[B] Neve Rosso Sangue

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    Dopo alcune prime indecisioni, i quattro sembrarono raggiungere una buona intesa e si incamminarono verso quella che era stata identificata come prima meta: uno dei luoghi sospetti identificati dai Samurai. Man mano che il team si allontanava da Tetsu, la foresta si infittiva sempre di più ed i piedi iniziavano ad affondare nella neve. Il loro obiettivo si trovava evidentemente fuori dalle zone battute solitamente e non vi erano sentieri comodi per raggiungerlo, o almeno nessuno che i ragazzi potessero conoscere, non restava infatti che procedere seguendo le indicazioni della mappa. Erano giunti più o meno a metà dell'alta montagna su cui stavano man mano salendo quando capirono di essere giunti a destinazione, le coordinate sulla mappa erano pressocchè raggiunte ed Azibo ne sarebbe potuto essere abbastanza sicuro grazie alle sue esperienze come cartografo, inoltre davanti a loro si stagliava un ampio spiazzo con alla fine una grossa cavità nella montagna.

    jpg

    Ad una più approfondita analisi, tutti si sarebbero potuti rendere conto che si trattava di una grotta non poi così profonda e che doveva essere stata utilizzata come rifugio. Era però tutto visibilmente abbandonato da svariati giorni e nei dintorni non vi erano tracce se non di alcuni animali della zona.

    [...]

    Poco lontano dal villaggio invece, Ryuga aveva ormai raggiunto il luogo dove un tragico delitto si era consumato da pochissimo. L'anziana signora vista da Kosuke era priva di vita in una pozza di sangue. Aperta in due letteralmente, molto probabilmente dalla wakizashi gettata a terra poco lontano dal corpo ed ancora impregnata di sangue. Quella scena sarebbe stata dura da digerire per chiunque, un profondo taglio partiva dallo sterno e scendeva fino all'inguine lasciando riversare tutt'intorno le interiora miste a fiotti di sangue ancora caldo. Lo sguardo della donna come pietrificato in una smorfia di puro terrore, era fisso nel vuoto.
    Una volta ripresisi da quella macabra scena, i due avrebbero potuto però notare che l'alto strato di neve su cui si posavano era certamente un valido alleato, difatti sarebbe stato semplice seguire le tracce dell'omicida che si vedevano chiaramente spostarsi verso Nord con incedere pesante e frettoloso. Inoltre Kosuke avrebbe potuto notare un altro dettaglio, la presenza che poco prima aveva percepito, ma non visto, si era allontanata verso Ovest. Che avesse visto qualcosa? Nessuno poteva saperlo.

    A voi le belle cose...
    Il gruppo al rifugio può descrivere tutto come preferisce, trovate i resti di un accampamento apparentemente per una sola persona. Non sapete però identificare con precisione fino a quando sia stato utilizzato.
    Ryuga invece dovrà decidere come muoversi tra le due eventuali piste.
    Come al solito, per domande o chiarimenti MP
     
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    Credo che dividerci possa essere un rischio. Per favore Gufo, mi ascolti.

    Me ne stavo per andare, quando la mano di Yuna mi afferrò per una manica, trattenendomi dalle mie intenzioni. Quel che disse in seguito era giusto, sarebbe stato stupido dividersi, non tutti conoscevano il territorio, ma cosa più importante dovevamo affrontare qualcosa di cui non sapevamo nulla, e stando uniti sarebbe stato più facile, soprattutto visto come si erano comportate le persone coinvolte nei documenti che ci erano stati consegnati. Se fosse successo qualcosa a uno di noi, gli altri avrebbero potuto intervenire. Convenni su tutta la linea, feci un passo indietro sulle decisioni del gruppo e lasciai che fossero gli altri a organizzare il da farsi. Io d'altronde ero un tipo solitario, e questa mia indole si era ripercossa sulla soluzione che avevo proposto. Inoltre non ero propenso al comando, e fui sollevato quando la situazione passò in mano ai due ragazzi di Tetsu, Sorrow e Shinji. I due si consultarono e arrivarono a una decisione. Sorrow proponeva di pattugliare il perimetro della zona evidenziata sulla mappa, seguendo un percorso a spirale che partiva dal centro. Shinji convenne ma propose di iniziare da uno dei punti, il più lontano dagli altri, ipotizzando che il distanziamento potesse rappresentare un indizio.

    Sono d'accordo. Inoltre essendo il punto più lontano, iniziando da li faremmo la strada solo una volta, e se non troviamo niente, potremo lasciarci quella zona alle spalle e proseguire verso quella con più riferimenti. Inoltre, credo che sia più facile iniziare dirigendoci verso punti specifici della mappa, in ordine uno dopo l'altro, ed eventualmente allargare le ricerche se non dovessimo trovare nulla...

    Pattugliare l'intera zona sarebbe stato incredibilmente dispendioso con quelle condizioni. Avrebbe funzionato meglio sicuramente in un villaggio, con dei riferimenti, ma nella tundra del paese del ferro il paesaggio si presentava spesso sempre uguale per aree sterminate, per poi cambiare repentinamente e mutare. Seguire un ipotetico percorso designato sarebbe stato difficile, mentre spostarsi da punto A a punto B sarebbe stato più semplice. Il paese del ferro è piuttosto inospitale e offre pochissimi punti di riferimento, zone innevate si alternano a zone ghiacciate che a loro volta lasciano il posto a catene montuose di cui nemmeno si vede la cima, con la roccia delle montagne che è composta da diversi minerali, i quali a volte si presentano come marmi scivolosi, altre volte come rocce taglienti, rendendo le traversate molto difficili. Orientarsi nella natura non è mai facile e Tetsu è sicuramente uno dei luoghi più angusti in cui districarsi, senza contare le difficili condizioni climatiche, a cui è meglio esporsi il meno possibile. Nella natura selvaggia delle montagne i riferimenti sono pochi e spesso assenti, io mi ero sempre orientato basandomi sulla posizione delle cime più alte, e per fortuna potevo vantare una discreta esperienza che mi ero procurato nelle mie giornate in volo. Visto dall'alto è tutto molto più chiaro, si possono osservare ampi tratti, inoltre Tetsu per me era come una seconda casa, le montagne erano il luogo in cui mi rifugiavo nei momenti infelici, il luogo in cui avevo scoperto la mia natura e avevo allenato i miei poteri. Conoscevo abbastanza quei posti da sentirmi sicuro quando mi ci muovevo all'interno.

    Allora si parte!

    Iniziammo il viaggio, guidati dai due samurai che tiravano il gruppo, con Sorrow saldamente al comando. Io seguivo fiducioso, tenendomi verso il fondo del gruppo, cercando ogni tanto la compagnia di Yuna, in silenzio, semplicemente affiancandola, sempre tenendomi a distanza e rubando di rado un occhiata al suo volto. Il viaggio proseguiva e Sorrow era piuttosto carico, mi dava l'impressione di un tipo molto energico e motivato, e la sua energia mi trascinava e mi coinvolgeva in quell'avventura. Inoltre aveva avuto una buonissima idea prima di partire, e durante il viaggio propose un ottimo spunto di conversazione.

    Comunque vadano le cose, ci troviamo davanti a qualcosa di davvero singolare e non sono sicuro che si tratti di una missione dallo svolgimento semplice. Se dovessimo trovarci distanti gli uni dagli altri ed in difficoltà per un qualsiasi motivo, proporrei di utilizzare una parola in codice da urlare per richiamare l’attenzione di tutti. Che ne direste di…Camelia? Non sapendo contro cosa combattiamo e di che tipo di “follia” si tratti, qualcuno di noi potrebbe caderne vittima. Se dovesse avvertire qualcosa di strano avvenire nella propria mente, è caldamente invitato ad avvertire tutti con la parola in codice.

    Mi sembra un'ottima idea! Sono assolutamente d'accordo!


    _______



    E che mi dite di voi? Preferirei ci dicessimo eventuali assi nella manica prima di scoprirli in situazioni spiacevoli.

    Io sono un cacciatore di Ishivar e sono specializzato nella armi a distanza, ma me la cavo anche nel corpo a corpo, un po meno nel ninjutsu. Inoltre padroneggio l'elemento fuuton. Ah, e... posso volare.


    Lasciai quest'ultima informazione a metà perchè avevo già in programma di trasformarmi di li a poco. Camminando verso la destinazione attraversammo una distesa di neve, eravamo ormai giunti nei pressi del luogo designato e decisi di sfruttare le mie conoscenze geografiche per risolvere la situazione in modo sbrigativo.

    Posso vedere la mappa? … Dovremmo esserci, il luogo dovrebbe essere da qualche parte nelle vicinanze. Dovrei darci un occhiata anche dopo, però dovrai aprirla per me...

    Sorrisi con allegria, la richiesta era un po' assurda ma di li a poco sarebbe stato tutto chiaro. Mi tolsi la tunica bianca di dosso, restando a petto nudo e tremando leggermente per il freddo. Mi tolsi anche le armi, le arrotolai attorno alla tunica, chiudendo il tutto a mo' di fagotto, poi mi buttai nella neve alta, scomparendo dalla vista dei miei compagni. Avranno pensato che ero pazzo, in realtà non volevo trasformarmi davanti a tutti, il processo era piuttosto strano e preferivo non farmi vedere, specialmente quando da uomo diventavo animale. Sarei rinato come gufo, saltando fuori dalla neve e alzandomi in volo sbattendo le ali fino ad arrivare a una cinquantina di metri d'altezza. Da lassù osservai in lontananza l'orizzonte, cercando una direzione tra le cime.

    Uh-uuuuh! Uurrrh!

    Tornai giù svolazzando in cerchio, atterrando leggiadro attorno agli altri per non infastidirli col mio battito d'ali, quindi cautamente mi avvicinai a Sorrow, non volevo apparire ostile e quella forma animalesca metteva molti a disagio. Volevo solo girargli attorno per dare un'occhiata di nuovo alla mappa, se me l'avesse permesso mi sarei anche appollaiato sul suo braccio o sulla sua spalla, d'altronde in quella forma pesavo giusto un paio di chili. Confrontando quel che avevo visto sarei risalito in cielo. Eravamo vicini alla destinazione, mi allontanai sparendo dalla vista dei miei compagni per dare un'occhiata in giro. Giunsi a una zona rocciosa poco distante, la neve si diradava per lasciare posto alla nuda roccia, e li intravidi una piccola grotta. Pensai che poteva essere quello il luogo che stavamo cercando, o comunque un punto di partenza. Tornai volando dagli altri, mi abbassai fino a pochi metri da terra e cercai di far capire loro che avevo trovato qualcosa, agitandomi in aria e gracchiando all'impazzata. Quindi raccolsi il mio fagotto e volai sopra le loro teste, a pochi metri dal suolo e solo qualche metro più avanti rispetto al gruppo, con l'intenzione di guidarli nella giusta direzione. Insieme giungemmo alla grotta...
    CITAZIONE
    Scheda

    Equipaggiamento:
    1x Lancia
    1x Tirador
    2x Tomahawk
    1x Amplificatore di Dosu


    Bonus/Malus:
    -


    Azioni:
    -

    Resistenza: 450
    Stamina: 250

    Resistenza Protesi: 200
    Stamina Protesi: 200

    Note: //


    Edited by Cagnellone - 3/5/2020, 19:53
     
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    [B] Neve Rosso Sangue




    Narrato - - Parlato - "Pensato" - - Parlato rospi



    Giunsero velocemente nel punto in cui Kosuke aveva visto il tipo sospetto, quello che trovarono però non fu affatto semplice da digerire. La vecchia che secondo il rospo rischiava la vita oramai giaceva a terra in una pozza di sangue.

    ”Cavolo siamo arrivati tardi...”

    Ryuga si tirò giù il cappuccio coprendosi gli occhi in segno di rispetto per quella vita spezzata. Poi trasse un respiro profondo e si mise ad esaminare il corpo martoriato della donna, non vi trovò nulla che potesse aiutarlo, se non i segni indelebili della furia usata su di lei. Sule terremo attorno però vi erano due serie di impronte che andavano in due direzioni diverse.

    - Kosuke le hai viste?

    Kosuke annuì e iniziò a fiutare l’aria.

    - Si quelle sono del bastardo che ha fatto tutto questo, mentre le altre penso potrebbero essere di qualcuno che ha assistito al tutto. Non mi pareva avesse un complice, per cui sicuramente è la prima opzione quella corretta.

    Era chiaro il da farsi, Ryuga si morse il pollice destro e appoggiò la mano sul terreno, evocò così altri due suoi amici rospi. In una nuvola di fumo apparvero due rospi della medesima statura, ma di aspetto completamente diverso, uno arancione e vestito con una armatura, dall’aspetto agguerrito, mentre l’altro era l’esatto opposto, giallo, grasso e pacioccone.

    - Bene ragazzi abbiamo da fare un lavoretto. Vedete quello che è successo qui?

    I due rospi esaminarono il cadavere e le loro espressioni diventarono serie capendo quello che era successo.

    Gama: Ryuga cos’è successo qui?

    Gamatatsu: Si Ryuga cosa hai combinato?



    Il solito imbranato di Gamatatsu si prese un pugno da Gama in piena testa.

    Gama: Ma sei sceso o cosa?

    Ryuga se la sarebbe risa per quella baruffa tra rospi, ma la situazione non lo permetteva per cui rimase serio.

    - Basta ragazzi fate i seri! Io e Kosuke seguiremo queste impronte, mentre coi queste altre. Queste dovrebbero portarvi da un possibile testimone del delitto, fatevi dire quello che potete, se invece si rivelasse un suo complice sapete cosa fare.

    Ryuga si prese qualche minuto per spiegare meglio la situazione ai due rospi facendosi aiutare da Kosuke per i dettagli, poi finita la spiegazione alzò una mano davanti a se creando su di essa due semi di legno che porse ai due rospi. Entrambi sapevano di cosa si trattava, per cui li tennero stretti e al sicuro.
    Ora però era tempo di muoversi, ogni minuto che passava serviva al bastardo a dileguarsi meglio, per cui il giovane Senju si mise Kosuke sulla spalla e iniziò a correre nella direzione delle tracce di quel bastardo facendosi aiutare dal suo amico per l’odore, mentre Gamatatsu e Gama fecero lo stesso con le altre tracce.
    Nei tratti di neve alta avrebbe sfruttato il suo addestramento da ninja per correre su di essa come se fosse una parete solida o fosse acqua, usando il chakra sotto i piedi avrebbe evitato di affondare, così facendo avrebbe recuperato in breve tempo la distanza da quel bastardo.





    Ryuga Senju

    Resistenza: 750
    Stamina: 930-36-20=874

    Tecniche usate:
    - Tecnica del richiamo (Gamatatsu e Gama) (-18;-18)
    -
    - Trasmittenti Lignee (Sōshinki) (-20)





     
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    ▲neve rosso sangue▼


    Pese del ferro, Anno 20 d.Z
    Villaggio di Tetsu


    Parlato Shinji - Parlato Azibo - Parlato Sorrow - Parlato Yuna

    La proposta di Shinji fu accolta nel migliore dei modi, esempio di come il ragazzo fosse abituato a ponderare le scelte analizzando bene tutti i dati che gli venivano messi a disposizione, gli insegnamenti di tengan Takao si erano rivelati molto efficaci ed estremamente utili. Il primo a concordare con il ragazzo fu l’altro samurai della spedizione, Sorrow, che successivamente aggiunse

    «…Camelia? Non sapendo contro cosa combattiamo e di che tipo di “follia” si tratti, qualcuno di noi potrebbe caderne vittima. Se dovesse avvertire qualcosa di strano avvenire nella propria mente, è caldamente invitato ad avvertire tutti con la parola in codice.»

    Intendeva usare una parola in codice per permettere al malcapitato di avvertire gli altri repentinamente della situazione. Shinji non era particolarmente concorde, anzi pensava un po’ che si trattasse di qualcosa dalla non grande utilità. Il suo ragionamento era semplice: una parola in codice del genere poteva funzionare nel caso qualcuno cercasse di mascherarsi da uno dei membri della spedizione, non di certo nell’eventualità che uno dei suddetti membri cadesse vittima di qualche jutsu, in quel caso la parola d’ordine sarebbe superflua. Se hai la forza e conservi la volontà di avvertire il gruppo tramite il codice, avresti anche quella di utilizzare qualsiasi altra parola o frase, quindi il nemico se ne accorgerebbe lo stesso. Tuttavia, il giovane Obata, preferì tenere per sé l’osservazione dopo che ascoltò il parere di Azibo che era diametralmente opposto al suo. In realtà voleva anche essere il meno puntiglioso possibile, sorvolando su cose superficiali.

    Il gruppo si mise in marcia. Viaggiare per il paese del ferro era molto più faticoso del previsto. La neve era tanta anche se la stagione non era quella più fredda, ma qui a Tetsu fa poca differenza. Il rumore sordo dei passi nella neve faceva quasi da sottofondo unico alla spedizione, il rumore del vento che alitava lento ma costante si intervallava con una musicalità davvero suggestiva, favoriva la meditazione in una maniera incredibile. Tutto ciò venne ben presto smontato da Sorrow che era giustamente interessato ad interrompere quel momento di silenzio per avere quante più informazioni possibili sui compagni di missione.

    «Mi chiamo Sorrow. So che è un nome strano, ma non so quale sia quello vero, quindi fatevelo andare bene o datemi un bel soprannome. Basta che sia figo, però.
    Sono un samurai da un po’ di tempo, ormai, ma ho ripreso da poco ad operare dopo un lungo congedo per assistere un parente malato.»


    Shinji non sapeva quella parte della vita del compagno, durante il loro primo incontro le presentazioni erano state molto fugaci, per un samurai a volte parla più la spada del padrone. Sorrise iniziando a pensare a qualche soprannome da affibiargli ma non era mai stato una cima in questo genere di cose. Il compagno poi proseguì con la spiegazione del suo handicap in combattimento, che lui sapeva ben rigirare come un vantaggio: non sapeva utilizzare il chakra. Nel mondo si dà per scontato che tutti i guerrieri sappiano utilizzare i ninjutsu ed anche Shinji faceva parte di quella categoria di ignoranti fino a poco tempo prima. Dall’incontro con Sorrow si dovette ricredere, il ragazzo era abile anche solo con i taijutsu, più abile di lui.

    « E che mi dite di voi? Preferirei ci dicessimo eventuali assi nella manica prima di scoprirli in situazioni spiacevoli. Si ragiona meglio senza una lama puntata alla gola.»

    « Io sono un cacciatore di Ishivar e sono specializzato nella armi a distanza, ma me la cavo anche nel corpo a corpo, un po meno nel ninjutsu. Inoltre padroneggio l'elemento fuuton. Ah, e... posso volare.»

    Poteva volare, allora era un uomo gufo a tutti gli effetti! Non fu questo però il punto cruciale per Il ragazzo, che iniziava a preoccuparsi dell’eccessiva quantità di membri del gruppo non specializzati nell’arte del ninjutsu, sperando che Yuna lo fosse si inserì nel dialogo.

    «Siamo in tre quindi. Io sono da poco diventato un Samurai. Non ho grande esperienza ma sono determinato a diventare uno dei migliori, come mio padre e mio nonno. Me la cavo bene con la spada, anche se non ho un occhio... Fatico coi ninjutsu, una lacuna che dovrei colmare al più presto. Tu, Yuna?»

    Shinji si rivolse direttamente alla compagnia. Non conosceva le sue abilità ma ne era molto incuriosito, soprattutto dopo l’elettricità che era comparsa nell’aria poco prima, della quale si era scusata. Il suo intuito gli diceva che lei fosse l’esperta in arti magiche che serviva alla missione.

    Il percorso in montagna era diventato sempre più faticoso, Shinji iniziava a chiedersi come avrebbero fatto a riconoscere il punto sospetto. La risposta arrivo quasi subito con Azibo che invitò Sorrow a tenere la mappa aperta. Poco dopo il guerriero di Ishivar si gettò nella neve nascondendosi alla vista del gruppo. La domanda che probabilmente s’impossessò della mente di tutti i presenti, sicuramente in quella del giovane Obata, fu: Ma che diavolo sta facendo? Dopo poco la risposta apparve chiaramente: dallo stesso punto dove si era “inabissato” il misterioso Ishivariano, fece la sua comparsa un gufo, un normalissimo gufo che volò verso il ragazzo con la mappa.

    L’animale prese visione del documento e successivamente si librò in volo lasciando nuovamente pieni di interrogativi i presenti.

    «Effettivamente avremo potuto mandarlo in avanscoperta...»

    Commentò quasi ironico il samurai che rimase a mani congiunte in attesa del ritorno del ninja metamorfo.

    L’attesa durò praticamente pochi minuti, probabilmente erano molto vicini al punto di arrivo, in quel caso la mappa si sarebbe rivelata davvero precisa. Azibo, sotto forma di gufo, tornò dal gruppo cercando, nel modo più animalesco possibile, di comunicare loro qualcosa. Non ci voleva un genio per intuire che il ragazzo avesse trovato il punto che stavano cercando, quel nascondiglio che gli era stato indicato. Il volatile raccolse con le zampe le sue cose che aveva sistemato quando era ancora in forma umana e partì volando a mezz’aria. Shinji iniziò ad inseguirlo senza curarsi se gli altri avessero fatto lo stesso, era convinto che anche loro avrebbero seguito la strada aperta dal combattente di Ishivar.

    Il posto non era molto distante, si trovava in un punto strategico della montagna: a metà altezza, senza eccessiva neve e protetto da una barriera naturale di rocce acuminate. Nonostante la parziale mancanza di profondità dovuta al suo singolo occhio, a Shinji non occorsero molto secondi per capire che la grotta non fosse molto grande, di sicuro non era un rifugio duraturo. Attese qualche secondo per ispezionarla meglio, sempre cautamente e da lontano.

    «Sembra abbandonato. Non credo si tratti di un rifugio sul lungo termine, evidentemente pensavano, o pensano tutt'ora, di usarlo come sistemazione temporanea, o magari come piano B in caso di situazione disperata. Il luogo è troppo ostile e se fossero stati qui nell'ultimo giorno avremmo trovato qualcosa come resti di lgna da ardere o cose simili»

    Poi continuò come se stesse parlando con sé stesso.

    «Sempre ammesso che il nostro nemico sia un uomo...»




    Scheda
    Equip:
    1x Wakizashi
    Conoscenze e maestrie:
    Tecniche e del chakra I livello


    Scusate se non ho rispettato la turnazione che avevamo pensato inizialmente ma non credo di poter postare domani
     
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    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Azibo
    Parlato Sorrow
    Parlato Obata



    Cambio di programma, quindi. Arriveremo al centro del cerchio passando per questo punto, prima. Se avremo fortuna, l’intuizione di Shinji si rivelerà veritiera e avremo l’occasione di portare a casa una missione in tempo record e andare pure a cena tutti insieme per festeggiare. In caso contrario, potrebbe volerci un po’ di tempo. Comunque vadano le cose, ci troviamo davanti a qualcosa di davvero singolare e non sono sicuro che si tratti di una missione dallo svolgimento semplice. Se dovessimo trovarci distanti gli uni dagli altri ed in difficoltà per un qualsiasi motivo, proporrei di utilizzare una parola in codice da urlare per richiamare l’attenzione di tutti. Che ne direste di...

    Non fu difficile per Yuna contare qualche attimo di attesa per la conclusione di ogni ragionamento. Fino ad allora aveva taciuto rimanendo a fianco ad Azibo, silente, accettando di buon grado la discussione che nacque tra Obata e Sorrow: le due guide autoproclamatasi tali con il capitano. Non si soffermò ad esprimere nessun pensiero, si limitò infatti ad adocchiare i loro movimenti delle dita sulla mappa come piccoli soldatini traboccanti di speranza: una sensazione che le parole del ragazzo stavano sottolineando con velata determinazione. Non era profondamente sicura di come si sarebbe dovuta approcciare al resto della missione, un piccolo angolo del suo cuore rimuginava su ciò che si era permessa di dire, su come aveva un po' imposto il suo pensiero sugli altri ma - fortunatamente - nessuno di loro le fece pesare la cosa. In quel ghirigoro di pensieri fitti come una macabra giungla arrivò il sorriso del ragazzo.


    …Camelia? Non sapendo contro cosa combattiamo e di che tipo di “follia” si tratti, qualcuno di noi potrebbe caderne vittima. Se dovesse avvertire qualcosa di strano avvenire nella propria mente, è caldamente invitato ad avvertire tutti con la parola in codice.

    Sussultò leggermente e lo sguardo sfrecciò ad incrociare le scintille affascinati della dentatura di Sorrow, nuovamente non lesse alcun significato malizioso - non con certezza - ed un fil di rossore danzò rapido sulle sue gote gonfie. Distogliendo lo sguardo precipitò il suo passo lungo la direzione indicata lasciando che i suoi pensieri fossero dettati a voce da un tono leggero, imparziale ma comunque educato.

    A me va bene signori, la Camelia non è di certo il mio fiore preferito. Mi dispiace un po' associare ciò che è puro per definizione ad eventi così tragici ma non sarà per me un problema adottare questa strategia proposta.

    Il linguaggio si fece inaspettatamente più formale e distaccato, una parte di sé premeva dal fuggire dai ricordi e da ciò che la aspettava e non riuscì a trattenere quell'istinto che confluì nelle parole. Fu più forte di lei, una sferzata emozionale che nuovamente irrigidì il suo cammino verso la meta - così che si ritrovò facilmente tra le ultime file del gruppo in movimento. Lentamente l'unico rumore che le rimase impresso fu quello dei suoi scarponi sulla neve, li sentiva sempre più pesanti - dalla fatica e dalla responsabilità - ansimando di tanto in tanto e non cogliendo affatto i lunghi sguardi di Azibo. È una fortuna che lui sia qui? Un sospiro fece oscillare questa nuova puntura emotiva e le braccia si andarono a stringere come a proteggere il petto e gli avambracci, improvvisamente anche il coprifronte si fece pesante tanto quanto i suoi stivali da neve. Fu come immergersi in un lago ghiacciato con tutti i vestiti, sentì tirarsi sempre più in fondo - lontano - cercando di interpretare ogni sfaccettatura di questo disturbo post-traumatico. La sua ultima missione in carriera le fece valere la carica di Chunin ma la vide ferita nell'orgoglio, nella determinazione e nel fisico; una ferita che aveva riassorbito da non troppo tempo dopo l'incontro con il suo esaminatore. Se mi vedesse qui, ora, mi farebbe a pezzi. Apparve sconsolata nello scuotere il capo nel tentare di racimolare un po' di attenzione da regalare ai suoi compagni di missione. Li sentiva parlare uno dopo l'altro come una macchina ben oliata ed esperta, aveva facilmente colto il significato dei loro discorsi e quasi sperò di sparire oltre un mucchio di neve, di diventare essa stessa un vento e fluire via. Il colpo basso lo mise a segno Obata. La interpellò con semplicità e lei non rispose immediatamente, probabilmente non avrebbe mai voluto farlo. Nuovamente un fiotto emotivo si espanse dal petto in un'espressione che vorticò sul soldato, osservò prima lui e poi ogni altro componente e quasi avvertì di vederli pendere dalle sue labbra. No, non le piaceva stare al centro dell'attenzione.

    Io.. sono Yuna Hittori, non sono esperta in nessuna delle arti ninja. L'unica cosa su cui posso contare è qualche Ninjutsu e su ciò che avete già avete visto prima.

    Non scese nei particolari, si chiuse in un fitto silenzio che la accompagnò fino al loro arrivo annunciato da Azibo, colui che da lì a poco si sarebbe trasformato nel suo Gufo. Solo la sua apparizione le fece scoccare un sorriso, un brivido d'essenza spensierata che le riportò alla mente l'odore di centinaia di anemoni. Un campo fiorito, della pioggia, del vento. Glissò semplicemente oltre cercando di assaporare il retrogusto dolce-amaro di quei ricordi, li interpretò lungo i suoi arti come una piccola dose di energia che la issarono fino all'ingresso della grotta. Lei non si azzardò ad entrare al suo interno, non si smosse neanche troppo dalla sua posizione rigida; si limitò a guardarsi attorno ma senza sfiorare la qualsiasi traccia. Si conosceva, con la sua mancanza di preparazione avrebbe creato solo problemi e, anzi, distrutto ogni traccia. Solo una volta appurato che nessuna di quei segni poteva presagire la presenza di qualche umano nei paraggi si decise a chinare il capo verso il basso ed allontanarsi leggermente dagli altri, sperò di trovare un punto un po' elevato e si guardò attorno cercando il panorama migliore. Le bastò adocchiare le soffici nuvole sgranchirsi lungo l'orizzonte, assaporò i colori a lei tanto familiari e quasi le mancò il fiato nel trovare lo scorcio perfetto. Il susseguirsi di venti e neve, di montagne e foreste fecero di quel posto il perfetto catalizzatore di un unico pensiero, un lancinante dolore che emerse come una voce stonata nella sua testa. A lui sarebbe piaciuto un sacco. Le labbra cominciarono a tremare, strinse i pugni con poca decisione e gli occhi si chiusero nel cercare di vestirsi di quella malinconia pesante, ruggente; un potere che emerse attorno a lei come nuvoloni sopra le teste di tutti. Cumulonembi gonfi di pioggia e lacrime, di vento ed anima. Li sentì spiegarsi come una coperta al di sopra del cielo e a lei bastò versare la prima amara lacrima prima che la sua voce si fosse innalzata verso i compagni.

    Proverò a capire se qui attorno c'è ancora qualcuno di nascosto, voglio essere prudente. Sta attengo Gufo!

    Un avviso che si percepì insieme ai primi rumori di gocce d'acqua che scesero dal cielo nell'arco di un kilometro attorno a sè. L'acquazzone prese vita con consistenza sempre più marcata, impattò al suolo come una cascata un po' violenta - a causa dei forti sbalzi emotivi che condizionarono il suo controllo d'anima. Lei di certo non si preoccupò di ciò che era lei stessa, la pioggia e le lacrime. Perché si sarebbe dovuta riparare da una sua manifestazione? Semplicemente immerse il suo spirito in ogni goccia di pioggia così che avesse potuto avvertire dentro di lei ogni percezione ad altri ignota, magari nascosta. Se ci fosse stato qualcuno lei l'avrebbe trovato, ne era sicura.



    Yuna Hittori

    ◕ Stamina: 600-15-15-15= 555

    ◕ Azioni:
    ~ Manipolazione della pioggia: Pioggia+Effetto Tigre della Pioggia per individuazione

    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno


     
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    Il percorso verso la meta designata procede spedito e, data la prima nota, il vociare degli altri sembra completare perfettamente l’accordo melodioso. Ognuno sembra pronto a raccontarsi, quantomeno parzialmente e ciò non può che far scaturire un candido sorriso dalle mie labbra. Non sono bravo a condividere esperienze con gente fredda e senza sentimenti che non ha voglia di condividere se stessa con me. Shinji è un neo-samurai specializzato nel corpo a corpo; Azibo è un gran bello strambo esotico capace di volare, seppur non sia ancora chiaro come; Yuna è l’unica in grado di utilizzare le tecniche ninja, a quanto pare. La sua abilità non mi è ancora del tutto chiara, ma sento che potrebbe rivelarsi utile. E poi ci sono io.
    Lo scarpiccio che scandiva il tempo è adesso accompagnato da un ben più caldo intrecciarsi di voci, cullate dallo stormire dei rami appartenenti ai sempreverdi adiacenti, mossi da una leggera brezza gelida.
    Ad interrompere la chiacchierata, giunti in prossimità del luogo da esaminare, è proprio il ragazzo di Ishivar, che mi chiede nuovamente di visionare la mappa che tengo in mano. In risposta, mi avvicino a lui annuendo con discrezione, mostrandogli la mappa aperta tra le mie mani. In men che non si dica, lo strambo Azibo inizia a denudarsi per poi sparire tra le frasche innevate, spuntandone fuori come un maestoso gufo reale. O almeno, constatando ciò che ha detto poco prima, credo si tratti di lui. La seconda possibilità è che l’ishivariano sia stato colto da un forte attacco di pupù e non sapesse dove farla, ma spero più nell’effetto scenico della prima. A giudicare da come ci gira intorno, direi che si tratti proprio del nostro compagno. Il maestoso volatile scende di quota fino a giungere al mio fianco. In risposta allungo il braccio destro, fornendogli un appiglio sul corrispondente avambraccio, continuando a tenere la mappa aperta per favorirgli la visione. Sento I suoi artigli da rapace impigliarsi nel tessuto intrecciato del mio kimono, ma la cura che mette nel non affondarli troppo è un’esatta testimonianza della sua natura umana. Osservata nuovamente la mappa, Azibo il gufo spicca nuovamente il volo anticipando il nostro cammino.
    Torna dopo pochi minuti visibilmente colpito da qualcosa, richiamando la nostra attenzione verso il punto precedentemente esaminato. Afferrati velocemente I suoi effetti personali, il rapace inizia un volo a bassa quota, probabilmente per consentirci di seguirlo. Attendo la mossa dei miei compagni prima di compiere la mia e, come previsto, tutti decidiamo di seguire il metamorfo a passo spedito. Dopo aver percorso qualche centinaio di metri, un luogo effettivamente sospetto si staglia al nostro cospetto. Una vera propria grotta scavata nella roccia, protetta da altre formazioni rocciose acuminate ai lati. Il mio sguardo imbonito dalle precedenti disquisizioni si fa ora torvo ed esaminatore, pronto a rispondere a qualsiasi minaccia possa essere celata in quel buco roccioso.
    Mi muovo circospetto, lanciando occhiate di intesa ai miei compagni, mentre mi avvicino lentamente all’entrata della grotta, che già dall’esterno si mostra abbastanza piccola, impossibile da occupare per un numero di persone maggiore di due.
    Dal cielo, intanto, qualcosa cattura la mia attenzione: le nuvole sembrano danzare addensandosi sopra la nostra testa, formando nuvoloni sempre più grandi e neri, presagio di un acquazzone di discreta portata. Continuo ad esaminare ciò che accade sopra le nostre teste, distratto adesso dall’interno della grotta. Come colto da un’improvvisa illuminazione, sposto lo sguardo su Yuna, unica a non aver rivelato le sue abilità, se non in modo molto vago; nonché unica ad avere, apparentemente, la capacità di evocare piccole saette in grado di elettrificare l’aria intorno a tutto il gruppo fino a pochi minuti prima. L’espressione della ragazza è inequivocabile: è visibilmente triste. E sembra che il cielo la compatisca.
    Il rumore della prima goccia che impatta contro il pavimento roccioso è l’unica cosa che mi riporta alla realtà. Mi volto ad osservare la chiazza lasciata dalla stilla pluviale e comprendo ciò che sta per accadere.

    Yuna? Tutto bene?

    È l’unica cosa che riesco a dire prima che la kunoichi stessa prenda la parola, forse cercando di sviare l’attenzione del gruppo dal suo stato d’animo e portare lo sguardo di tutti verso la grotta. Adesso sono certo che la pioggia è scatenata da lei. Tramite quella pioggia riesce, a quanto pare, a localizzare eventuali presenze esterne al gruppo. Beh, che figata le tecniche ninja.
    Non appena le prime gocce vengono seguite in rapida successione da altre, iniziando a bagnarmi il kimono, tutto ciò che mi rimane è rintanarmi all’interno della grotta. La prima cosa che mi colpisce è il forte odore di muffa probabilmente dovuta alla formazione di colonie fungine unicellulari agli angoli alti dell’incavo roccioso. Chi potrebbe vivere in un posto come questo? Di certo si tratta di un rifugio tutt’altro che permanente, arredato con un semplice giaciglio improvvisato, fatto di paglia legata con fragili cordicelle ed I resti di un piccolo fuocherello da campo. All’interno nessuna traccia, nessun indizio, niente di niente. Mi guardo intorno un’ultima volta, prima di fare nuovamente capolino dall’interno della grotta, notando ancora lo scrosciare della pioggia inarrestato. Senza uscire dal rifugio, quindi, alzo un po’ il tono della voce per poter essere udito un po’ da tutti, per poi pronunciarmi sul da farsi.

    Sembra che questo posto sia un buco nell’acqua. Se Yuna non ha piste da segnalare, proporrei di tornare a seguire il mio piano, adesso!

    Il tono è da vero leader. Sta ai miei compagni accettare o meno la mia leadership. Perdonatemi, su. D’altronde è pur sempre la mia prima missione importante!
    Scusate il ritardo, amici :rosa:
    Sorrow
    Equip:
    1x Wakizashi
    1x Tonico Coagulante
    Conoscenze e Maestrie:
    Popolari e linguistiche: I Livello
    Maestria: Combattente armato - Specialista in spade
     
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    Le indagini proseguono per il gruppo di giovani detective che purtroppo ancora non sono riusciti a trovare indizi decisivi. La zona visitata era infatti ormai abbandonata da tempo e nemmeno il controllo ad ampio raggio di Yuna riuscì a rilevare alcun tipo di presenza nei dintorni, erano soli eccezion fatta per qualche viandante dalle quasi inesistenti capacità. Fu nuovamente Sorrow però ad invogliare tutti nel rimettersi in marcia e così fu, la meta questa volta era il centro della zona d'interesse. Anche in questo caso il viaggio non fu molto diverso dal precedente, tranquillo e senza intoppi. Non trascorse molto prima che si trovarono ad attraversare esattamente il punto in cui era stato consumato uno dei tre omicidi, forse il peggiore. La piccola stradina portava al rifugio al centro della mappa e tutti al loro passaggio avrebbero potuto notare un piccolo altarino ricolmo di fiori, posto lì in memoria della famiglia trucidata in misteriose circostanze. Vi erano infine delle dediche dalle persone care e, se il gruppo vi avesse prestato attenzione, avrebbe potuto notare quanto quella famiglia fosse amata nel villaggio.
    Continuando il viaggio avrebbero infine potuto intravedere una piccola baita apparentemente in disuso, ai piedi di una alta montagna.

    c7

    Entrandovi, i ragazzi avrebbero trovato uno scenario molto simile a quello del rifugio precedente, ma questa volta il viaggio non sarebbe stato vano. Tutti avrebbero potuto infatti notare un diario caduto in terra, nei pressi del tavolino al centro della baita. Il quadernino dalla copertina nera sarebbe stato fin troppo facilmente collegato al caso non appena lo avessero sfogliato, in quello erano infatti appuntati tutti i delitti compiuti con novizia di dettagli, sensazioni, addirittura apprezzamenti e palese coinvolgimento dello scrittore nel descrivere le sofferenze provate dalle vittime. Le tragedie ivi riportate erano decine e decine, senza distinzione tra uomini, donne o bambini, la brutalità trasudava da quell'inchiostro e non sarebbe stato facile leggerlo tutto. I primi casi non riguardavano nemmeno il Paese del Ferro e ad una eventuale analisi più attenta si sarebbero potuti notare dei riferimenti al Paese del Fuoco. Era però ormai chiaro che quel quaderno apparteneva ad un uomo, un folle, qualcuno che godeva sadicamente dei tormenti altrui e traeva piacere dalle morti violente, qualcuno che aveva assistito a tutte quelle tragedie. Non vi erano però indizi su come fosse collegato agli eventi se non la strana empatia con cui descriveva le pene delle vittime. Sull'ultima pagina vi era infine una sola e grande scritta: "TETSU, ARRIVO!!!"

    [...]

    Intanto nei pressi del villaggio riunificato, una nuova squadra stava iniziando le indagini su un nuovo caso fresco di giornata. Fu così che "I Cugini Dello Stagno, Investigazioni A Domicilio!" si divisero per seguire le due serie di impronte trovate. Una scelta certamente saggia e potenzialmente ottima, ma era anche una di quelle scelte che, con il senno di poi, Ryuga avrebbe certamente scartato. Ma andiamo con ordine, il ragazzo osservò i suoi due compagni appena evocati iniziare l'inseguimento in tutta fretta e, senza indugiare avrebbe fatto altrettanto. Non gli ci sarebbe voluto molto per raggiungere il Samurai responsabile del delitto, e dopo soli pochi minuti, lo individuò con certezza assoluta grazie alla conferma del suo compagno anfibio. L'assassino era una ventina di metri davanti a lui, intento a continuare il suo tragitto, probabilmente ignaro di essere stato individuato.
    Praticamente nello stesso momento gli altri due rospi, molto lontano dal loro evocatore, si bloccarono lungo il loro tragitto iniziando a scrutare il vuoto con sguardo interrogativo. Dovevano essere giunti a destinazione, il loro olfatto non poteva mentire, ma all'origine di quella traccia olfattiva non vi era nessuno, o almeno nessuno di visibile. Cosa potevano fare ora?

    Eccoci, spero sia tutto chiaro... gli investigatori ufficiali hanno finalmente trovato qualcosa di importante per arrivare a capire cosa sta accadendo.
    Ryuga ed i Cugini dello stagno invece sono in una situazione ben descritta nel post. A voi!
     
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    [B] Neve Rosso Sangue




    Narrato - - Parlato - "Pensato" - - Parlato rospi



    I due rospi si misero subito all’opera allontanandosi dal luogo del delitto, da lontano lo sguardo di Ryuga li seguì finchè non sparirono alla sua vista.
    Ryuga trasse un profondo respiro, doveva indagare come si confaceva ad un giovane detective membro dei “cugini dello stagno”, o almeno così avrebbe pensato un certo narratore, ma questo giovane non lo sapeva per cui iniziò a muovere i suoi primi passi seguendo le tracce e le indicazioni che Kosuke gli forniva di tanto in tanto così da non fargli perdere la retta via.
    Ad ogni passo che faceva la neve scoppiettava sotto di esso, questo inizò a preoccupare il giovane, se doveva seguire una persona senza farsi scoprire quella non era la condizione ideale, per cui.


    . Kosuke dobbiamo catturare quel folle e farci dire chi e cosa sta seminando la follia in questo paese...

    Kosuke: Capito boss!

    Nel frattempo non lontano da lì i due rospi, che erano alla ricerca di un eventuale testimone, arrivarono ad un punto morto, le tracce cessarono improvvisamente, come se quel qualcuno di punto in bianco non fosse più esistito. Gama fiutava l’aria, mentre Gamatatsu sembrava più interessato ad ammirare un fiocco di neve che lento scendeva dal cielo.
    Gama si battè una mano su una delle placche metalliche che aveva addosso, arrabbiato per quello che stava accadendo. Come potevano i suoi sensi altamente sviluppati lasciarlo così senza una spiegazione.


    Gama: Gamatatsu che cavolo combini! Dammi una mano a capire cosa sta succedendo qui!

    Gamatatsu si girò verso il suo compagno con in volto uno sguardo di beata deficienza che, come si poteva immaginare, fece alterare il povero Gama che lesto maledisse mentalmente il suo evocatore per aver scelto quell’imbecille come suo compagno di missione.

    Gamatatsu: Cosa vuoi Gama? Non lo vedi che sono impegnato…

    Il povero rospo dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per evitare di saltargli addosso e riempirlo di botte.
    Si passò una zampa sul viso in segno di sconforto e facendo dietro front si rimise in marcia per tornare dal suo evocatore visto che era ormai chiaro come il sole che da quel posto non avrebbero ricavato un ragno dal buco.
    Passando vicino a Gamatatsu lo prese per un braccio trascinandolo con se nella direzione da cui era venuti.


    Gama: Andiamo pelandrone, torniamo da lui.

    Gamatatsu sbuffò.

    Gamatatsu: Ma uffi… io sono stanco… non possiamo fare prima uno spuntino?

    Gama lo ignorò e continuò a trascinarlo nella neve fino a quando le sue lamentele non cessarono visto che, oramai, aveva capito che lo spuntino se lo sarebbe solamente sognato.
    Gama comunque era assai confuso, la sua mente iniziò a fare ragionamenti sul come e il perché le tracce sia fisiche che olfattive fossero sparite così nel nulla. Il dubbio che fosse un diversivo o una trappola lo tormentava, per cui tenne all’erta i suoi sensi stando il più del tempo sotto vento così che eventuali odori di un inseguitore lo avrebbero raggiunto prima permettendogli di non essere colto alla sprovvista.
    Nel frattempo l’altro duo aveva raggiunto il suo obbiettivo, infatti Ryuga poteva vedere davanti a se un giovane samurai che, a detta di Kosuke, era l’assassino. Bastò uno sguardo tra i due per sapere cosa fare, la distanza era oramai molto ridotta, poco meno di una ventina di metri separavano i due dal loro bersaglio, per cui si mossero per catturare il loro bersaglio. Kosuke saltò in aria mentre il giovane Senju dopo aver compiuto quattro rapidi sigilli avrebbe cercato di catturare il suo bersaglio facendo ricorso ad una delle sue tecniche mokuton, la tecnica della Grande Boscaglia. Dei pali di legno si sarebbero formati dal braccio del giovane lanciandosi verso il suo bersaglio, non con l’intento di uccidere, ma di catturarlo avvolgendolo in spire di legno così spesse che non gli avrebbero permesso di muoversi se lo avessero colpito. Nel frattempo Kosuke sarebbe atterrato sul legno generato da Ryuga e lo avrebbe sfruttato come poggio per scattare verso l’assassino. Avrebbe sfruttato le sue grandi qualità di corridore per stare in equilibrio sul legno e, una volta che la tecnica mokuton avesse preso il bastardo nelle sue spire, avrebbe randellato la faccia di quel verme con una veloce e devastante scarica di pugni così da metterlo a cuccia cercando così di evitare che scappasse in qualsivoglia maniera.
    Se i due fossero riusciti a catturarlo lo avrebbero interrogato seduta stante.


    - Brutto bastardo di un assassino! Sappiamo cosa hai fatto a quella povera vecchietta! Sappiamo che sei coinvolto nelle strane uccisioni che stanno avvenendo nel paese del ferro! Se non vuoi che ti uccidiamo seduta stante farai bene a darci qualche piccola informazione… se saprai saziare la mia sete di informazioni potrei decidere di non ucciderti qui seduta stante… se invece avrò ancora sete…beh hai capito…

    La voce di Ryuga si era fatta il più minacciosa possibile e, mentre aspettava che le sue parole penetrassero nella mente del suo prigioniero, fece segno a Kosuke di stare all’erta in maniera che potesse estrapolargli le informazioni senza doversi preoccupare di nulla, ma non serviva perché il piccolo rospo sapeva il fatto suo e stava già provvedendo a scandagliare l’aria attorno a loro come un piccolo radar portatile.
    Ryuga tornò a parlare con il pezzente.


    - Bene ora dimmi tutto quello che sai di questa faccenda degli omicidi, sei tu che vai in giro ad uccidere la gente? Oppure come penso c’è una specie di droga che vi fa sballare portando la gente a compire questi atti osceni? Se è così chi c’è dietro tutto questo?! Parla!

    Nel frattempo il legno attorno al braccio di Ryuga si era accorciato permettendogli di avvicinarsi al suo prigioniero e al contempo di tenerlo saldo in esso. Mantenne una distanza di un paio di metri, giusto per evitare una qualsiasi azione disperata atta a ledere il suo essere.



    Ryuga Senju

    Resistenza: 750
    Stamina: 874-35= 839

    Tecniche usate:
    - Tecnica della Grande Boscaglia (Daijurin no Jutsu)(-35)



    Kosuke:
    Controllo del Chakra: 60/250
    Potenza magica: --/250
    Forza Fisica: 30/250
    Agilità: 70/250
    Resistenza: 350-5-10=335
    Stamina: 150

    Ninjutsu: --/250
    Taijutsu: 20/250
    Genjutsu: --/250

    Tecniche usate:
    - Scatto del Rospo
    Eseguendo un rapido numero di balzi in sequenza sul campo da battaglia il rospo di piccole dimensioni è in grado di muoversi tra un elevato numero di ostacoli per porsi in una posizione di vantaggio rispetto al suo bersaglio o più semplicemente per schivare un attacco.
    Tipo: Taijutsu
    Livello: C
    Raggio: Variabile
    Bonus Tecnica: +6
    Effetti:
    - Non viene calcolata in riuscita, ma come parte integrante dell'azione offensiva/difensiva associata attribuisce un +10 sulla riuscita
    - In difesa oltre ad aumentare la riuscita aumenta nella stessa misura anche il numero di metri della schivata
    - Consente di muoversi agilmente in ambienti ricchi di ostacoli

    - Assalto del Rospo
    Il rospo si lancia all'attacco del nemico, sferrando calci, pugni e chi più ne ha più ne metta! E' un mero attacco fisico, ma la potenza del generata non è da sottovalutare. I nemici colpiti risentiranno parecchio del dolore inferto..
    Tipo: Taijutsu
    Livello: D
    Raggio: 0 - 5 metri
    Bonus Tecnica: +3
    Effetti:
    - Causa un D15 danni extra
    - Se va a segno, tutte le azioni successive avversarie del turno subiscono un malus di 5 punti sulla riuscita (cumulabile a quello di altri Taijutsu)




     
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    Mi poggiai sul ramo di un albero, i miei occhi sgranavano i dettagli del luogo senza bisogno che mi avvicinassi più di tanto. Cercai qualcosa ma non trovai nulla che potesse rivelarsi un indizio, nel frattempo i miei compagni si davano da fare a loro volta, ma non trovarono nulla. A confermare che eravamo soli ci pensò Yuna, che attivò la sua tecnica di rintracciamento ad area, la stessa che aveva usato contro di me in allenamento. A quel punto non restava che proseguire, dunque ci rimettemmo in viaggio. Io continuai a volare, seguivo il gruppo dall'alto, a volte avanzando per andare in esplorazione e guidando il gruppo verso il percorso meno difficile. Per fortuna non ci volle molto per arrivare al secondo punto indicato sulla mappa. Si trattava del luogo in cui si era consumata la tragedia che aveva coinvolto un'intera famiglia. A ricordarcelo era stato costruito un altarino, con dei fiori a commemorare la scomparsa. Vi era anche una specie di baita, ma nuovamente la nostra ricerca non portò a risultati. Proseguimmo fino a giungere a una seconda casetta. Questa volta però, abbastanza in vista sul pavimento, trovammo un quaderno. Saltellando raggiunsi il tavolo, e ascoltai i dettagli che vennero letti ad alta voce da uno dei miei compagni. Vi erano descritti altri episodi come quelli su cui stavamo indagando.

    Uhr- Uuurh!

    Restai sorpreso dalla cura dei dettagli con cui certi crimini venivano descritti. A chiunque appartenesse quel quaderno, era certamente coinvolto. Inoltre doveva trattarsi di una persona particolarmente disturbata, un sadico. Purtroppo era ancora difficile capire cosa stesse succedendo, ma ci trovammo di fronte a una scelta. Dovevamo decidere cosa fare, continuare ad indagare o dirigerci verso Tetsu? Sull'ultimo foglio del quaderno infatti c'era un chiaro riferimento alla capitale, anche se probabilmente la città era abbastanza difesa dai suoi abitanti. In ogni caso mi sarei adattato alle decisioni del gruppo, fornendo un cenno d'assenso alle decisioni prese.
    CITAZIONE
    Scheda

    Equipaggiamento:
    1x Lancia
    1x Tirador
    2x Tomahawk
    1x Amplificatore di Dosu


    Bonus/Malus:
    -


    Azioni:
    -

    Resistenza: 450
    Stamina: 250

    Resistenza Protesi: 200
    Stamina Protesi: 200

    Note: Scusate ma non sapevo proprio cos altro scrivere, e non mi sentivo per nulla ispirato, quindi non son stato ad allungare ulteriormente la cosa, non sapevo cosa dire e mi sono limitato a riportare i fatti, così da non rallentare il giro
     
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    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Azibo
    Parlato Sorrow
    Parlato Obata


    Le anime disperse che percepì nella pioggia non la aiutarono affatto, con gli occhi socchiusi riuscì a percepire solo e soltanto il vociare lontano di Sorrow; note che la colsero nella sua concentrazione più animata, sicura, seppur incrinata da quelle lacrime nascoste come briganti tra la pioggia. Ovviamente lei non se ne vergognava, lei era tutt'uno con le sue emozioni e dimostrarle in pubblico faceva parte della sua sensibilità e della sua elevata incapacità di essere una Kunoichi che si rispetti. Debole ma comunque malleabile, determinata nonostante tutto nel proseguire quella strada che quel giorno si era rivelata essere una missione alquanto macabra e ancora tutta da scoprire.

    Sto bene Samurai, non si preoccupi. Potrà vedermi instabile ma non mollerò.

    La sua voce si innalzò nell'esatto momento in cui lei riaprì gli occhi lucidi, sporchi dei colori della tempesta, e lentamente perfino le nubi si dispiegarono lentamente in cielo come se qualche vento le avesse richiamate lontano, pronte a scomparire tra i flutti di un'atmosfera che riprese il controllo su se stessa. Lei non osò altro, semplicemente scese dalla sua posizione sopraelevata e - dopo un rapido sguardo allo scorcio delle montagne che aveva adocchiato - sorrise pacatamente verso ogni compagno. Le mani si portarono a sistemare qualche ciuffo sparso arruffato dalla pioggia e i suoi vestiti, seppur senza un vero e proprio fastidio, guadagnarono qualche pacca per sistemare delle pieghe o mettere a posto qualche strumento dell'equipaggiamento fuori posto.

    Non sembra esserci nessuno, niente di interessante qui fuori, meglio spostarsi.

    Si sarebbe dunque adattata alla decisione del gruppo, senza interferire oltre, rimanendo al suo posto in quel compito che si era ritagliata da sola e che probabilmente non era neanche effettivamente necessario. Un filo di autostima malconcia si abbandonò al suo tatto e durante il tragitto che li portò alla nuova destinazione - qualsiasi essa fosse - non riuscì nemmeno a stuzzicare il sole a mostrarsi; lentamente il gelo la colse nel paese della neve. Era comunque fracida in un'ambiente tutt'altro che gentile o dalla temperatura mite e ne stava pagando il pallido prezzo. La sua pelle si fece meno rosata e le labbra assunsero una sfumatura di blu che non sembrava volgere a nessuna buona notizia, non per ora. Così come queste non arrivarono non appena giunsero alla nuova tappa - vicino alla casa - che immediatamente colse l'attenzione della Kunoichi verso quell'altarino ricolmo di fiori e di doni, di ricordi e di straziante dolore. Inevitabilmente si soffermò con rispetto al cospetto di quelle perdite ed un lungo sguardo venne riferito in direzione dei tre.

    Andate avanti, vi raggiungo a breve.

    La voce incrinata sembrava presagire una nuova ondata di pioggia ma una forte catena emotiva riuscì a trattenere quell'impeto che strinse tra le mani con coraggio e risolutezza, non era il momento di mostrarsi nuovamente debole, non ora. Una volta rimasta sola si chinò a terra e tese le dita su ogni fiore e gambo appassito, pronto alla morte, dando fondo ad ogni particella della sua esperienza in materia: la botanica era il suo forte, lo si percepiva come armeggiava con i petali con gesti sicuri ma delicati. Strappo' il superfluo, ciò che non serviva più, e depose qualche buon tocco per tentare di donare quanta più vita e far perdurare quanto più a lungo possibile quel manifesto del cordoglio. Non verrete dimenticati. Al solo sussulto di quel pensiero un desiderio implose nella sua anima, lo sentì farsi largo come una luce folgorante e non attese un solo momento per proiettarlo violento verso l'alto. Esalò con emozione ed un fiotto di sole nacque dalle nubi cariche di neve, lo stuzzicò a farsi largo nella volta celeste così che un forte tepore poté finalmente abbracciarla insieme a quella vita che rapida sarebbe guizzata verso la terra. Ogni raggio, ogni fotone, si sarebbe caricato di quella grinta necessaria per iniettarsi nel tessuto stesso del suolo; l'avrebbe penetrato con forza, come mani tenaci, così che un meraviglioso prato fiorito venne a crescere rigoglioso sparpagliando via la neve. Un regalo, minuscolo, che lasciò con un filo di parole mentre si alzava rispettosa del luogo in cui si trovava.

    A voi, Campanule della Speranza. Perché dalla vostra morte non è rimasto solo un ricordo.

    Chinando il capo e socchiudendo gli occhi si costrinse a muoversi verso il gruppo ormai entrato nel rifugio. Non partecipò attivamente allo studio di quel misterioso diario e fu letteralmente l'ultima a metterci mano; lo rigirò tra le dita studiandone l'esterno, saggiandone la copertina per cercarne tracce, prima di aprirlo con cura facendo scorrere i polpastrelli lungo le grafie. Se non fosse stato chiaro stava palesemente ritardando il momento in cui i suoi occhi dovettero posarsi per decifrarne i modi, i sentimenti e tutto ciò che ruotava attorno ad ogni omicidio. Un registro, una finestra all'interno del mandante degli assassini, una lettura che per diversi attimi fece tentennare le mani della ragazza cosicché quel piccolo ritrovamento le cadde dalla presa fragile per schiantarsi al pavimento in un tonfo che accompagnò da un sussulto impaurito.

    Mi dispiace, scusate.

    Non c'era rossore nelle sue gote, solo una voce tutt'altro che gelida o furente; cercava di mantenersi quanto più controllata possibile o probabilmente sopra le loro teste si sarebbero andate a creare saette e fulmini - era meglio non farlo di nuovo, non davanti a loro. Evitò ogni spiffero di potere e rivolo d'emozione, le rinchiuse nel cuore cercando di viverle internamente senza nessuna manifestazione: interiorizzare era il segreto del suo controllo. Amava ed era necessario mostrare ogni sua sfaccettatura ma poteva ben leggere nell'aria che non era quello il momento di perdere il controllo come quel giorno in cui scoprì la morte della sua controparte - del suo gemello. Riprese il diario tra le mani e continuò a sfogliarlo con un senso del dovere impresso nei movimenti, era chiaro che non aveva intenzione di procedere oltre ma a denti stretti - letteralmente! - cercò di assimilare ogni dettaglio ed indizio che poté esser utile. Perfino il richiamo alla sua terra. Il Paese del Fuoco? Devo avvisare il prima possibile il mio responsabile. Scuotendo la testa e consegnando agli altri quella prova non riuscì a pronunciarsi oltre se non ad uno stirato quanto fermo:

    Procediamo per Tetsu immagino, se la situazione è così pericolosa dovremmo avvisare chi di dovere e sperare in un aiuto ben più marcato del nostro. Non conosco la situazione politica di queste terre ma se la capitale è in pericolo immagino che non siamo troppo utili contro minacce fuori dal nostro livello di competenza.





    Yuna Hittori

    ◕ Stamina: 555

    ◕ Azioni:


    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno
     
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    Il tempo passava e le indagini proseguivano su entrambi i fronti. Da un lato, la squadra di Shinobi e Samurai aveva rinvenuto un importate reperto che lasciava intendere la zona ove il sospettato stava per colpire, Tetsu. Si apprestarono quindi tutti ad incamminarsi verso il villaggio, abbastanza allarmati e pensierosi date le scoperte fatte. Qualcosa però non passò inosservato ai loro sensi, a circa 1km dalla destinazione infatti, poterono capire che due presenze erano nelle vicinanze e li seguivano ben nascosti tra la fitta boscaglia innevata, nemmeno Azibo dall'alto riusciva ad individuarli. L'unica cosa che sembrava ovvia era che i due si spostassero molto rapidamente di albero in albero, non ben distinguibili nelle fattezze non del tutto umane.

    Ryuga intanto, raggiunto il bersaglio, passò rapido all'offensiva con il chiaro obiettivo di catturare ed interrogare l'assassino. La sua azione fu rapida e implacabile, accompagnata dall'intervento incisivo del rospo. Alle domande però l'uomo rispose con una altisonante risata pregna di follia.

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH Forza allora!

    Gli occhi del Samurai si accesero di bramosia e speranza, come un bambino che stava per ricevere il più bel regalo della sua vita, ma ciò in cui sperava non era un dono, bensì la morte!

    Fammi vedere! Mostrami una morte degna di questo nome! AHAHAHAHAHAH

    Come avrebbe reagito il mukenin a quella provocazione? Improvvisamente però qualcosa mutò, qualcosa di decisamente fuori dai precedenti schemi. Come svegliato da un incubo senza fine, l'uomo smise di ridere ed il suo sguardo si tramutò in terrore, seguito da un conato di vomito rigettato alla sua destra.

    Vi prego basta... Aiutatemi!!! Non so cosa sia successo... Ero come prigioniero del mio stesso corpo, costretto ad agire contro la mia volontà! Mio Dio! Cosa ho fatto?!

    La consapevolezza delle azioni perpetrate poco prima sconvolse ulteriormente l'uomo che iniziò a piangere mescolando lacrime ai rivoli di sangue che scorrevano sul suo volto, conseguenza dei pugni del rospo. Non sarebbe stato facile farlo calmare capirci qualcosa ma certo era che dietro quei casi ci fosse qualcosa di molto strano. Nello stesso momento, lontano da lì, gli altri rospi sembravano essersi arresi alla stranezza del percepire il loro bersaglio con i sensi senza però riuscire a vederlo in alcun modo. Fu però proprio mentre decisero di voltarsi e tornare indietro che qualcosa dentro di loro mutò brutalmente, dominando il loro essere! Fermarono quindi il loro incedere per poi scattare rapidi e silenziosi in una direzione completamente diversa, sembravano avere un obiettivo completamente diverso ora.

    Eccoci qui anche se con un pò di ritardo. Ten e Note hanno ovviamente saltato il turno ma essendo questo per lo più narrativo e decisionale non poteva succedere molto. Ne pagheranno le conseguenze più avanti. Ora dovrete decidere come muovervi con i vostri inseguitori.
    Ryuga invece dovrà decidere cosa fare del samurai catturato e come muoversi.
    Per dubbi Mp, forza che l'azione è alle porte!
     
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    Parlato Yuna
    Pensieri Yuna
    Parlato Azibo
    Parlato Sorrow
    Parlato Obata



    Non il momento migliore per ritrovarsi ancora una volta nella foresta di neve, era una situazione d'emergenza ed ogni passo della Kunoichi era fermamente convinto a spazzare via il gelo e conquistare in fretta l'arrivo a Tetsu. Non solo il paese del Ferro ma anche quello del Fuoco danzavano su un filo di dubbio che impensieriva continuamente la donna, aveva già espresso quel suo pensiero di avvertire quanto più immediatamente possibile un suo superiore ma prima di tutto - tra le priorità dell'anima - Tetsu possedeva un posto speciale. Non solo perché l'intero paese contava anche su di lei ma anche perché quella neve riusciva a crearle una sorta di malinconia insita ad un senso di protezione arguto ed efficace, atto a mantenere viva quella concentrazione per avanzare ancora ed ancora. La strada non fu affatto difficile e persino Yuna stessa si ritrovò tra gli altri, non ultima, annaspando l'aria con fretta e senza proferire parola: aveva lasciato i convenevoli molto alle porte del villaggio ed il suo buonumore infranto da ciò che aveva scoperto in quella casupola. Cosa dovremmo fare? Ci hanno mandato fuori dal Villaggio e ora ci stiamo ritornando, questa cosa non ha senso. Davvero chi si è mosso prima di noi non ha trovato quel diario? È impossibile, sono casi catalogati: un sopralluogo è stato sicuramente fatto in quell'abitazione. Quel pensiero animò l'intero viaggio di ritorno ma, a pochi metri dall'arrivo, qualcosa catturò l'attenzione della donna; fruscii, figure, istinti e un dannato sentore di pericolo che imperlò la fronte pronta a sgusciare per rivolgersi ad Azibo. Non tese nemmeno una parola arrestando immediatamente il suo camminare ed attendendo una reazione di ognuno dei presenti, voleva accertarsi che avessero capito anche loro e con quel dito posto sulle labbra mosse le labbra senza fare rumore disegnando a mezz'aria un'ordine più che ovvio: silenzio. Si permise immediatamente di far sgusciare verso l'esterno parte della sua energia, la sentì inumidirle gli occhi in un gorgoglio d'emozione che non riuscì a tenere sotto controllo e che presto le fece bagnare nuovamente le guance di lacrime gelide ma cariche di una determinazione inarrivabile.

    Viandante, sta per piovere, noi contiamo su di te.

    Le uniche parole che detta al proprio compagno - già chiamato così in passato - sperando che lui possa ben capire l'ordine degli eventi. Dovevano agire in fretta e proprio con la stessa rapidità impressa nel suo chakra avrebbe modellato la sua stessa essenza per estenderla nei dintorni: nuvoloni enormi avrebbero impensierito il cielo e con malagrazia una scrosciata d'acqua avrebbe trafitto il buon tempo cercando di connettersi all'unica donna che aveva il controllo su ciò che le stava intorno. Lei poteva avvertire ogni movimento sotto quella cascata, ne avrebbe addirittura letto i punti di forza e di debolezza di quelle incognite in inseguimento e, per concludere, un gesto stupido della sua mano avrebbe riversato a terra un sacchetto che avrebbe estratto con calma.

    Oh, che sbadata!

    Finta, fintissima, cercando di far cenno ai due soldati.

    Mi sono caduti i fiori, potete darmi una mano?

    Mielosa al punto giusto mentre i suoi fiori ninja si troverebbero ai suoi piedi con quel tentativo di creare una finta occasione per quegli inseguitori: si sarebbe semplicemente inginocchiata a terra con lentezza mentre ogni suo senso - affinato perfino dalla pioggia - avrebbe atteso l'arrivo di quegli inseguitori senza farsi trovare impreparata. Dalla sua aveva sguinzagliato i fiori, bastava attendere.





    Yuna Hittori

    ◕ Stamina: 555-30 = 525

    ◕ Azioni:
    ~ Manipolazione della pioggia: Pioggia+Effetto Tigre della Pioggia per individuazione



    ◕Equipaggiamento:
    • Wakizashi
    • Fiori Ninja x1
    • Carta Bomba x2
    • 40 m. Filo Spinato
    • Tracciante Luminoso
    • Palla di Luce
    • Fumogeno

    PS: Scusate per l'indecenza ma non sono in forze!
     
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    [B] Neve Rosso Sangue




    Narrato - - Parlato - "Pensato" - - Parlato rospi



    Follia pura, questo lesse negli occhi del giovane samurai quando i due furono finalmente faccia a faccia. Il legno circondò il giovane impedendone i movimenti, ma questo non sembrò essere un problema per lui.
    Ryuga ne rimase perplesso, non sembrava che lui avesse paura di quella situazione, ma anzi che la bramasse, la risata che uscì dalle sue labbra ne confermò i sospetti.


    ”Allora è questo che succede a chi viene colpito da questi attacchi di follia?”

    Stizzito per quanto era successo il giovane senju distolse lo sguardo da quel poveraccio. Era chiaro che non fosse lui l’autore di quegli attacchi, ma ne era una vittima.
    Il cambiamento che avvenne nel samurai subito dopo fu l’ultima prova che confermò ogni sospetto.


    Kosuke: Che sta succedendo Ryuga?

    Il senju si passò la mano fra i capelli e si voltò verso il suo amico rospo. L’espressione dell’anfibio era di puro stupore misto a confusione, ma non poteva essere più d’accordo con lui, però per lui era chiara la situazione.

    - Kosuke dobbiamo tornare dai nostri amici, potrebbero essere in pericolo!

    Se quel babbeo era la vittima allora le altre impronte potevano non essere di un possibile testimone, ma di quel bastardo che aveva causato lo stato in cui si trovava quel poveretto. Li vicino la foresta gli faceva da riparo dalla neve che scendeva dal cielo, Ryuga senza pensarci due volte fece scorrere il chakra verso l’albero più vicino e gli diede nuova vita, le radici si sradicarono dal terreno e come se stesse camminando si avvicinò al gruppetto.

    - Prendilo e vieni con noi!

    L’albero fece come gli aveva ordinato, con un ramo strinse il legno che circondava il samurai e lo sollevò da terra, mentre Ryuga richiamava ancora il suo chakra per vedere in che direzione erano i due rospi, per poi dirigersi verso il segnale che i semi di legno gli mandarono. Nel frattempo Kosuke salì sulle spalle del suo evocatore e ascoltò le spiegazioni che gli diede il senju.

    - Non ci metteremo molto a raggiungere gli altri per cui samurai spiegami velocemente cosa ricordi di quello che è successo prima che il tuo corpo non ti appartenesse più… hai incontrato qualcuno? Hai mangiato o bevuto qualcosa? Ti ha punto qualcosa? Qualsiasi dettaglio può essere utile per capire chi è stato il bastardo che ha causato tutto questo… ha sappi che non ho intenzione di ammazzarti… per ora.

    Qualsiasi informazione che quel pezzente gli avrebbe fornito poteva tornargli utile per svelare il mistero della follia.
    Nel frattempo però la neve fu sostituita da una strana pioggia, che investì il gruppo. Ryuga alzò lo sguardo al cielo stupito di tale avvenimento, stava nevicando, come poteva piovere? Era una tecnica? Non poteva saperlo con certezza, ma di una cosa fu c’ero, un velo di tristezza pervase la sua anima e la sua mano destra corse alla collanina di sua madre che ora era sua, mentre il suo pensiero corse a lei ed a suo padre.
    Allungò il passo cercando di raggiungere il più velocemente possibile i due rospi, qualcosa non quadrava in tutta quella situazione, se lo sentiva fin dentro le ossa, come una strana sensazione che non voleva andarsene.


    - Kosuke tieni gli occhi aperti... ho una brutta sensazione...



    Ryuga Senju

    Resistenza: 750
    Stamina: 839-20-15= 804

    Tecniche usate:
    - Trasmittenti linee (-15);
    - Abilità mokuton per dar vita ad un albero (-20)



    Kosuke:
    Controllo del Chakra: 60/250
    Potenza magica: --/250
    Forza Fisica: 30/250
    Agilità: 70/250
    Resistenza: 335
    Stamina: 150

    Ninjutsu: --/250
    Taijutsu: 20/250
    Genjutsu: --/250

    Tecniche:
    - Scatto del Rospo
    Eseguendo un rapido numero di balzi in sequenza sul campo da battaglia il rospo di piccole dimensioni è in grado di muoversi tra un elevato numero di ostacoli per porsi in una posizione di vantaggio rispetto al suo bersaglio o più semplicemente per schivare un attacco.
    Tipo: Taijutsu
    Livello: C
    Raggio: Variabile
    Bonus Tecnica: +6
    Effetti:
    - Non viene calcolata in riuscita, ma come parte integrante dell'azione offensiva/difensiva associata attribuisce un +10 sulla riuscita
    - In difesa oltre ad aumentare la riuscita aumenta nella stessa misura anche il numero di metri della schivata
    - Consente di muoversi agilmente in ambienti ricchi di ostacoli

    - Assalto del Rospo
    Il rospo si lancia all'attacco del nemico, sferrando calci, pugni e chi più ne ha più ne metta! E' un mero attacco fisico, ma la potenza del generata non è da sottovalutare. I nemici colpiti risentiranno parecchio del dolore inferto..
    Tipo: Taijutsu
    Livello: D
    Raggio: 0 - 5 metri
    Bonus Tecnica: +3
    Effetti:
    - Causa un D15 danni extra
    - Se va a segno, tutte le azioni successive avversarie del turno subiscono un malus di 5 punti sulla riuscita (cumulabile a quello di altri Taijutsu)






    Edited by The_Dragon - 12/6/2020, 17:42
     
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    La spedizione proseguiva, avanzavamo nella neve come piccole palline colorate su sfondo bianco, piccoli ed insignificanti. Per mia fortuna non dovevo faticare, volando sopra le teste dei mie compagni aprivo loro la strada sui sentieri migliori, tuttavia la camminata doveva essere pesante, viste le condizioni. Dopo un po' tutti smisero di parlare, la fatica iniziava a farsi sentire e probabilmente quello che avevamo scoperto dava da pensare.

    Uh-uhh?

    Il viaggio proseguì finché di colpo gli altri si arrestarono, io feci un paio di giri in aria per capire che stava succedendo, e una volta capito che non sarebbero ripartiti, mi avvicinai agli altri, planando per atterrare vicino a loro. Yuna ci intimò al silenzio, poi attivò la sua tecnica di localizzazione, che avevo già visto un paio di volte all'opera. Per il nemico e per altri sarebbe stata una semplice pioggia, ma io capii subito che c'era qualcosa. Mi bastò una sua parola per mettermi all'erta, dunque partii verso l'alto, cercando di portarmi a un'altezza in cui non sarebbe stato più possibile vedermi. Io con la mia vista invece potevo vedere cosa stava succedendo anche da altezze incredibili, quindi continuai a girare in tondo, aspettando che succedesse qualcosa.
    CITAZIONE
    Scheda

    Equipaggiamento:
    1x Lancia
    1x Tirador
    2x Tomahawk
    1x Amplificatore di Dosu


    Bonus/Malus:
    -


    Azioni:
    -

    Resistenza: 450
    Stamina: 250

    Resistenza Protesi: 200
    Stamina Protesi: 200

    Note: //
     
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46 replies since 17/4/2020, 21:31   1731 views
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