[C] Mostri Maledetti

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    "Ignobili Esseri" mettono a rischio il mio territorio ed il mio "Stesso Futuro". Richiedo l'intervento di abili e volenterosi ninja in grado di scovare questi "Esseri" e far tornare la pace nella mia vita iniziando dallo "Scavare a Fondo".
    Giorno: xx/xx ore 8:00AM
    Luogo: xx-xx

    Ebbene eccoci qui. Il luogo, indicato attraverso coordinate di latitudine e longitudine, è situato nel Paese del Fuoco e sembrerebbe essere sperduto nel profondo della foresta di Konoha in direzione del confine con Hekisui
     
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    ParlatoNarratoParlato altri Kyoshi JikiJitonOC: lucky<3

    Stavo tornando a casa da una serata in compagnia dei miei ex-compagni di accademia. La notte era fresca ma buia, le luci che uscivano dalle finestre delle case che costeggiavano la via erano davvero poco potenti, lasciando gran parte della via in penombra. Ero tranquillo, fischiettavo mentre sulla nuvola di sabbia volavo a qualche metro sopra la strada. Per quanto non fosse un mezzo particolarmente veloce, faceva scena, e quello bastava per farmelo preferire ad una camminata. finalmente, trovai con lo sguardo la mia dimora, e virai la nuvola per scendere di quota e avvicinarmi a casa contemporaneamente. Arrivato davanti al portone, scesi dal mio mezzo con un piccolo balzo. Nello stesso momento, la nuvola si dissolse in un mucchio di sabbia, tornando quello che era sempre stata. Feci per aprire la porta, ma qualcosa attirò la mia attenzione. Una lettera, con sigillo della kazekage.
    "Wow, devo essere diventato uno dei loro destinatari preferiti."
    Mi chinai a raccoglierla, poi aprii la porta e mi infilai nella mia camera. Mi spogliai, rimanendo in mutande, poi, seduto sul letto, aprii la lettera e lessi il suo contenuto.
    CITAZIONE
    "Ignobili Esseri" mettono a rischio il mio territorio ed il mio "Stesso Futuro". Richiedo l'intervento di abili e volenterosi ninja in grado di scovare questi "Esseri" e far tornare la pace nella mia vita iniziando dallo "Scavare a Fondo".
    Giorno: xx/xx ore 8:00AM
    Luogo: xx-xx

    Quando lessi di ignobili esseri, e notai che le coordinate erano nel territorio di konoha, il mio cuore saltò un battito. E se fosse la Jorugumo che continuava a creare problemi al mondo? E se avesse attaccato qualcuno? Non avrei permesso che continuasse ad essere libera. Era mio compito ucciderla, e finire ciò che non avevo avuto la forza di concludere. O almeno, così speravo: non sapevo a quali creature si riferisse. Il mio corpo iniziò a tremare dall’adrenalina, ed addormentarmi fu possibile solo grazie alla stanchezza che avevo accumulato quel giorno. La partenza era confermata per due giorni dopo alla mattina, quindi passai quel tempo meditando sull’unico scontro avuto con creature che non dovrebbero esistere.
    Arrivato il giorno della partenza, mi avviai verso il cancello nord di Suna, punto di ritrovo con il superiore che ci avrebbe dovuto accompagnare. Non fu difficile trovarlo, soprattutto perché fu lui a trovare me. Decisamente più alto e più muscoloso di me, con dei capelli scuri quanto i suoi occhi, e la pelle abbronzata dal sole implacabile del deserto.
    "Salve sono Kyoshi Jiki, quando partiamo?"
    "Salve Kyoshi, sono Hitori… adesso non possiamo ancora partire, dobbiamo aspettare un altro ragazzo… eccolo là! "
    E alza la mano per attirare l’attenzione di un altro ragazzo, alto quanto me, occhi e capelli castani… ma io quello lo conosco!
    "Haruki! Come va? Che ci fai qui? "
    "bene, ora che siamo tutti qua, possiamo partire! "
    Interruppe il chuunin, mentre si mordeva il pollice, compiva dei sigilli, e poi appoggiò la mano a terra, creando una nuvola di fumo che rivelò una volta diradata un pennuto di piumaggio marrone enorme, che si adagiò sul terreno per permettere a noi tre di salire sulla sua schiena. appena fummo tutti al sicuro, con un portentoso colpo d’ali si alzò in volo, sollevando anche molta sabbia. Il viaggio fu abbastanza piacevole, e ne approfittai per parlare del più e del meno con Haruki. Il viaggio durò quattro giorni, e ci dovemmo separe da Hitori prima della fine di esso, poiché lui doveva andare in una direzione diversa dalla nostra… in effetti le coordinate portavano in un luogo quasi al confine nord del paese del fuoco. Arrivammo infine al punto di ritrovo, una zona verdeggiante senza nessun segno di intervento umano.
    "Dove è il mandabte? Dove sono gli altri? "

    [Azioni, Consumi e Passive]


    Azioni
    1:
    2:
    3:
    4:
    Effetti passivi
    Concentrazione del chakra
    conoscenze tecniche e del chakra (I°)
    Consumi
    Stamina=150
    Resistenza=150



    Edited by sundavr - 17/9/2020, 16:50
     
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    Narrato | «Parlato» | -Pensato-


    C’eravamo lasciati cosi, io e Kyoshi. Proprio lì, su quel tetto mentre la Luna splende tutta lucente su in alto. Davvero un curioso ragazzo, dal cuore buono e l’animo gentile. Era strano chiamarlo “amico” per me che non me ho mai avuto uno. Cos’è un amico infondo? Se qualcuno mi avesse fatto questa domanda, non saprei rispondere, almeno fino a quel momento. Mai sono stato abituato a tali circostanze, io che sono sempre cresciuto da solo, anche se avevo una “famiglia”. L’ora era tarda, e io stavo ancora lì sopra a pensare e rimuginare su quel intenso giorno. Il pollice e l’indice stringevano e facevano roteare quel curioso simbolo attaccato alla collana regalatami dal vecchio in persona, Kazuhiko. Lo sguardo era serio, troppo. Immerso nei suoi pensieri e avvolto dal dubbio costante di cosa rappresentasse quel simbolo. Sbuffai, cercando di liberare la mia povera mente da quel oscuro oblio in cui era affondata. La notte avanzava e il sonno tardava ad arrivare. Speravo di poter trovare la pace in esso, e ricongiungermi finalmente in uno stato di calma assoluta, stringendo quindi fra le mani quella pace e non lasciandola scappare via. La festa di compleanno del vecchio? –Probabilmente sarà già finita... – pensai. Uno dei tanti pensieri, che a fatica e con un ardua lotta, si palesò alla luce facendosi strada attraverso l’oscurità che vi albergava. Già, probabilmente la festa dell’uomo, che mi aveva raccolto da quelle fredde scalinate, era terminata visto la tarda ora. Sorrisi immaginando proprio quel uomo. A lui dovevo molto, ciò nonostante non l’avevo mai chiamato per nome –Sono davvero un disastro- pensai nuovamente e forse avevo ragione. Tuttavia, l’uomo, sa del mio amore verso quella ritrovata famiglia che lui stesso seppe creare, trasmettendo a quei “figli” i suoi principi e gli ideali con cui era cresciuto. A lui devo e dovrò sempre tutto. Mossi l’intero corpo verso la stanza dove noi tutti dormivamo. Una stanza moderatamente spaziosa, ove al suo interno erano presenti tutti i letti che servivano, posti quasi l’uno accanto all’altro. Poggiai delicatamente il mio corpo sul mio letto, dove potei rilassare i muscoli e il resto del corpo, specialmente la parte più attiva nei momenti precedenti ovvero il cervello e la mente. Al collo avevo ancora quella collana, tanto misteriosa quanto importante. Lentamente le palpebre iniziavano ad appesantirsi, e a socchiudersi adagia mente fin quando non potei finalmente raggiungere il sonno.

    […]


    La notte passa e nessun incubo o pensiero stravolge la fame Rem. Un nuovo giorno inizia nel grande villaggio di Sunagakure no Sato. Passò diversi tempo da quel incontro, da quella amicizia nata in uno strano episodio e da un curioso scontro nel quale ampliai il numero di Shinobi che conoscevo, al tempo assai misero. Ruotai leggermente lo sguardo sulla mia sinistra, osservando così un piccolo orologio posto su un vecchio comodino. –E’ davvero presto…- anche se il giorno era iniziato, il Sole non dava ancora nessun segnale di presenza, ma il caldo era già insopportabile. Cercai di smuovere il corpo da quella stanchezza che si era accumulata a causa delle poche ore di sonno. Dall’entrata dell’abitazione era possibile udire una fievole voce, quasi pareva una canzone. –Shizuka…- speravo fosse lei. La ragazza dalla folta chioma bionda, iniziava in qualche modo a cambiare qualcosa dentro di me. Lo sapevo, ero conosco di tutto ciò. Che fosse una leggere infatuazione verso di lei? Avanzai verso quella candida voce mentre la figura angelica di Shizuka mi dava le spalle. La carnagione rosea, quasi bianca, le donava un aspetto sempre più da donna, cosi come i suoi lineamenti e le sue forme.

    «Buongiorno Shizuka»
    «Ciao Haru. E’ arrivata una lettera per te, e proprio lì appoggiata sul tavolo»

    Chi mai invierebbe una lettera in questa abitazione, e per di più a me, semplice Genin neo promosso, senza una vera famiglia e con pochi, anzi pochissimi amici? Sul volto comparve un aria assai curiosa, mentre i miei passi si muovevano lenti verso quella lettera, afferrandolo dapprima con la mano destrorsa, e poi a portarla all’altezza del plesso solare.

    «Quindi? Non la apri?»
    «C’è sopra il sigillo del Kazekage…»

    Non sapevo ancora come comportarmi. Fu’ la prima volta che una tale lettera, per giunta così importante, arrivò a me. Decisi di aprirla lentamente, staccando prima quel sigillo e poi tirando fuori il biglietto contenuto. Le iridi andavano a leggere parola per parola, riga per riga. –Una missione? - il mio pensiero era giusto. Replicai a voce alta il contenuto di tale lettera, informando quella che era diventata la persona più cara che avessi.

    Due giorni dopo


    Passai quei due giorni a pensare a quella lettera. Finalmente avevo avuto una missione e potevo finalmente mostrare sia a me stesso e sia al mondo, di che pasta ero fatto. Sarei stato all’altezza di questo mondo così crudele? Pochi attimi è avrei finito per scoprirlo. Salutai tutti e m’incamminai verso il cancello nord del villaggio, lì dove avrebbe atteso il mio arrivo qualcuno che mi accompagnerà nel viaggio. Quel dolce e rovente vento muove i mei capelli, cosi come quella semplice T-Shirt che portavo. Questa era fatta con un collo a V, Blu come la notte. Le mani sono riposte nelle tasche del pantalone, nero come la pece e lungo fino alle ginocchia. I piedi, infine, sono chiusi in quei comunissimi sandali ninja. Il mio vestiario era piuttosto normale, se non fosse per quelle bende che coprivano gli avambracci e i polpacci. Non avevo riportato nessuna ferita. Il “problema” era più impuntato sul livello psichico. Non feci molto caso ad esse, quasi le reputavo una seconda pelle. Con me, inoltre, portavo una grossa ed enorme Giara di Sabbia, collegata a una lunga cintura robusta trasversale. Arrivai al luogo di partenza, ovvero il cancello nord, ove ad attendermi c’era Kyoshi insieme ad un altro Shinobi.

    «Scusate il ritardo» sorrisi ai due «Mi chiamo Haruki e sono stato invitato per questa missione» con me portavo anche la dura educazione inculcatami dal vecchio, Kazuhiko «Kyoshi, è un piacere vederti» salutai prima il mio vecchio compagno, per poi continuare «Come ho detto prima, sono stato invitato a partecipare a questa missione. Fa davvero piacere sapere che anche tu vi parteciperai».

    Il dolce momento venne interrotto dall’azione del Chuunin, che richiamò un curioso pennuto dal piumaggio marrone, ecco il nostro mezzo di viaggio. –Deve avere una gran forza- era ciò che subito pensai, d’altronde per portare tre individui, che in tutta probabilità, superavamo i duecentocinquanta chilogrammi insieme, doveva certo possedere una gran forza. «Quindi siamo diretti a Konoha. E’ dallo scontro che non ci vediamo, spero tu stia bene» ricordavo quello scontro come se fosse ieri «Alla fine siamo gli unici a partecipare da Suna. Voglio onorare tale compito» il viaggio continuò, fin quando non raggiungemmo il punto d’arrivo.


    Scheda : Haruki Sato
    - Stamina: 100
    . Resistenza: 100
    - Equip: Giara di Sabbia (5/5)

    - Azioni: //
     
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    CITAZIONE
    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato altri



    La richiesta è arrivata tra le tante, in mezzo a quei doveri che prendono l’attenzione della ragazza e che la portano a spulciare tra quei fogli consegnatoli da chissà chi. Un plico, un paio di firme ed un appunto scritto a mano con una grafia veloce ma dettagliatamente elegante, di chi probabilmente non si lascia sfuggire una curva sul foglio neanche a costo di perdere qualche attimo in più. Eppure lei rimane lì, ferma, lasciando scorrere le dita sul cartoncino accarezzando lentamente una grafia che pare dirle qualcosa di importante – malinconica – accigliando lo sguardo in un’espressione che lenta si chiude come un fiore al tramonto. Sospira lenta muovendo qualche passo all’interno spostando l’aria con sé quasi ne fosse la padrona, una brezza che soccomberebbe al suo stesso volere mentre spazza con decisione un antro particolare di quella stanza arroccata in un anonimo palazzo. Alla luce fioca di un sole appena nato si staglia la figura abbozzata di Azibo, un ritratto malconcio fatto a matita, non troppo vecchio, contornato da mille e più foglie che spaziano in quella scrivania letteralmente addobbata all’occorrenza per il – Gufo, dove sei? – la sua mente taglia l’aria del mattino mentre si abbandona al letto poco distante. Il tonfo del suo goffo corpo che cade è solo memore del dolore che romba nel di dentro, in quella sensazione bruciante che solo a pensarla pare volergli ricorda che infondo se l’è sempre meritata quella cicatrice, quella speranza bruciata, incolta, sfregiata da un destino che l’ha lasciata cadere a terra per un’ultima volta. Inerme come proprio in questo istante, stesa a raccapezzare i cocci di una situazione che non ha saputo gestire né la prima, né la seconda e nemmeno la terza volta – l’ultima – in cui il suo Gufo è stato rapito. Da allora Yuna ha avvertito i suoi superiori, chiesto la possibilità di essere inserita in un team adatto alla ricerca del suo collega ed amico, contemplato quella domanda nell’attesa e alzarsi letteralmente le maniche per fare principalmente da sé. Dal ritorno dal Paese delle Nevi, sua terra natia, non un singolo spiffero d’aria s’è smosso al suo controllo, probabilmente ogni persona di sua conoscenza si aspettava rantoli di pioggia al suo passaggio, fulmini a scatenare le ombre della notte – Perché è tutto così sotto controllo? – Il secondo pensiero che la turbava è stato quel tacere della sua anima, quel controllo che non credeva di avere o, meglio, quell’assenza negata da quella prigione di legno che le ha negato il suo stesso fratello, il suo potere, l’eredità che ha assorbito dal dolore. Nella tragedia non sentiva il temporale scatenarsi, ne poteva avvertire gli attimi prima della tempesta eppure le sue dita non accarezzavano la tela delle nubi, non un tocco dell’atmosfera si piegava al suo volere. Taceva, muto, aspettando quel foglio che lentamente alzò in un sospiro pesante.

    Non ci ha messo neanche un’ora a prepararsi, presa la tenuta da Ninja la fa sfilare indosso come una vecchia armatura ammaccata, con un lento movimento dei polpastrelli saggia ogni sua cucitura e taglio ricamato alla perfezione; il peso della battaglia regge il nucleo della sua determinazione che vibra sotto pelle come un mantra eterno, un canto melodioso che l’ha aiutata ad imporre il suo coprifronte sulla fronte. Scesa in strada raggiunge facilmente il Palazzo dell’Hokage, gli occhi celesti viaggiano rapidi lungo le finestra analizzando poi le entrata fino a decifrare le indicazioni per farla arrivare dove doveva, lì al suo posto, al cospetto dell’ennesimo superiore che la fissa per fin troppi istanti prima di procedere al fornire le informazioni di rito.

    Yuna, sei stata incaricata di dirigere una squadra di Genin per conto di questa missione particolare. I dettaglio non sono troppi e abbiamo raccolto diverse informazioni che l’hanno classificata come un incarico di rango C. Ciò che ci preoccupa è la possibilità di qualche messaggio in codice che tenta di essere ancora decifrato dai nostri Ninja Investigatori, vedi?

    Tra le mani della giovane c’è già quel pezzetto di foglio che osserva per più e più volte, i suoi occhi si muovono lenti sulle stesse righe come a voler cercare una traccia di quel particolare che ha deciso di imporre un Chunin a guida dei Genin. Una scelta che non contesta e che non viene neanche assorbita con fin troppa spensieratezza.

    È una richiesta vaga, priva di senso logico. Questa persona non ha fornito nessun dettaglio per una missione del genere, non voglio mettere in dubbio la decisione di assegnargli tale rango ma – la testa si scuote liberando qualche ciocca dalla coda alta che porta per pura comodità – sono preoccupata. Credete davvero che io sia la scelta migliore per questa occasione? Insomma, avrà sicuramente dato un’occhiata al mio Profilo prima di prendere questa decisione.

    Il Jonin per tutta risposta non sembra prendere particolarmente a cuore questa piccola controversia, il suo atteggiamento rimane costantemente semplice ed imperituro – di ferro – sollevando le spalle come a voler sottolineare una noncuranza che brama di venir fuori oltre quella sua stessa manifestazione.

    Come hai detto, Yuna, non mettere in dubbio le nostre decisioni. Ora va, voglio un rapporto completo a fine incarico.

    WqLSBBK



    I piedi ritrovano facilmente la via della Foresta, un dominio che di certo non le appartiene ma che in qualche modo si sente particolarmente vicina; forse è l’inclinazione della sua essenza a parlare ma per un singolo attimo pare che il creato stesso sia realmente felice di riaverla lì. – Né è passato di tempo dall’ultima volta – Saggiando un paio di pensieri ovviamente malinconici si avvia verso il sentiero che la porta al punto d’incontro, un luogo che non sembra essere conosciuto a menadito dalla Chunin che per l’occasione porta sulle spalle un nuovo ventaglio gigante ripiegato, un amico pesante che non la fa apparire perfettamente bilanciata nei suoi spostamenti a causa del suo ingombro e della sua incapacità fisica. Raggiunto quel punto descritto dalla richiesta tirerebbe fuori la miglior aria da dura mai esistita, un fintissimo sorriso di compiacenza che vuole spalmarsi lì in viso con una difficoltà tale da renderla letteralmente comica. Una donna neanche completa che cerca di dimostrarsi sicura nel momento più inopportuno della sua esistenza, un capo, un leader, pronto ad accogliere tutti i partecipanti alla missione che si palesano come tali. I genin, i tre, provenienti da luoghi lontani ma che in qualche modo sembrano esternare un qualcosa che vuole legarli più o meno alla lontana. È un colpo di tosse ad attirare la loro attenzione, uno alla volta, li fissa come a voler regalargli una fitta emozione in gola, le basterebbe un soffio della sua energia a vederli tristi, arrabbiati o perfino euforici.

    Io sono Yuna, Chunin del Paese del Fuoco. Sono il vostro responsabile per questa missione, da fonti certe ho saputo che c’è buon ragione di tenere alta la guardia: il messaggio stesso che vi ha portato qui porta con sé non pochi misteri. In quest’occasione è bene tenere i nervi saldi e non fidarvi di nessuno che non sia io o i miei compagni. Se dovesse succedere qualcosa di pericoloso vi prego di usare una parola d’ordine: Rosa Alpina. Non fatene parola con nessuno, neanche con il mandante della nostra missione, chiaro?

    Concluse le presentazioni attende lì, un po’ tesa, scambiando occhiate rassicuranti verso i suoi protetti ed eventualmente mostrandosi come prima interfaccia tra i tre e il mandante. Come specificato non bisogna fidarsi di nessuno.



    Yuna Hittori

    ◕ Resistenza: 350
    ◕ Stamina: 600

    ◕ Azioni:


    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno
    • Ventaglio Gigante

    PS: Le statistiche/equipaggiamento/tecniche fanno riferimento all'aggiornamento della scheda in fase di completamento.


    Edited by Kuma° - 17/9/2020, 22:09
     
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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    Capitolo 1 - La Prima Missione

    Scheda
    Konoha- Mattino- Foresta

    https://imagizer.imageshack.com/v2/320x240q90/924/PRYQ9C.png
    Erano passate circa due settimane dalla mia visita al Palazzo del potere di Amegakure, un luogo che ormai avevo imparato a conoscere molto da vicino, visto la mia recente promozione al grado di Genin, primo scalino della scala gerarchica ninja. Ero stato inserito in una squadra con altri 3 genin, con i quali le cose stentavano a decollare purtroppo, non avevamo stretto alcun rapporto, e le volte in cui ci riunivamo per addestramenti o briefing di missione, tendevo a relazionarmi di più con il nostro superiore di riferimento.
    Quella mattina ero rientrato a casa verso mezzogiorno, mi ero dovuto recare al palazzo per svolgere delle mansioni burocratiche riguardanti la fine della mia permanenza all'accademia, e l'impossibilità di inviare un tutore al mio posto, essendo il vecchio direttore dell'orfanotrofio troppo vecchio per svolgere tale compito.
    Mentre camminavo per tornare a casa, i miei pensieri indugiarono su quella particolare figura che era il mio caposquadra.
    Ban si era rivelato un Jonin pieno di sorprese, avevo la sensazione che mi avesse preso a cuore, di più rispetto a gli altri genin che sono sotto la sua ala...forse perchè si era accorto che passavo molto tempo da solo, o forse perchè aveva visto qualcosa in me che nemmeno io vedevo; fatto sta che si presentava alla mia porta ormai una volta a settimana, per offrirmi sessioni di allenamento e qualche uscita alcolica per parlare del più e del meno...mi piaceva questo rapporto che avevo con lui, lo consideravo più un amico che un superiore ormai, ma la mia inflessibile riconoscenza del potere mi impediva di lasciarmi troppo andare, dopo tutto era sempre un Jonin, e a Ame non è solito dare troppa confidenza ai superiori.
    Ricordo ancora quel giorno come fosse oggi, la mia primissima missione in terra straniera.
    Era un mercoledì mattina come molti altri, stavo sistemando un po le cose in casa, qualche sera prima avevo invitato un paio di amici a cena e c'avevamo dato sotto di vino, quindi la casa era un po un porcile, c'erano più bottiglie vuote che altro per terra.
    Saranno state le 10, quando sentii bussare alla porta, tre colpi ben distinti, la classica bussata di Ban, non avevo dubbi di chi fosse alla porta...e infatti, una volta aperta, mi ritrovai Ban a 3 metri di distanza, in veste ufficiale, con una lettera in mano.

    Ciao Eanor, come stai?

    Tutto bene Ban, entra pure..


    Non mi posso fermare purtroppo, devo ancora finire il giro di pattugliamento sul perimetro esterno, mi sono fermato a darti questa, l'ho vista affissa sulla bacheca delle missioni aperte e ho pensato a te, sapevo che volessi "ampliare i tuoi orizzonti" geografici, e mi sembrava un buon punto di partenza!

    Presi la lettera in mano e la aprii, non era sigillata, ed anche un po sgualcita, segno che era stata presa in mano diverse volte, magari da qualcuno alla bacheca che, una volta letta, l'aveva rimessa al suo posto, perchè non interessato.
    La lettera era piuttosto criptica, poco comprensibile e per nulla esaustiva, ma era considerata una missijne di livello C, quindi non troppo complicata e alla portata di un genin esperto.
    Non dava un indicazione precisa di dove recarsi, ma solo delle coordinate, piuttosto vaghe vista la dimensione dei quadranti sulle mappe.

    CITAZIONE
    "Ignobili Esseri" mettono a rischio il mio territorio ed il mio "Stesso Futuro". Richiedo l'intervento di abili e volenterosi ninja in grado di scovare questi "Esseri" e far tornare la pace nella mia vita iniziando dallo "Scavare a Fondo".
    Giorno: Giovedì 15 ore 8:00AM
    Luogo: 18°06'24"N 11°34'56"E

    Piuttosto criptica direi, hai già controllato le coordinate?

    Certo che no, ti ho lasciato il gusto della scoperta!
    Adesso vado, non potrò accompagnarti io laggiù purtroppo, dovrai cavartela da solo per questa volta, appena torni fammelo sapere che voglio sapere com'è andata!

    Certo, grazie del pensiero, mi metto subito al lavoro.


    Ban si congedò, tornando al suo lavoro, ed io rientrai in casa, dirigendomi verso il salotto.
    Appoggia la mappa sul tavolo ampio accanto al caminetto, e mi diressi verso la libreria, cercando l'atlante del continente, il quale mi avrebbe permesso di tracciare la rotta migliore da seguire per raggiungere le coordinate segnate sulla lettera.
    Appoggiai il grande libro sul tavolo e aprii alla pagina del continente ninja, cominciando a cercare le coordinate segnate.

    Vediamo... 18°06'24"N....e 11°34'56"E....Bingo!


    Le coordinate portavano ad un punto sperduto in una foresta del Paese del Fuoco, probabilmente sotto la giurisdizione di Konoha...non troppo lontana dal confine con Hekisui, il Paese delle Verdi Acque.
    Il punto segnato non era molto lontano da me, il mio Paese infatti confina con il Paese del Fuoco, e le coordinate segnate non sarebbero distate più di due giorni di viaggio a cavallo.
    Ero in fibrillazione per quella missione, finalmente avrei visitato il Paese del Fuoco, un luogo rinomato per i suoi vini e per le sue sterminate foreste, ed è proprio in una di queste foreste che sarei dovuto andare.

    Il modo migliore per raggiungere le coordinate è andare verso Est da Ame, entrare nel Paese del Fuoco e procedere verso nord, e poi a nord da Konoha, fino al punto segnato in mappa.



    Mi preparai a dovere per quella missione, presi tutte le armi da lancio che solitamente utilizzavo ed il mio mantello, ormai divisa imprescindibile per ogni viaggio lungo, spensi tutte le luci di casa e mi misi immediatamente in cammino senza perdere tempo, il viaggio era lungo, e secondo i miei calcoli sarei arrivato giusto qualche ora prima dell'appuntamento, il problema è che il contratto non dava nessun referente, solo criptici messaggi su "esseri" e sullo "scavare a fondo"...mi sarei arrangiato li per li, anche perchè non c'era molto su cui ragionare al momento, la lettera non dava molte spiegazioni, e non lasciava alito a molte interpretazioni.

    - Circa due giorni dopo -


    dhe6rE



    Il Viaggio fu lungo, ma piacevole...il clima del Paese del Fuoco è mite e confortevole in questa stagione, e non avevo incontrato nessun seccatore per la strada, solo qualche cinghiale poco felice della magra battuta di caccia, che si era messo a inseguire il mio cavallo lungo la strada battuta.
    Arrivai nei pressi del punto indicato dalla lettera, ma era impossibile definire con precisione se io fossi o meno nel punto esatto, qui la vegetazione si stagliava a perdita d'occhio, alberi alti decine e decine di metri coprivano con le loro folte fronde il cielo, il muschio attaccato alle rocce rendeva il terreno scivoloso, e il continuo cinguettio degli uccelli rendeva quel luogo un Locus Amoenus.
    Scesi da cavallo e legai le briglie ad un albero, se davvero c'era qualcosa a queste coordinate, prima o poi sarebbe saltato fuori, questa parte di foresta doveva avere qualcosa di particolare, altrimenti non mi avrebbero chiesto di venire qui.
    Mi misi dunque alla ricerca di questi "Esseri" di cui parlava la lettera, aspettandomi più o meno qualsiasi cosa, infatti, per sicurezza, tirai fuori il mio kunai, e lo impugnai nella mano sinistra, pronto al combattimento.


    + Stamina 100
    + Resistenza 100
    + Equipaggiamento //
    ------------------------
    + Azioni:
    -
    -
    -
    -


    Edited by Revan - 17/9/2020, 16:30
     
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    Il momento dell'appuntamento era alle porte e tutti gli shinobi che avrebbero dovuto prendere parte a quella particolare missione erano ormai giunti in loco. I secondi passavano e, mentre la più alta in grado si presentava agli altri palesando il suo ruolo di guida ed il motivo per cui sembrava essersi reso necessario quel provvedimento, qualcosa di strano accadde poco lontano dalla loro posizione.
    Nel punto specifico a cui corrispondevano le coordinate segnate nella richiesta, quattro pale comparvero dal nulla cadendo al suolo e formando quasi un preciso quadrato.

    [Intanto in un luogo indefinito...]

    Bene... Sono in quattro... Spero sia stata la mossa giusta...

    Una voce con un che di apprensivo e preoccupato ruppe il silenzio di quella stanza ancora in penombra, il sole ancora non era abbastanza alto da raggiungere la piccola finestra sulla parete nord.

    Non potevamo fare diversamente! Altre opzioni ci avrebbe condannati in ogni caso... Noi e non solo...

    Una voce molto più ferma e decisa troneggiò quasi a voler rassicurare l'interlocutore, o magari per autoconvincere se stessi, ma questo non ci è dato saperlo.



    A voi, in questo turno ancora tranquillo avrete modo di focalizzarvi sul parlare tra voi e descrivere i vostri primi pensieri su ciò che accade. Poi si entrerà in un certo senso nel vivo. Per dubbi sono a portata di MP
     
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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    Capitolo 2 - Rosa Alpina

    Scheda
    Foresta di Konoha - Mattina

    https://imagizer.imageshack.com/v2/320x240q90/924/PRYQ9C.png
    La foresta era incredibilmente silenziosa, l'unico suono che le mie orecchie riuscivano ad udire era il cinguettio degli uccellini sugli alti rami dei quegli alberi così imponenti che due persone non sarebbero riuscite a cingerne il tronco con facilità, il vento si era placato da ormai svariati minuti, mentre io mi ritrovavo a guardami intorno, spaesato, senza alcun indizio su cosa o dove cercare.
    Lessi nuovamente la missiva della Missione, la calligrafia sembrava non particolarmente curata, ma la mano era ferma e decisa, segno che era stata scritta con cognizione di causa e con calma.
    D'un tratto, mentre ero intento a rileggere quella missiva nel tentativo di carpire qualche informazione che magari poteva essermi sfuggita, un rumore di legni rotti attirò la mia attenzione, proveniva dalla mia sinistra.
    Istintivamente mi voltai di scatto, e davanti ai miei occhi si palesò una figura che inizialmente non misi bene a fuoco, poichè ancora coperta dai rami, ma dopo pochi passi che ella compiette verso la mia direzione, fui in grado di capire di chi si trattasse.
    Non era solo un individuo, ma ben due, uno dietro all'altro: entrambi indossavano il copri-fronte di Suna, quella fu la prima cosa che mi sincerai di controllare, qualora fossero stati dei ninja di Konoha avrei forse dovuto spiegare perchè un ninja di Ame si trovasse così lontano da casa...ma non sembravano affatto essere dei ninja ricognitori, o membri dell'O.S.U, ma semplici genin, più giovani di me.
    Uno era alto meno di me, ma meno del suo compagno, con i capelli castano chiaro portati lunghi ed un abbigliamento classico da ninja di basso livello, niente pettorine o giubbotti da jonin, mentre il ragazzo con cui era arrivato era leggermente più alto di lui, portava dei capelli scuri ed aveva un lineamento più emaciato del suo compagno, nonostante paressero avere la stessa età.
    Ora, quante probabilità c'erano che due ninja di Suna ed un della Pioggia si trovassero casualmente nello stesso luogo, in una foresta sperduta di Konoha? La risposta è zero.
    Quando furono abbastanza vicini, vidi che si dissero qualcosa a bassa voce vedendomi, probabilmente erano tanto sorpresi quanto me.

    Hey...immagino siate qui anche per la missione, bhe pare che siamo in tre.
    Mi chiamo Eanor, solo Eanor, e vengo da Ame, ho affrontato un lungo viaggio per arrivare qui, ma per ora non ho trovato nulla che indichi perchè ci hanno fatto venire qui.


    Mentre mi introducevo ai due ragazzi, sentii un rumore provenire dalla direzione opposta a quella da cui erano arrivati loro; Tutti e tre ci voltammo verso suddetta direzione, e dalle sterpaglie rumorose, fuoriuscì una bellissima ragazza, più o meno della mia età, con dei capelli corti tendenti al celeste e due enormi occhi blu, una bellezza simile stonava in un contesto così rustico come la foresta dove ci trovavamo, ma oltre alla sua bellezza, notai il suo copri-fronte, Konoha.
    Subito immaginai che fosse un ninja di pattuglia nella zona, visto il suo giubbotto, indicante che non era una semplice genin, ma venni smentito poco dopo, quando, dopo un colpo di tosse, ella si rivolse a noi tutti.


    Io sono Yuna, Chunin del Paese del Fuoco. Sono il vostro responsabile per questa missione, da fonti certe ho saputo che c’è buon ragione di tenere alta la guardia: il messaggio stesso che vi ha portato qui porta con sé non pochi misteri. In quest’occasione è bene tenere i nervi saldi e non fidarvi di nessuno che non sia io o i miei compagni. Se dovesse succedere qualcosa di pericoloso vi prego di usare una parola d’ordine: Rosa Alpina. Non fatene parola con nessuno, neanche con il mandante della nostra missione, chiaro?

    Rosa alpina, un fiore che starebbe benissimo su quei capelli, pensai.
    Non persi tempo, e prima che gli altri due ragazzi parlassero, mi presentai per primo, girando il mio corpo verso di lei, come se in quella foresta io e lei fossimo gli unici presenti, ma non persi nemmeno per un attimo il mio tono ufficiale, dopo tutto era un mio superiore.

    [color=@470000]Io sono Eanor, vengo da Amegakure, e come ha detto lei, sono qui per questa strana missiva che ci è giunta qualche giorno fa.[/color]

    Anche gli altri due ragazzi si introdussero, esplicando che anche loro erano giunti li per la stessa ragione, a quanto pare si erano dati molto da fare per raggruppare quattro ninja in una foresta sperduta nel nulla.
    Il silenzio della foresta fu rotto dalle nostre voci, che andarono a sostituire il cinguettio degli uccelli, che adesso stranamente avevano smesso di parlarsi.
    D'un tratto, nel punto esatto riportato dalla missiva, quattro pale da scavo caddero dal cielo, ponendosi in orizzontale, andando a formare un quadrato quasi perfetto.
    Non provocarono rumore cadendo, quindi fummo tutti colti di sorpresa quando sentimmo il tonfo a terra.

    Questa è bella...

    Esclamai

    Osservando le pale attentamente, non apparivano come strane, o differenti da qualsiasi altra pala da escavazione che avessi mai visto in vita mia, erano semplici pale di metallo, nemmeno nuove, ma la tempistica con cui erano arrivate, dalla direzione, e dalla forma che avevano assunto, non potevano che essere state "mandate" da qualcuno, o qualcosa.

    Quattro pale cadute dal cielo che formano un quadrato perfetto...quattro ninja, è evidente che qualcuno vuole che scaviamo...
    Guardate la missiva, proprio qui..."Scavare a Fondo", qualcuno vuole che ci diamo da fare, ma non so quanto sia una buona idea..



    + Stamina 100
    + Resistenza 100
    + Equipaggiamento //
    ------------------------
    + Azioni:
    - Di certo non tocca le pale
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    Io e Haruki continuammo a camminare tra la vegetazione della foresta del nord del paese fuoco, almeno fino a quando non ci trovammo nelle coordinate che erano scritte sulla missione. Capimmo che era anche il punto giusto poiché lì vicino trovammo un ragazzo con il coprifronte di Ame. Ho detto ragazzo, ma in realtà era decisamente più adulto di me e Haruki, era anche più alto di noi due, e pareva portare un giubbotto simile a quello che i superiori al mio grado portavano, anche se non sembrava quello tipico di Ame, vista la totale assenza di simboli riconoscitivi. Appena ci sentii, la sua testa scattò verso di noi… probabilmente non era rassicurato dalle prospettive che questa missione offriva, e non potevo dirmi in disaccordo. Notai che aveva anche un kunai in pugno, quindi, visto che non ci eravamo ancora identificati, preferii tirare fuori le mani dalle tasche e tenerle lungo il corpo. Meglio iniziare con il passo giusto. Appena ci avvicinammo, si rese conto che anche noi, come lui, eravamo lì per la missione, e quindi si presentò.
    "Hey...immagino siate qui anche per la missione, beh pare che siamo in tre.
    Mi chiamo Eanor, solo Eanor, e vengo da Ame, ho affrontato un lungo viaggio per arrivare qui, ma per ora non ho trovato nulla che indichi perché ci hanno fatto venire qui.
    "
    Decisi, vista la proverbiale timidezza del mio connazionale, di presentare entrambi, sperando di aiutarlo un minimo.
    "Piacere Eanor, io sono Kyoshi, e lui è il mio collega e amico Haruki. Nemmeno noi abbiamo fatto un viaggio particolarmente corto… Hai detto che non hai ancora visto nessuno? Strano… Cosa si aspetta il mandante della missione da noi? Come facciamo a completare il nostro incarico con solo le direttive della lettera?"
    Incominciai a molleggiare sulle punte, alzando e abbassando i talloni in maniera ritmata. Mi stavo già pentendo di aver accettato la missione.
    Non rimanemmo tre per molto, però: un’altra figura si avvicinò a noi, una figura femminile. Era una donna che aveva a occhio e croce la stessa età del ninja di Ame, con una carnagione chiara, capelli bianchi con in alcuni punti una punta di colore blu, e occhi azzurri. Indossava il coprifronte di konoha, la giubba da chunin, e aveva attaccato alle spalle un ventaglio di enormi dimensioni.
    Dopo aver richiamato la nostra attenzione con un colpo di tosse, ci guardò dritto negli occhi intensamente, e dopo si presentò.
    "Io sono Yuna, Chunin del Paese del Fuoco. Sono il vostro responsabile per questa missione, da fonti certe ho saputo che c’è buon ragione di tenere alta la guardia: il messaggio stesso che vi ha portato qui porta con sé non pochi misteri. In questa occasione è bene tenere i nervi saldi e non fidarvi di nessuno che non sia io o i miei compagni. Se dovesse succedere qualcosa di pericoloso vi prego di usare una parola d’ordine: Rosa Alpina. Non fatene parola con nessuno, neanche con il mandante della nostra missione, chiaro?"
    Eanor si presentò, e sia io che Haruki lo seguimmo a ruota.
    "Piacere, io sono kyoshi Jiki, genin della sabbia e anche io sono qua per la missione."
    Poi abbassai la voce affinchè solo Haruki mi sentisse
    "La Rosa Alpina è un fiore, giusto?"
    Subito dopo, ripresi a parlare normalmente, affinché tutti mi sentissero.
    "In ogni caso, signorina Yuna, sono d’accordo con lei per quanto riguarda la stranezza e la potenziale pericolosità della missione, quindi mi sembra giusto che vi dia un avviso,per quanto inutile potrebbe essere. Quasi un mese fa ho fatto una missione, e mi sono dovuto scontrare contro un qualcosa che non esiterei definire un ignobile essere… Era una donna, o meglio una donna ragno, pazza, violenta, sadica, e soprattutto decisa a iniettare il suo veleno dentro di me e dentro ai miei compagni attraverso diversi tipi di ragni, tra cui alcuni con testa di bambino."
    A quelle parole scossi la testa, come per togliermi l’immagine da davanti agli occhi.
    "Sono felice di poter dire che siamo sopravvissuti e che abbiamo portato la missione a termine, ma la donna ci è scappata. Perché vi dico questo? Perché l’ultima volta che l’abbiamo incontrata eravamo ad un paio di giorni di cammino da konoha… Io non so se sia questo uno degli ignobili esseri di cui parla la missiva, anzi: la mia parte razionale mi dice che non potrebbe mai essere lei, visto che non era in condizioni buone quando è scappata, però… meglio essere sicuri: cercate di non farvi mordere da ragni, anche se piccoli, va bene?"
    Durante tutto il discorso, avevo assunto involontariamente una faccia molto cupa e uno sguardo quasi assente, per poi riprendermi alla fine del discorso e ritornare col sorriso sulle labbra.
    Dopo un po’, sentimmo diversi rumori metallici sovrapposti. ci girammo verso la fonte del suono, e vedemmo quattro pale, disposte a quadrilatero, che delimitavano una piccola area.
    Da dove erano arrivate? Mi guardai intorno, e non vidi nessuno a parte noi. Ci avvicinammo, ma non trovammo risposte alle nostre domande.
    "Quattro pale cadute dal cielo che formano un quadrato perfetto...quattro ninja, è evidente che qualcuno vuole che scaviamo...
    Guardate la missiva, proprio qui..."Scavare a Fondo", qualcuno vuole che ci diamo da fare, ma non so quanto sia una buona idea..
    "
    "Non solo… parla proprio di iniziare dallo scavare a fondo. Avrei preferito che ci fosse qualcuno che ci dicesse in cosa consisteva questa missione, ma mi sa che non avremo altri indizi per ora."
    Dissi, restando però fermo, continuando a guardare le pale, e ponderando cosa fare.

    [Azioni e Consumi]


    Azioni
    1:
    2:
    3:
    4:
    Consumi
    Stamina=150
    Resistenza=150

     
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    Narrato | «Parlato»| -Pensato- | «Parlato Kyoshi» | «Parlato Eanor» | «Parlato Yuna»



    -Cos'è questa sensazione?-

    Mi domandai mentre ci avvicinavamo sempre più al luogo del viaggio. Ad ogni metro percorso sentivo il cuore stringersi in una fitta morsa, come se qualcosa mi stesse divorando dall'interno. Tuttavia il viaggio non ebbe particolari problemi, anzi, fu' decisamente piacevole, potendo difatti scambiare qualche idilliaca chiacchiera con quello che era il mio primo ed unico compagno di sempre. Stavamo lentamente formando un curioso duo, portando sulle spalle il peso che il Villaggio ci addossava. Il Futuro di Sunagakure No Sato, ecco ciò che eravamo. Più ci avvicinavamo e più il mio animo si placava o per meglio dire si sottometteva a quella forza dominatrice. Restavo sempre più in silenzio mentre sospiri profondi e poco controllati sancivano il ritmo della mia respirazione. Il culmine fu' raggiunto quando raggiungemmo il luogo esatto della missione, proprio quando le mie iridi andavano ad osservare quella fitta distesa di un verde smeraldo. L'arto superiore destro andò a posizionare una grande, ma debole mano, sul petto mentre il cuore pulsava all'impazzata, quasi a voler uscire fuori dalla sua locazione andando a superare la gabbia toracica e schizzare fuori dal petto. La mente mi portò ad estraniarmi dal mondo, facendo rientrare tutto il mio spirito in quel muro protettivo creato anni or sono dalla mia debole personalità. Gli occhi quasi parevano spenti, dando origine ad un ammasso di carne che parrebbe vuoto e disattivato.

    «...Strano… Cosa si aspetta il mandante della missione da noi? Come facciamo a completare il nostro incarico con solo le direttive della lettera?»

    Persi difatti il filo del discorso, d'innanzi alle mie iridi comparve un misterioso ragazzo, alto circa qualche metro e ottanta, forse anche più. Dovevo tornare lucido e farlo alla svelta ma quella dannata sensazione non aiutava. Ruotai leggermente il capo verso Kyoshi che prima di me, iniziò a scambiare alcune parole con lo sconosciuto. Presi alcuni attimi, davvero pochi secondo, a guardarlo fisso cercando di capire qualcosa sul giovane, quei piccoli particolari che mi ero perso insomma. Il suo Coprifronte parlava chiaro, veniva da Amegakure no Sato, o meglio noto come il Villaggio della Pioggia.

    «Io sono Haruki. Come hai detto che ti chiami?»

    La mia domanda non era puramente cattiva, semplicemente volevo ritrovare quel filo di discorso perso dalla mia mente, che era completamente offuscata dalle tenebre giusto qualche attimo prima. Aspettai le sue possibili parole per poi guardarmi meglio attorno, cercando di placare i miei pensieri, minacciati da davvero tanti quesiti. Ero completamente spaesato, senza sapere minimamente cosa diavolo stessi facendo. Dovevo riprendermi. Dovevo pensare alla missione e nient'altro. Chiusi per qualche secondo le palpebre lasciando averla vinta a quelle dense tenebre, mie dolci e care amiche. Lentamente il petto si gonfiava mentre tutta l'aria che respiravo dalle narici andava a riempire ambo i polmoni, per poi, come un vulcano attivo, cacciarla tutta fuori. Come quell'infinita distesa di Sabbia, cosi doveva tornare il mio animo. Calmo e quieto.

    «Io sono Yuna, Chunin del Paese del Fuoco. Sono il vostro responsabile per questa missione, da fonti certe ho saputo che c’è buon ragione di tenere alta la guardia: il messaggio stesso che vi ha portato qui porta con sé non pochi misteri. In quest’occasione è bene tenere i nervi saldi e non fidarvi di nessuno che non sia io o i miei compagni. Se dovesse succedere qualcosa di pericoloso vi prego di usare una parola d’ordine: Rosa Alpina. Non fatene parola con nessuno, neanche con il mandante della nostra missione, chiaro?»

    «Haruki Sato, piacere. Tutto chiaro»

    Un fievole sorriso giaceva sul mio volto non appena le mie orecchie udirono quel nome. Rosa Alpina. Quel fiore mi ricordava la mia sola ed unica ancora di salvataggio in questo atroce mondo. Shizuka. Ella aveva un amore infinito verso i fiori e le piante, creando insieme a Kazuhiko -l'uomo che mi aveva adottato da piccolo- una piccola oasi di verde nella propria abitazione. Furono le parole di Kyoshi a farmi tornare coi piedi per terra, sussurrandomi una semplice domanda. Il capo, quindi, andò a ruotare verso di lui.

    «Si. E' un fiore, ed è davvero bellissimo. Quando torneremo te lo mostrerò, è il fiore preferito di Shizuka»

    Alla fine, tutti all'unisono, voltarono la loro attenzione a delle pale poco distanti dalla nostra posizione. Ascoltavo attentamente le parole dei miei compagni, specialmente il primo che prese parola. Eanor, il ragazzo che proveniva da Ame. Concordavo con i loro pensieri e mi limitavo semplicemente a tacere, cercando di pensare a qualcosa. La missione non era certo iniziata nel migliore dei modi e un alone denso di mistero ci avvolgeva, lasciando al dubbio di averla vinta sulle nostre menti. Lo sguardo infine, andò a poggiarsi sulla ragazza, quella che fra noi era la più alta in grado.

    «E' lei il più alto in grado, cosa facciamo?»


    Haruki Sato
    - Stamina: 100
    - Resistenza: 100
    - Equipaggiamento: Giara di Sabbia [5/5]

    - Azioni:
     
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    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Haruki
    Parlato Kyoshi
    Parlato Eanor



    In ogni caso, signorina Yuna, sono d’accordo con lei per quanto riguarda la stranezza e la potenziale pericolosità della missione, quindi mi sembra giusto che vi dia un avviso,per quanto inutile potrebbe essere. Quasi un mese fa ho fatto una missione, e mi sono dovuto scontrare contro un qualcosa che non esiterei definire un ignobile essere… Era una donna, o meglio una donna ragno, pazza, violenta, sadica, e soprattutto decisa a iniettare il suo veleno dentro di me e dentro ai miei compagni attraverso diversi tipi di ragni, tra cui alcuni con testa di bambino. Sono felice di poter dire che siamo sopravvissuti e che abbiamo portato la missione a termine, ma la donna ci è scappata. Perché vi dico questo? Perché l’ultima volta che l’abbiamo incontrata eravamo ad un paio di giorni di cammino da konoha… Io non so se sia questo uno degli ignobili esseri di cui parla la missiva, anzi: la mia parte razionale mi dice che non potrebbe mai essere lei, visto che non era in condizioni buone quando è scappata, però… meglio essere sicuri: cercate di non farvi mordere da ragni, anche se piccoli, va bene?

    Le parole di Kyoshi arrivano veloci, come un fiume in piena che non permette a Yuna di seguire un discorso logico; appare spaesata, frenata, cercando un po’ di sicurezza in una fiamma interiore che non smette di ardere come un piccolo braciere – quasi di cenere – motore di quel calore che le permette di mantenere la calma. Fin troppe informazioni dalla fattura mortale le vengono date, un pensiero che immediatamente la pone su un piano ben diverso, lontano, assottigliato con maestria dalle parole di Haruki.

    E' lei il più alto in grado, cosa facciamo?

    Una responsabilità lenta, come una serpe, agisce nella sua carne quasi fosse una catena d’incendio; la sente scorrere sulla pelle agguantandone i movimenti, i pensieri e forse forse quel poco colorito sulle guance che vogliono rimanere bianche come la neve appena colta dal cielo. Eppure reagisce con il suo fare eternamente stoico. Deglutisce e lascia avanzare qualche passo fino alle pale assottigliando lo sguardo nella ricerca di qualche particolare, le gambe si flettono per farla accovacciare di fronte ad una delle vanghe mentre una mano libera estrae dalla tasca del giubbotto la missiva incriminata. Sono le parole di Eanor a trarla in ragionamento, la si vede sparire per un attimo in quelle frasi, in pensieri inarrivabili e che lentamente vengono deliziosamente messi a nudo nell’accostarsi al pensiero del ninja di Ame.

    Ha ragione, penso che il messaggio sia abbastanza chiaro: scavare. Abbiamo il punto indicato dagli strumenti, abbiamo gli strumenti e ora serve solo -

    Posato il biglietto entrambe le mani vanno ad afferrare una pala e qualche passo viene mosso in direzione di Eanor volgendo il braccio in un evidente tentativo di affidargli una delle due pale. Lo sguardo non è severo, solo deciso, smosso da una leggera risolutezza che dovrebbe bastare per donarle un’aria vagamente seria e probabilmente adatta a chi sta rivestendo un ruolo di padronanza sui presenti.

    Scavare. Cominciate, proverò e tenere d’occhio la zona.

    La seconda vanga verrebbe affidata ad Haruki affiancandolo per un momento lasciandosi poi andare in un altro colpo di tosse che vorrebbe attirare l’attenzione di tutti per l’ennesima volta.

    Cercheremo di seguire le sue indicazioni ma sarà solo una trappola se dovesse andare tutto per il verso sbagliato. Faremo credere a chiunque che siamo semplicemente abboccati ai loro tranelli ma resteremo forzatamente vigili ad ogni piccolo dettaglio, così li coglieremo di sorpresa quando ci penseranno in balia degli eventi. Chiaro?

    E così si sarebbe dedicata ad adocchiare i dintorni cercando qualcosa, un dettaglio che avrebbe potuto capovolgere il mistero che si imprime su di loro.




    Yuna Hittori

    ◕ Resistenza: 350
    ◕ Stamina: 600

    ◕ Azioni:


    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno
    • Ventaglio Gigante


    Edited by Kuma° - 4/10/2020, 12:34
     
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    Dopo alcuni minuti di indecisione, la caposquadra si decise a dare una smossa alla situazione e, su sua indicazione, tutti presero una pala iniziando a scavare nel punto designato. Yuna intanto, decisamente insospettita dalla situazione, iniziò a scrutare la zona circostante, timorosa di eventuali trappole o imboscate in agguato, nulla di tutto ciò era però presente nei dintorni. Non ci volle molto tempo prima che i tre giovani, palata dopo palata, giungessero a qualcosa di piccolo e metallico seppellito. Rapidamente lo tirarono fuori e lo identificarono come un semplice cofanetto con apertura a scatto, sarebbe bastata un quantità anche minima di energia per permetterne l'apertura.
    Se ciò fosse avvenuto, la squadra sarebbe entrata in possesso di due oggetti fondamentali per proseguire in quella sempre più strana missione: una mappa della zona che si estendeva fino al territorio di Hekisui ed un foglio con una scritta, "3 orizzontale" / "4 verticale" . Guardando la mappa con un pò più di attenzione, non sarebbe stato difficile notare lungo il margine in basso e lungo quello destro, due linee nere con diversi tratti in rosso. Come avrebbero deciso di muoversi, con questi nuovi elementi in loro possesso?



    Spero sia tutto chiaro :uuh: Buona caccia... :kerberotte: Identificate una destinazione e raggiungetela fermandovi un centinaio di metri prima dell'arrivo. Nel mio prossimo post, se il posto è quello giusto, inizieremo a capire cosa sta succedendo... forse :fff:
     
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    Capitolo 3 - Coordinate

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    Konoha - Tarda mattinata - Foresta di Konoha

    https://imagizer.imageshack.com/v2/320x240q90/924/PRYQ9C.png
    Il mio dubbio sul se scavare o meno, fu presto fugato dalla caposquadra, la bella kunoichi di Konoha dai capelli azzurri, che con fare deciso mi assecondò sul mio discorso.

    «Ha ragione, penso che il messaggio sia abbastanza chiaro: scavare. Abbiamo il punto indicato dagli strumenti, abbiamo gli strumenti e ora serve solo -»

    Fece una pausa, poi riponendo il biglietto che aveva in mano in tasca, afferrò una delle pale poste in sospetto circolo, porgendomela allungando il braccio verso di me.
    A mia volta allungai il mio, afferrando la pala sotto al punto dove la teneva lei con la mano destra, e la tirai a me, conscio che mi sarei dovuto mettere a scavare a breve.

    «Scavare. Cominciate, proverò e tenere d’occhio la zona.»

    Gli altri due shinobi presero a loro volta una vanga, e si unirono a me nello scavare nel punto indicato, fui io a dare il primo colpo di vanga, trovando una terra non proprio morbida sotto ai miei piedi, poco bagnata e piena di vecchie radici di piante.
    Mentre scavavamo in coro, la caposquadra pattugliava la zona attorno al sito di scavo, scandagliando la zona in cerca di pericoli o di qualcosa fuori posto, la cosa puzzava di trappola, e non fui il solo ad accorgermene.

    «Cercheremo di seguire le sue indicazioni ma sarà solo una trappola se dovesse andare tutto per il verso sbagliato. Faremo credere a chiunque che siamo semplicemente abboccati ai loro tranelli ma resteremo forzatamente vigili ad ogni piccolo dettaglio, così li coglieremo di sorpresa quando ci penseranno in balia degli eventi. Chiaro?»

    «Chiaro capitano.»

    La mia risposta arrivò diretta e rapida, mentre facevo lavorare i miei avambracci e le mie spalle su quell'ormai metro di profondità che ero diventato lo scavo, cominciato nemmeno 10 minuti fa.
    D'un tratto, la mia vanga colpì qualcosa di solido, il rumore fu quello del metallo che colpisce altro metallo, e scostando lo strumento edile dal buco, notai che qualcosa di grigio metallico stava affiorando dalla terra.

    «Fermi, c'è qualcosa qui.»

    Esclamai, per far interrompere lo scavo ai due shinobi intorno a me, ed allungai la mano nello scavo, piegandomi leggermente in avanti, dopo essermi messo in ginocchio per arrivare meglio allo strano oggetto metallico.
    Una volta afferrato, tirai delicatamente, e notai che l'oggetto venne fuori senza sforzi, era molto leggero, e decisamente in metallo, ovviamente sporco di terra e quindi lontano dalla sua precedente lucentezza.

    «Sembra un cofanetto portagioie...o un porta gioielli.»

    Lo esaminai dopo averlo liberato dalla terra che lo circondava, per poi aprirlo senza farmi troppi problemi.
    Forse avrei dovuto attendere l'ordine di Yuna, ma lo feci così istintivamente che non mi resi nemmeno conto di avere ora il cofanetto aperto davanti a me, con il suo contenuto in bella vista.
    Il suddetto cofanetto infatti, conteneva due oggetti ben separati al suo interno: il primo era una mappa topografica della zona circostante, le cui letture potevano essere svolte fino al territorio di Hekisui, che confinava con Konoha a pochi chilometri dalla nostra attuale posizione, il secondo invece era un foglietto di carta bianca con su scritto...

    «3 orizzontale, 4 verticale, vogliono proprio farci fare una caccia al tesoro qui...»

    Avevo già notato che la mappa aveva delle tacche sul lado destro verticale e quello inferiore, formando un piano cartesiano sul quale avremmo potuto facilmente tracciare il quadrante riportato sul foglio.

    «Capitano, secondo il diagramma qui riportato, se inserisco 3 orizzontale e 4 verticale, la mappa segna un punto geografico abbastanza preciso, si trova sul confine tra Hekisui e il Paese del Suono, ci stanno mandando parecchio lontano, quasi ad Oto...sarà sicuro addentrarci fino li?»

    Lasciai l'analisi al capitano, consegnandogli in mano foglietto e mappa, per poi fare qualche passo indietro e conficcare la mia pala nel terreno a pochi metri dallo scavo, in attesa di ordini.


    Scusate, avevo poche idee.




    + Stamina 100
    + Resistenza 100
    + Equipaggiamento
    1x Kunai
    ------------------------
    + Azioni:
    -
    -
    -
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    Edited by Revan - 12/10/2020, 11:39
     
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    ParlatoNarratoParlato altri Kyoshi JikiJitonOC: lucky<3

    Dopo un attimo di indecisione, in cui io e gli altri shinobi pensammo a come comportarci, decidemmo di fare ciò che era più ovvio: scavare.
    Non tutti, però. Yuna, il nostro superiore, decise di rimanere di guardia in caso questo posto si rivelasse una trappola. Che vista la particolarità della situazione in cui ci eravamo cacciati a nostra insaputa, non mi poteva fare che piacere. Ci ammonì anche di stare sempre all’erta, ma di continuare con quello che ci richiedeva la missione.
    "Ricevuto"
    Mi limitai a dire. Doveva avere poca fiducia in noi se pensava di dover specificare quelle ovvietà.
    Eanor fu il primo ad incominciare a scavare, ed io lo seguii a ruota qualche secondo dopo.
    La terra era decisamente più dura della sabbia su cui sono solito camminare, e notai con interesse che era anche piena di vita.
    Foglie appena cadute dagli alberi, radici, insetti, ogni colpo di pala smuoveva qualche tipo di vegetale o animale.
    Fortunatamente in tre persone (poiché anche Haruki si era messo a scavare) riuscimmo a tenere un ritmo piuttosto elevato, quindi non ci mettemmo molto prima di trovare qualcosa che catturasse la nostra attenzione.
    Era un cofanetto, uno di quelli usati solitamente per contenere oggetti di valore. Anche Eanor lo notò, e dopo aver fermato gli scavi, si accinse a riportarlo alla luce dissotterrandolo completamente.
    Cautamente lo aprì, e ne tirò fuori due fogli, uno più grande dell’altro. Sfortunatamente a causa della differenza di statura, riuscii a vedere il contenuto dei due fogli solo dopo essermi messo in punta di piedi.
    Erano due fogli: una mappa con delle tacche su due dei quattro lati, quello destro e quello sinistro, ed una nota con su scritto “tre orizzontale/quattro verticale”
    Eanor studiò la mappa un secondo, poi si rivolse a Yuna
    "Capitano, secondo il diagramma qui riportato, se inserisco 3 orizzontale e 4 verticale, la mappa segna un punto geografico abbastanza preciso, si trova sul confine tra Hekisui e il Paese del Suono, ci stanno mandando parecchio lontano, quasi ad Oto...sarà sicuro addentrarci fino lì?"
    "Non credo che ci siano tante altre opzioni… però hai ragione, questa missione non sarà affatto sicura."
    Rimasi in silenzio per un attimo, poi ripresi a parlare tra me e me, ma a voce abbastanza alta che anche gli altri, se avessero voluto, avrebbero potuto sentirmi
    "Quello che abbiamo trovato non combacia con le informazioni che ci sono state date… Il mandante dice di essere in pericolo, e ci invia delle coordinate, dove ha messo un indizio per un altro paio di coordinate. Se ha bisogno di tutto questo aiuto, perché rendere così difficile individuare la tua posizione? Perché c’è qualcuno o qualcosa che ti impedisce di farlo? Ma allora come ha fatto ad inviare una richiesta di aiuto così esplicita fino a Konoha? Te che ne pensi, Haru? E lei capitano? L’ipotesi che questa sia una trappo diventa sempre più realistica…"

    [Azioni e Consumi]


    Azioni
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    Consumi
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    Intanto il silenzio ci circondava, stranamente aggiungerei. Il sole, alto nei cieli, faticava a far penetrare i suoi raggi, mentre un dolce e profumato vento soffiava all'interno della fitta foresta. Lì dove si sta svolgendo una missione che ora sta iniziando a diventare sempre più misteriosa. Afferrai saldamente una delle pale, dopo che decidemmo come organizzarci, per poi scavare in quella parte di terreno. Tutti all'unisono, affondavamo quella lunga e ferrosa pala, sradicando una piccola parte di terra e lanciandola giusto qualche metro più in la. Una, due, tre, sempre più affondo, mentre sulla fronte fanno capolino alcune gocce di sudore, causate proprio dallo sforzo muscolare. Intanto nella mia mente i pensieri dominavano, facendola da padrone in quello spazio angusto ed infinito, dove la fantasia viola e prende qualsiasi forma essa voglia. Ripensavo a quel messaggio, quella missiva che mi aveva portato dritto in questa foresta, con questo gruppo di persone. Le idee degli altri Shinobi vengono portate alla luce del giorno, mentre lo sguardo del capo del gruppo, Yuna, controlla che tutto fili liscio come l'olio. Che sia una trappola pare una cosa ovvia, ma meglio procedere e non tardare troppo la cosa.

    Abbiamo trovato qualcosa?

    Mi domandai aizzando lo sguardo verso l'orizzonte, lasciando al Genin di Amegakure e Kyoshi il compito di osservare cosa ci sia in quello scrigno. Dunque, era questo l'oggetto trovato in quell'occasione. Una specie di cofanetto argenteo, con dei strani segni incisi sulle sue superfici, forse un semplice ornamento. Il contenuto era quello che più risultava significativo. Difatti, all'apertura riuscimmo a trovare una mappa e delle coordinate. Il mio sguardo però, era focalizzato su altro, mentre l'udito captava perfettamente tutto ciò che veniva pronunciato. La storia iniziava a farsi sempre più misteriosa, come se un ombra di mistero ci avvolgesse in un dolce abbraccio. Seguirono per prima le parole di Eanor. Un punto preciso della mappa che porta vicino al confine con Otogakure no Sato.

    Decisamente una trappola

    Fu' il momento di Kyoshi, altro Genin di Sunagakure no Sato. Non uno qualunque, ma il Genin considerato il futuro della Sabbia, insieme al suo compagno, me medesimo. Le sue parole erano giuste al mio orecchio, condividevo quindi il suo pensiero.

    Penso che possiamo solamente seguire ciò che ci viene mostrato. Tuttavia, si, penso sia una trappola. Siamo Shinobi, dobbiamo adattarci alle situazioni.

    Ecco le mie prime parole da quando ero arrivato in quella foresta. Non ero un tipo tremendamente loquace, questo lo sapeva benissimo Kyoshi, che in tutti i modi cercava di spingermi a far parte di questo mondo. Le informazioni che ci venivano lasciate portavano dritto ad una conclusione. Una volta lessi una fiaba su due ragazzini persi in una foresta. La ragazza lasciava tracce per non perdersi lungo il percorso. Ecco in che situazione eravamo finiti, a seguire le tracce di qualcuno che forse ci attende armato e accompagnato da una grande mola di persone, tutte agguerrite e affamate di malvagità.

    «Penso che dobbiamo stare attenti, coordinarci per una formazione d'attacco e di difesa. Dobbiamo essere pronti non appena arriviamo. Io e Kyoshi usiamo Jutsu a base di Sabbia. Se avete particolari abilità è il momento di rivelarle. Capitana, a te il compito di decidere le formazioni»

    Non amavo certo rivelare al pubblico le mie abilità, specialmente a chi non fosse del villaggio della Sabbia ma le circostanze lo richiedevano. Andavamo contro a qualcosa che non conoscevamo, l'unica cosa che possiamo sapere è ciò che abbiamo in possesso, ovvero le nostre capacità. Avevo messo in tavola le mie doti e speravo che anche gli altri facessero lo stesso. Aspettai qualche attimo, proprio il tempo necessario ai ragazzi di partecipare al mio discorso, per poi avanzare verso il punto indicato.

    «Fai strada»

    Le parole della Capitana avevano dettato il da farsi, ragion per cui assunsi la posizione che mi spettava e mi addentrai in quella fitta Foresta, che passo dopo passo mi sembrava sempre più familiare. Quella sensazione, la dannavo completamente, quasi m'impediva di pensare o ascoltare le parole dei miei compagni. Arrivammo infine qualche centinaio di metri dal punto scelto, lasciando prima la foresta e poi proseguendo all'interno del territorio che confinava con Konoha, Hekisui. Un territorio che mai credevo di esplorare. I sandali battevano sulla lunga strada, composta da un triste terriccio. Il silenzio della foresta quasi mi mancava, lì ogni parola sembrava rimbombare anche se era dannatamente misteriosa. Ero deciso nel voler tornare in quella foresta, volevo capire come mi donava quella sensazione d'appartenenza che mai avevo provato nel mio villaggio natale. Una morsa al cuore lo stringeva sempre più e terminò con l'abbandono della foresta appunto. Il territorio di Oto era vicino, tremendamente vicino anche se eravamo a qualche centinaio di metri lontano dal punto designato.


    Scheda

    Stamina: 100
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    CITAZIONE
    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Haruki
    Parlato Kyoshi
    Parlato Eanor


    Ad un tratto è diventata una semplice spettatrice della vita che scorre lì attorno, solo per vaghi momenti si è distratta – pochi – deboli sipari per lasciarsi andare all’osservare di qualche foglia appena staccata o di qualche ramo malinconicamente ritorto. Non un soffio di parole però, silente come sempre da sfogo al suo compito con una diligenza tale da renderla solo un’ombra tra i mille pensieri che – muti – rimbalzano in mente con la stessa cadenza di quei rumori di sottofondo. Note dure, di polvere, rappresentate dalle vanghe che scavano in terra e dalle rocce che cadono sulla brulla foresta; uno spartito tutt’altro che leggero, un susseguirsi di rombi in testa che finalmente trovano la loro fine quando ogni segreto è taciuto. Il piccolo scrigno rinvenuto attrae la sua attenzione come un magnete instabile, i suoi passi si muovono lesti al limitare della buca che hanno scavati cercando di osservare la situazione dall’alto e verseggiando un semplice quanto conciso.

    Fate attenzione.

    Un avviso che la stuzzica a dirigere le mani appena in avanti, le dita aperte come pronte a scatenare tempeste e cicloni; fortuna che ogni minaccia vien soffiata via da un rinvenimento che la costringe ad avvicinarsi a quegli oggetti tanti strani quanto eccentrici. Uno ad uno li afferrerebbe con lentezza rigirandoli tra le dita quasi a rimestare in pensieri che ancora una volta restano muti, specchiati in quel paio d’occhi di cielo che sono accentuati da uno sguardo singolare – attento – perso in dettagli (o almeno nella loro ricerca) di ciò che ora possiedono. Una mappa e un indizio, una stramba caccia al tesoro che in un istante pare far scattare qualcosa nella loro guida. A passi svelti si allontana per un attimo portando con sé gli oggetti che non degna di uno sguardo, li tiene in basso, con le mani che puntano al terreno, valutando l’aria nei dintorni e fissando un punto non precisato tra le fronde degli alberi. Qualcosa continua a non andare per il verso giusto, ogni precisazione dei suoi sottoposti sembra arrivare persino da lontano e sembra svegliarsi solo alla fine di tutto – quando il mondo tace – rigirando gli oggetti ora vicino al grembo ed avvicinandosi ai genin.

    Ragazzi, ammetto di essere confusa ma ciò non vuol dire che non dovete avere fiducia in me. Sono qui per proteggervi al massimo delle mie capacità ma questo non significhi che riesca a vederci chiaro attraverso tutto.. questo.

    Per prima cosa le sue parole si tingono come uno spettro tanto umano e reale, la sua voce si fa carico di una consapevolezza che vuole rendere immediatamente ai tre ragazzi. Uno dopo l’altro li osserverebbe con cura, ricercando le loro reazioni e probabilmente agendo come il peggior capitano potrebbe mai fare.

    Se pensate che questo punto possa essere una valida scelta possiamo andare, ma come dobbiamo essere pronti. Io sono un’utilizzatrice di Ninjutsu ma ciò non vuol dire che sarete soli in prima linea, dovete contare su di me per quanto riguarda ogni tipo di attacco a sorpresa o incarico speciale, sono qui per questo. L’importante è che non vi cullate sull’onda della mia protezione, la missione è stata assegnata a voi e io sono la vostra responsabile, va portata a termine secondo le regole. Non dovrete di certo mettere a rischio le vostre vite, non ci arriverete, ma dovete dare il meglio come compagni, intesi?

    Concluso questo primo intermezzo si limita a presenziare lo spostamento verso il punto indicato, una scelta che appoggia senza particolari dettagli sulle sue reazioni limitandosi a fronteggiare il gruppo ed eventualmente ad adocchiarlo di tanto in tanto con qualche occhiata alle spalle. I suoi movimenti sono un po’ macchinosi, appena lenti, scossi da quel ventaglio gigante sulla schiena che non smette di sfiorare neanche un secondo durante lo spostamento; lo sente vicino, la pesantezza del suo essere sulla schiena le sembra quasi un conforto – o forse una pena? - trascinando un sottile senso di colpa e responsabilità che le inquieta l’animo come un maleficio scadente. Solo una volta arrivati a destinazione – lontano e ancora al sicuro – tenta un ultimo approccio verso i ragazzi.

    Fate andare prima me, seguitemi con una decina di metri di distanza, nascosti, non fatevi vedere. Farò in modo che qualsiasi cosa ci aspetti possa accorgersi di me e non di voi. Se dovesse succedere qualcosa di grave non intervenite se non siete sicuri di non correre rischi, mi raccomando.

    E così, speranzosa della sua piccola e prima strategia, si avvia sul punto designato con una mano al ventaglio e l’altra che rimescola l’aria all’altezza del grembo.





    Yuna Hittori

    ◕ Resistenza: 350
    ◕ Stamina: 600

    ◕ Azioni:


    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno
    • Ventaglio Gigante
     
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43 replies since 9/9/2020, 20:20   1714 views
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