Bad Dreams

P.Q. Yurei Henge

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Tenshi-1
        Like  
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Suna's Ninja
    Posts
    633
    Location
    Campania

    Status
    Offline
    Chapter I

    Yurei Henge

    [Commodoro]



    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    ???


    Continuo di Rainy Day

    Drop of Water

    La terra ferma era diversa da come me l’ero immaginata. Quel buco di culo del continente ninja non sembrava mostrare particolari attrazioni. Non mi sentivo a mio agio in quel posto così impregnato dalle piogge che persino i muri trasudavano odore d’umidità. L’Oceano è diverso, ha così tante capacità intrinseche ed è così tanto imprevedibile che è difficile capire cosa brami, cosa voglia. La realtà dei fatti è una sola: questa caverna non è la mia nave, ma devo farci l’abitudine. Sbarcai sulla terra ferma con la bocca traboccante di vomito, con il fetore sotto il naso e l’acido in gola. Fu davvero traumatico resistere a quelle onde così forti su una scialuppa di salvataggio, al fianco di un vecchio strampalato che a stento sapeva e voleva curare il mio malessere. Ricordo ancora le innumerevoli volte in cui, per trattenere il senso di nausea, mi tappavo la bocca con il palmo della destra, legata alla sinistra per mezzo di una corda sfilacciata che avrei potuto strappare in men che non si dica se solo non avessi perso tutto quel sangue. Non volevo tutto ciò, non desiderare abbandonare il mio habitat, i miei compagni, la mia famiglia ma non mi fu data altra scelta.
    Le notti si susseguivano l’una dopo l’altra come gelide coltellate nel cranio e il sudore era la prova lampante del disagio. Aprii le palpebre con impulso violento, guardandomi intorno nel buio del sonno per poter pian piano mettere a fuoco i contorni della stanza di nuda roccia, illuminati timidamente dal lume della torcia che bruciava poco fuori le sbarre della prigione, stringendo con forza nella mancina i lembi dei vestiti lerci.

    Il tumulto dei respiri che echeggiava tra le quattro mura era l’unico suono, l’unica testimonianza della presenza umana lì dentro: non ero sola a riposare quella notte, come ormai accadeva da tempo. Provai ad alzarmi e il materasso di pietre e ghiaia cigolo` per l’intera durata del movimento, contraendosi sotto la pressione di un corpo tutto sommato ancora forzuto, nonostante i segni della malnutrizione e della perdita di sangue fossero ben visibili.

    Fu solo allora che sollevai il viso per scrutare le sagome adombrate dal buio di numerose altre donne, sigillando le labbra e mordendomele per la rabbia.

    4c2116f10b15f9f56991226571c65bee



    Spaventate e infreddolite, con i piedi luridi per quanto a lungo avevano solcato le gallerie di quella grotta senza calzari, tutte le donne si erano ridotte a dover dormire appiccicate, lontane da me che per loro ero un incubo ad occhi aperti. Ogni volta che mi alzavo i loro poveri occhi, segnati dalle lacrime e dai lividi, si sbarravano spaventate perché nella penombra la mia imponente statura era simile a quella dei nostri carcerieri e le mie lunghe corna non aiutavano neppure, poiché nell' oscurita` sembravano quelle di un demonio. O almeno era quello che avevo sentito raccontare mentre fingevo il sonno nelle notti in cui i dolori al mio stomaco erano piu` lancinanti che mai.
    Mi resi conto di quanto dolore provassero quelle donne solo notando la lentezza delle mani e dalla pelle incartapecorita. In mezzo a loro tre bambini semi nudi si affacciarono incuriositi da dietro le schiene delle madri per guardarmi ancora una volta, come facevano tutti i giorni di quell'inferno, attirati dalla stranezza della creatura che avevano davanti. Avevano addosso soltanto una veste ricavata da quelle delle loro madri attraverso vari nodi tra pochi stracci. Sui lineamenti dei visi tondeggianti non c’erano emozioni che io potessi compatire, poiché squame simile a quelle di pesci ne marcavano il viso.

    Nel mio corpo c’è qualcosa di vivo, lo sento crescere ogni giorno di piu`. Un demone che ha fatto del mio corpo la sua dimora senza chiedere permesso. Uno simile a quelli che avevo davanti e che bambini non potevano essere chiamati. Forse scherzi della natura era un nome piu` corretto, poiché nati da un atto di pura volgarita`. Incapaci di amare perché nati da un unione senza un briciolo di amore, bravi solo a soffrire la fama e a imitare i loro violenti genitori.

    Legata a una cintura di corda legata alla vita di ognuna di noi vi era una bottiglia vuota, una fiasca in cui eravamo solite versare la poca acqua che ci concedevano. Alcune volte, colta dalla pazzia, immaginavo di fare il pieno di birra per non dimenticare lo spirito delle navi. Cercai di liberare il beccuccio facendo forza con il pollice, ma nel momento stesso in cui provai ad inclinare il contenitore ferroso non ne venne fuori nemmeno una goccia. Tremenda la frustrazione che provai in quel momento, la sensazione di dispiacere attanagliava lo stomaco. Ero a corto di idee.


    Edited by Tenshi-1 - 7/3/2024, 19:58
     
    .
12 replies since 7/3/2024, 12:28   140 views
  Share  
.