[Esame chunin] Prima prova

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    Stavo correndo a perdifiato come mai avevo fatto prima d'ora, le gambe dolevano per la corsa improvvisa. Sentivo tutti i muscoli tirare come in segno di protesta per lo sforzo fisico eseguito senza preavviso, fossi stato un maestro nell'arte Taijutsu non avrei avuto certo problemi di quel tipo anzi, probabilmente sarei stato il primo della corsa. La mia intera formazione si era concentrata prevalentemente sullo sviluppo delle arti magiche senza nemmeno tentare di raggiungere un equilibrio o compromesso con le prestazioni fisiche. La fatica ed il dolore che provavo erano il prezzo da pagare per le mie abilità magiche...abilità che si erano rivelate più volte dei completi fallimenti.
    Tutti i partecipanti stavano dando il meglio di se pur di far valere la propria persona, il proprio villaggio, dimostrare a tutti quelli che erano presenti quel giorno che loro erano qualcuno e non semplicemente uno dei tanti. Erano pensieri naturali che chiunque, o quasi, avrebbe provato in un'occasione simile se messo a confronto con altri soggetti dalle pari capacità. Ma se questa parità in realtà non ci fosse stata? Se fosse stata evidente la superiorità di alcuni rispetto ad altri? Avrebbe avuto senso continuare a correre nonostante la consapevolezza di tale differenza?
    Voltai la testa indietro per capire se ero io l'ultimo della fila oppure se c'era effettivamente qualcuno dietro di me. A causa dello stormo di corvi che io stesso avevo creato mi ritrovai con buona parte della visuale ostruita il che mi impediva di conseguenza di vedere qualcosa. Con un gesto della mano feci spostare i corvi dal centro verso l'esterno dell'area così da ottenere una discreta visuale. Notai con stupore che vi erano altri shinobi dietro di me che si davano battaglia in un modo o nell'altro pur di raggiungere la prima posizione, in particolare ve ne era uno sembrava avere tutt'altro che buone intenzioni. Vidi solamente una serie di scariche elettriche che dapprima sembravano avvolgere il suo corpo per poi iniziare a concentrarsi in un unico punto. Sembrava molto simile alla tecnica di Yamashita ma forse addirittura più minacciosa data le scintille ben visibili che produceva.


    * Dannazione, devo assolutamente evitare che quella cosa mi colpisca *

    Con il medesimo gesto di mano feci richiudere i corvi dietro di me così da ostacolare almeno in parte l'iniziativa nemica, l'oscurità poteva giocare a mio favore ma non era certo sufficiente a permettermi di uscire indenne da quella situazione. Era necessario agire in fretta.
    Accelerai il flusso di chakra all'inverosimile affinché il chakra passasse per la maggior parte all'interno della giara di sabbia, sentii una spossatezza innaturale lungo le braccia e le gambe le quali rallentarono immediatamente il loro ritmo. Il deflusso di energia mi stava sfiancando molto rapidamente ma purtroppo era necessario se volevo proseguire lungo la mia personale corsa. Quando la sabbia fu completamente permeata della mia personale energia con un debole gesto dalla mano l'avrei fatta uscire esattamente alle mie spalle nel tentativo di compattarla e creare così un mio esatto clone di sabbia. Non avevo alcun interesse nel farlo quanto più somigliante possibile a me, la sua sola funzione sarebbe stata quella di proteggermi le spalle mentre avrei pensato a fuggire da quella terribile situazione.


    * Se fallisco non avrò secondo occasioni! *

    Dovevo allontanarmi e distaccare quanto più possibile i miei inseguitori, raggiungere i primi era praticamente impossibile salvo un dispendio di energie elevatissimo. Avrei potuto dare fondo al chakra che ancora avevo per creare una nuova piattaforma e distanziarmi di qualche trentina di metri, mi sarebbe bastato far fluire il chakra all'interno della giara e dar vita alla sabbia. Visto che ci ero riuscito una prima volta ci sarei sicuramente riuscito una seconda.
    Convogliai una grandissima quantità di energia spirituale all'interno dell'attrezzo mentre una pari quantità veniva accumulata in ambo le mani. Nonostante la tecnica non avesse sigilli richiedeva un'elevata concentrazione per permettere alla sabbia di rimanere compatta e non sfaldarsi durante il volo. Ero pronto a far uscire il materiale di costruzione quando avvertii una fitta ed un terribile disequilibrio nel flusso interno di chakra, qualcosa stava interferendo nella corretta distribuzione dello stesso all'interno del sistema impedendo di raggiungere così in modo corretto la giara.


    * I corvi maledizione *

    Mantenere in campo i corvi richiedeva un'attenzione costante che mal di sposava con il mantenimento e la sospensione a mezz'aria di una piattaforma creata dal nulla. Il clone non era un problema visto che la sabbia rimaneva compatta grazie al chakra residuo rilasciato tramite i sigilli della tecnica, discorso diverso per l'altra tecnica invece che necessitava di una buona dose di chakra per rimanere sospesa a mezz'aria, rimanere compatta e potersi muovere liberamente nello spazio circostante.
    Seppur a malincuore, dovetti sciogliere la dispersione facendo disperdere le bestie illusorie in ogni direzione. Una cosa del genere non faceva altro che espormi ulteriormente ad eventuali attacchi come quello precedente ma purtroppo non avevo altre alternative. Quando il disturbo scomparve il chakra poté finalmente raggiungere la cintura e poi penetrare all'interno della giara, contemporaneamente aprii le dita della mano destra e poi le serrai in pungo così da provare a far uscire la sabbia dal contenitore. Se tutto fosse andato per il meglio avrei generato una nuova isola fluttuante sulla quale sarei salito portandomi a debita distanza dei miei avversari.


    * ORA! *

    Con l'energia residua nella mano sinistra inviai un impulso estremamente carico tramite il quale avrei provato a guidare l'isoletta per quasi quaranta metri lungo la pista che ora più che mai sembrava essere stata vittima di atti di vandalismo. Molto vicino a dove utilizzai la sospensione il campo era stato ricoperto da una sorta di liquido molto denso che dava l'idea di qualcosa che difficilmente si sarebbe tolto dai vestiti...o dalle pelle. Ma evidentemente qualcuno non era contento di quel gesto.
    Fu un istante ma dei colpi provenienti da chissà dove scalfirono la superficie del liquido creando di qualcosa che si poteva vagamente accumunare a dei sentieri, di certo non sarei sceso visto la posizione di vantaggio che avevo guadagnato. Già prima feci quell'errore.
    Durante il mio spostamento aereo vidi che subito dopo la curva buona parte del terreno era stato congelato, se fossi sceso in quel punto avrei avuto non poche difficoltà a muovermi inoltre la sabbia una volta a contatto con la superficie umida sarebbe divenuta utilizzabile.


    * Com è possibile che siano tutti in grado di utilizzare tecniche simili? Quanto è grande il divario che ci separa? *


    Mentre quei pensieri rimbombavano nel mio cervello, feci rallentare l'isola fluttuante facendola fermare dopo circa
    trenta metri di percorso. Avevo ancora energia sufficiente per andare avanti ma se l'avessi fatto la sabbia avrebbe cominciato a sfaldarsi facendomi precipitare, preferivo rimanere qualche metro più indietro ma al sicuro in quel momento.


    Scheda Zend Izuki
    -Parlato
    * Pensato *

    -Parlato Mashiro
    -Parlato Sakabe
    -Parlato Addetto Reception
    -Parlato Telecronista

    Resistenza: 98
    Chakra: 170
    Azioni:
    - Spostamento dei corvi e successiva chisura [Mantenimento Tecnica della Dispersione dei Mille Corvi -10 Chakra]
    - Tecnica del Clone di Sabbia per difendermi dalla sfera di plasma [-5 Chakra; -20 Chakra Sforzo Extra]
    - Corsa in avanti fino al margine iniziale del campo caramelloso [-1 Resistenza]
    - Scioglimento dei corvi
    - Sospensione del Deserto per 5 metri d'altezza e spostamento in avanti di circa 35 metri [-5 Chakra; -30 Chakra Sforzo Extra]

    Valori Resistenza-Chakra post-azioni:
    Resistenza: 98-1= 97
    Chakra: 170-10-5-20-5-30= 100
     
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    Mukenin
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    Eeeeh.. SI PARTE SIGNORI! Guardiamo subito chi è in testa!

    La presenza di quella nuova sensazione mi colpì sin da subito, costretta a doverci convivere. Ermeticamente mi richiusi in me stessa e in una corsa, nel rumore del respiro e nel tonfo dei calzari sul pavimento. Tra spintoni, euforia e i più disparati approcci alla situazione vagavo alla ricerca di qualcosa che fosse mio. Mio e di nessun altro, un modo o una strategia semplice con cui distinguermi visto che non si parlava altro che di gente estranea. Con un tifo corale gli spalti stavano via via frammentandosi e seguendo ognuno un elemento diverso, facendo scommesse sul vincitore e fischiando i “perdenti”. La maratona era entrata nel vivo e seppur mancassero moltissimi metri al traguardo sembrava già scritto il vincitore. O meglio, con le posizioni attuali dei ragazzi in gioco e le abilità da loro mostrate avevo già iniziato a svalutare me stessa, non perché fossi debole ma perché ero lì per puro desiderio di altri. Qualcosa doveva esserci in me, qualche motivazione personale che mi spingesse a non mollare alla prima curva, dovevo trovarla in qualche modo perché non volevo sfigurare e mollare. Mai in vita mia mi ero arresa difronte a qualcosa e ora che i primi tasselli della mia realtà pian piano si stavano componendo, potevo sicuramente ambire e aspirare a qualcosa di più.

    Si tratta del rosso di Konoha, Yamashita Kazuma; e del biondino selvaggio di Hekisui.. Shiro! Che ne dite? Non male per essere genin! CHE VELOCITÀ!

    Le ciglia sfarfallavano ripetutamente, persi il conto di quante volte per un momento incalcolabile le palpebre avevano sigillato le iridi con la loro unione. Capelli, vesti e ninnoli sventolarono al ritmo dei passi tra la baraonda di gente e la sezione in cui ero. Al momento la situazione via via si stava delineando, potendo essere divisa in tre grandi sottogruppi: il gruppo di testa, il marasma nel mezzo e i pochi rimasti indietro e pronto a subire l’eredità dei più scaltri. Le mie dita non trovarono nessuna persona degna, né nessun oggetto non identificato da usare come traino per mezzo del filo spinato, che assopito si divideva tra la presa salda del palmo e la tranquillità offerta dal porta oggetti. Come un gomitolo sarebbe stato utile per attirare i “gatti” giocherelloni e ingenui, ma in quella realtà sembravano non essercene. Alcuni usarono la loro agilità, altri scelsero direttamente delle tecniche di diverso tipo ed infine i meno stimolati dall’ambiente valutarono la corsa alla lettera e partirono dalla linea mantenendo stabile il loro approccio.
    In linea di massima non fui in grado di vedere la gente in testa per via del rettilineo e della calca, quindi provai a lanciare un’occhiata fugace ai tabelloni per studiare la situazione da quell’ottica. Quei volti tagliati a metà da riprese traballanti non mi dissero nulla ma fui talmente incuriosita dal loro modo di affrontare quella prova che dovetti premurarmi di evitare una mina vagante compiendo un balzo laterale. Non molti dei partecipanti persero l’equilibrio e caddero per effetto di variabili diverse, tra cui dovetti riconoscere quella dello stress come una delle predominanti.

    Fyrirgefðu!

    Quel “scusami” senza nessuna colpa mi veniva spontaneo ogni volta che muscoli, ossa, pelle e cervello reagivano a ostacoli diversi per schivarli in tempo. Movimenti coordinati al meglio al quale provavo a dare un tocco esotico al fine di farmi notare da qualcuno, giusto perché ritenevo quella gara al pari di uno spettacolo nel quale non volevo restare una comparsa. Flettevo le gambe al massimo delle possibilità per compiere salti laterali o rettilinei e al pari di vogate consistenti muovevo le braccia, confidando che quelle gesta potessero alleggerire in qualche modo la stanchezza e darmi maggiore equilibrio. In prossimità della prima curva il destino decise di richiedere un test di prontezza e abilità: un silenzio freddo afferrò la bocca degli spettatori, spezzato da un sussulto e dalle grida isteriche di alcuni ragazzetti. Paragonabile a quello di un essere umano comune il mio udito avvertì l’eco scrosciante di una massa d’acqua e quando le voci dagli spalti si rifecero vive, ebbi modo di capire la situazione.

    AH! A quanto pare i kiriani giocano in casa e non vogliono perdere! Guardate là Yuichi Yuki!


    La conduttrice, sempre incredibilmente stimolante per gli spettatori stava fomentandone gli animi in modo all’ennesima potenza. Percepii lo scompiglio nei volti dell’occhialuto alla mia destra e la preoccupazione di inzupparsi i completini nelle ragazzine alla mia sinistra. Erano quei tipici individui timidi e incapaci di prendere in mano una normalissima situazione come quella, chiusi in gusci protettivi invisibili e in un mondo tutto personale fatto di moda, buoni costumi o tecnologia. Il sorriso e l’istinto presero piede in me, oltre al ricordo vivo dell’Orca Nera.

    “Non capisco un tubo di ciò che quella papera sta dicendo ma non me ne importa un fico secco!”


    La vidi invadere il terreno di gioco e mordendomi il labbro continuai a correre, provando l’approccio aggressivo della mamma.

    “A GINGILLO DURO LìF”
    *"C'è davvero bisogno di mettermi in imbarazzo? per fortuna che nessuno dovrebbe capirlo!"*

    .:Arnbjørg:.



    In palese lingua dei mari sentii Escanor urlare dagli spalti, bastava lui a motivarmi con quel suo modo di fare chiassoso e spudorato. Focalizzai nella mente l’immagine dei miei piedi e sospirando silenziosamente cercai di infondere una patina di energia in essi, per donare alle suole la capacità di aderire ad una superficie instabile come quella dell’acqua. Avrei cercato di saltare con una traiettoria lineare per un’altezza sufficiente ad evitare di essere investita e come in mare aperto mi sarei destreggiata –al limite del possibile- cercando di pattinarci sopra fino a termine di quella doccetta. Pretendevo di accorciare le distanze ma una semplice corsa, senza uno sforzo né il desiderio non sarebbe bastata a nulla. Fu per il preciso dovere morale verso me stessa che ricorsi ai muscoli e riposi in essi tutta la mia fiducia, accelerando il flusso sanguigno per velocizzare il tutto con uno sprint adeguato.

    Uhmm?

    Continuando nella corsa il più in fretta possibile sgranai le palpebre in prossimità di uno stormo di corvi dall’aspetto familiare, animali dal piumaggio nero ma non del tutto veri. Assumendo come ipotesi il fatto che potessero essere frutto di un jutsu c’erano da considerare almeno tre vie di risoluzione e tutte dettate da mood diversi. Evitarli, distruggerli o passarci in mezzo rappresentavano le scelte più drastiche, veloci e poco complesse ma al tempo stesso efficaci per la risoluzione del problema. La scelta della prima opzione comportava un risparmio di energie indubbiamente conveniente e al fine di dar sfoggio di ogni dote in mio possesso tentai di cimentarmi in una schivata, mantenendomi alle spalle -ma a debita distanza -da un “certo” individuo avvolto in un globo di fulmini. Sia lui che la sua strana bolla elettrica mi sembrarono familiari e inoltre, trovandosi davanti e più vicino di me allo stormo mi sarei “servita” della sua protezione e del varco da lui creato per passarci attraverso. Indubbiamente la troppa distanza tra gli ultimi e i primi sarebbe stata difficile da colmare riponendo semplici speranze nelle doti fisiche, così optai per una cosa singolare. Visto che potevo contare su molti metri di filo a mia disposizione, cercai di usarlo in maniera più strategia rispetto a prima sfruttando un Uchiha shuriken come arpione. Non volevo per nulla arpionare qualcuno che non fosse la parete alla mia destra, ma nello stesso tempo mi sarei cimentata in una sorta di trick particolare. Data la complessità della cosa non speravo di riuscirci senza problemi, ma se c’era una minima possibilità di riuscita potevo solo sperare in quella. Incanalai a fondo quanta più energia potessi immettere, avendone ancora tanta a disposizione e avvertendo una forte pulsazione del cuore sotto il plesso. Rispecchiandosi nel flusso di energia, il fiume di adrenalina esplose in ogni fibra muscolare e con una morsa famelica fece profondare il dolore nel dimenticatoio. Magari ne avrei provato, magari no, ma ero talmente carica da aver perso di mano la percezione delle cose e di come tutto si stesse svolgendo con troppa velocità. Il mio piano prevedeva un uso del filo identico ad una catena trainante: sfruttando l’estensione, la canalizzazione abbondante dell’energia, la distanza dal filo e le sostanze sul terreno tentai di imprimere una direzione parabolica al cavo spinato con una curvatura verso sinistra, dirigendolo nell’incrinatura più stretta della curva ad un’altezza da terra di circa 1 metro. Con quel fattore a mio vantaggio tentai di ricorrere alla forza negli arti superiori ed ancora una volta ai piedi impregnati di chakra per tagliare il percorso e più metri possibili su di una superficie ancora umida e semi-collosa. Di quest’ultimo fattore avrei fatto meglio a preoccuparmi in separata sede, in fondo era l’ennesimo nuovo dettaglio di quel mondo incomprensibile. Presi l’estremità impugnabile serrando rigidamente i palmi, flettendo schiena e arti e provando a raddrizzarmi con quella spinta a molla, con un respiro sommesso e la fibrillazione in atto. Se il mio piano, all’altezza delle aspettative che io riponevo nello stesso, fosse riuscito completamente o almeno parzialmente non mi sarei più fatta sfuggire la prima posizione e il divario creato dai due in testa, oltre a sorprendere quelli dietro al filo e provocare una ruzzolata di gruppo. Effetto domino insomma!


    R:199-7-1=191
    S:345-5-50 (s.e.)-5=285


    Azioni e J:
    -Pattinata su acqua+sprint+sforzo extra totale
    -Sfruttamento scia di Raul tra i corvi per realizzare la stretta d'acciaio
    -Tecnica della stretta d'acciaio per arpionare la parete in prossimità della curva e danneggiare chi è dietro+Strattone e pattinata su campo caramelloso per tagliare metri.


    Altro:
    Uso di un uchiha shuriken legato al filo per arpionarlo più saldamente
    Filo: 20mt
     
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    Il mondo roteava con dinamicità, si plasmava a causa dell’effetto di molteplici tecniche e strategie che si articolavano ben oltre le spalle del biondo. Nulla di cui preoccuparsi visto che le sue gambe spingevano verso la direzione giusta e quella ruota di cristallo permetteva un surplus di velocità tale da macinare parecchi metri dagli altri; un vantaggio che probabilmente toccava in modo impercettibile il giovane contendente considerata la solita concentrazione permeante il suo sguardo e le sue movenze. Doveva infatti mantenere salda quell’energia che continuava fluire attorno a lui, la sentiva cristallizzare attorno a sé in un rumore secco e tagliente come suo solito; si plasmava tramite comandi mentali in una fusione colorata che subito entrava in circolo al resto del costrutto magico roteante. In quella tempesta piena di riflessi di luce scattava quel ragazzino pieno di cicatrici e che forse aveva attirato qualche sguardo – magari sorriso – di un certo Kage sugli spalti. Pensiero che ovviamente nemmeno lo sfiorava, nemmeno le urla della conduttrice potevano scalfire quel suo stato emotivo decisamente focalizzato sulla corsa, sulla vittoria! Gli unici suoni che sentiva era il suo affanno, quel continuo rincorrersi dei polmoni in respiri eccentrici atti a dargli fiato, sostenerlo in quell’avanzata sospinta da brevi lamenti che sfuggivano rapidamente tra le labbra strette. Lo sforzo fisico era comunque impressionante, stuzzicava ogni cellula muscolare ad irrorare la massima energia, le poteva sentire urlare sotto la pelle, sfrigolare in quel sudore che già si iniettava nell’aria.

    La prima curva era ormai vicina, la mano cercò si saettare nell’aria in un gesto imperioso ma comunque pregno di chakra. Avrebbe stimolato quella mistica energia cercando di instillarla nel terreno attorno a lui, tentò di impastarla provando ad instillare quella vena polverosa che gli scorreva dentro. Doveva indurire il suo spirito, riempirlo di crepe fino a plasmarlo nella dura roccia che doveva pregare in un silenzioso canto verso la natura. Le dita indicavano il centro della curva, fuori dalla pista, cercando di evocare una lancia di terra al centro di quella curvatura piuttosto larga ma comunque decisamente affrontabile a cuor leggero. La mano sinistra invece avrebbe stretto il filo spinato, le dita accarezzavano l’acciaio per stringersi in una zona priva di chiodi o qualsivoglia punta; cercò un’ulteriore momento di concentrazione andando così a richiedere nuovamente quel favore al suo spirito così da piegarlo sotto alla sua richiesta. L’avrebbe fatto confluire in quel tratto di filo così da poterlo teleguidare verso quel pilastro che poteva aver innalzato poco prima, il metallo si sarebbe animato come mosso da una forza invisibile e cercò di scattare in un rapido movimento accompagnato da uno slancio del braccio. Dopo qualche istante di viaggio doveva stringersi attorno a quel sostegno, avvolgersi in spire metalliche abbastanza robuste da poter sostenere il continuo di quella strana strategia! Prima di tutto quel filo a mezz’aria poteva rappresentare una sorta di barriera, più o meno visibile, a qualunque stolto voleva superare il biondino passando per l’interno della curva; nulla rispetto al reale compito di quel collegamento con il fuori pista! Shiro infatti stava per imboccare l’arco disegnato a terra, avrebbe spinto tutto il suo corpo in una spinta totalmente tangenziale! I piedi e il cristallo avevano il compito di proiettarlo letteralmente in una traiettoria rettilinea senza preoccuparsi di farlo rimanere in quel tracciato colorato, il suo scopo era quello di sfruttare la componente normale generata dalla resistenza del filo così da non dover sprecare inutili energie e forze a curvare! Quel collegamento, infatti, doveva avere sia il compito di proiettarlo lungo la giusta traiettoria sia di donarli forza e velocità nella parte finale della curva. Doveva solamente contrarre qualsiasi fascio muscolare fino all’inverosimile, persino le braccia tremavano in quello sforzo di mantenere il contatto con il filo e beneficiare del suo contributo, ovviamente l’avrebbe mollato al momento opportuno lasciandolo cadere a terra ed interrompendo l’irrorazione di energia. Probabilmente l’avrebbe recuperato a fine gara ma almeno poteva ostacolare qualche piedi poco attento, del resto era comunque filo spinato in mezzo al percorso, no?

    Se tutto fosse andato per il verso giusto - il manipolatore dei cristalli - si trovava alla fine di quella curva e doveva semplicemente imboccare il secondo tratto rettilineo per continuare la gara, quell’odore di acqua scrociante e di ghiaccio riempì le orecchie del giovane così da farlo allertare repentinamente contro quella lastra luccicante pronto a farlo scivolare, o almeno è quello che sperava il suo esecutore. Del resto quella ruota di cristallo poteva benissimo lasciarlo camminare persino sui liquidi, figurarsi sul ghiaccio! Ma forse questo non lo sapeva, la conoscenza della sua abilità era piuttosto limitata e decisamente discutibile quindi doveva ricorrere ad un metodo decisamente più drastico. Tentò ancora di plasmare nuova energia mentre lentamente avrebbe diminuito l’apporto di chakra a quella ruota di cristallo che ormai stava esaurendo il suo compito, se tutto fosse andato per il verso giusto una strana aura rosa doveva comparire a qualche metro da Shiro. Con un comando mentale avrebbe instillato la sua cristallizzazione istantanea, le particelle si sarebbero unite in un’unica pedana larga un metro e con una pendenza tale da poterlo proiettare in aria! Il biondino infatti si fiondò letteralmente su quella costruzione cercando di slanciarsi, anche grazie alla ruota di cristallo, in un salto sospinto dal respiro trattenuto e da un battito mancato; in quei brevi attimi di volo si sarebbe ritrovato in una tempesta di cristallo a causa della ruota di cristallo che cercò di disgregarsi seguendo l’ordine del ragazzo. Quei minerali dovevano slegarsi tra loro fino a spargersi tutto attorno a lui, le braccia tese verso l’esterno come per spingere via quella forza magica che plasmava la ruota di qualche attimo prima. Sospeso nel tempo non si sarebbe fermato, mentre i capelli ondeggiavano al vento avrebbe invocato quella rabbia profonda, quel controllo furibondo del suo elemento così da provare ad evocare una sua creazione conosciuta da pochi.

    Sorgi.


    Una parola che spezzò il momento, l’energia si sarebbe riversata senza esitazione in quelle molecole tutto attorno a lui. Doveva stimolarle uno ad una cercando di impregnare tutto ciò che lo circondava fino a controllarlo in unico flusso che lentamente si plasmerebbe sotto di lui, qualcosa di indefinito e disordinato che vorticava sopra il terreno. Fluttuava magicamente come smosso da un vento, dai respiri regolari ed affannosi del giovane. Poi accadde, un lampo di energia, l’ultimo che si sbrigliava dal cuore palpitante e pronto ad irrorare quel cristallo ancora privo di forma. Sotto quell’ultima scarica si sarebbe creato un dragone di cristallo vero e proprio, mille scaglie luccicavano al sole andando a riflettere tutti gli sguardi della folla. Avrebbe troneggiato su tutti mentre il giovane si lasciò cadere senza timore, un velo di chakra a ricoprire i piedi, pronto a piazzarsi sulla testa di quella possente creatura animata. La destrorsa avrebbe afferrato uno di quei corni per reggersi mentre l’altra tagliò l’aria per indicare la direzione da seguire: il rettilineo.






    WqLSBBK


    Riassunto
    EdELjjN◕Equipaggiamento:
    • Arco [Schiena]
    • 40m Filo Spinato
    ◕Azioni:
    - Mantenimento Ruota di Cristallo
    - Lance di terra
    - Stretta d'acciaio attorno alla lancia
    - Creazione cristallo II°Stadio
    - Drago di Cristallo
    ◕Altro:
    12/15 Slot d'aqcua
    ◕Resistenza: 150
    ◕Stamina: 222-15-18-5-10-18= 156
    Shiro
     

    Scusa se sono stato poco chiaro sui metri di creazione della lancia, filo usato e distanza pedana...
    del resto non abbiamo le dimensioni dell'arena/percorso quindi sono rimasto vago sperando che i metri di raggio e filo bastino :sisi:
     
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    La speranza è l'ultima a morire. Senz'altro. Però diciamo che a questo giro anche l'ottimismo di Nishinoya era messo a dura prova. La sua iperattività, unita a una buona dose di fantasia, lo avevano portato ad agire in maniera poco logica, quasi sconsiderata a volerla dire tutta.
    A posteriori avrebbe ripensato alla cosa e si sarebbe probabilmente preso a schiaffi da solo. Davvero pensava di riuscire in una cosa simile? Dall'ultima volta che aveva controllato, non era un acrobata, perciò come avrebbe fatto a saltare di testa in testa (o spalle, nessuno è puntiglioso qui) durante una dannata corsa? Sì perché, se quella fosse stata una sfida di Un, Due, Tre, Stella! Forse avrebbe fatto meglio. Se anziché correre come dei matti gli altri ninja fossero rimasti fermi a fissare il cielo, sì, a quel punto se ne poteva parlare. Un altro esempio ancora? Colonne. Se Toshiro si fosse messo a saltare su delle colonne, belle grandi, ma soprattutto immobili, avrebbe saltato come un forsennato senza che nessuno potesse impedirglielo.
    E invece si ritrovò nuovamente al punto di partenza dopo appena un salto. Una cosa però l'aveva guadagnata: il ragazzo usato come trampolino di lancio probabilmente lo avrebbe aspettato alla fine della prova per gambizzarlo.
    La telecronaca non si era interrotta dal momento dello sparo iniziale, ma di tutte le parole che uscivano dalla bocca della donna solo alcune interessavano Toshiro.

    “Si tratta del rosso di Konoha, Yamashita Kazuma; e del biondino selvaggio di Hekisui.. Shiro! Che ne dite? Non male per essere genin! CHE VELOCITÀ!”

    Al solo sentir nominare il suo villaggio, il ragazzo iniziò a sorridere come un ebete. Serviva qualcuno che facesse brillare il Villaggio delle Verdi Acque, e visto che a quanto pare lui era ancora lontano dal poter aspirare a una simile pretesa, almeno c'era qualcuno in grado di farlo.
    Ovviamente quello non era minimamente il luogo, né tanto meno il momento, per perdersi in riflessioni a sfondo patriottico. Toshiro doveva concentrarsi sulla prova e doveva farlo il prima possibile, dato che ormai la spartizione dei gruppi era avvenuta e lui sgambettava ancora tra gli ultimi.

    “AH! A quanto pare i kiriani giocano in casa e non vogliono perdere! Guardate là Yuichi Yuki!”

    Kiriani. Acqua. Aiuto. Preoccuparsi di tutto quello che accadeva intorno a lui impediva a Noya di pensare in maniera coerente, tant'è che il suo flusso di pensieri era formato da singole parole.
    Purtroppo quello non sarebbe stato l'unico ostacolo da affrontare e superare, ma non si poteva che procedere in fila. Il pericolo imminente che Toshiro avrebbe dovuto fronteggiare era dell'acqua. Una violenta ondata d'acqua pronta a travolgerlo e fermare la sua corsa disperata. Perché disperata? Perché in fondo il ragazzo di Hekisui sapeva che, in quel momento, la cosa su cui poteva far maggior affidamento erano i muscoli delle sue gambe.
    Per questo decise di saltare ancora. Sì, ci aveva già provato e le cose non erano andate come avrebbe desiderato, ma Noya era tanto ostinato dal voler riprovare fino a riuscirci. Era uno sfizio personale che voleva togliersi. Così provò a replicare gli stessi movimenti che gli permisero di spalmare la suola della scarpa sulla nuca di un malcapitato: avrebbe fatto oscillare le braccia per poi darsi uno slancio e saltare più in alto che poteva. Preoccuparsi di riuscire a raggiungere un'altezza tale da non finire sotto l'acqua avrebbe rallentato la sua avanzata, era matematico, ma tra l'essere messo k.o e un piccolo ritardo... beh, preferiva senza dubbio l'ultima opzione.
    La ricerca dell'altezza poteva salvarlo dall'impatto e permettergli di ricadere su una superficie d'acqua decisamente meno ostile e più controllabile. Sì perché tutti i suoi ragionamenti precedenti sul camminare sulle mura perimetrali potevano essere riutilizzati e adattati alla situazione attuale.
    Toshiro avrebbe cercato di far confluire parte del suo chakra sotto i piedi, lungo le suole delle scarpe, provando ad aderire così su una superficie inadatta alla corsa. Fossi un pesce!
    Un pensiero idiota non sfuggiva mai neppure durante situazioni di tensione come quella.
    Ammesso che tutto fosse andato per il verso giusto – perché sì, la strategia in sé non era difficile da applicare, se solo Noya non fosse un novellino – il percorso di quella corsa sarebbe stato seminato di altre seccature.

    “Attenzione! Shiro ha usato un jutsu acquatico che conosciamo bene qui! SE GLI ALTRI CI FINISCONO SOPRA SONO FINITI!”

    Sì, va bene. Acque Verdi e tutti amici. Ma sentire sempre il nome di tale Shiro stava iniziando a far venire tic nervosi al povero Nishinoya, intento a cercare di non morire affogato e non essere travolto da cacche di corvo.
    Sì perché le sfighe non arrivano mai da sole, se non sono in coppia sono addirittura in gruppo!
    Se fosse riuscito a superare l'ondata d'acqua, Toshiro avrebbe dovuto fare i conti con una distesa di melma schifosa su cui, sicuramente, non avrebbe volentieri messo i piedi. Ora, che fosse una melma schifosa lo presumeva lui, d'altronde non aveva mai visto nulla di simile prima d'ora, ed era ancora a un distanza tale da non poter capire esattamente contro cosa stava per scontrarsi.
    Tutto questo condito da corvi.
    Un tipo aveva ben pensato di aggiungere a quel minestrone di genin urlanti e sgambettanti uno stormo di volatili. Eh certo, non c'era abbastanza confusione.
    Il ragazzo non aveva molti assi nella maniche, la rosa di tecniche di cui disponeva era di gran lunga inferiore a quella che molti dei suoi avversari stavano sfoggiando, perciò doveva tenerla sul semplice. Era la sua unica possibilità.
    Noya avrebbe affaticato ulteriormente le sue gambe, cercando di sforzare i muscoli per aumentare la velocità della corsa. Una corsa che lo avrebbe condotto sì in avanti ma anche di lato, verso la sinistra del corteo di corridori, allontanandosi dalla scia di quell'uomo che tra sabbia e uccelli lo stava decisamente distraendo.
    Arrivò quindi il momento dello schifo che Shiro aveva premurosamente spalmato a terra. Che caro.
    Più passi falcavano la pista in tartan, più Noya si preoccupava di come evitare quella cosa. Più lui si preoccupava, meno riusciva a concentrarsi.
    Lo spazio stava per terminare, il ragazzo era privo di idee, quasi sicuramente avrebbe piantato un piede in quella sostanza... se qualcuno non avesse fatto un regalo ai partecipanti. Tre grossi proiettili d'aria si scontrarono contro quel campo melmoso che stava preoccupando non solo Noya, aprendo un varco che alla vista dell'iperattivo ragazzo appariva come una via di salvezza.
    Apprestandosi a ricordarsi una delle poche cose imparate in accademia, Toshiro avrebbe composto il sigillo della tigre e, più veloce che mai, quanto le sue gambe avrebbero permesso, avrebbe provato a portare a termine la tecnica del corpo sfarfallante. Una delle poche frecce che poteva vantare la sua faretra.
    Se non fosse riuscito a sfruttare quel colpo di fortuna, quell'aiuto mandato da chissà chi, probabilmente la sua corsa matta si sarebbe fermata lì.

    Pensavate fosse finita? Poveri illusi. Come da proverbio: dopo un campo caramelloso arriva sempre una distesa di ghiaccio!
    A quel punto non rimaneva altra cosa se non continuare a correre. Esattamente, Noya non avrebbe fatto nulla per cercare di evitare quella coltre scivolosa che di lì a poco gli si sarebbe presentata sotto i piedi. I motivi erano vari e molto semplici: innanzitutto non era in grado né di superarla, né di contrastarla, conosceva i suoi limiti; aggirarla era impossibile, data la sua posizione e considerato il numero di persone che aveva intorno.
    Rassegnazione? Mai. La filosofia dell'energico ragazzino era quella del 'dritto per dritto'. Al massimo si sarebbe fatto un bello scivolone!

    Azioni eseguite:

    - Salto + Camminare sull'acqua (-1R, -5S)
    - Scatto per levarsi da dietro Zend e i suoi corvi (-1R)
    - Sforzo nella corsa + Corpo sfarfallante per approfittare di uno dei percorsi scavati nel campo caramelloso dalle sfere di vuoto (-30R; -5S)
    - [Bonus: Noya si immagina già scivolare sul ghiaccio. (Non ha prezzo :asd:)]


    Resistenza: 165-1-1-30 = 133
    Stamina: 170-5-5 = 160

    E' probabile che ci siano errori nei calcoli, eventualmente fate un fischio che metto a posto :rosa:


    Edited by noya - 30/6/2017, 00:06
     
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    CITAZIONE

    In testa:
    Shiro: → imbocca il rettilineo sul drago di cristallo
    Zend: → il suo clone viene colpito d Raul. Si trova sulla nuvola di sabbia. Ha superato gli ostacoli e imbocca il rettilineo

    Nel mezzo:
    Raul: → scivolato sulla lastra di ghiaccio, deve ripartire per imboccare il rettilineo

    Sul fondo:
    Toshiro: → deve superare la lastra di ghiaccio
    Lìf: → deve superare la lastra di ghiaccio
    Yuichi: → deve superare la lastra di ghiaccio
    Yamashita: →bloccato nel campo caramelloso, deve liberarsi e superare la lastra di ghiaccio
    Karamatsu: → salta il turno. Deve superare il campo caramelloso e la lastra di ghiaccio


    In una gara come quella, dare tutto per scontato sarebbe stato impossibile. I colpi di scena sarebbero stati all'ordine del giorno e, infatti, non tardarono ad arrivare.

    Accidenti! Il campo caramelloso di Shiro ha preso Yamashita e Karamatsu! A quanto pare il biondino non vuole condividere la prima posizione con nessuno! OUCH!

    Quando infatti sia il rosso di Konoha che l'albino di Kiri furono investiti dall'acqua appiccicosa che il biondo di Hekisui riversò sul terreno, tra il pubblico ci furono reazioni contrastanti. Chi esultò in quanto sostenitore del Paese delle Verdi Acque; chi invece fischiò e sbraitò contro quella mossa che aveva messo in svantaggio uno dei favoriti di Konoha e un giocante in casa di Kiri. Ma c'era poco da fare. La classe non è acqua.. letteralmente. E così Shiro si portò in vantaggio, utilizzando uno stratagemma che gli permise di sbalzare in aria la sua ruota. E fece anche di più.

    WOAH! Guardate che roba! Un drago di cristallo!

    Imboccare il rettilineo con quel bestione sarebbe stato più che facile ormai. Ma ciò che avvenne nelle retrovie fu quasi più sorprendente. Zend, di Suna, era riuscito a distaccarsi da tutti gli altri con la sua nuvola di sabbia e Mio scoppiò in una risata, indicandolo al pubblico.

    Uh, qui qualcuno sta sfoderando gli artigli! Zend di Suna, signore e signori!

    Anche qui, tutti i sostenitori del Villaggio della Sabbia fischiarono ed applaudirono il ragazzo dai capelli argentei che aveva saggiamente sfruttato le sue peculiari capacità per distaccarsi da tutti. Sarebbe bastata però la nuvola di sabbia per raggiungere Shiro? C'era un unico ostacolo subito dopo la curva a destra: la pista di pattinaggio sapientemente realizzata da uno degli assistenti degli esami. E il primo che ci cadde fu Raul, giovane promessa di Konoha.

    Ahi! Che caduta! Quella lastra di ghiaccio sarà un bel problema! Avete capito, voi lì dietro?!

    Si riferiva al gruppetto composto da Lìf, Toshiro e Yuichi, che aveva superato le statue viventi che erano Karamatsu e Yamashita, pronti per superare quell'ostacolo. E già uno di loro era in vantaggio.

    Forza! Che c'è il rettilineo! Mettetecela tuttaaa!!

    SI trovavano nel vivo della gara e non mancava neanche tanto alla sua fine.

    Penso che la situazione sia chiara, è un rettilineo. Avete carta bianca, potete fare ciò che volete e interagire con chi volete, non ci sono regole. Sfruttate bene la situazione vostra e degli altri anche per portarvi in vantaggio, se vi serve. Siate coerenti con la natura del pg. Per qualsiasi dubbio che non sia sulle strategie/consigli vari, potete scrivermi liberamente. E ricordate: niente domande in tag sull'esame.

    Scadenza il 04/07 alle 23.59
     
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    Qualcosa andò storto, non avrei saputo dire propriamente che cosa, ma di certo nella mia analisi qualcosa mi era sfuggito. La mia corsa, forse per superficialità, forse per eccesso di zelo, si fermò sull'ostacolo che Shiro aveva piazzato per tutti, quella tecnica acquatica che aveva delle proprietà davvero inaspettate: non appena ci misi un piede sopra mi resi immediatamente conto della differenza con il normale pavimento, una sostanza viscida e appiccicosa che mi bloccò istantaneamente il piede, fermando il mio scatto. Lì per lì rimasi confuso, come poteva una tecnica basata sull'elemento dell'acqua avere un simile effetto? Ancora una volta maledii la mia scarsa conoscenza del mondo ninja che questa volta stava mettendo a repentagli l'intero esame. Purtroppo per me il secondo piede seguì presto il primo, andandosi a bloccare a sua volta sul quella che sembrava quasi una colla, cavolo non volevo nemmeno pensare a quanto terreno stavo perdendo, dalla posizione avanzata in cui mi trovavo ero quasi certamente finito nelle retrovie e la cosa non mi andava per niente bene. Che cosa avevo sbagliato? Avevo scommesso tutto sulla mie tecniche di vento, ma evidentemente non erano state efficaci, facendomi cadere in quel tranello, chissà se sarei riuscito a recuperare quello svantaggio...ancora una volta tornò la frustrazione per essere cieco, purtroppo anche un udito molto sviluppato aveva i suoi limiti e diventavano sempre più evidenti. Potevo davvero fallire? Se non fossi riuscito a superare questo esame, se l'avessi fallito, che cosa avrei potuto fare? Sentivo le mie paure, le mie insicurezze pronte a saltarmi addosso, nascoste tra le ombre della mia anima, ma dovevo tenere duro, niente era ancora deciso. Scossi la testa cercando di scrollarmi di dosso un po' di tensione e provai subito a pensare ad uno stratagemma per levarmi da quell'impiccio, per qualche motivo le sfere del vuoto non avevano sortito effetto, in ogni caso avevo altri jutsu a mia disposizione: cercai subito di concentrare il mio chakra intorno alle braccia, cercando volta per volta di dare forma ad un'idea che si costruiva secondo dopo secondo. Cercai di comporre il sigillo della tigre, mentre con la mente provavo ad impastare il chakra intorno ai miei polsi alla perfezione e se tutto fosse andato secondo i piani avrei potuto ricoprili di fiamme che avrei poi provato a dirigere inizialmente vicino ai miei piedi per liberali e poi provando a proseguire in avanti avrei diretto queste fiamme radenti al suolo davanti a me in modo da provare a crearmi un passaggio, almeno fino al limite del raggio del tecnica, poi avrei cercato di saltare in avanti al massimo della distanza possibile per cercare ulteriormente di superare quell'ostacolo e poter continuare la corsa:

    "Accidenti! Il campo caramelloso di Shiro ha preso Yamashita e Karamatsu! A quanto pare il biondino non vuole condividere la prima posizione con nessuno! OUCH!"

    Non avevo idea su chi fosse questo Karamatsu, il nome era leggermente buffo ma come me sembrava essere finito vittima dell'attacco di Shiro, non avrei potuto permettere a quel biondo di farmela in questo modo, dovevo senz'altro recuperare. Cercai di proseguire la corsa, mentre l'annunciatrice continuava a descrivere alcune delle mosse degli altri partecipanti, tra cui spiccò quello di Zend, un altro volto noto che come me gareggiava per quel tanto ambito giubbotto, ma se in missione gli avevamo permesso di farla franca a lui e a Yota, qui non avrei fatto prigionieri, avrei dimostrato a tutti il mio valore. Se fossi riuscito a liberarmi da quell'aria appiccicosa avrei avuto la possibilità di sentire un tonfo più avanti, anche se per poco per sarebbe stato riconoscibile:

    "Ahi! Che caduta! Quella lastra di ghiaccio sarà un bel problema! Avete capito, voi lì dietro?!"

    Una lastra di ghiaccio? Chi ne era l'artefice? Mi venne subito in mente Shinichi, il mio compagno di diverse missione, ma ricordavo anche che lui era Chunin già da diverso tempo, quanto l'avevo invidiato al tempo...ora però era venuto il mio momento di brillare. Per superare la lastra di ghiaccio avrei cercato innanzitutto di capirne la posizione, provando a sfruttare il rumore del tonfo che avrei potuto sentire prima, in modo da cercare di farmi più o meno un'idea generale su dove fosse collocata questa lastra, a quel punto avrei cominciato a concentrare il chakra nel mio stomaco, provando a riscaldarlo il più possibile e poi cercando di eseguire l'unico sigillo a me necessario avrei provato a indirizzare verso l'ipotetica posizione della lastra di ghiaccio una palla di fuoco suprema, in modo di scioglierlo e poter passare in tranquillità. Se comunque la mia tecnica di fuoco per qualche motivo non fosse riuscita nell'impresa avrei comunque cercato di passare sulla lastra di ghiaccio con cautela, in modo da non scivolare, altrimenti in sua assenza sarei corso dritto senza esitazione. Infine se fossi riuscito a superare anche quell'ostacolo avrei cercato di spingere al massimo i miei muscoli delle gambe,cercando di andare oltre il mio limite e uno velocissimo sprint in avanti per provare a recuperare il distacco che si era creato dalla testa della competizione, volevo dare tutto me stesso, sei arrivato fino a crollare, ma non mi sarei fermato prima di aver raggiunto quel traguardo.

    Yamashita Kazuma
    Azioni:
    -Fuoco che corre
    -Salto in avanti
    -Palla di Fuoco suprema
    -Sprint in avanti+Sforzo extra max(50)

    Resistenza: 156-1-22-50=83
    Stamina: 476-13-13=450

    Maestrie e abilità attive:
    -Riverbero del Chakra
    -Jutsu ad una sola mano
    -Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    -Maestria Mangiafuoco II livello
    -Maestria Maestro di Ninjutsu I livello


    Edited by Stompo - 1/7/2017, 17:13
     
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    La mia rimonta era iniziata, avevo recuperato diversi metri ed addirittura superato Yamashita. Purtroppo il mio caro amico era rimasto prigioniero di quella infida tecnica acquatica definita dalla commentatrice campo caramelloso.

    Accidenti! Il campo caramelloso di Shiro ha preso Yamashita e Karamatsu! A quanto pare il biondino non vuole condividere la prima posizione con nessuno! OUCH!

    Purtroppo in quella situazione non poteva fare granchè per lui, anzi mi sorprese che io fossi riuscito a passare mentre lui no… Ne intuii il motivo nel momento in cui stavo per oltrepassarlo e rimasi decisamente sconvolto nel notare quelle bende che coprivano i suoi occhi…

    Yamashita… Cosa ti è successo?! Cosa satà successo ai tuoi occhi… Dopo la gara dovrò parlargli assolutamente ma ora non posso fermarmi…

    Quando mi sarei trovato vicinissimo a lui avrei però quantomeno cercato di incitarlo

    FORZA YAMASHITA… NON ARRENDERTI!!!

    Continuai quindi la mia rimonta cercando di non pensare a quello che gli fosse accaduto, non era quello il momento. Superato quel cosiddetto campo caramelloso imboccai la curva per poi concentrarmi sulla lastra di ghiaccio ma li qualcosa di mai visto prima mi distrasse facendomi ruzzolare precipitosamente col sedere al fresco.

    WOAH! Guardate che roba! Un drago di cristallo!

    Non avevo mai avuto il piacere di assistere ad un jutsu di tale eleganza e bellezza, quel ragazzo poco prima si era esibito in qualcosa di simile formando una ruota di cristallo, ma certamente quel drago mi attraeva molto di più probabilmente per l’importanza che quell’imponente animale, o quantomeno il suo simbolo, acquisiva nella storia della mia discendenza.

    Chissà se un giorno riuscirò anch’io a padroneggiare un jutsu di quel tipo…

    Mi stavo però nuovamente distraendo e non dovevo assolutamente… Non potevo perdere quell’occasione guadagnata, anzi dovevo trovare un modo per diminuire ancora le distanze dai due shinobi che si trovavano già a rettilineo inoltrato.
    Per fortuna la caduta non mi fece comunque perdere molto tempo, infatti lo scivolone non mi fece andare fuori pista. Era un modo inusuale e poco efficace per superare una lastra di ghiaccio ma l’importante era il risultato. Tornato sul terreno della pista dovetti quindi ripartire da fermo sapendo bene che con la semplice corsa non avrei potuto fare molto, infondo i due che mi davano le spalle cavalcavano rispettivamente un drago ed una nuvola volante. Io non avevo nulla del genere ma di certo non potevo rassegnarmi a restare terzo o a sperare che tutti si trovassero in difficoltà sulla lastra e non mi raggiungessero. Cosa potevo quindi escogitare per ovviare a quella situazione? La risposta su palesò alla mia mente come quando si scopre un qualcosa di già ben visibile davanti ai propri occhi, se non avevo nulla da poter usare non dovevo fare altro che usare i mezzi messi a disposizione da altri.

    Shiro… O come ti chiami… Preparati… tra poco sarò li da te e dal tuo drago!!!

    Feci una rapida valutazione delle distanze che ci separavano e mi sembrò adeguata a permettere la riuscita del mio piano. Concentrai una forte quantità di chakra nelle gambe mentre le mani componevano un facile quanto efficace sigillo. Più che uno scatto quello che volevo eseguire era un vero e proprio salto proteso in avanti a circa 45°, durante il tempo di sospensione avrei quindi infilato rapidamente la mano nel mio taschino estraendo i miei venti metri di filo spinato. Giunto alla massima altezza raggiungibile dal mio salto avrei quindi trasmesso il chakra necessario direttamente nel suddetto filo e lo avrei guidato grazie ad esso fino alla coda di quello stupendo drago. La mia intenzione era quella di legare saldamente l’estremità del mio filo a quell’artefatto finemente elaborato e lasciarmi tirare verso il traguardo.

    Speriamo che non se ne accorga tanto presto… Se resta concentrato sul traguardo posso tirargli uno scherzetto carino…

    Se fosse andato tutto come previsto avrei sfruttato nuovamente la stretta d’acciaio per accelerare il mio avvicinamento piegando il filo su se stesso e quando la spinta data dal mio salto si fosse esaurita e la distanza dal suolo si approssimava allo zero avrei utilizzato il mio fine controllo del chakra per non subire rallentamenti ed anzi darmi rapidamente una nuova spinta in avanti come la precedente continuando a piegare il mio strumento di traino. Ovviamente non sapevo se quel ninja avesse usato quel drago per altre funzioni quindi sarei comunque rimasto sempre allerta e pronto ad eventuali cambi di strategia.

    Azioni:
    Salto (sforzo max) + corpo sfarfallante (sforzo max) resistenza -51 stamina -55
    Stretta d'acciaio -5
    Stretta d'acciaio -5
    Concentrazione del chakra
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Il tempo sembrava non passare mai, in quel di Kirigakure. Il cielo era ormai ornato da sfumature arancioni, che indicavano l'arrivo della sera; e noi eravamo ancora lì, in mezzo a quel campo, cercando di correre e di intralciarci a vicenda nel miglior modo possibile, per raggiungere l'obbiettivo comune. Guardavo con ansia la lastra di ghiaccio posta davanti a me, miriadi di pensieri sul come attraversarla mi bombardarono le sinapsi, mentre persone del calibro di Shiro e Zend sfrecciavano a tutta velocità verso la vittoria, grazie alle loro avanzate conoscenze. Mi sentivo praticamente in secondo piano. Complessi mentali, d'inferiorità, non mi capacitavo di come questi ragazzi, apparentemente al mio stesso livello, riuscissero ad utilizzare jutsu così avanzati, così potenti, così... belli. Maestosi. La mia fragilità in quel momento era l'unico punto debole. Ero stanco per colpa dello sforzo, frastornato dai rumori dell'arena, meravigliato da quel drago di cristallo che vidi sfrecciare ad alta velocità verso una curva, seguita da un rettilineo. La mia espressione non era sconcertata però. Non mi scomposi, anzi, sfoggiai un falso sorriso. In quel frangente di secondo, in cui pensai tutte queste cose, la mia attenzione venne catturata da un ragazzo con una benda sugli occhi e i capelli scarlatti unti dal sudore intrappolato nel campo di consistenza caramellosa creato da Shiro. In quel momento mi venne il magone. Un nodo mi strinse la gola con violenza, iniziai ad ansimare. Pensavo a quanto fosse bastarda la vita. Ignoravo le ragioni della sua presunta cecità, ma in quel momento non provai altro che pena.

    *Chissà come farà ad arrivare alla fine...se è qua è decisamente forte, però.*

    Non era quello il motivo per cui ero lì. Non mi importava provar pena, pietà, misericordia per qualcun altro. Dovevo esternare le emozioni, come ho sempre fatto. Imparare a fottermene e riuscire ad andare avanti con le mie forze. Ma quella lastra di ghiaccio mi preoccupava alquanto. Non avendo mai visto niente di simile non sapevo come comportarmi. Ero in difficoltà e i miei pensieri ovviamente non aiutavano. Le gambe iniziarono a cedere un poco, le ginocchia tremavano, sentivo riverberare la paura dentro alle vene, seppur ciò fosse più che impossibile. Era una mia impressione. Con un'enorme quantità di coraggio accumulato in una mezza frazione di secondo, feci un profondo respiro e mi buttai sulla lastra di ghiaccio. Tutto mi fu più chiaro; nonostante essa fosse talmente lunga, avrei cercato di sfruttare uno dei miei Jutsu come spinta propulsoria per prendere velocità e scivolare lungo quell'ostacolo. Cercai di concentrare il chakra nei sigilli della Mizurappa ed in quel momento non capivo se riuscissi a sentire addirittura il suo suono scivolare nei miei punti vitali, però l'impressione fu quella. Mi voltai in direzione della poca gente che era dietro di me e cercai di sfruttare l'effetto dell'Onda d'acqua sia in modo offensivo, cercando di "tagliare le gambe" a quelli dietro, ma anche l'effetto propulsorio del Jutsu, in modo da superare la lastra di ghiaccio creata da non so quale abile manipolatore del Chakra, e poter superare la curva, cercando di imboccare il rettilineo su cui gli altri stavano sfiammando a tutta velocità. Se fossi arrivato a destinazione, il fiato mozzato avrebbe accompagnato il mio respiro ansimante e stremato. Le gambe ancora tremanti, l'espressione delle mie sopracciglia stranite, i miei capelli neri che scivolavano sulla mia fronte. Avrei cercato, nonostante il tremolio, di girarmi verso il rettilineo, in quanto il mio corpo avrebbe cercato di scivolare con una spinta dovuta dal mio Jutsu girato di schiena, dando le spalle alla platea in cui i Kage erano seduti. Ma quello fu l'ultimo dei miei pensieri.

    "Oh cazzo. Ti stai dando da fare."

    Il mio alter ego era, come sempre, adagiato sugli allori e pieno di ironia. Un'ironia che mi dava altamente sui nervi. Non mi era di grande aiuto, per niente. Stetti zitto ed abbassai la testa, fissando il terreno, diventato teatro dei nostri colpi più assurdi e di strategie elaborate in frazioni di secondo. Cercai di scattare il più velocemente possibile, sperando di colmare il vuoto tra me e il gruppo in testa. Persi nuovamente una grande quantità di fiato, i miei polmoni non erano abituati a tali sforzi. E il fumo non aiutava di certo. Cazzo, quanto avrei voluto una sigaretta in quel momento...

    "Sì che mi sto dando da fare, cazzo!"

    Come qualche secondo prima, cercai di concentrare il chakra nei sigilli per un'altra tecnica, usata nei pochi allenamenti che feci prima dell'esame; una tecnica tanto infima quanto potente: la Pioggia Nera.

    "Pecora...Serpente...Tigre. L'oscurità avvolgerà tutti."

    Cercai di far calare le tenebre quanto prima del previsto, oscurando il campo visivo e creando un'atmosfera alquanto tetra. Ero ben abituato a questo genere di cose. Non mi sarei spaventato. Fatto sta che cercai di far piovere quel liquido viscoso dal cielo, in modo da prevenire Jutsu di chakra Katon; chiunque provasse ad utilizzarne uno, KABOOM. Esplosioni, fuoco che arde. Avrebbe ripreso i fuochi d'artificio che furono sparati in cielo all'inizio della prova. Un sorriso sinistro squarciò il mio volto da guancia a guancia, mentre continuavo a correre, imboccando il rettilineo. Surprise...


    Stamina: 139-10-10=119
    Resistenza: 188-2.5(mantenimento corsa)-5(sprint)=180.5

    A/J:
    Mizurappa potenziata come da post;
    Sprint verso il rettilineo + sforzo 25 resistenza;
    Tecnica della pioggia nera (area di 25 m);
    Mantenimento corsa.

    Note:

    Spero vada bene aver sfruttato l'effetto propulsorio della Mizurappa potenziata per poter scivolare sul ghiaccio. So che è una cosa stupida, però non avevo altre idee in mente..
    EDIT: Mi sono dimenticato di aggiungere il raggio della pioggia nera.
     
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    Una goccia di sudore caldo colò dalla fronte percorrendo la guancia. Si trattenne un momento indecisa sul da farsi, staccandosi dal mento e spiaccicandosi al suolo con violenza e silenzio, tutto ciò mentre servendomi delle mie abilità cercavo la fine. Pattinavo sul terreno umido come la concorrente di una gara olimpionica e a filo teso mi sospinsi in avanti mordendo il labbro con foga e trattenendo gli occhi sgranati. Le gemme preziose mantennero con costanza la morsa sul suolo, diviso tra umidità collosa e corpi di ragazzi caracollati per effetto del gioco del destino. Presuntuoso e schietto come quando appresi degli insetti, il fato si stava divertendo con il suo gioco e a muovere i fili era il maestro indiscusso. Quando arpionai la parete con il cavo spinato e tentai di tagliare metri non ci riuscii perfettamente e mi ritrovai ancora nelle retrovie, seppur fortunatamente quel campo molliccio e leso in tre punti non si dimostrò problematico. Il biondo in testa dimostrò ancora la sua abilità strana che sfiorai con l’interesse perché ignara di ciò che si trattasse. Non sapevo nulla nemmeno di molte cose in mio possesso, quindi come riuscire ad identificare quelle altrui? Il rosso di konoha restò indietro imprigionato e perse metri, così come quel tipo dalla scia elettrica che subì il contraccolpo scaraventandosi su una lastra scivolosa e fredda contro cui tutti ci saremmo imbattuti. Quanti danni aveva creato il biondino su di un dragone rosa? E quanto fashion era quel colore? Diamine quanto spazio tra di noi e soprattutto quanta differenza tra le mie e le loro abilità. Tenni d’occhio il lastricato attenta a dove mettere i piedi e mantenni l’energia sotto le suole per continuare a pattinare; essendo la maggior parte della superficie ricoperta da acqua nel suo stato normale o alterato quel pattinaggio risultò costantemente possibile, seppur dovetti cambiare posa e modulare i passi scrupolosamente. Le ciglia sfarfallarono violente in quei tratti di strada più impervi, ero riuscita a superare gli individui nel blocco melmoso ma non speravo che la cosa durasse a lungo, inoltre mi serviva tenere sott’occhio i lati per evitare attacchi pericolosi o tranelli. L’anello al collo rimase fisso a trattenere il body e i calzoni mi diedero l’opportunità di viaggiare comodamente, per non parlare della leggerezza dei sandali e della praticità dei borselli vari. Restava un’unica cosa da fare prima di raggiungere lo step successivo: estrarre il filo dal muro per riutilizzarlo al massimo delle opportunità. Tentai con uno strattone violento di staccarlo riponendo energie nei muscoli costitutivi delle braccia. Gli obiettivi davanti erano troppo lontani per essere raggiunti con una corsetta e come dimostrato precedentemente mi serviva più che uno sprint per far mangiare la terra ai concorrenti, cosa che desideravo ardentemente.

    Ahi! Che caduta! Quella lastra di ghiaccio sarà un bel problema! Avete capito, voi lì dietro?!


    Si dimenò sul cubo con una sorta di stacchetto e a filo arrotolato nell’indice le sue parole sibilarono e invasero l’arena, raccogliendo tutta l’attenzione possibile sulla pista dinanzi. A filo in mano dovetti arrangiarmi in qualche modo per l’incomprensibilità delle parole di Mio, assaggiando la sensazione gelata sulla pelle a meno di due metri. Cosa fare? in quel momento dovetti ricalcolare il percorso nel cervello come un navigatore e fin da subito provai a misurare ad occhio la distanza tra me e quelli in testa senza preoccuparmi degli altri. Erano troppo lontani, forse l’unico dei due a poter essere raggiunto era il suneese sulla nuvola di sabbia. Per quell’istante decisi di mollare le ipotesi per badare alla concretezza e ad un metro dalla lastra scivolosa optai per una pattinata, seppur non fossi completamente convinta che la cosa potesse funzionare al meglio visto che mai m’ero ritrovata in un contesto simile.
    “Non è il momento!”
    Pensai tra me e me cercando di tenere un profilo basso e gli arti inferiori incrinati lievemente provai a percorrere la zona con uno sprint. il frutto di uno sforzo in più e volutamente desiderato. Protesi gli arti superiori leggermente verso il basso per mantenere l’equilibrio e tentai di attingere al calore dei muscoli per correre il più velocemente possibile, non limitandomi a procedere in modo lineare ma cercando, in una leggera curvatura, la via più efficace per evitare bersagli sulla strada. Il rettilineo dall’altra parte mi parve davvero il più facile nella sua costituzione ma lo sforzo da impiegare in ogni centimetro macinato sarebbe stato il più dispendioso e faticato dell’intera gara.
    Forza! Che c'è il rettilineo! Mettetecela tuttaaa!!
    “Non ancora” ripetei durante l’accelerazione sperando di ultimarla al meglio e saltare su un terreno asciutto per scegliere la prossima carta, come di consuetudine sbuffai per l’incapacità di potermi avvalere delle loro tecniche e sospinsi il crine più volte indietro perché troppo fastidioso. Ero in grado di tagliare una distanza abbondante con una combinazione di mosse ma l’assenza di curve comprometteva le cose. Se improvvisamente mi si fosse palesata un’opportunità differente l’avrei abbracciata senza problemi ma al momento mi serviva trovare nello svantaggio l’unica alternativa di vittoria. Cercai di espormi il meno possibile all’attenzione dei baldi lottatori provando a disseminare una serie di otto copie intangibili e totalmente olografiche sul campo di battaglia per confondere in qualche modo la loro percezione. A pollice tra i denti rimuginavo sull’alternativa da intraprendere ma non era per nulla facile, tutta la situazione inoltre venne messa a dura prova dalla violenta esplosione ronzante degli esserini dentro la scatola cranica. La loro presenza si stava via via fondendo al mio corpo e con il loro risveglio mi ero sbizzarrita a fondo per comprendere la natura irascibile di quelle bestie alate, al momento solo in grado di uscire allo scoperto con forte instabilità. È a quella che pensai, l’idea che per un frangente era passata di sfuggita e scappata via stava tornando, tumultuosa e nel pieno della sua rivolta. Un’idea malsana, azzardata, di una difficoltà e di un tasso rasenti lo zero ma tanto pazza da essere frutto del mio cervello, del cervello di un pirata.

    "Il vecchio Gils me l’avrebbe sbattuto in faccia quel mio modo di fare. Mia madre poi…"

    Emersero dall’ombra, o quantomeno fu il desiderio forte di farlo, la brama dell’impossibile e la fatica di ascendere a nuova forma. Correndo e sudando le labbra si schiusero in una curvatura dolce, il naso s’arricciò per l’odore acre diffusosi in giro per via della battaglia e l’ombra di una vena sulla tempia tagliò la linearità piatta della fronte finché con la comparsa di vari flashback sfocati un gruppo di insetti avrebbe fatto breccia nel muro della pelle per espandersi a macchia d’olio. Non erano tanti e non dimostravano organizzazione, nemmeno io sapevo esattamente come gestirli ma se non m’avessero riconosciuta come loro ospitante ben presto sarei stata scartata via. Chissà quale fosse il loro segreto dietro il mutuo scambio con l’umano involucro: che vivessero legati alla sua anima per sempre? Con una vita indipendente perché star a contatto e procurarsi una prigione di muscoli, ossa e sentimenti discordanti? I fili dei destini s’erano intrecciati ma era ora di sciogliere i primi nodi della grande matassa e capire fino a dove poter lottare per ridurre il gomitolo in un solo, lungo e resistente filo. Bramai la fama o lo spotlight e per questo diedi fondo alle energie racchiuse e ancora disponibili, sentendo il forte senso di stanchezza pungere nel cranio come una lama o un trapano in una craniotomia.

    "Si sarebbe incavolata e avrebbe dato sfoggio del suo moschetto"

    Se lo stormo fosse venuto fuori dai pori e ingrossatosi a sufficienza per vivere all’esterno ci saremmo accordati meglio sulla situazione e mentre io li avrei alimentati adeguatamente della linfa vitale a loro necessaria per non morire, in una quasi-formazione geometrica avrebbero unito le forze per trasportare il mio peso in un gioco cooperativo. Temetti per il peso da trasportare per loro ma non c’erano vie alternative per quella gara all’ultimo battito. In un tentativo disperato provai, saltando sopra l’agglomerato ( che nel mentre avrebbe assunto la forma di una freccia direzionale) a portarmi più in testa possibile elevandomi da terra per una metratura più elevata di chiunque. Dieci metri sarebbero bastati? Misi sotto esame la capacità di sopportazione degli esserini volanti e provai ad incrementare la velocità, sempre ammesso di non incappare in una ribellione da parte loro. “Vinstri” Ordinando loro con l’indice di spostarmi a destra imboccai la direzione delimitata dal bordo campo nel tentativo poi di rimontare facendo affidamento nuovamente sul filo metallico, intenzionata ad andarci pesante con i “piloti” per buttarli giù dal piedistallo che s’erano costruiti con così tanta sfacciataggine. Provai quindi a far confluire nell’arma energia in abbondanza percependone il flusso farsi più violento e inasprirsi dentro di me, tuttavia per l’instabilità dello stormo nero e per la precarietà nell’uso degli stessi provai una sensazione di timore e dubbio che fermò il tentativo di ricorrere alla stretta per rimpiazzarlo un lancio semplicissimo del lazo in stile cowboy. Un colpo secco delle palpebre avrebbe delineato l’inizio, l’inaugurazione dell’ultima grande mossa che avrebbe seguitato ad un nuovo ordine, un cambio direzionale verso “Haegri”, ovvero sinistra, in modo da ritornare nel campo e cercare di ritrovarmi sotto il collo del drago così da non farmi notare da nessuno. Un azzardo voluto e in grado di farmi rischiare un capitombolo e un ricovero in ospedale, ma la vita è piena di rischi e non crearsene di altri è noioso. Piegando l’arto verso l’interno diedi al filo un moto rotatorio accompagnato con efficacia dallo shuriken ancora legato all’estremità, poi proseguii con mente lucida e nel pregare Sanbi che la cosa andasse in porto provai a spedire il filo in direzione di Shiro, agendo su tutti gli aculei contemporaneamente per una questione di sicurezza. Essendo lui un ragazzo dalle molte risorse come già s’era evinto dalla gara trovai che obbligarlo ad agire da solo, senza quindi un drago o cavolate varie, potesse fare la differenza e fu per questo eseguii il tutto con il preciso scopo di trattenerlo al suo drago. Fui costretta a tentare un legamento di entrambi come un pacco regalo, dato che se fossi stata al suo posto sicuramente avrei reso nuovamente la vita degli avversari alle spalle più difficile. Se i concorrenti si fossero risvegliati dal loro torpore e avessero scelto di mirare ad un unico individuo il problema si sarebbe rivelato controproducente per loro. E’ pur sempre vero che nessun marinaio abbandona la sua nave ma in quel posto nessun individuo poteva dirsi realmente un pirata tranne me, quindi le probabilità che Shiro scegliesse di scendere dal veliero di cristallo per lasciarlo abissarsi e distruggere le aspirazioni dei poveri in coda erano un’alternativa. Se però si fosse trattenuto più del previsto sul destriero e si fosse fatto coinvolgere dallo schianto i problemi sarebbero stati più grandi e la perdita di fiducia l’avrebbe falciato di netto. Fu per questo che tentai di dimostrare quanto non volessi arrendermi come figlia del mare stringendo la presa nel cavo e guidandolo direttamente verso il collo della bestia per poi farlo sbucare dall’altra parte e guizzare in direzione degli arti inferiori della vittima e da lì a completare per tutta l’estensione a disposizione. Se la fortuna avesse girato dalla mia parte fin dalla cavalcata degli insetti la cosa sarebbe stata fattibile ma per sicurezza mandai al diavolo le probabilità e con l’adrenalina nelle vene mi diressi a tutto spiano verso il traguardo, riponendo grandi aspettative nel quadro generale. E se si fosse divincolato dal filo in qualche modo? Semplice, ne avrei mollato la presa e sarei andata avanti sfruttando come ultima carta nascosta il richiamo di uno stormo di corvi per deviare le traiettorie del biondino delle Verdi acque e del Suneese con una concentrazione in grado di provocare una rottura della “freccia nera” sotto i miei piedi e una rovinosa caduta. E allora che fare ancora? Niente, mi sarei basata sull’istinto e sulle gambe per correre senza sosta tenendomi pronta ad un possibile atterraggio rovinoso con l’aiuto del chakra nei piedi al fine di attutire la caduta per non spezzarmi l’osso del collo.


    R:191-7-1-1=182
    S:285-5-5-50-50-15=160


    AeJ: Pattinata sul ghiaccio+sprint
    Tecnica della moltiplicazione (8 copie)
    Evocazione 100 insetti distruttori+sforzo extra e tentativo di cavalcata verso [Direzioni impresse: destra (a bordo linea), sinistra (tentativo estremo di portarsi sotto il collo del drago), 10 mt da terra
    Uso del filo per legare Shiro al muso del drago
    Dispersione dei mille corvi per Zend e Shiro
    Atterraggio e corsa finale


    Abilità in uso:
    Concentrazione del chakra (2)
    -Pattinaggio
    -Attutire la caduta dall'atterraggio finale


    Ho dei dubbi e ho voluto rischiare ma almeno saprò se sarà possibile o no fare queste azioni in futuro. :sob:


    Edited by Yama™ - 4/7/2017, 10:45
     
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    Saldo sulla mia isola di sabbia sfrecciai lungo la curva e oltrepassai senza nessun difficoltà sia il tratto appiccicoso che quello ghiacciato. L'essersi impegnato duramente per apprendere quei due jutsu di sabbia stava ora dando i suoi frutti, senza di essi quasi sicuramente sarei stato in fondo alla gara o immobilizzato da qualche jutsu avversario. Erano entrambe possibili realtà che si sarebbero potuto realizzare nel caso in cui avessi deciso di non approfondire le mie conoscenze magiche, qualcosa però prese il sopravvento nei giorni prima della partenza spingendomi all'interno dell'accademia. Perché?

    -Uh, qui qualcuno sta sfoderando gli artigli! Zend di Suna, signore e signori!


    A quelle parole parte del pubblico non poté trattenersi dal tifare per me durante quell'assurda competizione. Fischia, urla ed applausi si susseguivano costantemente dall'inizio della gara ma certamente quella era la prima volta che avevo la consapevolezza che lo stessero facendo per me, almeno in quel preciso istante. Voltai lo sguardo verso gli spalti per osservare coloro che mi stavano incitando mentre stavo dando fondo a tutte le mie forze pur di concludere quella gara in modo soddisfacente. Dalla posizione in cui mi trovavo non era certamente possibile vedere ogni singolo individuo e distinguere chi tifasse per me e chi per altri, erano un insieme di persone che al momento si stavano godendo uno spettacolo che da tempo il mondo ninja agognava di vedere. Un senso di nausea misto ad un mezzo giramento di testa mi colsero mentre osservano il popolo lì riunito. Strano a dirsi ma non fu a causa della pressione a cui tutti noi partecipanti eravamo soggetti in quel momento storico, chi più, chi meno, chi nulla. Era determinato dal fatto che quella era la prima volta in assoluto che qualcuno mi "elogiava", elogiare forse era un termine altisonante e pure scorretto ma in quel momento era la parola più adatta per esprime il miscuglio di emozioni che provavo. Il termine in realtà corretto al posto di "elogiava" era "apprezzava"...qualcosa di totalmente nuovo per me. La folla mi apprezzava.
    Nessuno da che avessi memoria aveva mai apprezzato qualcosa che avessi realizzato grazie alle arti ninja. Un rifiuto costante da parte di genitori eccessivamente preoccupati per il loro unico figlio e, un atteggiamento totalmente incomprensibile da parte di Mashiro era tutto ciò che avevo ricevuto da chi mi era più "vicino".Combinando questi elementi con una folla totalmente sconosciuta che improvvisamente cominciava a tifare per la mia vittoria rendeva chiara l'idea di che tipo di sentimenti potessi provare in quel preciso momento. Forse solo al termine della gara avrei capito che la folla mi stava apprezzando.


    * Non posso perdere la concentrazione *

    Mi passai la mano destra sul volto come per scacciare entrambe quelle sensazioni e riprendere così pieno possesso delle mie facoltà fisiche. La gara non era ancora finita, inoltre non era nemmeno chiaro quando sarebbe terminata visto che raggiungere il traguardo per primi non era determinante per la vittoria.

    * Non vince chi arriva primo? Arrivare per primi allora potrebbe determinare la fina della gara senza però garantire la vittoria! Ho già utilizzato metà del mio chakra e me ne servirà anche di più in caso di necessità. Non credo mi basterà per concludere la gara se continuo con questo ritmo. Dannazione! *

    Il ragionamento fatto poteva essere corretto o totalmente sbagliato in egual misura visto che mancavano prove a carico della mia tesi così come ne mancavano per confutarla. Credere in ciò che pensavo o rimanere guardingo e risparmiarmi in visto di brutti scherzi? Nel primo caso avrei potuto optare ad arrivare per primo al traguardo sancendo la fine della gara e fermare l'abuso che stavo facendo del mio sistema circolatorio di chakra, nel secondo avrei utilizzato una quantità minore di energia conservandone una parte nel caso mi fossi dovuto difendere. Durante la competizione avevo avuto modo di vedere grosso modo le abilità degli altri concorrenti notando anche il divario che c'era tra le loro e le mie tecniche. Considerando quel dettaglio di non poco conto giunsi ad una decisione: provare a far terminare la gara. Se fosse trascorso altro tempo e fossi stato recuperato mi sarei dovuto scontrare direttamente con gli altri ed in quel caso ne sarei uscito sicuramente sconfitto. Dovevo prendere di ciò.

    * Non ho altra scelta, sarà doloroso e estenuante ma non vedo modo migliore di procedere! *


    Se fino a quel momento mi ero sempre, almeno in parte, limitato nell'usare il chakra per muovere la piattaforma nel timore di rimanere senza energie adesso non avrei posto alcun freno. Aprii la mano sinistra e cominciai a convogliare un'enorme quantità di chakra in essa visto che era la "responsabile" della guida della sospensione del deserto, tremava visibilmente a causa dell'eccesso di energia del quale si stava facendo carico insieme anche all'avambraccio. Sembrava una parte estranea al corpo dati i suoi movimenti scoordinati, con la mano destra ancora libera afferrai d'impulso la sinistra bloccandola con forza così che i suoi tremori si riducessero. Quella era la seconda volta che utilizzavo una simile quantità di chakra per una singola tecnica, l'ultima volta che feci una cosa simile in mezzo al deserto svenni privo di forze. Con la mano bloccata provai a indirizzare la piattaforma lungo il rettilineo che mi si presentava davanti, non avrei dovuto fare altro che andare avanti verso colui o colei che deteneva la prima posizione.

    * Posso riuscirci *

    Così facendo tentai di raggiungere l'avversario davanti a me il quale stava letteralmente cavalcando un drago. La superficie della bestia era di un colore rosa/violaceo composta da diversi blocchi di un materiale a me estraneo, non avevo idea di come avesse fatto ad evocare una simile cosa e anche se l'avessi saputo non sarebbe servito a niente. Avrei potuto provare ad usare il filo spinato per danneggiare quella cosa ma, a causa dello sforzo precedente, impugnare l'attrezzo e tenerlo saldo tra le mani era fuori discussione. Dovevo necessariamente ripiegare su un'altra tecnica. Con i canali di chakra presenti nella parte superiore del corpo comincia a trasferire parte dell'energia verso la bocca così che al suo interno venisse impastato insieme al chakra elementale che mi distingueva: il Katon. Risultava estremamente difficile spostare il chakra da una parte all'altra dopo che gran parte di esso era stato utilizzato per altri motivi, più che un problema di energia a disposizione si trattava di un problema di concentrazione. Se la mia capacità nel controllare il chakra fosse stata migliore certamente non avrei avuto tutti quei problemi per eseguire delle semplici tecniche, peccato che il corpo andasse allenato gradualmente e non si potesse pretendere da esso più di quanto fosse in grado di fare.
    Una volta che la giusta dose di chakra elementale si ritrovò in bocca, sputai cinque proiettili di fuoco perfettamente sferici verso la creatura rosea nel tentativo di colpirla. Quali potessero essere gli esiti del fuoco sulla sua superficie mi era ignoto però dovevo tentare in ogni caso, anche più di una volta.
    Ripetendo il medesimo procedimento creai altri cinque proiettili che sputai nuovamente verso il drago sperando di colpirlo.
    La parte più difficile di tutto ciò fu creare il legame che permettesse al chakra elementale di fuoriuscire dalla bocca sottoforma di fiamme, e ciò andava fatto tramite l'esecuzione dei sigilli. La mano sinistra era ancora vittima di tremori incontrollati, seppur leggermente meno intensi, che andavano a creare un ostacolo non indifferente per la composizione dei sigilli. Dovetti sforzarmi per mantenere una concentrazione tale da riuscire ad eseguire due volte consecutivi i sei sigilli necessari alla creazione dei proiettili di fuoco.


    * Sono stremato...non mi resta che provare a raggiungere il traguardo. *

    Desideravo veramente raggiungere il traguardo il prima possibile, almeno in quel modo avrei sancito la fine di tutto. Il corpo era sfibrato a causa degli eccessivi sforzi a cui lo stavo sottoponendo dall'inizio e presto sarebbe crollato. Cadere a causa della mancanza di energie di fronte ad una folla così numerosa sarebbe stato umiliante anche se la cosa mi avrebbe lasciato piuttosto indifferente...o forse no?
    La folla mi aveva apprezzato...


    Scheda Zend Izuki
    -Parlato
    * Pensato *

    -Parlato Telecronista

    Resistenza: 97
    Chakra: 100
    Azioni:
    - Mantenimento e spostamento sospensione del deserto per circa 55 metri lungo il rettilineo [-5 Chakra; -50 Chakra Sforzo Extra]
    - Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco per 5 proiettili sul drago di cristallo [-10 Chakra]
    - Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco per 5 proiettili sul drago di cristallo [-10 Chakra]

    Valori Resistenza-Chakra post-azioni:
    Resistenza: 97
    Chakra: 100-5-50-10-10= 25

    Non sapendo se possibile fare una cosa del genere ho messo mantenimento e sposamento della sospensione tutto insieme, un leggero abuso di chakra ma motivato direi
     
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    Il terreno scorreva sotto il biondo, lo poteva vedere riflettersi in quelle scaglie che rimandavano la luce in tutte le direzioni possibili. Quel mastodontico corpo di cristallo avanzava nell’aria fendendo la stessa in un suono acuto ma comunque fiero e possente, sentiva il cristallo pulsare sotto i suoi piedi e nel palmo della mano a contatto con quel materiale vivo. La sua energia si riversava senza timore attraversando l’etere per fondersi nelle forme serpeggianti del suo drago; lì sulla testa poteva tranquillamente godersi la pista totalmente sgombra da ostacoli e altri candidati segno che probabilmente era uno tra i primi, se non il primo. Ma non ci fu un sorriso a distendere i suoi lineamenti, infinita serietà permeava lo sguardo gelido sempre vigile ad ogni cambiamento o qualsivoglia inconveniente. Le orecchie, come sempre, lavoravano con armoniosità insieme al cervello così da poter fornire costanti informazioni sugli altri avversari in avvicinamento; ovviamente non avrebbe fatto passare nessuno e quella velocità a cui cercava di spronare quella sua creazione era solo l’inizio.

    Forza, forza!

    Parole che sfuggirono senza troppi complimenti, la mano continuava a puntare il percorso che il drago doveva seguire e l’ordine mentale – neanche troppo – venne accolto senza problemi da quell’ammasso cristallino che tentò di eseguire l’ennesimo scatto verso il rettilineo. Doveva distanziarsi più metri possibili dal resto del gruppo, il vantaggio acquisito doveva acuirsi fino a sfociare in un vero e proprio abisso che gli avrebbe permesso la vittoria. Quell’obiettivo da raggiungere per coronare il sogno di farsi accettare dal villaggio, trovare un posto da chiamare casa ma che allo stesso tempo soffocava quel suo istinto selvaggio impossibile da imbrigliare in delle mura di cinta. Ma fu in quell’eterna dicotomia, ancora una volta, che crebbe la preghiera interiore per sfruttare di nuovo la sua natura; tentò infatti di far sfociare l’acqua dentro di sé nella speranza di accumularla - goccia dopo goccia – in una cascata di chakra pronto ad irrorare il suo spirito. Avrebbe sentito la potenza del mare nelle sue vene, la delicatezza della pioggia sfiorargli i respiri, l’umidità della notte afferragli il cuore. Doveva lasciarla libera, dare una forma a quell’inafferrabile sfumatura della sua essenza era come imporre un freno allo scorrere infrenabile di un fiume. Allora non gli restò che farsi attraversare, aprire le braccia verso di essa prima del tentativo di canalizzazione di quella potenza. Le sue mani cercarono di imporsi in gesti fluidi ma comunque ordinati per rilasciare quel chakra invisibile nell’etere circostante sperando di farlo sfociare senza freni; dopo qualche istante l’ultimo impulso si sarebbe impressi sotto la sua volontà fino a provare a creare una cascata d'acqua che dovrebbe circondarlo senza sfiorarlo. Le correnti acquatiche cercarono di manifestarsi in movimenti discensionali nella speranza di difendere il loro evocatore, dovrebbero infatti circondarlo insieme alla sua creazione seguendolo nella sua avanzata lungo il cammino e bagnando il suo sentiero. Nulla di più nulla di meno, una tattica difensiva che si basava su una tecnica piuttosto semplice. Avrebbe continuato ad avanzare spingendo il drago al limite delle sue capacità mentre saettava in quell'acqua atta a proteggerlo da chiunque volesse intaccarlo.






    WqLSBBK


    Riassunto
    EdELjjN◕Equipaggiamento:
    • Arco [Schiena]
    • 40m Filo Spinato
    ◕Azioni:
    - Mantenimento Drago di Cristallo
    - Tornado Acquatico
    ◕Altro:
    9/15 Slot d'aqcua
    ◕Resistenza: 150
    ◕Stamina: 156-15-10= 126
    Shiro
     


    Edited by Kuma° - 5/7/2017, 08:37
     
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    Narrato
    Pensato
    Parlato Noya
    Parlato Signorina con il Microfono


    “YOOOSHA!”

    Nonostante i problemi iniziali, Toshiro stava decisamente iniziando ad andare su di giri. Solitamente le persone tendono a divertirsi, in casi come questi, solamente quando hanno prospettive di vittoria. Noya? A lui bastava poter muoversi quanto voleva e fare il cretino, tutto il resto passava in secondo piano.

    “Ahi! Che caduta! Quella lastra di ghiaccio sarà un bel problema! Avete capito, voi lì dietro?!”

    Anche Noya era destinato a scivolare e dare spettacolo? Possibile. Ma non necessariamente. Tutto quello che doveva fare – e non era roba da poco – consisteva nel trovare un escamotage. Come superare il ghiaccio senza cadere o venire rallentati all'inverosimile? Quella era la domanda a cui Toshiro doveva trovare una risposta, quello era l'ostacolo da superare. Ma come?
    In quella prova non era concesso prendersela comoda, pensare troppo a una strategia poteva rivelarsi addirittura controproducente. O si faceva venire in mente qualcosa oppure... oppure niente, per la miseria!
    Noya si tirò una pacca sulle guance con entrambe le mani, pacca che lasciò un segno più che rosso.
    Pensa pensa pensa pensa. Niente di stupido. Qualcosa che abbia un senso, magari.
    Il ragazzo alzò il braccio destro in avanti, mano con pollice e mignolo alzati mentre le altre dita rimasero chiuse. Dunque... No, non sarebbe riuscito a determinare con precisione quanto fosse lunga quella lastra scivolosa, sicuramente non da terra e ancora meno facendo il finto intelligente con una spanna protesa in avanti. Voleva dare l'impressione di essere una persona che sapeva cosa stava facendo, quando in realtà – per il novantacinque percento della sua vita – si affidava solo all'istinto e alla fortuna. Tanta fortuna, una quantità incredibile di fortuna.
    Ma la dea bendata non avrebbe scongelato quel ghiaccio solo perché Noya ne avrebbe avuto bisogno (no vero?), e l'istinto continuava a suggerirgli sempre la stessa cosa: salta.
    Durante quella prima prova dell'esame, moltissimi partecipanti avevano dato sfoggio delle loro competenze e delle maestrie che erano riusciti a domare dopo tanto tempo e tanta fatica. Il genin di Hekisui era invece lì, in quell'arena, che saltava a destra e sinistra come una cavalletta in overdose da zuccheri.
    Era una cosa negativa? Assolutamente no. Toshiro era il primo a rendersi conto dei suoi limiti, ma fino a quel momento il semplice affidamento sul suo corpo e sulle sue capacità fisiche gli era bastato. Perché non tentare ancora?
    Che riuscisse a schivare l'ostacolo in toto non era certo, ma il solo pensiero di provarci diede la carica al piccolo scalmanato da ciuffo biondo. Il piano era tanto semplice, lo stesso che già aveva utilizzato, però necessitava di un certo tempismo e una notevole concentrazione. Tutto stava nel saltare al momento giusto con la giusta traiettoria... la gravità avrebbe fatto il resto!
    Così quando Noya giunse in prossimità del ghiaccio, sulla sua faccia da schiaffi aveva stampato il solito sorriso a trentadue denti – sorriso che lo faceva sembrare un po' inquietante e un po' pazzo.

    “UN-DUE-E-OPLÀ!!”


    Avrebbe potuto tacere... ma quanta soddisfazione aggiungeva evidenziare i propri movimenti urlando?
    Il ninja, prese le giuste misure, avrebbe contato un passo portando il piede destro avanti, un secondo passo con il sinistro, e a quel punto avrebbe spiccato il salto portando il ginocchio in alto accompagnando il movimento con le braccia. Questa volta non doveva essere solo un salto in lungo, bensì un salto studiato per far guadagnare (in aerea) metri preziosi in lunghezza. Voleva superare così l'ostacolo? Ovviamente no, non ne aveva le capacità – ancora.
    Una volta conclusa la fase uno, con il salto e tutto il resto, si sarebbe dato il via alla fase due, quella più traballante e per nulla assicurata.
    Raggiunto il massimo livello d'altezza permesso dalla parabola che Noya avrebbe percorso a mezz'aria, il tutto per tutto se lo sarebbe giocato in fase discendente.
    Per quale motivo? Perché il ragazzo non era, e non sarebbe mai stato, una cima a fare i calcoli! Quei metri di corsa che impiegò per arrivare al ghiaccio, Toshiro provò ad utilizzarli per cercare di calcolare quanto in alto e quanto in lungo avrebbe dovuto saltare per superare agevolmente l'ostacolo. Inutile sottolineare che tutti i suoi sforzi furono vani: un po' perché non era capace, un po' perché non aveva a disposizione tutti i dati e poi, beh, tutto quel correre era ben più divertente che stare a far della geometria/matematica/goniometia/quello che volete.
    La conclusione era una e una sola: a un certo punto avrebbe iniziato ad andare giù... ma giù dove?
    Avrebbe superato almeno metà della lastra? Un po' di più? Un po' di meno? Impossibile a dirsi, però si poteva fare dell'altro!
    Senza abbandonare nel mezzo del processo il suo sorriso da ebete, Nishinoya avrebbe composto i sigilli utili ad attivare la tecnica della moltiplicazione del corpo e si sarebbe impegnato per creare il maggior numero di cloni possibili. A quel punto, avrebbe fatto qualcosa che gli sembrava un po' come prendersi a calci da solo: avrebbe provato ad usare i cloni come tappetino. Roba da matti, sì, ma il ragazzo non era mai rientrato nella norma, piuttosto sopra le righe!
    Come aveva imparato all'accademia – e soprattutto durante l'esame per diventare genin – le sue copie non avrebbero fatto un granché, se non stare zitte e sparire una volta colpito il suolo. E questo era il punto, approfittare di loro prima che sparissero in una nuvoletta di fumo sfracellandosi a terra.
    Calpestare una copia prima di calpestare il ghiaccio. Facile concettualmente, meno facile da mettere in pratica. Il fatto che i cloni non fossero meri ologrammi era una vantaggio che voleva sfruttare, la loro effimera presenza al contrario limitava la sua fervida immaginazione.
    Perciò quella era l'idea folle di Nishinoya, se si fosse ritrovato ad atterrare sulla lastra ghiacciata avrebbe provato invece ad atterrare su uno dei suoi cloni, giusto per utilizzare quel breve lasso di tempo che gli avrebbe permesso di riguadagnare altezza e continuare la sua avanzata. Era piuttosto sicuro che quello non sarebbe bastato, ma al momento pensava solo a limitare i danni, e questo voleva dire avere a che fare poca acqua ghiacciata. Basta acqua, ne aveva avute le tasche piene per quel periodo!
    E poi? Poi ci sarebbe stato il rettilineo, ma quella era tutt'altra storia! Sul rettilineo Noya avrebbe dato il tutto per tutto, avrebbe chiesto alle sue gambe di correre ancora più velocemente di prima, sforzandosi talmente tanto da fargliela probabilmente pagare care il giorno dopo.
    Davanti a lui ci sarebbero stati altri ninja, anche loro intenti ad arrivare al traguardo e a mettersi i bastoni fra le ruote l'un l'altro. Toshiro poteva solo stare il più vicino possibile al muro e sperare di non finire in mezzo a schermaglie altrui, così da poter provare nuovamente a mettere a segno la tecnica del corpo sfarfallante.
    Sì, anche questo lo aveva già fatto. Ma che dire? Repetita iuvant!

    Azioni eseguite:

    - Salto staccato appena prima che inizi la lastra di ghiaccio + Moltiplicazione del corpo (5 copie) (-1R; -5S)
    - Nel caso il salto non sia sufficiente per superare l'ostacolo nella sua interezza, Noya cerca di avere a che fare con il minor terreno ghiacciato possibile, per farlo usa una copia come tappetino :asd: (nel post spero di aver reso l'idea balorda) (scalo solo 1 punto Resistenza perché l'idea è cretina, il pg è cretino, quindi non aspiro a molto)
    - Se miracolosamente raggiunge il terreno, povero Cristo, correrebbe al massimo delle sue capacità rimanendo vicino al muro + Corpo sfarfallante sulla fine per guadagnare terreno (Sforzo max -50R; -5S)


    Resistenza: 133-1-1-50 = 81
    Stamina: 160-5-5 = 150

    L'ho ribadito nel post e nel riassunto qua su: Noya è un imbecille :asd:
    Sono conscio della maniera balorda in cui ragiona la sua testa, dovrete abituarvi e accettarlo nel suo disagio :asd:
     
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    Ciò che era la rimonta generale fu commentata da Mio che, conoscendo a menadito tutti i partecipanti, non ebbe difficoltà a rendersi conto di ciò che stava accadendo. La folla era in delirio e la ragazza esclamava con aria concitata ciò che i suoi occhi riuscivano a vedere per tutta la lunghezza del percorso. Persino dell'esplosione che esplose verso il fondo del percorso, dove stavano agglomerati un bel po' dei partecipanti, fu commentata con un'esclamazione stupita.

    Accidenti! Qualcuno si è fatto male mi sa!

    E qualcuno si era fatto male davvero, purtroppo. Incidenti che potevano capitare. I genin di Iwa erano effettivamente un po' irruenti. Ma l'attenzione del pubblico ormai non era più rivolta a loro ma verso il gruppo che si trovava in testa a tutti gli altri. Gli occhi si illuminavano dei riflessi del drago di cristallo di Shiro. Proseguiva sul rettilineo a gran velocità e fu ben presto bersagliato dagli avversari. Lì ognuno giocava per se stesso e una tecnica così appetibile non poteva che destare l'attenzione e risevegliare l'ingegno di tutti gli shinobi e le kunoichi in gara.

    bene, facciamo un ripasso generale! Abbiamo in testa Shiro sul drago di cristallo! Ma alle calcagna c'è Zend, sulla nuvola di sabbia! Pensavamo che Karamatsu e Yamashita gli avrebbero dato filo da torcere e invece sono rimasti indietro, che peccato!
    E ora.. sì! Tutto il gruppo centrale si è lasciato alle spalle la lastra di ghiaccio! E ora.. CHE SUCCEDE?!


    Un *bip"* al suo orologio da polso che prese a lampeggiare, dandole il segnale di qualcosa che solo lei sapeva. La ragazza sorrise e strinse forte il microfono, alzando il dito al cielo. Fu il segnale: tantissimi fuochi di artificio scoppiarono in cielo. Erano le ultime battute e, inconsciamente, i partecipanti diedero il meglio di se. Anche lei si lanciò in una telecronaca coincitata, senza neanche prendere il respiro.

    ATTENZIONE! Raul si lancia all'inseguimento di Shiro seguito alle calcagna da Yuichi che usa la Mizurappa per guadagnare terreno! Argh! Toshiro l'ha schivata per un pelo! E procede alla corsa ma gli altri due sono più veloc.. EH?! CHE DIAVOLO È QUELLO?!
    M-ma è Lìf signori e signori! Giovane di Ame che però.. ma sono insetti quelli?!


    La ragazza aveva recuperato il terreno ma aveva qualcuno alle calcagna. Un ciuffetto biondo che stava dando tutto se stesso nella corsa. Ma la vera battaglia proveniva dal cielo.

    Eccolo! Zend usa il katon contro il drago di Shiro! Ce la farà a.. AH! ATTACCO MULTIPLO!

    Altre due strette d'acciaio in contemporanea tentarono di colpire e avvolgere il drago, ma Shiro non era solo capace di distaccarsi dagli altri.

    Woah! E la cascata spazza via ogni cosa! Sembra che ci sia poco da fare, ragazzi!
    E ORA...


    Pochi attimi in cui l'orologio fischiò sordamente, illuminandosi, mentre alcuni partecipanti portavano allo stremo le proprie forze per guadagnare gli ultimi metri. E i flash delle fotocamere immortalarono quel momento.

    FINEEE! LA CORSA FINISCE QUI!

    Urla e schiamazzi mentre tutti si fermavano. Non c'era mai stato alcun traguardo. Una musica allegra riscoppiò dagli altoparlanti e di nuovo i fuochi d'artificio scoppiarono in cielo. Gli schermi inquadrarono ogni angolo dell'arena ma, improvvisamente, si spensero per poi riaccendersi subito dopo, con una classifica.

    CITAZIONE

    CLASSIFICA

    - Shiro 90/100
    - Yamashita 30/100
    - Zend 80/100
    - Toshiro 50/100
    - Lìf 45/100
    - Yuichi 55/100
    - Raul 55/100


    Il tempo a disposizione è finito! Non era una gara di metri, eheh! E ora diamo un'occhiata alla classifica!
    E IL PRIMO POSTO VA A SHIRO DI HEKISUI! Il suo talento innato gli ha fatto guadagnare un po' di punti, che ne dite?! Uh, al secondo posto c'è incredibilmente.. Yamashita! Ha fatto un bel po' di strafalcioni ma alla fine qualche metro l'ha guadagnato! E al terzo posto l'acrobato sulla nuvola di sabbia: Zend! Questi sono i primi tre classificati,
    gente!
    Ora andatevi a meritarvi un sonoro riposo e.. cavolo, che qualcuno si preoccupi di quei poveracci che ci hanno quasi rimesso le penne!
    TUTTI SOTTO LA DOCCIA, CI VEDIAMO TRA DUE GIORNI! BUONANOTTEEEEEEE!


    Schiamazzi ed applausi finché tutto finì per davvero. La prima prova era conclusa.

    CITAZIONE

    Input per la seconda prova
    On gdr sapete che sarà a coppie e il compagno lo si può scegliere liberamente! Per questo siete invitati, se volete,
    a mettervi subito d'accordo (anche facendo delle pq) col vostro compagno per partecipare insieme. I luoghi sono quelli di Kiri, potete incontrarvi negli alloggi o comunque in giro.


    Prima prova conclusa. Come detto, l'ordine della classifica è quella d'arrivo al momento dello scadere del tempo, i punti sono i voti individuali. Da ora, abbiamo tutti 3 giorni off prima della seconda prova che vi avverto, sarà veloce e prevederà tempo di postaggio più risicati rispetto a questi. In on, potete giocarvi di avere 2 giorni di riposo.
    Ora passiamo all'exp che è doppia per via della tipologia dell'evento:
    Stompo: 26*2
    Roy: 24*2
    Noname: 32*2
    Kuma: 33*2
    Yama: 31*2
    Noya: 30*2
    Zend: 33*2

    Se qualcuno sblocca degli achievements, li segni in aggiornamenti e confermerò io stessa se li sblocca o no. Per i giorni off potete aggiornare le schede con questa exp, fare acquisti ed eventi. Anche se vi sconsiglio di fare qualcosa che duri più di 3 giorni, tipo allenamenti. Durerebbero troppo e sarebbe strano e potrebbero esserci conseguenze se uno finisce in infermeria. Sta comunque a voi la scelta, siete liberi di giocarvi ciò che volete.
    Ovviamente, attendo che uno staffer (magari esterno alla competizione) mi assegni l'exp.
    Prossimamente posterò qui sotto un post off per spiegarvi turno per turno le mie valutazioni che spiegheranno il perché dell'exp off e dei punti on. Spero che non vi siate annoiati troppo!


    Edited by Kerberotte - 5/7/2017, 22:52
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Questo sarà un post OFF dove do le mie valutazioni. Prima di entrare nello specifico, vorrei dare dei consigli generali a tutti, chi più e chi meno.

    1. Spesso è necessario che scriviate più nel dettaglio le vostre azioni. Non tanto il come tentate di attuarle ma proprio come le direzionate. Gli spostamenti che fati eccetera. So di non aver dato misure precise ma era necessario perché l'arena era enorme, sarebbe stato un problema.
    2. Molti di voi, sopratutto nel secondo turno, hanno cominciato il post addirittura da prima di cominciare la gara. In questo modo il post perde dinamicità, diventa pesante e anche ridondante perché ripete qualcosa che avete già detto. Non necessariamente un post deve essere chilometrico, sopratutto se l'intento è quello di allungare il brodo, non va bene
    3. Ricordatevi di linkare la scheda :asd:

    E ora scriverò ad ognuno una valutazione sotto spoiler. In questo modo ognuno può leggere ciò che vuole e ci tengo a dire che ovviamente la mia non è la parola del signore. Sto semplicemente valutando in modo oggettivo ciò che leggo, quindi partiamo in ordine.

    Stompo:
    Primo turno: allora, il tuo primo post è stato sinceramente troppo ingombrante. Hai scritto tantissimo, quasi 25.000 caratteri di cui solo 9.000 dell'azione vera e propria. Hai fatto una descrizione che comunque non serviva del viaggio, di tutto ciò che è prima dell'evento. E, una volta giunto all'evento, ti sei limitato a intervallare ai discorsi (che avreti potuto anche scrivere in maniera generale o almeno non riportarli tutti) delle impressioni di pochi righi. Poi ti ho fatto fallire la moltiplicazione. Perché? Perché non hai ruolato praticamente nulla se non "tentai di creare le copie". Non hai provato ad eseguire i sigilli o impastare il chakra, quando nello specchietto hai messo tra le abilità attive (e che quindi usi, altrimenti sarebbero passive come le maestrie che non necessitano di attivazione) riverbero e jutsu ad una sola mano.

    Secondo turno: come detto a tutti, hai ricominciato a scrivere addirittura da prima che iniziasse la gara e non era necessario. Il post deve essere dinamico, non voglio ricominciare d'accapo ogni volta che leggo E qui ti ho fatto fallire le sfere perché hai, forse erroneamente, compreso male ciò che ha fatto Dan. L'attacco di Shiro era imminente, ovvero, tu senti l'acqua che fa per espandersi. Quello che Prompto ha fatto è stato usare le sfere di vuoto per scavare nel terreno dei percorsi, ma ciò presuppone che il campo caramelloso fosse già andato in porto poiché ha invaso il campo. Quindi, scrivendo che ti difendi da un attacco imminente basandoti su qualcosa che ancora deve avvenire, è metagame, hai sbagliato le tempistiche.

    Terzo turno: qui ti sei ripreso anche se mi ha un po' fatto storcere il naso l'incoerenza tra il post di prima e questo. In quello prima hai scritto di non voler usare il katon sul campo caramelloso poiché ti sembrava "Infiammabile" e per questo hai usato il fuuton. Ma ora hai invece usato il katon senza fare riferimento alla cosa. Sono errori un po' grossolani.. il punteggio è quindi basato sul fatto che, oltre agli errori che potevi benissimo evitare, al fatto che hai un sacco di jutsu a disposizione, il tuo pg è un ninjutsu type e non un taijutsu type,
    ma non hai pensato neanche un attimo di sfruttare qualcosa di diverso che non fosse la sfera di fuoco (o la variante non riuscita di vento). Avresti potuto usare la spinta del rasengan per evitare il campo caramelloso o per portarti in avanti e guadagnare metri, sarebbe stato più coerente secondo me. Spero vivamente che tu faccia meglio nelle prossime prove.

    Roy:
    Primo turno: non male come post ma secondo me ti sei concentrato più sul prima che sul durante, il che è un peccato perché il tema della prova era la prova stessa, non il viaggio per arrivare a Kiri. Le azioni non erano chissà cosa, posso capire anche il fatto che il tuo pg usi i propri mezzi, però pecchi di un filino di autoconclusività. Hai dato per scontato molte volte l'esecuzione delle azioni, cosa sbagliata perché non puoi effettivamente sapere se riesci anche solo ad eseguire i sigilli. E' tutto un tentativo, ricordatelo.

    Secondo turno: al secondo post hai narrato tutto da prima e il post ha perso un po' dinamicità. E' il master che fa un riassunto, l'utente deve continuare da lì, altrimenti si ricomincia sempre d'accapo e viene un post lunghissimo col passare dei turni. Se proprio vuoi fare un riassunto, che sia breve. Anche qui un po' di autonclusività nel rilascio della sfera di plasma che non "provi a rilasciare" ma "rilasci", cosa che non puoi sapere. Sempre attenzione.

    Terzo turno: non male come post. Hai cercato di sfruttare i pochi jutsu a disposizione anche se, in un'altra occasione, non saresti mai realmente arrivato a raggiungere Shiro, era troppo lontano e il filo non ci arriva neanche con 20 metri. Ma comunque come idea non sarebbe stata male. Non sei stato malaccio ma devi fare attenzione a questa pecca dell'autonclusività, è qualcosa che un chunin non dovrebbe avere.

    Noname:
    Primo turno: buon post anche se, secondo me, ti sei concentrato troppo sul prima della gara piuttosto che sul mentre. Un po' lungo e incentrato quindi più su altro, nonostante sia stata piacevole come lettura, hai potenzialità e resti fluido. Unico appunto, ho avuto difficoltà a capire alcune desceizioni, come quella fatta della corsa sul muro. "Avrei cercato di correre il più velocemente possibile sulla superficie dell'arena, un muro spesso." non è proprio la superficie, è il muro di cinta che delimita la pista. Ho capito che volevi dire ma ho dovuto rileggere per un attimo perché sono rimasta per un attimo spaesata. Nulla di grave, basta farci attenzione!

    Secondo turno: sul secondo post nulla da dire, non era chissà cosa ma hai ruolato le azioni concatenandole allo stato d'animo. Hai sfruttato le tue abilità e non hai errori eclatanti.

    Terzo turno: non hai scritto male ma penso ci sia stato un po' di metagame sulla pioggia dell'odio. Ti spiego. Fino a questo momento nessuno ha usato jutsu katon però tu scrivi precisamente che vuoi farla per impedire che essi vengano usati. Cosa che hanno fatto sia Zend che Stompo ma che tu, di fatto, non hai ruolato. Se avessi spiegato più coerentemente la cosa non ci sarebbero stati problemi, però in questo modo mi hai fatto pensare che la tua azione fosse mirata, per come è stata impostata la cosa in on, ad impedire jutsu katon che sarebbero stati usati da lì a poco. Per il resto un buon post, come gli altri.

    Kuma:
    Primo turno: niente da dire, è stato un buon post. Hai sfruttato fin da subito le abilità coerentemente col pg. In una corsa istintiva come questa, non si sarebbe mai messo a correre. Ti sei calato bene nella parte.

    Secondo turno: hai sfruttato bene il doton e lo shoton, riprendendo il tema "animale" caro al pg. Un buon post anche qui.

    Terzo turno: post leggermente meno piacevole degli altri ma comunque scritto bene. Hai sfruttato tutte le nature elementali e sei rimasto su una strategia che hai capito avrebbe funzionato.

    Yama:
    Primo turno: la prima azione che hai fatto mi ha sinceramente confusa, per questo l'ho fatta fallire. A parte lo scalarti stamina come avessi fatto lo sforzo extra che però non hai ruolato, la tua azione era molto molto vaga, non ho capito realmente cosa volessi fare. O meglio, avresti dovuto scrivere per bene cosa fare, senza lasciare al caso.

    Secondo turno: ti sei un po' ripreso anche se hai scritto un bel po' di tutto il resto più che sull'azione vera e propria. Non male come strategia, però non c'è davvero bisogno di sottolineare le azioni, non è un by chat :asd:

    Terzo turno: e qui già andiamo meglio, ma ho dovuto farti fallire le ultime azioni perché erano un po'o fuori tempo con il resto, ma questo non potevi saperlo. Non male, diciamo che con gli ultimi post hai recuperato un po' il primo che mi ha lasciato, come detto, un po'o stranita, sopratutto sapendo ciò che sei in grado di fare.

    Noya:
    Primo turno: hai fatto un po' troppe azioni e la strategia, purtroppo, non poteva andare bene.
    Non è comunque pensabile che tutti i genin presenti si lascino saltare sopra, per questo ho fatto riuscire la cosa solo una volta. Occhio poi che non ho capito bene come tu abbia scalato stamina e resistenza. Tuttavia, hai questa qualità molto buona di riuscirti a calare nel personaggio che ti rende coerente e rende anche i post molto piacevoli da leggere.

    Secondo turno: qui purtroppo si nota il fatto che il pg è fresco di accademia e abbia poche strategie da mostrare. Un peccato perché l'inventiva c'è e ho voluto premiarla.

    Terzo turno: le copie svaniscono al toccarle quindi non ho potuto fartela valere come trampolino, ma non era necessario :asd: Hai recuperato con la corsa e ho premiato il punto di forza del player/pg, ovvero l'inventiva, e la tua propensione, come detto, ad essere coerente ed immedesimarti bene.

    Zend:
    Primo turno: occhio che sei hai 10 in agilità, senza sprint il tuo massimo percorribile è 5. Hai fatto confusione con le distanze anche con la nuvola, ma è comprensibile. Il regolamento può trarre in inganno ma, per fortuna, non erano così importanti le distanze in questa prova. Per lo meno non le distanze precise. Hai comunque fatto un buon post.

    Secondo turno: un post buono, non c'è che dire. Anche prima, non ho capito bene come tu abbia scalato resistenza/stamina in alcune situazioni ma non era così importante in questa prova, è un "errore" che non mi interessa davanti ad un buon post.

    Terzo turno: anche qui un po' di confusione sulle distanze, niente di eclatante. Hai fatto un buon post anche se mi sarei aspettata un atto diverso rispetto alle fenici di fuoco ripetute. Comunque sei stato coerente e hai scritto dei buoni post, nulla da dire a riguardo. Hai sicuramente potenzialità, lasciati giusto un po' andare col pg.
     
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30 replies since 22/6/2017, 20:03   1315 views
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