[B] La banda del ponte

Ex C - Max 3 genin - 1 chunin

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    Da alcune settimane una banda di briganti ha preso il controllo del ponte che unisce il nostro piccolo villaggio a quello vicino, estorcendo tasse di passaggio ai viaggiatori. Vi prego di aiutarci, raggiungetemi il giorno xx alle xx per maggiori informazioni.
    Il Sindaco.

    Bene ragazzi, prenotatevi e poi editate per il post. Descrivete come venite a conoscenza della missione (bacheca o recapitata a casa) e quindi il viaggio verso il piccolo villaggio nei pressi dei confini del Paese del Fuoco


    Edited by Roy90 - 12/6/2020, 13:52
     
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    Missione B - La banda del ponte

    Seto Akame



    narrato - parlato - pensato - parlato altrui





    Kiri si risvegliava alle prime timide luci del mattino, come sempre attanagliata da una fitta nebbia.
    Un profumino di caffè e brioches appena sfornate proveniva dalla cucina, così decisi di precipitarmici per godere di una calda colazione.
    Mio padre consultava il quotidiano mentre sorseggiava in tutta tranquillità la sua bevanda e quando mi vide arrivare, mi salutò accennando un sorriso.


    Buongiorno Seto!


    Mi stropicciai gli occhi, ancora intorpiditi dalla sana dormita della notte e risposi al saluto con un tipico cenno militare.
    Una volta preso posto a tavola addentai una di quelle paste, ancora rovente e per poco non mi ustionai la lingua, così la poggiai sul mio piattino per farla freddare un momento.


    Guardando il retro del giornale che il mio vecchio stava leggendo e la mi attenzione venne attirata da un paragrafo evidenziato da una nuvoletta gialla, il quale sembrava chiaramente un annuncio.
    Aguzzai la vista per poterne leggere l’intestazione.


    ! NUOVE MISSIONI DISPONIBILI IN BACHECA !


    In quei giorni mi stavo allenando duramente, imparando e perfezionando alcuni nuovi Jutsu.
    Quale migliore occasione di testare le mie nuove abilità se non cimentarmi nella mia prima missione.


    Papà, credi che sia il momento giusto per me di affrontare una missione?


    Abbassò il quotidiano per potermi guardare e lo chiuse appoggiandolo su un lato del tavolo.


    Credo proprio di sì, Seto!


    Le missioni sono molto importanti per noi perché, oltre ad essere indubbiamente utili per il villaggio, ti permettono di collaborare con altri Shinobi e di acquisire nuovi insegnamenti non solo dal punto di vista tecnico-strategico, ma anche di vita.

    Il mio vecchio infatti partiva spesso per nuove missioni, essendo un Jonin di Kiri e ad ogni suo ritorno ci raccontava sempre delle esperienze vissute, accrescendo in me la curiosità di viaggiare per le varie terre e di scoprire qualcosa in più sulle tradizioni e sulle tecniche dei vari villaggi.


    Ho letto che sono disponibili alcune missioni..dove si trova la bacheca?


    Dunque ce n’è una non molto lontano da qui.
    Si trova nei pressi dell’ospedale, sulla via principale.



    Decisi di non perdere tempo; mi sciacquai velocemente e una volta vestito mi precipitai in strada per raggiungere quella bacheca.
    Raggiungi la via principale in pochi minuti, correndo come un forsennato.
    Nei pressi dell’entrata del vecchio ospedale del villaggio, vidi una struttura in legno, appoggiata su di un muro di recinzione così mi avvicinai.
    Appuntati al legno della lavagna vi erano numerosi avvisi e iniziai a consultarli velocemente per capire se avessi potuto trovare qualcosa che faceva al caso mio.


    CITAZIONE
    LIVELLO B – LA BANDA DEL PONTE
    Max 4 Genin

    Da alcune settimane una banda di briganti ha preso il controllo del ponte che unisce il nostro piccolo villaggio a quello vicino, estorcendo tasse di passaggio ai viaggiatori. Vi prego di aiutarci, raggiungetemi il giorno xx alle xx per maggiori informazioni.
    Il Sindaco.

    Perfetto!!!


    Si tratta di estorsioni ai viaggiatori in uno svincolo chiave per quel villaggio.
    Bisognerà porre particolare attenzione perché non sembra un compito facile..spero di trovare dei compagni collaborativi.
    Ho qualche giorno per raggiungere il sindaco ma il viaggio sarà molto lungo..mi conviene sbrigarmi.


    Così corsi a casa e una volta salito in camera cominciai a preparare il mio zaino con l’occorrente che ritenevo necessario per la missione.
    Scesi nella biblioteca di famiglia e prelevai dalla vasta collezione, meticolosamente ordinata dai miei genitori, un libro sulla storia delle Terre del Fuoco e sulla sua conformazione geografica; mi sarebbe servito per affrontare meglio la missione e mi sarebbe stato anche di compagnia durante il viaggio.
    Non dimenticai di passare dalla cucina per portare con me alcuni snack e cibi pronti.


    Ci siamo, posso partire!


    Chiusi la porta di casa alle mie spalle e mi incamminai verso le porte del villaggio, dove si trova la stazione ferroviara che collegava il nostro paese agli altri con kilometri e kilometri di rotaie.
    Arrivato sul posto chiesi informazioni ad un anziano signore, che aveva l’aria di essere un funzionario, mostrandogli una cartina.


    Mi scusi signore! Dovrei raggiungere questo villaggio, saprebbe indicarmi quale treno dovrei prendere?


    Il vecchio ferroviere estrasse dal suo taschino anteriore un paio di vecchie lenti da vista ed una volta posizionate sul proprio naso, si avvicinò al punto che stavo indicando sulla cartina.


    Figliuolo dovrai fare parecchie ore di viaggio! Dovrai prendere la carrozza rossa..
    Partirà tra una una quindicina di minuti, ma ti consiglio di prendere posto.
    Mi raccomando, fai attenzione da quelle parti!



    Ringraziai cortesemente il signore e schizzai verso la carrozza da lui indicatami; salii e mi accomodai in un vagone pressoché deserto.
    Riposi la cartina nel mio zaino e guardai fuori dal finestrino.
    Provavo un mix di emozioni contrastanti: da una parte ero esaltatissimo per quella mia prima avventura e dall’altra mi domandavo se ne fossi stato all’altezza.


    Dovrò tornare al villaggio più sicuro e determinato di prima!


    Così presi il libro che mi ero infilato nello zaino e iniziai a sfogliarlo, per smorzare un po' quella strana ma sana sensazione.



    […]



    Passata la notte su quegli scomodissimi sedili di quella carrozza desolata, alle prime luci dell’alba guardai al di fuori.
    Il sole stava per innalzarsi su quelle terre con sicurezza e imponenza.
    Non avevo mai visto una situazione del genere a Kiri.
    Di li a poco sarei arrivato a destinazione e così decisi di consumare qualche snack per attivarmi.


    Il Paese del fuoco è così colorato..mi sento già di buon umore questa mattina!


    Una volta sceso dal treno mi sarei diretto al luogo dell’incontro, con circa 1 ora di anticipo e avrei aspettato il sindaco del villaggio, mittente della missione che stavo per intraprendere.




    Edited by ¬Seto - 14/6/2020, 13:37
     
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    [Città di Tetsu]



    Erano passati alcuni giorni dal mio passaggio di grado e proprio come volevasi dimostrare mio padre teneva ancora il muso perché aveva perso la sua scommessa con il nonno, non volevo diventare un sergente o grande generale per fare pubblicità alla sua scuola e men che meno volevo indossare quel vestito da gatto troppo cresciuto che secondo lui sarebbe stata un'ottima pubblicità.

    Quand'è che imparerà quel vecchio...non voglio fare quello che...ma che diavolo...

    Il mio sguardo si appoggiò su di una missiva che era caduta a quanto pare dietro la bacheca degli annunci li nella stanza di raduno per i soldati semplici, normalmente in quel stanzone sempre affollato c'erano tutti coloro che avevano passato l'esame ed erano riusciti a diventare dei soldati da pochi giorni, era una stanza molto grande, circa cento metri quadrati e dalla forma rettangolare, c'erano quattro porte che permettevano l'ingresso e l'uscita delle persone così da evitare affollamenti e al centro della stanza verso al parete opposta c'era la 'bacheca', ovvero un muro pieno di scritte riguardanti il bushido, le norme comportamentali per noi samurai, le iscrizioni alla ronda cittadina e le missioni a cui potevamo partecipare, fino ad ora avevo partecipato alle ronde un po' per pigrizia e un po' perché volevo abituarmi alle cose che avevo ottenuto con il passaggio di grado.

    E tu invece? perché non sei li sopra con le altre?

    Presi la missione tra le mani e sgranai gli occhi, era una missione di livello B, una missione del livello medio, non difficile come una A ma tutt'altra storia rispetto le D e le C che dovevano essere in quell'aula immensa, sicuramente doveva essere caduta alle persone che si occupavano di togliere le missioni vecchie e di sostituirle con quelle nuove, le missione si sarebbe svolta nei pressi di konoha e la data di creazione era la stessa del mio passaggio di grado.

    Mi stai dicendo che sei mia quindi....

    Andai subito al centro informazioni per vedere se la missione era ancora attiva e se potevo prenderla in carico come soldato di Tetsu, impiegai una decina di minuti a convincere la ragazza allo sportello ma alla fine riuscii nel mio intento e a farla mia, la mia primissima missione sarebbe stata una B, che modo migliore per iniziare la mia avventura se non quello? Corsi a casa e iniziai a prendere tutto quello che mi poteva servire per il viaggio, presi le razioni gli strumenti utili per dormire fuori e il mio dado. Raggruppai la mia famiglia al completo per avvisarli di quello che stavo andando a fare e che sarei rimasto fuori casa per alcuni giorni...anzi, per un mese forse...

    Signori miei il vostro adorato figlio e nipote parte per un'avventura, il viaggio dovrebbe essere di un mese circa quindi cercate di non dare fuoco a nulla mentre non ci sono...capitò vecchio?

    Mio figlio non mi rispetta più...cara cosa ho fatto di male per meritarmi questo?

    Sei semplicemente uno stupido marito mio.

    Mentre i miei battibeccavano, o meglio, mio padre si lasciava distruggere dalla moglie mio nonno mi accompagnò alla porta e mi diede gli ultimi consigli su come comportarmi con le persone degli altri paesi, sopratutto con i ninja del continente.

    Ricordati sempre che sono persone con idee e culture diverse, per quanto possiamo essere simili o avere gli stessi obbiettivi ricordati che devi sempre misurare le parole e capire che possono avere tradizioni e abitudini diverse, ora va e stai attento, non voglio diventare bisnonno così giovane.

    Scoppiammo a ridere come due cretini, lo salutai e m'incamminai verso il porto per prendere la prima nave in partenza, per fortuna per noi samurai che andavamo in missione c'erano sempre delle imbarcazioni pronte per effettuare dei lunghi viaggi con poco preavviso.

    [...Alcuni giorni dopo...]



    Perché ho fatto questa cazzata...ugh bleargh...

    Giorni senza cibo, notti senza sonno, non riuscii ad abituarmi alla nave e al suo continuo oscillare per i primi tre giorni, ma alle primi luci del quarto ero talmente tanto affamato e stanco che dormii per tutto il giorno finché non arrivammo al primo porto libero. Da li scesi e mi feci l'ultimo giorno di viaggio a piedi, non m'importava di dover camminare o quanto tempo avrei sprecato, volevo allontanarmi il più possibile dalla nave e da quel mare che mi lasciava solo brutti ricordi e sensazioni. Arrivato al villaggio segnato sulla mappa che mi avevano dato al centro informazioni iniziai a svestirmi togliendomi l'haori e la sciarpa, la differenza di clima si sentiva e così decisi di riporre le mie cose al posto di collassare per un colpo di caldo, mentre mi toglievo quelle cose notai un gruppo di due ragazzi accompagnati da un uomo più grande di loro passai davanti al un gruppetto dei tre ninja che a giudicare dai coprifronte appartenevano a kiri, un villaggio che si diceva essere pieno di ninja abili con le spade quasi quanto noi.

    Scusatemi per l'intromissione ma volevo chiedervi un'informazione riguardante il villaggio, sono un samurai di Tetsu e sono stato inviato per una missione di livello B ma non so proprio dove poter trovare il sindaco, qualcuno di voi mi potrebbe aiutare per favore?

    Accennai un mezzo inchino in forma di rispetto e sentii i due cinturini tirarmi le cosce durante il movimento li avevo fissati fin troppo bene molto probabilmente, ma almeno ero sicuro di non perdermi nulla per strada.

    [Azioni, Consumi ed Equip]


    Azioni
    Bonus/Malus
    //
    //
    Consumi
    Stamina 100/
    Resistenza 200/

    ParlatoPensatoNarratoSabito ToraSamuraiKotonFunny


    Ho cercato di fare il prima possibile scusate :rosa:


    Edited by LuckyDice - 14/6/2020, 11:56
     
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    Guardavo le onde infrangersi sullo scafo, con le braccia appoggiate al parapetto dell’imponente battello che mi stava traghettando dal Paese dell’Acqua a quello del Fuoco. I flutti impetuosi accompagnavano il mio flusso di pensieri che incessante e frenetico spaziava da un argomento all’altro: pensavo alla questione irrisolta con Kirara, al mio incontro con Kishita-sensei e, più in generale, alla missione che stavo andando a compiere.
    Nascondevo a me stesso senza troppa fortuna d’essere in realtà terrorizzato: come prima missione per la mia carriera ninja avevo accettato di eseguire una livello B, di norma affidata a ninja esperti e di grandi capacità. Il giorno in cui, deciso ad eguagliare Kirara, mi ero recato in accademia per dare un’occhiata alla bacheca e selezionare la mia prima missione di certo non mi aspettavo di non trovare missioni del mio livello disponibili. Mi ero mosso tardi e per questo tutte le missioni di livello D o C, decisamente più adatte al mio rango, erano state già prenotate da altri miei pari grado. A rimanere a disposizione era solo una livello B che, come dicevo, era decisamente al di fuori della mia portata. Ma poi il mio incontro con Kishita-sensei e il suo discorso a riguardo mi avevano fatto cambiare idea, insieme al fatto che insieme a noi genin ci sarebbe stato un chunin a coordinare le operazioni. O almeno così era indicato nell’annuncio ed io, francamente, me lo auguravo. I discorsi di Kishita-sensei, in effetti, mi avevano un poco inquietato e non volevo certo finire ammazzato alla mia prima missione.

    La nebbia ancora non ci aveva abbandonato, nonostante fossimo partiti ormai da qualche ora, ed io mi domandavo come il timoniere potesse destreggiarsi così bene all’interno di quel fitto banco. Staccai le braccia dal parapetto per voltarmi e rivolgere la mia attenzione verso gli altri ospiti del battello. Feci danzare le mie iridi scarlatte sui volti smorti dei passeggeri, ma senza prestare reale attenzione. Non ero poi così curioso di scoprire con chi stavo condividendo il viaggio ed inoltre ero decisamente il tipo più interessante sull’imbarcazione: l’unico ad indossare un coprifronte e ad essere armato, oltre ovviamente alle due guardie del battello. Avevo rapidamente cercato con lo sguardo qualcun altro con un coprifronte indosso, per capire se ci fosse qualche altro ninja che stava partendo per una missione, magari la mia stessa. Ma non avevo avuto fortuna in quella ricerca..peccato: mi avrebbe sicuramente rincuorato poter parlare con qualcuno che stava andando a fare la mia stessa esperienza.
    Fui dunque costretto a restarmene con la mia ansia ed i miei pensieri, compagni inseparabili del viaggio di una vita.
    Con la schiena appoggiata al parapetto e lo sguardo assorto pensavo alla mia partenza, avvenuta qualche ora prima. Avevo avuto il coraggio solamente il giorno prima di annunciare in famiglia che sarei partito per una missione. Eravamo a cena. Avevo preso coraggio e avevo annunciato che sarei partito per un altro Paese in missione. Mio padre, che fino ad allora aveva cercato di rallegrare goffamente il pasto con i suoi soliti discorsi idioti, si era zittito d’improvviso e, dopo aver sparecchiato per sè, si era ritirato nella sua stanza senza rivolgermi più parola. Non approvava, e questo lo sapevo già da tempo. A me non importava nulla: le nostre vie erano state separate fin dalla mia prima presa di coscienza sul nostro lignaggio e sulla mia volontà di voler intraprendere la carriera militare. Eppure sentivo che, almeno il giorno prima della mia partenza per una importante missione, avrei voluto una qualche parola di conforto anche da parte sua.

    Mi sarebbe bastato anche un “in bocca al lupo”, vecchio…

    Pensavo amareggiato, mentre mi stupivo da solo di star dando tanto peso alla cosa.
    Mia madre, invece, era rimasta seduta composta al tavolo e mi aveva parlato sorridendomi. Mi aveva chiesto in che cosa consistesse la missione, la destinazione e le mie sensazioni a riguardo. Era stata dolce e premurosa come sempre, ma nei suoi occhi avevo potuto scorgere una scintilla di preoccupazione ed ansia per la mia sorte. Aveva cercato di occultarla in tutti i modi, questa sua preoccupazione, eppure era trasparita in tutta la sua potenza la mattina stessa della partenza: mi aveva guardato in silenzio mentre preparavo il mio equipaggiamento per la partenza, seguendomi come uno spettro per tutta casa. E poi, quando infine ci eravamo dovuti separare, mi aveva stretto forte all’uscio trattenendo le lacrime agli occhi.

    Torna tutto intero, Seijo.

    Mi aveva detto, fingendo una risata. Ma la sua voce era triste e lo erano anche i miei occhi mentre ricambiavo il suo sorriso forzato. Non era facile per me, figurarsi per lei: veder partire il proprio figlio per lasciarlo andare in un altro paese ad eseguire una missione potenzialmente mortale.
    Sarei tornato tutto intero e lo avrei fatto per lei!
    Accompagnato da questa determinazione, osservai la nebbia diradarsi lentamente e lasciare spazio ad un sole splendido e caldo. Tolsi il pellicciotto che copriva e scaldava il mio collo, in quanto decisamente inadatto a quel clima: mi avevano avvisato che nel Paese del Fuoco faceva decisamente più caldo che a Kiri, eppure non avevo pensato ad una differenza climatica così radicale, soprattutto in mare aperto dove il vento soffia incessante. Mi voltai di nuovo, questa volta per rivolgere il mio sguardo nella direzione verso la quale stavamo navigando: in lontananza riuscii a distinguere i contorni sbiaditi della nostra destinazione. Capii così che non dovevamo essere troppo distanti e che tra non molto saremmo attraccati.
    Passai il resto del viaggio a rimuginare sulla missione in sé:

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    Da alcune settimane una banda di briganti ha preso il controllo del ponte che unisce il nostro piccolo villaggio a quello vicino, estorcendo tasse di passaggio ai viaggiatori. Vi prego di aiutarci, raggiungetemi il giorno xx alle xx per maggiori informazioni.
    Il Sindaco.

    Si trattava di povera gente costretta a pagare importi non dovuti a dei dannati malavitosi. Per quanto a livello superficiale mi dispiacesse per gli abitanti dei due villaggi, nella realtà dei fatti non riuscivo ad empatizzare realmente con loro. Non ero veramente interessato alla loro situazione e di fatto mi stavo recando lì in loro aiuto solo in quanto si trattava di una missione remunerata. Lo facevo per l’onore, per la carriera e, non ultimo, per i ryo. Il fatto che, nel frattempo, stessi anche facendo del bene era per lo più un effetto collaterale di questi altri miei obiettivi. D’altro canto avevo sempre pensato che la via del ninja richiedesse un certo distacco emotivo: infatti questa volta mi era andata bene e la missione coincideva con un obiettivo che si poteva oggettivamente ritenere giusto. Ma in realtà molte missioni ninja contenevano al loro interno una certa ambiguità morale, per la quale era difficile separare nettamente il giusto e lo sbagliato ed i confini tra i due principi erano molto blandi.
    Immerso in questo genere di pensieri, assistetti all’attracco del battello al porto del villaggio cui ero diretto. I miei occhi vennero colpiti dalla vivacità di colori che accendevano l’architettura autoctona e dal clima mite tendente al caldo che dominava in quel posto. Era l’esatto opposto di Kiri e la cosa non mi piaceva affatto: ero così abituato a quei colori resi smorti e spenti dalla nebbia da far fatica a mantenere lo sguardo su queste nuove composizioni cromatiche così accese.
    Strizzando gli occhi infastidito da quei colori accesi e da quel sole così intenso, scesi dall’imbarcazione per ultimo approfittandone per fermarmi al fianco del capitano dell’imbarcazione che mi aveva portato fin lì.

    Capitano, chiedo scusa.
    Sapreste indicarmi questo luogo?


    Chiesi con tono serio e autorevole, mostrando con discrezione al capitano il messaggio del Sindaco con le coordinate del luogo d’incontro.
    Il capitano, dal canto suo, annui solennemente come ad aver compreso la ragione della mia presenza lì e gentilmente e con cortesia mi indicò la direzione da prendere.
    Mi incamminai, facendo perdere i miei sensi in quel turbinio di colori e odori così nuovi per me: realizzavo solo allora che mi trovavo per la prima volta nella mia vita in un paese straniero. Già mi mancava casa mia, eppure non poteva fare a meno d’essere in qualche modo affascinato da tutte quelle novità.
    Impiegai pochi minuti ad arrivare al luogo di incontro e notai con un certo disappunto d’essere arrivato in anticipo rispetto agli altri: solo un altro ninja oltre a me era presente lì per la missione, e aveva il coprifronte di Kiri come me. Poi osservai meglio e riconobbi il personaggio.

    Seto.

    Dissi, avvicinandomi al genin con cui avevo avuto il piacere di allenarmi solo qualche tempo prima. Completai il saluto con un cenno del capo, poi ripiombai nel mio silenzio riflessivo e attesi l’arrivo degli altri partecipanti e, soprattutto, del sindaco.


    Seijo Hoozuki

    Resistenza: 200/200

    Stamina: 150/150


    Edited by Askel7 - 13/6/2020, 23:49
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Aprii gli occhi lentamente ed a fatica, come se mi fossi appena risvegliato dopo un lungo coma. Il tepore nella stanza era un'ovvia conseguenza alla continua esposizione al sole, le finestre lasciate aperte anche durante la notte non avrebbero sicuramente privato l'atmosfera del tepore dei primissimi raggi di una giornata che faceva da preludio all'estate. Il cinguettio intensificato dei volatili appollaiati sui rami quasi spaccava le mie tempie, malauguratamente inscacciabile se non grazie all'aiuto di un sorso di umeshu fermentato a dovere dal mio liquorista di fiducia. Il dolciume della bevanda inebriò le mie papille gustative al punto di darmi una sensazione quasi afrodisiaca. La corrente creatasi nel mio piccolo appartamento sfiorava le mie guance e di tanto in tanto mi spostava i capelli sugli occhi. Facevo quasi ridere, in quanto durante l'operazione di qualche mese fa mi dovettero tagliare buona parte della mia crine, risultando così in un buffo dislivello nella lunghezza. Con gli occhi ancora assonnati, il gusto dolce dell'umeshu che veniva rimpiazzato dal gusto di tabacco e una nube che andava formandosi a mo di cappa, scrutai quel biglietto che raccolsi dalla bacheca la sera prima, durante una delle mie camminate post riabilitazione. Lessi parola per parola, scandendo le sillabe con il labiale in modo quasi metodico, mentre la cenere ormai prendeva possesso del futon su cui sedevo. Kiri, anzi, il mondo non era cambiato poi così tanto dall'ultima volta in cui ci misi piede. Mi ripromisi di non cacciarmi più in situazioni tediose ma, purtroppo, il mio nindo e il mio orgoglio presero il sopravvento sulla ragione. Dopotutto mi ero ripreso fin troppo dalle vicende di Ame e la consapevolezza di aver salvato una buona manciata di vite, oltre che il villaggio, quasi mi fece lacrimare più e più volte. La memoria non venne perduta, i brandelli rimasero maledettamente ancorati alle mie sinapsi ed ogni lacrima versata era in memoria di Moshi e Shaka. L'unica volta che riuscii a muovermi dal villaggio fu per rendere memoria proprio a quest'ultimo, poggiando un'ortensia alle porte di Konoha, suo villaggio d'origine. Quell'uscita fu in parte difficile, sia per le difficoltà motorie che in quel momento affliggevano il mio corpo che per la parte emozionale. Il respiro mozzato e il grugno in gola che smorzava la mia saliva mi ricordavano di aver sfiorato la morte, ma cosa superiore a tutti mi ricordavano di essere ancora vivo, quasi per miracolo. Probabilmente l'unico modo per rientrare pian piano nella mia mentalità da spietato servitore di Kiri sarebbe proprio stato l'adempimento ai compiti più congrui a chi non vuole rischiare la vita, almeno per iniziare. Quel pezzo di carta sarebbe stata l'occasione perfetta per far rifluire la mia voglia di rivalsa. Spensi la sigaretta sulla missiva, lasciando che bruciasse nell'etere, prima di vestirmi e preparare il mio "armamentario", nient'altro che la cintura posta trasversalmente al giubbotto e il ventaglio ripiegato in essa. Presi un libro dalla piccola libreria intagliata nel cedro, un libro che parlava di vecchie leggende, vecchi miti della nostra terra, del tempo in cui Kiri si chiamava ancora Chigiri no Sato, nella quale nebbia risiedeva una moltitudine di anime strappate dal proprio corpo con cattiveria morbosa. Mi affidai così alle mie gambe per raggiungere il porto di Ichi, una baia impregnata dal puzzo di pesce e da grida di persone che mai avrebbero fatto carriera in altri ambiti se non quello di propria competenza. Non per cattiveria eh, ma l'ignoranza regnava ancora sovrana in una buona parte dell'isola.

    Buongiorno, Kayhu.

    Yuichi, quanto tempo! Come stai? Sono mesi che non ti vedo!

    Bene, grazie, non posso lamentarmi. Ho avuto un po' di tempo per riflettere su me stesso. Ti trovo in forma!

    Kayhu, il mio scafista di fiducia, mi abbracciò come se non mi vedesse da anni, non mesi. Infatti il mio braccio destro, ancora un minimo indolenzito, quasi ne risentì.

    Woh, calmo con gli abbracci. Non mi sono ancora ripreso del tutto dopo la missione ad Ame.

    Successone, da quello che ho sentito!

    Sì, più o meno. Diciamo che se non fosse morto Moshi sarei stato molto più tranquillo. Comunque, devo recarmi in un villaggio adiacente al porto del Paese del Fuoco. Ti racconterò tutto nel viaggio, conosco la tua curiosità... dissi, quasi in modo scocciato. Non avevo alcuna scelta, avrei dovuto raccontargli per filo e per segno ciò che accadde nonostante il mio rifiuto nel voler ricordare. Forse mi avrebbe fatto bene, nonostante tutto.

    Ah, Moshi, pace all'anima sua. Ma scusa, quindi sei tu il nuovo spadaccino!? Yuichi sono così cont- nemmeno il tempo di finir la frase che portai l'indice di fronte alle sue labbra, in modo da zittirlo completamente.

    Non sono diventato uno spadaccino. E' una mia scelta. Ti prego di partire al più presto.

    [...]



    Il tempo dovuto passò tra lunghe chiacchierate trame e Kahyu e il libro che divorai più e più volte nel mio periodo di convalescenza. Rilessi attentamente il passaggio sul Sigillo del Diavolo innumerevoli volte. Mi affascinava il nome, in un certo modo mi ricordava me stesso e ben prima di finire nelle grinfie di Ame riuscii addirittura ad istruirmi sul Fuuinjutsu, quasi lasciato alla propria memoria. Scesi dal traghetto lasciandomi alle spalle il mare, mentre il profumo di salsedine venne smorzato da una sigaretta che sapeva di libertà. Già, perché Kahyu non mi lasciava fumare, nemmeno sul ponte. Secondo lui il fumo di sigaretta porta sfiga. Bah, vallo a capire.

    Grazie, carissimo, per il passaggio. Spero non ti dispiaccia aspettarmi qui, tanto voi capitani avete gli alloggi gratuiti da quanto ho capito, no?

    Sì, come no, gratuiti... Buona fortuna con la tua missione!

    Un sorriso soggiogato apparve sul mio volto mentre mi allontanavo dal porto in direzione del luogo contrassegnato sulla missiva. Ovviamente segnato tutto nel mio cranio. Ad ogni boccata di tabacco vedevo avvicinarsi due figure, decisamente più basse e piccole di statura rispetto a me. Ad occhio ipotizzai il fatto di essere decisamente più grande di loro ma non mi scomposi e mantenni un atteggiamento quanto più consono alla missione possibile.

    Piacere, Yuichi Yuki. Vedo che siete anche voi ninja della Nebbia. Suppongo che siate qui per il mio stesso motivo, vero? chiesi, una volta avvicinato. Non avremmo dovuto far altro che aspettare il sindaco.


     
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    Lentamente, coloro che avrebbero preso parte alla missione si palesarono ed andarono a formare una sorta di gruppetto composto in maggior parte da shinobi provenienti da Kiri più uno di Tetsu. Trascorsero poco più di cinque minuti prima che il sindaco giungesse dai ragazzi, avvisato del loro arrivo dalle guardie del villaggio. L'uomo si presentò come uno dei tanti lavoratori di terra che abitavano il villaggio, con un cappello di paglia ed ancora accompagnato dal suo attrezzo del mestiere, una zappa utilizzata per coltivare insieme ad i suoi paesani.

    Ohh finalmente siete qui... Che gioia... Prego seguitemi, vi fornirò tutti i dettagli nella mia residenza...

    Senza indugi l'uomo avrebbe quindi condotto coloro che considerava come dei salvatori, attraverso il villaggio. Un pò ovunque si vedevano uomini a lavoro nei campi e donne intente in lavori di assistenza o comunque affaccendate in svariate mansioni come lavare i panni al ruscello o prendere l'acqua dal pozzo. Era quantomai evidente che nonostante l'avanzamento tecnologico esploso negli ultimi decenni, quel villaggio era rimasto indietro con i tempi e viveva del duro lavoro di tutti gli abitanti.

    Come vedete qui tutti ci diamo da fare per tirare avanti e viviamo di commercio con i villaggi vicini... Da qui nasce l'urgenza della richiesta fatta...

    Spiegò l'uomo mentre il gruppo si apprestava a raggiungere una abitazione molto semplice e praticamente uguale a tutte le altre del villaggio. Varcata la soglia si trovarono in un largo salone con tre porte che conducevano nel resto della casa, tutti però furono invitati ad accomodarsi presso il tavolo post nel centro, tutto l'arredamento era molto spartano ed essenziale.

    Cara abbiamo degli ospiti... Porta del tè!

    Esordì una volta dentro mentre sedeva a capotavola ed invitava nuovamente tutti a sedersi per iniziare a parlare di ciò per cui tutti erano lì.

    Vedete, come dicevo noi viviamo di commercio con i villaggi vicini, uno in particolare... Solo che da qualche tempo, una spietata banda di malviventi ha preso possesso di un ponte che fa da passaggio obbligatorio per il suddetto villaggio. Il loro capo Igor, affiancato da uomini armati fino ai denti, presidia il passaggio ed storce denaro a chiunque debba passare...

    La voce del sindaco era palesemente scossa e, mentre una donna bionda e slanciata si apprestava ad entrare nel salone da una delle porte che doveva essere la cucina, continuò il monologo spostando lo sguardo indagatore su tutti i presenti.

    Voi siete la nostra unica speranza... Se quei farabutti non liberano il passaggio, i nostri proventi commerciali andranno persi del tutto e sarà la nostra fine... L'unica alternativa sarebbe lasciare questo villaggio per puntare a nuove fonti di guadagno... Purtroppo siamo tutti semplici contadini e non possiamo nemmeno sperare di prevalere su tutti quei fuorilegge...

    La donna intanto, con sguardo malinconico, si apprestava con rispetto a servire il tè a tutti per poi ritirarsi nuovamente in cucina con un inchino. Era evidente quanto anche le usanze ed i costumi fossero rimasti datati. Senza indugi però l'uomo proseguì ulteriormente ponendo una mappa della zona al centro del tavolo.

    Questa è una mappa dei dintorni e sono segnati il ponto e quello che si pensa sia il covo della banda...

    Al che si interruppe lasciando una sorta di attesa nell'aria, evidentemente attendeva una replica dai ninja e dal samurai, colmo di speranza, la speranza di poter tornare ai vecchi fasti.

    E finalmente si parte xD potete descrivere un pò come volete il posto e dare le vostre impressioni sull'ambiente. Potete anche fare eventuali domande al sindaco e mettervi daccordo su come muovervi attraverso la mappa. Molto semplicemente si vedono due villaggi uniti da un percorso per lo più rettilineo tranne pochi tratti, ma comunque immerso nella foresta. Il ponte è più o meno al centro ( si nota un corso d'acqua abbastanza largo fare da divisorio, motivo dell'esistenza del ponte) ed il presunto rifugio a circa cinquecento metri da suddetto, in una zona montuosa piena di caverne. A voi le belle cose... In caso decidiate una o più mete, fermatevi prima di arrivare a destinazione in modo che vi presenti l'ambiate che trovereste
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Fortunatamente l'attesa non fu troppo lunga. All'imbrunire del cielo, quando le nuvole pian piano lasciavano spazio ad una nuova giornata, ecco che il sindaco si presentò al nostro cospetto. Un uomo apparentemente umile, fin troppo, a giudicare dai suoi vestiti e il portamento fuorviante dalla classica immagine che ci si proietta in mente quando si pensa ad un sindaco. Tuttavia mi colpì l'umiltà e la grezzezza di tale persona: capii fin da subito che, sicuramente, il sindaco era dedito ad aiutare l'intera popolazione e in cuor suo teneva tantissimo ai propri abitanti e alla pace del proprio villaggio. Non avrei potuto biasimare una richiesta come la sua e riuscii ad immedesimarmi in lui, per quanto potessi. Il nostro passaggio tra i campi destò un minimo di sospetto, dopotutto non è cosa da tutti i giorni ritrovarsi dei Ninja passeggiare in quello che era per loro un paradiso rurale. Il distaccamento dalla civiltà tecnologica a me parve un minimo disgustoso, dopotutto l'innovazione quasi sempre giova a tutti, ma la tenacia con cui gli sguardi di quei poveri braccianti penetravano il mio animo quasi mi rinvigorì, dandomi un motivo in più per fermare le scelleratezze di quella banda di briganti che minacciavano qualcuno neanche in grado di difendersi propriamente. Le pelli brune dei lavoratori e i solchi di sudore sulle magliette mi spinsero a complimentarmi col sindaco, mentre casa sua si faceva sempre più vicina.

    Devo farle i complimenti. Non è semplice distaccarsi completamente dalla civiltà a cui noi ninja siamo abituati e sicuramente i suoi uomini sono degli assidui lavoratori, deve esserne fiero. Ha tutta la nostra solidarietà, vero ragazzi? chiesi, riferendomi anche ai miei "sottoposti". Capii immediatamente il loro livello, saranno stati sì e no alla loro seconda missione e quasi mi rispecchiai in loro.

    Entrati in quella che sembrava essere una catapecchia, tenuta comunque in ordine dalle solide mani della moglie del sindaco, mi trovai catapultato in una realtà più rustica di quanto riuscissi mai ad immaginare. Attrezzi da lavoro che fungevano da ornamenta, pareti spoglie ed ingiallite dal tempo e dal fumo - probabilmente azione del camino. Un senso di comfort strano, sia per l'accoglienza graditissima, almeno a mio avviso, da parte della coppia sia da ciò che quasi richiamava l'ideale di casa prefissato nelle menti di chiunque. Mi sarebbe piaciuto vivere in un posto del genere. Sorseggiando il thè e scrutando più da vicino i miei colleghi, non riuscii a non notare la vibrazione nel tono di voce del sindaco, visibilmente provato e scosso da questa situazione. Mi chiesi cosa potrebbe mai spingere una banda di malviventi a cercare di estorcere denaro a chi già vive di rendita, alla giornata. La rabbia che mi pervase andò piano piano scemando quando, postami la mappa, notai la differenza morfologica del posto. Anni di studi su mappe geografiche mi portarono a conoscere gran bene gran parte del continente occidentale, ma una cosa simile a questa non mi capitò mai sott'occhio. Due villaggi, piccoli e presumibilmente simili tra loro, collegati da una foresta ed un fiume che scorre incessantemente sotto gli occhi di tutti. La zona montana, invece, limitrofa al secondo villaggio e ad occhio distante un cinquecento metri ad ovest del ponte. Quel luogo riporta il presunto accampamento o nascondiglio di tale banda di briganti. Immediatamente un susseguirsi di idee puntellò le mie meningi.

    Grazie mille, signor sindaco, per il thè. Faccia i complimenti a sua moglie, si vede che siete brave persone e di buon cuore. Non si preoccupi, io e i miei compagni sistemeremo al meglio questa situazione. Ora, la prego di scusarci, ma andiamo a fare ciò in cui crediamo.

    Mi alzai, riponendo la sedia al di sotto del tavolo, per poi inchinarmi al cospetto del sindaco nel nome dell'umiltà che mi caratterizzava da tempi immemori. Guidai il gruppo fuori dalla casa e presi parola immediatamente.

    Allora, ragazzi, ho un piano. Non è difficile da elaborare, potremmo evitare inutili spargimenti di sangue. Innanzitutto vi chiedo di dirmi ciò che prediligete, se arti magiche o fisiche, così da poter sfruttare al meglio le conoscenze di tutti noi. Noto con piacere che due di voi sono di Kirigakure, a giudicare dal coprifronte, mentre tu sembreresti un samurai di Tetsu, a giudicare dal portamento e dal tuo vestiario. Bene, sono felicissimo di avervi nella mia, permettete, squadra. aspettai così l'intervento di tutti, per poi smorzare l'attimo presentandomi a dovere.

    Piacere, mi chiamo Yuichi, come già detto. Sono un Jonin di Kiri e prediligo l'arte del Ghiaccio. dissi, per poi riprendere subito esplicando il piano.

    Come abbiamo visto dalla mappa, il ponte è l'unica connessione tra i due villaggi e seguendo il corso del fiume verso ovest possiamo notare una zona montuosa, probabile nascondiglio della banda a cui stiamo dando la caccia. Proporrei, in un primo momento, di dividerci per fare un sopralluogo del posto: Sabito ed io andremo ad ovest, inoltrati nella foresta ed appostati sui rami, per osservare movimenti di terzi, mentre voi, Seijo e Seto, presiederete la zona del ponte. Vi consiglio di prendere le sembianze degli abitanti del villaggio, più precisamente le donne. Perché, vi starete chiedendo? Semplice, il motivo è che vi fingerete donne dedite al lavaggio dei vestiti nei pressi del ponte, più precisamente sulla riva ad ovest arrivando dal villaggio: per darvi una minima protezione userò la tecnica del richiamo per farci aiutare da un mio carissimo amico, Kamatari. Una donnola innocua non penso che possa destare troppi dubbi nelle fila nemiche. Che ne dite? Proseguiamo?
     
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    [B] La banda del ponte



    Seto Akame





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    Una volta arrivato sul posto indicato dalla missiva mi guardai intorno.

    Il villaggio nel quale mi trovai, dopo aver affrontato un lungo viaggio da Kiri, mi conquistò subito per i suoi colori vivaci.
    Abituato al cupo e freddo scenario delle mie terre, scoprivo con curiosità quell’ecosistema così diverso che mi sembrava appartenesse ad un altro mondo.
    Alcuni uomini lavoravano i campi sotto un caldo sole che dominava il cielo di quella giornata e diverse donne, sulle sponde di un pacifico ruscello, lavavano dei panni con cura.

    Trovai anche in questo delle sostanziali differenze con la mia terra natia.

    Pensai inoltre che data la mia carnagione delicata, se anche non avessi indossato il mio coprifronte, probabilmente non sarebbe stato difficile per la gente di quel villaggio identificarmi come uno straniero.

    Mentre continuavo ad esplorare con lo sguardo, mi sentì raggiungere da alcuni ragazzi in rapida successione.
    Mi concentrai dunque nello scoprire chi fossero.
    Uno di loro si presentò come un samurai di Tetsu; gli altri due venivano anch’essi da Kiri ma conoscevo solo uno di loro.

    Non ci fu molto tempo per le presentazioni poiché un uomo minuto e dagli abiti umili ci raggiunse con portamento goffo.

    Era proprio il sindaco di quel villaggio, nonché l’emissario della missione che mi aveva portato da quelle parti.
    Dopo essersi qualificato, iniziò a farci strada lungo le vie che si articolavano tra quei campi verdi e pieni di vita, i quali oltre a costituire un indubbio fiore all’occhiello del patrimonio naturale della zona, sembravano esser anche fondamentali per l’economia del paese.

    Uno dei miei compagni di missione interruppe l’imbarazzante ma genuino silenzio di quella fin lì piacevole camminata.


    Devo farle i complimenti. Non è semplice distaccarsi completamente dalla civiltà a cui noi ninja siamo abituati e sicuramente i suoi uomini sono degli assidui lavoratori, deve esserne fiero. Ha tutta la nostra solidarietà, vero ragazzi?


    Fu proprio il ragazzo Kiriano che non conoscevo a cercare la nostra approvazione con quell’osservazione.
    Sembrava un tipo molto sicuro di sé, evidentemente abituato al clima di una missione e sicuramente più navigato di me.

    Risposi dunque mostrando tutta la mia volontà di collaborazione.


    Siamo qui per questo!



    […]




    Arrivammo al cospetto di una vecchia abitazione rurale, sicuramente una dimora diversa da quello che nell’immaginario collettivo delle mie parti ci si aspetta per un sindaco.
    Il fascino del rustico però mi accoglieva, rasserenandomi e rimasi quasi imbambolato nel notare l’innumerevole quantità di utensili che ornavano le pareti di quella piccola casetta.

    Ricordai però il motivo per il quale mi trovavo lì.
    Salutai dunque cortesemente la moglie del sindaco e prestai attenzione al vecchio e minuto uomo che di lì a breve ci avrebbe illustrato il motivo della nostra convocazione.

    Ci informò di una situazione terribile, caratterizzata da estorsioni e soprusi da parte di un gruppo di malviventi che si accaniva nei confronti dei cittadini del piccolo villaggio.
    La situazione stava diventando insostenibile e il sindaco, disperato, ha deciso di richiedere il nostro aiuto.

    Il quadro di cattiveria disegnatoci dal sindaco mi smosse sensazioni di rabbia e desiderio di rivalsa, ma allo stesso tempo sapevo di dover rimaner lucido.

    Ci venne inoltre consegnata una mappa del posto.
    La scrutammo con attenzione per poter riconoscere i luoghi di interesse che più potevano farci da riferimento per la missione.
    Il presunto rifugio della banda di cui dovevamo occuparci si trovava nei pressi del famoso ponte che divideva i due villaggi, in una zona caratterizzata da diverse caverne, ricavate da alcune alte pareti rocciose.

    Guardai negli occhi il vecchio sindaco che, visibilmente scosso per la situazione, ci guardava a sua volta con occhi ricolmi di speranza.


    Non deluderemo quest’uomo e porteremo a termine con successo questa faccenda.
    Libereremo i cittadini di questo magnifico posto dai loro supplizi e torneremo a festeggiare, banchettando con loro.



    Grazie per l’accoglienza e per le importantissime informazioni che ci avete fornito. Da ora in poi ci occuperemo noi di questa brutta storia.


    Così uscimmo, procedendo in fila indiana.

    Subito Yuichi prese parola e con fermezza annunciò:


    Allora, ragazzi, ho un piano. Non è difficile da elaborare, potremmo evitare inutili spargimenti di sangue. Innanzitutto vi chiedo di dirmi ciò che prediligete, se arti magiche o fisiche, così da poter sfruttare al meglio le conoscenze di tutti noi. Noto con piacere che due di voi sono di Kirigakure, a giudicare dal coprifronte, mentre tu sembreresti un samurai di Tetsu, a giudicare dal portamento e dal tuo vestiario. Bene, sono felicissimo di avervi nella mia, permettete, squadra.


    Il ragazzo si dimostrò ancora una volta sicuro e determinato.
    Non ero solito svelare ad altri le mie carte, ma mi resi conto che in quella situazione ero praticamente obbligato a farlo.


    Io mi chiamo Seto, sono un Genin di Kiri e sono decisamente più ferrato sulle arti magiche.
    Posso mettere a disposizione i miei jutsu di tipo acquatico.



    Aspettai che anche gli altri risposero, ascoltando attentamente, in modo da capire quali affinità ci potessero essere all’interno del nostro gruppo e quali invece potevano essere le criticità da salvaguardare.

    Il giovane Yuki, che si era da poco proposto come “capitano” della squadra che avevamo appena formato, si presentò a sua volta e cominciò ad illustrarci il suo piano.


    Piacere, mi chiamo Yuichi, come già detto. Sono un Jonin di Kiri e prediligo l'arte del Ghiaccio.


    Come abbiamo visto dalla mappa, il ponte è l'unica connessione tra i due villaggi e seguendo il corso del fiume verso ovest possiamo notare una zona montuosa, probabile nascondiglio della banda a cui stiamo dando la caccia. Proporrei, in un primo momento, di dividerci per fare un sopralluogo del posto: Sabito ed io andremo ad ovest, inoltrati nella foresta ed appostati sui rami, per osservare movimenti di terzi, mentre voi, Seijo e Seto, presiederete la zona del ponte. Vi consiglio di prendere le sembianze degli abitanti del villaggio, più precisamente le donne. Perché, vi starete chiedendo? Semplice, il motivo è che vi fingerete donne dedite al lavaggio dei vestiti nei pressi del ponte, più precisamente sulla riva ad ovest arrivando dal villaggio: per darvi una minima protezione userò la tecnica del richiamo per farci aiutare da un mio carissimo amico, Kamatari. Una donnola innocua non penso che possa destare troppi dubbi nelle fila nemiche. Che ne dite? Proseguiamo?


    Ebbi la conferma di quanto immaginavo.
    Il ragazzo era molto più esperto di noi, un Jonin di Kiri per l’appunto.
    Era una vera fortuna avere con noi uno shinobi del suo livello e mi sentivo più tranquillo nell’affidare il controllo della missione, che appariva alquanto delicata, a qualcuno che aveva un trascorso sicuramente importante.
    La sua idea suonava astuta.


    Una vera fortuna fare coppia con Seijo, visto che già ci conosciamo.


    Decisi dunque di affidarmi per il momento a quel ragazzo e di seguire le sue indicazioni.


    Ottima idea! Io sono pronto, al via partirò con la Tecnica della Trasformazione.



    Seto Akame

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    Scusatemi per l'intromissione ma volevo chiedervi un'informazione riguardante il villaggio, sono un samurai di Tetsu e sono stato inviato per una missione di livello B ma non so proprio dove poter trovare il sindaco, qualcuno di voi mi potrebbe aiutare per favore?

    Sentimmo sopraggiungere dietro di noi queste parole, mentre ancora attendavamo che si palesassero tutti i partecipanti della missione. Mi voltai, distogliendo l’attenzione dal mio commilitone di Kiri, e poggiai le mie iridi scarlatte su di un ragazzino più o meno della mia età ma decisamente più basso di me. Con lui condividevo il colore dei capelli, ma di certo non la stazza fisica. Notai che portava una wakizashi con sè ed istintivamente poggiai la mano destra sull’elsa di Ikebana, la mia katana che portavo legata al fianco sinistro. Ci chiese aiuto per trovare il sindaco del villaggio e così compresi che doveva trattarsi di un ulteriore membro della squadra assegnata a quella missione. Non ebbi il tempo tuttavia si rispondergli, poiché fummo interrotti da un nuovo arrivo: un ragazzo ben più grande di noi, dai lunghi capelli corvini e l’aria un poco trasandata. La mia attenzione fu completamente assorbita da questo nuovo individuo appena palesatosi: portava con sé il coprifronte di Kiri, pertanto doveva trattarsi di un ninja del mio stesso villaggio, tuttavia appariva ben più esperto di noi tre che ci eravamo radunati lì. Conclusi che doveva trattarsi del chunin che avrebbe capitanato la nostra squadra per la missione.

    Piacere, Yuichi Yuki. Vedo che siete anche voi ninja della Nebbia. Suppongo che siate qui per il mio stesso motivo, vero?

    Yuki. Non un cognome qualunque. Si trattava senza ombra di dubbio di un appartenente ad uno dei clan più pericolosi e valorosi di Kirigakure, seppure non sapessi molto sul loro conto.
    In ogni caso, mi limitai ad annuire in sua direzione distrattamente, poiché nel frattempo una terza persona ci aveva raggiunto. Si trattava di un uomo particolarmente paffuto e dall’aria campagnola, con un rado e stretto baffo nero appena sopra le labbra. Si muoveva goffamente, con il suo cappello di paglia e l’aratro tra le mani, e ci veniva incontro.

    Ohh finalmente siete qui... Che gioia... Prego seguitemi, vi fornirò tutti i dettagli nella mia residenza…

    Solo allora capii, non senza una certa dose di sorpresa mista a delusione, che doveva trattarsi proprio del sindaco. Mai mi sarei aspettato che una carica di questa levatura potesse essere ricoperta da un uomo tanto..goffo e ordinario. Eppure forse era proprio questa combinazione tra contadino ed uomo di politica a rendere questa figura in qualche modo straordinaria.
    Lo seguimmo verso la sua abitazione, attraversando gli ampi campi coltivati che inglobavano al loro interno il villaggio in cui trovavamo. Si trattava di paesaggi totalmente estranei per me e, presumibilmente, per i miei compagni, poiché provenivamo tutti quanti da Villaggi decisamente più grandi e all’avanguardia. Sembrava che in questo villaggio il tempo si fosse fermato a decenni fa: gli abiti, le attrezzature e persino le abitazioni apparivano particolarmente vintage, decisamente fuori tempo. Feci una smorfia, nauseato dal forte odore di concime naturale che aleggiava per i campi e accompagnava la nostra passeggiata.

    Come vedete qui tutti ci diamo da fare per tirare avanti e viviamo di commercio con i villaggi vicini... Da qui nasce l'urgenza della richiesta fatta…

    Disse, esplicitando un’evidente verità cui tuttavia non avevo fatto caso fino ad allora: i campi erano popolati da un gran numero di uomini e donne intenti a lavorare il terreno con zelo. Anche chi in quel momento non stava lavorando ai campi si dava comunque un gran da fare. Considerato in quest’ottica, l’aspetto del sindaco mi fece via via sempre meno impressione e anzi lo considerai una naturale conseguenza del modo di vivere cui erano abituati questi abitanti.

    Devo farle i complimenti. Non è semplice distaccarsi completamente dalla civiltà a cui noi ninja siamo abituati e sicuramente i suoi uomini sono degli assidui lavoratori, deve esserne fiero. Ha tutta la nostra solidarietà, vero ragazzi?

    Disse lo Yuki, quasi leggendomi nel pensiero. Non aveva fatto altro che dare voce ai miei pensieri: quegli uomini erano sicuramente assidui lavoratori, certo era però che con le nuove tecnologie avrebbero fatto molta meno fatica ed ancora mi era oscura la ragione per la quale vivessero immortalati nel tempo, come a retaggio di un’antica civiltà.
    Annuii alla domanda del nostro capo squadra, mentre Seto, che mi camminava in fianco, si lanciò in una conferma più verbale ed entusiasta.
    Giungemmo infine, dopo qualche minuto di camminata allietata da quel paesaggio rurale, ad una abitazione che identificai come la casa del sindaco. Ormai le mie aspettative a riguardo erano parecchio basse, eppure mi stupii comunque non appena vidi che l’abitazione del sindaco consisteva in una casa piuttosto modesta e perfettamente in linea con le altre del villaggio: uno schiaffo in faccia al lusso tipico degli uomini politici.
    All’interno l’abitazione non faceva che confermare quanto visto da fuori: era arredata in maniera piuttosto spartana e gli oggetti di lusso e design che di norma adornano le case dei politici erano stati sostituiti piuttosto da attrezzi agricoli di vario genere, appesi alle pareti come ornamenti da casa.
    Il sindaco non perse tempo e, dopo aver annunciato alla moglie la nostra presenza ed averle chiesto di preparare del tè, ci invitò ad accomodarci al grande tavolo che stanziava al centro della sala principale.

    Vedete, come dicevo noi viviamo di commercio con i villaggi vicini, uno in particolare... Solo che da qualche tempo, una spietata banda di malviventi ha preso possesso di un ponte che fa da passaggio obbligatorio per il suddetto villaggio. Il loro capo Igor, affiancato da uomini armati fino ai denti, presidia il passaggio ed storce denaro a chiunque debba passare…
    Voi siete la nostra unica speranza... Se quei farabutti non liberano il passaggio, i nostri proventi commerciali andranno persi del tutto e sarà la nostra fine... L'unica alternativa sarebbe lasciare questo villaggio per puntare a nuove fonti di guadagno... Purtroppo siamo tutti semplici contadini e non possiamo nemmeno sperare di prevalere su tutti quei fuorilegge…


    Disse, senza riuscire a nascondere l’angoscia che provava nel pronunciare quelle parole. Persino per me risultò difficile non empatizzare con il sindaco e la sua gente. In ogni caso, cercai di mantenere la concentrazione, ascoltando tutto quanto con grande attenzione e senza farmi prendere da inutili sentimentalismi. Rispetto alle striminzite indicazioni che ci erano state fornite al momento di partire per la missione, il sindaco ci aveva delucidato in merito ad alcune importanti questioni: la banda in questione aveva un capo di nome Igor e a quanto pare era armata fino ai denti. Ma un aiuto ben più concreto giunse in seguito, quando infine si decise a mostrarci una mappa piuttosto dettagliata del luogo. Intanto la moglie, una donna decisamente più attraente di suo marito, si palesò nella nostra stessa stanza e prese a servirci un tè dal profumo intenso e dal colore vivace. Presi a sorseggiarlo, in estasi per quel sapore così genuino e naturale, ed intanto osservavo la mappa stesa sul tavolo. Non ero abituato a consultare mappe di sorta e dunque facevo un poco fatica a destreggiarmi su quella carta colorata. Al contrario rimasi affascinato dal modo in cui lo Yuki leggeva con gli occhi quella mappa: sembrava quasi che vi fossero scritte delle parole, come su di un rotolo. Il suo sguardò si fermò in particolare sulla zona montuosa vicino al villaggio collegato dal ponte: lì doveva trovarsi il covo di quella banda di banditi.

    Grazie mille, signor sindaco, per il thè. Faccia i complimenti a sua moglie, si vede che siete brave persone e di buon cuore. Non si preoccupi, io e i miei compagni sistemeremo al meglio questa situazione. Ora, la prego di scusarci, ma andiamo a fare ciò in cui crediamo.

    Irruppe d’improvviso lo Yuki alzandosi dalla sua postazione, salutando con un inchino ed infine guadagnando l’uscio. Seguii il suo esempio e ringraziai prima di uscire da quell’abitazione così spartana.
    Ci radunammo tutti quanti a pochi metri dalla casa del sindaco e lì lo Yuki ci prese da parte per prendere parola.

    Allora, ragazzi, ho un piano. Non è difficile da elaborare, potremmo evitare inutili spargimenti di sangue. Innanzitutto vi chiedo di dirmi ciò che prediligete, se arti magiche o fisiche, così da poter sfruttare al meglio le conoscenze di tutti noi. Noto con piacere che due di voi sono di Kirigakure, a giudicare dal coprifronte, mentre tu sembreresti un samurai di Tetsu, a giudicare dal portamento e dal tuo vestiario. Bene, sono felicissimo di avervi nella mia, permettete, squadra.
    Piacere, mi chiamo Yuichi, come già detto. Sono un Jonin di Kiri e prediligo l'arte del Ghiaccio.


    Lo sapevo! Mi sembrava troppo tosto per essere un semplice chunin.

    Pensai, tirando un sospiro di sollievo: la presenza di un jonin rendeva questa missione ben più fattibile per noi tre pivelli. Non che ora non avessi più paura di lasciarci le penne, ma di certo l’aiuto di un ninja così esperto poteva valere il successo della missione. Ed inoltre, cosa che mi piacque molto, parlò di un piano che doveva evitare inutili spargimenti di sangue.
    Infine ci chiese di presentarci e lui stesso lo fece per primo identificandosi come abile utilizzatore dell’arte del ghiaccio, esclusiva del clan Yuki.

    Io mi chiamo Seto, sono un Genin di Kiri e sono decisamente più ferrato sulle arti magiche.
    Posso mettere a disposizione i miei jutsu di tipo acquatico.


    Disse invece il mio pari grado, ma in realtà già sapevo qualcosina di lui e del suo modo di combattere. Decisi così di prender parola e di presentarmi a mia volta.

    Mi chiamo Seijo Hoozuki, genin di Kiri. Mi sto addestrando nel kenjutsu e pratico in ugual modo arti magiche e combattimento corpo a corpo.

    Dissi, forse sopravvalutando un poco le mie reali capacità. Seppure era vero che preferissi uno stile di combattimento piuttosto bilanciato, questo significava d’altro canto che non c’era nulla in cui eccellessi in particolare. Inoltre decisi di omettere la mia totale incapacità nelle arti illusorie, che non avevo mai praticato in vita mia.

    Come abbiamo visto dalla mappa, il ponte è l'unica connessione tra i due villaggi e seguendo il corso del fiume verso ovest possiamo notare una zona montuosa, probabile nascondiglio della banda a cui stiamo dando la caccia. Proporrei, in un primo momento, di dividerci per fare un sopralluogo del posto: Sabito ed io andremo ad ovest, inoltrati nella foresta ed appostati sui rami, per osservare movimenti di terzi, mentre voi, Seijo e Seto, presiederete la zona del ponte. Vi consiglio di prendere le sembianze degli abitanti del villaggio, più precisamente le donne. Perché, vi starete chiedendo? Semplice, il motivo è che vi fingerete donne dedite al lavaggio dei vestiti nei pressi del ponte, più precisamente sulla riva ad ovest arrivando dal villaggio: per darvi una minima protezione userò la tecnica del richiamo per farci aiutare da un mio carissimo amico, Kamatari. Una donnola innocua non penso che possa destare troppi dubbi nelle fila nemiche. Che ne dite? Proseguiamo?

    Rimasi sbalordito: nell’arco di pochissimo tempo lo Yuki se n’era uscito con un piano concreto e promettente. Inoltre ero felice di poter far coppia con Seto, con cui già avevo un accenno d’intesa e che inoltre apparteneva al mio tesso villaggio. In sostanza il nostro compito era quello di presidiare la zona e di osservare i movimenti dei banditi sul ponte e per farlo avremmo dovuto prendere le sembianze delle donne del villaggio tramite la tecnica della trasformazione, jutsu che avevo appreso già ai tempi dell’accademia.

    Ottima idea! Io sono pronto, al via partirò con la Tecnica della Trasformazione.

    Disse Seto, continuando a dimostrare un certo entusiasmo. Io, d’altra parte, non potevo fare a meno d’essere ancora un poco teso ed in ansia per l’esito della missione: si trattava di una livello B e la nostra riuscita passava anche dalle mie azioni. Dovevo rimanere concentrato e così decisi di impegnarmi al massimo affinché la parte assegnatami fosse svolta con la massima precisione.

    Seto.

    Lo chiamai da parte, per confrontarmi con lui sul da farsi.

    Se sei d’accordo, direi di spendere un po di tempo ad osservare le donne del villaggio di cui dovremo prendere le sembianze. Dobbiamo assorbirne per bene usi e movimenti esatti se vogliamo ingannare i predoni del ponte.

    Il mio piano era quello di accertarci di riuscire a simulare perfettamente le abitudini delle donne del villaggio, così da rendere la nostra trasformazione credibile e non destare sospetti di sorta. Sapevo che il richiamo dello Yuki ci avrebbe coperto le spalle tuttavia non volevo renderne necessario l’intervento e, d’altra parte, volevo assicurarmi di svolgere al meglio il mio compito.


    Seijo Hoozuki

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    Non feci in tempo a presentarmi che arrivò non solo l'ultimo partecipante alla missione ma anche il sindaco stesso, i tre ragazzi che avevano accettato la mia stessa missione erano di Kiri quindi mi sentii leggermente in inferiorità ma era una sensazione fin troppo normale, avevo i nervi a fior di pelle ed essendo la mia prima missione e prima volta in terra straniera non sapevo ancora come comportarmi, quindi decisi di osservare il più possibile il loro comportamento e di adattarmi a loro in modo da non disturbarli troppo con la mia inesperienza.

    Beh....speriamo di non fare danni o di rovinare il tutto....ma si dai, al massimo se combino qualche casino dopo penserò a come fare per uscirne...

    Il sindaco dopo essersi presentato ci fece fare quello che si poteva considerare un viaggio turistico per il paesino, non mi aspettavo chissà quali grandi metropoli nei pressi di Konoha, ma non mi aspettavo nemmeno un paese così 'arretrato' se così si può dire, non si vedeva nemmeno un accenno di tecnologia, le case e le costruzioni erano dannatamente semplici e spartane e tutti gli abitanti erano abbastanza massicci e con i corpi che ci si aspetta da chi vive dei soli frutti della terra, nessuno era con le mani in mano e ognuno di loro aveva il proprio compito i bambini compresi che giustamente stavano correndo dietro a un gruppetto di galline per divertirsi.

    Capisco la paura delle armi e di quello che può succedere alla propria famiglia, ma con tutte queste persone non dovrebbe essere difficile cacciare dei semplici banditi...oppure sono io che la faccio troppo semplice...

    Proprio come mi ero aspettato anche l'abitazione del sindaco era abbastanza normale e semplice, fin troppo, la casa era un vero e proprio museo di attrezzi agricoli e per la casa, dalle presse per fare le verdure e i pomodori sott'olio, alle zappe, falcetti per il grano, scope in pungitopo, mestoli,pentole, taglieri, tutto ciò che ci si poteva immaginare era conservato in quella casa ma come nelle altre case sicuramente il tutto era tenuto pulito e immacolato opera molto probabilmente delle mogli. La moglie del sindaco era il suo esatto opposto, se lui era un uomo basso e tarchiato lei era alta e snella e a giudicare dal loro comportamento molto probabilmente vigeva la regola del uomo padrone, cosa che mi fece leggermente storcere il naso, ma non essendo a casa mia dovetti tenere la bocca chiusa.

    In questi casi un po' di innovazione non farebbe affatto male....per niente..

    Non riuscii a bere molto il te della padrona di casa, avevo lo stomaco il subbuglio visto che non avevo la ben che minima idea di cosa fare anche se il nostro scopo era semplice, dovevamo liberare il passaggio che collegava i due villaggi sbaragliando il gruppo di malviventi aventi questo Igor come capo, così una volta finito il thè e preso le ultime informazioni dal sindaco e dalla sua mappa ci congedammo dalla loro abitazione per fare un piano d'azione, il ragazzo che ci stava facendo da caposquadra ci chiese di cosa eravano in grado e dopo aver sentito gli altri due ragazzi mi feci coraggio e parlai dopo tutto quel tempo.

    Ehm allora...piacere di conoscervi io sono Sabito Tora di Tetsu, sono forse il più inesperto tra tutti noi visto che questa è la mia prima missione e come ha detto il nostro ...capo squadra...se così ti posso chiamare sono un samurai, quindi si finché si tratta di fare a botte sono utile, per le arti magiche è meglio se lascio fare a voi.

    Il ragazzo che ci stava dando ordini era un jonin mentre gli altri due ragazzi dei genin e si conoscevano
    quindi giustamente la persona con più esperienza ci divise in due gruppi, io e lui saremmo rimasti appostati in attesa dell'attacco dei briganti, mentre gli altri due ragazzi trasformanti in ragazze sarebbero stati o state in questo caso l'esca per farli uscire allo scoperto.


    [Azioni, Consumi ed Equip]


    Azioni
    Bonus/Malus
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    //
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    Resistenza 200/

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    La fase di raccolta informazioni ed organizzativa sembrava essere conclusa, Il Jonin seppe in breve tempo ottenere la fiducia del gruppo ed elaborare un piano d'azione condiviso da tutti i membri così non restò che darsi da fare. Dopo non molto tempo, in cui tutti poterono ultimare i preparativi e farsi un'idea delle abitudini degli abitanti del villaggio, il gruppo si separò come da programma ed ognuno raggiunse le posizioni assegnate nelle modalità prestabilite.

    Seijo e Seto eseguirono una magistrale trasformazione e si incamminarono verso il ponte, sotto sembianze femminili. Lì trovarono ovviamente ad attenderli un losco figuro, in stazione eretta e braccia conserte al centro del ponte, in quel punto la vegetazione era fitta ed un silenzio quasi surreale regnava tra le fronde.

    Ferme! Questo è il mio ponte! Per oltrepassarlo dovrete pagare il Dazio!

    A quelle parole, pronunciate con solenne fervore, evidentemente intento ad incutere paura, fruscii e strani rumori iniziarono ad udirsi da diversi punti tra gli alberi. Quante presenze vi erano? Dieci? O venti? Non era facile stabilirlo, ma ai due sarebbero sembrate certamente molte.
    Ad una decina di metri alle loro spalle, Kamatari osservava la scena iniziando poi a muoversi verso la vetta di un albero vicino con l'intento di avere una visuale più chiara,seppur fin da subito avrebbe avuto la sensazione che qualcosa non andasse.

    [...]

    Il leader del gruppo intanto, insieme a Sabito, raggiunse quella che doveva essere la tana del nemico, un anfratto nella montagna che si addentrava per qualche decina di metri, o almeno questo era ciò che sembrava dalla posizione in cui si trovavano. Erano nascosti dietro una grande roccia e da lì poterono accertare la presenza di una guardia assorta nei suoi pensieri, seduta su un masso a pochi passi dal passaggio. Non sembrava per nulla agitata o particolarmente attenta ai dintorni ed oltre lei non vi era traccia di altre presenze.

    Eccoci, scusate il ritarto... Questo post è stato per lo più preparativo, ma ora le cose, se volete, si faranno attive. Potete ovviamente decidere se tornare indietro o andare avanti nella vostra rispettiva zona. Lascio a voi descrizione della trasformazione e dinamiche di spostamento.
    Ovviamente scalate le varie spese di chakra
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    La fitta vegetazione che caratterizzava quel paesaggio verdeggiava accostata al fiume. Esso scorreva imperterrito e con una grazia tale da ricordarmi ancora una volta quanto la natura fosse uno dei motivi più validi per sopravvivere, continuare a meravigliarmi di momenti lasciati a se stessi e dimenticati dai meno sensibili. Il maestoso catasto di alberi dei sigari aleggiava sulle nostre teste mentre furtivamente ci spostavamo a piedi su quel dislivello boschivo. Di tanto in tanto i miei occhi seguivano furtivamente il ragazzo, presentatosi come Sabito Tora, mentre gongolava al mio fianco. Non riuscii a fare a meno di nascondere un mezzo sorriso: in un certo senso mi ritrovavo in lui, umile per certi versi, con gli occhi di chi ha ancora speranza.

    Sei nervoso? chiesi, mentre il paesaggio verde smeraldo attorno a noi iniziò a dar spazio ad un'agglomerato di massi. Il terreno, inoltre, era cambiato: se prima le nostre suole calpestavano un prato dall'erba a raso ed attorno a noi un susseguirsi di tronchi ben saldi con le proprie radici, ora avremmo trovato una distesa di ghiaia e ciottoli. Prima di fare ulteriori passi, tuttavia, mi vidi costretto a dover dare un ordine a Sabito, per la sua incolumità. Torna indietro e nasconditi sopra ad un albero. Tieni le orecchie bene aperte e se senti un rumore, corri verso di me. Ho visto qualcuno, vado a controllare. Se mai dovessi essere ferito, prendi questo, tienilo stretto gli sussurrai, mentre consegnai uno dei miei due tonici da guerra al ragazzo. Lasciarlo da solo, anche solo per un breve periodo, l'avrebbe lasciato scoperto su più fronti e sicuramente non sarebbe stata una mossa astuta, da parte mia. Cercai di prevenire il peggio, consegnandoli quel medicinale.

    Nel mio cuore sentivo la frenesia del battito di Kamatari. Il mio compagno fidato, legato a me spiritualmente tramite un banale quantitativo di sangue. La sintonia tra noi due era ben visibile e non avrei potuto aver incontro migliore il giorno in cui lo incontrai. E proprio grazie a quella sintonia la mia coscienza in un certo modo mi stava facendo capire che c'era bisogno di una mano. Non avrei voluto far saltar subito la copertura degli altri due ragazzi, sopratutto mettendoli in una situazione del tutto spiacevole. Mi sporsi sul lato sinistro di quel masso, accorgendomi di una figura seduta da una buona manciata di metri da me, esattamente di fronte ad un ingresso, presumibilmente del rifugio dei banditi. Collegai le cose e a mente fredda rilasciai un quantitativo di chakra nell'etere. Sul momento si sarebbe visto il paesaggio mutare completamente: delle nuvole nere avrebbero avvolto in un manto oscuro quella zona montuosa, esattamente sopra me e il presunto bandito. Una, due, mille gocce apparentemente innocue avrebbero iniziato a bagnare tutto ciò che le nuvole sovrastavano. Optai di sfruttare la tecnica della Pioggia Nera in primis per riuscire a mascherare il rumore dei passi che da lì a poco avrei percorso per sorprendere il mio obiettivo, in secundis per un effettivo escamotage per infiammare l'atmosfera. La fitta rete di sostanza infiammabile mischiata al richiamo di un freddo primitivo, tramutatosi in una fitta nebbia, avrebbe leso la vista di chiunque vi si trovasse dentro, giovando a mio piacere. Alzai il cappuccio della felpa e, sfruttando le mie doti furtive, avrei provato ad intercettare la guardia correndo verso l'ingresso del muro. Una volta giunto alle sue spalle sfruttai il braccio metallico per provare ad afferrare la spalla destra, cercando di farlo cadere a terra, impregnandosi di liquido. Avrei così cercato di mettere un ginocchio sulla sua schiena, spingendo il necessario per far capire le mie intenzioni. A sangue freddo abbassai lentamente la testa, arrivando dietro la sua nuca.

    Ho in mano un accendino. Fai un passo falso e ti brucio vivo. Ho notato dei movimenti sospetti verso il ponte, che ne dici di chiamare qui i tuoi amichetti chiedendo aiuto a causa di una minaccia? Non sto scherzando, devi dire testuali parole. Adesso ti alzi ed io ti seguirò. Dì una parola di troppo e ti uccido all'istante. Se non sarai convincente con i tuoi compagni, ti ucciderò all'istante. Non hai troppa scelta. dissi, minaccioso. Durante i movimenti precedenti una cosa che cercai di non far notare mi avrebbe potuto assistere nella riuscita del mio piano: il sigillo del silenzio. La mia unica mano ancora in carne ed ossa, di fatto, avrebbe convogliato il chakra nel tentativo di imprimere questa maledizione sulla guardia, tutelandomi nel caso di eventuali sorprese sgradite da parte del mio complice. Mi bastò semplicemente pensare alla frase "È una trappola" per provare ad imprimere sulla sua spalla destra il marchio.


    Scheda

    Resistenza:700[+100]-1-1=698[+100]
    Stamina:700-70-20-10-10=590

    Azioni e Jutsu:
    Tecnica del richiamo per evocare Kamatari
    Creazione Nebbia III° livello
    Tecnica della pioggia nera
    Scatto (bonus maestria Guerriero Invisibile III° livello, bonus nebbia)
    Presa sulla guardia (bonus maestria Guerriero Invisibile III° livello, bonus nebbia)
    Sigillo del silenzio

    Azioni Kamatari:
    Torna verso me e Tabito per sorvegliare la guardia

    Note:
    Penso sia abbastanza chiaro il mio intento, in caso Roy scrivimi pure un MP :sisi: Ah, ho le popolari e linguistiche di primo livello, però data la situazione penso che la guardia possa cacarsi sotto [semicit] :asd:


    Edited by røxasv² - 8/7/2020, 11:08
     
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    [B] La banda del ponte


    Seto Akame





    narrato - parlato - pensato - parlato altrui






    Scrutai attentamente i lineamenti e gli atteggiamenti di alcune donne del villaggio.

    L’età media degli abitanti risultava piuttosto alta; d’altronde c’era da aspettarselo in una società così primitiva come quella.

    Decisi dunque di consultarmi con il mio compagno Seijo per delineare una linea comune di comportamento, in modo da non destare particolari sospetti.

    In base alle istruzioni che il più esperto Yuichi ci aveva impartito, la divisione in coppie era senz’altro l’idea più intelligente ma ciò non vuol dire che non nascondesse pericolosissime insidie.

    Sia io che Seijo eravamo alla nostra prima missione, non potevamo quindi fare affidamento su particolari esperienze vissute.
    Inoltre ,essendo dei Genin, conoscevamo un numero ridotto di Jutsu.


    Ehi Seijo..al ponte incontreremo probabilmente la parte della banda che si occupa delle estorsioni.
    Essendo un punto nevralgico, credo che sia in qualche modo controllato da un sistema che garantisce copertura alla zona nel breve-medio raggio.
    Per ora dovremmo limitarci a temporeggiare.
    Se i nostri compagni riusciranno ad attirare l’attenzione sul nascondiglio, probabilmente ci troveremo in una situazione più congeniale.



    Conoscevo il mio compagno, sapevo di poter fare affidamento sia sulla sua mentalità che sulle sue capacità.

    La missione stava entrando nel vivo.


    Sarà fondamentale che ognuno di noi si attenga al piano e si concentri il più possibile..spero che qualora qualcosa andasse storto, i miei compagni mantengano la lucidità necessaria nel compiere le giuste scelte.


    Grazie all’ausilio della tecnica della Trasformazione, io e il giovane Hoozuki prendemmo le sembianze di due lavandaie anziane, leggermente ingobbite e con il capo avvolto da un fazzoletto di stoffa che avevamo notato su più di una donna da quelle parti.

    Ci incamminammo dunque verso il ponte con passo sostenuto, l’uno affianco all’altro.



    […]



    Arrivammo in una decina di minuti all’inizio della passerella che appariva proprio come la immaginavo: la struttura in legno collegava le due sponde con un largo corridoio, leggermente inarcato nella parte centrale.

    Mi guardai attentamente intorno, sfruttando la flemma del nostro andamento e mi bastarono pochi sguardi per capire quanto quello snodo potesse essere importante per l’economia di quel villaggio e di conseguenza per i loschi affari di quei banditi.

    Avanzammo con molta calma e le travi scricchiolavano al nostro passaggio, preannunciando la nostra presenza.
    Al centro del ponte si intravedeva una figura in piedi, alla quale più ci avvicinavamo e più riuscivamo a distinguerne i tratti.
    Il suo aspetto rude ed il suo linguaggio del corpo erano inequivocabili: si trattava sicuramente di uno di quei criminali.

    Venimmo subito incalzati da quel tipo che con prepotenza sbraitò:


    Ferme! Questo è il mio ponte! Per oltrepassarlo dovrete pagare il Dazio!


    L’arroganza con la quale proferì quelle parole la diceva lunga sulla sudditanza che esercitavano sui poveri abitanti di quelle zone.

    Decisi di non farmi prendere dall’astio che mi suscitavano simili atteggiamenti.
    Al contrario intravidi la possibilità di mettere in piedi un simpatico siparietto con la collaborazione del mio compagno.

    Guardai quindi Seijo, che con le sembianze da vecchia lavandaia mi ispirava ancor di più nell’esibirmi in quello che potremmo definire quasi un numero da cabaret, rivolgendomici con un tono altissimo e stridulo.


    OOOOH CARA CHE BRUTTA LA VECCHIAIA! QUESTO BALDO GIOVINE MI RICORDA MOLTO MIO NIPOTE, NON TI PARE?!?!
    COS’HA DETTO LO HAI SENTITO???
    PURTROPPO NON SENTO QUASI Più NULLA DA QUESTE ORECCHIE!



    Ero sicuro che il mio concittadino avrebbe colto al volo il mio gioco e ci si sarebbe cimentato con entusiasmo, mantenendo comunque alto il livello di attenzione, quindi attesi una sua risposta.

    Mi sentivo decisamente osservato e alcuni strani rumori che avevano accompagnato la nostra breve passeggiata su quel ponte amplificarono quella sensazione.


    Il fatto che sia l’unico nemico visibile nelle vicinanze mi fa ancora più insospettire.
    Non possiamo in alcun modo permetterci di farci scoprire, altrimenti saremmo spacciati.







    Ho ritenuto che la Tecnica della Trasformazione facesse parte della narrazione, visto che tra l'altro è già stata considerata da Roy.



    Seto Akame

    Resistenza 150/150
    Stamina: 200/200




     
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    Parlato Seijo
    Parlato altrui

    Il piano era definito, ora arrivava la parte difficile: metterlo in atto.
    La cosa peggiore dei piani è che, per natura, non possono considerare tutte le variabili in gioco. Per quanto ci si sforzi, rimarrà sempre quella certa dose di imprevedibilità che permea la pianificazione razionale. Perché nove volte su dieci qualcosa non va come si aveva previsto, qualcosa va storto. E allora l'abilità di pianificazione deve essere integrata con della sana capacità di adattamento, in modo da poter rispondere efficacemente ad eventi inattesi attraverso quello che potremo definire “problem solving”.
    Ero alla mia prima missione e, a quanto ne sapevo, anche Seto non doveva essere un ninja poi così navigato. Eppure al suo fianco mi sentivo in qualche modo più tranquillo: avevo potuto osservare le sue abilità e capacità durante il nostro scontro avvenuto qualche tempo prima ed avevo appurato in quella sede che quello straordinario genin possedeva sia capacità di pianificazione che di improvvisazione. Io, dal canto mio, mi ritenevo sempre superiore a tutto e tutti e smaniavo per dimostrarlo, ma sempre più stavo giungendo alla conclusione che la strada per raggiungere la perfezione che tanto decantavo era ancora lunga e lastricata d’insidie. Dovevo cambiare assolutamente atteggiamento e capire che avevo ancora moltissimo da imparare, ma soprattutto dovevo comprendere che la fonte di questo apprendimento poteva giungere da qualunque parte, anche da un mio pari grado come Seto.
    Passammo una mezzoretta buona ad osservare le donne del villaggio, tutte piuttosto anziane. Supposi che la maggiorparte dei giovani del villaggio dovevano esser partiti per raggiungere città e villaggi più grandi e all’avanguardia, per lasciarsi alle spalle questo posto che sembrava fermo nel tempo e nemico mortale dell’innovazione. Come biasimarli, dopo tutto? Eppure questo rendeva ancora più difficile il nostro compito, poiché dovevamo prendere e fare nostre delle abitudini antiche e ormai dimenticate nel posto in cui vivevamo abitualmente.
    Durante l’osservazione, mi focalizzai in particolare su di una donna parecchio avanti con l’età: era curva, coperta di rughe e con capelli lunghi, lisci e bianchi. Mi colpì la bellezza sottesa e dimenticata di quella donna anziana: il suo aspetto era ora ai limiti del ripugnante ma ogni centimetro del suo corpo sembrava suggerire che in giovane età fosse stata una donna molto affascinante e di bell’aspetto. Scelsi lei.

    Ehi Seijo..al ponte incontreremo probabilmente la parte della banda che si occupa delle estorsioni.
    Essendo un punto nevralgico, credo che sia in qualche modo controllato da un sistema che garantisce copertura alla zona nel breve-medio raggio.
    Per ora dovremmo limitarci a temporeggiare.
    Se i nostri compagni riusciranno ad attirare l’attenzione sul nascondiglio, probabilmente ci troveremo in una situazione più congeniale.


    Mi disse Seto, mentre già ci avviavamo verso il ponte ancora non trasformati. Con quelle poche frasi aveva confermato quanto già avevo capito fin dal nostro scontro: questo genin possedeva delle capacità di pianificazione decisamente fuori dal comune per un ninja del suo grado. Sembrava avere un’idea ben chiara di cosa ci aspettasse una volta al ponte, mentre io dal canto mio ero più tipo da improvvisazione: aspettavo di avere le cose davanti prima di decidere il da farsi. Nonostante spesso fossi sommerso da mille dubbi e paranoie, quelle certo non si potevano definire pianificazioni.
    Lo osservai pensieroso mentre pronunciava quelle parole ed infine mi limitai ad annuire deciso in segno di assenso.

    Infine eseguimmo la tecnica della trasformazione, tecnica che entrambi conoscevamo fin dai tempi dell’accademia e che dunque ci riuscii senza troppi problemi ed in maniera encomiabile.
    Guardai Seto prendere le sembianze di una vecchia del villaggio e dovetti trattenere le risate per quella sua nuova e rinnovata forma.

    Sai che ti dona quel fazzoletto di stoffa? Dovresti tenerlo!

    Dissi scherzoso, con la voce già rauca per la trasformazione. Ridemmo e dunque ci incamminammo verso il ponte con passo decisamente troppo sostenuto per due signore della nostra età.

    Rallentammo il passo solo quando giungemmo in prossimità del ponte, anche perché lì la folta vegetazione rendeva impossibile continuare a mantenere una velocità tanto sostenuta.
    Puntai lo sguardo sul ponte: sembrava avere una struttura molto solida e collegare tra loro gli argini del fiume altrimenti invalicabile. Non era difficile a quel punto capire come mai quel ponte risultasse così fondamentale per l’economia dei due villaggi: non sembravano esserci molti altri modi di attraversare quel fiume che scorreva impetuoso.

    Guardai Seto, un poco preoccupato, ma lui non sembrò notarmi poiché intento a guardarsi attorno attentamente. Seguii il suo sguardo e notai che già dalla nostra posizione era possibile notare una singola figura che si stagliava al centro del ponte. Tirai la manica del mio compagno due volte, come a segnalare quella presenza, anche se in fondo ero certo che anche lui l’avesse notata.
    Non di meno, decidemmo di proseguire con il solito passo lento e claudicante che faceva scricchiolare le assi di legno che componevano il ponte.
    Man mano che proseguivamo, i lineamenti della figura che avevamo intravisto sul ponte si facevano più chiari e delineati: si trattava di un uomo dall’aspetto particolarmente losco, con lunghi e disordinati capelli neri, una benda sull’occhio e numerosi anelli alle mani (che, diciamolo, gli invidiavo non poco). Già solo il suo aspetto sembrava suggerire prepotentemente la sua appartenenza a quella che chiamavano la banda del ponte ma ogni dubbio fu fugato quando gli giungemmo a pochi passi.

    Ferme! Questo è il mio ponte! Per oltrepassarlo dovrete pagare il Dazio!

    Sussultai: sapevo che ci avrebbe fermati, eppure non potevo fare a meno di essere in qualche modo teso. Da lì in poi l’esito della missione dipendeva anche da noi, e le cose erano rese ancor più complicate dai continui fruscii che provenivano dalla vegetazione intorno al ponte. Non ero sicuro si trattasse di persone e non di animali, eppure non potevo né dovevo escludere la possibilità che si trattasse di altri membri della banda, così come aveva suggerito Sito poco prima.
    Guardai il mio compagno, ma trovai il suo sguardo già fisso su di me. I suoi occhi sembravano convinti ed intuii che doveva avere qualcosa in mente.

    OOOOH CARA CHE BRUTTA LA VECCHIAIA! QUESTO BALDO GIOVINE MI RICORDA MOLTO MIO NIPOTE, NON TI PARE?!?!
    COS’HA DETTO LO HAI SENTITO???
    PURTROPPO NON SENTO QUASI Più NULLA DA QUESTE ORECCHIE!


    Disse urlando. Dovetti concentrare tutte quante le mie energie per non scoppiare in una fragorosa risata: dopo tutto, chi se l’aspettava questa uscita?
    Ma capii dove il mio compagno voleva arrivare e lo giudicai un buon piano. Così decisi di assecondarlo e di fargli da spalla nel siparietto che si stava venendo a creare.

    CHIII? TUO NIPOTE? MA SE SOMIGLIA AD UN ASINO ZOPPO?
    NESSUNA OFFESA CARA, MA QUESTO SOMIGLIA MOLTO DI PIU AL MIO DI NIPOTE! GUARDA CHE MUSCOLI: POTREBBE SOLLEVARE UN CAVALLO!


    Feci una pausa, mentre con le mani simulavo di palpeggiare quei muscoli, palpeggiando in realtà l’aria.

    COSA? COOOSA?? SENTIRE IO? MA SE A MALAPENA SENTO TE! E SOLO PERCHE URLI COME UNA VENDITRICE DI PENTOLE!

    Dissi, dando al Seto trasformato un paio di schiaffetti sul braccio. Poi mi voltai di nuovo verso quel figuro.

    SARESTI COSI GENTILE DA RIPETERE? DEVI AVER PAZIENZA CON QUESTE DUE ANZIANE SIGNORE, E’ DA MOLTO CHE NON LASCIAMO IL NOSTRO VILLAGGIO E NON INCONTRIAMO QUALCUNO DI NUOVO DA TAAAANTO TEMPO!

    Dissi, quasi strillando. Dopo tutto dovevamo giustificare il fatto che non sapevamo dell’esistenza della banda del ponte e del dazio da pagare per attraversare il ponte.
    Spostai poi l’attenzione su Seto, notando una certa preoccupazione nei suoi occhi: doveva aver sentito anche lui quegli strani fruscii e probabilmente pensava la stessa cosa che pensavo io.
    Non ci restava che aver fiducia nello Yuki e nel samurai che intanto lavoravano parallelamente a noi nei pressi del covo.

    In bocca al lupo, ragazzi!



    Seijo Hoozuki

    Resistenza: 200/200

    Stamina: 150 - 5 = 145/150


    AZIONI:

    1) Tecnica della trasformazione
     
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    [Bosco - collina]



    Nelle terre del ferro non mancava di certo la vegetazione, avevano anche noi dei panorami che toglievano il fiato e delle piante dai colori più disparati, ma non avevo mai assistito ad un concerto di verde del genere, le piante avevano una fittissima corona di smeraldi, il sole che passava tra le foglie faceva dei giochi di luci tali da rendere l'ambiente circostante un paesaggio da fiaba e il tutto era circondato da quel tepore che ti dava la gioia di essere fuori sotto quelle piante. l'intero ambiente era l'esatto opposto a quello che potevo trovare a casa e devo ammettere che ogni passo mi dava la gioia necessaria per poter godere tutto questo e dimenticare il motivo della mia presenza li, ma il jonin che si trovava al mio fianco mi riportò al presente tirando fuori l'unica domanda che poteva farmi sprofondare in un diverso turbinio di pensieri e sentimenti contrastanti.

    Nervoso...sinceramente non lo so, fino a qualche secondo fa sinceramente stavo pensando a queste piante che non avevo mai visto se non in foto, e si, mi stavo godendo la 'passeggiata' se così vogliamo definirla.....ma se ripenso a quello che stiamo facendo e chi stiamo per incontrare..si..sono molto nervoso, ho paura di fare errori, ho paura di metterti in difficoltà, ho paura di essere un peso, ma allo stesso tempo voglio usare tutto questo per essere più concentrato quando dovrò esserlo, voglio essere pronto a tutto e voglio dare una mano, ma ehy, non penso che qui possiamo trovare la pianta del voglio giusto?

    Perché ho usato questa battuta? Perché?

    Esattamente come dissi al capo squadra lasciai fluire dentro di me sempre più pensieri, mi misi a pensare ad ogni possibile situazione in cui potevamo essere coinvolti, pensai a strategie e contro strategie, feci un veloce ripasso mentale delle mie specialità e delle mie conoscenze, i miei punti di forza e le mie tante debolezze, prima tra tutte la mia mancanza di esperienza e constatai di sangue freddo visto che avevo le punta delle dita intorpidite, sentivo le gambe appesantite e l'arma che avevo portato con me iniziò a sembrarmi pesante, rigida e inadatta alle mie mani, l'ambiente circostante poi sembrò cambiare in base alle mie emozioni, la foresta così luminose e serena si fece da parte e iniziò un terreno brullo pieno di sassi e terra spoglia, era un cambio fin troppo repentino è vero, ma più si va in alto e più si possono trovare questi spiazzi senza nulla che diventano le dimore preferite dei banditi.

    Continuo a pensare che ci sia qualcosa di strano, nessuna trappola, guardia o altro, è tutto fin troppo sereno....cosa c'è che mi sfugge? Perché mi sembra che manchi un tassello? Stupida testa basta pensare.

    Mi diedi un colpetto con la mano sinistra sulla fronte appena in tempo per tornare alla realtà visto che il giovane utilizzatore di ghiaccio si girò per darmi ordini e uno dei suoi tonici, il piano era semplice, dovevo tornare a inizio radura e nascondermi...la cosa mi diede fastidio nel profondo visto che non volevo essere 'così' inutile ma non potevo nemmeno dargli torto, avrei potuto rischiare di mettergli i bastoni fra le ruote.

    Va bene allora....allora vedrò di ridartelo il prima possibile Yuichi-san....?

    Congedato dal ninja corsi indietro verso il primo albero a ridosso della radura spoglia, ne scelsi uno che mi sembrava il più alto in quella striscia di verde che faceva da muro, il mio stress era calato di molto mentre la mia insoddisfazione nei miei confronti era aumentata, ma rimandai indietro tutto questo mi girai verso la direzione dello Yuki in attesa di qualunque segnale.

    [Azioni, Consumi ed Equip]


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