Accademia di Zend Izuki

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    Silenzio, non c’è nulla ad accompagnare quella mattinata in quel di Suna. Ci troviamo ovviamente dentro un’anonima aula dell’accademia ninja della capitale! Parliamo di un edificio capace di sfornare Genin degni del loro nome e di concorrere a posti di alto rango tra le gerarchie militari del paese, mica robetta eh! Ovviamente il loro cammino sarà molto, ma molto ma mooooooooooooolto lungo e probabilmente tartagliato da mille ostacoli e nemici da abbattere MA, uno bello grosso, ci conviene partire dal piccolo passo che ognuno deve compiere prima di cominciare la propria avventura. L’esame Genin! Eh si, anche nel paese del vento è arrivato il grande giorno in cui una miriade di marmocchi testa le proprie abilità e conoscenze in una serie di sfide e prove che soltanto i maestri ninja sanno. Partendo appunto da loro è meglio concentrarsi sul maestro Tyron, uno dei tanti a cui è stata assegnata una classe.. cosa ha di particolare questo ninja? Beh, è il maestro di Zend Izuki, il ragazzino con i capelli strani e gli occhi verdi! Come tanti altri anche il nostro piccolo eroe dovrà affrontare i primi passi per diventare un ninja devoto al suo villaggio quindi meglio darsi una sbrigata no?

    <...>


    Il maestro Tyron sta aspettando dentro un’aula vuota, è infatti presente soltanto una cattedra dove il sensei ha poggiato diverse scartoffie. Seduto su una sedia lì vicina se ne sta il Jonin dai capelli marroni e dagli occhi neri, come il cielo di notte. Sembra alquanto impegnato visto che, uno ad uno, è intento ad esaminare tutti gli studenti che aspettando ordinati fuori dall’aula facendoli quindi entrare singolarmente. Potrebbe essere una specie di colloquio, o forse una dimostrazione pratica, queste sono solo ipotesi visto che nessun studente entrato in quell’aula non è mai uscito quindi ciò che accade lì dentro è appunto un mistero!

    Zend Izuki.


    La voce esce dalla porta semichiusa, sicuramente amichevole ma che non nasconde la severità necessaria per far rispettare questo semplice ordine, non diretto ma sicuramente capibile dal piccolo studente che sta fuori la porta. Quello che dovrà fare la zazzera argentata è entrare e seguire le indicazioni del sensei.

    Mettiti li.

    Indica con l’indice un punto del pavimento, di fronte al Jonin ovviamente! SI passa una mano lungo i capelli marroni che stanno corti sulla testa e che ricadono in ciocche sparse sul volto, rimanendo comunque ordinati. Indossa la normale divisa del villaggio, quella del suo grado, e sembra aver assunto un’aria piuttosto seria.

    Comincia il tuo esame Genin. Mi raccomando.

    Deve mantenere quel comportamente austero, è un suo allievo ma comunque deve essere professionale in qualsiasi occasione, specialmente questa.

    Perché vuoi diventare un ninja?


    Domanda semplicemente, giusto per tastare il terreno? Ovviamente ascolterà la risposta e chissà se il giovane riuscirà a dire qualcosa di interessante, o sarà la solita manfrina sul diventare un eroe? Chissà, ora è tutto in mano al piccolo studente.


    Caro Zend, cominciamo col levarci un pò di ruggine perchè io è davvero un bel pò che non faccio dei post quindi questo inizio soft è adatto! Ovviamente cerca di sorprendermi u.u Ho scelto questo tipo di inizio così puoi presentarmi il tuo pg come vuoi, ricorda che essendo Uchiha dovrai avere una valutazione sufficente per ottenere la possibilità di sbloccare l'innata :rosa:
    Fatto sotto bello! In caso MP!
     
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    -ANDATE AL DIAVOLO!

    Furono queste le parole che dissi poco prima di sbattere la porta ed uscire di casa carico di rabbia. Come al solito la giornata era iniziata con un litigio furibondo che non aveva fatto altro che inasprire ancor di più i rapporti tra me ed i miei genitori. Questa volta si erano piazzati davanti alla porta d'ingresso per impedirmi in tutti i modi di uscire di casa e raggiungere l'accademia, in particolar modo oggi erano più agguerriti del solito visto che si teneva l'esame per il passaggio a Genin. Spintonai con forza mio padre d'un lato mentre con una mano impedii a mia madre di bloccare la maniglia della porta mentre con l'altra presi possesso di quel poco spazio che mi serviva per aprire ed uscire. Una volta fuori casa non potevano fare più niente oppure tutto il vicinato si sarebbe goduto lo spettacolo e questo a loro non avrebbe giovato ne come artigiani e mercanti ne come persone. Fintanto che i litigi rimanevano in casa era accettabile, nessuno veniva a fare domande e tutti eravamo contenti ma sapevamo benissimo che tra di loro ne parlavano ed io sapevo che con gli amici più stretti ne avevano parlato anche i miei genitori.
    Se malauguratamente avessi mancato l'esame e fossi arrivato in ritardo c'era il serio rischio di dover aspettare forse un paio di mesi prima di poterlo sostenere nuovamente e la cosa proprio non mi allettava, non dopo aver passato tre anni a studiare ed allenarmi all'interno dell'accademia.
    Se fossi diventato Genin avrei potuto finalmente mettere la parola fine all'inferno che vivevo ogni giorno in casa, una volta formalizzato il mio ruolo non avrebbero potuto fare più niente per impedirmi di svolgere la professione ninja. Loro erano convinti che il motivo della mia scelta fosse il desiderio di divenire un eroe ricordato per sempre dal villaggio, o meglio, così gli avevo fatto credere visto che lo facevo solo per poter essere superiore a chi mi stava sotto.
    Questo non si poteva dire però. Era molto meglio tenere la versione ufficiale con loro, non avrebbero mai e poi mai capito il mio punto di vista e nemmeno mi importava, mi bastava sapere quel che volevo. Nessuno avrebbe mai approvato le mie motivazioni reali.


    * Tutto questo è ridicolo. Sono tre anni ormai che questa storia va avanti dannazione! Quale diavolo è il loro problema? E' una vita talmente noiosa quella dell'artigiano che a stento sembra di vivere. Tutto il giorno chiuso nel laboratorio a lavorare su degli stupidi pezzi di vetro che basta un niente per rompere. Solo fatica sprecata, come fanno a non rendersene conto? *

    Il camminare verso l'accademia aiutava nello scaricare la tensione ed in parte anche la rabbia ma non era sufficiente per ritenermi soddisfatto ed in pace con me stesso. Durante la mia avanzata osservai attentamente i muri degli edifici esposti al sole in cerca di qualche lucertola da prendere, era la sola cosa che al momento poteva rilassarmi. Le probabilità di imbattersi in qualche episodio di bullismo erano minime visto che gran parte dei ragazzi si stava radunando all'accademia, chi per svolgere l'esame chi per proseguire con le lezioni, quindi era fuori discussione.
    Quando fui in prossimità dell'edificio ninja riuscii a scorgere una piccola lucertola sulla mura di una casa li vicina. Mi avvicinai molto rapidamente ad essa e con fare rapido la bloccai al muro schiacciandole la coda con il palmo della mano, lentamente con la mano libera le afferrai la testa tenendola ben stretta tra le dita e la sollevai fino a portarla all'altezza del viso. Guardai attentamente i suoi occhietti da rettile come se cercassi qualcosa ma ovviamente non vidi niente.
    Mi scrutai intorno per vedere se qualcuno mi stesse osservando dopodiché mi infilai nella prima viuzza disponibile: dovevo sfogarmi un po'. La lucertola era sempre ben salda nella mia mano con la testa completamente immobile mentre il resto del corpo si muoveva nevroticamente nel tentativo, vano, di liberarsi. Con la mano libera cominciai a tirarle la coda costringendola ad assumere una posizione perfettamente dritta mentre le zampette si dimenavano in cerca di qualche appiglio, potevo sentire la tensione che stavo esercitando sul suo corpo mentre continuavo a tirare l'estremità, contemporaneamente cominciai a tirare anche dalla testa aumentando così la trazione che stavo esercitando sulla bestia. Non smisi nemmeno per un momento di osservarla sperando di osservare qualche sua reazione, trattandosi però di una lucertola piccola il divertimento era molto limitato e ciò che potevo osservare lo era altrettanto. Gli tirai anche le zampe come per staccarle dal resto del corpo raggiungendo quelli che erano i suoi limiti.
    Mi stufai ben presto di essa e la gettai per terra come fosse stata spazzatura, più tardi avrei girato per il villaggio in cerca di qualche atto di bullismo: era divertente vedere come i deboli non reagivano ai loro aguzzini, esattamente come la lucertole che trovavo.
    Terminato quel breve attimo di svago mi diressi verso l'accademia che era proprio di fronte a me in quel momento: un edificio piuttosto grande con un portone di ingresso piuttosto massiccio, il tetto rigorosamente piatto come ogni edificio di Suna, diverse finestre che davano sulla strada ed alcune palme all'ingresso giusto per abbellire quella che a conti fatti era una struttura piuttosto spartana, almeno secondo il mio gusto personale.
    Una volta entrato al suo interno mi avvicinai al bancone e chiesi informazioni al ninja di turno su dove si sarebbe tenuto l'esame Genin, molto gentilmente mi disse che tutti i candidati di quella sessione si sarebbero dovuti presentare davanti all'aula 4 del secondo piano per il resto non sapeva nient'altro visto che era totalmente a discrezione del Sensei su come svolgere l'esame. Impiegai non più di due minuti per raggiungere l'aula indicatomi e davanti ad essa vi erano già alcuni ragazzi messi in fila tutti in attesa, si veniva chiamati uno alla volta e dopo un periodo di tempo piuttosto variabile si procedeva con il successivo. Il fatto che non uscisse nessuno non mi sorprese, risultava ovvio che il Sensei volesse impedire a chi aveva sostenuto l'esame di riferire a chi ancora doveva darlo cosa veniva chiesto ed in cosa consisteva. Mi sorprese molto di più che alcuni dei ragazzi dietro di me si domandavano perché gli altri non fossero più usciti: idioti.


    -Zend Izuki.

    Quando sentii chiamare il mio nome entrai in aula socchiudendo la porta esattamente come era stata lasciata dal ragazzo passato prima di me. Non stetti a perdere tempo nell'osservare se gli studenti si trovavano ancora nella stanza seduti dietro i banchi, della loro presenza non mi importava granché visto che ero molto più concentrato sulla figura del Sensei: un uomo piuttosto alto dai capelli marroni o forse castani, la luce che entrava dalla finestra poteva trarre in inganno a causa di alcuni riflessi, vestito come ogni ninja di Suna che si rispetti. Lo sguardo penetrante giudicava ogni mia minima mossa e la cosa giustamente mi metteva in soggezione, inoltre il passare o non passare l'esame Genin avrebbe segnato i mesi successivi rendendoli un inferno oppure no.

    -Mettiti li. Comincia il tuo esame Genin. Mi raccomando. Perché vuoi diventare un ninja?


    -Per diventare un...

    Stetti per rispondere di getto con la solita manfrina sul divenire un eroe, essere ricordato dalle generazioni successive, divenire un icona per tutti e così via discorrendo. Il problema non era tanto la frase in se ma il fatto che lo stessi per dire come se l'avessi imparata a memoria, con un tono di voce che sembrava molto disinteressato dalla cosa. Mentire sulla mia reale intenzione era una prerogativa alla quale non venivo mai meno, la gente non era in grado di capire e accettare quella che era la mia ideologia. Nemmeno al Sensei avrei potuto dire la verità nella sua interezza, sarei stato giudicato ancora più severamente e l'esame non l'avrei mai passato ma questo non mi impediva di dire una mezza verità: in fondo non era mentire e non rischiavo di essere giudicato per un'idea poco "etica".

    -Per non essere un debole Sensei. Non voglio essere un debole tantomeno essere giudicato un debole, per questo voglio diventare un ninja.


    Lo dissi tranquillamente senza pormi particolari problemi sull'impostazione della voce o altro, fui molto naturale nella mia esposizione. Mentire ad un ninja professionista era da folli, si sarebbe reso conto della balla in brevissimo tempo dal semplice tono di voce e dalla gestualità del corpo.
    E comunque era la verità, seppur solo una parte.



    Spero vada bene come post, avevo alcuni dubbi relativamente sugli altri studenti e se ero o meno il primo. Se c'è qualcosa che non va bene correggo, spero ti piaccia anche se sono ancora arrugginito come qualità di testo

    Zend Izuki
    -Parlato
    * Pensato *

    -Parlato Sensei
     
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    E’ da solo il giovane Zend mentre attraversa quella porta, l’aula completamente vuota lo aspetta e gli occhi del sensei sono già puntati sul nuovo candidato, l’ennesimo della giornata insomma. Che sia uno dei tanti studenti fatti con lo stampino questo non si sa, sicuramente sarà capace di eseguire i normali Jutsu ma il problema sta nella testa non nelle abilità.


    Per non essere un debole Sensei. Non voglio essere un debole tantomeno essere giudicato un debole, per questo voglio diventare un ninja.

    Lo ascolta attentamente, con un sopracciglio alzato rimane in silenzio per qualche secondo come per elaborare le informazioni. E poi sbuffa, facendo abbassare le spalle come un palloncino sgonfio.

    Originale, davvero vuoi diventare ninja per questo? Domanda. E’ un fine abbastanza egoistico no? Diventare più forti solo per puro piacere personale. Servire il villaggio e i deboli fa parte della tua visione di ninja?

    Snocciola tranquillamente mentre annota qualcosa in un foglietto anonimo. Si mette quindi ad ascoltare le sue parole mentre rimane sempre immobile, come una statua. L’esaminato non è lui, ricordiamolo, lui è l’esaminatore.
    Comunque meglio concentrarsi anche sulla parte più pratica della lezione, è giunto il momento di dimostrare le proprie capacità, sia fisiche che mentali ovviamente.

    Riesci a moltiplicarti giusto? Potresti provarci per favore?


    Diciamo che è la seconda domanda del test, qualcosa di semplice per uno studente che ha studiato anni e anni all’accademia ninja. E’ un Jutsu che praticamente viene insegnato all’inizio, basilare per qualsiasi ninja che sia neofita o esperto. Utile in combattimento per il vantaggio tattico che si ottiene sull’avversario, può addirittura essere una tecnica vincente se ci si impegna nella sua realizzazione. Ed è questo quello che il maestro chiede, una dimostrazione pratica di tutti gli insegnamenti. La parola allo studente.

     
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    -Originale, davvero vuoi diventare ninja per questo? E’ un fine abbastanza egoistico no? Diventare più forti solo per puro piacere personale. Servire il villaggio e i deboli fa parte della tua visione di ninja?

    Ovvio che si trattasse di un fine estremamente egoistico che doveva risultare una prova di forza nei confronti degli altri, una sorta di sottomissione dettata non solo dalle abilità ma anche dal grado ninja. In questo aspetto c'era una piccola falla visto che sarei sempre stato sotto qualcuno fino a che non avessi raggiunto un carica abbastanza elevata, quella del Kazekage, che mi permettesse di essere al di sopra di tutti gli altri. Fortunatamente per me non era la scalata gerarchica il mio obiettivo. Con un'adeguata forza avrei potuto dimostrare che anche i gradi più altri erano dei deboli rispetto a me, ma non ero così sciocco da credere di poter raggiungere un simile successo in poco tempo, sarebbe stato lungo e faticoso ed il tutto condito da delle sconfitte. Il solo pensiero mi faceva stare male perché sarei passato per debole ma si trattava della realtà e non potevo ignorarla, in ogni caso non lo avrei mai e poi mai ammesso a voce. Nemmeno sotto tortura. Un'idea così radicata in profondità che per estirparla sarebbe stato necessario un qualcosa di assolutamente sconvolgente che la mente non poteva reggere e nemmeno realizzare per quanto assurdo. Che tale evento si palesasse durante la mia esistenza però lo escludevo a prescindere.


    -Si. Non ci vedo nulla di male nel voler essere più forte anche se ciò è da egoisti. Se lei fosse un debole sarebbe in grado di proteggere il villaggio? Se fossi un debole sarei solo un peso come ninja ed il villaggio non ne trarrebbe alcun beneficio. E' un modo di pensare errato il mio?

    Senza volerlo mi dilungai più del dovuto nella risposta esponendomi anche troppo con le mie idee, ma d'altro canto avevo accuratamente evitato di accennare all'abuso della forza e di cosa pensavo realmente dei deboli. Provai ad evitare di rispondere alle seconda domanda mettendo di mezzo l'utilità o meno dell'essere un ninja debole, non avevo alcuna intenzione di servire i deboli e per quanto riguardava il villaggio non avrei saputo rispondere. Si trattava della terra nel quale ero nato e alla quale ero affezionato ma difficilmente mi sarei definito un patriota, l'avrei difeso se qualcuno avesse provato a limitare quelle che erano le "mie" libertà. Probabilmente la risposta giusta sarebbe stata un no, ma non avendoci mai pensato rimaneva un'incognita.
    Per qualche istante osservai il volto del Sensei per vedere la sua reazione alla mia domanda, del tutto spontanea, e che cosa avrebbe risposto. Sempre se avesse risposto. Quello non era un dibattito su cosa era giusto e sbagliato ma un esame. Ogni mia parola veniva soppesata e giudicata quindi lasciarsi andare in quel modo poteva aver compromesso in qualche modo il proseguimento della prova, ma si trattava di una supposizione basata sul fatto che il Sensei pensasse esattamente come le persone comuni o che hanno una certa "etica", come se questa fosse realmente la cosa giusta. Per quanto mi sforzassi si notava che ero vittima di una certa ingenuità tipica di chi non ha ancora capito come funziona la vita.
    Oramai avevo parlato e non potevo rimangiarmi le parole, anche perché non l'avrei mai fatto in quel contesto visto il tema trattato. Affermare che i deboli vanno protetti? Pff.
    Sotto quel punto di vista la mia mente era molto chiusa.


    -Riesci a moltiplicarti giusto? Potresti provarci per favore?


    -Si Sensei.

    Adesso si che si entrava nel vivo dell'azione, dove gli anni di allenamento e teoria sarebbero finalmente serviti a qualcosa e non solamente come riempitivo delle giornate da studente. Durante le numerosi lezioni ci era stato spiegato che le copie non possedevano una propria consistenza ed erano una trasposizione in chakra della nostra immagine, difatti il semplice contatto bastava a farle svanire in una nube di fumo e plausibilmente anche il contatto con un altra copia trattandosi dello scontro tra "fonti" di chakra. Nella teoria era anche possibile utilizzarla successivamente alla trasformazione in modo che le copie risultassero anch'esse trasformate, così su due piedi sembrava un'ottima idea visto che poteva genere non poca confusione nelle giuste condizioni.
    Mi misi in posizione e prima di cominciare ripetei velocemente i sigilli necessari all'esecuzione della tecnica in modo da favorire la memoria muscolare: Pecora, Serpente e Tigre. Le mani erano piuttosto allenate viste le decine e decine di lezioni passate a memorizzare i sigilli, alcuni insegnanti erano arrivati a perdere ore intere a farci ripetere un singolo sigillo spiegando anche tutta la storia dietro di esso. Chi non era in grado di convogliare il chakra nel giusto modo poteva stare anche tutto il giorno a ripetere i sigilli tanto non avrebbe ottenuto niente in ogni caso. Avrebbero fatto meglio a fare qualcos'altro.
    Quando mi sentii pronto cominciai a far fluire il chakra lungo i canali che scorrevano in tutto il corpo, anche questo spiegato a lezione insieme alla concentrazione del chakra, cercando di creare una situazione di equilibrio al suo interno. Il suo spostarsi era percepibile tramite un leggerissimo formicolio nelle zone interessante dal movimento lungo questi canali, o almeno così lo percepivo. Con il tempo e la pratica quella sensazione sarebbe scomparsa. Era sempre molto importante calibrare la giusta quantità di energia per evitare che le copie avessero difetti estetici più o meno evidenti. Durante alcune esercitazioni avevo potuto osservare copie prive di un arto oppure che rimanevo immobili sul pavimento perché il chakra usato non era sufficiente a mantenerle in uno stato tale da poterle guidare. Con un po' di pratica era possibile controllarne un numero piuttosto elevato ma ci era stato spiegato che potevano solamente mimare i nostri movimenti senza muoversi in modo autonomo, pecca piuttosto grave a mio giudizio.
    In testa avevo una chiara immagine del mio corpo e di ogni sua caratteristica compresi i vestiti: pantaloni grigi, scarpe nere con strisce grigie laterali, una semplice maglietta a maniche corte beige.


    -Bunshin No Jutsu

    Al pronunciare quelle parole eseguii i sigilli della tecnica convogliando parte del chakra nelle mani in modo tale da dare l'innesco necessario alla sua esecuzione. Avrei provato a creare non una ma cinque copie di me stesso che fossero perfette in ogni singolo dettaglio, per fare ciò era necessaria una grande concentrazione in modo tale che la mia immagine si riflettesse in tutte e cinque le copie. Come per tutte le cose la pratica rendeva perfetti.
    Mi sentivo in dovere di dimostrare al mio esaminatore che quanto detto riguardo all'essere un debole non erano solamente parole al vento, ma delle quali ero profondamente convinto. Come prova delle mie abilità non era granché visto la semplicità della tecnica ma comunque doveva essere una sorta di segnale in un modo o nell'altro.
    Il rischio di farsi sfuggire di mano la situazione era concreto.



    Ho optato per creare cinque copie visto che ho le statistiche necessarie a farlo spero vada bene altrimenti modifico, come al solito spero che ti piaccia il post XD

    Zend Izuki
    -Parlato
    * Pensato *

    -Parlato Sensei


    Chiedo scusa per non aver messo prima lo specchietto, mi era passato completamente di mente. Scusami ancora Kuma

    Resistenza: 50
    Chakra: 100
    Azioni:
    -Tecnica della Moltiplicazione del Corpo per creare 5 copie[-5 Chakra];
    Valori Resistenza-Chakra post-azioni:
    Resistenza: 50
    Chakra: 100-5= 95


    Edited by Zend - 29/9/2016, 16:32
     
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    Si. Non ci vedo nulla di male nel voler essere più forte anche se ciò è da egoisti. Se lei fosse un debole sarebbe in grado di proteggere il villaggio? Se fossi un debole sarei solo un peso come ninja ed il villaggio non ne trarrebbe alcun beneficio. E' un modo di pensare errato il mio?



    Nessuna risposta dal Sensei, solo un sorrisetto quasi soddisfatto. Il maestro infatti osserva per qualche secondo, proprio dritto negli occhi, il giovane prima di distogliere lo sguardo e scuotere leggermente la testa. Potrebbe significare tantissime cose ma tra le tante qualcosa è sicuro: il piccolo Zend ha fatto sicuramente colpo! Non resta che osservare l’operato dell’esaminato ed aspettare il risultato finale.

    Altro silenzio, l’unico suono che riempe la stanza vuota è quel piccolo *puff* simbolo universale della nuvoletta che si sviluppa a seguito della riuscita della tecnica della Moltiplicazione. Ma tutto succede un po’ troppo in fretta, cinque copie sembrano apparire ma qualcosa va decisamente storto! Mentre tutto è coperto dalla nuvoletta 2 delle cinque copie sembrano scontrarsi. E’ un errore da novizi non calibrare bene le distanze, bisogna infatti stare attenti nella posizione in cui si evocano altrimenti si rischia di sovrapporre i cloni illusori facendoli scomparire tra loro!

    Uhm tre copie.. ok.


    Commenta il maestro una volta che il fumo si è diradato, forse non ha notato nulla visto che tutto è accaduto in fretta e non può far altro che considerare superata la prova, fortunello il nostro studente no!

    Bene, ora fammi una tecnica della Trasformazione e poi puoi andare.

    Ultimo scoglio e poi lo studente può abbracciare il suo coprifronte, se tutto fosse andato per il meglio ovviamente.


    Ok va bene, la prossima volta stai attento a dire dove posizioni le copie! Davanti, dietro, attorno, sopra, di sotto (?). Più sei preciso meglio è per il master dell'evento che dovrà giudicare la tua ruolata! Per il resto ok! Fai l'ultimo post dove provi l'esecuzione dell'altra tecnica. La faccio breve perchè hai già fatto l'accademia e non voglio toglierti altro tempo per giocare! Quindi questo sarà il tuo ultimo post! <3 Io prendo il minimo per questa accademia :sisi:
     
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    Ero parecchio sicuro delle mie capacità, di conseguenza non tenevo molto in considerazione la possibilità di fallire in un'opera semplice come quella assegnatomi. Tuttavia bisognava tenere in considerazione delle possibili variabili, ambientali o psicologiche che fossero, anche in momenti come questo in quanto potevano influenzare il risultato finale determinando un successo, un parziale successo o nel caso più tragico un fallimento. Il non analizzare bene lo spazio nel quale mi trovavo fu la variabile che mi portò ad un successo parziale e che lì per lì non fui in grado di accettare. Se volevo dimostrare qualcosa dovevo farlo al meglio e non solo a metà.
    Quando la nube di fumo scomparve al mio fianco vi erano solamente tre copie, tutte perfette, mentre due mancavano all'appello. Ero certo di aver utilizzato una quantità di chakra sufficiente a poterne materializzare cinque eppure qualcosa durante l'esecuzione della tecnica era andato storto, cosa fosse stato però non lo sapevo. Ciò che sapevo era invece che quello non era ciò che volevo. Cercai di restare calmo senza dare l'impressione di essere infastidito dalla situazione, qualsiasi altro studente si sarebbe sentito orgoglioso di se stesso per quanto fatto ma per me non era così.
    Il Sensei guardò attentamente il lavoro da me svolto in cerca di eventuali errori da segnalare e che quindi indicassero una preparazione insufficiente nella moltiplicazione, ma visto che era tutto perfetto si limitò a fare un debole movimento con la testa. Dalla sua reazione non sembrava aver notato l'errore che avevo commesso, senza considerare che non avendo espresso a voce la volontà di creare cinque copie e non tre, per lui il risultato doveva ritenersi più che soddisfacente. Sotto quel punto di vista potevo comunque ritenermi soddisfatto.


    -Uhm tre copie.. ok.

    Non rispose mai alla mia domanda. Nessun segno che la cosa lo interessasse o meno. Si limito semplicemente ad affermare a voce quanto visto. Ero stato graziato e non poco, infondo era molto meglio che non si entrasse in un discorso del genere dal quale uscire sarebbe stato impossibile senza tradirsi su uno o più punti.

    -Bene, ora fammi una tecnica della Trasformazione e poi puoi andare.

    Tutto qui? Solo un'altra tecnica e poi avrei potuto considerare concluso il mio esame? La cosa mi lasciò non poco perplesso visto che durante i tre anni passati ci erano state insegnati i fondamenti del combattimento corpo a corpo, del lancio di armi bianche, della concentrazione del chakra con annessa camminata su superfici verticali e acqua, senza dimenticare tutta la mole di teoria legata ai vari argomenti. In realtà non c'era motivo di lamentarsi perché ha guadagnarci sarei stato io alla fine ma un po' di fastidio doveva essere naturale avendo passato così tanto tempo tra le mura dell'accademia. Lasciai perdere la questione vista la sua inutilità e mi preparai a fare quanto richiesto.

    -Si Sensei.

    Anche questa volta non mi mossi di un millimetro stando esattamente fermo nel punto che mi era stato indicato appena entrato. Prima però di dedicarmi alla trasformazione rilasciai il chakra che teneva unite le copie illusorie create, così facendo queste sarebbero letteralmente esplose lasciando solo una nube di fumo piuttosto consistente ma che in un brevissimo lasso di tempo, 2-3 secondi, si sarebbe diradata senza lasciare alcuna traccia.
    Se prima mi ero moltiplicato utilizzando il chakra come una sorta di specchio adesso avrei dovuto modulare il chakra per distorcere la mia immagine ed assumere in tal modo delle nuove sembianze. Si trattava più di un inganno che di una vera e propria trasformazione in quanto il prendere le sembianze di qualcosa o qualcuno non comportava l'acquisizione delle sue peculiarità, se fossi diventato un leone i miei artigli non avrebbero fatto alcun male, se mi fossi trasformato in un falco non avrei potuto volare. Questa fu la prima cosa che ci venne spiegata durante la lezione. Potevo vedere nella mia mente le facce deluse dei miei compagni mentre gli veniva detta questa "scomoda verità", sembrava non pensassero alle volte. Per acquisire le caratteristiche dell'oggetto della trasformazione avremmo dovuto essere noi stessi quell'oggetto, che fosse un animale o una persona, il nostro corpo avrebbe dovuto cambiare anatomia per svolgere quelle funzioni. Veniva da se che era impossibile, ma molti erano troppo stupidi per riuscire a capire anche solo una cosa così semplice.
    Levai le loro facce dai miei pensieri per concentrarmi su quello in cui mi sarei trasformato: un falco pellegrino.
    Per prima cosa feci fluire il chakra lungo tutto il corpo, stavolta però non sarebbe rimasto all'interno del flusso circolatorio ma si sarebbe dovuto portare all'esterno, sopra il mio corpo, come una sorta di vestito d'energia. Questa era però la fase finale che si sarebbe concretizzata con la chiusura dei sigilli.
    Riuscivo a vedere i dettagli di quel maestoso animale che era il falco: la testa nera in completo contrasto con il collo chiaro, il dorso e le ali di un grigio molto accattivante mentre le punte di quest'ultime erano nere, la coda del medesimo color grigio ma con delle striature nette di colore nero, zampe gialle dotate di artigli neri alle estremità. La grandezza era piuttosto modesta, circa 40-50 cm, mentre l'apertura alare sarebbe stata ben più imponente, circa 120 cm.


    -Henge No Jutsu.

    Quando ebbi l'immagine dell'animale ben stampata in mente iniziai a comporre tutti i sigilli necessari per far si che il chakra traslocasse dall'interno del corpo verso l'esterno. Se tutto fosse andato per il meglio avrei cercato di assumere le sembianze del falco pellegrino con le ali spiegate per rafforzare ulteriormente la sua maestosità. Vivendo nel Paese del Vento non poteva esserci simbolo migliore che potesse identificarlo.
    Poteva sembrare una dimostrazione del mio attaccamento per il villaggio ma così non era, semplicemente trovavo perfetta l'associazione tra vento e falco che dimostravano una perfetta armonia.
    Una forma di bellezza che non doveva essere ignorata.

    Fatto, il post è un po' sottotono perchè mi è venuta a mancare la fantasia nella parte finale sorry


    Resistenza: 50
    Chakra: 95
    Azioni:
    -Rilascio dei cloni
    -Tecnica della Trasformazione (Henge No Jutsu) per trasformarmi in un falco pellegrino [-5 Chakra]
    Valori Resistenza-Chakra post-azioni:
    Resistenza: 50
    Chakra: 95-5=90

    Zend Izuki
    -Parlato
    * Pensato *

    -Parlato Sensei
     
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    33. Vai giovane Genin :sisi:
     
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    Posso tenere lo Sharro?
     
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