Naruto GDR - La via del ninja

Posts written by Zérø

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    Salve siori, siore e sionisti.
    E' da tanto ormai che non sono più presente nel forum, se non in rarissimissime occasioni per fare eventi con Kerberotta (che non so nemmeno se è ancora viva o rotta, per l'appunto).
    Per i nuovi utenti che non mi conoscono, io sono Toni Sardina alias Zero, uno dei founder storici di questo bellissimo forum che, nonostante i suoi ormai quasi 13 anni di vita (allucinante) è ancora in piedi. Ricordo perfettamente le nottate tra il Giugno e l'Agosto dei miei 15 anni trascorse a lavorare alla sua creazione assieme a Erminio (Fury) e Giulia (Shelke). Nello specifico mi viene in mente un episodio che ci ha visto chiudere una nottata di regolamenti alle 5.30 del mattino, per poi, totalmente rincoglioniti, andare a mare alle 9 con i nostri amici.
    Ricordo la meravigliosa famiglia creata nel tempo col mio amato Key (ti lovvo Andrea <3), Yama, Anselmo, Kashi e tanti altri. Se leggerete questo messaggio, sappiate che, nonostante con alcuni non ci siamo mai nemmeno visti in faccia, per me siete stati dei veri amici, quasi una seconda famiglia. E il forum la mia seconda casa.
    Ve lo scrivo quasi con le lacrime agli occhi: i momenti trascorsi assieme, a creare eventi e mondi fantastici hanno plasmato il mio modo di pensare, di vivere e di capire che l'unico vero senso della vita è creare legami e comprendere il prossimo, soprattutto nel disaccordo.
    Tanti di voi hanno visto e vedono in questo forum un modo per evadere dalla realtà, divertirsi, giocare, ma per me ha rappresentato un vero e proprio banco di prova per la mia attuale scelta lavorativa. Infatti ad oggi, nei suoi pro e contro, sono diventato uno sceneggiatore e disegnatore professionista, nel senso più pratico del termine.
    Chi mi ha conosciuto, sa perfettamente quanto io cercassi di spaziare ben oltre il tema "Naruto" con le mie quest personali e con le missioni. Inutile aggiungere l'erezione che mi è venuta quando Shelke è riuscita a collegare, in uno squarcio multiversale, le vicende di questo forum con la storia del nostro mondo, che avrebbe visto la marionettista Sunako distruggere il concetto di ninjutsu e avviare un'umanità priva del ricordo di quello che aveva vissuto nel suo passato all'interno del mondo ninja.
    Perché cito questo specifico evento? Perché è proprio da lì che ho capito quanto mi soffocasse scrivere solo per gioco e vincolato da paletti logistici, legati al tema del forum. Da lì il passo verso il professionismo è stato breve al livello concettuale, ma lunghissimo dal punto di vista sostanziale. Ed è una strada che ancora ad oggi affronto in salita.
    Ciononostante, da quando ho lasciato il forum, ho sempre temuto che cadesse in rovina, estinguendosi in un nostalgico ricordo per noi tutti che l'abbiamo sentito così vicino, dentro al petto. E invece no! Perché con la stessa gioia di un padre che riabbraccia un figlio dopo un decennio di distanza, oggi, nell'epoca dei social che hanno asfaltato il concetto stesso di forum, il "Naruto GDR la via del Ninja" è ancora in piedi e vivo. E non per merito mio, ma di tutti voi, in primis di Fury, il migliore di tutti noi veterani, che riesce a conciliare i suoi problemi nel mondo reale con la gestione di questa suntuosa "baracca".
    Per questo vi ringrazio. A voi che ci siete stati ma che come me avete abbandonato, a voi che continuate ad essere presenti e a coloro che contribuiranno alla vita del forum in futuro.
    Voi siete, seppur inconsapevolmente, la mia più preziosa eredità.
    Grazie di cuore.

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    Metto lo slash perché non vorrei contaminare la genuinità del messaggio di cui sopra con gli aspetti più venali di quello che è il mio attuale lavoro.
    Più volte alcuni di voi mi hanno domandato dei miei fumetti in uscita, probabilmente più per affetto e supporto che per voglia effettiva di leggere i miei prodotti, ma chissà.
    Per questo motivo ho deciso di utilizzare questo topic per presentare di volta in volta le mie pubblicazioni, e, nel caso in cui le recuperaste, ascoltare i vostri feedback e rispondere alle eventuali domande e curiosità.
    Naturalmente, avendo imboccato un percorso da fumettista, posso dare qualche suggerimento a chiunque volesse intraprendere questa ostica strada. Insomma, vorrei che questo diventasse il più intimo e personale dei miei canali.
    Può capitare però che, non entrando spesso, potrei perdere i messaggi. Per questo vi esorto, nel caso, a scrivermi tramite il mio FACEBOOK.
    Direi che ho detto tutto per oggi. Vi lascio alle anteprime dei miei fumetti, che aggiornerò col tempo:
    CITAZIONE
    Titolo: DETROIT 23/05
    Edito: NOISEPRESS
    Prezzo: 12 Euro
    Vetrine: Noisepress Store, Amazon, Mondadori Store, Feltrinelli Store
    Quarta di Copertina:
    Jerome Davis, prima di morire suicida, passava informazioni
    sulla mafia all’FBI e sull’FBI alla mafia. Per chi faceva il doppio gioco?
    La verità risiede in una chiavetta USB che contiene i segreti della città. Tra colpi di scena e battute sopra le righe, il lascito di Jerome avrà ripercussioni sull’intera Detroit, cambiandone il modo stesso di intendere la giustizia.

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    Titolo: #UomoInCamicia
    Edito: NOISEPRESS
    Prezzo: 10 Euro
    Vetrine: Noisepress Store, Amazon, Mondadori Store, Feltrinelli Store
    Quarta di Copertina:
    Nell'esistenza una sola cosa è sicura: la morte...
    peccato che prima ci sia questa rottura di palle che è la vita!





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    Titolo: DE BELLO PHILOSOPHORUM
    Edito: EDIZIONI EX LIBRIS
    Prezzo: 15 Euro
    Vetrine: Edizioni Ex Libris Store, Amazon, Mondadori Store, Feltrinelli Store
    Quarta di Copertina:
    Avete mai sentito parlare di filosofia? Avete mai conosciuto i filosofi e le loro originali teorie? Bene! E' per questo che abbiamo deciso di presentarveli uno per uno, per capire meglio come il loro pensiero abbia influenzato anche il nostro. Bimbi, ragazzi, studenti di filosofia e non! E' giunto il momento di dare un volto a tutti i grandi del pensiero...perché no...ridendo un po' delle loro tragicomiche avventure. Benvenuti quindi nella "guerra dei filosofi", ossia "DE BELLO PHILOSOPHORUM"

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    Titolo: GLI ULTIMI DEL MONDO
    Edito: TOPFFER EDIZIONI
    Prezzo: 14 Euro
    Vetrine: Amazon, Mondadori Store, IBS
    Quarta di Copertina:
    Giovani artisti hanno realizzato 8 graphic novel raccontando dei minori migranti non accompagnati obbligati a smarrire la memoria del sole, a lasciare le proprie terre, per cercare di raggiugere la ricca e spesso fredda (in ogni senso) Europa. Hanno raccontato la pena, la cupa storia, di quei ragazzini disperati che si accalcano sui barconi per solcare il Mediterraneo o si mettono in marcia attraverso i deserti per giungere, il più delle volte, di fronte a muri e fili spinati.


    Edited by Zérø - 22/12/2020, 17:01
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    - Da adesso sì. Suvvia, che vuoi che sia un vestitino? Allo scorso Matsuri ti sei messa uno yukata cortissimo, ti ho vista! Un Samurai è tale fino a quando segue i precetti del Bushido. Non importa che indossi un'armatura o degli stracci. Sono le nostre azioni a dire chi siamo, molto più... di una gonna vertiginosa -

    Sentenzia così la piccoletta, che con i suoi modi di fare annichilisce anni e anni di lotte femministe. Del resto il suo atteggiamento non può che far piacere a Jingle Bells, che prende la palla al balzo e si sente in dovere di esternare più di una lusinga nei riguardi della "signora".

    - Esatto, onorevole Kage! Lei ha davvero compreso la profondità dei miei intenti: un samurai che si rispetta dev'essere pronto ad affrontare qualunque avversità per dare il massimo in ogni condizione.
    La statura non rende onore alla sua saggezza! -


    Agli inchini e alle riverenze del pagliaccio i presenti rispondono con un sonoro palmo in faccia. L'ironia sta nel fatto che nessuno crede a quei complimenti: né i colonnelli né la Kage né tanto meno Jingle Bells, il cui scopo non è burlarsi degli spettatori, bensì genuinamente divertirli.
    Colei che non ride affatto invece è la povera Yozora, rossa come un peperone in viso. Difficile dire se per colpa della rabbia o dell'imbarazzo. L'unica cosa certa è che non può rifiutarsi di ottemperare ai suoi doveri di samurai e per tanto deve piegarsi alla richiesta di Jingle Bells, il quale consegna a Severa i 20.000 ryo come promesso.


    - Bene... eseguo gli ordini, nobile Generale -.

    Pur se non pronunciate affatto, le silenziose imprecazioni della giovane arrivano più che chiaramente alle orecchie dei presenti. L'espressioni inebetite dei colonnelli, inoltre, se da un lato condannano il comportamento di Jingle Bells, dall'altro lo appoggiano con trepidante attesa. E il pagliaccio, a cui non sfugge nulla, si mette sottobraccio due di loro per condividere i sogghigni e le risatine tipiche dei pervertiti.
    Yozora rientra in stanza proprio come ci si aspettava... o quasi!


    - Mi chiedo a cosa serva tutto questo. Non si tratta di una missione estremamente pericolosa? -

    Indossa uno yukata fatto a pennellino per lei, che pur coprendo la maggior parte delle curve, lascia intravedere le cosce rosate per creare il giochetto "vedo-non vedo". Inviperita, anzi proprio incazzata nera sembra voler alzare le mani persino a Severa, che ha venduto la sua dignità in cambio di qualche sacco di ryo. Poveretta, non ha idea di quello che l'aspetta!
    Per quanto le lingue dei colonnelli rotolino lungo i tappeti, Jingle Bells è tutt'altro che soddisfatto, imitando in tutto e per tutto l'indifferenza della Kage. E dire che Yozora aveva mostrato ben più del dovuto a quella cosca di pervertiti!


    - E' inaudito!
    Inammissibile!
    Deludente...! -


    Jingle Bells appare e scompare da tutti i lati della samurai, commentando con lamentele secche la sua insoddisfazione di fronte a quell'assenza di curve, che descrive con le mani a pochi millimetri dalla sua pelle.
    Scannerizza con gli occhiali a forma di cuore i suoi fianchi.
    Inquadra con i pollici e gli indici i suoi glutei come fosse il migliore dei registi.
    Setaccia ogni spiraglio dello yukata alla ricerca di quei vuoti tipici di chi ha dei seni prominenti. Ma niente!


    - Qua urge un intervento diretto!
    Permettetemi di presentarvi il mio circo!
    E uno... e due... e JIN-GLE-BELLS! -


    Tira fuori dalla tasca un piccolo pendolo, che oscilla tre volte mentre recita la parolina magica, prima di scomparire nel tessuto del suo cappotto.

    Largo, a JINGLE BELLS!


    Dei tamburi e delle trombe risuonano all'improvviso nella piazza del villaggio, sulla quale si affacciano i finestroni della stanza di Severa. Tutti, ma proprio tutti a Testu vogliono vedere quale banda all'improvviso si stia esibendo. E lo fanno persino le guardie alle porte del villaggio, che incredule, si avvicinano allo spettacolo, interrogandosi sul come abbia fatto un circo intero ad entrare! Decine di circensi avvenenti: uomini, donne, animali! Ciascuno di loro dai tratti esotici e che cantano e acclamano... il grande Jingle Bells!


    Largo alle sue campane!
    Largo a Jingle Bells!
    Voi, proprio voi, via da quel bazar
    Ehi tu, proprio tu, c'è una grande star
    Se il fato vorrà un sorriso ti donerà
    Campane suonate, tamburi rullate, guardate, è proprio là
    Grande Bells, è Jingle Bells, questo è il suo circo
    Faccia in su, venite a guardare il nostro show
    Se il posto non perderai, in prima fila sarai
    È uno spettacolo che mai più tornerà
    Grande Bells, grande com'è distrugge i tuoi mali
    e lo trasforma in cento sorrisi, ricolmi d'amor
    Ci piace a sua signoria
    È mitico alla follia
    È un'altra categoria
    È Jingle Bells!
    Sono d'oro i suoi mille cammelli
    E i pavoni color viola e blu
    Le sue bestie son veri gioielli
    Che cos'è? Uno zoo?
    Beh io lo so, è un circo per tutti voi


    Coriandoli. Acrobati. Maschere. Niente manca al carnevale di Jingle Bells, che diverte grandi, vecchi e piccini senza far distinzione. L'estasi è tale da paralizzare per quei cinque minuti gli attriti tra gli abitanti, a cui vengono regalati sorrisi e giochi pirotecnici degni del migliore tra gli show in circolazione: quello di Jingle Bells!

    Grande Bells
    E' Jingle Bells
    il nostro pagliaccio
    Lui lo sa che tanta gioia regalerà
    Per questo viene tra voi
    Più brutto di tutti i play-boy
    Con gli elefanti e poi lama fantastici
    Orsi e leoni e tromboni
    I suoi fachiri, i contorsionisti, i ballerini,
    Tutti cantano Bells
    E' JINGLE BEEELLS!


    Senza neanche far rendere conto Severa e i colonnelli di quanto accade, il pagliaccio intona l'ultima strofa della canzone direttamente nelle stanze del palazzo, dove due delle soubrette, dopo aver messo un separé attorno a Yozora, la svestono di quegli stracci che lei definisce "seducenti" per sostituirli con uno sgambatissimo vestito da coniglietta con tanto di calze a rete, papillon, orecchie e coda!
    Il separé cade e con esso anche tutti i colonnelli, sparati all'indietro dalla pressione del sangue del naso.
    Chiude lo spettacolo lo stesso Jingle Bells che schiaffa sul sedere della giovane samurai una bella pacca, con cui le incide di nascosto un sigillo che scompare all'istante.


    - Signori e Signore, avete visto Jingle Bells!
    Tu intanto preparati per la missione, mio delicato fiore del Ferro! Tornerò prestissimo per venirti a prendere!
    E ricordo a tutti, signora Severa, che se la ragazza non indosserà quell'abito reputerò la missione fallita a priori. Arrivederci! -


    Conclude Jingle Bells, serrandosi dietro le porte del palazzo per infine lasciare Tetsu con il circo a seguito.

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    Affannato e stanco, ma soprattutto lontano da occhi indiscreti, il pagliaccio si accascia per terra con un'inevitabile conseguenza: l'intera carovana di circensi si dissolve come fosse stata tutta un'immensa illusione. E viene anche meno l'enorme ed invisibile cupola di chakra che aveva avvolto il villaggio del Ferro fin dal primo rintocco del pendolo di Jingle Bells. Solo le circensi che avevano svestito Yozora rimangono in piedi, giusto il tempo di rivelarsi come delle copie superiori camuffate da donzelle. Con uno schiocco di dita scompaiono anche quelle, lasciando il freak solo col suo tremore...

    - Stavolta... *anf*... credo di avere esagerato...
    Chissà se quella ragazza sarà all'altezza del compito... *anf* -


    In tal caso sarebbe stata essenziale.

    Chiudiamo col tuo ultimo post e l'assegnazione dell'exp. Volevo rendere questa PQ una Story, ma devo necessariamente aprirne un'altra perché qui la guerra civile non era ancora scoppiata. Quindi amen.
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    Ricco, clown e pervertito!


    - Dove è diretto esattamente? A seconda delle sue esigenze le affiancherò un Samurai di grado più alto rispetto ad un altro. -

    Nel genuflettersi il rachitico omuncolo non si era minimamente accorto della statura della Kage, che, benché fosse leggendaria tra le dicerie della gente, era a lui del tutto sconosciuta.
    "Un metro e ottanta voglia di crescere!". Questa irrispettosa battuta tuonata tra sé e sé gli gonfia d'aria le guance al punto da dover inghiottire la saliva per evitare di scoppiare in una grossa e grassa risata. Ma, deglutita l'irriverenza, si sistema per bene gli occhiali a forma di cuore, porta in avanti il cappello per darsi un tono e, irrigiditosi sull'attenti, si schiarisce la voce come fosse il più serio degli individui.


    - Forse non mi sono spiegato bene, sua indiscutibile "altezzosità". Questi 10.000 ryo sono solo l'anticipo! Verserò altre 90.000 monete a missione compiuta. Purché rimanga vivo, naturalmente. -

    100.000 ryo?! Quell'insignificante buffo omino?! Come può disporre di una tale somma?! Ma tant'è che sotto il suo naso s'inarca il tipico sorriso irriverente di chi gode nell'ostentare i suoi averi: Jingle Bells non scherzava affatto!

    - Voglio sia chiaro che il punto non è dove io stia andando, ma che non mi facciano la pelle nel tragitto! -

    I presenti nello studio di Severa strabuzzano gli occhi e persino lei, finora del tutto disinteressata alla questione, si trova costretta a mostrare un briciolo d'interesse per il ricco clown.

    - Chi c'è in servizio oggi dei Colonnelli? No, senti, mandameli tutti che facciamo prima -.

    Belli ritti, impettiti e tutti ligi al loro dovere. Alla stregue di tanti manichini robotici, i samurai convocati accedono in riga alla stanza: 7 colonnelli, l'elìte dell'elìte! E con tanto di risicate presentazioni da parte di SEicentimetriVERA!

    - Le presento l'elitè del Paese del Ferro. O almeno, quelli che c'erano oggi. Scelga con calma, mi raccomando -.

    - Grazie, grazie, sua "immensità"... -

    Fa bene attenzione a pronunciare lo scherno in modo velato e aleatorio, per camuffarlo da ossequio. Quindi parte con la scansione, anche se decisamente poco professionale.
    Coprendo il labbro superiore con quello inferiore, si esibisce in una smorfia dal dubbio gusto. Poi si mette le mani dietro la schiena e passa in rassegna ai Ken armati (capita?! Ken come quello di barbie, ma anche come "spada". Sono una sagoma!).
    Davanti a chiunque passi, sembra che lo prenda in giro, ma così palesemente da far credere ai samurai di fraintendere il suo atteggiamento surreale. E comunque per quella cifra si sopporta questo e altro!
    Perciò, davanti al colonnello che pare un armadio a due ante per la sua conformazione muscolare, Jingle Bells tira su il petto e forma un'angolo di novanta gradi con le braccia. Successivamente al cospetto di uno con la pancia strabordante dall'armatura, l'omuncolo gonfia d'aria il ventre e si curva in avanti per simulare la sua placida postura, e così via.
    Poi però i suoi occhi, o meglio i suoi occhiali si inchiodano su una pupattola niente male e che lo aveva etichettato per tutta la passerella come un pervertito. Niente di più corretto!


    - Mpfh. -

    Al sospiro della tipetta mingherlina e con le curvette al punto giusto per quanto poco accentuate, Jingle Bells non riesce a trattenere la bavetta che gli cola giù prima dalle labbra e poi dall'atipico pizzetto. Ma si da subito una ripulita, perché in fondo lui è un gentiluomo! Infatti non tarda un attimo a prenderle la mano e baciarla, esordendo con un inappropriato complimento.

    - Enchanté, delicatissima fiore del metallo! -

    La signorina, tutt'altro che incantata, non sembra prendere bene le attenzioni. Tanto più che ricevere lusinghe da un cinquantenne è disgustoso, oltre che squallido. Poteva essere sua figlia. Poteva essere minorenne, ma a Jingle Bells importava poco. Anzi niente.

    - Ho deciso: sarà lei la mia "accompagnatrice"! Come ti chiami, signorina? -

    Pur sfidando le ira della Kage, che si ritrova a dover tacere a fronte del potenziale guadagno, Jingle Bells sfodera un affilatissimo indice verso la ragazza e, non accontentandosi dello spettacolo messo in piedi, esordisce:

    - Ma c'è una condizione: voglio vederla qui ed ora "vestita" a dovere! La nostra è un'ardua missione, fatta di ricerca, lotte e soprattutto infiltrazione tattica! Quindi mettetele qualcosa addosso con cui possa adescare gli uomini e mostratemela!
    Aggiungerò altri 20.000 ryo come extra! -
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    Essenziale



    Essenziale.
    Come ogni singola goccia per formare un oceano.
    Come ogni singola disgrazia per formare un uomo.
    Come ogni singola tragedia per far prosperare il mondo.
    Come il male insito in ogni singolo essere vivente.
    E come il tremore sulle dita di quest'individuo malato di parkinson che, denudatosi d'ogni veste, sparge dei sali esoterici sullo specchio d'acqua di una sorgente bollente.
    I fumi lo abbracciano, gli baciano il ventre ferito, gli leniscono le spalle lacerate e gli accarezzano il volto sfigurato.
    Grida per il dolore, così forte da far tremare la roccia intorno a sé e far scappare le lucciole, che fino a poco prima danzavano per lui. Ed ecco che a contatto con l'acqua, come per magia, i tagli sulla sua pelle si richiudono, i solchi sulle sue guance si rimarginano e le sue lacrime si placano, permettendogli di uscire dalla vasca come nuovo, al chiaro di una pallidissima luna piena.
    Anche il suo tremore è cessato, al contrario della tempesta nella sua anima, ancora viva e turbolenta. Poi, all'improvviso, una fitta alla testa, talmente intensa da costringerlo con la faccia al suolo, gli fa digrignare i denti e stringere la terra tra le dita.


    - No, non ancora. Ti prego. Ho bisogno di più tempo. -

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    Un giorno come tanti


    Questo evento è antecedente all'attuale guerra civile a Tetsu.

    Alle porte di in un paese lontano da tutto e da tutti, dove il calore del ferro battuto e la neve coesistono in una realtà ossimorica, compare un ambiguo figuro sulla cinquantina, a gambe larghe e con una faccia inebetita. I samurai a guardia di Tetsu lo guardano a metà tra il disgustato e il divertito, perché l'individuo, facendo il gioco delle tre palline - forse per apparire come il primo tra i giocolieri - incespica su una roccia, fallendo miserabilmente nello spettacolo. Ma "the show must go on", motivo per cui l'uomo si rimette in piedi con fierezza e fa finta di niente.

    - Vai a fare i tuoi giochetti altrove, giocoliere da strapazzo! -

    Di tutta risposta il figuro giunge le mani, s'inchina fino al suolo e si scusa nella speranza di ottenere il perdono dei militari.

    - Dovete perdonarmi, o nobili samurai, mi sto ancora esercitando e speravo che con un pubblico avrei fatto di meglio, ma tant'è... -

    - Fa' quello che vuoi, ma lontano da qui! A breve arriveranno i committenti per le richieste mattutine. -

    - E' per questo che sono qui: ho bisogno di una scorta! -

    - Tu? Una scorta?! -

    E così, mostrando loro la ricompensa della commessa, l'omino viene scortato per le strade del Ferro fino al cospetto della Kage, alla quale riserva un lungo inchino ai limiti dell'adulazione. Quindi riversa per terra il contenuto della saccoccia per mettere le cose in chiaro: il denaro che ne fuoriesce ammonta a circa 10.000 ryo!

    - Jingle Bells, per servirla! Le porgo i miei saluti, onorevole signora.
    Avrei affisso come tutti gli altri la mia richiesta nella bacheca, se per me non fosse stata così importante: necessito di una guardia del corpo che mi permetta di arrivare incolume e il più presto possibile a un tesoro!
    Le domando inoltre di poter scegliere io stesso tra i vostri migliori samurai colui o colei che mi accompagnerà nel mio viaggio!


    CITAZIONE

    Kerbe, fornisci un briciolo di contesto e di spessore alla Kage. Volevo evitare di farle dire cose al di fuori della sua personalità. Dopodiché ricordati di far presentare te e altri candidati. Si comincia!


    Edited by Zérø - 20/1/2020, 16:44
  5. .
    Certo, non volevo mica scrivere di niente. E' come quando butti giù la merda. Non doveva lasciare niente, nè dare alcun messaggio. Ho sbagliato il topic, ma infondo era una buffoneggiata, quindi sta bene pure qua. Però apprezzo il "e sti cazzi?!". Infatti pure io l'ho detto rileggendolo. Ho centrato il punto :asd:

    Dovevo solo scrivere del niente ma bene :si2:
    Se ci fate caso è esattamente impiantato come il 110% dei discorsi politici. Non rispondono a nulla e impiantano bene un discorso sul niente. E' facile farlo. La questione è: quanto si deve studiare per renderlo credibile?

    Ans, ti ha dato fastidio vecchia volpe? :hop:
  6. .
    E va bene brutti stronzi, volete una storia nuova nuova di zecca? Ma badate bene che non è per tutti, non è per tanti e neppure per pochi. Come ho già detto è solo per gli stronzi, solo per loro. E' la storia più antica del mondo, la meno tramandata, eppure la più vera. La sola probabilmente. Non parla di sentimenti, non parla di eventi e neppure di me.
    Parla del tutto, parla del niente. Insomma, parla di tutti noi.
    Avete presente il vostro guardaroba alla mattina? No, idioti, non gli indumenti della Guess o le mutante di Dolce&Gabbana. Parlo della vostra bella faccia. Quella che "oggi mi do un tono", oppure "oggi andrò a messa a pregare" o ancora "oggi sorrido perchè non ho più lacrime". Darei tutto, darei niente per quelle maschere con cui mi sveglio ogni mattina e con cui probabilmente esalerò l'ultimo respiro. Oh, ma c'è di peggio, non preoccupatevi: c'è anche chi non le indossa. Il Ciarpame, la spazzatura, le materie prime di un mondo non diverse dalle vacche da monta destinate al macello. Cosa c'è? Vi sto triturando le palle? Eppure ve l'ho detto che avrei parlato del tutto e più precisamente del niente.
    Voglio solo condividere. Condividere un mondo che descrive la bellezza in un ashtag; che bacia delle labbra per il gusto di farlo e che riversa le sue lacrime per delle battaglie mai combattute.
    Infondo è un gioco, poco più, tanto meno.
    Ve lo direi ancora, ve lo griderei forte. A voi, che avete scelto di vivere con ironia ogni giorno della vostra vita, perchè avete capito che accontentarsi è come annaspare nella merda senza sentirne l'odore. Ma cosa voglio dirvi? Perchè vi sto annoiando con dei discorsi in cui ancora cercate un senso? Toglieteci mano, non c'e nè alcuno.
    Voglio solo catturare la vostra attenzione per dirvi che quando vi perderete, quando non saprete più chi siete, è perchè avrete indossato talmente tante maschere da non aver più nulla sotto. Un cuore gelido in un petto marmoreo. E vi sforzate ancora di trovare un'emozione nelle piccole cose o nelle grandi tragedie. Non lo fate. Tirate il freno a mano un attimo e dedicatevi a voi stessi. Perchè l'unico modo per ritrovarsi è perdersi. Nella follia, nei punti di vista, nelle diverse angolazioni della vita, scopritevi dove volete e capirete che al di sopra di voi stessi non c'è nulla. Non c'è legge, non c'è morale, non c'è etica, non c'è dio. E qui arriva la parte più dolente. La più importante verità che il mondo abbia da offrirci: la nostra miserabilmente egoistica natura. Perchè "più è forte la luce, tanto più è grande l'ombra che proietta". Millantate la pace facendo la guerra, esaltate la carità mandando a fare in culo la maggior parte di miserabili che vi circonda; e nondimeno vi compiacete di essere migliori degli altri. Probabilmente se avete colto anche solo uno dei messaggi che vi ho mandato, lo siete ed è questo il punto.
    Amate la vita con un ironico cinismo, scherzando sul fatto che vi importa degli altri, ma consapevoli che non è vero.
    Del resto cosa saranno mai nella nostra vita quotidiana qualche miliardo di morti a poche miglia di distanza?
    Stavolta non sono ironico. A differenza degli idioti che prendono le tragedie del telegiornale come qualcosa di più che un cortometraggio appassionante. L'effetto dopo è lo stesso: non gliene frega un cazzo.
  7. .

    Sensazionalismo romantico


    - Io sarò lì. -

    Annuisci senza aggiungere altro, senza permettere che aggiunga altro.
    Ti si getta addosso, non per amore, non più, per complicità. Quasi a voler "riabbracciare" le sue, di responsabilità. Dopodichè riprende la sua compostezza da degna leader che è, distaccandosi dal barbone che sei.
    Ti fissa negli occhi, ti carezza con lo sguardo, dandoti risposte a lacrime asciutte:

    - Qual è il suo nome? A quest'ora dovrebbe avere quasi sedici anni, dico bene? -

    - Mokou, dovrebbe farne sedici, sì.. -


    - Come mai hai deciso di non tenerla? Da cosa la volevi proteggere? -

    - Avevo paura.. tenerla qui con me e.. con te.. forse non sarebbe stata la cosa giusta. Tu non volevi un altro Uchiha e io volevo tenerla lontana da tutto questo.. tutta questa maledetta guerra e Zero e..
    ...sono stata una stupida. -


    - Ad ogni modo, non te ne rendi conto, ma in qualche maniera hai fatto la cosa giusta:
    per conoscere chi è affamato, devi aver fame a tua volta. Allo stesso modo, se percorrerà gli stessi passi di Zero imparerà davvero cos'è il mondo, e fino a che punto possono spingersi le persone. -

    - Non voglio che lo faccia. Sono sicura che c'è un altro modo.. mia figlia non può essere come lu-
    - Scusami.. spesso dimentico.
    Volevo dire che ha del buono dentro di se, proprio come lo ho io e come lo hai tu, Sefiro. -



    Ti carezza, stavolta letteralmente.
    Bene. Ti ha vomitato addosso tutto ciò che è, mettendoti davanti ai tuoi scheletri, a quelli che hanno portato il mondo sotto il dominio di Zero. E tu sorridi, per la sua genuina ingenuità. Sì, perchè è quella che ti ha fatto...innamorare(?!) di lei. Ti scappa un bacio, talmente vicino al suo labbro da non poter essere frainteso.
    Oooh, ma a chi vuoi darla a bere?! Ti sei più che affezionato a questa ormai donna, e i tuoi sentimenti non li sentono nemmeno i 15 anni trascorsi, nè le rughe che l'uno scorge sul volto dell'altra.
    Yuka è stata l'unica e l'ultima, che hai abbandonato per "salvare il mondo"...come se a qualcuno importasse!
    Ma bando alle ciance, che son solo noie per chi guarda dall'esterno la scena...


    - Certamente! Ognuno ha del bene dentro... -

    "E non di certo solo motivazioni" tra te e te, starai pensando.
    Le sfiori su e giù la guancia col dorso della mano, bramoso di ambire a quella purezza caratteristica della fanciulla. Ma non la ghermisci, neanche per sbaglio...

    - Il mondo non ti merita, Yuka.
    Sei troppo bella e pura per tutto questo.
    Nonostante quello che hai fatto.
    Chissà se un giorno ti strapperò " il perchè", quello vero intendo.


    Zoppichi indietro, scostando l'affetto da Yuka. Quindi senza farti notare ti sfiori le rughe sul viso, e poi l'occhio spento dall'oscurità del mondo...

    - Forse le cose andranno diversamente da come ti aspetti.
    Che intenzioni hai adesso? Vuoi.. andare da lei? Non credo che tu sia solo curioso, se mi fai tutte queste domande... -


    Ti volti verso di lei, mostrandogli tutti i difetti fisici che hai adesso. Ma non a caso:

    - Guardami. Guardami bene. Guardami meglio.
    Son vecchio e stanco, ma soprattutto non sono io il protagonista di questa storia. Non sono mai voluto esserlo.
    Adesso è il turno di qualcun altro.
    Magari il tuo.
    E chissà: "la ricerca di una figlia scomparsa" non suona male.
    Fagli un saluto da parte mia. -


    E con un cenno di spalle, cammini per i corridoi del palazzo, poi per Suna e infine scompari. All'orizzonte del deserto.
    Forse per sempre.
    Ma questo è un arrivederci. Solamente la fine della storia del "Matador della Passera Caliente".
  8. .

    Danzando col diavolo e con l'angelo


    Tutto questo non ha senso, Matador.
    Non ha avuto senso il vostro "amore" malato, e povero.
    Non ha senso oggi il tuo ritorno.
    Non ha senso lei come madre.
    Non hai senso tu, come persona, non più.
    E se qualcuno deve farvi la morale, lo faccio io. Affinchè il silenzio, i pianti e i singhiozzi non vi facciano biasimare. Siete colpevoli, colpevoli di aver messo al mondo una creatura, e di averla abbandonata. Tu perchè sei un bastardo, lei perchè è una sgualdrina. Chi potrebbe non giudicarvi. Chi?!
    Eppure guardatevi, siete uno più fresco dell'altra. Perchè checchè possiate lagnarvene, cos'è un eroe di guerra senza le sue cicatrici, e un baluardo governativo senza rughe e capelli bianchi?!
    La scena è una lagna, una dovuta lagna oserei aggiungere.
    Guardala strascicarsi per terra! E' conservata su di sè, a versare lacrime di coccodrillo, a pronunciare frasi romantiche da madre, come se veramente lo fosse!
    E tu?! Ti definivi un filantropo, ricordi? Amante di tutti gli uomini. E ora che c'è da parlare di tua figlia, te ne resti là, compianto da te stesso, a fissare morire dentro quella degenerata della tua amante. Ma che problemi avete?!

    - Yuka...chi giudica si pone mai la domanda del "perchè" qualcuno fa qualcosa? -

    E questo cosa c'entra?
    Tremante cerchi un posto a sedere, lasciando in solitudine la sofferenza della ragazza. Ti accomodi.

    - "Noi Uchiha siamo il germe del male". Lo pensano tutti, lo dicono in pochi.
    Ma la domanda è "qual è l'origine del germe del male"?
    L'amore.
    Io...e Zero, amavamo tutto del mondo, ma proprio ogni cosa. E anche gli Uchiha non sono da meno.
    Ma cosa pensi derivi dal tradimento di quell'amore? La risposta è facile.
    Potrebbe essere qualunque cosa: la fine di un'amicizia, la morte di una passiona...l'abbandono di una madre e di un padre. -


    Ogni riferimento che fai è tutt'altro che casuale. Ma non incolpi lei, bensì entrambi.
    Glielo fai pesare. VE lo fai pesare. Annegandola nella sua valle di lacrime, e colpendola metaforicamente con una meteora. Forse perchè si aspettava un abbraccio, magari un bacio. Che volesse sentirsi dire "infondo non hai colpe?". Ma tu non lo fai, Matador, anzi la affoghi. Devastandola.
    Dopodichè ti alzi, a fatica invero, e la raggiungi dov'è, lì per terra. Le sollevi il volto dalle guance e con delicatezza. Sì, perchè c'è una morale nella favola, una storia dopo la storia, un finale che nessuno in genere scrive, perchè ormai "il cattivo è diventato il cattivo, e a nessuno importa null'altro di lui". Ma c'è chi nel mondo va oltre, chi vuole davvero amare tutti, anche il cattivo...

    - ...ma cosa ne è alla fine di quell'odio? Non è reale, non lo è mai stato veramente. Al contrario. Era sempre quell'amore puro e nativo che voleva semplicemente essere ricambiato, soffocato da un affetto.
    Noi Uchiha, nessuno escluso siamo dei bambini. Idealisti solo di facciata.
    La storia sbaglia a raccontare solo dei vincitori. Anche i vinti dovrebbero parlare, ma non lo fanno, perchè il più delle volte sono morti o sono stati sottomessi.
    Ma se leggi tra le righe... -


    Gli passi un pollice sulla gota, a togliere le lacrime...

    - Ti dico io cosa vedrai.
    Un Sasuke che voleva una famiglia, un Obito che voleva riabbracciare un amore, un Madara che voleva rivedere un fratello e un amico. E un imperatore, che voleva solo qualcuno per cui vivere.
    Cosa mi dici se te la pongo così? Ti sembrano davvero i cattivi di una storia? -


    Forse tu dimentichi tutto il male che hanno fatto, Matador!
    Ti ostini sempre a cercare una giustificazione per tutto, ma così facendo escludi le azioni degli uomini fatte in funzione dei loro scopi!

    - ...ciononostante c'è un motivo se la storia li ricorda in un modo. E non uno qualsiasi: tutti sanno quanto sangue si son lasciati dietro.
    Quindi dov'è che voglio arrivare?
    E' facile: solo a un pazzo patologico interessa conquistare il mondo e mietere vite innocenti. Ma qui è diverso.
    Basta solo "restituire l'orsacchiotto al bambino per tornare a farlo sorridere, a farlo amare". -


    Le dai un bacio sulla guancia, e poi un altro sulla fronte.
    Non hai più la bellezza di una volta, ma Yuka non è mai stata una ragazzetta facile. Se era venuta con te, è perchè aveva visto al di là della maschera che portavi, metaforica e letterale.
    Lei ti ama ancora, lo senti, ma il tempo è passato per entrambi. Ed è meglio che resti tutto così, per evitare sofferenze future.

    - Arriverà il giorno in cui la solitudine e le tenebre inghiottiranno la nostra bambina.
    Arriverà a fare cose terribili, da cui non potrà più venir fuori.
    Sarà temuta, odiata, da qualcuno rispettata.
    Quel giorno sarà solo circondata dall'oscurità più cupa e dalla più grande infelicità.
    Dovrà solo rendersene conto.
    Quando accadrà e chiederà aiuto, qualcuno sarà lì, per salvarla. -


    E concludi, aiutandola a risollevarsi.
    Nonostante tutto non sai praticamente niente di tua figlia, a parte che sta a Konoha. Quindi chiedi spiegazioni.

    Qual è il suo nome? A quest'ora dovrebbe avere quasi sedici anni, dico bene? -

    A sottolineare che in realtà sapevi benissimo quanti anni erano passati, e che di certo era solo uno scherzo la presentazione di cui sopra.


    - Come mai hai deciso di non tenerla? Da cosa la volevi proteggere? -

    [...]

    - Ad ogni modo, non te ne rendi conto, ma in qualche maniera hai fatto la cosa giusta:
    per conoscere chi è affamato, devi aver fame a tua volta. Allo stesso modo, se percorrerà gli stessi passi di Zero imparerà davvero cos'è il mondo, e fino a che punto possono spingersi le persone. -
  9. .
    Un matador senza guitarra cos'è? Non più un don giovanni, nè un uomo carismatico.
    L'ha lasciata lì, sull'alto del cimitero bianco nel Paese del Silenzio, accasciata alla tomba di Rosalita. Una metafora? O qualcosa di meno?
    Zoppicando dietro le guardie vieni scortato per i corridoi del palazzo di Suna, esibendo un sorriso che affoga nell'incertezza di cento e più dubbi. Da lì a poco ti saresti trovato dinnanzi alla tua amata che lasciasti assieme a una vita nell'utero. Ma ancora tu non lo sai, o meglio non sai cosa ne è stato.
    Dei flashback lenti e impetuosi si susseguono tra le meningi: alla morte dell'imperatore accanto a Yuka non c'eri tu, ma una tua copia. Poteva morire nello scontro, ma tu eri accecato da Zero, quello vero. In cosa eri migliore di lui, nelle ossessioni?
    Ma la storia si è scritta ugualmente: credendoti lui, lei baciò il tuo sosia. E lì se ne accorse. Lasciò solo detto della gravidanza scoperta da un ninja medico sul fronte di guerra. La risposta del bushin fu secca: "non mettere al mondo altri Uchiha", dopodichè svanì condividendo con l'originale il discorso.

    Ad oltre 15 anni di distanza da quel giorno, ancora una volta ti ritrovi a dover combattere con i fantasmi del passato. Come fai a non essere stufo?
    Yuka non avrebbe speso una sola parola d'amore per te, non dopo quanto le hai fatto. In effetti ha tutto il diritto di non dirti niente neanche della tua prole, ma tu ci devi provare. Ecco perchè sei qui, spiazzato dalla reazione impetuosa dell'ex amante:


    -Ma sei pazzo?! Che diavolo ci fai qui!?
    E perché sei vestito come un barbone?! Che diavolo ti passa per la testa, santo cielo?-


    Sei bella



    "Sei bella, bellissima".
    Sono passati 15 anni, ma la dolcezza e la genuinità del suo aspetto non era cambiato di una virgola.
    Ma non hai il diritto neanche di pensarlo, figurati dirglielo. Lei non se n'è ancora accorta, ma la fine della guerra aveva lasciato più di una ferita sul suo volto. A guardarlo bene avrebbe di certo notato la fioca luce che schiariva il suo occhio sinistro. Si era spento, oscurato del tutto, lasciandogli solo un occhio con cui ammirarla e amarla in sogno, forse.
    Mai per il Matador fu tanto difficile indossare una maschera come in quella occasione. E lui sì ne sa qualcosa di fingere!
    Un breve silenzio rallenta l'atmosfera, un'indecifrabile lasso di tempo durante il quale Sefiro capisce cosa fare,
    come rispondere:


    - Ehilà! Quanto tempo sarà trascorso dall'ultima volta? Uno, due anni al massimo?! -

    Solo 15. Non strafare, Matador.
    Cosa vuoi? Uno schiaffo? Un pugno?
    Questo e anche di più. Vuoi ciò che ti meriti, ma la vera domanda è: "meriti sul serio ciò che vuoi?".
    Più di tutti hai perso tutto. Quanto ancora dovrai sacrificare per sentirti punito abbastanza?
    Ma la tua forza sta là, nel sorriso, nella speranza, nella goliardia.

    [...]
    Convenevoli a parte, è arrivato il momento di fare i seri. D'altronde c'è un motivo per cui sei tornato, e, sfortuna te, non per sperare in Yuka, ma in qualcos'altro: nel tuo lascito.
    E' giunto il momento di prenderti le tue responsabilità, come hai sempre fatto.
    Hai avuto dozzine di bambini di cui occuparti, ma adesso non puoi fare a meno di chiederti se non fossero solo un pretesto per non dimenticare chi aveva veramente bisogno di te. Una sorta di annotazione di vita.


    - ...insomma alla fine cosa ne hai fatto del...figlio? Figlia?
    Cosa sai di lei?
    Ti prego...non dirmi ciò che temo...ti imploro -
  10. .
    C'è una bandiera e su di essa il simbolo dell'impero.
    Non c'è un alito di vento che la muova, nè letteralmente nè metaforicamente. E' alta sì, ma non più maestosa come un tempo. Sta a Konoha, sul pico più alto del palazzo governativo. Tra i suoi corridoi poco più di qualche spira di silenzio, e carte stracciate per terra. Stesso riserbo per le vie del villaggio. Ma non c'è nessun cadavere,
    nè è stato teatro di alcuna battaglia. Le persone hanno semplicemente visto cadere Zero. Nessuno gli è mai stato fedele, nè lui ha mai preteso lealtà. Infatti il dogma dell'impero era: "da ciascuno secondo il proprio operato, a ciascuno secondo se stesso". Zero ha sempre predicato la libertà, quella vera, della propria auto-affermazione. E questo generalmente è sempre andato bene a chiunque abbracciasse il suo regno, ma non ora,
    che tutti gli vanno contro. La verità è che a nessuno è mai fregato un cazzo, di niente e di nessuno, una sorta di nichilismo assoluto, laddove o si trovava il proprio senso di esistere, o si esisteva e basta. Ignavia da una parte,
    superbia dall'altra.
    Inutile dire che la depressione è succeduta a questa bizzarra "anarchia" divulgata dall'imperatore. Difatti egli aveva fatto un grave errore, ipotizzare che tutti fossero come lui sotto sotto, non solo bisognosi ma anche desiderosi di auto-affermarsi. Ma ben presto la realtà gli è apparsa davanti come una nebbia diradata dalla prima brezza mattutina. In altre parole l'Impero del Fuoco ha perduto il suo senso intrinseco, dare l'uomo solo a se stesso.
    E adesso dal buco di questa bandiera si intravede un feroce scontro, l'ultimo: Emperor Zero contro tutti.
    Sono piccoli, distanti, da qui insignificanti, ma tra quella gente c'è chi muore, chi sanguina, chi lascia la propria moglie o il proprio figlio. Ma la forza dell'Uchiha non è inarrestabile. Anche lui incassa qualche colpo, e si vede che a stento trattiene la fatica per mantenere la sua altezzosità.
    Un colpo dopo l'altro decine e decine di ninja muoiono...muoiono e gli tengono testa. Per quanto potrà ancora andare avanti questo logoramento? Infondo è da solo...come è sempre stato. Del resto ogni storia ha bisogno di un cattivo, semplicemente stavolta era spettato a lui farlo.
    E mentre la battaglia imperversa da un lato, dall'altro a qualche chilometro di distanza si ergeva una struttura immortale che nella sua fierezza aveva sempre preso le distanze dagli affari degli uomini. Ma non oggi.
    Infatti il generale di Zero, anzichè stare accanto al suo governatore, tra un boato e un altro, spalanca le porte del Tempio del Fuoco.
    Non è come era sempre stato: Era divenuto molto più imponente, privo di mobilia, sobrio, e al contempo saturo...saturo di melanconia, tutta concepita attorno a un enorme ritratto su una parete. Sotto il quadro numerose candele funebri. Ancora lui, ancora Sefiro Mitarashi.
    Il generale accende l'ennesima candela, dopo agita l'incenso e abbassa il capo in segno di rispetto. Poggia il tutto e cammina lentamente verso il centro della sala principale. Lascia quindi tocchettare il bastone sul marmoreo pavimento e assume una posa quasi innaturale per il suo corpo rachitico.
    Urla, con frenesia, e irrora i muscoli di chakra, sprigionando un chakra vermiglio familiare. Si diffonde nell'aria, per i corridoi, fino a fuoriuscire dall'ingresso del Tempio lasciato aperto apposta.
    Si spengono infine le candele, si chiudono le porte. Il vecchio si ferma...perchè ha conseguito il suo scopo.


    - Uno, Zerion Mitarashi...due, Marion Uchiha... -

    Dall'oscurità dietro il colonnato vengono fuori due figure adulte, una femminile ed una maschile...

    - ...tre, Atsuko Mitarashi...quattro, Kumiko Mitarashi... -

    Da due parti del soffitto diametralmente opposte vengono giù due sorelle, la minore e la maggiore.

    - ...cinque, Nube.... -

    Un vecchio ritorno caro a Konoha entra in scena sopra il suo bastone, un bastone che ha visto il villaggio crescere e perire.

    - ...sei, Sankarea Uchiha... -

    Il Tempio del Fuoco divampa di chakra e da un enorme sigillo creato da un'anziana signora le pareti si deformano fino a divenire organiche, simili ai tessuti di un intestino.
    Per ultimo da quelle che erano state le porte d'accesso vien fuori lui, il matador che getta via la maschera per la prima volta pubblicamente...


    - ...e chiaramente tu, "Sefiro Mitarashi". -

    - Generale, finalmente ci incontriamo. Come dovrei prendere questo santuario? Come un encomio alla mia persona? -

    Il vecchio barbuto con una leggiadra pacatezza si volta, non guardando in faccia nemmeno uno dei sette nemici, non almeno prima di ammirare il dipinto e correggere l'interlocutore:

    - No, non a te. Non più. Sefiro Mitarashi è morto, molto tempo fa. -

    - Come ti ha ridotto la vecchiaia...Zero... -

    - Intendevi dire come mi hanno ridotto LORO! -

    Risponde il vecchio indicando con dirompenza Zerion e Marion nell'oscurità. Alchè i due vengono fuori fissandolo con il rin'negan.

    - Insomma è vero. Non ne ero certo fino a questo momento, ma la tua risposta non lascia spazi a dubbi.
    Ma se tu sei Zero, chi è quello contro cui sta combattendo la Resistencia. -


    - "Cos'è" intendi dire. Lui, me....e te, non siamo altro che la sua ombra: di Sefiro Mitarashi. Di quel ragazzo così spensierato, filantropo, interessato solo al bene comune. -

    Indica il dipinto come a non volerlo abbandonare a niente e nessuno. Un'ossessione.

    - Oh, non temere per la tua "Resistencia". Che vinca o che perda non ha alcuna importanza,
    Emperor Zero morirà in un caso o nell'altro stanotte. D'altronde anche lui è un Les Enfant Terrible, creato dal mio DNA...così come io sono stato creato da te. -


    - Sì, è così. Tu sei stato un errore... -

    - No, no, non un errore. E' importante l'uso che si fa della comunicazione. E' l'unico vero senso di appartenenza alla collettività umana che abbiamo.
    La parola che cerchi è "capro espiatorio". -


    - Definisciti come ti pare, ma non cambia il fatto che hanno sterminato centinaia di migliaia di tuoi oppositori...solo per questo?! -

    - Mi parli così perchè credi di non sapere cosa si prova, ma ti sbagli.
    Guardati attorno: ogni singola figura che ci circonda è colpevole di quello che è toccato a me...e a te. Noi due siamo il loro lascito...il lascito di persone morte miserabilmente. -


    Lo sguardo di Old Zero vaga in profondità su quegli involucri vuoti che sono i presenti, messi in piedi da appena un pugno di chakra.

    - Sei stato tu ad ammazzarli....TU! E' COLPA TUA!! -

    Sbraita il Matador biascicando parole e saliva.

    - E' così. Ma chi ha ucciso prima chi? Facciamo il punto della situazione, perchè è importante tu capisca che l'Impero del Fuoco non c'entra nulla con me o con te. Questa è la nostra battaglia, non quella della Resistencia. Volevo solo dare alle persone ciò che la vita ha loro donato mettendoli al mondo, ma con te...

    Lo indica tremando per l'artrosi degenerativa...

    - ...con te è un'altra cosa.
    Quando Zerion e Marion ti portarono a 12 anni a Suna da Sankarea era a causa delle sue previsioni sul ritorno di Tristania, peccato che in quel momento anche lei era sul posto alla tua ricerca, di un Uchiha da far divenire il suo Adamo. Ti segnò col suo Sharingan in modo permanente e tu svenisti. Il Kotoamatsukami che ti assegnò ti avrebbe fatto impazzire a ogni utilizzo del Doujutsu, questo per allontanarti dai tuoi cari. Ma non solo: Sankarea aveva previsto che ti saresti incattivito con l'età fino a divenire l'uomo di Tristania, pertanto Nube fu costretto a farti supervisionare costantemente da Atsuko, ogni singola notte. Dopo il Torneo Chunin, quando desti il peggio di te l'ordine del Kage fu chiaro: tua sorella doveva ucciderti, ma l'amore fraterno glielo impedì. Così furono informati Marion e Zerion, che intanto erano rimasti a Suna per trovare un'alternativa - consci che eri già caduto vittima del sortilegio di Tristania. E ci riuscirono. Quando partisti per la missione della marionettista, tutti sapevano che saresti stato un bersaglio facile, quindi dopo la battaglia con la tua serpe riottosa, approfittarono del tuo svenimento per anticipare le mosse del nemico, attuando una "sostituzione". E qua entro in gioco io.
    -


    - Tu...ma come fai a sapere...?! -

    - Zerion e Marion avevano lavorato anni per capire cosa fare: un clone. Il progetto originale del Les Enfant Terrible. Io. Al mio risveglio non avevo nulla. Nè un nome, nè un passato. In compenso il piano era riuscito. Tristania mi aveva trovato nel deserto, e pensando che io fossi te sfoderò il suo nuovo asso: un nuovo Kotoamatsukami, stavolta quello definitivo, che mi avrebbe avvicinato concretamente sempre più a lei, fino a trasformarmi nell'Adamo di una realtà costituita unicamente da Uchiha. La notizia giunse veloce a Nube e Atsuko che al mio ritorno fortuito a Konoha alla ricerca di un passato, non ebbero remore nel farmi il terzo grado. Non volevano stroncarmi subito, certo, ma assicurarsi di quale via avrei intrapreso. Non gli piacquero le mie intenzioni, per lo più votate al partire verso il mondo esterno. Secondo loro avevo già cominciato a muovermi verso la Uchiha dagli occhi celesti. Fui attaccato, io reagii. Uccisi Atsuko e me ne andai definitivamente da Konoha. Ma aveva un conto in sospeso con Hi Sakkaku, che aveva fatto uccidere gli unici amici che nell'amnesia mi avevano accolto come un fratello: Tony e Geneva, ex Kishikumo.
    E tu? Cosa era accaduto nel frattempo a Sefiro Mitarashi?
    A dirlo furono delle lettere rivelatorie mandate a Kumiko da sua madre in persona: ti eri ricongiunto con i genitori, che costretti dalle circostanze, dovettero strapparti gli occhi per liberarti dalla prima maledizione di Tristania. Ma le voci di Zero, il mio nuovo nome, si diffondevano a macchia d'olio per l'intero continente. Marion e Zerion ritenevano che mi sarei unito alla figlia di Sankarea, o che mi sarei ribellato a lei. In qualunque caso quell'errore sfuggito di mano doveva essere corretto. Da te, Sefiro.
    Non potevano rischiare che la nostra somiglianza fosse cause di imprevisti, pertanto nacque il progetto x e ti fissarono col fuoco una maschera al volto, cosicchè non potessero mai togliertela. Dopodichè, Kumiko vi raggiunse pregna d'odio per il fantoccio che aveva assassinato la sorella Atsuko. Fece un voto definitivo, pagando con la voce la speranza di un nuovo futuro, senza di me e Tristania. Assieme vi addestraste, con l'aiuto di Marion e Zerion, divenendo formidabili. Rispuntaste solamente alla fine, quando, dopo essermi ribellato a Tristania, riuscii ad ucciderla. In pratica avevate il compito di togliere di mezzo o me o lei, sfruttando la nostra stanchezza,
    ma in quel momento io ero un salvatore e non so perchè mi lasciasti andare. -


    L'interminabile ma fondamentale racconto termina al meglio, con un applauso sordo da parte del Matador,
    spiazzato dalla conoscenza di ogni singolo dettaglio.


    - Beh...eri sfuggito al controllo di Tristania, ribellandoti a lei. Avevi esaurito il tuo scopo di vita, perchè ucciderti? Non avevi motivi per divenire una minaccia. -

    - Tu, Sefiro, sei stato un motivo più che sufficiente, credimi.
    L'esperienza di Tristania fu un incubo per me: tutto ciò che avevo pensato di fare con la mia testa, era stato impiantato dai capricci di una donna dalle sembianze di una ragazzina.
    Riflettei molto nei miei incubi, temendo di essere ancora e ancora manipolato senza averne coscienza. Volevo essere sicuro che oltre di me, oltre la mia volontà non c'era nient'altro. E nella mia ricerca, trovai nella politica,
    nella religione e nelle leggi solo un nuovo Sharingan. Dovevo fare qualcosa, quantomeno dare alle persone questa mia prospettiva. Era una scommessa, nè più nè meno. Avrebbero abbracciato o rifiutato il mio pensiero,
    ma di certo lo avrebbero conosciuto.
    Non ho mosso dei fili, li ho solo restituiti ai legittimi proprietari. Ma proprio quando sembravo rinato con l'inizio dell'Impero, all'epoca rappresentato unicamente da Konoha, cosa trovo tra i documenti dell'Hokage? Metà della storia di cui prima. Il resto l'ho scovato nei laboratori di Marion e Zerion. Capirai la mia rabbia nello scoprire tutto questo, e ancor di più nel vedermi invecchiare precocemente tutto insieme. Ero un Les Enfant, lo ero sempre stato. Noi siamo stati concepiti per avere una brevissima vita...e non ci possiamo fare niente... -


    - Nono..c'è qualcosa che non quadra: tu non dovresti più essere vivo. Eri comparso anni fa al meeting con i Kage ed eri già vecchio! Come puoi essere ancora...?! -

    Old Zero lo interrompe seduta stante liberando i fiotti di chakra rilasciati in precedenza. Ammassandosi l'uno sull'altro i fasci d'energia si intrecciano fino a formare nove code.

    - Vivo..?!
    Durante lo scontro di Tristania un mio alleato, Nathan, aveva il compito di raccogliere il chakra. Da lì ho elaborato un'ipotesi: se le cellule dei Les Enfant sono destinate a degenerare, è sufficiente rigenerarle in continuazione per non perderle definitivamente, ma mantenerle "vecchie". Ammetto che è stata una coincidenza, ma se son qui è grazie a Tristania. Da qualunque punto si voglia vedere la faccenda.
    Ciononostante sorse un problema: Zero era stato conosciuto da giovane e occorreva un simbolo che incarnasse l'Impero. Pertanto Nathan creò dalle mie cellule quel Les Enfant. E da lì i giorni si son susseguiti rapidi, una conquista intelligente dopo l'altra fino ad oggi, il suo ultimo giorno di vita.
    Direi che è ironico: stai combattendo me, che di fatto non ho fatto proprio niente. E' stato il nostro Enfant ad agire secondo se stesso. Gli ho solo trapiantato la mia storia attraverso lo Sharingan, ma a discapito di ciò che può sembrare, non ho mosso io i fili di questa guerra. Non ho mai voluto spargimenti di sangue, solo la mia libertà. -


    Il Matador stringe il pugno e serra i denti come a volerlo colpire da un momento all'altro, ma Old Zero alza la mano a fermarlo:

    - Avresti potuto fermare tutto questo in qualunque momento...! -

    - No che non avrei potuto. Le persone hanno scelto la loro volontà di vivere, l'imperatore aveva solo dato il via all'apocalisse, ma da solo non ce l'avrebbe fatta. Ha messo autonomamente alla testa dei villaggi i Les-Enfant solo per mantenere stabile la libera volontà delle persone, nient'altro. Se solo avessero voluto, avrebbero scelto un'alternativa. Proprio come te, "Sefiro Mitarashi".
    Perchè combatti per queste persone che ora ci circondano? Sono morte, e prima di farlo non solo hanno creato me, ma anche te.
    Guardati: eri tutto ciò che si potesse desiderare, proprio come il quadro alle mie spalle, eppure ti hanno sviscerato, mutilato, tolto la tua vecchia vita per...una profezia?!
    Ti hanno allontanato dal tuo scopo di vita, dandotene uno che non ti apparteneva. Vivere un'esistenza...per me?!
    E tu hai scelto di assecondarli, venendo oggi qui, al mio cospetto.
    Che tu l'accetti o meno, in questo tempio non ci sono buoni o cattivi, ma solo sconfitti da....loro! -


    Distende le braccia spianando la strada a nuovi pensieri nella testa del Matador, che ora trema alla stregua di un bambino incapace di prendere una decisione fondamentale. Infine crolla per terra, in lacrime...

    - Io...*sigh*....non volevo tutto questo...*sob*
    Amavo tutto....e lo amavo tanto *sigh*
    Le persone....gli animali...*sigh*...le mie sorelle. -


    Old Zero come un padre affettuoso si avvicina a Sefiro, abbracciandolo sinceramente. Dopodichè lo invita a innalzare lo sguardo al maestoso dipinto...

    - Lo so bene. Conosco Sefiro, più di quanto tu possa ricordare di essere stato.
    Io non ho più rancore nelle mie ossa, sono stanco e affaticato. E tu...? -


    - Io....*sigh*...io... -

    Dandogli un paio di pacche sulla spalla consolatorie, gli intima che non è necessario aggiungere altro...

    - Shs...lo so....lo so...
    Ma dimmi una cosa: tu e Kumiko avete rubato i miei Sharingan Eterni dal palazzo per ottenere il potere originale, il Rin'negan.
    Dimmi...com'è? Dicono sia in grado di riportare in vita i morti. E' così? -


    Insondabile negli atteggiamenti, qualcosa di strano trapela da quella strana domanda...

    - *Sigh*...Cosa vuoi che importa? -

    - Niente....niente di rilevante.
    Ma a questo punto vorrei chiederti di rilasciare da questi i corpi il chakra che li tiene in vita, cosicchè io possa una volta per tutte mettere la parola fine alla loro esistenza. -


    Old Zero, dopo essersi rialzato, cammina verso la più vicina delle Vie, Kumiko, sollevandola in aria dal collo e stringendole la mascella come a volergliela staccare dalla testa...

    - Aspetta...Cosa vuoi farle?! -

    - Te l'ho detto...voglio restituire alla terra questi...cadaveri! Ma stavolta...mi sincererò che sarà quella definitiva. -

    Spalanca gli occhi irrorati di chakra azzurro, richiamando in una spirale l'inferno di Amaterasu, che avvolge la fanciulla cominciandone a consumare le carni.

    - NO!!! -

    Esclama con ferocia il deturpato Matador che vede il viso della sorella ammutolito ardere vivo, senonchè le pareti organiche della bestia-tempio pulsano, generando un'insolita folata di vento: si dilata un enorme poro che istantaneamente risucchia a sè Amaterasu, liberando dalla trappola mortale Kumiko.

    - Dunque è così che deve andare...
    Speravo di aver riportato in vita quel ragazzo dentro di noi, ma evidentemente lui è davvero morto.
    Se non capisci il messaggio con le buone, non mi resta altro da fare: distruggerò te e ci libererò una volta per tutte da questi fili che ci tengono in piedi!! -


    Un enorme involucro di chakra vermiglio irradia tutt'intorno, spazzando via i pilastri a sostegno della struttura adesso tenuta in piedi dalla creatura assorbi-chakra.

    hqdefault



    La mossa a te.
    Hai a disposizione l'intero repertorio di Zero, in più hai chakra illimitato fornito dalla volpe. Non giochiamo con i vari potenziamenti che mi stanno sul cazzo.
    L'unico vincolo per entrambi è la presenza di sto stomaco assorbi-chakra che assorbe i jutsu a mantenimento subito dopo averli rilasciati. Per intenderci il Susano'o e la mia barriera di chakra svaniscono dopo aver preso il primo attacco e così via.
    Epicizziamo stammerda come ai vecchi tempi!


  11. .

    Fuori dal mondo


    Un ultimo orgasmo con Yuka prima della guerra. Una liberazione. Un rancore sopito forse. Un giorno, chissà.
    Ma è già finita, lui le può solo invidiare la vita.
    Indossata la maschera sopra le bruciature, sono le 6 del mattino e il sole fa fatica a svegliarsi. Sul ponte della corazzata volante sono tutti già pronti e militarizzati. L'incedere del Matador è accompagnato da un inno alla libertà, e dal sorgere della stella di fuoco. Tutti lo guardano, chiunque lo fissa quasi ad attendere ordini. Ma qui nessuno è al servizio di altri. Ad unire i puntini è solo la voglia di cambiare le cose, di restaurare un giorno di pace, se possibile.
    E anche l'ultima rimasta fuori, rivestitasi, raggiunge il plotone: Yuka.
    Il discorso ha inizio.


    - Non vi parlerò come un comandante. E nemmeno da amico.
    Cos'è che ci accomuna? Potreste dire una causa comune, un ideale: la "libertà". Ma io vi correggerei. Ancora e ancora.
    Noi siamo uomini, e non esiste niente al di sopra di noi. Niente per cui valga la pena di combattere che non sia noi stessi e i nostri cari. Il motivo che ci accomuna lo vedete negli occhi di chi vi sta accanto. Fatelo: riconoscerete lo stesso dolore di aver perso qualcuno a voi vicino. Qua sopra e laggiù in terra.
    Sì, perchè dopo tutti questi anni, le nostre operazioni contro l'Impero del Fuoco hanno dato i loro frutti.
    In origine Emperor Zero è riuscito saggiamente ad accaparrarsi l'uno piuttosto che l'altro villaggio. Ha sfruttato la logica, non il fuoco, e nondimeno un concetto basilare della politica: chi ha il potere non vuole perderlo.
    In questo modo ha portato dalla sua a poco a poco le fondamentali forze belliche, con cui poi ha elargito le porzioni restanti del mondo ninja. A quel punto il potere che condivideva con i Kage era chiaro fosse fittizio. Al primo di essi che avrebbe infranto la più piccola delle regole, sarebbe toccato un attacco dai restanti villaggi dell'Impero. Altro che "non-belligeranza"!
    Ma si sa: la storia è ciclica, e prima o poi qualcuno rimette a posto le cose. Noi, la Resistencia!
    Molti purtroppo hanno dato la loro vita negli atti di sabotaggio, ma mi piace pensare che non l'abbiano fatto per un ideale, bensì per loro stessi. In ogni caso oggi è questa la situazione: Konoha è tornata ad essere sola. Zero è solo.
    Abbiamo liberato i villaggi dagli Enfants Terribles, gli pseudo-Jinchuuriki nati dall'impero e messi a capo di ogni Paese per mantenere saldo il pugno dell'imperatore.
    Sotto di noi i nostri amici stanno già accerchiando l'obbiettivo, manca poco...manca davvero poco e la pagherai...


    Abbassa il capo e stringe i pugni, il Matador. Qualcuno gli poggia la mano sulla spalla, alla stregua di un fratello.
    E' uno degli alleati che ricorda il commiato a Rosalita, defunta.


    - Per Rosalita... -

    - Andatevi a preparare, comincia la discesa. -

    Così dicendo si ferma un secondo a guardare gli occhi di Yuka. Quell'istante è più lungo della pronuncia di mille parole. Nessuno dice nulla, ognuno va per la sua strada.
    Il Matador torna nei suoi alloggi e lancia la maschera contro lo specchio, infrangendolo come ogni promessa fatta.


    - *Sigh...sob* Dimmelo tu che fare, Rosali....Kumiko, sorella mia....
    Per cosa sto combattendo adesso? Per chi? *Sigh..*
    Sono diventato per loro un simbolo...*sob*...dò loro la forza che serve....*sigh*
    Ma chi la da a me?! Eh, Atsuko?! Mamma?! Papà?!
    *Sigh....sob...* Non ce la faccio più...*sigh*...
    Portatemi con voi....vi prego... *sigh* -


    Bussano, prima alla porta poi all'anima. Ma non entrano.

    - Matador, siamo quasi atterrati. -

    - Ok... -

    E' ora e tutti combatteranno Zero in persona, meno lui.
    Sì, perchè dopo aver lasciato una copia superiore al suo posto, con l'Iseki il Matador va via.


    -----------


    A Konoha c'è un cimitero, tra i più belli del mondo. In assoluto il migliore.
    E' stato l'imperatore a volerlo far costruire, in memoria dei defunti. Il perchè nessuno lo sa, ma è talmente bello da fare invidia al paradiso: ci sono delle porte intarsiate e dorate, proprio come nel mito occidentale, ma il dettaglio più singolare è che è all'interno di una cupola tutta bianca e illuminata.
    Qualunque sia il momento del giorno, ti sembra di accedere ad un mondo etereo, dove riabbracciare i tuoi cari è semplice: basta volgere lo sguardo alla lapide e socchiudere gli occhi. La densità di chakra che presenta il luogo fa il resto: fa materializzare la sagoma illusoria ed evanescente del defunto.
    Ciononostante non troppe visite riceve questo Eden. Viene temuto, proprio perchè è l'esperienza terrena più vicina alla morte. Tuttavia, questo non vale per il generale di Zero, che da sempre ogni giorno posa un fiore celebrativo e si adagia su una precisa tomba, un errore commesso in passato e mai corretto. Su di essa brilla un nome non adottato più da nessuno: Sefiro Mitarashi. E quanti crisantemi ci stanno sopra!
    Versa una lacrima, forse due. Infine si rialza e nella sua vecchiaia si trascina via dal paradiso.
    Persino il giorno precedente alla guerra non fa eccezione, anche se con una differenza. Come da rito celebra prima la "morte" del ragazzo e poi va via, ma con una meta piuttosto insolita, che definirei un pellegrinaggio: l'ormai abbandonato Tempio del Fuoco.



    -----------


    Le 6 Vie


    *Step, step, step...*
    Dove si sta aggirando il Matador da solo con una battaglia che imperversa? Molto, molto lontano da Konoha, ma si sà: l'Iseki gli permette di arrivare in qualunque parte del mondo, purchè lì sia presente una fonte di chakra familiare.
    Si tratta di un laboratorio, anzi no, IL laboratorio dove di fatto è nato metaforicamente "El Matador", negli abissi del deserto del Vento. I ricordi si susseguono frenetici uno dopo l'altro, facendogli rivivere a sprazzi il suo passato. Due figure, Zerion e Marion Mitarashi hanno fatto sì che l'imperatore Zero potesse avere un rivale, un avversario degno della sua altezza. "Il project x" si chiamava, il frutto di tanti sacrifici e di un malato gioco di previsioni di mosse. Quelle di nientepopodimeno che Tristania Uchiha. Quanta complessità nel loro modo di pensare...! Eppure era andato tutto secondo i piani, beh, quasi, perchè adesso loro sono morti.

    *Step, Step, Step...*
    Tubi, macchinari e celle criogeniche. Il progetto "Les Enfant Terribles", tutto aveva avuto origine qui. Lo so che non ci state capendo nulla, ma aspettate.
    I Mitarashi non erano scienziati pazzi, peggio: erano semplici scienziati. L'ironica differenza? Difficilmente un folle ha coscienza dei propri risultati, ma ciò non vale per chi è sano di mente, e naturalmente...è un essere umano.
    I piedi del Matador calpestano cocci di vetro, macchie di sangue rappreso e frammenti metallici: c'era stato un scontro qui, e bastava guardare sulle pareti per capire chi era stato. Fuliggine nera, il lascito di Amaterasu, che riportava il nome "Zero". Era la loro ossessione, il loro scopo di vita....e il loro unico figlio, uno sbaglio.

    *Step, Step, Step...*
    Il mariachi solitario continua a camminare, ma non senza un obbiettivo preciso. Oltrepassa le porte che un tempo erano automatizzate e che ora sono deformate o rotte da una forza che le ha piegate. Il Susano'o, presumibilmente.
    Poi un corridoio e tanto, tanto sangue. Il teatro di battaglia principale, con innumerevoli firme sulle pareti. Portano sempre lo stesso nome. Inutile ripeterlo. E' qui che Zerion e Marion sono morti, è qui che il Matador, giungendo troppo tardi, ha trovato i loro cadaveri. Un dubbio e un ipotesi al loro ritrovamento: come mai non li aveva arsi col fuoco nero? Dovevano rappresentare un messaggio, per lui. L'imperatore Zero aveva capito chi era il Matador, le sue origini e il suo scopo. E quel gesto rappresentava "lo schiaffo col guanto".
    Tutto questo accadeva nel passato, non troppo distante a dire il vero. Rosalita era ancora viva e la maggior parte dei villaggi erano ancora sotto il dominio del Fuoco.
    Ma oggi è diverso, molto diverso.
    La maschera del Matador luccica, è questo che cercava: 6 celle con altrettanti corpi morti ad aspettarlo. Non sono di certo casuali, e tutti presentano un'insolita anomalia. Piercing sul corpo.


    - Perdonatemi. Ma siamo stati noi a dare il via a tutto questo, e noi dobbiamo finirlo. -


    1KHDKim



    Edited by Zérø - 10/8/2017, 16:11
  12. .

    Siente mi amor


    El Matador. Zero. Sefiro. Chiamatelo come preferite.
    Cos'è un nome se non l'etichetta su una delle maschere che portiamo ogni giorno? Lui aveva imparato semplicemente a non chiamarsi più. Al contrario. C'è chi fugge dalle proprie maschera, chi le rinnega, e chi saggiamente ripone le peggiori in un angolo del cassetto, occultandole agli occhi altrui. Lui no. Lui le abbracciava. Tutte. Nessuna esclusa. Le migliori. Le pessime. Perchè non aveva niente da perdere. Ora più che mai.
    Aveva adempiuto al suo dovere scongiurando la minaccia "Zero"...e dopo? Cosa gli restava?
    Togli a un uomo il pane e il suo corpo morirà di stenti. Togligli uno scopo, e lo condannerai a un'alternativa ben peggiore: un errante senza più niente da dare al mondo e di cui quest'ultimo non ha più bisogno.

    Voga, voga.
    Il remo scorre sulle onde gelide del mare, contemporaneamente il Paese del Silenzio scompare.
    La barba s'increspa, e le provviste giorno dopo giorno diminuiscono. L'or fu Matador naviga in solitudine per Dio solo sa quanto tempo. Cosa gli frulla in testa? Un ultimo conto in sospeso, con qualcuno. Quel ricordo non l'ha mai dimenticato, nè messo da parte.

    Voga, voga.
    Nel riflesso le sue curve, nella spuma i suoi occhi e i genitali. Tanto tenera e ingenua con la sua purezza, quanto passionale nei suoi gemiti e movenze. Come se lo aspettasse nel suo ventre da anni. Di ritorno da una guerra. Il sudore si perde nelle lenzuola, alla quale si appiglia con le dita e con i denti per mitigare quel piacere. Quel dolore. Le ombre in un tutt'uno si perdono sul muro, nella geometria di una libido eterea. I suoi dotti lacrimano...ed è difficile capirne il motivo. "Non fermarti, non fermarti". Solo sussurra, mentre la maschera li scruta poggiata sul comodino. Yuka è stata l'unica dopo Rosalita a vedere le sue fattezze, a giurare di dimenticarne le analogie con la fisiognomica dell'Imperatore del Fuoco. In cambio sarebbe stato suo. Per una notte soltanto e mai più.
    Quando l'atto si conclude, nessuno dei due immagina che una nuova vita già dimora nelle grazie recondite della fanciulla. Un pargolo. Un errore se volete.
    La domanda è: cos'era Sefiro per Yuka? E lei per lui?

    Voga, voga. E non accorgerti di farlo, Matador.
    Il tuo sguardo è ormai andato. Le mordi le labbra, fai tue le sue forme, stringendole con veemenza i seni tra le dita. Ma cosa intendi comunicarle? Amore? Passione? Sentimenti? Respirare nella sua bocca può avere mille significati, o magari più. Sai che lei cerca nei sussulti una risposta, una speranza. Probabilmente un ricambio. Ma tu, tanto caldo e freddo al contempo, la sondi con uno sguardo impenetrabile, fatto di ferro e sangue. E poi l'abbracci, proteggendola sul tuo petto e sussurrandole "mia".
    Il giorno dopo è già guerra. Si è trattata dell'ultima notte prima del capitolo finale. Yuka si avvolge nelle coperte, annusando ciò che rimane di lui: il suo odore. La maschera non li guarda più. E' rimasta sola, a bordo della corazzata volante della Resistencia. Non ci saranno altre volte per vedersi. Nè in intimità nè da lontano. Per Yuka il Matador è morto con Zero. E non ha mai conosciuto il motivo di quella strana somiglianza, nè il perchè delle bruciature sul suo viso.

    [...]


    - Il Paese del Vento. Sono proprio curioso di sapere come reagirai. -

    Si sfiora le bruciature, anatema di ciò che è stata la maschera del Matador. Poi trascina sulla sabbia a stento la bagnarola e spossato dal viaggio e dalla fame avanza. Intravede in un miraggio i massi che fanno accedere a Suna. Gli stracci gli coprono a stento le ossa e i pochi muscoli che lo tengono in piedi.
    Le guardie che vigilano gli sbarrano il tragitto, sentenziando:


    - Questa è la Terra di Yuka-sama, la Kazekage. Chi bussa alla sua porta? -

    - Così sei proprio cresciuta, Yuka. -

    - Come ti permetti di parlare di lei in questo modo! -

    - Chiedo scusa, ci dev'essere stato un errore. -

    Un Matador così umile da chiedere perdono. Lo stesso uomo che ha salvato il suo tempo.

    - Sono solo un povero vecchio alla ricerca di cibo e acqua. Speravo che una vecchia amica di queste parti potesse darmi una mano. Poi me ne andrò per la mia strada e non mi vedrete più.

    - Vecchia amica?! Non starai parlando del nostro Kage?! -

    Scoppiano in un'ilare risatona. Si sarebbe sorpreso del contrario. L'accetta quindi di buon grado e si scusa. Ancora.

    - Non intendevo mancarvi di rispetto. Capisco le vostre motivazioni. Vado via. -

    E sconfitto dalla sua immagine, alza i piedi scalzi e respirando sconfortato fa per tornare alla sua bagnarola. Non ha programmi nè altro per le mani. Sì, lo stesso carismatico uomo che ha combattuto la guerra dei "Tre Zero".
    Cosa sperava di ottenere venendo qui. Solo lui lo sa. Ma poi una voce inaspettata.


    - Aspetta, vecchio! ASPETTA! -

    E' la guardia di poc'anzi, accorsa dieci minuti dopo la ripresa della marcia.

    - Signora Guardia, cosa c'è? Se vi allieta deridermi posso stare qui ancora un pò. Dico sul serio. -

    - Senti...ti chiediamo scusa. Siamo stati irrispettosi, e la nostra Kazekage cerca di insegnarci ogni giorno a non esserlo. Non importa se hai mentito, immagino non lo abbia fatto per male. Vieni a palazzo, di certo Yuka-sama avrà di che ristorarti. Dopodichè te ne andrai. Forza. -

    - Grazie mille. Non so dove sia il palazzo. Se mi potete fare strada. -

    Come sei caduto in basso, Matador. Pare proprio che la leggenda della "Passera Caliente", sia finita.
    Si spalancano le porte del palazzo e un raggio di sole penetra la stanza della Kazekage, disegnando la silhouette del vecchio agli occhi di Yuka.


    Riprende Kerbe in un altro topic.
    Se per voi non è un problema richiedo l'exp del grado boh...il più basso, vedete voi. Così li aggiungo alla nuova scheda. Mi sta bene pure non prendere nulla, era un post per legarmi a Kerbe.


    Edited by Zérø - 10/8/2017, 12:00
  13. .

    Triste, triste Matador



    Vorrei avere delle orecchie per ascoltarti.
    Delle braccia per abbracciarti.
    E delle labbra per baciarti.
    Sfortunatamente...non ho più niente.
    Nemmeno delle spoglie da riesumare.
    Nemmeno delle ossa da profanare.
    Matador, Matador mio.


    Ricordi come sono morta? Beh...io ricordo le tue lacrime che venivano giù dalla maschera, e nondimeno le tue dita che si contorcevano dalla furia. Accadde tutto così in fretta. Dio solo sa se ho meritato la mia fine. Probabilmente no. Sicuramente sì.
    Ho mietuto così tante vittime nel nostro cammino che pensavo di essere invincibile, a poco invulnerabile. Io e la mia sfacciata superbia!
    Ci intrufolammo nel palazzo di Zero, sì? E in qualche modo evademmo ogni guardia e sistema di sicurezza per accedere alla "stanza". Mi avevi detto che stavolta sarebbe stata dura. Che volevi andare da solo. D'altronde era un tentativo, uno dei più disperati: profanare gli antichi occhi di Zero, gli stessi che uniti a quelli di Tristania formavano lo Sharingan Perfetto. Non avremmo potuto far niente contro l'imperatore.
    Anni e anni spesi a formare un'alleanza, a creare una speranza, o forse una menzogna in cui credere? Ti seguirono in molti, certi che avevi il carisma e la forza per fronteggiarlo, ma ormai entrambi sapevamo che nulla lo avrebbe fermato.
    Non ci restava a quel punto altro che il mito, un appiglio scosceso, lo stesso che la luna portò in cielo: il Rin'negan. Formato da parti uguali del sangue Senju e Uchiha. E in parte ci...riuscisti, da solo.
    Sì, perchè quando Zero mi bloccò era già troppo tardi. Come potevamo immaginare che lui sapesse di noi? Di te?! Ci stava aspettando!
    Mi catturò...mi prese al volo, stringendomi nelle grinfie di uno spirito. Braccia così forti non li avevo mai sentite sul mio corpo! Mi compressero il torace fino a dilaniarmelo dall'interno con le ossa che si curvavano e ricurvavano. Provai a urlare un ultimo fiato, ma la mia lingua marchiata dal Sigillo del Voto, mi costrinse al silenzio pure in punto di morte. Vibrò tutto intorno a me, e poi la pressione dei palmi spirituali...semplicemente estinse ogni tessuto di me. Non so nemmeno se rimase un occhio...un dito, o qualunque altra cosa. So solo che non avesti nemmeno il tempo di reagire. Così come un attimo prima esistevo, quello successivo mi estinguevo. E tu te ne andavi via, per sempre.

    Cos'è che da senso alla morte se non una missione di vita? Forse se non ci fossi stata io, Zero avrebbe prese la tua vita quel giorno e tu non saresti riuscito a ottenere il Rin'negan e a fermarlo definitivamente.
    Alle volte mi piace pensare che in parte è merito mio se tutto si è sistemato per il meglio. Mio, di tua sorella, Kumiko Mitarashi.

    Eh già, adorato fratello mio che canti alla mia tomba: alla fine siamo riusciti a portare a compimento la nostra missione. Mi viene quasi da sorridere: se fossi ancora in vita, il Sigillo del Silenzio sarebbe in frantumi.
    Me lo incisi sulla lingua dopo che nostra sorella Atsuko morì per mano di Zero, a Konoha, nello stesso istante in cui scoprii che tu, il vero Sefiro, eri nel deserto del Paese del Vento, guidato dai nostri defunti genitori. Sankarea ci aveva avvertiti che in molti sarebbero morti per la nostra causa: distruggere il suo lascito, chiamato Tristania Uchiha, la manipolatrice.
    Anche ora che sono ridotta ad una frase su pietra non mi pento di nulla. Ho vissuto per te, e tu lo hai fatto per me. Non darti colpa. Come ho già detto, se la mia morte ha contribuito a fermare Zero, sono fiera di me stessa. E questa è l'unica cosa che conta.
    D'altronde, come potevamo sapere dell'esistenza di un terzo Zero?


    [...]

    - E questa, Thomas, è la favola di Sefiro e del sacrificio di sua sorella. Spero ti sia piaciuta. -


    - *Sigh....sigh* -

    - Perchè piangi? Ho detto qualcosa di sbagliato? -

    - Non mi piace questa storia, direttore! *Sigh*...E' tristissima! -

    - Suvvia, piccolo, è soltanto una storia. Niente di tutto questo è accaduto veramente, altrimenti qualcuno si ricorderebbe di un'eroina tanto grande, no? -

    Cali strozzato su queste ultime parole, quasi a tradirti. Lo so, vorresti che qualcuno in qualche modo ci ricordasse come persone e non come maschere. Ma la verità forse è che i nostri veri "io" sono morti tanto tempo fa. Consolati guardando la mia tomba, ma non morire assieme a me. Te ne prego.

    Qualcuno ci interrompe. Un vecchio, sembra...il Signore del Paese del Silenzio! Ha un paio di uomini al seguito, ma nessuno sembra ostile.


    - Signore, ehi, Signore! -

    - Salve Daimyo. -

    - Chiedo scusa per l'irruzione, ma questa sua edificazione non è più sicura per la gente che ospita. L'inverno nel nostro Paese come può vedere non è il massimo per vecchi e bambini. Dovrò chiedere la sua demolizione. -

    - DE-DEMOLIZIONE?! -

    - Calmati Thomas.
    Quindi è arrivato il giorno. -


    - Porgo le mie scuse. -

    - Non si preoccupi. Ero stato avvertito. -

    - MA...DIRETTORE?! -

    - Purtroppo non ci possiamo fare niente, Thomas. Questa struttura è cadente ed è pericolosa per voi. E questo cimitero bianco sembra la vostra unica destinazione affianco a me. Non volevo che finisse così. Desideravo darvi una casa, non una fossa comune dentro cui seppellire le vostre ossa. -

    - *SIGH*...DIRETTORE! -

    - Le mie scuse. Ma vi assicuro che farò di tutto per dare in adozione questi fanciulli. -

    - La prego, lo faccia. Qua ci sono 100.000 ryo. Non è molto, ma dovrebbe in parte coprire le loro spese.
    E un ultimo favore: non rimuovete questa lapide, nè questo albero. -


    Se avessi ancora i dotti lacrimali, sprofonderei in una valle di lacrime.

    - E' qualcuno di importante? -

    - E' l'eroina delle mie storie.

    Prendi la guitarra, e così come venisti in questo luogo silente, te ne vai. Di nuovo. Per sempre.
  14. .

    La mia vita per il silenzio.
    Il silenzio per la mia vita.
    La mia vita per la tua.
    Fa' che questo silenzio possa darti una voce.



    Rosalita alias Kumiko Mitarashi



    Come un fiore d'inverno mi poso sotto la neve di un colle che guarda al mondo. Alla nuova speranza che 15 anni orsono i ninja regalarono a tutti, ponendo fine al terrore di Zero. Accanto a me un alberello. Uno solo. Che passo le stagioni ad ammirare cambiare, invecchiare. L'ho visto nascere, quand'era poco più di un seme da abbeverare. Ma guardatelo ora com'è fiero della sua piccola statura. Oltre a lui tanti altri come me stanno qui, con una storia diversamente terribile, ugualmente crudele. Io ne ho avuto di tempo. Un'infanzia, una giovinezza, e un'età adulta ma non loro. Mi è stato strappato via tutto, ma almeno ho da che ricordare, a differenza di questi bambini, che riposano accanto a me in una valle di lacrime. Ebbene sì, Matador, alla fine sono morta, eppure tu sei riuscito ugualmente a concedermi delle ultime e bellissime parole, che hai inciso sopra il mio nome su questa lapide. Senza di loro sarei una roccia priva di anima, di identità. Ma grazie a te sono diventata unica, ed eterna. Come te. Nessuna parola renderà mai giustizia alla purezza del tuo cuore. Chiunque in questo mondo si è sempre battuto per se stesso, per sopravvivere, ma non tu. Fin dal primo respiro hai amato tutti noi e in cambio cosa ti abbiamo concesso? Niente. Persino ora che son morta ho lasciato a te tutto il fardello della vita che abbiamo vissuto. Ciononostante tu non hai smesso di amare il prossimo, rifugiandoti qui, nel Paese del Silenzio per prenderti cura di dozzine di bambini bisognosi e abbandonati dal mondo. Ti confesso che un rimpianto farebbe piangere questa tomba vuota se solo fosse umana e se solo contenesse davvero il mio cadavere: cosa pensi di tutto ciò che ti circonda? Perchè con tutto il potere che è in te non spazzi via la crudeltà da questo mondo?! Ma forse una risposta ce l'ho, e ha un nome: Zero. Tu e lui infondo l'avete sempre pensata allo stesso modo. Su ogni cosa. Fu la risposta che sceglieste che vi rese diversi, nient'altro.
    Qui il tempo non è dei migliori, lo credo dalle tombe bianche che giorno dopo giorno riempi con i cadaveri dei nuovi bambini. Ma non è solo il tempo a ucciderli. Mi domando tutt'ora cosa ti ha spinto a farlo: prendere dai tuoi viaggi i bambini orfani e malati terminali per portarli qui, lontani da tutto e da tutti. Questo è il tuo....no, il nostro "Cimitero bianco".

    Oh guarda, sei venuto anche oggi alla fine.
    Mi domando se mi lascerai mai andare. Io non soffro, Matador. Non fraintendermi: adoro sentirti strimpellare all'ombra del mio alberello, ma quando lo fai nei tuoi occhi leggo un abisso di melanconia irriducibile. E' quella che mi fa soffrire, il saperti lì, senza di me ad abbracciarti, consolarti. Ma a chi la voglio dare a bere: le parti sono sempre state invertite!
    Taccio che è meglio. Anche il solo guardarti mentre accordi la guitarra mi rilassa, ricordandomi l'intimità che condividevamo quand'ero in vita.


    Soy un hombre muy honrado
    Que me gusta lo mejor
    Las mujeres no me faltan, ni el dinero, ni el amor
    Jineteando en mi caballo
    Por la sierra yo me voy
    Las estrellas y la luna, ellas me dicen donde voy
    Ay, ay, ay, ay
    Ay, ay mi amor
    Ay mi morena de mi corazón...


    OuP347N



    Non piangere, ti prego. Se fai così anche a me viene da farlo. E una lapide...una lapide non può farlo! Sei ingiusto!
    E poi guarda laggiù: il cancello si è aperto! Uno dei tuoi bambini sta arrivando. Non puoi farti vedere in queste condizioni! Datti un contegno!


    - Direttore...coff...direttore, eccoti qui! Coff. -

    - Thomas. Che c'è? Perchè corri?! Ti affaticherai! -

    - Scusa, direttore *coff*... Il punto...*coff* è che volevo sentire una delle tue storie! Una di quelle che inventi sempre con la chitarra!! -

    - Sì, ma non è un buon motivo per strafare! Calmati! -

    - Ma scusa...*coff coff* suoni sempre alla tua amica morta delle canzoni speciali! Anche io voglio sentirle! *Coff...coff..*
    Ma....hai pianto, direttore? -


    - Forse, ma non importa. Oggi inventerò una storia bellissima, e avvincente. -

    - Una sui NINJA?! -

    Impallidisci al sentire quel termine, quasi tremi. Calmati! Lui non può sapere cosa significa essere un ninja. E' naturale che ammiri un mondo diverso dal suo!

    - THOMAS! QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON PENSARE AI NINJA! -

    Il bambino non più grande di dodici anni scoppia in lacrime, scoprendo nei tuoi occhi una severità in totale contrapposizione al tuo carattere consuetudinario. Ma fortunatamente la pietà che ti sortisce, ti fa rinsavire. Ti chini e gli poggi le mani sulle spalle, consolandolo:

    - Scusami. Non volevo. Ma dovete capire che indipendentemente dagli ideali e dagli ordini che seguono, i ninja sono militari e come tali sono addestrati a far soffrire la gente. In un modo o nell'altro finisce sempre così.
    Sono strumenti di morte, tutti quanti. Cambia solo il motivo per cui lo fanno.
    Quando vi ho presi con me, volevo allontanare tutti voi il più possibile dalla morte. Capiscilo. -


    - Lo capisco, direttore. E ti ringrazio a nome di tutti.
    Ma ora mi canti la storia? -


    Imbracci la guitarra, fai un giro di MI, e infine delle note a vuoto. Accordi il Do e poi parti, fingendo di inventare la storia di un uomo e di un mostro.

    Cancion por Sefiro

    C'era una volta un ragazzo.
    Mitarashi il suo cognome,
    e Sefiro di nome.

    E poi venne il momento
    come un giuramento
    che portò solo strage e sgomento.
    Di un nome che solo allo Zero poteva portare
    destinato a non ritornare...



    Edited by F u r y - 1/3/2017, 01:45
  15. .
    Grazie Akito. Quando ho sottoposto queste 24 pagine a un paio di editori entrambi mi hanno detto due cose:
    1) E' troppo riduttivo fare questa storia in 24 pagine per quello che vuole raccontare. Così risulta castrata.
    2) L'Italia avrebbe bisogno di questo tipo di freschezza al livello di storie, ma siccome la gente preferisce Twilight, c'è poco da fare per te.

    Il primo caso lo posso facilmente capire, perchè questo progetto era il mio esame finale della scuola del fumetto, dove il paletto era un numero limitato di pagine, ma il secondo commento tutt'oggi non lo mando giù facilmente.

    Per rispondere alla tua domanda sì: sto lavorando a 5 storie originali differenti e a un videogioco per mobile. Per giugno qualcosa dovrebbe essere pronto.
1640 replies since 23/7/2008
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