Walzer in 7/8

Dan vs ShaneH

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    Akame si era allontanata leggermente dai soliti campi di allenamento che circondavano l'Accademia. Una volta raggiunto il luogo designato e preventivamente prenotato negli uffici preposti, Akame non poté fare a meno di rimanere meravigliata e affascinata da quel luogo dominato dalla natura. L'immensa distesa di acqua stagnante riluceva come un miliardo di specchi grazie alla luce del sole in quella giornata placida e serena. La superficie liquida, tendenzialmente immobile e statica come una densa gelatina, si infrangeva qua e là a causa di minute increspature generate dal vento.
    A protezione di quell'oasi si ergeva una cinta muraria vegetale della più variegata eterogeneità. A farla da padrone, per la loro altezza e robustezza, canne palustri impedivano ai meno coraggiosi di avvicinarsi a quel tesoro. Fra i rami di quella palafitta crescevano piante più docili come i giunchi, o muschi e licheni intenti ad arrampicarsi alle radici e ai tronchi circostanti. Un aroma terroso, misto a quello più pungente emanato dalle piante locali, spirava dal campo di allenamento, investendo il sentiero percorso dalla ragazza poco prima. L'odore era mitigato dalla dolcezza dell'acqua e da quello di qualche fiore o pianta di cui non aveva ancora imparato il nome.

    Come un custode di antichi segreti, Akame si era seduta su una piccola sporgenza rocciosa, intenta a fissare quel luogo, attendendo di trovare una risposta o una rivelazione. Il suo silenzio era interrotto dai versi di insetti e animali che in quella regione avevano costruito la propria tana, sfruttando la ricchezza di cibo presente. Le ombre di aironi e altri tipi di uccelli acquatici interrompevano e macchiavano l'uniforme superficie verde acqua con le loro sinuose ombre scure, disegnando su quella tela immobile delle linee sinuose ed ipnotiche.

    Yawn... Questa è vita!

    Akame pronunciò male le parole, non scandendole correttamente poiché era presa da un grosso sbadiglio, con annessa stiracchiata del dorso. Un gesto tanto semplice, ma che suscitava un vero e proprio piacere in tutte le persone. Spesso, questo era accompagnato da versi atti a sottolineare e rendere ancor più evidente la sensazione evocata.
    Riluttante, si alzò e voltò le spalle al posto magico, spezzando le catene dell'ipnosi che l'avevano costretta a fissare quel luogo a lungo. La giovane non era lì per riposarsi, sebbene quello fosse effettivamente il suo giorno di licenza, ma per approfittare della giornata senza incarichi per allenarsi.

    Da quando era rientrata dalla missione di "sabotaggio" di un proprietario terriero molto noto a livello nazionale, erano accadute molte cose, tanto da fare fatica a ricordarle tutte. Tra le più importanti c'era sicuramente l'assegnazione a un team di Genin sotto la guida di un Jonin, fatto che sanciva la sua entrata in quel mondo ostile e affascinante allo stesso tempo.
    Quasi per uno scherzo del destino, la giovane si era ritrovata in squadra con i due compagni di classe che, al suo primissimo giorno di Accademia, l'avevano affiancata nella prima esercitazione a gruppi: Denki e Eijiro. A capitanare il gruppo era lo stesso Sensei che l'aveva seguita dal primo giorno di scuola sino al Diploma e che, per un motivo non conosciuto, aveva chiesto al Kage di poter sospendere il proprio lavoro di insegnante per poter riprendere le vesti di Ninja "attivo" e di leader delle nuove leve.

    Col Jonin impegnato in varie mansioni amministrative, la ragazza aveva proposto ai due di esercitarsi insieme, ma entrambi, per un motivo o per l'altro, avevano declinato l'offerta. Questo era il motivo per cui lei era sola in quel posto meraviglioso, al fianco di una serie di attrezzi ginnici che al momento utilizzava come appoggio per allungare i muscoli e i legamenti, preparandoli all'allenamento del giorno.
    Su un pezzo di carta si era appuntata cosa si sarebbe esercitata quel giorno, ma fra i vari scarabocchi e correzioni, solamente lei avrebbe potuto dare un senso a quel caos. Secondo il suo docente, mancava di forza e di resistenza, nonostante fosse dotata di buon atletismo. Per una guerriera che affrontava corpo a corpo i propri avversari, questa costituiva una debolezza estrema, soprattutto in scontri prolungati con molti nemici.

    Potrei cominciare facendo un po' di trazioni o di piegamenti sulle braccia, per poi passare a sollevare quei pesi là... e adesso chi è quel tipo?

    Ehi, ciao! Sei un Ninja, no? Non mi pare di averti mai visto. Io sono Akame. Sei qui per allenarti anche tu? Ehm, in teoria lo avevo prenotato per la mattinata...

    Attese che il ragazzo si avvicinasse ulteriormente per poter sentire la sua risposta.


    ShaneH a te!
    Cerchiamo un arbitro!
     
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    Eccomi, attacco a Dan
     
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    La campagna di Oto non ha molti scenari da offrire. Le risaie, per l'appunto, dominano circa la metà del territorio e, dove un tempo sorgevano i cunicoli del villaggio segreto del Suono, l'acqua ha ristagnato come a voler cancellare i ricordi nefasti di quei giorni.

    Kazuki, alla vigilia dei quindici anni, amava vagare in solitudine per quelle contrade, affascinato, come molti giovani della sua età del posto, dalle leggende che venivano tramandate dai più anziani. Voci di esperimenti mal riusciti lasciati a marcire nei meandri delle campagne del villaggio, tecnologie innovative smarrite e tesori maledetti del leggendario Sannin fondatore. Perciò nel tempo libero, durante le sue attività di genin, vagava spesso con curiosità e malizia sperando di scovare qualcosa di cui valesse la pena parlarne a cena. Già si immaginava, Kazuki, a raccontare a suo nonno un orrore tentacolare venir fuori da una palude, anche se a dirla tutta a quattordici anni cominciava a comprendere come le storie di folklore locali non fossero altro che storie.

    Come tanti ragazzi adolescenti, però, la mente del giovane genin di Oto ai tempi era ancora un crocevia di emozioni. Non che crescendo l'essere umano cambi, ma la razionalità e il pragmatismo, per molti individui diviene quasi totalizzante nella vita da adulti. Kazuki, che di ryo ne aveva ben pochi, ancora non era entrato in contatto con quel mondo fatto di aspettative, risultati e ansia da prestazione. Per lui essere un genin era già un traguardo e non aveva chissà che figure a responsabilizzarlo, a indicargli il cammino. Perciò, durante quelle passeggiate, alternava momenti da fanciullo curioso che insegue le rane, a quelli di un adolescente guardingo e responsabile che ha solo l'occasione di fare una passeggiata come unico strumento per evadere dalla routine. Poteva qualcuno biasimarlo? No di certo, d'altronde nessuno nasce già con tutte le strade e le risposte già pronte, ma spesso queste vanno ricercate abbandonandosi a quelli che sono gli stimoli più genuini del proprio io.

    Quel giorno il giovane era proprio abbandonato a sé stesso, ma non in senso lato del termine, bensì abbandonato ai suoi pensieri e ai suoi istinti. Vagava sognante, guardandosi attorno alla ricerca di un segno. Chissà, magari veramente un mostro sarebbe saltato fuori tra una canna di bambù e uno stagno. Osservò una rana bella e gonfia starsene lì a fissarlo e per un istante si figurò l'immagine di una zampa uscire dall'acqua per afferrarla. Che spavento si sarebbe preso! Eppure le paludi erano silenti, non c'erano mostri all'orizzonte e nessun esperimento malriuscito da segnalare.

    Arrivato ai bordi di uno stagno, si mise lì a respirare a pieni polmoni, sognando chissà quali avventure. Non ci è dato saperlo, poiché, all'improvviso, quei sogni vennero interrotti senza alcun preavviso. Udì un rumore molto vicino a lui che lo mise subito in agitazione. Non era di certo uno shinobi formato e pronto a gestire le sorprese, perciò allarmato iniziò a guardarsi attorno. Vide, con la coda dell'occhio, una non tanto piccola sagoma muoversi velocemente e fare un balzo alle sue spalle. Armato in fretta di kunai, scattò, inseguendola con curiosità. Dopo pochi passi, facendosi strada tra un canneto di bambù, si ritrovò di fronte al campo d'allenamento che dava appunto sulla palude. Ma della sagoma nessuna traccia. Non si era allontanato molto dalle periferie, poiché in quella giornata avrebbe dovuto fare anche un po' di esercizio fisico. Vide però una ragazzina, forse sua coetanea, all'interno del perimetro adibito e, incuriosito, si avvicinò all'ingresso. La ragazzina, probabilmente incuriosita, gli venne incontro.

    Ehi, ciao! Sei un Ninja, no? Non mi pare di averti mai visto. Io sono Akame. Sei qui per allenarti anche tu? Ehm, in teoria lo avevo prenotato per la mattinata...


    Mmh, no in realtà sono capitato qui per caso. Stavo inseguendo, credo, un animale della palude. Chissà magari era qualcosa di particolare, oppure un qualche esperimento del fondatore di questo paese...

    Disse, mordendosi quasi la lingua. Non voleva assolutamente dare l'idea di essere uno strano, perciò si affrettò da subito a sopprimere quella supposizione priva di senno.

    Ovviamente sto scherzando!! Inseguivo un animale un po' troppo cresciuto, credo, ma nulla di così interessante. Dovrei anche io allenarmi, comunque, e devo dirti che sono abbastanza sorpreso. Questo campo d'allenamento, essendo così vicino alla palude, è snobbato da molti proprio perché decentrato rispetto alle vie principali. Io però ci passo spesso, visto che vivo in periferia...

    Concluse, quasi come a vergognarsi della cosa.

    Però vedi tu! Io posso pure allenarmi altrove, mi alleno spesso da solo!

    Kazuki Ikari

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    immagine per farti vedere com'è fisicamente il pg, ovviamente attacca e magari ruola che accetto :rosa:
     
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    La barra di metallo era fredda al tatto, nonostante qualche timido raggio di sole ne illuminasse la superficie facendola risplendere come se fosse stata appena lucidata: le mani callose della ragazza avevano avvinghiato il supporto cilindrico in maniera salda, il metallo schiacciato contro la pelle le causava un leggero dolore, una sensazione che comunque era abituata a sopportare e a tollerare, sapendo che presto sarebbe passata in secondo piano, accantonata dal suo cervello per fare spazio agli stimoli di fatica e sofferenza dei muscoli degli arti superiori e del dorso.
    Elegantemente e con fluida naturalezza, quasi non stesse compiendo alcuno sforzo, la ragazza si issò sulla trave portando il petto a contatto e svettando con la testa al di sopra della struttura, come se fosse di vedetta alla ricerca di qualche minaccia in lontananza. Quindi si lasciò cadere capitolando contro la forza di gravità e quindi riportarsi in alto e ancora e ancora, fino a che le spalle e le braccia non cominciarono a formicolare e a fare male e che le mani non fossero più in grado di mantenerla in quella posizione sospesa. Il suo respiro si era fatto affannoso e rapido: con una mano trovò un appiglio cui poggiarsi per riposare e prendere fiato. Da quando aveva lasciato l'Accademia, il numero di ripetizioni che riusciva a concatenare senza interruzioni era cresciuto notevolmente, ma non era ancora paragonabile ai risultati di Eijiro che, quasi non risentisse dell'attrazione verso il suolo, poteva restare lì appeso senza limiti di tempo.

    "E' impossibile, ma come fa? Non riuscirò mai a raggiungerlo... Ma quanto è forte?"


    Un misto di ammirazione e invidia macchiò i suoi pensieri, eppure il suo viso era sorridente e una familiare quanto dimenticata sensazione di calore le avvampò lo stomaco e il petto, risalendo tramite il collo fino a conquistarle il volto: come echi lontani, di un passato incerto e sconosciuto, lei sentiva che quei legami e quei nuovi rapporti la legavano a una realtà che fino a quel momento le sembrava inaccessibile, che poteva osservare attraverso uno spesso vetro impenetrabile, vicina ma comunque inafferrabile. Non provava invidia verso le capacità fisiche dell'amico, né frustrazione per non essere riuscita a raggiungere il proprio obiettivo. Era felice.

    Degli arbusti poco distanti dalla sua posizione cominciarono a ondeggiare violentemente generando un brusio e un rumore cacofonico e non ben accordato e intonato rispetto alla melodia suonata dal vento e dal movimento leggiadro della vegetazione al suo soffio. Ingenua come una recluta poteva essere, Akame liquidò il fatto giustificandolo come dovuto al passaggio di un animale goffo e sgraziato. A voler essere pignoli, anche non volendolo, la ragazza aveva indovinato, difatti dal canneto emerse ansimante un giovane ragazzo dai capelli neri tenuti insieme da una sorta di fascia color arancio e armato di un Kunai.

    "Un ninja!?"

    Sembrava particolarmente trafelato e l'impressione - sbagliata - che aveva suscitato nella ragazza era come quella di qualcuno che finalmente sottrattosi dal giogo del proprio carcerario, fuggiva in maniera precipitosa per l'angoscia di essere di nuovo catturato. Eppure nessuno si palesò alle sue spalle. Inoltre il fatto di avere saldo nella mano il pugnale sembrava più presagire che fosse lui l'aguzzino e che stesse effettivamente inseguendo qualcosa o qualcuno. Akame si avvicinò a lui senza riflettere sulla possibilità che fosse un nemico e quando vide che indossava il corpetto del Suono, brillante e lucido quanto il suo, ogni dubbio o preoccupazione, che comunque non aveva mai avuto, vennero meno.

    "Mmh, no in realtà sono capitato qui per caso. Stavo inseguendo, credo, un animale della palude. Chissà magari era qualcosa di particolare, oppure un qualche esperimento del fondatore di questo paese..."


    Akame sorrise, ma non perché fosse veramente divertita dalla risposta ma dal fatto che l'avesse trovata strana o che forse non l'aveva completamente capita: in queste occasioni in cui la lingua parlata gli pareva ostica e incomprensibile e non le sembrava carino chiedere di ripetere quando detto, le capitava di sorridere e annuire, lasciando ingannevolmente intendere al suo interlocutore che la conversazione stesse procedendo bene. Il ragazzo ridacchiò ritrattando la strana risposta riguardo un certo "Fondatore" e dei suoi fantomatici esperimenti, riportando il discorso a qualcosa di più sensato e pratico: come appariva ovvio, anche lui era lì per allenarsi non aspettandosi di trovarlo già occupato da qualcun altro. Il ragazzo fece per andarsene, quando lei lo bloccò.

    Aspetta! Possiamo condividere il campo, è sufficientemente grande per solo noi due... Anzi, perché non ci alleniamo insieme? Io sono Akame, te come ti chiami? Io non mi sono diplomata da molto... sono ancora principiante.. però non mi sembra di ricordarmi di te in Accademia, sei Ninja da molto tempo?

    Attese che rispondesse a tutte le sue domande ma sopratutto al suo invito e una volta accettata la sfida, lei avrebbe guadagnato una posizione più centrale sull'arena, lasciandosi sulla mancina tutti gli attrezzi che evidentemente non avrebbe più usato quel giorno e fermandosi a circa 7 metri da Kazuki.

    Preparati... arrivo!

    Annunciò così l'inizio del confronto, che poco aveva a che vedere con il mondo degli Shinobi visto il loro livello di inesperienza. Akame avrebbe iniziato quindi quel "gioco" scattando in avanti, bruciando la breve distanza che li separava con rapide e leggiadre falcate che sembravano solamente carezzare il manto erboso senza calpestarlo, tanto era veloce il movimento. Nell'ultimo metro, avrebbe caricato un gancio mancino ai danni dello zigomo destro di lui tentando di fargli perdere l'equilibrio sbalzandolo dal lato opposto; approfittando dell'inerzia del suo colpo anche lei si sarebbe proiettata verso destra raccogliendosi al suolo e conservando il momento avrebbe ruotato in senso orario facendo perno sul suo piede sinistro caricando un calcio circolare ai danni della gamba e del ginocchio destro. Avrebbe quindi riguadagnato il terreno sotto ai propri piedi, tenendo alta la guardia per un possibile contrattacco.

    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Gancio sinistro
    • Calcio circolare (gamba destra)


    parametri
    Resistenza: 150-1-1=148
    Stamina: 100

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra

    equipaggiamento
    # 4 Shuriken
    # 2 Kunai

    Consumabili


    Conoscenze
    • Naturalistiche Liv I

    note
    Diamo il via alle danze
     
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    Aspetta! Possiamo condividere il campo, è sufficientemente grande per solo noi due... Anzi, perché non ci alleniamo insieme? Io sono Akame, te come ti chiami? Io non mi sono diplomata da molto... sono ancora principiante.. però non mi sembra di ricordarmi di te in Accademia, sei Ninja da molto tempo?


    Allenarsi assieme? Kazuki non era pronto per un'offerta simile. Abituato com'era a vagare, un po' immerso nel suo mondo, un po' per sfuggire alla timidezza iniziale di un primo approccio con gli sconosciuti, non si era mai messo a cercare un compagno di allenamento. La cosa difatti lo stupì e con i suoi occhietti tondi e vispi osservò incuriosito la ragazzina. Non doveva essere tanto più piccola di lui, ma si vergognava a chiederlo. Non era un timido vero, ma come tanti giovani della sua età era timido all'inizio. Avendo una forte immaginazione, era estremamente estroso con le persone giuste, vitale e capace di discutere anche amabilmente coi più grandi nonostante i soli quattordici anni. Ma paradossalmente, a causa della sua estrazione sociale, era più abituato a familiarizzare con i suoi simili. Ovviamente un processo di apertura verso il mondo sarebbe stato inevitabile prima o poi e chissà che non fosse proprio quello l'inizio?
    Sempre mantenendo un'espressione di sorpresa, Kazuki annuì col capo ed esclamò:

    Sono abbastanza esile e non proprio così esperto, ma va bene.

    Detto questo, si mise in posizione, sempre curioso di come si sarebbe sviluppato quell'incontro improvviso.

    Preparati... arrivo!

    La giovane Akame, poco esperta anche lei ma forse più svezzata di Kazuki, intendeva una sorta di duello, uno scambio pacifico ma con un minimo di competizione. Kazuki, neo-diplomato, non era assolutamente pronto a qualcosa di simile, però la vide avanzare quasi a testa bassa verso di lui. Preso dal panico, come proprio farebbe qualunque ragazzino inesperto, decise di voler sorprendere la giovane avversaria a sua volta. Non si aspettava un vero scontro fisico, però dal canto suo optò per una strategia alquanto bizzarra. Non voleva assolutamente farsi malmenare da una sconosciuta, ma decise di difendersi a suo modo. Perciò domandò in maniera alquanto fuori luogo, volutamente fuori luogo, un qualcosa probabilmente di inaspettato per Akame che però sarebbe servito da distrazione per quella che era l'incredibile mossa di Kazuki.
    Con un sorrisetto beffardo, quasi divertito, domandò:

    Scusa se te lo chiedo così...

    Con una pausa mentre la vide scattare:

    Ma a te piacciono gli uomini o le donne?!

    La domanda sicuramente avrebbe imbarazzato la ragazza, giovane e quindi poco avvezza a conversazioni simili con uno sconosciuto, ma ciò avrebbe permesso a Kazuki di renderla inerme e fragile di fronte alla tecnica che aveva in mente! L'avrebbe annichilita e sconvolta con un jutsu inaspettato quanto stupido e banale. Con il sorriso sulle labbra, Kazuki avrebbe esclamato:

    Oiroke no Jutsu!

    Agli occhi della giovane si sarebbe palesato, in parte coperto da una nuvola di fumo, una versione di Kazuki adulta, muscolosissima e soprattutto nuda! Il gluteo maschile, in tutta la sua possenza, statuario, sarebbe emerso da una nuvole di fumo! E chissà come avrebbe reagito la giovane?! Chissà?! Forse, inesperto com'era, non avrebbe fatto in tempo, ma dentro di sé stava già assaporando una mossa a sorpresa simile.

    Riassunto Azioni


    Azioni
    •Tecnica Seducente (LOL)

    parametri
    Resistenza: 100
    Stamina: 100-5=95

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra

    equipaggiamento
    30 mt filo d'acciaio
    3 shuriken
    2 kunai

    Consumabili


    Conoscenze
    • Oratorie e Popolari [1° Livello]

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    Non so se le conoscenze oratorie possono essere utili, in realtà la domanda vuole sfruttare proprio quelle LOL
    Mi sono divertito troppo a scrivere il post e non conoscendo il carattere del personaggio di Dan l'ho fatto proprio "alla cieca", scusate il ritardo :D
     
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    Responso nr. 1


    Attacco - Akame:
    Gancio [riesce per superiorità combattiva]
    Calcio [incontrastata]

    Difesa - Kazuki:
    Tecnica seducente [fallisce per inferiorità combattiva]

    Danni:
    Kazuki: 40


    Narrazione Turno:
    Akame si lancia all’attacco e riesce a colpire con un gancio mancino lo zigomo di Kazuki. Dopodiché riesce anche a ferirlo con un calcio che gli fa perdere l’equilibrio e lo fa cadere a terra proprio difronte alla ragazza.
    Il povero Kazuki era quasi riuscito ad attivare la sua tecnica. Gli sarebbe bastato soltanto un altro attimo per confondere Akame ma la ragazza era stata più veloce di lui.



    Situazione Finale:
    Kazuki ed Akame ad un metro di distanza l’uno dall’altro. Kazuki a terra. Attacco a Kazuki.


    Commenti Arbitro:
    La differenza di riuscita è minima quindi vincerà chi è più fortunato :asd:
     
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    vado questi giorni, scusa dan
     
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