Epilogo di un ciclo

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    ~ Villaggio delle Verdi Acque, Tsumin ~


    Il villaggio delle Verdi Acqua non si spegneva in autunno. Il verde smeraldino che spuntava dal terreno, ricopriva le case e le strade con le sue erbe rampicanti e schermava i raggi del sole con le chiome degli alberi, non era mai stato così bello. Quando si rispecchiava nei fiumi, sembrava che dalle acque brillassero tante luci dalle sfumature di verde. Illuminava ogni cosa e rendeva l'atmosfera armonica, in perfetta simbiosi con la natura. La tranquillità era come una brezza leggera, puramente autunnale, che correva senza corpo tra le vie del villaggio, libera e senza alcun freno. Portava con se la frenesia del nuovo anno e l'adrenalina per qualcosa di nuovo. E c'era un luogo in cui più di tutti questa brezza soffiava. L'accademia ninja del villaggio. Una struttura imponente, in legno, circondata da piante rampicanti e assai illuminata. Ampi giardini interni ed esterni creavano il luogo perfetto per le lezioni che, spesso e volentieri, si tenevano proprio lì all'aperto. Ma tralasciando la natura fisica, era quello il luogo in cui lo spirito dei giovani allievi veniva plasmato. Agli aspiranti shinobi veniva insegnato molto di più che regole e arti per sovrastare gli avversari in battaglia e proteggere il proprio paese. L'armonia e l'equilibrio della natura, il preservare l'ordine delle Cose. Da un paese pacifico come quello ci si aspettavano altrettanti insegnamenti. Il rispetto per gli altri e per il mondo in cui si vive erano alla base dei precetti che i sensei desideravano tramandare ai loro allievi. Quel giorno però non c'era spazio per i dogmi e gli insegnamenti, era un giorno diverso dagli altri. Al termine del ciclo di studi, gli allievi Denshi venivano messi alla prova per dimostrare quanto imparato durante il corso degli anni. Il temuto esame Genin. Per le giovani menti tutti i pensieri convergevano su quell'unico fronte. La prova tanto attesa era finalmente giunta. La trentina di studenti che avrebbero affrontato l'esame erano già stati convocati nel giardino sul retro, lotani dagli occhi indiscreti della folla che si era formata all'entrata, nel grande cortile attraverso il quale si accedeva all'ingresso dell'accademia. La folla era composta dai parenti e gli amici dei giovani aspiranti Genin, pronti per festeggiare la sperata buona riuscita dell'esame. Non era stato permesso loro di assistere alla prova, sicuramente alcuni tra gli studenti non avrebbero approvato. Per i giovani, non sempre essere sostenuti era considerata una forza; il peso degli sguardi avrebbe potuto sortire un effetto contrario a quanto auspicato. Infatti, solo una coppia di sensei si occupavano degli studenti. Il giardino sul retro era veramente grande: delimitato da un'ampia recinzione in legno, l'erba era ben curata e sporadici alberi creavano zone di fresco e d'ombra. Al centro del cortile era stata posta una zona non verde, un'area rettangolare piuttosto vasta, di spessa sabbia e ghiaia. L'aria circolare rossa al suo interno era il campo di allenamento. In un raggio di cinque metri appena, si sarebbe svolto l'esame. Era ciò che uno dei due sensei stava dicendo. Un uomo e una donna piuttosto giovani, probabilmente due chunin, in piedi in mezzo ai ragazzi e alle ragazze. L'uomo reggeva un registro e non sembrava in vena di prendere alla leggera quella storia. Ciuffetti di capelli biondi gli spuntavano da sotto un berretto grigio, piuttosto vecchio. La donna si ravvivava ogni tanto i lunghi capelli castani con un gesto veloce della mano, mentre gli occhi di un verde brillante passavano in rassegna gli studenti.

    Ripassiamo le regole un'ultima volta, d'accordo?

    Stava dicendo con un mezzo sorriso. Il chiaro degli occhi sprizzava un'infantile impazienza, sembrava quasi essere più in attesa lei che gli studenti. E, per l'ultima volta, recitò ad alta voce ciò che aveva già spiegato, in modo che nessuno avesse alcuna scusa. Era importante dire le cose per bene, per lei, così non si rischiava di confondere gli studenti.

    Combatterete due alla volta e vi posizionerete all'interno del cerchio, laggiù. Al mio "via", l'allenamento comincia e mi raccomando: niente mosse scorrette, voglio un gioco pulito! Si vince se si manda l'avversario fuori dal cerchio o se lo si atterra.. o se è lui che si ritira, non si sa mai!

    Ridacchiò, portandosi la mano davanti alle piccole labbra. Molti ridacchiarono assieme a lei ma altri non sembravano affatto in vena. Stava alla sensibilità di ognuno il modo di approcciarsi a quella prova. La donna si portò le mani ai fianchi, sospirando velocemente mentre voltava la testa verso il suo collega.

    Chi sono i primi?

    Gli domandò pacatamente ma la risposta giunse quasi subito, senza che neanche finisse del tutto di parlare. Gli occhi scuri dell'uomo già scrutavano il suo grosso registro pieno di nomi e annotazioni.

    Akira Nomiyaki e Nice Hayato.

    Mormorò con tono piatto, guadagnandosi un'occhiata rassegnata della giovane donna che non apprezzava di certo quell'atteggiamento seccato. Ma non era né il momento né il luogo per rimproverare il suo collega. Si limitò a battere le mani una sola volta, chiamando a raccolta i due nominati.

    Forza ragazzi, andate al centro del cerchio. E non dimenticatevi il saluto!

    Akira Nomiyaki era un ragazzotto di quattordici anni piuttosto corpulento. I capelli erano scuri come la notte e spuntavano a ciuffi per tutta la testa. La mascella era parecchio pronunciata per essere quella di un ragazzino e le guance erano perennemente rosee. I piccoli occhi chiari si posarono immediatamente su Nice, il suo avversario. Si avvicinò nella sua direzione una volta preso posto all'interno del grande cerchio, allungando il braccio in sua direzione. Mostrò l'indice e il medio della mano destra uniti tra di loro, le altre dita chiuse al palmo. Era obbligatorio scontrarsi con l'avversario dopo quel saluto. Serviva per ringraziare l'avversario e auspicare in una lotta fruttuosa all'insegna del rispetto reciproco. Eppure il ghigno che si aprì sul volto di Akira non sembrava molto amichevole.

    Attento a non farti male.. !

    Sussurrò a Nice, per poi allontanarsi e prendere posizione. Flettè le ginocchia, molleggiando un poco, sfregandosi le mani e inclinando leggermente il capo in avanti. La sensei diede il via e subito Akira tentò di scattare contro Nice. Pochi passi apportati con la sua massima velocità e tentò di staccarsi dal terreno con un salto a circa un metro e mezzo da terra. In aria, il giovane tentò di stendere la gamba destra per colpire l'avversario con un calcio frontale al petto. Se l'avesse colpito, sarebbe riuscito ad allontanarlo e riatterrare all'interno del cerchio. A quel punto avrebbe unito le mani per eseguire il sigillo della Pecora, risvegliando il chakra e tentando di impastarlo a dovere. Una volta sentita l'energia scorrere in se, Akira fece per eseguire i sigilli e dividere il chakra in modo da creare due cloni identici a lui.

    Via!

    Il trio tentò di raggiungere Nice dalla distanza ravvicinata e, in contemporanea, si mosse per sferrargli un pugno in pieno volto. Ma solamente l'originale l'avrebbe colpito.. ma quale dei tre?

    .:Raito:.
    Benvenuto in accademia! Dunque, procediamo per ordine. Il tuo pg ha frequentato per x anni l'accademia e in questo evento faremo solamente l'esame. In questo turno dovrai difenderti dagli attacchi del png che per comodità ti segno:
    CITAZIONE
    - Entrata Dinamica
    - Tecnica della Moltiplicazione del Corpo
    - Pugno

    Sei liberissimo di usare sia ninjutsu che taijutsu, ricordati che puoi usare fin da subito la Moltiplicazione del corpo, la Trasformazione del corpo e la Tecnica della sostituzione. Non terrò conto della riuscita, mi interessa vedere se ti muovi con coerenza. Ti linko un paio di regolamenti che potrebbero servirti!

    Per qualsiasi dubbio scrivimi :rosa:
     
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  2. .:Raito:.
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    Nice Hayato


    Statistiche
    Controllo Del Chakra: 20/250
    Forza Fisica: 10/250
    Potenza Magica: 10/250
    Agilità: 20/250
    Resistenza: 10/100
    Stamina: 10/100
    Ninjutsu: 15/250
    Taijutsu: 15/250
    Genjutsu: --/250



    Consumi e Azioni
    Resistenza: 100-1(schivata)-50(sforzo extra)=49/100
    Stamina: 100-5(moltiplicazione)-50(sforzo extra)=45/100

    Azione 1: Schivata con massimo sforzo extra
    Azione 2: Moltiplicazione in difesa con massimo sforzo extra
    Azione 3:
    Azione 4:



    Bonus attivi e passivi:
    //
    Il coronamento di un incubo.
    Erano ormai anni che Nice, costretto dai suoi parenti, frequentava controvoglia l'accademia ninja. Non fosse stato per la struttura, probabilmente avrebbe già lasciato perdere, ma lui, come del resto quasi tutti gli abitanti del villaggio, amava la natura e il sentimento di pace che da essa scaturiva. Per questo, e solo per questo, era riuscito a sopportare quei tediosi mesi a sentire ed imparare cose a cui non avrebbe potuto essere meno interessato di così. Purtroppo aveva fallito, e non era riuscito nel suo sogno: diventare uno storico. Anche il tentativo di affermarsi come scrittore era fallito malamente, e quindi il ragazzo adesso si trovava a fare una carriera che non lo interessava minimamente.
    Alcune cose non gli dispiacevano poi tanto: l'esercizio fisico, soprattutto la corsa, che adorava, e gli insegnamenti sulle storie delle arti magiche e dei ninja. Interessato alla teoria, ciò che non sopportava era la pressione di combattere con altre persone senza alcun motivo apparente, se non per ordini di qualcuno.
    Diventare una marionetta del Kage non era esattamente il suo sogno.
    Per questo, durante l'accademia, si era sforzato al massimo per creare una falsa impressione sia nei suoi compagni sia negli istruttori. Faceva sempre finta di impegnarsi al massimo, ma poi i suoi risultati, spesso appositamente, erano appena sufficienti. Il suo scopo, con questa lunga recita, era quello di fare in modo che, il giorno giusto, sarebbe stato bocciato, così da non diventare mai un ninja.
    E, finalmente, il giorno giusto era arrivato.
    L'esame per diventare genin era imminente e, soprattutto, i parenti non potevano assistere. Per Nice, il fatto che suo nonno, suo padre e suo zio dovessero attendere i risultati fuori, nel cortile antistante l'accademia, era una manna dal cielo.
    Così poteva fallire miseramente, ma dando l'impressione di avercela messa tutta. I suoi sensei avrebbero riferito ai suoi parenti che Nice non era tagliato per essere uno shinobi, e, in questo modo, lui avrebbe evitato di fare questa vita senza poter essere accusato di niente.
    Un piano perfetto, o almeno così sperava.
    Il giovane pensava nervosamente a tutto questo, mentre era seduto nel cortile insieme ai suoi compagni di corso. Era così concentrato da non riuscirsi nemmeno a godere la vista del curato giardino naturale in cui si trovavano. Seduto sulla soffice erba verde, il suo sguardo vagò prima sulla grande quercia sotto la cui ombra era seduto, poi sul rettangolo di ghiaia e sabbia al centro del giardino, e, infine, sulla piccola zona di cinque metri di diametro delimitata al suo interno.
    Era chiaro come il sole a cosa servisse, ma, nonostante tutto, sembrava che i due istruttori fossero pronti a ribadire l'ovvio, più e più volte come se non bastasse.
    A Nice non poteva interessare di meno di quella prova, doveva solo fallire, non sarebbe di certo stato così difficile.
    Passandosi una mano nei capelli castani, quasi a voler imitare la giovane istruttrice, guardò l'uomo, molto più serio e composto. Di sicuro gli era più simpatico lui di quell'esaltata che stava parlando a sproposito. Dopo una serie di parole inutili, e gesti civettuoli se possibile ancora più inutili, finalmente riuscì a chiudere la bocca.
    L'uomo annunciò che Nice era uno dei due a dover sostenere il primo scontro.
    Sospirando, un po' nervoso per quanto doveva fare, il ragazzo si alzò, e, con le mani, cominciò a sgrullare i pantaloni, liberandoli dall'erba umida che vi era rimasta attaccata. Poi, lentamente, si avvicinò al ring a passo lento, osservando il suo avversario.
    Akira era un ragazzino basso e corpulento, la pelle olivastra, i capelli neri e un grugno ben poco amichevole. Nice rispose al saluto come da cerimonia, mentre ragionava sul da farsi.

    Se quel tipo mi prende mi farà davvero male. Come posso fare?

    Quasi a conferma di questi pensieri arrivò l'avvertimento dello studento.

    Va bene, non posso farmi colpire troppo malamente. Non solo mi farei male, e non sono disposto a prenderle appositamente per raggiungere il mio scopo, ma farei fare una figuraccia alla mia famiglia. Farò così, ce la metterò tutta fin da subito, anche più del necessario, fin dall'inizio.
    Così mi stancherò molto in fretta, sembrerò debole, e perderò, ma senza farmi male.


    Annuì fra sé, sicuro che quel piano era il più vantaggioso per ottenere ciò che voleva.
    Quindi, quando, appena partito lo scontro, vide il suo avversario saltare verso di lui, cercò, con tutte le sue forze, con il massimo sforzo, di fare un paio di metri alla sua destra con due passi veloci, cercando di evitare in questo modo il calcio che gli stava per arrivare diritto in petto, ma senza uscire dal ring.
    In seguito vide Akira comporre un sigillo, e così fece anche lui, impastando il chakra per quella che poi si sarebbe rivelata essere la stessa tecnica. Solo che Nice impastò una quantità spropositata di chakra, per lo più inutilmente. Dato che il suo Controllo era buono, se avesse avuto successo, avrebbe creato ben cinque copie. Finì di comporre la serie di tre sigilli, Pecora, Serpente e Tigre.
    Sarebbe rimasto immobile, confuso con le eventuali copie, sperando con tutto se stesso nella fortuna.
    Dentro di sé sentiva già di essere parecchio stanco, il che era sicuramente un fatto positivo. Presto avrebbe potuto arrendersi senza problemi, e senza aver infangato il nome degli Hayato. O almeno, senza averlo infangato troppo...

    Tutto qui?!

    Chiese con aria un po' sarcastica al suo avversario, cercando di spronarlo a dare di più, così da farla finita in fretta.


     
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    Gli occhi verdi della sensei osservavano concentrati e divertiti lo spettacolino di due ragazzini alle prime armi che, in quel preciso giorno, si affrontavano a vicenda più febbrilmente del solito. Almeno ciò si manifestò da una parte, direttamente da uno dei diretti interessati. Akira si stava impegnando più del solito ma la sua entrata dinamica sfiorò appena il corpo esile di Nice. Per un pelo, ma il ragazzotto atterrò a terra, chinandosi in avanti e sbilanciandosi appena. Voltando la testa, riservò uno sguardo adirato al suo avversario. Era molto sicuro delle sue capacità, eppure l'aveva mancato. Senza perdersi d'animo, si alzò in piedi, unendo le mani. Eseguì i sigilli per eseguire la tecnica della moltiplicazione del corpo. Aveva in mente di usare una combo semplicissima: una volta che si fosse confuso tra le copie, risultando quindi indistinguibile all'avversario, avrebbe dovuto semplicemente colpire Nice. Ma, di nuovo, Akira ebbe la presunzione di pensare di essere l'unico in grado di sfruttare una simile strategia. Al suo contrario, Nice non lo attaccò ma si moltiplicò abbastanza in fretta da fare in modo che il pugno del ragazzotto (già dando lo slancio per affibbiargli un montante) colpisse una copia che sparì con un *puf!*. Ancora una volta, il giovane si voltò rabbiosamente, pulendosi un rivolo di sudore che scendeva dalla tempia con la manica. Questa volta, il suo sguardo si era fatto più freddo. Una schivata riuscita poteva essere fortuna, ma adesso era un altro conto. Anche il modo in cui l'aveva sfidato lasciava presagire che non fosse uno stupido. Ed era lui l'unico a star faticando sul serio.

    Forza, ragazzi! Mettetecela tutta!

    Esclamò la sensei, scatenando un coretto di applausi ed esclamazioni di sorpresa attorno al ring. Akira, che era un ragazzino orgoglioso, sorrise beffardo, poggiando entrambi le mani sui fianchi mentre scioglieva la tecnica della moltiplicazione del corpo. Tutte le sue copie sparirono e fu lui solo.

    Tsk! Pensi di essere l'unico bravo a schivare? Affrontami invece di sfuggirmi!

    Divaricò le gambe e le braccia, come invitandolo nella sua direzione. La schiena si piegò leggermente in avanti e invero, il chakra del ragazzino vorticò dentro di lui. Aveva pensato di poter fare lo sbruffoncello ma si era ricreduto. E ora voleva fare sul serio.

    A te l'attacco. Hai completamente carta bianca, sii coerente con il tuo personaggio!


    Complimenti perché hai fatto veramente un buon post. Non solo perché è scritto bene e hai comunque fatto delle azioni buone, mi è piaciuto il contenuto, bravo :soso:
    Unico appunto, lo sforzo extra massimo, ovvero con spesa di 50 punti stamina/resistenza, è unico per turno,
    non per azione. Questo vuol dire che se fai 4 azioni, puoi usare lo sforzo extra su tutte, ma la spesa totale del turno non deve superare 50 punti, stamina o resistenza che siano :sisi:

    PS: carino il codice!
     
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  4. .:Raito:.
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    Nice Hayato


    Statistiche
    Controllo Del Chakra: 20/250
    Forza Fisica: 10/250
    Potenza Magica: 10/250
    Agilità: 20/250
    Resistenza: 10/100
    Stamina: 10/100
    Ninjutsu: 15/250
    Taijutsu: 15/250
    Genjutsu: --/250



    Consumi e Azioni
    Resistenza: 49-1-1=47/100
    Stamina: 49/100

    Azione 1: Pugno (a metà velocità)
    Azione 2: Calcio
    Azione 3:
    Azione 4:



    Bonus attivi e passivi:
    //
    Tutto troppo bene

    Il piano di Nice non aveva funzionato. Un vero fallimento!
    Certo, si stava stancando velocemente proprio come voleva, ma il fatto che ce la stesse mettendo tutta aveva prodotto risultati inaspettati. Il giovane, di fatto, durante tutta l'accademia, aveva agito ben al di sotto delle sue reali capacità, e non aveva calcolato quanti risultati potesse produrre un impegno totale. Di conseguenza sembrava, agli occhi degli estranei, che lui fosse parecchio superiore al suo avversario. Esattamente il contrario di ciò che desiderava: se avesse continuato così, probabilmente avrebbe vinto lo scontro!
    Infatti il calcio dell'avversario era stato schivato, e la sua moltiplicazione resa inutile. Come se non bastasse si intromise quella civetta dell'esaminatrice a spronarli. Nice sospirò, pensando velocemente al da farsi.

    Così non va bene, adesso proverò ad attaccarlo, ma questa volta devo risultare nettamente inferiore. Basterà far finta di essere sfinito e portare colpi lenti e prevedibili.


    La recita, probabilmente, sarebbe stata facilmente credibile, dal momento che era veramente stanco, il sudore che gli bagnava la fronte, il fiato un po' corto. Il giovane però, aveva un grande vantaggio sul suo nemico e, in effetti, su tutti gli altri: non era coinvolto emotivamente.
    Mentre tutti gli aspiranti genin erano probabilmente almeno un po' ansiosi, agitati, impauriti ed eccitati per il risultato dell'esame, lui non provava niente di tutto questo. A lui non interessava superare quella prova, anzi desiderava fallirla, il che, per logica, contro qualcuno che ce la stava mettendo tutta per avere successo, sarebbe dovuto essere semplicissimo.
    E proprio questo disinteresse permetteva a Nice di ragionare molto più lucidamente sul da farsi.
    Una volta fattosi un piano in mente, cominciò a metterlo in pratica.
    Per prima cosa, approfittando delle parole di Akira, anche lui sciolse i cloni. In questo modo stava di fatto annullando il suo vantaggio, mentre da fuori sarebbe potuta sembrare una risposta onorevole alla sfida lanciatagli dall'altro.

    Eccomi, preparati a essere sconfitto.


    Secondo passo, affermare la sua (finta) determinazione. Senza contare che, per rendere il tutto più convincente, Nice aggiunse un po' di ansima {ndr-giuro che esiste come termine-ndr}.
    Poi cominciò con uno scatto verso Akira, cercando comunque di contenere la sua velocità a circa la metà di quella normale, e, caricando il pugno destro, cercò di colpirlo al volto. Non solo, ancora una volta, ridusse significativamente la sua velocità, ma il colpo, essendo caricato, sarebbe stato facilmente prevedibile, e avendo come target il volto, ben più facilmente evitabile di uno al busto.
    Ma anche lui era consapevole che, con un solo pugno, sarebbe stato chiaro come il sole che stesse fingendo, dunque, portando il peso sulla gamba sinistra, staccò quella destra dal suolo, e fece partire un calcio. Non essendo altro che uno studente, ed essendo ancora poco esperto nel taijutsu, il calcio non sarebbe mai arrivato a una tale altezza da mirare al volto e, dunque, mirò al fianco sinistro.
    Però una combo pugno destro e calcio destro sarebbe stata più pericolosa di quanto, con la sua inesperienza, Nice potesse giudicare. Senza contare che, sebbene intendesse dimezzare la velocità anche del calcio, avendo perso un attimo l'equilibrio, fu costretto a portarlo a piena potenza e velocità, con una reazione istintiva, per evitare di perdere l'equilibrio. Infatti non è affatto facile, per un principiante, ridurre la velocità di un calcio. Ma, ancora una volta, questo errore dovuto all'inesperienza e alla giovane età, fece in modo che il pugno potesse risultare quasi una finta al successivo colpo.

    Dannazione, sono scivolato, non dirmi che questo ragazzo non riuscirà a parare un semplice calcio. In tal caso sono finito.

    Questi pensieri gli sfiorarono la mente in quella frazione di secondo.


    Grazie ^_^ Ormai però l'energia la tengo così per essere coerente, poi mi ricorderò che il limite è a turno, scusa :gne:
     
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    Schivare quel pugno sarebbe stato fin troppo semplice per le sue capacità, tanto che pensò per un attimo di essersi rimbambito. Aveva chiaramente osservato il suo avversario schivare un suo calcio con una facilità a dir poco disarmante, sintonomo di una velocità sopra la media, anche se di poco. Perché quindi ora si stava muovendo così lentamente? Akira se n'era accorto. Aveva lasciato da parte i vaneggiamenti e il suo sentirsi superiore: quella sfida andava presa sul serio. Per questo il comportamento di Nice lo mise in allarme. Perché avvicinarsi a lui così lentamente? E, ovviamente, avvenne l'impensabile. Una finta, fu l'unica cosa a venirgli in mente. Il ragazzotto osservò il lento andazzo altrui, il modo rozzo e poco preciso, assai plateale gesto, con cui aveva reclinato il braccio per caricare un pugno dritto al volto. Troppo lento. E il cervello del ragazzo andò in pappa. Cosa aspettarsi? Un vero pugno? Forse Nice era stanco. O forse stava preparando qualcosa di terribile? E.. se fosse caduto vittima di un Genjutsu? Decise, purtroppo, di aspettare. E, povero lui, talvolta una mente così preparata all'improbabile, sveglia e scattante nel trovare l'indizio agognato, si rende vulnerabile. Tanto da non riuscire ad ottenere una reazione normale. Akira schivò per un pelo il pugno che gli sfiorò la guancia, ma la sorpresa e la confusione giocarono a suo svantaggio. La pressione sul suo corpo l'aveva fatto voltare, rendendosi ancor più vulnerabile al calcio che non poté prevedere in alcun modo. Dato a piena potenza. Il collo si posò sul ventre e la punta affondò nello stomaco. Akira ebbe un sussulto e cadde in ginocchio, stringendosi le braccia alla pancia, immobile. Tremava leggermente, stupito. Era stato sconfitto.. in quel modo?

    Nice Hayato.

    La voce della professoressa tentò di richiamare l'attenzione del ragazzo. Lui stesso ne avrebbe colto l'espressione dubbiosa e furtiva. Gli occhi si erano assottigliati, rivolgendo al giovane uno sguardo indagatore. Poi tre parole, semplici, dirette.

    Perché sei qui?

    E non intendeva solo fisicamente lì. Anche lei aveva notato un grande difetto in quel ragazzo che, ancora senza voglia, si prometteva essere superiore alla media: l'assenza di volontà. E almeno allora, durante l'ultimo giorno, voleva capirne la ragione.

    Ma figurati, lascia pure così per questa volta :asd: Dunque, manca il tuo ultimo post e poi farò la conclusione e assegnerò l'exp!
     
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    Nice Hayato


    Statistiche
    Controllo Del Chakra: 20/250
    Forza Fisica: 10/250
    Potenza Magica: 10/250
    Agilità: 20/250
    Resistenza: 10/100
    Stamina: 10/100
    Ninjutsu: 15/250
    Taijutsu: 15/250
    Genjutsu: --/250



    Consumi
    Resistenza: 47/100
    Stamina: 49/100

    Per favore mi bocci!

    Allora, qui bisogna essere chiari: o Nice era un fenomeno, o quell'Akira era un povero illuso.
    Non solo il calcio, nonostante tutto, colpì con forza il ventre del giovane, mandandolo in ginocchio, ma anche il lentissimo pugno lo sfiorò. Che fosse davvero troppo veloce per quello studente?
    Nice osservò il suo avversario per qualche istante, con stupore. Poi una strana rabbia salì nel suo petto al pensiero che, a causa di quello sbruffone, che lui aveva sopravvalutato, adesso rischiava seriamente di venire promosso. Non sapendo cosa fare, cercò di frenare l'impulso di prenderlo a calci mentre era lì, a terra, e invece fece due profondi respiri per calmarsi e riordinare le idee.

    Non tutto è perduto, posso ancora fare qualcosa per rimediare...

    Mentre pensava alle diverse possibilità che gli restavano, valutando idee improbabili quali far finta di essersi rotto la gamba con il calcio, sentì che l'esaminatrice pronunciò il suo nome. Si voltò lentamente, osservando distrattamente prima i lunghi capelli castani, poi gli intensi occhi chiari che lo fissavano. Era chiaro, dal tono in cui aveva pronunciato il suo nome, che non era affatto convinta, ma Nice non sapeva se fosse la sua recita o la sua prestazione a renderla dubbiosa. Nel primo caso sarebbero stati guai, nel secondo, forse, aveva ancora una possibilità di venir bocciato.
    Poi, come una doccia di acqua fredda, giunsero le tre parole successive.
    Ormai era chiaro che era stato scoperto, e proprio dalla persona che, in quel giardino così affollato, aveva reputato la più superficiale e civettuola sin dall'inizio. Magari si aspettava di venir scoperto dall'uomo, o dagli altri studenti, fra i quali vi erano indubbiamente ragazzi brillanti, ma non certo da lei. In ogni caso ormai le cose avevano preso quella piega e Nice aveva ben poche possibilità davanti: poteva far finta di niente, rispondere che era lì per diventare un genin; oppure poteva svuotare il sacco.
    Probabilmente una persona più adulta e matura avrebbe scelto di tenere il punto, d'altronde esistevano molti altri modi per affrontare la cosa in seguito, ma Nice era solo un ragazzo e, guidato dall'impulso, decise di vuotare il sacco.
    Rispose con voce ferma, con molto meno affanno di quello che aveva caricato appositamente nelle sue parole di poco prima, e, mentre parlava, evidentemente nervoso, la mano sinistra giocherellava con le cuffie che portava sempre appese al collo.

    Hayato.

    Aprì il discorso con quest'unica parola, come se già spiegasse tutto, e, probabilmente, per qualcuno del villaggio sarebbe stato così. Ma continuò comunque, in una specie di sfogo liberatorio.

    Una benedizione e una maledizione.
    Sapete cosa significa nascere con un futuro prefissato, che non avete scelto voi?
    Un futuro che fra l'altro io detesto, che ho sempre cercato di evitare, inutilmente. E così tutti i tentativi che fai per svincolare la tua vita da questo destino, dal tuo fato, falliscono miseramente. Ti ritrovi a dover cedere alla pressione e a scegliere una vita che non vuoi, che non hai scelto, ma per cui, comunque, hai le capacità.


    Poi un breve sorriso, come se lo avesse aiutato liberarsi di un peso così grande, soprattutto per un ragazzo così giovane. Pian piano si avviò verso la sensei, lentamente, la ghiaia del ring che scricchiolava sotto i suoi passi.

    Allo stesso tempo non volevo rovinare il buon nome di famiglia, quindi come altro avrei dovuto agire?

    Poi, proprio mentre passava affianco alla donna, sussurrò, per non farsi sentire da nessun altro.

    Fossi in lei boccerei un ragazzo senza motivazione, non crede sarebbe giusto? Se non altro nei confronti di questi ragazzi che si sono impegnati così tanto in tutti questi anni...

    E così si giocò l'ultima carta a sua disposizione, e poi, lentamente, quasi rassegnato, si avviò verso gli altri studenti lì seduti, e, poco oltre, dove troneggiava un grosso faggio che con la sua ombra ammantava il prato sottostante. Una volta arrivato lì si sedette nuovamente sull'erba, lo sguardo basso.
    Il suo futuro si giocava in quei momenti.

     
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    Gli occhi chiari scrutarono Nice silenziosi, cogliendo ben più di quanto volesse in quelle parole così spontanee, probabilmente pensate e ripensate senza mai prendere vita. Sino a quel momento. Il ragazzo si allontanò dal ring con grande sorpresa di Akira, il quale era ben poco interessato alle scuse e alle spiegazioni del ragazzo, quanto più interdetto dal vederlo andarsene in quel modo. Nel suo immaginario, quella era ancora una sfida aperta. Ne valeva del suo orgoglio. Ma non osò muoversi, non ci sarebbe riuscito anche a causa delle figuraccia. Il poverino era sbiancato a quel calcio. Per tutto il tempo in cui il moro senza volontà parlò, la giovane sensei rimase in silenzio, senza staccargli gli occhi di dosso. Le ricordava qualcuno quel suo atteggiamento disinteressato, più che rassegnato. Ma il sussurro che le arrivò all'orecchio la portò a quella decisione. Il ragazzo aveva ragione. Un ninja senza volontà non era degno di questo nome.

    .. i prossimi!

    Fusae Sakura e Momohiro Sena!



    Chissà quanto si annoiavano quegli occhi che non vedevano nulla se non botte, fiati mozzi, sudore e una buona fosse di testardaggine. Ogni singolo scontro fino alla fine, quando il pomeriggio era ormai inoltrato. Fu allora che la giovane sensei tirò un sospiro di sollievo, rivolgendosi al suo collega.

    Finito?

    Sì. Ho pronte le valutazioni.

    Alzò lo sguardo e tutti i presenti (i quasi) furono percorsi da un brivido. Era già ora. L'uomo si portò la mancina alla bocca, mordendosi con la punta dei denti il polpastrello del pollice. Le sue gambe si abbassarono rapidamente mentre impastava il chakra e lo espelleva dagli tsubo della mano disegnata.

    Tecnica del richiamo!

    No, nessuna creatura dalle proporzioni gigantesche. Solo un tavolino rozzo, la cui superficie risplendeva alla luce del sole. Non era il legno a riflettere i raggi ma i coprifronte delicatamente poggiato sul tavolo. La giovane sensei non potè trattenere un sorriso.

    Siete stati bravi, tutti voi. Molti di voi ce l'hanno fatta ma altri.. hanno bisogno di ancora un po' di pratica. Non abbattetevi: siate fieri di voi stessi! Avete dato il massimo e questi vi rende già più forti!

    Si prese qualche attimo di pausa, prima si rivolgere un cenno d'intesa al suo collega che, perentorio, cominciò a chiamare uno per uno gli studenti che avevano superato la prova.
    Nice Hayato non era tra questi.




    La gioia dei parenti e degli amici radunati nel cortile d'ingresso era in fermento. Si sentivano gioia e soddisfazione, ma anche gentili pacche sulle spalle e abbracci in risposta ai pianti di chi, purtroppo, non ce l'aveva fatta. Era così, del resto. Il naturale ciclo delle cose. L'altra faccia della medaglia era qualcosa di cui il mondo non avrebbe mai potuto liberarsi. Dove c'era gioia c'era dolore. Dove riuscita, fallimento. Spesso non ci si poteva fare nulla. Non si può sempre ottenere tutto ciò che si desidera, questo imparò Nice. Aveva perso la battaglia ma vinto la guerra, presentandosi in cortile senza alcuno stemma del villaggio con se. Era felice di questo? Soddisfatto del suo non risultato? Non avrebbe più avuto importanza nel momento in cui qualcuno gli avesse porto qualcosa, sfiorandogli quasi il volto. Quella sagoma che aveva invaso silenziosamente il suo spazio si rivelò essere la sensei, la giovane che sorrideva quasi con un accenno delle labbra al giovane. E il coprifronte dalla bendatura verde che porgeva ad Hayato era nuovo di zecca.

    Un uomo che si oppone al proprio destino non merita di perdere. E questo, anche se forse non lo capisci, lo è.

    Perse il sorriso ma il suo non era uno sguardo ostile. Sembro cercare le parole giuste e fu con leggerezza che riprese a sorridere al ragazzo.

    Hai più motivazione di quanta immagini. Dovresti solo.. capire cosa vuoi farci.

    Gli lasciò il coprifronte in mano e, insieme ad esso, la sua tanto detestata promozione.

    Buona fortuna.

    Si congedò con un cenno del capo, lasciando solo il ragazzo. Non si pentiva di una sola parola detta.

    Ti sei mosso bene, mi sei piaciuto! Per cui ti assegno 33 punti exp (non sblocchi alcun achievements perché l'accademia è più un tutorial, diciamo) e ti confermo la riuscita dell'evento. Richiedi in aggiornamenti ciò che ti spetta per il passaggio di grado :rosa:
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Kerbe puoi prendere il max -5
     
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