[B] Tales of God, Cues of blood

X max 4 chunin [OSU]

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    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un gruppo che possa individuare e sventare un potenziale serial killer. Ulteriori informazioni verranno fornite ai diretti interessati che prenderanno attivamente parte alla missione di massima importanza, a cui verranno date in seguito ulteriori informazioni. Chi sia interessato si presenti a Konoha alle ore xx:xx del giorno xx

    Chiunque voglia partecipare può prenotarsi scrivendolo in spoiler sotto questo post e dovrà successivamente modificare quello stesso post con l'incipit della missione.
    Inutile dire che questa è una missione OSU, quindi aspettatevi un po'di pepe :please:


    Edited by sundavr - 19/5/2021, 13:34
     
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    tales of god, cues of blood
    Seto Akame






    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    La primavera era ormai sbocciata a Kiri. Il rigido e lungo inverno aveva messo in seria difficoltà i suoi abitanti che, nonostante avessero maturato una buona tolleranza alle temperature proibitive di quella regione, pativano un clima di anno in anno più freddo. La maggior vicinanza del sole aveva iniziato a mitigare le giornate, le quali presero ad allungarsi, garantendo qualche ora in più di luce. Le piogge si erano fatte meno insistenti e le strade del villaggio tornarono a ripopolarsi.

    In quei giorni andavo avanti e indietro tra casa e laboratorio. Avevo rivoluzionato completamente quell’antro segreto, ridandogli nuova vita, riordinandolo maniacalmente e consultando una serie di interessantissimi tomi che arricchirono le mie conoscenze. Le ore passate al suo interno mi stimolavano ad approfondire la storia dei ninja e ad acquisire nuove nozioni sul funzionamento e lo sviluppo delle tecniche. Non tralasciai peraltro i miei allenamenti, che proseguivano di pari passo alla teoria. Mi sentivo più vivo che mai e pronto a cimentarmi in nuove sfide.

    Quella mattina mi svegliai all’alba come mio solito e dopo una veloce doccia, scesi al pian terreno, con i capelli ancora umidi, per prepararmi la colazione. Conoscevo l’importanza di una dieta equilibrata e sana, organizzandola settimanalmente e scrupolosamente. L’ordine e la disciplina rappresentavano un mantra solido nella mia vita. L’aroma dell’infuso a contatto con l’acqua bollente si espandeva per tutta la cucina ed uno squillante *din* mi avvertì dell’avvenuta tostatura del pane. Mentre consumavo le mie vivande, sentì una serie di passi che si avvicinavano alla mia porta. Intuendo che la paternità di quella passeggiata potesse appartenere al funzionario con il ruolo di portalettere. Decisi di anticiparlo all’ingresso così da ringraziarlo per il servizio che forniva al villaggio. A volte mi sentivo in colpa per essermi trasferito in un luogo così isolato, costringendo quei ragazzi a raggiungermi fin lì.


    Buongiorno Seto! L’OSU mi ha mandato qui per portarti una comunicazione. Dovrai recarti alle porte del villaggio domani. Preparati per un lungo viaggio, a quanto pare sarai diretto a Konoha. Le sentinelle sono state informate e sapranno dirti di più.


    Finalmente qualcosa si muoveva. Da quando ero entrato a far parte dell’organizzazione, non avevo ancora avuto comunicazioni ufficiali, se non per l’invito ad incontrarmi con il Kaguya, mio compagno di sezione.


    Allora sono vivi. Grazie per l’informazione. Parlerò con le sentinelle.


    Congedai il ragazzo che ripartì in tutta fretta.


    Pare che tutte le strade portino a Konoha. Finirò con l’odiarla prima o poi.


    Visto l’imminente impegno, riorganizzai la mia giornata. Decisi di passare dal laboratorio per prelevare alcuni libri che mi avrebbero fatto compagnia durante la lunga traversata e saltai per quell’occasione i miei studi. Mi concentrai invece maggiormente su un allenamento pratico. Non era passato molto dal mio allenamento con Jiren ma intendevo presentarmi nel Paese del Fuoco il più pronto possibile.

    La sera anticipai di un’ora il mio riposo, in modo da concedermi le stesse ore di sonno delle altre notti e quindi svegliarmi un’ora prima l’indomani, in modo da raggiungere il porto ad un orario più congeniale. La mattina dopo mi presentai quindi all’ingresso del villaggio ed in realtà le due sentinelle non seppero darmi troppe informazioni, se non che l’obbiettivo della squadra che avevano deciso di formare sarebbe stato quello di individuare e neutralizzare un presunto serial killer. Di certo avrei preferito qualche indicazione in più ma dopotutto ero uno shinobi della Yume ed avrei dovuto imparare presto a trovar quel che cercavo, da me.

    Il porto di Kiri era uno spettacolo. Un via vai interminabile di persone, tutte prese con i loro impegni ed affari. Il sole sorgeva dalle calme acque del mare, illuminandole con la sua luce e fornendo ai presenti uno scenario unico e suggestivo.

    Mi avvicinai ad uno dei traghetti in partenza per il continente occidentale. Le mie finanze, a differenza dei miei progressi professionali, stentavano a mantenersi in equilibrio, anzi a dirla tutta mi trovavo praticamente senza uno spicciolo. Tediato da questa situazione mi avvicinai al molo pronto a contrattare per un biglietto. Fortunatamente, quando mi presentai all’addetto agli imbarchi, venni subito riconosciuto dall’anziano signore, probabilmente dal coprifronte che portavo sul braccio, il quale sembrò essere al corrente del mio arrivo.


    Seto Akame giusto? Ragazzotto, ecco a te il tuo biglietto. L’OSU si è premurata di offrirti la trasferta. Mi raccomando fai buon viaggio, il mare è abbastanza tranquillo ultimamente!


    Ringrazia di buon grado la sua cortesia, piacevolmente colpito dall’oculata organizzazione dell’OSU che sembrava aver pensato proprio a tutto. Presi dunque posto sul ponte del traghetto e mi concessi un po’ di relax, ammirando il tragitto nascente del sole. I quattro giorni di viaggio passarono in tutta tranquillità, tra qualche ora di lettura e delle piccole sessioni di allenamento muscolare. Approdato sulla terra del Fuoco, mi incamminai senza fronzoli verso il Villaggio della Foglia. Mi accampai per due notti lungo il tragitto, continuando a tenermi in forma per arrivare pronto ad assolvere i miei doveri. Nel primo pomeriggio del terzo giorno di cammino, intravidi le maestose porte di Konoha che sancivano il traguardo del mio lungo viaggio. Una volta arrivato ai loro piedi, mi presentai ai funzionari di vedetta, anch’essi preparati al mio arrivo ed uno di loro, dopo avermi invitato a seguirlo, mi fece strada verso il luogo prefissato per l’inizio di quella missione.

    Era arrivato il mio turno e mi sentivo piuttosto sicuro dei miei mezzi. Da mesi mi stavo preparando ad entrare in gioco e quella rappresentava l’occasione per raccogliere i frutti della mia meticolosa preparazione.






    Edited by ¬Seto - 20/5/2021, 21:48
     
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    Sorrisi mentre osservavo una bellissima conformazione di tulipani stendersi dinanzi al mio sguardo, fieri della loro nobiltà e del loro incredibile aspetto. Per un momento sembrò che anche quelle piante provassero piacere nel farsi guardare mentre mi sentivo osservato e non poco, seppur ero il solo presente nell'Orto Botanico della Sabbia. Le ammiravo con un piacere tale da riuscire a rendere la mente calma e libera dai problemi che l'affliggono normalmente, come se quella vegetazione fosse un calmante per il mio spirito. In un certo senso mi sentivo protetto, cullato nelle braccia della sicurezza e posto in un bozzolo d'amore cui niente e nessuno potrebbe distruggerlo. Osservo quei petali uno ad uno, sfiorando alcuni di essi con l'indice dalla man dritta e gustando quel dolce ed intenso profumo che prepotente mi penetrava i polmoni, proprio come un Killer che si muove nelle ombre per uccidere il suo nemico, colpendolo poi alle spalle. Le gambe continuarono a tenersi piegate ed il busto si avvicinò ancor più, muovendosi lento come un predatore fa con la sua preda finché non è pronta ad affondare le sue zanne nelle carni del suo pasto. Non osavo toccarle, giacché avevo paura di danneggiare una tale rarità e proprio non me lo sarei perdonato. Stetti lì ancora per qualche altro momento, finché l'udito non captò il tonfo di qualche passo sopraggiungere da lontano. L'andatura lenta e pesante dipingevano, più o meno, le linee di colui che si stava per avvicinare. Le leve inferiori smisero di lavorare e portarono il corpo ad assumere una posizione quanto più corretta possibile, mentre quelle superiori si mossero a togliere alcuni granelli di terreno finite sul lungo mantello. Il capo ruotò proprio in direzione dell'unica porta dell'Orto Botanico, attendendo quindi l'arrivo del nuovo ospite.

    « Buongiorno » Lo accolsi nel esatto momento in cui entrò e sorrisi quando scorsi la sua faccia stupita « Buongiorno piccolo Haruki.. che ci fai qui? » Era il vecchio Komura a parlare. Egli entrò nell'orto con un passo ancor più lento, trasferendo poi il peso del corpo al suo bastone « Non lo sono più. Piccolo intendo » Crucciai il volto, tenendo fermo lo sguardo sul uomo anziano « Ogni tanto vengo qui a ritrovare me stesso » Feci spallucce, per poi indietreggiare e lasciar passare Komura « Dimmi.. i tuoi dubbi sono causati dallo stato di Kazuhiko? » Disse mentre iniziò ad annaffiare alcune Ortensie. Stetti in silenzio, mugugnando di tutta risposta « Mi dispiace molto per lui. E' un brav'uomo e non merita quello che sta passando » Iniziai ad aiutarlo come meglio potevo « Conosci Kazuhiko? » Ci fu' un attimo di silenzio e successivamente mi donò alcune fugaci occhiate « Certo che si. Conoscevo anche sua moglie, Kora. Eravamo ottimi amici un tempo ma poi ognuno ha preso le sue strade » Si diresse poi verso un grande armadietto grigiastro « Tieni, portagli questo » E mi diede un piccolo contenitore che al suo interno teneva alcune pillole pallide come le nuvole in cielo « Sono delle medicine ricavate da alcune piante presenti qui nell'Orto, dovrebbero alleviare il suo dolore » Apprezzai con gran cuore la sua premura e la sua gentilezza, sfoggiando il miglior sorriso che potessi mai creare e chinando l'intero busto verso la sua figura « La ringrazio molto Komura, gliele porto subito »

    E cosi abbandonai quella magnifica distesa di verde, dirigendomi verso la vecchia abitazione ove erano ancorati i ricordi più profondi e più felici. Fui sorpreso di scoprirla vuota e priva di vita, senza nessuno che stesse a vagare fra quelle spoglie mura. Nemmeno il vecchio Kazuhiko era lì presente ma forse, visto l'orario, era a qualche visita di controllo presso l'Ospedale. Poggiai quindi il contenitore sul tavolo, lasciando al di sotto di esso un piccolo biglietto che spiegasse cosa fosse il contenuto portato e fu' proprio in quel momento che il Seras iniziò a suonare. Portai l'indice manco verso di esso, poggiandolo poi sul piccolo tasto presente sul fianco e premendolo delicatamente. Una voce partì subito dopo, robotica e poco sensuale. Non potei far altro che stare lì ad ascoltare il messaggio preregistrato fino alla fine.

    - Ecco la prima missione dell'OSU -

    Il messaggio fu' quanto più chiaro possibile e in poco tempo mi diressi a recuperare tutto l'essenziale per la missione, ritornando quindi nel nuovo nido impostomi da Renji Yomo. Ero davvero pronto? Continuavo a chiedermelo per tutto il tempo che mi preparavo, cercando di stabilizzare i dubbi che mi tartassavano l'esistenza. Una volta accertato di essermi portato tutto dietro, m'incamminai verso le porte del Villaggio e creando poi una piccola nuvoletta di sabbia, il solito mezzo di trasporto. La gialla polvere si compattò sotto il mio comando, come se fossi un potente generale posto a comandare il suo esercito. Balzai su di essa, donando un ultimo sguardo al Villaggio e cercando di far fuoriuscire dubbi e tormenti dalla mia mente, lasciandoli in questo infinito Deserto, pronto per la nuova missione. Ruotai il capo quindi in direzione di Konoha, chiedendo alla nuvoletta di sabbia di dirigersi verso di esso. Attraversare quel temperature cosi elevate non era facile nemmeno per me che ero cresciuto a Suna, seppur fossi in qualche modo preparato a sopportarlo. Alzai le mani verso il capo e raccolsi il cappuccio del lungo mantello, portandolo a coprire il viso dai raggi prepotenti del Sole, cosi da assicurarmi un viaggio sicuro e protetto da quella forza naturale.

    [...]


    Mi ritrovai in una nuova distesa di colori, anche se fu' il verde a dominare quella volta. Sospirai pronunciando il nome di quel continente, continuando poi ad avanzare con spiccata felicità espressa in volto, come se fossi un bambino appena nato. Mi avvicinai con una velocità quasi impressionante e in men che non si dica arrivai alle porte del Villaggio nascosto tra le foglie, ivi ad attendermi vi furono due Shinobi, uno era l'opposto dell'altro. Fu' quello sulla sinistra a parlare, era il più alto dei due e sembrava anche possedere maggiore esperienza rispetto al suo compagno. Mi presentai al loro cospetto, abbassando il cappuccio e identificandomi come quello che ero. Non furono affatto sorpresi e proprio non sembravano voler continuare il discorso, giacché mi indicarono subito il punto dove mi sarei dovuto dirigere. Li salutai con un piccolo cenno del capo, avanzando ancora sulla nuvoletta di sabbia, senza pormi domanda alcuna ma seguendo perfettamente le parole donatemi dai due Shinobi della Foglia. Arrivai in uno spiazzale nudo e abbastanza largo, posto appena fuori dalle mura del Villaggio.

    « Buongiorno. Haruki Sato, Agente OSU e Chuunin di Suna »




    Edited by JeTClouD - 24/5/2021, 09:26
     
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    [Tales of God, Cues of Blood]



    Finalmente era arrivata la primavera in quel di Iwa, il sole che scaldava le pietre e le montagne che come scudo si ergono intorno alla città la trasformavano in una sorta di fornello a cielo aperto. E parlando di cielo aperto, il neo-Special Jonin si dilettava al campo di allenamento tra un colpo di kunai e l'altro: nonostante sia lui che Ren erano entrati a far parte dell'OSU, non ebbe ancora avuto il tempo di chiedergli se poteva insegnarli l'arte della spada che lui padroneggiava quasi fosse una sua corporea estensione. Sotto il cocente sole del primo pomeriggio, a torso pressochè nudo era impegnato a dare contro un cippo di legno quando sentì un suono dietro di sè: voltatosi puntando il kunai, si trovò avanti a sè un ninja con il coprifronte a lui familiare.

    Yuugi Miyazaki, Special Jonin di Iwa?
    Si, sono io. Chi mi vuole?
    Per te. Leggi questa lettera, io attendo una tua risposta.
    Molto bene, dammi un momento per leggerla.

    Alzò un sopracciglio: era passato del tempo dall'ultima missione, e certamente ebbe tempo per affinarsi e migliorarsi sotto vari aspetti del suo io. Mi feci allungare la lettera e, apritola, la lessi tra me e me.

    CITAZIONE
    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un gruppo che possa individuare e sventare un potenziale serial killer. Ulteriori informazioni verranno fornite ai diretti interessati che prenderanno attivamente parte alla missione di massima importanza, a cui verranno date in seguito ulteriori informazioni. Chi sia interessato si presenti a Konoha alle ore xx:xx del giorno xx

    Passai una mano sul mento, pensieroso. Ero seriamente indeciso se accettare o meno: l'ultima missione svolta proprio per loro mi lasciarono con un senso di impotenza e frustrazione nel constatare che non ero ancora in grado di confrontarmi al 100% con quei maledetti cyborg costruiti da quel bastardo di Fury. Alzai per un istante lo sguardo verso l'alto: una brezza leggera soffiò sul mio viso, come se volesse scacciare i malevoli pensieri che si erano insinuati nella mia mente, come se volesse donarmi quello spirito di iniziativa e confronto che era sopito dentro di me. Chiusi gli occhi per un secondo istante, e fu come se tutto mi era limpido e cristallino: mi voltai verso il jonin, che era ancora lì in attesa della mia risposta.

    Informa chi di dovere che accetto la missione. Partirò immediatamente per Konoha senza indugiare oltre.

    Come sentì la risposta, con un sorrisino scomparve in una nuvola di fumo. Corsi immediatamente a casa con una velocità quasi sovrumana, mi feci una veloce doccia per rinfrescarmi e rinvigorirmi e, successivamente, cominciai a preparare tutto l'occorrente. Decisi, infine, di riposarmi un'ora prima del normale così da essere in grado di svegliarmi il prima possibile il giorno dopo.

    [...]

    La mattina successiva, mi svegliai sotto i primi raggi di sole che facevano capolino tra le montagne, cominciando ad illuminare il villaggio. In strada, i rumori delle serrande che si sollevavano e dei negozi che si preparavano all'apertura era per lui il segnale di partire. Dopo una frugale colazione, lavatosi e preparatosi di tutto punto si mise lo zaino in spalla e, chiudendo la porta alle spalle, si diresse verso le porte della città. Le sentinelle non lo fermarono in quanto informate che stavo per partire. Una di loro, però, mi fermò prima che varcassi i cancelli, indicandomi un carro appena fuori.

    Devi essere Yuugi, giusto? L'OSU ci ha informato della tua partenza e ha messo a disposizione il carro qui fuori per viaggiare fino a Konoha. In bocca al lupo!

    Ricambiatolo con un cenno, saltai sul carro che subito si mise in viaggio. Da Iwa a Konoha la strada era abbastanza lunga e faticosa, ma molto celere. In pochi giorni di viaggio, arrivammo al confine con il Paese del Fuoco e le sue foreste in cui circolava una fresca brezza che rinfrancava non solo il corpo, ma anche lo spirito. Dal confine alle porte del Villaggio Nascosto tra le Foglie ci vollero alcuni altri giorni di viaggio, ma nulla di particolare accadde nel tragitto. Una volta giunto alle porte, il carro si fermò e il ninja di Iwa, con un gesto atletico, saltò giù dal carro ringraziando un conducente con un inchino. Dopo di ciò, stirandosi un momento, si avvicinò a quelli che sembravano essere i suoi compagni di missione.

    Voi dovreste essere gli altri partecipanti. Molto piacere: Yuugi Miyazaki di Iwa, Special Jonin della sezione Argento. - così si rivolse agli altri, con un leggero inchino, mentre si unì a loro aspettando il referente della missione.

    Riassunto Azioni


    Azioni
    ///

    parametri
    Resistenza: 600
    Stamina: 1000

    Maestrie
    Chakra Possente - II° Livello: Mastermind

    equipaggiamento
    Coprifronte di Iwa [+30 Protezione Testa]
    Guanti Placcati [+50 Protezione Mani]
    Giubbotto Ninja [+100 Protezione Busto]
    Calzari da Combattimento [+60 Protezione Stinchi]
    Borsello Porta-Oggetti [Coscia DX, 10/10 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Taschino Porta-Armi [Fianco SX, 6/8 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Kobashot [Dotazione Standard OSU, avambraccio DX]
    Ricetrasmittente Seras [Dotazione Standard OSU, orecchio SX]

    Consumabili
    Kunai x5 [Borsello]
    Tonico Coagulante x4 [Taschino]
    Tonico da Guerra x2 [Taschino]

    Conoscenze
    Tecniche e del Chakra II
    Oratorie e Popolari I

    note
    ///


    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by Zyliath - 24/5/2021, 14:08
     
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    Beh, visto che siete già in tre, e visto che non vorrei far durare questa missione fino all'anno prossimo, direi che potete iniziare a scrivere i post introduttivi... Se qualcun'altro si aggiunge, bene, altrimenti pace
     
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    I giorni di Suna mi avevano rinvigorito, da quando avevo preso dimora nel paese del vento il mio corpo si era notevolmente rafforzato con lui anche il mio spirito, anche e soprattutto grazie ai giorni di prigionia nel laboratorio. Quell'esperienza infatti, per quanto orrenda, mi aveva aperto gli occhi sulla realtà delle cose e mi aveva costretto a vedere la realtà per quello che era. Ora sapevo qual'era il mio posto e quale i mio compito. A Suna le mie giornate scorrevano monotone all'insegna degli allenamenti, passavo ore e ore a perfezionare le tecniche in mio possesso e a studiarne di nuove, tanto che avevo imparato più in quei pochi mesi che quasi in tutta una vita a Ishivar. Si respirava un'aria diversa rispetto che nelle terre che mi avevano cresciuto, qui la dinastia degli shinobi era più radicata, e i tempi di guerra in cui vivevamo contribuivano a spingere ogni ninja e combattente a prepararsi al meglio per un'evento che ormai sembrava solo questione di tempo prima che accadesse.

    Cra!

    L'ulro di un corvo mi svegliò dal sonno pomeridiano, la mia mente riposava mentre le mie orecchie coglievano ogni rumore intorno a me, e abituato a percepire anche i più piccoli suoni in lontananza, il gracchiare del pennuto che si era sistemato alla mia finestra fu come una cannonata. Guardai l'animale e mi mossi, facendolo volare via. Decisi di fare due passi, per dirigermi al centro del villaggio. Camminai per le strade polverose della città, silenziose dopo il pranzo più che mai. Giunsi al palazzo principale, e notai sulla bacheca un'annuncio che poteva fare al caso mio.

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    I Kage di tutti i villaggi richiedono la formazione di un gruppo che possa individuare e sventare un potenziale serial killer. Ulteriori informazioni verranno fornite ai diretti interessati che prenderanno attivamente parte alla missione di massima importanza, a cui verranno date in seguito ulteriori informazioni. Chi sia interessato si presenti a Konoha alle ore xx:xx del giorno xx

    Il compito sembrava di una certa importanza, e visti i giorni passati ad allenarmi, decisi che era giunto il momento di tornare all'azione. L'ultima missione a cui avevo partecipato si era conclusa nel peggiore dei modi e mi aveva portato a vivere la peggior esperienza della mia vita, ma ora ero cresciuto ed era giunto il momento di lasciarsi quella storia alle spalle. Strappai l'annuncio dalla bacheca e lo portai a casa con me. Quindi giunse il giorno della partenza, preparai il mio arsenale lucidando e controllando ogni singola arma prima di partire. Poi, conclusa la routine preparatoria, presi le mie cose e partii, chiudendomi la porta alle spalle...

    CITAZIONE


    Edited by Cagnellone - 26/5/2021, 23:21
     
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    Abbiamo raggiunto i quattro partecipanti, sapete cosa significa: Che arrivino i post introduttivi!
    P.S.: tranquilli, quando avrete fatto cancellerò sia questo spoiler che quello sopra :please:
     
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    Chi poco prima, chi poco dopo, i quattro ninja arrivarono quasi allo stesso momento al punto d'incontro che gli era stato assegnato. Il loro era un gruppo eterogeneo, ma che nonostante le loro differenze avrebbe dovuto unire le forze e risolvere il problema posto davanti a loro.
    Ma... che problema era? Lo avrebbero scoperto a breve.
    Il luogo designato come ritrovo era una piccola casetta di legno, molto piccola e spartana. Non era neanche molto distante dalle mura della città, quindi raggiungerla da ognuno dei quattro cancelli era davvero facile. La porta della casa dava direttamente sulla strada, e davanti ad essa era presente un ninja austero e dal volto tanto serio quanto segnato dal tempo, che ad intervalli quasi regolari prendeva in mano il suo orologio da taschino, sicuramente per controllare l'orario, e continuò così fino a quando tutti i nostri eroi non fossero stati presenti.
    Una volta che tutte e quattro le persone furono davanti a lui, allora si degnò di parlare ad essi.
    "Bene, ora che ci siete tutti possiamo iniziare. Seguitemi."
    Disse, e fece loro strada verso la porta, e dentro la casa.
    L'interno dell'abitazione era più o meno analogo al carattere che il loro datore di lavoro gli aveva mostrato: austero, spigoloso, tradizionalista. Egli fece entrare i quattro ninja in quello che sembrava una stanza interamente dedicata allo studio: tre delle quattro pareti erano coperte di scaffali ricolmi di pergamene, libri, e pressoché qualsiasi altra forma di conservazione di parole. L''unico mobilio che si poteva trovare era una sedia, infilata sotto un tavolo. Anche quest'ultimo era ricolmo di documenti, immagini, e fogli di varia tipologia, grandezza e fattura. Ma sembrava che tutto fosse stato spostato verso l'esterno, per dare spazio ad una singola busta, che aveva ancora dentro di se il suo contenuto, nonostante fosse già stata aperta.
    "Scusate se salto le formalità, ma fidatevi, non ve ne pentirete... Potete chiamarmi Hiro, e qua"
    Disse, prendendo in mano la busta
    "Ci sono tutte le formazioni sul problema che siete stati chiamati a risolvere... Ma esse sono solo strettamente inerenti al problema stesso, e visto che non siete di Konoha, è doveroso che vi dia un paio di spiegazioni in precedenza."
    Fece una piccola pausa, forse per riprendere fiato, forse per raggruppare le idee. Prese una mappa del paese del fuoco, ed indicò un punto preciso su di essa.
    "Otara è una cittadina sul limite Nord-Est del paese del fuoco. In passato era una cittadina di passaggio per i commercianti che si dirigevano verso Yu.
    Da quando però i jashinisti hanno preso il controllo di quella terra, potete immaginare la desolazione che si è abbattuta su quella città. Ma non vi ho portato qui per farvi una lezione sulla situazione socio economica del confine settentrionale del paese del Fuoco, ma per queste.
    "
    Continuò, e iniziò a tirare fuori diverse fotografie dalla busta, disponendole sul tavolo in direzione dei quattro ninja in modo che potessero vederle senza troppa difficoltà.
    " Dovete risolvere gli omicidi di Takashi Ina, Iwamoto Takeshi, Nakatani Norio"
    E mano a mano che il ninja elencava le tre vittime, appoggiava sul tavolo un piccolo dossier con riportato sulla copertina il suo nome.
    "Gli omicidi sembrano essere sempre compiuti di notte, dentro le case delle vittime. Stando a quanto dicono le autopsie, tra il primo e il secondo omicidio sono passati dieci giorni. Tra il secondo e il terzo invece, che tra parentesi è stato scoperto l'altro ieri, sono solo passati cinque giorni.
    Spero sappiate che quando si tratta di killer seriali, più il tempo passa, più le uccisioni diventano frequenti. Vi ho fatto fermare a Konoha il tempo necessario per darvi queste informazioni solamente per un motivo: l'efficienza percepita dai cittadini di Otara. E' una cittadina sulla linea di difesa contro gli adoratori di Jashin, il loro morale non è mai stato più basso, e hanno bisogno di avere fiducia nelle istituzioni ninja. Qui, entrate voi in gioco. Arrivate ad Otara, iniziate immediatamente ad indagare, e prendete l'omicida nel minor tempo possibile.
    "
    Mentre parlava, i quattro ninja avrebbero avuto la possibilità di analizzare le foto delle tre vittime.
    La prima di esse era Takashi Ina: nelle varie fotografie si poteva vedere una di mezza età, dai capelli neri che stonano brutalmente con la carnagione bianca cadaverica, oltremodo pallida. Il corpo era tappezzato di tubi di un materiale di plastico trasparente, che sono infilati in alcune delle arterie principali grazie a degli aghi. La ragazza ha una posa scomposta, e la sua espressione è contorta dal dolore. Il cadavere è sdraiato sul pavimento della camera da letto.
    La seconda vittima era Iwamoto Takeshi: Uomo di una quarantina d'anni, capelli neri, carnagione estremamente pallida e fisico robusto. Nelle foto che inquadravano il corpo si poteva vedere una specie di "evoluzione" dell'assassino: i tubi ora prendevano ogni arteria principale, e anche qualche arteria secondaria. Il suo corpo è sembrava stato "messo in posa", essendo sdraiato a pancia in alto sopra il suo letto, con le mani raccolte all'altezza del cuore, come se fosse pronto per essere seppellito. Il rapporto allegato alle foto dice anche che ad una analisi più attenta, si è trovato un altro particolare: i tendini di braccia e gambe sono stati tagliati da un coltello estremamente affilato, permettendo al corpo di rimanere nella stessa posizione in cui era stato messo anche dopo la morte.
    Il nome dell'ultima vittima era Nakatani Norio: un uomo giovane, di vent'anni, capelli biondi, corpo in forma, ma carnagione pallida e smunta.
    Egli è ricoperto da capo a piedi da una moltitudine di tubi, che si infilano sotto la sua pelle e dentro i vasi sanguigni in moltissimi punti, facendolo sembrare più un puntaspilli che un cadavere. Egli, tenuto in posa grazie ai tubi (similmente ad una marionetta), è stato ritrovato in ginocchio, mentre tiene la mano destra all'altezza della sua faccia, come se stesse lodando qualcosa che solo lui riesce a vedere. Il suo cadavere è stato particolarmente seviziato, avendo i tendini tagliati e i bulbi oculari asportati, lasciando che le palpebre cadessero molli sugli zigomi. L'autopsia afferma che tutti e tre i cadaveri sono morti per dissanguamento, e il sangue presente copioso sopra ad ogni oggetto intorno a loro è una prova abbastanza forte da convincervi tutti. Le tre case sono un case di piccole dimensioni, con un piccolo giardino intorno ad essa, e tante finestre per arieggiare le poche stanze e poter godere del paesaggio.
    "Avete domande? Se la risposta è no, potete iniziare ad andare verso la cittadina, è a qualche ora da qua se fate in fretta... Là ci saranno due ninja, saranno loro che vi guideranno per la città, e vi faranno vedere le prove in carne ed ossa."
    Scusate, il ritardo, ma gli esami mi stanno uccidendo :facepalm:
    Datemi reazioni ed emozioni alle informazioni che avete ricevuto, fate domande al vostro superiore se ne avete. Se volete potete descrivere il viaggio, ma non mi interessa tanto... più che altro vorrei vedere dialogo tra voi. Fermatevi quando state per arrivate alla cittadina!

    PS: Nel caso voleste avere altre info sui casi, chiedetemi in mp o su discord, e vi dirò se trovate nei fascicoli quello che cercate o meno!


    Edited by sundavr - 6/6/2021, 12:25
     
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    Arrivato sul luogo dell’incontro, un ninja attendeva davanti alla porta di una minuscola casetta di legno. Da più direzioni, il rumore dell’avvicendarsi di passi, mi preannunciò l’arrivo di un paio di uomini che poi si rivelarono i miei compagni di missione. Una volta a portata d’occhio, potei riconoscere uno dei tre: Haruki Sato. L’avevo lasciato poche settimane prima, proprio a Konoha, quando mi venne concessa la promozione di grado, mentre lui avrebbe dovuto superare un ulteriore step che, a giudicare dal giubbotto che indossava, doveva aver superato. Ci eravamo ritrovati in più occasioni da avversari ma questa volta avremmo dovuto collaborare e la cosa non mi dispiaceva, visto che riconoscevo le grandi abilità di quel ragazzo, particolarmente portato per i Ninjutsu. Inoltre dal rapporto che avevo richiesto in seguito all’esame Chuunin, non potevo non tenere in considerazione che proprio in occasione della nostra prova pare avesse dato prova di essere uno dei rarissimi controllori del Mokuton. Gli altri due mi erano sconosciuti ed a primo impatto mi parvero anagraficamente più grandi di noi, visti i tratti più maturi.

    Il ninja che ci stava attendendo aspettò che tutti fossimo pronti ad udire le sue parole, dopodiché ci invito a seguirlo, avviandosi verso la porta d’ingresso per entrare nell’umile casetta. All’interno lo spazio era angusto e ci ritrovammo a riempire una stanza i cui perimetri erano occupati da librerie strabordanti di qualsivoglia scrittura. In un’altra occasione avrei provato a curiosare tra gli scaffali ma visto il motivo del nostro incontro decisi di non concedermi distrazioni. Al centro della stanza si trovavano una scrivania piena di documenti ed una sedia.

    Lo shinobi si presentò con freddezza, invitandoci a chiamarlo Hiro. Poi prese una busta già aperta, dal centro del tavolo e iniziò ad introdurre le ragioni della nostra convocazione. Estraendo una mappa del Paese del Fuoco, vi puntò il dito in un punto preciso, accompagnando quel gesto con una spiegazione del contesto geopolitico nel quale ci saremmo trovati ad operare. La cittadina di Otara si trovava al confine con il Paese delle Calde Acque, dapprima uno snodo commerciale ed oggi, in seguito alle influenze Jashiniste, terra di desolazione.

    Dalla busta prelevò alcune fotografie che dispose sul tavolo, sottoponendole alla nostra osservazione.


    Dovete risolvere gli omicidi di Takashi Ina, Iwamoto Takeshi, Nakatani Norio


    Ad ogni persona elencata si premurò di appoggiare, vicino alla relativa fotografia, un dossier nominativo.

    Come preannunciato dalla missiva, il nostro obbiettivo sarebbe stato un serial killer. Ora, davanti a noi, avevamo i raccapriccianti risultati dei suoi delitti.


    Dio mio..


    Le foto infatti ritraevano i corpi esanimi delle vittime. Mentre prestavo attenzione alle importanti informazioni che il sig. Hiro ci stava fornendo, cercai di analizzare le scene del crimine. Tutte e 3 avevano degli elementi in comune piuttosto eloquenti. Degli strani tubi trapassavano i corpi, concentrandosi su alcuni punti particolari; questo complesso sistema faceva sì che gli ultimi due assumessero delle posizioni bizzarre ed emblematiche sulle quali sicuramente avremmo dovuto indagare, visto che sembrava proprio che alcuni tendini fossero stati recisi per tale scopo. La sequenza degli omicidi e le piccole differenze tra loro lasciavano trapelare un senso di evoluzione del killer; come se si fosse perfezionato nella sua assurda ritualità. Ufficialmente l’autopsia aveva dichiarato che le morti fossero avvenute per dissanguamento. Infatti tutte le scene ne erano letteralmente ricoperte.

    Riflettei tra me e me riguardo alle informazioni che ci era appena state fornite ed alle immagini che avevo visto.


    Si tratta senza dubbio di un professionista. La minuzia con la quale ha agito e l’evoluzione degli atti compiuti lasciano trapelare una volontà del nostro obbiettivo di migliorarsi e lasciare un messaggio sempre più chiaro. Dev’esserci un movente che lo porta a lasciarci le vittime in queste condizioni. Varrà la pena concentrarsi su questo, cercando di collegare tutti i punti e scoprire quali sono i suoi scopi.


    Il sig. Hiro concludendo il suo discorso ci aveva dettato sinteticamente una linea di azione.


    Arrivate ad Otara, iniziate immediatamente ad indagare, e prendete l'omicida nel minor tempo possibile.


    Dopodichè proseguì..


    Avete domande? Se la risposta è no, potete iniziare ad andare verso la cittadina, è a qualche ora da qua se fate in fretta... Là ci saranno due ninja, saranno loro che vi guideranno per la città, e vi faranno vedere le prove in carne ed ossa.


    Decisi così di intervenire, dopo aver rielaborato nella mia mente tutti i dati fin lì appresi.


    Signore, sono Seto Akame di Kiri.
    Vorrei sapere se ci sono collegamenti tra le tre vittime, di qualsiasi natura e se avete visto prima d’ora questi tubi.



    Avrei quindi aspettato una risposta per poi, con la massima serietà possibile, a braccia conserte, abbassare lo sguardo per poi guardare negli occhi uno ad uno i presenti in quella sala.


    Trattandosi di un folle omicida, credo sia per tutti noi facile intuire che non ci sarà collaborazione da parte sua nel farsi catturare vivo. Pertanto mi chiedo, qualora la situazione si faccia critica, se fossimo autorizzati ad eliminarlo e, nel caso, se qualcuno di voi abbia remore a riguardo.


    Mi rendevo conto che la mia riflessione in quel contesto sarebbe risultata poco piacevole ma decisi comunque di porla; in primo luogo per capire le intenzioni dell’OSU nei confronti del nostro obbiettivo ed in secondo per constatare le reazioni dei miei compagni, in modo da delinearne meglio le personalità.




    […]




    Ci lasciammo la casa alle spalle, congedando il sig. Hiro il quale rispose alle nostre domande e ci diede le sue ultime raccomandazioni. Ci saremmo dovuti dirigere verso i luoghi del crimine che avevamo intravisto in foto. La cittadina distava qualche ora di cammino da noi, tempo che avremmo potuto sfruttare per presentarci l’uno con l’altro e scambiarci alcune idee su quanto avevamo visto e sentito.


    Ragazzi, io sono Seto. Sono specializzato nei ninjutsu, padroneggio Acqua e Vento e prediligo scontri da medio/lunghe distanze. Grazie alla mia abilità innata ho la capacità di percepire il chakra anche a grandi distanze e vedere attraverso impedimenti fisici, entro una cinquantina di metri. Ho buone capacità di orientamento ed un udito piuttosto sviluppato. Posso ricorrere all’ausilio dei serpenti qualora ce ne sia il bisogno. Sono creature piuttosto diffidenti, vi avverto. Per quanto riguarda la missione mi metto a completa disposizione del team e pretendo che voi facciate lo stesso. Vi chiedo di attenerci ai piani stabiliti per quanto possibile e limitare iniziative personali poco ponderate. Fin quando queste premesse verranno mantenute, sono sicuro che la nostra squadra, opportunamente selezionata, sarà in grado di compiere la missione.


    Come sempre avrei richiesto un rapporto trasparente e professionale ai miei colleghi. Il nostro compito appariva senz’altro delicato e complesso ma i nostri superiori ci avevano selezionato perché fiduciosi delle nostre capacità. La mia mente analitica era pronta a studiare con attenzione il caso e da membro della Sezione Yume intendevo focalizzarmi sulla psicologia ed i moventi del nostro obbiettivo, sicuro che sviscerandoli avremmo ottenuto maggiori chances di successo.


    Durante il tragitto sarei intervenuto in dialoghi solo se interpellato o se strettamente necessario. Non ero un tipo loquace ed i miei compagni l’avrebbero capito subito. Tuttavia avrei cercato comunque di empatizzare con loro per non risultare noioso o antipatico ma non potevo esser certo dei risultati di tale esperimento.





     
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    Le presentazioni furono fatte e in un battito di ciglia mi ritrovai a sentirmi esattamente come una moneta. Il mio essere si divise in due metà diverse, giacché curiosità e stupore insistevano a prendere il controllo di tutte le mie emozioni. Rividi Seto Akame - Chuuni di Kiri - con il quale avevo ancora uno scontro da reclamare, desideravo quindi confrontarmi nuovamente con il giovane Kiriano ma le circostanze me lo impedivano. Non avevo nessuno atteggiamento ostile contro la di lui figura anzi apprezzavo le sue qualità riflessive e quelle combattive, volevo solamente confrontarmi nuovamente con lui e capire fino a che punto si erano spinte le nostre abilità. Gli sorrisi mentre il suo volto era fisso nei miei occhi, scrutandone cosi i pochi dettagli che il tempo aveva spinto a maturare. Era cambiato dall'ultima volta che i nostri sguardi s'intrecciarono e notare quelle differenze era paragonabile ad una brezza fredda nell'atroce Deserto di Suna. Cercai di salutarlo ma l'intento fu' bloccato dall'arrivo di altri Ninja, due per l'esattezza. Ci raggruppammo insieme, finché non fummò presenti dinanzi ad un uomo decisamente serio in volto e, probabilmente, privo di qualsiasi felice pensiero. Alle sue spalle era presente una casa in legno che quasi tendeva a replicare i lineamenti di colui che vi abitava all'interno di essa. Non era una di quelle costruzioni che ti scaldava il cuore anzi quasi riusciva ad ottenere l'effetto contrario, anche se ero abituato a vivere in case del genere ma per mia fortuna ero cresciuto con delle persone fantastiche e meravigliose, per cui nessun emozione mi si mostrò in volto. Un debole vento tirò a sospirare attorno ai nostri corpi, permettendo ad alcune ciocche di capelli di svolazzare libere nell'etere, liberandole di quella visione tanto pessimistica quanto la mia sul mondo. Con poche parole, anzi pochissime, ci invitò ad entrare in quella stessa casa, avanzando poi per primo. Non si era minimamente presentato e qualche dubbio era presente nella mia mente. Tentennai per qualche piccolo momento, concedendo agli altri il privilegio di avanzare ed entrando in quella casa solamente per ultimo. Serrai le labbra, spingendo lo sguardo ad osservare tutto ciò che era presente lì dentro. Da sinistra verso destra. Da destra verso sinistra. I tanti scaffali e le tante pergamene potevano far intendere l'importanza che aveva quell'uomo, oppure il suo grande amore per la lettura. Giungemmo ad un tavolo ove fogli e documenti erano appoggiati su di esso, cosi come delle immagini e tante altre cose poste in maniera disordinata lungo il fianco.

    « Dovete risolvere gli omicidi di Takashi Ina, Iwamoto Takeshi, Nakatani Norio »

    Un serial killer, ecco cosa dovevamo affrontare. Rimasi di stucco dopo quella frase mentre lo sguardo poggiava sulle fotografie di quei tre poveri esseri. Gli occhi si sbarrarono e il volto quasi mi diventò pallido. Cercai con tutte le forze di fermare l'intenzione dello stomaco di vomitare a più non posso, resistendo come una linea di trincea sotto una continua guerra. Era la prima volta che osservavo una tale crudeltà ed una tale follia, pari solamente all'attacco del falso Dio, se non superiore - Quest'uomo è un pazzo.. - Fu' l'unico pensiero che mi venne in mente. Continuavo a leggere i nomi di quelle tre persone mentre il proprietario della casa parlava della missione. Provai pena nel pensare quali fossero stati i loro ultimi pensieri, cosi come le ultime parole. Ebbi come un improvviso abbassamento delle temperature ed il corpo iniziò a raffreddarsi. Quei corpi avevano spinto alcuni brividi a nuotare sulla mia epidermide e nulla riuscivo a fare per riportare tutto allo stato primordiale, stavo perdendo il controllo. Strinsi i pungi e sollevai le spalle verso l'alto, tirando poi un lungo sospiro come a volermi tranquillizzare per qualche attimo. L'udito catturava ogni singola parola che volava in quella stanza ma poco riuscivo a capire, giacché ero sommerso dai tetri ed oscuri pensieri. Sembrò come se la Giara di Sabbia fosse diventata più pesante e con un movimento involontario della mano manca la sistemai per l'ennesima volta sulla spalla.

    « Io.. » Esclamai a gran voce, anche se sembrò un debole miagolio di un cucciolo di gatto. Quella visione quasi mi privò della forza di andare avanti e continuare ma una voce mi sussurrava di farlo per quelle anime pie strappate al mondo. Deglutii e presi coraggio « .. Noto una grande precisione da parte del serial killer. Non è cosa semplice riuscire a colpire le arterie principali e secondarie. Occorre sangue freddo e mano ben salda. C'è qualcuno che svolge il ruolo di Dottore ad Otara? » Ancora stringevo uno dei dossier nella man dritta, precisamente quello di Takashi Ina, la prima vittima. Distaccai lo sguardo dalla foto e lo alzai verso l'uomo, attendendo quindi risposta e iniziando a formulare qualche altra domanda nella testa. Come può qualcuno iniziare ad uccidere delle persone a caso? Non riuscivo ad immaginare un mondo dove un uomo fosse capace di tali atrocità ma purtroppo ero presente anch'io in quel mondo, quello che odiavo con tutta la mia forza e che speravo di cambiare un giorno. Stupide speranze di un ragazzino « Inoltre.. » Tirai un piccolo sospiro « I primi due casi sembrano mostrare un evoluzione mentre il terzo.. » Quello che faceva più pena « ..Il terzo sembra compiuto in modo piuttosto aggressivo, lontano dallo stile dei primi due omicidi » Come se fra l'ultima vittima e il serial killer ci fossero dei problemi da risolvere « C'è qualche segno di effrazione? » Nella testa avevo ancora una domanda da porre, forse la più importante « Avevano una famiglia? » Abbassai lo sguardo, come se non volessi sentire la risposta anche se tirarmi indietro ormai era inutile. Attesi quindi gli altri.

    [,,,]


    Ogni passo cadeva dannatamente più pesante sul pavimento ligneo di quella spartana abitazione, proprio mentre un grande sapere veniva lasciato alle nostre spalle. Tutte quelle informazioni contribuivano a rendere ancor più tetra la visione pessimistica che avevo del mondo, come un quadro dipinto di nero più e più volte. Solamente una fioca luce era ancora lì presente - al centro del quadro - elevandosi come se fosse un faro in una buia notte. Purtroppo scelsi una strada dura, lunga e ricca di ostacoli. Ero consapevole delle cose da dover affrontare e continuavo ad andare avanti solamente per un unica ragione: il cuore. Accantonai il pensiero di colei che riusciva a tranquillizzare la mia mente, e ritornai con i piedi per terra a contrastare quella cruda realtà. Socchiusi la porta alle mie spalle, avvicinandomi per l'ennesima volta al gruppo formato per quella missione. Il primo a parlare fu' Seto Akame.

    - E' migliorato molto, inoltre la sua abilità innata è davvero interessante - ... « Io invece sono Haruki. Anch'io sono specializzato nel Ninjutsu ed anch'io padroneggio due tipi di elementi: Acqua e Terra. Inoltre riesco anche a manipolare la Sabbia. Inutile dire che più tempo perdiamo e più diamo vantaggio al serial killer ma condivido il pensiero di Seto. Riusciremo a venirne a capo, dobbiamo farlo per quelle tre povere anime.. »


    Ho evitato di descrivere il viaggio cosi da avere qualcosa da scrivere nel prossimo post :chuppro:
     
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    [Tales of God, Cues of Blood]



    Arrivai senza problemi al luogo dell’incontro, dove un ninja ci attendeva davanti alla porta di una minuscola casetta di legno. Intorno a me, il rumore dell’avvicendarsi di passi sempre più vicini preannunciò l’arrivo di un paio di ninja che si rivelarono essere i miei compagni di missione. Ad un'occhiata più attenta al gruppetto, però, non riconobbi nessuno in particolare. Di loro, però, risaltavano palesemente i tratti tipici dei ninja neopromossi.

    Il ninja che ci stava attendendo aspettò che tutti noi fossimo pronti ad udire le sue parole, dopodiché si avviò presso la porta d’ingresso della piccola casa di legno per entrarvi. All’interno lo spazio è piuttosto angusto e ci ritrovammo ben presto a riempire la stanza i cui perimetri erano occupati da varie librerie piene all'inverosimile di qualsivoglia scrittura e libro e, al centro della stanza, si trovavano una scrivania piena di documenti ed una sedia ad esso vicina.

    Lo shinobi, il cui nome era Hiro, si presentò con freddezza glaciale. Poi prese dal centro del tavolo una busta, che già era stata investigata in precedenza, e iniziò ad introdurre i motivi della nostra convocazione. Estraendo una mappa del Paese del Fuoco, puntò il dito ad un punto ben preciso, accompagnando quel gesto con una spiegazione del contesto nel quale avremmo operato. La cittadina di Otara si trovava proprio al confine con il Paese delle Calde Acque - la tana dei Jashinisti - ed era stata in principio uno snodo commerciale, e successivamente terra di desolazione per via della conquista jashinista.

    Dalla busta, Hiro prelevò alcune fotografie che andò a disporre sul tavolo, sottoponendole alla nostra osservazione. Nell'osservare quelle foto, però, non riuscii a non trattenere lo shock.

    Dovete risolvere gli omicidi di Takashi Ina, Iwamoto Takeshi, Nakatani Norio.

    Mentre nominava le vittime una ad una, appoggiava vicino alle loro foto un dossier con il nome indicato sopra. Tutte e tre le vittime erano completamente pallide di carnagione, ma ciò che mi fece inorridire - e anche incuriosire, per assurdo - era l'innumerevole numero di tubi conficcati nei loro corpi. Osservare quelle fotografire mi mise in corpo una rabbia immane: chi aveva commesso quegli efferati omicidi avrebbe ricevuto la sentenza senza bisogno di un giudice. Alzando lo sguardo, osservai Hiro per porgli la mia domanda.

    Hiro, giusto? Ho una domanda da farle: come mai tutte e tre le nostre vittime hanno una quantità abnorme di tubi conficcati nella pelle, alla stessa maniera di un puntaspilli? C'è da dire che sono stati utilizzati diversi metri di tubi per tutte le vittime...sai qualcosa su di essi?

    Mentre rimanevo in attesa della risposta, osservai i miei compagni e, successivamente a ciò, espressi la mia opinione sulla missione.

    Prima ci muoviamo verso Otara, prima catturiamo il maledetto figlio di buona donna che ha ucciso questi tre in maniera così efferata.

    Riassunto Azioni


    Azioni
    ///

    parametri
    Resistenza: 600
    Stamina: 1000

    Maestrie
    Chakra Possente - II° Livello: Mastermind

    equipaggiamento
    Coprifronte di Iwa [+30 Protezione Testa]
    Guanti Placcati [+50 Protezione Mani]
    Giubbotto Ninja [+100 Protezione Busto]
    Calzari da Combattimento [+60 Protezione Stinchi]
    Borsello Porta-Oggetti [Coscia DX, 10/10 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Taschino Porta-Armi [Fianco SX, 6/8 Ogg. Piccoli/Minuscoli]
    Kobashot [Dotazione Standard OSU, avambraccio DX]
    Ricetrasmittente Seras [Dotazione Standard OSU, orecchio SX]

    Consumabili
    Kunai x5 [Borsello]
    Tonico Coagulante x4 [Taschino]
    Tonico da Guerra x2 [Taschino]

    Conoscenze
    Tecniche e del Chakra II
    Oratorie e Popolari I

    note
    ///


    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Il viaggio per le terre ninja fu lungo e mi portò a oltrepassare i confini della nazioni per la prima volta dopo tanto tempo. Le cose erano cambiate ora, si respirava un'aria pesante e fui fermato più volte da ninja posti a guardia dei confini, che più o meno erano tutti controllati da forze armate spiegate nei punti più strategici. Gruppi armati pattugliavano le terre attorno ai villaggi principali, mentre alcune delle piccole cittadine di periferia erano state abbandonate dalla maggior parte degli abitanti o ancora peggio saccheggiate. Gli sguardi della gente erano diffidenti e nemmeno un coprifronte era più sufficiente a togliere la diffidenza degli estranei. Dopo giorni di cammino nel deserto arrivai alla foresta, la attraversai e giunsi a Konoha. La capitale del fuoco era a tutti gli effetti territorio militare, tanto che dovetti esplicare il motivo del mio viaggio per entrare dentro il villaggio. Le indicazioni sulla lettera di convocazione mi portarono a una casa di periferia lungo le mura. Era una piccola casetta e ad attendermi c'erano già gli altri partecipanti alla missione.

    Buongiorno a tutti, spero di non essere in ritardo. Mi chiamo Azibo e vengo da Suna.


    Completati i convenevoli entrammo nella casa, che all'interno si presentava praticamente come un ufficio o una biblioteca. Vi era una sola stanza ricolma di scaffali con libri e fascicoli in ogni dove, in un trionfo di carta e polvere. Una sola scrivania con una singola sedia dominava il centro dell'ambiente, e doveva essere il luogo di lavoro del nostro mandante. Un uomo sfuggente, una di quelle persone che potresti incontrare dieci volte e finiresti per scordartelo ogni volta. Sembrava però un tipo piuttosto puntiglioso e preciso, a giudicare dal modo con cui controllava il suo orologio da taschino, tenuto in maniera maniacale e riposto con precisione nel taschino.

    Otara è una cittadina sul limite Nord-Est del paese del fuoco. In passato era una cittadina di passaggio per i commercianti che si dirigevano verso Yu.
    Da quando però i jashinisti hanno preso il controllo di quella terra, potete immaginare la desolazione che si è abbattuta su quella città. Ma non vi ho portato qui per farvi una lezione sulla situazione socio economica del confine settentrionale del paese del Fuoco, ma per queste. Dovete risolvere gli omicidi di Takashi Ina, Iwamoto Takeshi, Nakatani Nori...


    Detto ciò ci allungò tre fascicoli, corrispondenti ai tre omicidi. Attesi che tutti li sfogliassero, in modo da averli in mano per ultimi e poterli analizzare con calma Le informazioni raccolte erano piuttosto dettagliate, le immagini di buona fattura e il lavoro preliminare era stato svolto alla grande. Gli omicidi erano stati effettuati in maniera precisa e maniacale, e vi era stata un evoluzione nell'esecuzione, segno che l'assassino avrebbe continuato probabilmente nei suoi crimini. Non erano state trovate prove o indizi sull'omicida a quanto pareva, ma una cosa era abbastanza certa. Doveva esserci voluto diverso tempo a compiere i crimini, a causa delle numerose operazioni svolte sui corpi dei cadaveri. Ascoltai le prime impressioni dei miei colleghi.

    Signore, sono Seto Akame di Kiri.
    Vorrei sapere se ci sono collegamenti tra le tre vittime, di qualsiasi natura e se avete visto prima d’ora questi tubi. Trattandosi di un folle omicida, credo sia per tutti noi facile intuire che non ci sarà collaborazione da parte sua nel farsi catturare vivo. Pertanto mi chiedo, qualora la situazione si faccia critica, se fossimo autorizzati ad eliminarlo e, nel caso, se qualcuno di voi abbia remore a riguardo.


    Dovremo provare a indagare su eventuali collegamenti, ma non è detto che ci sia una particolare ricerca da parte dell'assassino nella scelta delle vittime. Potremmo anche cercare di capire dove vivevano queste persone, e se semplicemente la scelta sia stata fatta per la semplicità di azione. Visto il modo in cui sono state conciate le vittime, credo che per l'assassino sia stato meglio agire in luoghi silenziosi e scarsamente trafficati.

    Noto una grande precisione da parte del serial killer. Non è cosa semplice riuscire a colpire le arterie principali e secondarie. Occorre sangue freddo e mano ben salda. C'è qualcuno che svolge il ruolo di Dottore ad Otara?

    Questa potrebbe essere una buona pista. Sicuramente l'assassino deve avere un minimo di preparazione medica.

    Discutemmo ancora qualche minuto, cercando di confrontarci e capire qualcosa dalle prime informazioni a nostra disposizione. Purtroppo però erano solo supposizioni e divenne subito chiaro che l'unica cosa da fare era dirigersi sul luogo degli omicidi e agire dal campo.

    Credo comunque che questa persona tragga piacere da questi omicidi, non c'è dubbio. Inoltre la sua pratica è in evoluzione ed è praticamente chiaro che vi saranno altre vittime se non interveniamo. Ma credo anche che questa sua sete di sangue derivi da un qualche bisogno fisico, io credo che i tubi che hanno dissanguato le vittime gli siano utili a un qualche scopo. Credo che l'assassino sia interessata al sangue in qualche modo, ma questa è solo una supposizione. Non ci resta che indagare sul posto...

    Dunque partimmo alla volta di Otara. Una volta sul cammino decidemmo saggiamente di scambiarci qualche informazione sulle rispettive capacità, e dopo aver ascoltato i miei compagni, dissi la mia sulle mie caratteristiche.

    Io sono specializzato nel combattimento a distanza e posso anche diciamo mimetizzarmi abbastanza bene con l'ambiente. Inoltre ho anche esperienza nella risoluzione di casi di omicidio, anche se devo ammettere che è la prima volta che mi capita un assassino seriale. Credo comunque che dovremmo cercare di coglierlo in flagrante, magari organizzando delle trappole o pattugliando la cittadina nella notte, magari con l'aiuto di qualcuno del posto. Vedremo comunque cosa sarà possibile fare una volta giunti a destinazione...
     
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    Hiro rimase in silenzio mentre i quattro giovani ninja davanti a lui diventavano consci dell'orrore che stava accadendo neanche troppo lontano da lì. Osservò le loro reazioni, tutte giustamente di disgusto e sdegno verso le foto che erano davanti ai loro occhi. Aspettò che le loro reazioni più viscerali lasciassero il posto a pensieri più razionali e utili, dal suo punto di vista, poi iniziò a rispondere alle loro domande più che altro per non fargli perdere tempo a cercare quelle stesse informazioni che erano sicuramente sparse in quegli stessi fascicoli che avevano in mano.
    "Per quanto riguarda i tubi, quello che ho capito dalle foto è che sono dei tubi molto normali, usati praticamente da ogni persona che che lavori nell'ambito medico, biologico, o sperimentale. Ma sono stati modificati in modo che alla fine ci sia attaccato una punta di ago monouso, probabilmente per migliore penetrazione. Sono abbastanza sicuro che entrambi i materiali siano acquistabili da privati, quindi se volete posso chiedere ai due ninja presenti ad Otara di stazione se ci sono persone che avrebbe senso acquistassero strumentazione del genere. Li contatterò con il Seras il prima possibile, e sì, credo che il medico presente ad Otara sia uno di essi.
    Per quanto riguarda la diversa metratura di tubi infilati nelle vittime, mi trovo d'accordo con i suoi altri compagni nell'attribuire ciò ad una evoluzione del serial killer.
    Tutte le vittime vivevano da sole, e non ci sono segni di effrazione "propria", ma nella casa del secondo omicidio ci sono vicino ad una finestra, dei segni che sono analoghi a quelli che si trovano su un lucchetto assassinato. Il punto, è che chi ha trovato il corpo ha visto la finestra chiusa, e soprattutto, i segni di scassinatura si trovano all'interno della casa...
    "
    Nel mentre che questo scambio prendeva posto, Azibo, che si era concentrato ad osservare le foto fatte della scena del crimine, nota un particolare che cozza con le sue memorie. Grazie alla sua attenzione per i particolari, o grazie alla sua geneticamente sovrasviluppata vista, egli fa una scoperta che agli altri era sfuggita, forse per disattenzione, o forse per inesperienza: Tutti i tubi fotografati sono leggermente rastremati alla fine, poco prima del loro "attacco" con la punta d'ago. Azibo aveva avuto esperienze molto approfondite con apparecchiature mediche simili, quindi sapeva bene che di solito i tubi e gli aghi non erano collegati in quel modo così barbaro, e di solito i tubi medici mantenevano una sezione uguale per tutta la loro lunghezza. Un particolare inconseguente, una firma del serial killer, o qualcosa di più?
    Dopo aver fugato gli ultimi dubbi su questa spinosa missione, arrivò il momento per loro di congedarsi, e iniziare le indagini vere e proprie.
    Il viaggio verso Otara è molto veloce e noioso, privo di qualsiasi cosa degna di nota. La foresta del Paese del Fuoco scivola sotto i quattro, rigogliosa ma stranamente sinistra. O forse i nostri eroi erano solo impressionati dalle immagini prima viste? In ogni caso, a circa un centinaio di metri dalla posizione che Hiro gli aveva indicato di raggiungere, delle mura apparvero al limitare del vostro campo visivo. Qualche minuto di marcia, e poi avreste potuto finalmente vedere la cittadina di Otara.
    Essa era una città ancora abitata, ma spenta, priva dei suoni e dei colori che erano tipici delle altre città della Nazione del fuoco, come se fosse stata privata della sua stessa linfa vitale. Le strade erano vuote e silenziose. Le poche persone che erano fuori casa erano presi da una fretta che non riuscivate a comprendere, come se volessero andare il prima possibile verso un posto sicuro, probabilmente casa loro. Notate anche che nessuno vi degna neanche di uno sguardo, e che gran parte delle inferriate sono chiuse. Ma grazie alla mappa che vi era stata inviata sul seras, riuscite velocemente ad arrivare alla stazione di polizia, un altro edificio molto comune che sarebbe passato inosservato, se non fosse per il cartello presente di fianco all'entrata.
    Una volta dentro, siete accolti quasi immediatamente da due persone, probabilmente i due ninja di stazione di cui Hiro aveva parlato.
    Erano due ninja dall'aspetto abbastanza generico, entrambi con l'abbigliamento ufficiale del chunin di Konoha. Uno di essi, il più alto, aveva i capelli lunghi neri e gli occhi verdi, e dalle spalle spuntava l'impugnatura di una spada. L'altro, il più minuto, aveva occhi e capelli marroni, e non portava alcun tipo di protezioni se non il coprifronte ed il giubbotto ninja.
    Il più alto, dopo aver notato i coprifronte dei quattro nuovi arrivati, prese la parola:
    "I ninja dell'OSU! Finalmente siete arrivati! Vi abbiamo visti da lontano, e vi siamo venuti in contro per potervi parlare il prima possibile..."
    "La cittadinanza è spaventata a morte. Molte persone stanno già facendo i bagagli per partire, ed andarsene lontano... non so per quanto riusciremo a tenerli tranquilli."
    "Quindi è meglio cercare di catturare quel maledetto il prima possibile!"
    "Ah, già, non ci siamo ancora presentati: Lui è Akai, e io sono Norio. Vi direi che è un piacere conoscervi, se l'occasione per incontrarsi non fosse così... "
    "... Sentite, noi non siamo esperti a maneggiare situazioni del genere, quindi ci rimettiamo a voi: siamo a vostra più completa disposizione... Abbiamo sentito che volevate sapere dei possibili compratori di attrezzatura medica poiché sospettabili, e in città ce ne sono solo due: il Medico di Otara, Ayako, e, beh, Kazuo . Questo è un ricco possessore di terre che si è trasferito qui due mesi fa circa, e apparentemente ha la passione per la biologia... Anche se dai tipi di esperimenti di cui parlava a chiunque gli rivolgesse la parola, egli sembrava più interessato alle piante e ai loro composti chimici."
    "Di sospetto c'è anche Osamu! "
    Si intromise Norio a muso duro, scatenando una quasi immediata reazione da Akai
    "Ma non è vero! Non ha mai fatto niente a nessuno!"
    "Lui è arrivato qualche settimana prima che iniziassero gli omicidi, Si è trasferito qui senza motivo, non parla con nessuno, sua figlia non si vede mai in giro... Come fa a non essere sospetto? "
    "Questo non implica in nessun modo che sia sospetto! In ogni caso"
    E lì ricominciò a parlare più ai quattro ninja che al suo compagno
    "Cosa volete fare? Andare a fare domande ai sospetti? Ricontrollare i luoghi del delitto? Vedere le prove che abbiamo raccolto, anche se, effettivamente, abbiamo solo raccolto quei tubi? Aiutateci a mettere fine a questa atmosfera di terrore!"
    Concluse, in tono quasi ossequioso. Cosa avrebbero fatto i quattro investigatori (chi più, chi meno) in erba?
    Benissimo, ultimo post di preparazione e poi inizierà la parte di investigazione! Decidete cosa fare, e fatevi guidare in quella direzione dai due ninja. Da lì inizierà la investigazione vera e propria


    Edited by sundavr - 21/6/2021, 10:35
     
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    Il sig. Hiro rispose ai nostri interrogativi, dando però l’impressione di volerci liquidare nel più breve tempo possibile così da metterci sulla strada per Otara e quindi sulle tracce del presunto serial killer.

    Lasciammo dunque la modesta casetta nel quale ci eravamo riuniti e ci incamminammo.

    Il viaggio durò un paio di ore e ne approfittammo per approfondire le nostre conoscenze, in modo da poter imbastire più avanti un piano d’azione che enfatizzasse i punti di forza di ciascuno di noi.

    Haruki mi era parso senza dubbio maturato e fu il membro della squadra che più venne scosso dalle immagini e dalle descrizioni dei dossier. Aveva empatizzato con la situazione delle vittime e del villaggio fin dal primo momento e questo sembrava dargli la giusta motivazione per andare a fondo in quella faccenda.

    Yuugi, lo Special Jonin di Iwa, indubbiamente più esperto di noi, sembrò concentrarsi più sull’autore dei delitti, provando nei suoi confronti un astio che traspariva dai crudi epiteti con il quale lo appellava. Ci incentivò a non indugiar troppo e pensai che, fino a prova contraria, affidarsi ad uno shinobi di rango superiore sarebbe stata scelta saggia.

    Ed infine Azibo che si rivelò un attento osservatore, notando un particolare che aggiunse ulteriori informazioni utili a quelle già in nostro possesso. Si presentò anche lui, spiegandoci i suoi pregi e proponendo una prima idea di piano d’azione.

    Tutto sommato sembravamo una squadra ben assortita, ognuno proveniente da un diverso paese e tutti riuniti sotto la bandiera dell’OSU. Dal punto di vista delle capacità, sicuramente Azibo e Yuugi avevano maturato maggiore esperienza sul campo e dalle loro parole trasparivano due profili di shinobi diversi ed entrambi interessanti. La conoscenza, seppur non approfondita, di Haruki mi permetteva di potermi fidare di quel ragazzo che in tutte le occasioni in cui l’avevo incrociato si era sempre dimostrato capace ed intelligente.

    Se nell’ultimo periodo non nutrivo particolarmente fiducia nelle grandi istituzioni e nella preparazione delle accademie straniere, in quel momento dovetti ricredermi.


    Sarà interessante..


    Quando entrammo a Otara, lo scenario che ci si presentò davanti fu tutto sommato in linea con le premesse del sig.Hiro ed in pieno contrasto con l’armonia e la vivacità delle altre cittadine della Nazione del Fuoco. Le strade erano pressoché deserte e i pochi viandanti erano presi dalla fretta e alla nostra vista acceleravano ancor di più il passo, chinando i loro volti, come intimoriti.


    Dovremo stare attenti a non spaventarli ulteriormente..altrimenti ci saranno solo d’intralcio..


    Le comunicazioni dal Seras arrivavano chiare e tempestive. La mappa di quel luogo ci permise di raggiungere agevolmente la stazione di polizia locale. Una volta entrati, due ninja con il tipico abbigliamento di Konoha ci accolsero. Ci spiegarono che la popolazione era in subbuglio e che avremmo dovuto agire tempestivamente; informazioni che in realtà non aggiungevano altro a ciò che già avevamo constatato. Dopodichè, ammettendo la loro insperienza, si affidarono alla nostra squadra, parlandoci di possibili sospettabili ovvero un medico e un ricco latifondista trasferitosi in loco da un paio di mesi e che coltivava la passione per la biologia. Uno dei due aggiunse un terzo nome: Osamu, sul quale però il suo compagno non si dimostrò particolarmente d’accordo. Su quest’ultimo però effettivamente i motivi di sospetto si fondavano su congetture legate al suo carattere schivo che potevano dire tutto o niente.

    Il modo in cui ci avevano accolto e la confusione che fecero con le parole non rendeva onore alle istituzioni di Konoha. Erano così impacciati da risultare irritanti.


    Cosa volete fare? Andare a fare domande ai sospetti? Ricontrollare i luoghi del delitto? Vedere le prove che abbiamo raccolto, anche se, effettivamente, abbiamo solo raccolto quei tubi? Aiutateci a mettere fine a questa atmosfera di terrore! Proseguì Akai.


    Feci mente locale sui profili che i miei compagni avevano fornito di loro stessi e cercai di analizzare, quanto più possibile lucidamente, la situazione.

    Ricontrollare i luoghi del delitto? Vista l’impacciataggine di quei due aveva sicuramente senso. Ma allo stesso tempo i primi sospetti andavano intercettati subito, quantomeno per scandagliare le prime piste e far sentire il fiato sul collo al presunto serial killer.

    Una volta organizzate le idee mi rivolsi ai miei colleghi.


    Credo che l’idea migliore sia quella di dividerci. Le mie capacità di cogliere al meglio pensieri e parole mi portano a pensare che io debba andare a far due chiacchiere con i sospetti.
    Potremmo tenerci in contatto con il Seras.



    Avrei aspettato che gli altri esponessero le loro idee, per poi proseguire con la collaborazione e partire verso la destinazione dove più mi sarei potuto rendere utile.


    Norio, tu vieni con noi. Sei quello che ha parlato di meno dei due e da adesso in poi dovrai impegnarti ancor di più a dosar le parole. C’è in gioco la vita di molte persone da queste parti e c’è già troppa confusione. Ah..mi servono un paio di occhiali da sole..lenti belle grandi.





     
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    Mettemmo tutte le nostre carte sul tavolo, proprio come se fossimo dei giocatori professionisti di Poker. Quello che più catturò la mia attenzione fu' Seto Akame, ritrovato decisamente migliorato dall'ultima volta che ebbi fortuna d'incontrarlo. Un altro che fu' posto sotto i riflettori era colui che si presentò con il nome di Azibo, Shinobi di Suna. Più passavano i secondi e più strano diveniva la sua conoscenza, giacché mai ero riuscito ad incontrarlo in quel Villaggio circondato da un mare di sabbia. Potei osservarlo con maggior circospetto durante il viaggio verso Otara - la cittadina obiettivo della triste e cruenta missione affidataci - e fui non poco sorpreso quando non intravidi la sua Giara di Sabbia. Un evento davvero raro. Difatti la maggior parte degli Shinobi sapeva utilizzare quell'elemento cosi dannatamente insidioso e l'assenza di quel tanto amato contenitore, mi spinse a due precise conclusioni, confermate poi dalle sue parole. Probabilmente era cosi tanto preparato nell'ambito magico che era riuscito a sigillare la Giara in qualche rotolo, che tuttavia mancava al suo equipaggiamento. L'opzione che restava, comprendeva la totale assenza di tale elemento nelle sue conoscenze. Restò dunque avvolto da un alone di mistero e di dubbi, avrei dovuto solamente aspettare. Decisi di distogliere lo sguardo dalla di lui figura, spostandolo verso ciò che ci circondava e facendo ritornare nella mente quelle immagini cosi cruente e tristi, ricche di disperazione e di dolore, lacrime e paure. Più pensavo a quelle tre pie anime, più detestavo la crudeltà presente al mondo, sperando un giorno che tutto venga avvolto in una calda luce. Lo sguardo volse a destra e a manca, cercando di scovare in quella fitta vegetazione qualcosa che potesse aiutare l'assassino a realizzare dei composti chimici.

    - Come può un medico fare questo? -

    Le nocciola iridi cercarono in tutta la foresta qualcosa che potesse essere facilmente identificabile come potenzialmente pericoloso ma purtroppo essa era quasi infinita e probabilmente, non sarei riuscito nel mio intento. Sapevo dell'esistenza di alcune pianti con effetti paralizzanti ed altre invece che possedevano effetti piuttosto nocivi. Esse erano presenti nell'Orto Botanico di Suna e fu' proprio lì che ebbi la fortuna di imparare tali conoscenze. Sapevo che un giorno mi avrebbero aiutato in qualche modo ma proprio non desideravo imbattermi in un tale demonio. Possedevo un idea decisamente diversa sul compito e sugli hobby di un medico e proprio non coincidevano con quelli dell'assassinio. Strinsi lo sguardo e lanciai un lungo sospiro verso l'etere mentre un eco ripeteva quei ribollenti pensieri.

    - Quella dev'essere Otara -

    Fui cosi occupato durante il viaggio che quasi non mi accorsi di essere arrivato a destinazione. Lo scenario che si aprì dinanzi ai miei occhi, tuttavia, superava di gran lunga l'idea che mi ero fatto dello stato che vigeva nella cittadina. Essa era quasi priva di persone, si potrebbe dire quasi deserta, forse più del vero manto sabbioso che circondava Suna. Il terrore che aveva scatenato quel pazzo si era ormai distribuito in ogni via della cittadina e il nostro arrivò non sembrò affatto venir accolto con clamore anzi, sembrò che quasi tutti i presenti volevano tornarsene a casa in fretta e furia. Probabilmente non era nemmeno la soluzione che avrebbe salvato loro la vita. Rimandai pensieri e supposizioni ad un futuro più prossimo e ritornai con i piedi per terra, scontrandomi quindi con quella nuda realtà. Giungemmo infine ad una piccola struttura che fu' facilmente identificabile come la stazione di Polizia. Vi entrammo e ad accoglierci vi furono due Shinobi decisamente diversi e caratteristici.

    « Sentite, noi non siamo esperti a maneggiare situazioni del genere, quindi ci rimettiamo a voi: siamo a vostra più completa disposizione... Abbiamo sentito che volevate sapere dei possibili compratori di attrezzatura medica poiché sospettabili, e in città ce ne sono solo due: il Medico di Otara, Ayako, e, beh, Kazuo . Questo è un ricco possessore di terre che si è trasferito qui due mesi fa circa, e apparentemente ha la passione per la biologia... Anche se dai tipi di esperimenti di cui parlava a chiunque gli rivolgesse la parola, egli sembrava più interessato alle piante e ai loro composti chimici »

    - Forse avevo ragione - Inarcai il sopracciglio manco, interrompendo la sua lunga frase « Di che esperimenti parlate? So che è quasi impossibile ma vorrei una lista approssimativa di tutte le piante presenti attorno Otara, utilizzate il Seras per scattare alcune fotografie e mandatele a me. Altra cosa, è stato ritrovato qualche composto chimico nel corpo delle vittime? »

    Ogni loro singola parola ed ogni nome che venne a galla fu' come ritrascritto in un fantomatico archivio che avevo in testa. Cercai di non perdermi nessuna dettaglio e lanciai loro una richiesta quasi all'estremo dell'impossibile ma non potevamo lasciar perdere nessuna pista, giacché avevamo poco tempo a disposizione e dovevamo assolutamente fermare quel pazzo furioso. Fu' fatto un altro nome, che andò ad aggiungersi alla lista dei sospettati, anche se i due Chuunin sembravano essere in contrasto su colui che fu' nominato per ultimo. L'incontro durò più del dovuto e l'idea che m'ero fatto del biologo andò a rafforzarsi, giungendo cosi in cima alla lista dei sospettati.

    « Cosa volete fare? Andare a fare domande ai sospetti? Ricontrollare i luoghi del delitto? Vedere le prove che abbiamo raccolto, anche se, effettivamente, abbiamo solo raccolto quei tubi? Aiutateci a mettere fine a questa atmosfera di terrore! »

    « Credo che l’idea migliore sia quella di dividerci. Le mie capacità di cogliere al meglio pensieri e parole mi portano a pensare che io debba andare a far due chiacchiere con i sospetti.
    Potremmo tenerci in contatto con il Seras »


    « Io potrei andare a ricontrollare i luoghi del delitto, sperando di trovare qualche traccia di composti chimici o altro. Per favore Seto, se vai dai sospetti, cerca nella casa del biologo un manuale dove sono trascritte delle piante e le loro proprietà. Confiscalo se è necessario, vorrei dargli una lettura. Fammi sapere anche se sono presenti piante e quant'altro »
     
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