[C] - Quando il gatto non c'è...

Max 5 genin

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    Ai Genin di tutti i villaggi dell'alleanza
    Misteriosi furti si stanno verificando nel nostro piccolo villaggio di Jasti, sul confine tra il Paese del Vento e quello del Ferro. Vi preghiamo di aiutarci a scovare il colpevole o non avremo di che vivere in questi tempi bui. Il commercio è il nostro unico mezzo di sostentamento, e non vogliamo abbandonare le case dove siamo nati e cresciuti... Aiutateci!

    Iscrizioni aperte, visti i tempi difficili il vostro luogo d'incontro sarà a Suna, alle porte del villaggio, dove vi aspetterà un Chunin incaricato di accompagnarvi.
     
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    Chapter I

    Yūichirō Shiden

    [Genin]



    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Altri:
    - Parlato Anzai - Parlato L -


    Paese del Fuoco



    - Aaaah Suna, mi piace l'odore della sabbia al mattino -

    Il sole appena sorto getta le sue vergini luci sulla desolata vastità del deserto, tingendo d'oro l'infinita distesa di dune. Il calore è ancora mite, ma si sente nell'aria la promessa della torrida presa di possesso che arriverà nelle ore centrali del giorno. Si alza un lieve venticello, facendo volteggiare i grani di sabbia come piccole scintille danzanti. E` in questo paesaggio mutevole e senza tempo che viaggiatori trovano una sorta di pace interiore, un silenzio che parla solo a chi è pronto ad ascoltare. Nulla suggeriva che pochi giorni prima, fuori dalle mura di quella stessa citta` era avvenuta una battaglia epica. Il terreno, ora limpido e immutato, era stato segnato dallo scontro furioso tra due potenti eserciti.

    I jutsu avevano solcato il cielo come frecce, mentre gli urli e i clangori delle spade si erano fusi in un unico coro. Ora, il silenzio è assoluto e solo il vento è testimone della fatica e del coraggio che qui furono spesi. I viaggiatori parlano con reverenza dell'accaduto, narrando ai giovani delle gesta eroiche e del sacrificio di molti che hanno combattuto per quello che ritenevano giusto. E mentre il sole continua la sua ascesa inevitabile, i mercanti si muovono cauti, preparando le carovane per la giornata di viaggio. Non vi sono monumenti o segni evidenti che ricordino la battaglia, ma le storie e i canti si diffonderanno attraverso il vasto deserto, portati di villaggio in villaggio, assicurando che ciò che è accaduto non verrà mai dimenticato.

    Seduto su uno dei tetti dei palazzi di Suna, osservavo il movimento sfocato della vita al di sotto. L'energia della città si stava già risvegliando, palpabile come il calore che iniziava a farsi strada tra le ombre. Le bancarelle del mercato venivano riallestite con cura da mani esperte, i tessuti colorati sventolavano di nuovo come bandiere di un mondo fiabesco e la vivace chiacchierata dei mercanti si fondeva con gli odori delle spezie e delle erbe fresche. Tra le stradine strettissime, bambini giocavano a rincorrersi, facendo oscillare l'aria con le loro risate innocenti. Anche se la battaglia era scritta nella memoria della sabbia e del vento, la vita a Suna proseguiva ostinata e vitale, come se ogni singolo giorno nascesse nuovo, libero dalle catene di ieri.

    Quella mattina non ero accompagnato da Anzai. Egli aveva preso la decisione di rimanere a vegliare su un vecchio amico ferito durante la battaglia contro Yalta.

    Annoiato da quella situazione, decisi che era arrivato il momento di tornare alle vecchie abitudini, mi avventurai nelle viuzze della città alla ricerca di qualche contratto o lavoro che potesse rimpolpare il mio borsellino. La piazza principale era sempre un buon punto di partenza; lì, tra grida e baratto, c'era sempre qualcuno in cerca di aiuto per consegne rischiose o missioni in luoghi dimenticati dalle mappe. Mentre mi avvicinavo, notai un gruppo raccolto attorno ad un manifesto appena affisso - probabilmente una richiesta per mercenari coraggiosi o cercatori di fortuna, tipico dopo gli stravolgimenti che le guerre lasciano al loro passaggio.

    Avvicinandomi ulteriormente, fui in grado di leggere le lettere incise sul manifesto:
    CITAZIONE
    Ai Genin di tutti i villaggi dell'alleanza
    Misteriosi furti si stanno verificando nel nostro piccolo villaggio di Jasti, sul confine tra il Paese del Vento e quello del Ferro. Vi preghiamo di aiutarci a scovare il colpevole o non avremo di che vivere in questi tempi bui. Il commercio è il nostro unico mezzo di sostentamento, e non vogliamo abbandonare le case dove siamo nati e cresciuti... Aiutateci!

    La curiosità mi ghermì fortemente; i misteri avevano l'habitué di stimolare la mia mente tanto quanto il rischio di alimentare la mia avventurosa esistenza. I furti a Jasti potevano essere una mera coincidenza, ma il mio intuito suggeriva che si trattava di qualcosa di più intricato e potenzialmente pericoloso. Senza pensarci oltre, strappai il manifesto dal muro e decisi che sarei stato io a prendere in mano la situazione.

    Sul retro del manifesto c'erano informazioni utili riguardanti il luogo e l'ora in cui chi era interessato avrebbe potuto incontrare gli altri interessati e la guida per discutere i dettagli della missione. La riunione era prevista tra poche ore, abbastanza tempo per prepararmi adeguatamente. Ritornai velocemente alla mia dimora, un piccolo appartamento situato sopra ad una bottega di ceramiche. Mentre organizzavo il mio kit da viaggio con le attrezzature necessarie, la mia mente lavorava febbrilmente immaginando scenari e possibilità.

    Avviandomi verso il punto d'incontro, non potevo fare a meno di notare i volti delle persone che incrociavo. C'erano impronte di preoccupazione sulle facce dei più vecchi e sospiri di speranza tra i giovani. La vita a Suna era fiera ma anche fragile, come le strutture di argilla che resistevano all'indomito sole e tempeste di sabbia. Per loro, ogni giorno era una sfida e ogni notte un dono.


    ☙ Azioni:

    -
    -
    -
    -

    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Statistiche:

    ☙Calcolo:

    Stamina: 300
    Resistenza: 200


    ☙Statistiche Finali:

    Stamina: 300/300
    Resistenza: 200/200

    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Armatura:

    [Braccio S.][30]Coprifronte
    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Equipaggiamento:

    ☙Armi/Accessori:

    - Rotolo di Stoffa (Braccio)
    - Giara di Sabbia
    - Rotolo medio
    - Lame del Rilascio del Fulmine Super Vibrante
    - Kunai x3


    ☙Materiali


    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Conoscenze / Maestrie:

    - Tecniche e del chakra [Livello II]

    - Manipolatore delle Sabbie: Mago del Deserto
    CITAZIONE
    • -5 punti chakra per i Sunajutsu (Minimo 1)
    • I Sunajutsu si sfaldano SOLO con tanta acqua
    • +10 su Riuscita/Danno


    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Abilita`:

    - Concentrazione del Chakra

    - Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    CITAZIONE
    • I malus sulla vista vengono nullificati.
    • 50 metri di distanza
    • Entro 30 metri: 15% del danno esplosivo
    • Entro 15 metri: Perdita dell'udito



    Edited by Tenshi-1 - 15/4/2024, 17:01
     
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    [C] - Quando il gatto non c'è...




    Narrato - Parlato - "Pensato" -
    Parlato altri





    Sole, sabbia, arsura… Sanji non ne poteva più, non era un patito del deserto. Inalò una boccata di aria fresca dalla sua sigaretta, lo sguardo posato sulle mura di pietra del villaggio della sabbia, Suna. Lo spettacolo era da togliere il fiato, ma il pensieri del cuoco puntano altrove.

    [colore=red]”Chissà quante belle donne ci sono là dentro!”[/color]

    IMG-2751

    Con un balzo scese dalla duna atterrando sulla morbida sabbia, subito scattò verso l’ingresso del villaggio lasciando dietro di se una scia di polvere.
    Davanti all’ingresso un paio di guardie videro arrivare un pazzo a tutta birra, alzarono le mani in segno di alt, ma Sanji passò oltre come un missile ignorandoli completamente.
    Una frase si perse nel vento: “Arrivo bellissime ragazze!!!”




    Il caos imperversò quel giorno nel villaggio della sabbia, voci di un maniaco che girava per il villaggio si diffusero a macchia d’olio. Ogni singola donna carina del villaggio era stata bellamente corteggiata dal ninja di Konoha, ottenendo 0 risultati.
    Il giorno diede il posto alla sera, Sanji lasciò perdere la caccia e si diede da fare con la sua passione, la cucina. Girò per diversi locali assaggiando i piatti tipici di quel paese, scambiò idee e ricette con gli chef locali, dando anche molti consigli su come migliorare alcune ricette. Passò una serata memorabile.
    L’indomani si alzò presto, voleva essere pronto ad affrontare la missione per la quale era stato spedito a Suna. L’Hokage stesso aveva incaricato il giovane ad affrontare quella missione e ad affrontare la seccatura di lasciare il suo ristorante ancora nelle mani di quell’imbranato di Usupp.
    Raccolse in fretta le sue cose e si diresse all’ingresso del villaggio, questa volta però non corteggiò nessuna donna, non voleva problemi per quel giorno. Giunto all’ingresso del villaggio spostò lo sguardo tutt’attorno, cercava altri inizia di altri villaggi, segno che erano lì probabilmente per la sua stessa missione. Bingo, trovati.


    -Ehilà Shun, da quanto che non ci si vede! Anche tu qui per una missione immagino?

    Shun ex compagno di missione, nonché ninja di Konoha, stava di affianco ad un tipo strano assai. Sanji si avvicinò salutando con la mano, si accese una sigaretta e sorridente si apprestò a presentarsi.

    -Piacere, per chi non mi conosce sono Sanji… anche io sono di Konoha…

    Assestò una pacca affettuosa sulla spalla di Shun, come ad indicare la loro appartenenza allo stesso villaggio.
    Sanji sorrise al ragazzo, era strano assai, gli occhi gialli e un aspetto molto particolare, ma poco importava, se poteva essere d’aiuto per quella missione era il benvenuto.


    Riassunto Azioni


    Azioni

    -

    parametri
    Resistenza:
    600
    Stamina: 100

    Maestrie e Abilità
    - Abilità sensoriale: Udito fenomenale
    -Otto porte del chakra: Terza porta della Vita

    equipaggiamento
    -Kunai x5

    Consumabili
    -Tonico da Guerra x2

    Conoscenze
    - Orientative e geografiche Liv. 3
    -Storiche Liv. 3

    note
    ///






    Edited by The_Dragon - 16/4/2024, 00:58
     
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    Shun Senju
    Genin - Konohagakure no Sato
    Narrato - « Pensato - » Parlato - "Altair" 

    » Da quella parte.

    Mentre osservo l'orizzonte del deserto, che si espande di fronte alle porte del villaggio della Sabbia, alzo lentamente la mano destra e indico una zona approssimativa.

    » Da quelle parti ho affrontato quegli zombi di cui ti parlavo…

    Un attimo di silenzio mentre perdo lo sguardo nell'infinità del deserto di fronte a me.

    Volente o nolente, il villaggio mi ha affidato una nuova missione, che fortunatamente non è la partecipazione a una guerra. Sfortunatamente, però, si trova esattamente nella zona dove abbiamo combattuto quella guerra, quindi la situazione non è delle migliori…
    Rimango bloccato a fissare la distesa di sabbia per qualche minuto, finché un aquilotto bianco non sfreccia in picchiata verso di me, quasi come se stesse tentando di acchiappare una preda, per poi fermarsi di colpo e poggiarsi sulla mia testa delicatamente.
    Appena sento il suo peso sulla testa, ritorno in me e alzo le spalle cercando di rimanere fermo per far accomodare il volatile.

    » Si… scusami, sono qui, mi sono distratto un attimo.

    Ero appena arrivato fuori da Suna, perfettamente in tempo secondo gli orari che mi avevano indicato per la consegna della missione. Missione alla quale non avevo molta voglia di partecipare, dato che mi toccava tornare in un posto particolarmente traumatico. Comunque, alla fine, scoprendo di avere come compagno di missione un ninja molto forte con cui avevo già combattuto, decido di accettare.
    La strada per arrivare a Suna ormai era rimasta impressa nella mia memoria, non solo perché avevo studiato qualche mappa per conoscere meglio il territorio in quella zona, ma anche perché ci ero già stato... ci ero stato per combattere... ed ero sopravvissuto... strano.
    Sapendo di trovarmi in un posto arido e secco, mi ero portato dietro diverse borracce d’acqua per tenermi idratato e per avere l’acqua necessaria da dare al mio compagno, Altair. Durante le soste fatte attorno alle oasi desertiche, per proteggerci dal caldo, sfruttavo la mia abilità innata facendo crescere dal nulla qualche palma in più, aumentando così l'ombra e rendendo le nostre pause più piacevoli.

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    CITAZIONE
    All'improvviso, quando Altair si posa sulla testa, una voce mi parla.

    "Su, non è il momento di perdersi nel passato... Dobbiamo crescere ed avanzare verso il futuro."

    Una voce estranea mi rimbomba nella testa, vicina ma allo stesso tempo da una posizione ignota. Il cuore inizia a battermi improvvisamente, sento la tensione salire e un brivido mi percorre la schiena. Con lo sguardo inizio a fissare tutte le persone intorno a me, cercando di capire se qualcuno mi stesse prendendo di mira, per poi scrutare l'ambiente circostante alla ricerca di qualcosa di particolare, nascosto o sospetto. Chi era che mi stava parlando? Cosa voleva da me…

    "Non avere paura... Sono io... Altair..."

    La voce si fa risentire e questa volta si “presenta” dichiarando di essere il mio compagno pennuto. Dopo un momento per realizzare quello che avevo appena sentito, scatto abbassando la testa e facendo un paio di passi in avanti, per poi girarmi scioccato verso Altair che si trovava a mezz'aria all'altezza della mia testa.

    » TU SAI PARLARE…

    "Stiamo comunicando mentalmente, non sto propriamente parlando" mi risponde, capendo la mia sorpresa.
    Sentirlo dire che era una comunicazione mentale mi fa sgranare gli occhi, rendendomi conto di essere in mezzo ad una strada cerco di ricompormi facendo finta di nulla nel mentre do occhiate veloci ai passanti.

    » Perché non mi hai mai parlato prima d’ora?
    "Prima non potevi sentirmi," risponde, senza dare molte spiegazioni.

    Nonostante ciò, il fatto stesso che potessimo comunicare in questo modo mi affascinava e mi spingeva a fare altre domande per saperne di più. Scoprendo questa nuova connessione con il mio amico pennuto, inizio a chiedergli di allontanarsi per testare i limiti, ma lui rimane fermo, addirittura torna a posarsi sulla mia testa.

    "Nessun limite, non serve fare prove... Sono collegato alla tua mente... Posso parlarti in qualsiasi momento."
    Le sue parole mi entusiasmano e provo a fargli altre domande, ignorando il fatto che lui sembrava già conoscere molto sulla nostra connessione.

    » Allo stesso modo io posso parlarti da qualsiasi distanza?
    "No, sono io ad essere collegato a te, non il contrario mi dispiace...
    Ma ora basta chiacchiere, non hai da fare?"


    La sua risposta non è quella che mi aspettavo, ma mi incammino comunque, provando ancora una volta a comunicare con lui, questa volta mentalmente per curiosità.

    « Ti manca Jiren? Sei contento di stare con me?
    "Sì, ma anche stare con te è divertente" risponde, confermando la possibilità di comunicare mentalmente e facendomi sentire bene sapendo che siamo legati in questo modo.

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    Ormai ero lì, avevo fatto tutto quel viaggio e mi trovavo di fronte al corridoio nelle mura che circondano il villaggio, con Altair poggiato sulla mia testa come se stesse covando delle uova. Con tutta la tranquillità del mondo, scacciando i brutti pensieri dovuti al passato, mi dirigo verso l'interno del villaggio alla ricerca del chūnin che mi era stato indicato.

    ociljjozaaaa

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    edit: aggiunta la parte nel quote

    Edited by Andry_Sanjuu - 17/4/2024, 13:33
     
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    ~Quando il gatto non c'è...

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Questo è il deserto? E' stupendA! Ma che caldo!

    Gli occhi di Akame brillavano eccitati alla vista di quella distesa dorata e brillante, le cui forme sinuose e transitorie interrompevano la monotonia e la monocromia dell'ambiente donandogli dinamismo e volume, come le pennellate di un pittore intento a fondere la realtà delle cose con la sua visione personale delle stesse, legando a ogni suo gesto una particolare emozione da condividere con l'osservatore.
    Quella era la sua prima visita al Paese del Vento - o almeno così pensava, non avendo il lusso di poter ricordare nulla della sua infanzia e della sua adolescenza - tutto per lei costituiva una novità in attesa di essere esplorata e studiata.
    Il paesaggio era cambiato bruscamente come anche il clima: alle loro spalle avevano lasciato l'impervio Paese della Pioggia e il suo clima umido e tetro per avventurarsi in quella distesa rovente contrapposta ad un cielo terso e privo di nuvole, nessun ostacolo si frapponeva tra quel globo infuocato e loro.
    Avevano deciso di prendersi una pausa prima di cominciare la difficile traversata per quella via che, seppur fosse ben segnalata da numerosi pali e segnali in legno, richiedeva un'attenzione particolare, un ottimo senso dell'orientamento e la dotazione di tutti gli strumenti necessari per orientarsi in mezzo al nulla.

    Shota Aizawa era il Jonin, oltre che suo Sensei, che la stava accompagnando e scortando in quel viaggio: l'uomo indossava dei vestiti scuri e dei particolari occhiali da sole, normalmente lasciava sciolti i suoi lunghi capelli corvini ma l'elevata temperatura l'aveva costretto a legarli in un'alta coda, in modo da minimizzarne il fastidio.
    Seduto all'ombra degli ultimi rari arbusti, si stava rifocillando bevendo un sorso d'acqua in modo da prepararsi alla prossima tappa, mentre la Genin si era allontanata di qualche metro in modo da arrivare al punto in cui il terreno lasciava spazio alla sabbia: Akame afferrò con le mani quel mucchio di polvere dorata percependone il calore, la consistenza e la sua tendenza a evadere dalla sua presa, scivolando tra le sue dita lungo il dorso il palmo della mano e ritornando al suo luogo di appartenenza come una cascata di minuscoli cristalli e brillanti.

    Dovresti riposare anche tu, Akame! Tra dieci minuti ci rimetteremo in cammino e vorrei arrivare al Villaggio senza fare ulteriori soste... il deserto...

    Sensei?! Cosa è quello?

    Akame interruppe la paternale del suo superiore sul nascere, indicando con un dito l'orizzonte e più specificamente delle dune, un paio di palme e un palo di segnalazione in legno, in direzione Sud. Nulla di strano se non che l'immagine delle stesse sembrava distorta, dai profili "ondulati", come se qualche forza soprannaturale fosse in grado di distorcere lo spazio intorno a quegli oggetti solidi, deformandoli, comprimendoli e facendoli "roteare" su se stessi.
    La Genin osservava quel miraggio incuriosita e stupita, strofinandosi gli occhi più e più volte ipotizzando che fossero i suoi occhi a mentirle e a mostrarle erroneamente quelle bizzarrie.

    Quello? Quello si chiama miraggio, o anche detto effetto Fata Morgana, deve il nome da un personaggio fantastico di un'opera letteraria di molto tempo fa.. E' un po' difficile da spiegare, è un fenomeno di rifrazione della luce...Ehm in pratica l'aria si comporta come uno "specchio" e quello è il risultato...

    Woow. Bello, anche non ci ho capito molto...

    Il Sensei aveva raggiunto la giovane leva ancora presa da quel mistero della natura, incantesimo che solo il tocco di lui sulla sua spalla riuscì a spezzare riportandola alla realtà. Lui le perse il suo zaino che prontamente indossò serrando tutte le cinghie e allacciandolo in vita in modo da risultare perfettamente solidale al suo dorso per non ostacolarla nella sua corsa.

    Da qui in poi non faremo soste. Cerca di stare al passo e non distrarti, perdere la via è più facile di quanto si pensi, nel deserto.
    Ricordati che siamo qua in missione, anche se con due incarichi differenti. Una volta arrivati al luogo del tuo appuntamento, ti affiderò a un Chuunin locale, mi aspetto che tu faccia bene e che non faccia fare brutte figure al Villaggio...


    Lo so Sensei, sarà la CINQUE voltE che mi ripeti questa cosa, da quando siamo partitA... Lo so, questa è il mio primo incarico di rango C che faccio senza di te, Denki e Eijiro... Ho un po' p.... Ehm volevo dire, me la caverò MEGLIO!
    Una volta arrivati a Suna, ci dirigeremo al villaggio di Jasti, che si trova verso il Paese del Ferro. Siamo statA chiamatA per investigare su dei furti e trovare i responsabilE.
    Non ti deluderò, Shota-Sensei!


    [...]

    Le entrate del Villaggio della Sabbia erano delle opere mastodontiche, difficile pensare che l'uomo avesse potuto creare e plasmare la roccia in quel modo tanto le mura erano alte e imponenti: a uno sguardo più attento poi, quelle che sembravano formazioni rocciose naturali e solamente levigate e sagomate, non erano altro che la somma di blocchi enormi sapientemente tagliati e impilati in modo certosino al fine di di creare quel pattern a "gradoni" che Akame non sapeva servisse a ospitare dei passaggi sfruttati dalle sentinelle e dalle guardie incaricate della sorveglianza della capitale di quel Paese.
    Alla vista di quell'opera la ninja pensò che fosse impossibile per il nemico assediare e conquistare quella "fortezza" enorme, ignorando completamente che a pochi chilometri di distanza si era consumata una delle battaglie più sanguinose della nuova era, i cui echi le erano arrivati vaghi e confusi.
    Congedatosi dalla sua guida, che proseguì per il Villaggio venendo inghiottito dall'ombra proiettata dalla struttura al livello della sua fenditura, Akame si avvicinò a un gruppo di giovani che parevano essere in attesa che qualcuno - fra cui lei - si presentasse all'appuntamento prefissato.

    Ce la puoi fare... dillo bene! Piacere, io mi chiamo Akame, sono una Genin di Oto! Sono qui per la missione!

    Piacere, io mi chiamA Akame, sono unO Genin di Oto! Sono qui per la missione!

    Andrà meglio la prossima volta.


    Akame

    Devo dargli una riletta!
    PS: aspetto le modifiche in aggiornamenti prima di mettere tutto lo specchietto ecc ecc


    Edited by ¬Dan - 21/4/2024, 16:53
     
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    SSSRRR




    Shōta Akimichi

    Scheda narrativa
    Narrato
    Parlato Shōta
    Parlato altrui (vari colori)




    Quando il gatto non c'è... - 1



    Il chiasso proveniente dalla strada si era trasformato già da diversi minuti in una monotona colonna sonora, mentre Shōta e Yua erano intenti a cercare di vendere delle mele alla scorbutica proprietaria di un negozietto di ortofrutta all'angolo tra la via dei fiorai e quella delle tavole calde.
    L'anziana intavolò con la ragazzina una serrata trattativa che, a causa del pessimo carattere di entrambe, rischiò più di una volta di degenerare malamente. Se ciò non accadde e il negozio non si trasformò in un ring di pugilato, fu solo perché Shōta trattenne ripetutamente Yua per la collottola.
    Alla fine riuscirono a spuntarla per il rotto della cuffia

    Vecchia tirchia... commentò la ragazza pochi minuti dopo, sbuffando e camminando con le braccia incrociate dietro la testa
    ...comunque, come stiamo andando? chiese rivolgendosi all’Akimichi

    Il ragazzo, che fino a quel momento era rimasto in assoluto silenzio attendendo che lei facesse sbollire la rabbia, tirò fuori dalla tasca un foglietto ripiegato in quattro parti, lo aprì e iniziò a scorrere con l’indice tra i numeri scribacchiati a penna

    ...siamo nella media disse con tono inespressivo

    E perché lo dici come se fossimo sotto? fece la ragazza

    Perché la media non basta. I lavori di ricostruzione sono una spesa imprevista e per il mulino necessitiamo di ben altre cifre. Bisognerebbe trovare una fonte di guadagno migliore...

    Rimise in tasca il foglio e ricominciò a camminare.
    Si guardò attorno. Era una banale giornata di sole, la strada già conosciuta, le facce sempre le stesse. Konoha non sembrava riservare sorprese quel giorno. I due avrebbero dovuto contattare altri tre commercianti per avere un’idea esatta delle prenotazioni ma sapevano già che le scorte sarebbero state sufficienti. Nonostante i danni provocati dal maltempo, non avrebbero avuto problemi a soddisfare le esigenze dei loro clienti abituali per il prossimo mese.
    Dopo il sabotaggio al mulino, per un po’ di tempo le acque sembravano essersi calmate, nonostante la spettrale presenza di Muramoto e dei suoi.
    Nei giorni successivi l’Akimichi aveva anche trovato il tempo di allenarsi con il fratello per migliorare il proprio rudimentale controllo delle calorie e apprendere una delle tecniche basilari del clan. In generale, dopo essersi allenato con Lo Zio, si sentiva decisamente rinvigorito. Era come se il suo corpo si fosse destato da un lungo torpore.
    Ma l’addestramento aveva avuto anche l’effetto collaterale di metterlo in contatto con la calma profonda che albergava nelle profondità del suo spirito. Una calma così intensa da risultare piuttosto simile ad un vuoto totale dai pericolosi effetti anestetici, qualora avesse preso il sopravvento su qualcuno non sufficientemente maturo da poterla gestire. Ebbene, in qualche maniera Lo Zio era riuscito a rendere permeabile la parete che lo separava da quella calma, facendola fluire nella sua coscienza ordinaria così come lui era riuscito infine a far fluire il Chakra dal tessuto adiposo nei canali del sistema circolatorio. Ne risultò una situazione di equilibrio precario in cui la nera vacuità, da un lato, era stata parzialmente rischiarata dal lume della ragione e, dall'altro, aveva inquinato in maniera permanente il carattere del ragazzo, annerendolo a sua volta: prima era placido, sorridente e, talvolta, anche goliardico. Adesso era pur sempre calmo ma non sorrideva quasi mai e di scherzare non gli andava così tanto.
    Insomma, era serio. E basta.

    Mentre i due giravano l'angolo per raggiungere la meta successiva, dal caos della folla uscì un uomo tutto trafelato che correva come se fosse inseguito da un branco di cani randagi. Il tipo passò come un fulmine e urtò Yua facendola quasi cadere per terra, poi andò a sbattere contro Shōta ma, stavolta, fu lui a farsi male.
    Senza nemmeno scusarsi, proseguì la sua corsa e la ragazza ridivenne immediatamente idrofoba

    Ma che modi sono?? Ci stavi… iniziò a urlargli dietro ma subito si fermò di colpo, si voltò un secondo verso l’Akimichi e poi tornò a guardare il fuggitivo …vabbè, MI stavi facendo volare via! Maleducato!

    Nel trambusto, all’uomo sembrava essere caduto qualcosa di tasca

    E quello? notò Shōta, abbassandosi e raccogliendo una specie di volantino ripiegato. Una volta aperto, questo rivelò di essere una richiesta di aiuto proveniente dagli abitanti di un villaggio al confine tra il Paese del Vento e il Paese del Ferro.
    I due si guardarono: poteva essere l’occasione che stavano aspettando?


    […]


    Perché non posso andare io?? urlò Daiki in preda a una fiera indignazione Tu stesso riconosci che sono forte abbastanza, Benji!

    La forza non è tutto, mi sembra di essere stato chiaro… rispose Benjiro, con la pazienza che contraddistingue un adulto consapevole del proprio ruolo

    Tsk! Sai bene che è quasi impossibile che riescano a reclutare un Genin del mio calibro! Se potessi andare, tutti vedrebbero quanto valgo! berciò il ragazzo dai capelli blu

    Benji chiuse gli occhi, portò una mano all’altezza della fronte e si massaggiò prima le tempie, poi il setto nasale, espirando lentamente

    Ascolta… fece poi …prendere parte a una missione vuol dire lavorare in gruppo e seguire gli ordini senza fiatare. Tu non eccelli in queste cose, soprattutto nella seconda. In queste situazioni c’è poco da scherzare: non seguire le direttive di chi è più esperto di te finirebbe per mettere a rischio le vite di tutti

    Il ragazzo strinse il pugno e digrignò i denti. Poi si allontanò senza null'altro aggiungere.
    Il resto della compagnia evitò di fare commenti o di proporsi per la missione.
    Poi Benjiro, rivolgendosi a Shōta, disse
    Al momento, mi sentirei di mandare te

    Va bene replicò il ragazzo con la rapidità di uno che si aspettava quella decisione poiché sapeva dove andavano a parare certi discorsi.

    Nel mentre, Shingo si produsse in un grugnito che sapeva di disapprovazione. Probabilmente era solo l'apprensione per il fratello a farlo reagire in quel modo. Cionondimeno, riconosceva l'importanza che una missione di un certo livello può rivestire nella vita di un Genin e per questo motivo non avrebbe osteggiato la sua partenza.

    Poco dopo, Shōta si stava già preparando per il viaggio. Molti gli suggerirono di vestirsi leggero ma Taro fece notare che, stando all'avviso, il villaggio di Jasti si trovava sul confine tra il paese del Vento e quello del Ferro: poiché queste terre avevano climi diametralmente opposti, era assai più probabile che il tutto si svolgesse in una zona temperata e quindi l'Akimichi avrebbe potuto vestirsi come di consueto, senza troppi patemi. Certo, prima di raggiungerlo avrebbe dovuto attraversare il deserto e questo complicava le cose. Il biondino si arrovellò diversi minuti per capire quale abbigliamento sarebbe stato più adatto.
    Poiché non ne veniva a capo, alla fine Shōta optò per un Samue bianco di cotone molto comodo al di sotto del quale, non visto, indossò un Mawashi dello stesso colore. Completò il tutto con borselli, cintura e Bō.

    Aspetta, vieni qui un secondo...

    La voce del fratello lo richiamò dalla cucina. Quando entrò nella stanza, trovò Shingo intento ad aprire un mobile ed estrarne un pacchetto

    Tieni. Mangiale, se dovessi sentire che le energie iniziano a mancarti

    ...le patatine alla paprica?

    Per chiunque sarebbero semplicemente "patatine"... per te possono essere un'ancora di salvezza

    Consapevole oramai del significato di quelle parole, il ragazzo prese il pacchetto e lo mise nel borsello, poi si avviò verso la porta.
    Tornò quindi al villaggio, dove un Chunin assegnatogli appositamente lo avrebbe scortato fino alle porte di Sunagakure per poi passare le consegne a un altro Chunin locale.

    […]

    Oltrepassato il Paese della Pioggia, Shōta e il suo accompagnatore si erano addentrati nella vastità del deserto di Suna. Il ragazzo non era particolarmente affascinato da quella che si presentava come - e di fatto era - una distesa di sabbia e null’altro. Non fosse stato per il suo essere pragmatico e concentrato sulla missione, avrebbe potuto senz’altro perdere una decina di secondi ad osservare quanto gli sembrasse piatto e monotono il paesaggio (*).
    Ma è di Shōta che si sta parlando e, come detto, esprimere giudizi su quello o qualunque altro luogo era un qualcosa di molto distante dal suo modo di porsi e di essere.
    In quel momento aveva in testa il solo obiettivo di prendere parte alla missione e cercare di portarla a termine, al di là di ogni critica, osservazione o patema d’animo: avrebbe semplicemente eseguito gli ordini e svolto il compito che gli sarebbe stato assegnato, consistesse finanche nel portare le borse al caposquadra.
    Non passò molto prima che le mura del villaggio facessero capolino all’orizzonte. Fu una visione decisamente più rispondente ai canoni estetici dell’Akimichi perché quella città dava l’impressione di essere scavata nella pietra. In verità, probabilmente, si trattava di arenaria perché il ragazzo non provò alcuna affinità particolare verso di essa quando fu abbastanza vicino da toccarla.
    Prima di lasciarlo, il Chunin che lo accompagnava lo avvertì rapidamente di non soffermarsi in zona più del necessario perché a poca distanza da lì c’erano stati diversi problemi e, nel complesso, si poteva riassumere il tutto dicendo che la situazione non era affatto buona. Quindi si congedò da lui.
    Messo in allerta da quelle parole, Shōta si chinò a terra, avvicinò una mano al suolo, raccolse un po’ di sabbia e la portò alla bocca. Pochi granelli piovvero sulla punta della sua lingua. Il ragazzo li rimestò mescolandoli con la saliva e poi li sputò via. Sapevano di morte.
    Probabilmente si era fatto solo suggestionare.
    Avanzò quindi in quella specie di Canyon in miniatura che costituiva l’ingresso di Sunagakure. Un gruppetto di persone si era già radunato lì da un po’ di tempo e, tra loro, l’Akimichi ebbe l’impressione di intravedere una figura familiare

    …Akame?

    Questo proprio non se l'aspettava.


    Riassunto Azioni


    Azioni

    1) --

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    2) --

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    3) --

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    4) --

    parametri

    Resistenza: 350/350
    Stamina: 400/400

    Maestrie e Abilità

    Concentrazione del Chakra
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Specializzazione Sensoriale: Gusto Prelibato
    Trasformazione calorica I° Stadio

    equipaggiamento

    Coprifronte di Konoha [+30 testa]
    Bō [riposto in cintura leggera di cuoio]

    Consumabili
    Snack Akimichi x1

    Conoscenze
    Naturalistiche I° Livello
    Tecniche e del chakra I° Livello

    note
    --



    [* ci tengo a sottolineare che non condivido i gusti di Shōta. A me il deserto piace molto]
     
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    I volontari riunitisi per la missione iniziarono ad arrivare uno ad uno, per alcuni non era il primo incontro mentre per altri si ma ecco che nel corso dei saluti e delle presentazioni, fece capolino da uno dei ponti sospesi della zona, la chunin incaricata di accompagnarli.

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    L'abbigliamento della rossa era decisamente molto provocante, indossava infatti una gonna decisamente molto corta ed una giacca chiusa da un solo bottone e cadente dalle spalle, tanto da lasciare praticamente scoperto il reggiseno provocante. Intorno alla gola portava legato accuratamente il coprifronte di Konoha e, lì dove la significativa protezione avrebbe dovuto trovarsi in realtà, una larga bandana che copriva interamente la fronte

    Bene bene... Vediamo un pò chi abbiamo qui... Sembrate un bel gruppetto...

    Esordì scrutando uno ad uno i membri del team

    Il mio nome è Irene, per il momento non serve sapere altro di me se non che sono la responsabile della missione, nonchè delle vostre vite... Fate quello che dirò, quando lo dirò e nessuno si farà male... O almeno, nessuno dei qui presenti...

    Dopo un ghigno malizioso mostrato sull'ultima battuta, si mise in cammino per poi riprendere

    Non perdiamo tempo, il viaggio è lungo e voi avete molto da discutere prima di essere giunti a destinazione...

    I passi della compagnia sprofondavano uno dopo l'altro nella sabbia dorata del deserto mentre la stramba Chunin si apprestava a dare il primo incarico ai ragazzi che le erano stati affidati.

    Che vi conosciate già o meno, voglio che vi presentiate e che diate ai vostri compagni qualche delucidazione su chi siete e cosa sapete fare... Ricordate che le vostre vite non dipendono solo da me ma anche da chi avete al vostro fianco... Ognuno di voi dovrà poter stare tranquillo sapendo che gli altri lo proteggono, conscio del fatto che gli altri, a loro volta, contano sulla sua protezione...

    Nel dire ciò, quasi non guardò nessuno di loro, concentrandosi del tutto sul sentiero da seguire e, dopo un ultimo intervento, lasciò che fossero loro a sbrigarsela.

    Bene... Ora pensateci voi e fate in modo di darmi la vostra formazione prima di essere giunti a destinazione, ah e voglio che a dirmela sarà solo uno di voi, chiamiamolo il mio secondo in comando... Potrete decidere come vi pare chi sarà...

    Bene, narrate il viaggio fino a trovarvi a qualche ora di marcia dalla vostra destinazione. Nel frattempo avrete di che parlare tra di voi, se avete domande per Irene mandate uno solo di voi a dirmele e fornirò tutte le risposte :rosa: Per info sono a disposizione
     
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    Chapter II

    Yūichirō Shiden

    [Genin]



    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Altri:
    - Parlato Irene - Parlato L -


    Paese del Fuoco


    Il punto d'incontro si rivelò essere proprio la porta principale di Suna - la porta era un arco colossale che dominava l'orizzonte, l'arenaria che la costituiva era intarsiata con simboli antichi, un retaggio di culture ormai perse nel tempo. Intorno a me convergevano vari individui, alcuni visibilmente eccitati all'idea dell'avventura, altri con un'espressione misurata che denotava esperienza. Non mancavano gli sguardi diffidenti, a testimoniare che il mondo dei mercenari è spesso costellato di rivalità e sfiducia reciproca.

    Il mio arrivo non passò inosservato; infatti tra i vari genin presenti c'era una mia vecchia conoscenza, o per meglio dire una vecchia antipatia. Shun era il suo nome, un ninja di mediana levatura ma di grande ambizione, noto per la sua abilità nel maneggiare il chakra il legno, che prima di allora aveva intrattenuto uno scontro con me dalle dinamiche cruente che non aveva avuto ne vinti ne vincitori.

    Fissai i suoi movimenti, un mezzo sorriso sul volto che mal celava la curiosità e, forse, la preoccupazione di vederlo li`. Portava un uccello sul capo, forse un acquilotto, e lo trattava quasi fosse un suo compagno, parlandoci come se potesse capirlo. Quando si avvicino` al gruppetto gli dissi:

    - Ancora tu? Cosa ci fai nel mio paese? Intendi ferire qualcun altro? -

    Ma, proprio mentre ci stavamo per scambiare parole in cagnesco, fece capolino da uno dei ponti sospesi della zona la chunin incaricata di accompagnarli. L'abbigliamento della ragazza era decisamente molto provocante, ma per me risultava solo molto sciatto e ridicolo. Quasi come se dovesse andare a battere piuttosto che andare in missione. Il mio disappunto si poteva facilmente leggere sul volto, in quanto alzai un sopracciglio, scettico.

    Nonostante il mio scetticismo pero` l'etica del dovere sopravanzava ogni rancore personale, quindi decisi di seguire l'esempio e di riporre ogni mia riserva, almeno per il momento.

    Il suo nome era Irene. Si presento` a tutti con un tono autorevole, lasciando comunque una certa malizia in ogni sua parola. Con un cenno disinvolto, invitò il gruppo a seguirla. Bastarono pochi minuti per uscire dall'eco assordante della città e avviarci sul sentiero polveroso che avrebbe condotto a Jasti. Mentre procedevamo, lo sguardo di Irene indugiò brevemente su ciascuno di noi, come a valutare i possibili talenti o le trappole nascoste nei battiti incerti dei nostri cuori.

    Mentre camminavano pero` non ci fu lasciato modo di goderci il viaggio, in quanto l'ordine di Irene ci mise in subbuglio per un po'.

    - Ora pensateci voi e fate in modo di darmi la vostra formazione prima di essere giunti a destinazione, ah e voglio che a dirmela sarà solo uno di voi, chiamiamolo il mio secondo in comando... Potrete decidere come vi pare chi sarà... -

    L'atmosfera si fece improvvisamente tesa e un silenzio increspò l'aria intorno a noi. Il gruppo si guardò intorno, provando a decifrare l'ordine che Irene aveva dato. Era chiara la sua autorità e la sua abilità nel manipolare gli altri, ma la sua richiesta sembrava alquanto insolita. Era evidente che Irene poteva scegliersi da sola un secondo ma aveva volutamente gettato il seme della discordia per testare la nostra capacità di collaborare sotto pressione. Da parte mia, decisi di prendere l'iniziativa e cogliere la palla al balzo per cominciare a regolare i primi equilibri di potere.

    - Visto che nessuno ha intenzione di farsi avanti comincero` io - dissi altezzoso ai miei compagni di missione - Per prima cosa vi spieghero` le mie abilita`, cosi` che voi possiate ben intuire il perché mi sto proponendo come leader in seconda... Inoltre proporrei di lasciare a dopo la decisione della formazione, per rendere il tutto piu` semplice. -

    Detto questo, con un semplice gesto della mano cominciai a far volteggiare un po' della sabbia che ci circondava. Il mio controllo sui minuscoli granelli era leggermente incerto, sinonimo del fatto che non ero propriamente nato in quella regione ma avevo successivamente imparato dai residenti, ma sicuramente risultava nella sua incertezza comunque incredibile. Creai una piccola tempesta che risaliva lentamente lungo il mio braccio, avvolgendolo come un serpente stilizzato fatto di sabbia.

    - Questo è solo un assaggio... - esordii, già godendo delle espressioni sorprese degli altri - nel campo di battaglia i miei jutsu possono costruire difese o diventare armi letali. La sabbia risponde ai miei comandi e si adatta ad ogni situazione - infine dissi, lasciando che i granelli ricadessero a terra formando delicate figure in miniature.

    - Grazie ad essa pero` posso anche tenervi al sicuro in vari modi. Ad esempio posso percepire i nemici a centinaia e centinaia di metri ora che siamo nel deserto, posso costantemente avere un occhio, letteralmente, che scruti sopra il campo di battaglia dandoci una visuale dall'alto - detto questo, guardai l'uccello che troneggiava sulla testa di Shun con uno sguardo indagatore. - Ma a differenza di altri che utilizzano animali che non possono dare informazioni precise... io posso sapere con precisione tutto quello che accade in questo deserto. Fino all'ultimo granello di sabbia non puo` muoversi senza che io lo sappia. - Affermai infine, per poi fare un ultima correzione finale - Ovviamente si intende, nei limiti della mia forza -

    Infine, riferendomi alla mia conoscenza del territorio dissi: - Non possedendo mappe precise del deserto inoltre posso esservi di grande aiuto grazie alla mia conoscenza di quest'ultimo. Non sono esperto visto che e` solo da una decina di anni che vivo qui, ma conosco a grandi linee il luogo verso cui dirigiamo. E visto che tra di noi sono l'unico del luogo, penso di essere il piu` adatto a poter decidere la formazione in base a quello che posso e potete fare per aiutare questo gruppo e il nostro leader, grazie anche alla mia generica formazione in vari ambiti delle tecniche del chakra. -

    Il mio discorso pero` non sembrò fare breccia nei miei compagni, che annuirono con espressioni pensierose. Nonostante alcuni sguardi ancora diffidenti, dopo il mio discorso uno dopo l'altro iniziarono a rivelare le proprie abilità e competenze. Shun, con il suo uccello rapace che prima avevo scrutato, si rivelò essere un esperto in tecniche simili alle mie, ma in questo ambiente, come si poteva capire facilmente, ero io quello in vantaggio rispetto a lui poiche` non c'era ne terra ne alberi da utilizzare.

    - Cosa pensa di fare qui nel deserto? Comandare i cactus? - Pensai deridendolo.

    DZyAMqy



    CITAZIONE
    - Ti devo ricordare cosa e` successo quando lo hai sottovalutato durante il vostro scontro? Non ti soffermare sull'apparenza e ascolta cio` che hanno da direi tuoi compagni altrimenti finira` come l'ultima volta. -

    Ancora una volta il tempo si fermo per un istante e L mi riprese su una mia mancanza istantaneamente. Mi immobilizzai per un attimo, le parole di L rimbombavano nel mio cranio come un campanello d'allarme. Aveva ragione. L'ultima volta avevo lasciato che il mio ego offuscasse il giudizio, con conseguenze disastrose. Il nostro obiettivo era troppo importante perché lo mettessi a rischio per delle sciocchezze personali o per una competizione meschina con Shun. Già in passato era accaduto: il mio orgoglio mi aveva reso accecato alle strategie più ovvie, cadendo nello stupido trucco di una mimetizzazione farlocca.

    - Hai ragione, ma quel ragazzino e' un rischio su due zampe. Non oso immaginare cosa fara` agli altri se si azzarderanno a rifiutare la sua armatura. - Poi aggiunsi. - Se arriveremo a uno stallo votero' per lui visto che gli altri non sembrano avere molta esperienza, ma non pensarci nemmeno che io lo assecondi in ogni cosa. -

    - Non sottovalutare neanche gli altri. Potrebbero rilevarsi piu` utili di quanto pensi... -

    Prendendo a cuore l'avvertimento di L, soppressi il desiderio di contrattaccare e mi forzai ad ascoltare. Arrivati al momento del voto, come avevo pronosticato, i voti ricaddero infine su Shun, che divento` il momentaneo "capo" di quella formazione. Accettai il risultato con un lieve cenno del capo, mantenendo il controllo sulle emozioni.

    Ad ogni modo, era tempo di mettere in campo le nostre risorse e dirigerci verso l'obiettivo. Mentre Shun delineava i primi tratti della strategia, mi assicurai che ogni mio movimento fosse calmo e riflessivo. Mostrare supporto e fiducia nei suoi confronti era importante per la coesione del gruppo.

    Con riluttanza accettai il seme che ci localizzava ma alla sua richiesta di farci mettere addosso le sue armature rifiutai categoricamente.

    - Non se ne parla. Non mi mettero` la tua armatura, ho gia` la mia sabbia a proteggermi. Non mi serve altro. - dissi subito. Avevo avuto fin troppe esperienze negative con il legno, non mi sarei fatto ingabbiare una seconda volta. - Se vuoi che ti accetti come leader devi accettare questa mia decisione, non come l'ultima volta. Altrimenti aspettati da me che io ti mandi a quel paese al primo ordine. -

    Dopo un breve momento di silenzio, Shun acconsenti lasciandomi in pace. Una volta delineati gli ultimi punti della strategia, il nostro portavoce fece le domande che ci erano venute in mente a Irene. Una volta ricevute le risposte necessarie ci avviammo in silenzio verso la nostra destinazione.

    Le ore passarono e il deserto si trasformava in un mare incandescente sotto il sole del pomeriggio. La strategia di Shun iniziò a prendere forma: ognuno avrebbe avuto un ruolo cruciale da giocare, come pedine coordinate su una scacchiera invisibile disegnata tra le dune. Presi quindi l'iniziativa per prima, spargendo discretamente strati di sabbia finissima lungo il percorso che avremmo dovuto seguire – un ulteriore sistema d'allerta precoce contro possibili insidie nascoste. La sabbia fluiva morbidamente tra le mie dita, discreta spia del vento e della terra contro chiunque si fosse avvicinato a piedi in un area di 500 metri.


    ☙ Azioni:

    - Rilevamento di Sabbia (5 cariche)
    -
    -
    -

    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Statistiche:

    ☙Calcolo:

    Stamina: 300 - 13
    Resistenza: 200


    ☙Statistiche Finali:

    Stamina: 287/300
    Resistenza: 200/200

    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Armatura:

    [Braccio S.][30]Coprifronte
    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Equipaggiamento:

    ☙Armi/Accessori:

    - Rotolo di Stoffa (Braccio)
    - Giara di Sabbia
    - Rotolo medio
    - Lame del Rilascio del Fulmine Super Vibrante
    - Kunai x3


    ☙Materiali


    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Conoscenze / Maestrie:

    - Tecniche e del chakra [Livello II]

    - Manipolatore delle Sabbie: Mago del Deserto
    CITAZIONE
    • -5 punti chakra per i Sunajutsu (Minimo 1)
    • I Sunajutsu si sfaldano SOLO con tanta acqua
    • +10 su Riuscita/Danno


    -------------------------------------------------------------------------
    ☙Abilita`:

    - Concentrazione del Chakra

    - Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    CITAZIONE
    • I malus sulla vista vengono nullificati.
    • 50 metri di distanza
    • Entro 30 metri: 15% del danno esplosivo
    • Entro 15 metri: Perdita dell'udito

     
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    Shōta Akimichi


    SSSRRR

    Scheda narrativa
    Narrato
    Parlato Shōta
    Parlato altrui (vari colori)






    Quando il gatto non c'è... - 2



    La ragazza dagli occhi rossi non sembrava cambiata esteticamente ma il suo modo di porsi parve leggermente più sicuro. Oltre alle capacità combattive, un po’ alla volta, di certo stava allenando anche le abilità comunicative e Shōta era sicuro che presto sarebbe stata ancora più a suo agio nei rapporti con gli altri.

    Cercare un volto familiare che funga da punto di riferimento è un gesto spontaneo per una persona che si sia ritrovata catapultata nel giro di poche ore in un ambiente completamente estraneo ma, affianco ad Akame, c’erano altri tre individui realisticamente radunatisi lì per lo stesso motivo e con i quali sarebbe stato doveroso qualificarsi

    Shōta Akimichi disse semplicemente, rivolgendosi al gruppo

    Nel mentre, cominciò ad osservarli con maggiore attenzione. Era persone particolari ma non poi così tanto, considerate le stramberie che si vedono in giro.
    Vestivano tutti abiti eleganti. Due di loro, che sembravano decisamente più grandi di lui, avevano un aspetto piuttosto maturo e signorile. Il primo - che disse di chiamarsi Yūichirō - indossava addirittura camicia e cravatta, indumenti che cozzavano sia con il contesto che con la vistosa fasciatura sul suo braccio destro. Ciononostante, sembrava perfettamente a suo agio in quell’ambiente e di fatto lo era poiché, come indicato chiaramente dal coprifronte legato al braccio sinistro, ci abitava. Aveva certo uno sguardo che poteva sembrare un po’ inquietante ma l’Akimichi non era abituato a giudicare le persone dall'aspetto fisico.
    Il secondo - Sanji il suo nome - sembrava decisamente più espansivo dell’altro. Si portava dietro un sentore di fumo che non lasciava adito a dubbi su quale potesse essere uno dei suoi vizi (l’altro sarebbe inaspettatamente saltato fuori di lì a poco) ma la cosa interessante era che, sotto l’odore del fumo, sembrava celare odore di cibo e questo era un aspetto che sarebbe stato necessario approfondire. Il tipo si rivelò essere anche un compaesano. Questo lo riferì egli stesso mentre salutava una sua vecchia conoscenza, vale a dire il terzo individuo.
    Costui era un ragazzo un po’ più grande di Shōta e dalla corporatura decisamente differente, che indossava indumenti da discendente di nobile stirpe e girava con un esemplare di aquila appollaiato sulla testa. Questo dettaglio passò però immediatamente in secondo piano quando rivelò di chiamarsi Shun Senju. Era impossibile che a Konoha qualcuno, per quanto bassi fossero i suoi voti in storia, potesse rimanere indifferente di fronte a quel cognome e a Shōta venne istintivo accennare un piccolo inchino con il capo

    Bene bene... Vediamo un pò chi abbiamo qui... Sembrate un bel gruppetto...

    Una voce femminile proveniente dall’alto interruppe i convenevoli. Su un ponte sospeso c’era una donna oggettivamente di bell’aspetto e altrettanto oggettivamente consapevole di questa sua caratteristica, a giudicare dal modo in cui si vestiva. Stando al coprifronte (usato come collare), si trattava della terza compaesana, non contando l’Akimichi. Sembrava che mezza Konoha si fosse data appuntamento a Suna e il bello era che Shōta non conosceva nessuno di loro… il peso di abitare in una fattoria a chilometri di distanza dal villaggio cominciava a farsi sentire.

    In un lampo, la nuova arrivata fu in mezzo a loro e cominciò a scrutarli, rivelando di essere la Chunin che avrebbe dovuto guidarli

    Il mio nome è Irene, per il momento non serve sapere altro di me se non che sono la responsabile della missione, nonchè delle vostre vite... Fate quello che dirò, quando lo dirò e nessuno si farà male... O almeno, nessuno dei qui presenti...

    A Shōta fece un’ottima impressione. Lei sembrava nata per dare le regole, lui per seguirle. Semplice e lineare.

    Pochi minuti dopo, la squadra era già in cammino.
    Alla peculiare sensazione data dal leggero cedimento della sabbia sotto i piedi, dopo un po’ ci si abituava anche. Ma così non era per quanto riguardava il sole, che già picchiava con forza e nel giro di poco avrebbe iniziato a menare come un fabbro. Considerato tutto - pensò l'Akimichi - c'era da chiedersi a chi fosse venuta l'idea di raggiungere il confine tra Suna e Tetsu facendo tappa a Sunagakure anziché ad Amegakure. In questo modo, il tragitto veniva allungato e reso più ostico per colpa delle condizioni climatiche perché sarebbe stato più agevole camminare almeno metà del tempo sotto la pioggia piuttosto che sotto il sole, anche a costo di dover attraversare qualche lago come aveva dovuto fare lui per arrivare lì. Oltretutto, se era vero che c'erano stati grossi problemi a Suna, non stavano correndo un rischio inutile? Forse si stava facendo troppi problemi. Forse il caldo gli dava troppo alla testa.

    Irene, intanto, camminava prestando attenzione unicamente al percorso

    Che vi conosciate già o meno, voglio che vi presentiate e che diate ai vostri compagni qualche delucidazione su chi siete e cosa sapete fare... Ricordate che le vostre vite non dipendono solo da me ma anche da chi avete al vostro fianco... Ognuno di voi dovrà poter stare tranquillo sapendo che gli altri lo proteggono, conscio del fatto che gli altri, a loro volta, contano sulla sua protezione...

    Bene... Ora pensateci voi e fate in modo di darmi la vostra formazione prima di essere giunti a destinazione, ah e voglio che a dirmela sarà solo uno di voi, chiamiamolo il mio secondo in comando... Potrete decidere come vi pare chi sarà...


    Ancora una volta - pensò l’Akimichi - la ragazza aveva enunciato una verità quasi lapalissiana e cioè che una squadra non è la semplice somma dei suoi componenti.
    Interessante la sollecitazione a ideare una formazione prima di essere giunti a destinazione anche se questo sarebbe stato complicato senza sapere di preciso quale specifico compito si accingessero a svolgere, se di scorta, sorveglianza o altro.
    L’idea di dover scegliere un secondo in comando, invece, lo convinceva meno: il gruppo non era così grande da richiedere una delega di comando, a meno che lei non prevedesse di allontanarsi o di dividerli in due sottogruppi. Se fossero rimasti uniti e sotto la guida di Irene, la presenza di un’altra figura con mansioni direttive avrebbe finito per generare solo confusione. Oltretutto, fosse stato per lui, avrebbe preferito in ogni caso prendere ordini direttamente da lei, sia perché era il Chunin e sia perché, a pelle, gli andava particolarmente a genio.
    Decisivo in tutto ciò fu il fatto che dover scegliere un secondo fosse a sua volta un ordine di Irene e, pertanto, lui lo avrebbe eseguito. Lo condividesse o meno.

    Cercò di ottemperare rendendo edotti i suoi compagni di viaggio relativamente alle proprie esperienze e abilità

    Sono un membro del clan Akimichi e ho partecipato ad una missione di grado D in cui ho conosciuto Akame e un altro Genin di Konoha. Sono in grado di individuare e disinnescare esplosivi nascosti tramite il Chakra in un raggio di 5 metri e posso stabilire la conformazione del terreno ed eventuali alterazioni innaturali, saggiandolo. In combattimento propendo più per il corpo a corpo e ho una discreta resistenza. Ritengo che la mia esperienza in fatto di missioni non sia sufficiente a permettermi di candidarmi per ricoprire il ruolo di secondo in comando

    Pensava che pochi punti essenziali sarebbero bastati per dare un’idea di massima e che non fosse necessario entrare nei dettagli delle arti segrete del clan, che poco avrebbero aggiunto.
    Ascoltò quindi le presentazioni degli altri.
    Nel caso di Akame, ovviamente, non ne aveva davvero bisogno.
    Per quanto riguardava Sanji, questi si presentò più con i fatti che con le parole, facendo il cascamorto con la ragazza e bruciando in pochi secondi l’aura di serietà che gli si poteva attribuire in prima battuta. Il fatto che fosse un cuoco, però, fece vacillare per qualche istante l'impassibilità di Shōta: era pur sempre un Akimichi e non si sarebbe lasciato sfuggire l'opportunità di recuperare le calorie che la camminata gli avrebbe fatto inevitabilmente perdere.
    Shun si preoccupò innanzitutto di presentare il volatile che portava sul capo, appellandolo con il nome di Altair. Poi rivelò due cose di non secondaria importanza: oltre Sanji, conosceva già anche Irene e aveva preso parte da poco a una battaglia di una certa rilevanza. Mostrò, inoltre, di avere l’inconsueta abilità di creare e manipolare il legno, cosa di cui diede una dimostrazione subito dopo, creando dei semi che avrebbero dovuto fungere da trasmittenti del Chakra per la localizzazione.
    Il mondo è pieno di gente capace di fare cose fuori dall’ordinario - pensò Shōta mentre rigirava il semino tra le dita e se lo infilava in tasca.
    Il Senju propose poi a tutti di indossare un’armatura di legno per la quale Altair funse da modello ma qui dovette prendere atto del diniego dell’Akimichi, il quale rispose scuotendo brevemente il capo

    Per quanto mi ritenga immensamente onorato della proposta, mi vedo costretto a rigettarla. Gli insegnamenti che ho ricevuto prescrivono che il mio corpo debba essere la mia sola armatura e che io abbia il compito di forgiarla con pazienza e con metodo. È mio dovere affrontare di petto le offensive e rimanere in piedi finché le forze me lo consentono. Fin quando non avrò affinato questa capacità, potrò cadere mille volte e mille volte dovrò rialzarmi precisò, accennando un altro inchino con la testa.

    Vi fu infine la presentazione di Yūichirō, il quale immediatamente si propose come leader e mostrò le proprie peculiari abilità manipolando la sabbia intorno a sé, quasi per magia. Come quello di Shun, anche questo era decisamente un potere molto affascinante e peraltro indubbiamente preziosissimo nel deserto. Così come preziose sarebbero state le altre capacità da lui elencate, nonché la conoscenza stessa dell’ambiente che, però, a detta sua era imperfetta, non essendo un nativo suniano. Se in tutto ciò ci fu qualcosa che fece storcere il naso all’Akimichi, fu l’atteggiamento supponente dell’uomo: era Daiki 2.0

    A questo punto, terminate le spiegazioni, si propose di scegliere il secondo in capo tramite una votazione, nella quale vi sarebbe stato il divieto di dare il proprio voto a se stessi.
    Shōta ripensò a come avrebbero risolto il problema a casa: alla fattoria (dove però erano in dodici) il secondo di Benji era sempre stata Kimiko e il sostituto era sempre stato Shingo. Se accadeva che dovessero assentarsi tutti e tre - cosa assai improbabile - si procedeva mediante sorteggio ma i risultati erano a volte disastrosi. Ora, qui non era certo il caso di tirare a sorte ma non sarebbe stato nemmeno opportuno tirarla troppo per le lunghe perché la cosa avrebbe deposto male con Irene. Oltretutto, parlare troppo mentre si cammina sotto un sole cocente non è consigliabile. Non per qualcuno che non sa nemmeno per quanto tempo ancora dovrà camminare. Per quanto ne sapevano, era persino possibile che nel frattempo scendesse la notte.
    Akame, Sanji e l’Akimichi non si proposero. La scelta si restrinse così a Yūichirō e Shun.
    Shōta fece prima una considerazione di massima valevole per entrambi: avevano parlato quasi solo delle proprie abilità in combattimento, cercando di strabiliare l’uditorio con delle performance. Questo era un punto che poteva benissimo essere astratto dal ruolo di leader perché un’abilità apporta in ogni caso il suo contributo alla squadra, a prescindere dal fatto che chi la utilizza sia o meno la stessa persona che comanda. Quindi non poteva essere un fattore dirimente.
    Passando ad analizzare in maniera puntuale i “discorsi elettorali” dei due, Shōta fece tra sé le considerazioni che seguono:
    1) il modo in cui si pose Yūichirō gli fece perdere molti punti agli occhi dell’Akimichi, che non provava simpatia per le persone arroganti;
    2) Yūichirō conosceva il deserto meglio di Shun ma questa conoscenza avrebbe potuto rivestire un ruolo limitato successivamente, qualora il villaggio di Jasti, essendo situato sul confine, fosse stato ubicato in una zona non desertica;
    3) le abilità di Yūichirō potevano essere migliori nel deserto ma valeva anche per loro quanto detto al punto 2 e, comunque, entrambi avrebbero potuto (e dovuto) utilizzarle anche se non fossero stati eletti;
    4) Shun aveva esperienza bellica, conosceva Irene (a detta sua ma sarebbe stato sciocco spararla così grossa in presenza della donna), era un Senju e, in ultimo, sebbene ne fosse solo parzialmente consapevole, l’Akimichi percepiva in lui qualcosa che gli ricordava Benji.

    Fu così che decise

    Voto Shun

    Benché ponderata, questa fu pur sempre la scelta di un ragazzo inesperto. Una persona matura avrebbe accantonato ogni sensazione “a pelle”, ogni simpatia e ogni antipatia e avrebbe tenuto conto di come un comandante in battaglia sia cosa ben diversa da un “coordinatore” in una situazione di vita quotidiana. La figura ricercata avrebbe dovuto innanzitutto avere la capacità di tenere salde le redini nei momenti critici e dare rapidamente ordini secchi, anche a costo di risultare sgradevole. In virtù della sua età e del suo carattere, probabilmente Yūichirō sarebbe stato una scelta migliore, pur avendo il difetto di essere troppo competitivo (aveva lanciato frecciatine sull’aquila solo per screditare Shun e assicurarsi il ruolo). In più, Shōta aveva dato troppo peso a fattori come aver partecipato a una guerra (ma con quale ruolo? E poi loro adesso non stavano andando in guerra) o la conoscenza con Irene (irrilevante, soprattutto se il fato li avesse divisi), o la discendenza da una nobile stirpe (qui c’era quel singolo discendente, non l’intera stirpe).
    Tuttavia - vuoi per la forma mentis, vuoi per l'età - Shōta non fu in grado di fare un ragionamento di questo tipo e le cose andarono in quel modo.

    In ogni caso, fu una scelta fatta solo per ottemperare alle disposizioni di Irene. L’Akimichi continuava a pensare che l’elezione di un “vice” non avrebbe apportato reali benefici a un gruppo così piccolo ma si sarebbe guardato bene dall’esternare questo suo pensiero poiché fedele all’idea che le regole vadano seguite e non giudicate. Anzi, qualora Irene avesse ordinato di seguire le regole di Shun come se fossero le proprie, così avrebbe fatto lui.
    Subito dopo la votazione, il gruppo decise quale formazione sarebbe stato meglio assumere, riservandosi di adattarla agli imprevisti. Shun andò a riferire il tutto a Irene.


    Dopo ciò, Shōta si tacque e proseguì il resto del viaggio in silenzio. In parte perché il potenziale del gruppo lo rassicurava e in parte perché, come detto, non era proprio il caso di sprecare il fiato finché marciavano nel deserto.
    L'Akimichi si girò di lato, si perse con lo sguardo nell'immensità dorata ed espirò leggermente, mentre la sua fronte grondava sudore. Quanti chilometri mancavano ancora e quante calorie aveva già sprecato inutilmente?

    Riassunto Azioni


    Azioni

    1) --

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    2) --

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    3) --

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    4) --

    parametri

    Resistenza: 350/350
    Stamina: 400/400

    Maestrie e Abilità

    Concentrazione del Chakra
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Specializzazione Sensoriale: Gusto Prelibato
    Trasformazione calorica I° Stadio

    equipaggiamento

    Coprifronte di Konoha [+30 testa]
    Bō [riposto in cintura leggera di cuoio]

    Consumabili
    Snack Akimichi x1

    Conoscenze
    Naturalistiche I° Livello
    Tecniche e del chakra I° Livello

    note
    --

     
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    [C] - Quando il gatto non c'è...




    Narrato - Parlato - "Pensato" -
    Parlato altri



    Con il passare dei minuti si fecero avanti diversi ninja che erano stati incaricati di prendere parte a te quella missione.

    ”Sono tutti ragazzini…”

    Agli occhi di Sanji erano tutti più giovani di lui, dei ragazzini, tranne forse il tizio strano, l’unico che sembrava vecchio quanto lui.
    I nuovi arrivati si presentarono e presero parte al gruppo. Sanji osservò ognuno dei nuovi compagni e cercò di farsi una idea di aveva difronte.


    -Ahhh che seccatura… perché l’Hokage non ci ha convocati tutti assieme e non ci ha fatto partire tutti dal villaggio nello stesso momento?

    Prese il pacchetto di sigarette, ne estrasse una e l’accese, il suo viso era serio, come se volesse sembrare superiore a tutti, ma improvvisamente, senza preavviso cambiò.

    IMG-2861

    Sanji scattò verso la ragazza arrivata, afferrandogli la mano e inginocchiandosi davanti a lei.

    - Salve bellissima fanciulla! Posso avere la tua mano?

    Improvvisamente dietro di lui una voce celestiale giunse alle sue orecchie.

    -Bene bene... Vediamo un pò chi abbiamo qui... Sembrate un bel gruppetto...

    Una donna molto provocante era arrivata a presentarsi al gruppo.

    -Il mio nome è Irene, per il momento non serve sapere altro di me se non che sono la responsabile della missione, nonchè delle vostre vite... Fate quello che dirò, quando lo dirò e nessuno si farà male... O almeno, nessuno dei qui presenti...

    IMG-2862

    Sanji si voltò, davanti ai suoi occhi c’era una donna molto sexy. Stacco immediatamente le mani dalla precedente ragazza e schizzò verso la nuova sexy arrivata. Stava per prenderle le mani quando la caposquadra si scansò evitandolo.

    - Non perdiamo tempo, il viaggio è lungo e voi avete molto da discutere prima di essere giunti a destinazione...

    Sanji rimase lievemente interdetto, ma si riprese subito riprendendo la sua solita serietà, trasse una boccata di aria pulita dalla sua sigaretta e ascoltò le parole della nuova caposquadra.
    Il gruppo prese a muoversi in direzione del luogo ove erano avvenuti i furti, probabilmente le ricerche sarebbero partite da lì. Su suggerimento di Irene l’intero gruppo si presentò e ognuno spiegò a grandi linee le proprie capacità.
    Presto fu il turno di Sanji.


    -Piacere a tutti, io sono Sanji, ninja i Konoha, a differenza di tutti voi non so far uso delle arti magiche, ma i miei piedi e le mie mani fanno miracoli, soprattutto con le donne!

    Volse lo sguardo verso le due ragazze. Poi riprese.

    -Le mie mani vengono usate solo per cucinare, sono un cuoco. Invece i miei piedi servono per pestare gli scarafaggi. Sono molto bravo con le arti marziali, molto bravo.

    Poi volgendosi verso il ragazzo strambo.

    -Sei molto utile qui nel deserto con le tue abilità. Sarai perfetto come radar. Per quanto mi riguarda sono esperto dei territori ninja, ho ottime conoscenze del territorio, ho fatto innumerevoli viaggi e ho battuto questo deserto in lungo e in largo, lo conosco bene.

    Prese un’altra sigaretta e l’accese, si fermò ad osservare il deserto da sopra una duna, uno spettacolo. Si girò e riprese la strada assieme al gruppo.

    -Per quanto riguarda il sous chef non conoscendo bene nessuno di voi se non Shun, voto per lui… sappi che se non farai un buon lavoro ti prenderò a calci in culo per tutto il viaggio di ritorno!

    Rise divertito della sua stessa battuta.

    Riassunto Azioni


    Azioni

    -

    parametri
    Resistenza:
    700
    Stamina: 100

    Maestrie e Abilità
    - Abilità sensoriale: Udito fenomenale
    -Otto porte del chakra: Quarta porta della Ferita

    equipaggiamento
    -Kunai x5

    Consumabili
    -Tonico da Guerra x2

    Conoscenze
    - Orientative e geografiche Liv. 3
    -Storiche Liv. 3

    note
    ///






    Edited by The_Dragon - 22/4/2024, 10:33
     
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    Shun Senju
    Genin - Konohagakure no Sato
    Narrato - « Pensato - » Parlato - "Altair" 

    Superato il corridoio che porta all’interno del villaggio, la prima cosa che appare alla mia vista non è lo splendore del villaggio (o comunque la disperazione post guerra), ma una persona, una persona che avevo incontrato tanto tempo fa.

    « Oh cacchio… c’è quel tizio…

    Effettivamente, a ripensarci, apparteneva a Suna e indossava il coprifronte di quel villaggio. Lo fisso per qualche secondo, mentre mi tornano alla mente tutti i ricordi della guerra, come flash. Poi distolgo lo sguardo appena noto, con la coda dell’occhio, una figura conosciuta: Sanji.
    Mi avvicino a lui e lo saluto con un sorriso rilassato, come si fa quando ci si trova con amici. Non rimaniamo molto tempo a chiacchierare prima che appaiano altre persone, tra cui una ragazza che sembra interessare particolarmente Sanji.

    « Ah… questo non lo sapevo di te.

    Sorrido sotto i baffi osservando la scena finché non appare anche l’ultima persona, quella più importante: il chuunin che ci avrebbe guidato.

    Irene.

    Oltre ad averla già conosciuta in precedenza, avevo sentito parlare di lei durante i miei studi dopo la guerra. I giorni di guerra mi avevano fatto aprire gli occhi e mi avevano fatto dubitare di molte persone che avevo incontrato e visto, così mi ero messo a studiare, a fare ricerche, durante le quali era apparso anche il nome di Irene.
    Con il suo arrivo, il team era completo, composto principalmente da ninja di Konoha, uno di Suna ed uno di Oto.

    « La situazione a Suna è messa proprio male… chi abbiamo salvato? Dove sono i suoi ninja?...

    Questi pensieri mi facevano sentire impotente, soprattutto dopo aver superato una guerra dove non ero riuscito a fare molto per la mia poca esperienza. L’unica ragione per cui sono ancora vivo è per il team in cui mi trovavo.
    Sentendo le parole di Irene, mi riprendo e inizio a seguire il gruppo, ascoltando gli ordini che ci aveva appena dato. Aspetto il mio turno con calma ed osservo interessato le parole dei miei compagni quando tocca a loro parlare.

    » Mi chiamo Shun Senju, sono un Genin di Konohagakure. Lui è il mio compagno Altair. Prediligo maggiormente le arti magiche, sfruttando la manipolazione del legno. Sono anche in grado di manipolare la terra e l’acqua. Mi sono specializzato maggiormente nel supporto e nella difesa, e posso chiedere aiuto ad Altair per perlustrare i dintorni. Ho anche abilità per percepire eventuali nemici nei dintorni e posso supportarvi con del chakra, se necessario.
    Ultimamente ho partecipato alla guerra qui a Suna, accanto ad altri shinobi molto importanti per salvare gli abitanti. Ho conosciuto Sanji qualche tempo fa al villaggio, Irene durante una missione passata e Yuichi durante un incontro casuale nel Paese delle Risaie.


    Mentre parlo di Yuichi, porto la mano destra sulla pancia poco sopra l’ombelico, nella zona dove avevo ricevuto quella strana ferita, che probabilmente mi aveva fatto il suo sensei.
    Passato questo momento di ricordi, compongo il sigillo serpente con una mano e dal mio corpo, dalla testa, iniziano a crearsi dei rami che avvolgono Altair. Inizialmente l’armatura lignea prende una forma grezza, di rami che avvolgono il suo corpo piumato, ma dopo qualche attimo il legno si trasforma lentamente e svanisce, lasciando l'aquila nella sua forma iniziale.

    » Per chi volesse, posso avvolgere il vostro corpo, come ho appena fatto con Altair, con un'armatura lignea che vi andrà a proteggere.
    Inoltre, vorrei che ciascuno di voi prendesse questo piccolo seme.


    Mentre dico questo, impasto di nuovo il chakra per attivare la tecnica delle trasmittenti lignee e ne creo cinque, una per ciascuna persona del team.

    » Grazie alle mie abilità, posso percepire la presenza di questo seme indipendentemente dalla distanza.

    Continuo la mia spiegazione sulle mie abilità, senza entrare troppo nei dettagli, facendo riferimento anche all’arte dei fiori, per poi finire con l’esporre il mio equipaggiamento. Dobbiamo essere tutti informati su tutto ciò che portiamo con noi, per sapere a chi rivolgerci in caso di necessità, sia per un tonico che per un kunai.

    » Dato che ci è stato chiesto di selezionare un secondo, propongo di farlo attraverso una votazione, con un paio di regole: Primo, non ci si può autovotare; secondo, non ci si può astenere dal voto.

    “Evita di diventare il secondo” la voce di Altair nella mia testa mi esorta a non diventarlo.
    “Osserva gli altri, rifletti sulle loro abilità e valuta bene la situazione.”

    Corruccio la fronte mentre alzo lo sguardo al cielo, per guardare verso Altair, ma non rispondo, rimango in silenzio. Rimango un attimo in silenzio, aspettando che anche gli altri parlino per farmi un’idea di ciascuno.
    Il team che fino a poco prima avevo catalogato come “Konoha Team” si stava aprendo e stava rivelando i suoi punti di forza e debolezza. Un paio di ninja alle prime armi mi fanno tornare alla mente la prima volta che sono andato in missione con Irene, dove non sono riuscito a fare praticamente nulla di utile. Un po' come durante la guerra. A questo ricordo, mi incupisco per un secondo… Poi c’è Sanji, uno shinobi di Konoha con cui mi sono allenato e che è riuscito a sovrastare le mie abilità nel controllo del chakra senza neanche impegnarsi troppo.

    « Chi sa quanto è diventato più forte… prima o poi devo chiedergli la rivincita.

    Infine, c’è il Suniano, Yuichi, il ragazzo che ho incontrato per caso e al quale ho provato a fare uno scherzo, uno scherzo che mi è costato una bella cicatrice vistosa sul petto ed un tatuaggio a forma di L. Fortunatamente, l’armatura lignea copriva tutto e nessuno poteva vedere o sapere.
    Ero in missione, non potevo farmi troppo gli affari miei, soprattutto adesso che avevo imparato cosa significava partecipare a missioni importanti. Non potevo farmi distrarre dai miei capricci. Il ragazzo era forte, avevo visto le sue abilità, e da come si presenta sembra essere una risorsa molto preziosa per il team pero ai miei occhi è inaffidabile.
    Finito il giro di presentazioni da parte di tutti, cerco di prendere la parola per primo, dato che avevo proposto io di andare con le votazioni. Ormai era chiaro che i due nuovi shinobi non volevano o non sarebbero stati scelti come secondi. Inoltre, Yuichiro, dopo averlo conosciuto tanto tempo fa e vedendo il suo atteggiamento attuale, non mi ispirava fiducia.

    » Io voto per Sanji.

    Ognuno di noi vota, e dopo qualche attimo di discussione e perplessità, si arriva al verdetto: vengo scelto come secondo in comando.
    Prima di tutto, ringrazio tutti, anche quelli che non mi hanno votato, guardandoli negli occhi. Subito dopo, comincio a sfruttare la nuova carica, dando al gruppo delle indicazioni su come muoverci, con la possibilità di rispondere e proporre qualcosa di diverso.

    pat5


    Durante il viaggio, ci disponiamo in una formazione a scalare, che offre vantaggi sia in caso di ripiegamento che di ingaggio. Nella posizione più avanzata c’è Yuichi, che farà da scout, avendo varie abilità per percepire i nemici. Subito dopo, la giovane Kunoichi, poi io, seguito dall’Akimichi e infine, ma non per importanza, Sanji, lontano dall'Akame per evitare che faccia il marpione durante la missione.
    Una volta prese le varie posizioni, allungo leggermente il passo e mi avvicino alla nostra guida, Irene, salutandola di nuovo. Inizio a spiegare tutte le informazioni che avevo raccolto sugli altri compagni e su me stesso, cercando di essere più o meno dettagliato in base al tipo di feedback che ricevo.
    Concludo con l’elenco degli oggetti a nostra disposizione e della formazione che abbiamo preso per lo spostamento, oltre all’eventuale formazione aperta che adotteremo entrando in una zona abitata.

    » Questo è quanto.
    Se ha una ricetrasmittente mi faccia sapere su quale frequenza sintonizzarsi per rimanere in contatto, inoltre le chiederei di tenere questo seme che posso rintracciare, come le ho spiegato.
    Vorremmo sapere se ha altre informazioni da darci riguardo alla missione. Conosciamo solo la zona da dove partire e che stiamo dando la caccia a dei ladri.


    Attendo pazientemente una risposta e poi, prima di congedarmi e tornare nella formazione, porgo un altro quesito:

    » In che situazione si trova Suna? Dopo la guerra, ho notato che c’è una carenza di shinobi del posto.

    Con il permesso di Irene, una volta ricevuta la risposta, mi rimetto nella formazione. Non sapendo se ci fossero nemici in agguato durante il viaggio, chiedo ad Altair di alzarsi in volo e di segnalare eventuali movimenti sospetti.







    Riassunto Azioni


    Azioni
    - Arte del Legno: WoodMan - Armatura Modello I [- 11 Chakra] Maestria 2
    - Trasmittenti Lignee x5 [- 11 Chakra] Maestria 2


    parametri
    Resistenza: 50
    Stamina: 550 - 11 - 55 = 484

    Maestrie e Abilità
    Abilità:
    Concentrazione del Chakra
    Disperdi (Kai)
    Transfert
    Arte dei Fiori Ninja
    Enfasi Animale
    Jutsu ad una mano
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu]
    Xilocinesi

    Maestrie:
    » Kekkei Genkai User → Adepto del Mokuton
    » Arte Suprema della Terra → I Livello: Apprendista della Terra

    equipaggiamento
    Testa [30]: Coprifronte
    Tutto il corpo [117]: Mokuton: Wood Man Armor Model II - Guruguru Version
    Braccio DX: Lame Rettrattili
    Trasmittente Wireless (indossata)
    5x Kunai

    Consumabili
    3x Tonico Coagulante
    3x Tonico Idratante

    Conoscenze
    » Naturalistiche Lv. I
    » Tecniche e del chakra Lv. II
    » Orientative e geografiche Lv. I
    » Oratorie e Popolari Lv. I

    note

    Per attivare le tecniche di legno sfrutto la possibilità di attivare le tecniche pagando 10 chakra in piu per usare il mio corpo.

    tecnicamente mi pare che dann accetti l'armatura di legno, ma non ricordo ahahah, quindi non ho segnato il calo di chakra, se fosse lo segno nel prossimo post.
    non ricordo quanta armatura ho devo fare i calcoli e cercare il dado, quindi aggiusto anche quello nel prossimo post.



    Edited by Andry_Sanjuu - 26/4/2024, 21:39
     
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    ~Quando il gatto non c'è...

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Uno ad uno tutti i Genin reclutati per la missione arrivarono al punto d'incontro concordato e segnalato nella richiesta d'intervento che non aveva mentito sul fatto di essere stata inviata a tutti i membri dell'alleanza Ninja, facendo si che a rispondere alla domanda d'aiuto erano stati ben tre Villaggi: i coprifronte dei cinque scintillavano alla luce dell'intenso sole e riflettevano fasci di luce concentrati e talmente intensi che avrebbero potuto dare fuoco a qualunque cosa, sicuramente la pelle di lei si stava già scottando sotto quella luce infernale per cui, nonostante avesse caldo e l'istinto le chiedeva di spogliarsi dei suoi abiti, cercò invece di celare tutta la cute esposta sotto la protezione della stoffa dei propri vestiti.

    …Akame?

    La Genin si voltò al richiamo del proprio nome, vedendo come una grossa, corpulenta figura familiare si stava facendo strada in quel terreno ostile e poco adatto alle camminate: il volto sorridente e sorpreso di Shota incrociò lo sguardo di una più rassicurata Akame, contenta di aver ritrovato un volto noto in quel contesto pieno di incognite che non la facevano sentire a suo agio.
    La ragazza ricambiò entusiasta il saluto sventolando in aria la propria mano e con la mente che le aveva fatto inconsciamente pensare e ricordare la missione svolta insieme nel suo Paese e conclusasi con un gran successo.

    Ciao Shota! Anche tu qua per la missione? Non lavori mai nel tuo Paese eh? Non vedo Asahi, non siete venuti di nuovo insieme?! Avremmo potuto riformare il nostro team...

    Il volto già arrossato per la troppa e inusuale esposizione a raggi solari mascherò l'emozione e l'imbarazzo con cui lei aveva pronunciato il nome di lui, incantesimo che anche a distanza di tempo esercitava il proprio potere facendola arrossire e annodandogli le viscere: aveva parlato di questa strana sensazione ai propri "coinquilini" della struttura, una volta rientrata dall'incarico commissionato da un famoso latifondista di Oto ricevendo una semplice risposta, tra risate e sorrisi sornioni. Non aveva familiarità con l'espressione "prendersi una cotta" per qualcuno, né tantomeno con il concetto di innamoramento che alcuni gli avevano proposto.

    Il torrido vento del deserto penetrava le mura imperiose del Sunagakure incanalandosi nelle immani fenditure che consentivano l'accesso al centro urbano, e lì discendeva verso terra fischiando e acquisendo velocità per poi rigettarsi nella vastità dorata da cui era provenuto rendendo l'accesso complicato per i passanti, commercianti o militari che fossero: sebbene quel fenomeno fosse quotidiano, una sorta di avvertimento per coloro che ambivano a valicare quegli ingressi, da qualche giorno sembrava che il vento fosse foriero di ansia e di preoccupazione, di una tensione che era palpabile dentro e fuori quelle mura ma di cui nessuno sembrava volesse parlarne, come se qualcuno avesse imposto un taboo, un divieto inviolabile pena la mutilazione della lingua.
    Ma Akame non conosceva bene quella lingua nè tantomeno era in grado di decifrare gli ululati del vento.

    Il quintetto si era dunque riunito e impaziente attendeva l'arrivo della Chuunin. Come di consueto, come si è soliti fare dinanzi a qualcosa di sconosciuto che stuzzica la curiosità e l'attenzione dell'osservatore, Akame cominciò a studiare uno a uno i suoi quattro compagni di squadra, tutti ragazzi coetanei o forse leggermente più grandi della sottoscritta, fatta eccezione per il noto Akimichi.
    Notò inoltre come il Team della Foglia la facesse da padrone, per quantità di militari inviati, confermandosi come uno dei Paesi più "ricchi" dal punto di vista militare.
    Il primo a catturare la sua attenzione fu il Ninja locale, un ragazzo dagli abiti e dai capelli scuri come lei, un caschetto piceo che sovrastava due occhi innaturalmente color iride e apparentemente un volto inespressivo che la lasciò inquieta; il ninja della Foglia Shun aveva una postura fiera, sebbene non sembrasse godere di un grande vigore fisico, e sulla sua testa poggiava un'aquila che come lei stava passando in rassegna tutti i presenti con i suoi occhi rapaci e poco rassicuranti; sorvolando rapidamente sull'amico Shota, di cui però apprezzò un aumento in stazza probabilmente frutto dei suoi allenamenti, non fece in tempo a posare lo sguardo sul biondo della Foglia che questi si era gettato ai suoi piedi afferrando le sue mani e custodendole nelle sue - particolarmente morbide e curate -.

    Salve bellissima fanciulla! Posso avere la tua mano?

    Eh?!

    Bene bene... Vediamo un pò chi abbiamo qui... Sembrate un bel gruppetto...

    L'imbarazzo della scena venne freddamente spezzato dall'arrivo di una donna in bikini, anche lei fregiata del coprifronte della Foglia, le cui forme più pronunciate oltre che più in vista fecero subito cambiare idea al ragazzo biondo che puntò la Chuunin presentatasi come Irene e le cui parole e il tono di voce sembravano trasudare inspiegabilmente violenza e sadismo, tanto gelare qualsiasi suo tipo di desiderio lussuorioso e in un istante, quasi fosse un'altra persona, riacquisì tutto il suo portamento e la sua eleganza.

    [...]

    Il gruppo si era messo in marcia, apparentemente verso Nord: il cielo era limpido e il vento soffiava mite e torrido sui sei militari, schiaffeggiati dall'aria calda e trivellati dai milioni di granelli di sabbia che volavano da un posto all'altro di quel magico ambiente capace di cambiare volto nel giro di qualche ora. La traversata non era già di per sé facile, o almeno questo era il pensiero della ragazza non abituata alla precarietà del manto dorato sotto il suo peso e all'impedimento che esso provocava a ogni suo passo, ma la Chuunin non sembrava pensarla allo stesso modo - o comunque non sembraqva particolarmente interessata ai disagi dei suoi sottoposti - e quindi ordinò loro di presentarsi, di condividere le informazioni necessarie a poter collaborare nel corso dell'incarico e sopratutto di designare il capo tra i Genin che avrebbe agiato da "liason" tra i due ranghi militari, divenendo di fatto il vice capitano di quella piccola ciurma intenta a veleggiare sul mare aureo.
    Delle gocce di sudore più grandi, cariche d'ansia, imperlarono la fronte della giovane del tutto impreparata a quell'evenienza: esprimersi e condividere i propri pensieri era ancora una delle sue debolezze sia per i contenuti - non aveva che qualche anno sulle spalle, il resto era stato risucchiato in un buco nero - ma sopratutto per la forma.
    Uno ad uno, tutti i gli elementi del quintetto fecero la loro presentazione, cui Akame ascoltò attentamente per capire e memorizzare ogni informazione, oltre che per cercare di dedurre dal modo di parlare, dai gesti corporei o semplicemente dalle parole selezionate che tipo di persona avesse davanti a lei:
    il primo a rompere il ghiaccio fu il ninja di Suna, di cui non aveva colto il nom qualora lo avesse detto, che sciolinò tutte le sue capacità magiche magnificate dalla presenza del deserto, definendosi dunque il più indicato al ruolo di capitano.

    Lui è troppo presuntuoso... e poi ha un aspetto bizarro, mi mette ansia...

    A seguire fu il turno di Shota, di cui conosceva bene lo stile di combattimento a meno di più recenti novità, e del giovane don Giovanni ì, Sanji: entrambi si erano proclamati artisti marziali e utilizzatori del Taijustu, inoltre il secondo vantava di una buonissima conoscenza del deserto sapendovisi orientare tranquillamente; nessuno dei due si propose per carica in palio ma anzi votarono per il terzo elemento della foglia, Shun Senju, un ninja avvezzo alle arti magiche, possessore del Mokuton, specialista nel supporto e nella difesa e padrone di quella bizzarra aquila che sin da quando era arrivato era rimasta aggrappata alla testa quasi fosse un copricapo bislacco.
    Oltre a donare il proprio voto al più vecchio del gruppo, questi propose loro di creare su misura un'armatura in ligneo che una volta indossata sembrava sparire, divenendo un tutt'uno con il suo contenuto da proteggere e che non sembrasse causare impedimenti ai movimenti, come aveva dimostrato l'aquila che dopo essere stata corazzata, sbatteva le ali con la stessa disinvoltura di sempre.
    Akame rimase sbalordita dal prodigio, e sembrò essere l'unica visto che gli altri diffidenti non sembrarono accettare di buon grado la proposta e declinandola, cosa che invece non fece lei non riuscendo a trovare dei lati negativi a quell'offerta.

    Ehm... Io prenderi LO armatura, grazie!
    Io mi chiamo Akame, sono unO Genin del Villaggio del Suono... Ho svolto qualCUNA missione al Villaggio ma questa è la prima di questo grado... Sono più portata per il combattimento corpo a corpo che per le arti magiche...
    Ehm, credo che Shun dovrebbe farLI da capitano...


    Cercò di non parlare troppo in modo da contenere errori di ogni sorta, quindi si avvicinò a neo-eletto capo per accettare i due doni lignei offerti, stesso materiale plasmato per assolvere a due funzioni differenti. protezione e localizzazione.
    Akame si infilò la trasmittente in una tasca, sentendosi un po' più al sicuro e tutelata con quell'oggetto minuscolo su di sé.
    Schierati con una formazione inedita e messa a punto sul momento dal Konohaniano - l'esperienza di cui vantava fra cui la recentissima guerra sembrava dare i suoi frutti - osservò il comandante e il suo vice discutere di quanto appreso nel loro breve briefing e probabilmente dello svolgersi dell'incarico mentre era intenta a seguire le orme dello shinobi locale immaginando che così sarebbe stato più facile districarsi in quell'ambiente così ostile.



    Riassunto Azioni


    Azioni




    parametri
    Resistenza: 200
    Stamina: 100

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra

    equipaggiamento
    # 4 Shuriken
    # 2 Kunai

    Consumabili


    Conoscenze
    • Naturalistiche Liv I

    note
    Più tardi devo rileggerlo ma almeno proseguiamo
     
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    Lentamente, sotto lo sguardo nascosto ma vigile di Irene, il gruppetto fece le sue considerazioni e si organizzò in una votazione atta ad eleggere il loro capogruppo. Nella mente della chunin era ancora un mistero il perchè doveva procedere in quel modo con un branco di genin ma quel particolare modus operandi le era stato richiesto da colui che non solo era un collega ma anche ciò che più si poteva avvicinare all'essere ormai un amico, e poi era divertente assistere a quel teatrino inutile... Quindi andò avanti con quel teatrino fino al momento in cui il neo eletto giunse a compiere il dovere assegnatogli.

    Per adesso non è il caso di perderci in discorsi divaganti... Suna è in una situazione molto particolare ma non è il momento di parlarne... Tenete gli occhi aperti e non distraetevi, non so molto più di quello che vi è stato comunicato, solo chi contattare una volta giunti a destinazione per avere le prime delucidazioni...

    Così, proseguendo col suo atteggiamento lascivo ed apparentemente noncurante delle preoccupazioni che i genin potevano avere, Irene condusse il gruppo fino al villaggio dove giunsero il giorno successivo, mentre l'ambiente iniziava ad avvicinarsi molto di più a quello del Paese del Ferro.

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    Mentre il gruppo si addentrava nella via principale, poterono distinguere reazioni varie tra gli abitanti... Alcuni si davano alla macchia chiudendosi in casa o allontanandosi dalla zona palesemente spaventati, altri invece sembravano entusiasti di avere finalmente dell'aiuto e restavano, curiosi di vedere come si sarebbe sviluppata quella situazione.

    LaSpadadeiKamui19

    Tra i vari abitanti, uno si avvicinò al gruppo dando loro il benvenuto

    Finalmente siete qui... Scusate per le reazioni poco educate di alcuni miei compaesani... La paura muove il loro agire, non biasimateli...

    Dopo un leggero inchino, segno di profondo rispetto verso gli shinobi giunti, riprese

    Il mio nome è Tatsumi, figlio della precedente guida del villaggio che purtroppo è passato recentemente a miglior vita... Vittima delle recenti rappresaglie atta a derubarci delle nostre risorse minerarie e metalliche... Ma prego seguitemi... Raggiungiamo casa mia e vi spiegherò meglio...

    Così Tatsumi, guidando tutti verso la sua spaziosa abitazione, situata al centro del villaggio, proseguì nella spiegazione chiarificatrice. Tutti poterono infatti rendersi conto, anche dal loro osservarsi intorno, che quel villaggio era effettivamente abitato quasi esclusivamente da minatori, artigiani e commercianti del ferro, con le loro rispettive famiglie. Tutta l'economia girava sul metallo e veniva da sè che la via di commercio principale era col Paese del Ferro, il cui confine non era poi così lontano.

    Mio padre non ricopriva solo la carica di guida per noi tutti, ma anche di garante delle leggi e, fino a pochi mesi fà non abbiamo mai avuto problemi... Poi tutti i nostri beni commerciali hanno iniziato ad essere rubati e chi li trasportava o custodiva, veniva brutalmente ucciso... Stessa sorte capitata a mio padre che sembrava essere vicino ad una risoluzione del caso, dopo aver iniziato ad indagare a riguardo...

    Nonostante il suo evidente tentativo di fare il forte, l'emotività del ragazzo era palpabile a tutti e la sofferenza che gli attanagliava l'animo poteva essere riconosciuta da tutti...

    Vi prego... Aiutateci e trovate chi ha ucciso mio padre e tanti altri membri del villaggio...



    Ed eccoci qui ad iniziare, escogitate il primo approccio alla situazione e ponete eventuali domande al ragazzo. Irene in linea generale vi lascerà liberi di prendere iniziativa entro certi limiti... Nel dubbio il vice potrà contattarmi per domande o comunicazioni d'intenti
     
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12 replies since 14/4/2024, 21:17   323 views
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