[B] Tales of God, Cues of blood

X max 4 chunin [OSU]

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    [b] Tales of god, cues of blood

    HIRO HAJIME


    PRIMAVERA

    [Paese del Fuoco]



    Scheda - Parlato - Pensato - Azione

    Otara - 12 am - Esterni/Casa Osamu



    Durante tutto il nostro discorso, non vidi la sua espressione mutare di un centimetro. Mi guardava costantemente con il suo sguardo gelido e carico di rabbia che avrebbe potuto penetrare il muro alle mie spalle, se solo Haruki lo avesse voluto fare. Lo vidi con quello sguardo soltanto in due occasioni, la prima e la più vecchia che io ricordi avvenì durante la prima prova degli esami chunin, lo vidi guardare, carico di disprezzo, il suo avversario mentre vomitava il contenuto del suo stomaco al suolo. Al tempo non riuscivo ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere nell'illusione in cui era avvenuta la prova, ma immaginai che qualcosa nel comportamento del suo avversario avesse superato i limiti, era forse andato troppo oltre?
    Mentre la seconda volta avvenì durante il nostro scontro, rimasto incompiuto, visto che, seppur per poco, il suo sguardo di terrore venne scambiato da quello di disprezzo, per aver esagerato e aver quasi rotto il galateo degli allenamenti tra shinobi, l'antico rito che veniva insegnato nelle accademie, ormai caduto in disuso.

    - E' meglio non essere nei suoi panni adesso.. -

    Quelle parole, gelide, mi fecero tornare alla mente una frase, detta dalla mia sensei.

    CITAZIONE

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    - Ci sarà un giorno, in cui incontrerai qualcuno di così empatico da addossarsi le colpe del mondo, da voler ricambiare il male con la vendetta. Saranno queste persone che dovrai tutelare ad ogni costo, prima che la loro rabbia le divori come fa con te. -

    Il sospiro che tirò dopo quelle parole, mi fece intuire che le cose stavano decisamente degenerando, sembrava fin troppo coinvolto in tutta questa storia, e la sua empatia metteva a rischio la nostra operazione. Decisi di volerlo tenere d'occhio in ogni sua mossa, per evitare che scoppiasse da un momento all'altro, ascoltando le sue parole con attenzione cercando di capire cosa c'era di sbagliato nella mia teoria, e scoprii che in molti punti eravamo in comune ma in altri le nostre visioni si discostavano completamente. Continuava a sopravvalutare le capacità della vittima, quale persona normale, in una situazione di pericolo, avrebbe avuto il sangue freddo di lanciarsi attraverso il vetro di una finestra o attaccare il suo aggressore, per di più nel loro stato. Probabilmente stava mettendo troppo di se stesso nelle situazioni che immaginava, e questo lo portava fuori rotta.

    - Forse... -

    Mentre cominciai a parlare il Seras squillo e venni subito messo in comunicazione con la seconda squadra investigativa, che ci supportava in quel momento dal punti di vista degli interrogatori.

    - Haruki, mi senti? Sono Yuugi. Porto un aggiornamento per te e il tuo nuovo compagno Hiro: io e Seto Akame siamo stati dalla dottoressa Ayako e abbiamo parlato con lei e le sue infermiere. Sembra che i corpi siano stati dissanguati in maniera molto grezza tramite i tubi che erano attaccati ai corpi dei cadaveri, la cui conseguenza è la minore presenza di macchie di sangue sul luogo del delitto. Vi aggiornerò non appena avremo nuove informazioni. Voi cosa avete scoperto dalle scene del delitto? -

    - Ti sento forte e chiaro.. Quindi ciò esclude che la dottoressa Ayako sia coinvolta e ciò restringe il campo, ottimo. Siamo alla seconda scena del crimine ma sostanzialmente è uguale alla prima, se non per un piccolo segno d'effrazione presente alla finestra della stanza della vittima. Sopra al lucchetto vi sono le sue tracce ma trovo la cosa alquanto strana. Sono convinto che l'assassino abbia utilizzato qualche tecnica per introdursi nella casa delle vittime, ciò spiegherebbe l'assenza di segni d'effrazione. Inoltre, credo che tutto quel sangue possa servire a qualcosa o a qualcuno.. Ci apprestiamo ad indagare nella terza casa, passo -

    Decisi di non intervenire nello scambio di informazioni che si concluse tra Haruki e Yuugi ma di riflettere su quanto sapevamo. La teoria restava ancora valida e quindi potevo riflettere su ciò che non avevo considerato. Sapevamo che colui che era riuscito ad entrare nelle case lo aveva fatto con la volontà delle vittime o con tecniche atte a farlo. La mancanza di farmaci o sostanze chimiche faceva traballare la teoria che fosse il biologo il principio degli omicidi, non avrebbe di certo fatto un lavoro così grezzo se poteva tramortire le sue vittime con estrema facilità, si sarebbe potuto prendere del tempo in più, anche perché nessuno sarebbe accorso per salvare i suoi esperimenti. Quindi misi da parte l'ipotesi che l'uomo centrasse qualcosa, anche se non l'accantonai del tutto, poteva ancora nascondere qualche segreto.

    Seguii Haruki al suo cenno di continuare all'esterno, e silenziosamente lo osservai mentre camminavamo veros la terza scena del crimine per scovare ulteriori indizi.

    - L'unica persona di cui non sappiamo nulla è lo straniero. Eliminando la dottoressa Ayako, rimangono solo i due stranieri e il biologo. Considerando anche il fatto che il biologo avrebbe saputo come usare i suoi strumenti, sono molto più propenso a dubitare della coppia padre e figlia, sono troppo sospetti. C'è da mettere in conto che la figlia potrebbe essere malata, potrebbe essere per questo che gli omicidi vengono fatti di fretta. -

    Come un fulmine a ciel sereno, mentre eravamo in cammino, un'altra comunicazione ci era fatta attraverso il Seras, ma questa volta non era Yuugi, bensì il suo compagno Seto, che sembrava abbastanza agitato dal tono della voce, forse aveva notato qualcosa che non quadrava.

    - Il sospettato non è solo. Un corridoio divide il primo piano in due parti che a loro volta sono divise in due stanze. Sul lato Est, la prima stanza è quella di cui vediamo la finestra. Al suo interno c’è una ragazza dalla quale percepisco una grande energia. La seconda stanza è occupata da una ragazzina che però è allettata. Porta delle bende sugli occhi e..caspita!.. è fondamentalmente a corto di energia; suppongo si tratti della figlia del vecchio. La camera è dotata di una finestra sul lato nord, dove si trova una porta di servizio accessibile dall’altro lato del corridoio. Il piano superiore è accessibile da una scala in fondo al corrodio di mezzeria ed è sgombro. Ah! Il sig. Osamu non è da sottovalutare -

    Quelle parole non mi sbalordirono, avevano confermato le mie ipotesi, una figlia malata, ma il terzo incomodo? Era una ragazza quindi troppo giovane per essere la moglie del signor Osamu. Che fosse una criminale che li teneva in ostaggio? Era tutto troppo strano e sembrava essersene accorto anche Haruki che era rimasto senza parole a quelle affermazioni.

    - Potrebbe essere ciò che cerchiamo, meglio agire con cautela, cosa ne pensi? -

    Ebbi appena il tempo di sentire i suoi bisbigli, che come una folata di vento lo vidi scattare via, la sabbia che uscii dalla sua pesante giara si mosse veloce sotto i suoi piedi generando un nuvoletta di sabbia. Lo insegui al massimo delle mie capacità, per stargli dietro il più possibile. Non avevo bisogno del Seras per capire dove si stava dirigendo, proprio verso la casa del sospettato, indicatami dallo shinobi che ci stava guidando, e non sembrava aver la volontà ne la ragione di seguire il piano che ci veniva dettato dal nostro capitano. Dovevo fermarlo prima che compiesse qualche stupidaggine e mandasse all'aria tutto il lavoro che avevamo fatto.

    - Dobbiamo muoverci con cautela, non abbiamo idea di cosa costoro sono capaci di fare. Io e Seto ci faremo accogliere da Osamu in modo da fargli alcune domande e anche investigare la casa; Hiro e Haruki, voi dovrete raggiungerci presso la casa per poi controllare il perimetro segnandovi la presenza di eventuali vie di fuga da bloccare nonchè la camera della ragazzina nominata da Seto in quanto c'è la possibilità completa che la stessa sia in pericolo. Vi darò due parole in codice che dovete assolutamente ricordare: la prima è 'libera' che darà a voi - Hiro e Haruki - il via libera per entrare, prendere la ragazzina e portarla in salvo qualora la situazione degeneri, mentre la seconda è 'fine dei giochi' che significa che la situazione è precipitata e quindi avete il via libera per bloccare i sospettati con qualunque mezzo a vostra disposizione. L'obiettivo principale è arrestarli senza spargimenti di sangue inutili; qualora i due dovessero reagire attaccandoci con intento di uccidere, avete luce verde per reagire di conseguenza. Detto questo, muoviamoci. -

    - Sono a vostra disposizione, al momento sto inseguendo Haruki che mi sta precedendo alla casa. A parte un suo comportamento alquanto agitato non ho nulla da segnalarvi, quindi state attenti. Passo. -

    Una volta nei pressi dell'abitazione, tenni un profilo basso passando per le case per aggirarla e arrivare alle sue spalle, dove mi aspettava Haruki. Il suo comportamento era sospetto e sembrava star mettendo la testa all'interno della casa. Era forse impazzito? Mi avvicinai silenziosamente, ma la mia prudenza fece in modo di farlo entrare all'interno prima che gli potessi parlare o bloccarlo. Quando giunsi alla finestra stava per commettere un grosso errore che non gli avrei permesso.

    La scena era pesante e fui colto alla sprovvista, si stava avvicinando alla bambina e una mano era allungate verso la benda che teneva sugli occhi. Intuii il significato delle sue parole e per evitare che l'operazione saltasse mi vidi costretto a intervenire il prima possibile. Dalla punta delle dita della mano destra fino alla parte sinistra della testa, la modificazione corporea del primo stadio della mia genia mi colpi leggermente, apportando quei piccoli cambiamenti che avevo imparato a controllare. L'occhio sinistro era nero, dalla pupilla gialla mentre la pelle diventava più scura e malleabile. Allungai la mano vero la sua spalla, mentre mi trovavo all'esterno, rendendola elasticizzata e comandandole di raggiungere il mio alleato che ora si trovava a pochi passi dal lettino.
    Ridussi al minimo il rumore, cercando di evitare gli ostacoli della stanza o di toccarlo prima del dovuto. Fu a quel punto che gli afferrai la spalla e cercai di strattonarlo indietro ma sembrava opporre resistenza come se non controllasse più il suo corpo. Fu in quel momento che decisi di agire di forza, allungando ancor di più il braccio per legare il corpo in una morsa e bloccarlo dal suo intento. Avrei stretto in modo da portargli il suo braccio lungo il corpo e non permettergli di avvicinarsi ulteriormente.

    In quel momento gli avrei fatto lo sguardo più deciso e incazzato che potevo, cercando di comunicargli con gli occhi la mia disapprovazione per quell'atteggiamento. Avrei cercato di mimare con le labbra alcune parole, sperando che mi guardasse e comprendesse.

    - Questa non è la tua battaglia. Fermati o ci ucciderai tutti. La bambina potrebbe farsi male. -



    Note:

    Per chiarezza, la catena non richiede essere per forza in nessuno dei due stadi senninka, a differenza delle altre abilità da senninka, la trasformazione è puramente narrativa, per questo non è contata l'attivazione dell'innata all'interno dello specchietto delle azioni ed è descritta come parziale. Sono aperto a correzioni
    ------------------------------------------------------------------------

    ☙ Azioni:

    - Presa[Abilità Catena]
    -
    -

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    Statistiche:

    ☙Calcolo:

    Stamina: 300
    Resistenza:250

    Stamina Senninka: 320
    Resistenza Senninka: 320


    ☙Statistiche Finali:

    Stamina: 300/300
    Resistenza: 250/250

    Stamina Senninka: 320/320
    Resistenza Senninka: 320/320


    ☙Slot d'acqua:

    Slot: 16
    -------------------------------------------------------------------------
    Armatura:

    [Testa]Coprifronte[30-P. Resistenza]
    [Busto]Giubbotto Ninja[100-P. Resistenza]

    Equipaggiamento:

    - 2x Tirapugni Estesi
    - 20m Filo d'acciaio
    - Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    - Kobashot
    - 1x Tonico Idratante

    Conoscenze / Maestrie:

    -Naturalistiche
    -




    Edited by Tenshi-1 - 28/7/2021, 04:53
     
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    Per la squadra sembrava essere giunto il momento cruciale di quella missione, tutto faceva presagire che presto si sarebbero trovati davanti al colpevole degli efferati delitti ma troppe erano ancora le cose avvolte dal mistero. I primi ad avere contatto con i presenti nella casa furono il caposquadra Yuugi e Seto, fulcro d'indagine per il gruppo grazie ai suoi poteri particolarmente utili nel frangente. Una volta entrati, i due furono fatti accomodare nel salone dove poterono identificare quella che era a tutti gli effetti la presenza di maggior rilevanza, almeno secondo le percezioni dell'Akame. La ragazza, fin da subito, non evitò nemmeno per un momento di lanciare occhiate di disprezzo ai due ninja lì presenti.

    Perdonate l'atteggiamento di mia figlia Irene... Non vede di buon occhio i ninja nè l'autorità dei villaggi in generale per delle faccende passate... Ma non è una cattiva ragazza...

    A quelle parole sarebbe seguito un profondo respiro della ragazza dai folti capelli castani, coperti in parte, insieme alla fronte, da una sorta di bandana scura.

    Perdonatemi...

    Disse sedendosi su una poltrona posta nell'angolo dell'ampia sala e lasciando al padre l'onore e l'onere della conversazione. Seto avrebbe potuto sentire chiaramente come l'odio della ragazzina apparentemente coetanea fosse puro come l'oscurità più profonda, accompagnato da una smisurata tristezza. Non ci fu però molto tempo per approfondire quei sentimenti inquanto l'uomo si rese nuovamente protagonista attirando l'attenzione con dei colpi di tosse ed apprestandosi a rispondere alle domande.

    Nessun problema... Veniamo da una piccola cittadina del Paese del Fulmine... Vedete, mia moglie è morta durante il parto per delle complicazioni e dopo tanti anni non ce la facevamo più vivere ancora lì... Abbiamo quindi deciso di vendere quella casa e trasferirci... In verità io sono originario di Konoha, così abbiamo deciso di venire qui...

    L'Akame avrebbe nuovamente potuto percepire turbinii di emozioni provenienti dai due, dall'uomo emozioni prima gioiose e cariche d'amore, probabilmente collegate a ricordi della moglie, amore che però sarebbe sfociato poi in una tragica sofferenza che si sarebbe riversata su Seto. Avrebbe sentito tutto il dolore che può causare la perdita di una persona amata, un dolore che avrebbe potuto portare chiunque alla follia, qualcos'altro giunse però, qualcosa che probabilmente gli aveva impedito di impazzire, un amore diverso, quello per i figli, sentì chiaramente come quella breve narrazione sembrò ridare stabilità e determinazione all'uomo, come se avesse un obiettivo da raggiungere e nulla glielo avrebbe impedito, qualunque fosse il costo. Qualcosa di simile percepì anche nella ragazza che ormai fissava il muro con sguardo tetro, ma c'erano delle sfaccettature nettamente diverse, un senso di colpa che andava oltre ogni dire, come se sul suo animo pesasse un qualcosa di imperdonabile e da cui avrebbe fatto di tutto per redimersi, quel sentimento sembrava un qualcosa di immenso ed inestinguibile che bruciava dentro di lei e per il quale non si sarebbe mai fermata davanti a nulla. Purtroppo per l'Akame, il suo potere non gli permetteva però di vedere nel passato o nei ricordi, non gli sarebbe potuto quindi essere ben chiaro cosa fosse accaduto di tanto devastante da segnare quelle due persone così a fondo.

    Si siamo soli... Solo noi due...

    Fu a quella risposta palesemente menzogniera che Seto riuscì a districarsi da tutti quei sentimenti che lo sommergevano e, distogliendosi dal perlustrare il salone, azione che sembrava portare avanti per innervosire Osamu oltre che per mascherare il suo concentrarsi sulle loro emozioni, decise di porre una domanda giustificata anche dai numerosi libri notati su uno scaffale, proprio su quell'argomento.

    Beh, a dir la verità si... Sono un medico ormai in pensione... Ma non pratico più da anni ormai...

    A quel punto l'uomo, rimasto sempre composto ed apparentemente tranquillo, fece per muoversi nuovamente verso la soglia che portava all'ingresso.

    Ora però, se non avete altre domande, vi chiederei di andare... Ripensare al passato non è qualcosa che nè io ne mia figlia facciamo volentieri... gradiremmo un pò di tranquillità...

    Furono nuovamente le abilità emozionali di Seto a percepire questa volta una certa ansia, come se l'uomo sperasse in una loro accondiscendente ritirata prima che la situazione precipitasse. Cosa che però non potè accadere, dato che proprio in quel momento qualcosa sconvolse tutto...

    [...]

    Gli altri due membri della squadra intanto stavano raggiungendo la medesima dimora a tutta velocità sulla nuvola di sabbia evocata da un Haruki spinto a muoversi da quella che sembrava una vera e propria rivelazione. Quello che aveva intuito sarebbe stato corretto? Le azioni che stava per compiere sarebbero state corrette o un madornale errore? Solo lui avrebbe potuto esserne giudice.

    Quando giunse a destinazione non esitò nemmeno un istante e, nel massimo silenzio possibile, si diresse verso il retro della casa, alla finestra che dava sulla stanza in cui riposava la ragazzina bendata e di cui se ne stava omettendo la presenza. La finestra era aperta e, senza attendere minimamente il compagno, nè ordini dal caposquadra come concordato, il Sato si apprestò a fare irruzione scavalcando la finestra e cercando di raggiungere, nel massimo silenzio, la ragazzina bendata e sdraiata sul lettino. Se in quel frangente avesse dato uno sguardo ai dintorni, si sarebbe reso conto di trovarsi in quella che era una classica cameretta di una ragazza, piena di peluche, bambole, libri di vario genere, in particolare avrebbe potuto notare diverse foto di due ragazze, una delle quali era inequivocabilmente la ragazza davanti a lui.

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    A nulla sarebbero serviti i tentativi di Hiro di fermarlo, con voga sempre screscente, arrivando addirittura ad usare il suo potere innato di mutare il suo corpo. Servì solo a causare dei movimenti inconsulti, oltre a dei colpetti di tosse, dovuti allo strattonamento sulla gola, che allertarono la piccola spaventandola.

    Chi c'è? Sorellina sei tu?

    L'attenzione della ragazzina, inizialmente distratta dai suoi mille pensieri, fu riportata al presente ed a quel punto iniziò a notare che qualcosa intorno a lei non andava. Il suo fine udito percepì delle presenze anomale che non riconosceva e, spaventata, non potè far altro che chiamare aiuto.

    SORELLINA... PAPà! CHI C'è QUI?

    [...]

    Quel grido proruppe inesorabile attraverso la porta che separava i due gruppi, al che la giovane Irene scattò inpiedi dalla sua poltrona, con sguardo furente, mentre i suoi occhi iniziavano a mutare, iniettandosi di sangue

    vrBWUYc

    VOI! ORA BASTA!

    Sbottò sfruttando la sua visione ormai molto più chiara e, senza la minima esitazione issò le braccia parallele al suolo, una diretta verso i due presenti e l'altra verso la porta chiusa che la separa dalla sua amata sorella. A quel punto si generarono quattro frecce purpuree che saettarono ognuna verso un intruso. Le due dirette verso Haruki ed Hiro non si fecero problemi a trapassare il muro come fosse burro.

    Papà! Io vado Priscilla...

    A quelle parole, si mosse di gran foga correndo verso la porta spalancandola con un calcio e vedendo le bende della sorella brutalmente strappate. Al che puntò nuovamente i due intrusi, ora ben in vista, con altri due proiettili simili in tutto e per tutto ai precedenti.

    Eccomi sorellina, tieni gli occhi ben chiusi... È ancora presto per poterlo aprire...

    Così, mentre la ragazza portava le mani agli occhi per aiutarsi a tenerlo ben chiusi, nell'altra stamza il padre si apprestava a fare ben altro. Con il sigillo del Topo saldo e ben formato, la sua ombra iniziò a fare degli strani movimenti per poi diramarsi in due strade che puntavano inesorabili le ombre dei due shinobi. Se fossero entrate in contatto, i due non se la sarebbero passata bene.

    Mi dispiace davvero... Dovevate lasciarci stare... Non voglio che venga versato altro sangue ma ho giurato di proteggere le mie figlie e che avrei fatto di tutto per donare loro una vita felice e libera dalla maledizione che affligge... Non permetterò a nessuno di portarmele via, nemmeno la morte può!



    Eheh... Auguri :please: Avete un proiettile di sangue di medie dimensioni a testa... Haruki ed Hiro ne avranno subito dopo altri due mentre Yuugi e Seto se la vedranno con l' Incatenamento Ombroso dello Stile della Foglia.

    Se avete domande sono qui :ghost:
     
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    Narrato | « Parlato Haruki » | - Pensato Haruki - | « Parlato Seto » | « Parlato Yuugi » | « Parlato Hiro »



    Ero ad un passo dalla verità, solamente pochi centimetri mi separavano da colei che ritenevo essere l'unica fonte di risposte che cercavo. Difatti alcune ipotesi volavano nella mia testa come delle mosche fastidiose, come il frinire di un grillo alle prime luci del giorno, un suono prepotente ed insistente che difficilmente riuscivo a scacciare via. Lo sguardo cadeva sui lineamenti del suo viso, mentre quella bianca carnagione mi ricordava la stessa di Shizuka. Ormai la scommessa era stata lanciata, dovevo e volevo accertarmi di alcune cose. Quel mio tentativo era basato su delle probabilità. Avevo il cinquanta per cento di aver ragione e altrettanto per essere nel torto. Ero fermamente convinto che la chiave del mistero girasse attorno alla ragazzina ed era quello stesso motivo a spingermi oltre i limiti del consentito. Sapevo che ciò che stavo per fare non era giusto, anzi, mi rendeva un essere ignobile, macchiato di peccato. Ma cosa davvero importava in questo mondo? Esistevano davvero gli animi puri? Era inutile indossare una maschera fatta di false parole e d'intenti ancor più menzogneri. Provai a toglierle le bende con fare delicato ma l'irruenza di colui che avrebbe dovuto aiutarmi, ma che invece - ai miei occhi - mi stava solamente ostacolando, terminò il mio tentativo. Dunque avevo perso la scommessa? Solo in parte. Riuscì ad allontanare la benda dai suoi occhi e quegli stessi, m'apparvero stanchi, giacché chiusi a forza dalla ragazzina e da quella benda che era lì per un preciso scopo. Passando del tempo in Ospedale, proprio a causa della situazione che tormentava la vita di Kazuhiko - mio padre adottivo - assistetti ad una scena piuttosto simile. Vidi uno Shinobi che aveva anch'egli una benda sugli occhi, era stato vittima d'un incidente nella propria missione e fu costretto a operarsi agli occhi. Quello che ricevette fu un vero trapianto oculare ma le mie conoscenze in campo medico erano pari a zero e ne capivo poco e niente. Ma era proprio quello che volevo confermare e fu grazie a ciò che videro i miei occhi, che parte della verità, venne avvolta dalla Luce.

    - Ma che diavolo fai? -

    Imprecai in silenzio, lanciando uno sguardo gelido ad Hiro. Le sue azioni cozzarono con le mie, finendo per rendermi la vita complicata. Ero in una scomoda posizione, lo sapevo benissimo ma, l'Otoniano, non aveva nessun motivo d'intromettersi. Venni strattonato e spinto, finendo con l'allontanarmi dalla ragazzina che, tuttavia, sobbalzò dalla pace e dallo sconforto in cui giaceva. Per un attimo fui convinto d'aver visto i suoi occhi aprirsi. Mi scambiò per la sorella ed una tale chiamata, diede conferma ai miei pensieri, cosi come permise ad uno sguardo titubante di dipingersi in volto mio. La situazione degenerò in fretta, giacché crebbe una forte paura in quella stessa ragazzina che iniziò, poi, a disperarsi e a chiamare i soccorsi.

    « Ti prego calmati. Non sono qui per farti del male.. »

    La disperazione di quella bambina cercò di far crollare tutto quell'odio che avevo in corpo ma il risultato, fu solamente una leggera destabilizzazione, come se fosse un terremoto di magnitudo tre. La sua paura era chiaramente leggibile ma le mie intenzioni erano assolutamente volte verso la Luce perpetua. Dunque cercai di tranquillizzarla, spiegarle chi fossi e cosa facevo esattamente lì dentro ma nuovamente, proprio come fece Hiro, qualcuno giunse ad interrompermi. Grazie al mio udito, la mia attenzione si spostò velocemente verso il muro posto alla mia destra. Da esso vi sbucarono due saette cremisi, che quasi sembravano vive. Non avevo mai visto quella tecnica ma non vi era tempo per chiedersi cosa effettivamente fosse. Senza pensarci due volte, lasciai all'istinto il comando ed esso, repentino, diede subito comando al cervello d'inviare disposizioni a tutto il corpo. L'adrenalina s'agito in tutti i muscoli presenti, che come ad una festa di un Villaggio, accorsero tutti attivamente a rispondere alla chiamata. Congiunsi le mani al centro del petto, spostando l'orizzonte verso il pericolo imminente. Cercai di essere quanto più rapido possibile, proprio mentre eseguivo i sigilli della Tigre e del Cavallo, tornando nuovamente a comporre quello della Tigre, per concludere poi con quello del Serpente.

    « Mokuton, Daijurin no Jutsu »

    Il tono della mia voce parve sottile ma denso e carico d'oscurità. Il braccio manco iniziò a tramutarsi, divenendo dapprima castano, poi d'un marrone scuro, tetro come le sfumature presenti nel mio animo. Esso sembrò assumere le sembianze di grandi rami e altrettanti pali di legno. Daijurin no Jutsu, la Tecnica della Grande Boscaglia. Il mio braccio modificò completamente la sua struttura molecolare, pronto, ormai, ad essere usato in battaglia. Lo scopo infatti, era quello di attaccare quella saetta cremisi, sperando di riuscire ad ostacolare il suo cammino e fermarla, cosi da avere la pelle salva e compiere un passo verso la verità. Mossi, quindi, il braccio "modificato" tirandolo all'indietro, caricandolo come se fosse una molla. Successivamente, feci in modo che il busto ruotasse come a dar maggior velocità all'attacco, dando poi il via a quei rami e pali in legno d'iniziare l'offensiva. Le due tecniche avrebbero dovuto incontrarsi nel mezzo della stanza e quindi, la ragazzina era in pericolo. L'attacco sconsiderato giunto dall'altra stanza, poteva mettere a rischio la sua vita, per cui decisi di sovrappormi e bloccarmi dinanzi ad ella, come a farle da scudo.

    - Che diavolo era quell'attacco? E' riuscito a passare nel muro con estrema facilità.. -

    Ebbi, infine, il tempo d'analizzare l'attacco appena giunto. La seconda saetta era diretta verso Hiro, precisamente sulla di lui figura. Un tal dettaglio mi diede da pensare e non poco. Com'era possibile che un individuo possa conoscere la posizione del suo nemico attraverso impedimenti fisici? Avevo riscontrato tale capacità solamente in pochi individui, uno fra tutti era proprio Seto Akame. Ebbi la fortuna d'incontrare un altro ragazzo dotato di una tale particolarità ed il suo nome, era Jiren Sakata. Certo, io potevo fare la stessa cosa tramite il Seras ma difficilmente il nemico era dotato di oggetti del genere ed infatti, ricorsi proprio ad esso. Premetti il tasto laterale presente sul Seras, lasciando che una piccolissima parte di Chakra scorresse al suo interno, per poi leggere e capire la posizione di tutte le fonti di Chakra presenti attorno a me. Vidi un puntino rosso scattare in nostra direzione e da quanto potevo capire, non era propriamente facile essere cosi precisi da quella locazione. A dividerci vi era un muro e trovavo quasi impossibile che quell'attacco era indirizzato al centro del mio petto. Digrignai i denti, crucciando poi il volto e divaricando le gambe, pronto al prossimo incontro.

    - Sta arrivando.. -

    La possibile figura da affrontare, forse, mi era stata indicata dalla stessa ragazzina che stavo difendendo. Capì in pochi secondi che dalla porta che avevo ad ore dodici, sarebbe sbucato il padre o la sorella. Dunque erano loro i colpevoli? Stavano aiutando la ragazza con cui avevano un legame cosi stretto da decidere d'abbandonare il genere umano e divenire dei perfetti mostri? Per me lo erano. Non più umano ma mostri e non meritavano di vivere, anche se il loro obiettivo finale poteva essere giustificato e votato al bene. Che diavolo stava succedendo al mondo?

    « Eccomi sorellina, tieni gli occhi ben chiusi... È ancora presto per poterli aprire... »

    Era davvero sua sorella e ciò mi fu chiaro quando le mie nocciola iridi si scontrarono con le sue. Nei suoi occhi riuscì a scovare la stessa oscurità presente dentro di me e ciò, in parte, mi fece accapponare la pelle. Mi accorsi in quel momento che stavo cambiando, forse degenerando ma cos'altro potevo fare? Mi sembrava di essere caduto in un pozzo profondo, senza aver un modo per uscirne. Dovevo accettarlo o quanto meno, accantonare quel problema e dedicarmi al momento, giacché la mia vita, poteva concludersi in un battito di ciglia. Gli occhi della nuova entrata erano d'un tipo mai visto prima d'ora. Mai avevo riscontrato una tale tonalità o una tale forma ma purtroppo, scarse erano le mie conoscenze, per cui, mi fu difficile capire qualcosa. Furono lanciate altre due ulteriori saette, sempre composte dal medesimo colore. Decisi di ricorrere ad un Jutsu del medesimo elemento, giacché si era ormai instaurato un denso rapporto fra me e la mia capacità innata, vecchia come il tempo ma che comunque aveva il suo terribile fascino. Non mi preoccupai minimamente di Hiro, visto che lo avevo affrontato e conoscevo le sue capacità. Mi limitai solamente a concentrarmi sul problema che avanzava verso di me. Alle mie spalle vi era la "dea" bendata e non potevo assolutamente muovermi. Agitai le mani, portandole nuovamente dritte al petto e comandai al Suiton e al Doton di fondersi in un sol corpo. Era dalla loro unione che nasceva il Mokuton. Ed era sempre con loro unione che avrei spezzato le catene del male che incatenavano il mondo. Topo, Cane, Tigre. Tre erano i sigilli richiesti, non uno di più né uno in meno.

    « Mokuton, Mokujouheki »

    Proprio a pochi passi da me, dal terreno, venne a crearsi una densa e fitta cupola di legno, grande da permettermi di proteggere anche colei che tenevo al sicuro. Essa era si utile in campo strategico ma era anche usata contro attacchi di grande portata. La sottile ed estrema voglia di portar chiarimento su quella vicenda, mi faceva sentire come se fossi più forte; come se avessi compiuto un allenamento lungo anni, quanto invece erano passati solo pochi secondi. Rivolsi lo sguardo alla ragazzina, sperando che nessun attacco fosse giunto alle sue carni e compromesso cosi la sua già precaria salute.

    « ... »

    Dalla mia bocca non riuscì ad uscire nessuna parola, nemmeno un singolo sospiro. Imprecai, mordendomi poi il labbro inferiore e stringendo le mani come a voler incitare quella barriera lignea a sopportare gli attacchi nemici. Quella cupola non solo doveva difendermi, infatti, se fosse riuscita a reggere l'attacco, avrebbe dovuto occultare la mia presenza agli occhi del nemico. Ella però, aveva mostrato di non aver bisogno di vedermi, quasi sembrava saper perfettamente dove fossi. Sfruttai le conoscenze in campo strategico, celando cosi le mie intenzioni. Infine, ruotai il capo verso Hiro.

    « Attaccala. Io ti darò supporto. Tieni attivo il Seras! »

    Ero ancora nascosto dalla Paratia Lignea quando permisi all'Otoniano di attaccare. Avevo un piano, ma le possibilità di fermarla erano ridotte ad una singola unità. Non volevo trasformare la battaglia in una guerra di trincea, per cui, dovevo ricorrere ad un Jutsu particolare, usato solamente poche volte, forse solo in un unica occasione. Attesi il momento più opportuno, proprio mentre Hiro apportava gli ultimi attacchi. Fu un quel momento che dalla bocca emisi versi diversi e sfarzosi, nel mentre eseguivo il sigillo della Pecora. Questi, grazie all'ausilio della Tecnica dello Scudo dell'Eco, avrebbero dovuto ripetersi infinite volte, specialmente nella zona più prossima al nemico. L'obiettivo era quello di distrarlo e celare rumori di sottofondo essenziali a far riconoscere gli attacchi reali. Da sola, tuttavia, quella tecnica cosi semplice e banale, non sarebbe servita a nulla. Difatti, ricorsi alla Tecnica del Velo di Nebbia, creando cosi un fitto banco nebbioso che avrebbe dovuto rendere nulla la vista del nemico. Tutto ciò doveva essere compiuto mentre Hiro eseguiva l'ultimo attacco, proprio in contemporanea con la sua offensiva. Per concludere..

    - Tecnica dei Ceppi Crudeli! -

    ..avrei fatto sfoggio di quei pali di legno, capaci di bloccare e sopprimere il Chakra in un individuo. Dal pavimento posto sotto i piedi del nemico, avrebbero dovuto, infatti, ergersi alcune travi di legno, andando poi a comporre attorno alla di lei figura, dei ceppi medievali, i quali avrebbero dovuto intrappolare il suo capo e le sue mani. Speravo che la sua particolarità mi fosse nuovamente utile, giacché avrebbe reso nulla tutte le sue intenzioni. Che fossi riuscito nel mio intento?



    Riassunto Azioni


    Azioni
    - Tecnica della Grande Boscaglia in contrasto con la prima saetta;
    - Paratia Lignea in contrasto con la seconda saetta;
    - Scudo dell'Eco;
    - Velo di Nebbia;
    - Ceppi Crudeli;

    parametri
    Resistenza: 300
    Stamina: 499-30-15-1-10-45=398

    Maestrie e Abilità
    Dominatore delle Sabbie Liv I
    Chakra Possente Liv I
    Concentrazione del Chakra
    Abilità Sensoriale: Udito Fenomenale
    Jutsu ad una mano
    Tecnica del Richiamo

    equipaggiamento
    Coprifronte
    Giara di Sabbia [5-1=4 Cariche]
    Skewers [1] → Taschino Porta Armi
    Giubbotto Ninja
    Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    Kobashot → Braccio Sx
    Maschera Respiratoria sigillata in uno dei rotoli presenti nel giubbotto

    Consumabili
    Tonico Coagulante [2]

    Conoscenze
    Militaristiche strategiche Liv I
    Naturalistiche Liv II

    note
    Penso sia chiaro che sia lo Scudo dell'Eco, il Velo di nebbia ed i Ceppi, avvengono tutti in contemporanea con l'attacco finale di Tenshi

     
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    HIRO HAJIME


    PRIMAVERA

    [Paese del Fuoco]



    Scheda - Parlato - Pensato - Azione

    Otara - 12 am - Esterni/Casa Osamu



    Il mio tentativo di bloccarlo fu vano, non avevo abbastanza forza da contrastare la sua volontà. Provai ad allontanarla in tutti i modi ma ormai la decisione era irremovibile, le bende dovevano essere tolte, anche se questo sarebbe significato la distruzione della strategia d'infiltrazione. Il prigioniero del mio braccio malleabile era riuscito alla fine a scostare una parte della benda, mostrando gli occhi chiusi a forza della piccola ragazzina, che giaceva nella sua stanza inerme. Trattenni il respiro, l'aria diventava pesante e non riuscivo a respirare dalla preoccupazione di venire scoperti.

    Haruki ebbe anche la sfacciata convinzione di esser dalla parte del giusto, lanciandomi un occhiata gelida che però in questo caso ricambiai con disapprovazione e rabbia nei suoi confronti. Avevo tutto il diritto di bloccargli la via verso morte certa. Se voleva davvero salvare quella ragazzina aveva commesso un grosso passo falso che l'aveva messa ancor di più in pericolo. Gli diedi un ultimo strattone per fargli decidere di tornare indietro ma mi si gelò il sangue quando, il rumore che fece per opporre resistenza, fece smuovere la bambina dalla sua posizione immobile.

    - Chi c'è? Sorellina sei tu? -

    La situazione stava degenerando e in fretta, che cazzo potevo fare in quella situazione, non potevo nemmeno imitare la voce del genitore, non ci avevo neanche mai parlato e sicuramente non sarei riuscito a tranquillizzarla.

    - Sapevo che sarebbe accaduto, dovrebbero declassarlo per una roba del genere, cazzo. -

    Sbattei il pugno contro il muro mentre la giovane ragazza si contorceva nella sua disperata richiesta di conoscere qualcuno, tanto che le nocche delle mani divennero rossastra e poi violacee. Era proprio un brutto lividio che non se ne sarebbe andato per un po'.

    - Ti prego calmati. Non sono qui per farti del male.. -

    - Sono solo un tipo strano che ti è entrato in camera mentre non eri cosciente e che vuole portati via. Grande idea Haruki, adesso si calmerà. -

    La disperazione cominciò a prendere piede quando dalle stanze vicine cominciai a sentire di urla, rabbiose e cariche di odio. Proprio mentre il mio alleato cercava di tranquillizzare la piccola, il muro accanto a lui cominciò a tremare, come se qualcosa lo stesse perforando. Due proiettili rosso sangue avevano appena perforato il muro come burro e non accennavano a fermarsi. Mi fidai dell'istinto di Haruki, anche con tutto me stesso volevo aiutarlo a proteggere la bambina da quell'attacco alla cieca, ma l'adrenalina e l'istinto di sopravvivenza presero il sopravvento. Il mio corpo cominciò a mutare come in ogni altra situazione di pericolo: gli occhi divennero neri, con pupille gialle, la pelle gradualmente si scuriva e corna, artigli e denti affilati coprirono il mio corpo, con tanto di venature fosforescenti, da cui pulsava il chakra naturale.

    - Doton, Doryuu Heki -

    Avrei pronunciato dopo aver composto i sigilli di Tigre, Lepre, Cinghiale e Cane con lo scopo di far scorrere il mio chakra fino alle piante dei piedi per poi immetterlo nel suolo. Da lì la terra avrebbe cominciato ad ammorbidirsi fino a diventare fango, che avrei lanciato di fronte alla finestra per generare un muro ad altezza uomo che avrebbe cercato di parare quel proiettile rosso cremisi: la tecnica del Paramento Terrestre.
    Lo scopo era ovviamente far incastonare la punta all'interno del muori di fango, per riuscire a evitare che si conficcasse invece nelle mie povere e giovani carni.

    Quella roba odorava, come confermato da Kayn, di sangue umano. Mossi la mano verso il proiettile e ne constatai la consistenza al tocco. Anche se era solido, una leggera patina liquida mi confermò che quella cosa aveva anche la consistenza di ciò che ci scorreva nelle vene.

    - Devono essere loro il motivo del rubare tutto quel sangue, non mi piace per niente questa situazione -

    Fu a quel punto che sentii la persona che forse aveva lanciato l'attacco, attraverso il mio sviluppato udito, avvicinarsi verso la stanza in cui si trovavano, pronta ad irrompere con foga. Dunque erano loro i colpevoli? Si avvicinavano delle ore difficili per quella piccola abitazione, ma io non ci stavo, avrei cercato in tutti i modi di tutelare la piccola creatura in quella stanza, ma per farlo dovevo catturare i suoi tutori da vivi, non volevo dargli il peso della perdita dei genitori, o almeno non volevo sporcarmi io le mani. Forse era una decisione vigliacchi, ma mi sarei macchiato di questo crimine. Ma per farlo dovevo entrare in stanza, ed era proprio quello che feci.

    - Eccomi sorellina, tieni gli occhi ben chiusi... È ancora presto per poterli aprire... -

    Ancora troppo presto per aprirli? Quindi non era cieca, o almeno non più. Forse avevo capito gli occhi dell'ultima vittima dove erano finiti e il solo pensiero mi raccapricciava. Ma non era l'unica cosa inquietante.
    Gli occhi della sorella erano rossi come il sangue che ci aveva attaccato ed erano lievemente luminescente. Erano molto strani, non potevano essere occhi normali, forse erano un doujutsu che non conoscevo, e questo mi preoccupava non poco. Se avevamo a che fare con una abilità oculare, la collaborazione era assolutamente necessaria, o non ce l'avremmo fatta.

    Non ebbi nemmeno il tempo di aprir bocca per provare a parlare con la nuova arrivata che subito vidi il sangue uscire dai pori della sua pelle, addensandosi a formare due ulteriori proiettili, ma questa volta ero preparato ad ogni evenienza. Decisi così di ricorrere all'aiuto del mio alleato già nella stanza. Cercai di evocare due lance di terra allungando ka mano verso l'esterno, che avrei fatto svolazzare, seguendomi nella stanza, fino alla protezione che Haruki avrebbe eretto per proteggerci, per scagliarle in seguito contro i proiettili del mio avversario, facendoli cozzare tra loro per deviare la traiettoria dei proiettili, o distruggerli, e permettere alle lance di arrivare al nemico. Probabilmente il senju non si sarebbe nemmeno accorto della mia presenza visto che era troppo occupato a fissare la ragazzina, cosa che lo rendeva alquanto strano.

    - Attaccala. Io ti darò supporto. Tieni attivo il Seras! -

    Finalmente il tempo di reagire passivamente alla sua pioggia di colpi era finito, stavo aspettando appunto che ui mi desse l'ok per partire ad attaccare, se fossi stato fortunato, protetto dalla sua paratia lignea. Osservai il nemico e mi feci un idea su come potevo metterlo all'angolo in quella stanza così innocente, che aveva visto scorrere il sangue di altri innocenti in un corpo a cui esso non apparteneva.

    Era difficile pensare con la paura di venir squadrato da quegli occhi di ghiaccio ma alla fine mi venne un idea, qualcosa che potesse aiutarmi. Se il mio amico mi aveva avvertito di tenere attivo il Seras, avevo già capito che stava per usare la stessa nebbia che aveva usato contro di me, un piano ingegnoso per supportarmi, ma che mi sarebbe servito più di quanto non pensasse.

    Con il mio controllo della terra avrei attirato, dal terreno all'esterno della casa, sei nuove lance, che avrei tenuto nascosto dietro la paratia.
    Avrei mostrato ad Haruki il filo di d'acciaio che mi portavo dietro, per poi avvertirlo bisbigliando di quali erano le mie intenzioni.
    Il piano era alquanto complesso ma si poteva attuare. Dietro la paratia avrei fatto fluire il chakra all'interno del filo, dopo aver composto i sigilli di Tigre, Cinghiale, Scimmia, Tigre, i sigilli della tecnica della Stretta Omicida. Avrei lanciato tutte e 6 le lance di terra contro il mio avversario, per poi battere le mani velocemente per generare, puntando il palmo della mano verso di loro, un tornado di piccole dimensione, che le avrebbe rese nettamente più veloci e mi avrebbe permesso di farle viaggiare all'interno di tutta la stanza per farle arrivare tutte da 6 direzioni differenti: una dal soffitto, 2 parallelamente al pavimento e 3 da direzioni oblique differenti.
    Le possibilità di colpirla erano poche ma non importava, quando tutte le lance avrebbero impattato, che fosse sul pavimento o sul suo corpo, avrei fatto cenno al ragazzo di far fuoriuscire la nebbia. Sarebbe stato in quel momento che, grazie alle indicazioni che il mio animale poteva darmi grazie al suo fiuto, avrei fatto muovere il filo d'acciaio per farlo viaggiare attraverso i mobili, gli scaffali e le lance vicino a lei per rinchiuderla in una trama intricatissima, che mi avrebbe permesso di immobilizzarla senza che lei venisse toccata minimamente dal filo. Alla fine della strategia, mi sarebbe bastato un semplice strattone per stringere i fili e tagliarne la carne immobilizzandola, proprio come avevo pianificato.

    Il mio scopo era quello di immobilizzarla di in piedi, senza che cadesse al suolo per la perdita di equilibrio e senza farla diventare un bozzolo, così che fosse più semplice intrappolarla con i ceppi crudeli, di cui il mio alleato mi aveva avvertito mentre gli spiegavo il piano. In questo modo, oltre ai ceppi crudeli, la vittima si sarebbe dovuta liberare anche dai taglienti cavi metallici che le bloccavano arti, busto e capo.

    Il suono metallico dei fili d'acciaio che si stringevano sarebbe stato il via libera per il mio alleato a utilizzare i ceppi.



    Note:

    Una volta stretti i fili, la ragazza si troverà intrappolata a 90, così da facilitare i ceppi crudeli.
    ------------------------------------------------------------------------

    ☙ Azioni:

    - Attivazione Secondo Stadio Senninka/Paramento terreste
    - Lance di Terra (2) in contrasto con i proiettili di sangue
    - Palmo del Forte Vento/Lance di Terra (2) [attacco nei confronti della ragazza]
    - Stretta Omicida [Come da descrizione, con il supporto dell'animale]

    -------------------------------------------------------------------------
    Statistiche:

    ☙Calcolo:

    Stamina: 300
    Resistenza:250

    Stamina Senninka: 330-18-18-10-18-18
    Resistenza Senninka: 330


    ☙Statistiche Finali:

    Stamina: 300/300
    Resistenza: 250/250

    Stamina Senninka: 248/330
    Resistenza Senninka: 330/330


    ☙Slot d'acqua:

    Slot: 16
    -------------------------------------------------------------------------
    Armatura:

    [Testa]Coprifronte[30-P. Resistenza]
    [Busto]Giubbotto Ninja[100-P. Resistenza]

    Equipaggiamento:

    - 2x Tirapugni Estesi
    - 20m Filo d'acciaio
    - Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    - Kobashot
    - 1x Tonico Idratante

    Conoscenze / Maestrie:

    -Naturalistiche
    -


     
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    Parlato | Pensato | Yuugi | Haruki | Seto | Azibo | Hiro


    [Tales of God, Cues of Blood]



    A primo acchitto, le risposte di Osamu mi parevano sincere: originario di Konoha...che decide di stabilirsi in un piccolo villaggio come questo...e che era un medico in pensione. Quest'ultima affermazione mi accese un'intuizione: e se fosse stato lui a prosciugare le vittime del loro sangue? Essendo un ex-medico, certamente le competenze e le conoscenze le possiede...ma non mi sembrava la persona che potesse compiere atti del genere. Inoltre, dichiarò che erano soli lui e la figlia maggiore, Irene, a quanto pare. Ma era solo una mera, effimera facciata in confronto ai secondi che seguirono...

    Infatti, poco dopo, sentii una voce - questa chiaramente di una bambina - provenire da una delle stanze e, nel giro di un secondo, vidi Irene, prima accomodata su di una poltrona, scattare a molla, rizzandosi sulle sue inferiori leve, furente in volto, muovendosi verso la stanza da cui proveniva la voce, non prima, però, di fissarci fugacemente per poi scagliarci addosso delle strane frecce purpuree. Osservando la ragazza nell'istante in cui ci fissò, capii che i suoi occhi erano sanguigni, oscuri, carichi d'odio e rancore...e anche del clan noto come Chinoike...e perciò di non poca pericolosità: chi era veramente costei? Per qualche istante, io stesso rabbrividii dinanzi a quello sguardo.

    Maledizione...non abbiamo altra scelta, ormai...Hm?!

    E come se non bastasse, oltre a questi strani proiettili in arrivo anche lo stesso Osamu agì contro di noi, componendo un sigillo - quello del Topo - e, subito dopo, la sua stessa ombra si allungò spedita verso di noi: ricordavo che il controllo dell'ombra è il fiore all'occhiello del clan Nara, altro clan di alta pericolosità proveniente proprio da Konoha - guarda caso, lo stesso villaggio di Osamu: non poteva essere una coincidenza. Sia OSamu che Irene non erano chi dicevano di essere. Purtroppo, per l'evolversi della situazione corrente, non avevamo altra scelta che fermarli con ogni mezzo a nostra disposizione. Ascoltai le parole di lui, assai deluso, per poi guardarlo con occhi carichi di ira per le menzogne dalla di lui bocca uscite.

    CITAZIONE
    Mi dispiace davvero... Dovevate lasciarci stare... Non voglio che venga versato altro sangue ma ho giurato di proteggere le mie figlie e che avrei fatto di tutto per donare loro una vita felice e libera dalla maledizione che affligge... Non permetterò a nessuno di portarmele via, nemmeno la morte può!

    Anche a noi spiace, Osamu...ma così vi siete mostrati palesemente per quel che siete ai nostri occhi - nulla più che patetici assassini, tanto te quanto tua figlia Irene! Se non aveste reagito, avreste subìto un giusto processo e avreste scontato la vostra pena...ma attaccandoci non ci avete lasciato altra scelta.

    Vediamo se riesco a prenderlo senza ucciderlo...difficile, ma non impossibile se mi gioco bene le mie carte...

    E senz'altro attendere, il mio chakra cominciò a ribollire con rabbia ed impeto come un vulcano in attività riscaldando la mia sacca stomacale da cui, con repentinità e alcuni rapidi sigilli ormai familiari, sputai un poderoso flusso di calce viva in linea diagonale in modo e maniera di cercare di impedire alla nemica ombra di arrivare sino a me. con il solo intento di bloccarne la traiettoria sul nascere onde evitare di venirne influenzato. Successivamente, mi rivolsi istantaneamente a Seto.

    Seto, allontanati da me o rischi di ustionarti!

    Unendo le mani, infine, il mio rovente chakra si sarebbe manifestato nella sua più regale forma ammantandomi di un mantello corazzato di pura lava fusa dalle caldere dei possenti vulcani, contro cui il proiettile di Irene si sarebbe dovuto scontrare inevitabilmente. Ma non sarebbe finita lì: difatti, con altri veloci sigilli, avrei evocato un fitto stormo di neri corvi di piccola grandezza che, veloci, sarebbo dovuti andare a sciamare addosso al controllore delle ombre, cercando di disturbarlo e di distrarlo in modo da concentrarsi su di loro invece che su di me: così facendo, mi si sarebbe probabilmente aperto uno spiraglio per cercare di mettere fuori gioco Osamu senza necessariamente ucciderlo e, nello stesso momento in cui corvi sarebbero dovuti sciamare verso di lui io mi sarei spostato all'indietro fin quasi sull'uscio della stanza per aumentare per quanto possibile la distanza tra di noi.
    In tutto questo, il mio spirito, irato e carico di rabbia come la mia stessa lava ribollente, era deluso da tutto questo: nonostante il padre avesse fatto tutto ciò per il bene delle sue figlie...uccidere tre persone, dissanguarle e poi lasciarle lì non solo era un sacrilegio alla dignità del corpo ma anche il più alto tradimento al giuramento di un medico che ha giurato di non arrecare mai danni alle persone: avrei fatto qualunque cosa in mio potere per trascinarlo al giusto processo che lo attende.

    Riassunto Azioni


    Azioni

    - Armatura Lavica su di me per andare a contrastare il proiettile di Irene; (-25)
    - Creazione di un muro di calce davanti a Osamu per tentarne di bloccare l'ombra. (-10)

    parametri
    Resistenza: 600
    Stamina: 1000-35= 965/1000

    Maestrie
    Chakra Possente - II° Livello: Mastermind
    Jutsu ad una Mano
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale

    equipaggiamento
    Coprifronte di Iwa [+30 Protezione Testa]
    Guanti Placcati [+50 Protezione Mani]
    Giubbotto Ninja [+100 Protezione Busto]
    Calzari da Combattimento [+60 Protezione Stinchi]
    Borsello Porta-Oggetti [Coscia DX, 10/10 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Taschino Porta-Armi [Fianco SX, 6/8 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Kobashot [Dotazione Standard OSU, avambraccio DX]
    Ricetrasmittente Seras [Dotazione Standard OSU, orecchio SX]

    Consumabili
    Kunai x5 [Borsello]
    Tonico Coagulante x4 [Taschino]
    Tonico da Guerra x2 [Taschino]

    Conoscenze
    Tecniche e del Chakra II
    Oratorie e Popolari I

    note
    ///


    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    Nella casa del signor Osamu la situazione appariva poco chiara. Mentre girovagavo per il salotto in cerca di indizi, il mio compagno Yuugi interrogava il vecchio il quale appariva teso e irrequieto. Dopo qualche istante la ragazza che attendeva nella stanza adiacente attraversò il corridoio e si palesò tra di noi. Portava dei capelli rossi che le accarezzavano le spalle, sulle quali poggiava una sciarpa nera che le cingeva il collo. I suoi occhi, della stessa tonalità della sua chioma, lasciavano trasparire tutto il suo disappunto per la nostra visita. Si accomodò su una poltrona posta in un angolo della stanza, osservando in silenzio e con attenzione l’evolversi della discussione.

    In quel momento raccogliere tutte le emozioni che scaturivano dall’animo dei presenti non mi risultava affatto semplice. Soffermarmici ulteriormente avrebbe finito solamente per confondermi ancor di più. Mi concentrai quindi sul parlato.

    Il vecchio Osamu proseguì con le sue risposte raccontandoci il motivo del suo trasferimento ad Otara.


    Veniamo da una piccola cittadina del Paese del Fulmine... Vedete, mia moglie è morta durante il parto per delle complicazioni e dopo tanti anni non ce la facevamo più vivere ancora lì... Abbiamo quindi deciso di vendere quella casa e trasferirci... In verità io sono originario di Konoha, così abbiamo deciso di venire qui...


    Quelle parole erano accompagnate da sentimenti fortissimi e contrastanti. Da questi scaturiva il legame che quell’uomo aveva instaurato con i suoi affetti. Un dolore che mai prima d’ora avevo mai captato sembrò riflettersi sul mio animo, tanto era genuino. Constatai in quel frangente quanto quel prezioso potere che mi era concesso potesse connettermi con gli altri. Allo stesso tempo però, sentì come un altrettanto radicato amore verso i propri figli potesse fare da faro nel mare in tempesta che racchiudeva il suo cuore. Un’ancora di salvezza che lo teneva attaccato alla vita come non mai e allo stesso tempo cieco obbiettivo di vita. Sua figlia Irene, nell’udire quelle parole provava sentimenti altrettanto forti e contorti e su di essa pesava prepotentemente una sorta di rimorso latente che intendeva riscattare con tutta se stessa.

    La morte della donna, madre e moglie, aveva riportato conseguenze devastanti sull’equilibrio di quella famiglia. Ripensai immediatamente alle ultime vicende che mi avevano coinvolto da vicino, con l’incidete che aveva portato mio padre Noburo a rischiare la morte e che aveva cambiato per sempre la sua esistenza. Le circostanze mi impedivano di focalizzarmi sul turbinio di emozioni che si liberavano in quella stanza. Eravamo lì per fare il nostro lavoro e intendevo onorare il mio compito con la massima professionalità.

    Ad un tratto, nel rispondere a domanda diretta del mio collega di Iwa, il signor Osamu si tradì. Affermò infatti che i due fossero soli in casa. Un’iniziativa non troppo intelligente di fronte a shinobi preparati e competenti. Il topo aveva fatto scattare la nostra trappola e un sorriso beffardo mi si disegnò in volto, mentre la mia mente si liberava di tutte le ambiguità che la stavano attanagliando per concentrarsi sui due, la cui posizione si aggravò improvvisamente.


    Questo è un grave errore, vecchio..


    Mentre proseguivo il mio giro di perlustrazione, alcuni tomi attirarono la mia attenzione e con indisponenza incalzai Osamu che sembrava sempre più nervoso.


    Sono un medico ormai in pensione... Ma non pratico più da anni ormai...


    Che non pratica lo dice lei..caro il mio bugiardo..


    Improvvisamente l’uomo, ormai spazientito, si avvicinò alla porta di ingresso e ci invitò ad abbandonare l’abitazione. L’ansia ormai pervadeva il suo animo e la sua posizione si comprometteva con il passare del tempo.

    La mia attenzione però fu attirata dall’altro lato della casa, precisamente dalla stanza in cui riposava la ragazzina allettata. Infatti con mio grande stupore, notai Haruki materializzarsi dal pavimento ed avvicinarsi al lettino mentre l’altro ragazzo, che doveva essere il nostro nuovo compagno, superava la finestra. Stavano evidentemente infrangendo il piano che avevamo concordato una decina di minuti addietro. Iniziai a sentire un calore ascensionale lungo il corpo che sembrava stringermi il collo e a fatica trattenni il nervosismo davanti ai nostri sospettati. Non si poteva dire che fossi un ragazzo particolarmente simpatico e socievole ma rispettoso, quello sì. A volte i miei modi pungenti potevano sembrare arroganti ma il tutto era contestualizzato in un etica da shinobi profondamente radicata nei concetti di professionalità e di orientamento al risultato. In un ambiente altamente collaborativo come quello dell’OSU e del mondo ninja in generale, avevo sempre raggiunto un compromesso valido tra fiducia reciproca e diffidenza. Dopotutto ero stato chiaro sin dal principio, anche con questi miei nuovi colleghi e nelle mie recenti raccomandazioni a mezzo Seras avevo ribadito ulteriormente il concetto. Ancora una volta però mi trovavo nella situazione di dovermi confrontare con individualismi sfacciati. Non mi aspettavo una tale mossa da uno shinobi intelligente e preparato quale consideravo Haruki. Avrei dunque rivalutato la stima che provavo nei confronti del mio parigrado del deserto.


    Possibile che non riescano ad attenersi ad un c***o di piano?!?!?


    La voce della giovane ragazzina, impaurita e ignara di quello che le stava accadendo intorno, spezzò il silenzio di quegli attimi di suspance.


    SORELLINA... PAPà! CHI C'è QUI?


    Irene scattò con un sussulto dalla poltrona sulla quale era seduta, con i suoi occhi come impossessati dalla collera i quali sembrarono prender vita e sbottò minacciandoci. La nostra copertura era saltata ed il clima già delicato e teso che si respirava in quella casa, si fece ancor più drammatico. I miei occhi demoniaci intravidero nelle intenzioni della sorella maggiore un pericolo imminente e mi preannunciarono che dal movimento delle sue braccia sarebbe presto scaturito un attacco al nostro indirizzo. Avrei dunque allertato preventivamente il mio sistema circolatorio. A quel punto quattro frecce dal colore rosso scuro e la consistenza del plasma si liberarono a grande velocità, ognuna verso un membro della nostra squadra. Avrei dunque fatto affidamento all’elemento che più prediligevo, il Suiton, facendo si che questo permeasse in ogni parte del mio corpo e che sostituisse la solidità di quest’ultimo con le sue proprietà liquide. Così avrei utilizzato la tecnica della Sostituzione Acquatica per portarmi verso il corridoio, attraversando la porta alle mie spalle, seguendo il consiglio dettatomi a gran voce da Yuugi. Avrei avuto quindi una visuale sulla stanza d’ingresso e sul passaggio di mezzeria.

    A quel punto anche Osamu avrebbe compiuto la sua prima mossa. Compose con convinzione il sigillo del Topo e ne risultò un allungamento della sua ombra sul pavimento la quale inequivocabilmente mi avrebbe ricondotto al suo clan d’appartenenza. Aveva dichiarato di essere originario di Konoha e proprio il villaggio della Foglia dava i natali ai famigerati esponenti del clan Nara, i quali erano conosciuti nel mondo ninja per la loro capacità innata di controllare le ombre.


    Mi dispiace davvero... Dovevate lasciarci stare... Non voglio che venga versato altro sangue ma ho giurato di proteggere le mie figlie e che avrei fatto di tutto per donare loro una vita felice e libera dalla maledizione che affligge... Non permetterò a nessuno di portarmele via, nemmeno la morte può!


    Ancora una volta dimostrava una spiccata emotività. Padre e sorella erano completamente travolti dai loro sentimenti e questo poteva rappresentare un vantaggio per noi in quanto, sollecitando questo tasto delicato, avremmo potuto indurli in errore.

    Non c’era molto tempo per riflettere e la mancanza di collaborazione da parte degli altri membri della squadra meritava sicuramente attenzione in quel momento. Fortunatamente Yuugi era uno shinobi ben più navigato di tutti noi altri e le sue riserve energetiche me lo avevano confermato dall’inizio. Oltretutto le sue intenzioni apparivano decisamente in linea con quanto aveva dichiarato fino ad allora e per questo potevo farci maggior affidamento. Dunque mi sarei rivolto proprio allo Special Jonin di Iwa.


    Yuugi ci pensi tu al vecchio?? Proverò a gestire la situazione della ragazzina se non ti dispiace!


    Così avrei fatto sfoggio delle mie arti illusorie, disperdendo nell’aria una quantità di chakra che mi avvolgesse in modo da smaterializzarmi scenograficamente in un cumulo di fiori dai colori autunalli che i presenti avrebbero visto svolazzare nel mezzo del corridoio. Avrei dunque sfruttato la mia immaterialità per evitare di lasciar traccia della mia ombra e mi sarei diretto verso la stanza più vicina, ad est del corridoio. Da lì avrei analizzato dalla mia posizione intermedia lo scenario dall’altro lato della casa. La nostra manipolatrice del sangue era scattata in soccorso della sorella, intercettando Haruki ed Hiro con il quale sarebbe presto scoppiato un combattimento.

    A quel punto, azionai le mie sinapsi per ragionare ad ampio raggio sulla missione e sul modo in cui stava precipitando la situazione. Osamu ed Irene non desideravano altro che difendere Priscilla e lo avrebbero fatto con ogni mezzo a loro disposizione. D’altra parte questa poteva risultare proprio la chiave per volgere a nostro favore la diatriba. Come in una partita a scacchi, il loro Re si trovava in pericolo e sentivo toccasse a me l’incombenza di dichiarare lo scacco matto. Il Magan mi permetteva di non avere ostacoli visivi ed in quel momento avrei dovuto sfruttare quel vantaggio per costruire la mia strategia.


    C’è un solo modo per trovare lo scacco..


    Richiamando una discreta quantità di chakra, avrei eseguito in rapida successione i sigilli del cinghiale, cane, passero, scimmia e pecora. Mi sarei portato la mano destra alla bocca per poi affondare i miei canini sul polpastrello del mio pollice, esponendo una piccola quantità di sangue di cui mi sarei servito come tributo per evocare il patto con il prestigiosissimo ordine dei Serpenti. A quel punto con un movimento netto e deciso avrei segnato con il sangue il mio tatuaggio sull’avambraccio longitudinalmente per richiedere l’ausilio del Serpente Terrestre Maculato. Questi si sarebbe materializzato nel sottosuolo, nei pressi della stanza in cui i miei due compagni stavano affrontando la temibile portatrice del Ketsuryugan. Quindi, scavando nel terreno a grande velocità si sarebbe portato esattamente sotto la ragazzina dagli occhi bendati e improvvisamente sarebbe dovuto fuoriuscire con impeto dal pavimento con le fauci ben spalancate, inglobando nella sua larga cavità orale la piccola Priscilla, trattenendola con cautela. Non potevamo ancora sapere se questa potesse rappresentare un ulteriore pericolo per noi, quindi in via prudenziale avrei preferito trattenerla come ostaggio. A quel punto il serpentone tuffandosi oltre la finestra avrebbe nuovamente guadagnato il sottosuolo, immergendosi nel terreno adiacente all’abitazione per poi uscire qualche metro più in là e rituffarsi un’altra volta.

    A quel punto mi sarei precipitato fuori dall’abitazione, scavalcando la finestra presente in quella stanza, in modo da ricongiungermi qualche metro più in là con il mio serpentone. Non avevamo molte possibilità con un Nara negli spazi angusti che quella casa offriva e nel mio arsenale disponevo di tecniche ad un più ampio raggio.


    Signor Osamu! Non voglio ulteriori spargimenti di sangue, siamo shinobi dell’OSU e possiamo contare sui reparti medici più preparati del mondo ninja. Parliamone. Garantiremo a sua figlia le migliori cure possibili, le do la mia parola!!


    Ero conscio che i miei mezzi sarebbero risultati poco ortodossi e fin troppo rudi. Ma qualora la ragazzina si fosse rivelata innocente, portarla via dal luogo dello scontro poteva risultare una mossa intelligente. In più avremmo avuto maggior potere di contrattazione con i nostri avversari, i quali non si erano dimostrati molto lucidi quando si era trattato di legami familiari.




    ☞ Resistenza: 350/350
    ☞ Stamina: 405 -20 -18 -10 -36 = 321/450
    ☞ Slot Acqua: 30 - 4 = 26/30

    ☞ Resistenza Serpente Terrestre Maculato: 600 -10 -1 -1 -1 = 587/600

    ➤ Protezioni
    ◦ Braccio dx : Coprifronte [30/30]
    ◦ Busto: Giubbotto ninja [100/100]

    ➤ Equipaggiamento
    ◦ Lama retrattile (polso dx)
    ◦ 2x spiedi
    ◦ 1x kunai
    ◦ 5x shuriken (polsino dx)
    ◦ 1x shuriken del vento demoniaco (polsino sx)
    ◦ Ricetrasmittente v4000 "Seras"
    ◦ Kobashot

    ✎ Conoscenze
    ◦ Tecniche e del chakra lvl. II
    ◦ Orientative e geografiche lvl. II

    ✯ Maestrie
    ◦ Arte Suprema dell'Acqua lvl. II

    ☠ Azioni
    ◦ Mantenimento Magan (supporto) [-20 Stamina]
    ◦ Sostituzione Acquatica [-18 Stamina; - 4 Slot Acqua]
    ◦ Tecnica del dissolvimento floreale [-10 Stamina]
    ◦ Tecnica del Richiamo [-36 Stamina]

    ☠ Azioni Serpente Terrestre Maculato
    ◦ Banchetto! (non volto ad offendere, sfrutta il movimento per portare via la ragazzina)[-10 Resistenza]
    ◦ Si tuffa nel sottosuolo fuori dall'abitazione [-1 Resistenza]
    ◦ Sbuca dal terreno [-1 Resistenza]
    ◦ Si tuffa nuovamente nel sottosuolo [-1 Resistenza]

    ✎ Note:

    Non sapevo se considerare le azioni del serpente di entrata/fuoriuscita dal sottosuolo come vere e proprie azioni così ho fatto che conteggiarle.



     
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    La situazione stava nettamente degenerando in quella casa e la squadra di shinobi avrebbe dovuto fare subito qualcosa per ristabilire il controllo sulla situazione. I primi a cercare di fare ciò furono Yuugi e Seto ma tra i due fu solo uno ad avere modo di provarci in maniera efficace. Yuugi purtroppo sottovalutò la pericolosità della situazione e, concentrandosi più su Osamu che su Irene, si ritrovò con l'addome perforato dal proiettile di sangue. Purtroppo per lui, Seto nel frattempo si era spostato fuori dalla stanza e non ebbe modo di rendersi conto della situazione, si apprestò quindi ad occuparsi dei compagni alle prese con una Irene più che infuriata. Il caposquadra però non era uno sprovveduto ed anche con quella ferita poteva tranquillamente tenere a bada Osamu, lo dimostrò issando una poderosa parete che impedì all'ombra di poterlo raggiungere. Ciò però servì anche a separare di netto le due zone della sala e permettere all'uomo di fuggire indisturbato e cercare di raggiungere le figlie facendo il giro della casa.

    Nel frattempo nella stanza vicina, Haruki ed Hiro si trovarono a dover resistere al fragoroso assalto di Irene ma il paramento terrestre e la paratia lignea evocate dagli shinobi, riuscirono a proteggerli interamente senza troppi problemi. Senza indugi quindi, i due allegri compagni iniziarono a confabulare su come partire al contrattacco, noncuranti di Priscilla a loro molto vicina ed in ascolto. Fu infatti nel momento cruciale della partenza degli attacchi che intervenne con un grido

    ATTENTA SORELLINA! VOGLIONO ATTACCARTI INSIEME!

    Irene, con un sorriso quasi malefico, non si scompose minimamente e, nel momento stesso in cui Hiro uscì dalla copertura pronto all'assalto, si ritrovò davanti qualcosa di unico, quasi da mozzare il fiato... Una grande spiaggia, sabbia calda e soffice, bruma marina che ritmicamente raggiungeva i piedi scalzi... Poi il tramonto scarlatto del sole mutò tutto, il rosso prese il sopravvento su quel mondo, un evento che poteva essere qualcosa di davvero fantastico, se non per il fatto che il mare sembrò diventare sangue e, mentre le onde si facevano sempre meno pressanti, l'acqua parve ritirarsi. Fu allora che si potè notare un immensa onda in avvicinamento, ormai non più solo simile al sangue me composta di quella sostanza oltre ogni dubbio e, nel momento in cui ne venne inesorabilmente sommerso, iniziò ad annaspare in quel plasma.

    Irene, osservando l'ormai inerme shinobi al suo cospetto, notò il sopraggiungere di qualcosa di strano, una fitta nebbia stava iniziando a permeare l'ambiente. La cosa più strana era che il ragazzo responsabile di ciò non accennava a muoversi dal punto in cui si trovava, al contrario il suo flusso di chakra, chiaramente visibile grazie al Ketsuryugan era in grande agitazione. Fu proprio l'attenzione a quel flusso che le permise di notare come una rapida emanazione di chakra stava saettando sotto i suoi piedi dando origine ad un costrutto indefinito che sembrava volerla avvolgere. Senza pensarci troppo su, la ragazza mise il massimo impegno possibile nel generare tre bombe plasmatiche nei punti del suo corpo a cui il legno si avvicinava inesorabile e furono proprie quelle ad impattare con la costruzione e causarne la distruzione poco prima che si potesse chiudere a sigillare i movimenti ed il chakra della furiosa ragazza.

    Le cose iniziavano a farsi complicate, aveva rischiato molto ed i problemi per lei non erano certo finiti. Difatti un enorme serpente sbucò di soppiatto proprio sotto Priscilla, a pochi passi da Haruki e, racchiudendola nelle sue fauci sotto lo sguardo inerme di Irene, la portò fuori in tutta fretta sfondando letteralmente la facciata posteriore della casa innescando un crollo non indifferente che coinvolse tutti i presenti e diradò la nebbia. Ciò che accadde in quel momento ebbe dell'incredibile, fu infatti Osamu, grazie alla stessa tecnica usata poco prima, a costringere non solo la figlia, sconvolta da ciò a cui aveva assistito, ma anche i due shinobi, ad uscire prima di rimanere totalmente seppelliti dal collasso del piano superiore. Nemmeno Haruki, cosciente al contrario di Hiro, avrebbe potuto fare nulla contro quella forza schiacciante che muoveva il suo corpo.

    Irene! Non agitarti!

    Esclamò il padre

    Sono dei ninja, non la ucciderebbero mai... Probabilmente sono solo degli idioti incompetenti ma non rischierebbero di ucciderla, certamente sarà ancora nella bocca di quel serpente!

    Nell'udire quelle parole Irene sembrò come ridestarsi e, libera dal controllo dell'ombra ormai disattivato per tutti, partì alla carica cercando di intercettare il serpente ancora intento a muoversi dentro e fuori dal terreno. Fu proprio durante una delle sue uscite dal terreno che la gola del mastodontico rettile venne investita da tre sfere sanguigne che esplosero spargendo sangue ovunque, costringendo l'animale ad aprire le mascelle e lasciar cadere la sua ospite. Fu Irene a prenderla al volo sotto gli occhi stupiti degli ormai tutti riuniti protagonisti di quella assurda vicenda.

    Eccomi qui Priscilla... Ora non hai più nulla di cui preoccuparti... Finchè ci sono io non ti succederà mai nulla di male!

    Seto avrebbe potuto sentire chiaramente quanto Irene fosse attaccata alla sorella, qualcosa che andava ben oltre il normale amore tra sorelle, era quasi come se avesse consacrato a lei la sua intere esistenza e finchè fosse stata capace di muoversi, o anche solo di respirare, avrebbe combattuto per tenerla al sicuro. Ma quei sentimenti vennero subito seguiti da altri, rabbia e disprezzo, rivolti verso gli aggressori.

    Padre... So che queste persone in teoria rientrano tra i buoni... Ma cosa dovremmo fare? Posso picchiarli fino a farli svenire?

    Era evidente quanto pregustasse già quel momento, sia per ciò che era accaduto in passato per quello che era successo poco prima alla sorella. Ma Seto intervenne comunque cercando di concludere in modo pacifico il tutto, ignaro del fatto che ciò che offriva era in parte la causa di tutto ciò che era successo.

    Signori... Io comprendo le vostre buone intenzioni... E credetemi, mi dispiace per ciò che è successo... Ma siete stati voi a causare l'ira di Irene...

    Fece quindi qualche passo avanti verso l'Akame mentre le due sorelle restavano in allerta.

    Ascoltate bene... Vi fornirò delle spiegazioni che chiariranno la situazione... Come vi ho detto precedentemente noi veniamo da Konoha dove io praticavo la professione di medico genetista... In seguito alla nascita delle gemelle, mia moglie ebbe delle complicazioni e morì nell'arco di poche settimane... Come avrete immaginato, lei era detentrice del raro Ketsuryugan e lo trasmise ad entrambe le nostre figlie. Purtroppo però Priscilla è venuta al mondo con una rara disfunzione anemica autoimmune... Il suo sangue, a causa della sua stessa innata, non riesce a sopravvivere ed ha avuto bisogno di continue trasfusioni, ha quindi vissuto praticamente solo in ospedale, attaccata ai macchinari solo per poter vivere... Al contrario Irene... ha sviluppato un potere al di là delle mie aspettative, molto superiore a quello che una ragazza della sua età dovrebbe essere in grado di controllare... Crescendo e rendendosene conto, ha quindi iniziato a vedere ciò come se avesse rubato alla sorella la sua stessa vita... Ed in un certo senso si potrebbe anche dire che sia vero... Nei suoi geni sono presenti doppi frammenti di DNA, almeno per quanto riguarda la sua componente innata, frammenti che mancano a Priscilla e che causano l'instabilità del suo sangue...

    Per qualche istante Osamu fece poi silenzio, palesemente in preda a tristezza e rimorso, come fu anche per le due gemelle anche se poi arrivò un sentimento nuovo per tutte e tre, quasi come una luce nell'oscurità

    Ora però è probabile che sia tutto risolto... Già a Konoha avevo creato una terapia che avrebbe potuto risolvere tutto, non mi fu però permesso di attuarla perchè ritenuta non probabile... Mi ritenevano troppo coinvolto emotivamente... Volevano tenere una mia figlia prigioniera di un letto d'ospedale per tutta la vita, con l'altra che se ne sentiva colpevole seppur non fosse effettivamente una sua colpa... Fu così che prendemmo una decisione, abbandonammo Konoha e ci rifuggiammo qui tenendo nascosta l'esistenza di Priscilla... Iniziammo quindi in autonomia la terapia che avevo elaborato, purtroppo era necessario del sangue fresco ed optammo per colpire dei bersagli specifici, solo ed unicamente feccia che viveva nel lato buio della legalità, tanto abile da non attirare mai tanto la vostra attenzione e quindi libera di poter restare impunita per le loro azioni deplorevoli... Ci siamo quindi macchiati di quei tre delitti per causa di forza maggiore, con il grande limite di non ferire mai persone innocenti...

    Iniziò quindi ad avvicinarsi alle figlie, premurandosi delle condizioni in cui si trovavano gli occhi di Priscilla

    Bene... Tesoro puoi aprire gli occhi...

    La ragazza fece quindi ciò che il padre gli aveva detto e, dopo qualche istante necessario a mettere a fuoco, iniziò a guardarsi intorno sorridendo

    Credo immaginerete da dove vengano questi occhi... Si, dall'ultima vittima... Per guarirla dal suo problema ho dovuto privarla della sua innata ed asportare i suoi occhi originali... Solo allora, grazie al particolare potere sviluppato da Irene, abbiamo potuto lavorare insieme sia a livello genetico che globulare per farla ristabilire... Seppur non ci sia ancora dato sapere se abbia o no funzionato...

    Il discorso sembrava ormai essere quasi giunto al termine ed il momento di decidere come quella vicenda sarebbe finita era alle porte

    Ora... La mia idea è questa...

    Disse Osamu rivolgendosi agli shinobi ormai raggruppati davanti a pochi metri dalla famiglia

    Lasciateci andare via da qui e, se Priscilla sarà guarita, avrete la mia parola che non ci saranno mai più delitti, in caso contrario, se dovesse essere necessario, come in questo caso, ci assicureremmo di colpire solo malvagi sfuggiti al vostro sistema... In un certo senso vi faremmo anche un favore... Pensateci, voi avreste comunque completato con successo la missione avendo fatto cessare i delitti...

    Attese quindi pochi istanti per dare modo agli shinobi di metabolizzare le informazioni

    Se nonostante tutto deciderete di voler andare avanti... Sappiate che noi ci difenderemo al massimo delle nostre possibilità... La nostra speranza è che ciò non sarà necessario... A voi la scelta...

    Ad Osamu non restò quindi che attendere la decisione del team posizionandosi davanti alle due figlie con Irene che a sua volta teneva stratta Priscilla tra le braccia per proteggerla.



    E tutto fu rivelato :please: Ora, premettendo che ciò che ha detto Osamu è vero e che in ogni caso la missione è compiuta :rosa: Dovete decidere come chiudere le danze, lasciarli andare o catturarli? Se avete dubbi sapete dove trovarmi...

    Ah dimenticavo... in caso voleste combattere ecco i danni che avete beccato:
    Yuugi 144 (100 distruggono il giubbotto e 44 effettivi) / sanguinamento - 30 a turno
    Seto //
    Serpente 398
    Haruki //
    Hiro 230

    Ultima cosa, le mazzate che avete preso sono principalmente per il macello che avete combinato in difesa/attacco... Zyl per primo che ha completamente invertito i tempi degli attacchi ricevuti. Tenshi, tu hai un pò un macello in attacco con le lanche messe da parte, poi usato la stretta, poi tirate le lance a mano (credo?) quindi una alla volta e potenziate in blocco (emm) ed in seguito usata la stretta attivata diversa azioni prima...
    Veniamo a Jet, 3 diverse azioni ( Velo eco e ceppi), non possono avvenire in contemporanea... in sequenza si, quindi prestate attenzione a come impostate le combo, se vi mettete daccordo potete incastrarvi le azioni anche tipo LPQ
    Ultimo Seto... Hai raso al suolo quella cacchio di casa :please: Te li revoco i serpenti :ehm:


    Edited by Roy90 - 30/7/2021, 14:05
     
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    Se ero ancora in forze dovevo ringraziare il mio giubbotto che riuscì ad assorbire buona parte del colpo della freccia che comunque riuscì a trapassare l'addome prima che venisse coperto dalla mia armatura. Mi accasciai a terra, ansimante: vedendo che stavo sanguinando con dei vistosi rivoli che rigavano i miei pantaloni, feci in modo e maniera di non peggiorare la situazione limitandomi a trarre dal mio borsello una benda che avvolsi stretttamente a me in modo da fermare il sanguinamento. Poco dopo, con non poca fatica, mi rialzai e riuscii a malapena ad uscire dalla casa che, poco dopo, crollò. Successivamente, con l'aria provata, mi riunii ai miai compagni potendo ben constatare come Hiro fosse messo piuttosto male. Guardai un momento tutti quanti prima di vedere Seto intervenire per fermare gli eventi in modo pacifico. Dalla reazione di Irene, potei constatare quanto lei fosse attaccata - quasi in maniera viscerale - alla sorella. Nel frattempo, mi si avvicinò ___ che mi sussurrò una proposta che mi sembrava qualcosa di fattibile.

    So che non è esattamente il momento adatto per fare questo tipo di proposta ma non possiamo semplicemente lasciarli andare e combatterli...Non so se ce la faremo, ma io mi fido di lei. Però, se vuole scendere a compremessi, io vorrei proporre di farli venire all'OSU per far eseguire i controlli sulla bambina e controllare se la malattia è scomparsa, per poi incarcerare il padre che è, da quanto ha dichiarato, il mandante degli omicidi. La ragazza invece non mi sembra nelle condizioni di voler accettare di separarsi dalla sorellina, potremmo scatenare la sua pazzia. Abbiamo visto tutti come agisse per puro istinto quindi magari potremmo cercare per loro una famiglia a cui affidarle e tenerle sotto stretta sorveglianza.

    Rimasi sorpreso: rispetto alla proposta che avevo in mente, quella di Hiro era di gran lunga migliore - gliene avrei dato atto e credito nel rapporto sicuramente.
    Poco dopo, rimasi ad ascoltare Osamu e le sue ragioni - facendo di soppiatto un leggero cenno a Seto di tenerlo d'occhio nel caso dicesse parole menzognere.

    CITAZIONE
    Signori... Io comprendo le vostre buone intenzioni... E credetemi, mi dispiace per ciò che è successo... Ma siete stati voi a causare l'ira di Irene...

    Alzai un sopracciglio, stupito: noi avevamo provocato l'ira della ragazza? Mi voltai di scatto verso gli altri con aria furente come a dir loro 'non appena abbiamo concluso, faremo quattro chiacchere...'
    Nell'istante successivo, mi voltai nuovamente verso di lui intento ad ascoltare il proseguio del suo discorso.

    CITAZIONE
    Ascoltate bene... Vi fornirò delle spiegazioni che chiariranno la situazione... Come vi ho detto precedentemente noi veniamo da Konoha dove io praticavo la professione di medico genetista... In seguito alla nascita delle gemelle, mia moglie ebbe delle complicazioni e morì nell'arco di poche settimane... Come avrete immaginato, lei era detentrice del raro Ketsuryugan e lo trasmise ad entrambe le nostre figlie. Purtroppo però Priscilla è venuta al mondo con una rara disfunzione anemica autoimmune... Il suo sangue, a causa della sua stessa innata, non riesce a sopravvivere ed ha avuto bisogno di continue trasfusioni, ha quindi vissuto praticamente solo in ospedale, attaccata ai macchinari solo per poter vivere... Al contrario Irene... ha sviluppato un potere al di là delle mie aspettative, molto superiore a quello che una ragazza della sua età dovrebbe essere in grado di controllare... Crescendo e rendendosene conto, ha quindi iniziato a vedere ciò come se avesse rubato alla sorella la sua stessa vita... Ed in un certo senso si potrebbe anche dire che sia vero... Nei suoi geni sono presenti doppi frammenti di DNA, almeno per quanto riguarda la sua componente innata, frammenti che mancano a Priscilla e che causano l'instabilità del suo sangue...
    Ora però è probabile che sia tutto risolto... Già a Konoha avevo creato una terapia che avrebbe potuto risolvere tutto, non mi fu però permesso di attuarla perchè ritenuta non probabile... Mi ritenevano troppo coinvolto emotivamente... Volevano tenere una mia figlia prigioniera di un letto d'ospedale per tutta la vita, con l'altra che se ne sentiva colpevole seppur non fosse effettivamente una sua colpa... Fu così che prendemmo una decisione, abbandonammo Konoha e ci rifuggiammo qui tenendo nascosta l'esistenza di Priscilla... Iniziammo quindi in autonomia la terapia che avevo elaborato, purtroppo era necessario del sangue fresco ed optammo per colpire dei bersagli specifici, solo ed unicamente feccia che viveva nel lato buio della legalità, tanto abile da non attirare mai tanto la vostra attenzione e quindi libera di poter restare impunita per le loro azioni deplorevoli... Ci siamo quindi macchiati di quei tre delitti per causa di forza maggiore, con il grande limite di non ferire mai persone innocenti...

    Rimasi attonito alle sue parole, e il mio sentimento di ira si mutò in tristezza: Osamu aveva agito in quel modo, uccidendo tre criminali - che comunque erano tre persone, nonostante tutto - per amore della figlia minore. Non dissi nulla, ma lo osservai mentre si dirigeva dalla figlia minore per controllarne gli occhi.

    CITAZIONE
    Credo immaginerete da dove vengano questi occhi... Si, dall'ultima vittima... Per guarirla dal suo problema ho dovuto privarla della sua innata ed asportare i suoi occhi originali... Solo allora, grazie al particolare potere sviluppato da Irene, abbiamo potuto lavorare insieme sia a livello genetico che globulare per farla ristabilire... Seppur non ci sia ancora dato sapere se abbia o no funzionato...

    Infine, si rivolse a noi per quella che sembrava la conclusione del suo discorso.

    CITAZIONE
    Ora... La mia idea è questa...
    Lasciateci andare via da qui e, se Priscilla sarà guarita, avrete la mia parola che non ci saranno mai più delitti, in caso contrario, se dovesse essere necessario, come in questo caso, ci assicureremmo di colpire solo malvagi sfuggiti al vostro sistema... In un certo senso vi faremmo anche un favore... Pensateci, voi avreste comunque completato con successo la missione avendo fatto cessare i delitti...
    Se nonostante tutto deciderete di voler andare avanti... Sappiate che noi ci difenderemo al massimo delle nostre possibilità... La nostra speranza è che ciò non sarà necessario... A voi la scelta...

    Ero decisamente diviso sul da farsi: le loro ragioni, per quanto assurdo mi poteva far sentire, erano onorevoli e fatte a fin di bene - ma il fatto di aver comunque ucciso tre persone, feccia o meno che fossero, e di averne preso il loro sangue era non solo un crimine di altissima gravità, ma anche una delle massime violazioni al codice etico dei medici. Osservai per un momento i miei compagni, quindi presi la parola a nome di tutti.

    Osamu-san...abbiamo ascoltato le vostre ragioni, e comprendiamo che ciò che avete compiuto è stato a fin di bene per Priscilla - non lo si può negare. Nonostante ciò...feccia o meno che fossero, avete comunque ucciso e dissanguato tre persone e questo non è possibile farlo passare senza scontare una pena commisurata, pertanto lasciarvi andare non è fattibile. Al momento, però, ci troviamo in un' impasse da cui non ne usciremmo in modo e maniera da accontentare tutti senza combatterci e ciò metterebbe a serio rischio proprio la bambina. Perciò, vorrei esporvi la nostra proposta - poi ci direte se può essere una soluzione fattibile per tutti quanti, cosa che mi auguro dal momento che già vi sono stati abbastanza morti e non ne vogliamo altri.

    Mi fermai per un momento a riprendere fiato, quindi ripresi.

    La proposta è la seguente: se voi tre accetterete di venire accompagnati da noi presso l'OSU - ovvero l'Organizzazione degli Shinobi Uniti - faremo in modo che i nostri medici possano eseguire tutti i controlli possibili ed immaginabili per constatare e confermare, nel caso, che Priscilla non sia più affetta dalla malattia di cui lei ha parlato. Successivamente ai controlli - e, per quanto mi addolori, purtroppo è un atto necessario - lei, Osamu, verrà preso in custodia dai nostri colleghi per scontare i crimini mentre Irene e Priscilla potrebbero venire affidate insieme ad una famiglia adatta alle circostanze dove poi verrebbero tenute sotto stretta sorveglianza sempre dall'OSU. Non abbiamo intenzione di dividerle in quanto è palese che entrambe sono visceralmente legate tra di loro e fare ciò sarebbe detrimentale per entrambe. Discutetene, poi dateci la vostra risposta.

    E mentre loro avrebbero cominciato a discutere la nostra proposta, io sarei rimasto in attesa della loro eventuale risposta speranzoso che la accettassero.
    Riassunto Azioni


    Azioni

    ///

    parametri
    Resistenza: 600-44= 556/600
    Stamina: 965/1000

    Maestrie
    Chakra Possente - II° Livello: Mastermind
    Jutsu ad una Mano
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale

    equipaggiamento
    Coprifronte di Iwa [+30 Protezione Testa]
    Guanti Placcati [+50 Protezione Mani]
    Giubbotto Ninja [+100 Protezione Busto - Distrutto]
    Calzari da Combattimento [+60 Protezione Stinchi]
    Borsello Porta-Oggetti [Coscia DX, 10/10 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Taschino Porta-Armi [Fianco SX, 6/8 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Kobashot [Dotazione Standard OSU, avambraccio DX]
    Ricetrasmittente Seras [Dotazione Standard OSU, orecchio SX]

    Consumabili
    Kunai x5 [Borsello]
    Tonico Coagulante x4 [Taschino]
    Tonico da Guerra x2 [Taschino]

    Conoscenze
    Tecniche e del Chakra II
    Oratorie e Popolari I

    note
    ///


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    Seto Akame







    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    La miccia accesa dall’urlo improvviso della figlia di Osamu fece precipitare repentinamente la situazione. Ne risultò una reazione a catena di tutte le mosse dei presenti che si adoperarono senza fronzoli nell’affrontare ognuno il proprio avversario. Il ridotto spazio d’azione che la casa ci offriva non era di certo l’ambiente ideale per me che nonostante tutto riuscì ad evitare il proiettile di plasma lanciatomi dalla furiosa Irene ed in seguito ad eludere il tentativo di cattura dell’ombra del Nara. La mia mente riuscì così ad elaborare una strategia apparentemente valida ma che non sortì gli effetti desiderati, almeno in parte. Il Serpentone irruppe nella stanza, dove Haruki e Hiro stavano fronteggiando la portatrice del Ketsuryugan, dal pavimento e aprendo le sue enormi fauci catturò la piccola Priscilla. Dopodichè, sfondando con la sua notevole mole uno dei muri perimetrali dell’abitazione causò una mancanza di stabilità della struttura la quale iniziò a preannunciare, con un suono simile ad un lamento, un cedimento imminente. Io che mi trovavo ormai all’esterno non potetti far altro che osservare quello che accadde. Sulle mura si fecero spazio a gran velocità degli importanti squarci e la parte superiore del fabbricato iniziò a sfaldarsi ed in un lasso di tempo decisamente breve la casa collassò su se stessa. Il boato fu terrificante e dai calcinacci si alzò un’ingente quantità di polvere, dovuta dai detriti, alla quale resistetti poggiando il mio avambraccio davanti a naso e bocca, chiudendo gli occhi per qualche istante.

    Fortunatamente il sig. Osamu si era premurato, grazie all’ausilio della sua dote innata, di portare in salvo i miei compagni e le sue figlie, scongiurando il peggio.

    Avevo decisamente sottovalutato l’irruenza del serpentone e per mia fortuna a questa mia disattenzione ci mise una pezza il vecchio.


    Wow! Quel bestione ha tirato giù la casa con un colpo..Per fortuna non si è fatto male nessuno..che potenza distruttiva questi serpenti..


    Abbozzai un ghigno spontaneo.

    Il mio fedele compagno strisciante provò ad allontanarsi con la ragazzina in custodia ma la sua corsa venne interrotta dall’iniziativa di Irene, la quale lo bersagliò con una serie di sfere di plasma che lo colpirono in pieno spargendo sangue ovunque. L’impatto fu talmente doloroso per il serpente maculato che lo costrinse ad aprir la bocca, lasciando cadere la sua preda, raccolta al volo tra le braccia della sorella.

    A quel punto, tra lo stupore dei presenti per l’escalation di azioni distruttive andatasi a creare, la situazione tornò a tranquillizzarsi per un attimo.

    Irene nel rassicurare la sorellina mostrò ancora una volta tutto il suo attaccamento nei suoi confronti; un sentimento impetuoso, al punto da impedirle di vedere null’altro che la sicurezza della fragile Priscilla. Dunque un profondo risentimento, sempre crescente, riservava nei nostri confronti.

    Le mie parole, volte a mitigare il clima troppo pericoloso che si era venuto a creare, sembrarono però far breccia negli istinti del sig. Osamu che iniziò a sviscerare quanto ancora era avvolto nel mistero nelle intricate questioni di Otara.

    Affermò di essere un esperto genetista e ci parlò di come la moglie non sopravvisse alle complicanze del parto gemellare. Irene e Priscilla avevano quindi ereditato il doujutsu materno ma la seconda maturò ben presto una rara disfunzione anemica autoimmune. Sostanzialmente il suo stesso sangue era vittima del funzionamento biologico del Ketsuryugan, pertanto si resero necessarie delle continue trasfusioni. D’altra parte l’altra sorella aveva sviluppato un potere che andava ben oltre la normalità e questo scaturì in lei una sorta di senso di colpa nei confronti della gemella. Da quanto affermava il vecchio, l’una deteneva frammenti di DNA che all’altra mancavano.

    Rimasi ad ascoltare quelle parole, seguendo il filo logico che le interconnetteva. Non ero un medico ed anche se ne avevo avuto uno sotto lo stesso tetto per 16 anni, ero pressoché impreparato in materia. Ritrovavo però un inaspettato fascino nel modo in cui la questione venne esposta dal nostro sospetto. Le sue approfondite conoscenze in materia gli avevano permesso di comprendere a fondo le condizioni cliniche delle figlie e ben presto avrei scoperto che gli permisero altresì di salvargli la vita.


    Nel proseguire il suo monologo, il medico di Konoha si dichiarò colpevole di quanto era accaduto in quel piccolo villaggio. Lui e Irene avevano agito insieme, macchiandosi dell’omicidio di più persone, per salvaguardare la salute di Priscilla. A quel punto scese nei dettagli dei misfatti e ammise oltretutto di aver privato l’ultima vittima dei bulbi oculari per poi innestarli alla figlia, privandola di fatto della sua arte innata. Questo intervento però avrebbe dovuto porre fine alle sofferenze della piccola, rendendo di fatto inutili ulteriori spargimenti di sangue. Così iniziò a proporre una sua condizione per porre fine alle ostilità.


    Lasciateci andare via da qui e, se Priscilla sarà guarita, avrete la mia parola che non ci saranno mai più delitti, in caso contrario, se dovesse essere necessario, come in questo caso, ci assicureremmo di colpire solo malvagi sfuggiti al vostro sistema... In un certo senso vi faremmo anche un favore... Pensateci, voi avreste comunque completato con successo la missione avendo fatto cessare i delitti...


    Prese fiato per poi proseguire.


    Se nonostante tutto deciderete di voler andare avanti... Sappiate che noi ci difenderemo al massimo delle nostre possibilità... La nostra speranza è che ciò non sarà necessario... A voi la scelta...


    Ci trovavamo dunque davanti ad una famiglia indubbiamente sfortunata, che in un lieto evento quale il parto dovrebbe essere si era invece ritrovata a vivere un incubo, partito con la scomparsa prematura della madre e proseguito poi con la rara malattia di Priscilla. Le ripercussioni di quegli eventi sulla psiche di Osamu e poi sulla figlia Irene erano evidenti. Non spettava di certo a me giudicarli e mi era inoltre impossibile comprendere il loro dolore. La situazione però andava valutata nel suo complesso e quindi considerare i risvolti che erano finiti con il coinvolgere la cittadinanza di quel minuscolo villaggio. I due erano mossi senz’altro da sentimenti nobili come la protezione del proprio nucleo familiare. Tuttavia si erano arrogati il diritto di poter decidere le sorti di terzi, da loro considerati feccia e che, per quanto potessero aver ragione, non gli spettava di certo.

    Noi eravamo stati convocati dall’OSU per porre fine alla striscia di sangue di Otara ed in qualche maniera potevamo anche affermare di esserci riusciti. Tuttavia, in qualità di membri dell’organizzazione degli shinobi eravamo altresì portatori e protettori dei valori che l’alleanza perseguiva. Ci trovavamo di fronte a due killer e la proposta di Osamu, per quanto potesse sembrare sincera, non poteva lasciarci tranquilli nel lasciare a piede libero persone evidentemente travolte dalla propria emotività. Tra tutte le intenzioni ed emozioni che avevo captato infatti, la percezione che queste controllassero in un certo senso quei due individui mi era stata chiara dall’inizio e rappresentava di certo un problema per la società là fuori.

    Yuugi, che era il più esperto e più alto di grado tra noi, rispose al vecchio proponendogli una via di uscita. Ascoltai il suo discorso e decisi di intervenire una volta concluso. Dopotutto io, grazie alla mia abilità innata, ero l’unico ad avere una più ambia visione di quella faccenda e ritenevo doveroso puntualizzare alcuni concetti per me imprescindibili.


    Sig. Osamu, Irene e Priscilla…non sono qui per giudicarvi ed è giusto che d’ora in poi non vengano commessi ulteriori sbagli. Ne va sia dell’interesse della comunità che di quelli della piccola Priscilla. Osamu lei è un dottore ed ha trovato una via di speranza per sua figlia che altrove non poteva essergli offerta. A questo punto non ci sarà bisogno di ulteriori spargimenti di sangue e l’unico obbiettivo è quello di accertarsi che la ragazzina possa proseguire il suo percorso di guarigione. Non possiamo sorvolare però sui crimini commessi. Siamo uomini, niente di più e laddove c’è il dovere di prendersi le proprie responsabilità c’è da farlo. Non voglio insegnarle a fare il padre, in questo ha dimostrato più che sufficienti qualità. Ma su una cosa voglio che rifletta: altre famiglie sono state coinvolte in questa storia e se tutte reagissero alla stessa maniera, probabilmente nessuno vivrebbe una vita tranquilla. Subentreranno i rimorsi, sentimenti di vendetta, odio e altro sangue. Vuole che sua figlia, adesso che è finalmente guarita, viva tutto questo?! Davvero vorrebbe accollargli il peso di tutti questi crimini?! Abbiamo avuto la dimostrazione di come le emozioni possono cambiarci, controllarci persino. Adesso è il momento di prendere in mano la vita ed affrontarla in pace con se stessi e con il mondo. Lei e sua figlie Irene dovete rispondere delle vostre azioni e guardare al futuro da persone nuove. Solo così potreste godervi quello che il futuro ha in serbo per voi. Una volta riuniti non avreste più pesi sulla coscienza, quei pesi che vi hanno portato a vivere in disparte e nella menzogna. Riscattatevi. Fatelo anche per chi ha dato la vita per voi.


    Quelle parole mi uscirono dal cuore, frutto del forte coinvolgimento spirituale che si instaurò in quello scambio empatico che i miei occhi mi concessero. Ancora una volta, nella mia vita, entrava in gioco il labile confine tra le libertà personali e l’interesse della comunità. Il medico aveva fatto uso delle sue approfondite conoscenze genetiche per mettere in pratica quello che la scienza gli permetteva di fare per salvare la vita della figlia. D’altra parte la scia di omicidi aveva terrorizzato e messo a dura prova la vita di tutti i cittadini di Otara. Entravano così in ballo il gioco e la candela; di lì tutte le considerazioni del caso.

    Tutto poteva ora tornare alla normalità se tutti i coinvolti avessero collaborato con la giusta lucidità. Ci restava da scoprire se l’accordo si sarebbe potuto concludere pacificamente.




    ☞ Resistenza: 350/350
    ☞ Stamina: 321 -20 = 301
    ☞ Slot Acqua: 26/30

    ☞ Resistenza Serpente Maculato Terrestre: 189/600

    ➤ Protezioni
    ◦ Braccio dx : Coprifronte [30/30]
    ◦ Busto: Giubbotto ninja [100/100]

    ➤ Equipaggiamento
    ◦ Lama retrattile (polso dx)
    ◦ 2x spiedi
    ◦ 1x kunai
    ◦ 5x shuriken (polsino dx)
    ◦ 1x shuriken del vento demoniaco (polsino sx)
    ◦ Ricetrasmittente v4000 "Seras"
    ◦ Kobashot

    ✎ Conoscenze
    ◦ Tecniche e del chakra lvl. II
    ◦ Orientative e geografiche lvl. II

    ✯ Maestrie
    ◦ Arte Suprema dell'Acqua lvl. II

    ☠ Azioni
    ◦ Mantenimento Magan [-20 Stamina]


     
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    Quel suono quasi assordante, nato proprio dall'incontro tra quella saetta cremisi e la mia paratia lignea, s'espanse dentro quella stanza - ormai divenuta troppo stretta - come una macchia d'olio. Esso diede l'esito dell'attacco di colei che si piombò contro le nostre figure, giacché seppe resistere all'assalto come un divino guerriero in armatura lucente. L'oscurità, dunque, non riuscì a sradicare la barriera lignea, fermandosi proprio contro di essa e scomparendo in un mistero ancor più cupo. Ancora non capivo contro cosa stavo combattendo e mai prima d'ora avevo visto una tale tecnica. Essa era diversa dai soliti proiettili elementali, di tutt'altra fattura e creazione. Tuttavia, sembrò che il Legno riuscisse a resistergli, anzi, pareva essere decisamente di potenza superiore, come se il mio elemento fosse il dominante fra i due. Avevo dunque scoperto una preziosa informazione da usare proprio contro il gentil sesso, che ironicamente, non aveva più nulla di gentile. Diedi un ultimo sguardo a colei che in quel momento cercavo di difendere ma che tuttavia, mi aveva appena pugnalato alle spalle. Come potevo biasimarla. Ero entrato nella sua stanza di soppiatto, proprio come un ladro. Quel futile tentativo però, mi serviva per riuscire a capire qualcosa su quel mistero e lentamente, alcuni pezzi del puzzle, andavano ad incastonarsi nel loro posto. Quello era proprio un trapianto ed ero fermamente convinto che, gli occhi della terza vittima, fossero proprio quelli che ero riuscito ad intravedere un attimo prima. Mi fu chiaro, quindi, capire che fosse lei ad averne bisogno e lo stato in cui vigeva, mi diede da pensare che fosse anche malata. Ma lo scontro degenerò in fretta, per cui, mi fu difficile riuscire ad elaborare ulteriori ipotesi. I miei adorati Ceppi Crudeli furono spazzati via, distrutti dal nemico in un qualche modo che tuttavia, non mi fu facile capire visto il banco di nebbia che avevo creato precedentemente. Poi tutto fu' immerso dal caos.

    « No ferm.. »

    Tentai di allungare la man dritta verso quell'inquietante creatura che sbucò letteralmente dal terreno, finendo per socchiudere la ragazzina allettata nelle sue fauci. Inutili furono i miei tentativi, giacché essa fu' dannatamente veloce e silenziosa. Difatti non mi accorsi minimamente della sua presenza ma sapevo che quel mostro, era stato generato dal Kiriano. In pochi secondi mi ritrovai disteso sul pavimento, con il braccio destro che cercava di proteggere il viso e gli occhi da tutta quella nube di polveri e detriti. Il muro che dapprima avevo alle spalle, ormai, non esisteva più e le luci prepotenti del giorno vennero a mostrarsi in quella stanza, colpendomi in volto e spingendomi ad osservare cosa stava accadendo. Il serpente continuava ad avanzare, mentre io rimasi immobile a chiedermi cosa diavolo avesse in mente l'Akame.

    « Che diavolo..?! »

    Il mio corpo iniziò a muoversi, senza che il mio cervello avesse dato un singolo comando. Non ero, dunque, io l'artefice di tal passo né riuscivo a contrastarlo. Potei solamente digrignare i denti ed imprecare, mentre il secondo piano iniziava letteralmente a cadere a pezzi. Infine vidi Osamu, il padre delle due sorelle. La sua ombra, incredibilmente, era legata alla mia, cosi come a quella di Priscilla e di Hiro. Che avesse voluto salvarci dalla distruzione imminente della casa? Perché avrebbe dovuto farlo? La faccenda si faceva sempre più misteriosa. Non sapevo minimamente cosa dire, mi limitavo solamente ad osservare la scena e ad analizzare tutto ciò che mi circondava. Prima volevo ucciderli a tutti i costi, poi mi chiedevo perché avesse provato a salvarci. Lasciarci in quella situazione era la soluzione più facile, quella che avrebbe permesso a lui e alle sue figlie di fuggire indisturbate. Nel mentre pensavo, però, Priscilla intervenne dopo le parole del padre. Difatti attaccò il serpente evocato da Seto, liberando sua sorella dalle fauci del mostro. Vidi la disperazione nei suoi occhi, la preoccupazione sulle sue labbra ed un amor incontrollabile nel suo abbraccio. Rimasi sbalordito da tale visione, come se mi fisso rivisto in lei.

    « Signori... Io comprendo le vostre buone intenzioni... E credetemi, mi dispiace per ciò che è successo... Ma siete stati voi a causare l'ira di Irene... »

    Dovevo credergli? Avrei dovuto sbrigarmi ad ucciderli o avrei dovuto lasciarli vivere? Vidi, in quel momento, tra tutte quelle ombre, una sorta di sfumatura grigia. Fu quella stessa essenza a fermarmi, come se mi suggerisse cosa fare. Quindi, attesi.

    « Ascoltate bene... Vi fornirò delle spiegazioni che chiariranno la situazione... Come vi ho detto precedentemente noi veniamo da Konoha dove io praticavo la professione di medico genetista... In seguito alla nascita delle gemelle, mia moglie ebbe delle complicazioni e morì nell'arco di poche settimane... Come avrete immaginato, lei era detentrice del raro Ketsuryugan e lo trasmise ad entrambe le nostre figlie. Purtroppo però Priscilla è venuta al mondo con una rara disfunzione anemica autoimmune... Il suo sangue, a causa della sua stessa innata, non riesce a sopravvivere ed ha avuto bisogno di continue trasfusioni, ha quindi vissuto praticamente solo in ospedale, attaccata ai macchinari solo per poter vivere... Al contrario Irene... ha sviluppato un potere al di là delle mie aspettative, molto superiore a quello che una ragazza della sua età dovrebbe essere in grado di controllare... Crescendo e rendendosene conto, ha quindi iniziato a vedere ciò come se avesse rubato alla sorella la sua stessa vita... Ed in un certo senso si potrebbe anche dire che sia vero... Nei suoi geni sono presenti doppi frammenti di DNA, almeno per quanto riguarda la sua componente innata, frammenti che mancano a Priscilla e che causano l'instabilità del suo sangue... »

    A quel racconto, caddero tutti i propositi di vendetta. Quello che avevo ipotizzato si rivelò, in parte, essere giusto. Ormai non sapevo più cosa fare. Il mio sguardo si sbarrò e si spense della propria luce, tenendosi comunque fermo sulle labbra di Osamu.

    « Ora però è probabile che sia tutto risolto... Già a Konoha avevo creato una terapia che avrebbe potuto risolvere tutto, non mi fu però permesso di attuarla perchè ritenuta non probabile... Mi ritenevano troppo coinvolto emotivamente... Volevano tenere una mia figlia prigioniera di un letto d'ospedale per tutta la vita, con l'altra che se ne sentiva colpevole seppur non fosse effettivamente una sua colpa... Fu così che prendemmo una decisione, abbandonammo Konoha e ci rifuggiammo qui tenendo nascosta l'esistenza di Priscilla... Iniziammo quindi in autonomia la terapia che avevo elaborato, purtroppo era necessario del sangue fresco ed optammo per colpire dei bersagli specifici, solo ed unicamente feccia che viveva nel lato buio della legalità, tanto abile da non attirare mai tanto la vostra attenzione e quindi libera di poter restare impunita per le loro azioni deplorevoli... Ci siamo quindi macchiati di quei tre delitti per causa di forza maggiore, con il grande limite di non ferire mai persone innocenti... »

    « Se nonostante tutto deciderete di voler andare avanti... Sappiate che noi ci difenderemo al massimo delle nostre possibilità... La nostra speranza è che ciò non sarà necessario... A voi la scelta... »

    Più ascoltavo le sue parole, più affondavo nello stesso male d'odio che s'agitava dentro di me. Ero allo sbando, senza nemmeno sapere più cosa fare. Portai lo sguardo verso le due sorelle gemelle e la mia pelle, rabbrividì non appena i nostri sguardi s'incrociarono. Fu come vedermi allo specchio. Quell'amore cosi forte era lo stesso che provavo nei confronti di Kazuhiko e della stessa Shizuka. Condividevamo perfino lo stesso destino. Mi tenni nascosto nel castello di vetro della mia mente, ove avrei potuto difendermi da tutto ciò che si avvicinava verso di me. Per mia sfortuna, però, quella vicenda aveva già raggiunto il mio cuore. Infine, abbassai il capo verso il terreno, sconfitto dalla loro volontà.

    « Avrei voluto incontrarvi prima di tutto ciò.. »

    Sospirai, cercando di liberarmi di tutta quella ansia presente sulle mie spalle. Probabilmente nessuno dei presenti avrebbe capito le mie esatte parole ma nemmeno m'importava. La situazione per quella famiglia però, si era messa male.

    « La proposta è la seguente: se voi tre accetterete di venire accompagnati da noi presso l'OSU - ovvero l'Organizzazione degli Shinobi Uniti - faremo in modo che i nostri medici possano eseguire tutti i controlli possibili ed immaginabili per constatare e confermare, nel caso, che Priscilla non sia più affetta dalla malattia di cui lei ha parlato. Successivamente ai controlli - e, per quanto mi addolori, purtroppo è un atto necessario - lei, Osamu, verrà preso in custodia dai nostri colleghi per scontare i crimini mentre Irene e Priscilla potrebbero venire affidate insieme ad una famiglia adatta alle circostanze dove poi verrebbero tenute sotto stretta sorveglianza sempre dall'OSU. Non abbiamo intenzione di dividerle in quanto è palese che entrambe sono visceralmente legate tra di loro e fare ciò sarebbe detrimentale per entrambe. Discutetene, poi dateci la vostra risposta »

    Le parole di Yuugi sembrarono porre una dura ed amara sentenza. Ciò che diceva era il vero, non potevamo lasciarli liberi ed un combattimento avrebbe solamente compromesso il loro amore. Il mio cervello, però, interruppe tutte le sue funzioni non appena fu chiaro il da farsi riguardante le due sorelle. Cosa avrei fatto al loro posto? Era davvero un accordo prolifico per entrambe le parti? Probabilmente, non lo avrei accettato. Ciò che chiedeva Yuugi, ai miei occhi, non era possibile da realizzare.

    « Il mio nome è Haruki Sato e vengo da Suna. Probabilmente non avrei il diritto di parlare in questo momento, dato che con le mie azioni ho compromesso il piano d'azione ma avevo i miei motivi.. » Sapevo di essere in una posizione scomoda e che al ritorno avrei dovuto combattere contro le alte cariche. Infondo ero un Ninja e dovevo seguire i dettami della missione e della gerarchia stessa. Cosa che avevo trascurato. Alzai leggermente lo sguardo verso la di loro figura, prima verso Osamu, poi verso Irene e Priscilla « Prima di tutto, vorrei ringraziarla per avermi salvato dalle macerie. Era un ottima occasione per sfuggire ma ha preferito salvarci e ciò, dimostra chi è realmente signor Osamu » Piegai il busto di novanta gradi, tenendo le leve superiori attaccate al busto, improvvisando cosi un grezzo inchino. Probabilmente avevo sbagliato anche questa volta ma quello era il vero Haruki, il vero me stesso. Non m'importava di mostrarmi debole dinanzi al "nemico" era semplicemente qualcosa che sentivo dal cuore, cosi come quella stessa vicenda che in modo parallela sembrava seguire il mio Destino. Successivamente guardai gli altri miei compagni, poi nuovamente verso il "nemico" « Anch'io come voi ho a cuore una persona. Il suo nome è Kazuhiko. A lui devo tutto. Dovete sapere che non ho un padre né una madre, sono stato trovato davanti alla sua casa. Lui mi ha adottato e cresciuto insieme ad altri ragazzini che come me condividevano la stessa sorte. Mi ha dato un tetto, un letto e tanto amore. Kazuhiko però è diventato vecchio e purtroppo ha saputo di essere stato colpito da una grave malattia. Nemmeno i medici del Villaggio sanno da cosa proviene né tantomeno sanno cosa fare. Per cui potete capire quali siano state le loro parole.. non ha speranze. Anch'io farei di tutto pur di salvarlo e comprendo pienamente cosa state provando in questo momento. Irene.. » Cercai di parlarle col cuore aperto « L'amore che provi per tua sorella è davvero qualcosa d'incredibile. Sai.. ho sempre immaginato un mondo dove non esista traccia d'Oscurità. Dove nessuno possa prendersi qualche malattia o nascere con delle deformazioni. Un mondo dove la violenza non esiste ed a causa di questa stessa visione, ho desiderato cancellarvi dal mondo.. Ma adesso, mi rendo conto che noi condividiamo lo stesso destino e probabilmente, nei tuoi panni, avrei fatto la stessa cosa.. Avrei sacrificato la mia umanità e spazzato via quel sogno di pace assoluta che ho sempre desiderato, pur di dargli speranza.. » Presi una piccola pausa, sperando che le mie parole fossero riuscite ad arrivare ai loro cuori « Ma sai cosa m'impedisce di uccidere la mia umanità? Il sorriso che vedo ogni giorno sul suo volto. Com'è possibile che un uomo che è conscio di poter morire da un momento all'altro, riesca a trovare la forza di sorridere cosi facilmente? Ancora non sono riuscito a trovare una spiegazione logica, ma con il suo cuore pregno di speranza, riesce a rassicurare coloro che gli stanno accanto. Ma io non voglio perderlo.. Ho cosi tante cose da raccontargli.. Abbiamo cosi tante cosa da vedere, da ascoltare.. Non gli ho mai nemmeno detto che gli voglio bene.. La sua perdita spezzerà il mio cuore in mille pezzi e non posso fare nulla per impedirlo.. In questo momento è in ospedale.. » I miei occhi quasi parvero riempirsi di lacrime « Le sue condizioni s'aggravano sempre più ma sai cosa mi ha detto? Vivi la tua vita in modo libero e felice, senza rimpianti e con la speranza nel cuore.. »

    A nessuno mai avevo raccontato tali sfumature ma perché l'avevo fatto in quel momento cosi cruciale? Forse perché quelle due sorelle mi ricordavano me stesso? O forse perché volevo che il bene trionfasse per l'ennesima volta? Ero proprio uno sciocco. Tuttavia, nelle mie parole, non vi era un filo di menzogna né tantomeno di rancore verso le di loro figure. Prima volevo ucciderli ma adesso? Non lo sapevo più..

    « Mi sento di dirti le sue stesse parole.. lascia che tua sorella viva libera e felice.. Continuare con le ostilità non ha più senso, pensaci. Se vi lasciamo andare, noi dovremmo fare rapporto e automaticamente verranno messe delle taglie sulle vostre teste. Se invece tuo padre si consegna e tu resti con tua sorella, vi verrà consegnato qualcuno che vi terrà sempre d'occhio, in continuazione e questo, io, non lo chiamo "vivere liberi", non la definirei nemmeno vita. Priscilla, invece, ne merita una vera e tu lo sai. Inoltre, uno scontro adesso, potrebbe compromettere la salute di tua sorella, visto che potrebbe finire per essere ferita da qualche nostro attacco » Il silenzio interruppe il mio discorso, dando quindi il tempo necessario ad Irene d'analizzare il tutto. Quelle parole erano indirizzate ad ella, proprio per via del suo amore verso la sorella, senza ulteriori fini « Ho in mente una proposta diversa da quella del Capitano, cosi che Priscilla possa vivere libera.. Tu e tuo padre verrete catturati e portati in prigione mentre tua sorella verrà adottata da una famiglia. Ti prometto però, che farò in modo che sia la mia famiglia ad adottare tua sorella e ti garantisco che verrà trattata al meglio delle nostre possibilità, potrà cosi vivere libera e senza pensieri. Inoltre, ti prometto che sarà mia premura farvi ricevere in visita proprio da lei. Pensaci. E' l'unica soluzione che ti permetta di tenerla sana e salva, lontana dall'Oscurità che avvolge questo mondo.. »
     
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    I presenti ascoltarono molto attentamente le dichiarazioni di Osamu e, chi per un motivo chi per l'altro, vennero molto colpiti da quegli avvenimenti. Ben presto furono quindi gli shinobi a prendere la parola ed esporre le loro controproposte. I tre membri di quella famiglia ascoltarono con molta attenzione e la prima a rispondere istintivamente fu Irene.

    Scordatevelo maledetti! Per tutta la vita abbiamo sofferto e fatto sacrifici per riuscire a risolvere questo problema che i vostri medici dicevano irreversibile... E proprio ora che potremmo avere la vita che felice che non abbiamo mai avuto, voi volete separarci tutti?

    Sarebbe stato evidente a chiunque, non solo all'Akame, come quelle grida venissero dal più profondo del cuore della ragazza

    Sono stata io a privare mia sorella della vita che avrebbe potuto avere, ho fatto di tutto per potergliela restituire e quindi vivere come una famiglia normale, senza che sentisse il peso di ciò che le mancava... Ora che finalmente ci siamo, volete rinchiudermi... Dovevate pensare prima a cosa era giusto e cosa sbagliato... Quando mio padre trovò la soluzione e la propose, dovevate dire a quel branco di idioti che si fa passare per consiglio dei medici che la vita di una ragazzina era più importante della loro reputazione... Se loro non arrivano ad una soluzione non vuol dire che non ne esistano affatto!

    Gli occhi di Irene piangevano lacrime di sangue nel continuare quel discorso, soprattutto per le parole dette da uno di loro, dato che da un lato ne comprendeva la sensatezza ma dall'altro non voleva assolutamente abbandonare la sorella nè rischiare che Priscilla si trovasse in difficoltà senza di lei a proteggerla. Cosa doveva fare? Lasciarla? Forse era la scelta giusta, ma chi le avrebbe spiegato tutto sul mondo ora che poteva visitarlo senza problemi? Chi l'avrebbe messa in guardia sui pericoli che celava? Avrebbe dovuto lasciare ad altri quelle incombenze che lei aveva sognato di poter saziare con tanta attesa?

    Fu il padre, Osamu, a far svanire ogni dubbio dalla mente della figlia mettendo le sue mani sulle spalle delle due gemelle e sorridendo con un fare amorevole e rassegnato allo stesso tempo.

    Calmati tesoro... Non lasciare che la tua rabbia prenda il sopravvento... Infondo sapevamo che questo momento sarebbe potuto arrivare prima o poi... E tu Priscilla... Mi dispiace aver impiegato tanto tempo... Troppo tempo... Ma questa volta credo proprio che sia fatta... Ora hai davanti a te tutto il resto della vita e so che la vivrai al meglio... Hai sopportato tanto in questi anni e lo hai fatto sempre con determinazione e fiducia in noi... Continua a vivere con questa forza e tieni a bada tua sorella nel farlo...

    Sempre col sorriso sul volto, l'uomo strinse forte le due figlie e si voltò verso gli shinobi iniziando ad avanzare.

    E sia... Io verrò con voi... Ma non dovrete toccare loro due... Ho giurato sulla tomba di mia moglie che nulla al mondo le avrebbe separate, nè la morte nè tantomeno voi...

    Si rivolse quindi a Yuugi fissandolo con determinazione

    Il dovere di un padre è proprio quello di sacrificarsi per i figli, quindi lo farò di buon grado... Occupatevi di loro come promesso, mettetele pure sotto controllo, tanto sono più che certo che si comporteranno nel modo migliore possibile... Le ho cresciute entrambe da solo e le conosco meglio di chiunque altro... Non causeranno problemi a nessuno e non avvertiranno nemmeno il peso di essere osservate... Quello che Irene ha fatto lo ha fatto per necessità e non per divertimento...

    Infine si rivolse al ragazzo che più di tutti sembrava comprendere i loro sentimenti e gli mise una mano sulla spalla come aveva fatto poco prima con le figlie.

    Mi dispiace per ciò che è successo alla tua famiglia... Non arrenderti ragazzo... Non smettere mai di lottare per la vita di chi ami, solo così alla fine potrai essere felice di avercela fatta, o in pace con te stesso per aver fallito dando il massimo... Da quello che hai detto, il tuo padre adottivo è un uomo che senz'altro lo merita... Così come le mie figlie meritano di avere una vita insieme, così come sarebbe dovuto essere fin dall'inizio...

    Si rivolse quindi nuovamente al capitano

    Oltre che a Priscilla il mio dovere è pensare anche ad Irene e non permetterei mai che venga arrestata così giovane...

    Restando quindi avanti a tutti i quattro ninja, esattamente tra loro e le due figlie che orami non riuscivano ad evitare di piangere, concluse il suo monologo

    La nostra risposta è questa... Io mi consegnerò, e loro due saranno tutelate e libere di vivere la loro vita, seppur sotto la vostra sorveglianza...



    Ebbene... mi siete piaciuti ragazzi... Ormai non c'è più spazio per contrattazioni :hat: Se vi va bene fate il vostro ultimo post e vi assegno l'exp, se non vi sta bene ciò che Osamu ha detto, beh inizierà il combat... A voi.
     
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    [Tales of God, Cues of Blood]



    I minuti passavano inesorabili, disumanamente lenti. Mentre aspettavo la risposta di Osamu alla richiesta da me avanzata - sperando in cuor mio che la sua coscienza lo guidasse al meglio - mi voltai verso i miei compagni, i quali erano rimasti in silenzio fino ad allora, per capire il loro consenso. Nell'osservarli, non solo capii come tutti loro erano ben favorevoli, ma in quei momenti capii quanto era stato pesante essere un caposquadra: era la mia primissima esperienza al comando dalla mia promozione a Special Jonin, e tutto sommato mi sembrava che fosse andata piuttosto bene.
    Ero sia felice e soddisfatto che triste allo stesso momento: una sensazione difficile da descivere a parole. Poco dopo, mi voltai proprio verso l'uomo da cui aspettavo la risposta ma la voce che - come un vulcano in eruzione - proruppe di prepotenza fu quella di Irene.
    CITAZIONE
    Scordatevelo maledetti! Per tutta la vita abbiamo sofferto e fatto sacrifici per riuscire a risolvere questo problema che i vostri medici dicevano irreversibile... E proprio ora che potremmo avere la vita che felice che non abbiamo mai avuto, voi volete separarci tutti?
    Sono stata io a privare mia sorella della vita che avrebbe potuto avere, ho fatto di tutto per potergliela restituire e quindi vivere come una famiglia normale, senza che sentisse il peso di ciò che le mancava... Ora che finalmente ci siamo, volete rinchiudermi... Dovevate pensare prima a cosa era giusto e cosa sbagliato... Quando mio padre trovò la soluzione e la propose, dovevate dire a quel branco di idioti che si fa passare per consiglio dei medici che la vita di una ragazzina era più importante della loro reputazione... Se loro non arrivano ad una soluzione non vuol dire che non ne esistano affatto!

    Nuovamente, come uno tsunami, percepii chiaramente come quel legame tra loro - Irene e Priscilla - non era un semplice legame di sangue ma qualcosa di più viscerale e profondo: loro erano come due fili intrecciati tra di loro che nulla avrebbe potuto separare. La di lei reazione mi fece presagire il peggio, ma il di loro padre - celere - si prodigò a calmare le acque.

    CITAZIONE
    Calmati tesoro... Non lasciare che la tua rabbia prenda il sopravvento... Infondo sapevamo che questo momento sarebbe potuto arrivare prima o poi... E tu Priscilla... Mi dispiace aver impiegato tanto tempo... Troppo tempo... Ma questa volta credo proprio che sia fatta... Ora hai davanti a te tutto il resto della vita e so che la vivrai al meglio... Hai sopportato tanto in questi anni e lo hai fatto sempre con determinazione e fiducia in noi... Continua a vivere con questa forza e tieni a bada tua sorella nel farlo...

    Appena gli animi si calmarono, si voltò verso di noi.

    CITAZIONE
    E sia... Io verrò con voi... Ma non dovrete toccare loro due... Ho giurato sulla tomba di mia moglie che nulla al mondo le avrebbe separate, nè la morte nè tantomeno voi...

    E non appena pronunciò queste parole, istintivamente, gli feci un profondo inchino. Non so come mi venne fuori, so solo che il mio corpo si mosse da solo. Rimessomi in posizione eretta, vidi lo sguardo dell'uomo che fissava il mio molto, molto intensamente.

    CITAZIONE
    Il dovere di un padre è proprio quello di sacrificarsi per i figli, quindi lo farò di buon grado... Occupatevi di loro come promesso, mettetele pure sotto controllo, tanto sono più che certo che si comporteranno nel modo migliore possibile... Le ho cresciute entrambe da solo e le conosco meglio di chiunque altro... Non causeranno problemi a nessuno e non avvertiranno nemmeno il peso di essere osservate... Quello che Irene ha fatto lo ha fatto per necessità e non per divertimento...

    Ho compreso dalle sue parole, signor Osamu. Non solo le assicuro che loro non saranno mai separate, ma che la sorveglianza dell'OSU sarà discreta in modo da non arrecare loro alcun fastidio. Vivranno le loro vite libere, come da sua richiesta. Su queste parole, io metto il mio onore di shinobi.

    Poi si rivolse ad Haruki, spostando lo sguardo su di lui.
    CITAZIONE
    Mi dispiace per ciò che è successo alla tua famiglia... Non arrenderti ragazzo... Non smettere mai di lottare per la vita di chi ami, solo così alla fine potrai essere felice di avercela fatta, o in pace con te stesso per aver fallito dando il massimo... Da quello che hai detto, il tuo padre adottivo è un uomo che senz'altro lo merita... Così come le mie figlie meritano di avere una vita insieme, così come sarebbe dovuto essere fin dall'inizio...

    Infine, spostò il suo affilato e penetrante sguardo nuovamente su di me, rivolgendomi le sue ultime parole.
    CITAZIONE
    Oltre che a Priscilla il mio dovere è pensare anche ad Irene e non permetterei mai che venga arrestata così giovane...
    La nostra risposta è questa... Io mi consegnerò, e loro due saranno tutelate e libere di vivere la loro vita, seppur sotto la vostra sorveglianza...

    L'atmosfera che ci circondava, ormai velata di un'aura di tristezza, mi rendeva difficile trattenere le mie emozioni dall'esplodere davanti a tutti: come capitano, non potevo permettermi simili emotività davanti ai miei compagni. Guardando Osamu prima, e poi Irene e Priscilla - ormai in pianto - mi rivolsi a loro.
    La sua richiesta è accettata, Osamu. E ora...venite, andiamocene da questo luogo.
    Dopo aver fatto cenno ai tre di avvicinarsi, mi voltai ai miei compagni chiedendo loro di formare una sorta di cerchio intorno a loro. Nel frattempo, vidi Seto avvicinarsi proprio ad Osamu.

    Prima di andare vorrei fare due chiacchiere con lei sig. Osamu. Mi interesserebbe entrare nel merito delle sue conoscenze mediche. Se non le dispiace avrei alcune domande da farle.

    Cominciarono a discutere animatamente tra di loro su temi inerenti la medicina, campo in cui non ero esattamente una cima. Mentre loro parlavano, Hiro venne da me e, salutatomi con un inchino, mi si rivolse.

    Grazie di avermi ascoltato, sono onorato. Probabilmente vorrà sapere cosa sia successo e sarà mia premura spiegarvelo. Ma prima ho una cosa da fare.

    Riconobbi in Hiro un Senninka, di cui conoscevo solo la straordinaria capacità di assorbire il chakra naturale senza la necessità dell'apprendimente dell'Arte Eremitica. Vidi che, poco a poco, la sua forma cambiò tornando - presupposi - nella sua forma originaria, per poi avvicinarsi alla bambina, Priscilla, inginocchiandosi davanti a lei e sussurrandole queste parole.

    Abbi cura di te e dei tuoi nuovi occhi, mi dispiace se ti abbiamo spaventato.

    Quindi ritornò da me, quasi ad aspettare qualche mia domanda. Semplicemente, gli chiesi cosa fosse accaduto e mi spiegò tutto: di come Haruki, di sua iniziativa, fosse entrato nella camera della bambina per cercare di osservarne gli occhi, coperti da delle bende, causando la reazione spropositata della sorella. Lo ascoltai molto accuratamente, prima di esprimermi.

    Capisco, Hiro...quindi è ciò che è accaduto. Mi spiace per Haruki, ma dovrò includerlo nel rapporti che dovrò stilare come capitano. Ora, riprendi posizione.

    Poco dopo, non appena finito di parlargli e anche non appena Seto ed Osamu finirono anch'essi di parlare, entrai anch'io nel cerchio, chiudendolo, e attivai il Seras per contattare la base.

    OSU, qui Yuugi Miyazaki. La missione è compiuta e il sospettato è in nostra custodia. Chiediamo trasporto immediato alla base e alcuni rinforzi.

    Nel giro di pochi secondi, da Otara ci ritrovammo a bordo della nave-quartier generale dell'OSU: davanti a noi, alcuni ninja con i nostri stessi coprifronte in attesa di istruzioni. Avvicinatomi a loro, diedi proprio indicazioni su cosa fare.

    Accompagnate l'uomo in custodia. Le due ragazzine, invece, accompagnatele a Konoha. E mi raccomando, siate il più calmi e discreti possibile - niente colpi di testa.

    Poco dopo, il gruppo cominciò a dividersi: Osamu, scortato da un paio di shinobi, venne portato via verso la zona delle celle mentre Irene e Priscilla, assieme a due kunoichi, vennero accompagnate a Konoha dove avrebbero potuto ricominciare. Rimasto solo io con i miei compagni, mi avvicinai a loro.

    Questa missione...è stata la più difficile per me finora, pa penso che lo sia stata per tutti noi. Nonostante ciò che è successo...ottimo lavoro, tutti quanti. Sono stato onorato di avervi fatto da caposquadra.
    E rivolsi a loro un profondo e solenne inchino. Vidi che, al rialzarmi, tutti si inchinarono - di risposta - di fronte a me. Dato a loro il 'rompete le righe' per andare a riposare, vidi Seto avvicinarsi a me.

    Yuugi, è stato un piacere collaborare con te. La tua saggezza e le tue capacità sono virtù da grande shinobi. Studierò e mi allenerò per superarti. Ci aspettano tempi bui e noi saremo luce per i nostri villaggi. Ti auguro di proseguire il tuo cammino con fermezza e determinazione.

    Seto...ti ringrazio dal profondo: era la mia prima esperienza da caposquadra, e ho appreso molto in prima persona. Ho potuto anche avere esempi di leadership a cui ispirarmi. E hai ragione: questi sono veramente tempi bui, e ognuno di noi deve diventare un faro di speranza a sè stante. A te auguro di proseguire il cammino con serenità, risolutezza e determinazione.

    E, dopo avergli risposto, ci saremmo divisi, prendendo le nostre rispettive strade. Una missione difficile e davvero molto provante sotto l'aspetto emotivo che mai mi sarei aspettato...Mentre mi dirigevo verso l'infermeria per farmi medicare il colpo subito, i miei pensieri viaggiavano...prima ai miei compagni - Haruki, Hiro, Seto e anche Azibo, che ho conosciuto come eccellenti shinobi - ma anche a Irene, Priscilla e Osamu.
    Riassunto Azioni


    Azioni

    ///

    parametri
    Resistenza: 600-44= 556/600
    Stamina: 965/1000

    Maestrie
    Chakra Possente - II° Livello: Mastermind
    Jutsu ad una Mano
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale

    equipaggiamento
    Coprifronte di Iwa [+30 Protezione Testa]
    Guanti Placcati [+50 Protezione Mani]
    Giubbotto Ninja [+100 Protezione Busto - Distrutto]
    Calzari da Combattimento [+60 Protezione Stinchi]
    Borsello Porta-Oggetti [Coscia DX, 10/10 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Taschino Porta-Armi [Fianco SX, 6/8 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Kobashot [Dotazione Standard OSU, avambraccio DX]
    Ricetrasmittente Seras [Dotazione Standard OSU, orecchio SX]

    Consumabili
    Kunai x5 [Borsello]
    Tonico Coagulante x4 [Taschino]
    Tonico da Guerra x2 [Taschino]

    Conoscenze
    Tecniche e del Chakra II
    Oratorie e Popolari I

    note
    Missione bellissima, emotivissima: insomma, semplicemente PERFETTA. Grazie sia a Sundavr e Roy per il masteraggio che a tutti i miei compagni di viaggio, ovvero Jet, Cagne, Tisy e Seto per le loro role! :rosa: <3


    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    E finì così :chuppro: Missione compiuta, quindi avete guadagnato:
    Zyliath Exp 100 / Taglia + 3000 / Ryo + 2500
    Seto Exp 90 / Taglia + 3000 / Ryo + 2500
    Jet Exp 88 / Taglia + 3000 / Ryo + 2500
    Tenshi Exp 80 / Taglia + 3000 / Ryo + 2500
    Cagnellone Exp 60
    In più avete ottenuto, grazie alle vostre scelte, due png che aiuteranno l'OSU nella guerra contro Fury... Ottimo lavoro! :rasengan:
     
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    sundavr 84 exp :rosa:

    Roy90 prendi il max :patpat:
     
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    Rettifica di exp e ryo, essendo missione osu raddoppiateli :ciao:
     
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