Welcome back [PQ sblocco arte segreta]

Shōta Akimichi

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  1. Shitsubo
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    Narrato
    Parlato Shōta
    Parlato altrui (vari colori)

    PNG DEL PRESENTE

    Benjiro KM SNG  
    Y NK SZ DNB 
    KD TR DK HS 
    mrm cp-lt-mr   


    PNG DEL PASSATO

    MM PP   
    JN LZ KZ YZ 




    [eventi precedenti: Quando girano le pale...]



    [Parte 1]



    Seduto immobile sul pavimento con le gambe incrociate e le mani appoggiate sulle ginocchia, Shōta si beava del quasi totale immobilismo che era riuscito a raggiungere. Il mal di testa era ancora presente ma andava via via scemando, quasi come se venisse scaricato a terra con tutto il peso del corpo. A dire il vero, anche una certa sensazione di freschezza sulla fronte e attorno alle tempie contribuiva a farlo stare meglio. Era come un venticello fresco… che diventava sempre più fresco… freddo… un po’ troppo freddo.
    Si voltò per vedere da dove provenisse ma, con sua grande sorpresa, scoprì di essere circondato da una specie di fumo (o era nebbia?) che gli oscurava la visuale.
    Provò quindi ad alzarsi ma non ci riuscì.
    Si sentiva molto pesante… troppo pesante… immensamente pesante… praticamente radicato nella terra.
    Era forse rimasto seduto troppo a lungo? Eppure le gambe non gli formicolavano neanche un po’.
    Improvvisamente, la presunta nebbia cominciò a diradarsi e davanti ai suoi occhi si aprì un vasto e variegato paesaggio nel quale, come tante formiche, si muovevano in lontananza decine di persone… e lui le vedeva dall’alto. Quella non era nebbia, erano nuvole. Si trovava dunque su una montagna? No…
    Era lui la montagna.
    ….
    ……..
    …………
    Si svegliò di soprassalto. Rimase rintontito per qualche secondo. Non gli capitava spesso di fare dei sogni e, quando succedeva, non erano comunque così strani.
    Si voltò verso la finestra e vide che era tardo pomeriggio. Dopo la tempesta di quella mattina, aveva smesso di piovere. Probabilmente non da molto ma non poteva esserne sicuro perché aveva dormito per chissà quante ore.
    Si alzò e andò a sciacquarsi la faccia, poi si recò nel soggiorno. Lì non c’era nessuno ma dall’esterno provenivano delle voci. Aprì quindi la porta d’ingresso e uscì nella corte antistante.
    La temperatura era scesa di un bel po’ e gli venne spontaneo massaggiarsi entrambe le braccia contemporaneamente.
    Al termine del cortile notò Shingo e Benjiro girati di spalle ad osservare l’orizzonte

    Benji! Bro! Che state facendo? urlò loro per farsi notare.

    I due si voltarono e gli fecero segno di raggiungerli. Lui attraversò rapidamente la corte.

    rbw

    Non appena fu vicino a loro e poté condividerne la prospettiva, capì cosa aveva catturato la loro attenzione. Passata la pioggia, uno spettacolare arcobaleno - reso ancora più suggestivo dalle sfumature del tramonto - si era fatto strada tra le nuvole e sembrava puntare dritto alla zona boschiva a ovest. Gli altri ragazzi erano tutti appoggiati a una delle staccionate superstiti per godersi la vista

    Che spettacolo… commentò l’Akimichi, non nascondendo a se stesso che aveva una gran voglia di raggiungere quella dannata staccionata per appoggiarsi lì accanto a Kaede e rimirare il panorama in sua compagnia

    Già… rincarò la dose Benjiro …e sembra un segno del destino…

    Che vuoi dire? fece lui

    Lo capirai tra poco. Stavo giusto per chiamare Sanzo e Taro e chieder loro di accompagnarmi in un certo posto. Vuoi venire anche tu?
    Shōta annuì
    Bene, allora aspettami qui soggiunse Benji mentre si incamminava verso i ragazzi.

    Appena non fu più a portata di voce, Shingo - il quale pareva si stesse tenendo dentro qualcosa da un pezzo - rivolse una domanda a bruciapelo al fratello

    Shōta, vuoi apprendere le arti del clan?

    Il paffuto consanguineo rimase attonito. In una frazione di secondo passò dal pensare “ma come gli viene in mente così all’improvviso?” al pensare che forse il fratello lo conosceva meglio di quanto desse a vedere, poiché probabilmente aveva intuito il suo desiderio di diventare più forte per essere in grado di difendere chi gli era caro. E tutto questo senza sapere cosa gli avesse detto Asahi da Ichiraku (cosa che l’Akimichi aveva tenuto per sé, trattandosi della confessione intima di un amico).

    Quindi rispose solo E me lo chiedi?
    Ma, nel giro di pochi secondi, come se fossero dei piranha rimasti in agguato fino a quel momento, tutti i dubbi possibili e immaginabili gli si affacciarono alla mente: era realmente pronto? E il “livello più avanzato di allenamento” cui aveva accennato il padre all’epoca? Dopo la scomparsa del genitore, non aveva mai più avuto la possibilità di saperne qualcosa.
    Anche qui sembrò che Shingo gli avesse letto nel pensiero

    Secondo me sei pronto già da un po’ ma non posso dirlo con certezza. Per questo ci sarebbe bisogno di una persona più esperta e più adatta di me a farti da guida…
    Anticipando una possibile smentita da parte del fratello, si affrettò ad aggiungere
    …sono consapevole dei miei limiti, cosa credi? La mia scarsa propensione per la teoria e la mia poca pazienza mi renderebbero un pessimo insegnante… tuttavia credo di avere la soluzione… poi si voltò verso Benjiro, Sanzo e Taro che avevano formato un capannello poco distante
    …tempo al tempo. Adesso vai a vedere cosa hanno da dirti quei tre e vedi se l’idea ti convince. A me l’hanno già spiegata e non sembra malaccio... a patto che Sanzo ci abbia visto giusto, si capisce… concluse ritirandosi in casa.

    Non appena Shōta ebbe raggiunto il trio, Benjiro venne al dunque

    Bene, ci siamo. Sanzo, puoi farci strada?

    Certo, Benji! replicò il longilineo Si tratta di un posto familiare per tutti voi e in particolare per Shōta, che tempo fa ci ha vissuto una piccola disavventura

    L’Akimichi non comprese immediatamente di quale posto si trattasse ma non chiese delucidazioni in merito perché si erano già messi in marcia.
    Nella frescura della sera, fringuelli e usignoli sembravano accompagnare il calar del sole, mentre l’arcobaleno si faceva via via meno intenso. I tre procedevano tranquilli mentre ogni passo dava come un piccolo schiaffo sull’erba bagnata che, talvolta, si infilava nei sandali inumidendo i piedi.
    A metà del tragitto, Shōta capì che erano diretti al fragoleto. O, meglio, quello che era stato un fragoleto prima che la carta bomba piazzata dagli sgherri di Muramoto lo facesse saltare in aria rendendolo inservibile.
    Arrivati sul luogo dell’esplosione, Benjiro disse All’inizio non ce n’eravamo accorti ma pare che in questo punto ci fosse sempre stata una piccola fessura nel terreno. La detonazione deve averla squarciata rivelando una profondità maggiore di quella che ci si potrebbe aspettare in un posto simile

    Quindi indicò verso il basso. Shōta si mise a quattro zampe e spostò il terriccio bagnato che aveva otturato parzialmente la fessura. Non era più larga di 10 centimetri e all’interno vi era il buio assoluto

    Non vedo niente. Perché ci interessa?

    Perché è possibile che qui sotto, a chissà quale profondità, ci sia dell'acqua. Forse un torrente

    Questa si che era una notizia non da poco

    Ma non c’è nessun indizio, come fai a dirlo? domandò dubbioso l’Akimichi

    L’ho sentita disse Sanzo, intervenendo nella discussione.

    Non era una dichiarazione da prendere sotto gamba quella. Il longilineo, infatti, aveva un udito a dir poco fenomenale. Tutti sapevano che solo il naso di Nyoko poteva competere con l’orecchio di Sanzo. Se diceva di aver sentito l’acqua, c’era da crederci.
    Tuttavia, dopo un gesto di Benjiro, il ragazzo si mise anch’egli a quattro zampe e poggiò il padiglione auricolare sulla fessura. Allora tutti rimasero in religioso silenzio.
    Quasi come se stessero assistendo ad una ripresa dinamica in soggettiva, gli altri tre ebbero l’impressione di poter vedere la concentrazione di Sanzo che, come una serie di cerchi concentrici, partiva dall’orecchio, tuffandosi nella fessura e scendendo sempre più in profondità, inoltrandosi in chissà quale abisso misterioso.
    A un certo punto, il ragazzo spalancò gli occhi

    Si, è così! Ne sono più che sicuro, ormai!

    Bene, poteva essere una buona notizia sotto diversi aspetti ma non era ancora chiaro se Benjro avesse in mente qualcosa di specifico oppure no

    A cosa ci serve saperlo? chiese l’Akimichi senza troppi giri di parole

    Dobbiamo sostituire il mulino a vento con un mulino ad acqua rispose altrettanto seccamente Benjiro

    A quel punto intervenne Taro

    Ricostruire il mulino a vento con i materiali che possiamo permetterci ora costerebbe troppo e renderebbe poco. Se qui sotto ci fosse una corrente d’acqua sufficientemente forte, invece, potremmo appoggiarci alla struttura rocciosa dell’ambiente e forse potremmo sfruttare la forza idraulica per muovere anche ingranaggi di altri tipo, ottenendo due piccioni con una fava. Purtroppo, però, mi è impossibile stabilire come stiano realmente le cose là sotto basandomi solo su ciò che ha sentito Sanzo. Bisognerebbe andare…

    E non possiamo dilatare la fessura introducendo delle scale o un'impalcatura per scendere? domandò Shōta

    Senza conoscere la conformazione del sottosuolo, no. Per quanto ne sappiamo, un intervento sbagliato da parte nostra potrebbe far crollare tutto. Senza contare che l’eco non permette nemmeno a Sanzo di stabilire con esattezza a che profondità si trovi l’acqua. Potrebbe trattarsi anche di 400 o 500 metri

    L’ipotesi di tirare una picconata a caso e precipitare in un abisso per centinaia di metri non sembrava molto allettante. Comunque il sole era ormai calato e si era fatta l’ora di tornare indietro, quindi Benjiro sospese temporaneamente la questione

    Più o meno nel punto in cui cadeva l'arcobaleno potrebbe esserci un ingresso ma è tutto da dimostrare. Dovremo organizzare una spedizione ed è più facile a dirsi che a farsi. Adesso torniamo a casa. Ci ragioneremo meglio

    [...]

    Mentre la preparazione della cena procedeva speditamente, il lungo tavolo di legno di quercia che di lì a poco sarebbe stato apparecchiato era diventato temporaneamente la base d'appoggio di mappe, carte, libri, appunti e roba varia. I ragazzi vi si erano riuniti intorno e cercavano di ragionare su come si potesse fare per raggiungere quel luogo.
    A un bel momento, si sentirono pesanti colpi sulla porta d'ingresso. Qualcuno stava bussando.

    Aspettiamo qualcuno? chiese Shōta

    Vai ad aprire replicò Shingo

    L'Akimichi lasciò le carte e si avvicinò all'ingresso. Tolse la catenina e fece scorrere lateralmente una lamina di metallo.
    Aprì la porta e si trovò davanti l'ultima persona che avrebbe mai pensato di poter incontrare quella sera

    Tu??

    PQ in 6 parti per lo sblocco dell’arte segreta


    Edited by Shitsubo - 1/4/2024, 18:37
     
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