Accademia Haruki Sato

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    Suna, il caldo asfissiante premeva attraverso la pelle di tutti gli abitanti del villaggio. La gente era abituata a quel calore, ma forse, in quelle particolari circostanze, non era tutto perfettamente nella norma. Il consiglio dei Kage aveva portato alla luce l’incombenza di una nuova minaccia, di un marionettista che aveva tirato i fili nell’ombra per anni ed ora si era rivelato con intenti ancora parzialmente sconosciuti. La guerra era alle porte e Suna era proprio il villaggio più vicino ad Ishivar, sede della minaccia. Il martello era sempre più vicino a battere il suo colpo contro il paese del vento, la volontà dei ninja di Suna sarebbe stata abbastanza?

    Un giovane chunin di circa vent’anni si sarebbe occupato delle accademie degli studenti. Era alto e affusolato, con lo sguardo un pò spento e le occhiaie nere che infossavano gli occhi. Delle bende lo avvolgevano fin da sotto il naso, coprendo l’intero corpo. Il chunin non era particolarmente zelante nel lavoro e credeva che un arruolamento di massa avrebbe solamente aumentato il numero della carne da macello nelle prossime battaglie. Perciò era fortemente intenzionato a promuovere solo chi sarebbe stato in grado di dare il proprio contributo.

    Sarebbe entrato in aula poco dopo l’arrivo degli studenti, li avrebbe squadrati e poi si sarebbe avviato verso la sedia dove si sarebbe rannicchiato in posizione scomposta. Gli studenti avrebbero facilmente capito che il maestro era una persona particolare e un po’ fuori dagli schemi.

    - Haru-kio? Oh scusa Haruki...

    Poi d’un tratto scattò in avanti freneticamente.

    -O come diavolo ti chiami, alzati e spiegami prima dell’esame perché vuoi diventare un ninja. Lo sai che ribolle una minaccia poco al di là del confine, no? Perché dovresti lottare a mio fianco nel caso in cui venissimo attaccati?


    Eccola tua accademia JeTClouD, presentami il pg e rispondi alla domanda :rosa:
     
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    Una promessa aveva in un certo senso "compromesso" la sua vita, anche se tutti quei momenti vissuti non possano definirsi tali. La sua non era mai stata una vita. La sua era sopravvivenza. Cercare di sopravvivere di giorno in giorno in quelle dure condizioni, una fra tante era quel dannato deserto ardente come l'inferno stesso. Non aveva mai avuto un nome, una famiglia vera o addirittura un passato ne tanto meno un futuro. Come potevano dei genitori abbandonare il proprio figlio? La cosa più preziosa che dei genitori potessero mai desiderare e avere. Crescere un figlio beh.. è qualcosa d'incredibile. Dar vita ad una creatura tanto esile da poter essere spezzata con una mano. No quelli non potevano definirsi genitori. Non potevano essere chiamati Madre o Padre. Eppure in quel crudele mondo, riuscì a trovare un piccolo spazio dove potersi collocare, una pseudo famiglia dove poter fare ritorno e a cui poter affidare la propria vita se ne fosse stato necessario. Crebbe dunque in un orfanotrofio da quel vecchio Shinobi, insieme a quelli che dovevano essere i suoi "fratelli". In totale erano sei bambini: tre femmine e tre maschi. I ragazzini crescevano alla svelta e sviluppando una mente molto più affinata rispetto ai loro coetanei che avevano sempre vissuto una vita idilliaca, senza nessun problema e ottenendo sempre quello che desideravano. No, la storia di quei sei ragazzini era ben diversa. Combattenti nello spirito, agguerriti più che mai a restare su quel filo della sopravvivenza e accorti a non cadere in quell'infinità oscurità. Tanti anni passarono in quel modo finché non giunse il momento di essere intrappolati in quella piccola ma cosi pesante promessa. "Promettimi che..diventerai un grande Shi..Shinobi" quelle parole risuonavano incessantemente nella mente del ragazzo che poco poteva fare se non assecondare quel desiderio. Ecco come la sua vita cambiò. In quel preciso momento abbandonarono quel filo del destino fatto solamente di sopravvivenza. Ora doveva farsi carico di quelle parole, d'altronde per delle persone di cosi basso rango la parola data doveva essere sempre mantenuta. Avevano un peso molto più grande di quel che potesse immaginare, ma un vero uomo poteva essere definito tale solo se riusciva a dar voce alle sue azioni. Da quel momento la sua vita cambiò per sempre.

    [...]


    Gli anni passarono e tante furono le cose che cambiarono. Questa però è un capitolo di storia diverso e presto giuro che ritorneremo su quei capitoli iniziali della sua terribile vita. Questo capitolo comprendeva "l'Accademia Ninja". Già chiameremo cosi questa storia, d'altronde che nome posso mai affidargli? Come dicevo, gli anni passarono in quella grande struttura dove venivano a formarsi nuove e giovani leve che sarebbero diventate la speranza del Villaggio della Sabbia. Il giovane Haruki non era riuscito a legarsi con nessuno dei suoi compagni d'aula. Infondo non potevano definirsi tali dato che da li a poco avrebbero abbandonato quell'Accademia no? Purtroppo il motivo di "tante" relazioni doveva essere ricercato nella sua indole. Il povero ragazzo non era qualcuno che socializzava spesso con altre persone ma giuro, il suo animo è puro e sincero. Avrebbe voluto qualcuno che potesse essere chiamato amico ma il suo subconscio lo bloccava, lo terrorizzava. Credeva che sarebbe stato abbandonato nuovamente, rimanendo cosi per l'ennesima volta da solo. Non voleva riprovare certi sentimenti, lui che negli anni imparò a saperli soffocare in un boccone troppo amaro. Eppure non era un tipo freddo, doveva solamente essere spronato dalla persona giusta. Nel mentre cercava il soggetto, la sua mente veniva arricchita dalle tante conoscenze che potesse offrire quella struttura. La più importante era quella del Chakra. Un arma tanto naturale da poter diventare devastante nelle mani sbagliate. Quel Chakra che era frutto di un unione di due forze: quella Fisica e quella Spirituale. Doveva riuscire a manipolarla nel migliore dei modi per poter raggiungere il suo obiettivo. In quella arida giornata era presente, come tutte le mattine, in quell'aula dove aveva passato praticamente tutta la sua vita Accademica. L'Aula era la 3A. Una stanza normale, giusta nella dimensione e nel occorrente che necessitava. Le finestre davano proprio su quel infinito deserto. Sembrava quasi come se difendesse il villaggio da possibili nemici. Infondo chi mai oserebbe fare un viaggio in quel dannato inferno? La stanza era già piena di studenti e lo "strano" ragazzo, cosi veniva definito, si accingeva a raggiungere il suo posto dopo un effimero « Buongiorno ». Era solito sedere in prima fila, al posto più vicino alla finestra dove le sue iridi potevano scrutare ciò che si presentava all'esterno dell'aula, in modo da poter fuggire di tanto in tanto con la mente. Tutte quelle chiacchiere vennero interrotte dall'entrata in scena da quel solito Sensei. Un piccolo sospiro mentre il naso si storceva leggermente. Non lo odiava ma non lo apprezzava tanto. Un ragazzo sui vent'anni che sembrava quasi non amare il suo lavoro. Purtroppo tante erano state le lezioni con lui e mai vi fu creato un punto d'incontro. Prese posto alla sua scrivania dalla quale poteva benissimo scrutare ogni singolo essere vivente presente in quella stanza. Le sue iridi spente certificavano proprio quello che pensava la maggior parte degli alunni. Quasi nessuno lo amava ma purtroppo dovevano accontentarsi.

    - Haru-kio? Oh scusa Haruki...
    ~ Dannato idiota.. ~
    - O come diavolo ti chiami, alzati e spiegami prima dell’esame perché vuoi diventare un ninja. Lo sai che ribolle una minaccia poco al di là del confine, no? Perché dovresti lottare a mio fianco nel caso in cui venissimo attaccati?

    Già quello era un giorno particolare. Finalmente poteva essere il giorno della svolta della sua vita. Il giorno dove forse sarebbe diventato uno Shinobi a tutti gli effetti, un vero Genin. La mano manca che reggeva il mento del ragazzo ,grazie al ausilio della leva superiore sinistra appoggiata la banco, andava a scostarsi da esso. Il corpo iniziava ad alzarsi grazie ai muscoli delle gambe e degli addominali, mentre la mente pensava ad una risposta che potesse accontentare il "grande" Sensei. Ormai in posizione eretta, lo sguardo andò a scrutare il viso dei suoi compagni che erano rimasti completamente in silenzio, aspettando la fatidica risposta del ragazzo. Il capo poi ritornò alla sua naturale postura indirizzando le iridi del ragazzo verso l'Interrogatore.

    « Il mio motivo dice? Semplicemente ho fatto una promessa ad una... » non aveva ancora mai definito quel vecchio. Per lui era semplicemente colui che lo aveva preso dalla strada. « ..cara persona. Manterrò quella promessa costi quel che costi. » prese un sospiro profondo e poi continuò « Inoltre ho bisogno di maggiore forza per raggiungere il mio obiettivo. » la ricerca della sua famiglia, questo era il suo scopo. Un Viaggio che lo avrebbe portato fin in capo al mondo, chissà se troverà mai una risposta. « Sopravvivere da solo è impossibile. Essere aiutato da qualcuno che possa colmare le tue debolezze, quello permette di poter sopravvivere alla battaglia. »

    Nulla di più, niente di meno. Praticamente mai aveva parlato cosi tanto in quell'Aula. Forse le sue parole erano sbagliate, cosi come il suo motivo. Però erano le sue parole, dette col cuore e niente e nessuno avrebbe potuto fargli cambiare pensiero. Finito con il discorso attendeva eretto un successivo dialogo con l'insegnante, mentre tutto intorno a lui era calmo, fin troppo.
     
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    Il sensei ascoltò le parole del giovane. Fu incuriosito dalla fantomatica promessa del ragazzo e dalla sua determinazione nel voler diventare più forte. Anche lui era entrato in accademia per uno scopo simile, che negli anni era svanito. Però la sua reazione fu del tutto anomala, infatti gli rise beatamente in faccia. Una risata talmente sguaiata che poteva essere facilmente intravista anche attraverso le bende. Non perché fosse realmente felice o divertito, volevo solamente farlo arrabbiare.

    - Hahahaha... hai fatto una promessa? Che dolce. Quasi quasi ti prenderei ed appenderei per le caviglie, lasciandoti marcire al sole. Una bella salsiccia essiccata. Forse però converrebbe metterti all’ingrasso prima di renderti una salsiccia.


    D’un tratto il sensei scattò verso il ragazzo, il quale non avrebbe potuto far altro che irrigidirsi per la velocità del maestro, che si posizionò accovacciato sul banco, ad un palmo dal naso di Haruki. Con un filo di voce appena udibile gli avrebbe detto:

    - Vuoi veramente mantenere quella promessa? Vuoi diventare forte? Il primo passo è diventare genin... ma non ti promuoverò a meno che non mi dimostri chi sei. Un ninja, per prima cosa, deve trovare la forza in se stesso. Solo allora non sarà un peso per gli altri. Quindi attaccami! Dimostra il tuo valore!

    Il sensei sarebbe scattato all’indietro e si sarebbe fermato accanto la cattedra a circa cinque metri da Haruki. Con una mano gli avrebbe fatto segno di avvicinarsi.

    - Bene ragazzi, ora vedremo di che stoffa è fatto Haruki.

    Il ragazzo aveva a disposizione un arsenale piuttosto scarso di tecniche ed in più il suo avversario era un reale ninja, sarebbe stato in grado di affrontare tutto ciò? O si sarebbe sciolto come neve al sole?

    Ti tocca attaccare, ricordati di leggere i vari regolamenti sui combattimenti. Buona fortuna :rosa:ps: ricordati di fare lo schemino azioni con i consumi e linka la scheda
    Esempio:
    Kakashi hatake (Con link scheda)
    Resistenza: X
    Stamina:X-100

    Azioni:
    Mille falchi


    Edited by Steg - 5/7/2020, 09:18
     
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    La stanza era sommersa dal silenzio successivo alle parole del piccolo Haruki. Un ragazzo dalle poche parole, anzi quasi taciturno. Possibile che possedesse tutto quello spirito? In un certo senso le sue parole avevano scosso quel "caro" Sensei. Scoppiò letteralmente in una risata quasi isterica. Un Folle pareva agli occhi dei suoi studenti. Com'era possibile che un tale essere fosse diventato addirittura Sensei? L'animo del giovane ribolliva, voleva quasi esplodere nel udire quella grassa risata. Sentiva il Chakra scorrere più velocemente del solito, come se fosse d'accordo con il suo spirito. Era diventato tutto un fuoco, voleva dimostrargli di che pasta era fatto. Eppure le sue conoscenze erano ancora limitate, ben poco poteva fare. Il Folle scattò verso il povero ragazzo, come una preda in fuga dal suo predatore. Il suo movimento fu poco visibile agli occhi del moro che in quel preciso momento capì chi avesse di fronte. Di certo le sue abilità non erano di infimo livello anzi. In quel singolo scatto poté capire le sue abilità fisiche, di certo ben superiori ad un semplice studente. La distanza fra i due ormai era minima. Con quello scatto si era avvicinato tale da essere faccia a faccia con il povero Studente.

    - Vuoi veramente mantenere quella promessa? Vuoi diventare forte?.. doveva farlo. Quella promessa ormai gli aveva cambiato completamente la vita e non poteva rimangiarsi la parola data - Il primo passo è diventare genin... ma non ti promuoverò a meno che non mi dimostri chi sei.. le sue parole erano chiare eppure nemmeno il povero studente sapeva chi fosse. Un essere che non ha un passato non può definirsi tale - Un ninja, per prima cosa, deve trovare la forza in se stesso. Solo allora non sarà un peso per gli altri. Quindi attaccami! Dimostra il tuo valore!

    Ormai era solito a tali scenate. Nella sua infanzia ne aveva avute cosi tante che ormai sembravano tutte uguali. Eppure questa volta sembrava diverso, come se quelle parole avevano scosso dentro di lui qualcosa. Voleva ribellarsi a quelle parole, dimostrare finalmente che può avere anche lui un futuro, dimostrare le sue capacità. I pungi andavano a stringersi mentre una fievole rabbia invadeva la sua mente. La richiesta era semplice: attaccare. Pochi secondi e quel folle ritornò alla sua posizione, proprio accanto alla cattedra posizionandosi a circa cinque metri da Haruki.

    - Bene ragazzi, ora vedremo di che stoffa è fatto Haruki.

    Il duello stava per iniziare e lo sfidante invitava il povero studente a farsi avanti. Cosa poteva utilizzare? Lui che non possiede armi, non conosce tecniche offensive. Cosa poteva inventarsi? Sfruttare la Moltiplicazione del Corpo in modo da confondere il nemico? Non credeva sarebbe riuscito ad eludere lo Shinobi che si prestava d'innanzi a lui. Iniziò prima a superare quel banco che gli impediva di raggiungere il suo nemico, per poi posizionarsi in linea retta con lui. Le sue iridi analizzavano al meglio l'ambiente circostante. Banchi, sedie, cattedra e persino la lavagna. Alcuni di essi erano posizionati vicini al Nemico, utili per la strategia che aveva escogitato. Un piano d'attacco che forse mai nessuno aveva utilizzato sul piano offensivo. Le gambe iniziavano a divaricarsi flettendo leggermente le ginocchia e cercando una posizione ben salda al suolo. Le palpebre iniziavano a chiudersi lentamente mentre nella mente era focalizzata la posizione esatte di tutti gli oggetti presenti in quella stanza e alla distanza che vi era con il nemico. Successivamente immaginava dei fili di Chakra partire dal suo corpo e dirigersi in volo verso la sedia del Sensei, posta proprio accanto a lui. Immaginava di aver "catturato" la sua preda in una stretta feroce, creando un collegamento fra le due entità. Con un rapido scatto delle mani andava a comporre quelli che sarebbero stati i sigilli necessari per la tecnica. Pecora, Cinghiale, Bue, Cane e infine Serpente.

    ~ Kawarimi no Jutsu! ~

    Il suo piano era abbastanza semplice eppure completamente originale nell'idea. Se fosse tutto andato come previsto, ora si ritroverebbe scambiato di posto con l'oggetto in questione a pochi passi dal nemico. Sapeva che le sue abilità erano ben superiori a quelle dello studente e che forse tutto sarebbe fallito miseramente ma non vi fu una singola esitazione in quel piccolo e subdolo piano. Il passo successivo era quello di portare l'attacco dritto al bersaglio. L'arto inferiore mancino era posizionato in modo più avanzato rispetto a quello destrorso che di conseguenza andava ad indietreggiare. Il braccio dominante quasi contemporaneamente iniziava a tirarsi indietro mentre la mano si chiudeva in uno stretto pugno. Lo stesso che partì a mo' di fionda e grazie alla rotazione del busto guadagnare un po' di velocità. Credeva che tutto ciò non sarebbe bastato, anzi ne era quasi certo. Ragion per cui cercò di ottenere il maggior sforzo possibile dal suo corpo, da quei muscoli che dovevano seguire quell'azione e da quella forza naturale che era il Chakra. Tutta la sua offensiva si poteva basare su quello. Una semplice distrazione e un pugno indirizzato al volto del nemico.


    Haruki Sato

    Resistenza: 50-1-5= 44
    Stamina: 50-5= 45

    Azioni:
    - Sostituzione del Corpo (sulla sedia del Sensei)
    - Pugno+Sforzo Extra

    N.B deduco che l'Accademia sia cambiata un bel po' mi piace. Comunque ho usato la Sostituzione anche se è una tecnica puramente difensiva ma nulla dovrebbe vietarmi di usarla in attacco no?
     
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    Il sensei osservò il suo studente mentre organizzava la sua strategia d’attacco. Era ben conscio del fatto che uno studente non aveva nessuna abilità particolare e che solamente i migliori, ossia quelli che venivano promossi, potevano sfruttare le tecniche accademiche, l’unica arma che Haruki poteva disporre nel suo repertorio. Pensò a quale sarebbe potuta essere la strategia del giovane: ad esempio avrebbe potuto sfruttare la tecnica della moltiplicazione, molto utile quando si attacca. Eppure quando vide i sigilli del giovane notò che corrispondevano ad un altra tecnica, ovvero quella della sostituzione. Ma con cosa si sarebbe sostituito? Pensò ad una soluzione ed immaginò che la sedia lì vicino sarebbe stata l’opzione più plausibile. Fu leggermente sorpreso dall’iniziativa del giovane, non voleva essere banale e cercava di sorprendere un avversario al di fuori della sua portata. Aspettò l’esito della tecnica e vide che riuscì perfettamente. Una esecuzione magistrale, probabilmente da genin, anzi sicuramente.
    Aspettò quel pugno e lo bloccò con la sua mano, poi si avvicinò all’orecchio del giovane.

    -Bene Haruki. Molto bene.

    Lasciò la mano del giovane.

    - Sono contento del livello che hai raggiunto, perciò da oggi entri nelle forze ninja di Suna. Sei ufficialmente un genin.

    Pensò anche ad aggiungere qualche epiteto poco carino, ma evitò. Preferì aggiungere qualche consiglio.

    - Haruki, prima che tu te ne vada, vorrei darti qualche consiglio... sii sempre determinato e non affidarti agli altri, devi essere autosufficiente e il faro che illumina il tuo stesso cammino.

    I suoi brillarono leggermente.

    - In questa vita hai solo una certezza: l’unica persona con cui avrai sempre a che fare sei te stesso, gli altri sono solo di passaggio.

    Probabilmente in molti sarebbero stati in disaccordo con le parole del sensei, ma forse il suo passato o la sua vita, per quanto breve, lo avevano portato a questa massima. Era un chunin della sabbia, sempre a contatto con persone nuove e giovani anime, eppure pareva dannatamente solo. Un solitario a cui forse era stato strappato qualcosa.
    Ma a questo genere di vita, Haruki, ci avrebbe ben presto fatto il callo.

    Ottimo, sei un genin, però mi devi fare l’ultimo post e poi ti dò l’exp :ans:
    Ps: l’unica cosa che ti consiglio è che in attacco non ti conviene tanto sfruttare la sostituzione, perché se il tuo avversario ti “fissa” e poi vede una sedia al tuo posto, capisce subito la tua posizione; non fai altro che muoverti da una posizione ad un’altra ma non guadagni l’effetto sopresa (altrimenti sarebbe come la tecnica di sasuke o minato) :sisi:
     
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    Sisi lo so è solo che volevo creare qualcosa di nuovo e non incombere sempre nella solita strategia, vista e rivista mille volte xD. Comunque bella!


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    La sua strategia finì con quel pugno che impatta contro la mano de Chuunin. In qualche modo era riuscito ad ottenere ciò che voleva. Finalmente era divenuto un vero Shinobi, un vero ninja: era diventato un Genin. Quell'esame sembrava essere passato senza nessun problema. D'altronde nulla avrebbe fermato il suo volere, aveva fatto una promessa e niente lo avrebbe allontanato dal riuscirci. Passarono diversi anni e tante ore di studio e pratica ma alla fine riuscì ad ottenere quel passaggio di grado. Le parole del Sensei certificavano la sua promozione e successivamente usò un tono più duro, più realista e veritiero. Quel primo passo compiuto lo porta in un mondo a due facce. Una più allegra, felice e ricca di onori e soddisfazioni. L'altra invece, crudele e cattiva, dura e nella quale solo i più forti avrebbero potuto sopravvivere. Sapeva benissimo cosa significasse vivere in quella parte di mondo. Lui che non ha mai avuto niente, non possedeva nemmeno un passato. Nel cuor suo il suo animo si placava, quasi si abbatteva per quelle parole udite. Che fosse davvero come diceva il Chuunin? Possibile che non avrebbe mai incontrato qualcuno di cui potersi fidare ciecamente? Qualcuno a cui affidare addirittura la propria vita? Doveva essere il faro che illuminava il suo stesso cammino.

    ~ Non mi sta simpatico.. eppure queste parole mi sembrano cosi giuste.. ~

    Già, la pensava proprio come lui. Non poteva fidarsi di nessuno. Doveva diventare forte per poter sopravvivere in questo mondo e raggiungere il suo obiettivo ultimo. Pareva quasi che i due avessero qualcosa in comune, come un destino condiviso in alcuni particolari. Magari terminata quella parentesi di vita, potevano scambiarsi qualche parola e magari conoscere chi avevano d'avanti.

    « Lei non mi sta molto simpatico. Oggi però ho potuto capire il suo modo di fare, il perché era sempre cosi »

    Quel giorno lo aveva, in un certo senso, avvicinato al suo Sensei. Mai aveva visto sotto questa prospettiva quel suo superiore. Capì perché era sempre stato cosi distaccato dal suo lavoro, dalla sua figura di insegnante. Con il suo modo operandi avrebbe potuto capire chi avesse veramente le carte in tavola per poter sopravvivere in questo crudele mondo. Promuovendo di conseguenza solo i più valorosi, quelli che potevano sfruttare ogni situazione al loro vantaggio. Dovevano contare sulla propria forza, sulle proprie capacità e non affidarsi ad una semplice figura come quella del Sensei.

    « Ho dubitato di lei. Mi dispiace. Eppure solamente ora ho capito chi è lei veramente »

    Alle sue parole seguirono un piccolo inchino. Mai aveva conosciuto un individuo tale ed era fieramente orgoglioso di aver passato tutti quegli anni con lui. Mai aveva parlato cosi ad una persona che non fosse uno dei suoi "fratelli", o a quel vecchio che lo aveva cresciuto con amore. Era orgoglioso di aver conosciuto un tale essere e sperava che magari avesse avuto una nuova possibilità di parlare con lui, magari in altre circostanze. Magari con qualche esperienza sulle spalle. Il passare delle ore faceva si che lo scadere della lezione giungesse, mentre quella campanella ne sanciva l'arrivo effettivo. Si era conclusa una nuova giornata. Un nuovo Esame era appena stato compiuto e una nuova generazione di Shinobi si stava formando.
     
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    ti prendi 33 exp
    Ti linko un topic che potrebbe esserti utile qui, e qui la roba per il passaggio di grado
     
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