Rainy Day

Personal Quest Yurei

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    Chapter I

    Yurei Henge

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    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Barbakos - 2 anni fa


    L'arrivo dell'inverno non solo portava un drastico calo delle temperature, ma anche venti forti e persistenti. Per coloro che consideravano il mare una ragione di vita, il vento era un elemento essenziale. A volte poteva presentarsi come un gentiluomo lussuosamente vestito o come un medico con bisturi pronto a rimuovere schegge da una Kunai fatta esplodere da chissà quale carta bomba. Altre volte assomigliava ai peggiori bastardi mai esistiti al mondo, come Qayin o Fury stesso. Insomma, il vento desiderava essere rispettato e capito senza errori. Perciò si preferiva aspettare il momento più opportuno per solcare i mari e partire per nuove avventure. Tuttavia, c'erano alcuni Capitani così arroganti e maledettamente sicuri di sé che osavano sfidare le insidie climatiche.
    In quel giorno particolarmente ostile al mondo intero, due navi salparono dal porto di Barbakos diretto verso un'isola vicina dove si trovavano abbondanti frutti del mare. I due Capitani avevano già esperienza accumulata negli anni e in passato avevano persino vinto duelli contro le intemperie atmosferiche. Pensarono che sarebbero riusciti anche questa volta ma il cielo era contrario alla loro idea mentre l'estensione d'acqua salata diventava nera come la pece; nuvole pallide dei giorni sereni si trasformarono in masse oscure cariche di malvagità che nascondevano la loro vera forza.

    - Secondo te pioverà? -

    Chiesi alzando gli occhi dal bicchiere di vino nella mia mano destra e guardando attraverso la piccola finestra del bar dove stavo trascorrendo parte del mio tempo libero. In pochi secondi capii che sarebbe presto caduta una grande quantità d'acqua, ma non avevo intenzione di andarmene. Ero appena tornata nella città in cui ero nata e quel bar per me era come una seconda casa. Conoscevo bene la sua storia e quella dei proprietari, persone squisite ed umili, specialmente Asuka, la figlia del proprietario, una ragazzina molto piu` giovane di me.

    - Molto probabilmente - rispose lei sorridendo.



    Nelle ore tarde, il negozio era privo di clienti tranne il volto familiare di "Capitan Franky". Era risaputo che Franky aveva la tendenza a diventare piuttosto sgradevole quando era sotto l'influenza dell'alcool, un evento comune. Tuttavia era amato dai cittadini, che lo chiamavano affettuosamente con questo soprannome. Nonostante la sua età avanzata e il dolore cronico che affliggeva le sue ossa fin dai tempi in mare, lo zio Franky possedeva un patrimonio di conoscenze davvero notevole. Mi ritengo fortunata di aver avuto l'opportunità di ascoltarlo in numerose occasioni. Un ricordo particolare è vivido nella mia mente: il momento in cui ha raccontato il suo incontro con un'enorme balena beluga, una creatura più grande di 100 navi messe insieme. Da ragazzina, questo aneddoto ha alimentato i miei sogni e il mio fascino per questa maestosa creatura. Spesso mi immaginavo di affrontare coraggiosamente la balena, manovrando un bellissimo vascello e alla fine conquistandola. Il pensiero di portare a casa una bestia così magnifica mi consumava, portandomi quasi sull'orlo della follia. Ancora oggi quel sogno rimane vivo dentro di me e conservo la speranza che un giorno avrò la possibilità di trasformarlo in realtà.

    - Zio Franky è di nuovo ubriaco fradicio. Un giorno l'ho visto sobrio mentre lavorava il legno, poi mi sono svegliata sudata da quell'incubo. -

    - Sai che è difficile vederlo sobrio -

    - È giusto che paghi per quello che consuma. Non può continuare a concedersi bevande e alloggi gratuiti in questo posto. -

    - Dopo tutto quello che ha fatto per noi se lo merita, non fosse stato per lui sarei ancora un' orfana. -

    Il sorriso di Asuka spazzò via all'istante il broncio che era rimasto impresso sul mio viso, facendo sì che le mie braccia perdessero forza e cadessero giù per la forza di gravità. La ragazza lasciò il suo posto al bancone e si diresse verso Franky, che era seduto a sei sedie di distanza, abbastanza vicino da permettermi di percepire l'odore dell'alcool che emanava da lui. Ho imitato i suoi movimenti, dandogli una mano per sollevarlo e percorrendo con attenzione le scale scricchiolanti. Passammo per due stanze prima di entrare nella terza, dove adagiammo delicatamente lo zio Jack sul letto e lo rimboccammo con una comoda coperta.

    - Sei troppo buono con lui -

    - Parli come una dura ma faresti la stessa cosa. -


    Edited by Tenshi-1 - 23/1/2024, 07:50
     
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    Chapter II

    Yurei Henge

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    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Barbakos


    Dall'esterno, una nuvola gonfia di rabbia e forse di gelosia fece rombare un tuono cosi forte da farci sobbalzare, spaventando la giovane Asuka che istintivamente mi abbraccio` spaventata. Il tutto durò qualche secondo e successivamente seguirono, dopo ansie e spaventi, grasse risate che ci permisero di continuare a godere di quel momento

    - Ha iniziato a piovere sul serio -

    Le baciai la fronte mentre ella poggiò il capo sul mio stomaco. Il mio braccio le avvolse la sua testa, posizionandosi poi sulla spalla come a volerla cullare. La pioggia lentamente aumentava d'intensità, iniziando a picchiettare sul fine vetro della finestra. Quel suono diventò fastidioso giacché risultava essere d'intensità maggiore rispetto al tuono caduto circa cinquanta minuti prima.

    - Hai intenzione di passare la notte qui? -

    - Ebbene, il tempo non sembra volersi calmare, quindi ti faro` compagnia visto che hai paura quando non puoi dormire con lo zio Franky -

    - Sei la migliore! -

    Il suo tono era completamente diverso dal solito, molto più gentile, capace di mostrare il suo lato bambinesco. Non era facile mostrare questo lato di lei perché si era sempre presentata come una ragazza forte che poteva combattere mille volte senza l'aiuto di nessuno. Tuttavia, questo lato di lei viene fuori quando siamo soli e mi rende più pazzo di lei ogni volta che la vedo. Ho visto quel bellissimo sorriso che nascondeva e istintivamente le ho preso la testa con la mano e le ho scompigliato i capelli.

    - Non ti ho ancora raccontato del mio ultimo viaggio. -

    - Ah, vero! -

    Quando le raccontavo delle mie avventure, i suoi occhi brillavano come gioielli preziosi. Anche se le mie storie non erano eccezionali, sapere che lei era lì ad ascoltarle trasformava ogni viaggio in un'epica avventura. Così, mentre le raccontavo nel dettaglio cosa era successo nell'ultima avventura, i nostri sguardi si incrociavano. Abbiamo iniziato dal porto di Barbakos, dove abbiamo caricato merci da trasportare a Kirigakure no Sato. Il commerciante diceva che ciò che stavamo trasportando era importante, ma per me era solo roba insignificante. Non mi interessava sapere a cosa servisse quel materiale. Inoltre, la paga era buona, quindi non avevo bisogno di fare altre domande. Non c'era molto altro da fare, nonostante ci fosse una guerra imminente, che sembrava essere l'ultima preoccupazione di molte persone. Ho cercato di descriverle anche Kiri nei minimi dettagli, parlando anche della fastidiosa nebbia che non mi faceva vedere oltre il mio naso. Tutte le diversità che ho incontrato nel mondo mi hanno fatto apprezzare e godere ancora di più Kiri. Barbakos era diversa dal mondo degli shinobi, ma non era né superiore né inferiore. Ogni continente aveva le sue peculiarità, vantaggi e limiti.

    - Sembra davvero magnifico! Spero che anche mio fratello possa vedere presto tutto ciò -

    - Ha le potenzialità per farlo, deve solo attendere il momento opportuno. Comunque non l'ho visto tutto il giorno, sta bene? -

    - Si certo. Ha deciso anche lui di prendere la via del mare e qualche giorno fa è partito insieme a Bakin -

     
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    Chapter III

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    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Barbakos


    Bunrakuken Bakin era un uomo famoso nel suo paese natale, Torteres. Fin da bambino, aveva imparato a rispettare il mare e ad affrontare le sue acque gelide. Non ero in grado di sopportare quel freddo, quindi preferivo evitare quella zona e cercare luoghi più paradisiaci. Bakin aveva avuto molti successi, ma anche molti fallimenti. Era un uomo che cercava avventure per alimentare il suo ego e la sua ambizione. Tuttavia, a volte metteva a rischio la sua ciurma, perché non tutti erano in grado di sopportare il peso della sua ambizione. Conoscevo il volto di Xavier perché l'avevo incontrato al porto di Barbakos, ma preferivo non parlare con lui o conoscerlo meglio. Avevo sentito voci su di lui, voci che lo descrivevano come una persona con cui non avrei mai voluto avere a che fare o che avrei mai sperato di diventare. Aveva qualità che per me non erano degne di un Capitano, ma ognuno ha le sue caratteristiche e le sue diversità. Tuttavia, quando ho scoperto che il fratello di Asuka era partito con lui, quel volto sereno dipinto sul mio viso si è trasformato in una smorfia di dubbio e preoccupazione.

    - Stai parlando di Bunrakuken Bakin? Quel Bakin? -

    Cercavo di non preoccupare Asuka, ma sapevo che era molto intelligente. Avrebbe potuto leggere i miei pensieri dai miei occhi senza problemi, quindi mi era difficile nasconderle i dubbi che mi tormentavano. Alzò un sopracciglio mentre le labbra si stringevano. La preoccupazione che era prima nella mia mente ora si rifletteva nel suo sguardo. Fu in quel momento che un altro tuono, ancora più forte del precedente, si sentì da qualche altra parte, lontano ma non così lontano dal dubbio che si era insinuato nei suoi pensieri.

    - Sì, lui. E` pericoloso? -

    Ero completamente impreparata per risponderle o per uscire da quella situazione. Guardai fuori dalla finestra della stanza, lasciando andare i suoi bellissimi capelli. Cercai di sfruttare quel momento, che sembrava infinito, per trovare un altro argomento da inserire tra di noi. Tuttavia, mentire a lei non era ciò che meritava la dolce ragazza.

    - Da quanto tempo manca? -

    - Quattro giorni. Ma perché mi fai questa domanda? -

    - Probabilmente non c'è motivo di preoccuparsi. Bakin è competente. Domani chiederò a qualcuno se ha informazioni in merito. -

    Un silenzio eterno si abbatté sulla stanza, come quello che si poteva udire in mare aperto quando il vento smetteva di soffiare. Siamo rimasti in silenzio fino all'alba, senza dire una parola, aspettando che il sole sconfiggesse la malvagità che il tempo aveva portato sulla citta`. Alle sei in punto mi sono alzata dal letto, facendo attenzione a non svegliare Asuka che, forse dopo aver messo un po' d'ordine nella sua mente, stava dormendo serenamente. Mi sono diretto verso l'esterno del bar, indossando i vestiti della sera prima. La città era ancora avvolta in una pace eterna, disturbata solo dal rumore dei miei stivali che battevano ritmicamente sull'asfalto. Destinazione: il porto di Barbakos.

    - Salve! Sapete dove posso trovare Ebizo? -

    - Vai su per le scale e prendi la seconda porta a sinistra. -

    Con un gesto di ringraziamento, sollevai un cappello immaginario di fronte a un uomo magro seduto dietro una sedia comoda mentre leggeva il giornale. Mentre salivo al secondo piano di un edificio alto tre piani, ripetevo il nome che avevo letto sul giornale. Si trattava di una Mukenin catturata dall'OSU, una Piratessa di nome Lif Arnbjørg. Avevo sentito nominare quel nome in passato, ma non riuscivo a ricordare dove o quando. Avrei voluto approfondire in un'altra occasione, ma avevo un impegno urgente da sbrigare. Dopo qualche minuto, mi trovai davanti alla porta indicata e bussai con le nocche della mano destra. - Avanti! - mi disse l'uomo dall'interno. Allungai la mano sinistra per girare la maniglia e spingere la porta verso l'interno. La stanza era in ordine, con scaffali pieni di libri. Al centro c'era una scrivania con molti fascicoli e dietro di essa sedeva un uomo di circa sessant'anni: l'Ammiraglio Ebizo. Mi avvicinai a lui, osservandolo attentamente e cercando di capire cosa stesse leggendo.

    - Perché Yurei, la Corsara dal Crine Bianco, è qui? Qual è il motivo della sua visita? -

    - Salve Ammiraglio, volevo solo chiedere se Bakin è tornato a Barbakos. So che gli ha dato una missione e che c'è un mio parente con lui. -

    - Ti hanno detto giusto. Ora che ci penso sarebbe dovuto tornare qualche giorno fa ma non credo ci sia nulla di cui preoccuparsi, è una missione di recupero. Nulla di eclatante. -

    - Potrebbe indicarmi il luogo? -

    - Al Polo Sud. Una nostra nave era di ritorno nel nostro regno ma è finita per bloccarsi nei ghiacciai. Gia` sai il perché abbia chiesto a Bakin di occuparsi della cosa -
     
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    Chapter IV

    Yurei Henge

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    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Barbakos


    Due ore più tardi mi trovai a navigare sulla Mother verso il Polo Sud. Non avrei permesso che una persona cara a me fosse in pericolo o, ancora peggio, vicina alla morte. Il denaro aveva un valore nella mia vita, poiché mi aiutava a sostenere la mia famiglia, ma veniva messo in secondo piano quando loro erano in pericolo. Qualsiasi cosa cercasse di minacciarli, avrebbe dovuto affrontare la mia furia. Una rabbia repressa che a volte era potente come i fulmini che erano caduti la sera prima.

    - NAVI IN VISTA! -

    I miei pensieri furono interrotti dalla voce della vedetta che si trovava su un albero della nave, in cima dove poteva sfruttare la sua vista acuta. Eravamo a meno di cinquecento metri dai bersagli e nessuno sembrava voler muoversi. Uno era ancorato alle spesse lastre di ghiaccio, mentre l'altro era un po' più indietro, al sicuro dal ghiaccio. Rimasi immobile sulla prua della nave, cercando di superare il parapetto che mi teneva al sicuro. Afferai il monocolo fotografico che tenevo nella tasca e con esso scrutai l'orizzonte.

    All'improvviso il cielo si oscurò, nonostante poco prima il Sole splendesse luminoso. Il vento, che inizialmente soffiava leggero come un Ninja silenzioso, improvvisamente si rivelò potente, gonfiando le vele della nostra nave. L'impatto ci fece perdere il controllo e finimmo tutti a terra. Riuscii a proteggermi la testa ma sentivo che c'era qualcosa di strano in quel vento, ma non capivo cosa stesse succedendo. La nave raggiunse una velocità tale che non serviva più ammainare le vele. Superammo l'imbarcazione di Xavier e colpimmo le lastre di ghiaccio, rimanendo bloccati. Poi, improvvisamente, il vento smise di soffiare e sparì. Mi ripresi a fatica, aggrappandomi al parapetto danneggiato dall'impatto. Per miracolo, la nave non riportò danni gravi.

    - Trenta... anzi no... quaranta... -

    All'improvviso, intorno alla nave e nei cento metri circostanti, comparvero circa quaranta uomini armati di spade e con sorrisi affascinanti. Sospiri lunghi si alternarono a sguardi penetranti, rabbiosi e furiosi ma al tempo stesso increduli e curiosi. Mi chiedevo come mai non li avessi individuati prima né come fossero riusciti a sfuggire alla mia attenzione. Serrai i denti, cercando tra quegli uomini qualcosa che mi potesse indicare dove diavolo si trovasse il fratello di Asuka. Girai la testa verso la nave di Bakin e notai che tutta la sua ciurma era sdraiata sul ponte, immobile come morta. Non c'erano segni di sangue intorno ai loro corpi, ma ciò non mi rassicurò affatto. Anzi, aumentò solo il numero di domande che affliggevano la mia mente.

    - Buonasera signori. Innanzitutto scusateci l'irruenza con cui vi abbiamo spinti qui in questa situazione di merda. Siete capitati al posto sbagliato nel momento sbagliato -
     
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    Chapter V

    Yurei Henge

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    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Barbakos


    A parlare era un uomo alto, con una pelle scura e rughe sul viso. Teneva un bastone nella mano destra, con una sfera trasparente all'estremità, piena di colori ed ombre. Nonostante l'età avanzata, sembrava resistere bene al freddo che ci circondava. Si avvicinò lentamente, accarezzando la barba, facendo battere il bastone sui ghiacciai. Mentre avanzava e parlava, nessuno osava interrompere l'atmosfera con la propria voce. Nemmeno sulla nostra nave qualcuno provava a parlare, tutti erano fermi cercando di capire cosa fosse successo.

    - Immagino vi starete chiedendo chi siamo noi. La risposta è semplice.. Noi siamo coloro che cambieranno per sempre le vostre vite e che vi faranno dimenticare di averne una. Consegnatevi a noi o morite nel vano tentativo di salvarvi! -

    Ancora non riuscivo a capire chi fosse quel tipo e perché stesse causando tutto quel caos. Tutto si fermò per un attimo, lasciando i miei pensieri prendere il sopravvento. Improvvisamente, con un colpo secco del suo bastone sul ghiaccio sotto i suoi piedi, i suoi uomini si avvicinarono alla nostra imbarcazione. Il loro passo, inizialmente lento, si fece sempre più veloce. Fu in quel momento che vidi l'uomo alzare il bastone verso il cielo. Dopo solo tre secondi, i suoi uomini sembrarono quasi fluttuare nell'aria, raggiungendo la nostra nave in un tempo incredibilmente breve.

    Era possibile che fossero schiavisti? Non avevo nemmeno il tempo di chiedermelo che sulla nave tutto precipitò nel caos. L'assenza di vento creò un sinistro silenzio, interrotto solo dal suono delle spade che si scontravano. Alcune frecce venivano scagliate dalla nostra vedetta, che osservava dall'alto come un'aquila. Inizialmente eravamo avvantaggiati nello scontro, riuscendo a respingere una decina di nemici e ferendone alcuni. La mia spada. la Mannaia Ammazzadraghi, ebbe il piacere di assaggiare il sangue di alcuni avversari, anche se mi misero in difficoltà. Sentivo l'adrenalina scorrermi nel corpo mentre altri nemici salivano sulla nave, in numero molto superiore rispetto prima. Circa venti uomini ci puntavano le armi, divertiti e noncuranti dei loro compagni caduti.

    Il suono era il secondo elemento che il tempo mi fece conoscere ed apprendere. Ciò accadde quando terminai l'Accademia Nautica, proprio grazie ad uno dei tanti maestri Corsari ch'ebbi fortuna di seguire. Il suddetto elemento mi fu di grande aiuto nelle tante e varie occasioni e non potevo desiderare di meglio per la vita che avevo scelto d'intraprendere. Per un Corsaro il vento era come una seconda madre. Cercai quindi d'imparare ad utilizzarlosotto forma di suono. Ricordo che non mi fu affatto semplice riuscire a richiamare il suono dalle scatole attorno ai miei polsi, giacché ero continuamente predisposto ad invocare il primo che avessi mai sbloccato. Mi ci vollero diversi mesi per riuscire a capire quale metodo utilizzare per realizzare tutto ciò e a distanza di anni, riuscivo perfettamente a manifestarlo e domarlo. L'attacco che scatenai in quel momento fu la prova di tale ricordo. Difatti dal mio guanto improvvisamente si aprì nella sua interezza tutta la forza repressa e tenuta nascosta agli occhi di quei bastardi. Feci in modo che l'onda sonora attaccasse tutti i nemici con ampie folate di vento che si abbatterono sui corpi inermi degli sconosciuti esseri. Nulla poterono contro quel potere che tanto li sbalzò via fuori dalla nave, donando ai loro corpi un aria decisamente martoriata.

    - Uh uh.. vedo che fra di voi c'è qualcuno che valga davvero la pena catturare. Bene bene. Che ne dici se facciamo un gioco? -

    - Un gioco? Per te, tutto questo, è un fottuto gioco?! -

    La nave era finalmente libera dagli avversari, spazzati via dall'uragano appena scatenato. Tuttavia, ancora altri rimanevano in piedi. Mi precipitai verso il parapetto, riponendo la spada nella sua custodia. Feci un piccolo salto, fermandomi proprio sul parapetto e lanciando sguardi pieni di rabbia verso il capo di quella banda di bastardi. Le sopracciglia si arricciarono e i denti si serravano, come se la rabbia stesse esplodendo dentro di me. La goccia che fece traboccare il vaso fu la sua risata isterica, sempre più odiosa ad ogni tonalità. Avrei voluto tanto far esplodere il suo cranio e strappargli le budella dal ventre, trafiggendogli il petto con una mano carica di Chakra Raiton.
     
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    Chapter VI

    Yurei Henge

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    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Barbakos


    - Sei uno spasso ragazzina. Certo che è un gioco! E devo ammettere che non mi divertivo tanto da parecchio tempo.. -

    Quando lui parlava, tutti rimanevano immobili. I suoi amici sembravano spaventati da lui, forse a causa della sua instabilità mentale o forse perché aveva un potere che superava la mia immaginazione.

    - Ma la prossima volta che ti rivolgi cosi a me, farò in modo che i tuoi compagni soffrano le pene dell'inferno fino a supplicarmi di ucciderli. Ora sta zitta ed ascoltami. Il gioco consiste in un semplice scontro: io e te. Se vincerai, libererò i tuoi amici e mi consegnerò a voi. Se perderai invece, ti consegnerai a me e vedrai sprofondare nelle acque gelide i tuoi compagni. Accetti? -

    Sorrise con una smorfia di grande divertimento. Quel mostro era così sicuro di sé che sembrava impossibile fargli cambiare idea. Non potevo fare altro che accontentarlo, dopo aver chiesto ad alcuni dei miei compagni di verificare l'equipaggio di Bakin, descrivendo l'aspetto del fratello di Asuka e chiedendo conferma della sua presenza. Poi mi tuffai dal parapetto atterrarando sulle spesse lastre di ghiaccio senza subire danni. Mi ritrovai in un cerchio formato da schiavisti, con il bastardo al centro, e ci guardammo negli occhi. Decisi di non aspettare oltre e iniziai a richiamare il Chakra nella mia mano destra, seguendo le istruzioni di colui che mi aveva spiegato come concentrarmi su un elemento specifico. Con un rapido movimento del braccio armato di quell'elemento un onda sonora partì dalla mia posizione e si avvicinò al nemico come un predatore.

    - Questo è tutto quello che sai fare? -

    L'onda colpì violentemente un piccolo tornado appena formato prima che l'attacco avesse effetto. La difesa riuscì perfettamente, disperdendo l'offensiva e rendendola inefficace. In quel momento, mi resi conto delle vere capacità di quel pazzo. Avevo un'ipotesi che si avvicinava al novanta percento. Sapevo dell'esistenza di individui in grado di controllare il Vento, manipolarlo a loro piacimento creando e sfruttando gli uragani. Erano molto più potenti del semplice Fuuton, in ogni aspetto. Improvvisamente, l'aria intorno al Boss degli schiavisti si fece ancora più fredda e veloce. La vidi ruotare intorno a lui come se lo stesse proteggendo, poi aumentò di intensità fino a raggiungere i quindici metri di altezza e larghezza. Non c'era molta distanza tra me e quella creatura, tanto che fui coinvolta dall'uragano che mi risucchiò dentro di sé, sollevandomi in alto e facendomi ruotare al suo interno, dirigendo il mio corpo verso una piccola montagna di ghiaccio. L'uragano si abbatté su di essa distruggendola in mille pezzi e io finii per sbattere violentemente la schiena contro quella superficie incredibilmente dura. Rivoli di sangue macchiarono il bianco intorno a me, come se fossero pennellate di un pittore.

    - QUESTO era un attacco! Forza rialzati, il divertimento non è ancora finito -

    Cercai di alzarmi con tutte le mie forze, ma il danno subito era troppo grave. Le gambe tremavano mentre la mente era presa dal caos e dal panico. Con grande fatica, riuscii a rialzarmi e a tirare fuori la Mannaia. Respirare era diventato difficile, ma dovevo fare tutto il possibile per fermare quel mostro. Provai a chiudere gli occhi e immaginai due sfere separate: una di Raiton e l'altra era trasparante e conteneva il mio spadone. Erano due elementi diversi ma che si bramavano a vicenda. Gli Shinobi e i Corsari che utilizzavano il Chakra sapevano quanto letali fossero quelle due forza insieme. Grazie alla mia abilita` ero riuscita a realizzare questa combinazione. Era diventato naturale per me combattere con questo potere, ma riflettendo su quanto faticai per sbloccarlo, mi sentii quasi impallidire. Ma quando lo usavo, mi sentivo invincibile. Lo sentivo fluire attraverso i miei muscoli, il mio ventre, le mie gambe e le mie braccia. Era in ogni parte di me, persino nel mio cervello. Col tempo, imparai ad attivare questo potere anche nelle mie armi, rendendo i miei attacchi ancora più pericolosi. Ero vicino al collasso, quindi dovevo risolvere rapidamente la situazione e decisi di farlo con un singolo fendente.

    Il piano era semplice, consisteva nel tagliare in due quel bastardo. Impugnai la mannaia con tutta la mia forza, infondendo il chakra Raiton in essa con tutte le mie forza e poi parti in corsa verso il nemico, che nel suo estremo orgoglio non penso nemmeno per un secondo che potessi rialzarmi e combattere. L'offensiva, fortunatamente, ebbe il risultato sperato. Con la spada colpi il terreno, alzando una quantita` di ghiaccio e neve di grandi dimensioni che acceco il mio avversario. Difatti il mostro venne paralizzato, facendogli risultare impossibile ogni movimento. Fu quello il momento esatto in cui afferrai la spada e con i fulmini che la ricoprivano mi scagliai a tutta velocità contro il bastardo. Il fuoco che ardeva dentro di me fece si che il corpo provasse a superare i suoi limiti, chiedendo sempre di più. Caricai la spada verso il fianco sinistro e mi apprestai a colpire il mio avversario dritto al petto con un fendente diagonale da sinistra verso destra. Sfortunatamente, forse a causa della troppa fatica o forse perché il danno ricevuto alla schiena non era cosi di lieve importanza, il fendente riuscì a colpire solo metà fianco.

    - AAARGHH! CAZZO CHE DOLORE! Accidenti a te brutta puttana, non sai cos hai fatto. -

    Dopo l'attacco caddi sul ghiaccio ma riuscì a porgere un ginocchio in mio soccorso, portando tutto il peso del corpo su di esso. Ruotai il capo verso il nemico, ormai steso a terra e con mezzo busto lacerato. Ansimava furioso, tenendo una mano sulla ferita che non faceva altro che grondare sangue. In men che non si dica fui accerchiato dagli altri schiavisti che mi puntarono contro le loro armi, pronti ad uccidermi seduta stante.

    - Inutili vermi fate di lei cio` che volete ma tenetela in vita, la porteremo al nostro capo come offerta. Mi hai fatto divertire tanto oggi ma come vedi né io e nemmeno tu siamo in grado di continuare a lottare e probabilmente morirai prima che i tuoi compari vengano ad aiutarti. Considero la cosa come un pareggio, quindi visto che nessuno dei due ha vinto faro` fede al patto ma in parte: faro` fuori meta` dei tuoi compari mentre gli altri verranno gettati in mare sulla tua stupida nave, ovviamente dopo essere stati fatti neri di miei uomini. Chissa` se riusciranno a sopravvivere. -

    Dopo quella frase, le forze mi abbandonarono e caddi con il viso sul ghiaccio. Vidi solo lo schiavista capo andarsene da quel luogo freddo mentre i suoi compagni si avvicinavano a me. Si assicurarono delle mie condizioni, mi sollevarono sulla spalla e mi portarono sulla loro nave. Non ricordo altro di quel giorno, perché caddi in un sonno profondo quando il mio corpo fu posato su un letto freddo e lascio alla vostra immaginazione quello che i compari di quel maiale mi fecero. Seppi solo molto piu` tardi, anni dopo, che di tutti i miei compagni solo la nave si salvo al mare aperto. Lo capii dopo che i miei amici animali me la restituirono una volta sfuggita dalla mia prigionia.


    Fine...


    Edited by Tenshi-1 - 23/1/2024, 07:47
     
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    Puoi prendere 155 exp. La prima parte è veramente tanto introduttiva :asd:, mentre la seconda l'ho trovata molto interessante.
     
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