a tutti gli effetti un enorme coro pulsante di vita. Rimasi per qualche secondo spiazzato, sembrava che quel posto fosse davvero immenso e dentro di me piansi per non poterlo vedere, era senz'altro qualcosa di sensazionale. Dopo un paio di minuti di lenta camminata ci fecero piano piano fermare tutti l'uno vicino all'altro, probabilmente eravamo arrivati al centro di quella gigantesca arena. Fu proprio in quel momento che un acuto fischio di diffuse in tutto lo stabile, per un attimo pensai che mi avrebbe perforato un timpano da quanto era stato potente:

    "Questo dannato aggeggio!"

    Era chiaramente la voce di una donna, ma suonava molto metallica, probabilmente stava usando un microfono o qualcosa di simile per farsi sentire in tutto lo stadio:

    "Signori e signore! Benvenuti alla prima edizione degli esami chunin internazionali!"

    La folla reagì alle sue parole aumentando il brusio generale, tutti sembravano galvanizzati dall'imminente inizio dell'evento. In quel momento più che mai sentivo la tensione prendere possesso di me, sentivo i miei muscoli tendersi, il respiro farsi leggermente più affannoso, cominciai a tentare di regolarizzarlo per tranquillizzarmi un pochettino:

    "Sono Mio Kamiyama e vi farò da telecronaca in questa fantastica avventura! Ma prima, signori, l'onorevole Mizukage, a nome di tutti i nobili Kage presenti, vorrebbe dire qualcosa!"

    Uno scroscio di applausi sovrastò tutto il resto, mentre prese la parola una donna dal tono giovane e risoluto:

    "Grazie per essere qui. Questo è un traguardo molto importante per tutti noi, per il mondo intero. Avere la possibilità, dopo tanto tempo, di riunirci e partecipare a qualcosa di così bello, è stato il sogno di mio padre ed è anche il mio. E sono felice che sia il desiderio.. di tutti noi Kage."

    Un coro d'ovazione accolse le parole della Mitzukage, come logico doveva essere molto amata qui al suo villaggio:

    "Oggi abbiamo parlato e i nostri desideri stanno per diventare realtà. E' quindi qui che vi annunciamo della nascita dell'OSU. Organizzazione. Shinobi. Uniti. Uniti per la pace e contro la guerra! Insieme preserveremo questa pace.. questo sarà il compito di chiunque voglia entrare nelle fila dell'alleanza"

    Wow...quella sì che era una notizia bomba! Avevo sentito diverse voci circolare a tal riguardo, ma non avrei mai pensato che tutti i Kage sarebbero finalmente riusciti a mettersi d'accordo, era senza dubbio un giorno storico sotto molti punti di vista, una notizia del genere non poteva che mitigare in parte l'ansia che stavo provando in quel momento:

    "Tutto questo nasce dalla speranza che questi genin che abbiamo davanti possano combattere per un futuro migliore, senza più guerre. E voi...siete il futuro. Sulle vostre spalle ricade ciò che il mondo diverrà.

    Le sue ultime parole erano chiaramente rivolti a noi, quasi sicuramente un suo modo per incoraggiarci a dare il massimo, anche se suonarono parecchio serie rispetto alla situazione generale:

    "State tranquilli, però! Godetevi il vostro tempo per crescere e scoprire la via del ninja in ognuno di voi!"

    Un'altra ovazione, ancora più imponente della precedente. Ormai le presentazioni erano state fatte, ormai rimaneva solo una cosa da fare e il battito accelerato del mio cuore diceva tutto:

    "Grazie all'onorevole Mizukage per le bellissime parole! Ma ora.. CHE L'ESAME ABBIA INIZIO!"

    Avvertii per un istante un rumore elettrico, come se si fosse acceso qualcosa, ma era stato forte, doveva essere un grande apparecchio per aver fatto quel suono:

    "Questa sarà la prima prova dell'esame: la corsa pazza! E che cosa è, secondo voi? UNA CORSA! Ognuno di voi correrà lungo tutto il perimetro dell'arena e chi arriva primo.. NO! NON VINCE!"

    Una...corsa? Il mio pensiero andò inevitabilmente al mio esame Genin, qualcosa mi diceva che anche quella non sarebbe stata una semplice gara di velocità. L'atletismo non era mai stato il mio forte, ma a furia di fare pratica ero riuscito a mettere su una discreta massa muscolare, avevo aumentato la mia velocità e la forza dei miei colpi, non avevo nessuna intenzione di arrivare ultimo:

    "Vi farò un piccolo spoiler, siete contenti? Le provete che affronterete in questi giorni saranno tre!
    Ogni prova vi farà guadagnare dei punti e, alla fine.. solo chi avrà ottenuto un certo punteggio sarà promosso a chunin! E in questa prova dovete fare tre cose: correre, correre e.. metterci tutti voi stessi! FORZA! ANDATE A PREPARARVI!"


    In sostanza nessuno veniva eliminato subito, ma sicuramente fare tanti punti fin dall'inizio dava buone possibilità di avvicinarsi al giubbotto, in questo modo anche chi non facesse un punteggio elevato alla corsa avrebbe avuto magari modo di rifarsi nelle altre prove. Appena ebbe finito di parlare sentii i ragazzi vicino a me muoversi nuovamente, a quanto pare ci stavano mettendo in posizione per partire. Venni infatti posizionato come credo anche gli altri uno di fianco all'altro, pronti a scattare al segnale del via. In quel preciso istante sentii l'ansia, la paura, la pressione sparire, per un attimo dentro di me non avvertii assolutamente niente, ero calmo, tranquillo, scandivo i secondi passare attraverso il lento battito del mio cuore, inspiravo ed espiravo con lentezza, in qualche modo assaporando l'aria che usciva ed entrava dai miei polmoni mentre mi mettevo in posizione pronto a scattare. Il momento era finalmente giunto, in quel giorno l'esame sarebbe finalmente cominciato, una sfida contro me stesso e contro il mondo che non potevo permettermi di perdere...per il mio villaggio, per Oceania e per me:

    "CI SIETE? ALLORA TRE.. DUE.. UNO.. PARTENZA!!"

    Un colpo di pistola sancì il via, in quell'istante cercai di flettere i muscoli delle gambe al massimo per provare a partire subito con un forte sprint in avanti, avendo un traguardo da raggiungere non potevo permettermi distrazioni e avrei cercato di correre al massimo della mia velocità; di certo qualcuno avrebbe provato a creare scompiglio o ad attaccare gli altri concorrenti più o meno rapidamente, in ogni caso non mi sarei fatto trovare impreparato e se avessi dovuto rendermi conto di qualche attacco in arrivo avrei cercato di evitare tentando di usare la tecnica della moltiplicazione del corpo per creare 8 mie copie che avrei fatto correre in avanti insieme a me per generare scompiglio e rendermi più difficile di colpire. L'esame era finalmente cominciato, io come tutti gli altri puntavo a dare il massimo e non avrei permesso a nessuno di impedirmi di raggiungere il mio obiettivo, il giubbotto Chunin sarebbe stato mio.

    Yamashita Kazuma

    Azioni:
    -Sprint in avanti
    -Tecnica della moltiplicazione del corpo in caso di eventuali attacchi nemici(otto cloni)

    Resistenza: 200-22=178
    Stamina: 500-1=499

    Maestrie e abilità attive:
    -Riverbero del Chakra
    -Jutsu ad una sola mano
    -Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    -Maestria Mangiafuoco II livello
    -Maestria Maestro di Ninjutsu I livello


    Edited by Stompo - 23/6/2017, 17:18
     
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    Il grande giorno era arrivato, con minuzia di particolari avevo programmato ogni minimo dettaglio del viaggio che mi stavo apprestando a fare. Il giorno precedente avevo avuto anche una bella sorpresa dai miei genitori, erano riusciti a racimolare i soldi necessari per partire insieme a me e restare a Kiri per la durata dell’esame. Sarebbe stato fantastico averli vicino a fare il tifo per me durante le varie prove. Quella mattina fu proprio mia madre a venire a svegliarmi molto presto intimandomi di fare in fretta a prepararmi

    Su Raul… Svegliati in fretta e preparati… Tra poco dobbiamo partire o non arriveremo in tempo per prendere il traghetto…

    L’agitazione era pressante dentro di me e mi scombussolava un po’ tutto, nel prepararmi stavo addirittura infilando la maglietta al contrario ma fortuna volle che me ne accorsi all’ultimo istante. Una volta pronto scesi al piano di sotto per fare colazione e la trovai già pronta in tavola con i miei che attendevano

    Forza… Fai colazione e partiamo subito

    Anche mio padre, che solitamente è sempre il più lento a prepararsi, questa volta era già pronto. Sicuramente doveva essere stato messo in riga da mamma in modi poco pacifici e la cosa mi fece tornare un po’ di buon umore allentando la tensione che fino a qualche attimo prima mi stava addirittura bloccando l’appetito.

    Si papà, farò presto… Tu come mai già pronto? Mamma ti ha bacchettato?

    Gli dissi con un leggero ghigno mentre iniziavo a mangiare qualche toast al prosciutto cotto e formaggio e sorseggiare una squisita spremuta d’arancia. Lui per tutta risposta si passò una mano tra i capelli abbassando lo sguardo e lasciando intravedere un leggero sorrisetto

    Davvero è così ovvio?

    Una risata sana e sincera era proprio quello di cui tutti e tre avevamo bisogno visto che evidentemente anche i miei genitori erano nervosi quanto me. Finita la colazione il viaggio iniziò decisamente più sereno di quanto mi sarei aspettato appena sveglio. Per quasi tutta la prima tratta, attraversando la rigogliosa foresta di Konoha, fantasticai su quali potevano essere le prove con cui ci avrebbero esaminato, certo è che potevamo aspettarci di tutto vista l’importanza dell’evento non solo come promozione per i Genin ma anche per il valore mediatico che questi esami internazionali potevano avere per tutte le terre ninja. Uscimmo dalla foresta che era quasi ora di pranzo e ne approfittammo quindi per alleggerirci di un po’ del carico che portavamo con noi, provvedemmo infatti a fare piazza pulita della prima razione di viveri che mia madre aveva preparato. Proseguimmo poi per il restante percorso che ci avrebbe condotti sulla riva del mare. Sta di fatto che il percorso fino al traghetto, per quanto fosse stato lungo, mi sembrò volare. Arrivati nei pressi del molo da cui saremmo dovuti partire due cose mi saltarono subito all’occhio, una era il grande traghetto che ci avrebbe portati a destinazione; l’altra invece l’incredibile affluenza di persona che caoticamente presidiavano il luogo. Una domanda mi sorse spontanea… Saremmo riusciti a partire quel giorno? Fortuna volle che i partecipanti agli esami, e quindi in possesso dello speciale lasciapassare dato dalla segreteria dei Kage, avessero la precedenza.

    Venite con me… Dovremmo poter salire senza fare la fila…

    Cercai quindi con lo sguardo uno degli addetti all’imbarco ed una volta individuato lo raggiunsi

    Mi scusi, io sono un iscritto all’esame Chunin… Ci sono procedure particolari per l’imbarco? Spero di non dover fare file perchè a giudicare dall’immensa quantità di persone rischierei di arrivare in ritardo…

    Mostrai nel frattempo il pass che l’uomo controllò accuratamente prima di indicarmi una passerella separata dalle altre affollatissime

    No sta tranquillo ragazzo, tu e la tua scorta potete imbarcarvi di là… Presto, non manca molto alla partenza.

    Ci affrettammo quindi a ringraziare e salire a bordo. Percorsa la passerella ci fu dato il benvenuto da un’ulteriore guardia, che volle anch’essa controllare il pass, e ci indirizzò verso la nostra cabina. Una volta entrati e sistemati i bagagli negli appositi armadietti ci rilassammo tutti.

    Certo che i controlli sono davvero ferrei, fortuna che siete stati scambiati per la mia scorta altrimenti vi sarebbe toccato fare tutta quella fila

    Eh si, ci era andata bene e tra una chiacchiera e l’altra passarono quei pochi minuti che mancavano alla partenza.

    Bene, fin’ora è andato tutto per il meglio… Il viaggio sarà lungo, ci conviene dormire un po’…


    La proposta di mio padre era più che ragionevole ed infatti sia lui che mia madre si addormentarono in fretta, io però non riuscivo per niente a prendere sono; dopo la partenza del traghetto mi sentivo sempre più vicino alla sede dell’esame e questo fece tornare l’agitazione che avevo quasi dimenticato. Iniziai così a combattere quella sensazione con un’altra ben diversa e che in me era, o meglio doveva essere, molto più presente: la determinazione. Si perché i motivi per cui partecipavo a quell’esame erano più che vividi ed opprimenti nella mia mente: vivere quelle esperienze che mi attendevano e farne tesoro per diventare più forte. Che venissi promosso o meno era una cosa secondaria. Per quanto mi potesse fare piacere riuscire a superare l’esame ed acquisire lo statu di Chunin, per me attualmente la priorità era divenire in grado di sopravvivere alle difficoltà che mi attendevano. Mentre la mia mente vagava tra questi vari pensieri evidentemente lasciò scivolare via ogni tensione come quel traghetto scivolava sulle onde al punto che senza rendermene conto mi adagiai lentamente tra le braccia di morfeo. In sostanza il viaggio verso Kiri continuò abbastanza tranquillo ed una volta lì fummo accolti molto calorosamente dagli abitanti del posto. L’aria che si respirava era profondamente diversa da quella di Konoha, l’odore del sale proveniente dal mare riempiva le narici ed il paesaggio era ovviamente completamente l’opposto. Konoha era il villaggio avvolto dal verde, dalla foresta; Kiri invece era avvolta dalle acque e tutto il territorio intorno era prevalentemente costiero. Una cosa però univa senza alcun dubbio i due villaggi: il calore che il popolo sapeva trasmettere.
    Per prima cosa raggiungemmo gli alloggi e a noi assegnati e facemmo una doccia rinfrescante, fu poi il momento per me più importante. Sapevo che mancava poco, il giorno successivo ci sarebbe stato l’inizio degli esami e non volevo andare lì con troppi pensieri per la testa. Qualunque fossero le mie ragioni o le mie speranze, mi era stato insegnato che dovevo affrontare le difficoltà a mente lucida e dando il massimo, era infatti quello ciò che avrei fatto. Salutai quindi i miei genitori e mi chiusi nella camera in modo da poter meditare tranquillo. Uscii solo per ora di cena e subito tornai indietro per mettermi a letto e alzarmi il mattino seguente fresco e riposato.
    Così fu, al mattino la sveglia mi strappò al riposo ed una pronto mi apprestai ad uscire per degustare la colazione offerta agli esaminandi. Mi fu anche recapitato un biglietto da parte dei miei genitori in cui mi avvisavano che erano andati subito all’arena per cercare di trovare dei posti adeguati, oltre che darmi l’imbocca al lupo.
    La sala adibita alla colazione era strapiena, iniziai a guardarmi in giro ma non vidi nessuna faccia familiare, tra quell’immenso numero di ninja sarebbe stato difficile trovare qualcuno che conoscessi soprattutto se i suddetti si potevano contare sulle dita di una mano. Mi diedi quindi alle diverse opportunità di nutrimento che i vari tavoloni offrivano senza però esagerare troppo, non volevo appesantirmi troppo. Seguendo poi la massa fui condotto insieme a tutti gli altri fino ad una mastodontica arena che lasciò la maggior parte di noi a bocca aperta, non avevo mai visto nulla di simile ed una volta dentro non potei che restare ancora più sorpreso, un lunghissimo corridoio ci condusse a diversi spogliatoi e man mano che uno si riempiva si continuava verso quello successivo, eravamo così tanti che dovemmo necessariamente essere distribuiti. Ci furono quindi fornite le indicazioni per raggiungere l’arena vera e propria dove si sarebbe tenuta la prova, la mia curiosità era sempre di più e fremevo dalla voglia di iniziare. Quando fui finalmente al centro dell’arena e mi guardai intorno dovetti dare fondo a tutta la mia forza di volontà per non restare schiacciato da quella pressante sensazione che mi invase. Una moltitudine persone, tutte ad osservare noi giovani Genin. I miei occhi fluivano rapidi lungo gli spalti quasi ipnotizzati fino ad arrivare poi ad una terrazza privata, quella dedicata ai Kage; il vederli tutti lì mi fece arrivare ad una tanto scontata quanto incredibile verità: in quel momento, in quell’arena, erano presenti tutti i più forti ninja delle terre ninja; tutti gli shinobi di più alto livello erano presenti in quella particolare occasione ognuno per una diversa mansione, ma pur sempre tutti lì.
    Fu però il momento di tornare alla realtà… Quella che sembrava essere la cronista entrò in scena dando una breve introduzione e lasciando poi la parola alla Mizukage che continuò con un discorso molto rassicurante ed incoraggianti oltre che con una forte incitazione diretta a noi partecipanti.
    Arrivammo così al momento che aspettavo, quale delle tante possibilità che mi erano passate per la testa sarebbe stata quella giusta? Cosa mi aspettava durante la prima prova?

    "Questa sarà la prima prova dell'esame: la corsa pazza! E che cosa è, secondo voi? UNA CORSA! Ognuno di voi correrà lungo tutto il perimetro dell'arena e chi arriva primo.. NO! NON VINCE!"

    Una corsa? Restai un po’ spaesato mentre gli assistenti ci posizionavano tutti sulla linea di partenza e la cronista continuava con le spiegazioni

    "Vi farò un piccolo spoiler, siete contenti? Le provete che affronterete in questi giorni saranno tre!
    Ogni prova vi farà guadagnare dei punti e, alla fine.. solo chi avrà ottenuto un certo punteggio sarà promosso a chunin! E in questa prova dovete fare tre cose: correre, correre e.. metterci tutti voi stessi! FORZA! ANDATE A PREPARARVI!"


    Non me lo sarei mai aspettato ma infondo pensandoci bene quel tipo di prova poteva nascondere molte più insidie di quanto ci si potesse aspettare, non dovevo prenderla sottogamba anche perché per le mie peculiarità non era l’ideale. Avrei comunque fatto il possibile per dare il meglio di me sperando di riuscire a piazzarmi in una buona posizione. La cosa a cui doveva fare attenzione erano gli altri concorrenti perché avevo il presentimento che non tutti avrebbero pensato solo a correre, infondo non era vietato usare particolari abilità ed oggettivamente quale modo migliore di assicurarsi una buona posizione se non quello di mettere fuori combattimento gli altri concorrenti? Ovviamente non era assolutamente un metodo che io avrei usato ma dovevo comunque prendere le mie precauzioni.
    Diedi una rapida occhiata alla pista cercando di intuirne la lunghezza approssimativa per poi abbassarmi e posizionare le mani al suolo, dopodiché avrei messo nella posizione più comoda e performante possibile anche le gambe in modo da poter ottenere uno scatto ottimale alla partenza. Attesi poi il momento del VIA.

    "CI SIETE? ALLORA TRE.. DUE.. UNO.. PARTENZA!!"

    Al segnale scattai con il migliore sprint che potessi eseguire cercando di raggiungere rapidamente la massima velocità di corsa per poi mantenerla costante. Per far si che ciò avvenisse al meglio decisi di sfruttare il mio chakra, composi quindi il sigillo della tigre appena le mie mani si separarono dal suolo e sentii fluire la mia energie nelle gambe che ne avrebbero potuto beneficiare per uno scatto ancora più impetuoso. Una volta partito restava l’eventuale problema di candidati poco corretti così iniziai a concentrare il mio chakra Raiton intorno a me sempre facendo attenzione a non rallentare la corsa durante l’esecuzione, creai quindi una barriera saettante intorno al mio corpo che mi avrebbe almeno protetto da qualsiasi tentativo di intromissione lungo il mio tragitto ammesso che fossero di origine fisica o quantomeno armi. Certo sarebbe stato utile anche se qualcuno avesse cercato di superarmi passando troppo vicino a me o se io mi fossi avvicinato troppo a qualcuno avanti a me ma per quanto io non volessi arrecare danni a terzi, in quell’occasione potevano essere classificati come danni collaterali non propriamente volontari. Il mio obbiettivo infondo era quello di proteggermi. Come mi capitò già tempo prima usare quella tecnica in corsa mi fece nuovamente pensare ad una similitudine tra me ed una cometa fulminante che vaga alla massima velocità su campo di battaglia, o meglio sulla pista in questo caso.

    Raul

    Resistenza 193/200
    Stamina 170/200

    Azioni:
    Sprint in avanti + Corpo sfarfallante -7(resistenza) -5(stamina)
    Sfera di Plasma -25
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    La mia immagine sfocata riflessa in quella tazza di thè ondeggiava ad ogni movimento del tavolo in legno. I miei capelli erano in disordine, le occhiaie appesantivano il mio sguardo e quella maledetta cicatrice era sempre lì, al suo posto, sfigurandomi il viso. Un filo di luce entrava nella cucina, illuminando la tavola brandita di fette biscottate, un po' di burro probabilmente scaduto e dei biscotti secchi lasciati al proprio destino. Le meningi mi facevano malissimo, ero costantemente con la mano destra su di esse, cercando di attenuare il dolore. Il gomito sul limite del tavolo, a formare un angolo retto perfetto. La mia testa era piena di pensieri, piena di domande, piena di quesiti che probabilmente non avrebbero mai trovato risposta. Era il giorno. Quel giorno. Esami Chuunin. L'ansia mi divorava internamente, tanto da impedirmi di mettere sotto ai denti anche un minimo pezzo di biscotto. Una miriade di Genin sarebbero stati accolti in non so quale posto per combattere e dimostrare il proprio valore davanti ad altrettanti spettatori, compresi i Kage. Alzai leggermente la testa, posando lo sguardo verso la porta aperta della mia camera. La figura dormiente di Sakamae mi scosse l'animo, mi diede un motivo per tornare a casa da vincitore. Ero consapevole dei miei limiti e delle mie capacità; avrei potuto farcela, se solo l'avessi voluto. Feci brevi sorsi di thè, ad intervalli di circa 10-15 secondi l'uno, assaporando il gusto della vaniglia misto a zucchero di canna. Una bomba dolce, praticamente, però non avrei voluto altro in quel momento. Misi una mano nella tasca sinistra dei miei pantaloni larghi ed estrassi una sigaretta dal pacchetto. Portata alla bocca, la accesi. Nel giro di pochi minuti la stanza si riempì di fumo, annebbiando ancor di più la mia vista. Lasciavo cadere la cenere dentro alla tazza di thè, ormai vuota se non per quel mezzo millimetro di liquido rimasto, sentendo ogni volta il rumore di una fiamma che si spegne. Mi alzai ancora con la sigaretta fumante nella mano destra, tra indice e medio, e la tazza nella mano sinistra, mentre lasciai tutto il resto sul tavolo. Lentamente mi diressi in bagno, riuscendo ad udire ad ogni passo il tintinnio che scaturiva dal contatto tra lo zippo e le chiavi di casa. Entrai nella stanza, poggiando la tazza sul lavabo ed aprendo il rubinetto dell'acqua fredda. Buttai la sigaretta e per l'ultima volta sentii il rumore di essa spegnersi inesorabilmente entrando a contatto con l'acqua addolcita da un'aroma di vaniglia, che tentava di sovrastare il puzzo di fumo, inutilmente. Portai entrambe le mani a mo' di conca, per raccogliere un po' di acqua, che mi lanciai in faccia. Mentre le gocce scendevano velocemente verso il pavimento, passando sulla pelle del viso, mi guardai allo specchio. Mi feci un po' schifo, effettivamente, in quanto sprizzavo trasandatezza da tutti i pori. Cercai di sistemare i miei lunghi capelli nel miglior modo possibile, passando una spazzola tra i nodi dei miei ricci, ma non cambiò tanto. Al contrario invece finii per peggiorare la situazione. Guardai la sveglia sulla mensola del lavandino e fissai l'ora. 11:37. Dalle poche indicazioni date, avevo capito solamente che l'arena in cui si sarebbero svolti gli esami era lontano dal villaggio, in una foresta in cima ad un altopiano. Erano tutti in trepida attesa per quest'evento unico. Centinaia se non migliaia di persone erano arrivate da ogni dove per poter alloggiare in Kirigakure con l'unico scopo di divertirsi guardando Genin combattere tra loro. Io? Ero noncurante della pressione sulle mie spalle, essendo un partecipante. Tuttavia sentivo una pressione interna (oltre che il mal di testa, che da lì a poco sarebbe passato), come un macigno che blocca un flusso d'acqua corrente. Ero in ansia, il fiato mozzato e i molteplici pensieri erano tutti dettati da questo stato d'animo, che a sua volta scaturì da una paura. La paura di non essere abbastanza.

    "Pronto?"

    "Pronto."

    Oramai io e il mio ospite convivevamo senza problemi, se non qualche battibecco di tanto in tanto. Sfido chiunque a non litigare con una persona identica a se stesso. Sistemai alla meglio i capelli, anche se non avevano un bell'aspetto, ed uscii di casa, chiudendo la porta dietro di me. Sin dal cortile riuscivo a vedere una massa confusionaria di gente che festeggiava per l'imminente inizio degli esami. Stupidi. Un venticello leggero mi accarezzava il viso. Vi riposi la speranza di trovare pace interiore, cercando un soffio di lucidità, evitando di perdere il senno proprio durante l'esame. Erano mesi, oramai, che non avevo un attacco di depersonalizzazione, grazie a dio. Passo dopo passo, a testa alta, mi incamminai verso l'uscita del villaggio. La strada sterrata sporcava le mie scarpe di terriccio secco, privato di ogni liquido durante l'estate. L'atmosfera era colma d'allegria e quella stessa brezza accompagnava il suono delle voci che si intrecciavano per tutta Kiri. Arrivai così, tra uno sguardo e l'altro, davanti alla porta di Kirigakure, controllata da due Jonin (suppongo). Mi avvicinai ad uno dei due.

    "Buongiorno, mi chiamo Yuichi Yuki, ho presentato l'iscrizione per l'esame Chuunin. Sarebbe così cortese da dirmi dove posso raggiungere l'arena?"

    Infastidito probabilmente dalle mie parole, questo mi rispose con un tono alquanto scortese, contrapponendosi alla mia cortesia.

    "Pff, tu un Genin? Al mio tempo non tutti diventavano Ninja. Comunque, esci dal villaggio ed inoltrati nella foresta. Lì trovi tutte le indicazioni."

    Mi congedai con un inchino, strafottendomene della risposta scortese, ed uscii dal villaggio, entrando così nella foresta. Non faceva caldo dentro, anzi, però l'umidità iniziò ad attaccarsi ai vestiti e la mia sudorazione iniziava ad aumentare sempre più. Probabilmente era anche colpa della tensione che in quel momento aveva preso possesso dei miei arti e dei miei organi. Dopo qualche decina di minuti di cammino accompagnato da persone mai viste in vita mia, sempre preso dall'ansia, arrivai di fronte ad un'insegna di legno, che indicava l'est. Mi voltai in quella direzione e vidi un'enorme arena fluttuare nell'aria. Rimasi a bocca aperta, sbigottito dall'immensità di essa. Feci un profondo respiro e mi incamminai verso l'entrata. Trovai un fiume che scorreva imperterrito attorno alla figura circolare dell'arena. Un ponte di legno collegava l'uscita dalla foresta con l'arena. Centinaia di persone erano in fila, sotto al sole oramai pomeridiano, ad aspettare il momento per poter entrare e sedersi comodi. Mi sentivo un giocattolo, un pupazzetto, anzi ancor meglio una marionetta gestita da un marionettista che voleva creare uno spettacolo per lucrare. Ero altamente schifato, ma non mi scomposi. Ripresi a camminare ed entrai nell'area Genin, la quale era limitrofa all'entrata. Mi avvicinai alla reception ed una ragazza bionda mi accolse con un sorriso stampato in faccia. Finto, ovviamente.

    "Buongiorno, dovrei partecipare all'esame."

    "Buongiorno a te! Potresti cortesemente dirmi il tuo nome?"

    "Yuki. Yuichi Yuki, di Kiri."

    La ragazza iniziò a battere sulla tastiera di un computer, finchè i suoi occhi non si illuminarono. Con lo stesso falso sorriso di prima mi guardò dritto negli occhi e mi consegnò una spilla bianca con stampato un numero sopra. "24".

    "Scusa l'attesa, questa è la tua spilla identificativa. Non perderla, mi raccomando. Gli esami inizieranno a breve, intanto se vuoi puoi attendere nella tua stanza! L'alloggio è il numero 139. Buon esame e buona fortuna!"

    Mi consegnò una tessera magnetica, probabilmente la chiave per entrare nell'alloggio. Mi congedai nuovamente con un inchino e mi diressi verso il mio alloggio, cercando di orientarmi in quel maestoso edificio, colmo di persone in trepida attesa per l'inizio dei giochi.

    "Chissà cosa ci aspetta oggi."

    "Amico, non ne ho idea. Spero solo di non dover ricorrere a metodi meschini per poter passare."

    Trovai l'alloggio dopo qualche minuto di ricerca e riuscii al primo colpo ad entrare; era relativamente semplice, dovevo solo appoggiare la tessera su di un lettore, che appena riconobbe la banda magnetica della chiave fece scattare la serratura. Aprii e mi trovai di fronte un letto bianco, posto sotto ad una finestra enorme che dava sulla foresta. Riuscivo addirittura a scorgere l'altissimo palazzo della Mizukage. Sputai verso l'immensità di fronde verdi di fronte a me e mi sdraiai sul letto, occhi aperti fissi sul soffitto bianco. Il cuore palpitava ed era l'unico rumore che riuscivo a distinguere tra il caotico vociare delle persone. Avevo un po' paura, devo ammetterlo. Però ero gasato. Il mal di testa era passato da un po' e la consapevolezza di dover affrontare una prova di così grande valore mi caricò. Chiusi gli occhi e mi calai in un sonno che durò tre ore abbondanti. Tuttavia il mio riposo venne interrotto dal rumore di nocche battere contro il legno della porta d'ingresso. Mi alzai abbastanza scocciato ed andai ad aprire la porta. Un ragazzo che aveva probabilmente pochi anni in più di me, col coprifronte di Kiri, era stanziato davanti all'uscio, inchinato davanti a me.

    "Mi scusi per il disturbo, ma l'esame sta per cominciare. Se vuole seguirmi, prego, da questa parte."

    "Nessun disturbo, si figuri."

    Nemmeno il tempo di sedermi che dovetti ripartire subito. Beh, si prospettava una giornata pesante. Seguii quella persona che avanzava a passo deciso, un po' goffo. Nel mentre mordicchiavo l'interno del labbro inferiore, dal nervosismo. Un morso troppo sforzato e mi provocai da solo un taglio, dal quale iniziava a sgorgare del sangue, che lentamente scivolava nella mia bocca, finendo sotto alla lingua. Ero veramente teso. Dopo pochi minuti arrivammo di fronte ad una fila, della quale non riuscivo nemmeno a vedere la fine, di Genin, tutti accomunati da un unico destino: combattere. Mi voltai verso il ragazzo e gli strinsi la mano.

    "Grazie mille."

    "Di niente! Le auguro un buon esame! Buona fortuna!"

    Tutta questa cordialità mi nauseava abbastanza. Mi misi in fila, attendendo il momento di entrare. Un nodo alla gola mi colpì in quel momento, impedendomi addirittura di rispondere alle domande che mi tempestavano le orecchie da parte degli altri candidati. Cazzo, statevene zitti e concentrati, non siamo mica qua a girarci i pollici! Il nervosismo iniziò a darmi alla testa e l'attesa stava accentuando questo senso d'odio che stava prendendo il possesso della mia mente. Non capivo perché questi ragazzi avessero in testa tutt'altro che l'esame. Non capivo perché ero l'unico, almeno all'apparenza, concentrato sul da farsi. Tutto ciò però mi diede un minimo di conforto e mi fece capire che, probabilmente, molti si trovavano lì per caso, per fare esperienza diciamo. Non che io ne avessi eh, per carità, però almeno capivo l'importanza di quest'evento. Improvvisamente la fila iniziò a muoversi in avanti. Finalmente riuscii a vedere la luce del sole. Prima i miei e nostri occhi erano bombardati da luci al neon, che di sicuro non avevano la stessa naturalezza della luce solare. Entrammo tutti nell'arena e il nodo in gola iniziò a spingere per uscire, per sbucare in bocca e rigurgitarsi sul terreno. Avevo voglia di urlare, ma gli schiamazzi del pubblico mi lasciarono senza fiato. Trombette, applausi, fischi, un potpourri di suoni e rumori che indicavano quanto l'attesa fosse stata estenuante per alcune delle persone sulle tribune. Fummo condotti al centro dell'arena. Eravamo tutti uniti. Mi guardai un po' intorno, riconoscendo qualche coprifronte di Kiri, ed altrettanti di Konoha e Suna. Culture diverse, storie diverse, ma un unico obbiettivo. Il mio sguardo si rivolse poi verso le tribune. Mani alzate, che battevano ininterrottamente, urla, schiamazzi, magliette sudate. Era uno schifo, letteralmente. Ma mi caricò ancora di più. Infine, per l'ultima volta, la mia attenzione venne catturata da dei ninja in maschere, sparsi tra la folla, fermi, immobili, con lo sguardo fisso sulla tribuna dei Kage, che in quest'occasione si erano ritrovati tutti insieme. Gli Anbu. Mi affascinavano, non poco. Molto più dei Kage, di sicuro. Gli schiamazzi erano interminabili ed ora la carica di prima venne surclassata da un senso di nervosismo, in quanto la mia mente stava iniziando a divagare e non era più concentrata sull'obbiettivo primario. Un fischio fortissimo tuttavia trapanò tutte le orecchie dei presenti. Mi voltai, ma non capivo da dove provenisse quel fischio.

    "Questo dannato aggeggio!"

    "Ma che cazzo..."

    "Signori e signore! Benvenuti alla prima edizione degli esami Chunin internazionali!"

    La voce di una donna si udì dalle casse poste in cima all'arena. Era giunto il momento fatidico. Il trambusto di prima venne raddoppiato, l'arena cambiò colore per via dei cartelloni e degli striscioni appesi dalla folla, fuochi d'artificio illuminavano l'imbrunirsi della giornata. Un senso d'eccitazione pervase il mio corpo ed iniziai ad applaudire, omologandomi alla massa di Genin che fecero il mio stesso gesto.

    "Sono Mio Kamiyama e vi farò da telecronaca in questa fantastica avventura! Ma prima, signori, l'onorevole Mizukage, a nome di tutti i nobili Kage presenti, vorrebbe dire qualcosa!"

    Il silenzio prese pian piano parola sull'arena, tutti erano intenti ad osservare la Mizukage alzarsi in piedi nella sua veste candida con un cappello blu. Orribile scelta dei colori, non si abbinavano per niente.

    "Grazie per essere qui. Questo è un traguardo molto importante per tutti noi, per il mondo intero. Avere la possibilità, dopo tanto tempo, di riunirci e partecipare a qualcosa di così bello, è stato il sogno di mio padre ed è anche il mio. E sono felice che sia il desiderio.. di tutti noi Kage. Oggi abbiamo parlato e i nostri desideri stanno per diventare realtà. E' quindi qui che vi annunciamo della nascita dell'OSU. Organizzazione. Shinobi. Uniti. Uniti per la pace e contro la guerra! Insieme preserveremo questa pace.. questo sarà il compito di chiunque voglia entrare nelle fila dell'alleanza."

    OSU. Pace. Alleanza. Fischi d'approvazione e d'assenso ripresero il controllo sul silenzio spezzato dalla Mizukage.

    "Tutto questo nasce dalla speranza che questi genin che abbiamo davanti possano combattere per un futuro migliore, senza più guerre. E voi, siete il futuro. Sulle vostre spalle ricade ciò che il mondo diverrà."

    Carichiamo tutti i Genin di aspettative, su, come se tutti dovessero diventare chissà che cosa. Mi sembravano tutte delle stronzate. Però ripresi ad applaudire. Non potevo di certo mostrarmi contrario alle parole della mia Kage.

    "State tranquilli, però! Godetevi il vostro tempo per crescere e scoprire la via del ninja in ognuno di voi!"

    Come non detto. Alla fine del discorso, la Kage si sedette nuovamente, lasciando spazio ad una gioiosa esplosione di fischi e applausi. La presentatrice riprese così parola.

    "Grazie all'onorevole Mizukage per le bellissime parole! Ma ora.. CHE L'ESAME ABBIA INIZIO!"

    I quattro schermi giganti posti ai "lati" dell'arena si accesero e le immagini di noi Genin, dei Kage, della folla e della presentatrice apparirono ben nitide su di essi. It has been started.

    "Questa sarà la prima prova dell'esame: la corsa pazza! E che cosa è, secondo voi? UNA CORSA! Ognuno di voi correrà lungo tutto il perimetro dell'arena e chi arriva primo.. NO! NON VINCE!"

    "Che cazzo vuol dire chi arriva primo non vince!?"

    Sui quattro schermi si poterono leggere le regole della "corsa". Mio iniziò a parlare, sovrastando il casino causato dalla folla.

    "Vi farò un piccolo spoiler, siete contenti? Le provete che affronterete in questi giorni saranno tre!
    Ogni prova vi farà guadagnare dei punti e, alla fine.. solo chi avrà ottenuto un certo punteggio sarà promosso a Chunin! E in questa prova dovete fare tre cose: correre, correre e.. metterci tutti voi stessi! FORZA! ANDATE A PREPARARVI!"


    In fretta e furia, senza capire come, mi ritrovai in fila orizzontale con tutti gli altri Genin che avrebbero svolto l'esame con me. Gli aiutanti se ne andarono velocemente e rimanemmo soli, in preda a noi stessi. Eravamo noi i fautori del nostro destino.

    "CI SIETE? ALLORA TRE.. DUE.. UNO.. PARTENZA!!"

    Uno sparo si udì in tutta l'arena ed un razzo rosso venne sparato in aria, segnalando l'inizio della prova. L'ansia era stata sopraffatta dall'adrenalina, misi ogni pensiero da parte e la nostra partenza fu sancita da un boato inspiegabile degli spettatori. Iniziai a correre a perdifiato, senza guardarmi attorno. Il mio fisico, tuttavia, non era ben adatto ad uno sprint come questo; l'agilità non era il mio forte, nonostante la mia statura. Composi il sigillo della tigre, cercando di concentrare il chakra nei miei arti inferiori. Avrei cercato di correre il più velocemente possibile sulla superficie dell'arena, un muro spesso. Cercai di comporre i sigilli per la Mizurappa, ovvero Drago, Tigre e Coniglio. Unii le mani, sempre in corsa, e cercai di inondare la miriade di Genin che correvano a perdifiato. Così avrei probabilmente rallentato qualche tentativo di scatto da parte dei più agili. Avevo già in mente la mia strategia. Avrei voluto affidarmi sulle mie arti magiche e sulla mia capacità di pensiero e di stratega, piuttosto che sul fisico.


    Yuichi Yuki

    Resistenza: 200-2.5=197.5/200
    Stamina: 200-10-5=185/200

    Azioni:
    Tecnica del corpo sfarfallante+scatto in avanti
    Mizurappa come descritto nel post
     
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  5. Non é il mio nome
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    Narrato Parlato Karamatsu Padre
    Chuunin Sensei


    Finalmente quel giorno tanto importante per tutti i genin é arrivato, la promozione di grado sarebbe vicina se non per il fatto che Karamatsu starebbe ancora dormendo avvolto nelle coperte nonostante il pomeriggio sia già ben inoltrato. Probabilmente molti ninja non sono riusciti a chiudere gli occhi per la frenesia e l'eccitazione che covavano dentro per oggi, ed é ciò che é successo al giovane Kaguya che la notte è restato sveglio riuscendo ad addormentarsi solo all'alba escoggitando strategie per vincere ogni combattimento, si sarebbe addormentato portandosi sulle spalle tutte le ore diurne e notturne che l'avrebbero fatto addormentare profondamente così profondamente che nemmeno il fastidioso rumore della sveglia é riuscito a farlo alzare. Però ad un certo punto il genin si sentirebbe sollevato come se iniziasse a librare in alto, ma questo non é un sogno, sarebbe suo padre che lo cercherebbe di alzare di peso e metterlo in piedi. Il genin preso dallo spavento credendo di precipitare, si aggrapperebbe saldamente al padre, le braccia attorno alla nuca e le gambe attorno alla vita.

    -MA CHE FAI?? MI HAI SPAVENTATO A MORTE!-

    Le parole uscirebbero di fretta e furia mischiate all'adrenalina per il brusco risveglio e andrebbero ad accavallarsi l'una sull'altra mentre il ragazzo cercherebbe di scendere dal padre.

    -GUARDA CHE FAI TARDI, MANCANO POCHE ORE PER L'INIZIO DELL'ESAME! E COSA CI FACCEVI ADDORMENTATO IL POMERIGGIO??-

    In effetti il ragazzo posando gli occhi sulla propria sveglia che probabilmente è stata spenta dal padre si accerterebbe della veridicità delle parole del genitore. In effetti lo stadio nel quale si svolgeranno le prove si trova fuori villaggio, e purtroppo la loro casa si trova nela direzione opposta, perciò camminando ci metterebbe ore ad arrivare!

    -Ma non mi poteva svegliare mamma??-

    Direbbe il genin mentre affererebbe velocemente una maglietta smanicata grigia che verrebbe indossata all'istante insieme ad un pantalone di tuta nero molto largo stretto alle caviglie da delle fasce elastiche. Intanto che si legherebbe il copri fronte la voce del padre giungerebbe alle orecchie del ragazzo.

    -Beh, credeva che ti saresti svegliato in tempo perciò é andata in missione.-

    Ancora in missione, sperava almeno che in questi giorni ci sarebbero stati entrambi i genitori a vederlo e a sostenerlo durante le varie prove ma non é così. Beh in fondo lo sapeva che uno dei due si sarebbe perso il suo esame, ma ci sperava anche. Insomma, chi non vorrebbe che i propri genitori facessero il tifo per il loro figlio? Stringerebbe saldamente il copri fronte cosicché non possa cadere e si dirigerebbe verso la porta afferando il proprio porta armi contentenente tre kunai all' suo interno quando sentirebbe la sua maglia venir tirata per il collo. Si girerebbe e noterebbe il padre che con un sorriso inizierebbe a parlare

    -Non so quali saranno le prove per questo esame, ma di certo so qual é il tuo stile di combattimento. E dato che non sei ancora capace di utilizzare la tua innata questi ti saranno molto utili!-

    Al termine di queste parole il genitore del giovane Kaguya andrebbe a mostrargli due oggetti di legno. Karamatsu li prenderebbe e noterebbe la posizione di due fori da una parte. Di nuovo la voce del proprio padre tornerebbe a risuonare nella stanza. Mentre riprenderebbe uno dei due dispositivi per infilarselo alla mano e provare a mostrare al figlio come funzionano.

    -Questo sono in paio di artigli retrattili. Vedi, se tiri questa corda, gli artigli escono, se invece tiri quest'altra, gli artigli si ritirano.-

    Mentre esso parlava gli artigli vennero estratti e ritratti come detto da lui. Finito il discorso il padre ridarebbe gli artigli al figlio che se li infilerebbe alle mani e proverebbe ad uttilizarli. Muoverebbe i due mignoli tirando una cordicella e mediante essa scatterebbe un meccanismo che farebbe uscire le due paia di lame che erano celate all'interno nella struttura lignea. Mentre tirando la cordicella con i due pollici gli artigli andrebbero a nascondersi all'interno della scatola.

    -Grazie papà-

    Direbbe il giovane Kaguya mentre scenderebbe le scale di corsa mentre il padre gli griderebbe dietro

    -In bocca al lupo figliolo-

    -Lunga vita al lupo!-

    Gli risponderebbe il ragazzo uscendo dalla porta per poi correre verso l'arena dove si sarebbero tenuti gli esami. Le gambe si susseguirebbero l'un l'altra mentre il ragazzo cercherebbe di mantenere un passo sostenuto ma non troppo veloce per non stancarsi in vista della prima prova. La corsa continuerebbe per quasi un ora dimezzando i tempi di viaggio. Minuti interminabili quelli che accompagnano il genin che corre da solo verso lo stadio, probabilmente oramai sono tutti al suo interno, perciò non ci sarebbe anima viva per tutto il tragitto. Continuerebbe a correre fino a quando il genin non si addentrerebbe all'interno di un bosco. Continuerebbe ad avanzare accelerando lentamente vista la salita e la vicinanza allo stadio fino a quando non si troverebbe un'enorme costruzione circolare circondata da un fiume. Non sapeva nulla riguardo all'esistenza di quel corso d'acqua anche se lui conosceva a memoria il posto di ogni singolo fiume e torrente attorno alla propria casa per kilometri perciò dedusse facilmente che si trattava di un corso d'acqua artificiale, beh, non che ce ne vuole chissà quanto per crearne uno per i ninja della nebbia. La corsa si fermerebbe vicino all'ingresso dove un ninja bloccherebbe l'accesso per via della prima prova che starebbe per iniziare a momenti.

    -Dove credi di andare ragazzino?-

    Una volce molto acuta uscirebbe dal corpo enorme dell'uomo calvo che indosserebbe solo il copri fronte kiriano e la giacca da chuunin, chiari segni distintivi dei ninja appartenenti a quel grado.

    -Devo entrare, ho fatto tardi-

    La corsa non si fermerebbe mentre il genin pronuncerebbe quella parole, ma verrebbe interrotta dal braccio enorme dell'uomo che andrebbe a far sbalzare il genin di cinque metri indietro.

    -EHY, MA CHE FAI??-

    Griderebbe rivolto verso il chuunin provando ancora ad avvicinarsi.

    -É tardi, oramai la prima prova sta per iniziare!-

    La voce poco mascolina di quel tizio giungerebbe alle orecchie del genin che cercherebbe di restare calmo e cercando di non provare i suoi nuovi artigli sulla testa lucida del chuunin.

    -IDIOTA PELATO, FAMMI ENTRARE SUBITO!?!!-

    A quelle parole il l'uomo si metterebbe in posizione di guardia portando la gamba maestra in avanti leggermente piegata mentre la sinistra starebbe pronta a scattare

    -COME HAI OSATO MOCCIOSO??-

    La vocina diventerebbe ancora più acuta mentre il volto del chuunin andrebbe a tingersi di rosso per la rabbia.

    -YOJIMBO FERMO! Fai passare il ragazzo!-

    Una nuova voce giungerebbe alle spalle dell'uomo calvo, una voce più maschile e rauca emessa da delle corde vocali chiaramente consumate dal fumo.

    -Ma Hinohamaru...-

    Cercherebbe di replicare il chuunin con quella sua vocina mentre dalle spalle spunterebbe un uomo dai capelli corvini che farebbe l'occhiolino a Karamatsu facendogli cenno di entrare con la testa

    -Non replicare agli ordini di un tuo superiore Takubo!-

    Fortunatamente in soccorso del genin è sopraggiunto il suo sensei, quello che l'ha iscritto all'Accademia quando ancora piccolo è riuscito a battere quei bulli che minacciavano i suoi amici. Aprofitterebbe di quella situazione per sgattaiolare all'interno dell'arena e correre lungo i corridoi, ma prima che possa entrare il sensei gli lancia un oggetto rotondo che verrebbe afferrato al volo dal genin. Aprirebbe la mano che avrebbe afferrato quell'oggetto e nota che c'é scritto un numero, il sette. Giusto, serve una spilla con il proprio numero identificativo per partecipare. Percorerebbe corridoi a caso fino a quando non entrerebbe nell'arena vera e propria. Verrebbe un'attimo accecato dalla luce e assordato dal frastuono, ma che che dopo essersi abituato alla luminosità noterebbe vari ragazzi che gli stanno dando le spalle a pochi metri di distanza da lui. Con calma andrebbe verso di loro osservandosi tutt'attorno. Fortunatamente ha fatto in tempo ad arrivare prima che la prova potesse cominciare. Farebbe un giro su sé stesso osservando le varie persone sedute tra gli spalti che grida e sbraita facendo il tifo per il proprio ninja preferito, una festa di colori e suoni. Tra trombe e grida si sente chiaramente l'euforia della gente che siede in mezzo ai palchi. Poi volgerebbe lo sguardo sui vari Kage osservandoli uno ad uno. Non deve fallire, non davanti a quelle persone e davanti a tutta quella gente. Dimostrerà che é in grado di diventare chuunin, dimostrerà la propria forza e superiorità rispetto agli altri. Si metterebbe in riga con gli altri per poi piegarsi in avanti e guardarli in volto uno ad uno. Quando ad un certo punto un volto in particolare andrebbe ad attirare la sua attenzione, quello di un ragazzo bendato. Uscirebbe dalla fila piazzandosi davanti agli altri per avvicinarsi al ragazzo con le bende sugli occhi, lì, spingendo un po' il genin preso di mira e quello vicino a lui si posizionerebbe lì, accanto al ceco. Andrebbe poi a rivolgerli parola ascoltando la voce della ragazza che spiegherebbe in cosa consiste questo evento.

    -Sai che tirandotela così tanto rischi di spezzarti?-

    Le parole non verrebbero pronunciate con cattiveria, ma giusto per intrattenere l'altro e se stesso. Intanto per accertarsi della sua cecità proverebbe ad agitare la mano destra a pochi centimetri dal volto dell'altro. Non attenderebbe la risposta altrui e andrebbe a sfotterlo un po'adesso

    -Ehy, ma riesci a vedere il traguardo?-

    Sghignazzerebbe un po' per poi ascoltare le ultime parole della presentatrice che lascerebbe parlare la Mizukage. Beh, ascoltando quelle parole, più che un esame gli sembrerebbe una messa in scena per far divertire gli altri, una sorta di cricolo. Poi tornerebbe nuovamente la presentatrice a parlare.

    -Non vince chi arriva primo?-

    Ripeterebbe le parole della ragazza. In che senso? Che devono fare? Correre a vuoto? Come faranno ad assegnare i vari punteggi se non in base alla classifica. O forse... O forse vogliono testare le loro capacità in un inseguimento. Bene! Dovra dimostrare di essere in grado sia di raggiungere l' avversario che seminarlo. Perciò dovrà stare attento agli altri che, se fossero ninjuster, sarebbero capaci di bloccarlo con una semplice tecnica. Bene, aspetterà loro per poi avanzare. Alle parole della donna, ossereverebbe mettersi tutti in posizione per scattare, ma lui resterebbe impassibile, fermo sul posto in posizione eretta. Deve pensare come avanzare velocemente e far arretrare gli altri. Non può contare solo sui propri muscoli, meglio escogitare una strategia che possa spostare due corpi in un solo istante. ECCO! Il genin troverebbe velocemente l'idea. Guarderebbe gli altri partire al via, ed ecco che lui invece attenderebbe tre secondi per poi fare un passo mentre le mani cercherebbero di muoverersi velocemente formando i seguenti sigilli: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente. Concentrerebbe il chakra nelle mani emmettendo dei semplici filamenti che andrebbero a posizionarsi su uno dei ninja che si trovaerebbe a circa 8-9 metri da lui. Cercherebbe di far attaccare i fili di chakra attorno al corpo del genin che incontrerebbero, cercando di non prendere il genin cieco che avrebbe creato delle proprie copie, eviterebbe Yuichi che sicuramente riuscirebbe a contrastarlo con una sola tecnica. In caso riuscisse ad "afferare" un genin che non si starebbe diffendendo in alcun modo, andrebbe a tirarlo a se e a spiccare un balzo nella sua direzione, ma a differenza della normale sostituzione che consisterebbe nel posizionare qualcosa al proprio posto, il Kaguya cercherebbe di trascinare verso di sé l'"avversario" avvicinandosi anch'esso a lui cosicché a distanza di mezzo metro dal genin afferato proverebbe a poggiare i piedi sul corpo altrui usandolo come base d'appoggio per spiccare un'altro salto che andrebbe ad alzarlo di circa tre metri dal terreno provando ad evitare anche l'onda d'acqua sputata da Yuichi. Ma di certo non so fermerebbe qui il nostro genin preferito, ma proverebbe a ripetere la tecnica su un altro che genin ripetendo i sigilli e tutto il procedimento attraverso il chakra. Se tutto fosse avvenuto per il verso giusto anche qui ora spicherebbe un salto, ma non in alto visto che si dovrebbe trovare a circa tre metri da terra, ma in avanti scaraventando il povero malcapitato a terra. Cercherebbe di fare un salto di otto metri usando il corpo del genin. Si sarebbe spostato complessivamente di una quindicina di metri se tutto fosse avvenuto con successo fino ad ora. Ma dato che non vuole seminare tutti quanti, o almeno provarci, andrebbe a ripete nuovamente i sigilli e cercherebbe ancora di imprigionsre un'altro genin se non gli avesse superati già tutti evitando il ragazzo ceco e le sue copie. Avvicinerebbe nuovamente il corpo altrui a sé mentre lui starebbe in fase di volo e cercherebbe di fare un'altro salto usando il corpo altrui come base d'appoggio. Un'altro salto di otto metri che proverebbe a fare in avanti atterrando in fine a suolo sperando di aver seminato tutti gli altri. Se fosse atterrato correttamente proverebbe a corre al massimo delle sue possibilità provando a distanziarsi ulteriormente dagli altri.


    Scheda

    Resistenza:300-1-1-1-15=282
    Stamina:100-5-5-5=85

    AZIONI:

    1-salto+tecnica della sostituzione (-1,-5)
    2-salto+tecnica della sostituzione (-1,-5)
    3-salto+tecnica della sostituzione (-1,-5)
    4-sprint (-15)
     
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    Il fiume scorreva attorno a quella arena, accarezzava il perimetro della struttura in un letto scavato dall’uomo per poi ritornare giù da quella collina separata dal villaggio, quasi nascosta. Destino che sembrava condividere un giovane ragazzino dai capelli dorati e gli occhi cielo, iridi che rimanevano comunque celate ai più visto che il marmocchio risiedeva in uno stato di meditazione profondo ormai facile da raggiungere. Gli ingredienti erano semplici del resto: un posto isolato come quella piccola radura poco lontano dall’arena e la concentrazione. Detto fatto, bastava porsi sopra il macigno al centro di quel verde e lasciar fluire la solita respirazione dai polmoni alla terra, al cielo. Incrociava le gambe lasciandole comunque morbide, accarezzava la dura pietra sotto di sé e lasciava la schiena in tensione tramite le note del vento che lambivano il suo corpo e scompigliavano quella capigliatura selvaggia raccolta in una coda sulle spalle. Regolarizzava il fiato andando ad armonizzare la contrazione dei polmoni in qualcosa di delicato e allo stesso tempo deciso, risonava con la vita che poteva tranquillamente sentire scorrere attorno a lui come quel fiume che non era altro se non un’orribile sfumatura in quello spartito equilibrato e perfetto.

    Hmm..

    Un lieve lamento interruppe il “rito”, pieghette dubbiose si fecero subito strada tra gli occhi ancora celati sul mondo. Quell’artificio umano, quel piegare la natura in una costruzione atipica andando addirittura a modificare il corso di ciò che scavava la terra senza bisogno di permesso era soltanto l’elemento discordante, il disturbo che fece sciogliere la postura a Shiro. Le gambe si distesero lentamente verso il basso disegnandosi lungo il profilo del masso, le iridi si schiusero lentamente mentre la testa si inclinava verso l'alto così da proiettare il primo sguardo verso il cielo autunnale. Bastò qualche secondo prima che l’ombra di quell’apparente fastidio scomparisse nel nulla, scivolò fino a terra lasciando che i piedi nudi sfiorassero quel territorio incolto e ammantato dei colori più caldi della natura. Hatsuki significava anche quello, rosso e giallo che affondavano nelle fronde fino a deturparne il flusso vitale , svenavano il verde fino a porre l’ultimo timbro su un ciclo dalla fine decisamente risaputa. Accettabile e giustificabile certamente, ma non riusciva a non provare quella piccola sensazione strisciante che sussurrava parole tenebrose all’animo cercandolo di farlo vacillare verso quel significato, quel simbolo, che l’autunno ricordava con il suo incedere freddo e inarrestabile. Quelle parole invisibili cozzavano contro qualcosa di irremovibile questa volta, un legame decisamente più terreno saldava la mente e i piedi del ragazzo in una dimensione ben più fisica lasciando che i pensieri sull’esame imminente distogliessero l'attenzione dal resto. Un problema a cui incentrare tutta la concentrazione fino a scacciare demoni del passato ormai ospiti fissi nel cuore del ragazzo; dopo l’iscrizione non voluta all’evento dell’anno doveva semplicemente sottostare a quell’obbligo imposto lasciando molti dubbi ad impiastrare la mente del Genin. Del resto lui non voleva nemmeno stare lì in mezzo, poteva semplicemente percepire l’agitazione nell’aria fino a sfiorare la determinazione ed eccitazione di mettersi alla prova emergere dalla folla di ninja che cercava di scalare una gerarchia politica dalla dubbia utilità. Obiettivi effimeri, qualcosa che non toccava minimamente il biondo nemmeno da lontano. Lui si era fatto avanti per motivi nobili, a suo dire, cercando rifugio in qualcosa che potesse aiutarlo nell’adattarsi alla nuova vita al villaggio, a renderlo partecipe di qualcosa che l’aveva accolto ma non accettato. Forse quel coprifronte risplendente sulla fronte, quel simbolo vergato sul metallo, poteva simboleggiare fiducia andando ad addolcire quegli sguardi freddi che ancora il popolo scoccava verso il ragazzino ma probabilmente quella speranza poteva solo scemare con il tempo lasciando secca accettazione come ennesima cicatrice sul suo corpo.

    Ehi Shiro!

    Giunto finalmente a destinazione, l’entrata dei partecipanti, una voce squillante ed una mano svolazzante nell’aria lo richiamarono in una direzione ben precisa. Nora e la delegazione di Hekisui che era pronta a sostenere gli esami, un gruppo ben compatto che condivideva lo stesso orgoglio militare tanto ostinato quanto detestabile. Ovviamente nulla di tutto questo trapelò oltre il sorriso sincero che accolse l’amica ed accompagnò il ragazzo fino ad arrivare agli spogliatoi atti agli ultimi preparativi. La sua spilla bianca segnalava uno specifico numero specchiato nell’armadietto associato a lui assegnato, qualcosa di semplice degno di qualsivoglia soldato, ciò che era del resto. Senza qualsivoglia pudore si spogliò completamente lasciando che il suo santuario di cicatrici attirasse sguardi un po’ curiosi ma per nulla maliziosi, del resto non c’era molto da invidiare in un fisico come il suo, no? Ogni pezzo di quella carne poteva raccontare una storia, ogni ricucitura nascondeva racconti di notti pericolose e tutte le bruciature sussurravano versi di albe che forse il ragazzo non credeva di rivedere. Nulla di tutto questo poteva essere colto di semplici sguardi degli altri partecipanti, non sfioravano nemmeno l’angolo delle preoccupazioni a cui il biondo si dedicava con cura cercando di smantellarle una per una fino ad escluderle in qualche anfratto nascosto del suo cervello. Adesso doveva prepararsi, no? Indossò la solita casacca azzurra, la strinse ai fianchi con una cintura in cui agganciò i porta oggetti contenenti tutti i suoi utensili utili per la prova, qualsiasi essa fosse. Pantaloni scuri e una maglia lunga sotto quelle mezze maniche azzurre completavano l’outfit; l’ultimo dettaglio fu la cintura che agganciava l’arco alla sua schiena con un unico particolare notabile da chiunque: nessuna faretra. Un’ultima stretta al coprifronte ben esposto sulla testa, la spilla agganciata alla maglia e poteva dirigersi verso ciò che veniva definita come entrata.

    Se fino a quel momento il ragazzo donava piccoli sguardi curiosi, l’arrivo all’interno dell’arena fece regnare lo stupore nei suoi occhi azzurri ora decisamente spalancati. La maestosità di quegli spalti, le urla del pubblico potevano solo risuonare in una fitta paura tremolante che subito andò ad irrigidire gli arti ed il respiro del selvaggio. Quel mondo si presentava così caotico, così innaturale che poco ci mancava per una sua fuga a gambe levate. Del resto bastava gettarsi quel pezzo di metallo alle spalle, correre verso il primo luogo isolato che gli veniva in mente e continuare la sua vita come aveva imparato a fare da sempre. Il cuore batteva come un tamburo, non riusciva nemmeno a sovrastare quei boati umani che rimbombavano nelle sue orecchie fin troppo sviluppate ed allenate per ignorare tutto.

    Cammina su..

    Gli bastò quella voce dolce, quella mano calda e piccola che si strinse alla sua per calmare la mente e far sciogliere i muscoli ormai stretti in una contrazione tetanica. Lentamente il respiro cercò di colmare i polmoni in maniera regolare lasciando solo lieve sudore come ultimo manifesto della piccola crisi di panico ormai decimata da Nora. La stessa che lo accompagnò al suo punto di partenza lasciandolo successivamente da solo ad ascoltare tutte le regole, presentazioni ed annunci che venivano trasmesse ai partecipanti e al pubblico. A quanto diceva quella voce magicamente trasmessa bisognava cominciare da lì a breve; riconnettere il cervello doveva essere la prima cosa da fare visto che non era lì per fare brutta figura del resto. Ottenere fiducia e rispetto non poteva essere il premio per chi si ritira, per chi non combatte! Ed è questo quello che doveva fare adesso, sfoggiare quel suo spirito che amava e che odiava allo stesso tempo, sbrigliare l’istinto dalla razionalità lasciando che il corpo parli da solo in una danza appropriata a ciò che lui stesso era: un selvaggio. Ed è così che si presentava in quella moltitudine, un ragazzino dai capelli biondi giunto dalle montagne per conquistarsi in un posto tra quelle persone, in quella società che tanto odiava ma che invidiava. Ed è in quella dicotomia, in quell'alternarsi di sentimenti sconosciuti e privi di nome che il razzo segnò l’inizio della corsa lasciando che i riflessi facessero il resto del lavoro. I piedi cercavano, infatti, di inseguirsi tra loro in una corsa sospinta dai battiti accelerati dei mille partecipanti. Affanno, sudore e i primi gemiti dello sforzo suonavano qualcosa di veloce e caotico. Ennesimi aggettivi che infastidivano il selvaggio alle prese con i primi metri da macinare, avrebbe comunque ricacciato quelle sensazioni provando addirittura a nascondere quell'effettivo timore di essere sotto i riflettori di tutta quella gente intenta a fissarlo, Kage compresi! Una pressa che spingeva sul cuore fino ad irrorarlo di adrenalina ed energia magica. Ecco che proprio in quel momento avrebbe assecondato la nascita di quella preghiera, qualcosa che tentò di sprigionare nell’aria attorno a sé in un’irradiazione dinamica che doveva avvolgerlo in un impeto incontrollato. Cercò di impastare il chakra mosso dall’istinto, l’avrebbe modellato in un unione perfetta delle sue nature pronte a collidere tra loro: terra e acqua. Uno scontro cristallino che doveva palesarsi come un esplosione spirituale, un fiume atomico che provò a modellare quell’aura attorno a lui fino a sfiorargli i piedi. Una ruota si sarebbe creata attorno a lui, una piattaforma mobile e dinamica che l’avrebbe accompagnato e spinto a velocità intoccate fino a quel momento. Se fosse andato per il meglio sarebbe avvolto da quella struttura reticolare e cangiante pronta a plasmarsi passo dopo passo. Ma non si sarebbe fermato ovviamente, mentre le mani danzavano per cercare di compiere i sigilli adatti il suo stomaco lavorava nella speranza di forgiare l'impasto perfetto di energia pura. Doveva instillare quella goccia acquatica del suo spirito, suscitarla per far bagnare quell'intruglio pronto ad esplodere in qualcosa di fastidioso per gli altri partecipanti. Cercò infatti di emettere un getto fangoso e appiccicoso dalla bocca: il campo caramelloso! Avrebbe invaso parte del tracciato cercando di ostacolare chiunque nei dintorni, del resto lui poteva contare su quella ruota di cristallo che poteva lambire qualsivoglia superficie senza nessun problema!






    WqLSBBK


    Riassunto
    EdELjjN◕Equipaggiamento:
    • Arco [Schiena]
    • 40m Filo Spinato
    ◕Azioni:
    - Attivazione Ruota di Cristallo
    - Campo Caramelloso
    ◕Altro:
    12/15 Slot d'aqcua
    ◕Resistenza: 150
    ◕Stamina: 250-10-18=222
    Shiro - Nora
     
     
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    COME? SONO FINITI GLI ARROSTICINI?

    Spiaccicai la mano sul viso mentre Escanor lottava per i suoi diritti di turista. In una Kiri ricoperta di mistero e fitta nebbia cercavo di riprendermi dal viaggio, iniziato non senza peripezie. Camminare per il porto di primo mattino era una mia abitudine consolidata ma meno lo era prendere il battello per un viaggio di diversi giorni e diverse notti. Il sole e la luna si interscambiarono come prassi ma non stetti a vedere la bellezza della natura perché ero troppo occupata a vomitare arcobaleni in mare, attirando pesci in superfice. Convinti di essere stati graziati con un mangime naturale e selezionato guizzavano e si accostavano a quella melma dagli odori mefitici, inabissandosi all’istante in segno di repulsione. Certo che con quella nebbia non si vedeva ad un palmo di naso e sarebbe stata dura per gli inesperti riuscire ad entrare nel confine senza essere sorpresi. In piena guerra quella nebbia avrebbe potuto giocare un ruolo fondamentale contro i comuni pirati, a meno che qualcuno non avesse scoperto il punto debole. Durante quel giro di perlustrazione tenni il blocco di fogli costantemente in mano per segnare ogni cosa che vedessi, hobby al quale nessuno avrebbe potuto mai pensare. Ostile? Uhmm si, il motivo per cui mi divertivo a farlo poteva essere definito tale.

    Signore, nell’arena ci sono ragazzi che portano di tutto e di più ma purtroppo li ho finiti!

    L’ambulante cercava di scusarsi rimarcando il pensiero con un tic all’occhio sinistro e gestualità troppo rapida. Non capii nulla e proseguii da sola, seppur il nerboruto non ci mise molto a raggiungermi. Con una barchetta di carta e delle palline di polipo al suo interno –takoyaki insomma- mi tocco il baffo dalla parte destra del labbro e subito impugnò una delle tante presenze rotondeggianti per infilarle in bocca. Ne inforcai una anch’io, giusto per la base di pesce con cui era stato preparato e per capire quanto potesse essere alto il livello culinario del paese.

    "Uhmm, sembra che ci siano un sacco di persone."
    "Quando ti vedranno arrivare con quella nonchalance e un takoyaki in bocca chissà cosa penseranno."

    Mugugnai un verso a bocca piena mentre con gli occhi andavo alla ricerca di un comune cestino dell’immondizia. Tra tutti i presenti sembravo quella a cui meno importava della cosa, ma in quanto straniera non riuscivo ad assimilare mentalmente la cosa. Il pass ufficiale traballò al collo quando per via del sentiero dovetti evitare un masso acuminato, seppur da lì in poi tutto si dimostrò più curato a livello ingegneristico. La calca degli spettatori mi fece sobbalzare ma fortunatamente non era necessario fare la fila lì, essendovene un’altra apposita per i partecipanti nel quale mi insinuai. Attesi come giusto che fosse e nella calca il mio corpo cominciò a muoversi da solo, impercettibilmente e inconsciamente. Mossi gambe e braccia, infilandole e ritirandole più volte dalle tasche. Sospirai, tossii, umettai le labbra a causa della secchezza e un attimo dopo mi ritrovai più avanti di un metro con il palato e la gola umidi per merito del brandy in fiaschetta. Stetti a fissare la gente davanti e la diversità nei loro atteggiamenti; alcuni più socievoli e altri meno, si avvicendavano rapidi provando a intrattenersi col compagno di turno. Chi con un computer in mano, chi con una grande ascia dietro la schiena mi divertirono alla loro maniera una volta dinanzi al banco istituito dagli organizzatori per l’autenticazione delle pratiche.

    Cendodiciotto? Avanti prego.

    Fortuna volle che da quel richiamo mi ci volle pochissimo per raggiungere la meta, quando ormai gran parte dei ragazzi aveva oltrepassato la linea del non ritorno.

    Lìf Arnbjørg, venire da Ame.

    Lìf…Lìf… Ah eccoti qui! Una firma e puoi andare.

    La ragazza lì dietro, il cui unico interesse lì era motivato da una paghetta extra mi indicò una stilo e il punto in cui firmare seppure ci volle una traduzione silenziosa di Escanor per capirlo. Troppo difficile da immagazzinare a primo impatto, annuii col capo e tinsi il foglietto con una firma al fine di ottenere una spilla identificativa e proseguii all’interno, mentre Escanor fu costretto ad attendere nella fila più lunga e tediosa: quella degli spettatori.



    Questo dannato aggeggio!

    Il fischio del microfono non calibrato spezzò ulteriormente l’armonia, già depistata da quella folla gremita di spettatori sugli spalti. Pochi i ragazzi di Ame che tentai di scorgere, buttando un’occhiata di riguardo in alto, sui posti d’onore riservati ai capi e quindi anche a quello della Pioggia.

    Signori e signore! Benvenuti alla prima edizione degli esami chunin internazionali!

    Un boato scosse lo stadio mentre la donna al microfono dava un caloroso benvenuto a tutti. Per essere chiari, da lì in poi non capii più una mazza del discorso e degli eventi ma mostrai il contrario giusto per non commettere figure di cacca.

    Sono Mio Kamiyama e vi farò da telecronaca in questa fantastica avventura! Ma prima, signori, l'onorevole Mizukage, a nome di tutti i nobili Kage presenti, vorrebbe dire qualcosa!

    Al dire della presentatrice in ghingheri un connubio di fischi e applausi precedette il momento clue, dove una ragazza dai capelli turchesi si elevò dal trono più alto per un sermone coi fiocchi. Mi grattai il mento mentre la ragazza, accompagnata da una sorta di domestica professò parole con tono vibrante e gentile. Dichiarò apertamente le sue aspettative per quell’evento e blaterò qualcosa su un certo OSU, mentre il mio cervello scartava il 99% di quelle informazioni ritenendole superficiali.

    State tranquilli, però! Godetevi il vostro tempo per crescere e scoprire la via del ninja in ognuno di voi!

    Finì con un inchino e tornò al suo posto, così come l’attenzione di tutti all’evento.

    Grazie all'onorevole Mizukage per le bellissime parole! Ma ora.. CHE L'ESAME ABBIA INIZIO!


    La presentatrice giocò col filo del microfono e i suoi capelli neri, volgendo la mano ad un tabellone elettronico di grande impatto estetico. Vidi immagini varie e una discussione sommaria sulle prove: le figure e tutto il resto mi tornarono più utili di tutte le parole estranee al vocabolario e provai a ricopiarle velocemente per poterle studiare a fine evento. La possibilità di contare su tre giornate differenti mi sarebbe stata di grande aiuto, soprattutto per un confronto con Escanor e la elaborazione di qualche mezza idea che puntualmente alla prova successiva sarebbe stata completamente distrutta.
    Corsa, che prova bizzarra. Il percorso venne ripreso dall’alto grazie a speciali telecamere volanti e teleguidate e la panoramica del tutto si mostrò sul maxi schermo. Non capii il senso di quella cosa, pensavo avrebbero reso le cose difficili già dall’inizio ma non si poteva sapere. Assottigliando le labbra attesi che i primi esaminandi prendessero posto, sfoggiando una camminata contenuta in quei pantaloni bracaloni leggeri e variopinti. Con i sandali ai piedi e delle suole in gel potevo ammortizzare il peso della giornata e scaricare il dolore derivante da quella mezz’ora di pura nullafacenza. Scelsi di ricorrere ad un abbigliamento leggero e comodo per non ostacolare i movimenti e tenermi lontana dalle sudate abbondanti. Mi posizionai tra due individui qualsiasi e tentai di racimolare tempo per un riscaldamento veloce. Con il top arancione a righe legato al collo da un anello metallico sollevai le braccia per allentarne la tensione, poi passai alle ginocchia piegandomi su di esse. A muscoli sciolti avrei sicuramente alzato l’asticella e limitato contusioni e stiramenti, ma alla fin fine non avrei fatto sforzi eccessivi in quanto preferivo il disegno alle doti ginniche.

    .:C'mon


    Sospirai a pieni polmoni per ricaricarli d'aria abbondante, un ricambio di ossigeno essenziale in situazioni del genere, assieme ovviamente ad una postura contenuta: piegata nell'essenziale e con gli arti superiori ad aiutare nella spinta. Il via scattò e senza sprint di sorta cominciai a seguire l’onda degli altri concorrenti, infilando la mano nel taschino al fine di tenermi pronta ad impugnare il filo e mantenendomi sempre nel punto più estremo del percorso, lì dove pochi si sarebbero dati battaglia. Se avessi visto un’apertura utile mi sarei cimentata nella stretta d’acciaio al fine di utilizzarla come mezzo efficace per superare gli ostacoli. Avrei provato a legare il filo spinoso a qualcuno di più veloce o in alternativa a oggetti volanti non identificati (?), sia perché non era ben chiaro se ci fosse un meccanismo segreto dietro la valutazione dei punti, sia perché in fondo in fondo non volevo essere l’ultima o la mezzana.


    Lìf
    R:200-1=199
    S:400-50-5=345


    AeJ:
    Corsa tranzolla
    Stretta d'acciaio (ipotetica) su individuo veloce o oggetti volanti


    Edited by Yama™ - 25/6/2017, 13:09
     
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    “Cioè, fammi capire, su cos'è che dovrei viaggiare?”

    Ancora erano fermi a quel punto. Il ragazzo dal ciuffo biondo se ne stava seduto sopra al bancone del negozio con le gambe incrociate, intento a intrattenere una conversazione con il proprietario, il signor Kubo. Quella disposizione, quella scena, erano entrambe più frequenti di quanto possiate immaginare.

    “Non fare finta di non aver sentito. Sono previsti quattro giorni di traversata in mare sui nove giorni complessivi del viaggio.”

    L'idea di dover salire su una barca suscitava in Nishinoya una lunga serie di emozioni contrastanti, ma quella che regnava sulle altre era l'agitazione. Più che per il viaggio in sé, il ragazzo era preoccupato per tutto quanto. Viaggio, esame, possibili scenari su come sarebbe potuta finire.

    “Ah.”

    No, niente da fare. Per una persona abituata a camminare sulla terra ferma, sempre con una distesa solida sotto i piedi, l'idea della barca era un qualcosa di surreale.

    “Ma è grande?”

    “E io come faccio a saperlo?”

    “Giusto.”

    Da quando Toshiro aveva deciso di partecipare all'esame per la promozione a Chunin – un po' a caso, se vogliamo dirla tutta – aveva cominciato a parlare del Paese dell'Acqua con chiunque si trovasse a portata d'orecchio. Se poi scopriva che qualcuno – povera anima – era stato a Kiri, apriti cielo, iniziava a tartassarlo con domande di qualsiasi tipo.
    Il suo argomento preferivo riguardava la geografia del paese, l'aspetto del suo territorio, com'era il villaggio, la gente, gli animali! Noya adorava gli animali.

    “Se non ti conoscessi direi che tu sia preoccupato.”

    “Preoccupato io?! PFF! Farò vedere a tutti quanto sono belle le mie magliette arancione fosforescenti, altroché!”

    Ecco, meglio puntare tutto sull'abbigliamento, perché la verità era proprio quella: Noya era molto agitato. Forse non era stata una mossa molto intelligente ambire a diventare un chunin dopo così poco tempo dalla promozione a genin. Ma d'altra parte, come avrebbe potuto saperlo senza neanche fare un tentativo?

    ***



    “Questo dannato aggeggio!”

    Esattamente quello che pensò Noya venti minuti dopo aver messo piede sulla nave per raggiungere Kiri. Tutta la sua spavalda energia era defluita nel suo corpo non appena la nave salpò dal porto. Tutto ondeggiava, e ondeggiava, e ondeggiava. E lui vomitava, vomitava, e vomitava.
    Perché? Fu tutto quel che riuscì a pensare mentre se ne stava sdraiato sul pavimento dell'imbarcazione per la prima parte del viaggio. Perché l'acqua? Non c'era mica un grosso uccello su cui piazzarsi e raggiungere la città per via aerea?

    “Signori e signore! Benvenuti alla prima edizione degli esami chunin internazionali!”

    “WOW!”

    Quella era l'unica reazione, l'unica cosa che il genin riuscì a dire da quando mise piede dentro l'arena.
    L'outfit del ragazzo era incredibilmente semplice quanto appariscente: l'immancabile maglietta arancione fosforescente era più efficace di un giubbino catarifrangente, adornata del simbolo di Hekisui sul retro; i pantaloni erano neri a eccezione di due bande laterali anch'esse arancioni; le scarpe infine era purtroppo solo nere. Avrebbe dovuto rimediare nell'immediato futuro.

    “Sono Mio Kamiyama e vi farò da telecronaca in questa fantastica avventura! Ma prima, signori, l'onorevole Mizukage, a nome di tutti i nobili Kage presenti, vorrebbe dire qualcosa!”

    “WOW!”

    Esagitato come al solito, tutto il suo muoversi e saltellare avevano fatto staccare la spilla indicante il suo numero a terra. Fortunatamente la cifra assegnatagli era a prova di idiota, così anche se se la fosse messa al contrario il numero sarebbe rimasto 69.
    Di quel che disse la Mizukage il ragazzo non ascoltò nulla, troppo intento ad osservare l'arena e gli spettatori con gli occhi sbarrati dallo stupore. Tutta l'agitazione che mentre si registrava all'ingresso lo aveva paralizzato era sparita, sostituita da un ardente desiderio di dare spettacolo. Sicuramente con l'abbigliamento aveva guadagnato dei punti. L'unica cosa che lo accomunava agli altri partecipanti era un coprifronte.
    Altri ninja di Hekisui partecipavano all'esame, Noya però li perse di vista quasi subito avendo cominciato a correre ovunque, entrando in tutte le stanze accessibili, facendosi anche tirare per le orecchie da qualche sorvegliante.

    “Grazie all'onorevole Mizukage per le bellissime parole! Ma ora.. CHE L'ESAME ABBIA INIZIO!”

    L'attenzione del ninja tornò a focalizzarsi sulla donna con il microfono in mano, ma giusto per un complessivo di tre secondi e mezzo. Non appena i maxi schermi si illuminarono, la mandibola di Noya cadde a terra e rimbalzò al suo posto. Era la prima volta che vedeva tutto quel... tutta quella... quel TUTTO!
    E quindi fece quello che ogni appartenente del popolino di provincia avrebbe fatto al suo posto.

    “CIAO MAMMA!!”

    Iniziò a saltare sul posto, sbracciandosi, nella speranza che venisse ripreso e proiettato su uno dei grandi schermi.

    “Questa sarà la prima prova dell'esame: la corsa pazza! E che cosa è, secondo voi? UNA CORSA! Ognuno di voi correrà lungo tutto il perimetro dell'arena e chi arriva primo.. NO! NON VINCE!”

    Inutile sottolineare come una corsa fosse una prova adatta per incanalare tutta l'energia che Toshiro non stava, palesemente, riuscendo a contenere.

    “Vi farò un piccolo spoiler, siete contenti? Le provete che affronterete in questi giorni saranno tre!
    Ogni prova vi farà guadagnare dei punti e, alla fine.. solo chi avrà ottenuto un certo punteggio sarà promosso a chunin! E in questa prova dovete fare tre cose: correre, correre e.. metterci tutti voi stessi! FORZA! ANDATE A PREPARARVI!”


    Parecchi responsabili accompagnarono gli esaminandi in posizione, dietro una inea di partenza incredibilmente lunga. Noya si era accorto delle enormi dimensioni di quell'arena, ma più tempo vi ci passava dentro più gli sembrava grande.
    Ovviamente dietro a tutto c'era una motivazione discriminatoria: il ragazzo fu posizionato praticamente attaccato alle mura che delimitavano l'arena, talmente vicino che neanche riusciva a vedere quel lato di spalti.

    “E' perché sono basso non è vero?!”

    Esclamò tanto per dar aria alla bocca mentre già si stava preparando alla corsa. Lo strecthing faceva sempre bene, anche se, nel suo caso, non era poi così necessario. Si piegò in avanti per toccare il terreno con le mani. Uh! Morbidoso! Pensò mentre tastava il materiale con interesse. Dopo una quindicina di secondi si rannicchiò, distese la gamba sinistra, tallone puntato e punta della scarpa rivolta verso l'alto. Rischiò di fare lo sgambetto al suo vicino nel momento in cui cambiò gamba, e infatti si guadagnò un'occhiataccia che, in maniera matura, ricambiò con una smorfia.

    “CI SIETE? ALLORA TRE.. DUE.. UNO.. PARTENZA!!”

    Un, dos, tres! Alé! Alé! Alè!
    Lo sparo fu il segnale col quale si scatenò l'inferno. Un putiferio incredibile caratterizzato da gente che correva e urlava. Ovviamente Nishinoya non era da meno. Esordì con un urlo che probabilmente tramortì il suo vicino, già precedentemente infastidito.
    L'elevato numero di partecipanti rendeva impossibile una visione complessiva dell'arena, ma anche affidarsi solo all'udito.
    Bisognava rimediare almeno a una delle due cose.

    “PERMESSO!”

    Volgendo in precedenza lo sguardo verso destra, Noya studiò un modo per arrivare esattamente di fianco alle mura perimetriche. Non lo trovò. O meglio, non trovò alcun modo che non fosse invasivo, infame ed esibizionista.
    Oscillando le braccia in avanti da dietro la schiena, il ragazzo avrebbe provato a saltare in alto, abbastanza da poter usare il suo antipatico vicino come appoggio per saltare nuovamente. L'idea era quella di usare i partecipanti che lo separavano dal muro come dei tralicci in movimento, come un insolito percorso che lo portasse alla meta.

    “SCUSA! ...SCUSA! ...MORTIFICATO!”


    Quattro salti sarebbero bastati per arrivare a una distanza tale dal muro per saltarglici contro.
    Ebbene sì, l'idea era proprio quella di far diventare le mura perimetrali la nuova pista personale di Toshiro Nishinoya.
    Ovviamente il ragazzo non poteva sapere se qualcun altro stesse pensando di fare la stessa cosa, o anche se le sue azioni spingessero altri ad emularlo.
    In ogni caso, il quinto salto sarebbe stato quello decisivo, quello che non si sarebbe concluso con una pedata in testa (o sulla spalla) di un povero malcapitato ma con un atterraggio sulla parete verticale del muro. Quelle erano le cose belle dell'essere un ninja: poter concentrare una quantità di chakra sotto i piedi in modo da poter correre in orizzontale!
    A quel punto Noya avrebbe ricominciato a correre, come un forsennato, libero dalla confusione creatasi lungo la pista.
    Solo alla fine di tutta quella serie di azioni dettate dall'istinto, nel cervello di Noya si sarebbe accesa una lampadina. Allontanarsi dal terreno avrebbe anche comportato andare incontro a una minor percentuale di essere sabotato.

    “GENIO!”

    Urlerebbe il ragazzo, dimenticandosi che in una corsa sarebbe meglio conservare il fiato.

    Azioni eseguite:

    - Salti sulle povere teste di randomici sconosciuti x5
    - Chakra concentrato sotto i piedi
    - Corsa più veloce del West lungo la parete (Boost)


    Resistenza: 180-1-1-1-1-1 -10 = 165
    Stamina: 170
     
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    L'attrezzatura era ormai pronta, non avrei dovuto far altro che indossarla ed uscire di casa in direzione delle porte del villaggio dove avrei trovato ad attendermi Mashiro. Il giorno della partenza era infine giunto, nonostante i continui dubbi che provavo sull'utilità dell'esame decisi di fidarmi delle parole del Chunin secondo le quali questa sarebbe l'occasione perfetta per capire quale fosse la mia vera indole. Lo spacco di cui era vittima la mia psiche avrebbe trovato infine rimedio, accettando l'una o l'altra metà di essa. Due mondi, due modi di pensare, due realtà che non potevano coesistere: l'indifferenza e la supremazia.
    Una rifletteva il vecchio temperamento che avevo portato per gran parte della mia infanzia e nei primi anni dell'adolescenza, l'altra un'ideologia che decisi di seguire forzatamente ed alla quale credere pur di riuscire ad andare avanti. Ero l'indifferente o il forte?
    Fissai ancora per qualche minuto tutta la roba poggiata per terra cercando eventuali mancanze: borsellino e taschino porta armi, filo spinato, cintura trasversale e giara di sabbia. Gli ultimi due erano acquisti recenti che mi ero potuto permettere grazie ai soldi che avevo ricevuto come ricompensa da parte di Barrow. Seppur inizialmente fui riluttante ad usare tale denaro mi resi immediatamente conto che sarebbe stato molto più stupido non utilizzarlo, pur non avendo adempiuto alla richiesta esplicita della missione ero stato in grado di adempiere invece alle sue richieste ed i soldi erano il compenso che mi spettava, secondo Barrow. L'accettare il denaro non implicava che accettavo il comportamento tenuto dal mercante.


    * E' ora *


    Mi alzai dal letto è con molta attenzione infilai il filo spinato all'interno del borsello, non avevo alcuna intenzione di ferirmi poco prima del viaggio ed avevo visto cosa poteva fare quel filo sulla carne umana. Legai il taschino ed il borsello alla cinta e indossai la cintura trasversale pronto ad agganciare la giarda di sabbia. Nel poco tempo avuto a disposizione nei giorni prima della partenza consultai alcuni rotoli presenti in accademia relativi alle tecniche di sabbia, molti erano complessi o richiedevano quantità tali di sabbia che risultavano impossibili da attuare fuori dal deserto ma con l'aiuto della giara divenivano fattibili. In questo modo potevo sfruttare le peculiarità del villaggio di Suna.
    Una volta che fui pronto uscii di casa senza nemmeno passare in bottega a salutare i miei genitori, avevo detto loro dell'esame Chunin solo la sera prima e come avevo ben immaginato fu un susseguirsi di litigi per tutto il tempo. Normalmente non lo avrei mai fatto, sarei uscito di casa senza dire una sola parola, ma dopo gli ultimi mesi ed avvenimenti che avevano caratterizzato il procedere della mia vita sentivo che qualcosa di rotto albergava in me. Era una presenza che esisteva da ben prima delle missioni, dell'esame genin o dei miei passatempi. Qualcosa che si era incrinato durante i tre lunghi anni dell'accademia che non avevo mai considerato e che tuttora non riuscivo a focalizzare: il mio cuore. Non ero cosciente del suo "guasto" e solo più avanti mi sarei reso conto di quanto effettivamente avesse influenzato la mia vita. Forse sarei stato in grado di realizzare tutto ciò al mio ritorno. Quanto tempo sarebbe passato? Un mese? Due mesi? Tre mesi? Forse avrei impiegato tutta una vita per capirlo....oppure no?
    Venne quindi spontaneo avvisarli, in netto contrasto con l'atteggiamento tenuto tempo addietro. Non sapevo quanto avessi ferito con le parole, ma soprattutto con i miei gesti, i loro sentimenti. Il fallimento di esseri genitori era una colpa del quale ero ignaro ma della quale mi ero macchiato, se l'avessi saputo prima forse la mia intera vita sarebbe cambiata.
    Appena misi piede fuori casa sentii la brezza del deserto passare lungo la via nella quale abitavo, la strada era solcata solo da qualche passante che si godeva le prime ore del mattino mentre i vari commercianti cominciavano ad imbastire il proprio negozio per i possibili futuri clienti. Approfittando di quella tranquillità mi diressi senza indugiare verso l'ingresso di Suna pronto per il viaggio.
    Giunto davanti al grande stradone che portava nel deserto vidi un solo carro e sopra di esso Mashiro insieme ad un altro uomo che sembrava avere una cinquantina d'anni e caratterizzato da una evidente abbronzatura ed una pelata perfettamente liscia che splendeva sotto gli ancora deboli raggi del Sole. Lo sconosciuto teneva in mano le redini del cavallo che portava il carro. Ero leggermente sorpreso dato che avevo sempre viaggiato in carovane di mercanti e mai con un numero così limitato di persone. Io e Mashiro saremmo stati i soli passeggeri di quel viaggio.


    -Sali. Saremo solo io e te, non c'era tempo per mettersi d'accordo con una carovana di mercanti per arrivare fino a Kiri. Per raggiungere la destinazione dobbiamo prima raggiungere il villaggio portuale a Sud di Suna e da lì prendere una nave che ci porti a Kiri. Il viaggio sarà lungo.

    Ascoltai in silenzio ciò che Mashiro ebbe da dire mentre nel frattempo salii sul carro, l'uomo seduto davanti diede un colpo alle redini ed il cavallo scattò in avanti in mezzo al deserto. Mentre viaggiavamo sfilai la cintura con annessa la giara e poggia il tutto nello spazio davanti ai miei piedi. Era mostruosamente ingombrante ma la sua utilità si sarebbe presto rivelata.

    -Ragazzo non farti mettere in soggezione da Mashiro, è un tenerone sotto sotto. AHAHAHAHA!

    L'uomo sconosciuto se ne uscì di punto in bianco con quella frase andando a creare un'atmosfera strana e surreale, ma ancora più strana e surreale fu la reazione del Chunin.


    -Oh taci Sakabe!

    Anche se non lo conoscevo da molto era la prima volta che sentivo una risposta del genere da parte di Mashiro, per quel lasso di tempo sembrava aver perso completamente la sua solita freddezza lasciandosi andare ad una genuina irritazione. Quel modo di fare non fece altro che suscitare un'ulteriore ilarità nell'uomo alla guida, il quale continuò a ridere per diversi minuti prima di fermarsi e lasciare stare spazio alla tranquillità.
    Sarebbero stati due giorni molto lunghi.
    Come previsto arrivammo al porto nel tempo prestabilito e da li ci imbarcammo poi su una nave diretta a Kiri. Durante le circa due settimane di viaggio io e Mashiro quasi non ci parlammo, solo una sera si limitò ad insegnarmi una tecnica particolare che poteva tornarmi utile dato il mio stile di combattimento, ma anche in quell'occasione non si dilungò molto limitandosi ai concetti base per poi lasciarmi da solo a provare e riprovare.
    Lui diceva di conoscere me, ma io non ero in grado di comprendere lui invece.
    Giungemmo così a Kiri il giorno prima dell'esame. Essendo arrivati a pomeriggio inoltrato, quasi sera, non c'era tempo per visitare la città e ci dirigemmo direttamente verso la stanza che ci era stata messa a disposizione per l'intera durata dell''esame. Entrati nell'edifico presso il quale eravamo ospiti andammo immediatamente nella nostra stanza per riposarci in vista del giorno seguente, Mashiro solo prima di andare a dormire mi diede in mano il Pass che avrei dovuto mostrare l'indomani per muovermi liberamente all'interno del villaggio e per accedere alle aree riservante ai partecipanti. Per l'intera durata del viaggio lo aveva sempre tenuto lui mostrandolo quando necessario durante l'imbarco e durante l'ingresso a Kiri, non capivo perché non me lo avesse consegnato subito ma anzi avesse aspettato la sera prima dell'evento. Dietro i suoi comportamenti altalenanti c'era una ragione, ragione però che non conoscevo e che tanto meno potevo anche solo immaginare.
    Il mattino arrivò in fretta e sia io che Mashiro eravamo pronti per dirigerci nell'arena che era stata predisposta per lo svolgimento dell'evento, da quel poco che avevo potuto capire saremmo stati sottoposti a delle sfide o qualcosa di vagamente simile. Aleggiava un certo alone di mistero che però presto sarebbe stato completamente spazzato via dalla realtà. Usciti dal villaggio su indicazione degli addetti responsabili alla gestione dei partecipanti ci inoltrammo nella foresta di Kiri. L'ambiente era nettamente più freddo e meno ospitale del territorio sabbioso del Paese del Vento, almeno per me. Esattamente come successe nella foresta di Konoha sentii una sensazione di disagio corrermi lungo la schiena quando costretto ad attraversare lunghi spazi ombrosi. Il sentiero che stavamo seguendo era battuto da decine e decine di uomini, donne e bambini, tutti eccitati all'idea di assistere a quello che si poteva tranquillamente definire come lo spettacolo più atteso degli ultimi anni. Un nuovo brivido si fece largo in me riportando alla memoria Barrow ed allo spettacolo che imbastimmo per renderlo euforico. Misi da parte quel pensiero spiacevole e mi concentrai sui raggi del Sole che penetravano dalle fronde degli alberi e che scaldavano debolmente il mio corpo quando vi entravano in contatto. Una brevissima sensazione di calore che le mie membra gradivano.
    Svoltando ad un bivio e seguendo le indicazioni dei cartelli fummo in grado di arrivare finalmente all'edifico che era stato appositamente costruito per l'occasione, o almeno così avevo sentito dire da alcuni ragazzini durante il tragitto precedente, se fosse però vero o meno non ne avevo idea. Di una cosa fui certo quando lo vidi per la prima volta: era mastodontico.
    Giunto a quel punto mi separai dal Chunin che fino a quel momento mi aveva accompagnato. Lui andò verso uno dei diversi ingressi adibiti agli spettatori ed agli accompagnatori mentre io segui alcuni ragazzi verso la "reception" adibita esclusivamente a noi iscritti. La fila scorreva molto velocemente visto che si trattava sola di dare conferma della propria presenza, mostrare il pass e ricevere il numero assegnato dal sistema, molti dei presenti sembravano in uno stato euforico impazienti di cominciare le prove mentre io cercavo solamente di capire come tutto ciò mi avrebbe aiutato a capire.


    -Zend Izuki, Suna.

    Alla fine toccò anche a me presentarmi e passare per la parte organizzativa dell'intera faccenda, nel mentre allungai la mano verso l'addetto mostrando il Pass che mi era stato consegnato. Questi lo prese e dopo aver controllato sul suo dispositivo la corrispondenza delle informazioni mi restituì il Pass ed insieme mi diede anche una spilla che prontamente legai alla cintura dove era legata la giara. Ero il numero dodici.

    -Zend Izuki, Genin di Suna. Perfetto, ecco il tuo numero ed il Pass, fai attenzione a non perderli visto che sono piuttosto importanti per identificarvi.


    Se avessi perso il numero voleva dire che avevo perso anche la giara di sabbia e questo poteva dire solo una cosa: che ero stato sconfitto. Dopo di ciò l'addetto mi diede alcune indicazioni per raggiungere l'ingresso nell'arena dove anche altri ninja attendevano che le danze iniziassero. C'era chi era passato prima per gli spogliatoi per rinfrescarsi e prepararsi a dovere, chi invece aveva preferito rilassarsi in apposite stanze d'attesa, avevano organizzato tutto affinché ci potessimo mettere a nostro agio ma per quanto mi sforzassi non potevo sentirmi rilassato in quella situazione.
    Dopo qualche tempo finalmente venimmo fatti entrare nell'arena vera e propria al centro esatto della struttura, gli spalti erano gremiti di persone che urlavano euforiche alla vista dei vari Genin provenienti da tutto il mondo ninja. Sentii la testa girare per qualche istante a causa del disorientamento provocato da quell'ambiente a me totalmente estraneo. Era la prima volta che provavo qualcosa di simile e ci volle un attimo perché mi abituassi.
    Quando tutti fummo al centro si poté dire che l'Esame Chunin era finalmente iniziato. Ci fu un breve discorso da parte del Mizukage di Kiri che fece gli onori di casa per poi passare definitivamente la parola alla telecronista dell'evento, che a giudicare dal modo di parlare era forse addirittura più euforica di molti dei Genin presenti. Non badai molto alle parole del Mizukage in quanto ero piuttosto ignorante per quanto riguardava la storia ninja e le sue organizzazioni, avevo sempre vissuto nel mio mondo senza interessarmi troppo di cosa accadesse all'esterno. Feci attenzione invece alla telecronista, la quale annunciò la prima prova: una corsa pazza. Sfortunatamente per me non prestai invece attenzione a come l'aveva definita, pensando si trattasse comunque di una normalissima corsa condita da qualche sorta di imprevisto, non avevo considerato che l'imprevisto fossero tutti i partecipanti. Una gara di velocità come quella mi avrebbe messo in seria difficoltà date le mie scarsi dote fisiche quindi non potevo fare altro che sforzarmi al massimo.


    -CI SIETE? ALLORA TRE.. DUE.. UNO.. PARTENZA!!

    Tutti quanti scattarono in avanti come se stessero scappando da qualcosa che li inseguiva ed io non fui da meno. Spinsi le gambe con quanta più forza possibile nel vano tentativo di stare dietro ai ragazzi più veloci ma ben presto la differenza di abilità si fece notare. A differenza di molti non utilizzai alcuna tecnica, almeno inizialmente. Non era perché volessi dimostrare qualcosa in particolare come la perseveranza o correttezza, semplicemente pensavo che fosse una normalissima corsa con ostacoli o qualcosa del genere. Gli ostacoli effettivamente c'erano: tutti gli altri Genin. Corsi circa dieci metri mettendo tutto me stesso e cercando di non cadere sotto il peso della giara che premeva decisa sulla schiena mentre con il suo peso mi sbilanciava in avanti rischiando a più riprese di farmi cadere rovinosamente al suolo. I primi mi avevano ormai distanziato di parecchio e difficilmente li avrei recuperati, in più molti stavano utilizzando tecniche di ogni sorta pur di trarre un minimo vantaggio.
    Perché loro si ed io no?


    -Sospensione del Deserto!

    Sentii il chakra fluire lungo tutto il sistema circolatorio ad una velocità impressionante mentre questi si accumulava lungo la schiena per poi passare dentro la giara di sabbia mentre una quantità di energia rimaneva concentrata nelle mani. La sabbia a contatto con il mio chakra avrebbe subito una sorte del tutto simile a quella del filo spinato quando lo caricavo di energia spirituale per muoverlo a mio piacimento, così facendo avrei tentato di "donare vita" alle singole particelle di sabbia che erano presenti all'interno del contenitore. Con le mani cariche di chakra avrei fatto un movimento molto delicato così da far uscire dalla giara una discreta quantità di sabbia in modo tale da provare a creare una sorta di base estremamente compatta che mi avrebbe alzato dal suolo portandomi a circa sei, sette metri d'altezza. Mentre con la mano destra mantenevo la sabbia sotto di me compatta, con il chakra contenuto nella sinistra cercai di guidare la piccola piattaforma lungo il percorso dell'arena così da poter proseguire la mia corsa e raggiungere gli altri partecipanti. Usai una quantità di chakra poco superiore al necessario affinché il mio supporto non si sgretolasse subito, ma dopo circa venti metri sentii la sabbia perdere compattezza costringendomi così ad annullare la tecnica ed a tornare letteralmente con i piedi per terra.


    * Dannazione!*


    Se avessi usato più chakra quasi sicuramente sarei stato in grado di far andare più avanti il mio mezzo, ma non sapendo cosa mi aspettasse al termine della corsa non potevo rischiare di rimanere senza energie come era consuetudine che accadesse.
    Senza demordere decisi di continuare a correre lungo la pista facendo solo affidamento sulla mia forza, anche perché non conoscevo altre tecniche che potessero aiutarmi nello sforzo fisico che stavo facendo. Non avevo la più pallida idea della distanza che mi separasse dagli altri ninja, ero concentrato esclusivamente su quello che stavo facendo io chiudendomi nel mio piccolo mondo. Sapevo che assoluta certezza che non sarei mai potuto arrivare primo ma nonostante ciò non volevo fermarmi in preda ad uno sconforto che non doveva prendere piede nel mio animo. Fissai con lo sguardo un punto davanti a me ponendolo come obiettivo, per poi ripetere lo stesso procedimento una volta arrivato al primo traguardo mentale. In questo modo avrei continuato a correre come se la gara fosse stata a step. Tutti gli altri Genin si mettevano i bastoni tra le ruote a vicenda pur di arrivare primi ed avrei potuto fare lo stesso io se solo non avessi perso tempo all'inizio della gara, avrei potuto utilizzare i corvi affinché disorientassero gli altri facendoli magari confondere. In realtà potevo ancora farlo, quanto meno per limitare i danni della mia sconfitta.
    Concentrai nuovamente il chakra facendolo fluire all'interno delle braccia in modo tale da avere energia a sufficienza per permettere la sua trasmigrazione verso l'esterno e tentare di creare uno stormo di corvi tramite l'applicazione dei sigilli. Non usai più chakra di quanto fosse necessario data la situazione.
    Imponendo le mani nei sigilli del Topo, del Cinghiale e della Tigre provai a creare lo stormo nero che già in passato avevo realizzato. Avrei fatto in modo che i corvi si disponessero alle mie spalle per una tutta la superficie che la tecnica consentiva, così facendo speravo almeno di creare qualche problema a quelli che ancora stavano dietro di me. Sempre che qualcuno fosse ancora alle mie spalle e non fossi io l'ultimo del carro.


    * Come può una prova del genere aiutarmi a capire? *

    Una domanda che non possedeva risposta.

    Scheda Zend Izuki
    -Parlato
    * Pensato *

    -Parlato Mashiro
    -Parlato Sakabe
    -Parlato Addetto Reception
    -Parlato Telecronista


    Resistenza: 100
    Chakra: 200
    Azioni:
    - Corsa in avanti per circa dieci metri [-1 Resistenza]
    - Sospensione del Deserto per andare in alto di circa 6/7 metri ed avanzare di circa venti metri in totale [-5 Chakra; -10 Sforzo Extra]
    - Corsa in avanti per il tragitto restante [-1 Resistenza]
    - Tecnica della Dispersione dei Mille Corvi dietro di me per l'area massima (10x10x10) [-15 Chakra]

    Valori Resistenza-Chakra post-azioni:
    Resistenza: 100-1-1= 98
    Chakra: 200-15-15= 170
     
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    In testa:
    Yamashita: →Moltiplicazione non riesce
    Karamatsu: → Sostituzione non riesce
    Shiro: → nella ruota di cristallo. Campo caramelloso riesce

    Nel mezzo:
    Zend: → Dispersione dei corvi riesce ma in un'area di 4x4x4 come suggerito da questa immagine. Avevo già suggerito la modifica ma non è ancora stata apportata, tuttavia è palese che non si tratta di un'area di 10x10x10.
    Raul: → Circondato dalla sfera di plasma

    Sul fondo:
    Yuichi: → Violenta onda acquatica riesce
    Lìf: → Stretta d'acciaio non riesce
    Toshiro: → Solo un salto riuscito sulla testa di un png


    Le danze non cominciarono immediatamente. Ci si sarebbero aspettati fuochi e fiamme, tecniche incredibili, scoppi di luci abbaglianti. E invece, la maggior parte dei candidati prese quella corsa come.. una corsa. Facendo leva sulle gambe e tentando di ricordarsi come modulare il respiro, la maggior parte dei baldi genin scattarono in avanti, cercando di guadagnare distanza nell'immediato. In particolare, spiccarono tra quel pubblico composto da dozzine e dozzine di shinobi, due singoli individui.

    Eeeeh.. SI PARTE SIGNORI! Guardiamo subito chi è in testa!

    La velocità di un ragazzo con una benda avvolta attorno agli occhi e dai capelli rossi, che, seppur l'evidente ciecità, riuscì a coprire una lunga distanza di quel rettilineo privo di ostacoli, in pochi attimi. Un corpo allenaeto e uno scatto notevole, che però quasi passò in secondo piano quando una luce rosea accecò il pubblico. A raggiungere il rosso fu un ragazzo dai ribelli e lunghi capelli biondi, immobile dentro una ruota di cristallo. La stessa sfrecciava a gran velocità sul terreno. Il pubblicò acclamò il ragazzo con fischi e applausi. Lo stesso ricevette l'attenzione di alcuni dei Kage, che riconobbero l'abilità genetica innata del clan Guren. Furono loro i primi due a portarsi con il gruppo in testa.

    Si tratta del rosso di Konoha, Yamashita Kazuma; e del biondino selvaggio di Hekisui.. Shiro! Che ne dite? Non male per essere genin! CHE VELOCITÀ!

    Non che gli altri partecipanti fossero da meno. Un ragazzo di Kiri dai capelli bianchi e l'aspetto lugubre sfrecciò dopo un attimo di esitazione alla partenza. A gran velocità quasi avvicinò Yamashita e Shiro, non riuscendo però a raggiungerli del tutto. Intanto, era al centro della calca, nel cuore, che gli shinobi partecipanti cominciarono a mostrare la loro abilità. Un ragazzo dai capelli scuri, Yuichi, giocante in casa, si fece furbo, pur non essendo l'unico: abbandonando la pista per salire sul cornicione esterno della pista, tentò di utilizzare un'onda acquatica per colpire i presenti. Tra di loro un ragazzo dai capelli argentei, con una grossa giara di sabbia sulle spalle, fu abbastanza veloce da creare una nuvola con la quale portarsi a molti metri d'altezza e proseguire così la gara indisturbato. In tribuna d'onore, la Kazekage sorrise impercettibilmente. Le tecniche di sabbia non erano qualcosa a cui qualsiasi ninja potesse ambire. Anche un altro ragazzo fu abbastanza veloce da portarsi fuori da quell'onda, un certo Raul, di Konoha. Sfruttò persino il chakra elementare per creare una sfera di plasma attorno a se, evidentemente temeva attacchi nemici. E faceva anche bene. A rischiare di essere colpiti dalla violenta onda acquatica, comunque, erano i partecipanti tra gli ultimi della fila, un po' più lenti degli altri.

    AH! A quanto pare i kiriani giocano in casa e non vogliono perdere! Guardate là Yuichi Yuki!

    Tra questi, spuntava una ragazza dai capelli rossi e un ragazzino dal ciuffetto biondo che aveva guadagnato appena qualche metro saltando sulla testa del tizio davanti a lui. Non era più riuscito ad attuare quella folle strategia e il camminare in orizzontale sul muro sarebbe stata una buona idea.. se solo Yuichi non si fosse trovato nello stesso posto e quindi in grado di colpire anche lui. Ma non erano finiti lì gli ostacoli creati dai partecipanti. Il ragazzo dagli occhi smeraldini con la giara di sabbia era riatterrato, creando dietro di se un'area di circa quattro metri quadrati ove dei corvi gracchianti impedivano la vista. I partecipanti dietro di lui avrebbero fatto meglio ad inventarsi qualcosa.. oppure prepararsi a perdere qualche metro e restare un po' scombussolati dalla tecnica magica. Ma tutti loro, in assoluto, avevano un nemico comune.

    Attenzione! Shiro ha usato un jutsu acquatico che conosciamo bene qui! SE GLI ALTRI CI FINISCONO SOPRA SONO FINITI!

    Mio urlò al microfono, assumendo un'aria fin troppo teatralmente preoccupata. Ma aveva ragione: l'area dietro Shiro e tutt'attorno a lui, fu improvvisamente inondata di un acqua dalla particolare consistenza. Sembrava un composto appiccicoso e, in qualche modo, era chiaro che tutti i partecipanti avrebbero dovuto passare di lì! Infatti, ci fu un gruppo molto consistente di persone che sprofondò in quel tranello daibolico. L'acqua appiccicosa aderì persino al muro, poiché il primissimo rettilineo era scomparso e, ora, la pista curvava in maniera molto marcata verso destra, essendo a disposizione circolare.

    UUH! Qui si rischia di finire male! E sembra che Shiro sia il favorito del momento grazie alla sua straordinaria abilità! Non pensate anche voi, gente?

    Rischiano di essere colpiti dalla violenta onda acquatica di Yuichi:
    Lìf, distante 3 metri circa dalla stessa
    Toshiro, distante 3 metri circa dalla stessa

    Rischiano di finire nel campo caramelloso di Shiro:
    Yamashita, nelle immediate vicinanze
    Raul, distante 25 metri dallo stesso
    Lìf, distante 38 metri circa dallo stesso
    Toshiro, distante 32 metri circa dallo stesso
    Zend, distante 15 metri dallo stesso
    Karamatsu, 10 metri dallo stesso

    Rischiano di finire nell'area della dispersione dei mille corvi di Zend:
    Raul, distante 6 metri dalla stessa
    Lìf, distante 19 metri circa dalla stessa
    Toshiro, distante 12 metri circa dalla stessa

    Avrei molti appunti da fare a quasi ognuno di voi, ma per correttezza ci penserò alla fine della prova per non "aiutarvi", o meglio, per non favorire un tipo di gioco più attento o diverso. L'unica cosa che mi sento di dire è di fare attenzione agli errori grammaticali, sopratutto se ripetuti e.. molto abominevoli.
    La spiegazione del perché alcune azioni sono riuscite e altre no ve lo dirò alla fine della prova, come detto, niente favoritismi.

    Comunque, avete le solite 4 azioni, cercate di fare del vostro meglio. Potete difendervi e avanzare, fate ciò che volete ma sappiate che avete solo 4 azioni. Siate coerenti anche con le vostre posizioni rispetto agli altri e all'ambiente. Per qualsiasi dubbio mp (dico subito che non vi fornirò spiegazioni per quanto riguarda il turno precedente).

    Scadenza del post alle 23.29 del 29/06

    Un chiarimento: non fornirò per mp consigli o indicazioni su quanto una strategia possa andare a buon fine. Questo è un esame, dovete tentare di agire di testa vostra è anche sbagliare, senza consigli o aiuti esterni. Non sarebbe giusto favorire alcuni di voi nè favorirvi tutti


    Edited by Kerberotte - 29/6/2017, 18:58
     
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    Intervento!

    "Che vergogna... c'è troppa gente!"

    Fu quello il pensiero del giovane Yuki, mentre si apprestava a mettersi in testa il cappuccio nero che usciva fuori dal grigio giubbotto ninja. Con il cuore che batteva a mille dall'agitazione, ecco che si sarebbe mosso a gran velocità verso l'arena, posizionandosi a circa dieci metri dall'inizio del nuovo percorso rettilineo dopo la curva, rivolto nella direzione dalla quale sarebbero da lì a poco arrivati gli aspiranti chunin. Lì, avrebbe composto un singolo sigillo con la mano destra, inondando subito dopo tutta l'area immediatamente successiva alla curva con una mastodontica quantità di acqua. Cercando di non farsi vedere in volto dai mille o più spettatori, si sarebbe dunque chinato, appoggiando il dito sul terreno bagnato così da convertire tutta l'acqua in ghiaccio. La patina glaciale che si sarebbe formata avrebbe creato non pochi problemi a tutti coloro che in quella gara così speciale si limitavano a correre senza mostrare il loro vero valore. Fatto ciò, il chunin sarebbe sparito il più velocemente possibile, sentendosi subito dopo soffocare dalla grande sensazione di calore provata sulle guance: odiava il pubblico troppo numeroso.


    Azioni:
    - Versione potenziata della Violenta onda acquatica
    - Congelamento dell'acqua

    Note:
    Ora ci dovrebbe essere del ghiaccio che occupa per ben dieci metri il percorso oltre la curva nella sua interezza, e chi ci cammina sopra dovrebbe avere un malus sui movimenti fisici e correre il rischio di scivolare a discrezione della Lepu- emh, volevo dire del master :sisi:
    Scusate il post frettoloso ma sono distrutto
    Au revoir! :hat:
     
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    Prompto seguiva la corsa dalla sua postazione, una delle molteplici adibita ai Chuunin e Jounin designati al corretto svolgimento dell'esame.
    Controllori si, ma non tanto per le eventuali scorrettezze dei Genin, più che altro dei garanti, se nel mondo dei Ninja si potesse parlare di una cosa del genere, di una pacifica competizione, in forte contrapposizione col passato, proprio come aveva suggerito la Mizukage, nella sua introduzione.
    Sin da subito il gruppo si era diviso nel gruppo di testa e in quello degli inseguitori, vuoi per strategia o vuoi per differenza di abilità, Justu che però timidamente erano stati mostrati in campo.
    Una colata di liquido viscoso inondò parte del percorso, coprendo ogni centimetro del percorso e anche parte dei muri, rendendo realmente difficoltoso il continuo della gara per molti dei partecipanti.
    Un vero peccato, secondo il Chuunin, anche se una scrematura dei partecipanti era più che necessaria.

    Sfere del Vuoto (Shinkūgyaku)

    Una mano fu necessaria per impastare il Chakra in tre grossi proiettili di vento, che avrebbero impattato il liquido viscido in tre punti diversi, scavando dei sentieri relativamente sicuri su cui poggiare i piedi, forse permanenti, forse no, chissà.

    Azioni:
    # 3 Sfere di vuoto a scavare tre sentieri nel Campo caramelloso

    Ps: la temporaneità o la permanenza degli stessi è a discrezione del Master.


    Edited by ¬Dan - 27/6/2017, 14:13
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Annunciatrice

    Essere lì in mezzo a tutti gli altri Genin mi faceva davvero un effetto strano, quante volte mi ero immaginato quel fatidico esame? Eppure eccomi là, pronto a cominciare il più difficile esame della mia breve vita. Intorno a me tutti cercavano di sfogare l'ansia, chi parlando tra loro, chi cercando di autoincitarsi, sicuramente però c'erano altri come me che se ne stavano fermi ed in silenzio, cercando nella calma la giusta concentrazione prima della prova. In fondo non c'era un modo giusto o un modo sbagliato, l'obiettivo di tutti era semplicemente quello di cominciare con il piede giusto, anche perché fallire la prima prova avrebbe reso difficilissimo superare l'esame. Io come detto rimasi nel mio, sempre immerso nei miei pensieri; a un certo punto però, mentre ero tra me e me, mi sembrò di sentire un ragazzo cercare di parlarmi, ma non mi interessai alle sue parole, non ero venuto lì per fare amicizia e dal tono non sembravano neanche delle frasi cortesi. Non mi importava, non mi interessava nulla in quel frangente se non la prova che era sul punto di iniziare, ogni secondo mi avvicinava sempre di più al quel momento e sentivo l'adrenalina scorrere sempre più forte nelle mie vene, ero eccitato, carico e determinato come non lo ero mai stato.
    L'annunciatrice ci spiegò velocemente le regole della prima prova, una "semplice" corsa verso il traguardo, una gara di velocità e resistenza che avrebbe messo testato fin da subito le capacità di tutti. Non c'erano particolari strategie da attuare, bisognava correre in avanti il più velocemente possibile, cercando di evitare eventuali ostacoli posti dagli altri partecipanti che di certo non se ne sarebbero rimasti con le mani in mano. Personalmente non avevo intenzione di mettere i bastoni tra le ruote a nessuno, non era nella mia indole, mi sarei concentrato unicamente sulla mia gara e sull'evitare eventuali offensive avversarie, di certo non tutti la pensavano come me, ma in ogni caso non mi sarei lasciato mettere i piedi in testa da nessuno. Dopo le presentazioni ci fece mettere tutti in posizione, un colpo di pistola sancì il via e tutti scattammo in avanti mirando al traguardo, che io purtroppo non potevo nemmeno vedere, mi sarei semplicemente limitato a correre in avanti finché avrei potuto dando il massimo, anche a costo di fare dei giri in più, non avrei permesso alla mia cecità di ostacolarmi. Senza pensare a nient'altro scattai in avanti spingendo le mie gambe al massimo e parallelamente sentivo intorno a me il rumore di decine e decine di passi che che si alternavano a ritmo forsennato, tutti sicuramente stavano cercando di prendere un vantaggio fin dall'inizio. In verità l'atletica non era mai stata il mio forte, mi ero da sempre concentrato solo sulla realizzazione di tecniche magiche, ma con il tempo mi ero reso conto di essere comunque riuscito a mettere su una discreta massa muscolare ed era proprio quella che mi stava spingendo in avanti. Era una sensazione incredibile, sentivo il vento fischiare nelle mie orecchie, l'aria passarmi sul volto coperto dalle bende, sentivo i miei passi calpestare il terreno producendo un suono ritmico, quasi ipnotico, ogni fibra del mio corpo era in tensione, era da mesi che mi preparavo per quell'evento e avrei dato il massimo. La concentrazione in quel momento era massima, ma nonostante cercassi di pensare solo alla mia corsa c'era la voce dell'annunciatrice che rieccheggiava in tutto lo stadio, quasi come se provenisse da un ogni parte, la si poteva sentire ovunque:

    "Eeeeh.. SI PARTE SIGNORI! Guardiamo subito chi è in testa!"

    Lì per lì pensai che mi avrebbe potuto dare fastidio, in fondo era proprio grazie all'udito che potevo capire dove stavo andando, ma più quella voce parlò e più mi resi conto di quanto potesse rendersi utile, soprattutto per uno come me che non aveva gli occhi per guardare:

    "Si tratta del rosso di Konoha, Yamashita Kazuma; e del biondino selvaggio di Hekisui.. Shiro! Che ne dite? Non male per essere genin! CHE VELOCITÀ!"

    Shiro...mi ricordavo lui, avevamo combattuto diversi mesi prima e fin da quello scontro avevo riconosciuto una notevole agilità nei movimenti, non mi stupiva saperlo in testa, ma mi colpiva il fatto che io ci fossi, di certo non mi reputavo il più forte fisicamente, ma sapermi davanti mi rendeva ancora più felice e carico. Ma c'era qualcosa nella corsa di Shiro che era strana, le mie orecchie non sembravano percepire un rumore di passi, ma bensì qualcosa di diverso, non riuscivo bene a capire cosa fosse, non avevo mai sentito un suono del genere, ma sembrava essere come dentro qualcosa, cavolo come avrei voluto poter vederlo, la curiosità mi stava letteralmente divorando. In ogni caso cercai di non farmi distrarre troppo, cercai sempre di spingere al massimo in avanti, mentre dai microfoni la voce dell'annunciatrice continuava ad illustrare la situazione:

    "AH! A quanto pare i kiriani giocano in casa e non vogliono perdere! Guardate là Yuichi Yuki!"

    Non conoscevo quel nome, ma il cognome mi era noto, chissà se si trattava di un parente di Shinichi, se era così poteva ci sarebbe stato senz'altro da divertirsi, ma fortunatamente sembrava essere dietro di me, quindi non avrei dovuto preoccuparmi troppo. Cercai in ogni caso di andare avanti, volevo macinare metri su metri prima degli altri, volevo cercare a tutti i costi di fare il punteggio più alto possibile. Sentivo il mio cuore battere all'impazzata, percepivo i miei polmoni incamerare e liberare sempre più velocemente aria dandomi un respiro sempre veloce ma ancora costante, ero certo che continuando a sforzarmi così ne avrei risentito nei giorni successivi, ma quello non era il momento di preoccuparsene, prima avevo una gara da vincere. In quel momento però mi parve di sentire un rumore che mi mise in allarme, come di qualcosa di acquoso che era caduto sulla pista davanti a me e fu la ragazza al microfono a darmi la conferma di quello che credevo di aver udito:

    "Attenzione! Shiro ha usato un jutsu acquatico che conosciamo bene qui! SE GLI ALTRI CI FINISCONO SOPRA SONO FINITI!

    Una tecnica di Shiro eh? Purtroppo non ero molto preparato sui jutsu acquatici, ma quello che avevo detto quella donna era importante, di certo se fosse stata semplice acqua non avrei avuto bisogno di evitarla, ma se finirci sopra sarebbe stato un problema, voleva dire che doveva avere delle particolari proprietà, poteva per esempio rendere il percorso scivoloso o simili, dovevo cercare di non metterci i piedi sopra. Pensai lì per lì di usare una delle mie tecniche di fuoco per liberarmi la strada, poi però mi resi conto che se si trattava effettivamente di un liquido scivoloso o qualcosa di peggio...forse c'era una minima possibilità che potesse essere infiammabile, quindi dargli fuoco si sarebbe potuta rivelare una pessima idea. Ma era proprio mentre pensavo tra me e me che mi sembrò di avvertire un sibilo nell'aria, qualcosa che mi sarebbe passato davanti e che sarebbe andato ad impattare in qualche modo quel liquido, anche se non avrei saputo dire con certezza in che modo. Fu proprio quello a darmi un guizzo su che tecnica avrei potuto utilizzare: avrei cercato di concentrare il chakra nella mia bocca, in modo da provare a dargli forma e cercare di imprimergli l'elemento del vento. Poi quando mi sarei sentito pronto avrei tentato di eseguire con una mano l'unico sigillo richiesto dalla tecnica delle Sfere del vuoto cercando di mirare radente al pavimento per cercare di spazzare via quel liquido da davanti a me e permettermi di proseguire con tranquillità la mia corsa. Dato che non potevo sapere con certezza quanta area occupasse quel liquido avrei cercato di eseguire la tecnica delle Sfere del vuoto per due volte consecutivamente davanti a me in modo da avere una maggiore certezza di superarlo indenne. Anche se fossi riuscito a superare quell'ostacolo preparato da Shiro non mi sarei comunque potuto riposare, infatti mentre la pista curvava mi sembrò di avvertire un altro rumore di acqua che cadeva a terra, sembrava essere qualche metro davanti e stranamente lì per lì l'annunciatrice non disse nulla. Probabilmente dalla distanza che mi separava da quel rumore avrei forse potuto fare un stima di quanto fosse distante quell'ulteriore pozza d'acqua, certo probabilmente non sarebbe stata precisa, ma mi sarei senz'altro potuto fare un'idea, di certo non poteva essere un'altra tecnica di Shiro, stando lui correndo vicino a me, quindi mi sentivo di poter escludere che fosse un altro liquido pericoloso. In ogni caso non potevo limitarmi a saltarlo, non essendo un così abile atleta, così decisi di ripiegare su una delle tecniche che conoscevo bene: cominciai a concentrare il mio chakra nello stomaco, cercando al tempo stesso di scaldarlo a puntino, era un'operazione che avevo fatto decine di volte ma data la situazione avrei cercato ugualmente di farlo alla perfezione. Normalmente la tecnica avrebbe richiesto una lunga sequenza di sigilli, ma a furia di farvi pratica mi ero accorto di poterla riprodurre semplicemente eseguendo il primo sigillo, cosa che ne velocizzava notevolmente l'esecuzione; provai quindi ad eseguire il sigillo del cavallo necessario alla tecnica della palla di fuoco suprema, tentando di direzionare l'eventuale palla di fuoco verso quella pozza d'acqua per farla evaporare e permettermi di proseguire cercando di sprintare in avanti per guadagnare altri preziosi metri di vantaggio. La corsa ormai stava entrando nel vivo e di certo non mi sarei potuto risparmiare, avrei dovuto dare tutto me stesso se avevo intenzione di vincere.

    Yamashita Kazuma
    Azioni:
    -Sfere di vuoto x2
    -Palla di fuoco suprema
    -Sprint in avanti
    Resistenza: 178-22=156
    Stamina: 499-5-5-13=476

    Maestrie e abilità attive:
    -Riverbero del Chakra
    -Jutsu ad una sola mano
    -Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    -Maestria Mangiafuoco II livello
    -Maestria Maestro di Ninjutsu I livello


    Edited by Stompo - 27/6/2017, 12:04
     
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    La gara era iniziata e la cronista commentava ogni evoluzione della gara con estrema perizia.

    Eeeeh.. SI PARTE SIGNORI! Guardiamo subito chi è in testa!

    Come avevo già immaginato le mie carenti doti fisiche non mi permisero di posizionarmi nel gruppo di testa, dove invece arrivò Yamashita insieme ad un certo Shiro.

    Si tratta del rosso di Konoha, Yamashita Kazuma; e del biondino selvaggio di Hekisui.. Shiro! Che ne dite? Non male per essere genin! CHE VELOCITÀ!


    Yamashita era davvero fantastico, come immaginavo non ci mise molto a mettersi in mostra al contrario di me, ma in ogni caso lo stare nelle retrovie mi permise di notare diversi elementi che altrimenti non avrei potuto vedere come ad esempio alcuni jutsu fastidiosi che mi aspettavano lungo il tragitto o alcune stranezze nell’organizzazione di quella prima prova. Mi trovai quindi a focalizzare la mia attenzione su quelle discrepanze che avrebbero potuto fornirmi la chiave per riuscire ad ottenere qualcosa da quella prima prova…
    Io non mi trovavo li per partecipare a dei giochi sportivi ed il fatto che alla partenza subito si creò un forte putiferio ne era la prova schiacciante. Effettivamente mettere tanti ninja a fare una corsa non poteva che sfociare in un caos di tecniche delle più disparate tipologie, per non parlare di chi provasse a camminare sui muri o addirittura ad usare altri concorrenti come trampolini. In quel contesto cosa avrebbe potuto portare gli organizzatori dell’esame ad optare per una prima prova del genere?
    Se volevano testare le nostri doti fisiche avrebbero potuto farlo in centinaia di altri modi più efficaci anche perché è ovvia la reazione avuta da tutti in questa situazione: sfruttare ogni mezzo ed ogni jutsu possibile per avere la meglio, quasi annullando la componente fisica.
    Forse semplicemente volevano vedere chi riesce a percorrere un certo tragitto nel tempo più breve possibile? Beh poteva essere, infondo le gare servono a questo… Ma stiamo parlando di un esame per diventare Chunin ed è una cosa troppo seria ed importante per impegnare una prova degli esami con un giochetto divertente.
    Di sicuro in quella decisione c’era una qualche ragione nascosta, molto più profonda. Io potevo solo fare ipotesi ed avanzando, seppur lentamente, verso il gruppo di testa che intanto si allontanava sempre di più , una scintilla scattò nella mia mente. Ripensai attentamente alle parole della cronista di pochi minuti prima, quando ci stava spiegando i termini di quella prova.

    Questa sarà la prima prova dell'esame: la corsa pazza! E che cosa è, secondo voi? UNA CORSA! Ognuno di voi correrà lungo tutto il perimetro dell'arena e chi arriva primo.. NO! NON VINCE!


    Quelle ultime parole erano quasi completamente sfuggite alla mia attenzione in quel primo momento, se era una corsa ovviamente dovevo vincere per avere un buon punteggio e come me sicuramente tutti avranno presupposto lo stesso, ma pensandoci bene non è mai stato detto…

    Vi farò un piccolo spoiler, siete contenti? Le provete che affronterete in questi giorni saranno tre!
    Ogni prova vi farà guadagnare dei punti e, alla fine.. solo chi avrà ottenuto un certo punteggio sarà promosso a chunin! E in questa prova dovete fare tre cose: correre, correre e.. metterci tutti voi stessi! FORZA! ANDATE A PREPARARVI!


    Semplicemente aveva detto che le prove ci avrebbero fatto guadagnare dei punti ma non ha specificato come, più ci pensavo più il tutto diventava coerente con i criteri che gli esaminatori potevano aver seguito per valutarci… Mentre le mie gambe percorrevano la pista passo dopo passo, la mia mente funzionava con ancora più intensità fino a giungere a quella conclusione che ritenni la più plausibile.

    Che stupido… Stanno valutando le nostre capacità e le nostre reazioni in situazioni imprevedilibili… Se ho ragione posso ancora avere speranze in un buon punteggio… Devo dimostrare quanto valgo… Sapevo che venire a questo esame mi avrebbe dato molto… Già la prima prova mi aiuterà a fare esperienza…


    Ovviamente non potevo essere certo di avere ragione ma valeva la pena rischiare, nel mio sguardo si accese una scintilla di determinazione che sembrò ridare vigore ai miei passi che già accusavano segni di cedimento; davanti a me c’erano svariati ostacoli lasciati da ninja molto più abili di me sul piano fisico ma non necessariamente anche sul piano tecnico e strategico. Sapevo di poter superare qualsiasi sorpresa lasciata sul mio cammino e sapevo di poterlo fare in modo da mostrare a tutti che Yamashita non era l’unico di Konoha a meritare le attenzioni della cronista e del pubblico.
    Ero ormai quasi arrivato al primo degli ostacoli lasciati indietro dagli altri, se così si poteva definire almeno in quel caso: si trattava di un jutsu che conoscevo molto bene in quanto appartenente anche al mio repertorio di tecniche e sapevo che non mi avrebbe potuto arrecare danni, ma sarebbe stato sicuro attraversarlo? Poteva celare delle brutte sorprese, non avrebbe avuto molto senso lanciare un jutsu di disturbo come quello senza poi approfittarne per creare problemi più seri agli inseguitori.

    Meglio non correre rischi… Girerò intorno a debita distanza anche se mi farà perdere tempo…

    Avrei quindi provato ad oltrepassare lo stormo di corvi concentrati in un’area relativamente ristretta rispetto alla larghezza della pista per poi concentrarmi sul resto. Prima di tutto avrei rilasciato la mia sfera di plasma, sotto forma di fascio di fulmini, verso lo shinobi che vedevo dritto davanti a me a circa una decina di metri ed proprio lui ad aver evocato lo stormo di corvi, se fossi riuscito a centrare il bersaglio quanto meno lo avrei rallentato o addirittura paralizzato se fossi stato fortunato.
    Se nel gruppo di testa ci fosse stato il giusto scompiglio avrei potuto recuperare terreno ed arrivare anche da loro a far piovere saette, le premesse c’erano infatti la cronista mi diede una buona notizia

    Attenzione! Shiro ha usato un jutsu acquatico che conosciamo bene qui! SE GLI ALTRI CI FINISCONO SOPRA SONO FINITI!

    Io non avevo nessuna idea di che tipo di jutsu fosse se non che appartenesse alla tipologia Suiton, cercai di osservare con più attenzione quell’acqua che aveva preso possesso sia della pista che della parete laterale e non potè non saltarmi all’occhio che sembrava essere decisamente più torbida e gelatinosa di come dovrebbe essere un normale liquido.

    Mmh… se questo Shiro viaggia al pari di Yamashita vuol dire che sa il fatto suo… Ha lanciato questo jutsu per un motivo preciso, rallentare chi gli sta intorno lì in testa ed evitare di essere raggiunto da ninja delle retrovie… Ma io non mi farò fermare tanto facilmente…

    Improvvisamente, senza poter ben distinguere cosa fossero di preciso o da dove venissero, vidi tre globi schiantarsi sull’acqua ed aprire dei sentieri; notai poi Yamashita non approfittarne e tentare di usare un altro metodo, da lontano non riuscivo ancora a distinguere bene cosa stesse accadendo lì ma presto ci sarei arrivato.

    Che quei sentieri non siano affidabili? O Yamashita ha avuto la mia stessa intuizione e non ne ha voluto approfittare per mostrare cosa sa fare? Beh io non sarò da meno…

    Man mano che mi avvicinavo all’ostacolo avevo modo di poter inquadrare sempre di più le caratteristiche di quel liquido e dava un’impressione quasi gelatinosa. Decisi di tentare un approccio, seppur rischioso, in grado di darmi il maggior risultato con il minimo sforzo, provai quindi a concentrare il mio chakra nei piedi e saltare direttamente su quella sostanza.

    Qui tutti hanno un loro punto forte ed il mio è il controllo che riesco ad avere sul mio chakra… Guardate e stupitevi!!!

    Se non avessi sottovalutato troppo la portata di quel particolare jutsu, e fossi riuscito a controllare nel modo giusto l’afflusso di chakra sotto i miei piedi, sarei riuscito a pattinare tranquillamente su quell’acqua ottenendo addirittura un aumento della mia velocità.
    Una volta oltrepassato avrei potuto sprintare nuovamente alla massima velocità sfruttando il mio jutsu del corpo sfarfallante; più fossi riuscito ad avvicinarmi ai favoriti più avrei concentrato le attenzioni degli esaminatori su di me. Continuando l'inseguimento sarei arrivato nei pressi della prima curva ed anche li la mia posizione arretrata mi avrebbe dato degli spoiler su cosa mi attendeva; non so quale fosse stata la causa scatenante ma sta di fatto che buona parte della pista era completamente congelata; anche in quell’occasione avrei potuto sfruttare il mio punto forte e provare a pattinare, come un attimo prima, anche su quella lastra di ghiaccio; lì avrei fatto però molta più attenzione cercando di mantenere una particolare adesione al terreno congelato grazie alla perfetta concentrazione del mio chakra sotto i piedi ottenendo quindi un ulteriore accelerazione. Chissà che non fossi riuscito in questo modo ad unirmi al gruppo di testa.

    Azioni:
    Rilascio sfera di plasma contro Zend
    Concentrazione del chakra -5 (pattinare sull'acqua)
    Sprint in avanti + Corpo sfarfallante -5(resistenza) - 2(sforzo extra resistenza) -5(stamina)
    Concentrazione del chakra -5 -5 (mantenere l'adesione sulla superficie ghiacciata e pattinare)(non so se dovevo togliere i 5 per entrambi gli utilizzi di pattinaggio e adesione... nel dubbio ho scalato due volte xD)

    Resistenza 186
    Stamina 150
     
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    "Si tratta del rosso di Konoha, Yamashita Kazuma; e del biondino selvaggio di Hekisui.. Shiro! Che ne dite? Non male per essere Genin! CHE VELOCITÀ!"

    Rosso di Konoha, Yamashita. Biondino di Heki, Shiro. Nomi mai sentiti. Mi ritrovavo impossibilitato addirittura ad assegnare un volto, un minimo segno particolare, che potesse distinguere i due. Se non, per l'appunto, il colore dei capelli. Tutti questi pensieri però passarono in secondo piano, quando vidi la mia Mizurappa muoversi ininterrottamente verso i partecipanti "a terra". Preso dalla foga del momento mi scappò un sorriso. Sperai, in cuor mio, di non essere inquadrato dalle telecamere. Unii le mani, guardando verso il muro, che mi dava un senso di nausea in quanto vi ero attaccato quasi in obliquo; certe visioni non le avevo mai sperimentate, infatti la mia mente non era adatta a ciò. Cercai di raccogliere parte dell'acqua presente per terra dalla mia Mizurappa e cercai di materializzare, come avevo già fatto nello scontro con Karamatsu, due Shuriken del vento Demoniaco, grazie alla Mizu busou. Con uno di essi avrei cercato di colpire un ragazzo dai capelli argentati che mi stupì: creò infatti una nuvola di sabbia, con la quale si spostò ed evitò addirittura la mia Onda Acquatica, fluttuando leggiadro nell'aria.

    "AH! A quanto pare i kiriani giocano in casa e non vogliono perdere! Guardate là Yuichi Yuki!"

    Y-Yuichi...Yuki!? Mio aveva appena detto il mio nome!? Ero fomentato. Eh già, se lo ero.

    *Merda!*

    Il mio castello in aria fu tuttavia distrutto da un jutsu mai visto prima d'ora: un campo di consistenza caramellosa, tanto infimo quanto meraviglioso, fu sprigionato da...

    "Attenzione! Shiro ha usato un jutsu acquatico che conosciamo bene qui! SE GLI ALTRI CI FINISCONO SOPRA SONO FINITI!"

    ...Shiro. In quel momento mi fu tutto più chiaro e la mia strategia sembrava avesse un senso: cercai di indirizzare l' ultimo Shuriken del vento Demoniaco dieci metri avanti a me, mirando non uno dei partecipanti, ma bensì il contorno dell'arena; se si fosse conficcato nella roccia, avrei cercato di eseguire i sigilli basilari per la tecnica della Sostituzione. Se mi fossi trovato al posto di quello Shuriken, avrei guadagnato di sicuro metri importanti per la mia promozione ed avrei probabilmente evitato di finire impastato in quel chakra che ben conoscevo e prediligevo. Ogni metro che facevo, mi portava verso il mio obbiettivo prefissato. Guardai dritto verso di me. Fiumi di capelli e jutsu si scambiavano battute a suon di chakra. Un concertare magnifico di suoni, urla, grida, applausi, sfere di plasma che sibilavano nel vento, acqua che si infrangeva sul terreno. Era un unico concerto e come direttore, anzi, direttori d'orchestra i Kage. Era una cosa spettacolare. Per concludere, concentrai quanto più chakra possibile nelle mie gambe e cercai di fare uno sprint in avanti, cercando di coprire quanta più distanza possibile. Però non ero soddisfatto. Ero deluso da me stesso, le poche idee e la scarsa conoscenza di jutsu mi penalizzava in una prova del genere. Però, chissà. Mai dire mai.


    Resistenza: 197.5-2.5-5-2=188/200
    Stamina: 185 - 36 - 5 - 5 = 139/200

    Azioni:
    Armamento Acquatico x2 (come spiegato da post) -> -18/-18 in quanto Shuriken del vento Demoniaco dimensioni Medie
    Sostituzione (come da post)
    Sprint in avanti + Corpo sfarfallante
    Concentrazione del Chakra per rimanere sul muro
     
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