[C] Mostri Maledetti

Max 4 Genin

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    Le nuove scoperte non sembrarono portare risposte, anzi, giunsero certamente altre domande. Ma questo non bastò a fermare il gruppetto, anzi, guidati da una, seppur discutibile capitana, si incamminarono tenacemente verso il punto indicato dalle coordinate. Il viaggio fu lungo e ben presto si trovarono a varcare il confine con il Paese delle Verdi Acque, da li dovettero proseguire ancora qualche ore, restando vicini al confine con Oto. Era certamente una missione molto strana e nessuno poteva immaginare cosa ci fosse ad aspettarli nel punto indicato ma ben presto lo avrebbero scoperto.

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    Erano ormai quasi a destinazione quando Yuna ordinò ai suoi sottoposti di arretrare e continuare il percorso celando la loro presenza mentre lei avanzava in prima linea. Fu così che oltrepassando uno fitto gruppetto di alberi, intravide una struttura relativamente grande poco distante.

    Ei signorina... Cosa ci fa tutta sola nel bosco?

    Una voce sicura e altezzosa giunse alle sue orecchie e dirigendo lo sguardo poso alla sua destra avrebbe visto quello che poteva certamente definirsi un losco figuro. Armato e dal fare poco raccomandabile, si avvicinò ma sarebbe stato facile notare un breve seppur intenso barlume di consapevolezza, mista a sorpresa, colpire il ragazzo. Aveva riconosciuto coprifronte e giubotto ninja indossati dalla fanciulla.

    Ma lei è un ninja? Che sorpresa vedere una così graziosa fanciulla tra le file ninja... Cosa la porta da queste parti?

    Avrebbe quindi fatto qualche passo avanti portandosi a circa cinque metri dalla Chunin, posizionandosi esattamente tra lei e l'abitazione apparentemente per caso.



    Masteraggio flash per farmi perdonare dei ritardi passati :uuh: benvenuti nel vivo dell'azione :asd: yuna beccata dal tizio... Gli altri nascosti vedono tutto... A voi capire cosa sta succedendo :fff:
     
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    ParlatoNarratoParlato altri Kyoshi JikiJitonOC: lucky<3

    Io, Eanor e Haruki incominciammo a discutere sugli indizi trovati, su cosa significassero e su cosa ci dicevano della situazione che avremmo incontrato più avanti nella missione, arrivando a ben poche conclusioni per mia grande frustrazione. Almeno eravamo tutti sicuri sulla direzione da prendere: a nord, quasi sul confine tra paese delle verdi acque e Oto. Non era proprio vicino a dove eravamo ora, ma si poteva raggiungere a piedi.
    Yuna intanto aveva preso con sé gli oggetti, li aveva studiati, ma non aveva saputo dirci niente di particolare. Anzi, aveva ammesso, forse in maniera controproducente vista la sua posizione di leader, di non essere sicura, una cosa che nessuno in comando avrebbe dovuto ammettere. Ammetto che il discorso che ci fece sul fatto di non sapere cavare un ragno dal buco dall'indovinello, ma di continuare a fidarsi di lei, ma di non fare troppo affidamento sulle sue capacità di chuunin, mi lasciò... Interdetto. Quello non era un discorso da leader, ma da qualcuno che non sapeva neanche dove sbattere la testa... Non esattamente quello di cui avevamo bisogno.
    Sicuramente, visto il giubbotto che portava, era più che qualificata come ninja: forse non era ancora abituata ad essere al capo di qualcuno meno esperto di lei.
    Decisi quindi di fare buon viso a cattivo gioco, avrei provato a non crearle altri problemi.
    "Va bene, allora direi che è meglio mettersi in marcia"
    Mi misi in marcia rimanendo sempre come ultimo del gruppo, e ragionando nel mentre su tutte le informazioni, che anche in quel momento non avevano senso. Promisi a me stesso che avrei avuto delle risposte dai datori di lavoro, con le buone o con le cattive.
    Dovemmo marciare a lungo, e dopo un po' persi il conto del tempo che avevamo passato camminando. Tre ore, forse? Il clima stava diventando più umido, segno che stavamo andando verso il paese delle risaie, la direzione che credavamo fosse quella giusta. Arrivati a circa cento metri di distanza dal punto indicato dalle coordinate, Yuna si fermò, e ci disse che sarebbe andata avanti da sola, mentre noialtri saremmo rimasti nella vegetazione, nascosti e pronti per intervenire in caso di necessità. Ci trovammo tutti d'accordo, e ricominciammo a proseguire verso la destinazione. Quindi , mentre lei avanzava a piedi, a pochi metri dalle coordinate indicateci, trovammo una struttura di legno abbastanza grande che rassomigliava ad una casa, per quanto isolata da tutto e tutti.
    Sfortunatamente, prima che Yuna potesse avvicinarsi troppo, una persona la fermò e si avvicinò a lei. Era un ragazzo dai lunghi capelli neri, armato e poco raccomandabile. Appena vide la giubba da chuunin cambiò tono, ma si mise "casualmente" proprio tra la kunoichi di konoha e la casa che era probabilmente il nostro obiettivo. Era ovvio che lui fosse di guardia, quindi, prima che lo scontro scoppiasse, sarebbe stato meglio fare un giro ricognitivo per capire quante altre persone armate erano presenti. Con un cenno della mano feci avvicinare sia Haruki che Eanor, e a bassa voce gli dissi
    "Qua non siamo d'aiuto... Che ne dite se io e Haruki facciamo il giro della struttura, per capire quanti tipi come questo ci sono? Eanor, te resta qua, e vai a dare aiuto a Yuna, se serve, va bene?"
    Una volta detto questo, incominciai a muovermi cautamente tra i rami per arrivare dall'altro lato della casa. Era decisamente più difficile che muoversi normalmente sui rami, poiché bisognava fare attenzione a camminare sui rami di alberi più robusti e con meno foglie rimanendo comunque coperti da quelli più frondosi. Era impegnativo, ma decisamente non impossibile, quindi dopo poco arrivammo nella parte posteriore della casa.

    [Azioni e Consumi]


    Azioni
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    Consumi
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    Resistenza=150

     
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    Un leggero passo sanciva la mia andatura, atta a muovere il corpo in quella fitta Foresta, quasi dimenticata dal mondo intero. Un silenzio tombale regnava sovrano in quell'area sperduta, mentre i miei pensieri quasi rimbombavano nell'aria. Di certo le parole della Chuunin, Capitana quest'oggi di quella squadra di Genin, non donavano completa fiducia anzi, mettevano ancor più sotto stress le nostre povere menti. Come mio solito, non parlavo molto, semplicemente mi limitavo ad ascoltare e metabolizzare un piano nella mente. La donna, certamente più esperte di noi, spezzò quell'aria quasi mistica presente tutt'intorno. Parole che certamente potevano destabilizzare il gruppo ma ammiravo il coraggio che aveva con se la ragazza. Le abilità del gruppo venivano lentamente messe in tavola, forse era davvero l'unica cosa che conoscevamo in quel curioso mistero. Dopo aver impregnato l'aria delle nostre parole e trovato infine un punto d'arrivo, c'incamminammo verso esso, tenendo comunque uno sguardo vigile e attento. Ero sicuro che saremmo andati contro una trappola, ragion per cui, in quel preciso momento, assunsi un aria tremendamente seria e assai accorta a tutto ciò che mi circondava. Quel verde sembrava non finire mai, ad ogni passo e ad ogni albero passato, ne spuntavano sempre di nuovi, quasi come se fossimo finiti in un labirinto senza via d'uscita alcuna. Le leve inferiori battevano il terreno, andando a calpestare lo stesso prima con il tallone e poi con la punta del piede. Ad ogni movimento, seguiva continuamente quella sensazione nostalgica, come se i miei occhi avessero già visto questi dettagli, queste sfumature così verdi da far perdere qualunque individuo al suo interno. Volevo parlare con Kyoshi di tutto ciò, ma non era decisamente il caso, decidendo quindi di rimandare il tutto a un secondo momento, leggermente più appropriato e più adatto. Quasi non riuscì a rendermene conto di quanta strada avessimo percorso, trovandomi ora a superare i confini con il territorio limitrofo a quello di Konoha, Hekisui per la precisione. Un nuovo territorio si aprì ai miei occhi, i quali ne osservavano le caratteristiche principali, scattando tante - forse troppe - fotografie e stampandole poi nella mente. Tutto ciò alimentava i miei ricordi, andando continuamente ad alimentare quel fuoco che ardeva dentro di me. Feci un leggero cenno con la testa, muovendola dall'alto verso il basso, subito dopo le parole dell'attuale Capitana della squadra. Le stesse che ci ordinavano d'indietreggiare, tenendoci nascosti nelle ombre e nella fitta vegetazione, al sicuro da sguardi avversari. L'aria iniziava a farsi più pesante, forse a causa della mia inesperienza nelle missioni, d'altronde era la prima a cui partecipavo ma non potevo mostrare alcuna emozione, solamente una tremenda decisione nel mio modo d'agire. Le mie iridi poggiavano sulla figura della donna, la quale iniziava ad avvicinarsi sempre più a quella casa che avevamo trovato dopo un lungo cammino.

    Diavolo

    La missione è appena arrivata ad una svolta, proprio una volta arrivati al punto scelto. Un curioso e decisamente altezzoso ragazzo, ora imponeva la sua figura d'innanzi a quella della Capitana, mentre noi tre eravamo intanati dietro quella fitta copertura, proprio come dei perfetti roditori. Inspiravo della umida aria dalle narici, caricando i polmoni di quella stessa ventata d'aria. Cercavo quindi di controllare le emozioni e restare quanto più lucido potevo. Osservavo quindi la scena, volgendo ora l'attenzione tutta sulla figura del misterioso giovane. Questi, portava una lunga Katana sul fianco sinistro e una curiosa lunga chioma corvina. Il suo fisico asciutto ma decisamente allenato, faceva ben capire la sua forza fisica.

    Cauti ma veloci

    Ecco la mia risposta alle parole del giovane Kyoshi, seguite poi da un fievole accenno del capo, facendogli ben capire che lo avrei certamente seguito. Tenni le leve inferiori ben piegate e il busto leggermente inclinato verso le ore dodici, cercando un preciso equilibrio che mi permetteva di ancorarmi al suolo. Lo sguardo attento volgeva verso il basso, stando quindi attento a dove i piedi poggiavano. Seguivo come un ombra la figura di Kyoshi, altro Genin di Sunagakure no Sato, stando comunque silenti e accorti. Il nostro obiettivo ricadeva sulla modesta abitazione, aggirandola e provando ad avvicinarsi ad essa. Avevamo le giuste abilità per quel arduo compito e nella mente, avevo memorizzato tattiche di vecchi generali, così come di efficaci metodi di spionaggio e metodologie di guerriglia e guerra aperta. Non restava altro che avvicinarsi alla casa, aguzzando la vista a catturare qualsiasi dettaglio che poteva aiutarci a completare la missione.


    Scheda

    Stamina: 100
    Resistenza: 100

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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    Capitolo IV - Hide

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    Paese del Suono -Pomeriggio - Baita sospetta

    https://imagizer.imageshack.com/v2/320x240q90/924/PRYQ9C.png
    Fu dunque presa la decisione che più speravo, quella di recarci al punto segnato in mappa, la mappa che avevamo recentemente scoperto dentro ad un cofanetto sotterrato proprio nel punto in cui le misteriose pale erano cadute.
    Da un attenta analisi avevamo dedotto che il punto segnato dalle coordinate geografiche fosse sul confine tra Hekisui e Oto, abbastanza lontano dalla nostra attuale posizione, il che avrebbe richiesto almeno un giorno di viaggio a piedi.
    Non perdemmo tempo e ci incamminammo seguendo la mappa, la Chunin in testa al gruppo, io subito dopo, e dietro di me gli altri due, non saprei ben dire in che ordine però.
    La caposquadra ci fece partecipe della sua capacità nei ninjutsu e della volontà di proteggerci, essendo noi semplici genin, e per un attimo mi sentii al sicuro in quella strana missione, missione della quale non sapevamo niente, nè l'obbiettivo, nè il committente, ho fatto anche la rima.
    Camminammo a lungo, molte parole furono dette, molti discorsi furono affrontati, ma purtroppo non ne ricordo nemmeno uno, visto quanto tempo è passato, ma ricordo distintamente il nostro arrivo.
    Quando varcammo il confine di Hekisui, ci vollero alcune ora prima di arrivare alla destinazione riportata sulla mappa, e quando comprendemmo che ormai ci stavamo per avvicinare, Yuna ci rivolse alcune parole di ammonimento.

    «Fate andare prima me, seguitemi con una decina di metri di distanza, nascosti, non fatevi vedere. Farò in modo che qualsiasi cosa ci aspetti possa accorgersi di me e non di voi. Se dovesse succedere qualcosa di grave non intervenite se non siete sicuri di non correre rischi, mi raccomando.»

    «Si capitano.»

    Così, io e gli altri due genin allentammo un pò il passo, lasciandole guadagnare una decina di metri, per poi disperderci nella boscaglia.
    Io mi buttai alla destra di Yuna, accovacciandomi nella folta boscaglia che riempiva quel territorio, continuando a procedere seguendo il capitano, ma rimanendo a una distanza di 10 metri, gli altri due fecero più o meno la stessa cosa, posizionandosi dietro di me.
    Procedemmo così per qualche minuto, fino a che non giungemmo al termine della boscaglia, Yuna aveva oltrepassato il limite prima di noi, e quando anche io giunsi al limite, nascosto dietro ad una roccia piuttosto grande, mi accorsi che ella parlava con un individuo, dunque mi sporsi leggermente per vedere chi fosse.
    Era uno losco individuo dai capelli lunghi, con una grossa scimitarra al fianco e la fisiologia da shinobi, poteva essere il committente, o l'obbiettivo, ancora non lo sapevamo, ma Yuna stava parlando col tipo da pochi minuti, a breve la situazione avrebbe preso una piega ben definita, o ci avrebbe attaccato, oppure ci avrebbe spiegato cosa stava succedendo li, perchè necessitavamo di risposte.
    Notai che Kyoshi mi fece un cenno con la mano, in segno di avvicinarmi, ma non lo feci, volli rimanere li a controllare la situazione, così da non farmi sfuggire nulla, ma poi fu lui ad avvicinarsi a me, esponendo la sua idea.

    «Qua non siamo d'aiuto... Che ne dite se io e Haruki facciamo il giro della struttura, per capire quanti tipi come questo ci sono? Eanor, te resta qua, e vai a dare aiuto a Yuna, se serve, va bene?»

    «Non prendo ordini da un ninja di Suna, andate se volete.»

    Detto ciò, mi voltai nuovamente verso Yuna, cercando di capire le intenzioni dell'individuo armato dai suoi movimenti, qualora avesse attaccato Yuna mi sarei gettato in suo soccorso colpendolo dal fianco, non se lo sarebbe potuto aspettare, a meno che non avesse già rivelato la nostra posizione e stesse solo aspettando una nostra mossa.


    Stamina 100
    Resistenza 100
    Equipaggiamento
    - 1x Kunai
    Maestrie e Conoscenze
    - Oratorie e Popolari [LV.I]
    ---------------------------------------------------|
    Azioni
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    Edited by Revan - 24/10/2020, 02:08
     
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    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Haruki
    Parlato Kyoshi
    Parlato Eanor


    Lasciati alle spalle gli ultimi alberi la giovane kunoichi avanza spedita, ormai sola accoglie il suo compito gettandosi in prima linea in quell’avvistare prima di tutto la costruzione nella foresta e solo in un secondo istante l’origine di quella voce che la fa letteralmente sussultare. I suoi passi al terreno si fanno più lenti, cauti, fino a riposare a diversi metri dallo sconosciuto ben intento a rendere l’aria putrida con poche ma salubri parole. Perché è sempre la prima cosa che notate? Un pensiero ben più che silenzioso taglia la mente e le mani della ragazza scorrono inevitabilmente a saggiare il profilo del ventaglio gigante che – nonostante tutto – le dona non pochi fastidi. Probabilmente in altre situazioni avrebbe agito molto più di petto, probabilmente non avrebbe fatto valere la ragione sul sentirsi tremendamente punta da quelle frasi dalla razionalità sottile eppure, ora, senza neanche degnare uno sguardo alle sue spalle, lì dove sarebbero i ragazzi, la responsabilità barcolla in petto come un peso, ancor più di qualsiasi equipaggiamento, risultando leggermente nervosa e pronta ad agire in ogni istante.

    Sono Yuna, Chunin del Paese del Fuoco.

    La voce trionfa nell’aria carica di ferrea determinazione, stoica fino al midollo cerca di imporsi nella scena con un linguaggio del corpo che dovrebbe ispirare – seppur fintissima – sicurezza. I piedi ben assestati al suolo mentre i capelli color neve raccolti in un trionfante codino alto si scuotono appena al levarsi del capo appena più in alto quasi a puntare verso il cielo. Per un’interminabile attimo i suoi occhi si chiudono, l’azzurro bizzarro delle sue iridi si perde in un richiamo ancestrale, unico, che sobbalza nell’aria come un caldo vento, un sussurro del meteo che è pronto a cambiare. Sopra di loro, lontano dagli occhi, un timido sole comincerebbe a far capolino tra le nubi, lento, come se fosse un evento naturale; eppure sotto quel piccolo mutamento si nasconderebbe invece il suo eterno potere. Il rifulgere della sua anima si ripercuoterebbe sulla realtà in un trionfo di luce che lenta scalderebbe i presenti con un fiotti d’allegria sopra pelle, una sensazione che pizzica il buon umore e non solo. Quei raggi di luce non sarebbero solo portatori d’emozioni – cosa che Yuna si preclude di provare – ma con sé esploderebbe la vita sotto la polvere, tra le rocce, conquistando un po’ posto che quasi naturalmente rifulgerebbe di un vigore innato. Dieci boccioli sotto terra crescerebbero alle spalle dello sconosciuto, fiori di campo, eterni, colorati di una sfumatura quasi inestinguibile dal resto della vegetazione: è nella vita che Yuna tesse i suoi inganni, come se ne sarebbe mai accorto?

    Sono qui in avanscoperta, posso chiederle perché si trova qui?

    Inevitabilmente il suo sguardo va oltre la figura, oltrepassa le spalle e fissa la dimora palesemente protetta dallo spostarsi del ragazzo. Inghiottendo un groppo di saliva le mani della ragazza sudano, si torcono accanto ai fianchi stringendo le dita a sé palesando un vero proprio dubbio su ciò che deve essere fatto. Le basta un nuovo sospiro per agire nuovamente.

    Se non le dispiace devo effettuare una perlustrazione dell’area per capire se è tutto regolare, sono stata autorizzata dal Paese del Fuoco e quelle delle Verdi Acque. In concomitanza di queste due organi politici le chiedo di farmi passare così che possa effettuare un sopralluogo anche dell’edificio alle sue spalle.






    Yuna Hittori

    ◕ Resistenza: 350
    ◕ Stamina: 600

    ◕ Azioni:
    - Luce solare: 10 fiori alle spalle dello sconosciuto

    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno
    • Ventaglio Gigante
     
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    Il gruppo sembrò essere arrivato a qualcosa, il comportamento del ragazzo era certamente sospetto e tutti lo notarono. Yuna per prima, protagonista della situazione, impegnò tutta se stessa a dare sfoggio di sicurezza ed autorità, cosa che avrebbe potuto certamente infondere sicurezza e rispetto nei suoi sottoposti del momento, ma che purtroppo per lei, non diede alcun effetto positivo nei confronti dell'individuo.

    Ohh ma certo, ci mancherebbe! Prego venga avanti!

    Esordì sonoramente, con un tono lievemente più alto ed allegro, quasi rassicurante, mentre cedeva il passo e, stendendo il braccio destro verso la struttura, invitava la bella ninja a farsi avanti.

    Il mio nome è Iazo, sono qui con degli amici per una escursione nei boschi e quella è il nostro appoggio... Venga pure le faccio strada, i miei amici saranno felici di conoscerla e darle tutte le informazioni che desidera... E mi dica, una bella fanciulla come lei gira da sola? Se ha dei compagni potreste fermarvi a pranzo da noi, oggi abbiamo dell'ottima selvaggina fresca. Abbiamo un abilissimo cacciatore al momento all'opera...

    Iazo avrebbe quindi atteso l'avvicinarsi della shinobi cercando di lasciarla avvicinare il più possibile e, durante il prosieguo del lungo discorso, avrebbe cercato di cogliere il momento di passaggio Yuna di fianco a lui per compiere quello che poteva essere un semplice gesto di accompagnamento, ovvero portare la sua mano sinistra sul fianco della fanciulla per guidarla. Ma il fine reale era ben diverso, nel momento esatto del tocco infatti, l'infido meccanismo occultato agli occhi di tutti, ben posizionato sotto l'avambraccio, si sarebbe attivato lasciando uscire una lama che avrebbe potuto penetrare in profondità nelle carni della shinobi, mandando rapidamente in circolo il veleno di cui la lama era cosparsa; nulla di potenzialmente letale, ma comunque pericoloso visto che, se colpita, Yuna sarebbe svenuta nel giro di pochi minuti. La chunin avrebbe avuto l'accortezza di evitare quella spiacevole situazione? O si sarebbe lasciata trasportare dai modi gentili e dalle belle parole di Iazo, fino a finire in trappola?

    Nel frattempo il resto del gruppo decise di dividersi e, mentre Eanor restava in copertura della sua superiore, Kyoshi ed Haruki iniziavano una lenta e silenziosa manovra per aggirare la struttura. Nel percorso notarono un secondo individuo molto simile a Iazo in quanto ad abbigliamento ma dai capelli molto corti e spettinati, si trovava esattamente sul versante sinistro dell'abitazione e, sentendo il tono di voce più alto del compagno, andò subito in allerta, estrasse la spada che portava al fianco e si incamminò a passo lento e felpato verso l'origine del vociare. Durante il tragitto sarebbe passato esattamente sotto il ramo su cui erano appollaiati e nascosti i due ninja che avrebbero quindi potuto udire una comunicazione decisamente sospetta, l'uomo aveva infatti estratto una trasmittente e la stava usando.

    Ei capo... A quanto pare Iazo ha compagnia, vado a controllare!

    Al che una voce roca rispose alla comunicazione

    Non voglio scocciatori, eliminate chiunque sia!

    Benvenuti :rosa:
    Penso sia tutto chiaro, Kuma tu dovrai basarti molto sulla personalità di Yuna in questo frangente. Non c'è tanto da rispondere in riuscita. Se entri nel raggio di un metro da Iazo sarai colpito altrimenti ti lascerà avanzare posizionandosi alla tue spalle. Ma in questo caso voglio vedere una buona motivazione del comportamento di Yuna. Al minimo sentore di meta ti pugnalo a prescindere xD Ho fatto questa precisazione solo perchè è una situazione delicata ed è facile caderci anche involontariamente, non per altro.
     
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    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Haruki
    Parlato Kyoshi
    Parlato Eanor


    Quelle parole, quelle movenze, in un solo momento la povera Yuna sembra irrigidirsi sul posto, come una scarica che le avrebbe sconquassato l'anima dal profondo. Lo sguardo verterebbe su un ipotetico punto in cui i suoi ragazzi dovrebbero trovarsi - un chiaro errore - ma i suoi passi non sembrano dare spazio ad una volontà che invece verrebbe espressa dalla sua mano destra che afferrerebbe il ventaglio. Deglutisce con forza mandando giù un miscuglio di emozioni e segnali di pericolo che probabilmente solo lei s'è fatta, del resto si trovano in territorio straniero e quell'uomo a conti fatti non sembra proprio raccontarla giusta.

    Signore io ho detto che voglio perlustrare prima di tutto il posto e successivamente la casa.

    Non sembra voler dare particolare impatto a quel suo muoversi cercando semplicemente di rimanere lì con quella rigidità che le pare prendere ogni muscolo, il suo scheletro divento di ferro non le permetterebbe di ragionare oculatamente mentre attorno a lei qualcosa dovrebbe continuare a plasmare il terreno. L'erba, ogni frutto di vita, qualsivoglia essenza vegetale dovrebbe continuare a crescere come lo sbocciare di una felicità passeggera, la stessa che un po' tutti i presenti dovrebbero provare a solleticare la pelle. Flutti di sole a pingersi come fruste in cielo, aiutati da quella sua essenza naturale che dovrebbe lentamente plasmarsi con mano decisa in altri dieci fiori da campo tutt'attorno, pronti ma lì in silenzio a percepire la ricchezza della luce su di loro.

    E basta chiamarmi in questo modo, sono una Chunin del Fuoco e dovrebbe smetterla di trattarmi come un'animale. Quindi si faccia da parte finché non avrò controllato il perimetro e successivamente anche l'interno, disposizioni dei Paesi Alleati.

    Continuerebbe a tessere la sua rete di menzogne mentre le sue intenzioni, rese chiare anche prima, tenderebbero a farle spostare lo sguardo nei dintorni fino a puntare su quella figura sconosciuta. I suoi occhi volano lungo le sue forme, scendendo per l'arma esposta che le frammenta lì l'attenzione.

    Mi scusi, perché attendeva fuori dal suo rifugio con quella? Se sta riposando dovrebbe togliersi un simil peso, non mi vorrà dire che teme un'incursione di banditi in un paese così pacifico? Eppure non mi sembra così prudente considerando che vorrebbe far entrare una sconosciuta dentro al vostro rifugio, le ho detto il mio nome ma queste vesti possono essere benissimo contraffatte.

    Che sia una situazione di stallo?



    Yuna Hittori

    ◕ Resistenza: 350
    ◕ Stamina: 600
    ◕ Fiori in campo: 20
    ◕ Azioni:
    - Luce solare: 10 fiori alle spalle dello sconosciuto

    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno
    • Ventaglio Gigante

    Per eventuali delucidazioni mi trovi per MP
     
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    ◊ Capitolo V - Hide and Seek

    Scheda - Parlato - Pensato
    Hekisui - Mattina - Confine con Oto

    https://imagizer.imageshack.com/v2/320x240q90/924/PRYQ9C.png
    Imiei compagni avevano optato per un aggiramento sul fianco sinistro della casa, staccandosi da me e dirigendosi a est, sul versante opposto al mio, muovendosi silenziosamente tra le frasche e i cespugli di quella fitta foresta quasi pluviale.
    Io ero rimasto fermo ad osservare la situazione, inginocchiato su della umida terra marrone scuro e qualche foglia bagnata e puzzolente, doveva aver piovuto qualche giorno fa, si sentiva ancora l'odore tipico del fango misto alla vegetazione bagnata, l'umidità era piuttosto alta e le zanzare prosperavano tutt'intorno a me, le avrei volute scacciare, ma fui frenato dalla paura di fare un brusco rumore e destare l'attenzione del tizio sospetto davanti a Yuna.
    Decisi di muovermi sulla destra, avanzando sul limitare del bosco facendo attenzione a non calpestare alcun ramoscello che potesse emettere qualche rumore "assordante" per quel silenzio che si era creato, rotto solamente dalle parole della caposquadra.

    «Sono Yuna, Chunin del Paese del Fuoco; sono qui in avanscoperta, posso chiederle perché si trova qui?»

    Le parole della bella Yuna erano decise e ben scandite, non aveva avuto alcun timore a farsi riconoscere come shinobi di Konoha, mettendo subito in chiaro le sue intenzioni ufficiali, e che non si trovasse qui per una strada smarrita o una passeggiata nel verde.
    Continuavo a muovermi sulla destra, acquattato sulle ginocchia, ero praticamente arrivato di fianco all'individuo armato, o per meglio dire, 8 metri ci distanziavano, io mi trovavo al bordo della vegetazione e potevo osservare con tranquillità quello che stava accadendo nel cerchio di terra piana che conteneva la casa.
    Rivolsi la mia attenzione ad essa per qualche istante, cercando di notare qualcosa di sospetto, o qualcuno alla finestra che spiava la conversazione da una posizione tanto nascosta quanto la mia.
    Era una catapecchia di legno marcio, la vernice era stata strappata via dal tempo e dalle intemperie della zona, mentre l'acqua aveva fatto si che il legno si impregnasse e si imbarcasse, trasformando la casa in un pericolante ammasso di legno marcio.
    Grosse piante rampicanti, forse Edera, si arrampicavano sulle pareti esterne del lato Est, quello meglio visibile a me, con del muschio verde vivo che era cresciuto sul tetto spiovente...tutto faceva supporre che quella casa fosse li da molti anni, e che nessuno se ne prendesse più cura, il rifugio perfetto per chi non vuole esser visto.
    Non mi parve di vedere nessuno alle tre finestre più grandi, ma se qualcosa si celava dietro quel marcio legno, non avrei saputo dirlo.
    Poi, d'un tratto, la piacevole voce di Yuna tornò a dominare la conversazione.


    «Se non le dispiace devo effettuare una perlustrazione dell’area per capire se è tutto regolare, sono stata autorizzata dal Paese del Fuoco e quelle delle Verdi Acque. In concomitanza di queste due organi politici le chiedo di farmi passare così che possa effettuare un sopralluogo anche dell’edificio alle sue spalle.»

    Tornai a concentrarmi sul losco individuo con il quale la caposquadra stava interloquendo, mi tornò alla mente quello che mi aveva detto Ban sui ninja sensoriali, ninja con la straordinaria capacità di percepire il chakra di coloro che lo circondano, adesso sarebbe stato molto utile avere una capacità simile, avrei potuto vedere se dentro la casa ci fosse stato qualcuno senza dovermi avvicinare.
    Per quanto mi sforzai, per quanto spremetti ogni singola cellula del mio cervello, non riuscivo in nessun modo a "sentire" niente che non fosse il tanfo di fango e il ronzare delle mosche nelle pozzanghere accanto a me, forse era ancora troppo presto.

    «Il mio nome è Iazo, sono qui con degli amici per una escursione nei boschi e quella è il nostro appoggio... Venga pure le faccio strada, i miei amici saranno felici di conoscerla e darle tutte le informazioni che desidera... E mi dica, una bella fanciulla come lei gira da sola? Se ha dei compagni potreste fermarvi a pranzo da noi, oggi abbiamo dell'ottima selvaggina fresca. Abbiamo un abilissimo cacciatore al momento all'opera...»

    Persino un idiota avrebbe capito che quella era una trappola, se quel tipo assomigliava a un escursionista, io mi sarei potuto spacciare tranquillamente per l'Amekage.
    Aveva praticamente confermato la presenza di altri individui nella zona, più di uno sicuramente almeno, probabilmente i due genin di Suna avrebbero incontrato un po di resistenza dall'altro lato della casa, ma non potevo muovermi, io ero il supporto del caposquadra, una carta da giocare se le cose si mettono male; estrassi il kunai dalla tasca posteriore, e lo impugnai saldamente, pronto a scagliarlo contro quel tale, Iazo, qualora avesse fatto una mossa falsa.


    «Signore io ho detto che voglio perlustrare prima di tutto il posto e successivamente la casa.
    E basta chiamarmi in questo modo, sono una Chunin del Fuoco e dovrebbe smetterla di trattarmi come un'animale. Quindi si faccia da parte finché non avrò controllato il perimetro e successivamente anche l'interno, disposizioni dei Paesi Alleati.»


    Il suo atteggiamento, così ufficiale e rigido, sicuramente non avrebbe reso la situazione più rilassata, il soggetto era chiaramente intenzionato a portarla dentro, e solo dio chissà cosa l'avrebbe attesa li dentro, lo stupro ero un ipotesi, ma c'era anche di peggio sul tavolo al momento.
    Guardando Yuna negli occhi, dalla mia posizione di osservatore privilegiato, mi parve di percepire paura, o almeno un nervosismo abbastanza marcato...se lo avevo percepito io da qui, sicuramente anche tale Iazo lo avrebbe fatto.

    «Mi scusi, perché attendeva fuori dal suo rifugio con quella? Se sta riposando dovrebbe togliersi un simil peso, non mi vorrà dire che teme un'incursione di banditi in un paese così pacifico? Eppure non mi sembra così prudente considerando che vorrebbe far entrare una sconosciuta dentro al vostro rifugio, le ho detto il mio nome ma queste vesti possono essere benissimo contraffatte.»

    Il castello di carte costruito da Iazo, abbastanza fragile visto quanto ci mise la caposquadra a sottolineare tutte le falle nella sua storiella, cadde sul prato che entrambi stavano calpestando, creando una situazione nella quale l'attacco o la fuga erano le uniche opzioni fattibili; o Iazo avrebbe attaccato Yuna, e quindi dichiarato esplicitamente la propria ostilità a questa spedizione ufficiale, oppure si sarebbe dato alla fuga, ammettendo dunque di non essere esattamente un escursionista, come invece aveva tentato di far credere a Yuna.
    Il mio pensiero poi volse verso gli altri due genin, direttisi dall'altro lato della casa, nella speranza di scoprire qualcosa in più.

    «Speriamo non facciano cazzate...»


    E niente, osservo, ancora, osservo e catalogo :asd:


    ◊ Stamina 100
    ◊ Resistenza 100
    ◊ Equipaggiamento
    - 1x Kunai
    ◊ Conoscenze e Maestrie
    - Oratorie e Popolari [LV.I]

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    Edited by Revan - 1/11/2020, 10:25
     
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    Lentamente, io e Haruki ci facemmo strada in mezzo alle fronde, facendo meno rumore possibile. Aggirammo sia Yuna che il ragazzo sconosciuto, per poi ritrovarci a fiancheggiare il lato sinistro della casa. Appena avuta una visuale chiara di quella parte della casa, potemmo notare un secondo ragazzo, vestito in maniera sospettosamente simile al primo incontrato, ma con i capelli più corti e più spettinati. Anche egli era armato, e appena sentii Yuna e l'altro ragazzo parlare, sguainò la spada ed incominciò a camminare a passo felpato verso la chuunin. Questo non andava bene. Non andava bene per niente. Se fosse arrivato a Yuna poi siamo costretti a far saltare la nostra copertura.
    Prese poi un ricetrasmittente ed ebbe una breve, ma preoccupante conversazione con un terzo, che gli ordinò di eliminare chiunque scocciasse il ragazzo davanti alla casa, che ora avevo imparato chiamarsi Iazo.
    Dovevo agire in fretta. Ma cosa fare? Bloccarlo! No, non sarebbe bastato, avrebbe potuto attirare l'attenzione degli altri dentro la casa, o anche di Iazo, e poi avremmo perso il vantaggio della sorpresa. Ero in difficoltà, non sapevo come uscire da questa situazione. Il mio battito cardiaco accelerò, le mie mani incominciarono a tremare leggermente, i miei occhi si muovevano da un punto ad un altro in cerca di informazioni che avrebbero potuto risolvere il problema al posto mio. Non ne trovai. Mentre io cercavo di trovare una soluzione, il bandito continuò lentamente e silenziosamente a muoversi verso Yuna e Iazo. Il caso volle che passasse sotto il ramo in cui io ed Haruki ci eravamo fermati.
    In quel momento, un flash mi portò alla mente la visione che avevo avuto quando ero svenuto nello scontro contro Haruki. Rividi l’altro me, impassibile e orgoglioso… felino, oserei dire. Felino... Ebbi una epifania, come se qualcuno avesse tolto un velo dalla verità che stavo cercando. Tutto ora mi appariva più chiaro e ovvio, come se in quella posizione ci fossi stato migliaia, anzi milioni di volte. Avevo capito la situazione: io ero il predatore, e lui era la preda. Si era fatto prendere alla sprovvista, e ne avrebbe pagato le conseguenze. Le mie mani smisero di tremare, i miei occhi misero a fuoco il bandito, il battito cardiaco ritornò normale e regolare. Appena ci oltrepassò mi girai verso Haruki, mettendomi un dito davanti alla bocca. Mi rigirai poi verso il mio obiettivo, stappai silenziosamente la giara, e dalla posizione in cui mi trovai feci scorrere il chakra in tutta la sabbia che portavo con me. Essa rispose, e si gettò verso verso il bandito, cercando di intrappolarlo completamente. Ma non avrei finito lì, poiché non lo avrei solo catturato. Avrebbe potuto liberarsi prima o poi, e avrebbe potuto avvisare gli altri; inoltre, tenerlo dentro la gabbia mi sarebbe costato tutte e cinque le mie cariche. No, lo avrei eliminato dalla circolazione. Con una freddezza che non pensavo potessi avere, allungai la mano, e usai il funerale del deserto per cercare di comandare al chakra di comprimersi, al fine di mettere definitivamente fuori gioco quel bandito.
    Ero conscio del fatto che un bozzo di sabbia avrebbe potuto attirare l'attenzione quindi, subito dopo averlo compresso, spostai tutta la gabbia con ancora il corpo dentro di sé dietro a degli alberi, facendo in modo che nessuno lo potesse vedere facilmente anche se lo avesse cercato. Volendo esserne sicuro della sua dipartita, provai a fare il funerale del deserto una seconda volta. Con un colpo di reni, scesi dolcemente dal mio albero, per poi avvicinarmi all'uomo ricoperto di sabbia. Tolsi un po' di sabbia dove c'era il suo polso destro. Glielo presi tra le dita, cercando di sentire battito del polso, e quindi sapere con certezza se era vivo o meno.
    Mi sentivo come se stessi facendo delle azioni meccaniche. Le stavo compiendo di mia libera volontà, ma non le stavo compiendo consciamente, non completamente. Era come se tutto quello che avevo appena fatto facesse parte di una memoria muscolare che non sapevo di possedere. Pensavo che la prima uccisione di un uomo sarebbe stata più traumatica, invece ero lì, tranquillo ed impassibile che stavo controllando il polso di un probabile cadavere per accertarmi della sua dipartita. Come se per me tutto ciò fosse naturale. Mi ricordai nuovamente dell’altro Kyoshi, quello più da gatto. In effetti, i felidi sono dei cacciatori naturali… ma che c'entro io con loro? Il kyoshi della missione era un simbolo? Un presagio? Una promessa? Era una persona separata da me a cui dovevo aspirare? Un futuro me che sarei potuto diventare? Una rappresentazione del mio inconscio?

    [Azioni e Consumi]


    Azioni
    1:gabbia di sabbia
    2:funerale del deserto
    3:funerale del deserto
    4:
    Consumi
    Stamina=150-10-18-18=104
    Resistenza=150

     
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    Il verde nascondeva la mia figura ed un passo felpato si univa a quel silenzio tombale che regnava nella piccola parte di vegetazione in cui ero occultato. Trovavo decisamente insolito trovarmi così ben collocato in quella situazione, io che mai ero stato a contatto con così tanta vegetazione ma abituato a stare nel secco ed arido Deserto. La mia mente mi permetteva di adattarmi a quel posto, anche se lentamente e con alcune difficoltà ma non potevo essere soggiogato al volere del destino ma a tenere accesa la stessa volontà che mi aveva permesso di giungere fino a quel punto. Lasciammo l'altro Genin di Ame sul posto, fisso ad osservare la Chuunin mentre era occupata con un losco figuro, tutt'altro che amichevole dalle sembianze che possedeva. Continuammo a vagare fra gli alberi - io e Kyoshi - stando comunque accorti a dove puntare i piedi e avvicinandoci proprio a quell'abitazione. L'etere diveniva sempre più pesante mentre in volto si era ormai dipinta un aria troppo seria per i miei standard; gli occhi erano assotigliati nel tentativo di catturare ogni particolare dettaglio di ciò che mi circondava. Al mio fianco avevo un valido Shinobi, nonché mio primo amico in assoluto e sapevo che se le cose avessero preso una brutta piega, potevo contare su di lui e unire così le nostre forze.

    Ei capo... A quanto pare Iazo ha compagnia, vado a controllare!

    Una voce completamente estranea spezzo la quietudine del posto facendoci piombare in uno stato d'allerta tale da rendere vanificato ogni ulteriore passo, arrestando dunque la nostra avanzata. Lo sguardo ora era completamente posto sulla figura di un nuovo entrato in scena, anch'essi decisamente pericoloso e armato come il losco figuro che intratteneva la Chuunin di Konoha.

    Questo non ci voleva

    Bastarono pochi secondi per analizzare la situazione. Dovevamo fermare questa possibile minaccia permettendo alla bella Konohana di continuare il suo compito. La vista non era l'unico senso che aveva catturato qualcosa di nuovo, difatti l'udito mi permise di ascoltare una rapida conversazione. Quelle parole uscirono proprio dalle rozze labbra di quel uomo, divenuto ormai una nostra priorità, un animale pronto al macello e indirizzato verso la battitura. Volsi il capo verso l'altro Suniano, osservando in volto suo un aria decisa forse più della mia e con un semplice gesto, consigliava il massimo silenzio possibile e con un cenno del capo, feci in modo di rispondere al suo messaggio. Era il suo momento. Lasciai dunque campo al giovane Kyoshi di sfoggiare le sue abilità e sfruttare quell'arma comune ad entrambi: la Sabbia del Deserto. Iniziavo ad amare quella gialla polvere, trovando in essa una preziosa utilità sia in campo offensivo che in quello difensivo. L'attacco di Kyoshi non tardò eccessivamente, difatti iniziò proprio a sfoggiare una perfetta Gabbia di Sabbia muovendola con l'intento di avvolgere completamente il corpo del nemico. Stessi ad osservare la scena, senza muovere un muscolo ma tenendo fisso lo sguardo verso quell'attacco e studiando le successive mosse del mio compagno. Non avevo mai visto in atto quella tecnica e quasi sicuramente, avrei chiesto informazioni in merito. Tuttavia non era il momento di soffermarsi su quel punto ma di continuare la nostra avanzata.

    Ora dobbiamo avanzare

    Cercai di richiamare l'attenzione di Kyoshi con un semplice gesto, facendogli capire che avrei continuato l'avanzata anche se con un passo ora più lento del precedente permettendogli di seguirmi proprio in direzione della casa. Tutto ciò stava a realizzarsi solamente se fossimo riusciti a eliminare quella prima figura; la casa è stata la nostra priorità e nulla poteva scostarci da tale obiettivo. Avanzai dunque verso l'abitazione, stando immerso ancora nella vegetazione e muovendomi con un passo delicato e quieto. La mia abilità nel controllo del chakra mi concedeva una perfetta adesione a quei rami mentre la mia avanzata continuava, ormai dovevano mancare pochi metri dal obiettivo.


    Stamina 100
    Resistenza 100
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    La bella Yuna, palesemente innervosita dalla situazione in cui era finita, mantenne un atteggiamento rigido e professionale che costrinse Iazo a dover cambiare approccio. Che quella donna sapesse cosa stava accadendo in quel luogo? O semplicemente era una novellina innervosita dalla situazione anomale? Con quel dubbio in mente e con la certezza che presto avrebbe ricevuto manforte, decise quindi di optare per la soluzione meno diplomatica, seppur con quella dose di inganno che lo contraddistingueva anche tra i suoi compagni.

    Le chiedo scusa non volevo mancarle di rispetto, sa io sono un tipo molto alla buona... Mi capita spesso di risultare invasivo, non lo faccio di proposito... Faccia pure ciò che deve...

    Cedette quindi il passo lasciando che la Chunin avanzasse per poi rispondere anche al secondo quesito esposto

    Veramente sono eventuali belve a preoccuparci... Siamo molto addentrati nel bosco e la prudenza non è mai troppa... Sembra ci siano anche dei branchi di lupi nella zona. Per quanto riguarda lei... Posso certamente credere che sia una Chunin ma decisamente non una bandita...

    Sulla frase finale sembrò trasparire una sorta di ambiguità, come se non si trattasse di un complimento, ma cos'altro poteva essere? Sta di fatto che, senza preavviso alcuno, Iazo sputò letteralmente quattro aghi intrisi di veleno verso il viso della Shinobi per poi estrarre la spada e caricarla con tre rapidi fendenti volti in pieno torace.

    [...]

    In tutto ciò Eanor avrebbe continuato a tenere d'occhio la scena ma ad un certo punto, pochi attimi prima dell'attacco di Iazo, la sua attenzione sarebbe stata colta da un flebile rumore alcuni metri alla sua destra. Un losco figuro armato di spada si stava avvicinando quatto quatto, concentrato sui due protagonisti del teatrino. Fu proprio nel momento dell'attacco del compagno che, con un rapido scatto, si sarebbe mosso con l'evidente intenzione di assistere Iazo ed aggiungere altri quattro fendenti diretti alla Chunin. L'individuo non poteva però sapere che durante la sua avanzata sarebbe passato esattamente di fianco al ninja di Ame abilmente celato alla vista dei presenti.

    [...]

    A poche decine di metri intanto, i due Suniani si trovano a scoprire una verità pericolosa. L'uomo sotto di loro si stava muovendo per andare ad eliminare la loro superiore, decidono perciò di intervenire ed è Kyoshi il primo a farlo. Con una freddezza quasi innaturale riesce infatti a catturare la preda nella sua gabbia di sabbia, assicurandosi di ricoprirlo per intero in modo che non potesse chiedere aiuto in alcun modo e, CRAK. Un rumore sordo come di ossa che si spezzano, accompagnato da un unico ma intenso rantolo, strozzato dalla sabbia che copriva la bocca, si udì nel momento in cui la mano di Kyoshi si strinse saldamente. Il famoso funerale del deserto aveva reso onore al suo nome sopprimendo all'istante quella vita, cosa di cui entrambi i presenti si sarebbero presto resi conto. Una volta occultato il corpo, decisero quindi di avanzare e ben presto raggiunsero le pareti lignee dell'abitazione. Dalla loro posizione, nuovamente occultata tra le fronde, avrebbero anche potuto osservare due situazioni ben distinte, mostrate da due delle finestre. Nella prima, un uomo di spalle sembrava inveire animatamente contro qualcuno vestito esattamente come gli altri visti fin'ora, che fosse una divisa? L'interlocutore aveva l'aria del cane bastonato e dopo poco sarebbe uscito dalla stanza per dirigersi nell'altra dove altri due, vestiti con i medesimi indumenti, sembravano fare da guardiani ad una fanciulla legata ed imbavagliata. A quel punto i tre avrebbero iniziato a parlare tra loro ma era impossibile capirne i discorsi. Se avessero poi guardato nuovamente nella stanza precedente, avrebbero notato lo stesso uomo di prima, sempre di spalle, ma questa volta seduto ad una scrivania ed intento a leggere dei documenti.

    Penso sia tutto chiaro :hat: Buon divertimento


    Edited by Roy90 - 3/11/2020, 17:49
     
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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    ◊ Capitolo VI - Brutalità

    Scheda - Parlato - Pensato
    Hekisui - mattina - Confine con Oto

    Il volto di Iazo si corrucciò improvvisamente, conscio del fatto che non sarebbe stato in grado di circuire a belle parole la caposquadra, dopo tutto non aveva a che fare con un genin qualsiasi, ma con un graduato chunin, un ninja in piena regola.
    Le sue parole assunsero un tono di voce differente, più statico e serio, poichè la smielata teatralità ormai non era più necessaria, conscio che ella comprendeva che c'era qualcosa che egli stava nascondendo, ormai le carte erano quasi scoperte, ma di li a poco lo sarebbero state del tutto.

    «Le chiedo scusa non volevo mancarle di rispetto, sa io sono un tipo molto alla buona... Mi capita spesso di risultare invasivo, non lo faccio di proposito... Faccia pure ciò che deve...»

    Esclamò il bandito, scostandosi a sinistra e facendo gesto con la mano di proseguire, facendo intendere alla chunin di poter proseguire per la perquisizione per la quale ella era venuta.
    Fissandolo negli occhi, mi parve di vedere un accenno di timore, come se avesse capito che non aveva più carte da giocare, e che era giunto il momento di tirare fuori le sue vere intenzioni, poichè non sarebbe stato in grado di convincere Yuna a girare i tacchi e andarsene.
    Tirai per un secondo un sospiro di sollievo, mi parve che la situazione si stesse distendendo, Yuna non si era fatta ingannare dalle affabili parole del tipo, era sulla difensiva, e magari dall'altra parte i ragazzi avevano scoperto qualcosa di interessante, tutto filava liscio per ora.

    «Veramente sono eventuali belve a preoccuparci... Siamo molto addentrati nel bosco e la prudenza non è mai troppa... Sembra ci siano anche dei branchi di lupi nella zona. Per quanto riguarda lei... Posso certamente credere che sia una Chunin ma decisamente non una bandita...»

    Non diedi importanza a quelle parole, e forse feci male, i lupi di certo non erano un problema per un ninja del nostro calibro, ma l'aria era carica di tensione, e nonostante io fossi pronto in ogni momento ad assaltare Iazo, nel silenzio più totale della foresta, un rumore ruppe la monotona tranquillità.
    Se fino a quel momento, gli unici suoni che ero stato in grado di percepire erano le voci dei due davanti a me ed il ronzio delle zanzare attorno a me, un rumore di rami spezzati, come calpestati, risuonò come un gong a qualche metro, forse due o tre, alla mia destra.
    Riconobbi subito che non poteva essere un suono naturale, poichè fu abbastanza secco, molto rapido, susseguito poi dal fruscio di un cespuglio sempre nella stessa direzione del rumore precedente, non ero solo.
    Rapidamente mi feci ancora più prono sulle ginocchia, cercando di rendere la mia silhouette ancora più nascosta, e rivolgendo il mio sguardo in quella direzione, con il battito del cuore che accelerava ad ogni secondo che passava.
    La mia mano destra, che impugnava il kunai fin da prima, si fece sudata, era una situazione di allerta, allerta che si trasformò rapidamente in tensione quando, volgendo lo sguardo a destra, intravidi la figura di un uomo di mezza età, vestito come Iazo, e impugnante una scimitarra simile a quella che il bandito portava al fianco, avanzare quatto quatto verso il limitare del bosco, dritto verso la coppia che intanto stava ancora parlando.
    Il disturbatore non si era ancora accorto di me, era concentrato su Yuna probabilmente, cercando il modo migliore per attaccarla di sorpresa assieme a Iazo, se lo avessi lasciato passare la vita della caposquadra sarebbe stata ancora più in pericolo di quanto non lo fosse adesso, dovevo ucciderlo prima che potesse mettere in pericolo la missione.
    Mi sdraiai a terra a pancia in giù, nel fango, limitando la mia silhouette al massimo, e mescolando il mio odore con quello della fanghiglia fetida, quella che si crea quando la terra, ricca di sostanze chimiche, si mescola all'acqua di una copiosa pioggia autunnale, le zanzare mi ronzavano attorno, ma non osavano avvicinarsi alla pelle, ormai parzialmente ricoperta di fango.
    Il mukenin sarebbe passato di fianco a me per poter arrivare al limite della boscaglia, di li avrebbe potuto balzare in avanti, e raggiungere Yuna in pochi secondi.

    Attesi pazientemente quei 7-8 secondi che furono necessari affinchè il mukenin mi passasse accanto, furono secondi interminabili, fatti di respiri profondi e pensieri confusi, era la mia prima missione operativa, ma il mio addestramento era stato rigido, ad Ame uccidere è qualcosa che ti insegnano già all'accademia, non è un concetto aulico o su cui disquisire troppo, solo un gesto necessario al proseguimento della propria missione.
    Non fui colpito da dilemmi morali, più osservavo il volto del mukenin che si avvicinava, più osservavo quegli occhi sgranati, desiderosi di fare chissà cosa alla caposquadra, più il mio respiro si fece calmo, e le mie mani più salde.
    Essendo sdraiato al livello del terreno, non appena egli mi sarebbe passato accanto, avrei avuto davanti a gli occhi i suoi piedi, precisamente quello sinistro, ed è li che lo avrei colpito, eseguendo una strategia che ancora ricordo dall'accademia.
    Il mio kunai si sarebbe mosso rapidamente, puntando ai tendini del piedi sinistro, l'idea era di reciderli di netto.
    Quando recidi i tendini, la gamba perde qualsivoglia potere sul piede, che diventa impossibilitato a sorreggere il peso del corpo, egli sarebbe caduto in avanti, percependo un dolore fulminante al piede, e accasciandosi a terra di faccia, tra il fango putrido.
    Allorchè gli sarei salito sulla schiena, e tenendogli la faccia nel fango con la mano sinistra, il mio kunai si sarebbe andato a conficcare dietro il collo, perforando la spina dorsale e regalandogli una morte rapida e fulminea, senza possibilità di urlare aiuto.



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    Edited by Revan - 6/11/2020, 12:49
     
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    Proprio come un delicato filo di seta fra i polpastrelli delle mani, quei secondi passarono veloci d'innanzi ai miei occhi. Quasi troppo rapidi per essere ben catturati dalla mia mente. La leggiadra polvere gialla prese vita dalla giara dell'altro giovane Suniano e mosse la sua forza verso un povero uomo che poteva solamente osservare la vita scorrergli d'innanzi. Quel piccolo e dolce suono spezzò l'aria quieta della foresta e poi - dopo un lento movimento della mano di Kyoshi - nulla più. Un silenzio tombale era tornato a regnare in quel luogo, ove dei poveri Shinobi stavano svolgendo la loro missione. Freddo come il ghiaccio e crudele come il peggior animale in circolazione. L'azione di Kyoshi fu' diretta, atta proprio a spezzare la vita di quel lurido nemico. Non l'avevo mai visto così prima d'ora ma in cuor mio avevo sempre pensato che il potere portava alla pace ma ciò che i miei occhi registrarono, era decisamente più grande delle mie aspettative. Impallidì alla vista di quel liquido cremisi, provocato proprio dall'ira del corvino. Ero bloccato, privato di qualsiasi pensiero e messo per la prima volta in uno stato mentale piuttosto penoso. L'aria era pregna del sangue del nemico e dalle narici potevo tranquillamente respirare quella brezza ferrosa del corpo ormai inerme. Deglutii alla vista di quel sangue schizzare via dalla morsa di quella sabbia, cadendo proprio sul terriccio e decorandolo di un rosso acceso. Difficile inoltre fu' occultare il corpo e nasconderlo poi dietro dei fitti cespugli. Sentivo la carcassa spenta, privata del battito e pallida in viso. Lentamente iniziava a perdere calore, diventando sempre più fredda, quasi glaciale. Un freddo che mai ero stato posto, ormai abituato al rovente caldo del Deserto. L'estrema vicinanza mi permise di soffermarmi meglio sui lineamenti del nemico, piuttosto comuni e privi di qualsiasi dettaglio interessante se non per quello sguardo perso nel vuoto. Gli occhi erano ben spalancati mentre la bocca era aperta, come se in quella gabbia volesse provare a gridare dal dolore ma la sabbia aveva represso bene l'intento. Ecco che quel mondo contorto e crudele si palesò alla mia figura, incarnata nel dolore che aveva provato quel uomo, ormai privato della sua anima e destinato a vivere il resto dei suoi giorni nel posto che meglio è destinato al suo spirito. Il sangue scorreva sulle mie mani, io che ero stato testimone dell'accaduto e ora complice di quel omicidio, che seppur fatto a fin di bene, restava sempre e comunque un assassinio. Macchiato quindi di quel crimine, che avrebbe sicuramente relegato la mia mente a dei fitti incubi, continuai a svolgere il mio lavoro, portando la mia figura nuovamente verso quell'abitazione. Difficile contenere quelle emozioni ma dovevo provarci, tentare di nasconderle nei meandri del mio io interiore e sopprimerle per il bene comune. La missione aveva difatti preso una diversa piega e il fallimento era dietro l'angolo; ogni passo falso poteva portare ad un triste epilogo, ragion per cui dovevo essere lucido e rimandare il tutto ad un altro giorno.

    Guarda..

    Un sibilo debole, incapace di spezzare la quietudine del posto e rendere ancora celata la nostra posizione, partì dalla mia bocca e volando, attraverso l'etere, verso le orecchie di Kyoshi, macchiatosi proprio di quel crudele crimine. Arrivammo alla grande abitazione, sfruttando al meglio la copertura dei rami e avvicinando la nostra figura verso alcune finestre della casa. Lo sguardo andò inizialmente a soffermarsi su una stanza, dove la presenza di due individui catturarono la mia attenzione, già messa sotto stress ma tenuta comunque sotto controllo. Due uomini dunque erano presenti in una stanza, discutevano animatamente ma le loro parole non riuscirono ad evadere da quelle quattro mura e restarono una vasta incognita. Passarono altri pochi secondi e lo stesso uomo, quello che urlava e inveiva, abbandonò la stanza e si mosse verso un altra, ove altre due losche figure erano presenti. La situazione era diventata drastica e pericolosa per due semplici Genin ma non potevamo fare altro se non agire. Tutti indossavano una comune divisa, fatta da uguali indumenti e solito armamento. Inoltre, una giovane donna era tenuta legata e imbavagliata, seduta su una dura sedia in legno. Che fosse lei la mittente della missione?

    Dobbiamo salvarla. Seguimi

    Il tono di voce era talmente sottile che era praticamente impossibile udirlo da dietro quelle spesse e lignee mura, cosa invece di facile ricezione al mio vicino Shinobi, che sicuramente non avrebbe avuto problemi a catturare quelle parole ed eseguire quindi la mia richiesta. Mossi il corpo, spronato dalla mia mente - quasi libera dagli oscuri pensieri - proprio in direzione di una delle stanze vuote presenti in quell'abitazione. Fortuna volle che solamente in quelle due stanze vi erano nemici mentre nelle restanti non vi era vita alcuna. Diedi un piccolo cenno con il capo al mio compagno, facendogli ben capire che saremmo entrati nella casa, indicandogli poi il punto esatto. Avrei cercato il punto migliore dove poter infiltrarmi, stando accorto alle mie mosse in modo da non provocare nessun rumore alcuno. Ero dentro dunque, aspettai qualche secondo proprio la figura di Kyoshi. Tutto il corpo era ora tenuto sotto un acuto controllo, le emozioni erano state soppresse e la concentrazione era stata portata ad un alto livello. La situazione richiedeva tutto ciò. Fu' solamente quando l'altro Suniano entrò nella stanza che io mossi le leve inferiori, avviandomi verso la porta che dava su un lungo corridoio, anch'esso vuoto di vita e privo di presenza ostile. In loco avevo ben focalizzato la posizione della stanza nella quale avevo intravisto tre losche figure e una donzella legata e imbavagliata. Dunque, con un passo estremamente lento ed allineato al battito del mio cuore, mossi le leve inferiori verso quella suddetta stanza, portandomi delicatamente a pochi centimetri da essa e appoggiai la mia figura sulla lato sinistro della parete.

    Al mio segnale entriamo. Io prendo quello a sinistra e quello in mezzo, tu prendi l'altro. Usiamo la Gabbia di Sabbia sulle loro teste e poi usa la stessa tecnica di prima

    Il piano era semplice a dirsi e quel debole tono era fievolmente percettibile dall'udito di Kyoshi. Dalla stanza le voci indistinte dei loschi figuri impregnavano l'etere della quale era contenuta. Mai prima d'ora ero mai stato così concentrato e focalizzato nel perseguire un obiettivo, lasciandomi alle spalle quegli oscuri pensieri che prima offuscavano la mia povera mente. La Sabbia era pronta, già viva dentro il grande contenitore. Portai lentamente la mano sinistra verso il freddo pomello, afferrandolo ben saldo mentre con l'altra leva superiore facevo cenno a Kyoshi di prepararsi: era arrivato il nostro momento. In ultimo dunque, abbassai il capo: era il segnale. Provammo ad entrare di prepotenza in quella stanza, cercando di cogliere tutti di sorpresa e non lasciargli loro il tempo di reagire. Tramite il Chakra, poi, creai un collegamento fra me e quella gialla polvere che rapida e felina, uscì dalla Giara e si diresse proprio verso il capo di uno dei nemici, quello posto più sulla sinistra per intenderci, e ingabbiando proprio la sua testa. La stessa cosa l'avrei fatta a quello posto al centro, provando a intrappolare anche la sua testa in quella fitta morsa, comprimendo poi entrambe le Gabbie di Sabbia. L'attacco non poteva finire lì, difatti, tramite la rimanente Sabbia, creai ben cinque Shuriken, fatti completamente dello stesso elemento. Questi, avrebbero dovuto roteare veloci verso il nemico, squarciando proprio quella stessa aria. Il primo obiettivo fu' quello posto sulla sinistra; provai a colpirlo in pieno petto con quella violenta scarica di Shuriken. Creai nuovamente altre cinque di quelle armi, questa volta indirizzati verso il corpo del nemico posto al centro. Ora stava a Kyoshi gestire la situazione. Doveva muoversi rapido e preciso se volevamo riuscire nel intento, inoltre dovevamo limitare al minimo ogni rumore possibile. Solamente se il nostro attacco combinato avesse avuto successo mi sarei avvicinato alla povera ragazza, provando a calmarla e fargli cenno di restare in silenzio, per poi tentare di liberarla da quell'atroce situazione in cui s'era trovata.


    Stamina 100-10-10-10-10= 60
    Resistenza 100
    Equip:
    -Giara di Sabbia (5-1-1-1-1=1/5)

    Azioni:
    -Gabbia di Sabbia sulla testa del nemico a sinistra
    -Gabbia di Sabbia sulla testa del nemico a centro
    -Shuriken Rotanti Sabbiosi su quello a sinistra
    -Shuriken Rotanti Sabbiosi su quello a centro
     
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    Presi delicatamente tra le dita il polso del bandito rinchiuso dentro alla mia gabbia di sabbia. Nessun battito, ma in ogni caso rimasi ad ascoltare possibili segni vitali per un tempo che mi sembrò lunghissimo. Avevo appena ucciso un uomo. Avevo appena strangolato qualcuno così forte da maciullare i suoi organi interni e rompere ogni suo osso, e lo avevo fatto con una meccanica freddezza che non credevo mi appartenesse. Ero un mostro, per caso? Tutti mi avevano parlato delle forti emozioni che avrei provato la prima volta che mi fossi trovato davanti a questa scelta morale, all’accademia avevamo fatto lezioni su come affrontare lo shock che sarebbe derivato da questa esperienza… Quale shock? Ero sì scosso dalla morte che avevo provocato, ma non nell’intensità che mi avevano anticipato, e di sicuro non per i motivi che mi avevano detto. Inoltre, durante tutti gli istanti in cui ero sceso da terra, ero sempre stato attento ai miei dintorni, nel caso un compagno del tipo di cui mi stavo prendendo cura mi avesse notato. Guardai con la coda dell’occhio Haruki. Anche lui sembrava scosso, ma non disse niente, e continuò con la sua missione di ricognizione. Ci avrei dovuto parlare dopo la missione, ma dentro di me, ebbi la sensazione che la considerazione che aveva di me sarebbe sempre stata macchiata. Eravamo ninja, per noi uccidere sarebbe dovuto diventare tristemente normale, ma sapendo quanto importante ero diventato per lui, avrei preferito non fosse successo nella nostra prima missione insieme. Una volta sicuro che il bandito avesse lasciato questo mondo in maniera definitiva, feci entrare la sabbia dentro la giara da cui prima era uscita.
    Quello fu il primo momento in cui vidi un uomo morto. Il suo sguardo vacuo, la sua bocca innaturalmente aperta, la rigidezza dei suoi lineamenti e del suo corpo nei quali non è impossibile vedere la sorpresa e il dolore che furono i suoi compagni nei suoi compagni di vita mi impressionarono più di quanto dovuto. Velocemente, repressi un conato di vomito e distolsi lo sguardo, tornando sugli alberi, vicino ad Haruki. La nostra missione era ben lontana dall’essere conclusa, e lui lo sapeva bene, poiché mentre io mi occupavo del corpo, aveva continuato ad osservare l’interno della casa. Appena mi avvicinai, con un soffio di voce mi fece cenno di guardare al primo piano. Vidi una scena molto interessante, anche se preoccupante. Due uomini in una stanza stavano litigando animatamente, anche se non riuscivo a capire quello che dicevano. Uno dei due diede le spalle all’altro, ed il secondo uscì dalla stanza, dirigendosi in una seconda stanza dove altri due uomini sembravano tenere prigioniera una giovane ragazza dai capelli rossi, legata ad una sedia ed imbavagliata. E che fosse lei il “futuro” che i banditi, ovvero “esseri ignobili” , stavano minacciando? Avrebbe avuto senso, ma non spiegava il modus operandi del mandante della missione. Gli avrei sicuramente chiesto spiegazioni quando lo avremmo incontrato.
    Haruki sembrava volenteroso di salvarla, ed io non potei che essere d’accordo. Dopotutto, ne andava della nostra paga. Annuii, con sguardo deciso, e seguii furtivamente Haruki nella vegetazione, fino a quando non trovammo una finestra adatta da cui entrare. Silenziosi e guardinghi come dei gatti, Entrammo per la prima volta nella casa in cui c’era l’ostaggio. Che fossimo già vicini alla conclusione della missione? Quatti e leggeri sui nostri piedi, esplorammo il primo piano di questa casa, vuoto, se non fosse per quelle due specifiche stanze che avevamo visto dall’esterno. Ci dirigemmo lentamente verso la stanza in cui sapevamo che ci fosse la prigioniera con orecchie tese e cuore in gola.
    Poco prima di entrare, ci avvicinammo l’uno all’altro, e stabilimmo lo scheletro di un piano, nel quale io avrei dovuto nuovamente essere il carnefice, stavolta di più vite. Non era un’idea che mi faceva impazzire, ma a quanto pare Haru non conosceva il funerale del deserto, quindi io mi sarei dovuto sporcare le mani.
    "Facciamo in fretta"
    Dissi, con un soffio di fiato. E mai nessuna frase era stata più indicativa del mio stato d’animo. Ero un attimo spossato, avrei avuto bisogno di rimettere le idee a posto una volta finito l’incarico.
    Haruki aprì la porta. Era il momento di entrare in scena. Con pochi, semplici, ed eleganti movimenti Haruki creò delle piccole gabbie di sabbia, che velocemente erano andati a catturare le teste dei due dei banditi che erano in quella stanza. Io non fui da meno, e feci scorrere il chakra in tre delle cinque cariche di sabbia che avevo nella giara, comandandole di animarsi e cercare di catturare testa, busto e braccia del bandito.
    Ora la parte più difficile del piano. Allungai la mano destra, e con i fili di chakra che uscivano dal mio corpo mi andai nuovamente alla sabbia già attorno ad uno dei banditi. Presi un bel respiro, e con decisione chiusi le dita contro al palmo, per provare a schiacciare la testa del malcapitato. E poi lo feci una seconda volta, su un secondo bandito. E poi lo feci un’altra volta, sull’ultimo bandito. Nuovamente, non stavo avendo problemi morali, o psicologici. Nuovamente, la freddezza con cui riuscivo a compiere quegli atti mi lasciò spaesato. Nuovamente, mi chiesi che cosa fossi diventato in sei mesi di vita strettamente militare. Non mi riconoscevo nelle reazioni inconsce del mio corpo, e ciò mi faceva dubitare molte cose della mia vita. E se io non mi fidavo di me, chi poteva?

    [Azioni e Consumi]


    Azioni
    1:Gabbia di sabbia
    2:Funerale del deserto
    3:Funerale del deserto
    4:Funerale del deserto
    Consumi
    Stamina=104-10-18-18-18=40
    Resistenza=150

     
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    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Haruki
    Parlato Kyoshi
    Parlato Eanor


    L’aria rarefatta è solo uno dei presagi che lascia intendere una nota stonata nella canzone, danzante, come quella pelle che tremerebbe di una certa paura, dell’ansai che gronda da una responsabilità acerba, da un ruolo che ancora deve essere definito con forza. Yuna non è ancora pronta, non lo è mai stata in ogni cosa che ha fatto, ricucendosi addosso i suoi ruoli solo e soltanto con quel filo invisibile della sua determinazione; lì dove la vocazione non arriva – dice sempre lei – la volontà corre ai ripari. Ma è davvero questa la dimostrazione della sua filosofia? Una ragazza tremante a fronteggiare uno sconosciuto e sulle spalle diverse vite. Eppure non c’è tempo per un singolo dubbio, né per un istante che si diverte a giocare su un filo in bilico, come un circense, traballando verso la fine certa per ogni suo sottoposto e l’ennesima vergogna che borbotta in petto come una paura tetra e vertiginosa, già provata, pronta ad essere reclamata nel suo corpo e farla vinta. No, non questa volta. Le sue mani si stringono in uno spasmo inaccettabile mentre il busto le permette di notare i movimenti brutali dello sconosciuto, il vibrante scintillio argenteo della sua spada copre per un attimo quegli aghi velenosi che sfilano a mezz’aria come uno spartito pronto a mietere vittime con la sua tossica compostezza. La ragazza non può che assistere inerme mentre il suo cuore gronda d’aria, una bolla che vibrerebbe sempre più violentemente come un nucleo impazzito, un cavallo imbrigliabile, sentendo quell’energia che bestiale esploderebbe in una carica di chakra azzardata, priva di controllo. È lì, la sente farsi strada come una voragine, una sventagliata di vigore che irromperebbe dentro il suo corpo come un tifone, una tempesta borbottante di antiche storie e vendette, di rivalsa e di una luce, di una tenue luce, che lontana risplende a dar colore all’antro sconquassato del suo animo fatto di vento. È così che la sua vera natura prenderebbe piede, la natura inclinazione della sua energia si tesserebbe come rami di un antico albero narrando storie di vittorie e forza, di una volontà che si veste di protezione ed altruismo per quest’oggi. Le mani al petto ora si spingono ai lati dei fianchi, il busto inclinato in avanti e un singolo singulto pare scuoterla dall’interno come un’onda anomala. Le basta un attimo, far scattare quell’interruttore del suo cuore e…

    SWOOOOOOOOOSH!

    Dalle labbra un vortice d’aria imploderebbe con una ferocia tale da dover sbalzare via ogni cosa, ogni traccia offensiva verrebbe imprudentemente scacciata via da quel che si mostrerebbe come una potentissima ondata di vento. Le correnti sotto al suo comando, schiave, costellate da una ferocia che zampilla da un fronte all’altro di quell’attacco non troppo titanico, esagerato di certo per un nemico del genere. Eppure dietro tutto questo c’è un motivo, lì nascosto tra le spire e refoli che spingerebbero lontano, a dieci metri, lo sconosciuto armato e ogni suo tentativo di prenderla alla sprovvista. Al termine della tecnica il suo corpo si spinge appena in avanti mostrando quei rimasugli della forza per mantenersi ancorata al terreno, lì dove tra le piante spiccano due piccole strisce scosse di terra, ciò che i suoi sandali hanno scavato nell’incedere all’indietro. La mano destra intanto non rimane lì per nulla pigra, pizzica l’aria spostandosi al borsello contenente il suo filo spinato, al solo contatto con il freddo acciaio del suo fidato strumento sentirebbe la tempesta nel petto farsi sempre meno, più quieta, finché non poté finalmente avvertire il naturale incedere del suo chakra. Ora come una maestra il suo compito sarebbe quello di prenderne i fili d’energia e infonderli lentamente di una forma, dargli un senso, mitigando quella sua energia interiore a colpi di concentrazione e sigilli che vengono prontamente eseguiti a mezz’aria, avanti a lei, trascinando il filo d’acciaio con sé in ghirigori ben precisi e che seguono l’andamento dei palmi e di ogni singolo dito.

    Da lì non ti muovi!

    Esaudisce le sue prime parole mentre il braccio destro si tende in avanti con il palmo aperto, lì dove il filo si sarebbe raggrinzito come una serpe assassina, pronta a scattare a mezz’aria come una punta d’ago pronta a conficcarsi attorno le braccia del bandito. Come rovi animati stringe la pelle, la mastica, legando i suoi polsi alle sue caviglie, forzando e spingendo quel suo filo a compiere l’inverosimile per renderlo quanto più innocuo possibile per lei e per i suoi..

    Ragazzi! Dove siete?

    Così come un fulmine in ciel sereno la sua vita si spezza, ciò che il suo sguardo aveva guadagnato in speranza si conquista in perdita, sconforto, in un controllo andato via e che prorompe nell’aria come un’emozione dannatamente tangibile. È dentro di lei, come un bestia assetata di sangue, borbotta di un lingua lontana, priva di storia, recitando un cantico che immediatamente le fa scomporre il controllo in un miscela dannata di sentimenti, di una sorgente che sgorgherebbe rapida a bagnarle il cuore, come una sottile e triste pioggia. È in lei, la sente, la percepisce sotto pelle, è lì a farsi strada fino a che il petto non rimbomba di un certo frastuono che vuole imporsi al cielo, lontano, accatastando nuvole che nessuno avrebbe mai calcolato. Così il tempo si piega, il meteo è suo e come un pianto il cielo decide di abbandonare le speranza alla terra, bagnandola, dandole sostentamento e sfogo al potere di Yuna. Fortuna che lì, in quella presenza forse non troppo voluta, le sue sensazioni s’amplierebbero nella foresta, stringendosi ad ogni vita e leggendone l’essenza, controllandone la posizione e ogni altro segreto. E così, ferma nella sua pioggia cerca i suoi ragazzi, i suoi protetti, voltandosi ovunque e liberando dai capelli ormai zuppi una costante corona d’acqua che la accompagna nella sua silenziosa disperazione.




    Yuna Hittori

    ◕ Resistenza: 350
    ◕ Stamina: 600-15-15-18-5 = 547
    ◕ Fiori in campo: 20
    ◕ Azioni:
    - Tecnica della repressione (difesa aghi + sbalzare via il bandito)
    - Tecnica della stretta d'acciaio per legare polsi e caviglie insieme
    - Effetto pioggia: Attivazione + Tigre della pioggia

    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno
    • Ventaglio Gigante
     
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43 replies since 9/9/2020, 20:20   1714 views
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