[PQ] Luci e ombre

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    Luci e ombre
    Seto Akame





    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    La luna brillava alta in un cielo insolitamente limpido. Preso dalle mie letture, nel salone adibito a biblioteca della mia solitaria abitazione sulle sponde del lago Ibuse, riscaldato dall’ardente fuoco del camino, avevo ormai perso la cognizione del tempo. L’immobilismo di quei giorni iniziava a snervarmi, tanto da non trovar neanche più particolare stimolo nello studio. Lo scontro con Jiren Sakata mi aveva dato importanti risposte sul mio livello di preparazione. La potenza dei miei jutsu era nettamente incrementata, così come la rapidità d’esecuzione. Inoltre avevo gestito con oculatezza le mie energie e l’approccio psicologico si rivelò corretto. Tutti aspetti decisamente positivi in vista di eventualità ben meno amichevoli.

    Chiusi il libro sbuffando e lo appoggiai sulla scrivania in legno lavorato, la quale rappresentava il fulcro delle mie attività teoriche e burocratiche. Diedi un’occhiata all’orologio a pendolo le cui lancette segnavano le 23:30, dopodichè presi l’attizzatoio e spinsi verso il fondo del camino i tizzoni più ardenti, separandoli e ricoprendoli di cenere in modo da interrompere la loro combustione.

    Mi diressi verso il bagno. Accesi la luce, entrai e mi appoggiai con entrambe le braccia al lavandino, guardando la mia immagine riflessa allo specchio. Nonostante i miei progressi non riuscivo ancora ad essere soddisfatto.


    Chi sono davvero? Seto Akame..Chunin di Kiri, membro della Sezione Anti-Crisi Yume..bla, bla, bla..e quindi?!
    ..quest’apatia mi sta distruggendo.



    I miei genitori si trovavano ancora impegnati in missione. Erano ormai partiti da più di un paio di giorni e a causa della segretezza del loro mandato, mi era sconosciuto sia il luogo che il motivo della loro assenza. Non avevo avuto modo quindi di condividere i miei progressi con alcun affetto né tantomeno di confrontarmi sui risvolti del mondo ninja. Potevo contare solo su me stesso. D’altra parte non era mai stata mia priorità quella di costruire relazioni stabili con persone che non facessero parte della mia cerchia familiare. Il mio carattere schivo e riflessivo di certo non mi aiutò in questo. Ultimamente non avevo intrattenuto contatti umani se non con il giovane ragazzino di Konoha. Ripensai a quell’incontro. La solare spensieratezza con cui mi si era presentato, il suo sincero sorriso e la luce che avevo scorto dentro il suo animo..


    CITAZIONE
    Io diventerò il ninja più forte mai esistito

    Il nostro obbiettivo era lo stesso eppure eravamo così diversi. Non riuscivo a trovare nulla di stimolante in quel periodo e credo che in quel momento, nel mio animo, più che una luce, ci fosse un buco nero.


    Basta.


    Sbattei i pugni sul lavandino e voltandomi mi incamminai per il corridoio, scesi velocemente le scale ed aprendo la porta di ingresso mi catapultai all’aria aperta. Le temperature erano nettamente migliorate in quei giorni. Il rigido e lungo inverno aveva ceduto il passo ad una primavera ancora timida, ma decisamente gradita.


    Le acque del lago, calme e torbide, riflettevano il bagliore della luna che padroneggiava alta nel cielo. Rivolsi i miei occhi al firmamento il quale raramente risultava così spoglio di nuvole come in quel frangente. Le stelle brillavano, alcune intermittenti, altre fisse e radiose. In tutto l’universo non eravamo altro che un granello di sabbia nel deserto.

    cielo-stellato-1

    La continua ricerca di risposte mi portava ad una deriva di malinconica indolenza.

    Avevo bisogno di una svolta e come nelle migliori storie, questa non tardò ad arrivare.





     
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    Un paio di rosse iridi luminescenti mi fissavano, attirando la mia attenzione. Appeso a testa in giu, sul ramo di un vecchio albero spoglio, l’inconfondibile creatura alata posava il suo sguardo sul mio.
    Lo stesso pipistrello che qualche settimana prima mi aveva attirato in una delle esperienze più strambe della mia vita se ne stava appollaiato nella posizione tipica della sua specie. Con il ricordo ancora vivo di quel precedente avvenimento, rimembrai le parole del mio vecchio nonno.


    CITAZIONE
    La scienza è la risposta e lo capirai solo se sarai in grado di farti le giuste domande; se vuoi saperne di più, segui i pipistrelli.

    Non mi era ancora chiaro il significato di quell’enunciato e su due piedi riuscì a provare solamente ulteriore confusione. Tuttavia per far luce su quella vicenda non mi restava che affidarmi all’istruzione del mio antenato.

    Mi guardai intorno. L’ora tarda e la lontananza di quel luogo dal centro abitato facevano sì che mi trovassi solo ed indisturbato, ospite della sconfinata natura che mi circondava. Una leggera brezza frusciava tra le fronde degli alberi, scuotendone le foglie. Potevo udire solamente il verso di qualche insetto notturno.

    Iniziai ad avvicinarmi al misterioso pipistrello che continuava a fissarmi.

    Arrivato a pochi passi dall’albero sul quale poggiava, la sua figura tremò come colpita da un’ interferenza d’onda e con mio profondo sbigottimento si dissolse.


    ..Cosa diavolo succede?! È sparito!


    Non ebbi neanche il tempo di interrogarmi su quanto avevo appena visto che mi sentì nuovamente osservato da quegli imperturbabili occhi. Su di un altro ramo, ad una decina di metri più avanti, inoltratosi nella selva, lo stesso esemplare di chirottero aveva ripreso posizione. Nella difficile comprensione di quello che stava accadendo, il suo comportamento mi sembrò piuttosto chiaro: voleva che lo seguissi.


    Ok..dove mi vuoi portare?!


    Così mi incamminai nuovamente verso di lui e una volta avvicinatomi sparì di nuovo per poi ripresentarsi qualche metro più avanti. Ormai immerso nella foresta kiriana, circondato dai versi degli animali notturni che abitavano quella tetra radura, procedevo curioso e ignaro per la via indicatami dal piccolo pipistrello.


    Decisi di attivare il potere dei miei occhi demoniaci, irrorandoli di chakra, per assicurarmi che nessuno mi stesse seguendo. Di quei tempi la prudenza non era mai troppa. Nel raggio di kilometri, non percepivo alcuna fonte di chakra e nemmeno lo strambo animale ne sembrava dotato. Proseguì dunque più tranquillo, concentrandomi sul tragitto percorso che, grazie alle mie abilità di orientamento, stavo tenendo a mente.

    Passarono una decina di minuti da quando avevo lasciato la mia abitazione e l’inseguimento sembrò volgere al termine. Il pipistrello si poggiò su di un albero che sembrava più vecchio degli altri nei dintorni. Il suo trono era massiccio e rugoso, di un colore più spento. Mi avvicinai e questa volta lo strambo animale non si smaterializzò come in precedenza. Il terreno sotto i miei piedi iniziò a tremare. Un sussulto che sembrava una piccola scossa di terremoto che intaccava però giusto l’area nel quale mi trovavo. I rami e le foglie di quell’albero iniziarono a muoversi come possedute e il tronco mutava davanti ai miei occhi increduli. Dal centro dell’arbusto si faceva spazio un’artefatto che prendeva via via forma, distanziando di netto le parti più esterne del tronco. Nel giro di pochi istanti presi coscienza di quanto stava accadendo. Un’antica porta apparve dall’incredibile mutazione dell’albero.


    Dio mio..sono di nuovo vittima di un’illusione? Eppure il mio flusso di chakra sembra inalterato..


    La porta iniziò a scricchiolare e con un leggero cigolio si aprì, lasciandomi intravedere l’interno di quello che sembrava un vero e proprio corridoio.


    È una sorta di passaggio segreto..(?)


    Il piccolo pipistrello lasciò il ramo sul quale era poggiato e svolazzò all’interno del cunicolo. Mi stava invitando ad entrare.


    Deve avere a che fare con il nonno.


    Attivai nuovamente il mio potere innato e ispezionai l’area circostante. Non v’era alcuna traccia di chakra. Ero solo.

    Decisi di non indugiare e mi avventurai per l’ingresso del misterioso anfratto, pronto a scoprire cosa si celasse in un luogo tanto ambiguo.




     
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    Mossi i primi passi lungo un corridoio stretto e buio, fatto di grandi pietre incastonate l’una sull’altra, le quali trasudavano di umidità. La temperatura in quel passaggio era decisamente più fredda di quella all’esterno e l’aria al suo interno era così pesante da risultare sgradevole. L’oscurità mi impediva di vedere a più di qualche metro dal mio naso. Non conoscevo il motivo per il quale ero stato portato in quel posto ed ero impaziente di scoprirlo.

    Dopo qualche minuto intravidi la fine di quel corridoio. Una porta, molto simile a quella in cui mi ero introdotto poco prima, sanciva la fine del cammino. Dietro di essa sapevo di poter trovare le risposte ai miei interrogativi. Indugiai per un istante, dopodichè appoggiai la mia mano destra su una sudicia e fredda maniglia di ottone e mi ci volle una forte pressione per poterla abbassare e altrettanta forza per muovere la pesante porta in legno che cigolò fragorosamente, echeggiando lungo il passaggio alle mie spalle.

    Con il mio ingresso, un lampadario in posizione sopraelevata si accese, illuminando tutta la stanza. Su di esso si era aggrappato il piccolo pipistrello che come suo solito mi fissava a testa in giù. Mi guardai intorno sbalordito. Mi trovavo all’interno di un vero e proprio laboratorio. Su alcune scrivanie erano accatastati manoscritti ingialliti ed attrezzi di vario genere. Su alcune mensole erano appoggiate delle ampolle contenenti liquidi e qualche strano materiale, tutte impolverate ed evidentemente compromesse dal tempo. Una scala portava ad una biblioteca circolare che contornava il lampadario, ricolma di libri, anch’essi coperti di polvere.


    laboratorio-segreto-seto


    Wow..è una specie di laboratorio..qualcuno ha lavorato a lungo qui dentro..


    Quel luogo era rimasto indubbiamente abbandonato per molti anni. L’incuria e l’umidità si erano impadronite della stanza che necessitava di una ripulita. Iniziai a muovermi in perlustrazione pronto a capire a cosa mi trovassi davanti e perché ero stato condotto lì. Il collegamento tra il nonno e i pipistrelli mi portò, pressoché con certezza, a stabilire che quel laboratorio fosse in realtà il teatro dei misteriosi e discutibili studi del mio vecchio parente. Soffiai su alcuni fogli sparsi su uno dei tavoli, innalzando una discreta quantità di polvere che mi fece tossire più volte. Il disordine e lo stato di abbandono turbavano e non poco la mia ossessione all’ordine. In prima battuta mi concentrai sulla calligrafia degli scritti. Una scintilla scattò nella mia mente quando riconobbi la nervosa scrittura che inconfondibilmente collegai ad uno dei libri che più mi influenzò, tra quelli consultati nella mia casa natale. Si trattava infatti dello stesso pugno che aveva appuntato interessantissime congetture su tecniche particolari e su limiti naturali messi in discussione.


    CITAZIONE
    “L’unico limite è il corpo, alla morte si può sfuggire.”

    Finalmente la svolta che bramavo..questo posto è il paradiso in terra per me.
    Gli darò una sistemata e studierò notte e giorno queste carte..potrei trovare lo stimolo definitivo per il mio futuro.



    Nel mio animo una piccola luce fece capolino nell’oscura alienazione nella quale mi ero imprigionato nell’ultimo periodo. Ancora una volta l’ispirazione arrivò dallo spirito di ricerca, vero motore della mia vita fino a quel punto e forse lo sarebbe stato per sempre.

    Sapevo di trovarmi davanti ad un archivio tanto prezioso quanto estremamente pericoloso da maneggiare. I rapporti tra mio nonno ed il villaggio si erano incrinati proprio a causa della sua deriva estrema nella sperimentazione dei suoi studi. Non dovevo commettere lo stesso errore ed allo stesso tempo mi sentivo pronto a raccogliere l’inestimabile eredità di sapere che mi era stata messa a disposizione, con l’intermezzo dello strambo pipistrello. Inoltre avrei potuto riscattare l’immagine di un uomo e nobilitare il frutto delle sue scoperte, approfondendo il tutto con la mia esperienza, completando dunque un opera che appariva incompiuta.

    Mi accorsi che stavo fantasticando un po’ troppo, così decisi di tornare alla realtà e iniziai a riordinare la stanza che di lì a poco sarebbe diventata la mia base di ricerca. Determinato ed elettrizzato dalla situazione, mi rivolsi così al piccolo chirottero.


    Ti devo ringraziare vecchio mio, presto ti renderai conto dell’input che mi hai dato.
    Tra l’altro dovrò capire qual è la tua connessione con il mondo degli shinobi e perché sei stato scelto per custodire tutto questo patrimonio.
    C’è tempo per tutto comunque..adesso inizia il bello!








    Giusto per informazione, a livello narrativo è una PQ strettamente collegata a [PQ]Sapere è potere e [PQ]Spiccare il volo.
     
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    max -3 :quoto:

    P.S. una piccolissima cosa: evita di usare il "(?)", specialmente nel parlato. Per il resto, mi piace come scrivi, quindi niente da dire :sisi:
     
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3 replies since 27/4/2021, 11:52   113 views
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