✧Origini: 01 Il Matrimonio

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    Shido annuisce come chi sa di dover essere vincolato a un contesto, vivendolo, e doverne rispettare gli equilibri che lo governano. Sorride perché la situazione lo richiede, perché deve prestarsi a ciò. Può un perdigiorno come lui trascurare ogni dovere? Almeno uno, anche il più indisciplinato, deve seguirlo o no? Siamo o non siamo fatti di contradizioni che ci animano? Ovviamente Shido non si fa queste domande, ma è parte del sistema. Un attore inconsapevole come chiunque altro.
    Possiamo chiedere ad un clown di non fare palloncini? Possiamo educare un boia a non tagliare delle teste? Shido quindi deve sorridere, felice come una pasqua, poiché un morto di fame come lui che si sposa non può essere un evento trascurabile. Tutti lo acclamano, scattano foto, ridono, hanno speso per dei regali, scritto lettere, fatto benedizioni. Un disgraziato come lui almeno oggi deve rendere loro il favore, no? Ma ricominciamo dal principio.


    Kazuki Ikari quella mattina era parecchio nervoso. Più del solito. Erano stati giorni carichi di tensione nelle mura domestiche. Il matrimonio era oramai alle porte e ciò aveva portato nell'animo di chiunque un senso di smarrimento e timore. Come potevano loro che erano brava gente non esserne intimoriti? Un ladruncolo da due soldi come Shido che si sposava, l'evento poteva essere paragonato a un maremoto, una guerra ninja o a un invasione di cavallette in tutto il Paese del Suono.
    Suo nonno Hiro era di buon'umore mentre indossava i pantaloni più eleganti che aveva, felice per il nipote. Se non fosse per un impercettibile, quasi invisibile, riflesso che eseguiva periodicamente, in maniera quasi ossessiva. Alzava il cavallo dei pantaloni fin alla vita, poiché la cintura non era abbastanza stretta per farli aderire quanto voleva. Stava lì, a specchiarsi un po' imbarazzato, domandando se dovesse fare l'orlo alla caviglia, provando varie combinazioni, alzando però ogni volta i pantaloni fin sotto i fianchi.

    Direi che così può andare bene o no? Kazuki!

    Ciò serviva veramente? O era solamente un gesto di chi, come lui, era più abituato al mercato, ai pescherecci e all'odore di lische? Queste preoccupazioni da parte del nonno erano completamente nuove al giovane Kazuki, che a 8 anni vedeva suo nonno solamente come il capo famiglia. Un riferimento per lui e la madre, la lanterna della loro casa.
    Come un uccellino che navigava in un oceano, Hiro tentava di apparire al meglio, quasi differente per quanto possibile, dai banditi che avrebbero partecipato al matrimonio. Come potevano non essere avanzi di galera gli invitati di Shido? E loro, famiglia umile, ma incensurata e priva di vergogna se non quella di essere nati nella parte sbagliata del mondo, come potevano mostrarsi a loro livello? Dovevano dare il buon esempio! Dovevano apparire meglio di ciò che erano. Ne avrebbe fatto una questione di orgoglio, loro dovevano dare l'esempio corretto.

    ✧Tutti appartenevano allo stesso recinto, ma per quel giorno la famiglia di Kazuki aveva deciso di far finta che non fosse così.

     
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    Mentre nonno Hiro continuava la sua pantomima, Naoko saliva le scale del loro appartamento trascinandosi dietro una busta stracolma. Kazuki, sentendo i passi della madre sull'uscio di casa, corse ad aprirle la porta e... Sorpresa! La madre sembrava aver fatto spese da regina vista la numerosa quantità di buste, pacchettini e lustrini che ora abbellivano la casa. Kazuki osservava incredulo sua madre, poiché non era molto abituato a dove tirare fuori così tanti pacchetti dentro casa sua.

    Ma che ci facciamo con tutte queste cianfrusaglie? Anzi, scusa mamma, ma cosa sono?

    Forse era stato un po' precipitoso. La madre infondo si era presentata con una marea di buste colme di possibili doni, come poteva essere così sprezzante con lei? Naoko era una donna piuttosto permissiva fortunatamente. Cresciuta in mezzo alle bestie non poteva esser altrimenti. Inoltre, era pur sempre un bambino di dieci anni con intorno una grande quantità di regali, come poteva non sentirsene morbosamente attratto? Poteva lei colpevolizzarlo per qualche parolina fuori dall'ordinario? Infondo Kazuki era sempre stato un bravo ragazzo.

    Kazuki ovviamente sono dei regali! E non solo per Shido e la sua futura sposa, ma per te! Su, dai, aprili! Vedi questi due pacchetti rossi? Beh quelli sono tutti tuoi. Papà, ce n'è uno anche per te, questo blu. Vedete come vi stanno, su!

    Kazuki, quasi imbarazzato, si avventava sui suoi regali come se la madre li avesse rubati. Si domandava dove avesse preso i soldi per comprarli e iniziò a temere il peggio. Che la madre li avesse veramente rubati? O peggio ancora?! Cosa poteva esserci di peggio? Che avesse venduto il proprio corpo solo per fare bella figura ad un matrimonio? I pensieri di Kazuki si intrecciavano mentre con stupore tastava un sottile abito da cerimonia finemente lavorato. Le sue dita si fermarono sulle cuciture, domandandosi come fosse possibile poter osservare una tale perfezione di linee. Parallele e perpendicolari si univano come i bivi di un sentiero, mentre tastava l'abito quasi lusingato. Sorrideva, imbarazzato, mentre i pensieri peggiori affioravano nella sua mente.

    Possiamo permettercelo?

    Certo.

    Kazuki, dubbioso, scartò l'altro pacchetto trovandosi di fronte ad una scatola. L'aprì, osservandone il contenuto parecchio stupito. Delle scarpe lucide e in pelle brillavano sotto la luce del suo soggiorno, ma nel mentre lanciava sguardi interrogativi alla madre che però non sembrava interessata chiarirne i dubbi.
    Perché avrebbe dovuto chiarire al figlio come si era procurata più soldi del normale? Era il matrimonio del cugino, doveva anche lei fare la sua. Suo padre era concentrato sull'essere impeccabile nei modi e nell'ordine, lei doveva renderli impeccabili esteticamente. Tirati a lustro come degli invitati di gala.

    ✧Kazuki era parte dello spettacolo e non poteva di certo tirarsi indietro ora.


     
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    Kazuki si trovava a osservare i regali, immerso in un turbine di emozioni contrastanti. La lussuosa confezione dell'abito da cerimonia era avvolta da una carta liscia e ben colorata impreziosita da uno spago dalla cucitura perfetta. Passò il dito su di esso, ma nel mentre gli tornò in mente quanti e quali fossero i sacrifici fatti dalla madre per quel regalo. Valeva davvero spingersi a tanto per quel brivido? L'estasi, la curiosità, lo invadeva assieme al senso di colpa. Come un piccolo uovo sodo, o un seme, che gli si era piantato lì nello stomaco. Era felice, certo, ma si sentiva pesante come non mai. Impotente, inoltre, di fronte al fato che lo attendeva. La vita per lui aveva tracciato una linea netta e molto chiara, fatta di sacrificio e miseria. Lui, la osservava in maniera fin troppo cosciente per l'età che aveva. Eppure, coscientemente, era ancora lì: passivo e incapace di direzionarne il flusso. Era come un disegnatore dalla matita spuntata. Temendo di tracciare una prima linea storta, grezza e imperfetta, restava in bilico tra quel turbinio di sensazioni. Sciolto il nodo, sorpresa!
    Mentre toccava le scarpe lucide, una sensazione di vertigine lo assaliva. Erano simboli di un mondo a cui sembrava non appartenere, un mondo di eleganza e raffinatezza che lo rendeva inadeguato e smarrito. Come poteva calzare quelle scarpe senza sentire il peso delle aspettative che portavano con sé?
    Guardò verso sua madre Naoko, il suo volto rifletteva un'energia frenetica, un'urgenza di apparenza che Kazuki non poteva comprendere appieno. Quel desiderio di perfezione esteriore sembrava celare un vuoto interiore, un vuoto che Kazuki avvertiva confusamente come un'ombra allungata sulle pareti della sua mente.
    E suo nonno, con il suo imbarazzo sottile e la sua insistenza nell'abbigliarsi correttamente, rappresentava un anello di continuità con il passato, con le tradizioni familiari che si stringevano intorno a lui come una seconda pelle. Ma anche lui, Kazuki sapeva, era preda delle incertezze che l'evento portava con sé, incertezze che si trasmettevano attraverso i gesti nervosi e gli sguardi fugaci. Il sentirsi inadatto, quasi fuori posto, lo avvolgeva.
    Al centro di quel vortice, Kazuki si sentiva come un pesce fuor d'acqua, destinato a nuotare controcorrente in un fiume di aspettative e convenzioni. Eppure, al di là della confusione e della paura, c'era una fiamma di determinazione che ardeva dentro di lui, una voglia di scoprire chi era veramente al di là delle maschere che la società gli imponeva di indossare. Quella fiamma, in quell'occasione, divampò come se qualcuno la stesse alimentando con della benzina. La vista dei suoi cari, quasi imprigionati in quella pantomima, lo animò in maniera inaspettata. Ovviamente non era in grado di razionalizzare quella sensazione, non ancora almeno. Era sì, inadatto, ma conscio di esserlo. Le premesse per non sentircisi più c'erano, doveva solo arrivare prima o poi a tracciare una linea, no?


    Con un respiro profondo, Kazuki si mise l'abito da cerimonia e infilò le scarpe lucide, sentendo il cuore battere con forza contro le sue costole. Era pronto ad affrontare il matrimonio di Shido, consapevole che dentro di sé c'era una forza che nessuna convenzione poteva spegnere. Così, grato alla madre per la cura e la premura mostrata, esclamò:

    Sarà un matrimonio da ricordare!

    Sorridendo verso sua madre e suo nonno, cioè le persone che amava di più al mondo.



    continuerà, per ora chiedo exp e poi scriverò le altre parti.

    Sono 3 post, 1 che descrive il nonno di kazuki, uno la madre e uno lui stesso. Voglio approfondire molto l'aspetto psicologico dei png che gli ruotano attorno, almeno quella è l'intenzione principale
     
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    90 exp per te! Una scrittura particolare e raffinata che ci da un assaggio del nucleo familiare del pg. Davvero notevole l'idea di utilizzare il matrimonio come pretesto per scorgere la personalità dei png. Sappi che nelle prossime però dovrai "darci" di più.
     
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    CITAZIONE (¬Seto @ 29/2/2024, 09:54) 
    90 exp per te! Una scrittura particolare e raffinata che ci da un assaggio del nucleo familiare del pg. Davvero notevole l'idea di utilizzare il matrimonio come pretesto per scorgere la personalità dei png. Sappi che nelle prossime però dovrai "darci" di più.

    Sono contento ti sia piaciuta, ci sarà sicuramente una parte 2 di questa storia, appena ho il guizzo la scriverò :D
     
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