Naruto GDR - La via del ninja

Posts written by ShaneH

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    vado questi giorni, scusa dan
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    Kazuki ascoltò con interesse il falegname con i suoi avvisi e ammonimenti sui suoi animali, i ragionamenti sconclusionatamente genuini di Akame e le poche parole di Lin. Non ebbe molto da dire su quest'ultimo, ma gli sembrò piuttosto annoiato. Non che fosse un problema per il giovane ed inesperto neo-genin, anzi, ciò aumentò la curiosità nei confronti dello sconosciuto compagno di missione. L'osservò silenzioso, ignorando il consiglio riguardo il bussare e ne monitorò i comportamenti. Il viso era in parte coperto, quindi fu difficile scandagliarne le espressioni, ma notò come Lin muovesse gli occhi osservando il pastore e la sua abitazione. Kazuki, dal canto suo, umile e povero, si soffermò maggiormente sulla situazione in sé. Agitato come non mai, teso dall'emozione, poteva ascoltare il pastore, osservare Lin e poco altro. Non aveva abbastanza capacità ed esperienza per orientarsi anche su altro ed incamerò tutte le informazioni forsennatamente. Non poteva e non doveva perdersi una virgola di quella giornata, di quel momento, indi per cui cercò di concentrarsi al meglio. L'obiettivo ultimo di quella concentrazione era proprio concentrarsi sul contesto, come un cane che si morde la coda. Un uroboro di ansia da prestazione, adrenalina e paura di sbagliare che si morde la coda senza un'interruzione, finché...

    ... Che ne pensate? Non vi pare stranA che sia la pecora che il cane SONO scomparsi? Ok per la pecora, ma il cane? Un cane pastore normalmente RIPORTAVA il gregge all'ovile, è addestrato a orientarsi e a ritrovare la strada di casa...
    Non so, credo che la storia sia un po' più complicata di come SEMBRI...
    Che ne DICETE di provare ancora a parlare col pastore? Forse può darci più informazioni.. Io comunque do un'occhiata in giro, non si sa mai...


    La proposta di dividersi per cercare delle prove, per investigare sulla sparizione del cane e della pecora non fu ben accolta da tutti e tre. Se Akame, indipendente e determinata, non sembrava preoccupata all'idea di un'investigazione solitaria, lo stesso non si poteva dire di Kazuki. Quest'ultimo cercò con un sguardo timoroso Lin, il quale però sembrava pienamente calato nel contesto. Difatti fece caso agli errori grammaticali di Akame, cosa che sfuggi all'attenzione di Kazuki. L'Ikari era ancora fuori luogo in quella dinamica da shinobi, la mancanza di esperienza era palese.

    Per me va bene, anche se la mia esperienza in questo tipo di ricerche è praticamente zero. Posso provarci però!

    Concluse Kazuki, come a voler mettere le mani avanti. Si congedò dai due compagni con un sorriso, per poi iniziare a girovagare per le paludi con la testa piena di dubbi e pensieri.

    Non un bel modo di iniziare una missione!


    Convenne che, forse, evidenziare subito la sua inesperienza fosse la cosa peggiore in un contesto simile. Sarebbe potuto sembrare incapace di essere utile alla squadra, oppure semplicemente un tipetto un po' insicuro, quasi capitato lì per caso. Si disse di dover dare una svolta alla giornata, di dover essere degno del titolo di genin, ma nonostante i buoni propositi iniziò a vagare per le campagne limitrofe senza una vera strategia. Concentrando il chakra nei piedi, cominciò ad esplorare le paludi e gli arbusti che le circondavano con immensa curiosità. La sua attenzione si spostò di molto da quello che era l'obiettivo e la ragione per cui fosse lì, e anzi ciò divenne quasi secondario. Cominciò a soffermarsi su ogni movimento del vento, fruscio e odore di quelle paludi, senza ricordarsi del cane e della pecora. Distratto dai suoi pensieri, non si rese neanche conto del tempo che trascorreva, finché, distratto anche al punto di interrompere la concentrazione del chakra sui piedi, non affondo tutto il piede destro in uno stagno. Un ranocchio semi-immerso nello stagno a fianco lo osservò di sbieco, forse giudicandolo come un perdigiorno o come uno di quei ragazzini che saltano la scuola per venire a disturbarlo senza alcuna ragione. Kazuki lo squadrò, ricordandosi in quel momento del perché fosse lì. Si rese conto del tempo trascorso a navigare nei meandri dei suoi pensieri, senza concludere alcunché. Perciò, senza esitare, tornò alla base, conscio di avere ben poco da comunicare con i suoi compagni.

    Giunto alla casa del pastore, si rese però conto che forse non sarebbe stato necessario comunicare alcun ché riguardo la sua "avventura tra gli stagni", poiché Lin sembrava più ricco di informazioni di lui.

    Ragazzi, potrei aver trovato Argo... appena più a nord di qua, prendendo il sentiero sulla destra, si arriva ad un vicolo cieco... ma c'è un buco in terra, largo abbastanza per far entrare una pecora ed un cane. Voi avete trovato altro?

    Il giovane sembrava finalmente emozionato e Kazuki, felice di vederlo non più disinteressato, sembrava pronto a voler dare il suo contributo nella conversazione, ma Akame fece prima di lui. Spiegò loro di uno strano biglietto attaccato tra la lana di una delle pecore del pastore e di uno strano racconto che però suonò a Kazuki estremamente familiare. Scandagliò in fretta nella memoria, finché trovò quel che cercava.

    Ragazzi... Vi sembrerà assurdo ma io girovago spesso per le paludi. Lo faccio da anni e qualche anno fa ricordo di una volta che, preso dall'inseguire una famiglia di ranocchi per gioco, mi allontanai un po' troppo dai sentieri che battevo di solito. Finì, insomma, di fronte ad un buco, da cui scorsi due occhi gialli che mi lanciarono un'occhiataccia. Inutile dire che me la diedi a gambe e con me i ranocchi. Me li ritrovai quasi di fianco, molto lontani da quella buca...

    Mormorò Kazuki, rabbrividendo al ricordo.

    Che qualcosa in quel buco abbia rapito o aggredito sia il cane ché la pecora? Se sì, dobbiamo intervenire in fretta!

    Concluse infilando la mano nel porta-armi sul fianco destro, stringendo la base del kunai con vigore. Voleva rendersi utile questa volta.
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    Nella casa di Kazuki Ikari non erano abituati alle situazioni di tensione. O meglio, c'erano abituati in quanto la vita aveva messo sia Naoko, sua madre, ché Hiro, suo nonno, di fronte a numerose avversità ma sembrava non avessero gli strumenti per gestirne di nuove. Quel giorno, la causa di tensione era la prima missione di Kazuki. Con dei ladruncoli di basso rango come parenti, tutte le situazioni di tensione coinvolgevano quegli stupidi dei suoi cugini, il fratello di sua nonna defunta e di conseguenza suo nonno. Memore di tutte le discussioni e drammi causati da quei diavoli, Kazuki aveva mantenuto un profilo molto basso riguardo ciò che avrebbe dovuto fare quella mattina. Si era limitato a comunicare a sua madre e a suo nonno di non disturbarlo il giorno prima della missione, di farlo riposare durante la notte per svegliarsi concentrato e focalizzato sul primo incarico ufficiale ricevuto. Non erano abituati neanche i vicini a sentire tutta quella tranquillità nelle mura domestiche di casa Ikari e per questo incuriositi si erano affacciati un paio di volte dalle loro finestre per provare a capire cosa fosse successo quel giorno. L'impicciona moglie del vicino di casa di Kazuki, una grassa e impertinente vecchietta in pensione, suppose col marito, intento a pulirsi la pipa, che probabilmente fosse successo qualcosa di grave. D'altronde Hiro era abbastanza chiassoso e tutto il vicinato ormai ci aveva fatto l'abitudine. Il marito della vecchietta però non assecondò la curiosità della moglie, concentrato com'era nel strofinare ogni angolo e circonferenza della sua amata pipa.
    Mentre il quartiere studiava i rumori della casa di Kazuki, quest'ultimo usciva dalla sua stanza vestito di tutto punto. Una tuta vecchia e consumata, logora delle fatiche dell'addestramento accademico, spiccava poiché scolorita dai troppi lavaggi, come se qualcuno con una cannuccia ne avesse aspirato tutto il colore. La tuta, inoltre, faceva a pugni con una fascetta gialla legata tra i capelli del giovane Kazuki fin troppo accesa e colorata. L'abbigliamento del ragazzo era già di per sé un programma, poiché era l'esatta manifestazione del suo stato d'animo in quel momento. Da un lato era quasi svuotato dalla tensione del momento, dalle occhiate guardinghe di sua madre che lo osservava di sbieco dalla cucina, ma dall'altro emozionato per la prima mansione ufficiale ricevuta. Nonostante ciò, Kazuki convenne con sé stesso che il giallo avrebbe dovuto prevalere su tutto quel senso di vuoto e che le emozioni avrebbero dovuto sopperire ai timori causati dalle responsabilità. Perciò salutò sua madre con un bel sorriso ed esclamò:

    Se tutto andrà bene questa sera comprerò qualcosa io per cena, a più tardi!

    Fece un cenno con la mano, per poi sparire alla vista della donna, aprire la porta di casa ed uscire fuori. Percorse lo spazio che lo separava dalla Porta Est del villaggio di Oto. Proseguii diretto verso l'esterno, ma...

    ALT! Dove vai ragazzino? Non sai che questi sono i confini del villaggio?

    Domandò lo shinobi di guardia che lo squadrò infastidito. Era il terzo ragazzino che oggi passava di lì, ergo più lavoro per lui fin dalle prime luci della mattina.

    Sì, mi scusi, ma devo raggiungere la dimora del pastore Nagami per un primo incarico da genin.

    Anche tu? Prego, segui il sentiero di fronte a te e raggiungerai la casa del pastore.

    Sembrava, quindi, che non avrebbe svolto la missione da solo. Le parole dello shinobi di guardia fecero riflettere Kazuki sulla possibilità che ci fossero altri shinobi come lui volenterosi di dare una mano. E se fossero arrivati ben prima di lui? Si sarebbero potuti prendere tutti gli onori e anche le ricompense dell'incarico! Come se si fosse accesa una luce, Kazuki cominciò a camminare a passo sempre più spedito per raggiungere in fretta l'abitazione. Nel suo girovagare per le paludi, aveva imparato da tempo a barcamenarsi su quei terreni accidentati e in pochissimo tempo si ritrovò di fronte al casolare di Nagami. Lanciò uno sguardo al recinto di pecore, carico di dispiacere poiché per sua natura non avrebbe esitato a parlare con loro o ad accarezzarne qualcuna. Ma, già sudato per lo sforzo, decise che avrebbe dovuto raggiungere immediatamente l'interno della casa del pastore. Bussò, udendo delle voci all'interno, ma senza aspettare un invito ad entrare spinse avanti la porta.

    Buongiornosonoquiperlamissioneesonoungenin!

    Esclamò tutto d'un fiato, annunciando al pastore e ai suoi probabili compagni tutto il suo nervosismo.


    Dan se vuoi puoi già ruolare che il tuo pg conosce il mio. Avrebbe senso.

    p.s. scusate il ritardo
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    CITAZIONE (¬Seto @ 29/2/2024, 09:54) 
    90 exp per te! Una scrittura particolare e raffinata che ci da un assaggio del nucleo familiare del pg. Davvero notevole l'idea di utilizzare il matrimonio come pretesto per scorgere la personalità dei png. Sappi che nelle prossime però dovrai "darci" di più.

    Sono contento ti sia piaciuta, ci sarà sicuramente una parte 2 di questa storia, appena ho il guizzo la scriverò :D
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    Aspetta! Possiamo condividere il campo, è sufficientemente grande per solo noi due... Anzi, perché non ci alleniamo insieme? Io sono Akame, te come ti chiami? Io non mi sono diplomata da molto... sono ancora principiante.. però non mi sembra di ricordarmi di te in Accademia, sei Ninja da molto tempo?


    Allenarsi assieme? Kazuki non era pronto per un'offerta simile. Abituato com'era a vagare, un po' immerso nel suo mondo, un po' per sfuggire alla timidezza iniziale di un primo approccio con gli sconosciuti, non si era mai messo a cercare un compagno di allenamento. La cosa difatti lo stupì e con i suoi occhietti tondi e vispi osservò incuriosito la ragazzina. Non doveva essere tanto più piccola di lui, ma si vergognava a chiederlo. Non era un timido vero, ma come tanti giovani della sua età era timido all'inizio. Avendo una forte immaginazione, era estremamente estroso con le persone giuste, vitale e capace di discutere anche amabilmente coi più grandi nonostante i soli quattordici anni. Ma paradossalmente, a causa della sua estrazione sociale, era più abituato a familiarizzare con i suoi simili. Ovviamente un processo di apertura verso il mondo sarebbe stato inevitabile prima o poi e chissà che non fosse proprio quello l'inizio?
    Sempre mantenendo un'espressione di sorpresa, Kazuki annuì col capo ed esclamò:

    Sono abbastanza esile e non proprio così esperto, ma va bene.

    Detto questo, si mise in posizione, sempre curioso di come si sarebbe sviluppato quell'incontro improvviso.

    Preparati... arrivo!

    La giovane Akame, poco esperta anche lei ma forse più svezzata di Kazuki, intendeva una sorta di duello, uno scambio pacifico ma con un minimo di competizione. Kazuki, neo-diplomato, non era assolutamente pronto a qualcosa di simile, però la vide avanzare quasi a testa bassa verso di lui. Preso dal panico, come proprio farebbe qualunque ragazzino inesperto, decise di voler sorprendere la giovane avversaria a sua volta. Non si aspettava un vero scontro fisico, però dal canto suo optò per una strategia alquanto bizzarra. Non voleva assolutamente farsi malmenare da una sconosciuta, ma decise di difendersi a suo modo. Perciò domandò in maniera alquanto fuori luogo, volutamente fuori luogo, un qualcosa probabilmente di inaspettato per Akame che però sarebbe servito da distrazione per quella che era l'incredibile mossa di Kazuki.
    Con un sorrisetto beffardo, quasi divertito, domandò:

    Scusa se te lo chiedo così...

    Con una pausa mentre la vide scattare:

    Ma a te piacciono gli uomini o le donne?!

    La domanda sicuramente avrebbe imbarazzato la ragazza, giovane e quindi poco avvezza a conversazioni simili con uno sconosciuto, ma ciò avrebbe permesso a Kazuki di renderla inerme e fragile di fronte alla tecnica che aveva in mente! L'avrebbe annichilita e sconvolta con un jutsu inaspettato quanto stupido e banale. Con il sorriso sulle labbra, Kazuki avrebbe esclamato:

    Oiroke no Jutsu!

    Agli occhi della giovane si sarebbe palesato, in parte coperto da una nuvola di fumo, una versione di Kazuki adulta, muscolosissima e soprattutto nuda! Il gluteo maschile, in tutta la sua possenza, statuario, sarebbe emerso da una nuvole di fumo! E chissà come avrebbe reagito la giovane?! Chissà?! Forse, inesperto com'era, non avrebbe fatto in tempo, ma dentro di sé stava già assaporando una mossa a sorpresa simile.

    Riassunto Azioni


    Azioni
    •Tecnica Seducente (LOL)

    parametri
    Resistenza: 100
    Stamina: 100-5=95

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra

    equipaggiamento
    30 mt filo d'acciaio
    3 shuriken
    2 kunai

    Consumabili


    Conoscenze
    • Oratorie e Popolari [1° Livello]

    note
    Non so se le conoscenze oratorie possono essere utili, in realtà la domanda vuole sfruttare proprio quelle LOL
    Mi sono divertito troppo a scrivere il post e non conoscendo il carattere del personaggio di Dan l'ho fatto proprio "alla cieca", scusate il ritardo :D
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    Kazuki si trovava a osservare i regali, immerso in un turbine di emozioni contrastanti. La lussuosa confezione dell'abito da cerimonia era avvolta da una carta liscia e ben colorata impreziosita da uno spago dalla cucitura perfetta. Passò il dito su di esso, ma nel mentre gli tornò in mente quanti e quali fossero i sacrifici fatti dalla madre per quel regalo. Valeva davvero spingersi a tanto per quel brivido? L'estasi, la curiosità, lo invadeva assieme al senso di colpa. Come un piccolo uovo sodo, o un seme, che gli si era piantato lì nello stomaco. Era felice, certo, ma si sentiva pesante come non mai. Impotente, inoltre, di fronte al fato che lo attendeva. La vita per lui aveva tracciato una linea netta e molto chiara, fatta di sacrificio e miseria. Lui, la osservava in maniera fin troppo cosciente per l'età che aveva. Eppure, coscientemente, era ancora lì: passivo e incapace di direzionarne il flusso. Era come un disegnatore dalla matita spuntata. Temendo di tracciare una prima linea storta, grezza e imperfetta, restava in bilico tra quel turbinio di sensazioni. Sciolto il nodo, sorpresa!
    Mentre toccava le scarpe lucide, una sensazione di vertigine lo assaliva. Erano simboli di un mondo a cui sembrava non appartenere, un mondo di eleganza e raffinatezza che lo rendeva inadeguato e smarrito. Come poteva calzare quelle scarpe senza sentire il peso delle aspettative che portavano con sé?
    Guardò verso sua madre Naoko, il suo volto rifletteva un'energia frenetica, un'urgenza di apparenza che Kazuki non poteva comprendere appieno. Quel desiderio di perfezione esteriore sembrava celare un vuoto interiore, un vuoto che Kazuki avvertiva confusamente come un'ombra allungata sulle pareti della sua mente.
    E suo nonno, con il suo imbarazzo sottile e la sua insistenza nell'abbigliarsi correttamente, rappresentava un anello di continuità con il passato, con le tradizioni familiari che si stringevano intorno a lui come una seconda pelle. Ma anche lui, Kazuki sapeva, era preda delle incertezze che l'evento portava con sé, incertezze che si trasmettevano attraverso i gesti nervosi e gli sguardi fugaci. Il sentirsi inadatto, quasi fuori posto, lo avvolgeva.
    Al centro di quel vortice, Kazuki si sentiva come un pesce fuor d'acqua, destinato a nuotare controcorrente in un fiume di aspettative e convenzioni. Eppure, al di là della confusione e della paura, c'era una fiamma di determinazione che ardeva dentro di lui, una voglia di scoprire chi era veramente al di là delle maschere che la società gli imponeva di indossare. Quella fiamma, in quell'occasione, divampò come se qualcuno la stesse alimentando con della benzina. La vista dei suoi cari, quasi imprigionati in quella pantomima, lo animò in maniera inaspettata. Ovviamente non era in grado di razionalizzare quella sensazione, non ancora almeno. Era sì, inadatto, ma conscio di esserlo. Le premesse per non sentircisi più c'erano, doveva solo arrivare prima o poi a tracciare una linea, no?


    Con un respiro profondo, Kazuki si mise l'abito da cerimonia e infilò le scarpe lucide, sentendo il cuore battere con forza contro le sue costole. Era pronto ad affrontare il matrimonio di Shido, consapevole che dentro di sé c'era una forza che nessuna convenzione poteva spegnere. Così, grato alla madre per la cura e la premura mostrata, esclamò:

    Sarà un matrimonio da ricordare!

    Sorridendo verso sua madre e suo nonno, cioè le persone che amava di più al mondo.



    continuerà, per ora chiedo exp e poi scriverò le altre parti.

    Sono 3 post, 1 che descrive il nonno di kazuki, uno la madre e uno lui stesso. Voglio approfondire molto l'aspetto psicologico dei png che gli ruotano attorno, almeno quella è l'intenzione principale
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    La campagna di Oto non ha molti scenari da offrire. Le risaie, per l'appunto, dominano circa la metà del territorio e, dove un tempo sorgevano i cunicoli del villaggio segreto del Suono, l'acqua ha ristagnato come a voler cancellare i ricordi nefasti di quei giorni.

    Kazuki, alla vigilia dei quindici anni, amava vagare in solitudine per quelle contrade, affascinato, come molti giovani della sua età del posto, dalle leggende che venivano tramandate dai più anziani. Voci di esperimenti mal riusciti lasciati a marcire nei meandri delle campagne del villaggio, tecnologie innovative smarrite e tesori maledetti del leggendario Sannin fondatore. Perciò nel tempo libero, durante le sue attività di genin, vagava spesso con curiosità e malizia sperando di scovare qualcosa di cui valesse la pena parlarne a cena. Già si immaginava, Kazuki, a raccontare a suo nonno un orrore tentacolare venir fuori da una palude, anche se a dirla tutta a quattordici anni cominciava a comprendere come le storie di folklore locali non fossero altro che storie.

    Come tanti ragazzi adolescenti, però, la mente del giovane genin di Oto ai tempi era ancora un crocevia di emozioni. Non che crescendo l'essere umano cambi, ma la razionalità e il pragmatismo, per molti individui diviene quasi totalizzante nella vita da adulti. Kazuki, che di ryo ne aveva ben pochi, ancora non era entrato in contatto con quel mondo fatto di aspettative, risultati e ansia da prestazione. Per lui essere un genin era già un traguardo e non aveva chissà che figure a responsabilizzarlo, a indicargli il cammino. Perciò, durante quelle passeggiate, alternava momenti da fanciullo curioso che insegue le rane, a quelli di un adolescente guardingo e responsabile che ha solo l'occasione di fare una passeggiata come unico strumento per evadere dalla routine. Poteva qualcuno biasimarlo? No di certo, d'altronde nessuno nasce già con tutte le strade e le risposte già pronte, ma spesso queste vanno ricercate abbandonandosi a quelli che sono gli stimoli più genuini del proprio io.

    Quel giorno il giovane era proprio abbandonato a sé stesso, ma non in senso lato del termine, bensì abbandonato ai suoi pensieri e ai suoi istinti. Vagava sognante, guardandosi attorno alla ricerca di un segno. Chissà, magari veramente un mostro sarebbe saltato fuori tra una canna di bambù e uno stagno. Osservò una rana bella e gonfia starsene lì a fissarlo e per un istante si figurò l'immagine di una zampa uscire dall'acqua per afferrarla. Che spavento si sarebbe preso! Eppure le paludi erano silenti, non c'erano mostri all'orizzonte e nessun esperimento malriuscito da segnalare.

    Arrivato ai bordi di uno stagno, si mise lì a respirare a pieni polmoni, sognando chissà quali avventure. Non ci è dato saperlo, poiché, all'improvviso, quei sogni vennero interrotti senza alcun preavviso. Udì un rumore molto vicino a lui che lo mise subito in agitazione. Non era di certo uno shinobi formato e pronto a gestire le sorprese, perciò allarmato iniziò a guardarsi attorno. Vide, con la coda dell'occhio, una non tanto piccola sagoma muoversi velocemente e fare un balzo alle sue spalle. Armato in fretta di kunai, scattò, inseguendola con curiosità. Dopo pochi passi, facendosi strada tra un canneto di bambù, si ritrovò di fronte al campo d'allenamento che dava appunto sulla palude. Ma della sagoma nessuna traccia. Non si era allontanato molto dalle periferie, poiché in quella giornata avrebbe dovuto fare anche un po' di esercizio fisico. Vide però una ragazzina, forse sua coetanea, all'interno del perimetro adibito e, incuriosito, si avvicinò all'ingresso. La ragazzina, probabilmente incuriosita, gli venne incontro.

    Ehi, ciao! Sei un Ninja, no? Non mi pare di averti mai visto. Io sono Akame. Sei qui per allenarti anche tu? Ehm, in teoria lo avevo prenotato per la mattinata...


    Mmh, no in realtà sono capitato qui per caso. Stavo inseguendo, credo, un animale della palude. Chissà magari era qualcosa di particolare, oppure un qualche esperimento del fondatore di questo paese...

    Disse, mordendosi quasi la lingua. Non voleva assolutamente dare l'idea di essere uno strano, perciò si affrettò da subito a sopprimere quella supposizione priva di senno.

    Ovviamente sto scherzando!! Inseguivo un animale un po' troppo cresciuto, credo, ma nulla di così interessante. Dovrei anche io allenarmi, comunque, e devo dirti che sono abbastanza sorpreso. Questo campo d'allenamento, essendo così vicino alla palude, è snobbato da molti proprio perché decentrato rispetto alle vie principali. Io però ci passo spesso, visto che vivo in periferia...

    Concluse, quasi come a vergognarsi della cosa.

    Però vedi tu! Io posso pure allenarmi altrove, mi alleno spesso da solo!

    Kazuki Ikari

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    immagine per farti vedere com'è fisicamente il pg, ovviamente attacca e magari ruola che accetto :rosa:
  8. .



    Mentre nonno Hiro continuava la sua pantomima, Naoko saliva le scale del loro appartamento trascinandosi dietro una busta stracolma. Kazuki, sentendo i passi della madre sull'uscio di casa, corse ad aprirle la porta e... Sorpresa! La madre sembrava aver fatto spese da regina vista la numerosa quantità di buste, pacchettini e lustrini che ora abbellivano la casa. Kazuki osservava incredulo sua madre, poiché non era molto abituato a dove tirare fuori così tanti pacchetti dentro casa sua.

    Ma che ci facciamo con tutte queste cianfrusaglie? Anzi, scusa mamma, ma cosa sono?

    Forse era stato un po' precipitoso. La madre infondo si era presentata con una marea di buste colme di possibili doni, come poteva essere così sprezzante con lei? Naoko era una donna piuttosto permissiva fortunatamente. Cresciuta in mezzo alle bestie non poteva esser altrimenti. Inoltre, era pur sempre un bambino di dieci anni con intorno una grande quantità di regali, come poteva non sentirsene morbosamente attratto? Poteva lei colpevolizzarlo per qualche parolina fuori dall'ordinario? Infondo Kazuki era sempre stato un bravo ragazzo.

    Kazuki ovviamente sono dei regali! E non solo per Shido e la sua futura sposa, ma per te! Su, dai, aprili! Vedi questi due pacchetti rossi? Beh quelli sono tutti tuoi. Papà, ce n'è uno anche per te, questo blu. Vedete come vi stanno, su!

    Kazuki, quasi imbarazzato, si avventava sui suoi regali come se la madre li avesse rubati. Si domandava dove avesse preso i soldi per comprarli e iniziò a temere il peggio. Che la madre li avesse veramente rubati? O peggio ancora?! Cosa poteva esserci di peggio? Che avesse venduto il proprio corpo solo per fare bella figura ad un matrimonio? I pensieri di Kazuki si intrecciavano mentre con stupore tastava un sottile abito da cerimonia finemente lavorato. Le sue dita si fermarono sulle cuciture, domandandosi come fosse possibile poter osservare una tale perfezione di linee. Parallele e perpendicolari si univano come i bivi di un sentiero, mentre tastava l'abito quasi lusingato. Sorrideva, imbarazzato, mentre i pensieri peggiori affioravano nella sua mente.

    Possiamo permettercelo?

    Certo.

    Kazuki, dubbioso, scartò l'altro pacchetto trovandosi di fronte ad una scatola. L'aprì, osservandone il contenuto parecchio stupito. Delle scarpe lucide e in pelle brillavano sotto la luce del suo soggiorno, ma nel mentre lanciava sguardi interrogativi alla madre che però non sembrava interessata chiarirne i dubbi.
    Perché avrebbe dovuto chiarire al figlio come si era procurata più soldi del normale? Era il matrimonio del cugino, doveva anche lei fare la sua. Suo padre era concentrato sull'essere impeccabile nei modi e nell'ordine, lei doveva renderli impeccabili esteticamente. Tirati a lustro come degli invitati di gala.

    ✧Kazuki era parte dello spettacolo e non poteva di certo tirarsi indietro ora.


  9. .
    Shido annuisce come chi sa di dover essere vincolato a un contesto, vivendolo, e doverne rispettare gli equilibri che lo governano. Sorride perché la situazione lo richiede, perché deve prestarsi a ciò. Può un perdigiorno come lui trascurare ogni dovere? Almeno uno, anche il più indisciplinato, deve seguirlo o no? Siamo o non siamo fatti di contradizioni che ci animano? Ovviamente Shido non si fa queste domande, ma è parte del sistema. Un attore inconsapevole come chiunque altro.
    Possiamo chiedere ad un clown di non fare palloncini? Possiamo educare un boia a non tagliare delle teste? Shido quindi deve sorridere, felice come una pasqua, poiché un morto di fame come lui che si sposa non può essere un evento trascurabile. Tutti lo acclamano, scattano foto, ridono, hanno speso per dei regali, scritto lettere, fatto benedizioni. Un disgraziato come lui almeno oggi deve rendere loro il favore, no? Ma ricominciamo dal principio.


    Kazuki Ikari quella mattina era parecchio nervoso. Più del solito. Erano stati giorni carichi di tensione nelle mura domestiche. Il matrimonio era oramai alle porte e ciò aveva portato nell'animo di chiunque un senso di smarrimento e timore. Come potevano loro che erano brava gente non esserne intimoriti? Un ladruncolo da due soldi come Shido che si sposava, l'evento poteva essere paragonato a un maremoto, una guerra ninja o a un invasione di cavallette in tutto il Paese del Suono.
    Suo nonno Hiro era di buon'umore mentre indossava i pantaloni più eleganti che aveva, felice per il nipote. Se non fosse per un impercettibile, quasi invisibile, riflesso che eseguiva periodicamente, in maniera quasi ossessiva. Alzava il cavallo dei pantaloni fin alla vita, poiché la cintura non era abbastanza stretta per farli aderire quanto voleva. Stava lì, a specchiarsi un po' imbarazzato, domandando se dovesse fare l'orlo alla caviglia, provando varie combinazioni, alzando però ogni volta i pantaloni fin sotto i fianchi.

    Direi che così può andare bene o no? Kazuki!

    Ciò serviva veramente? O era solamente un gesto di chi, come lui, era più abituato al mercato, ai pescherecci e all'odore di lische? Queste preoccupazioni da parte del nonno erano completamente nuove al giovane Kazuki, che a 8 anni vedeva suo nonno solamente come il capo famiglia. Un riferimento per lui e la madre, la lanterna della loro casa.
    Come un uccellino che navigava in un oceano, Hiro tentava di apparire al meglio, quasi differente per quanto possibile, dai banditi che avrebbero partecipato al matrimonio. Come potevano non essere avanzi di galera gli invitati di Shido? E loro, famiglia umile, ma incensurata e priva di vergogna se non quella di essere nati nella parte sbagliata del mondo, come potevano mostrarsi a loro livello? Dovevano dare il buon esempio! Dovevano apparire meglio di ciò che erano. Ne avrebbe fatto una questione di orgoglio, loro dovevano dare l'esempio corretto.

    ✧Tutti appartenevano allo stesso recinto, ma per quel giorno la famiglia di Kazuki aveva deciso di far finta che non fosse così.

  10. .
    Uno strano ronzio accompagnava le mie giornate da qualche tempo. Il pensiero era l'unica cosa che mi restava, ma con esso nient'altro. La battaglia era finita, ne ero sicurissimo, ma qualcosa mi faceva capire che non tutto fosse andato per il meglio. Cercavo di aprire gli occhi, conscio di doverlo fare, ma qualcosa mi arrestava, bloccandomi. E il ronzio continuava. Era come una brutta e fastidiosa mosca, soltanto più fredda e pericolosa.

    Vorresti alzarti vero?

    Mormorò una voce che ormai conoscevo bene e il ronzio improvvisamente si estinse.

    Sì.. So che lo vuoi. Ma, non ce la fai, dico bene? Ah, ah...

    Continuò, la voce. Non avevo la benché minima sicurezza di ciò, ma probabilmente un brivido mi percorse la schiena. Probabilmente, perché non riuscivo a percepire dove mi trovassi e che sensazioni provasse il mio corpo.

    Sappi che io potrei darti quella forza che cerchi, Geralt... Mi conosci bene tu.

    Sentenziò.

    Ti conosco, è vero, ma ti ho già sconfitto mi sembra.

    SCONFIGGERMI? AHAHAHAHAHAH

    ..

    Io sono parte di te Geralt, esisterò fin quando tu non ci lascerai definitivamente le penne. E mi sembra che tu ci sia andato vicino ancora. Dopo la Battaglia del Golfo dell'Arpione, dopo il meteorite al tempio... Dopo il salvataggio di Severa o la sconfitta di Rhego. Arrivi sempre più vicino alla morte, Geralt. E ora? Mi sai dire cosa ti è accaduto?

    Domandò la voce, mentre tutto attorno a me era grigio e indefinito.

    So di essere sopravvissuto allo scontro. Ferito, sì, ma vivo. Cosa sia accaduto dopo lo ignoro. Ma a te cosa importa poi?! Ti ho isolato, messo ai margini della mia mente, pensi davvero di riuscire ad avere qualsiasi tipo d'influenza su di me?! Tu sei morto, sei morto quando Severa mi ha donato di nuovo la libertà.

    Io, Geralt, sono parte di te. So bene cos'hai visto quella volta. So bene che mi hai intravisto al tuo fianco. Tu e io siamo la stessa persona, la stessa deplorevole persona. Siamo l'infanticida, mutilatore e traditore. Ricorda Geralt cos'hanno fatto quelle mani, ricorda il sangue versato! Pensi davvero di poterti liberare di me ora? Io arrivo, torno, proprio quando meno te lo aspetti. Proprio quando sei più vulnerabile torno a ricordarti chi sei. E tu Geralt, per quanto ti sforzi a fare il bravo ragazzo, sei una carogna. Dai retta a me. Non vedi cosa ti sta succedendo? Ti hanno dato la libertà, è vero, ma a che prezzo? Sei in un letto d'ospedale, più morto che vivo, debole, indifeso e, soprattuto, solo.

    L'ultima parola in particolare fu parecchio tagliente e, per un istante, esitai. Lui lo colse, abile e attento come sempre.

    Chi pensi venga a piangere sul letto di un criminale redento? CHI PENSA POSSA PROVARE COMPASSIONE PER UN UOMO COME TE? GERALT, DAMMI RETTA, ABBANDONALI TUTTI! FUGGI, UCCIDI E PRENDITI TUTTO CIO' A CUI PUOI AMBIRE! Tu.... Tu sei ancora quel ronin opportunista. Lo so, lo sento... Lascia che ti aiuti, lascia che ti ricordi cos'è giusto fare in certe occasioni. Io posso darti quella forza che cerchi, posso aiutarti nel fare cose straordinarie e nel farti provare ancora quella sensazione. Hai capito no?

    Tremante, almeno nei pensieri, domandai:

    Quale s-sensazione?

    Lo sai già. Quell'iniezione d'adrenalina che provi ogni volta che ti prendi la vita di qualcuno. So che l'hai provata con Rhego, so che il desiderio c'è ancora. Celato, come me, alberga dentro di te. A te, Geralt, infondo, piace uccidere. Devi soltanto fare pace con quella che è la tua natura. Accettare questo lato di te, questo lato che ti rende UNICO!

    IO NON DEVO ACCETTARE PROPRIO NULLA! TU SEI IL PASSATO, NON C'ENTRI PIU' NIENTE CON ME!

    Geralt, quante volte devo dirtelo... Non c'è un "io" e un "tu", ma un "noi". Siamo entrambi legati a doppio filo ormai. Nel momento in cui hai deciso di sporcare la tua anima io sono sorto. E pensi di potermi scacciare via?

    No.. Non posso...

    Esatto! Non puoi, Geralt. Quindi, una volta che ti rimetterai in sesto, vienimi a cercare!

    Non ho bisogno di te.

    Che cosa?

    Io non ho nessun bisogno di te. Ho la fiducia di Severa, ciò mi basta per avere un obiettivo. Io, che per anni non avevo un vero e reale obiettivo, finalmente ne ho uno. E sai come l'ho ottenuto? L'ho ottenuto mettendoti da parte. Ho già accettato la mia natura da molto tempo, ma sai cosa mi ha offerto Severa oltre alla libertà? Mi ha offerto la possibilità di governare me stesso e la mia natura. E non voglio rinunciarci per nulla al mondo. Potrei anche finire in coma, perdere un braccio, finire paralizzato, ma non tornerò più indietro. Ho avuto la fortuna di poter tornare indietro una volta, non credo che il destino, o Dio, mi permetteranno di farlo ancora. Sono Geralt Aizawa, samurai di Tetsu, riunita anche grazie alle mie gesta, e non potrai togliermi nulla di tutto ciò! Quindi ora sparisci, perché non hai alcun potere nella mia testa! Sei già morto, come i bambini di quel tempio. Tu, loro, continuerete a perseguitarmi, ma io fino a prova contraria sono ancora vivo e vegeto! Combatterò anche con voi se necessario pur di redimere i miei peccati! Chissà... Forse un giorno riuscirete a prendervi la mia sanità mentale, il mio fisico, la mia anima. Ma fino ad allora... TUTTO RESTA QUI! GERALT AIZAWA NON TORNERA' MAI PIU' INDIETRO!

    Esclamai, credo.


    Da quel che ho capito ora il mio pg è in coma lol

    Comunque ho avuto seri problemi familiari (un'operazione molto delicata di un familiare molto stretto) e sinceramente mi è passato proprio di mente. Ovviamente non è una scusante e mi rendo conto, era solo per precisare che non sono stati ritardi dovuti alla pigrizia.

    Se posso rimediare mi offro di fare un secondo post e magari anche un terzo, altrimenti non c'è problema. Sicuro questo post lo continuo in una P.Q. male che va...
  11. .
    Quel che accadde nello scontro con Rhego fu qualcosa che pochi, pochissimi Samurai, potevano vantarsi di aver provato sulla loro pelle. Per qualche breve istante, mi sembrò di aver intercettato i pensieri ed i desideri del mio avversario. Come un sussurro nell'aria, questi pensieri arrivarono alle mie orecchie e, una volta sconfitto il cyborg, capii cosa avrei dovuto fare. Rhego, nonostante fosse fatto di carne e circuiti, era riuscito a mantenere un briciolo di umanità alla fine. Quel briciolo di umanità legata ai sentimenti ed ai ricordi che caratterizzano la vita di un individuo. E, mentre avvisai tramite il Seras i membri dell'O.S.U., avvertii un senso quasi di disagio nell'annunciargli la morte del mio rivale. Mi ero quasi affezionato a quella figura, così minacciosa e fuori dal comune.
    Inizialmente, ricordai, come avessi giudicato Rhego come una pura macchina, "un servitore degli umani" lo avevo definito. Eppure, mentre annunciavo ai miei superiori il mio trionfo, capii come mi fossi totalmente ricreduto sul mio rivale. Quegli esseri, così pericolosi e terribili, erano in realtà ancora umani. Nemici, sì, della società in cui io avevo scelto di fare ritorno, ma comunque ancora umani.

    Oltre all'eliminazione di Rhego, però, devo riportare un'altra informazione di assoluta importanza. Ho avuto l'opportunità di brandire una delle lame leggendarie della mia terra. Penso possiate immaginare di cosa stia parlando... La Kamimune, forgiata nella roccia nera.

    Annunciai la cosa con grande calma, conscio di quali onori avrei ricevuto al ritorno. Preferii farlo per via telematica per risparmiarmi tutti gli sguardi e le espressioni di sorpresa che avrei dovuto osservare dal vivo. Non volevo una festa in mio onore, né omaggi particolari. In quanto guerriero volevo solamente tornarmene a casa con la Licenza da Cacciatore di Taglie e nient'altro, ma ovviamente l'aver sconfitto un Cyborg classificato di livello A meritava tutti gli onori del caso. Poi, il recupero della Kamimune aggiunse altra carne al fuoco.
    Partii come un rifiuto, un emarginato, e tornai a Tetsu quasi come un eroe. Affiancato da due uomini dell'O.S.U. attraversai il Paese del Ferro e, una volta giunto a Tetsu, incontrai Severa, colei che mi permise di ritornare tra la mia gente.

    Geralt Aizawa, la tua impresa di oggi mi da prova del tuo impegno nel tuo cammino tortuoso. Per i tuoi meriti, ti promuovo ufficialmente al rango di Maggiore di Tetsu. Inoltre...

    Di fronte alle parole del mio superiore, mi feci piccolo e fragile come mai prima. Dopo gli eventi della liberazione di Tetsu, nonostante fossi rientrato tra la mia gente, vissi per un lungo periodo come un emarginato sociale. Schivato e schifato dai miei compagni e commilitoni. Ricevere parole simili da Severa, in quel preciso momento, fece scattare in me un senso di responsabilità mai provato prima. Non dimenticavo i miei peccati e gli orrori che mi lasciavo alle spalle, ma... Per la prima volta fui fiero delle mie azioni.

    Per aver recuperato il grande tesoro di Tetsu: Kamimune. Ti consegno la tua Kurosawa. Che la tua Palude Nera possa eguagliare l'efficienza delle sue antenate.

    Chinando il capo di fronte al mio superiore, afferrai la nuova spada con enorme soddisfazione, sorridendo.

    Che questo giorno possa essere l'alba di una nuova vita. Continuerò a guadagnarmi il rispetto di tutti coloro che ancora mi vedono come un nemico. Non so cosa sia accaduto, ma forse qualcosa è cambiato.

    Conclusi, ricambiando lo sguardo di Severa. Quell'autorità che tanto avevo schifato nel corso della mia formazione, ora mi osservava e trattava da pari a pari. Ciò, ovviamente, mi riempi di profondo orgoglio ma mi fece anche sentire fuori posto. Chi ero quindi? Ero realmente un samurai ora? Ora che brandivo la Kurosawa e potevo fregiarmi del titolo di Maggiore potevo realmente considerarmi uno dei "buoni"? Non riuscivo a rispondere ancora a queste domande, ma sapevo benissimo a chi affidare la mia nuova spada. A colei che, di nuovo, aveva creduto nelle mie gesta e a coloro che mi avevano scelto per quella missione. Lottando contro i miei demoni e i demoni che infestavano il mondo, avrei espiato le mie colpe. Lottando, mi dissi, sarei potuto arrivare ad essere accettato e rispettato da tutti.


    Grazie mille Fury sia dei complimenti che della missione. Mi è piaciuta di brutto e mi sono divertito veramente tanto. Non mi capitava da parecchio. Grazie a te e allo staff per il percorso che sta facendo il mio pg, molto particolare se non unico rispetto al resto dell'utenza. Ogni evento mi offre uno spunto per cercare di farlo evolvere, per provare a renderlo più umano o più terribile, quindi grazie ancora per l'evento.
  12. .
    Last shot

    Incredibilmente, le abilità che avevo messo in campo erano riuscite a farmi uscire ancora una volta illeso dal confronto con Rhego. Quest'ultimo non era stato abbastanza rapido e la sorte dello scontro sembrava volgere a mio favore.
    Una volta raggiunta la Kamimune, notai come il cyborg fosse sì il beneficiario di quello strano potere rossastro, ma che forse fosse più in grado di controllarlo. Come in preda a delle convulsioni, Rhego iniziò a divincolarsi e a emettere scariche elettriche. Per poco, infatti, non rischiai di venire coinvolto anche io nella crisi del ronin. Quest'ultimo si dimenò con insistenza, come se cercasse in tutti i modi di dominare quella sensazione di fastidio che gli proveniva dall'interno.
    In quegli istanti, forse, non ebbi la giusta prontezza per terminare immediatamente lo scontro. Mi allontanai dal nemico, ma nel farlo mi resi conto di come la Kamimune stesse attirando tutta la mia attenzione. Quasi come un essere senziente, la spada mi richiamò all'attenzione e fin da subito, brandendola, percepii un grande calore sulle mani. Poi, improvvisamente, sentii un leggero fruscio provenire alle spalle. Voltai per un istante lo sguardo, senza però vedere nulla. Tornai ad osservare la spada, finché non avvertii un enorme peso. Ma non solo fisico. La spada era sì enorme e pesante, ma non fu soltanto quello a impensierirmi. Fu, più che altro, quel che riuscii a percepire a contatto con l'arma.

    Non è una comune spada. Coloro che l'hanno brandita sono morti con essa. Ma non è soltanto questo... Sembra come se possieda una volontà!

    Sentenziai, sollevandola con entrambe le mani. Nel frattempo, mi accorsi di come Rhego fosse effettivamente riuscito a calmarsi, a non farsi sopraffare, con tutta probabilità, da quel potere dall'aura rossa. Sembrava essere tornato normale, al punto di partenza. Privo di un braccio meccanico, il Cyborg appariva provato come mai prima d'ora. Quello stato di imbattibilità sembrava concluso e il suo corpo appariva affaticato come non mai, cosa veramente atipica per una macchina. Lo squadrai ora, avvicinandomi lentamente, tenendo la lama precedentemente appartenuta a Rhego ben salda, finché non mi accorsi che quest'ultimo stesse sorridendo. Preso alla sprovvista smisi di avvicinarmi al mio avversario, osservandolo sorridere come in una specie di tranche.
    Quando sorrise l'ultima volta, però, percepii come l'aria fosse mutata ancora. Era tornato ad essere minaccioso e terribile come prima, abbandonando quell'ultimo esempio di umanità.

    SA-MU-RAAAAI!!! MI HAI FATTO VERAMENTE IL CULO! LO SAI? Però...
    ...sei stato anche fortunato...
    Devi ringraziare il mio ardore da samurai, lo stesso che avremo per sempre, traditori e non di Tetsu. Non ho abbastanza forze per utilizzare il potere di prima... il mio scanner rivela che anche tu non sei messo bene... Abbiamo un ultimo colpo in canna... Sei d'accordo?


    In seguito alle parole del Ronin, mi avvicinai ancora, portandomi a pochi metri da quest'ultimo. Brandii la Kamimune con due mani, rendendomi conto di come dovessi assolutamente migliorare le mie capacità fisiche per padroneggiarla al meglio. Poi, come se la lama stessa me lo suggerì, pensai bene di diramarla di circa un metro. Avvertii ancora più calore sulle mani, come se la stessa spada fosse felice di accogliere il mio chakra.

    Avrei voluto riportarti a Tetsu vivo, per permettere ai miei superiori di interrogarti. Ma forse, come nuovo possessore di questa spada, non posso negarti una morte onorevole e da guerriero.

    Bene...

    Rhego era pronto ad un ultimo, folle, attacco. Ed io non mi sarei fatto trovare impreparato. Mantenendo attivo il Jinton, conscio di essere arrivato al limite delle forze, non appena vidi delle scariche elettriche circondare il corpo del nemico, scattai in avanti. Lo avrei attaccato con la sua stessa spada, utilizzando lo Stile della Spada Fulminea che tanto mi era stato utile durante lo scontro. Aiutato dalle enormi dimensioni della spada, dal Jinton, dall'alleggerimento e dalla diramazione, avrei sferrato un unico fendente al collo del cyborg.
    L'obiettivo era ovviamente quello di decapitarlo seduta stante e terminare lo scontro. Mentre avrei effettuato ciò, avrei esclamato:

    Che la Terra ti sia lieve, Rhego! Muori come il più orgoglioso e temibile dei miei avversari!

    Riassunto Azioni


    Azioni

    -Mantenimento Jinton
    -Diramazione del Chakra sulla Kamimune
    -Fendente al collo di Rhego (Iado + Concentrazione Superiore del Chakra + Jinton + Alleggerimento)

    parametri
    Resistenza: 69 -1 = 68
    Stamina: 122 - 35 - 25 - 10 = 52

    Maestrie e Abilità
    -Concentrazione del Chakra
    -Specializzazione Sensoriale: Olfatto Sopraffine
    -Diramazione del Chakra
    -Sigilli ad alta velocità
    -Accelerazione Rigenerativa
    -Status Supersonico
    -Iaidō - Stile della Spada Fulminea
    -Concentrazione Superiore del Chakra
    -Tecnica del Richiamo

    equipaggiamento
    -Kunai x4
    - Kamimune
    - Sandali Chiodati
    - Fori d'Aria di Zaku (x2)
    - Armatura da Samurai
    - Kobashot (mano sinistra)
    - Seras (occhio destro)

    Consumabili
    //

    Conoscenze
    -Orientative e geografiche(II Livello)
    -Storiche (II Livello)

    note


  13. .
    Diedi fondo a tutto il mio potere in quell'attacco, come feci anche con il sottoposto di Chul-Moo Lee, non considerando, purtroppo quanto fosse pericoloso il mio avversario e la lama che portava con sé. In condizioni normali, probabilmente, avrei tagliato la spada del mio rivale sfruttando l'enorme velocità acquisita e mozzato di notte la sua testa. Ma quelle, purtroppo, non erano condizioni normali. Quando la lama della mia katana venne meno, per un istante vennero meno anche tutte le mie certezze. Il Jinton non mi aveva mai tradito fino a quel giorno, ma in quell'occasione non fu sufficiente.
    La lama della Kamimune fu troppo anche per l'Arte della Velocità, rendendomi privo di Katana e di armatura. Scoperto a possibili danni, ad un passo dall'ultimo valzer con la morte. Eppure, la partita a scacchi con il triste mietitore, non era ancora finita. I miei pugni avevano allontanato Rhego e il filo della Kobashot mi aveva permesso di aprirmi una nuova strada... Insperata. La spada era lì, a pochi metri, così vicina alle mie mani. Trasalii un istante, mentre mi accorsi che Rhego fosse tutt'altro che in difficoltà. I miei colpi non lo avevano minimamente scalfito, ma i miei occhi mi rivelarono un dettaglio non da poco. Mi accorsi, mentre mi muovevo così velocemente, come le sue capacità fisiche fossero leggermente inferiori alle mie mentre avevo lo Status Supersonico attivo. Stavo spingendomi oltre i miei limiti, era vero, ma non potevo trascurare un dettaglio simile. In quei brevi istanti che mi separavano tra la vita e la morte non era solo il mio corpo ad essere velocizzato, ma anche il pensiero. Ragionai come non avevo mai fatto in vita mia, in quella che, forse, sarebbe stata l'ultima scelta della mia vita. Così vicino alla morte, così impaziente di dominarla.
    Cosa fece scattare in me lo sprezzo del pericolo in quella situazione? Beh, fu cosa vidi subito dopo il mio attacco. Rhego, avvolto da quell'aura rossa, cominciava ad emettere fumo dalle giunture. Quell'immagine, fece scattare in me, accentuando ciò che era già presente, un'enorme speranza e fiducia. Quell'essere si stava spingendo oltre i suoi limiti, convenni.

    Chi sono, io, per non provare ad eguagliarlo o superarlo?

    Mi domandai in quel breve istante che, rallentato dall'adrenalina, mi permise di darmi una risposta.

    Sono un guerriero. Anche se privato di spada.

    Birth of a Hero


    Negli istanti successivi, accaddero molte cose, ma ciò che mi rimase più impresso fu qualcosa di a dir poco unico. Mente e corpo, come mai prima d'ora, li percepii un tutt'uno con loro stessi. Io, Geralt Aizawa, Ronin e uomo così combattuto, incapace di posizionarsi tra le fila dei buoni o dei cattivi, mi sentii completamente in pace con me stesso. Indebolito, stanco e provato, percepii dentro di me un'energia mai percepita prima. In quell'istante scoprii cosa significa stare in equilibrio con sé stessi e la propria natura. E ciò che sentii fu un calore provenire dall'interno del mio corpo. Una spinta emotiva che mi avrebbe fatto lanciare anche in un burrone!
    Ironico, averlo scoperto proprio ad un passo dalla morte, no?
    Come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, concentrai il chakra per compiere ciò che finora non avevo mai provato a fare. Durante la permanenza a Kiri, approfittai dell'occasione per studiare un jutsu particolare dell'elemento Terra: Kejugan no Jutsu. Apprendendolo, ne sperimentai le potenzialità in allenamento, alleggerendo il mio corpo e rendendomi conto di come fossi incredibilmente veloce. Nel mezzo dello scontro, notando il fumo proveniente dal corpo di Rhego, mi domandai se non fosse giunto il momento di alleggerire il mio corpo.
    E così feci. Poggiai il palmo della mano sinistra sulla coscia sinistra, imprimendo il chakra. Immediatamente mi sentii estremamente leggero, mentre il Jinton continuava ad irradiarmi. Erano passati alcuni minuti dall'attivazione ed il fisico cominciava già a risentirne gli effetti, perciò decisi di interrompere lo Status Supersonico, mantenendo però lo stesso il Jinton attivo. Dovevo sì spingere il corpo oltre i miei limiti, ma continuare a combattere in quello stato mi avrebbe prosciugato tutte le energie.
    Dopo essermi alleggerito sfoderai la Wakizashi e feci infondere in essa un po' del mio chakra. Non me ne restava molto, ma non potevo rischiare di confrontarmi con Rhego senza un'arma. Diramai quindi la lama della Wakizashi, rendendola di fatto lunga quanto una Katana.
    Nel mentre, anche il mio rivale era pronto.

    Non male... Davvero... niente male... Ex-ronin. Ma disarmato non sei niente.

    Mi ricordò, come ad invitarmi alla resa, come fossi disarmato. Ciò però mi fece capire cosa dovessi fare in un momento simile: fare mia la spada. La corsa verso la Kamimune sarebbe stata di entrambi. Lì, convenni, era posizionata la chiave della mia salvezza.
    Forse, preso com'era dal momento, non si sarebbe potuto accorgere del cambiamento fisico che avevo apportato al mio corpo. Pregai, dentro di me, che il cyborg non fosse a conoscenza della cosa prima dello scatto finale.
    I nostri occhi si incrociarono un breve istante prima di scattare verso la spada, consci che soltanto uno sarebbe arrivato alla meta. Concentrai il chakra nei piedi, pronto all'ultimo sprint, finché non aprii entrambi i palmi rivolti verso la direzione opposta a dove dovevo arrivare.
    Iniziai lo scatto, concentrando il chakra nelle giunture assieme al Jinton, per poi concentrarne una parte anche sulle mani. Avrei sfruttato ogni arma in mio possesso in quel momento, solamente per arrivare alla Kamimune in tempo! Mentre tutti i muscoli cominciavano a dolermi, con tutta la voce che avevo in corpo, unii per un istante le mani ed esclamai qualcosa che forse neanche io avrei mai pensato di udire quel giorno...

    ZANKUKYOKUHA!

    Sfruttando l'Onda Superiore Tagliente alle mie spalle, mi sarei dato un'ulteriore spinta verso la spada, sperando che l'alleggerimento mi rendesse così veloce da surclassare totalmente Rhego.
    Spinto al limite, avrei recuperato la spada. Se però il mio avversario, durante la corsa, avesse provato a mettermi al tappeto, avrei sfruttato proprio la lama diramata per replicarne i colpi a distanza, conscio d'essere in grado di raggiungere la Kamimune prima di lui.


    Riassunto Azioni


    Azioni

    -Interrompo Status Supersonico e "scalo" al Jinton normale. Ho messo i costi di mantenimento del Jinton, piuttosto che quelli di attivazione ma in caso modifico
    -Tecnica della Roccia Alleggerita (su me stesso)
    -Corsa verso la spada + Onda Superiore Tagliente + Sandali Chiodati + Concentrazione Superiore del Chakra
    -Durante lo scatto, utilizzo di Rottura e Lampo con la Wakizashi + Diramazione del Chakra per farli scontrare con gli attacchi di Rhego (e annullarli)

    parametri
    Resistenza: 160 - 35 - 3 - 18 - 35 = 69
    Stamina: 282 - 35 - 70 - 25 - 20 - 10 = 122

    Maestrie e Abilità
    -Concentrazione del Chakra
    -Specializzazione Sensoriale: Olfatto Sopraffine
    -Diramazione del Chakra
    -Sigilli ad alta velocità
    -Accelerazione Rigenerativa
    -Status Supersonico
    -Iaidō - Stile della Spada Fulminea
    -Concentrazione Superiore del Chakra
    -Tecnica del Richiamo

    equipaggiamento
    -Kunai x4
    -Katana
    - Sandali Chiodati
    - Fori d'Aria di Zaku (x2)
    - Armatura da Samurai
    - Kobashot (mano sinistra)
    - Seras (occhio destro)

    Consumabili
    //

    Conoscenze
    -Orientative e geografiche(II Livello)
    -Storiche (II Livello)

    note
    Ci provo dai. Ho volutamente non narrato gli eventuali fendenti scagliati da Geralt poiché la mia narrazione si ferma al momento in cui lui inizia a scattare per prendere la spada. Non mi sono messo a narrare tutto lo scatto con Geralt che vede Rhego lanciare i due fendenti a distanza poiché alla fine si tratta di replicare i colpi del nemico. Essendo entrambi samurai, credo che come narrazione sia sufficiente.

  14. .
    Incredibilmente riuscii a portarmi in vantaggio sul mio avversario, ma dopo pochi secondi mi resi conto di come fosse un vantaggio relativo. Rhego, pronto a tutto pur di non farsi catturare vivo, iniziò a mormorare qualcosa ed in pochi istanti mi ritrovai ad affrontare un avversario del tutto nuovo, avvolto da un'aura di chakra rosso.
    Impotente di fronte a quel cambiamento, mi misi in guardia, incerto sul da farsi. Il mio avversario, nonostante l'avessi privato di un braccio, non sembrava pronto ad arrendersi, anzi. Quell'aura di chakra rossastra, minacciosa e terribile, comunicava come la partita non fosse ancora terminata.
    Sul volto del mio rivale comparve quella che sembrò essere una visiera, coprendogli anche il volto. La mutazione da cyborg a macchina umanoide sembrava completata, mettendomi ancora più ansia di quanta non ne avessi. Perché solamente un incosciente non si sarebbe trovato in ansia di fronte ad un nemico simile.
    Però ciò che fece dopo il ronin, mi sorprese a tal punto da farmi dimenticare del mio stato d'agitazione. Mentre l'aura rossa gli sostituiva il braccio amputato, quest'ultimo si ritrovò a brandire una seconda spada. L'arma dalla lama rossa era tenuta con la bocca tramite l'elsa, mentre una seconda aveva fatto la sua comparsa sul campo di battaglia. La spada evocata da Rhego era niente di meno che una spada leggendaria per gli uomini di Tetsu: la Kamimune Hitetsu. Persino un ex ronin come me la conosceva, poiché utilizzata spesso dagli anziani per narrare racconti epici ai più piccoli. D'altronde ogni paese ha le sue leggende, i suoi racconti ed il suo folkore. Beh, quella spada faceva proprio parte di quei racconti, della storia di Tetsu. Così leggendaria da oscillare costantemente tra il mito e la realtà. I miei occhi quindi si strinsero alla vista della spada, mentre iniziai a radunare il chakra.

    Quella spada.. Sappi che hai soltanto peggiorato la tua posizione, Rhego! Di fronte a te hai un uomo che non ha nulla da perdere ed ora sperimenterai cosa significa tutto ciò!

    Ed era vero. Non sarei potuto tornare a Tetsu a mani vuote. Rhego, o tutto ciò che rimaneva di esso, sarebbe dovuto tornarsene con me... Pena la morte. Non avrei potuto accettare un altro fallimento, un'altra rinuncia che mi avrebbe di nuovo emarginato dal popolo del Ferro.
    Le immagini della Battaglia del Golfo degli Squali mi ritornarono di fronte agli occhi, come in una specie di trance, ricordandomi cosa mi avesse portato fino a quel momento. La fuga, gli assassini compiuti a sangue freddo e le bugie. Tutto il tracollo che avevo subito e sperimentato sulla mia pelle mi ritornò in mente, assieme alla solitudine della detenzione. Tutto riaffiorò dentro di me, mentre Rhego sembrava di nuovo pronto allo scontro.

    ...Ora... è il momento... di vedere... quanto sia forte... la tua redenzione... Ex-Ronin...

    Le parole di Rhego mi fecero capire come fossimo entrambi al massimo delle nostre possibilità. Un'enorme quantità di adrenalina animò il mio corpo ed il mio cervello, obbligandomi a radunare tutto il chakra a disposizione per un ultimo e devastante attacco. L'aura che aveva circondato il cyborg non prometteva nulla di buono, perciò mi preparai ad attaccare al massimo delle capacità per impedirgli di utilizzarla.

    Quella spada sarà lo strumento che renderà effettiva la mia redenzione! Sarà il simbolo della crescita di Tetsu dopo la guerra civile e sarò io, un ex ronin proprio come te, a riportarla a casa! RHEGO, PREPARATI, PERCHE' STO VENENDO A PRENDERLA E, CON ESSA, PRENDERO' ANCHE LA TUA VITA!

    Esclamai, mentre il Jinton irradiava il mio corpo, pronto a dare il tutto per tutto.

    NON FUGGIRO' ANCORA, NON QUESTA VOLTA!

    Per poi scattare, iniziando a compiere i movimenti necessari per eseguire la Zanzo, una tecnica derivata dall'uso del Jinton. Mi sarei mosso attorno a Rhego ad una velocità assurda, sfruttando le peculiarità dello Status Supersonico. Durante i movimenti, oltre a confondere il mio avversario su dove fossi precisamente lasciandomi alle spalle delle immagini fittizie di me, avrei provocato dei forti rumori grazie ai miei spostamenti. Questi suoni, in passato, mi avevano aiutato a danneggiare il timpano dei miei avversari e a rallentarne le capacità reattive. Sfruttando quindi il movimento avrei applicato nel frattempo il Chakra Doton alla Katana, irrobustendola, senza però smettere mai di muovermi. Al momento giusto, poi, avrei concentrato il Chakra nei piedi, per poi partire all'attacco con un fendente! Ma non avrei riservato a Rhego un semplice fendente della mia katana, ma una tecnica letale. Iai giri, Estrazione e Taglio. In quanto ex Samurai, lo avrei attaccato con la tecnica più temibile della nostra casata. Se tutto fosse andato per il verso giusto, avrei sconfitto Rhego con una delle tecniche più importanti del suo passato da Samurai. L'offensiva aveva un ché di simbolico che, come non fosse abbastanza, aggiungeva ancora più adrenalina al tutto.
    Muovendomi come una scheggia impazzita, sarei partito all'attacco estraendo la Katana, già diramata, sferrando un impercettibile fendente che avrebbe puntato a recidere il collo e la spalla destra di Rhego. Se tutto fosse andato nel verso giusto, la testa del mio avversario ed il braccio destro sarebbero stati mozzati di netto. La mano che brandiva la Kamimune Hitetsu sarebbe stata collegata solamente ad un braccio inutilizzabile. Ma non avrei terminato lì l'offensiva. Dopo aver colpito Rhego, mi sarei voltato in fretta e, sfruttando le incredibili doti della mia innata, avrei "colpito l'aria" con entrambi i pugni. Un colpo per allontanare il corpo di Rhego da dove mi trovavo ed un altro per allontanare la testa. Non mi fidavo di quel cyborg, quindi la cosa più sensata da fare mi sembrò fosse quella di dividerlo in pezzi e allontanare ciascun pezzo dai restanti. Una volta allontanati i pezzi, avrei utilizzato il Kobashot per lanciare il filo ed avvolgere il braccio di Rhego brandente la Kamimune, per provare a prenderla.
    Un istante prima di partire all'attacco, respirai profondamente e chiusi per un istante entrambi gli occhi. In quell'istante, il mio corpo ebbe un leggero sobbalzo, come se mi stesse suggerendo il momento migliore per attaccare. Non me lo feci ripetere due volte. L'istinto e il cuore avrebbero guidato il mio colpo.


    Riassunto Azioni


    Azioni

    -Mantenimento Status supersonico
    -Mantenimento Diramazione del Chakra + Rafforzamento
    -Estrazione e Taglio (Iaidō + Concentrazione Superiore del Chakra+ Sandali Chiodati + Jinton: Zanzo + Sforzo Extra Max)
    -Pugni "d'aria" per dividere i pezzi di Rhego
    -Kobashot sul braccio tagliato a Rhego per provare a prendergli la spada (non la Red Lotus che, se ho capito bene, la tiene con la bocca).

    parametri
    Resistenza: 445 - 55 - 36 - 140 - 50 - 4 = 160
    Stamina: 400 - 55 - 25 - 10 - 10 - 18 = 282

    Maestrie e Abilità
    -Concentrazione del Chakra
    -Specializzazione Sensoriale: Olfatto Sopraffine
    -Diramazione del Chakra
    -Sigilli ad alta velocità
    -Accelerazione Rigenerativa
    -Status Supersonico
    -Iaidō - Stile della Spada Fulminea
    -Concentrazione Superiore del Chakra
    -Tecnica del Richiamo

    equipaggiamento
    -Kunai x4
    -Katana
    - Sandali Chiodati
    - Fori d'Aria di Zaku (x2)
    - Armatura da Samurai
    - Kobashot (mano sinistra)
    - Seras (occhio destro)

    Consumabili
    //

    Conoscenze
    -Orientative e geografiche(II Livello)
    -Storiche (II Livello)

    note
    Durante il movimento per la Zanzo, in teoria Rhego dovrebbe subire dei danni e dei malus per via degli spostamenti eseguiti durante lo Status Supersonico, quindi dal rumore. Non so se una creatura fatta in parte da circuiti possa ricevere dei danni più alti poiché magari ha dei rilevatori di suoni migliori rispetto ad un comune umano..

  15. .
    Mentre quello che sembrava un segugio meccanico crollava a terra privo di "vita", qualcuno si era avvicinato alla mia posizione. Guardai meglio, notando come fosse arrivato Rhego sul campo di battaglia.
    L'osservai bene, mentre si avvicinava, notando immediatamente le caratteristiche che, dalla foto, mi avevano suscitato più di un interrogativo. Quell'uomo era anche lui uno spadaccino. Dal portamento lo si capiva, ma il fodero contenente quella che doveva essere una Katana confermò i miei sospetti. Mi soffermai anche sul corpo dell'essere, irrimediabilmente compromesso rispetto a quello di un normale individuo umano. Muscoli, tendini e ossa sembravano essersi fusi alla meccanica in quello che, a conti fatti, era il primo cyborg che vedevo da vicino. L'osservai con espressione agguerrita fin dal primo istante, non interrompendo il flusso di chakra e brandendo la katana. Finché, il cyborg, parlò.

    Sembri forte, soldatino, ma sei anche molto fortunato. Il tuo taglio era buono, ma ancora pochi centrimetri e avresti reciso il nucleo elettrico di Volthound, il che significava che avresti ricevuto una scossa così potente da diventare fiammifero usato.

    La sua voce risuonò come quella di un normale umano, all'inizio, ma una vocina nella testa mi fece notare un particolare. Non c'era calore nelle parole di quell'essere. Nonostante avesse fattezze umane, il suo corpo rispondeva a dei circuiti e ciò mi balenò in mente non appena finì di parlare. Un brivido mi percorse la schiena e per un istante mi si figurò di fronte agli occhi una sorte simile a quella di quell'uomo. Venire catturato e trasformato in cyborg non era tra le mie ambizioni, perciò strinsi ancor di più il manico della mia spada. Poi, però, mi concentrai sulle parole appena pronunciate dall'essere, che subito mi misero in guardia sul da farsi. Quell'uomo era sì uno spadaccino, era probabilmente più esperto di me e con molta probabilità era il "padrone" di quella creatura chiamata "Volthound". Io l'avevo letteralmente tagliata in due, senza badare troppo al sottile, probabilmente scaturendo in Rhego un desiderio ancora più forte di liberarsi di me.

    Io so cosa sei. So chi sei. Samurai, Ronin e di nuovo Samurai. Anche tra noi cyborg abbiamo sentito parlare di Geralt Aizawa.

    Le parole del cyborg mi sorpresero a tal punto da farmi perdere la concentrazione sul da farsi. Conosceva il mio nome e la mia storia. Che si aspettasse la mia visita? Mi domandavo, mentre cercavo di rimanere calmo all'apparenza. Rhego aveva iniziato a muoversi attorno a me, lentamente, scrutandomi con fare inquisitorio.

    Ironico il fatto che abbiano inviato un Samurai redento per combattere contro un Ronin che la redenzione l'ha ottenuta senza strisciare nel buco da cui è fuggito. Oppure il senso dell'ironia non esiste e sei qui perché pensano davvero che tu abbia le capacità per superarmi.

    Quando il cyborg pronunciò quelle ultime parole, qualcosa scattò in me. Come d'istinto, iniziai a radunare ancora più chakra, concentrandomi con tutta l'abilità di cui disponevo. Aveva lanciato un guanto di sfida molto forte e, la postura dell'essere, mi fece presagire immediatamente cosa sarebbe accaduto di lì a pochi secondi. Rhego sarebbe partito all'attacco. L'unica cosa sensata da fare in un momento simile, sarebbe stata quella di attivare i miei poteri al 100% fin da subito nella speranza di coglierlo di sorpresa. Perciò, concentrai il chakra in tutto il corpo, attivando il Jinton ad un livello superiore e ben più mortale della versione base: lo Status Supersonico. Un potere in grado di rendermi ancora più veloce, agile e temibile. Grazie ad esso, avrei costruito il ponte che mi avrebbe tenuto in vita.

    Non sono qui soltanto in quanto Samurai. Ma in quanto guerriero. Preparati allo scontro, Ronin, e non mettermi sul tuo stesso piano. Vivi per servire degli umani come me, cyborg.

    Risposi, conscio di come quelle parole avrebbero potuto tirare fuori il peggio da quell'essere. Ma ero pronto a tutto pur di spuntarla, anche provocare il nemico per indurlo all'errore. Il ronin sfoderò una Katana la cui lama era rossa, anticipandomi come di lì a pochi istanti la battaglia sarebbe cominciata.

    Purtroppo per te... Io padroneggio la via della spada da molto più tempo di te e sono libero dal Bushido, per seguire il vero potere senza limiti!

    Esclamò, per poi caricare in avanti. Avevo pochissimi istanti per improntare una strategia, ma il mio cervello ragionò d'istinto. Come avrei potuti rispondere ai suoi attacchi? Non avevo informazioni su di lui, mentre lui, con molta probabilità, ne aveva eccome. Perciò optai per la via più breve, brutale ed efficace. Lo avrei atteso a circa tre metri di distanza, per poi sferrare un secco ed unico fendente. Tale fendente, sarebbe dovuto partire dal basso verso l'alto, colpendo il cyborg dal fianco destro fino al bicipite sinistro. Un taglio obliquo che, probabilmente, non avrebbe reciso l'addome dell'avversario ma che, con un po' di fortuna, avrebbe tagliato di netto il braccio della vittima. Sfruttando la Diramazione del Chakra e lo Status Supersonico, avrei ottenuto un effetto quasi mortale sul fendente, facendo capire al nemico come non avrebbe dovuto, e potuto, sottovalutarmi.


    Riassunto Azioni


    Azioni

    -Attivazione Status supersonico
    -Mantenimento Diramazione del Chakra
    -Taglio obliquo (Iaidō - Stile della Spada Fulminea)

    parametri
    Resistenza: 537-90-2= 445
    Stamina: 515-90-25= 400

    Maestrie e Abilità
    -Concentrazione del Chakra
    -Specializzazione Sensoriale: Olfatto Sopraffine
    -Diramazione del Chakra
    -Sigilli ad alta velocità
    -Accelerazione Rigenerativa
    -Status Supersonico
    -Iaidō - Stile della Spada Fulminea
    -Concentrazione Superiore del Chakra
    -Tecnica del Richiamo

    equipaggiamento
    -Kunai x4
    -Katana
    - Sandali Chiodati
    - Fori d'Aria di Zaku (x2)
    - Armatura da Samurai
    - Kobashot (mano sinistra)
    - Seras (occhio destro)

    Consumabili
    //

    Conoscenze
    -Orientative e geografiche(II Livello)
    -Storiche (II Livello)

    note
    Lo so, di nuovo lo Iado. C'ho una paura matta di Rhego xd

372 replies since 20/11/2015
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