[b] Cerca e distruggi

x 4 Ninja (Minimo rango Genin; Massimo 1 Chunin)

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    Colui che è e si spera sarà

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    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un piccolo gruppo di ninja selezionato che possa entrare in un terreno nemico, cercare, identificare un determinato bersaglio ed eliminarlo.
    Ulteriori informazioni saranno date a chi deciderà di prendere parte alla missione, gli interessati si rechino a Red'Nuh, il giorno xx alle xx:xx

    Come scritto nella descrizione la missione è disponibile per quattro ninja, dove massimo uno può essere Chunin. Chiunque voglia partecipare può prenotarsi scrivendolo in spoiler sotto questo post e dovrà successivamente modificare quello stesso post con l'incipit della missione. Potete ricevere questa missione come volete, o leggendola nella bacheca dell'accademia o con una lettera a casa.
     
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    Non ero riuscito ad addormentarmi senza svegliarmi continuamente di soprassalto a causa degli incubi. Rispetto al solito erano differenti. I demoni che mi attanagliavano riguardavano principalmente l’ansia e il terrore di essere scoperti durante la missione che avevo affrontato a Kumo tempo fa. Ogni volta che mi trasformavo in un pirata venivo in qualche modo intercettato e poi giustiziato da quella feccia. Sapevo bene che non era andata così in realtà ma questo non riusciva a tranquillizzarmi. Mi si stringeva improvvisamente lo stomaco e mi svegliavo madido di sudore. In quella missione ero stato l’unico a sopravvivere e a portarla a termine, perché dopo così tanto tempo mi ritornava alla mente? Che significato aveva?

    Alle prime luci del giorno mi recai all’accademia di Kiri per verificare la presenza di qualche incarico, oramai era passata qualche settimana dal mio ritorno e da quando ero stato promosso e mi sentivo in dovere di aiutare il più possibile. Scrutai la bacheca ed una missione attirò la mia attenzione:

    CITAZIONE
    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un piccolo gruppo di ninja selezionato che possa entrare in un terreno nemico, cercare, identificare un determinato bersaglio ed eliminarlo.
    Ulteriori informazioni saranno date a chi deciderà di prendere parte alla missione, gli interessati si rechino a Red'Nuh, il giorno xx alle xx:xx

    Red’nuh? Mi pareva fosse la capitale dei territori ninja governati dal raikage. Quindi sarei dovuto nuovamente partire per Kumogakure...che l’incubo mi avesse in qualche modo voluto avvertire?
    Diedi la mia adesione e tornai a casa per preparare la partenza.
    Salutai mio padre con un semplice abbraccio, lo sforzo di dividerci a causa della mia vita da ninja o la sua era diventato un po’ più facile rispetto a prima. Ognuno di noi era a conoscenza dei sentimenti dell’altro e non c’era bisogno di esprimerli sempre a parole, anche perché nessuno dei due era molto bravo in questo. Mi sarebbe mancato, come sempre. Come un po’ tutta Kiri.

    Però non ero ancora pronto ad andarmene. In queste settimane, dopo la fine del Re dei clown, avevo trovato il coraggio per chiedere un uscita a Yuno, noi due soli, e fortunatamente era andata una favola. Così l’andai a trovare. Già le avevo accennato tutto e quindi già sapeva.
    Quando incrociammo i nostri sguardi mi chiesi per un breve momento: ma devo per forza andare?
    Ci baciammo, ma le emozioni che mi scaturii erano insolite. In un momento così si dovrebbe essere semplicemente e beatamente felici, no? Eppure ero nostalgico, anche se lei era difronte a me, da lì a qualche secondo me ne sarei dovuto andare e chissà quando sarei tornato, ovviamente se fossi tornato. Perché nella vita di un ninja non puoi mai sapere quando arriverà il tuo momento, puoi sfuggirgli, combatterlo con tutta la forza che disponi, ma è necessaria un’unica volta in cui la fortuna ti abbandona ed è finita. Il mio guanto di ghiaccio ben mi ricordava come la vita di un ragazzo, perfino di un uchiha, si potesse spezzare in un attimo.
    L’ultima cosa che mi disse Yuno prima di partire fu: ricordati di raderti i baffetti. Radermi i baffi, eh? Stavo per partire alla volta di un paese straniero in parte conquistato da delle forze ostili che non desideravano altro che la caduta del mondo ninja e lei pensava ai miei baffi adolescenziali? Ed in più rideva sfacciatamente. Ecco il motivo perché ero così attratto da lei.

    Così la lasciai lì sull’uscio della sua abitazione e partii alla volta di Kumo. Questa volta ero un ninja diverso, più abile e più esperto. Ero stato testimone di abilità e tecniche al di fuori del comune e quindi non sarebbe stato così facile prendermi in contropiede. Eppure la pelle d’oca mi riportava alla realtà. Accarezzai il piccolo Ryuu che era rannicchiato nella tasca del giubbotto. Potevo scorgere solamente la testa, visto che era intento ad assaggiare l’aria e il sale portato dal vento. Guardai l’orizzonte e mi chiesi tra me e me: che cosa mi avrebbe aspettato al di là del mare?



    Edited by Steg - 6/4/2020, 10:41
     
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    Narrato - - Parlato - "Pensato"



    Erano giorni ormai che Shura si trovava a Konoha, la sua squadra era stata mandata in soccorso di un gruppo di ninja che avevano affrontato una banda di mukenin di alto livello salvando il mondo.
    Shura non era stato di grande aiuto, non era né un medico ne un ninja d’élite, per cui non era né a prestare le giuste cure ai superstiti, ne aveva partecipato al recupero, insomma era solo una ruota di scorta che ora vagava senza una occupazione per quello strano villaggio.
    Un giorno venne convocato dal suo superiore, finalmente gli fu fornita una nuova attività nel suo esilio a konoha, era giunto al limite, non fare niente lo stava straziando.
    Gli fu affidata una missione.


    CITAZIONE
    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un piccolo gruppo di ninja selezionato che possa entrare in un terreno nemico, cercare, identificare un determinato bersaglio ed eliminarlo.
    Ulteriori informazioni saranno date a chi deciderà di prendere parte alla missione, gli interessati si rechino a Red'Nuh, il giorno xx alle xx:xx

    Qualche giorno prima di quello stabilito Shura zaino in spalla si avviò verso il luogo del raduno, gli ci volle quasi tutto il tempo per raggiungere Red'Nuh.



    Shura

    Resistenza: 200
    Stamina: 200

    Tecniche usate:










    Edited by The_Dragon - 2/4/2020, 16:48
     
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    Dopo una lunga permanenza a Konoha, quasi come fosse un congedo, venni finalmente convocato per una particolare comunicazione. Non avevo idea di cosa si trattasse ma fui comunque felice di fare finalmente qualcosa o quantomeno capire il motivo di quello stanziamento nel Paese del Fuoco.

    Le acque iniziano a muoversi...

    Dissi tranquillamente al mio compagno Lars mentre ci dirigevano al palazzo dell'Hokage dove un Jonin avrebbe dovuto darmi le informazioni in merito alla richiesta. Così una volta giunti a destinazione, un uomo sulla quarantina e dai lunghi capelli castani mi accose a sguardo serio.

    Juza Wolf giusto? Scusami se vado subito al dunque...

    Disse porgendomi un foglio
    CITAZIONE
    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un piccolo gruppo di ninja selezionato che possa entrare in un terreno nemico, cercare, identificare un determinato bersaglio ed eliminarlo.
    Ulteriori informazioni saranno date a chi deciderà di prendere parte alla missione, gli interessati si rechino a Red'Nuh, il giorno xx alle xx:xx

    Conosciamo le tue capacità e ci saresti utile per questa missione... Ci stiamo tutti riprendendo dalle perdite ricevute a causa di quel basarsi e tu sei uno dei migliori elementi attualmente in forze.

    Lessi l'annuncio ed ascoltai attentamente le parole del jonin per poi rivolgermi a lui.

    Si sono io !Sarà un piacere assistervi

    A quel punto non mi restava che prepararmi fisicamente e mentalmente al viaggio verso la meta indicata.

    Andiamo Lars!


    Così il giorno seguente io ero il mio fidato compagno di mettemmo in marcia verso Red'Nuh.

    Juza Wolf

    Azioni:
    //

    Resistenza 200
    Stamina 150


    Edited by Roy90 - 1/4/2020, 22:35
     
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    Parlato - Kaito
    Pensato - Kaito


    Avevo ripreso da poco gli allenamenti a pieno ritmo dopo l’ultima missione e conseguenti cure necessarie.
    Pensavo che per un po’ sarei stato libero, in fondo avevo rischiato la pelle già nella mia primissima missione, un po’ di “vacanza” me l’ero meritata.
    Ovviamente mi sbagliavo.
    Un giorno, tornato a casa dopo un’oretta di relax post allenamento, trovai una lettera a me indirizzata.

    “E questa?”

    La aprii incuriosito e lessi il testo ivi scritto.

    CITAZIONE
    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un piccolo gruppo di ninja selezionato che possa entrare in un terreno nemico, cercare, identificare un determinato bersaglio ed eliminarlo.
    Ulteriori informazioni saranno date a chi deciderà di prendere parte alla missione, gli interessati si rechino a Red'Nuh, il giorno xx alle xx:xx

    “Di già una nuova missione? Sembra quasi che aspettassero solo che mi rimettessi in forze per mandarmi subito da qualche altra parte… Beh dai, sarà una buona occasione per testare le nuove tecniche!”

    Pensai dando girandomi verso la mia nuova marionetta e facendo un leggero sorriso.

    Lessi poi che da li a due giorni sarebbe passato un jonin a prendermi per accompagnarmi sul posto prestabilito.
    In questi due giorni preparai tutta l’attrezzatura necessaria per essere sicuro di non dimenticare nulla.
    Il giorno della partenza passò il jonin come previsto e ci dirigemmo alle porte del villaggio alla volta di Red'Nuh, ove arrivammo puntuali, in tempo per l’incontro.




    Edited by Black-shadow - 3/4/2020, 16:11
     
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    Legenda:
    Narrato
    -Pensato Akira-
    Parlato Akira
    Parlato Fuuma
    Parlato Nobu
    Parlato Sensei Hideo

    Difronte alle porte di Iwa, i tre allievi di Sensei Hideo attendevano uno ad uno che il maestro comunicasse loro i prossimi incarichi. Akira come sempre sperava di aggiudicarsi una missione di alto rango da svolgere assieme al resto del team, e lo stesso valeva per Nobu. L'unica a pensarla diversamente era, ovviamente, Fuuma. Lei preferiva agire da sola, e non credeva nel Team 24 come gli altri due. Pretendeva di essere migliore e di non avere bisogno di una squadra per svolgere qualsiasi incarico. Ciò scoraggiava Akira, sia per il dispiacere dovuto al fatto che a causa della ragazza quel gruppo non sarebbe mai stato coeso, sia perchè infondo sapeva che Fuuma aveva ragione, che lei da sola valeva più di lui e Nobu messi assieme. Eppure quel giorno Sensei Hideo parve pensarla diversamente, a giudicare dagli incarichi che assegnò loro.

    Iniziamo con te, Fuuma.

    Disse l'uomo sfogliando le scartoffie che aveva appena estratto dalla tasca interna della sua divisa.

    Domani ti recherai all'ingresso ovest del villaggio. Lì ad attenderti ci sarà il mandante di una missione di rango D. Cerca degli Shinobi che lo aiutino a recuperare la sua mandria di capre disperse sui monti.

    COSA?! Un'altra missione D?! Sensei, non è giusto! Potrei tranquillamente svolg...

    Hideo la interruppe semplicemente posizionandole una mano sul volto e spingendola fuori dal cerchio del gruppo gruppo come se la sua presenza non fosse più necessaria. Poi continuò:

    Quanto a te Nobu, accompagnerai Fuuma nell'incarico e ti assicurerai che non faccia di testa sua.

    Sissignore!

    Rispose prontamente il ragazzo, ubbidendo a qualsiasi ordine come sempre.

    Sensei, mandi Nobu a svolgere la cosa delle capre da solo, la prego! Io ho bis...

    Silenzio!

    Disse tranquillamente Hideo, con quel suo modo di fare calmo e pacato che per un motivo misterioso era capace di gelare il sangue nelle vene di chiunque.

    Ed ora veniamo a te, piccolo Akira. Leggi qui.

    Continuò il Sensei porgendo al ragazzo un foglietto, che egli prese tra le dita leggendolo con il suo fare apparentemente svogliato, nonostante dentro di sé lo stupore cresceva di parola in parola.

    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un piccolo gruppo di ninja selezionato che possa entrare in un terreno nemico, cercare, identificare un determinato bersaglio ed eliminarlo.
    Ulteriori informazioni saranno date a chi deciderà di prendere parte alla missione, gli interessati si rechino a Red'Nuh, il giorno xx alle xx:xx


    Signore, ma questo è un incarico di grado B...

    Mormorò Akira convinto che il Sensei avesse semplicemente sbagliato biglietto. Ma così non fu:

    Esattamente ragazzo. Partiremo questa sera stessa, ti accompagnerò io a Red'Nuh. Qualcosa in contrario?

    Concluse avvicinando il volto a quello del giovane e squadrandolo con un sorrisetto divertito sul volto.

    ...no...

    Sussurrò Akira titubante. Ciò che accadde dopo fu per Akira come un sogno appannato. Nemmeno si accorse delle proteste rumorose di Fuuma e delle parole incoraggianti di Nobu. Ne si rese conto di essersi voltato e diretto verso il suo alloggio per prepararsi. Seppe soltanto che qualche ora più tardi era in viaggio con Sensei Hideo verso una meta alui sconosciuta.


    Akira Okazaki
            Resistenza: 150/150
            Chakra: 200/200


    Azioni:
            //

    Effetti attivi:
            //


    Effetti passivi:
            //



    Edited by Stand Alone - 3/4/2020, 18:59
     
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    "Cosa fai, adesso cominci anche a fumare?"

    Yudai tirò una lunga boccata dalla sigaretta ormai finita squadrando distratto il rapporto che gli avevano da poco portato le sue spie al fronte, poi la spense schiacciandola sul posacenere

    "Dai non ignorarmi, non sopporto quando fai così!"

    Il Raikage scosse la testa, da mesi le cose per il suo villaggio erano andate sempre peggio, prima la sconfitta in guerra, la perdita dei terreni, della capitale, ora con quello che aveva scoperto gli Anbu rischiavano di finire dalla padella alla brace, in confronto il fumo di una sigaretta era l'ultimo dei suoi problemi:

    "Sempre a farmi la predica eh Saiken? No hai ormai imparato a conoscermi?"

    L'uomo era il Jinchūriki del sei code da anni ormai, ci aveva stretto una profonda amicizia e questo aveva portato il bjuu a conoscere tutte le sfaccettature del suo carattere, battibeccare almeno due volte al giorno era diventata una prassi ormai consolidata. Quello che l'univa però era molto più che un semplice legame affettivo, i due condividevano i sentimenti, le emozioni, le paura, l'animale sapeva che il suo portatore stava vivendo un pessimo momento e cercava suo malgrado di fare il possibile per tirarlo su di morale.
    Il breve dibattito interiore non durò molto, l'apertura inaspettata della porta del suo ufficio li interruppe prima che il cercoterio potesse replicare:

    "Signore, mi scusi per l'intrusione, le volevo informare che sono arrivati i ninja che lei aveva richiesto."

    Il Raikage si girò prontamente verso il suo sottoposto, cercando di sfoggiare il miglior sorriso di cui era capace:

    "Perfetto! Fateli subito venire nel mio ufficio, non abbiamo tempo da perdere!"

    L'uomo rispose con un inchino prima di richiudersi la porta alle spalle; Yudai si mise a dare una rapida sistemata alla sua scrivania in completo disordine e spalancò la finestra rimasta chiusa da decisamente troppo tempo:

    "Certo, come se bastasse qualche secondo di aria pulita per far andare via la puzza..."

    "Così non mi sei affatto di aiuto, ora smettila di criticarmi che devo mettere su la mia migliora faccia da Kage..."

    [...]

    I giovani ninja che aveva risposto all'annuncio che era stato reso pubblico tramite le accademie e tramite le lettere a domicilio raggiunsero la nuova capitale del Paese del Fulmine, Red'Nuh, luogo dove tutte le forze alleate di Kumo si erano ritirate dopo l'espansione ad opera dei Jashinisti. Arrivati alle porte del villaggio i ragazzi sarebbero stati prontamente accolti dalle guardie all'ingresso che dopo essersi assicurati delle loro intenzioni li avrebbero fatti entrare, rivelandogli uno squarcio suggestivo del posto:

    ezgif_66

    La vita lì sembrava aver ripreso a girare, quello che si poteva vedere però anche da forestieri erano l'apparente sovraffollamento che li affliggeva, i più ricchi aveva trovato riparo nelle diverse casette pittoresche sparse nel luogo, mentre i più poveri che con l'occupazione avevano perso la casa, i lavori, alcuni persino la famiglia, avevano dovuto arrangiarsi sotto i ponti o ai bordi della strada vivendo in stracci e campando di elemosina.

    ezgif_67

    Seguendo la guardia che li aveva fatti entrare, i ninja furono condotti lungo un sentiero che si perdeva nella in una foresta di alberi sempre più fitti mano a mano che vi ci addentrava; dopo qualche minuti arrivarono all'ingresso di quello che sembrava a tutti gli effetti un antico tempio difeso da altri uomini del Raikage, ai quali bastò solo un cenno del loro collega per farsi da parte. Una volta dentro ed ammirati gli interni ed i corridoi in pietra, i giovani vennero condotti ad una porta con due ampi battenti in legno, un modesto uscio che rivelò l'improvvisato ufficio del Raikage:

    "Buongiorno e Benvenuti!"

    L'uomo, sulla quarantina, aveva alle sue spalle una finestra aperta che dava sul lato incontaminato della foresta, sorrise radioso a tutti i nuovi arrivati, facendogli cenno di avvicinarsi:

    "Spero abbiate fatto un buon viaggio! Prima di darvi tutti i dettagli vorrei sapere da voi nome, grado e villaggio di appartenenza."

    Molto bene si comincia. Descrivetemi il viaggio per arrivare al luogo d'incontro, vi ricordo che i Genin non hanno la possibilità di muoversi liberamente tra i villaggi senza un accompagnatore di grado superiore, quindi occhio a quello che scrivete :hat:
     
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    Legenda:
    Narrato
    -Pensato Akira-
    Parlato Akira
    Parlato Sensei Hideo
    "Parlato Raikage"

    Oramai Akira, accompagnato da Sensei Hideo, era giunto alle porte del villaggio di Red’Nuh. La strada percorsa tra Iwa e la nuova capitale di Kumo era stato lunga ed aveva spinto il giovane ed il suo maestro a passare molto tempo a stretto contatto l’uno con l’altro. Eppure nonostante questo i due non avevano parlato molto, anzi, quasi per niente. Il motivo era che l’intera mente di Akira era completamente assorbita da intensi pensieri riguardanti la meta di quel viaggio, e staccarsi da tali pensieri per dialogare con Sensei Hideo era così faticoso che eccetto qualche raro tentativo, il ragazzo non ci aveva nemmeno provato. Allo stesso tempo il Sensei, conoscendo la storia del suo allievo, sapeva esattamente cosa gli frullava per la testa, e ciò lo spingeva a rispettare il silenzio del ragazzo e a permettergli di vagare nelle proprie emozioni. Sensei Hideo, guardando il volto impassibile di Akira Okazaki, aveva quasi l’impressione di riuscire a leggergli dentro. Sapeva che anche se gli occhi del giovane guardavano le porte del villaggio, in realtà vedevano altro. Gli occhi di Akira infatti vedevano i ricordi di quando lui e la sua numerosa famiglia vivevano una vita normale proprio in quel paese, Kumo. Paese in cui tutto cambiò quando, nell'anno 18 d.Z., Kumo venne invasa dal governo Jashinista che portò con se violenza e repressione. Akira stava ricordando la sua fuga, quando fu costretto a lasciarsi la propria famiglia alle spalle per fuggire ad Iwa dove aveva trovato rifugio. Erano passati due anni da quel giorno, due anni durante i quali il ragazzo non aveva pensato ad altro. Ma ora che calpestava nuovamente il suolo del suo paese d’origine, quei pensieri erano più vividi che mai. L’ultima volta che la mente gli era stata invasa dai ricordi con tanta violenza era stato durante il suo esame per diventare Genin, dove la paura di essere bocciato e di non riuscire quindi a diventare uno Shinobi l’aveva infuocato fin dentro le ossa. Ora riviveva quelle emozioni. D’altronde ciò che in principio aveva spinto Akira a diventare uno Shinobi era proprio la possibilità di diventare importante, influente e soprattutto di acquisire il potere necessario per tornare a casa sua, Kumo, e combattere per riprendersi la propria famiglia. Ma ora che, grazie alla sua prima vera missione Ninja, era riuscito a tornare a casa, non si sentiva pronto, e aveva paura.
    Una mano appoggiata sulla sua spalla lo destò dai suoi pensieri. Si voltò, incrociando lo sguardo di Sensei Hideo, il quale gli rivolse un’occhiata intensa e disse:

    Akira, io non proseguirò oltre. Vai da quelle guardie e digli che sei qui per la missione, ti faranno entrare.

    Ricevuto Sensei...

    Rispose prontamente l’allievo, ma nella sua risposta non c’era l’eccitazione che aveva provato inizialmente quando aveva saputo di essere stato scelto da Hideo per svolgere un incarico di grado B. Negli occhi neri come la pece del ragazzo aleggiava lo sguardo vuoto di chi con la testa è altrove. E dopo avergli risposto, si voltò e si diresse verso le porte senza aggiungere altro. Il suo maestro lo osservò allontanarsi con la fronte aggrottata per qualche istante, ma poi non riuscì a trattenersi ed alzando la voce disse:

    Ragazzo, so cosa ti affligge. Ora che sei qui nel tuo paese d’origine, ti senti in dovere di fare ciò che ti eri ripromesso quando due anni fa sei dovuto scappare, ma allo stesso tempo ti senti impreparato e hai paura di rovinare tutto.

    Akira si era fermato e nel silenzio che seguì i due si osservarono per qualche istante, poi Sensei Hideo aggiunse:

    Ti voglio promettere una cosa: ci saranno altre occasioni! Non è questo il momento per combattere i tuoi mostri, non sei altro che un moscerino per loro. Ma ti prometto che un giorno sarai pronto ed io sarò al tuo fianco. Stai attento, non fare niente di stupido, io credo in te.

    Detto ciò, il maestro si voltò e se ne andò, lasciando Akira con sè stesso.

    Una decina di minuti più tardi, Akira ed i suoi compagni di missione con cui non aveva ancora avuto modo di parlare, attendevano davanti a quella che gli era stata descritta come la porta d'ingresso per l'ufficio del Raikage. Le parole che pochi minuti prima Sensei Hideo gli aveva rivolto, adesso risuonavano forti nella testa del ragazzo. Era Akira stesso che si costringeva a ripeterle come fossero il suo mantra. Il cuore gli diceva di sfruttare l'occasione di poter parlare con il Raikage per potergli chiedere se qualcuno sapesse qualcosa di che fine avesse fatto la famiglia Okazaki, o su quali erano i piani del Raikage per riconquistare il paese, o semplicemente se avevano intenzione di fare qualcosa anziché restare rintanati in un angolino di Kumo. Voleva che qualcuno lo rassicurasse dicendogli che le sue speranze non erano vane. E chi meglio poteva farlo se non il Raikage in persona? Ma allo stesso tempo la testa gli diceva di ascoltare Sensei Hideo, di "aspettare di essere pronto". Ma persino quando il ragazzo varcò assieme agli altri l'ingresso del suo ufficio, non riusciva a decidersi se ascoltare la testa o il cuore. Infine, quando il Raikage diede loro il benvenuto e disse:

    "Spero abbiate fatto un buon viaggio! Prima di darvi tutti i dettagli vorrei sapere da voi nome, grado e villaggio di appartenenza."

    Akira decise di non farsi prendere dalle emozioni, e di limitarsi il più possibile:

    Il mio nome è Akira Okazaki, sono un Genin del Villaggio della Roccia ma sono originario di Kumo. Sono dovuto scappare da qui due anni fa a causa dell'invasione... è da quel giorno che non vedo più la mia famiglia!

    Ma nonostante ciò, alcune parole di troppo sfuggirono comunque dalla sua bocca, senza quasi che se ne rendesse conto.


    Akira Okazaki
            Resistenza: 150/150
            Chakra: 200/200


    Azioni:
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    Arrivato ai cancelli di Konoha, trovai quello che, a giudicare dal giubbotto che indossava, doveva essere un chunin ed a quanto pare mi stava aspettando.

    Alla buon ora, forza Wolf... Io ti accompagnarò fino a Red'Nuh, non perdiamo altro tempo... Il mio nome è Ishizaki...

    Lo shinobi emanava una strana sensazione di serietà eccessiva, parlava poco ma sopratutto evitava qualsiasi contatto con Lars. Più andavamo avanti più non desideravo altro che arrivare per togliermi dalle scatole quel tizio, dovettero.però trascorrere ben cinque giorni, fortuna che il mio fidato compagno era molto più di compagnia, seppur il parlare con lui sembrava mettere a disagio il mio superiore. In un modo o nell'altro riuscimmo comunque ad arrivare a destinazione e finalmente potrò salutare il brontolone.

    Bene, ci siamo... Io ora ho altro da fare, ci rivedremo qui a fine missione... Mi raccomando!

    E senza nemmeno aspettare risposta, svanì in una nuvola di fumo. Tirai un sospiro demoralizzato, causato dal solo pensiero di dover fare con lui anche il viaggio di ritorno, e mi diressi verso le porte della nuova capitale del Fulmine dove venni accolto da delle guardie.

    Salve, sono Juza Wolf e lui è Lars... Siamo qui per la missione

    A quanto pare sapevano già del mio arrivo e sopratutto non ero solo, era stata tirata su una bella squadra e ciò faceva presagire qualcosa di pericoloso. Tutti insieme veniamo quindi fatti entrare e, percorrendo le vie della capitale, si in crescita, ma dilaniata da diversi problemi, non potei non provare una certa empatia con quelle genti, come me dilaniate dalla brutalità della guerra. Dopo un discreto tratto di strada fuori città, giungemmo infine in un tempio, attualmente sfruttato come residenza del Kage. Kumo ormai era solo l'ombra di ciò che era stata, ma un'ombra minuti di zanne ed artigli, e pronta ad usarli per tornare ai vecchi fasti. Tra un pensiero e l'altro, giungemmo infine dinnanzi all'ufficio del Kage ed aprendone la porta, un forte odore di chiuso, solo leggermente defluito, mi riempi le narici. Il benvenuto dell'autorità massima del posto fu rapido e formale ed uno dei miei nuovi compagni non perse tempo a rispondere, io lo seguii a ruota.

    Juza Wolf... Attualmente stanziato a Konoha, mio paese di origine... Ma sono divenuto ninja a Kiri e tutt'ora ne faccio parte... Lui è il mio fidato compagno Lars...

     
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    Nei giorni di viaggio le mie sensazioni erano confuse.

    Mi ero rimesso in forze in fretta e potevo finalmente affrontare una nuova missione. Era solo la seconda missione e la prima era stata un disastro, ero tornato vivo per miracolo. Potevo nuovamente vedere quei paesaggi così colorati e diversi dal solito paesaggio del mio villaggio. Quegli stessi paesaggi mi riportavano alla mente il viaggio fatto per la precedente missione, tante speranze e tanto entusiasmo infranti in un totale fallimento (almeno per quanto riguardava me).
    Potevo finalmente mettere in pratica le nuove tecniche apprese negli ultimi estenuanti allenamenti. Stesso pensiero avuto alla partenza per la precedente missione, nella quale risultai totalmente inutile ed impreparato.

    Un turbinio di pensieri affollava la mia mente ed io non sapevo se essere entusiasta oppure intimorito.
    Il jonin che mi faceva da accompagnatore probabilmente sapeva a grandi linee com'era andata la mia precedente missione e, per alleviare un po' la tensione, provó ad intavolare un discorso, uno di quelli generici, giusto per intrattenersi. Stetti al gioco. Non mi andava di aprirmi, non con chi conoscevo appena, perlomeno. Io preferivo risolverli da solo i problemi; farsi aiutare è segno di debolezza, ma la mia mente non è debole, non ho bisogno di aiuto.
    Così chiacchieriamo un po' del più e del meno, per far passare il tempo più velocemente.
    La chiacchierata però non fu inutile, non risolse i miei problemi, ma mi permise almeno di prendermi una pausa dalla confusione.

    Dopo circa una settimana, arrivammo finalmente a destinazione.
    Varcammo le porte della città, dopodiché il mio accompagnatore si separò da me augurandomi buona fortuna.
    Non ero solo, a quanto capii era stata formata una squadra di Ninja provenienti da vari villaggi.

    "Speriamo che questa squadra funzioni meglio dell'altra..."

    I pensieri andarono agli shinobi con i quali avevo dovuto collaborare per uscire dal palazzo/verme di quel pazzo. Erano forti e sapevano il fatto loro, certo, nulla da ridire, ma si erano create delle discordanze riguardo alla strategia ed al metodo di azione (cosa in effetti normale tra persone molto diverse che non si sono mai viste prima).

    Una volta arrivati tutti, ci scortarono lungo un sentiero tra gli alberi fino ad arrivare ad un edificio, forse una specie di tempio, adibito a quartier generale.

    Lungo questo breve tragitto potei notare le condizioni precarie degli abitanti.
    Fu osservando tutte quelle persone in difficoltà che tutti i miei dubbi si dissiparono. Le incertezze scomparvero lasciando posto alla determinazione. Quella vista mi ricordò il motivo per cui ero diventato un ninja,il mio scopo. Avevo intrapreso questa via per difendere, proteggere ed aiutare i più deboli e per farlo, dovevo andare avanti, missione dopo missione, e diventare più forte.

    Seguii il gruppo un po' sovrapensiero per via della ritrovata motivazione ma venni riportato alla realtà quando ci aprirono le porte di una stanza e al suo interno, ad accoglierci, c'era il Raikage in persona.

    Mi aspettavo un accoglienza molto seria e formale, invece fu calorosa e gentile, senza però perdere di autorevolezza.

    Giustamente ci vennero chiesti i nostri dati, come se non fossero già scritti nelle nostre schede che sicuramente gli saranno state consegnate.
    Lasciai cominciare gli altri, restando in una posizione un po' defilata, leggermente arretrata rispetto a quella dei miei compagni. Non amavo particolarmente stare in prima linea o farmi notare troppo.

    In due si presentarono, poi si creò un momento di silenzio, come se tutti aspettassero che parlasse qualcun'altro.
    Senza avanzare presi parola io per non creare pause.

    "Io mi chiamo Kaito Aikikawa e sono un genin del villaggio della sabbia."

    Dissi portando la mano sinistra al coprifronte che portavo legato al collo per renderlo ben visibile.

    Ci tengo a precisare, niente di personale contro i ragazzi della sala joke. È solo role play. X)

     
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    Mi recai al molo dove un traghetto era in partenza per i territori ninja del paese del fulmine. Era una nave massiccia e dalle grandi capacità di carico, probabilmente trasportava anche merci. Mi accorsi che per la prima volta da quando ero diventato un ninja non dovevo essere accompagnato da nessuno. Potevo viaggiare in libertà ed essere completamente indipendente e questo fatto mi allietava ed allo stesso tempo mi ricordava il peso delle nuove responsabilità acquisite. Presi posto a sedere su un sedia un po’ troppo scomoda seconda i miei gusti e aspettai la sera osservando l’orizzonte. Mi trovavo a cadenza pendolare tra il desiderio di saziare la mia curiosità con attività nuove o a smettere di pensare e a godermi le piccole cose. Fortunatamente l'umore mi portava alla ricerca del secondo tipo ed il viaggio tra un paese e l’altro era perfetto. Mi godevo il vento e le onde e aspettavo. L’attesa, quando ero sicuro che sarebbe arrivato qualcosa dopo, mi era dolce, anche perché potevano essere gli ultimi attimi di tranquillità prima di un combattimento o di situazioni che mi avrebbero messo in pericolo.
    Calò la notte e con passo lento andai a dormire nella mia cabina. Così altri giorni si susseguirono fino all’arrivo al porto.

    Sceso dal traghetto mi recai sul molo e chiesi informazioni per raggiungere Red’Nuh. Mi indicarono una strada per raggiungere l’entroterra. Come ricordavo le persone che popolavano queste terre erano completamente differenti da noi Kiriani, per usi, costumi e perfino la loro carnagione. Noi eravamo bianchi mentre loro più scuri.

    Il sole batteva a picco sulla strada per la nuova capitale, forse solamente a Suna faceva più caldo. Fui costretto più volte a pulirmi la fronte madida di sudore. Però il piccolo Ryuu se la godeva, accoccolato sulla mia spalla alla costante ricerca di sole. Ogni tanto assaggiava l’aria con la lingua. Oramai lo tenevo con me da un po’ eppure mi divertiva analizzare il suo comportamento, per certe cose pareva una tipica lucertola mentre per altre pareva quasi incline a scherzare e a giocare. Forse ero io che lo umanizzavo troppo ma non mi dispiaceva l’idea.
    Raggiunsi le porte del villaggio dopo qualche giorno di cammino e delle guardie mi fermarono chiedendomi chi fossi e cosa ci facessi lì. Gli mostrai il mio coprifronte e oltre a dargli il mio nome gli indicai il motivo del mio viaggio. Così mi fecero tranquillamente passare. Superato il cancello vidi un paesaggio completamente diverso da quello di Kumo. Se la precedente capitale era una città centenaria, costruita per essere il centro del paese del fulmine, Red’Nuh non lo era. Era grande, ma piccola per essere una capitale. Grandi costruzioni in legno pittoresche ne facevano da padroni. Ma ciò che più mi colpì furono i poveri sparsi per il luogo, nessuno di loro era riuscito a trovare un posto dove abitare. Gli sfollati probabilmente superavano coloro che avevano un tetto sopra la testa. La situazione era oltremodo disperata.

    Seguì la guardia che mi aveva fatto entrare fino al nuovo palazzo del raiakge. Una costruzione che pareva ben difesa da un alto numero di guardie. Pareva essere un tempio riorganizzato a fini militari. Raggiunsi una stanza che fungeva da ufficio per il capo del villaggio. Non ero l’unico ninja, anche altri avevano risposto alla chiamata.
    Potei constatare che il Raikage era un uomo sulla quarantina, alto e in ottime condizioni fisiche. Dopotutto era un Kage ed un ninja di quel livello non lo veniva nominato a caso.
    Ci chiese il nostro nome, il nostro grado e il villaggio da cui eravamo arrivati. Ascoltai altri ninja e riuscì a riconoscere Juza. Già più volte ci eravamo incrociati e questo mi rasserenava, visto che era un ninja dotato. Era anche lui sopravvissuto agli eventi del Re dei clown e da quel che potevo testimoniare la sopravvivenza non era mai un fenomeno casuale.
    Mi sorprese ascoltare di un certo Akira, originariamente di Kumo che fu costretto a fuggire a causa del conflitto. Non doveva essere stato di certo facile, mi vennero i brividi ad immaginarmi di abbandonare la mia patria.

    Fu il mio turno a prendere parola:

    -Buongiorno, io sono Suzaku Kaguya, un chunin del villaggio della nebbia.

     
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    [B] Cerca e distruggi




    Narrato - - Parlato - "Pensato"
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    Il giorno della partenza arrivò presto, per cui Shura prese lo zaino e tutte le sue cose pronto a lasciare nuovamente un paese per andarsene in un altro. La sua nuova destinazione era un villaggio nel paese del fulmine, a quanto si diceva quel villaggio ne era la nuova capitale dopo l’invasione del paese.
    Ad attendere Shura al cancello del villaggio trovò niente meno che il suo maestro, appena lo vide gli corse in contro stupito di vederlo li.


    - Maestro che ci fate qui a Konoha?

    Il maestro gli sorrise e gli mise la mano destra sulla spalla.

    Shura, sono felice di vedere che stai bene. Mi ha mandato il nostro villaggio come tua guida in questa missione.

    Shura sorrise felice, non avrebbe chiesto di meglio per la sua nuova missione.
    Partirono subito avviandosi verso il paese del fulmine. Con il maestro al suo fianco sentiva di poter spaccare il mondo e rifarsi della sua ultima missione andata malaccio.
    Il viaggio durò cinque giorni, nei quali i due non smisero un secondo di parlare e di raccontarsi le loro ultime avventure. Il maestro ne approfittò per rimettere in sesto il suo studente riprendendo con gli allenamenti.
    Alla fine giunsero alle porte di Red'Nuh ove ad accoglierli vi erano delle guardie, il maestro prese subito la parola mostrando loro dei documenti e spiegando il motivo della loro presenza e dopo un veloce controllo li fecero entrare. Il villaggio era semplice, ma bello, una delle guardie dell’ingresso condussero il giovane in un antico tempio. Il maestro si congedò lasciandolo andare avanti da solo e, secondo le sue parole, vivere quella nuova avventura con le sue sole forze. Dispiaciuto di dover abbandonare ancora il suo maestro seguì la guardia assieme Ada altri ninja più o meno della sua stessa età, provenienti da altri villaggi, lì per la medesima missione.
    Entrati nel tempio furono condotti al cospetto niente meno che del Raikage in persona.


    - Mi presento sono Shura, genin di Kiri.



    Shura

    Resistenza: 200
    Stamina: 200

    Tecniche usate:








     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Il Kage ascoltò con attenzione le parole di tutti i presenti, soffermandosi lo sguardo per qualche secondo in più sul giovane che aveva dichiarato di essere originario di Kumo, un'altra vittima di quella sanguinosa sconfitta, quanti erano nella sua stessa situazione, costretti a rifugiarsi in altri villaggi per continuare la loro istruzione? La sensazione di fastidio al petto che l'uomo provava da mesi si acuì per qualche secondo, non si era fatto controllare ma sapeva che sarebbe rimasta fino a che non avesse fatto ammenda per la sconfitta subita, un suo fallimento. Questi suoi pensieri ad ogni modo passarono fugaci dopo pochi secondi, Yudai infatti non lasciò trapelare nulla del suo tormento interiore, limitandosi ad annuire e prendere la parola dopo che la rassegna dei ninja appena arrivati terminò:

    "Molto bene, siete un gruppo molto variegato, il campo ci dirà se siete anche capaci..."

    L'uomo fece una pausa, durante la quale spostò un paio di cartelle che teneva sulla scrivania e ne tirò fuori una che passò a Suzaku Kaguya, il più alto in grado tra i presenti:

    "Lì dentro ci sono le specifiche dettagliate di ciò che visto per dire adesso a voce, confido che ve le impariate a memoria prima di mettervi in viaggio. La situazione è questa: pochi giorni fa una mia squadra di infiltrazione e spionaggio ha scoperto che gli Jashinisti stanno lavorando in laboratorio su di un virus letale che attacca il sistema nervoso in grado di eliminare nel giro di poche ore il suo ospite, una volta ultimato puntano a rilasciarlo nella popolazione del continente per epurare tutti coloro che non sono fedeli al loro dio..."

    Suzaku e tutti i compagni che avessero voluto buttarci un occhio, aprendo la cartella e guardando tra i fogli, avrebbe potuto vedere una serie di scatti presi di sfuggita che rappresentavano visivamente ciò che il Raikage aveva appena detto, sul testo invece era cerchiato un nome scritto in rosso:

    "...Shōkan, Redenzione, è così che hanno deciso di chiamarlo, a quanto pare anche loro hanno il senso dell'umorismo..."

    L'uomo ebbe un brivido ripensando alla situazione, un dettaglio che ai più attenti non sarebbe di certo sfuggito:

    "Ad ogni modo l'obiettivo della missione è questo: entrare nel laboratorio situato in territorio nemico, localizzare e distruggere il luogo di stoccaggio del virus prima che questo venga ultimato e rilasciato. Vorremmo potervi dire di più, ma data l'importanza della scoperta abbia cercato di dare la priorità alla velocità dell'intervento. Se avete delle domande da rivolgermi fatemele adesso, poi vi voglio operativi per partire il prima possibile, vi abbiamo fatti venire qui di mattina cosicché voi possiate raggiungere il centro di sviluppo nemico per sera, in modo da poter avere una copertura in più. "

    In quel momento il Raikage avrebbe ascoltato e dato risposta alle eventuali domande dei ninja, prima di dargli un'ultima indicazione prima di congedarli:

    "Nella cartella che vi ho consegnato avete anche una piantina approssimativa del complesso, vi suggerisco di dividervi in due gruppi d'azione così da poter coprire maggior terreno e dare meno nell'occhio, se non c'è altro potete andare."

    L'uomo avrebbe atteso che tutti i ragazzi fossero usciti dal suo ufficio prima di accendersi un'altra sigaretta e girarsi con la sedia ad osservare il panorama dalla finestra:

    "Perché non gli hai detto di più sul virus, avrebbe potuto aiutarli nel..."

    "No c'è bisogno che lo sappiano adesso, se tutto va come previsto sarà qualcosa che non verrà mai fuori..."

    "Spero tu abbia ragione Yudai, lo spero davvero..."

    Il Raikage rispose al bjuu facendo un lungo, lunghissimo tiro di sigaretta.

    [...]



    La mappa che i ninja trovarono dentro alla cartella era un disegno fatto a mano, uno schizzo su cui erano stati segnati dieci edifici circondati dalla foresta da un lato e da un piccolo villaggio dall'altro; intorno a queste strutture erano state disegnate una serie di croci messe in fila, sugli appunti lasciati quelle rappresentavano il percorso che erano solite compiere le guardie esterne al complesso, non vi erano indizi riguardo alla presenza di trappole o altre guardie all'interno. Il viaggio, come anticipato dal Kage, avrebbe richiesto tutta la giornata e si sarebbe svolto per più di metà in territorio nemico, per poter arrivare sani e salvi a destinazione i ninja avrebbero dovuto muoversi lontani dai sentieri battuti, farsi scoprire prima di aver localizzato il virus avrebbe compromesso irrimediabilmente l'esito della missione. Quello era il momento di buttare giù un piano d'azione, come si sarebbero mossi da lì in poi?

    Fate se volete delle domande al Kage, vi risponderò nel prossimo post. A voi buttare giù la strategia, decidete come e se dividervi, come muovermi, cosa fare, descrivete il tutto e poi muovetevi fino all'ingresso del complesso, a voi :hat:
     
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    Finito con le presentazioni fu il momento di iniziare con i discorsi seri, il Kage ci spiegò a grandi linee la situazione fornendo ad ognuno di noi un fascicolo con i dettagli. Era decisamente qualcosa di pericoloso, questo virus Redenzione avrebbe messo il continente in ginocchio se fosse stato completato e dovevamo impedirlo, lo stesso Kage era visibilmente spaventato da ciò che sarebbe potuto succedere. Ci venne infine chiesto se era tutto chiaro e se avevamo domande ed in effetti una domanda l'avevo, dovevamo distruggere un intero laboratorio controllato da Jashinisti immortali, ci sarebbe servito qualcosa di adatto al compito.

    Chiedo scusa... io avrei una domanda... dissi facendo un passo avanti e rivolgendomi anche ai miei compagni Una volta giunti sul posto ed individuato il laboratorio... Come facciamo a buttarlo giù?Abbiamo qualcosa a disposizione da poter usare o si improvvisa?

    La mia e le eventuali domande dei miei compagni avrebbero quindi avuto risposta, dopodichè ci sarebbe stata consegnata una mappa approssimativa del laboratorio per poi congedarci. Era giunto il momento di valutare come muoversi.

    Io sono un metamorfo ed i miei sensi sono molto sviluppati, insieme a Lars potrei guidare la spedizione e tenermi avanzato per evitare eventuali brutte sorprese... Per quanto riguarda il come muoversi una volta giunti lì, direi di deciderlo dopo aver visionato la situazione più da vicino...

    Avrei quindi atteso i pareri degli altri, in particolare quello di Suzaku Kaguya, unico Chunin del gruppo e quindi nostro superiore.

     
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    Legenda:
    Narrato
    -Pensato Akira-
    Parlato Akira
    "Parlato Raikage"

    Ognuno dei convocati si presentò dopo Akira in quell'ufficio dove la tensione era quasi palpabile quanto il sentore di fumo e di aria consumata dai pensieri di un uomo sulle cui spalle gravava il destino di un'intera nazione. Il primo a presentarsi fu Juza Wolf, un ragazzo che incuriosì incredibilmente il Genin di Iwa. Akira infatti fu certo soltanto guardandolo che quell'individuo accompagnato da un cane con cui condivideva lo stesso colore degli occhi, avesse qualcosa da mostrare. Un segreto, un'abilità o qualsiasi cosa che giustificasse il suo aspetto vagamente animalesco. Tutto l'opposto di Akira il quale, invece, si mostrava come l'essere umano più banale di questo pianeta. Anzi, forse a distinguerlo da tutto il resto del mondo era proprio la sua immensa banalità, che si trascinava dietro con quelle sue espressioni stanche e costantemente incerte. In ogni caso Akira fu quasi tentato di allungare una mano verso quel cane per dargli due carezze. Amava gli animali.
    Intervenne subito dopo Kaito Aikikawa, dal Villaggio della Sabbia. Lui era... strano. O forse era strano quel suo gigantesco rotolo agganciato al cinturone. Ma no, non si trattava solo di quello, Akira dovette ammettere a sè stesso che anche il volto di Kaito aveva qualcosa di strano. Ma per un qualche motivo gli ispirava fiducia.
    Dopo di lui si presentò Suzaku Kaguya, il Chunnin del gruppo. Anche lui era giovane, ed al primo sguardo sembrava un ragazzo innocente e delicato. Ma era Chunnin, e già questo bastava a testimoniare che aveva già vissuto una certa quantità di "situazioni". L'altra cosa che lo testimoniava era il suo sguardo...
    Infine si presentò Shura. Niente cognome, solo Shura. E nel gruppo era quello che più attirava l'attenzione, col suo aspetto assolutamente fuori dal comune. Nonostante tutto però sembrava un tipo calmo.
    -Un bel gruppo eterogeneo... Spero andremo d'accordo- pensò Akira. Era la sua prima missione, era una missione di rango B, e si svolgeva nella sua terra d'origine, già questi elementi bastavano a preoccuparlo. Ma ciò che più lo sconvolse furono le prime parole del Raikage riguardo quell'incarico:

    "Lì dentro ci sono le specifiche dettagliate di ciò che visto per dire adesso a voce, confido che ve le impariate a memoria prima di mettervi in viaggio. La situazione è questa: pochi giorni fa una mia squadra di infiltrazione e spionaggio ha scoperto che gli Jashinisti stanno lavorando in laboratorio su di un virus letale che attacca il sistema nervoso in grado di eliminare nel giro di poche ore il suo ospite, una volta ultimato puntano a rilasciarlo nella popolazione del continente per epurare tutti coloro che non sono fedeli al loro dio..."
    "...Shōkan, Redenzione, è così che hanno deciso di chiamarlo, a quanto pare anche loro hanno il senso dell'umorismo..."
    "Ad ogni modo l'obiettivo della missione è questo: entrare nel laboratorio situato in territorio nemico, localizzare e distruggere il luogo di stoccaggio del virus prima che questo venga ultimato e rilasciato. Vorremmo potervi dire di più, ma data l'importanza della scoperta abbia cercato di dare la priorità alla velocità dell'intervento. Se avete delle domande da rivolgermi fatemele adesso, poi vi voglio operativi per partire il prima possibile, vi abbiamo fatti venire qui di mattina cosicché voi possiate raggiungere il centro di sviluppo nemico per sera, in modo da poter avere una copertura in più. "
    "Nella cartella che vi ho consegnato avete anche una piantina approssimativa del complesso, vi suggerisco di dividervi in due gruppi d'azione così da poter coprire maggior terreno e dare meno nell'occhio, se non c'è altro potete andare."


    -Jashinisti... virus letale... epurare tutti... Redenzione... distruggere il laboratorio...- quelle parole colpirono Akira direttamente nel punto più debole del suo scudo interiore. Improvvisamente tutte le sue paure, timori ed insicurezze si fecero così palpabili che quasi ne fu schiacciato. -Tutto questo è più grande di me... in cosa mi sono cacciato?!- pensò, e deglutì. Si rese conto di aver fatto il passo più lungo della gamba. -Ma cosa pensava Sensei Hideo mandandomi qui? Una missione di grado B? Io?- capì cosa significa fare una scelta sbagliata. Sarebbe morto certamente, non aveva speranze di cavarsela in una situazione del genere. Ma non era tanto il morire che lo spaventava, quanto più il fallire. Lui, il cui sogno era di diventare potente per liberare Kumo dagli invasori, sarebbe stato la causa stessa della distruzione di quella nazione. Avrebbe fallito, e ciò avrebbe permesso agli Jashinisti di diffondere un virus che avrebbe ucciso milioni di innocenti, compresa la sua famiglia, sempre che non fosse già morta.
    Ma poi Akira fece quello che avrebbe dovuto fare molto tempo prima: strinse i denti, fece ricorso a tutta la sua forza di volontà e si costrinse a scacciare tutti quei pensieri negativi. Iniziò quindi a ragionare in modo più limpido, e si rese conto di una cosa molto importante. Si rese conto che lui era l'unico, a differenza di Suzaku, Shura, Kaito e Juza, era l'unico ad avere un motivo forte ed incorruttibile per completare quella missione. Loro lo facevano perchè era il loro dovere da Shinobi, perchè un intero paese era in pericolo e perchè va fatto ciò che va fatto. Ma Akira lo faceva perchè c'era tutto in ballo... tutto! Usò questa consapevolezza per farsi forza e per sopprimere, senza comunque eliminare del tutto, ogni paura.

    Quando tutti ebbero posto le loro domande, il gruppo si avviò verso la destinazione. Il viaggio era lungo e di tempo ce ne sarebbe stato da vendere, ma ad Akira premeva chiarire una cosa e quindi fu il primo a parlare appena usciti da Red'Nuh. Facendo un profondo respiro, disse:

    Ragazzi, sarò onesto con voi, perchè è meglio che ve lo dico ora prima che lo scopriate da soli quando sarà troppo tardi: io sono appena uscito dall'accademia, non ho mai svolto nessuna missione, non sono al vostro livello...

    Abbassò lo sguardo e si zittì per qualche istante. Poi cercando di farsi forza aggiunse:

    Ma darò il meglio! Non mi tirerò mai indietro, anche dovesse andarne della mia vita! Potete contare su di me.
    In ogni caso propongo questo piano per ora: la mappa mostra dieci edifici, andare a perlustrarli uno per uno richiederebbe molto tempo e quindi aumenterebbe le nostre possibilità di essere scoperti. Quindi propongo di ascoltare il Raikage -d'altronde è il Raikage- e di dividerci in due gruppi, così dimezziamo i tempi di perlustrazione. Per equilibrare le nostre forze, essendo io il più debole mi propongo per unirmi a Suzaku e quindi l'altro gruppo sarà composto da Juza, Shura e Kaito.
    Infine, non appena arriviamo al complesso, propongo di posizionarci in una zona nascosta da cui la struttura sia visibile. In questo modo potremmo osservare ogni quanto passano le guardine lungo il percorso indicato sulla mappa. Se passano ad intervalli regolari, basterà aspettare il momento opportuno per introdursi senza essere visti. Se invece eliminiamo una guardia, la sua assenza desterebbe sospetti in poco tempo.
    Un'alternativa più azzardata è quella di trasformarci noi stessi in guardie. Ma prima di farlo dobbiamo pedinarne una per scoprire se hanno parole d'ordine particolari da sapere, o cose simili.
    Che ne dite?


    Akira Okazaki
            Resistenza: 150/150
            Chakra: 200/200


    Azioni:
            //

    Effetti attivi:
            //


    Effetti passivi:
            //


    Compagni, il mio PG ha proposto la sua strategia ma aspetterei il prossimo post del master prima di decidere come procedere per entrare nel complesso. Lascio a qualcun altro la narrazione dell'arrivo sul posto ;)
     
    .
68 replies since 1/4/2020, 10:19   2236 views
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