[Esame chunin] Terza prova #3

Le corde si tesero come violini dalla musica divina, l’arena si stagliava sotto i suoi piedi vibrando al suono dei suoi passi e del pubblico acclamante. Le vibrazioni si confondevano in un vortice rombante pronto a confondere i sensi e destabilizzare quel velo di concentrazione necessario per il primo scontro; la terza prova si personificava in un singolo avversario sancendo la fine della squadra Keine&Shiro che, in ogni caso, aveva colto l’assenso generale con una vittoria quasi schiacciante. Tutti questi pensieri dovevano essere imbrigliati e lanciati via come mosche al vento, dovette addirittura fermarsi lasciando che la brezza gli passasse addosso così da pulirlo da qualsiasi impurità ad infestare la sua mente. Respiri profondi che regolarizzarono il battito facendolo accodare a quella sinfonia nascosta che muoveva l’aria, doveva legarsi più che mai a quell’ambiente pronto a trarre vantaggio contro i suoi avversari. Yamashita il primo tra questi. Non ne aveva sentito parlare, non si era informato su nulla e tutto ciò che poteva sapere di lui proveniva dall’immagine che gli restituiva quella figura dai capelli rossi e dall’aspetto comunque giovanile. Fasciato della sua solita divisa lasciò trasmettere quel lieve tremore fino alla polvere che calpestava con sicurezza così da ottenere muscoli rigidi e pronti a qualsivoglia ordine; lentamente avrebbe impugnato la situazione con fermezza lasciando che il suo corpo diventasse l’arma pronta a colpire piuttosto che un essere fin troppo pensante seppur mantenendo l’invidiabile vena razionale necessaria.

E’ un onore combattere con te, buon divertimento.

Parole che lanciò senza troppe riverenze, un timido sorriso solcava le gote lasciando trapelare sincerità in quelle poche sillabe pronte ad abbracciare il suo avversario. La prima e l’ultima azione di riguardo che gli avrebbe concesso durante lo scontro dato che, da lì a breve, quel sorriso avrebbe mutato la sua forma come il mare pronto alla tempesta. Nuvoli di serietà solcarono gli occhi cancellando il sorriso sul viso; la battaglia era ormai alle porte. Strinse i pugni aggiungendo lo stridio del cuoio ai suoni che li circondavano, la pelle pizzicava all’adrenalina che scorreva già in circolo; l’energia come sempre si rimescolava in archi eterei fino a spaziarsi attorno a lui come un’animale da guardia pronto a colpire. Fauci invisibili proteggevano il suo portatore andando a circondarlo come un abbraccio di chakra pronto a scattare felino. Senza esitazione cercò di aggrapparsi ad una di quelle protuberanze nella speranza di attirarla a sé, avrebbe impresso il suo spirito cristallizzato in quella perfetta dose di Chakra pronta a dispersi secondo sigilli che avrebbe composto. Uno specchio riflettente avrebbe trovato la vita accanto al suo creatore, impulsi cristallini irradiavano la solita energia nella speranza di legare quegli atomi nel giusto ordine così da poter rispondere agli ordini imposti. Successivamente, concentrandosi su quella superficie, avrebbe riflesso la sua immagine in qualcosa di decisamente più potente; poteva tranquillamente sentire la sua energia fluire attraverso ogni suo arto fino a rifugiarsi in quei lampeggi di luce che animavano lo specchio. Lentamente quella luce si sarebbe infranta in una figura pronta ad uscire dalla superficie, come in una favola uno Shiro di cristallo era pronto ad attraversare lo specchio così da riversarsi sul piano fisico. Ma ovviamente non era finita lì! L’originale provò ad indurire la sua natura fino a farla crepare, cercò di rendere polvere la sua energia così da farla fondere con il terreno in cui sarebbe sprofondato da lì a poco. Doveva sgusciare come un pesce in quella roccia pronto ad accoglierlo come una madre, scorreva attorno a sé accompagnandolo lungo il tragitto che lo avvicinava all’avversario. Solo in quel momento, trovatosi a metà strada, sarebbe risbucato dal suolo solo con la testa nel mentre un marasma di chakra starebbe ribollendo nella sua pancia lasciando che prenda la consistenza di qualcosa di vischioso e decisamente pericoloso: il campo caramelloso. Nell’esatto momento in cui l’avrebbe lasciato andare di getto il suo Doppleganger avrebbe avuto il compito di riversare parte della sua energia cristallina in milioni di shuriken pronti a danneggiare il nemico; questi sarebbero partiti diretti verso Yamashita solo dopo che Shiro originale avrebbe ritrovato posto nel sottoterra e il campo caramelloso già in espansione. Spostandosi successivamente sotto il suo nemico, in modo comunque approssimativo e cercando di fare affidamento sul suo udito fenomenale che poteva fornire una mappa sensoriale dei suoi movimenti, avrebbe rilasciato del chakra in quel filo spinato pronto a scattare verso il Genin. Avrebbe lasciato solo una mano fuori dal terreno e quel filo sarebbe partito proprio di lì, una posizione laterale di circa 15 metri a destra del rosso per evitare il campo caramelloso. Tentò di stringerlo con tutto il filo necessario per immobilizzarlo completamente lasciando che il clone faccia la sua parte per la seconda volta: questo, infatti, avrebbe generato un drago alle spalle del povero ragazzo. Doveva semplicemente sfruttare la sua mera natura di cristallo trovandosi decisamente avvantaggiato in quel ricreare una creazione simile a lui ma decisamente diversa: instillare la vita a quel serpente di scaglie in una cascata di energia pura. Se fosse riuscito a generare la creatura mastodontica l’avrebbe fatta dirigere su di lui in uno schianto atto a danneggiarlo e fermarlo sul posto considerato il corpo del drago pronto ad avvolgerlo con le sue spire e a morderlo con la sua potente presa. Ultimo, ma non per importanza, il clone avrebbe sfondato il terreno con il pugno pronto a riversare l’ultima onda di energia cristallina. Miriadi di potenti colonne rosa avrebbe preso vita nella speranza di infilzare il povero cristo nei paraggi: il cammino divino. Quelle creazioni dovevano macinare i metri che li separavano in un rombo acuto e decisamente pericoloso.