[Esame Chunin] Prima prova - Lato sud

Team 1 Vs. Team 2

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    Legenda:
    Parlato Kaito
    Pensato Kaito
    Parlato Kyoshi


    L'attacco improvviso dell'avversario appena rinvenuto fu rapido, molto rapido; Fortuna volle che il mio compagno Kyoshi riuscì ad essere ancora più efficace respingendo così gli attacchi a distanza diretti verso di noi. Contro quell'avversario non potevo nulla, era notevolmente più abile di me, ma la sorte a volte ci mette alla prova nei momenti più impensabili.

    L'unica cosa che il kiriano non avrebbe dovuto fare, fu proprio ciò che invece che l'istinto gli suggerì in quegli attimi di cieca furia. Dopo i primi attacchi, decise infine di colpirmi da dietro con un colpo ravvicinato. Tralasciando il vile gesto dell'attacco alle spalle (anche perchè, dal canto mio, non potevo giudicare avendolo utilizzato come marionetta mentre era privo di sensi), questo gesto lo portò a scontrarsi con una delle mie migliori tecniche difensive.

    Per prima cosa, dopo quella difesa, cercai il mio avversario con lo sguardo e rimasi estremamente stupito del risultato, anche se forse, inavvertitamente, sembrava avessi un po' esagerato, ma del resto era la prima volta che la utilizzavo in un contesto reale quindi dovevo ancora prenderci la mano. Era li, steso a terra in maniera poco dissimile da come lo avevo trovato al mio arrivo. Ero felice dell'esito di quello scontro ma, allo stesso tempo, mi dispiaceva anche per lui, in fondo sapevo bene cosa si provava. Guardando poi anche il suo compagno, ancora imprigionato in quella scultura dorata, mi tornarono alla mente tutte le volte in cui mi ero sentito inadeguato alla situazione; in quello stesso momento, nonostante la vittoria, non avrei mai potuto vincere quello scontro senza le tempestive difese del mio compaesano.

    Non potevo però mostrare debolezze in quel momento, quindi ributtai giù, nelle profondità della mia mente, quei pensieri e mi ricomposi.

    "Kaito, per favore, tieni d'occhio Seto, ok?"

    Al suono di queste parole mi girai e vidi il mio compagno di squadra camminare lentamente verso il suo prigioniero.

    “L'interrogatorio continua...”

    “Certo! Come se fosse mio.”

    Risposi lanciando un'occhiata sarcastica a Sakuaron accompagnata da un leggero ghigno. Nello stesso istante, non staccando lo sguardo dal prigioniero, andai a collegare nuovamente i miei fili di chakra al corpo di seto e lo sollevai per poi avvicinarlo a me, questa volta però senza nessun teatrino realistico ma anzi, enfatizzando il fatto che fosse privo di sensi.
    Una volta arrivato fino a me il mio sguardo diventò improvvisamente serio e rilassato, niente più giochini ora; lo adagiai compostamente al suolo così da fargli tenere una postura corretta e quanto più comoda possibile, senza peggiorare la sua non rosea situazione. Mi accovacciai poi li accanto cercando di valutare lo stato delle sue ferite e presi un'ultima volta la parola.

    “Direi che lui ha già sofferto abbastanza.”

    Dissi ancora rivolto al nostro ultimo avversario prima che quest'ultimo si vedesse oscurare la vista dalla scintillante sabbia dorata in vista del secondo round di interrogatorio.

    Scheda Kaito Aikikawa

    Kaito

    Azioni
    - Tecnica del Marionettista (Kugutsu no Jutsu) sul corpo di Seto
    - Sospensione del Deserto (Sabaku Fuyuu) (materasso non sollevato da terra per Seto)



    Effetti Attivi
    //
    Stamina
    252 - 5 - 5 = 242


    Resistenza
    200
    Equipaggiamento in uso
    - Giara di sabbia: 4/5 cariche
    - Rotolo Gigante: 40/50 spazi




    Edited by Black-shadow - 12/2/2021, 22:39
     
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    SUMAIRU AKAME

    [Luogo Sconosciuto]
    Data: /Giorno della prima prova/11 mesi dopo il Meeting dei Kage


    Parlato-Pensato-Azione


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    Finalmente, la vittoria... la vittoria era a portata di mano. Era lì, dovevo solo afferrarla, solo pochi millimetri mi separavano dal vincere quella competizione che tanto ambivo passare. Era lì che finalmente si coronava il mio sogno, la possibilità di dimostrare che anche io valevo qualcosa come non avevo avuto modo di dimostrare fino ad allora? Era davvero disposto di mettere tutto me stesso per vincere ad ogni costo... ad ogni... costo? Era davverò ciò che volevo?

    La mia testa diceva di si ma sentivo dentro me un peso che mi scombussolava i pensieri, che mi appesantiva il petto e rendeva i miei sforzi vani. Il tempo attorno a me si era fermato e potevo percepire la tensione del mio avversario che già mi aspettava. Fu lì che mi accorsi di come il tempo, che in quei momenti mi sembrava così veloce, sfuggente, che sembrava un mio nemico, in realtà era ciò che poteva più essermi amico. Era davvero ciò che speravo con tutto me stesso di ottenere? Uccidere per ottenere un mero riconoscimento? Era davvero a quello che mi ero abbassato pur di riuscire a ottenere il benestare del mio stesso popolo? Un popolo che d'altronde neanche si era accorto del vero me fino a quel momento, che non sapeva neanche della mia esistenza fino a quel momento.

    La lama affilata tagliava l'aria, sottile ma non fragile, candida ma mortale, lucente ma pronta sporcarsi del peggior marciume: l'odio. Un'arma che da secoli portava solo a guerre e guerre, che portavano con se altra morte e quindi altro odio in un ciclo infinito di stermini. E per cosa? Per una medaglia?

    DTt



    Quei pochi attimi di dubbio, furono la mia rovina, furono ciò che mi fecero perdere la poca concentrazione che riuscivo a mantenere con la consapevolezza di aver sacrificato i miei compagni per una strategia destinata a fallire fin dall'inizio per il nostro divario con i nostri nemici.
    Finì bloccato senza accorgermene, lo scatto della gogna che si chiudeva attorno al mio collo arrivò improvvisamente, come una falena che si getta nel fuoco attirata dal suo calore, destandomi dalla trans dei miei pensieri in cui ormai ero bloccato.

    Cominciai a sentire il mio corpo ribollire, il mio respiro affannoso cominciava a farsi sempre più pesante man mano che passava il tempo, e come durante un attacco di panico il mio cuore cominciò a battere all'impazzata per la vergogna di essere caduto in una trappola così futile ma così ingegnosa allo stesso tempo. Quale modo migliore per riempire di ridicolo il proprio avversario se non una gogna?

    Sentivo di poter scoppiare da un momento all'altro. Volevo usare tutto il chakra in mio possesso per strattonare via le braccia da quella tecnica ma nonostante ci mettessi tutta la mia furia mi sentivo bloccato. Il legno mi tratteneva i polsi ma non tratteneva il mio corpo solo fisicamente: sentivo il flusso del mio chakra completamente bloccato, non riuscivo praticamente ad usarlo, anzi esso mi respingeva come se fosse legato a quella macchina infernale.
    La disperazione mi colpi e le parole che il mio avversario accrebbero il mio dolore ulteriolmente:

    CITAZIONE
    -Sumairu... E' passato un anno dal nostro ultimo incontro. Ti ricordavo un ragazzo sereno e tranquillo... ma questo... anch'io voglio vincere a tutti i costi... Ma provare ad eliminare un tuo compagno... dimmi... cosa ti ha spinto a cambiare così tanto? Cos'è stato che ti ha spinto a diventare il mostro che sei ora? Sono stato io? Ho fatto qualcosa di sbagliato?-



    Un magone mi bloccò la gola. Ogni parola che il mio avversario mi rivolse sembrava sincera e spontaneamente dispiaciuta. Ero diventato un essere freddo e insensibile, anche se per un solo istante. Quell'istante sarebbe costato alla mia umanità, avrebbe sporcato le mie mani con del sangue innocente che non si meritava di assaggiare il filo della mia spada. Stavo per uccidere un mio futuro compagno estraniandomi dal mondo esterno e pensando quasi esclusivamente alla prova che mi trovavo davanti, senza alcun tipo di giudizio tipico dell'animo umano.

    -Mi dispiace... ti prego perdonami...-

    Quelle parole uscirono dalle mie labbra come un bisbiglio, qualcosa di appena percettibile, coperto dai singhiozzi del pianto che cercavo di trattenere a tutti i costi. La lacrime che a stento erano trattenute m accecavano, appannandomi la vista, ma riuscivo ancora a percepire come la realtà intorno a me andava spezzandosi. Per quei pochi istanti in cui i miei occhi rossi rimasero attivi, riuscii a percepire come Seto fosse tornato ad avere un flusso di chakra normale per poi venire ancora immobilizzato ancora. Riuscivo a percepire la paura dei miei compagni che fino ad allora avevano fatto di tutto per permetterci di vincer io li avevo solamente delusi ma anche la rabbia che Haruki voleva scatenare contro il sottoscritto per averlo deluso.

    Anche senza i miei occhi, riuscivo a percepire come il mio coetaneo di Suna volesse porre fine a un essere così spregevole come il sottoscritto. Per quanto potessi in quella situazione, cercai di non permettergli di portar via la mia spada dalle mie mani, era troppo importante per me che essa rimanesse con me, come simbolo delle mie colpe ma aspettai che scagliasse la sua violenza nei miei confronti, con il pugno che già stava caricando della sua disapprovazione.

    -Sono stato un idiota a pensare di poter vincere uno scontro contro di voi, anche solo partecipare a questo torneo è stato uno sbaglio colossale. Come pensavo di riuscire a non farmi prendere dalla rabbia dopo tutta la morte che ho visto, dopo tutte le volte che mi sono deluso?-

    Aspettai per interminabili secondi, nei quali ripensai a cosa ci eravamo detti io e i miei compagni il giorno prima. Nonostante le nostre differenze, ci eravamo trovati bene, almeno credo, ed ora, solo il giorno dopo, eravamo pronti a buttarci nella mischia per gli altri e non fallire questa missione.

    CITAZIONE
    -Sumairu.. non ti resta più nient'altro da fare. Non puoi più usare il Chakra e quei ceppi hanno una resistenza che va ben oltre la tua forza.. ti prego non rendermi la cosa più difficile di quanto non lo sia già.. dimmi dov'è la vostra bandiera e ti lascerò libero di andare-

    Furono quelle parole così vuote e superiori a ridestarmi. Non avevo alcuna altra scelta? Non rendergli la cosa più difficile? Mai, non gli avrei mai detto dove si trovava la bandiera solo per compassione. Avevamo camminato troppo per arrenderci così, non potevamo in alcun modo arrenderci, anche se la situazione era disperata. Nonostante avessi sbagliato, avessi peccato di odio nei confronti di tutto il dolore che avevo provato fino ad allora, represso dentro di me, e lo avessi personificato erroneamente nella figura di Haruki, l'ultimo ostacolo verso la bandiera, non avrei mai lasciato che la prendessero per una mia soffiata, per una mia debolezza.

    -Pensa! Devo pensare a qualcosa!-

    CITAZIONE
    -Sumairu so che non è nella tua indole, ma cerca di fare tutto ciò che puoi. So che non è nelle tue corde raggirare le persone, ma se vuoi davvero riuscire ad essere un perfetto ninja dovrai imparare anche a usare qualunque cosa per avvantaggiarti sul tuo nemico-

    Il ricordo di quelle parole, che ci eravamo detti quella sera io e Seto, fece scaturire un idea nella mia testa coperta di lunghi capelli bianco argentei.

    -Hai ragione, qualunque scelta io prenda è inutile: i miei alleati sono ormai nelle vostre grinfie, la nostra missione ha avuto successo solo in parte e non posso concludere questa sfida come speravo, ma almeno ho dimostrato il mio valore ai giudici della prova.

    Non sono degno di andare avanti, ho cercato di uccidere un mio amico solo per vendetta e non sono neanche riuscito ad adempire al mio dovere di tenervi lontani dal vostro obbiettivo. Sei libero di vincere, te lo sei meritato.

    La nostra bandiera è sempre stata sotto il vostro naso, è proprio sotto quella cupola insieme alla vostra.
    C'è una cosa che non sapete di questa prova, il motivo per il quale abbiamo dato per scontato che voi non ci avreste attaccato. Io, Seto e Sakuaron siamo troppo poco esperti per affrontarvi normalmente in una sfida alla pari e di questo i giudici se ne sono accorti, grazie alle informazioni fornitegli dai nostri villaggi su di noi.

    Invece di una bandiera, siamo stati trasportati all'entrata ovest del villaggio. All'inizio eravamo spaesati, ci chiedevamo dove fosse quella bandiera che ci era stata promessa, ma ci fu spiegato di come sapessero delle mie abilità di ricerca del chakra e di quelle dei miei alleati: ti sarai accorto anche tu che i miei occhi hanno cambiato colore dall'ultima volta.
    Ebbene, visto che non potevamo competere con voi, hanno deciso di valutarci secondo le nostre abilità più promettenti, per capire se ad un organizzazione come l'OSU potessero servire dei genin con le nostre abilità, ma a quanto pare abbiamo fallito.

    Sei libero di lasciare che i tuoi alleati cerchino la bandiera, ma non troveranno nulla. Voi eravate le cavie di questa prova, i genin più promettenti dell'accoppiamento e le vostre abilità, da quanto posso confermare, erano improntate molto sul lato difensivo, abilità utili all'OSU, quindi abbiamo cercato di allontanarvi per agire più efficacemente sul recupero della bandiera, ma nonostante questo siete riusciti ad adempire al vostro compito.

    Mi dispiace di aver fallito e di aver spifferato tutto, ma ormai che senso ha per me combattere? Non ti resta che prendere la tua bandiera, o meglio la nostra
    -

    Sapevo che quelle parole avevano la stessa valenza di un ubriacone che dice di amare la prima ragazza o cane che incrocia, ma almeno potevo dire di averci provato con tutto me stesso.



    Scheda
    -------------------------------------------------------------------------
    Azioni:
    - Strattone x2
    -
    -
    -

    -------------------------------------------------------------------------
    Statistiche:
    Calcolo:
    Stamina: 90
    Resistenza: 32-1-1

    Statistiche Finali:
    Stamina: 90/150
    Resistenza: 30/150

    -------------------------------------------------------------------------
    Armatura:
    [Testa]Coprifronte[30-P. Resistenza]

    Equipaggiamento:
    -Katana
    -2x Shuriken
    -2x Meccanismo Retrattile del Kunai + 2x Kunai
    -2x Meccanismo Lancia-Spiedi + 2x Spiedi da Lancio

    Abilità / Conoscenze / Maestrie:
    -Concentrazione del Chakra/Udito Fenomenale/Transfert
    -Orientative Geografiche/Oratorie e Popolari
    -Specialista in Katane


    In pratica utilizzo le mie capacità oratorie per cercare di raggirare il mio avversario e fargli pensare che la bandiera che loro stanno proteggendo sia in realtà la chiave di volta di tutta la prova. Il mio obbiettivo è fargliela afferrare per fargli fallire la prova visto che per ogni squadra c'è la regola che non è possibile spostare la propria bandiera.
     
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    parlato sakuaron
    pensato sakuaron
    parlato Kyoshi



    La situazione stava sempre di più sfuggendo di mano,anzi si può dire che oramai la nostra sorte era stata decretata. La battaglia stava vertendo su due fronti, me e seto da una parte e Sumairu dall’altra, pensavo che portando seto di nuovo in battaglia avrebbe portato a una sorte migliore di quella pronosticata, ma a volte le favole non si realizzano, ecco come é stato per me vedere il mio compare andare una seconda volta ko, é stato come lo scomparire di un sogno.

    Qui si mette male, questo qui davanti oltre a essere un gran bastardo e pure molto più forte del mio team...non abbiamo mai avuto speranze di sconfiggerlo, come posso fare......

    Ancora silenzioso te, eh? Magari un... Pesce gatto ti ha mangiato la lingua?"

    Continua la sua presa per il culo....forse al momento é meglio assecondarlo, se decidesse di andarci pesante la situazione diverrebbe catastrofica....

    Sei curioso di sapere che sta succedendo a Suimaru?

    Mentirei dicendoti che non me ne importa, però se speri di fare leva sul mio lato emotivo sappi già che é inutile. Sumairu mi é da subito sembrato molto determinato....sicuramente non si farà sconfiggere tanto facilmente.


    Io lo riesco a sentire, e ora si trova di fronte al mio terzo alleato, e nessuno dei due si sta muovendo. Adesso, io non ho la verità assoluta in tasca, ma conosco entrambi i contendenti; ti basti sapere che Haruki, il mio compagno, sa usare una variante della tecnica che ora ti sta bloccanndo. Capisci dove sto andando a parare? Nel caso la risposta fosse no, sarò il più chiaro possibile: in questo preciso momento Suimaru è nella tua stessa posizione. Non voui credermi? Non farlo, non mi interessa. Non mi importa di te, di Seto o di Suimaru. Voglio solo sapere una cosa:
    Dove.
    Si trova.
    La bandiera"


    Rimasi perplesso da quello che avevo udito, l’unica possibilità nostra era svanita nel nulla.

    Se tutto ciò é vero che senso ha continuare questo gioco alla guerra, forse é meglio accettare la sconfitta e tornare al mio villaggio a mani vuote...Non posso crollare così, per come siamo conciati posso solo scommettere su Sumairu.....

    Non possiamo più combattere, la nostra differenza di forza é netta, senti la nostra bandiera si trova verso sud ovest dal punto in cui ti trovi. Ora che sai dove si trova la nostra bandiera permettimi di uscire da questa presa ferrifera, tanto le sorti dello scontro sono state decise, con la sconfitta di Sumairu penso non ci siano più speranze per noi, proprio per questo ti chiedo di non accanirti contro gli sconfitti, lascia stare Seto e liberami da questa morsa.

    Dopo ciò l’unica cosa che potevo fare era di sperare che l’avversario non si accorgesse della bugia detta.......

    Gli dico una posizione errata della bandiera.


    Sakuaron Hoshigaki: Scheda
    Resistenza:32
    Stamina:25
     
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    [Esame Chuunin] Prima prova
    Seto Akame





    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    Il mio risveglio fu un vero colpo di scena e approfittai dello stupore suscitato per prendere alla sprovvista i miei avversari. Le mie riserve energetiche erano ridotte e la mia condizione fisica, su cui gravava pesantemente il peso delle ferite riportate, non mi garantiva l’accesso al mio pieno potenziale.

    Nonostante questo, conscio della missione per la quale mi stavo battendo e forte della collaborazione dei miei compagni di squadra, agii con determinazione sfruttando la versatilità del mio stile di combattimento. Tuttavia Kyoshi non si fede sorprendere dalle mie iniziative e con le capacità che aveva messo in mostra fin dal primo momento in quello scontro, si adoperò per difendere il suo compare che era rimasto inerme.
    Le mie sfere lucenti si infransero su un muro di roccia, eretto dal petulante shinobi di Suna, così fui impossibilitato a sfruttarne gli effetti più insidiosi. Inoltre, in qualche maniera, avvisò il suo compagno della mia posizione in seguito all’utilizzo della mia arte illusoria, permettendogli una più rapida risposta che annullò le mie chanche di immobilizzare il marionettista travolgendomi con una raffica di vento la cui forza di impatto si infranse sul mio corpo, sbalzandomi qualche metro più indietro e riacutizzando l’ancor vivo dolore delle mie lesioni.


    Ora è davvero finita per me. Mi dispiace amici miei, ho provato ancora una volta a fare il mio meglio. Forse non è ancora abbastanza. Vi sono grato per il vostro supporto..


    La situazione era ormai critica per la nostra squadra. Riponevamo ancora molta fiducia in Sumairu che si trovava a dover affrontare Haruki, un ragazzo dalle indubbie doti combattive e che sicuramente, proprio come me, grazie al suo carattere deciso, si era allenato al meglio per migliorarsi.Dall'esito di quel combattimento pendevano le sorti di quella prova.

    Così mentre i fendenti di quel potente vento mi trasportavano in aria, pensai che il cammino che avevo davanti sarebbe stato ancora lungo e tortuoso. Evidentemente qualcuno si era impegnato più di me. Kyoshi infatti aveva legittimato la sua superiorità in quell’occasione e se non fosse stato per lui, forse sarei anche riuscito a sorprendere l’altro ragazzo. L’amarezza di non essere riuscito a contribuire alla missione nel modo in cui avrei voluto, faceva più male di tutte le ferite.

    Ma d’altra parte, nella collaborazione della squadra mi ero sentito importante; i miei compagni mi avevano dato fiducia sin dall’inizio e contavano molto sulle mie abilità. Da questo sarei dovuto ripartire per migliorarmi. Indubbiamente il mio essere analitico, con tutti gli spunti di riflessione che potevano scaturire da quelle intense giornate, mi avrebbe aiutato a temprare ancor di più il mio carattere e a riordinare le mie idee per ripartire ancora più forte. Adesso però veniva il momento del riposo.
    Così, ormai stremato, svenni.




     
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    Responso nr. #6


    Attacco -//:


    Difesa -//:


    Danni:


    Narrazione Turno:
    La fase accesa della prova sembra essersi placata in un baleno, un pò così com'era giunta. I suniani sono ora impegnati negli interrogatori per estorcere informazioni sulla posizione della bandiera e diverse informazioni giungono alle orecchie della squadra superstite. Ci sarà qualcosa di vero? I vincitori riusciranno in breve tempo ad arrivare alla vittoria?


    Situazione Finale:
    Tutto invariato, priorità ai suniani


    Commenti Arbitro:
     
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    ParlatoNarratoParlato altri Kyoshi JikiJitonSakinOC: lucky<3

    Dopo una terza, decisiva, dimostrazione di forza, la situazione sembrava essersi calmata. Seto era rimasto k.o. , Sakuaron era rimasto bloccato, Suimaru continuava a rimanere fermo immobile vicino ad Haruki, e la spada che prima mi aveva preoccupato aveva fatto un bel volo lontano dalle due presenze magnetiche umane. La nostra dominazione stava continuando, e forse anche il team avversario se ne era accorto. Infatti, per la prima volta da quando l'esame era iniziato, un nemico si degnò di rispondere alla mia semplice domanda.
    "Non possiamo più combattere, la nostra differenza di forza é netta, senti la nostra bandiera si trova verso sud ovest dal punto in cui ti trovi.[...]"
    Dopo diverse pressioni più o meno psicologiche, finalmente avevamo una posizione! Forse ci eravamo avvicinati alla vittoria! O forse no... c'erano un paio di cose che non mi quadravano. Ma almeno all'inizio non lo diedi a vedere
    "FINALMENTE! Sudovest! Vedi, non ci voleva tanto, no? Una semplice domanda, con un altrettanto semplice risposta! Ora, un altro quesito:"
    Iniziai con un gran sorriso, che poi lasciò improvvisamente spazio ad una faccia più seria.
    "Credi che sia stupido? Forse non hai capito bene cosa ti ho detto prima: io sento tutte le persone attorno a me, non importa quanto nascoste, o potenti, o silenziose essere credano di essere: nessuno sfugge alla mia percezione!
    Io vi ho sentito sin da prima che voi appariste davanti ai miei occhi con quell'atroce imboscata: io sapevo che voi eravate appollaiati lì, in attesa di qualcuno che entrasse nella vostra trappola. E tu mi vuoi davvero far credere che, nel poco tempo che ho speso pattugliando la zona circostante voi avete: messo protezioni attorno alla bandiera, individuato la mia posizione, pensato un'imboscata spostandovi nella mia traiettoria, e preparato materialmente la trappola?!?! Mi vuoi far credere che nonostante quella prevedibilissima trappola priva di senso sia la cosa e nonostante il pochissimo tempo in cui l'avete preparata, avete anche fatto un qualsiasi tipo di movimento aggiuntivo a scopo di depistarci?!? Sei serio? Suimaru si trovava a Sud-sudest, mentre voi a sudest. Avessi detto semplicemente sud avrei potuto anche crederti, ma sudovest? no, Impossibile.
    "
    Mi fermai per prendere il respiro. Oramai era chiaro che nessuno dei tre aveva voglia di rendere la loro sconfitta meno dolorosa di quanto sarebbe stata, ma avevo finito la pazienza. Alla fine, se loro volevano finire menomati, chi ero io per non avverare i loro desideri?!
    "Beh, grazie per la collaborazione"
    Conclusi, mettendo una accezione particolarmente ironica all'ultima parola. Mi ero stancato di non riuscire a fare progressi con quell'interrogatorio, avrei cercato un'altra strada, una più comoda e veloce. Feci scorrere il mio chakra jiton attraverso la sabbia dorata che avevo già estratto, ed essa rispose vivacemente, vibrando e sollevandosi in una nuvola di polvere gialla metallica.
    "Ora, puoi andare a dormire coi pesci! "
    I granelli incominciarono a compattarsi, creando prima delle masse informi d'oro che poi si trasformarono in armi, diventando mano a mano sempre più affilati e lucenti.
    Infine, con un semplice gesto della mano, provai a lanciare quattro volley da tre shuriken ciascuna verso Sakuaron, cercando di mirare principalmente il busto, ovvero l'unica parte del corpo completamente scoperta dalla mia sabbia, sia per essere sicuro di minimizzare il danno alla gabbia, sia per essere sicuro di non prendere zone delicate ed esposte del corpo. alla fine, quegli shuriken erano sì tanti, ma non andavano molto in profondità, quindi non avrebbero creato danni permanenti.
    Dopo che anche Sakuaron fosse andato fuori gioco, chiamai a raccolta la sabbia normale che avevo già usato in precedenza, e creai nuovamente il mio mezzo di trasporto preferito, per poi muovermi verso l'alto e osservare la situazione da un punto di vista più chiaro.
    Ora riuscivo a vedere gran parte della città, dalla desolata zona residenziale, alla piazza circondata da un fiumiciattolo, al porto inutilizzato, patria di diversi relitti di nave, forse relitti abbandonati in attesa di tornare al loro splendore, o forse vittime della stessa sorte della città. Rimaneva comunque un'enorme ammontare di spazio da cercare. Quindi, mi girai verso la mia bandiera. Essa si trovava in un palazzo relativamente integro, con solo il tetto in stato di decadimento. inoltre, era anche in quella che sembrava una strada abbastanza grande, una di quelle che normalmente sarebbe affollata di persone per gran parte della giornata. Mi girai a guardare quella che sembrava la piazza, o almeno, un punto di ritrovo per i cittadini di questa città prima che la distruzione totale scendesse su di loro. Ma non fu quello che catturò la mia attenzione, bensì le cinque vie che si ramificavano da esso, ognuna con un suo ponte che permetteva il passaggio del fiume sopracitato. Due in particolare, andavano verso sud, e verso sudest rispetto alla bandiera, proprio le direzioni da cui veniva il team avversario. Forse avevamo risolto il mistero
    "Kaito, li vedi quei due ponti?"
    Dissi, richiamando la sua attenzione sulle due strutture oggetto del mio studio.
    "Potrebbe essere un minimo azzardato, ma credo che abbia qualche idea su come trovare la bandiera.
    O meglio, qualche indicazione. Adesso, te vai su uno di quei due ponti, e io su un altro. Ci addentreremo nella zona residenziale, e cercheremo la bandiera. Probabilmente si trova vicino o all'interno di un palazzo non troppo distrutto in una via che prosegue nella direzione di uno dei due ponti, capito?
    Bene, io prendo quello che va leggermente più a sudovest, ma prima torno un attimo indietro a vedere che succede da Haruki
    "
    Una volta concluso il discorso, incominciai a viaggiare a velocità sostenuta verso la mia bandiera.
    Anche lì, Haruki sembrava essere in completo controllo della situazione, e sembrava che fosse riuscito a neutralizzare Suimaru abbastanza velocemente, bloccandolo in un giogo di legno da cui sembrava molto molto difficile da liberarsi.
    Non sembrava avere bisogno di aiuto, ma trovai comunque utile urlargli le nostre intenzioni
    "CI HANNO DATO LA POSIZIONE DELLA LORO BASE, CIRCA... NOI ANDIAMO A PRENDERE LA BANDIERA, MENA SUIMARU ANCHE DA PARTE MIA!"
    Poi, girai nuovamente i tacchi(o meglio, la nuvola), ed incominciai a dirigermi verso il centro della piazza. una volta lì, avrei preso il ponte che portava a sudovest (come avevo deciso insieme a Kaito), sarei entrato nella parte residenziale della città ed avrei iniziato a cercare nella zona circostante la bandiera, concentrandomi sulle case con più piani e meno distrutte forte anche delle mie capacità di percezione magnetica. Fortunatamente, la maggior parte del metallo della zona era presente nei muri sotto forma di tubature, reticolati, o masse informi. Trovare una piastra non sarebbe stato così difficile, no? Una volta localizzata, mi sarei avvicinato ad essa rimanendo sulla nuvola, provando a sollevarla con il magnetismo.

    Azioni
    1:Suna Shuriken [Sakin](1 carica)(3 shuriken)
    2:Suna Shuriken [Sakin](1 carica)(3 shuriken)
    3:Suna Shuriken [Sakin](1 carica)(3 shuriken)
    4:Suna Shuriken [Sakin](1 carica)(3 shuriken)+sospensione del deserto(1 carica)(supporto)
    Consumi
    Stamina:47-1-1-1-1-1=42
    Resistenza: 150


    Tanto per essere chiari: il mio turno normale (nonché il mio movimento) finisce quando urlo ad Haruki. Tutto quello che succede dopo è quello che faccio nei prossimi turni, lo ho descritto ora per non dover fare uno scarno post di sola ricerca (magari infruttuosa) in futuro


    Edited by sundavr - 16/2/2021, 11:10
     
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    Rimasi impallidito quando quella soave voce riecheggiò nella mia testa, in quel piccolo spazio cupo ove demoniaci pensieri continuavano a tormentarmi l'esistenza facendo si che in essa una guerra di trincea riprendesse vita. Due schieramenti si opponevano con le proprie forze e le proprie convinzioni. Luce e Tenebre. Una guerra di logoramento che tenevo segreto al mondo intero, un qualcosa che era conosciuto solamente a pochi individui e che portava la mia vita a diventare una camera delle torture. Gli occhi erano sbarrati, spenti della loro luce, freddi come il cadavere di un pover uomo tenuto fra le romantiche braccia della morte. Il corpo fermo, immobile, quasi paralizzato. Era come avessi assunto uno stato vegetale, come un uomo spento in coma posto tra la vita e la morte. Esalai un ultimo respiro che si districava in quella coltre di fumo nero, calmo come le cristalline acque del Lago Ibuse, situato in quel nebbioso Villaggio ove due dei partecipanti di quel team - tanto ostici quanto a dei serpenti privati del loro veleno - provenivano. Lentamente, emulando lo scemare della loro strategia, quel denso fumo nero come la pece si dileguava, spazzato via da quel vento debole che timido si era discostato dalle nostre figure, limitandosi ad osservare con distacco l'attacco della futile creatura che non mostrò un briciolo né di dubbio né di risentimento nella sua folle foga. Il cuore mi si fermò in petto per qualche secondo, per poi ripartire non appena quell'angelica voce gli comandò di farlo. Le palpebre si chiusero poco dopo, permettendomi di ascoltarla con maggior concentrazione e gioire della sua presenza. Ella riusciva a riportare in equilibrio il mio pover animo, risanare profonde cicatrici e far si che ogni problema fosse nullo. Sentivo nell'etere, attraverso le narici, un candido odore di uva spina misto a della dolce camomilla. Era il profumo dei suoi capelli. Sorrisi. Come non facevo ormai da tempo, da quel mostruoso attacco che un folle uomo partorì dalla sua mente. Un lungo brivido corse lungo la spina dorsale quando sentì il tocco della sua man dritta sulla mia spalla. Era al mio fianco. In ogni mio passo, in ogni mio pensiero ed in ogni mio respiro. La lama portatrice di morte si era macchiata dell'odio di quell'essere, quello che ora era costretto a subire le sorti di un infausto Destino. Stringevo la vagina dell'arma mentre con le nocciola iridi seguivo il filo della lama, ove rispecchiando su di essa, potevo intravedere una piccola parte del mio viso. Si dice che essa sia un estensione dello spadaccino. Si dice che essa possa sentire le emozioni e i sentimenti di chi la impugna. Eppure non riuscivo ad intravedere nulla di tutto ciò. Sentivo provenire solamente un profondo male da essa, lo stesso che apparteneva al Genin di Kumo. Il mio sguardo mutò, proprio come fa un serpente con il proprio strato epidermico superficiale. Stetti qualche secondo ad osservarla, mostrando in bella vista piantate occhiate di disprezzo.

    Questa è stata la tua rovina.. questa ti ha permesso di accingere ad una tale oscurità.. questa ti ha cambiato per sempre Sumairu..

    Sembrava un discorso senza senso alcuno ma per me, povera anima pia che lottava con tutte le forze per sradicare quello stesso male dal mondo, aveva un grande significato. In passato mi ponevo in continuazione la stessa domanda, sperando che un giorno tutto ciò - caos e dolore, sofferenze e perdite, guerre e violenze - potesse terminare con un lieto fine. Affrontavo ogni giorno tormentando la mia povera mente che altro non poteva fare se non immaginare un mondo completamente diverso, ove nessun conflitto sarebbe sfociato in una feroce guerra, ove nessun capriccio regale faccia piombare il terrore sul territorio desiderato, ove la vita dei bambini possa continuare a scorrere felice e non doversi preoccupare di attacchi Kamikaze. Lo desideravo tanto. La man manca, che salda teneva quella Katana, tremava sofferente mentre il piccolo organismo pulsante andava ad aumentare il battito, quasi come se il petto mi stesse per esplodere. Continuavo ad osservare quella Katana per lunghi, interminabili, secondi. Finché, indossando un armatura invisibile fatta di coraggio e determinazione, la lanciai alla mia sinistra e quasi verso il bordo esterno di quell'alto edificio. La leva superiore manca, ancor distesa in quella direzione, comandò alla sabbia presente nella mia grande Giara di uscire allo scoperto, ondeggiare con movimenti sinuosi nell'etere puro e avvolgersi su quella stessa arma, stringendola con una feroce presa quando la mano si strinse in pugno.

    E' il momento di distruggere quel male.. FUNERALE DEL DESERTO!!

    Il petto si gonfiò. Il cuore continuava a battere all'impazzata. La mente sfruttava quella stessa foga sfoggiata dall'altro Genin ma questa volta con scopi casti e assai puri. L'intenzione era quella di distruggerla, privarla della sua esistenza e spezzarla in tanti pezzi. Speravo di poter eliminare quel male e iniziare a rendere il mondo un posto migliore. Pochi secondi dopo mi ritrovo ad osservare nuovamente la creatura intrappolata, inerme, posta completamente alla mia mercé. Non ero sadico. Non ero un folle. Mi ero semplicemente limitato a difendermi, salvaguardare la mia vita e tenere ancora viva la promessa fatta alla fanciulla di cui ero tanto infatuato. Stetti in silenzio, aspettando le sue parole che non tardarono ad arrivare.

    Mi dispiace... ti prego perdonami...

    Forse erano le parole che volevo sentire. Forse erano le parole giuste che dovevano essere pronunciate in una situazione del genere. Sumairu restava un mistero, una figura che era ben lontana dall'essere che conoscevo. Sorridente e sempre felice, questi erano i suoi tratti principali ma in quel momento, in quella stretta gogna, il Genin di Kumo non era più lui. Potevo fidarmi? Potevo credere al suo dispiacere? Restai in silenzio.

    Sono stato un idiota a pensare di poter vincere uno scontro contro di voi, anche solo partecipare a questo torneo è stato uno sbaglio colossale. Come pensavo di riuscire a non farmi prendere dalla rabbia dopo tutta la morte che ho visto, dopo tutte le volte che mi sono deluso?

    Sono tutte quelle morti che dovrebbero impedirti di abbassarti a un tale livello. Tutte quelle morti pesano sulle nostre spalle. Tutti quei bambini. Tutti quegli uomini e quelle donne che hanno lottato fino alla morte e quelli che hanno tentato di salvare quante più persone possibili. Capisci? Capisci che non posso accettare un tale comportamento? Capisci che non possiamo permettere al male di trionfare? E tu che fai? Invece di continuare a lottare scappi via come un codardo verso quell'oscurità.. non posso perdonarti..

    Non potevo. Strinsi nuovamente i pugni mentre lo sguardo si crucciò sulla sua figura.

    Hai ragione, qualunque scelta io prenda è inutile: i miei alleati sono ormai nelle vostre grinfie, la nostra missione ha avuto successo solo in parte e non posso concludere questa sfida come speravo, ma almeno ho dimostrato il mio valore ai giudici della prova. Non sono degno di andare avanti, ho cercato di uccidere un mio amico solo per vendetta e non sono neanche riuscito ad adempire al mio dovere di tenervi lontani dal vostro obbiettivo. Sei libero di vincere, te lo sei meritato. La nostra bandiera è sempre stata sotto il vostro naso, è proprio sotto quella cupola insieme alla vostra.
    C'è una cosa che non sapete di questa prova, il motivo per il quale abbiamo dato per scontato che voi non ci avreste attaccato. Io, Seto e Sakuaron siamo troppo poco esperti per affrontarvi normalmente in una sfida alla pari e di questo i giudici se ne sono accorti, grazie alle informazioni fornitegli dai nostri villaggi su di noi. Invece di una bandiera, siamo stati trasportati all'entrata ovest del villaggio. All'inizio eravamo spaesati, ci chiedevamo dove fosse quella bandiera che ci era stata promessa, ma ci fu spiegato di come sapessero delle mie abilità di ricerca del chakra e di quelle dei miei alleati: ti sarai accorto anche tu che i miei occhi hanno cambiato colore dall'ultima volta.
    Ebbene, visto che non potevamo competere con voi, hanno deciso di valutarci secondo le nostre abilità più promettenti, per capire se ad un organizzazione come l'OSU potessero servire dei genin con le nostre abilità, ma a quanto pare abbiamo fallito. Sei libero di lasciare che i tuoi alleati cerchino la bandiera, ma non troveranno nulla. Voi eravate le cavie di questa prova, i genin più promettenti dell'accoppiamento e le vostre abilità, da quanto posso confermare, erano improntate molto sul lato difensivo, abilità utili all'OSU, quindi abbiamo cercato di allontanarvi per agire più efficacemente sul recupero della bandiera, ma nonostante questo siete riusciti ad adempire al vostro compito. Mi dispiace di aver fallito e di aver spifferato tutto, ma ormai che senso ha per me combattere? Non ti resta che prendere la tua bandiera, o meglio la nostra


    Ascoltavo con attenzione le sue parole e sperando, almeno in parte, di averlo aiutato a tornare sulla retta via. Speravo - e volevo - che tornasse ad essere nuovamente il Sumairu che conoscevo giacché il mondo stava andando contro ad un pericoloso periodo buio e le forze del bene non potevano permettersi di perdere un prezioso elemento. Quelle stesse parole, che con frequenza assidua volavano nella mia mente, arrivarono dirette e precise al mio udito, chiare come quella stessa aria che respiravo e non più ripetute attraverso quel subdolo Jutsu. Tuttavia c'era qualcosa che non s'incastonava nel puzzle. Qualcosa che confermava le mie idee sul suo conto.

    Insieme alla nostra..

    Sussurrai mentre il capo iniziò a calare verso il basso

    Belle parole Sumairu, davvero. Fino alla fine ho sperato di poterti aiutare a redimerti, a tornare sulla retta via. Lo volevo davvero.. ma ancora una volta ti fai scudo attraverso l'oscurità di prima. Pensi che possa fidarmi di te? Voglio aiutarti ma la tua ira è ben più forte di queste tue parole. Hai provato a tagliarmi di netto la testa dal collo, senza provare un briciolo di risentimento. Come potrei non essere titubante su queste affermazioni.. inoltre.. quella cupola come la chiami tu.. altro non è che un mio jutsu. L'ho creato io per difendere la mia bandiera e ti posso assicurare che al suo interno vi è una sola bandiera e non due come tu affermi. Insieme alla mia non c'è nulla, solamente le nostre speranze e quelle dei tanti bambini uccisi da quel attacco..

    Ero stanco, sentivo il corpo indebolirsi e non solo sul piano fisico ma anche su quello mentale. Di fronte a me si ergeva un grande muro pregno di malvagità e oscurità ed io, pover uomo, ero alla sua base, provando con tutte le forze ad abbatterlo e raggiungere così il cuore di Sumairu. Fare breccia nel suo essere era divenuta la mia priorità. Non potevo abbandonare un compagno a soffocare in una pozza d'odio, dovevo aiutarlo ma lui sembrava voler resistere a tutti i costi. Non mossi un muscolo. Non esalai nessun respiro. Semplicemente lo osservavo. Attendevo una sua risposta, curioso di scoprire quale sarebbe stata la prossima mossa della serpe. Fu' in quel momento che in quella calma landa desolata, qualcosa scombussolò le sorti del Destino, portando delle forti parole a squarciare l'etere e giungere in prossimità del luogo ove mi ergevo a paladino dei giusti.

    "CI HANNO DATO LA POSIZIONE DELLA LORO BASE, CIRCA... NOI ANDIAMO A PRENDERE LA BANDIERA, MENA SUIMARU ANCHE DA PARTE MIA!"

    Come una rapida molla, il capo ruotò in quella direzione. Ero riuscito ad udire la voce di Kyoshi, Genin di Suna. Arrivava fiera e libera, proprio come il lento battito d'ali di leggiadri uccelli, posti in un ciel sereno a volare senza pensiero alcuno. Nessun emozione era mostrata in volto. La vittoria era ad un passo e seppur fossi felice del risultato, da una parte ero triste per la certezza assoluta che in cuor mio era cresciuta. Le mie parole non avevano minimamente intaccato l'animo del Genin di Kumo. Non ero riuscito ad aiutarlo anche se avevo provato in diversi modi. Non risposi a quelle parole giacché la sagoma di Kyoshi sparì d'un tratto. Mancava poco al essere riconosciuti come vincitori di quella prova ma avevo alcune cose da terminare.

    Sumairu.. spero che anche tu abbia udito le parole di Kyoshi. Ciò rende ancor più false le tue parole e rende ancor più difficile il mio tentativo di aiutarti.. non so più cosa fare.. forse c'è qualcosa che posso ancora fare ma ti chiedo scusa per ciò che stai per subire.. un giorno spero tu possa capire..

    Era arrivato l'arduo momento del male minore. Qualcosa che tenevo nascosto in caso di necessità, da utilizzare solamente se il mio avversario non accettasse il mio aiuto. Così fu'. Portai lentamente le mani ad intrecciarti al centro del plesso solare, compiendo quindi il sigillo del serpente, lo stesso che mi permetteva di aver libero accesso alla mia Innata. Sfruttando poi quei ceppi crudeli, avrei provato a dar vita ad un piccolo pezzo di legno - poco più grande del mio palmo - e modellandolo poi in una piccola arma di legno dalla punta decisamente aguzza. Lo stringevo nella man dritta, portandolo verso l'alto al di sopra del castano crine. Infine, con una determinazione interamente casta, feci in modo che quell'arma scendeva rapidamente verso la man dritta dell'avversario, provando a conficcarla nella sua carne e trapassare l'epidermide superiore e sfociare poi in quella inferiore, passando quindi da parte a parte e lasciando un vasto buco nel suo palmo.

    Con questo ti ricorderai di questo giorno. Ricorderai l'oscurità che ha preso il controllo del tuo essere. Che sia un segno e che ti permetta di seguire la retta via. Spero tu possa capire in futuro questo mio gesto.. lo faccio solamente per il tuo bene..


    Resistenza 100-1= 99
    Stamina 120-1-8-10 = 101

    Azioni:
    - Gabbia di sabbia sulla sua Katana
    - Funerale del Deserto sulla sua Katana ( nel tentativo di spezzarla )
    - Creo una piccola arma di legno e poi lo attacco alla mano destra come descritto nel post

    Note:

    Vorrei far presente come Sumairu abbia provato a tagliare la testa ad Haruki, che seppur voglia provare a farlo riportare sulla retta via, ovviamente non si fiderebbe mai di uno che ripeto ha provato a tagliargli la testa. Inoltre, sostiene che la sua bandiera sia "INSIEME" alla mia, sotto quella cupola che vorrei ricordare è il "Nido Avvolgente" jutsu che Haruki ha utilizzato per difendere la bandiera e che quindi sa esattamente quante c'è ne siano al suo interno. Inoltre, ci sono le parole di Kyoshi che smantellano le bugie di Sumairu e che danno quindi conferma ad Haruki dell'essere che ha dinanzi. Ah e per l'attacco con l'arma di legno non so se il punto venga tolto in resistenza o quanto debba togliere in stamina, in caso Roy fammi sapere che modifico.
     
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    SUMAIRU AKAME

    [Luogo Sconosciuto]
    Data: /Giorno della prima prova/11 mesi dopo il Meeting dei Kage


    Parlato-Pensato-Azione


    2ef944e5d69bc807f2e7cb47da26e623
    Rimasi a bocca aperta: da quel piccolo spazio buoio e umido quale era la sua giara scaturì una grande quantità i sabbia e spaventosi pensieri continuavano a tormentarmi la testa facendo si che una grande paura scaturisse nel mio giovane corpo. Sentivo che quella sabbia era permeata delle convinzioni del mio avversario che si era scagliato contro di me con tanta calma e sdegno. Le tenebre la avvolgevano e per il modo in cui osservava la mia spada un pensiero doloroso mi invase le mente: voleva distruggerla.
    I miei occhi tristi e che già avevano compreso quel destino erano sbarrati, terrorizzati all'idea di star per perdere qualcosa di così importante, bagnati ancora dalle lacrime scese in precedenza ma che già si preparavano a risgorgare. Il mio corpo era paralizzato. Era come se stessi per perdere qualcosa di me, cercai di divincolarmi più e più volte dalla trappola ma fu inutile, non si smuoveva e vidi davanti a me la mia spada che andava in frantumi, irreparabilmente distrutta da quell'assalto ingiustificato nei miei confronti.

    Le parole del mio avversario in quel momento cominciarono a scivolarmi addosso, non mi importava più di nulla dopo quella visione, come un uomo spento che ormai ha perso la casa, i figli e la moglie, o qualsiasi altro affetto. Cercai di parlare ma le parole venivano strozzate dalla gola che andava seccandosi, che si districava tra l'odio e le parole di scherno che avrei voluto lanciare nei suoi confronti. Lentamente, il fumo nero come la pece andava a svanire dando spazio al sole che bagnava le nostre figure. Limitandomi ad osservare la sabbia che scivolava via dalla spada ormai distrutta nelle mie mani, che reggevano solo l'elsa di quest'ultima, il cuore mi si raggelò.

    La lama che tanto mi ricordava i miei affetti, come me, era caduta in pezzi. La mia fidata amica era esanime al suolo, dimostrando quanto gli oggetti a noi cari siano così fragili a volte. Era vero, si era macchiata dei miei crimini, ma non meritava quel trattamento, io non meritavo quel trattamento così infantile tipico di chi cerca vendetta, una vendetta giustificata certo ma non meno infantile. Stringevo l'elsa dell'arma mentre con le limpide iridi cominciai a squadrare il mio avversario intento a parlare: il mio disprezzo era incommensurabile e anche la mia voglia di finirla durante quello scontro. Abbassando ancora lo sguardo mi rispecchiai nel metallo della mia spada che mi mostro un viso corrucciato e prossimo al pianto.

    Potevo sentire le emozioni e i sentimenti mescolarsi tra loro generando solo altro dolore. Eppure riuscivo ad intravedere solo dispiacere e disprezzo negli occhi del mio avversario. Forse mi sbagliavo a provare così tanto odio? Non lo sapevo ma in ogni caso qualcos'altro attirava la mia attenzione: una voce lontana si stava avvicinando e non era niente di familiare. Non ci volle molto a capire che non si trattava di nessuno dei miei compagni ma, anzi, si trattava di un altro dei miei nemici

    CITAZIONE
    -CI HANNO DATO LA POSIZIONE DELLA LORO BASE, CIRCA... NOI ANDIAMO A PRENDERE LA BANDIERA, MENA SUIMARU ANCHE DA PARTE MIA!-

    Come un fulmine a ciel sereno, la notizia arrivò talmente inaspettata che ne rimasi sconvolto nonostante io stesso pensassi di arrendermi a mia volta vista la piega che quella missione aveva preso di lì a poco. Girando la testa in quella direzione mi accorsi che la voce che avevo udito era proprio quella di Kyoshi, Genin di Suna e mio vecchio avversario. La sua figura era illesa, non stanca e neanche affaticata. Speravo che i miei avversari fossero riusciti per lo meno a rallentarlo ma a quanto pareva non avevano avuto speranze contro tale figura.
    Quella sua uscita mi fece sorridere, a quanto pareva non si era ancora pentito di aver cercato di uccidermi da quella volta e non sospettava per nulla di quell'assurdità che stavo per compiere pochi minuti prima.

    Haruki invece non mostrava in volto alcun emozione: la loro vittoria era ad un passo eppure non sembrava volerla festeggiare con una battuta di risposta o qualcosa del genere. Le mie parole non lo avevano minimamente toccato e, con quella conferma, l'animo del Genin di Suna sembrava farsi solo più iroso nei miei confronti.

    CITAZIONE
    -Sumairu... spero che anche tu abbia udito le parole di Kyoshi. Ciò rende ancor più false le tue parole e rende ancor più difficile il mio tentativo di aiutarti.. non so più cosa fare.. forse c'è qualcosa che posso ancora fare ma ti chiedo scusa per ciò che stai per subire.. un giorno spero tu possa capire..-

    Il mio avversario compose inspiegabilmente un sigillo, quello del serpente, quindi pensai che si aspettasse di liberarmi in risposta ad una mia resa ma mi sbagliai.
    Sfruttando il legno della trappola in cui ero bloccato, un piccolo pezzo di legno venne modellato dal mio avversario in una piccola arma di legno dalla punta decisamente aguzza e che mi faceva sospettare che le sue intenzioni non erano proprio benevoli. Stringeva fermamente nella mano quello strano pugnale.
    Intuendo che le sue intenzioni non erano pienamente benevoli gli urlai contro:

    -TI PREGO! NON FARLO! IO MI SONO SPORCATO MA TU NON DEVI FARLO PER FORZA. TI SCONGIURO RISPARMIAMI. NON MI IMPORTA DELLA SPADA, HAI FATTO BENE A DISTRUGGERLA MA TI PREGO NON FARMI DEL MALE, TI PREGO!-

    Il mio avversario però non sembrava ascoltarmi, portando verso l'alto al di sopra della testa. Mi preparai al dolore che stavo per provare. Ero spaventato ed iniziai a lacrimare ancora. Non volevo morire così, non da chi diceva di sentirsi migliore da me, ne per un errore del mio animo che avrebbe sporcato quello altrui.

    -MI ARRENDO, HAI VINTO! AVETE VINTO, LA BASE SI TROVA A NORD EST IN UN PALAZZO CON UN GIARDINO INTERNO, MA ORA TI PREGO RISPARMIAMI!-

    A nulla servivano le mie parole, l'arma cominciò a scendere verso di me. Osservando la traiettoria però non era diretta al mio volto bensì alla mia mano, scelta al quanto particolare ma che mi recava non poco fastidio: perché voleva colpirmi in quel modo se non per uccidermi? Voleva forse torturarmi credendo così di redimermi dai miei peccati? Di certo quello non era uno dei suoi compiti quindi decisi di fare l'unica cosa possibile in quel momento:

    Avrei aspettato fino all'ultimo secondo, fino a che il coltello con fosse arrivato a pochi centimetri dalla mia mano, in modo che la mia strategia fosse difficilmente evitabile. Così come l'ultima volta in cui ci eravamo scontrati, Haruki si era fatto sopraffare dalla sua sicurezza, cercando di combattermi nel modo più barbarico che conosceva, attraverso la sola forza fisica e le sue conoscenze nel combattimento. Così, per quanto potessi muovere non molto agilmente la mano, quando il coltello sarebbe arrivato alla distanza giusta avrei ruotato la mano, porgendola di filo all'arma e evitando che mi prendesse il palmo per poi afferrare la mano di Haruki che si sarebbe quindi mossa più in basso del previsto poiché non frenata dal colpo.

    CITAZIONE
    -Con questo ti ricorderai di questo giorno. Ricorderai l'oscurità che ha preso il controllo del tuo essere. Che sia un segno e che ti permetta di seguire la retta via. Spero tu possa capire in futuro questo mio gesto.. lo faccio solamente per il tuo bene..-

    -Perché? Non ti è bastato rompere la mia più cara amica? Non ti è bastato rompermi un arto? Questo è quello che hai fatto, quell'arma era la cosa che più mi ricordava dei miei cari: da mio nonno che l'aveva fabbricata apposta per me con i suoi pochi averi al mio migliore amico che è morto proprio il giorno in cui decisi di usarla per la prima volta. NON CREDI DI AVER GIà FATTO ABBASTANZA?-

    Lo guardai negli occhi intensamente nel mentre cercavo ancora di strattonarmi via da quella macchina infernale in cui ero rinchiuso per evitare altri soprusi da parte sua.

    -Pensi che io ti abbia abbia detto ciò ho detto solo per prenderti in giro o per, finalmente, far finire questo strazio? Voglio solo far riposare i miei compagni che tanto hanno sofferto per farci vincere e che io ho deluso finendo in questa situazione. Ti prego, liberami da questa trappola e ti prometto che mi arrenderò e me ne andrò via da qui. Sono stanco, affamato e ferito da tutto quello che ho fatto e che tu hai detto, perché so che tutto quello che hai detto è vero. Sono un rivoltante assassino dalla lama facile ma tu non lo sei, quindi perché dovresti rovinarti torturandomi in questa maniera? Racconta tutto agli esaminatori, fammi andare in galera per ciò che ho fatto ma salvati da tutto ciò, non sporcarti anche tu le mani di sangue e orrore. Fallo almeno per Jinsei ti prego-

    Non mi resi minimamente conto di aver pronunciato quel nome in quel momento. Quella ragazza a quanto pare era la prima persona che non volevo far soffirre per nessuna ragione al mondo. Speravo solo di poter far finire tutto quel casino il prima possibile, volevo terminare quella prova, anche perdendo. Non mi importava più nulla.

    -A nome di tutta la squadra penso che sia arrivato il momento di arrendersi...-



    Scheda
    -------------------------------------------------------------------------
    Azioni:
    - Presa
    - Strattone x3
    -
    -

    -------------------------------------------------------------------------
    Statistiche:
    Calcolo:
    Stamina: 90
    Resistenza: 30-1-1-1-1

    Statistiche Finali:
    Stamina: 90/150
    Resistenza: 26/150

    -------------------------------------------------------------------------
    Armatura:
    [Testa]Coprifronte[30-P. Resistenza]

    Equipaggiamento:
    -Katana
    -2x Shuriken
    -2x Meccanismo Retrattile del Kunai + 2x Kunai
    -2x Meccanismo Lancia-Spiedi + 2x Spiedi da Lancio

    Abilità / Conoscenze / Maestrie:
    -Concentrazione del Chakra/Udito Fenomenale/Transfert
    -Orientative Geografiche/Oratorie e Popolari
    -Specialista in Katane
     
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    Pensato Kaito
    Parlato Kyoshi


    Lo scontro era finalmente concluso.
    Non ero pienamente soddisfatto poiché non avevo potuto essere incisivo quanto avrei invece voluto, avevo fatto poco ed ero ancora in piedi solamente perché un mio compagno mi aveva difeso. Non proprio ciò che mi aspettavo da questa prova...
    In quel momento però poco importava, avevamo vinto la battaglia e uno dei loro aveva appena confessato dove si trovasse la loro bandiera.

    “Almeno lui non subirà lo stesso destino...”

    Dissi riferendomi all'avversario ancora in trappolato nella morsa di sabbia dorata e spostando lo sguardo sul ragazzo senza sensi sdraiato a pochi centimetri da me.
    Non feci in tempo a pensare queste parole che...

    “Credi che sia stupido? ...”

    Il mio compagno, con fare scocciato e indispettito, iniziò a inveire contro la sua preda.

    Ci aveva mentito. Nonostante tutto, nonostante la sconfitta, nonostante fosse in trappola, inerme, in balia del suo avversario, aveva comunque deciso di mentire.
    Questa non era una reale missione, era solo un esame! Solo..... Era molto importante per tutti in realtà, ma una sconfitta è pur sempre una sconfitta no? Non sarebbe servito a nulla prendere tempo... In una reale missione si, ma non in un esame. Non sarebbe arrivato nessun rinforzo, nulla per cui sarebbe servito avere ulteriore tempo.
    I pensieri sfrecciavano nella mia mente mentre cercavo di capire quali fossero le motivazioni di quel gesto ma, invece di trovare una risposta, ne vidi piuttosto la conseguenza.

    “Ora puoi andare a dormire coi pesci!”

    Ecco. Quelle parole non lasciavano spaio all'immaginazione. Non furono una sorpresa e Sakuaron lo sapeva bene. Quest'ultimo non poté vedere a causa della struttura di sabbia che gli copriva gli occhi; forse un bene, forse un male, non saprei dire.

    Un ultimo assalto lo investì, ineluttabile.
    E così anche il secondo dei nostri avversari cadde incosciente, quasi ad imitare il suo compagno.
    Kyoshi non fece una piega, più deluso che soddisfatto, usò nuovamente la sabbia replicando quella che ormai era divenuta il nostro mezzo di trasporto prediletto, vi montò sopra e prese quota pe avere un punto di vista sopraelevato.
    Si guardò un po' in torno scrutando nella direzione indicatagli poco prima dal nostro avversario, poi rivolse lo sguardo verso la nostra bandiera. Poi infine, indicando verso est prese parola.

    "Kaito, li vedi quei due ponti?
    Potrebbe essere un minimo azzardato, ma credo che abbia qualche idea su come trovare la bandiera.
    O meglio, qualche indicazione. Adesso, te vai su uno di quei due ponti, e io su un altro. Ci addentreremo nella zona residenziale, e cercheremo la bandiera. Probabilmente si trova vicino o all'interno di un palazzo non troppo distrutto in una via che prosegue nella direzione di uno dei due ponti, capito?
    Bene, io prendo quello che va leggermente più a sudovest, ma prima torno un attimo indietro a vedere che succede da Haruki"


    Detto ciò, senza perdere ulteriore tempo, si dileguò volando scattante verso il nostro punto di partenza ove si trovava attualmente l'altro nostro compagno.

    Io invece, preso nota della direzione da imboccare per le ricerche, mi alzai e feci qualche passo per incamminarmi; qualcosa però mi frenava e non mi faceva rimanere concentrato sull'obiettivo.
    Avevamo appena sconfitto due ragazzi, due ninja, genin come noi, infranto le loro speranze e, come se non bastasse, li stavamo pure lasciando li, a terra, abbandonati a se stessi.
    Decisi quindi che non potevo andarmene così se volevo uscire da quella prova senza essere stato coerente con me stesso. Utilizzai la nuvola di sabbia richiamata pochi minuti prima, ancora li a sorreggere il corpo di uno dei due avversari, e feci in modo di posizionarvi sopra anche l'altro ragazzo e li portai verso la riva del fiume che circondava la piazza centrale del villaggio.
    Una volta raggiunto il tranquillo corso d'acqua, poggiai delicatamente a terra i due corpi, poi esitai un attimo, portai la mano destra sul kit di pronto soccorso che avevo agganciato alla coscia e lo osservai per un attimo. Lo avevo comprato per le emergenze, mi ero già trovato in difficoltà senza di esso e avevo imparato dai miei errori. Non eravamo in missione, non c'era nessuno in pericolo di vita e, sicuramente, sarebbero stati soccorsi non appena la prova fosse stata considerata conclusa, ma sapevo cosa volesse dire soffrire per delle ferite e non volevo che qualcuno patisse quel dolore per colpa mia, almeno non senza esserselo prima meritato, ma non era questo il caso.
    Presi infine la decisione, sganciai il kit di pronto soccorso dal cinturino, lo poggiai a terra e lo aprii.
    Era la prima volta che medicavo qualcun altro ma, fortunatamente, erano tutti oggetti di uso comune, non troppo efficaci, ma perlomeno utili.
    Sapevo che c'erano abbastanza medicazioni per entrambi, ma anche poco sarebbe servito almeno a lenire il loro dolore nonostante fossero svenuti, decisi così di smezzare le cure tra i due ragazzi cercando di essere il più delicato possibile.
    Sapevo che, essendo privi di sensi, non avrebbero mai saputo di questo mio gesto, ma non mi importava perché ciò che contava era proprio di averlo fatto. Lo sapevo io e mi bastava.

    Finito il processo richiusi la scatola del kit, la agganciai nuovamente al cinturino e, passandomi il braccio sulla fronte come per togliere il sudore dovuto alla concentrazione del momento, guardai in direzione della mia bandiera; ancora non c'era traccia del mio compagno ma ero sicuro sarebbe arrivato di li a poco, così montai in sella alla mia fidata nuvoletta poggiandovi sopra anche la mia giara e, soddisfatto per l'azione appena compiuta, presi la direzione suggeritami prima per cominciare, con rinnovata convinzione e con un sorriso in volto, a setacciare la zona sud/sud-est del villaggio in cerca della bandiera avversaria per porre finalmente fine a quella prima prova.

    Kaito Aikikawa

    Azioni
    - Sospensione del Deserto (Sabaku Fuyuu)
    - Azione di cura su Seto e Sakuaron (metà kit ciascuno)



    Effetti Attivi
    //
    Stamina
    242 – 5 = 237


    Resistenza
    200
    Equipaggiamento in uso
    - Giara di sabbia: 4/5 cariche
    - Rotolo Gigante: 40/50 spazi


     
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    Inganni, minacce, violenza l'essere umano era davvero capace di malignità al limite del credibile in nome del qualsivoglia obbiettivo. Ma era davvero l'obbiettivo a portare qualcuno a comportarsi in un certo modo? O era quella stessa persona a godere di certe azioni e trovare giustificazioni nei propri ideali o nel "bene superiore"? Domande, queste, che affliggono pensatori e filosofi quasi dall'alba dei tempi e non c'è occasione che vada sprecata per poterle ribadire. Addirittura un esame Chunin può essere teatro di atrocità di sorta, compiute in nome di chissà cosa, dimenticando che chi si ha di fronte non sono altro che compagni coinvolti nella loro stessa battaglia per dimostrare ciò di cui si è capaci. Già, di cosa si sono dimostrati capaci questi sei ninja? lo vedremo presto.

    L'interrogatorio portato avanti da Kyoshi sembrava essere arrivato alla svolta decisiva, Sakuaron si decise finalmente a parlare ma ciò che disse non portò l'effetto sperato. L'interrogatore non abboccò all'inganno e, rassegnato a dover cercare da solo la bandiera nemica, decise di mettere a nanna il pesciolino da lui già catturato e tenuto completamente in scacco. Non ci fu modo per il prigioniero nè di percepire nè tantomeno di evitare le raffiche di sabbia che lo dilaniarono costringendolo a perdere i sensi. A quel punto, totalmente non curante delle conseguenza della sua azione, Kyoshi diede indicazioni al compagno e si diresse a tutta velocità verso l'altra zona calda. Lì, vedendo un Haruki in completo controllo della situazione, esortò anche lui alla violenza su un avversario ormai inerme e privato di ogni possibilità d'azione, per poi darsi alla ricerca della tanto agognata bandiera.

    Il suddetto detentore del leggendario Mokuton, sconvolto dalle precedenti folli azioni del rivale e, fomentato dalle parole dell'amico e compagno, sembrò perdere la testa e decise di dare forma ad un affilatissimo pugnale ligneo, ciò al fine di lasciare a Sumairu un eterno ricordo di quel giorno, a memoria del male supremo che stava per compiere pocanzi contro quello che poteva essere definito alleato al di là della rivalità che quel frangente richiedeva. Ma nel compiere quell'azione, quanto sarebbe stato diverso da lui? Lui che si riteneva "La Pura Luce" che affronta l'oscurità, quanto era vera quell'affermazione e quanto invece basata su mere fandonie, infondo non esiste nulla al mondo che sia realmente assoluto. I principi di Yin e Yang sono in tutte le cose ed Haruki non era certo un'eccezione. Ma almeno non arrivò, come il compagno, ad infierire sul giovane inerme davanti a lui, non per reale comprensione del gesto che stava per compiere, ma probabilmente per compassione di un folle resosi apparentemente conto del male che stava per fare e che probabilmente non si sarebbe mai perdonato.

    In quegli attimi di puro terrore, Sumairu avrebbe certamente avuto modo di pensare a tante cose, probabilmente, come molti pensano, avrebbe visto tutta la sua vita scorrergli davanti agli occhi, assieme a quel pugnale che lentamente si avvicinava. Certo che l'obbiettivo del rivale fosse ucciderlo, cadde nel panico più totale, lacrime, grida di pietà, totale cedimento psicologico al punto da gridare tutto pur di salvarsi la vita. Lui che aveva fatto il duro cercando di spezzare la vita altrui, ora aveva probabilmente capito il valore di essa vedendo che la sua stava per svanire. La resa totale fu ciò che ne derivò.

    Nel frattempo vi era un altro protagonista di questi eventi che, al contrario di tutti, non riusciva a vedere i loro rivali come "nemici", erano avversari certo, ma pur sempre compagni. Lui che aveva conosciuto il dolore, non voleva che altri lo provassero come era capitato a lui. La compassione e la bontà d'animo spiccarono dal gesto di Kaito che, nonostante per necessità avesse compiuto azioni poco nobili, come il rendere Seto un mero burattino, ora era lì a curare alla bene e meglio entrambe le vittime. Due Genin che avevano dato il loro massimo per raggiungere un obbiettivo, magari non avevano saputo sfruttare al meglio le loro potenzialità come squadra, ma avevano dimostrato "cuore" più di ogni altro verso l'ideale comune.

    In definitiva come si sarebbe conclusa questa prova? Kyoshi era ormai giunto sulla bandiera e la percepiva distintamente sotto di lui, il magnetismo era già in funzione ed il freddo metallo dell'asta iniziava a vibrare, scosso da un potere invisibile. Non ci volle molto prima che si separasse dalla piastra ed iniziasse a fluttuare verso il Suniano. La bandiera era stata presa, avevamo i vincitori, la cruda verità del mondo era stata nuovamente ribadita, i portatori di violenza, chi aveva infierito su vittime portate al non poter più reagire, chi aveva dominato con pugno di ferro, o "d'oro", aveva raggiunto l'obbiettivo e superato la prova.



    Nubi nere iniziarono a coprire la zona, il sole brillò più che mai avvolgendo tutti i presenti nel lato sud di quella città distrutta. Inspiegabilmente, tutti, feriti e non, si sentirono come afferrati da un misteriosa energia e viaggiarono ad alta velocità fino a trovarsi tutti riuniti in un angolino recondito e desolato del territorio. Un punto mai attraversato e mai raggiunto dai portentosi occhi che poco prima avevano scandagliato le vaste aree. Lì, un ragazzo si ergeva sorridente, emanando una strana energia alle sue spalle, come se desse fosse ad un essere non ben definito.

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    Bene bene... E così voi sei vi siete arrovellati tanto per arrivare ad ottenere queste...

    Due bandiere comparvero improvvisamente dal nulla, una alla sua destra ed una alla sua sinistra, fluttuando verso i ninja, ormai tutti svegli ed apparentemente in piena forma, nuovamente divisi in gruppi da tre come in origine. Ma le stranezze non sarebbero finite, entrambe le bandiere rivolsero la punta dell'asta verso due dei presenti e partirono a gran velocità conficcandosi nei loro petti. Ad essere colpiti furono Kyoshi Jiki e Sumairu Akame, nello stesso istante in cui il freddo metallo li trapasso, si videro davanti loro stessi. Kyoshi venne brutalmente dilaniato da raffiche continue di shuriken di sabbia, il jutsu che aveva usato per infierire su Sakuaron, mentre Sumairu venne decapitato ed iniziò a vedere il mondo perdere le basi, cadere e vorticare, fino a che ciò che vide furono due se stessi, uno armato di una lama insanguinata, ed uno privato del capo.

    Vi è piaciuto? Quello è ciò che avreste fatto provare ai vostri alleati... Ed è uno dei motivi per cui non accederete alla seconda prova...

    Quella voce li riportò dove erano poco prima, insieme agli altri, mentre il misterioso ragazzo volse lo sguardo ad Haruki Sato, noncurante dei due che respiravano affannosamente con gli occhi spalancati.

    Stavo per riservare il loro stesso destino anche a te... Ma sembra che alla fine tu abbia capito da solo... Buon per te...

    Snobbò quindi anche lui e si rivolse a Sakuaron

    Non ho rimproveri per te se non l'essere stato quasi inutile alla tua squadra, hai però dimostrato fiducia nei compagni fino alla fine ed hai fatto tutto ciò che potevi... Avrai quindi modo di farti valere nuovamente...

    Anche lui fu quindi lasciato da parte, Seto e Kaito quindi si mossero dalla loro posizione riprendendo a fluttuare ed avanzando di qualche metro verso l'individuo.

    Voi due... Seto Akame che ben due volte ha sacrificato se stesso con determinazione e convinzione per la buona riuscita della prova, dimostrando buone doti combattive oltre che uno spiccato, seppur ancora grezzo senso strategico... E Kaito Akikawa che nonostante tutti ha mantenuto alto il suo onore di ninja soccorrendo i feriti, anche se nemici, ed ha dimostrato astuzia e strategia... Voi sarete promossi a Chunin seduta stante... Per voi l'esame è concluso!

    Fu allora che con uno schiocco di dita, il mondo intero sembrò andare in pezzi ed i ragazzi si trovarono a terra, a cospetto dello stesso ragazzo misterioso, ma privo dell'ombra alle sue spalle.

    Ah non mi sono presentato... Sono Haruo Shin... Chunin di Konoha... Preparatevi, state per tornare da dove siete venuti...

    E con questo... Plot Twist ragazzi :please: Nel momento in cui Seto stava per essere shottato la prima volta, siete finiti tutti in una illusione globale creata dal PNG che avete conosciuto e di cui a breve posterò la scheda, per chi è curioso di sapere chi sia e da dove sia uscito. Sun e Tenshi, voi andrete con Eanor e Lucky a farvi menare da Fury :rosa:
    Ricapitolando:
    Seto Akame - Promosso Chunin - 176 exp
    Kaito Akikawa - Promosso Chunin - 170 exp
    Sakuaron Hoshigaki - Ammesso alla seconda prova - 140 exp
    Haruki Sato - Ammesso alla seconda prova - 153 exp
    Kyoshi Jiki - Bocciato - 150 exp
    Sumairu Akame - Bocciato - 150 exp

    E ricordate... Volemose bene senò arriva Haruo e so cazzi vostri :eh:
     
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39 replies since 28/12/2020, 22:20   2143 views
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