Accademia Yuuto Akame

Mancano pochi minuti all'alba ma Yuuto è già sveglio, se ne sta seduto sul tetto del suo condominio a osservare l'orizzonte bluastro. In questo momento il ragazzo non è altro che una sagoma nera vista in controluce sullo sfondo del cielo dai colori caldi che cominciano a sfumare, e in quegli istanti che separano la notte dal giorno, che delineano un netto passaggio tra il riposo e il lavoro, pensa. Pensa alla sua vita, a come anch'essa quello stesso giorno cambierà per sempre.

Essendo nato in una famiglia di Shinobi non ha mai pensato di voler – o di poter – fare nessun altro mestiere, si è limitato ad accettare la strada che il destino sembra aver deciso per lui sapendo molto bene cosa significhi essere un Ninja. Non ha certo dimenticato tutte quelle volte in cui sua madre e suo padre tornavano a casa con qualche ferita, o quando li andava a trovare in infermeria nei casi peggiori. Non ha dimenticato neanche cosa voglia dire essere un figlio cresciuto in quelle circostanze, e a questo pensiero sorride, sorride perché sa come non si riesca a crescerne uno così. È sempre stato trascurato, nel bene o nel male, e non certo per scelta dei suoi genitori. No, è il mestiere a non essere fatto per le famiglie, non si sentono storie su allegre famigliole shinobi con un lieto fine. E a ragion veduta. Per questo Yuuto si è ripromesso che non avrebbe mai messo su famiglia, non avrebbe avuto il tempo per dedicarsi a un figlio e non voleva metterlo nelle sue stesse condizioni.
«Mhhhhhh»
Alla fine tira un grosso sospiro e scuote la testa, si stava appesantendo troppo con certi pensieri. Per tirarsi su di morale decide che tra qualche ora farà colazione al bar lungo la strada per l'accademia, un lusso che non si concede ogni giorno.
Yuuto guarda un'ultima volta il sole ormai spuntato strizzando gli occhi e si rimette in piedi. Socchiude le palpebre e comincia a concentrarsi. Rimane fermo per qualche secondo, con il vento che gli scompiglia i capelli corvini, prima che qualcosa succeda. Poi, lentamente, il chakra fluisce verso gli arti inferiori e infine sulle piante dei piedi, ed è a quel punto che Yuuto inizia ad avvicinarsi al bordo del tetto. Appoggia una prima suola in basso, sul muro, e questa contro ogni logica rimane ancorata saldamente. Quando entrambi i piedi si trovano attaccati al muro Yuuto è dritto in perpendicolare rispetto all'edificio, e cammina verso il basso come una persona camminerebbe per attraversare la strada, con la differenza che una caduta da quell'altezza gli procurerebbe fratture multiple.
Mentre cammina, sul viso compaiono alcune smorfie di concentrazione, è chiaro come questo gesto gli richieda ancora degli sforzi mentali, ma tanto basta a permettergli di entrare in camera sua passando per la finestra.
La stanza è scarsamente illuminata ma il suo proprietario ne conosce la conformazione a memoria, afferra con sicurezza uno spigolo e si inginocchia sul tappeto ai piedi del letto.
«Hhhhhhhhhh»
Yuuto sbuffa fuori tutte le sue preoccupazioni e i pensieri in eccesso, chiude gli occhi e in breve sprofonda in uno stato meditativo, da cui si desterà solo qualche ora più tardi.

I suoi genitori ovviamente non ci sono, ma gli hanno lasciato un bigliettino in cui gli augurano buona fortuna a cui Yuuto risponde con un sorriso un po' malinconico. Poi getta uno sguardo veloce sul resto della casa per assicurarsi che sia tutto in regola e finalmente esce per andare in accademia, ma non prima di fare colazione al bar come si era ripromesso!

Arrivato in accademia in perfetto orario insieme a molti altri studenti, Yuuto si dirige insieme a loro nell'arena in cui si svolgerà l'esame, ad accoglierli trovano tre esaminatori e un ring circolare.
Uno dei superiori impiega qualche minuto per spiegare a tutti la modalità con cui l'esame si sarebbe svolto e Yuuto rimane molto colpito dalla regola contro l'omicidio.
“C'è davvero bisogno di una regola del genere? Non è scontato che non si debba fare?” Sono i suoi primi pensieri. “Beh, evidentemente se hanno sentito il bisogno di specificarlo ci devono essere stati dei precedenti...”

Finite le spiegazioni non si perde tempo e i primi due aspiranti Genin vengono chiamati, tra cui il nostro Akame, il quale non se lo fa ripetere ed entra rapidamente dentro i limiti di gesso del ring, impiegando i pochi istanti prima del combattimento per adocchiare il suo avversario.
Quando viene annunciato l'inizio della sfida Yuuto non ha ancora nessun indizio su come affrontare al meglio Akito, ma dall'agilità con cui si vede assalito prende l'istintiva decisione di evitare uno scontro di forza bruta: rifacendosi agli allenamenti accademici Yuuto prova a comporre i sigilli di Pecora, Cinghiale, Bue, Cane e Serpente per sottrarsi del tutto al suo avversario e sostituirsi con uno dei tronchi dentro il ring.