[b] Cerca e distruggi

x 4 Ninja (Minimo rango Genin; Massimo 1 Chunin)

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    Pensato Kaito
    Parlato Kaito
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    Dopo che tutti ci fummo presentati, il Raikage si apprestò ad illustrarci a grandi linee le direttive della missione, concludendo con l’ordine di distruggere il luogo di stoccaggio del virus.
    Era visibilmente preoccupato ma, d'altronde, la situazione sembrava alquanto critica. Il paese stava ancora ricercando una stabilità e un pericolo del genere complicava ulteriormente le cose.

    Io, più che preoccupato, fui colto dalla rabbia e dall’odio per un momento. Questi atteggiamenti, uccidere indiscriminatamente colpendo anche persone innocenti, mi facevano ribollire il sangue. La mia famiglia era stata uccisa da individui senza scrupoli e questi Jashinisti non erano da meno, anzi, erano forse ancora peggio.
    Per un attimo pensai pure di usare il loro stesso veleno per ucciderli tutti ma poi mi ricomposi; in un lampo di lucidità mi accorsi che stavo esagerando, non potevo abbassarmi al loro livello. Non sapevo chi fosse coinvolto e chi no, rischiare di uccidere persone innocenti era fuori discussione.

    A fine discorso, si rese poi disponibile a rispondere ad alcune domande, facendo però capire di non perdere troppo tempo.

    Uno dei miei compagni incalzò subito
    "Chiedo scusa... io avrei una domanda... Una volta giunti sul posto ed individuato il laboratorio... Come facciamo a buttarlo giù?Abbiamo qualcosa a disposizione da poter usare o si improvvisa?"

    “Giusto, ottima domanda, ma non è l’unica informazione mancante…” pensai.

    Sena muovermi, al contrario di Juza, pesi parola anche io.
    “In effetti avrei anche io una domanda.” Il mio sguardo andò dritto al Raikage.
    “La missione dice unicamente di distruggere il luogo di stoccaggio del virus. Non c’è nessun riferimento a chi effettivamente lo sta producendo. Quindi la mia domanda è… senza neutralizzare chi conosce la formula, cosa gli impedirà di crearlo di nuovo?”

    Poi, dopo una breve pausa, senza distogliere lo sguardo dal Raikage, mi venne un’altra domanda da rivolgergli. Nella missione precedente non avevamo la più pallida idea di cosa ci attendesse in territorio nemico, non avrei voluto capitasse anche adesso.

    “Ah… Giusto, un’altra cosa. Avete delle schede di qualcuno in particolare a cui dovremmo fare attenzione? O anche banalmente di uno qualunque di quegli Jashinisti?”

    Dopo che tutti ebbero fatto le loro domande e dopo aver ascoltato le risposte ci fu consegnata una mappa del luogo della missione e fummo congedati.

    Prima di partire ci fermammo un attimo per discutere di come muoverci.

    “Ok, qualcuno di voi ha abilità sensoriali o particolarmente distruttive?”

    Quasi contemporaneamente parlò anche Juza
    "Io sono un metamorfo ed i miei sensi sono molto sviluppati, insieme a Lars potrei guidare la spedizione e tenermi avanzato per evitare eventuali brutte sorprese... Per quanto riguarda il come muoversi una volta giunti lì, direi di deciderlo dopo aver visionato la situazione più da vicino..."

    “Ottimo questo sarà molto utile. Dovremo fare anche molta attenzione ad eventuali trappole. Teniamoci pronti a tutto, non sappiamo neanche se tra loro ci siano dei sensoriali che possano individuarci…”

    Ascoltammo poi la proposta di Akira.
    Lo capivo perfettamente, sapevo bene cosa stesse provando, in fondo avevo vissuto la stessa situazione non molto tempo fa.

    “Spero non finisca come me nella scorsa missione…” pensai mentre lo osservavo parlare.

    Decisi comunque di non rispondere alla sua proposta. Piuttosto rivolsi lo sguardo a Suzaku per sapere cosa ne pensasse lui, in quanto unico chunin.

    Scheda Kaito Aikikawa

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    Ci presentammo tutti, uno per volta ed una volta finiti i convenevoli il Kage passò direttamente al punto della situazione. Mi passò una cartella con le informazioni che erano state precedentemente raccolte da altri ninja specializzati di Kumo.
    Territorio nemico....Jashinisti.....Virus letale. Cercai di elaborare queste vitali informazioni. Per raggiungere la zona-obiettivo avremmo avuto bisogno di molta cautela. Non che non fosse sempre utile ma in questa occasione a maggior ragione. Poi chi o cosa erano gli jashinisti? Non sapevo molto di loro, anzi poco o nulla. Fautori di tecniche che esulano dalle tre grandi arti che venivano insegnate ai ninja dei cinque grandi paesi, ma per il resto? Perché avevano scelto di combattere contro i ninja? Quale era il loro scopo?
    Virus letale. Quelle due parole rimbombarono nella mia mente assordando il mio udito. Non ero un biologo, anzi le mie conoscenze scientifiche erano rasenti lo zero. Ma ero certo che un virus fosse una malattia in grado di propagarsi molto facilmente tra la popolazione. Il fatto che fosse letale lo avrebbe reso la più grande arma di distruzione di massa a disposizione dell’umanità. Ma come avrebbero fatto i jashinisti a proteggersi dalla propagazione del virus?
    Dannazione quanti dubbi. Potevo agire come un capo se non ero sicuro di niente?

    Ascoltai le domanda degli altri ninja al Kage e le ritenni valide. Come avremmo fatto a distruggere il complesso? E anche l’eliminazione dello scienziato aveva la sua rilevanza, altrimenti la distruzione del virus non sarebbe stata altro che una vittoria estemporanea. Ma mi venne in mente una domanda anche per quanto riguardava la fuga ed il virus stesso.

    - Sig. Raikage come faremo ad identificare il virus? E quindi il complesso giusto?

    Non gli dissi che per me qualsiasi boccetta da scienziato sarebbe potuta essere il contenitore del virus. Evitai questa mia magra figura difronte a tutti, anche se mi promisi, che una volta conclusasi la faccenda, avrei studiato un po’ di più.

    -Poi ha qualche altra informazione sul villaggio nei paraggi? Da quale lato ci consiglia di entrare ed eventualmente, in seguito, fuggire?

    Ovviamente se avessimo avuto la possibilità di fuggire, in un caso simile sarebbe potuto anche essere un lusso.

    Una volta congedatomi dal Kage mi sarei unito alla discussione dei genin, che in qualche maniera, avrei dovuto guidare. Juza si propose di farci da guida fino al posto date le sua abilità da metamorfo. Avendo un legame speciale con gli animali avrebbe potuto catturare gli odori dei nemici o in qualche altro modo identificarli. Sicuramente sarebbe stato utile. Il ragazzo originario di Kumo di nome Akira si confessò. Dalla velocità con cui uscirono di bocca le sue parole pareva che si stesse togliendo un peso. Non aveva mai partecipato ad una missione. Zero esperienza oltre l’accademia. Mi sforzai di tenere serrata la mascella ed evitare di far schioccare dalla frustrazione la mia lingua contro il palato. Bisognava distruggere un virus letale ed allo stesso tempo dovevo salvaguardare un ragazzo che non aveva neanche mai avuto a che fare con un criminale? Dannazione. Ripetei a mente più volte questa parola, evitando di mostrare le mia ansia. Non gli davo colpe, ma non mi ritenevo all’altezza di proteggere adeguatamente me stesso, come potevo con un altra persona? Avevo avuto decisamente fortuna in questi anni. Questa era la dolorosa verità. Non che non l’avessi cercata, non che non me la fossi guadagnata ma era fortuna, quindi volubile. E prima poi la fortuna sarebbe finita venendosi a prendere tutto ciò che aveva dato.

    - Allora Juza ci farà da apripista. Direi quindi di muoverci attraverso il bosco. Per sfruttare fino in fondo questa copertura direi di spostarci saltando da un ramo all’altro, così eviteremo di tenerci a contatto con il terreno e in più dall’alto avremo una posizione vantaggiosa. Per quanto riguarda la divisione in team e la strategia di localizzazione del virus la effettueremo direttamente lì sul posto, quando avremo più chiara la situazione.

    Guardai Akira e Kaito.

    - Mi piacerebbe anche sapere le vostre abilità e in che stile di combattimento siete specializzati.

    Non avevo il bisogno di sapere degli altri due, li avevo affrontati entrambi e avevo potuto tastare direttamente le loro capacità.
    Mi avvicinai a Juza e gli passai una ricetrasmittente.

    -Mi fido di te Juza, se vedi qualcosa avvertimi subito.

    Mi fidavo per davvero. Diamine se era vero. Poi, con un intonazione quanto più determinata possibile, almeno per i miei standard da adolescente, aggiunsi:

    - Bene, muoviamoci, non abbiamo tempo da perdere.

    Come avevo indicato ai miei compagni di missione ci saremmo mossi attraverso il bosco. Avrei tenuto il loro passo, evitando di accelerare oltre le loro possibilità. Mi sarei tenuto equamente distante da tutti cercando di dare uno sguardo più attento ad Akira. Non conoscendo la zona mi sarei affidato al mio udito e alle indicazioni di Juza. Con un po’ di attenzione e prudenza avremmo evitato le trappole e avremmo raggiunto il complesso. Anche se una giornata intera in territorio nemico non sarebbe stata una passeggiata.

    Scheda

    Ho cambiato colore nel parlato perché non mi ero accorto che anche dragon stesse utilizzando il verde
     
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    Narrato - Parlato Shura - "Pensato" - Parlato altri



    Un fascicolo contenente le direttive del caso venne passato in mano al chunin del gruppo, effettivamente era lui il più alto in grado e quindi avrebbe sicuramente comandato il gruppo. L’obbiettivo della missione invece venne esposto dal kage in persona, quello che uscì dalle sue labbra inizialmente sembrò una assurdità al ninja, ma capì benissimo la gravità della situazione e che forse lui in quel posto era come un pesce fuor d’acqua.
    Stette però zitto, non voleva in alcun modo far emergere qualche sua insicurezza tramite il tono di voce, per cui non ebbe altro da fare che osservare e ascoltare. Osservare il kage in primis, infatti era affascinato da quell’uomo, perché durante il viaggio il suo maestro gli aveva accennato qualche cosa su quell’uomo. I due ninja avevano una cosa in comune, erano entrambi possessori della stessa innata, in più si vociferava che il kage fosse niente meno che una forza portante, per cui un essere dai poteri immensi.


    ”Un giorno sarò forte come lui!”

    Il suo maestro gli aveva accennato qualcosa a questi demoni codati, ne parlava con rispetto e terrore, descrivendoli come immense creature dai potere disumano, capaci di radere al suolo un intero villaggio con un colpo solo. Da quando il suo maestro gliene aveva parlato l’interesse per questi “mostri” era cresciuto in Shura sempre più, ed ora trovandosi al cospetto di un possessore di quei mostri si ripromise di chiedere al maestro o a chi sapesse qualcosa sui Bijuu, altre informazioni su di loro.
    La riunione finì velocemente e vennero congedati, si ritrovarono quindi soli, pronti a dare il via a quella missione.
    Shura osservò il fascicolo e si fece una idea di quello che gli aspettava, poi ascoltò i vari piani proposti dai suoi compagni.


    - Akira giusto? Non preoccuparti se sei fresco di accademia, dai il massimo sempre e vedrai che anche tu sarai utile per questa missione.

    Voleva essere gentile e spronare il suo compagno a dare il massimo perché sapeva cosa voleva dire sentirsi inutile in una missione, soprattutto di quel calibro. Si rivolse poi al ninja di Suna.

    - E’ un piacere conoscere anche te, per quanto concerne la tua domanda ho un udito ben sviluppato che potrebbe tornare molto utile durante la infiltrazione, ovviamente non è alla pari di quello di Juza, ma sia io che lui sappiamo bene come sfruttare le nostre capacità assieme.

    Ultimi ma non per importanza, i due ninja suoi conoscenti.

    - Complimenti per la tua promozione a capo di questa squadra Suzaku, spero che anche tu sia migliorato dal nostro ultimo scontro, ma quello che ho visto quella volta so che basterà per questa missione, per cui sono felice di averti in squadra… Juza da quanto tempo, ci capitano sempre missioni facili eh?

    Ridacchiò alla sua stessa battuta.

    - Direi di fare come ha detto Suzaku, ci muoviamo in gruppo sfruttando gli alberi e una volta lì valutiamo la situazione ed eventualmente ci dividiamo per aumentare le nostre possibilità di successo.

    Avrebbe seguito il resto del gruppo fuori dal villaggio correndo e saltando di ramo in ramo sfruttando gli innumerevoli alberi lungo il loro tragitto. In cuor suo sperava di trovare una scarsa resistenza da parte di quei bastardi e finire alla svelta la missione.



    Shura

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    Stamina: 200

    Tecniche usate:








    Edited by The_Dragon - 25/4/2020, 19:01
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Non tutti i ninja rivolsero delle domande al Raikage, ma quelli che lo fecero esposero dubbi concreti, prima di rispondere però l'uomo lì ascoltò tutti, ci ragionò per qualche secondo per poi cercare di fugarli, rivolgendosi prima al metamorfo:

    "Il vostro obiettivo non è buttarlo giù, dovete rintracciare l'edificio dove è localizzato il virus, superare le difese e distruggere la creazione di quei folli."

    Il Kage a quel punto rivolse la sua attenzione al suniano:

    " Ci siamo già preoccupati di eliminare lo scienziato nella nostra prima visita al complesso facendolo sembrare un incidente, abbiamo avuto poca fortuna però nel trovare la sua creazione, come detto al tuo compagno quindi dovrete solo pensare ad eliminare il virus senza infettarvi. Non abbiamo inoltre particolari informazioni da rivelare riguardo alla presenza di nemici particolarmente pericolosi, ve ne renderete conto una volta arrivati là."

    L'uomo infine, sorridendo brevemente dopo aver sentito la domanda, rispose al ninja di grado più alto di quel gruppo:

    "Beh la missione si basa proprio su questo, starà a voi capire dove si trova e dove è contenuto. Per quanto riguarda le modalità di approccio sia la foresta che il villaggio vicino sono due ottimi biglietti d'ingresso, starà a voi capire sul momento quale sarà la più praticabile."

    [...]

    Dopo aver lasciato l'ufficio del Raikage, i giovani vennero condotti nuovamente fuori da Red'Nuh e, dopo aver dato un'occhiata al percorso da fare poterono finalmente cominciare la loro missione. La prima parte del loro viaggio fu abbastanza tranquilla, trovandosi all'interno del territorio d'influenza di Kumo poterono farsi largo tra la vegetazione e gli occasionali villaggi senza troppa difficoltà, i loro incontri furono per lo più con allevatori e contadini che si occupavano delle loro bestie o dei campi, controllati e protetti da qualche ninja che portava il coprifronte del Fulmine. Il paesaggio ed il clima cambiarono molto rapidamente mano a mano che i ragazzi cominciarono ad avvicinarsi al confine con il regno Jashinista, i civili iniziarono piano piano a scomparire, sostituiti da pattuglie via via più presenti e numerose che non esitarono a fermare il gruppo per controllare chi fossero e perché si trovassero lì; quella che cambiò in modo più marcato però fu l'aria, ricca di tensione, quasi come se fosse ancora satura dei sanguinosi combattimenti che mesi e mesi prima erano stati combattuti in quegli appezzamenti di terra per permettere agli abitanti del vecchio villaggio di Kumo di avere ancora un posto che potevano chiamare casa. Dopo diverse ore dalla loro partenza i cinque ninja arrivarono al limitare del territorio nemico, un fiume di modeste dimensioni su cui torreggiava un grosso ponte in legno protetto e controllato da diversi ninja alleati che, una volta compresa la loro missione, si fecero da parte per farli passare:

    "Fate attenzione ragazzi, da qui in pochi tutti quelli che incontrerete saranno potenzialmente vostri nemici, che la fortuna sia dalla vostra parte."

    Un breve augurio che avrebbe sicuro fatto piacere alla squadra, ma che pose l'accento su un dettaglio quanto mai importante: da quel momento in poi sarebbero stati da soli, nessuno sarebbe venuto ad aiutarli in caso di pericolo e finché non fossero riusciti a tornare da quella parte del fiume non sarebbero stati al sicuro. Lasciandosi alle spalle gli ultimi visi alleati, i ragazzi si sarebbero trovati di fronte ad un paesaggio più o meno simile, sempre un ambiente boscoso percorso da un sentiero principale che ogni tanto si snodava ogni tanto in alcune vie secondarie, perdendosi apparentemente senza fine tra gli alberi, vegetazione che senza dubbio rappresentava un ottimo modo per muoversi un po' più lontano dalle strade principali e stare più sicuri. I ninja poterono vedere il sole compiere tutto il suo giro in cielo prima di riuscire ad intravedere tra gli alberi i profili dei palazzi che facevano parte del complesso di ricerca dove, secondo le informazioni da loro ricevute, era nascosto e conservato il virus, ma come si sentivano? Erano pronti per quella missione? Il loro viaggio di andata li aveva portati a scorgere villaggi distrutti ed in rovina, cadaveri di donne, uomini e bambini che erano stati lasciati lì in terra a decomporsi, ogni tanto sui tronchi degli alberi o sulle pareti delle case diroccate erano incise con il sangue degli strani simboli accompagnati spesso dal nome del loro dio, Jashin, molto inquietante e macabro. Pronti o meno i ninja si sarebbero comunque trovati a poco meno di cento metro dal limitare del campo tra gli alberi, che strada avrebbero intrapreso, come si sarebbero infiltrati nell'accampamento? Avvicinarsi di più per controllare eventuali guardie o trappole avrebbe potuto esporli, ma anche passare dal vicino villaggio sarebbe stato rischioso, come se la sarebbero giocata?

    Descrivetemi in modo accurato il vostro viaggio fino ai pressi del complesso e mettete in pratica una strategia per entrare, a voi :hat:
     
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    Il Raikage rispose prontamente a tutte le domande poste e la situazione iniziò a farsi molto più chiara. Paradossalmente la speranza di un mordi e fuggi totalmente indolore, iniziò a farsi strada nella mia mente seppur somigliasse molto più ad una falsa speranza, ed ero ben consapevole di ciò. Mi mostrai però ben pronto a dare inizio al viaggio e deciso a dare il massimo. Nel primo tratto di strada, seppur con una certa tensione, mi sentivo abbastanza tranquillo, gli incontri erano ricorrenti ed il tutto sembrava quasi una bella scampagnata nei boschi, una scampagnata in cerca della preda agognata, nulla a cui io non fosse in parte abituato in un certo senso. Ben presto però le cose cambiarono ed il primo a farmelo notare, come può farsi sentire un pugno sul muso, fu il mio naso.

    Sangue... E morte...

    L'aria si era fatta elettrica e carica di tensione al punto che i miei peli iniziarono a drizzarsi; riuscivo quasi a vedere quali tremende tragedie avevano allagato quelle terre ne sangue, così come a Konoha quando mi trovai costretto a lasciare il mio branco alla ricerca delle capacità per salvare chi si trovava inerme di fronte alla guerra. Infine giungemmo ad un piccolo ponte che designava il confine tra il nostro territorio e quello nemico.

    Ci siamo... Qui le cose si complicano...

    Quel pensiero a voce alta fu confermato dai ninja a guardia del grosso ponte che ci avrebbe condotti in territorio Jashinista che ci misero in guardia su ciò che ci aspettava. Certo era che non sarebbe stata una passeggiata ma almeno l'avere al mio fianco due compagni che già conoscevo e di cui potevo fidarmi, aiutava molto, in particolare se uno dei due era Suzaku. Al mio fianco portavo ancora la prova della sonora batosta che mi aveva dato tempo addietro. Senza perdermi in troppi pensieri mi apprestai quindi a seguire gli altri al di la del ponte prendendo poi l'iniziativa, era giunto il mio momento.

    Beh... Penso ora tocchi a noi...

    Esordii avanzando insieme a Lars, rimasto tutto il tempo al mio fianco guardingo.

    Se siete d'accordo guideremo la fila, siamo entrambi in possesso di sensi molto fini e sapremo evitare eventuali intoppi...

    Così il viaggio riprese, ben diverso da come lo era stato fin ora. Il territorio, per quanto simile, era in condizioni completamente diverse, disseminato di morte e desolazione fin dove si poteva posare lo sguardo. Io che ero per metà, lupo, quindi in parte familiare alla legge della giungla, da poco uscito dalla brutalità dei miei istinti selvaggi, non potei comunque fare a meno di rabbrividire di fronte alla brutalità che quegli esseri dimostravano. Cose come quelle non potevano nemmeno essere chiamate bestie.

    Infine, con lo stomaco sottosopra ed una rabbia che ribolliva nel sangue, il giorno trascorse completamente e, con le prime luci della sera iniziai ad intravedere al di la degli ultimi alberi, le pareti dei primi edifici del complesso che cercavamo. Il mio passò di bloccò all'improvviso segnalando con la mano destra anche agli altri di fare altrettanto ed avvicinarsi. Concentrai quindi al massimo i miei sensi segnalando a Lars di fare un rapido giretto, senza uscire dal mio campo visivo, mentre io mi sarei rivolto ai miei compagni sussurrando

    Ci siamo... Ora tiriamo tutti un grosso respiro... Non si può esitare... Direi di trovare prima di tutto un punto base sicuro...

    Avrei quindi richiesto di visionare la mappa per poi proseguire sempre con un filo di voce

    Direi di dare un'occhiata al villaggio... se deserto come quelli che abbiamo visto lungo la strada potremo sfruttare la copertura degli edifici per controllare le abitudini del campo. Ma prima permettetemi di provare a scoprire qualcosa in altro modo

    Mi sarei quindi spostato di qualche metro, mantenendo sempre la stessa distanza dal campo nemico, la mia intenzione era infatti quella di provare a prendere contatti con la fauna del posto, sempre che ce ne fosse, per avere qualche prima informazione sulle abitudini delle eventuali sentinelle e sul loro numero.

    Juza Wolf
    Azioni:
    Vista Udito ed Olfatto sovrasviluppati in allerta
    Cerco di parlare con gli animali della zona

    Azioni Lars:
    Perlustrazione dei dintorni
     
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    parlato Kaito
    pensato Kaito


    Il raikage rispose alle nostre domande per poi congedarci.
    Prima di partire il gruppo si riunì per un momento di confronto.

    “Mi piacerebbe anche sapere le vostre abilità e in che stile di combattimento siete specializzati.”

    “Nulla di particolare…. Diciamo che mi piace stare sulla difensiva ed il più possibile lontano dall’avversario… Spero comunque di riuscire a rendermi utile alla squadra in questa missione.”

    Non feci una mia descrizione per filo e per segno. Non era necessario per il momento e, soprattutto, non c’era molto tempo. La descrizione, seppur breve e vaga, era comunque veritiera; non avevo chissà quali abilità particolari, non ancora, inoltre era solo la mia seconda missione, senza contare poi che era la prima missione in cui avevo l’opportunità di testare realmente le mie nuove tecniche.
    Non mi piaceva parlare troppo di me e non volevo creare aspettative che non avrei saputo rispettare.

    Finito il breve ragguaglio e consultata la mappa un’ultima volta, partimmo finalmente alla volta del piccolo villaggio jashinista.

    Inizialmente il viaggio fu tranquillo, del resto eravamo ancora all’interno dei territori di Kumo. Avvicinandoci sempre più al confine però, i cittadini vennero sempre più sostituiti da pattuglie.
    Non fu però l’unica cosa a cambiare. L’aria si fece man mano più pesante; una situazione strana che non mi era mai capitato di percepire.
    Dopo diverse ore di cammino, ci fermò l’ennesima guardia.

    "Fate attenzione ragazzi, da qui in pochi tutti quelli che incontrerete saranno potenzialmente vostri nemici, che la fortuna sia dalla vostra parte."

    “Se non altro non verremo più fermati in continuazione dai posti di blocco… Tutto sommato però, forse, preferirei trovare altri controlli in effetti…”

    Pensai distrattamente mentre attraversavamo il ponte.

    “Se siete d'accordo guideremo la fila, siamo entrambi in possesso di sensi molto fini e sapremo evitare eventuali intoppi...”

    Ovviamente non ebbi nulla da obiettare. Al contrario di altri, io non avevo nessuna abilità sensoriale, quindi era stata una bella fortuna trovare qualcuno con tali capacità, almeno ci avrebbe risparmiato brutte sorprese.
    Passò un’altra giornata di viaggio che, paradossalmente, forse per il panorama più tetro, forse per l’aria appesantita dal troppo sangue versato in quelle terre, forse per l’inesorabile avvicinarsi del luogo d’interesse della missione, sembrò più lunga di tutti i giorni precedenti.

    Finalmente arrivammo nei pressi degli edifici indicati dalla mappa.

    “Direi di dare un'occhiata al villaggio... se deserto come quelli che abbiamo visto lungo la strada potremo sfruttare la copertura degli edifici per controllare le abitudini del campo. Ma prima permettetemi di provare a scoprire qualcosa in altro modo”

    “A me sembra una buona idea. Più sappiamo dell’ambiente intorno al laboratorio e meglio è, almeno sapremo cosa aspettarci.”

    Replicai guardando gli altri per cercare di capire la loro opinione.
    Restai comunque in attesa di direttive dal ragazzo che ci stava facendo da guida.

    Scheda Kaito Aikikawa

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    Il raikage non si sbottonò più di tanto, infatti le informazioni in più che ci diede furono misere. Probabilmente non era stato raccolto nient’altro oltre ciò che ci era già stato fornito. Ero pensieroso a causa della situazione perché mi sentivo vulnerabile. Infiltrarsi in una missione senza un ninja con abilità sensoriali notevoli poteva essere complicato, fortunatamente almeno juza compensava parzialmente questa mancanza. Eravamo un gruppo variegato che forse peccava un po’ di esperienza per una situazione del genere.

    Mentre correvamo attraverso il territorio amico potei constatare delle differenze rispetto alla mia prima missione nel paese. Non che non ci avessi già fatto caso, ma la distinzione così netta tra territorio dei civili e delle milizie era palese. Cosa che prima non lo era. Probabilmente le battaglie imperversavano spesso lungo il confine. Questo triste destino sarebbe potuto capitare anche a Kiri.

    La guardia al confine ci fece passare dandoci un ultimo avvertimento. Da lì in avanti ciò che mi si presentò davanti gli occhi fu il teatro della guerra che era intercorsa con i pirati e gli jashinisti. Desolazione e distruzione. Le viscere mi si contorcevano alla vista di tutti quei corpi lasciati a marcire. Tutte quelle povere anime annichilite dal conflitto. E nessuna di loro avrà neanche una degna sepoltura. Nessun funerale, nessuna ultima preghiera alle divinità. Ciò che più mi spaventava di tutte le tragedie a cui avevo potuto assistere era il silenzio. Ogniqualvolta che accade qualcosa di tremendo lo segue il nulla assoluto. Nessun suono, solo l’assenza di vita. Fu così che inconsciamente trattenni il fiato e cercai di evitare qualsiasi rumore. Non solamente per evitare di essere scoperto dal nemico, ma anche come forma di rispetto per tutte quelle persone che avrebbero riposato eternamente in quei luoghi martoriati.
    L’essere umano è eternamente in conflitto con se stesso nella ricerca della pace o della guerra, ma per ciò che avevo potuto constatare a vincere era sempre la guerra. Anche dopo uno, dieci o cento anni di pace bastava un piccolo fiammifero per far esplodere tutto.

    Una volta arrivati nelle vicinanze del nostro obiettivo avrei cercato di osservare la situazione, ovviamente sia con gli occhi che con le mie orecchie. Avrei cercato la presenza di nemici e la conformazione del luogo, visto che la mappa non poteva sostituire adeguatamente la visione diretta di un luogo. Dopo di che avrei espresso la mia opinione.

    - Si, probabilmente sapere cosa si trova nel villaggio ci potrebbe essere utile. Però dovremo mantenere l’attenzione al massimo perché probabilmente potrebbero averci piazzato qualche guardia o qualche trappola, visto che gli uomini del raikage sono già intervenuti e quindi si potrebbero aspettare qualche altra visita.

    Il fatto che il raikage avesse indicato questo villaggio come potenziale punto di accesso poteva essere d’aiuto. A differenza della foresta avremo potuto analizzare meglio la situazione e forse avremmo incontrato meno trappole. Ma per qualche motivo non avevo un buon presentimento...qualcosa mi sembrava continuamente sfuggire dalla mente e celarsi ai miei pensieri.

    Scheda

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    Narrato - Parlato Ryuga - "Pensato"



    Le informazioni che ricevettero i ragazzi non furono esaustive come speravano, ma dovevano farsele bastare. Il gruppetto si ritrovò presto per strada, in marcia verso il loro obbiettivo. I pensieri di Shura correvano parecchio, il problema più grosso che avrebbero dovuto affrontare secondo lui non erano tanto le guardie che avrebbero trovato per strada, ma il virus stesso, come avrebbero fatto a distruggerlo senza rischiare di finire loro stessi vittime di quella sostanza? Doveva trovare al più presto una soluzione a questo suo dilemma o lo avrebbe tormentato fino allo sfinimento.
    Nel frattempo il gruppo giunse ad un ponte ove, un gruppo di guardie, li accolse mettendoli in guardia su quello che gli attendeva una volta superato quel ponte che faceva da confine tra il “sicuro” e l’ignoto. Shura salutò e ringraziò le guardie per la premura, ma attraversò il ponte senza dar segni di cedimento nella sua espressione, perché per lui vivere come un ninja era sacrificio e “senza sacrificio niente vittoria”. Queste parole gli ronzavano in testa da quando ne aveva memoria, infatti era stato il suo maestro ad avergliele inculcate in testa per bene, ora erano come un mantra per lui e quale occasione migliore che quella missione per renderle reali.
    Superato il ponte fu la volta di Juza che, assieme al suo lupo, prese il comando della spedizione fungendo da radar per il gruppo, iniziarono così a correre verso l’ignoto.
    Il paesaggio attorno a loro non mutò più di tanto, solo la morte che alleggiava nell’aria sembrava essere ancora più presente.
    Il giorno passò quasi del tutto, solo alle ultime luci della giornata il gruppo iniziò a scorgere i famosi edifici del laboratorio.

    ”Ora non si torna più indietro”

    Il gruppo si fermò e iniziarono a fare il punto della situazione, fu chiaro fin da subito che il villaggio sarebbe stato il loro primo luogo che avrebbero visitato, Shura era d’accordo con il resto del gruppo, in fin dei conti era stato lo stesso Raikage a dire che quel luogo poteva essere un ottimo punto di partenza, per cui chi erano loro per dubitare di un uomo come lui.


    - Sono d’accordo con voi, il villaggio mi sembra un ottimo punto di partenza, ma consiglierei di non entraci con le nostre vere sembianze, se ci imbattiamo in un nemico, oppure ci sono delle spie che riconoscono chi siamo c’è il rischio che questa infiltrazione finisca ancor prima di cominciare, per cui proporrei di usare la trasformazione così da non farci riconoscere… per l’appunto. Che ne dite?

    Avrebbe aspettato una risposta dal gruppo e poi li avrebbe seguiti verso il villaggio.




    Shura Shueisha

    Resistenza: 200
    Stamina: 200

    Tecniche usate:








    Ragazzi scusate il ritardo ma il lavoro è stato un disastro in questi giorni e non ho avuto un attimo per scrivere.
     
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    Non sono stato molto presente ultimamente quindi, se posso chiedere, come mai la missione è ferma?
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    All'interno del laboratorio, oltre alle varie sale dedicate agli esperimenti, ve n'era una piena di monitor lampeggianti che riportavano ciò che le svariate telecamere, montate in tutto il complesso e nei suoi dintorni, vedevano, di fatto erano l'unica forma di sicurezza che il progetto poteva permettersi alle guardie esterne. Makoto li osservava annoiato da ora mangiando un pacchetto di patatine, era quasi alla fine del suo turno e non vedeva l'ora di tornare a casa e farsi una doccia, almeno questo era quello che sperava:

    *BIP...BIP...BIP...*

    L'allarme silenzioso lo fece quasi sobbalzare dalla sedia, facendogli cadere il pacchetto per terra, una della telecamere del villaggio test aveva individuato degli intrusi:

    "L'avevano spacciato per un lavoro tranquillo, sicuro, soldi facili avevano detto, maledetti fanatici psicopatici..."

    Sulle prime l'uomo fece un gesto di stizza, poi ricomponendosi cominciò a digitare sulla tastiera che aveva davanti a sé:

    "Cerchiamo di mantenere la calma, fortunatamente gli stolti sono entrati nell'area dei test, penseranno a loro le cavie."

    [...]

    Entrati all'interno del villaggio i giovani si resero subito conto di quanto la situazione fosse strana, a differenza dei precedenti questo non sembrava essere abitato, non vi erano segni, orme od oggetti riconducibili a delle persone, eppure era perfettamente pulito e curato, quasi a livelli maniacali. Dopo circa un minuto passato a camminare nel villaggio disabitato i giovani cominciarono a sentire una serie di rumori metallici provenire dalle diverse abitazioni, seguiti dalla comparsa di un fortissimo odore di carne marcia che però fu avvertito in un primo momento solo dai ninja dallo sviluppato olfatto, poi tutto il gruppo li vide: uomini e donne, o almeno questo ricordavano, con il corpo scarnificato in più punti, l'aspetto decadente, gli occhi gialli e privi di pupilla, il puzzo di morte, l'unico particolare dissonante era che tutti portavano un collare con un luce rossa al centro. Quando i giovani si resero conto di quello che stava succedendo già più di una decina di quelle cose aveva cominciato a camminare passo svelto verso di loro circondandoli da tutte le direzioni e tanti altri si stavano unendo alla festa, cosa avrebbero fatto i giovani ninja?
    Scusatemi per il cospicuo ritardo ma è un periodo assai denso di cose, a voi la palla :hat:
     
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    Con le migliori intezioni ci apprestammo a raggiungere il villaggio e cercare da lì un accesso furtuvo, nella nostra mente quella missione voleva ancora essere portata a termine nel poco più silenzioso possibile, ma ben presto avremmo tutti capito quanto le nostre speranze fossero vane. Prima Lars, e subito dopo io, capimmo che qualcosa non andava, il fetore che raggiunse i nostri fini nasi aattirò la nostra attenzione su di uno spettacolo decisamente raccapricciante. Un gruppo di esseri paragonabili ad uominie donne, o comunque ciò che di loro potese rimanere, iniziarono ad avanzare verso di noi in modo inquietante e decisamente privo di buone intenzioni.

    Ragazzi! A quanto pare la copertura è saltata ancor prima di iniziare! Fate attenzione e cerchiamo di colpirli dalla distanza tutti contemporaneamente... Non possiamo permetterci di ingaggiare battaglia ora!

    Mi sarei quindi apprestato rapidamente a reagire alla minaccia. Feci un rapido cenno a Lars di arretrare leggermente mentre la mia mano destra raggiungeva la spada ossea fissata al mio fianco. Mi abbassai leggermente per poi tentare di spiccare un alto balzo verso l'alto, stendendo il più possibile la gamba e ricadere intenzionato a colpire con tutta la mia forza il suolo impattando col tallone. Se fossi riuscito nel mio intento avrei generato una grande ondata di detriti diretti verso il mucchio immondo per poi lasciare un attimo di tempo agli altri per fare la loro eventuale mossa.

    Ora concludiamo le danze!

    Avrei infine tentato di chiudere del tutto lo scontro con una rincorsa verso un punto designato al centro dell'ammasso nemico e, caricando un potente destro, avrei cercato di abbattere con immane violenza il colpo al suolo e destabilizzare tutta l'area in cui i nemici si trovavano. Arretrai infine cercando di riunirmi al gruppo, approfittando del fatto che i nemici fossero ormai probabilmente sconfitti o comunque destabilizzati ma in ogni caso tranquillo, potendo contare sull prezioso aiuto di Lars pronto a coprirmi da eventuali imprevisti.

    Azioni:
    Sacro colpo di tallone -10
    Collisione dei fiori di ciliegio (con rincorsa) -10 -10
    Arretramento -1

    Resistenza 200 - 21 = 179
    Stamina 150 - 10 = 140

    Azioni Lars:
    //

    Maestrie usate:
    Meteora I Cataclisma ( su entrambi i taijutsu)
     
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    Il viaggio fu fin troppo tranquillo e questo ci avrebbe già dovuto insospettire, difatti raggiungemmo quel villaggio senza particolari patemi d’animo.
    L’ombra della guerra aveva posato le sue mani affusolate su quei territori e pareva averli oramai abbandonati. Correvamo soli attraverso una landa di morte e distruzione e solamente il silenzio ci faceva compagnia.
    Cercai spesso di scrutare la situazione attorno a me e tentai di cogliere qualsiasi segnale di pericolo, ma ahimè non fui in grado di notare nulla. Il mio cuore era appesantito dai cadaveri che avevo potuto constatare e il mio respiro era pesante. Osservai ogni tanto anche gli altri e più spesso Juza per qualche suo segnale. Anche il piccolo Ryuu non pareva agitato, almeno all’inizio.

    I morti camminano tra noi

    Quando arrivammo al villaggio la situazione si modificò. Le case, le strade e tutte le costruzioni erano in perfette condizioni. Sembrava fosse stato appena costruito. Perché? Come poteva essere possibile? Sembrava disabitato eppure nuovo. Un lontano eco di un mondo che fu oppure una realtà alternativa dove la guerra non aveva imperversato in quella nazione. Ma la gente che fine aveva fatto? Feci qualche ipotesi mentale per potermi dare una spiegazione. Analizzai gli unici indizi che avevo, ovvero un paese occupato e un villaggio disabitato appena costruito di fianco un laboratorio. Forse doveva essere sfruttato come abitazione dagli scienziati? Oppure fra poco avrebbero spostato gli abitanti di un altro villaggio in questa zona? Ma perché eventualmente spostarli qui quando c’è un laboratorio con un virus mortale nei dintorni? Nessuna delle mie idee aveva senso. Non riuscivo a darmi una spiegazione logica e questo significava che ero ignorante a ciò che avevo intorno a me. E nella mia esperienza da ninja essere ignoranti sulle condizioni in cui ti trovi può essere decisamente pericoloso. Infatti il pericolo non si fece minimamente attendere.

    Il primo ad accorgersene fu ovviamente Juza. Anche la mia lucertola iniziò a cacciare fuori la lingua e ad assumere un comportamento strano, simile alla posa di battaglia che poteva avvenire in un combattimento. Qualcosa stava per accadere.
    Ad un certo punto fui investito da un odore sgradevole. Era odore forse di zolfo, anzi di carne. Annusai meglio anche se ne fui disgustato: carne in decomposizione, era l’odore della morte. Dopo poco anche i miei occhi poterono confermarmi ciò che il naso mi aveva predetto. Una decina di cadaveri ambulanti ci circondarono. La decomposizione aveva reso la loro camminata strana e i loro stessi occhi non parevano esprimere vitalità. I muscoli facciali avevano perso la loro rigidità e forza e le loro bocche rimanevano aperte e scomposte. Qualche osso fuoriusciva dalla pelle o da ciò che ne rimaneva di essa. Gli occhi erano gialli e parevano di vetro.
    Ma cosa poteva pensare una persona normale difronte a ciò? Non lo so, non credo di poter parlare a nome di “una persona normale” ma io percepì un brivido attraversarmi la schiena. Avevo visto qualcosa di strano da quando ero un ninja ma questo? Forse superava tutto. Era stato trovato un modo per far combattere anche i morti; potevi sconfiggere i vivi ma loro? L’unico modo era provare a combatterli come se fossero stati degli essere normali, magari con un pizzico di attenzione in più perché erano tutto fuorché normali.

    -Fate attenzione, non sappiamo cosa siano e tantomeno le loro capacità.

    Per quanto ne potevamo sapere erano stati inviati proprio per noi e potevano perfino essere la dimostrazione di ciò che il virus era capace di fare. Se era veramente frutto di esperimenti dovevamo assolutamente fermarli.

    Così avrei concentrato il chakra nelle mie mani, avrei stimolato le mie ossa a crescere. Un volta realizzato il procedimento avrei sparato le falangi della mia mano verso cinque di quei morti viventi, cerando di colpire la loro testa. Successivamente avrei tentato di eseguire lo stesso procedimento per poter colpire gli altri cinque con la stessa tecnica. In totale avrei cercato di lanciarne dieci simulando un lancio di uno shuriken od un kunai, al fine di aumentarne il danno e la portata. Mi sarei tenuto a distanza cercando di evitare di ingaggiare subito un combattimento da vicino, per ora era meglio analizzarne le caratteristiche sfruttando la distanza che c’era.

    Scheda

    Resistenza: 450/450-2=448
    Stamina 400/400-18-18=364

    Azioni:
    -Tecnica dei proiettili digitali
    -Tecnica dei proiettili digitali
     
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    Legenda:
    "parlato Kaito"
    "pensato Kaito"
    narrato


    Riuscimmo facilmente a raggiungere il villaggio.
    Con i nervi a fior di pelle, tutti i sensi erano in perenne allerta per cercare di captare ogni minimo suono o movimento sospetto.
    Forse questa troppa concentrazione mi distasse da un dettaglio che, invece, mi avrebbe dovuto preoccupare. Quel luogo non aveva per niente l’aspetto di un villaggio abbandonato. Tutto era perfetto, come se fosse nuovo o comunque tenuto in perfette condizioni. Ciononostante non c’era neanche l’ombra degli abitanti.
    Notai poi che Juza si fermò iniziando a guardarsi intorno come se avesse percepito qualcosa.
    Ed infatti le sue preoccupazioni erano fondate. Poco dopo vedemmo tutti il pericolo che ci attendeva.
    Inizialmente sembrava un normale gruppo di civili,ma guardando meglio, non avevano nulla di normale. Dalle movenze fino al loro aspetto sembravano più dei cadaveri.

    Ragazzi! A quanto pare la copertura è saltata ancor prima di iniziare! Fate attenzione e cerchiamo di colpirli dalla distanza tutti contemporaneamente... Non possiamo permetterci di ingaggiare battaglia ora!

    “Possibile?? Zombi?? Ditemi che è uno scherzo…”

    Dissi a bassa voce.

    Non feci in tempo a finire la frase che che vidi Juza partire all’attacco, seguito a ruota da Suzaku.
    Non potevo starmene con le mani in mano quindi, generando dei sottilissimi fili di chakra andai a prendere i 5 kunai dal Borsello e, facendoli levitare come se avessero vita propria, li scagliai verso un gruppo di nemici prima facendoli passare ad altezza ginocchio, cercando di colpirne il più possibile, poi una seconda passata puntando però questa volta alle teste.



    Scheda Kaito Aikikawa

    Resistenza: 100Stamina: 150
    (200 - 25 - 25)
    Azioni:
    - Tecnica della Manipolazione delle Lame (Soshujin) (5 kunai)
    - Tecnica della Manipolazione delle Lame (Soshujin) (5 kunai)
    Effetti: --


     
     
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