[Allenamento] Due Ramen Maxi, grazie!

Asahi vs Shōta

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    Due Ramen Maxi, grazie!
    Asahi




    narrato - parlato - pensato




    La missione nel Paese del Suono servì da palliativo per il mio animo in tumulto. Nel lungo viaggio di ritorno - con Shōta ed il caposquadra - dapprima mi esibii nelle mie solite esuberanze, al fine di tener vivo tutto l’entusiasmo per il successo ottenuto. Si era risolto tutto per il meglio: Giichi ed i suoi fratelli accettarono la proposta di Takeo, lasciandosi alle spalle un capitolo importante della loro vita; il latifondista poteva finalmente tornare alla tranquillità, promettendo agli Aburame un futuro migliore. Per quanto riguarda me, avevo fatto la conoscenza di una kunoichi bizzarra quanto abile. Akame era buona e dolce, come i Dorayaki di Ichiraku. La lasciai con la convinzione che - prima o poi - ci saremmo rivisti e che avremmo combattuto insieme, ancora una volta, da veri amici. Poi c’era Shōta. Quel paffutello era un ninja provetto! Univa capacità combattive ad intelletto, oltre ad essere un compagno serio ed affidabile. Guardarlo ridere alle mie battute mi strappava il più ampio dei sorrisi. Il mio cuore s’era riempito di gioia e spensieratezza. Tuttavia, il pensiero sopito s’era ritagliato un angolo tutto suo ed era pronto a riemergere. Così, nelle ultime ore del ritorno, mi ritarai in un silenzio di riflessione.

    Ritrovai Konoha come l’avevamo lasciata. Le imponenti porte del villaggio accolsero il nostro arrivo e le sentinelle fecero altrettanto, congratulandosi per il servizio reso. Quindi il Chunin dalla chioma cinerea si complimentò per l’impegno profuso e ci affidò un paio di utili consigli per il futuro, poi ci salutò per raggiungere gli uffici dell’Hokage e rilasciare il rapporto della missione. Lo osservai allontanarsi, soffermandomi sul suo giubbotto e con il desiderio di eguagliarne il grado e superarne le abilità quanto prima.

    Prima di congedare Shōta, ci tenevo a definire quanto rimasto in sospeso.

    Senza dubbio Rishid cucina un ottimo ramen. Ma devo dire che Ichiraku è insuperabile. Per di più, quando ti vedrò pagare il conto, avrà tutto un altro sapore amico mio!!

    Sgranchì le gambe piegandomi un paio di volte sulle ginocchia.

    Prima però, ho bisogno di una bella dormita! Cosa ne dici di ritrovarci domani, intorno alle 10 del mattino, alla Roccia degli Hokage?

    Avrei atteso la risposta dell’Akimichi, che arrivò partecipativa come al solito. Quindi strizzai l’occhio in senso di intesa e con l’ultimo sorriso mi congedai.

    Prima di entrare in casa orientai lo sguardo ai volti di pietra che ci osservavano dall’alto. Il sole del tramonto ne enfatizzava i contorni e ne allungava le ombre sui tetti e per le vie del villaggio. Le loro espressioni sembravano appoggiare la scelta maturata in quelle ore. Sarebbe stato l’ultimo tramonto, prima della mia partenza verso Sazan’dur.

    L’indomani mi svegliai alle prime luci. Balzai fuori dalle lenzuola pieno di energia e determinato come non mai. Rishid non s’era fatto vivo.

    Chissà dov’è finito “Mr.so-tutto-io”. Lo cercherò prima di partire. Probabilmente starà annoiando Isis con le sue battute inutili.

    Dopo una colazione ben bilanciata, mi tuffai per le strade di Konoha e scorrazzai per le vie salutando tutti - passanti e commercianti - e regalando loro un gioioso sorriso, ricambiato con entusiasmo.

    Ehi, Asahi!! Bentornato! Passa a trovarmi do..

    Ciao Miguro!! Scusami! Sono un po’ di fretta! Devo incontrare il mio nuovo amico Shōta!!!

    Come mio solito, avevo accumulato qualche minuto di ritardo. La mia malsana abitudine a bighellonare mi rubava il tempo necessario alla puntualità. Questa volta - per lo meno - avevo ricordato i pantaloni. L’Akimichi era lì ad attendermi. Dalla montagna la visuale sul villaggio era incredibile.

    È sempre uno spettacolo salire qua su! Non credi?



    Shitsubo eccoci qua! L'allenamento avrà luogo alla Roccia degli Hokage, puoi trovarne una breve descrizione qui.

    PS: Rishid è il coinquilino di Asahi.


    Edited by ¬Seto - 9/2/2024, 11:57
     
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    Parlato altrui 4



    Quando l’erba cessò di attenuare il rumore dei passi facendo spazio al fruscio scomposto di terra e ciottolato e quando l'ombra delle alte mura di Konoha accolse in maniera materna il trio di viaggiatori, Shōta ebbe la certezza di essere tornato a casa.
    La sua prima missione D era filata abbastanza liscia e aveva avuto sviluppi inattesi. Ma la cosa che più contava era aver fatto un'importante esperienza e aver conosciuto persone come il caposquadra, e soprattutto Akame e Asahi.
    La prima, apparentemente timida, si era rivelata molto riflessiva e abile nel combattimento corpo-a-corpo. Rimaneva un po' un mistero perché tendeva a non sbottonarsi molto ma all'Akimichi i misteri non dispiacevano così tanto. E poi era convinto che fosse solo questione di tempo: se avesse avuto modo di rapportarsi con lei più a lungo, sicuramente la ragazza si sarebbe sentita più a suo agio.
    Il suo biondo concittadino, poi, era tutto un programma. Passava dall'essere solare e coinvolgente al comportarsi come un baka ma, in ogni caso, riusciva sempre a stemperare l’ansia e ad alleggerire le tensioni. Tra una battuta volontaria e una involontaria, aveva anche dato ampia dimostrazione di essere un temibile combattente, in grado di affrontare alla pari il membro più forte del gruppo avversario.
    Ma in quel momento, mentre osservava il Chunin che si allontanava, agli occhi di Shōta era semplicemente "Asahi".
    Il biondo si girò verso di lui e, quasi come se gli leggesse nel pensiero, pronunciò la parola magica

    Senza dubbio Rishid cucina un ottimo ramen. Ma devo dire che Ichiraku è insuperabile.

    Nessun abitante di Konoha avrebbe potuto dissentire, men che meno l'Akimichi

    Sagge parole

    Per di più, quando ti vedrò pagare il conto, avrà tutto un altro sapore amico mio!!

    già...... EEH??

    Forse non aveva capito bene. Ma Asahi stava già cambiando argomento

    Prima però, ho bisogno di una bella dormita! Cosa ne dici di ritrovarci domani, intorno alle 10 del mattino, alla Roccia degli Hokage?

    Alla Roccia degli Hokage? Vuoi fare un'escursione per stimolare l'appetito? Anzi no, lascia stare, non voglio saperlo ahahah ok, ci vediamo domani alle 10

    Bisognava prenderlo per come era, senza farsi troppe domande.

    Quindi si salutarono e ognuno prese la via di casa.

    Tornato al “castello” (come ai suoi abitanti piaceva chiamare la cascina), Shōta trovò un singolare comitato di accoglienza con tanto di striscione che, nel momento in cui venne srotolato, rivelò la scritta “ben tonnato”



    Non fu possibile scoprire chi fosse l’autore di quel capolavoro ma l’errore suscitò l’ilarità generale.
    Subito dopo scoppiarono le solite discussioni. Stavolta la causa della disquisizione fu il compenso ricevuto dall’Akimichi al termine dell’incarico: Denbe sosteneva che, stando alle informazioni in suo possesso, la paga per una missione di quel livello avrebbe dovuto ammontare a più del doppio ma, come al solito, nessuno gli diede credito. Alla fine si giunse alla conclusione che forse circolava una bufala e che, in ogni caso, a caval donato non si guarda in bocca.

    Il mattino dopo, Shōta si sveglio presto per approfittare del solito passaggio da parte del signor Demegawa. Lungo il tragitto apprese che l’uomo aveva notato strani segnali riconducibili a velate forme di minaccia ma di questo aveva preferito tenere all’oscuro la moglie e il figlio, ancora scosso per quanto accaduto al mercato. L’Akimichi si accigliò al pensiero delle parole di Muramoto

    CITAZIONE
    <<…non dimenticate che vi state assumendo anche la responsabilità per l’incolumità dei vostri cari o, forse chissà, anche dei vostri conoscenti…>>

    Era strano che al “castello” non fosse successo nulla, o forse Benjiro stava nascondendo qualcosa come la prima volta?
    Ad ogni buon conto, in quel momento non sarebbe stato di alcuna utilità rimuginare sulla situazione. Il suo appuntamento con Asahi aveva la priorità.
    Dopo aver salutato Demegawa, l’Akimichi raggiunse la maestosa Roccia degli Hokage.
    Si fermò qualche istante ad osservare in silenzio quei volti che, da un’infinità di tempo, vegliavano saggiamente sul Villaggio e sui suoi abitanti, poi iniziò a salire.
    Giunto sulla cima, si voltò e si trovò a tu per tu con lo splendore della Foglia baciata dal sole. Konohagakure si estendeva per centinaia e centinaia di metri e le persone sembravano quasi delle formiche.
    Shōta si sedette sulla roccia e assaporò il gentile venticello che lo accarezzava.
    Dopo qualche tempo, udì una voce familiare alle sue spalle

    È sempre uno spettacolo salire qua su! Non credi?

    L’Akimichi si voltò contento. Vista l’ora che si era fatta, aveva iniziato a pensare che Asahi avesse avuto un contrattempo



    Se avessi fatto ancora un po’ più tardi, il panorama ce lo saremmo goduti direttamente al tramonto ahahah lo punzecchiò

    eccoci
     
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    Avrebbe atteso la risposta di Asahi a quella piccola provocazione e l’avrebbe ascoltata sorridendo divertito.
    Quel sorriso, tuttavia, non sarebbe stato del tutto sereno.
    Certo, l’amico sarebbe stato al gioco e non avrebbe mancato di far risplendere la sua luce solare ma c’era qualcosa che non tornava.
    La sera precedente - vuoi per la stanchezza, vuoi per la rielaborazione della missione - Shōta si era lasciato trasportare prima dal modo di fare di Asahi e poi da quello del comitato d'accoglienza casalingo ma, alla fine, si era coricato con la sensazione che gli sfuggisse qualcosa.
    Ripensandoci a mente fredda gli sovvenne che, nell’ultimo tratto del viaggio di ritorno, il biondo era stato insolitamente taciturno. Questo fatto, che sul momento non poteva passare inosservato, aveva finito per diventare un dettaglio sullo sfondo. Anche perché Asahi non lo diede troppo a vedere e, lì per lì, l’Akimichi pensò che magari non si sarebbe sbottonato davanti al caposquadra.
    In verità, però, il dubbio gli era rimasto: che qualcosa lo preoccupasse? Che l’esagerazione nelle battute fosse solo un modo per distrarlo ed evitare di parlarne? Ma se non ci si sfoga con un amico, con chi lo si potrebbe fare?
    Poteva trattarsi di problemi personali, magari c’entrava questo Rishid che aveva menzionato.
    A costo di sembrare brusco, decise così di affrontare l’argomento in maniera diretta. Tentare non sarebbe costato nulla

    Asahi, è tutto ok? C’è qualcosa che non va?

    Immaginava che sparare la domanda a bruciapelo avrebbe potuto avere due diversi esiti: o il biondo lo avrebbe preso per pazzo e allora sarebbe stato chiaro che si era immaginato tutto; oppure sarebbe rimasto spiazzato e avrebbe tentato di uscirsene goffamente con qualche battuta e allora Shōta avrebbe avuto la conferma dei propri sospetti.
    In ogni caso, era quasi impossibile che Asahi gli dicesse la verità se pensava che questa in qualche modo avrebbe potuto rattristarlo o, peggio ancora, ferirlo. Avrebbe anche potuto riferirgli qualcosa e ometterne qualche altra.
    Quindi, ascoltata la risposta, si sarebbe alzato

    capisco…

    A quel punto, gli avrebbe dato le spalle e avrebbe iniziato ad allontanarsi dal bordo del crepaccio, come se se ne stesse andando via.
    Si sarebbe invece fermato pochi metri più in là, nella modesta distesa verde alle spalle dei volti.
    L’erba che vi cresceva rigogliosa era delicatamente mossa dal vento, il quale trasportava con sé il lieve odore delle bacche selvatiche che crescevano poche decine di metri più in là, nei cespugli nascosti tra gli alberi che facevano da cornice a quel posto.
    Shōta non aveva affatto rinunciato ad avere una risposta esaustiva. Si era solo preso il tempo per ripassare mentalmente tutti i momenti che avevano trascorso insieme, come se fossero una serie di diapositive.
    Ognuna di esse gli transitò davanti agli occhi intervallata da un evento naturale nel mondo reale.
    Il momento in cui si erano conosciuti… un ghianda sbucò rotolando dal tronco di un albero
    il fischietto del Chunin… uno scoiattolo rincorse la ghianda, acciuffandola
    il viaggio… lo scoiattolo si girò verso il ragazzo, fissandolo brevemente
    l’umidità di Oto… un altro scoiattolo approfittò della distrazione del primo per sottargli la ghianda
    l’incontro con Akame… i due animali iniziarono ad azzuffarsi
    la scoperta della polvere fosforescente… alcune foglie attraversarono il prato in volo
    l’appostamento… una nuvola oscurò il sole spaventando gli scoiattoli e facendoli fuggire
    il combattimento…
    D’un tratto, quest’ultimo ricordo si impose con prepotenza alla sua attenzione, complici le similitudini con ciò che gli aveva provocato quel dubbio.
    Nelle fasi finali del suo scontro con Giichi, Asahi era stato pervaso da un’improvvisa indolenza, diventando quasi catatonico. Quello era stato il momento nel quale, per la prima volta, l’Akimichi non lo aveva riconosciuto.
    Era possibile che il biondo fosse una di quelle persone che si lasciano andare e manifestano le proprie emozioni solo quando sono prese dalla foga del combattimento?
    Non c’era che un modo per scoprirlo.
    Seguendo con lo sguardo uno stormo di uccelli che si alzava in volo dalla zona boschiva, Shōta fece un respiro profondo. Poi si guardò intorno. Non c’era nessuno nei paraggi. Non era certo la zona più trafficata del Villaggio, quella.
    Girò leggermente la testa a destra, in modo da guardare Asahi con la coda dell’occhio

    Non mi lasci altra scelta… disse

    Dopo aver pronunciato queste parole, si sarebbe voltato di scatto, avrebbe cercato di coprire rapidamente la distanza che li separava e avrebbe provato a dargli un pugno in faccia con la mano sinistra.
    Non aveva intenzione di fargli del male ma sarebbe stato comunque un tentativo serio perché doveva costringerlo a reagire in qualche modo. D’altronde il biondo era uno Shinobi estremamente abile, forse anche più di lui, quindi un semplice pugno non avrebbe rappresentato in alcun modo un pericolo.
    Ciò non toglieva che il gesto gli sarebbe costato molto, non l’avrebbe certo fatto a cuor leggero. Ma in quel momento sentiva che era la cosa giusta.
    Per qualche strano motivo, quando si trattava di Asahi, tendeva a dare retta all’istinto molto più che alla ragione. Di norma non accadeva.

    Riassunto Azioni


    Azioni

    1) pugno [resistenza -1]
    2) ...
    3) ...
    4) ...

    parametri

    Resistenza: 150-1=149
    Stamina: 300

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra
    Specializzazione Sensoriale: Gusto Prelibato

    equipaggiamento

    Coprifronte di Konoha [+30 testa]
    Bō [riposto in cintura leggera di cuoio]

    Consumabili
    ---

    Conoscenze
    Naturalistiche I° Livello
    Tecniche e del chakra I° Livello

    note
    Non è un inizio standard per un combattimento ma ho preferito così per una serie di motivi

     
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    Se avessi fatto ancora un po’ più tardi, il panorama ce lo saremmo goduti direttamente al tramonto ahahah

    Sorrisi di gusto in risposta alla meritata provocazione di Shōta e preferii abbozzare, con un velo di imbarazzo in volto. Scandagliavo con lo sguardo il vasto orizzonte davanti a noi. Nel mio cuore risuonava la riconoscenza per quella terra che mi aveva accolto come uno dei suoi figli, depositando in me l’ardente Volontà del Fuoco. Tuttavia, il mio pensiero valicava i limiti del visivo e si spingeva oltremare, attraversando la variopinta barriera corallina, fino a toccare le brunite pendici del vulcano Toa’h.

    Asahi, è tutto ok? C’è qualcosa che non va?

    Incrociai lo sguardo del mio nuovo amico, riconoscendone il sincero interesse dall’espressione. Accennai un sorriso, consapevole del fatto che Shōta non si farebbe fatto abbindolare così facilmente. Semplicemente non m’andava di addossargli il peso di una faccenda che nulla aveva a che fare con quel momento che stavamo vivendo.

    Tutto a posto. Ho solo una gran voglia di allenarmi. Anche se vorrei farlo con qualcuno alla mia altezza…

    Mimai con la mano la differenza d’altezza tra noi per evidenziare la natura comica della mia affermazione. Shōta, per la prima volta, mostrò riluttanza.

    Capisco…

    Quindi mi voltò le spalle e si allontanò verso l’attiguo prato verdeggiante. Stranito da quel comportamento chinai leggermente il capo e mimai una smorfia di perplessità. Il peso di quella bugia, per quanto bianca, s’appesantì nell’animo e venne istintivo alleviarne parte con una sbuffata. Capì - subito dopo - di non voler venir meno al principio di lealtà, caposaldo d’ogni vera amicizia, con un ragazzo candido quale s’era dimostrato l’Akimichi. Quindi feci per farmi incontro.

    Non mi lasci altra scelta… disse lasciandomi interdetto ed arrestandomi l’incedere.

    La perplessità si fece più seria quando alle sue parole seguitò il suo voltarsi ed uno scatto fulmineo. Quel grassottello era molto più agile di quanto ci si aspettasse. Immaginai che ammetterglielo in quei termini avrebbe potuto urtar un pizzico di troppo la sua già provata pazienza.

    E adesso cosa gli è preso?!

    Le sue intenzioni non mi furono chiare fin quanto la distanza ormai prossima ad uno scontro fisico ed il movimento del suo braccio dominante lasciarono poco spazio per una diversa interpretazione. Produrre una difesa efficace m’era ormai impossibile, quindi m’abbandonai all’istinto. Irrigidii i muscoli della mascella e del collo. La testa sarebbe scivolata all’indietro, sollevando il mento, ed il collo si sarebbe allungato per intercettare il pugno con la piastrina in metallo del coprifronte che portava il simbolo di Konoha.



    ☠ Azioni
    1. Intercetto pugno con il Coprifronte (-1)
    2.
    3.
    4.


    ☞ Resistenza: 100 - 1 = 99/100
    ☞ Stamina: 150/150


    ➤ Protezioni
    ◦ Testa : Coprifronte [30/30]


    ➤ Equipaggiamento
    ◦ Fori d'Aria di Zaku
    ◦ 10 mt catena



    ➤ Consumabili e Materiali
    -


    ✎ Conoscenze
    ◦ Orientative e geografiche lvl. I

    ✯ Maestrie


    Edited by ¬Seto - 11/2/2024, 15:36
     
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    Responso nr. #


    Attacco - Shōta:
    Pugno

    Difesa - Asahi:
    Intercettare il pugno

    Danni:
    Asahi: 25 danni


    Narrazione Turno:
    Shōta si lancia all’attacco e riesce a colpire con un pugno ben assestato la mascella di Asahi, il quale non fa in tempo a muoversi nemmeno di un centimetro. Il rumore del colpo è sordo e probabilmente lascerà un bel livido sul visino del genin!


    Situazione Finale:
    Shōta e Asahi ad un metro di distanza l’uno dall’altro. Attacco ad Asahi


    Commenti Arbitro:
    Seto ti ha detto male con i dadi, per due volte di fila (la prima era per decidere la turnazione) :asd:
    Comunque state sfornando entrambi bei post per ora :hat:

    Riuscita Shitsubo: // + 19 (d20)
    Riuscita Seto: // + 5 (d20)

    Dato che Seto ha tentato di muoversi per evitare di essere colpito in piena faccia dal pugno, la sua azione non poteva più essere una semplice “parata muscolare”. Inoltre la riuscita dell’attacco è ben più alta della difesa (anche grazia ai dadi che sono fondamentali a questi livelli) e quindi non riesce nemmeno come una schivata parziale/contrattacco.


    Edited by Steg - 18/2/2024, 17:14
     
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    narrato - parlato - pensato



    Lo schiocco del pugno sulla mascella scandì l’impatto dell’improvvisa iniziativa dell’Akimichi. Tastai il terreno con un paio di passi incerti, prima di cedere alla carenza di equilibrio, abbandonando il corpo all’inerzia del colpo subito. Quindi con il sedere saggiai bruscamente il duro terreno. Solo a quel punto avrei iniziato a percepire l’indolenzimento sulla parte lesa, poggiandovi d’istinto una delle mani.

    Ouch!

    Alzai lo sguardo verso Shōta. Ripercorsi brevemente quanto successo e sorrisi di gusto. La perspicacia di quel ragazzo mi stupiva sempre meno, giacchè immaginai avesse colto le mie intenzioni, dando inizio al combattimento ed evitando ulteriori convenevoli.

    Prendete con le pinze questa conclusione.
    Probabilmente Shōta s’era solamente risentito per la mancanza di chiarezza del suo amico.
    Imparerete a capire quanto siano tendenziosi i 2+2 di Asahi.



    La sua intelligenza mi fa sentire più stupido di quanto lo sono in realtà…

    Quindi testai con un paio di movimenti la tenuta della mandibola. Poi poggiai una mano sul terreno e balzai in piedi con un colpo di reni. Mi voltai verso il fondoschiena e con le mani schiaffeggiai i pantaloni per ripulirli della terra accumulatasi.

    Woaaah!! Ben fatto, Shōta!! Hai una forza incredibile!

    Potevo sentire l’adrenalina permeare tra i muscoli, ed una forte sensazione di agonismo mi suggeriva una repentina risposta. Con l’utilizzo del diaframma mi concessi un paio di lunghi respiri, al fine di portare in mio favore quei moti d’animo.

    Se sei d’accordo…direi di spingerci al massimo delle nostre potenzialità! Proposi ammiccando mentre saltellavo sul posto per tener vivo il tono muscolare.

    Quindi solleticai il chakra facendolo ribollire dentro me. L’avrei incanalato lungo il sistema circolatorio fino a contenerlo nella cavità orale. Ne sarebbe risultato un impasto di saliva e liquidi velenosi - sapientemente occultati per l’occorrenza - che avrebbe dato vita ad un infido composto. Quindi l’avrei rigettato, gonfiando le guance, con l’ausilio dello stesso flusso di chakra, verso gli occhi dell’Akimichi.

    Intenzionato a mettere in seria difficoltà il mio avversario, un po’ per testarne seriamente le capacità e un po’ per testar me stesso, avrei continuato a sollecitare il mio sistema circolatorio del chakra. Quindi l’avrei adoperato in una maniera diversa, addensandolo al di fuori del mio corpo, per materializzare una serie di piccole sfere di luce. Mi concentrai profondamente nel farlo, con la determinazione di chi si vuole superare volta per volta.

    Facciamo splendere questo sole!

    Hikari no Oubu.

    Avrei espulso le sfere all’indirizzo del mio avversario, questa volta mirando alla parte centrale del busto. Immediatamente dopo avrei richiamato una cortina fumogena nell’aria circostante. L’elettricità dello scontro mi eccitava e le azioni si susseguivano con una naturalezza quasi inaspettata. Infatti, il corpo si muoveva in un connubio di istinto e spregiudicatezza. A quel punto sarebbe stato l’olfatto a guidarmi. Qualora le sfere lucenti avessero sortito l’effetto desiderato, proprio come gli squali individuano il sangue, avrei tentato di fare lo stesso con l’odore degli indumenti bruciacchiati dell’Akimichi. Danzando nella nebbia, sarei balzato in avanti, portando la mano verso il terreno con il braccio teso e portando la gamba opposta verso il cielo; con i muscoli addominali avrei sorretto il peso del mio corpo, con la bionda chioma a sfiorare il terreno, e facendo vorticare le gambe avrei provato ad incontrare la parte posteriore delle ginocchia di Shōta, nel tentativo di inibirne l’equilibrio e farlo ruzzolare a terra.

    Infine, mi sarei allontanato con una serie di piroette, per far perdere le mie tracce nella cortina. Sentivo una frizzante vitalità scorrere nelle vene. E la mente finalmente libera dei suoi tarli.



    ☠ Azioni
    1. Aghi Volanti Perforanti (Hitei Mushou) [-5 Stamina]
    2. Sfere lucenti (Hikari no oubu) [-10 Stamina]
    supp. Cortina Fumogena [-10 Stamina]
    3. Calcio sulle cavità poplitee [-1 Resistenza] (sfrutto la specializzazione sensoriale)


    ☞ Resistenza: 100 - 25 - 1 = 74/100
    ☞ Stamina: 150 - 5 - 10 - 10 = 125/150


    ➤ Protezioni
    ◦ Testa : Coprifronte [30/30]


    ➤ Equipaggiamento
    ◦ Fori d'Aria di Zaku
    ◦ 10 mt catena



    ➤ Consumabili e Materiali
    -


    ✎ Abilità
    ◦ Concentrazione del Chakra
    ◦ Specializzazione Sensoriale: Olfatto sopraffine

    ✎ Conoscenze
    ◦ Orientative e geografiche lvl. I

    ✯ Maestrie
     
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    Narrato

    Parlato Shōta

    Parlato altrui 1

    Parlato altrui 2

    Parlato altrui 3

    Parlato altrui 4


    Il flusso di pensieri di Shōta si interruppe bruscamente nel momento in cui il pugno (che nelle sue intenzioni doveva avere un effetto meramente provocatorio) spedì a terra Asahi. Questo avvalorò l'idea che ci fosse qualcosa che non andava o che, comunque, il biondo avesse la testa da tutt'altra parte.
    L'Akimichi stava per avvicinarsi e chiedergli se fosse tutto ok ma l'amico sollevò il capo e gli rivolse un ampio sorriso, lasciandolo piuttosto confuso

    hm?

    Asahi si rialzò e si ricompose rapidamente

    Woaaah!! Ben fatto, Shōta!! Hai una forza incredibile!

    Aveva ricominciato a fare il finto tonto? O forse il pugno aveva sortito davvero qualche effetto? La frase successiva, insieme alle azioni che seguirono, sembrò confermare la seconda ipotesi

    Se sei d’accordo…direi di spingerci al massimo delle nostre potenzialità! disse infatti, mentre iniziava a scaldarsi.

    Vedendo il biondo che saltellava carico di energie, Shōta sorrise e iniziò a predisporsi mentalmente per affrontare un combattimento leggero.
    Tuttavia, la rapidità con cui Asahi avrebbe agito di lì a poco avrebbe reso chiaro che, a differenza sua, egli era già più che preparato, quasi come se non stesse aspettando altro. Ciò avrebbe imposto all'Akimichi l'ennesima retromarcia logica, spingendolo a pensare che il biondo non avesse colto per niente il messaggio veicolato dal pugno e che stesse davvero candidamente pensando solo di allenarsi.
    Ad ogni modo - sia che l'amico ci fosse, sia che ci facesse - non era più il tempo delle chiacchiere.
    Inaspettatamente, Asahi gonfiò le guance e gli sputò in faccia.
    Normalmente quello sarebbe stato interpretato come un gesto di grande disprezzo ma, dati i soggetti in questione e il rapporto esistente tra loro, non era certo questo il caso.
    Shōta, che aveva appena avvicinato le mani per mettersi in condizione di eseguire un Jutsu qualsiasi, venne colto totalmente di sorpresa e non poté fare altro che reagire d'istinto: avrebbe chiuso gli occhi e irrigidito i muscoli del paffuto viso, assumendo un'espressione che avrebbe potuto risultare quasi comica. Immediatamente avrebbe sentito il liquido viscido che lo colpiva e iniziava a provocargli uno strano pizzicore.
    Prima che potesse interrogarsi sulla natura di quella sensazione, le sue palpebre ancora chiuse avrebbero iniziato a tingersi di un arancione vivo che tendeva al rosso, segno della presenza di una forte fonte di luce. Passando il dorso della mano sulle palpebre per asciugarle almeno in parte, avrebbe socchiuso leggermente gli occhi per dare alle pupille il tempo di rimpicciolirsi e permettergli di vedere cosa stesse provocando quel bagliore. Nel brevissimo istante che seguì, anche a causa delle goccioline di saliva ancora presenti sulle ciglia, lo scenario gli si presentò in maniera confusa.
    Il sole era forse sceso sulla Terra?



    Mentre acquisiva consapevolezza delle sferette di luce che gli fluttuavano davanti, avrebbe percepito una crescente sensazione di calore provenire dalle stesse. Di qualunque cosa si trattasse, considerata la perizia di Asahi nel Ninjutsu, di sicuro non avrebbe avuto effetti benefici ma Shōta non era il tipo che si sarebbe fatto prendere dal panico tanto facilmente. Ignorando temporaneamente la sensazione di pericolo che bussava alla porta della sua coscienza, avrebbe rivolto l'attenzione verso le proprie energie fisiche e mentali, cominciando ad impastare il Chakra. Nello stesso frangente, avrebbe cercato di giungere il più rapidamente possibile gli indici per formare il sigillo della tigre. Avrebbe poi incanalato verso il basso il Chakra appena impastato, sino a far fluire copiosamente lo stesso all’interno degli arti inferiori. Avrebbe quindi tentato di sfruttare lo Shunshin per effettuare una schivata laterale.
    Se la cosa fosse andata in porto, si sarebbe ritrovato alcuni metri più in là, forse illeso. Se non fosse andata in porto, ne avrebbe fatto malamente le spese.
    A prescindere dall'esito, Shōta avrebbe sorriso di fronte alla vitalità di Asahi, tanto più che, senza nemmeno dare alle sfere il tempo di estinguersi, questi si sarebbe apprestato ad utilizzare ancora un altro Jutsu.
    Una densa coltre di fumo dall'odore acre avrebbe rapidamente inondato la zona, riducendo la visibilità

    eheh.... dammi tregua, amico mio... avrebbe mormorato a bassa voce tra sé e sé

    Il biondo, quasi in una trance agonistica, sfornava un Jutsu dopo l'altro senza soluzione di continuità. Il suo istinto di combattimento si era evidentemente risvegliato e, in ciò, confermava di essere diverso dall'Akimichi. Questi, infatti, aveva un modo controintuitivo di reagire alla pressione ma solo le persone più intime potevano saperlo perché era qualcosa che si manifestava pienamente molto di rado. Comunque sia, ciò non significava che si sarebbe lasciato colpire come un sacco da boxe senza reagire. L'amico sembrava finalmente spensierato e questo era già un buon motivo per onorare quell'inaspettato allenamento.
    Mentre il suo naso si abituava al particolare odore del fumo, Shōta si interrogò su cosa diamine avesse in mente il suo avversario (perché tale era ormai). Nessuno dei due sarebbe stato in grado di rintracciare l'altro in quella situazione e il combattimento avrebbe rischiato di trasformarsi in una rissa tra ubriachi che menano colpi a vuoto.
    Mentre formulava questo ragionamento, l’Akimichi si sarebbe preso un istante per leccare il dorso della mano e cercare di capire a cosa fosse dovuto il pizzicore percepito in seguito allo sputo. Con il passare degli anni, le sue papille gustative avevano acquisito una particolare sensibilità che gli permetteva di individuare la maggior parte dei componenti di ciò che assaggiava. Avrebbe trattenuto in bocca poche gocce di quella sostanza e le avrebbe rimestate con la lingua per cercare di comprenderne la natura. Quindi le avrebbe sputate per terra.
    Non avrebbe neanche finito di effettuare questa “analisi chimica”, che un fruscio alla sua sinistra gli avrebbe suggerito un repentino avvicinamento del biondo. Come diamine aveva fatto a rintracciarlo? Nel contempo, quella che sembrava una sorta di spazzata stava per abbattersi da dietro all’altezza delle ginocchia. L’offensiva sembrava non avere fine. Che demonio quell’Asahi!
    Non sentendosi a suo agio nel tentare una schivata a causa della scarsa visibilità, l’Akimichi si sarebbe limitato a tentare di smorzare l’impatto del colpo, irrigidendo i muscoli delle cosce e dei polpacci.
    Avrebbe nuovamente sorriso. A prescindere da tutto, gli faceva piacere aver reso contento l’amico assecondando la sua voglia di combattere.



    Riassunto Azioni


    Azioni

    1) parata muscolare con viso [-1 resistenza]
    (+successivo tentativo di analisi del composto tramite specializzazione sensoriale ed eventualmente Conoscenze naturalistiche*)

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    Tecnica del Corpo Sfarfallante (Shunshin no Jutsu) a supporto della schivata [-5 stamina]
    2) Schivata laterale [-1 resistenza]

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    3) parata muscolare con le gambe [-1 resistenza]

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    4) ...

    parametri

    Resistenza: 149-3=146/150
    Stamina: 300-5 = 295/300

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra
    Specializzazione Sensoriale: Gusto Prelibato

    equipaggiamento

    Coprifronte di Konoha [+30 testa]
    Bō [riposto in cintura leggera di cuoio]

    Consumabili
    ---

    Conoscenze
    Naturalistiche I° Livello
    Tecniche e del chakra I° Livello

    note
    *non sapevo bene come considerarlo e dove inserirlo nello specchietto

     
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    Responso nr. 2


    Attacco - Asahi:

    Aghi Volanti Perforanti [riesce per decisione arbitrale]
    Sfere lucenti [riesce per supremazia combattiva]
    Cortina Fumogena [riesce]
    Calcio sulle cavità poplitee [incontrastata]

    Difesa - Shōta:

    Parata muscolare con viso [fallisce per decisione arbitrale]
    Tecnica del Corpo Sfarfallante + Schivata laterale [fallisce per inferiorità combattiva]
    parata muscolare con le gambe [riesce]

    Danni:
    Shota: 88


    Narrazione Turno:
    Asahi pianifica la sua piccola “vendetta” per il pugno appena subito realizzando una serie di tecniche che daranno i loro frutti per tutto il proseguo del combattimento.
    Innanzitutto colpisce gli occhi di Shōta con gli aghi perforanti, parzialmente accecandolo. Dopodiché lo ferisce con le sfere lucenti che lasciano delle bruciature superficiali sulla pelle dell’Akimichi. Infine prova a farlo cadete a terra con un calcio ma la gamba di Shōta è robusta e i muscoli attutiscono pienamente l’attacco.
    Nel frattempo che viene colpito, Shōta prova ad analizzare il veleno ma non riesce a capirne la natura.



    Situazione Finale:
    Shōta e Asahi ad un metro di distanza l’uno dall’altro.
    Shōta -5 punti Res a turno dal veleno degli aghi perforanti.
    Shōta -5 punti Res a turno da bruciature.
    Attacco a Shōta.



    Commenti Arbitro:Allora la prima parata muscolare fallisce perché l’attacco di Seto non è “solido”. In pratica con la parata puoi proteggerti da calci, pugni, draghi lignei :please: ma non da ciò che è chakra puro come gli aghi (o i rasengan, palle di fuoco ecc. ad esempio).
    Non ti dò malus alla vista Shitsubo (dato che ne hai già un paio :asd:) ma devi ruolare che la vista è offuscata fino alla fine del combattimento :hat:
    Non riesci a capire che veleno è perché non è un vero e proprio veleno.
     
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    Come paventato, l'offensiva risultò soverchiante. Le arti magiche di Asahi erano più forti, più veloci e più subdole di qualunque tentativo di difesa si potesse ipotizzare. Il biondo era un combattente temibile, in grado di concatenare in maniera molto intelligente attacchi già di per sé particolarmente insidiosi.
    Shōta era ridotto piuttosto male... aveva i vestiti mezzi bruciacchiati e gli occhi e la pelle gli dolevano. Come era sua abitudine, non permise al dolore fisico di prendere il sopravvento: il suo corpo avrebbe continuato a patire le conseguenze degli attacchi ma lui avrebbe evitato di cadere in una spirale emotiva negativa, isolando mentalmente il bruciore per poi concentrarsi su altro.
    Se fosse stato lì, probabilmente suo padre gli avrebbe detto che andava tutto a meraviglia ma la sua opinione non avrebbe fatto testo perché la sola e unica cosa che gli sarebbe interessata sarebbe stata il fatto che il figlio fosse riuscito a reggere il calcio e rimanere in piedi. Il resto lo avrebbe reputato un peccato di gioventù, un semplice contorno non interessante per chi pensa che il vero combattente sia quello che resiste stoicamente ai colpi senza tentare di sottrarvisi.
    La bravura dell’avversario era cosa della quale l’Akimichi non aveva mai dubitato per un solo istante. Tuttavia aveva certo commesso un grave errore nel mal interpretare le intenzioni di Asahi, non comprendendo fin da subito che volesse davvero allenarsi seriamente. E lui che pensava si fossero incontrati per condividere una ciotola di Ramen! Forse il biondo aveva davvero qualche pensiero opprimente dal quale tentava di fuggire liberando le proprie energie più nascoste; o forse era semplicemente una di quelle persone che non si sentono appagate se non danno tutto in ogni singolo combattimento, a prescindere dall’importanza dello stesso.
    In entrambi i casi, se lo avesse saputo prima, Shōta avrebbe assunto una diversa disposizione d’animo: sia che si trattasse di aiutarlo a scacciare i brutti pensieri, sia che si trattasse di fare una goliardica gara a chi ce l’ha più lungo, lui si sarebbe impegnato di più sin dall’inizio, non limitandosi ad un semplice pugno.
    Considerate le condizioni in cui si trovava, lì per lì fu tentato di arrendersi e porre fine al combattimento, in modo da tornare a casa e farsi almeno lenire le ferite.
    Poi, però, pensò che l’amico non l’avrebbe presa bene. Lui si stava impegnando così tanto per infondere energia e vitalità in quello scontro, quindi sarebbe stata una mancanza di rispetto non fare altrettanto.
    Rimaneva il fatto che quei potenti Ninjutsu lo avevano condotto al limite delle sue possibilità molto più rapidamente di quanto potesse immaginare, quindi sarebbe riuscito al massimo a portare a termine una sola offensiva, prima di crollare. Nonostante tutto, non era pervaso da alcuno spirito competitivo. Nel suo essere legale come sempre, aveva semplicemente stabilito che “accontenta Asahi” sarebbe stata la piccola regola di quella mattinata e lui l’avrebbe rispettata fino in fondo, costi quel che costi.

    Avrebbe quindi cominciato ad impastare nuovamente il Chakra, richiamandolo ancora verso le gambe.
    Nel suo ultimo attacco, Asahi aveva cercato di colpirlo sul retro delle gambe, per cui adesso l’Akimichi si trovava girato di spalle rispetto al biondo. Approfittando di ciò, avrebbe cercato di comporre rapidamente il sigillo della Tigre senza farsi vedere, al contempo riversando il Chakra negli arti inferiori per affidarsi ancora una volta allo Shunshin. Contemporaneamente si sarebbe voltato di scatto in senso antiorario e, con un forte accumulo di Chakra nel palmo della mano destra, avrebbe tentato di sferrare un montante a palmo aperto sotto il mento di Asahi.
    Ma, a metà di questo movimento, la vista avrebbe iniziato a venirgli meno, facendogli visualizzare l’ambiente circostante in maniera più confusa di quanto già non accadesse. Gli fu chiaro che la situazione dei suoi occhi non era affatto buona e che avrebbe dovuto disimpegnarsi il più presto possibile per trovare qualcuno che lo medicasse. Per non farsi assalire dall’ansia che avrebbe normalmente colpito chiunque in quel frangente, avrebbe concentrato la propria attenzione su tutt’altra parte del corpo. Non poteva vedere con precisione dove fosse Asahi ma sapeva che doveva trovarsi dietro di lui e che non poteva aver avuto il tempo di allontanarsi più di un metro. Quindi, se avesse persistito nel proposito di colpire in quella direzione prima che l’avversario potesse scappare, avrebbe sicuramente ottenuto migliori risultati che non perdendo tempo a cercarlo. È per questo motivo che, nel tentativo di girarsi, avanzare e sferrare la manata ascendente, avrebbe gonfiato i muscoli delle gambe e richiesto al suo fisico uno sforzo in più per cercare di sopperire al parziale deficit visivo. Se questo primo attacco fosse andato a segno, Asahi sarebbe stato sollevato in aria.

    Non potendo curarsi dell’esito, Shōta avrebbe continuato il suo attacco nella maniera più rapida che la situazione gli consentisse: avrebbe fatto proseguire naturalmente la mano destra nel suo movimento ascendente, portandola sin dietro la propria spalla destra fino a toccare la parte terminale del Bō che, dalla cintura di cuoio, sbucava proprio in quel punto. Avrebbe quindi cercato di estrarre il bastone metallico correndo contemporaneamente verso l’avversario e, nell’estrazione, avrebbe tentato di spingere l’arma verso il braccio destro del biondo per cercare di colpirlo con la punta. Se l’attacco precedente era andato in porto, quello che avrebbe tentato di colpire ora sarebbe stato un bersaglio volante.

    Ma, a prescindere da ciò, l’azione dell’Akimichi sarebbe proseguita ancora. Approfittando del fatto che ormai aveva estratto il bastone, ancora correndo lo avrebbe conficcato a terra e, sfruttandolo come perno, avrebbe utilizzato una tecnica già strutturata per permettere al corpo di sollevarsi in aria: dandosi una spinta con gli arti inferiori, avrebbe spiccato un salto e, descrivendo un arco, avrebbe cercato di far calare violentemente la gamba sull’avversario.
    Era possibile che questa serie di azioni rimanesse nelle sue fantasie, oppure no, ma questo non era rilevante perché non gli importava né di vincere né di perdere. Si sentiva già soddisfatto perché pensava che, in quelle condizioni, di meglio non avrebbe potuto fare per onorare l’allenamento.
    Così, conscio del fatto che gli rimaneva poco tempo prima di esaurire le energie, Shōta si sarebbe sforzato di sorridere fino all’ultimo mentre eseguiva l'ultima azione



    Sei forte, amico mio! Per quanto mi riguarda, hai già vinto!

    avrebbe urlato

    Riassunto Azioni


    Azioni

    Tecnica del Corpo Sfarfallante (Shunshin no Jutsu) a supporto [-5 stamina]
    Sforzo extra a supporto [-15 Resistenza]
    1) Tec. C Impatto Ascendente (ShouGekiShou) [-10 resistenza]

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    2) Colpo di punta con il Bō sul braccio destro [-1 resistenza]

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------
    perno a terra con Bō per facilitare il sollevamento [-1 Resistenza]
    3) Tec. C Sacro Colpo di Tallone [-10 resistenza]

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------

    4) ...

    parametri

    Resistenza: 146-88-5-5-15-10-1-1-10 = 11/150
    Stamina: 295-5 = 290/300

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra
    Specializzazione Sensoriale: Gusto Prelibato

    equipaggiamento

    Coprifronte di Konoha [+30 testa]
    Bō [impugnato]

    Consumabili
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    Tecniche e del chakra I° Livello

    note
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    Due Ramen Maxi, grazie!
    Asahi




    narrato - parlato - pensato



    L’impeto prorompente delle azioni in rapida sequenza andò ben oltre le mie aspettative. L’evidente equivoco venutosi a creare si tradusse in una disparità talmente evidente da generare un profondo imbarazzo. Quindi l’effervescente spregiudicatezza venne meno quando realizzai d’aver frainteso l’atteggiamento di Shōta ed i muscoli - dapprima disinvolti e reattivi - s’intorpidirono improvvisamente, mentre un’espressione di assoluto disagio mi si disegnò in volto.



    La cortina di fumo m’impediva di constatare le reali condizioni del mio concittadino, così mi premurai di accertarmene verbalmente.

    Shōta…?

    In quel momento mandai completamente in vacca l’utilità della Cortina.
    Stupido Asahi.



    Sentivo ancora l’odore dei suoi vestiti bruciacchiati ad un passo. Prima di poter ipotizzare qualsiasi azione, un potentissimo colpo mi colpì al centro dello stomaco. Fui sollevato da terra; gli occhi schizzarono fuori dalle orbite e la bocca di spalancò per liberare un fiotto di saliva accompagnato da un rantolo di dolore.

    Stava andando tutto così bene…possibile che non riesca mai a connettere il cervello per più di 30 secondi?!



    Sospeso a mezz’aria come un sacco di Juta, avrei reagito d’istinto per evitare ulteriori problemi e subire a mia volta una sequenza di colpi che verosimilmente avrebbe potuto garantirmi un bel biglietto d’ingresso al pronto soccorso dell’ospedale cittadino. Lì il tanto desiderato Ramen di Ichiraku si sarebbe trasformato in una brodaglia insapore e dall’odore decisamente poco invitante.
    Improvvisamente il tempo si fermò e venni trasportato nel paradisiaco ed accogliente negozietto del cuoco più famoso del Paese del Fuoco. Il sorriso di chi da generazioni tramanda quella prelibatezza, il piatto fumante ed un’esplosione di sapori che superava di gran lunga ogni altra lusinga carnale.

    Eh no! Il ramen di Ichiraku non posso perdermelo…non oggi!

    Riacquistai come d’incanto una fermezza incrollabile ed una lucidità insperata, tanto che il dolore sembrò svanire. Il tempo riprese a scorrere, seppur più dilatato. Il chakra ribollì come il bollente brodo di manzo e le mani si sarebbero mosse in autonomia nell’esecuzione di una sequenza di sigilli ben ponderata.

    Serpente, Coniglio, Cavallo, Cinghiale….ma certo!!

    Convogliato all’interno del peculiare equipaggiamento forato, il chakra sarebbe esploso per mezzo degli stessi fori, generando una corrente d’aria in grado di spazzare via un eventuale assalto.

    Poggiati nuovamente i piedi sul terreno, espirai profondamente. Sorrisi di gusto nel ripensare allo scambio di colpi in quell’ambigua situazione.

    Sei forte, amico mio! Per quanto mi riguarda, hai già vinto! Urlò Shōta.

    L’esito del combattimento perdeva di senso, laddove l’amicizia che legava i due li avrebbe portati a condividere grandi avventure insieme. La cortina s’era ormai diradata ed entrambi presentavano gli evidenti segni della contesa, tra bruciature e bernoccoli. Alzai il pollice ben teso verso l’Akimichi e strizzai forte gli occhi.

    Ho un certo languorino!

    Lo stomaco brontolò come un vulcano in eruzione. I crampi che ne susseguirono mi lasciarono agonizzante poco sopra i volti in pietra dei numerosissimi Hokage.




    ☠ Azioni
    1.
    2. Onda Tagliente (Zankuha) + Sforzo Extra [-5 Stamina D; - 15 Stamina Sforzo]
    3.
    4.


    ☞ Resistenza: 74/100
    ☞ Stamina: 125 - 5 - 15 = 105/150


    ➤ Protezioni
    ◦ Testa : Coprifronte [30/30]


    ➤ Equipaggiamento
    ◦ Fori d'Aria di Zaku
    ◦ 10 mt catena



    ➤ Consumabili e Materiali
    -


    ✎ Abilità
    ◦ Concentrazione del Chakra
    ◦ Specializzazione Sensoriale: Olfatto sopraffine

    ✎ Conoscenze
    ◦ Orientative e geografiche lvl. I

    ✯ Maestrie
     
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    CITAZIONE

    Responso nr. 3


    Attacco - Shōta:

    Tecnica del Corpo Sfarfallante a supporto + Sforzo extra a supporto (-15 Res) + Impatto Ascendente [incontrastato]
    Colpo di punta con il Bō sul braccio destro [fallisce per inferiorità combattiva]
    perno a terra con Bō per facilitare il sollevamento + Sacro Colpo di Tallone [Shōta oramai k.o.]


    Difesa - Asahi:

    Onda Tagliente (Zankuha) + Sforzo Extra (- 15 Stamina Sforzo)

    Danni:
    Asahi: 64 danni + 18 (d20 per caduta) = k.o.
    Shōta: k.o.


    Narrazione Turno:
    Shōta non si dà per vinto e cerca di sfruttare tutte le armi a sua disposizione. Così effettua dei sigilli per velocizzare i suoi movimenti e poi si lancia con il palmo della mano contro il mento di Asahi, il quale non riesce a schivare il colpo e finisce per aria. Shōta tenta di colpirlo nuovamente ma Asahi riesce a proteggersi con l’onda tagliente. Essa riesce a sbalzare violentemente a terra l’akimichi e a farlo svenire.
    Sfortunatamente per Asahi la tecnica lo proietta ancora più in alto e la caduta, da quasi cinque metri, fa piuttosto male! Così atterra di fianco il suo amico e finisce anch’egli k.o.



    Situazione Finale:
    Entrambi k.o.


    Commenti Arbitro:Allora di base avrebbe vinto Asahi ma, dato che Seto si è dimenticato di ruolare la concentrazione del corpo quando atterra :asd: e visto che aveva pochissima vita rimasta, finisce in un pareggio, dato che siete entrambi finiti k.o. nello stesso turno

    75 exp per entrambi.
    A shitsubo 1 pt. talento che puoi decidere di utilizzare per la maestria Meteora o Stile acrobatico
    A seto 1 pt. talento in ninjutsu puri
     
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    Asahi




    narrato - parlato - pensato


    L’energia rilasciata per mezzo dei fori d’aria manifestò un effetto collaterale inatteso: il contraccolpo sospinge ancor più in alto il mio corpo, mentre il braccio sul quale portavo il marchingegno disegna una traiettoria ellittica nell’aria.

    Woooah!!

    Forse avrei dovuto testare preventivamente il funzionamento di quell’oggetto, giacchè m’ero ben guardato dallo studiare anche solo le basilari leggi della fisica.

    Nel maldestro tentativo di trovare una coordinazione in volo degna di decenza, con la coda dell’occhio cercavo di trovare la figura del mio amico, se non altro per intercettare eventuali ulteriori attacchi da parte sua. Non riuscendo ad individuarlo, spostai l’attenzione verso il terreno.

    Mh?!

    Solo in quel momento mi accorsi dell’altezza che avevo raggiunto. La forza di gravità agì più intensamente del previsto e - prima di potervi opporre qualsiasi tipo di resistenza - picchiai con la parte alta del dorso sull’arido terreno.

    Ouch!!!

    L’impatto fu piuttosto brusco ed il dolore mi spezzò il respiro. Il sole raggiante m’osservava dal centro del cielo mentre il mio corpo supino risentiva di tutti gli sforzi profusi in quell’allenamento. Lo spirito provò timidamente ad incalzare la mente nell’attivare i giusti stimoli, ma evidentemente non fu abbastanza convincente da consentire ai sensi di non abbandonarmi. Piombai in uno stato di incoscienza soave: una bolla d’aria si gonfiava e sgonfiava dalle narici, seguendo il ritmo della respirazione…o per meglio dire, del russare. Una scena abbastanza patetica, aggravata da un sorriso da ebete stampato in volto.

    Sognai il mio villaggio nel continente meridionale, il porto di Barbakos, gli antichi templi di Sazan’dur ed il vulcano Toa’h.

    [...]

    Passarono decine di minuti, forse ore. La bolla d’aria esplose rumorosamente e rinvenì di soprassalto spalancando gli occhi. Il sole era ancora ben alto, tanto da accecarmi mentre cercavo di comprendere quanto stesse accadendo. Con la mano a ripararne la luce, strizzai gli occhi per identificare la figura che m’aveva destato dal sonno. Le mie funzioni cerebrali non avevano ancora ripreso a lavorare a pieno regime ma i contorni inconfondibili di Shōta furono abbastanza semplici da ricondurre. Afferrai il suo braccio teso e con un colpo di reni mi rimisi in piedi.

    Yaaaaawn!!

    Sgranchendomi dal torpore mi adoperai per attivare nuovamente il corpo con qualche piccolo esercizio motorio.

    Dunque, mi hai sconfitto!!

    Non gli lasciai neanche il tempo di ribattere, che subito il mio stomaco prese a brontolare. Accovacciato, con un colorito degno di un abitante delle Nebbie, riuscì solo a gesticolare per suggerire all’Akimichi quale direzione avremmo dovuto prendere per raggiungere Ichiraku.

    [...]


    Ecco il tuo Ramen, Asahi!!

    Gli occhi schizzarono fuori dalle orbite, assumendo una forma stellare e roteando vorticosamente su sé stessi. Con la voracità di un leone che non mangia da diversi giorni, ingurgitai un piatto dopo l’altro, fin quando la pila iniziò a provare seriamente la tenuta del piccolo banconcino in legno dello storico negozietto. Quindi scambi di battute e risate a non finire con Shōta, il cuoco e tutti i presenti. Attimi di pura e sincera leggerezza…impagabili.

    Sulla via del ritorno, prima di congedare l’Akimichi, mi feci serio per la prima volta.

    Riguardo a prima…ho intenzione di partire per ritrovare la mia gente. Sono sicuro che qualcuno di loro è lì da qualche parte.

    Alzai lo sguardo verso il sole, che stava per intraprendere la via del tramonto.

    Ma oggi ho capito che non sono ancora pronto. Dovrò allenarmi di più…



    Steg prendi pure il massimo dell'exp
     
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    Parlato altrui 4


    In qualche modo, nonostante le premesse non molto incoraggianti, il colpo di palmo indirizzato al mento di Asahi era andato a segno e il ragazzo era stato sollevato in aria.
    Shōta si accinse quindi ad estrarre il Bō per proseguire la propria offensiva e fu in quel momento che una cosa totalmente fuori dall'ordinario si impresse nella sua mente come un fotogramma, complice l'evento traumatico che sarebbe seguito di lì a pochi istanti: Asahi aveva dei fori nelle mani?! Che anomalia era mai quella? Queste domande non ebbero la benché minima possibilità di maturare e svilupparsi in alcun modo nella sua mente perché proprio da quei fori si sprigionò una violenta onda d'aria ad alta pressione che travolse completamente l'impreparato Akimichi, facendo volare via il bastone e respingendolo senza possibilità di appello.
    Decisamente confuso per la rapidità con cui si erano prodotti quei singolari avvenimenti, nei brevi istanti che lo separavano dall'inevitabile urto con il suolo, Shōta percepì solo l'aria che gli scompigliava i capelli, gli stropicciava ciò che rimaneva dei vestiti e sfiorava rapidamente la nuca e gli avambracci, mentre un persistente fischio nelle orecchie lo tagliava fuori da qualsiasi panorama uditivo.
    Sbatté di peso in diagonale e l'inerzia del suo pingue corpo lo fece rotolare per un paio di metri.
    Al termine della corsa, si ritrovò a pancia in giù e assalito da un progressivo senso di debolezza che non avrebbe tardato a interpretare come segno di un’imminente perdita di conoscenza.

    [...]

    Dopo una quantità di tempo indefinita, un suono cupo e minaccioso simile al verso di una creatura mostruosa lo costrinse a svegliarsi.
    Era ancora a pancia in giù e la brezza lo accarezzava gentilmente. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato ma, per qualche motivo, trovava quella posizione particolarmente rilassante, tanto da pensare di indugiarvi ancora un po', abbandonando le sue stanche membra e concentrandosi sulla sensazione di contatto con la terra.
    La comprensione dell'origine di quel suono sgradevole, tuttavia, gli impose di alzarsi e di indagare.
    Gli fu sufficiente voltarsi dall'altro lato per scoprire che si trattava del russare di Asahi, beatamente addormentato, con tanto di bolla che gli si gonfiava ritmicamente dal naso.
    Shōta sorrise, forse per la comicità della scena o forse per il sollievo di vedere che alla fine stavano entrambi bene. Quindi si alzò e raggiunse l'amico

    Sveglia, pelandrone! disse allegramente, mentre con la punta del piede lo pungolava sulla gamba.

    Quando il biondo si svegliò, l'Akimichi gli porse il braccio per aiutarlo ad alzarsi. Nel momento in cui quello lo afferrò, ebbe la conferma di non esserselo sognato: aveva davvero dei fori in mezzo alle mani.
    Decise comunque che non era il momento di farsi troppe domande. Non sarebbe mancata l'occasione per approfondire.
    Con un grande sbadiglio, Asahi si rimise in piedi. Il suo fisico sembrava avere buone capacità di ripresa... la sua mente un po' meno, perché saltò a conclusioni piuttosto affrettate

    Dunque, mi hai sconfitto!!

    Shōta avrebbe voluto informarlo del fatto che aveva avuto esattamente l'impressione opposta ma non ne ebbe la possibilità perché, similmente a quanto accaduto al termine della missione a Oto, il biondo crollò in preda ai morsi della fame.
    Fortunatamente, stavolta il Ramen era a portata di mano e non sarebbe sfuggito alle loro bacchette.

    [...]

    Dopo un pranzo allegro e chiassoso (durante il quale, Asahi dimostrò di non avere molto da invidiare a un Akimichi in quanto a voracità), i due si apprestarono a salutarsi.
    Lì il biondo si decise improvvisamente a vuotare il sacco

    Riguardo a prima…ho intenzione di partire per ritrovare la mia gente. Sono sicuro che qualcuno di loro è lì da qualche parte disse, senza mostrare alcun segno di ironia.

    Una partenza improvvisa? Quindi Shōta non era caduto in errore pensando che qualcosa bollisse in pentola. E Asahi avrebbe avuto il coraggio di partire senza dirgli nulla? No, probabilmente alla fine glielo avrebbe detto comunque ma di sicuro la confessione gli pesava, altrimenti non l’avrebbe tenuta nascosta tanto a lungo.
    L’Akimichi rispettò i suoi crucci e non volle farglielo pesare ulteriormente. Certo, gli dispiaceva moltissimo separarsi da lui ma decise che gli avrebbe semplicemente dato il suo supporto, qualunque decisione avesse maturato

    Tranquillo Asahi, fa’ ciò che ritieni più giusto. Se avrai bisogno di un aiuto, fammi un fischio. Puoi contare su di me

    Pronunciò queste parole mettendogli una mano sulla spalla ma il biondo sembrava un po’ pensieroso

    eppure non sembra che la decisione sia definitiva… c’è ancora qualche problema?

    La risposta lo stupì più della rivelazione e, contemporaneamente, in qualche meandro nascosto del suo cervello, fece suonare un campanello d’allarme di non immediata decifrabilità

    ho capito che non sono ancora pronto. Dovrò allenarmi di più…

    E lui? Aveva mai preso seriamente in considerazione questa possibilità?
     
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