[C] L'ombra Nera

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    Richiesto l'intervento di un gruppo di genin per una missione di recupero e bonifica. Maggiori dettagli saranno forniti presso il Villaggio della Foglia il giorno xx/xx alle ore xx:xx.

    prego, aperte le prenotazioni :rosa:


    EDIT: Può ancora inserirsi un chunin fino a che tutti gli altri non abbiano editato con il post effettivo. Se il suddetto non è presente, ve ne sarà assegnato uno d'ufficio :ghost:


    Edited by Roy90 - 16/10/2022, 22:00
     
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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    ◊ Capitolo I - L'Ombra Nera

    Scheda - Parlato - Shinoda - ???
    Kirigakure - 8.00 am - Segreteria della Nebbia


    ~ Mattina, Kirigakure, Segreteria della Nebbia ~


    I corridoi del palazzo del Mizukage si snodavano in un semicerchio costruito attorno a una base centrale rettangolare rialzato, con un grosso arco a sesto acuto che dava su un precipizio sopra la città ancora invasa dalla nebbia tipica della mattina presto.
    Osservavo fuori dalla finestra tutto il villaggio ancora per la maggior parte dormiente, con la nebbia che saliva fitta e bianca dal Lago Ibuse, dimora delle grandi salamandre nere, creature che ritenevo estremamente interessanti e affascinanti, e che un giorno mi sarebbe molto piaciuto incontrare di persona.
    Alcuni shinobi in passato erano addirittura riusciti a stringere alleanze con tali creature, chiamandole sul campo di battaglia nel momento del bisogno, facendo largo uso del loro veleno mortale, per il quale si dice che pochi, pochissimi, conoscessero un antidoto.
    Ricordo che fui chiamato così presto e senza preavviso poiché la questione necessitava di un intervento tempestivo, anche se, a quel tempo, ancora non sapevo che il mio viaggio mi avrebbe portato lontano, nelle terre del Fuoco, a Konoha.
    Mentre ero assorto nei miei pensieri, e osservavo il Villaggio svegliarsi a poco a poco, un uomo entrò nella sala d'attesa nella quale ero stato condotto precedentemente da una kunoichi addetta alla segreteria del palazzo; l'uomo era sicuramente un Jonin, sui trenta/trentacinque anni, capelli biondi e uno sguardo fermo.

    «Echtelion? Prego seguimi»

    Non risposi, mi limitai a voltarmi e a seguirlo; imboccammo l'uscita della porta e poi subito a destra, lungo il corridoio principale che circondava il cuore del palazzo.
    Era un corridoio interno, quindi ambo i lati del corridoio avevano porte che conducevano in varie stanze più piccole, e noi ne sorpassammo diverse, fino a giungere davanti a quella del Mizukage, facilmente riconoscibile perchè molto più grande e con il grande stemma del villaggio posto al centro del portone di ferro e legno di mogano trattato.
    Il Jonin si fermò d'innanzi alla porta dell'ufficio del capo villaggio, e mi intimò di attenderlo li fuori, così feci.
    Rimasi dritto sulla schiena e immobile, provavo una specie di timore reverenziale verso l'uomo che presiedeva la poltrona di quell'ufficio, poichè era un uomo che, in gioventù, aveva fatto parte di quel gruppo di shinobi leggendari che io tanto ammiravo, e di cui un giorno sognavo che avrei fatto parte anche io, anche se, ammetto, deve essere un sogno comune per tutti coloro che maneggiano una spada a Kiri.
    Essi non necessitano di presentazione, e parlare di loro ad alta voce non è mai cosa consigliata dentro le mura del villaggio, basti dire che tra di loro sono annoverabili alcuni tra i più famosi shinobi che il villaggio abbia mai partorito, e anche alcuni tra i più famigerati.
    Attesi forse dieci minuti prima che il Jonin uscisse dalla porta con un documento con il simbolo del Mizukage in cera lacca sul bordo che congiungeva i due lembi del foglio, spezzato.

    «Da questa parte perfavore, ci stanno aspettando»

    Nuovamente non risposi, mi limitai a seguire il mio superiore lungo il tappeto blu scuro che giaceva sulla parte centrale del pavimento in parquet, girando attorno al palazzo e giungendo in una stanza nella quale non ero mai stato prima, fuori dalla quale ricordo la targhetta "Sala Interrogatori 03".
    Il Jonin aprì la porta, varcandola e ponendosi a destra, a fianco di essa, aspettando che io entrassi per poi richiuderla, così feci di fatto.
    Una volta dentro, il Jonin mi invitò a sedermi sulla sedia posta davanti a me, dinnanzi a un tavolo di metallo con una luce al piombo posta sopra di noi.
    Pochi istanti dopo che mi fui seduto, la porta si aprì di scatto, e dal corridoio entrò un uomo corpulento, con un taglio di capelli spartano ed una muscolatura invidiabile, sarò stato alto 190 cm per 100kg di peso, una montagna.

    «Bene, ci siamo tutti, cominciamo. Shinoda, hai il documento?»

    «Si signore, eccolo.»

    Esclamò prima l'uomo corpulento e poi il Jonin, che porse al primo il documento.

    «Echtelion, giusto? Abbiamo letto il tuo dossier e risulta che tu sia un genin con capacità molto sviluppate per il tuo rango, francamente mi sorprende che tu non sia ancora riuscito ad avanzare di grado, ti manca forse la grinta? O sei uno che combina casini?»

    «Signore, non saprei come...»

    «Bhe non importa, non siamo qui per questo ora.»

    Procedette poi ad aprire il plico, che conteneva una lettera molto spartana, con annesse alcune indicazioni di orario e luogo.
    Me la porse con un gesto poco elegante, schiaffandola sul tavolo di metallo e producendo un rumore di sfregamento quando il suo bracciale di ferro urtò contro il metallo.

    «Leggi»

    CITAZIONE
    Richiesto l'intervento di un gruppo di genin per una missione di recupero e bonifica. Maggiori dettagli saranno forniti presso il Villaggio della Foglia il giorno 24/10 alle ore 8:00 am.

    «E' arrivato ieri, di norma la cosa non desterebbe alcun sospetto, è una missione come un altra, se non fosse che non abbiamo la più pallida idea di chi o come sia arrivato sulla scrivania del Mizukage, non ci sono tracce di avvenuta consegna, questa lettera non ha nemmeno una marca di tracciamento, in poche parole non dovrebbe trovarsi qui, eppure è qui.

    La questione è semplice

    Vogliamo che sia tu a occupartene, proprio per la natura anomala della consegna e delle poche informazioni forniteci, serve uno shinobi con buone capacità per non rischiare incidenti, però allo stesso tempo non possiamo permetterci di far allontanare dal villaggio un Jonin o un Chunin esperto, potrebbero servirci qui data la situazione attuale, quindi rimani tu, un genin con buona esperienze e che ha troppo tempo libero.

    Come vedi, la data dell'incontro è il 24 Novembre a Konoha, se parti oggi dovresti arrivare, vento permettendo, il giorno stesso dell'incontro, quindi fai le valige e parti.
    Data la tua situazione, ti sarà dato il permesso di viaggiare per nave senza un Jonin di accompagnamento, ma alla prima cazzata che combini sarai richiamato immediatamente a dare spiegazione, e lo farai A ME, chiaro? »


    «Si signore...parto immediatamente! »

    «Non avevo dubbi. C'è una barca, la Daikomatsu, è ormeggiata al porto, ha istruzione di salpare appena sali a bordo, quindi sbrigati, il vento pare essere favorevole oggi, soffia verso Est, quindi con un pò di fortuna arriverai in anticipo.
    Gli ordini sono semplici, vai e risolvi la questione, scopri chi è il committente e cosa vogliono, poi torna e fai rapporto.»


    Il mio cenno di assenso fu sufficiente per congedarmi dai miei superiori e proseguire a passo svelto nel corridoio verso l'ascensore, sarei passato rapidamente da casa a recuperare la mia spada, un paio di provviste per il viaggio e qualche ryo per le spese extra, e poi dritto al porto, mi attendevano quattro giorni di nave e tre di viaggio via terra, non una passeggiata.


    ~ Mattina, Daikomatsu, Mar Corto ~



    Parlato - Capitano

    bqfIDk
    "Il Mare ha sempre ragione" così diceva un vecchio detto dei marinai di Kiri...io francamente non ne avevo mai capito il senso...ma mentre i flutti del mare si infrangevano sulle mura a dritta della nave, e lo Zefiro gonfiava il Fiocco, la Randa e il Gennaker del veliero che veleggiava verso Est, speravo sinceramente che noi ed il "Mare" la pensassimo allo stesso modo, poichè nel punto in cui ci trovavamo adesso, troppo lontani da Kiri per tornare indietro, e troppo lontani dal pezzo di terra più vicino per attraccare in caso di emergenza, un naufragio sarebbe stato la fine del nostro viaggio, forse in tutti i sensi.
    Il capitano mi notificò che ormai mancavano circa venti ore all'attracco, la parte più perigliosa del tragitto l'avevamo superata, e adesso non rimaneva che entrare nel Golfo e attraccare al porto del Fuoco.
    Scesi in cabina e mi dedicai alla lettere che ancora non avevo riesaminato dalla mia partenza dalla Nebbia, ma per quanto la osservassi, controluce o sopra una fiamma, niente pareva essere celato tra i suoi sottili strati di carta, nessun messaggio nascosto o filigrana, la lettera era semplice, e nella sua semplicità, misteriosa.
    Erano stati tre giorni abbastanza noiosi, rimanere recluso su una nave per tutto quel tempo può rendere un uomo non abituato al mare impaziente, nervoso e certe volte anche parecchio irrascibile.
    Quella notte, alle luci delle lanterne poste ai Candelieri della nave, andai a poppa, e guardai oltre il parabordo posteriore la scia d'acqua che ci lasciavamo alle spalle...e in un attimo tornai a [Quella Notte], mi sembrava di poter vedere, in lontananza, la Darsena in fiamme, i corpi degli uomini bruciare, e le urla delle donne e dei bambini che non erano stati così fortunati da morire.
    Il mio cuore saltò un battito, e mi sentii pervaso da un senso di disgusto che mi provocò il vomito, che riversai oltre il parapetto della nave.

    «Mal di mare eh? »

    «No, solo brutti ricordi. »

    «Capisco...faresti meglio a riposare, domattina saremo in porto prima delle 10. »

    «Grazie, Capitano. »


    ~ Pomeriggio, Paese del Fuoco ~



    Il viaggio a cavallo che seguì l'attracco ai porti del Fuoco fù, se possibile, più stancante della traversata del Mar Corto, il mio destriero si muoveva rapido prima attraverso la steppa, e poi attraverso le grandi foreste della Terra del Fuoco, caratterizzate da questi alberi giganti, che svettano fino quasi alla sommità del cielo, a volte oscurando l'intera foresta.
    Il vento era stato favorevole i primi tre giorni di viaggio, questo ci permise di giungere alla terra ferma con un giorno di anticipo, elemento chiave per il successo dell'incarico poichè intraprendere una missione dopo una settimana di viaggio sarebbe stato sconveniente e poco pratico.
    Mi stavo affrettando lungo la via principale che collega Konoha ai porti sul versante Est del continente, presto avrei raggiunto una locanda consigliatami dai mercanti con cui mi ero consultato ai porti e da cui avevo preso il cavallo; una semplice locanda molto vicina al villaggio, che anche loro usavano quando volevano fare una pausa lungo il cammino.
    Cavalcavo spedito ormai da diversi giorni, e proprio quando stavo cominciando ad odiare l'andatura ruvida di quel dannato cavallo, il fumo proveniente dal camino di una grande casa posta a destra della strada riaccese in me la speranza di un pasto caldo e di un letto comodo.
    La mattina successiva mi dipartii dalla locanda alle prime luci dell'alba, l'orario dell'incontro era le 8.00 am, e di gran carriera montai in sella al mio cavallo, dirigenndomi a tutta velocità, rifocillato e riposato, verso il luogo prefissato per l'incontro.
    Arrivai li con dieci minuti di anticipo, ero ancora abbastanza assonnato, avevo dormito bene ma poco, quindi non feci molta attenzione al panorama attorno a me, andai dritto per la mia strada oltre i controlli di sicurezza, esibendo il mio lasciapassare e constatando che, nel luogo dell'incontro non c'era ancora nessuno.

    «Aspetterò..»

    Sollevai la mia spada dalla tracolla dietro la schiena e me la appoggia alla spalla sinistra, tenendola con la mano sinistra e facendo appoggiare la base a terra, era lunga un metro e sessanta, quindi ogni tanto dovevo levarmela dalla schiena per riposarmi e non ingobbirmi.
    Mi diressi verso un muro posto li accanto e mi ci appoggiai, tenendo la spada con un braccio appoggiata alla spalla e guardingo verso chiunque si sarebbe presentato all'appuntamento fissato per pochi minuti dopo.

    Ho lasciato la lettera e il luogo dell'incontro piuttosto sul vago, se c'è qualcosa MP.


    Edited by Revan - 18/10/2022, 02:51
     
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    Tetsu, come ogni mattina mi ero occupata sia di pensare alla colazione che a dedicarmi agli allenamenti con la spada e con le armi a catena, era ancora strano usarle ma ormai mi ero impuntata e dovevo fare pratica con esse volente o nolente, quel giorno ero di riposo dai miei oneri come soldato ma per un motivo che non riuscii mai a spiegarmi il mio sesto senso mi urlò di andare al palazzo di Severa-sama finché non lo ascoltai, il tiepido solo riscaldava l'aria quel tanto che bastava per non tremare dal freddo e invidiare i samurai di alto grado con le loro armature scintillanti e imbottite. Oltre alla mia fidata maschera cerimoniale al mio fianco avevo un lungo soprabito rinfoderato internamente che mi riparava dalle ancora fredde sferzate di vento gelido.

    Io e la mia stupida testa...al posto di starmene al calduccio nel dojo devo andare per forza per le strade di Tetsu...non capirò mai questi miei colpi di genio!

    Il centro cittadino era come sempre pieno di vita e per ogni strada secondaria si potevano trovare gruppetti di soldati intenti a compiere il loro lavoro di ronda, visto che il vecchio Ryoga si rifiutava categoricamente di affilare le mie armi avevo deciso di prendere due piccioni con una fava portandole con me per poterle far affilare alla fucina del palazzo a disposizione di tutti noi soldati e mentre avanzano tra le fredde strade notai come il dojo Ryozampaku era ancora avvolto da una calca enorme di persone di ogni ceto che portavano 'doni' in memoria dell'ormai scomparso maestro, c'era chi aveva portato fiori che venivano ovviamente sostituiti con quelli più freschi e altri invece avevano lasciato dei kunai piantati nel suolo come offerta al defunto maestro armaiolo Ren Natsume, io stessa avevo pensato più e più volte di acquistare i suoi prodotti forgiati da chi aveva ereditato le sue conoscenze ma tutto ciò che aveva prodotto o aveva un costo troppo elevato per le mie tasche oppure era ancora troppo complicato da usare per me.

    -Il giorno della rivolta.. Era così che avevo rinominato l'incidente avvenuto in uno dei laboratori OSU, le informazioni erano ancora classificate e quindi tutto quello che avevo scoperto erano solo piccole conversazioni di samurai ubriachi nelle taverne o piccoli sprazzi di passanti per le vie della città, ma come si 'solo chi ascolta può sentire' e quindi ero riuscita a ottenere abbastanza voci di corridoio e unirle per tirare fuori una verità più o meno attendibile.

    Forse ha ragione nonno Ryoga, ha voluto giocare con un qualcosa che non conosceva....oppure semplicemente hanno venduto la pelle dell'orso prima ancora di ucciderlo..

    Non appena arrivai al palazzo m'incamminai subito verso l'armeria e dopo aver lasciato li i miei oggetti del 'mestiere' iniziai a girovagare per gli uffici salutando i pochi conoscenti che avevo li finché uno dei soldati che si erano diplomati con me non iniziò a raccontarmi di una certa missiva arrivata da Konoha dove richiedevano l'aiuto per una missione e fu in quel momento che quel mio sesto senso squillante iniziò a calmarsi. Mi feci portare da chi si stava occupando dei preparativi e dopo aver contrattato un po' riuscii a farmi assegnare la missione, davanti a me avevo sei giorni di viaggio così non dovetti far altro che prepararmi.

    [ 6 giorni dopo porte di Konoha]

    Questa si che è una temperatura decente

    Come da concordato mi feci trovare dinnanzi alle porte del villaggio e notai fin da subito che oltre ad essere l'ultima ero anche affiancata da un gruppo abbastanza variopinto, un ragazzo di Konoha niente male, uno di Kiri molto più grande di noi e l'ultimo di Hekisui, il più piccolo tra tutti quanti noi.

    - Yumi Sawada di Testu qui per voi



    Riassunto Azioni


    Azioni
    1° //
    2° //
    3° //
    4° //

    parametri
    Resistenza:200
    Stamina:100

    Maestrie - Abilità
    Concentrazione del Chakra

    Equipaggiamento
    - wakizashi(braccio SX)
    - mannaia
    - Mannaia

    Consumabili

    Conoscenze
    Oratorie e Popolari I

    note




    scheda narrativa

    Edited by LuckyDice - 22/10/2022, 01:45
     
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    Come giusto che sia la mia carriera da shinobi stava continuando ad andare avanti portandomi nuove soddisfazioni e nuovo lavoro.
    Non è passato molto tempo da quando mi hanno riportato a casa dopo aver completato la missione di gruppo insieme a Sanji e gli altri due corsari di cui non mi ricordo il nome.
    Le varie esperienze che ho acquisito durante questo periodo mi hanno portato a migliorare il mio controllo sulla mia innata e a sviluppare una tecnica difensiva con cui incrementare le mie possibilità di sopravvivenza.

    Si potrebbe dire che ogni shinobi abbia una vita entusiasmante e piena di avventure, anche durante il proprio tempo libero. Oppure che abbia sempre mille cose da fare durante la giornata, ma non è questo il mio caso.
    Dopo aver tentato di vendere le mie creazioni di legno al mercato, senza successo, ho iniziato a sperimentare con le mie abilità e tecniche.
    Dopo qualche giorno a sperimentare le mie abilità e tecniche inizio a crearmi una routine con la quale alleno il mio controllo sul chakra e sulla manipolazione del legno.
    Tra le varie tecniche/abilità che uso durante la mia nuova routine c’è anche la percezione delle pillole che avevo, furbamente, nascosto all’interno degli oggetti che sono andato a regalare.

    Un paio li percepisco sempre lontanissimi a sud, sicuramente quelli che ho piazzato nelle armi dei corsari, mentre un altre pillole le riesco a percepire dal villaggio sicuramente dalle armi che avevo donato a Sanji.

    Continuo ad allenarmi giornalmente, ad affinare le mie abilità latenti fino a quando non vengo richiamato di nuovo al fronte dal villaggio.




    Una giornata qualsiasi qui a Konoha, ma non la solita per quanto riguarda me. Dopo essermi alzato mi preparo come al solito per quella che sarà la mia giornata “lavorativa” equipaggiando i pochi kunai a mia disposizione ed avvolgendo il corpo con la mia nuova armatura lignea alla quale avevo dato la forma dei mie soliti abiti.
    Contento di avere un nuovo incarico ed entusiasta di andare a vedere di cosa si trattasse non mi fermo nemmeno a fare colazione, esco subito e corro verso il solito punto di raccolta che ci viene indicato in casi come questi.
    Come sempre esco di casa sapendo gia il tempo che mi ci vuole per arrivare praticamente in qualsiasi anfratto del villaggio, che conosco come se fossero le mie tasche.
    Essendo in anticipo di una ventina di minuti rispetto all’orario indicato per l’incontro cammino con calma per le vie del villaggio osservando i passanti e le loro solite attività mattutine.
    Saluto o ricambio i saluti di tutti quelli che conosco oppure solamente incrocio lo sguardo, fermandomi a scambiare qualche parola con i vari negozianti che frequento più spesso.

    Sulla strada incrocio un paio di negozietti adibiti appositamente per le colazioni del lavoratori, degli shinobi o di chiunque volesse rifocillarsi al mattino presto prima di mettersi in moto. Non avendo mangiato a casa, dopo aver cercato di evitare di fermarmi al primo posto, l’odore invitante e la fame mattutina quasi mi obbligano a fermarmi e a spendere quei due tre ryo per fare una veloce e soddisfacente colazione.
    Una cosa tira l’altra con ancora meno di cinque minuti di anticipo arrivo nel luogo prestabilito dalla missiva che Konoha mi aveva inviato.

    « Questa volta non posso permettermi di svenire…
    Spero ci sia anche Sanji…







    Edited by Andry_Sanjuu - 21/10/2022, 19:56
     
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    Era diverso tempo che non si assisteva ad un autunno così insolitamente gentile e mite, così nostalgico delle belle e calde giornate estive da volerle riproporre anche se fuori stagione, per ingraziarsi le persone e per invogliarle ad uscire di casa a condividere le loro esistenze in una sola dinamica, in un solo essere collettivo.
    Quelle giornate erano le così dette "ottobrate": così venivano chiamate dai vecchi del Villaggio, parentesi benedette che non potevano e dovevano essere sprecate a lavorare in ambienti chiusi, bensì dovevano essere vissute all'aria aperta, in compagnia di amici e possibilmente del buon alcol.
    E anche se quel mese aveva oramai lasciato il passo al più rigido Novembre, il cambiamento non si era poi sentito molto, se non la notte quando l'abbraccio di una coperta era tutto quel che serviva per spezzare le brame del freddo incalzante.

    Tieni Genma, questo è tuo!

    Quella voce apparteneva a Raidou Namiashi, un ragazzo di Hekisui suo coetaneo, che era appena tornato al tavolo dove erano seduto con un piatto di Dango fumanti, appena cotti dal giovane cuoco in erba, semi nascosto dal bancone in legno sovrastato da piatti e pentole vuoti, testimoni di peccaminosi manicaretti.
    Il sorriso del ragazzo era forse un po' eccessivo, dato che era rivolto per del cibo sconosciuto e mai provato fino ad ora, ma allo stesso tempo era contagioso a tal punto che anche lui dovette cedere e abbozzarne uno, una piccola smorfia di apprezzamento per il dolcetto ricevuto.
    Aveva cominciato a conoscere il ragazzo da qualche tempo, forse un paio di mesi, quando per puro caso erano stati assegnati allo stesso Team, il numero 6, insieme ad un terzo componente Aoba Yamashiro.
    Tre caratteri diversi prendono fuoco facilmente, ma in realtà le loro divergenze risultavano complementari, al fine di garantire l'armonia nel trio, base solida per poter costruire il concetto di squadra, valore positivo su cui si fondava l'istituzione dei Ninja: non pochi autori del passato infatti avevano scritto circa l'importanza di quella sinergia, capace di elevare e mettere in risalto le capacità del singolo, rendendolo migliore e più forte.
    Ma la costruzione di un' intesa simile non era roba da poco, infatti richiedeva loro di spendere molte ore insieme per conoscersi, comprendersi e allenarsi.

    Mmm che meraviglia!

    Che schifo Raidou, ti è colato tutto sulla mano.. Non leccarti.. NON TOCCARMI!

    Le mani zuccherine ed appiccicose di lui si erano avvicinate pericolosamente al volto occhialuto di Aoba che lesto era riuscito a schivare quella presa dole e lurida. Raidou rideva a crepapelle, Aoba eri lì sulle sue, Genma in mezzo che li guardava bisticciare e fare confusione al tavolo dove si erano seduti, rischiando di far cadere in terra bottiglie e bicchieri. Li guardava divertito, sebbene la sua "parte" prevedesse di mostrare un certo distacco e disinteresse nei confronti di quelle facezie.

    Siete una seccatura, hmpf!

    Mentre addentava uno di quegli gnocchi dolci e fumanti, la sua mente non faceva altro che focalizzarsi su un singolo pensiero negativo, preoccupante, nonostante tutti i suoi sforzi nel deviare l'attenzione verso altro, addirittura la quasi sfiorata rissa tra quei due: come la psicologia insegnava, non era altro che il meccanismo dell'"idea fissa", ovvero quel pensiero triste e angosciante da cui si faceva fatica a sfuggire o ancor di più a contenerlo ed archiviarlo come esperienza passata; era talmente preponderante da influenzare negativamente le azioni presente e le altre riflessioni, intossicandole e svilendole.
    Ma Genma non poteva non pensare a quanto era accaduto poco tempo fa, quando in uno scontro era stato messo così tanto alle strette che aveva preso il controllo, anche se per pochi minuti, causando caos e distruzione: fortunatamente non si era fatto male nessuno, l'area era deserta se non per lui e il suo contendente che, essendo molto abile, era riuscito a cavarsela.
    Ciò che lo spaventava di più era però la semplicità con cui era riuscito ad agire di propria volontà, ma sopratutto la possibilità che l'evento potesse ripetersi nel corso della missione che di lì a poco avrebbe iniziato, se si fosse trovato in situazioni di stress.

    Daiii ma perchè tu sei in una missione diversa dalla nostra, Genma?! Che ne è del lavoro di squadra, del Team 6? Non c'è neanche il nostro Sensei!

    Te l'ho detto, non lo so! Questo è il messaggio che ho ricevuto dalla Segreteria di Hekisui, non mi hanno voluto o potuto dire nient'altro! E' una bella rottura, ne farei volentieri a meno!

    La risposta non sembrava aver soddisfatto Raidou che sembrò quasi offendersi, riversando il proprio dissenso nell'ultima pallina di dolce zuccherino; Aoba, forse il più maturo ed intelligente dei tre, non aveva fatto una piega, replicando come le dinamiche del Villaggio fossero qualcosa di ignoto per dei Ninja novizi, e che forse la spiegazione di tale scelta risiedeva nelle capacità peculiari di Genma, valori che a giudizio dei loro capi potevano essere strumenti utili per il completamento dell'incarico.
    La sua saggezza non sembrava aver fatto breccia nel compagno di squadra, che però sembrava essersi già scordato della cosa poichè attratto da dei dolci profumati che la padrona della locanda aveva servito a dei clienti al tavolo accanto a loro.
    Genma sorseggiò la sua bevanda calda sino all'ultima goccia, avendo la premura di non sprecarne neanche un centilitro, proprio come gli aveva insegnato sua madre.

    Pare sia l'ora di andare per tutti e tre.. Ci rivedremo al Villaggio tra qualche giorno! Aoba lo lascio a te. Raidou, non fare casino.. e paga il conto!

    Il Genin si alzò lesto e prima che l'amico avesse il tempo di realizzare il torto subito e di reagire, Genma si era chiuso alle proprie spalle l'ingresso del locale, facendo un cenno di saluto con la mano.
    Perso tra le strade di periferia del Villaggio della Foglia, il ragazzo fermò le rare persone cui aveva incrociato per strada per chiedergli informazioni circa il luogo dell'incontro, un posto la cui localizzazione non sembrava chiara a nessuno degli abitanti di quel quartiere.
    A fatica e in leggero ritardo, il ragazzo giunse in uno spiazzo limitato su due lati da un grosso muro in legno, che poteva sembrare tranquillamente il limite dei territori della città, al di là del quale si estendeva per centinaia di chilometri la foresta più rigogliosa dell'intero pianeta, o almeno questo era quello che si diceva.
    Il posto sembrava deserto: contro un muro c'era un ragazzo, un uomo alto e muscoloso, dai capelli argentei e armato di una lunga spada. Una descrizione sin troppo familiare, un'immagine che faceva fatica a dimenticare, poiché legata a un trauma psicologico che aveva difficoltà a processare.
    A pochi metri da lui si trovava il Genin del Kirigakure contro cui si era battuto e contro cui aveva perso il controllo, smettendo per un momento di essere Genma e diventando l'Altro.
    Non sapeva se l'avesse visto o se l'avesse riconosciuto, nè gli interessava. Si sedette a debita distanza su una panchina, sufficientemente lontano dall'uomo per ostacolare qualsiasi forma di contatto sociale, ma non troppo in modo tale da avere sott'occhio l'area per identificare eventuali altri Shinobi coinvolti nella missione.
    La puntualità era tutto per un Ninja.
    E forse questo il motivo per cui Genma faceva fatica a fare carriera.





    Edited by ¬Dan - 19/10/2022, 23:49
     
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    Il fantomatico giorno prefissato per il breefing giunse lesto e, al momento prefissato un giovane varcò le grandi porte del villaggio con un passo a metà tra l'affrettato e lo svogliato. Il coprifronte di Konoha indossato orgogliosamente leggermente più alto della fronte, come se desse manforte alla particolare pettinatura, mani in tasca e sguardo disinteressato, si posizionò più o meno al centro del gruppetto sparso che si era formato.

    Molto bene... A quanto pare ci siamo tutti, forza non perdiamo tempo e diamoci una mossa....

    Esclamò accompagnando quelle parole ad un cenno della mano come per farsi seguire lungo la via che li portava via dal villaggio.

    Ci scusiamo per le poche informazioni riportate nelle missiva ma non potevamo rischiare fughe di informazioni... Solo i più alti in grado sono al corrente di questa missione che, seppur semplice, richiede una certa segretezza...

    Nel mentre quelle parole iniziavano a chiarire le stranezze di quella missione, il giovane iniziò ad accellerare il passo passando ad un'andatura saltellante di ramo in ramo tra i grandi alberi della foresta Konohana.

    Il mio nome è Haruo Shin e vi scorterò solo per una parte del viaggio... Sarete poi accompagnati per il resto della missione da un altro Chunin in rientro da una missione... Purtroppo di questi tempi, con tutto quello che c'è da fare per l'OSU, non abbiamo il tempo nemmeno di disfare i bagagli...

    Lungo il cammino che li avrebbe condotti nel profondo della foresta del fuoco, zona quasi inesplorata e decisamente poco trafficata, Haruo avrebbe risposto alle domande eventuali oltre che iniziato ad anticipare l'obiettivo che avrebbero dovuto portare a termine.

    Iniziamo da una premessa... Ormai svariati mesi fa, un famoso Samurai ha avuto modo di trovarsi a scoprire la posizione di una delle prigioni usate dal mondo criminale per tenere prigionieri scomodi e ninja catturati... In seguito a quella scoperta ed alla successiva eliminazione di quel luogo, abbiamo potuto scoprire la posizioni di altre basi del genere... Ciò ci porta ad oggi, siamo diretti verso una di queste prigioni, le informazioni sul luogo sono già state recapitate a chi vi accompagnerà, sappiate solo che i punti principali saranno: liberare tutti i prigionieri, catturare quanti più carcerieri possibile in modo da ottenere informazioni ed infine radere al suolo la struttura di detenzione...

    Fatta quindi luce sulla situazione in essere il gruppo si trovò a fermarsi a pochi passi da un'eccentrica ragazza dal fare malizioso ed abbigliata in modo decisamente provocante.
    , la parte del corpo più coperta era decisamente la fronte del tutto nascosta da un coprifronte avente una parte di stoffa leggermente più pronunciata che andava dalle sopracciglia quasi fi sopra la testa.

    Eccovi finalmente... Non ho tutto il giorno sapete? E' già abbastanza snervante fare questa deviazione prima del mio rientro a casa... Diamoci una mossa!

    Facendo quindi scattare le nocche delle mani con fare divertito si rivolse al suo parigrado

    Hai già detto loro il contesto della missione giusto? Allora và pure a completare il tuo incarico, penso io ai bimbi...

    Così, Haruo, con un'espressione rassegnata e divertita, probabilmente scaturita dal comportamento della collega, fece spallucce e salutò rapidamente i quattro per poi sgattaiolare via verso altre mete.

    Ok... Veniamo a noi... Il mio nome è Irene... Fate quello che dico quando lo dico ed andrà tutto bene! Il nostro obiettivo è ad un centinaio di metri in quella direzione, accerchieremo la struttura e, dopo il mio attacco diretto e conseguente prima reazione, voi vi infiltrerete approfittando del caos per portare fuori i prigionieri... Ci sono domande?



    Bene... procedete con questo ultimo spostamento ed approfittatene per eventuali domande (che siano per Haruo o Irene) o per chiacchiere tra di voi. Dal prossimo post si entra nel vivo


    Edited by Roy90 - 24/10/2022, 10:54
     
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    ◊ Capitolo II - Prison Break

    Scheda Privata - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato
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    Non passò molto tempo prima che il resto degli shinobi, incaricati dai rispettivi villaggi di rispondere all'annuncio, si presentassero al punto stabilito dalla sfuggente missiva, chi prima e chi dopo, ma tutti più o meno in orario.
    Nell'ordine, si presentarono in tre; uno era un giovane shinobi dai capelli rossicci e lunghi, poco più che un adolescente, di media statura e con il copri fronte di Konoha, dunque era un local.
    Il secondo, con mio grande e sincero stupore, era una mia vecchia conoscenza; trattasi di Genma, un genin della lontana Hekisui che avevo affrontato in allenamento a Kiri qualche settimana prima, allenamento dal quale ero uscito vittorioso per una resa improvvisa e non attesa.
    Non sembrava particolarmente felice di vedermi, ma già durante l'allenamento ricordavo bene il suo atteggiamento sfuggente e poco incline al dialogo.
    Di quell'evento, ricordo anche quel particolare momento in cui il comportamento di Genma era cambiato profondamente e improvvisamente, scagliandosi contro di me con un jutsu di altissima potenza, troppa per un semplice allenamento, il quale mi aveva colto alla sprovvista.
    Il terzo ad arrivare, l'ultimo, non era un lui, bensì una lei: più in là ci avrebbe detto di chiamarsi Yumi, portava dei lunghi capelli neri dietro alle spalle, in forte contrasto con il suo viso molto chiaro, quasi pallido, con due grossi occhi rossi incastonati nel mezzo del viso.

    «Pare io sia il più vecchio qui...»

    Pur essendo pari grado rispetto a loro, ero decisamente il più vecchio del quartetto, forse anche il più esperto, e speravo vivamente che la guida della squadra non toccasse a me, poichè fare il caposquadra non è mai stato il mio forte. Pochi minuti dopo che l'intero team si era riunito alle porte del villaggio, fece la sua comparsa un giovane dai capelli castani, con il copri fronte del Fuoco, indossato come passata sopra la folta criniera castana.

    «Molto bene... A quanto pare ci siamo tutti, forza non perdiamo tempo e diamoci una mossa....»

    Esordì accompagnando quelle parole a un cenno della mano.

    «Ci scusiamo per le poche informazioni riportate nelle missiva ma non potevamo rischiare fughe d'informazioni... Solo i più alti in grado sono al corrente di questa missione che, seppur semplice, richiede una certa segretezza...»

    Accompagnati da quelle parole, uscimmo dal villaggio tramite il cancello orientale, da prima percorrendo la via principale che porta fuori dal villaggio per qualche centinaio di metri, e virando poi a destra nella fitta boscaglia, portandoci sullo strato di rami più alto possibile, saltellando da uno all'altro mantenendo una velocità stabile, per facilitare la conversazione.

    «Il mio nome è Haruo Shin e vi scorterò solo per una parte del viaggio... Sarete poi accompagnati per il resto della missione da un altro Chunin in rientro da una missione... Purtroppo di questi tempi, con tutto quello che c'è da fare per l'OSU, non abbiamo il tempo nemmeno di disfare i bagagli...»

    «Il mio nome è Echtelion per quelli che non mi conoscono, vengo da Kiri.»

    Esclamai rivolgendomi alla squadra, considerando che uno dei quattro già mi conosceva.
    Speravo non ci sarebbero stati problemi con Genma in quella missione, soprattutto visti gli esiti del nostro incontro.
    Non potevo in alcun modo permettermi di distrarmi, ogni missione che mi veniva affidata era una potenziale promozione, ormai molto agognata vista anche l'età e l'esperienza; dovevo fare colpo sui miei superiori, ed il modo migliore per farlo era un esecuzione impeccabile dei compiti assegnatimi.
    Durante il tragitto, Haruo sciolse il segreto celato nella missiva, approfondendo i dettagli della missione.

    «Iniziamo da una premessa... Ormai svariati mesi fa, un famoso Samurai ha avuto modo di trovarsi a scoprire la posizione di una delle prigioni usate dal mondo criminale per tenere prigionieri scomodi e ninja catturati... In seguito a quella scoperta ed alla successiva eliminazione di quel luogo, abbiamo potuto scoprire la posizioni di altre basi del genere... Ciò ci porta ad oggi, siamo diretti verso una di queste prigioni, le informazioni sul luogo sono già state recapitate a chi vi accompagnerà, sappiate solo che i punti principali saranno: liberare tutti i prigionieri, catturare quanti più carcerieri possibile in modo da ottenere informazioni ed infine radere al suolo la struttura di detenzione...»

    I dettagli della missione erano quanto più chiari possibile adesso, l'esecuzione invece non sarebbe stata una passeggiata; tutto dipendeva da quanta sicurezza fosse presente dentro la prigione al momento della nostra infiltrazione, e di quanti prigionieri fosse necessario estrarre, il tutto senza dare nell'occhio fino al momento in cui avremmo dovuto mandare KO quanti più carcerieri possibile, e consegnarli alle autorità del Fuoco per investigazioni ulteriori.

    «Tutto chiaro.»


    Saltellando da un ramo all'altro, il peso di Oath cominciava a farsi sentire grave sulla mia schiena, e la sua prorompente figura svettava sopra la mia testa di quasi 30 centimetri; era un arma davvero ingombrante, ma avevo imparato, con il tempo, il sudore e l'allenamento costante, a maneggiarla tanto bene come la katana, arrivando addirittura a impugnarle contemporaneamente in alcune evoluzioni offensive che avevo imparato recentemente.
    Quella missione sarebbe potuta essere il terreno giusto non solo per una potenziale promozione, ma anche e soprattutto per allenare il mio talento con la spada, ormai estensione diretta del mio corpo.
    Avevo bisogno di avversari veri, intenzionati a uccidermi, non fantocci da allenamento o compagni troppo spaventati dalla mia spada per farsi avanti con coraggio.
    Ogni singolo giorno che avevo passato a perfezionare il mio "kenjutsu" nei campi nebbiosi di Kiri, lo avevo passato con un immagine ben definita nella testa, immagine che muoveva la mia determinazione e la mia motivazione; io, fiero, con in mano niente di meno che la leggendaria Tagliateste, spada appartenuta, tra gli altri, al leggendario Zabuza Momochi, il Demone della Nebbia, una figura tanto leggendaria quanto elusiva, membro della "migliore generazione di spadaccini" che mai Kiri abbia mai visto.

    ...




    In poco più di trenta minuti, giungemmo sul luogo dell'incontro con il nostro contatto per la missione, una Chunin del fuoco dall'aspetto malizioso e attraente, una bella rossa dalle tette al vento e con l'espressione di chi sà farti passare una notte che non dimenticheresti facilmente.
    Mi dovetti sforzare di ricordarmi che era una mia superiore quando si presentò a noi.

    «Eccovi finalmente... Non ho tutto il giorno sapete? E' già abbastanza snervante fare questa deviazione prima del mio rientro a casa... Diamoci una mossa!
    Hai già detto loro il contesto della missione giusto? Allora và pure a completare il tuo incarico, penso io ai bimbi...»


    «I Bimbi..? Mhmm...»

    Per quanto mi sarei fatto volentieri sculacciare da lei, il rango superiore mi imponeva di non battere ciglio, e di seguire le sue istruzioni alla lettera, era pur sempre un superiore, anche se molto avvenente.

    «Ok... Veniamo a noi... Il mio nome è Irene... Fate quello che dico quando lo dico ed andrà tutto bene! Il nostro obiettivo è ad un centinaio di metri in quella direzione, accerchieremo la struttura e, dopo il mio attacco diretto e conseguente prima reazione, voi vi infiltrerete approfittando del caos per portare fuori i prigionieri... Ci sono domande?»

    «Mi chiamo Echtelion, signora, e si, ho una domanda.
    Le informazioni che avete su questa struttura dicono niente riguardo a un possibile accesso segreto?? Se ci fosse, non credo che avrei problemi a trovarlo; generalmente queste strutture sono pensate per avere più punti di accesso.
    Sarebbe più facile portare fuori i prigionieri senza passare dal cancello principale.
    ...
    Direi anche che i prigionieri hanno la precedenza su tutto il resto, se riuscissimo a penetrare da un ingresso secondario senza dover ingaggiare subito i carcerieri, potremmo riuscire a portare fuori qualcuno in più.
    Dubito che invieranno tutte le truppe contro di lei, capitano, lasceranno sicuramente qualcuno nel braccio prigionieri a sorvegliare le celle.

    Avendo una discreta conoscenza del corpo a corpo e delle tattiche d'infiltrazione, capitano, direi che potrei andare avanti io, e loro al mio seguito per coprirmi le spalle»



    Faccio fede alla nuova scheda, che manca solo degli aggiornamenti dell'allenamento per essere confermata [Puoi vederla in "richieste" se vuoi]

    In particolare, mi avvalgo delle Conoscenze Geografiche III, è specificato che funzionano per i villaggi/città, però penso la cosa si possa estendere anche qui.

    Possiedo anche le conoscenze Storiche III [per la parte di zabuza e la tagliateste]


    Edited by Revan - 27/10/2022, 16:18
     
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    I quattro membri reclutati per la missione fecero finalmente il loro ingresso sul palco scenico, il pubblico impaziente di assistere alle loro gesta.
    La simmetria con cui si erano disposti nel punto di raduno era di una casualità incredibilmente precisa, i vertici di chissà quale segno alchemico prodromo di una reazione chimica auspicabilmente favorevole e proficua.
    I quattro appartenevano a Villaggi differenti, i simboli incisi nel metallo non mentivano al riguardo; l'età era piuttosto variegata, passando dal bambino della Cascata all'uomo fatto e finito del Kirigakure; i caratteri invece sembravano allineati su dei toni di silenziosa diffidenza, ad eccezione del ragazzo della Foglia che, seppur anche lui taciturno, pareva avere un'espressione più distesa e rilassata, come pervaso da un senso di tranquillità e armonia col corso degli eventi.
    Lo straniero si domandò il motivo di quell'ottimismo trovandolo quasi irritante, sebbene quel sentimento negativo celasse forse dell'invidia verso colui fosse in grado di accogliere ed apprezzare piuttosto che distaccarsi e "isolandosi" dal mondo circostante.

    Ci siamo tutti?

    Genma si alzò pigramente dalla sua panchina dopo aver visto la ragazza di qualche anno più vecchia di lui arrivare al luogo dell'appuntamento. Non era più il momento di stare sulle sue ma era arrivato quello in cui era necessario socializzare e cercare di creare un Team che fosse quanto più unito e affiatato possibile, a dispetto del poco tempo a loro disposizione.
    La sua domanda venne interrotta, o meglio controbattuta, dall'entrata in scena di una quinta figura dall'aspetto autorevole e calla capigliatura castana, la fronte incorniciata da due lunghe ciocche di capelli che gli contornavano tutto il profilo del volto fino al mento, tenute in sede dal coprifronte la cui placca metallica si perdeva nei meandri di quell'acconciatura. Genma non poté non notare una certa somiglianza tra lei e lo straniero, sopratutto per quanto riguardava la zazzera.
    Si comportava da leader perché apparentemente sembrava essere l'ufficiale col più alto grado a cui era stata affidato il misterioso incarico: fece loro cenno con la mano e i quattro, ubbidienti, seguirono il Chuunin fuori dai confini della città per inoltrarsi nei confini naturali della stessa, la Foresta di Kohona, cui notoriamente veniva attraversata dagli Shinobi mediante una bizzarra e tipica corsa balzata, di ramo in ramo, non tanto diversamente dalle scimmie.

    Il mio nome è Haruo Shin e vi scorterò solo per una parte del viaggio... Sarete poi accompagnati per il resto della missione da un altro Chunin in rientro da una missione... Purtroppo di questi tempi, con tutto quello che c'è da fare per l'OSU, non abbiamo il tempo nemmeno di disfare i bagagli...

    Non è quindi lui il capitano? Non potevano comunicarci direttamente le coordinate del luogo, una volta giunti al Villaggio? Quanta segretezza.. troppa! E questa OSU l'ho sentita nominare qualche giorno fa da un paio di Jonin alla Cascata, sarà meglio documentarsi un po' su cosa fa..

    Hmpf!

    Un piccolo borbottio tradusse tutti i pensieri del ragazzo, non lasciando molto spazio all'interpretazione da parte dei suoi compagni di squadra; lo spiedo ciondolava ritmicamente da un lato all'altro della bocca, regolare come un pendolo, come se fosse parte del complesso meccanismo responsabile della sua deambulazione.
    Salto dopo salto, albero dopo albero, la foresta sembrava farsi sempre più fitta, cupa e selvaggia: i sentieri principali, quelli battuti da mercanti e civili, si si erano persi indietro già da qualche minuto, lasciando spazio ad un opprimente sfumatura di marrone e verde tanto da rischiare di far mancare il respiro ai viaggiatori ignari. Il ragazzo si poteva dire fortunato, la foresta di Hekisui non poteva certo sostenere il paragone con quella di Konoha, ma comunque vantava le sue peculiarità e la sua rigogliosità non era indifferente, una buona palestra per il ragazzo che stava riuscendo ad adattarsi a quel luogo con relativa semplicità.

    Sono Genma, di Hekisui...

    Il Chuunin diede inizio ad un giro di brevi presentazioni prima di entrare nel dettaglio dell'incarico: tronco dopo tronco, balzo dopo balzo, l'alone di mistero intorno all'incarico di faceva sempre più rada, l'immagine acquisiva maggiore nitidezza cominciando a mostrare elementi più netti e definiti, sebbene una certa vaghezza pervadesse ancora le parole del caposquadra, come sembrasse non volesse o potesse dirgli qualcosa.
    L'incarico prevedeva una prigione in cui i carcerieri erano i nemici e i prigionieri onorevoli Ninja di tutto il mondo, caduti nelle mani del nemico durante i loro incarichi: sembrava che esistesse una rete di quelle strutture e che loro si stessero dirigendo verso una singola cellula, dunque la missione non aveva solamente i caratteri di recupero e salvataggio bensì anche di spionaggio, ovvero carpire informazioni sul loro modus operandi, sui loro obiettivi e ottenere le coordinate delle altre carceri. E dopo aver raggiunto i due obbiettivi, avrebbero dovuto distruggere la struttura una volta per tutte, in modo da che il nemico non potesse più riutilizzarla. Tre obiettivi egualmente importanti e probabilmente difficili da ottenere nel contesto della medesima manovra militare. E in teoria nelle missioni di grado C non dovrebbe essere previsto ritrovarsi come nemico degli Shinobi, cosa che poteva essere plausibile in questo caso specifico anche se c'era qualcosa che non gli tornava, tutta quella segretezza lo stava inducendo a pensare al peggio. Non potè trattenere un commento sarcastico.

    Tutto qua?!

    La truppa "scelta" per il triplice incarico arrestò la sua avanzata poco dopo il briefing di Haruo, in modo che questi potesse lasciare in consegna i soldati e la responsabilità della missione che gravava su di loro alla collega pari grado, ragazza eccentrica sia per il modo di fare e di rivolgersi a loro come subordinati che, sopratutto, nel modo di vestire: a parte per il volto eccessivamente coperto, il resto del corpo era coperto da così poca stoffa da lasciare ben poco all'immaginazione, ma d'altronde era una bella ragazza e sapeva di poterselo permettere.
    Nonostante Genma fosse ancora abbastanza giovane e non ancora del tutto in presa ai deliri ormonali, non riuscì a non soffermarsi nel guardarle il seno e poi il resto del corpo, mentre una goccia di sudore gelido gli attraversava la schiena.
    Non si sarebbe stupito se gli altri due avessero avuto reazioni più evidenti.

    Ok... Veniamo a noi... Il mio nome è Irene... Fate quello che dico quando lo dico ed andrà tutto bene! Il nostro obiettivo è ad un centinaio di metri in quella direzione, accerchieremo la struttura e, dopo il mio attacco diretto e conseguente prima reazione, voi vi infiltrerete approfittando del caos per portare fuori i prigionieri... Ci sono domande?

    Il primo a parlare fu il Kiriano e sin da quando aveva fatto la sua conoscenza, pareva voler dare voce a tutti i suoi pensieri, spesso divagando e non arrivando mai al punto, cosa che normalmente lo avrebbe indotto a smettere di ascoltare ma in questa occasione avrebbe dovuto fare uno sforzo importante, poichè in quel monologo avrebbe dovuto trovare gli elementi giusti per mettere insieme le tessere del puzzle e trovare la quadratura del cerchio tra i quattro estranei. In sintesi, aveva proposto di intrufolarsi nella prigione mediante un passaggio secondario o segreto, qualcosa diverso dall'ingresso principale, accesso probabilmente caldamente sorvegliato; millantando poi di essere addestrato a questo tipo di operazioni, aveva proposto di andare solo in avanscoperta, lasciando il terzetto nelle retrovie, a "coprirgli le spalle".
    Genma sogghignò ma non disse nulla, non era il tipo da scaldarsi per queste cose, non soffriva del complesso tipico degli Shinobi dove bisognava essere necessariamente il migliore, il più forte o il più bello; inoltre i loro precedenti avevano già dimostrato la differenza tra i loro livelli, dunque poteva essere giustificato trattare lui in quel modo ma sugli altri due? Forse conosceva anche loro. O forse era solo presuntuoso.
    Irene aveva posato il suo sguardo sul militare di Hekisui, segno eloquente che fosse il suo turno di prendere parola.

    Vorrei ascoltare prima gli altri, parlerei alla fine se non vi dispiace..

    [...]

    Io sono Genma. I miei colleghi hanno chiesto già tutto, non saprei che altro aggiungere. Mi pare abbiamo obiettivi ambiziosi, forse oltre alle nostre capacità ma alla fine siamo soldati, bisogna eseguire gli ordini senza troppe polemiche..
    Se siete d'accordo direi di fare così: Echtelion tu dovrai trovarci un entrata secondaria, va bene qualsiasi cosa, un condotto dell'aria, uno scarico dei liquami.. In caso posso aiutarti, se ti ricordi posso muovermi liberamente nella terra..
    Sarebbe più saggio dividerci in due squadre da due elementi, ma se vuoi andare da solo non mi opporrò.
    Sfrutteremo il diversivo di Irene per cercare la sala comandi per liberare i prigionieri e comunque per ottenere un vantaggio tattico. Potrebbe essere utile che tu creassi un secondo diversivo, in modo da confondere le truppe nemiche e dissipare i loro numeri su più fronti.
    Noi tre ci confronteremo a breve per decidere come agire: sappiate che prediligo le arti magiche, sopratutto Katon e Doton, posso sia combattere in prima linea che sulla lunga distanza per darvi supporto..


    Se c'è da correggere qualcosa faccio domani, sono stanco morto!
     
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    C'era una volta un Kiriano, un Tetsuano, un Hekisuiano ed un Konohano…. sembra quasi una barzelletta da bar dei quartieri bassi… ma in realtà era la situazione in cui mi stavo trovando.

    Al ritrovo, alle porte del villaggio, mi ritrovo ad avere di fronte tre persone completamente differenti tra di loro e completamente differenti da me.
    Prima di tutto saluto quello più vecchio del gruppo, il ragazzo di Kiri, con rispetto dato che era più grande di me.
    Subito dopo saluto la ragazza di Tetsu, Yumi Sawada, e per ultimo, non per essere scortese o per rendere meno importante il mio saluto, mi rivolgo al ragazzo più giovane che riconosco essere di Hekisui.

    Nel poco tempo che ho a disposizione prima dell’arrivo di un chuunin del villaggio osservo i tre stranieri: per prima cosa mi attraggono le armi del kiriano, che ha uno spadone gigante che attira l’attenzione più di quanto non faccia il suo aspetto non comune dalle parti di Konoha.

    « Chissà se riesco a creare un'arma simile usando il legno… fino ad ora ho creato solo kunai o katane… la cosa più strana che ho creato è la falce per Warui…

    Dopo aver analizzato per bene il Kiriano passo al ragazzo più giovane del gruppo, che continua a ciucciarsi un bastoncino, che inizialmente ipotizzo sia un leccalecca.

    « Speriamo non sia appena uscito dall’accademia…

    E per finire passo ad analizzare la kunoichi una ragazza dagli occhi scarlatti e dai capelli lunghissimi.

    « Hm!... carina.

    Non passa molto tempo durante questa mia analisi dei compagni di team, che attualmente non conoscevo, che appare quasi dal nulla uno dei chuunin del villaggio: Haruo Shin.
    Uno shinobi del villaggio di cui avevo già sentito parlare ma con cui non avevo mai avuto a che fare.
    Il chuunin inizia a spiegarci una parte della missione mentre lo seguiamo prendendo una delle tante strade che portano fuori dal villaggio e che ormai conoscevo benissimo anche io.


    Il mio nome è Haruo Shin e vi scorterò solo per una parte del viaggio... Sarete poi accompagnati per il resto della missione da un altro Chunin in rientro da una missione... Purtroppo di questi tempi, con tutto quello che c'è da fare per l'OSU, non abbiamo il tempo nemmeno di disfare i bagagli…

    Appena sento Shin dire di avere problemi mi offro subito come volontario, anche se non faccio ancora parte dell'organizzazione, da bravo shinobi di Konoha cerco di dare manforte agli altri compatrioti.

    » Se posso essere d’aiuto dopo il completamento di questa missione chiamatemi pure.

    Iniziamo da una premessa... Ormai svariati mesi fa, un famoso Samurai ha avuto modo di trovarsi a scoprire la posizione di una delle prigioni usate dal mondo criminale per tenere prigionieri scomodi e ninja catturati...


    » Scusi la mia ignoranza ma di che samurai sta parlando? E’ possibile avere qualche informazione in più?


    In seguito a quella scoperta ed alla successiva eliminazione di quel luogo, abbiamo potuto scoprire la posizioni di altre basi del genere... Ciò ci porta ad oggi, siamo diretti verso una di queste prigioni, le informazioni sul luogo sono già state recapitate a chi vi accompagnerà, sappiate solo che i punti principali saranno: liberare tutti i prigionieri, catturare quanti più carcerieri possibile in modo da ottenere informazioni ed infine radere al suolo la struttura di detenzione…

    » Ci può dare qualche informazione in più sulla prigione già “eliminata” e magari anche qualche dettaglio su come ha fatto il samurai a completare il suo incarico.


    [...]

    Ad una cera, dopo esserci inoltrati nella foresta in zone che non avevo ancora frequentato, finalmente raggiungiamo il chuunin, o per meglio dire la chuunin, di cui ci aveva parlato Shin. Una ragazza con il volto coperto ma con il resto del corpo in bella vista. Come qualsiasi uomo che si rispetto appena i suoi “occhi” entrano a contatto con i miei ne rimango affascinato MA dopo aver scrollato la testa per scacciare via i pensieri torno a pensare ai fatti miei ai problemi miei… a quello che potrebbe succedere se Kurisu viene a sapere di questa Kunoichi mezza svestita.

    Anche se fisicamente la ragazza ha un corpo da paura il suo modo di essere è pessimo, come la mia Kurisu. Sentendola parlare e associandola alla mia amica, o forse più che amica, sbuffo deluso dal momento.

    Dopo la presentazione della kunoichi, Irene, gli altri ragazzi del team si presentano ed iniziano a dire la loro oppure a fare domande.
    Aspetto il mio turno in silenzio, ascoltando quello che hanno da dire anche gli altri e poi intervengo con voce tranquilla e particolarmente rilassata, come se stessi facendo un viaggio di piacere piuttosto che una missione segreta.

    » Piacere di conoscervi, io sono Shun Senju.
    Sinceramente oltre a quello che hanno chiesto gli altri non ho altre domande però vorrei condividere con voi un paio di cose che sono in grado di fare.
    Prima di tutto voglio farvi sapere che prediligo il combattimento da lontano basandomi su diverse tecniche diffensive sfruttando il doton oppure in alcuni casi il suiton.


    Prendo una pausa e poso lo sguardo su ognuno dei presenti prima di comporre il sigillo del serpente per incanalare il chakra ed iniziare a manipolare i rami dell’albero più vicino alla mia posizione.

    » Sfruttando le mie abilità sono in grado di supportarvi con un'armatura lignea, come questa che ho appena creato addosso a me.

    Compongo altri sigilli e sfruttando la tecnica della trasformazione lignea modifico la forma dell’armatura che, come per magia, svanisce nel nulla prendendo la forma del mio corpo/vestiario.
    Dopo che l’armatura lignea avvolge il mio corpo inserisco la mano nella sacca dietro la schiena ed estraggo uno dei Kunai in legno a mia disposizione.

    » Oppure posso fornirvi delle armi lignee, con un aspetto grezzo simile all’armatura, ma con caratteristiche simili se non superiori alla norma.

    Prendo una piccola pausa per osservare eventuali espressioni degli altri e poi finisco con l’ultima proposta:

    » E per finire, se abbiamo intenzione di dividerci, vorrei lasciare ad ognuno di voi degli oggetti con cui riesco a captare la vostra posizione per poterci radunare in caso di necessità o chi sa cos'altro.

    Finito di esporre le mie abilità aspetto di vedere chi vuole essere equipaggiato dall’armatura lignea o chi vuole delle armi in legno particolari.
    Finendo poi comunque per fornire ad ognuno almeno un kunai ligneo con all’interno un semino per il rilevamento.



    Riassunto Azioni


    Azioni
    - Mokuton: Wood Man Armor Model I [Chakra -5]
    - Trasformazione Lignea (Mokuton Henge) [Chakra -5]
    - Creazione 4 Kunai con all'interno Trasmittenti Lignee (Sōshinki) [Chakra -40]
    -
    -

    parametri
    Resistenza:100%
    Stamina: 100% - 50chk = 87.5%

    Maestrie e Abilità
    Abilità:
    Concentrazione del Chakra
    Disperdi (Kai)
    Transfert

    Maestrie:
    Novizio del Mokuton
    I Livello: Apprendista della Terra

    equipaggiamento
    Testa [30]: Coprifronte
    Tutto il corpo [39+dado]: Mokuton: Wood Man Armor Model I
    Braccio DX: Lame Rettrattili
    4x Mokuton: Kunai (danni 25)
    Mokuton: Tanto (danni 17)

    Consumabili
    3x Tonico Coagulante

    Conoscenze
    Naturalistiche Lv. I
    Tecniche e del chakra Lv. II
    Orientative e geografiche Lv. I

    note
    L'armatura mi dona 39+dado

    Ogni Kunai oppure arma creata dal mio pg ha 29 danni


    Poi scalerò il chakra in base a quello che mi chiedete di crearvi (tra armature e armi)



    Edited by Andry_Sanjuu - 29/10/2022, 19:15
     
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    Subito dopo il mio arrivo si presentò un quarto e ultimo ragazzo che non solo sembrava giovane come me ma che aveva una svogliatezza infinita in quei suoi occhi, durante la prima parte di viaggio venimmo a sapere della nostra missione e appena sentii le parole samurai e famoso la mia mente iniziò a vagare aprendo tutti i cassetti dei miei ricordi alla ricerca di questa informazione ma non mi venne nulla in mente.
    Il saltellare di ramo in ramo continuò per altro tempo finché non arrivammo davanti ad un'altra ragazza che esattamente come il chunnin che ci stava accompagnando era tutto fuorché normale, sia il suo atteggiamento nei nostri confronti che il suo modo di vestire era un qualcosa che urlava a gran voce "io sono forte e voi siete deboli".


    Mi piace!

    [...]

    Non sappiamo che prigionieri ci sono? Magari sapendo a che livello sono i prigionieri possiamo anche dedurre la potenza delle guardie...anche perché mandarla da sola davanti la porta mi sembra lievemente sconsiderato...o almeno questo è il mio umile pensiero da soldatessa signora

    [...]

    Mi avvicinai al bel ragazzo di konoha e dopo aver pensato bene le sue parole gli chiesi se era in grado di crearmi una katana specifica di legno disegnando sulla nuda terra una sua forma quanto più simile all'originale, una katana che non vedevo ormai sfoderata da anni, una katana che solo nei racconti del vecchio Ryoga continuava a vivere, la sua più grande creazione.



    La presi tra le mie mani e dopo averne saggiato il peso con un paio di movimento ringraziai il ragazzo ma nel mio cuore sapevo che c'era qualcosa di strano, il peso era sbagliato e per quanto bravo nelle arti magiche un samurai poteva sentirlo, non era una vera katana, non era una vera spada.

    Esattamente come dice il vecchio Ryoga...nulla batte il freddo e tagliente acciaio... Tanto bello quanto mortale.

    Con la nuova katana tra le mie mani mi presentai come gli altri ragazzi prima di me.

    Piacere di conoscervi, Sono Yumi Sawada da Tetsu e come potete vedere sono una spadaccina anche se non ancora al livello di molti miei compagni d'armi, spero di non essere un peso per nessuno di voi.

    come già accennato su discord sto postando dal cellulare, teoricamente il mio PC è tornatoa vivere dieci minuti fa (18:01) quindi spero di poterlo recuperare il prima possibile
     
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    Il gruppo iniziò con la fase organizzativa di quella missione, in particolare furono in due ad interagire con la chunin riguardo ciò che li aspettava, ovvero Echtelion e Genma. Gli altri, sempre sotto lo sguardo della ragazza, si apprestarono invece a dei preparativi, il senju si occupò infatti di dare supporto sia sul fronte offensivo che logistico con armi, armature e traccianti utili in ogni eveniente; la samurai infine, non fece molto se non prepararsi. D'altronde si sa che i samurai danno il loro meglio quando si tratta di combattere.

    Bene... Mi sembrate un bel gruppetto... E sia, dividetevi in due gruppi e state allerta... Echtelion, vai in perlustrazione ed aspetta il momento giusto per fare la tua mossa... Genma, regolati di conseguenza e guida gli altri due...

    A quel punto Irene fece qualche passo avanti dando le spalle ai quattro fissando meglio il coprifronte, per poi voltare il capo per un'ultimo avviso

    Ah... Spero che nessuno di voi sia debole di stomaco... Potreste veder scorrere fiumi di sangue... Ma se avete intrapreso questa carriera dovrete abituarvici...

    Concluse con un sorriso malizioso e con la lingue che passava lentamente sopra il labbro superiore come per gustare qualcosa di squisito. Non diede poi modo a nessuno di replicare, almeno in sua presenza, visto che scattò rapidamente in avanti pronta a dare il via alle danze.

    [...]

    Percorsa la distanza che li separava dalla meta, i quattro non solo avrebbero potuto vedere finalmente l'aspetto esterno della cosiddetta prigione, ma avrebbero anche potuto vedere la loro superiore all'opera. Lei si trovava lì, a circa venti metri da loro, proprio davanti alla porta principale di quella specie di baita con già due individui, o almeno ciò che restava di loro, spappolati in tanti pezzi disseminati intorno, su quel terreno ormai impregnato di sangue e brandelli di organi.

    TUTTO QUI IL VOSTRO BENVENUTO? DUBITAVO DI POTER FARE TUTTO DA SOLA MA INFONDO AVEVANO RAGIONE A DIRMI CHE IO FOSSI PIù CHE SUFFICIENTE.... SIETE DEI BIFOLCHI PEZZENTI!

    Gridò a gran voce scoppiando a ridere mentre assaporava delicatamente del sangue dalla mano destra ormai divenuta cremisi. Fu proprio in quel momento che la porta si spalancò mostrando una figura ancora indistinta pronta a farsi aventi.

    Povera ingenua... Guadagneremo molti soldi con te... Dopo esserci divertiti a sazietà ovviamente...

    In quel frangente, ognuno avrebbe dovuto fare la sua parte e dare il via al piano, Echtelion per primo che aveva l'arduo compito di perlustrare i dintorni in cerca di un ingresso da cui far passare gli altri.



    Innanzitutto scusate per la tremenda attesa, ora però ripartiamo e facciamolo con stile :kashi: Useremo un sistema particolare per questa missione, mi spiego:
    Lo scontro tra Irene ed il misterioso individuo dipenderà dalla qualità dei vostri post e della vostra strategia.
    Ad esempio, il giro precedente mi è piaciuto un pò per tutti e vi siete organizzati con un buon piano, cosa che ha portato a far eliminare istant due sentinelle e farvi guadagnare le seguenti informazioni: accesso posteriore esattamente alle spalle del principale vicino l'angolo sinistro dell'immobile. Lungo il perimetro ci sono altre tre guardie che, a passo svelto, si dirigono verso Irene (potete dedurre che si trovassero a sorvegliare il retro).
    Queste info le acquisirete ruolando ovviamente e dovrete regolarvi di conseguenza, ogni vostra scelta darà, come ho detto, bonus o malus ad Irene... Per dubbi e chiarimenti contattatemi pure.
     
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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    ◊ Capitolo III - Infiltrazione

    Scheda Privata - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato
    Konoha - 10 am - Foresta del Fuoco

    T5DI65
    Giunti sul luogo dell'operazione dopo una decina di minuti di viaggio, ci appollaiammo in cima a un albero tra i più alti della zona, dal quale potemmo scorgere tra le frasche quello che Irene ci avrebbe confermato poi essere il luogo di detenzione dei bersagli che era nostro compito liberare, la prigione dei mukenin. Dall'esterno appariva come una semplice baita immersa nella foresta, costruita principalmente in muratura e legno marcio, un luogo adatto alla vita del guardiacaccia o alla rimessa di attrezzi; era abbastanza grande si, ma niente che potesse sembrare una prigione nel vero senso della parola; in ogni caso sarebbe stato necessario avvicinarsi di più per poter intravedere dettagli più specifici, come ingressi secondari o falle nei muri perimetrali utilizzabili come accesso.
    Una volta in posizione, uno di fianco all'altro sul ramo che svettava in cima a una delle grandi sequoie della" Foresta del Fuoco", Irene, alla mia destra, si rivolse a noi, voltandosi e passandoci uno a uno con lo sguardo, severo ma concentrato.

    «Bene... Mi sembrate un bel gruppetto... E sia, dividetevi in due gruppi e state allerta... Echtelion, vai in perlustrazione e aspetta il momento giusto per fare la tua mossa... Genma, regolati di conseguenza e guida gli altri due...»

    Non risposi, ma feci un semplice gesto di assenso con la testa a Irene, e guardando poi gli altri tre membri della squadra, li esortai a seguirmi nella boscaglia.

    «Con me dunque, tenetevi a distanza però.»

    «Ah... Spero che nessuno di voi sia debole di stomaco... Potreste veder scorrere fiumi di sangue... Ma se avete intrapreso questa carriera dovrete abituarvici...»

    Feci un sorriso sornione vedendo la giovane chunin allontanarsi per conto suo, come da programma, verso l'entrata principale di quella che tutto poteva sembrare, tranne che una prigione in piena regola.
    Attendemmo qualche minuto per dare il tempo a Irene di mettersi in posizione, e non appena udimmo il clangore del combattimento ingaggiato dalla chunin con, intuisco, alcune guardie di pattuglia, io e il trio facemmo la nostra mossa.

    «Andrò per primo, cercherò un accesso secondario, voi tre organizzatevi per conto vostro e venitemi dietro, se c'è un altro accesso, lo troveremo.»

    Detto questo, mi lanciai giù dal ramo e precipitai verso il terreno, atterrando così silenziosamente da sembrare una foglia che cade da un ramo in autunno.
    La mia abilità d'infiltrazione e perlustrazione era ancora acerba, ma avevo imparato a muovermi senza farmi sentire, e speravo che anche gli altri tre avessero tale capacità, poichè questa era una missione d'infiltrazione, prima ancora che di combattimento.
    Mi confusi immediatamente nell'erba e nelle frasche, passando in copertura da un albero all'altro con rapidità, guardandomi ogni tanto indietro per vedere se il trio stava tenendo il passo.
    A un certo punto, dopo aver preso il fianco sinistro della struttura, il mio naso percepì tre distinti odori provenire verso di noi a passo svelto, probabilmente attirati dal clangore delle spade e dei kunai scagliati dal lato opposto della prigione, dove le frasi di sfida della kunoichi avevano trovato orecchie pronte ad ascoltarla.

    «Presto, giù!»

    Esclamai silenziosamente ai ragazzi dietro di me, invitandoli ad abbassarsi il più possibile, io ovviamente feci lo stesso.
    Di fatto, di li a pochi istanti tre loschi individui ci passarono davanti, con passo svelto e rumoroso, vicino al muro esterno della prigione, intenti a raggiungere l'altro lato della struttura, sicuramente attirati da Irene e pronti a dare supporto ai loro compagni.
    In quel momento, si poneva davanti a noi la prima delle varie decisioni che ricordo dovemmo prendere quel giorno; tendere un imboscata al manipolo di mukenin per non aggravare la situazione d'Irene, oppure lasciargli sfilare indisturbati?
    Spostando lo sguardo nella direzione dalla quale provenivano, vidi una porta di metallo, apparentemente chiusa e ora incustodita...i tre erano verosimilmente incaricati di proteggerla, ma attirati dal combattimento al cancello principale, avevano lasciato il posto di guardia incustodito per dare supporto ai compagni in difficoltà.

    «Se gli attaccassi, forse potrei coglierli di sorpresa e ucciderli prima che diano l'allarme...ma se qualcosa andasse storto perderemmo l'effetto sorpresa, e il diversivo d'Irene sarebbe stato totalmente vano.
    Di contro, se gli lasciassimo passare indisturbati, sarebbero un problema in più da gestire per lei, ma noi potremmo penetrare indisturbati dentro la prigione...mhmmm...»


    Non appena i tre mi furono a portata di spada e una decisione andava presa tempestivamente...decisi di lasciarli passare indisturbati, tenendo lo sguardo fisso su di loro ma tendendo il braccio verso il trio dietro di me aprendo il palmo e intimandogli di stare fermi e giù; dovevamo mantenere la copertura a tutti i costi...certo, si...sarebbe andato a scapito d'Irene, è vero, ma se ci avessero sorpresi e la copertura fosse saltata, il diversivo d'Irene sarebbe stato vano in ogni caso.
    Sperai con tutto il cuore che il trio avesse capito le mie intenzioni, e che non ingaggiasse in alcun modo il manipolo di mukenin, anche perché una volta lasciati passare, attirai la loro attenzione con uno schiocco di dita, e con il braccio destro, in silenzio, gli feci cenno di guardare in una precisa direzione, direzione nella quale avrebbero visto senza ombra di dubbio la porta che avevo notato poc'anzi.
    Muovendomi silenziosamente, percorsi quei pochi metri che mi separavano dalla porta di metallo, controllata fino a pochi secondi prima e ora rimasta totalmente sguarnita.
    Attesi l'arrivo degli altri tre, e poi tentai di aprirla, per entrare dentro il più silenziosamente possibile, ma con una mano sempre fissa su Nightfall, pronto per ogni evenienza.
    Qualora fossi riuscito a entrare, avrei cercato di utilizzare il mio olfatto per cercare la zona con la maggior parte di odori concentrati, verosimilmente il braccio di prigionia in cui si trovavano i bersagli.

    Sfrutto la Furtività Massima e l'Olfatto Sopraffine per muovermi e percepire il trio di mukenin, ho cercato di non essere mai autoconclusivo perchè magari pesto un ramo e ci sentono fino da Kiri.




    ◊ Resistenza 1100
    ◊ Stamina 50
    ◊ Equipaggiamento
    - Oath
    - Nightfall
    - Shuriken del Vento Demoniaco
    ◊ Conoscenze
    - Orientative e Geografiche III
    - Storiche III
    ◊ Maestrie
    - Kenjutsu [Combattente Armato II]
    - Furtività Massima [Guerriero Invisibile Lv.I]
    ◊ Bonus/Malus Attivi
    - Il danno dell'arma avrà un bonus di +10 [Kenjutsu]
    - La riuscita degli attacchi portati con qualsiasi "Arma da Taglio" godrà di un bonus pari a +20 [Kenjutsu]
    - Attacchi di armi in grado di arrecare malus e/o sanguinamenti tramite il lancio dado lo faranno senza il lancio [Kenjutsu]
    - +25 punti in una e una sola azione dell'utilizzatore, specificata come furtiva e solamente se il bersaglio non conosca già l'ubicazione dello shinobi [Furtività Massima]
    - L'utente riesce a non far rumore per farsi scovare dal nemico [Furtività Massima]
    --------------------------------------------------- »
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    ~ L' Ombra Nera
    Narrato
    Pensato
    "Genma"
    Parlato
    Altri


    Les Jeux sont faits.
    La scacchiera era allestita, un piano era stato partorito e i pezzi erano stati disposti sul campo, in attesa di avanzare per perseguire il proprio obiettivo, successo che sommato a quello degli altri elementi avrebbe decretato il successo della missione.
    Un'equazione lineare e semplice, impossibile da mal interpretare e non risolvere nella maniera corretta. Ma su quel tavolo da gioco non c'erano solamente loro, anche i loro nemici disponevano di pezzi e strategie e sopratutto un desiderio bruciante di vincere la partita che di lì a poco sarebbe cominciata.
    Il briefing fu breve ma esaustivo: l'elemento più versato nel combattimento e capo della squadra, Irene, avrebbe attirato l'attenzione del nemico permettendo ai quattro di agire furtivamente alla ricerca di un'entrata secondaria per infiltrarsi nella struttura.
    Separati sin dall'inizio, il gruppo di Genin avrebbe dovuto agire autonomamente e in armonia per riuscire a sopravvivere e per soddisfare la richiesta del mandante dell'incarico. Già in questa prima fase si sarebbe potuta delineare qualche criticità, essendo i quattro tutti Ninja di rango inferiore e probabilmente privi di alcuna esperienza come capitano di un Team, mancando di quelle fondamentali capacità di leadership indispensabili per ricoprire tale ruolo. In un certo senso, anche nel settore bellico, le "non-technical skills" del Leader risultavano ben più importanti delle sue capacità combattive o della potenza dei suoi Justu.
    Sua madre glielo aveva ripetuto spesso, quello sembrava il momento di mettere in pratica quanto appreso.

    Il gruppo di cinque procedette per circa una decina di minuti, più concentrati sulla furtività che sulla velocità dei loro movimenti: ogni metro guadagnato significava entrare nel cuore del territorio nemico, dove trappole, sistemi di sorveglianza e sentinelle potevano essere dislocate proprio per prevenire l'intrusione da parte di elementi indesiderati.
    La corsa si arrestò su un poderoso ramo di un grosso albero, gemello delle altre centinaia che costituivano la foresta del Paese del Fuoco. L' edificio in questione tutto sembrava fuorchè una prigione, non almeno come se l'era immaginata il ragazzo nella sua testa: non c'erano fossati, recinzioni o muri a delimitare il corpo centrale ovvero il braccio di detenzione, nè tantomeno avamposti o torrette dotate di luci utilizzabili di notte nei turni di guardia; l'edificio inoltre sembrava tutto fuorchè che solido ma anzi pericolante e diroccato, più un rudere dove cercare riparo di notte poichè sorpreso dall'intemperie piuttosto che un edificio di sicurezza dove contenere elementi pericolosi, quale uno Shinobi può esseree.

    Non ti far fregare dall'apparenza, idiota!

    Come se me lo dovessi dire te. Ricordati che sei mio opsite, stai zitto mentre lavoro..

    Il breve dialogo "interiore" del giovane delle Verdi Acque venne bruscamente troncato dalla voce della Chuunin che sembrava aver approvato la loro strategia e i loro preparativi oppure non era qualcosa di talmente poco interessante che avrebbe approvato qualsiasi cosa le avessero detto. Fatto sta che quel'imponente ramo, largo tanto da poter sembrare la pavimentazione di un lungo corridoio, era il luogo del momentaneo congedo tra loro e il reale punto di partenza della missione. Irene scattò in avanti, lasciando un ultimo macabro monito suggestivo di quello che sarebbe potuto succedere di lì a poco. Si era scelta sicuramente il ruolo che più le si addiceva, per capacità tecniche e per propensione personale.

    Con me dunque, tenetevi a distanza però.
    Andrò per primo, cercherò un accesso secondario, voi tre organizzatevi per conto vostro e venitemi dietro, se c'è un altro accesso, lo troveremo.


    Mi sono perso la parte del discorso in cui sei stato nominato capo? Hmpf..
    Nonostante il diversivo, stiamo allerta, il nemico potrebbe sospettare qualcosa, o che ci sia qualcun altro con Irene..


    Detto ciò si lasciò cadere dal ramo seguendo il Kiriano, atterrando leggiadro sulle sue gambe, piegandole leggermente in modo da ammortizzare la caduta. Non potè notare che, seppur il suo atterraggio fodse stato perfetto e silenzioso, quello del compagno lo era stato di più, ma a un livello talmente superiore che gli venne quasi voglia di controllare se effettivamente avesse poggiato i piedi per terra e non stesse fluttuando nell'aria.
    La distanza che separava loro dalla Chuunin era di circa venti metri, sufficiente a celarli dalla vista delle guardie ma non abbastanza da non poter sentire rumori sinistri e macabri di membra e pezzi di carne che venivano tagliati e squarciati, quindi lasciati a terra a sgocciolare e trasudare sangue e liquidi vitali. Uno spettacolo così forte, intensificato dal fatto che la donna fosse compiaciuta ed eccitata dallo stesso, cui Genma non era abituato tant'è che dovette distogliere lo sguardo e pensare ad altro per non vomitare.
    Evidentemente Irene aveva fatto bene ad avvertirli, pochi istanti prima.

    TUTTO QUI IL VOSTRO BENVENUTO? DUBITAVO DI POTER FARE TUTTO DA SOLA MA INFONDO AVEVANO RAGIONE A DIRMI CHE IO FOSSI PIù CHE SUFFICIENTE.... SIETE DEI BIFOLCHI PEZZENTI!

    Non poteva proprio dire altro? Ho un brutto presentimento..

    «Presto, giù!»

    Gli occhi di Genma avevano intercettato, tra gli arbustri e le fronde dietro cui si trovava, le sagome di tre figure armate che stavano correndo verso il luogo del combattimento, ovvero dinanzi l'accesso principale della prigione. Il primo istinto fu quello di abbassare la testa e nascondersi nella vegetazione, in modo da rimanere celati e lasciarli passare indisturbati. Ma un dubbio attanagliava la mente del ragazzo: era davvero quella la mossa più giusta? In questo scenario, i tre nemici sarebbero arrivati da Irene e l'avrebbero ingaggiata, inoltre ben presto altre forze sarebbero emerse dell'edificio per sbarazzarsi dell'intruso: la Chuunin sarebbe stata in grado di gestire tutti quei nemici, garantendo ancora loro il potere dell'anonimato? Un altro scenario possibile sarebbe stato quello di intercettare i tre, metterlo KO silenziosamente o meglio ancora catturarli, interrogarli e neutralizzarli senza che potessero reagire o alleratare altri nemici.
    Pareva che il gruppo avesse optato per la prima soluzione. L'unica speranza era quella che nessuno dei tre avesse capacità sensoriali o percettive superiori in grado di stanarli, così da non entrare in un terzo scenario completamente a loro sfavore.
    Una volta passati, il Kiriano fece cenno loro di seguirlo - per di più tramite uno schiocchio delle dita, gesto alquanto impavido quanto sconsiderato, dato che far rumore in territorio nemico non avrebbe giovato alla loro incursione furtiva - indicando qualcosa che probabilmente anche gli altri due Shinobi avevanio già individuato come un accesso secondario all'edificio, o in altre parole il loro biglietto di ingresso nell'occhio del ciclone.
    Fu sempre il Kiriano ad occuparsi di aprire la porta, il trio poco più indietro con Genma intento a intercettare eventuali sentinelle nemiche per poterle neutralizzare prima che potessero dare l'allarme.

    Yumi, Shun.. Non sono qui con l'intenzione o la pretesa di guidarvi nella missione, nonostante quanto detto da Irene. Tuttavia dobbiamo lavorare insieme, anche se ci conosciamo a malapena. Come ho detto prima, credo la mossa più intelligente sia raggiungere la sala comandi in modo da guadagnare il controllo della prigione: ci saranno mucchi di telecamere sparse in giro, averne il controllo sarà cruciale per il completamento della missione. Non so voi, ma io non ho nessuna capacità sensoriale..
    Sono cose che già saprete, scusatemi, ma è fondamentale avere ben chiaro due concetti: ci muoveremo in fila indiana, accovacciati e lungo i muri, sfrutteremo le zone di ombra. Se avete uno specchio, meglio, altrimenti useremo le armi di metallo o il coprifronte per guardare dietro gli angoli.
    Se dovessimo ingaggiare un nemico, dovremo metterlo fuori gioco in maniera silenziosa. Se possibile, prima andrebbe interrogato: numero di guardie, armeria, sala comandi.. avere una pianta del posto sarebbe ideale.
    Io sarò il primo, Yumi tu sarai subito dietro di me, hai il compito di coprirmi le spalle e conto sul tuo Taijustu nel caso ci imbattessimo in qualcuno; Shun tu chiuderai la formazione, darai un occhio alla retrovia e potrai dare supporto dalla media-lunga distanza.
    Per quanto riguarda la tua proposta, accetto volentieri il tuo Kunai, grazie!
    Se avete altro da aggiungere, questo è il momento!
    .

    Concluse il monologo, il secondo nel giro poche decine di minuti, non aveva mai parlato, forse, così tanto in vita sua.
    Che sentisse il peso di quanto detto dal Chuunin? Sul fatto di guidare i suoi compagni di squadra, di averne la responsabilità?


    Riassunto Azioni


    Azioni




    parametri
    Resistenza: 300
    Stamina: 400

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 5 Shuriken
    # 2 Kunai

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III

    note
    Sto considerando il numero di armi che dovrei avere con l'aggiornamento della scheda, dovrei aggiungermi anche le geografiche liv I.

     
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    Ren Natsume, il nome del samurai di cui stava parlando il Haruo.
    Un nome conosciuto sicuramente da tutti e sentito persino da me, talmente famoso era.
    Comunque sia di tutta la storia che ci racconta la cosa che mi colpisce di più, e che potrebbe rivelarsi una spina nel fianco è quel strano meccanismo che filmina chi tenta di utilizzare il chakra all’interno della prigione…

    Non faccio in tempo a chiedere ulteriori informazioni prima di incontrare la nostra team leader quindi rimango con un pensiero fisso, anche se in alcuni momento lo metto da parte distratto da… altro.

    « Ci sarà anche qui quel meccanismo di difesa? La scossa parte in qualsiasi punto della prigione oppure solamente nelle celle?... C’è qualche dispositivo apposito che fa scaturire la scossa?...

    Queste sono solo alcune delle domande che mi balena per la testa poco prima di raggiungere la Kunoichi.

    [...]

    Appena presento le mie abilità l’unica ragazza, a parte Irene, si avvicina e mi chiede un arma. La sua richiesta mi riempie di gioia e felicità, cosa che dimostro anche espressivamente prima di confermare di aver capito la sua richiesta con un cenno della testa.
    Compongo il solito sigillo necessario per la manipolazione del legno ed inizio a manipolare uno dei rami poco sopra di noi facendogli prendere le sembianze di una Katana lignea più vicina possibile ad un'arma reale. Non essendo ancora in grado di creare delle repliche perfettamente identiche all’originale quello che esce fuori è un'imitazione ancora rudimentale ma con un'efficacia simile, se non superiore a quella di una katana che si potrebbe comprare dal negoziante di qualsiasi villaggio.
    Nel frattempo che la creavo, come per qualsiasi altra arma lignea creata in precedenza, generò anche un semino per la percezione all’interno dell’elsa per eventuali necessità future.


    Dopo aver creato la Katana per la Kunoichi di Tetsu gli altri cosiddetti “compagni” dello strambo team in cui mi ritrovavo ignorano le mie parole e la mia offerta dei kunai.
    Sbuffo deluso, frustrato ed infastidito, per la situazione che si stava creando con queste persone straniere e che non mi conoscevano e allo stesso tempo che non conoscevo.
    Giro gli occhi all’indietro, allo stesso modo di Kurisu durante la conclusione di ogni nostra conversazione in cui iniziò a sparare stronzate, faccio spallucce ed infilo le armi che avevo appena creato nella mia sacca dietro la schiena rimpinzando il mio equipaggiamento con le nuove armi appena create.
    Dato che ormai avevo capito l’andazzo della giornata, non conoscendo praticamente nessuno e non volendo creare casino rimango in silenzio con un'espressione serena ad ascoltare le cazzate con cui ognuno cerca di dimostrare di essere meglio rispetto all’altro.
    Ovviamente ogni volta che sposto lo sguardo da uno all’altro lo insulto nel modo più fantasioso che mi viene in mente in quel momento arrivando a stamparmi un sorriso in faccia suscitato dalle stronzate a cui riuscivo a pensare in un momento come quello.

    Dato che mi trovavo comunque in una missione affidatami dal villaggio non potevo cazzeggiare e basta, ovviamente le parole della Kunoichi scostumata le ascolto e anche del Kiriano che se la stava tirando gia troppo… sicuramente si credeva meglio di noi come qualsiasi persona “adulta” che guarda i ragazzini dall’alto verso il basso.

    « Il fatto di trovarsi in un team di giovani significa che siamo un passo avanti a te… TSK!

    Comunque sia dato che non avevo niente da chiedere, e quello che stavano organizzando mi andava bene non avendo idee migliori, seguo il Kiriano.
    A differenza sua, e del ragazzino di Hekisui, non salto dritti per ditto giù ma scendo lungo il tronco dell’albero il più velocemente possibile in modo controllato ed evitando di spaccarmi eventualmente le caviglie cadendo da troppo in alto.

    Segui i comandi al meglio delle mie abilità, cercando di fare meno rumore possibile e respirando il più silenziosamente possibile durante il passaggio delle guardie.

    « Riuscirà Irene a cavarsela?... dovremmo aiutarla?...

    Se solo avessi avuto modo di capire la forza degli altri, la forza delle guardie, la forza dei miei compagni… avrei potuto proporre una divisione migliore però non possedendo una tale abilità e non consocendo gli altri ragazzi non potevo disobidire ai comandi della chuunin. Ormai aveva nominato una specie di team leader che tra l'altro doveva pure fare a gara con il Kiriano che si stava prendendo parecchie libertà… per evitare di creare ulteriori disagi nel gruppo, e rallentamenti per la missione, rimango in silenzio e quando interpellato rispondo con cenni della testa se non c’è bisogno di proferir parola.



    Ovviamente appena Genma mi richiede il Kunai, che avevo proposto a tutti prima e che nessuno aveva preso, ne estraggo uno e glielo porgo volentieri sorridendo, soddisfatto dal fatto di aver trovato qualcun altro che apprezza la mia abilità



    Riassunto Azioni


    Azioni
    - Creazione 1 Katana con all'interno Trasmittenti Lignee (Sōshinki) [Chakra -10]
    -
    -
    -

    parametri
    Resistenza:100%
    Stamina: 350 - 10 = 340

    Maestrie e Abilità
    Abilità:
    Concentrazione del Chakra
    Disperdi (Kai)
    Transfert

    Maestrie:
    Novizio del Mokuton
    I Livello: Apprendista della Terra

    equipaggiamento
    Testa [30]: Coprifronte
    Tutto il corpo [48]: Mokuton: Wood Man Armor Model I
    Braccio DX: Lame Rettrattili
    4x Mokuton: Kunai (danni 25)
    3x Mokuton: Kunai (danni 29)
    Mokuton: Tanto (danni 17)

    Consumabili
    3x Tonico Coagulante

    Conoscenze
    Naturalistiche Lv. I
    Tecniche e del chakra Lv. II
    Orientative e geografiche Lv. I

    note
    L'armatura mi dona 39+dado che è venuto 9

    Raga non mi avete cagato quindi considero che non avete preso i kunai che vi ho proposto...

    Fondamentalmente non sapevo che cacchio fare nel post, il mio pg non ha molto da fare in questa fase se non seguirvi cercando di non fare rumore quindi mi sono messo a scrivere cagate sul fatto che mi avete ignorato xD


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    Il ragazzo di Konoha mi sembrò fin troppo felice di crearmi l'arma e non potei fare a meno di restituirgli il sorriso, sapevo quanto poteva essere divertente e soddisfacente lavorare duramente fino a ottenere dei risultati e anche se il suo processo di 'creazione' era rapido e sbrigativo rispetto a quello di nonno Ryoga l'arma che mi stava donando era pur sempre una sua creazione.
    Tutto sembrava andare per il bene fino a ché il giovane uomo di Kiri non aprì bocca mostrando tutto il suo senso estremo di fiducia in se stesso, poteva anche essere un kage in incognito per ciò che mi riguardava ma il suo credersi l'unico in grado di fare qualcosa mi urtò dal profondo lasciandomi l'amaro in corpo e facendomi sentire il tipico prurito alle mani che mi veniva quando qualcosa mi urtava.


    Sinceramente non mi fa impazzire l'idea di far andare uno di noi da solo in avanscoperta, ma il piano ormai è questo quindi lasciamo stare

    Avevo sempre odiato chi si muoveva di testa sua non volendo nemmeno ascoltare i propri compagni, anche io avevo un temperamento focoso quando si trattava di combattere ma almeno avevo un minimo di buonsenso per capire che se si va con altre persone bisogna almeno far finta di sentire le loro idee, anche se poi si sceglieva di ignorarli, ma ormai si era convinto e sicuramente non era il tipo che cambia idea o ascolta troppo, quindi seguii il suo esempio e lo ignorai.
    Andammo verso il posto designato e aspettammo il via libera di Irene che non tardò ad arrivare, infatti dopo pochi secondi notammo con mio grande stupore e un pizzico di orgoglio femminile che la nostra chunnin di riferimento aveva appena disegnato dei bellissimi fiori rossi con ciò che rimaneva di quelle due 'povere' guardie, non avevo sentito grida e tra le sue mani non c'erano armi o altro e lo smembramento era così ben fatto che era come se i tizi si erano semplicemente smontati.


    A fine missione le devo chiedere come...

    Nel mentre lei incitava le altre guardie ad uscire con uno stratagemma fin troppo banale l'uomo di Kiri ci fece segno di abbassarci e dopo poco vedemmo passare tre guardie dirigersi a passo spedito verso l'ingresso principale lasciando sguarnita l'uscita secondaria di cui erano a guardia e il mio cervello iniziò a viaggiare e a fare viaggi mistici cercando di capire che cosa potevano avere in testa e che tipo di addestramento erano stati sottoposti per lasciare il loro posto senza farsi nemmeno una domanda, per quanto poteva sembrare potente si capiva lontano un miglio che lei era li solo come diversivo ma non per loro a quanto pare, strinsi il bokken che mi aveva donato il ragazzo di konoha e dovetti tenere a bada il mio istinto di saltare al collo del primo per effettuare una stoccata alla sua trachea, non potevamo rischiare di commettere errori ma allo stesso tempo non riuscivo ad accettare di lasciare tutte le guardie ad Irene.

    Dopo le chiederò scusa



    Riassunto Azioni


    Azioni
    1° //
    2° //
    3° //
    4° //

    parametri
    Resistenza:200
    Stamina:100

    Maestrie - Abilità
    Concentrazione del Chakra

    Equipaggiamento
    - wakizashi(braccio SX)
    - Mannaia
    - Mannaia
    - Katana di mokuton (danno xx)

    Consumabili

    Conoscenze
    Oratorie e Popolari I

    note
    Non so che scrivere, cià




    scheda narrativa
     
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28 replies since 11/10/2022, 17:29   929 views
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