Perimetro

Torneo

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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    -Hm...-

    Feci scorrere le dita lungo l'ingranaggio posto al lato della montatura in zinco. La rotella si muoveva lentamente ticchettando ogni volta che un dente muoveva la lente, direzionata verso una posizione ben precisa. Con un occhio socchiuso e la dita attente, guardai i dintorni dall'alto di una montagna ricca di venature rosse. Non sembrava esserci molto all'orizzonte, se non qualche sparuta collina o arbusto morente. L'occhio destro si posava sul nulla assoluto, sospirai seccato, non volevo neanche andare fin là ma ero stato mandato a causa di un dannato volantino.
    Nami aveva reputato importante un volantino anonimo consegnato da un giorno all'altro. Sicuramente qualcuno avrebbe attaccato i villaggi Ninja preannunciandolo. Era più probabile che avessero mandato i volantini proprio per allontanare più ninja possibili e diminuire le difese del villaggio, ma con la Kazekage non si discuteva pacificamente, mai.
    Sapevo che sarebbe finita in quella maniera, costretto a far da sentinella senza sospettati, l'unica cosa che potevo controllare era l'area segnata dalle coordinate date dal volantino, ma non sembrava esserci nulla degno di nota. Erano ore che stavo appostato nella speranza di afferrare con la coda dell'occhio il minimo movimento. Arrivai in quella sporgenza di notte, quindi potevano essere passate almeno dodici orette se non molte di più, vista l'altezza del sole. Avevo aperto il Mantello Placcato per offrirmi una protezione a trecentosessanta gradi da attacchi a sorpresa e potermi mimetizzare con il suolo roccioso, ma non sembrava ve ne fosse bisogno.
    Lasciai scorrere le sezioni del mantello lungo il circolo di metallo, sollevandomi dal terreno per provare una posizione diversa, forse l'area mi impediva di avere una buona visuale delle zone importanti, forse qualche collina nascondeva al suo interno una base militare pronta a bombardare i villaggi. E mio nonno era un flipper, forse. Ero ben convinto fosse un immenso spreco di tempo, ma non potevo far altro che sottostare agli ordini di Nami e rimanere di guardia per altro tempo.
    Mi massaggiai il mento frattanto che rimuginavo, quando un'ombra si palesò su una parete rocciosa. Mi voltai immediatamente nella sua direzione, ma non notai alcunché di sospetto. Forse spinto dalla noia più che dal senso di dovere, mi parse logico andar a controllare, dopotutto era mio compito tener sotto d'occhio qualsiasi attività illecita. Saltai sulla pendenza, ponendo un piede per terra in modo da frenare la caduta ed evitando di ruzzolare fino al terreno. Avanzai velocemente, il territorio non offriva molti ripari, ma ero abbastanza abile da celare qualsiasi rumore e bearmi del vantaggio dato dalla sorpresa, ma quello ad essere sorpreso fui io. Scavalcai velocemente i pochi metri che mi separavano da uno stretto passaggio, e la mia visione cambiò completamente. Il punto in cui mi ritrovavo era esattamente lo stesso datomi dalle coordinate del volantino, lo osservavo da parecchie ore, eppure non mi ero accorto di immense torri che cingevano un fazzoletto di terra diverso dal resto della zona. Avanzai incerto, in un misto di stupore ed incredulità, privato dalla noia che fino a qualche minuto prima mi stava corrodendo. Sgranai gli occhi osservano le torri che sembravano essere nate da diverse menti viste le conformazioni, ma più di tutto mi meraviglio il terreno, così vario e colorato, non come ciò che mi trovavo alle spalle. Attorno all'area delimitata dai torrioni, v'erano diversi ninja sui quali non mi soffermai più di tanto, poiché all'interno v'era un ragazzo che mi ricordavo bene. Capelli svettanti su un corpo atletico ed un sorrisetto furbo, forse non tutte cose che lo caratterizzavano nel particolare, ma me lo fecero riconoscere subito.


    -Ban...?-

    Mi sfuggì di bocca a causa dell'incredulità, cosa ci faceva là in mezzo? Che fossi completamente impazzito e mi stessi immaginando tutto?
     
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  2. Haruy
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    Aprii un occhio con non poca fatica, ero andata a dormire veramente tardi ed essere svegliata da tutto quel baccano non mi faceva certo piacere.

    "Si può sapere qual è il problema..? Che ore sono..?"- la mia sveglia segnava le dieci e mezza, so che non stiamo parlando di chissà che orario allucinante, ma io ero riuscita a dormire solo per cinque ore ed il mio corpo reclamava il suo diritto a riposare di più.
    Naturalmente non riuscii a riprendere sonno, sia perchè una volta che mi sveglio difficilmente riesco a riaddormentarmi sia perchè quel rumore non smise neanche per un secondo.


    "Ma che cavolo! Siamo comunque vicino a delle abitazioni!"- infuriata saltai giù dal letto, mi infilai le pantofole e scesi al piano di sotto con un passo tutt'altro che leggero -Ora voglio proprio capire che cazzo sta succedendo da tenermi sveglia contro la mia volontà.- arrivai davanti la finestra della cucina, il gigantesco portone di legno che si trova davanti la mia casa non mi permetteva di vedere "il luogo di interesse", ma attraverso lo steccato riuscivo ad intravedere la fine di ciò che immaginai potesse essere un gruppo di persone che parlavano a voce decisamente troppo alta per me.

    Il mio primo pensiero fu che quelle persone avevano probabilmente sbagliato posto, dato che non ricevevo mai visite, figuriamoci se ora all'improvviso mi ritrovo ad aspettarmi un intero "pubblico". Subito dopo, però, venni presa dal panico. Se davvero quelle persone stavano cercando di entrare in casa mia? Se erano venute per cercare qualcosa...o qualcuno? Io vivevo sola già da un anno ormai ed in tutto quel tempo non mi ero mai ritrovata a dover affrontare una situazione simile. Quello fu probabilmente il primo momento in cui mi resi conto che vivere da sola poteva essere davvero pericoloso, soprattutto perchè non ho ancora tutte le abilità necessarie per difendermi, ma dovevo comunque fare qualcosa o quantomeno indagare su ciò che stava accadendo davanti casa mia. Tornai al piano di sopra e mi vestii di fretta: presi dei pantaloni neri di cui infilai la fine all'interno delle scarpe, lasciando che la stoffa creasse un piccolo "rigonfiamento" proprio dove si vedevano sparire i pantalone ed apparire la scarpa, cioè alla fine del polpaccio, dopodichè mi infilai una maglietta dello stesso colore decorata da alcuni ghirigori bianchi.

    Mi guardai allo specchio per qualche secondo per farmi forza e mi avviai verso la porta -
    Ma dove credo di andare...?- i miei passi si bloccarono a pochi passi dall'uscita -Sono solo una ragazzina...come posso pensare di essere presa sul serio da quel gruppo di persone...?- abbassai lo sguardo e mi passai una mano su un braccio -Uffa...UTAGAI DOVE SEI QUANDO SERVI?!- sgranai gli occhi, mi era appena venuta in mente un'idea fenomenale!

    "A chi serve Utagai quando puoi esserlo tu?"- sorrisi tra me e me mentre applicavo i sigilli per la tecnica della trasformazione -"Che lo spettacolo abbia inizio..."- feci un respiro profondo, mi sentivo un'attrice che stava per salire sul palco di fronte ad una platea impaziente, ma quello che accadde fu esattamente il contrario.

    Decisi di uscire passando dal retro, usando la stradina che facevo da sempre per andare a vedere le stelle, così da non attirare troppo l'attenzione. Avrei voluto utilizzare l'effetto sorpresa per studiare al meglio i miei possibili nemici e trovare un modo efficace per attaccarli, ma una volta arrivata dietro quel gruppo di persone nessuno mi degnò di uno sguardo -
    "Cavolo Utagai sei davvero invisibile, potrei usarti spesso per nascondermi da possibili nemici e scappare"- mi feci una sghignazzata e mi avvicinai lentamente alla marmaglia. Sembrava fossero interessati a...al portone di casa mia? Mi feci largo tra le persone cercando di capire cosa ci fosse di tanto interessante e poi li vidi, una serie di volantini che tappezzavano tutta la parte inferiore del portone -"Ma che cavolo...?"- spintonai un po' di persone ed arrivai a prenderne uno

    CITAZIONE
    Io amo la guerra. Amo camminare tra i nemici, lasciandomi alle spalle una scia di cadaveri. Mi piace sentire l'impatto del mio ferro con la carne umana, il caldo sangue che cola denso sulla lama e mi scorre tra le dita, fumando nell'aria gelida. Le suole incrostate di polvere e fluidi umani. Puzza di vomito, merda, sudore, sangue, sangue, sangue... *calligrafia illeggibile* ...e gli ho strappato la faccia con... *calligrafia illeggibile* Io le ho vissute tutte. Ero sempre lì, in ogni battaglia che si sia combattuta in questo mondo negli ultimi du... *calligrafia illeggibile* ...anni. Grande o piccola che fosse, io c'ero, a danzare tra i volti silenti sommersi nel fango. La guerra. Voglio il combattimento! HA. HA. HA.
    Se sei fatto di carne umana, e sai impugnare un kunai, ti voglio fra due giorni alla mia arena. Più sarete, più mi divertirò. Per il vincitore un premio... accorrete!
    DiomandalacarneeilDiavolomandaicuochi.

    Coordinate: 51°23′22.39″N 30°05′56.93″E

    Wow... invitante...- lasciai cadere il volantino, tutto quel trambusto per un qualcosa del genere, avevo già perso interesse nel leggere la prima riga di quella roba -"Io amo la guerra"...pff

    Senpai!- non diedi peso a quella parola, anche se sembrava indirizzata a me -Senpai! Senpai! Non speravamo di trovarla qui!- mi si palesarono davanti tre ragazzini -Eh?- scoppiarono in un coro di risate -Oooh, avanti senpai! Ci stava tenendo d'occhio?

    "Ma che stanno dicendo questi tiz...aspetta...ASPETTA! Ai loro occhi io sono Utagai! CAZZO!- me ne ero dimenticata, già. Rientrai velocemente nella parte, per fortuna conoscevo bene quello scemo di Utagai

    Io? Ma per piacere... ero venuto a controllare perchè ci fossero così tante persone qui davanti. Soprattutto perchè qui ci abita una tizia un po' stramba.- per fortuna i ragazzini annuirono credendo ad ogni mia parola, così per evitare di continuare su quel discorso cercai di sviare -Voi perchè siete qui? Mh?- cercai di alzare il sopracciglio e mi passai la mano sul pizzetto, imitando uno dei gesti tipici del mio senpai.

    In Villaggio non fanno altro che parlare di questo assurdo volantino, non si sa di cosa si tratti, ma noi siamo curiosi senpai! La prego ci accompagni a vedere!- "Cos? Ahahahahah ma se io non so orientarmi neanche dentro Kumo"

    No piccoletti, credo che per voi sia troppo pericoloso. Quel volantino parla di violenza e spargimenti di sangue, voi non potete andarci.

    La prego senpai!

    No. - Eddaiiii... -N-O. ....

    ------- Mezz'ora dopo -------



    Sto camminando da ore, seguita da tre marmocchi esaltati, in mezzo ad altre persone che non conosco, trasformata da Utagai! Si, mi sono fatta convincere. Sono una persona gentile dopotutto, senza contare che avevano fatto salire una certa curiosità anche in me e quindi...eccomi qui.
    La fortuna volle che ci fossero altri ninja di Kumo che si stavano recando nello stesso posto, così potei limitarmi a seguirli facendo finta di sapere esattamente dove stavamo andando e calmando gli animi dei tre bamboccetti che mi portavo dietro.

    Ci volle parecchio tempo prima di arrivare e durante tutto il viaggio mi divertii a sentire le storielle raccontate dai ragazzini, dopotutto io ero poco più grande di loro quindi potevo capire perfettamente tutte le loro difficoltà nel percorso che stavano facendo in accademia.

    Alla fine arrivammo, una serie di torri tutte diverse tra loro deliminatavano un'area di circa un centinaio di metri al cui interno erano riprodotti gli ambienti più disparati -
    "A cosa dovrebbe servire sta roba...?"- non feci tempo a finire quel pensiero che il mio sguardo venne catturato da un volto fin troppo conosciuto -"Shinkucki..?"- venni presa da una serie di sentimenti contrastranti, per fortuna ero in quel posto trasformata da Utagai quindi Shinku non avrebbe mai potuto riconoscermi. Avevo voglia di parlarci, volevo almeno sapere come stava e cosa gli era successo in tutto quel tempo in cui non ci eravamo nè visti nè sentiti. Così approfittai della situazione e mi avvicinai a lui come se nulla fosse, esordendo con

    Hey ragazzino, mi ricordo di te, eri quello che era in missione con Nabu...quella in cui, beh...stava per morire arrostita- feci un sorrisetto strafottente- Se venuto anche tu per partecipare a questa pagliacciata?
     
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    Atshushi aveva vinto. Già, proprio lui, il ninja che sapeva soltanto perdere, aveva passato il primo turno dello strano torneo.
    Un misterioso torneo dagli insoliti risvolti. L'arena del torneo sembrava una struttura dalla dubbia funzione abbondata e in disuso. Oltre ai ninja che prendevano parte alla competizioni e qualche loro eventuale accompagnatore non c'era nessun altro che fosse uno spettatore "civile" o un organizzatore di tale contese. Le singole gare venivano decise e gestite da un ammasso di latta liscia dalle sembianze di un neonato deforme.. Il robottino annunciava l'inizio dello scontro scegliendo, secondo una chissà quale logica, due sfidanti.
    Quando annunciò Atshushi, questi si chiese come facesse a sapere il suo nome, ma fu portato a credere che forse Itomi lo aveva iscritto prima che giungessero o lì o più semplicemente non si era fatto notare. "Da lui ci si puo' aspettare di tutto. Ha coperto la distanza che ci separa da Kiri in un battito di ciglia e con un altro battito è tornato con al fianco Hisashi."
    Il giovane naufrago lasciò l'arena, dando le spalle a quel ninja di Suna che si era rivelato una vera delusione. La katana di Atshushi aveva assaggiato la sua carne, ma soltanto perchè quello non aveva fatto nulla per difendersi e dopo essere stato colpito dai fendenti del kiriano si era lasciato cadere al suolo, intenzionato a non combattere. Così Atshushi aveva vinto, se vittoria quella poteva definirsi. Sebbene fosse la prima volta che vincesse uno scontro ad armi pare, non era eccitato e soddisfatto quanto avrebbe voluto e immaginato. Era stato uno scontro a senso unico, atono e scontato. Menare i tronchi gli era risultato più difficile e stancante perchè quelli non si abbandonavano al suolo dopo un paio di colpo e, quando li colpiva con troppa veemenza, il contraccolpo gli faceva volare via la katana dalle mani. Non era un buono spadaccino, ma sapeva come immobilizzare l'avversario e a quel punto l'abilità nel maneggiare l'arma contava poco o niente.
    Riconobbe qualche coprifronte della Nebbia, in particolare si soffermò su un ragazzo più o meno suo coetaneo a giudicare dall'aspetto. Lo stemma del villaggio gli ciondolava dal collo anche se il pallore della pelle era quasi più eloquente della targhetta metallica. Ad Atshushi sembrò di vedere la propria immagine riflessa in uno specchio: capelli scuri e spettinati, pelle candida, fisico smunto da utilizzatore di arti magiche. Nonostante ciò, era più bello del genin naufrago. Non riuscì a capire perchè l'avesse pensato, forse saranno stati i suoi lineamenti sfuggenti, ma soavi o la miglior fattura dei suoi abiti.
    Intravide Itomi con Hisashi al fianco che parlottavano tra loro. "Forse stanno commentando il mio duello" Quell'idea lo mise in ansia. Itomi sarebbe stato soddisfatto di lui? Non aveva dimostrato le proprie qualità, non ne aveva avuto modo. Mentre si avvicinava a loro, tenendosi a debita distanza dai ninja dei quali poteva riconoscere soltanto il villaggio di appartenza. "Suna,Konoha, Iwa, Oto, Kusa, Kumo" L'assortimento era piuttosto vario, ma una figura rubò nuovamente la sua attenzione. Un kumiano dall'aspetto contraddittorio e incerto: l'espressione contratta in un'espressione di indifferenza che non gli si addiceva; la posa scomposta come se si sentisse fortemente a disagio. "Che strano, mi sembra di averlo già visto."
    Seguendo Itomi in lungo e largo per il continente, aveva avuto modo di vedere molte persone e quindi faceva fatica a ricordare dove avesse potuto vedere quel ninja di Kumo di alto rango. Conosceva Nabune, una genin di Kumo, ma, appunto, ella era una genin ed inoltre era una "lei". Ricordava anche di aver visto il suo sensei che l'accompagnava alla fabbrica di peperoncini, ma non riusciva ad afferrare per mettere a fuoco l'immagine del suo volto che gli balenava in mente. "Forse è lui o forse no. Non importa, non dovrò combattere con lui nel prossimo turno." L'idea che avrebbe dovuto combattere ancora, gli fece accelerare il passo verso il suo capitano. Avrebbe assistito con gli altri scontro insieme a lui sperando di ricavare qualche suggerimento dai suoi commenti. Mentre lo raggiungeva, il robot annunciò lo scontro di Hisashi contro un certo Yui Akasuna. "Akasuna come il mio avversario."
    -Buona fortuna Hisashi. Se il tuo Akasuna sarà forte come il mio, non incontrerai alcun problema.-
    -Glii akasuna sono famosi marionettisti, ma in pochi riescano a controllare una marionetta alla vostra età. Siete stati fortunati entrambi, il loro potenziale è dimezzato in questo modo.-
    Hisashi si allontanò, lasciando Itomi ed Atshushi soli, in attesa che lo scontro cominciasse.




    Scheda
    Riepilogo:

    Status Atshushi:
    Resistenza: 130
    Stamina: 120

    Note:
     
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    La notte stava ormai finendo ed il sole, salendo con ritmo lento ma allo stesso tempo rapidissimo, stava posando sempre più luce sul villaggio di Kiri. Anzi, sarebbe meglio dire che tentava di farlo, dato che nemmeno il sole riusciva a sconfiggere quella nebbia perenne che ricopriva il villaggio e che raramente concedeva agli abitanti della Nebbia di provare sensazioni di calore sulla pelle.
    Anche quella mattina non aveva importanza per me: l'avrei passata a dormire come al solito e mi sarei sacrificato solo per una lunga colazione verso mezzogiorno (se si poteva ancora chiamare colazione).
    Non tutto però andò secondo i miei piani: i miei occhi, aprendosi e portando la mia vista sulla sveglia sul comodino vicino il letto, notarono che ero riuscito, in una qualche maniera, a svegliarmi circa quattro ore prima del mio programma. Rigirandomi nelle coperte emettendo un verso scocciato cominciai a far funzionare anche le mie orecchie che, ora come non mai, avrei desiderato tagliarmi dato il gran trambusto che proveniva da fuori. Sembravano persone che discutevano... che non sapessero regolare il loro tono di voce o che fossero semplicemente maleducati non mi importava, se stavano disturbando il mio sonno l'unica cosa che meritavano era di essere sotterrate nella sabbia con solo la testa di fuori.

    -Yaaan... Mmm... La...Baah-

    Non sarebbe il caso di tradurre esplicitamente il linguaggio dei miei versi perché risulterebbe alquanto volgare e privo di alcuno scopo, limitiamoci a qualcosa del tipo "Fatemi alzare dal letto e vi stacco le orecchie!" oppure, per gli intenditori, "Fateme alzá dal letto e ve rompo er culo!".
    Con una velocità nettamente maggiore del solito, a causa della rabbia accumulata in corpo, posai i piedi a terra e, rischiando quasi di cadere, mi diressi verso la finestra aprendola di scatto. Quelle che pensavo fossero voci provenienti da massimo cinque persone si rivelarono appartenere ad una folla che i miei occhi, non ancora del tutto funzionanti, non riuscirono nemmeno a contare sul momento.
    "Che diamine succede qui? Ma cosa?" la debole foschia causata dagli occhi assonnati si schiarì abbastanza in fretta da permettermi di notare un ragazzo che stava distribuendo dei volantini a tutti i presenti, i quali, chi più chi meno, erano tutti intenti a leggerlo e a discutere tra di loro. Normalmente la mia reazione sarebbe stata "Ma che mi importa? Torniamo a dormire!" ma in quel momento era qualcosa di inattuabile, quindi decisi di vestirmi rapidamente e beccare il ragazzo per farmi dare un volantino: una vittoria della curiosità sulla pigrizia (evento da ricordare!).
    Il giovane distributore di cartacce, come ero solito chiamare quelli che mi fermavano per consegnarmi volantini che non mi interessavano minimamente ma che prendevo solo per educazione, aveva i capelli chiari e la carnagione scura, probabilmente proveniva da qualche altro villaggio o almeno uno dei suoi genitori doveva esserlo. Non ci parlai, appena gli fui abbastanza vicino mi consegnó il volantino rivolgendomi un piccolo sorriso e tornò al suo incarico.
    Rimanendo sul posto e abbassando lo sguardo cominciai a leggere:
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    Io amo la guerra. Amo camminare tra i nemici, lasciandomi alle spalle una scia di cadaveri. Mi piace sentire l'impatto del mio ferro con la carne umana, il caldo sangue che cola denso sulla lama e mi scorre tra le dita, fumando nell'aria gelida. Le suole incrostate di polvere e fluidi umani. Puzza di vomito, merda, sudore, sangue, sangue, sangue... *calligrafia illeggibile* ...e gli ho strappato la faccia con... *calligrafia illeggibile* Io le ho vissute tutte. Ero sempre lì, in ogni battaglia che si sia combattuta in questo mondo negli ultimi du... *calligrafia illeggibile* ...anni. Grande o piccola che fosse, io c'ero, a danzare tra i volti silenti sommersi nel fango. La guerra. Voglio il combattimento! HA. HA. HA.
    Se sei fatto di carne umana, e sai impugnare un kunai, ti voglio fra due giorni alla mia arena. Più sarete, più mi divertirò. Per il vincitore un premio... accorrete!
    DiomandalacarneeilDiavolomandaicuochi.
    Coordinate: 51°23′22.39″N 30°05′56.93″

    "Che soggetto... vantati pure di queste cose! Sicuramente ti faranno una statua un giorno e ti eleggeranno re delle sanguisughe o qualcosa del genere" una piccola risata mi uscì spontanea a questi pensieri, poco dopo notai i numeri scritti alla fine "Oh, ci sono anche le coordinate! Sono proprio curioso di vederlo Mr Sanguisuga... Potrebbe essere rischioso andarci, ma se c'è un premio in ballo e la possibilità di misurarsi con degli avversari in gamba...". In quel momento un leggero fastidio alla guancia mi ricordó dell'essere che incontrai nella mia ultima missione "Magari... Avrò l'occasione di prendermi una rivincita forse...". Senza pensarci nuovamente ero già tornato a casa per analizzare le coordinate: il posto non era troppo lontano da Kiri e di sicuro non ci avrei messo molto a raggiungerlo. Il problema era come uscire dato che i genin non potevano allontanarsi dal villaggio se non per missioni o perlomeno dovevano essere accompagnati da un jonin. Era più grave di quello che pensassi e cercai in tutti i modi di spremermi le meningi per trovare la soluzione: l'unica cosa certa è che dovevo andarci, era importante.

    [...]



    "Beh, alla fine è stato più facile del previsto, sono un genio!" - Grazie ancora per aver accettato di accompagnarmi sensei, pensavo di dovermi travestire da mercante o da mendicante per uscire dal villaggio -
    - Figurati, avendo letto il volantino ero rimasto molto incuriosito, il tipo sembra un figuro piuttosto losco e cattivo, sei sicuro di voler partecipare? -

    Ad accettare di accompagnarmi fu una mia vecchia, o meglio dire recente, conoscenza, cioè lo shinobi che mi aiutò nei miei allenamenti con il chakra elementale: Mizuo. Allenamenti che lo avevano lasciato non poco esaurito e emaciato il povero Mizuo, con la mano ancora inutilizzabile per la maggior parte dei movimenti e dei segni di morsi sul di dietro che, fortunatamente, erano coperti dai pantaloni.

    - Certo! Il mio obiettivo principale è mettere le mani sul premio ovviamente, ma non mi dispiacerebbe misurarmi con dei ninja di altri villaggi o strani figuri... In realtà spero proprio di incontrarne uno in particolare -
    - Oh, e chi sarebbe costu- eeh...eeh... etciùù! -
    - Bleah! Sensei, mi ha lavato la faccia! -
    - Scusa è che sono allergico alla paglia! -
    - E allora perché ha preso in affitto un carro pieno di paglia?! Non potevamo prendere dei cavalli come le persone normali? -

    Effettivamente il nostro mezzo di trasporto non era altro che una carretta stracolma di paglia che Mizuo aveva preso in prestito da un anziano signore appena fuori dal villaggio. Il legno di cui era formata era vecchio e faceva avvertire bene sulla nostra schiena tutte le nebbie che traspirò in tutti i suoi anni di uso continuo. A complicare il tutto c'era l'asino che aveva il compito di trainare il tutto, più incline ad ucciderci piuttosto che ad obbedire allo sbadato ninja che, orgogliosamente, teneva le redini.

    - Eeeh... perché doveva portare il carico di paglia in un villaggio oltre la tua destinazione e nel mio portafoglio ci sono solo ragnatele, quindi ho fatto due più due insomma! -
    - Capisco sensei ma la nooooia! Non arriveremo mai così! Uff...-
    - Fatti una bella dormita allora, la paglia è... è... ETCIU'! Aaaah... dicevo, è comoda per sonnecchiare! -
    "In effetti non è una cattiva idea!" pensai guardando il carico di paglia "Non sarà il massimo della comodità ed il sole mi ustionerà la pelle appena uscirà da dietro le nuvole, ma non importa dai, un bel sonnellino non si rifiuta mai!"
    - Sensei devo dire che la sua idea mi prende tantissimo, farò come ha detto, mi svegli quando arriviamo, mi raccomando! -
    -ETCIU'!-
    "Sempre se ci sarà bisogno di svegliarmi..."

    Con un saltino scesi dalla carretta e passai dalla postazione di "compagno del guidatore" alla postazione da dormiglione, sulla grande montagna di paglia, e chiusi gli occhi mettendomi allegramente a sonnecchiare (starnuti permettendo).

    [...]



    A farmi aprire gli occhi fu il sole che sentii chiaramente entrare in contatto con la mia pelle e devo dire che era alquanto fastidioso, di certo la mia pelle non si sarebbe abituata per tutto il tempo che sarei rimasto lì, facendomi soffrire malamente.

    - Yaaawn, sensei... dove siamo? -
    - Shinku hai un tempismo pressappoco perfetto devo dire! Laggiù c'è il bivio dove devi scendere -

    La strada dove navigavamo allegramente con la nostra barchetta piena di paglia culminava infatti con il bivio che ci avrebbe separati, anche se Mizuo avrebbe voluto molto venire insieme a me ma si sa, quando si prende un impegno va portato a termine, soprattutto se l'asino brama di ucciderti a giudicare dalla sua espressione.
    Salutato Mizuo cominciai ad incamminarmi verso la mia destinazione, distante appena tre kilometri dal bivio. Il sole splendeva alto nel cielo con una intensità incredibile per qualsiasi abitante di Kiri e, a giudicare dalla posizione del sole, doveva essere appena passato mezzogiorno. Dopo una lunga camminata arrivai finalmente alla mia destinazione dove mi aspettavo di trovare una folla incredibile e un arena in stile anfiteatro dove i ninja si potessero scannare per la gioia degli spettatori ma nulla di ciò, solo un'area nemmeno troppo grande delimitata da un cerchio di torri che non erano nemmeno state collegate fra loro, quantomeno per tentare di formare una specie di castello o roba simile. Il posto non era deserto poiché, sebbene fossero molto pochi rispetto alle mie aspettative, alcuni individui erano presenti e a giudicare dal loro portamento erano quasi tutti, se non tutti, dei ninja. Mi guardai un po' in giro cercando di distinguere delle facce familiari ma nulla, un risultato assai scontato visto che le mie conoscenze erano davvero molto ridotte. La prima cosa che mi venne in mente notando due ragazzi con il coprifronte della Nebbia fu di andare da loro, le uniche figure che mi davano più sicurezza dato che condividevamo lo stesso villaggio.
    Prima di raggiungerli fui però fermato da uno strano tizio di cui riuscii a riconoscere solo il simbolo sul coprifronte dato che ebbi modo di osservarlo numerose volte. "Un ninja di Kumo, cosa vuole?" pensai mentre cominciava a parlare:

    - Hey ragazzino, mi ricordo di te, eri quello che era in missione con Nabu...quella in cui, beh...stava per morire arrostita. Se venuto anche tu per partecipare a questa pagliacciata? -
    - Eh? Ho capito bene? Quindi tu conosci Nabune? - rimasi piuttosto sorpreso e disorientato sul momento, poi ripresi a parlare aggrottando le sopracciglia - E tu chi diavolo saresti? Io non ti ho mai visto! -
     
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    GaZI4IH


    Mi guardai attorno frattanto che Ban continuava a dar spettacolo, gli occhi girarono insieme alla testa, fissa sul corpo di carbonio. Il mondo mi girò attorno quasi fossi io a non muovermi, quel luogo non poteva esistere, non c'erano modo di nascondere un luogo così enorme in qualche maniera! Forse qualche velo dell'invisibilità pescato tra i recessi di qualche fumetto di serie "Zeta Due". Non capivo cosa fosse accaduto, ma il territorio era diverso da quello presentatosi fino a qualche secondo prima di accedere alla gola rocciosa. Scivolai per terra a furia di far girare continuamente la testa, causando un grosso tonfo e rimanendo qualche secondo zitto ad ammirare il cielo. Eppure era ancora azzurro, c'erano le nuvole, c'erano le grosse montagne, c'era tutto! Cosa poteva avermi trasportato fin là? Cosa era cambiato? Che io fossi stato così cieco da non accorgermi di quei torrioni svettanti fieri come giganti vittoriosi?
    Mi strofinai gli occhi, usanza rimasta dal tempo in cui possedevo un corpo da umano, e mi alzai facendo leva sul ginocchio sinistro. Ciò che si parava dinanzi ai miei occhi era uno scenario surreale, v'era un drappello di genin intenti a discutere fra di loro e qualche persona di grado superiore, riconobbi tra la folla delle popp... una faccia ehr... familiare. Inohana stava osservando l'incontro del suo amico amante, ragazzo... bhé, qualsiasi cosa fossero diventati dopo l'intervento d'urgenza a quella povera ragazza. Scorrendo tra le varie facce, era possibile vedere qualche vecchia conoscenza che avrei preferito evitare, tipo il ragazzo di Kumo a cui avevo prestato il mio spadone. Forse era l'occasione buona per chiederlo indietro, dopotutto erano anni che lo teneva con sé, o almeno che me lo pagasse!


    -Mannaggia a lui.-

    Mi fermai aprendo le braccia e sgranando gli occhi. Mi stavo lasciando trasportare troppo facilmente dalla situazione idilliaca, non era possibile che tutti quei ninja, provenienti da così tanti villaggi diversi a giudicare dai coprifronte, si trovassero in quello stesso punto. C'era sicuramente qualcosa che non andava per il verso giusto, ma non poteva trattarsi di un sogno, io non ero in grado di dormire! Che fosse qualche Genjutsu? No, non poteva essere. Cosa potevo fare in quella situazione così atipica? Ovviamente mi lasciai trasportare dall'euforia del momento. Sentii Ban intento a parlare con la persona di fronte a lui, a quanto pare si trattava di uno scontro, e non potevo che approfittarne. Mi gettai di forza verso il limite della folla, spostando borioso tutti gli altri nani e genin, urlando a gran voce:

    -GENTE! SI APRONO LE SCOMMESSE! QUOTAZIONI, DATE SOLDI VINCETE TANTI, SCOMMESSE!-

    Quella era la mia parte preferita durante i tornei. Aprii una sezione all'interno del braccio inferiore sinistro, rivelando una grossa quantità di ryo. Scossi il braccio in tutte le direzioni, sventolandolo in aria come fosse una bandiera per attirare l'avidità e la gola delle persone. Il tintinnio delle monete risuonò nell'area con un riverbero cristallino.

    -FORZA SIGNORI FORZA!-

    Dalla testa fuoriuscì una bandierina con il simbolo dei ryo, mi ero munito di quell'attrezzo da tempo immemore per suscitare qualche risata, ma si poteva rivelare più utile che mai in quel frangente.
    Detti uno sguardo verso l'arena, l'avversario di Ban, senza macchia e senza... onore, si era arreso lasciando a gambe levate il perimetro. Sospirai quasi deluso, continuando a scuotere il braccio e la bandierina. Volsi lo sguardo, catturato da una faccia conoscente, tra la folla avevo riconosciuto una voce inconfondibile e dei capelli rossi avevano completato il tutto. Mi avvicinai di soppiatto alle spalle del mio obbiettivo per constatare che non mi fossi sbagliato. Nabune Muzai, ferma sui suoi piedi che scherzava con un altro ragazzetto, fu grazie a lei che capii il funzionamento di quello strano torneo, il robottino chiamò il suo nome nel momento stesso in cui Ban lasciò l'arena. Ma come mi aspettavo da lei, non si mosse immediatamente, ma preferì lasciar scorrere un po' di tempo prima di "entrare" tra le torri. Fu una scelta difficile, ma fui ben lieto di aiutarla.
    Nabune stava ferma su due gambe, scuotendo la testa come presa da un attacco d'ansia, non voleva andare, non voleva combattere, ma perché? Sembrava qualcosa di totalmente sicuro, che poteva andare storto? Alzai una gamba mettendo il piede contro la schiena della genin, e la spinsi con forza verso il centro dell'area.


    -E muoviti, stronza.-

    Sorrisi voltandomi immediatamente.

    -SCOMMESSE! NABUNE MUZAI QUOTATA DUE A UNO AL MOMENTO, OFFRITE FORZA! SI VINCONO RICCHI PREMI!-

    ...
    Intascai le monete di tutte quelle generose persone, sedendomi accanto ad una torre in pietra con le braccia conserte ed un'espressione stoica e rilassata. Sospirai lasciando che tutto lo stress psicologico accumulato si diradasse, ero pronto a godermi un tranquillissimo incontro di routine.
     
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    Un biscotto dietro l’altro, senza il minimo senso di responsabilità immergevo una quantità davvero esagerata di gustosissime gocciole in un enorme tazza di latte fumante. Lasciavo che il suo odore e i suoi vapori mi riscaldassero mentre i biscotti pigramente galleggiavano per qualche secondo nella piccola macchia bianca e poi scomparivano posandosi su fondo insieme a tanti suoi compagni. Il mio motto è sempre stato fare un ottima colazione per iniziare la giornata con il piede giusto e un’ottima sensazione di soddisfazione. Del resto non esistevano né guerre né altro quando una bellissima e fumante tazza di latte ti aspettava. Assaporando il dolce gusto del cioccolato lasciai che il caldo liquido mi scendesse per tutta la gola riscaldandomi perfino le budella, altri quattro o cinque sorsi e mi potevo definire pronto per la giornata che impaziente bussava alla mia porta nelle sembianze di un ninja che era stato incaricato di guidarmi, anzi mi correggo, per farmi compagnia durante un piccolo viaggio che avrei dovuto intraprendere. Del resto non penso di averci ragionato molto, da quando avevo saputo dello strano evento che stava per accadere da lì a poco non mi ero mai soffermato più di tanto...

    Qualche giorno prima

    Mi ritrovavo ancora una volta intento nel solito giro di perlustrazione, inserito nella mia più pesante tenuta invernale cercavo di camminare il più tranquillamente sperando di non tradire la mia andatura sicura. Il freddo era palpabile e lo sentivo entrare fin dentro alle ossa. Nelle strade deserte di Oto non sembrava esserci anima viva, il freddo non perdonava nessuno e soltanto qualche fuori di testa si sarebbe aggirato per le gelide strade. Purtroppo a causa dei miei compiti dovevo compiere il solito giro di perlustrazione e verificare che la tranquillità non venisse turbata e la pubblica sicurezza mantenuta. Tra il vento tagliente e le folate che ti mozzavano il fiato continuavo la mia marcia fin quando venni praticamente travolto da un numero spropositato di volantini. Mi coprirono la faccia e ne sentivo sbattere altrettanti nelle gambe e nelle braccia, prima ancora di capire cosa diavolo stesse succedendo intravidi una figura trafilarsi nell’oscurità e scomparire con un leggero fruscio.

    Cosa diavolo?


    Ehi Kuma! KUMA! Ma che fai, non ti è mica concesso fare.. cosa diavolo stai facendo per la precisione?


    Sentivo una voce alle mie spalle, evidentemente il mio compagno mi aveva raggiunto. Non era passato molto dal giorno in cui ero stato affiancato ad Erik, come me era un Chunin del villaggio anche se con capacità ben diverse dalle mie ma questa è un’altra storia. Il collega si avvicino e con le sue mani rozze cominciò a levarmi di dosso tutti i volantoni cercando di acchiapparne qualcuno per capire di che razza di scherzo si trattasse. Con un leggero tremito sulla schiena mi resi conto che non portavano buone notizie e osservando lo sguardo concentrato di Erik mi rassegnai di fronte al suo sorriso compiaciuto e dovetti sostenere i suoi occhi pieni di grinta. Qualcosa mi diceva che stavamo per andare da qualche parte, maledetto volantino.

    Qualche Ora Dopo - Presente

    Camminavo ormai da tempo in compagnia del ragazzo, avanzava con le braccia piegate dietro la testa e i corti capelli neri che lentamente si muovevano al vento. Tendeva gli occhi castani ad ogni movimento irregolare, la sua voglia di combattere era inversamente proporzionale alla mia. Sentivo di essere un po’ sbagliato rispetto alla stragrande maggioranza degli altri ninja ma ognuno è fatto a modo suo e non avevo molta voglia di condannarmi per questo. Del resto mi trovavo nel bel mezzo del nulla solo per fare un favore ad un mio collega e magari divertirmi un po’ a vedere gli altri combattere, anche se il volantino era pieno di mistero non era affatto difficile capire il senso di tutta quella messa in scena.

    Uff.. Senti Erik, è un bel po’ che camminiamo e non mi pare che qui ci sia un.. qualcosa. Torniamo a casa, al massimo ti permetto di farti picchiare da me così sei contento!

    Scherzai avanzando qualche passo in avanti, avevo teso le braccia verso l’esterno e voltato le spalle al ragazzo. Nell’esatto momento in cui mi voltai verso il vuoto, o meglio, nella direzione in cui qualche attimo fa c’era il vuoto, trovai una stranissima struttura che mi lasciò a bocca aperta.

    Erik, ma cos? Erik? Dove sei finito?

    Il ragazzo era semplicemente scomparso e man mano che avanzavo verso quegli strani edifici sentivo la mente abbandonare ogni dubbio e accettare, quasi magicamente, quel posto. Non ci volle molto per fare un giro per tutto il perimetro, osservare ogni strana torre che lo delimitava e trovare un piccolo gruppo di ninja. Tra loro molti conoscenti e altrettanti sconosciuti, mi precipitai su chi avevo già stretto amicizia.

    YUKA! NAAABUNEEE! Ma siete tutti qui? Cosa ci fate qui? Beh, in effetti me lo chiedo anche io.

    Scambiati i primi convenevoli osservammo il primo scontro che in realtà si mostrò solo una perdita di tempo e sotto gli occhi di tutti Nabune e un suo amico furono chiamati al duello. Accompagnatore della voce meccanica fu uno strano tipo che sembrava essere la personificazione dell’ispettore Gadget. Usciva marchingegni e simpaticissimi oggetti da qualsiasi parte del suo corpo, tocco di classe fu la bandierina che svolazzava in testa. Mi avvicinai divertito e con un piccolo gruzzolo di monete.

    Mmm vediamo un po’! Punto un po’ di Ryo su quel ragazzo, così a caso, mi ispira simpatia!

    Lanciai il sacchettino al ragazzo e mi andai a sedere su un piccolo masso posto di fronte all’arena, ero pronto per fare il tifo!

    VAI NABUNE!!!!!!!!! BATTILI TUTTI!!

    Attirai l'attenzione del banco ambulante di scommesse e gli feci segno di sendersi accanto a me, avevo l'impressione che anche lui la conoscesse e non faceva male stringere qualche amicizia specialmente con un tipo così.. particolare

    Piacere Kuma!

    Tentai di porgergli la mano, l'educazione prima di tutto no?

     
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  7. Haruy
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    CITAZIONE
    Parlato
    Pensato
    Shinku
    Utagai

    Eh? Ho capito bene? Quindi tu conosci Nabune? E tu chi diavolo saresti? Io non ti ho mai visto! - Shinku sembrava piuttosto infastidito dalla mia "uscita" - "Che permaloso!" - mi lasciai scappare una risatina sotto i baffi. Essere Utagai era davvero divertente, potevo dire quello che volevo senza dovermi preoccupare di nulla, dopotutto il mio senpai non è mai stato una persona che si tiene i suoi pensieri per sè.
    Dato che la risposta di Shinku mi aveva sorpresa, e non poco, decisi di rincarare la dose. Mi avvicinai di più a lui chinandomi leggermente, Utagai era una ragazzone di un metro e ottanta, quindi faceva il suo bell'effetto su quel giovane ninja. Mi ritrovai con il viso a pochi centimetri da quello di Shinku, alzai leggermente un sopracciglio e mi portai le mani sui fianchi


    Se ti ho parlato di lei è ovvio che la conosca. - gli posai l'indice sulla fronte spingendogliela leggermente indietro - e poi ti sembra questo il modo di rivolgerti ad una persona più grande di te? Mh?- feci un ghigno a denti stretti, se non mi fossi trattenuta sarei scoppiata sicuramente a ridere. Nel mentre mi stavo gustando la reazione di Shinkucki, mi sentii posare una mano sulla spalla accompagnata da una voce che mi fece sbiancare

    Ti diverti a fare la bulla...eh?- non ebbi il coraggio di voltarmi, non poteva essere vero, Utagai non poteva essere là

    Ut...Ut...U...Ut... - sgranai gli occhi e rimasi con la bocca mezza aperta, che era stata presa da uno strano tick nervoso che mi lasciava a malapena parlare - UT- UT... Sei una completa stupida. Davvero pensavi che ti lasciassi venire qua da sola e con dei miei studenti oltretutto?! - a quella frase la mia concentrazione svanì completamente...e con essa la tecnica della trasformazione - M..Ma...MA! - le parole si rifiutavano di uscirmi dalla bocca senza contare che mi trovavo a pochi centrimetri dalla faccia di Shinku e ciò non faceva altro che aumentare il mio imbarazzo

    Comunque... - l'apparente rabbia di Utagai si trasformò in qualcosa di peggio - "Tutto tranne che una vendetta!" - si avvicinò con il viso alla mia spalla e fissò Shinku negli occhi - Nabbona ha ragione, non è di certo questo il modo di rivolgersi ad un superiore. - mi diede un colpetto sulla schiena - "S..S..sono salva?" - naturalmente mi sbagliavo, perchè dopo il primo colpetto me ne diede un altro più forte, spingendomi contro il mio amico - Penso che questa punizione possa bastare

    Facendo quel passo in avanti la distanza tra la mia faccia e quella di Shinku stava per essere praticamente azzerrata e se non mi fossi spostata...io...lui..INSOMMA! Non doveva accadere!

    Arrossii pesantemente e mentre precipitavo verso la figuraccia più grande della mia vita abbassai la testa, finendo per dare una testata sul naso al mio coetaneo, trascinandolo a terra come un'ancora gigante attaccata ad una piccola zattera -
    Ai! - l'atterraggio fu meno doloroso del previsto, ma in quel momento non diedi peso a quel dettaglio.

    Mi voltai verso Utagai per dirgliene quattro -
    MA ALLORA! - peccato che ormai dietro di me ci fossero solo un gruppo di persone che fissavano il centro dell'arena, Utagai se ne era già andato portandosi dietro i ragazzini che mi avevano costretta ad arrivare in quel posto - POTEVI ALMENO LASCIARMELI SALUTARE! - posai le mani a terra per cercare di rialzarmi e fu solo allora che mi resi conto di un piccolo dettaglio...insignificante... Shi...S...Shin...SH... - ero a cavalcioni su Shinku... per questo l'atterraggio era stato morbido! Arrossii talmente tanto che credo che il colore della mia faccia fosse praticamente lo stesso dei miei capelli e scattai sull'attenti, come un bravo soldatino

    Scusami tantissimo! SCUSA SCUSA SCUSA! - ero completamente nel panico, al punto tale che ,nel chiedergli scusa in continuazione, tenevo gli occhi chiusi e facevo una serie di inchini ad una velocità inaudita, non rendendomi che il mio amico si stava rialzando e così...

    *BAM* - ennesima testata, questa volta era stata anche più forte di quella precendente - "Che razza di entrata in scena è questa?! Se Shinkucki avesse voluto riparlarmi ora di sicuro ci avrà ripensato! DIAMINE NABUNE!" - ma ormai il danno era fatto, mi portai la mano sulla fronte su cui ormai stava iniziando a cresce un bel bernoccolo, feci un respiro profondo e nello sconforto più che totale porsi la mano a Shinkucki, per aiutarlo ad alzarsi


    Beh... - sospirai - Ciao Shinku... - mi stavo lentamente deprimendo, l'imbarazzo mi divorava ed ormai non sapevo più cosa dire o fare. Mi guardai intorno, ci doveva pur essere una via di fuga! - "Almeno non ci ha visti nessuno, grazie a dio i ninja sono interessati solo al sangue ed alle botte..."

    Seguirono diversi minuti di silenzio imbarazzante, non sapevo come tirarmi fuori da quella situazione. Così i miei occhi dopo aver toccato ogni centimetro ci ciò che mi circodanva, tornarono a posarsi su Shinkucki. Sembrava provato da tutte quelle testate, probabilmente non ci era abituato quanto me, senza contare che il suo viso era di un rosso acceso, simile a quello che si rifiutava di andare via dalle mie guance.

    Venni presa dai sensi di colpa, se si trovava in quello stato era solo per colpa mia e non ce la facevo a vederlo in quella situazione. Decisi di sfruttare la mia esperienza in ambito "figuracce" cercando di sdrammatizzare con qualche frase cretina


    Beh...mmmh... - parlare fu più difficile di quanto potessi immaginare, guardare Shinkucki negli occhi riusciva a farmi pensare solo al momento in cui le nostre...insomma, il momento in cui eravamo molto vicini. - C...come stai? - abbassai lo sguardo cercando di mantenere la calma - ...o forse sarebbe meglio dire "Come stavi?"...visto che ormai dovresti stare piuttosto male grazie alle mie testate...hehe - mi portai una mano dietro la testa mentre sentivo pulsare il bernoccolo che continuava a crescermi sulla fronte. Stranamente Shinku sembrò reagire abbastanza bene a quel mio tentativo di rimetterci a nostro agio, anche se continuammo ad evitare di guardarci negli occhi riuscimmo ad avere qualcosa di simile ad un discorso.

    Tra una chiacchiera ed una risata il mio sguardo venne catturato da un altro volto conosciuto -
    "Atshushi..?" - in quel momento smisi di ascoltare Shinku e la mia attenzione si focalizzò da qualcosa che non mi sarei mai aspettata di vedere su un ragazzo timido come lui - "La sua spada...p..perchè..? E' interessato a questa roba..?" - rimasi pietrificata, quel pensiero mi faceva rabbrividire.
    Per fortuna quella mia distrazione durò relativamente poco, dato che da tutta quella folla apparve un'altra conoscenza, che mi fece spuntare un sorriso a trentadue denti -
    Kumaaaaa! - feci un cenno a Shinku per indicargli che sarei tornata subito e mi avvicinai al mio amico cristallino, era bello rivederlo e dovevo ancora ringraziarlo per lo splendido regalo che mi ero ritrovata nel sacchetto dopo essere tornata a casa.
    Rimasi a chiacchierare con lui per una decina di minuti, a quanto pare conosceva molte più persone di quante me ne aspettassi e come supponevo anche lui non c'entrava nulla con questa sorta di "Torneo di sangue e violenza". Prima di andare via lo abbracciai per ringraziarlo del suo piccolo regalo di cristallo e rinnovai la mia promessa nei suoi confronti - "Dovrò pur trovare qualcosa da regalargli!" - mi allontanai saltellando mentre continuavo a salutarlo con la mano per tornare vicino a Shinkucki, che si in mia assenza si era concentrato sugli scontri.



    Separatore-Grigio-e-Rosso


    Non c'è più nulla che io posso fare... Complimenti, mi arrendo.

    Come sarebbe a dire?! - la cortina non mi lasciava vedere il mio sfidante, così la diradai. Dopo avermi spinta al limite Shinku non poteva farmi una cosa del genere, era riuscito a tirare fuori la parte peggiore di me e davanti ad un pubblico di quelle dimensioni, non potevo perdonarlo.

    I miei occhi ancora inespressivi guardarono quell'orrido spettacolo senza provare nient'altro che rabbia.


    Come sarebbe a dire che ti arrendi, Shinku?! Non puoi farmi questo...non ora, Shinkucki... - provai l'irresistibile voglia di fargli ancora più male e senza che me ne rendessi conto il filo spinato avvolto intorno a lui si strinse in una morsa ancora più letale. Il sangue continuò a sgorgare dalle sue ferite e ci fu una parte di me che si sentì soddisfatta del provocargli quel dolore, dopotutto era per quello che lo avevo attaccato.
    Mi limitai a guardarlo con gli occhi vuoti mentre respirava a fatica lacerato da quel ferro gelido, come il mio cuore in quell'istante.


    La prossima volta io... - lo vidi perdere conoscenza, la sua testa si piegò su un fianco dopo quelle sue ultime parole.

    Fu in quel momento che tornai in me.


    Shinku...cki...? - Il filo spinato adagiò il ragazzo incosciente a terra, liberandolo da quella prigione spinata e scoprendo tutte le sue ferite - C...Cosa..? Io... - insieme alla consapevolezza di aver quasi ucciso colui che consideravo il mio migliore amico, tornò anche il dolore di tutte le ferite, che mi fecero accasciare a terra in una delle diverse pozze di sangue che avevano "colorato" l'arena.

    Riuscii a girare la testa quel tanto che bastava per farmi vedere un volto che avrei preferito non assistesse a quello spettacolo raccapricciante


    K...Kuroda...Aiutalo... - quelle furono le uniche parole che riuscii a pronunciare prima di cadere di nuovo nel buio.
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    Nabune stava per iniziare a combattere, o almeno così sembrava. Non avrei mai potuto sapere se quella ragazza si fosse data una smossa ed avesse continuato a puntare avanti, oppure avrebbe semplicemente guardato il suo avversario e si sarebbe allontanata timidamente per tornare tra gli spettatori. Sospirai abbassando la testa e scuotendola pian piano, Nabune era un tipetto fin troppo enigmatico per tentare di capire cosa volesse fare, ed ancora non ero riuscito ad inquadrare bene la sua mentalità, era probabilmente bipolare o qualcosa del genere. E così, mentre Nabune parlava col suo sfidante, mi girai verso un tizio casuale che scuoteva la mano facendomi cenno di venire. Guardai in giro, ma non vi era nessun'altro nella mia direzione. Mi puntai un dito sotto il mento strizzando l'occhio scoperto.

    -Me?-

    Chiesi timidamente. Il ninja continuò, e mi trovai quasi in imbarazzo, ma accettai il suo invito. Mi sedetti di lato al masso su cui stava lui, i suoi capelli possedevano un atipico colore candido, un biondo chiarissimo.

    -Piacere Kuma!-

    Sobbalzai, vedendo che mi porgeva la mano, un gesto che non mi stavo aspettando, tanto era assorto nei miei pensieri. La sua voce mi fece ricordare velocemente chi fosse, l'avevo già visto prima, in mezzo alla ressa degli scommettitori, uno dei tanti che aveva fatto la sua puntata. Ricambiai il gesto, stringendogli la mano con vitalità.

    -Piacere mio, sono Kuroda Akasuna, di Suna.-

    Sorrisi gentilmente, notando il coprifronte di Oto di sfuggita.

    -Anche tu partecipi al torneo o sei solo uno spettatore? E come ci sei finito qui?-

    Chiesi, piegando la testa su un lato con aria interrogativa.

    -Io stavo osservando l'area intorno per ordine della mia Kage, mi aspettavo di trovare qualcosa di... "diverso", ma poco importa, almeno posso rilassarmi un po'. A proposito, te sai niente di sto posto? Chiedo giusto per curiosità.-

    Kuma si sarebbe potuto rivelare una buona fonte d'informazioni, non mi sembrava un tipo sveglio ma avevo imparato da tempo che l'aspetto era un mero ritratto, ciò che si celava dietro il quadro era il vero valore di una persona. Venni interrotto da un rumore non poco sinistro, nell'arena, a distanza di qualche metro, Nabune era stata spinta via da un poderoso getto d'acqua che l'aveva colpita in pieno.

    *Tranquillissimo, hm?*

    *È solo un colpetto. Son sicuro che Nabune possa far di meglio.*


    La smentita fu repentina, Nabune venne scagliata lontano da un altro fascio d'acqua, stavolta non sembrava molto felice, tutt'al più che a mia sorpresa, l'acqua si stava colorando di rosso. Deglutii grattandomi la testa nervosamente, tirando un'occhiata a Kuma cercai di sdrammatizzare.

    -Mi sembra un incontro molto... ehm... combattuto. Su chi avevi puntato?-

    Risi con noncuranza, sicuramente Nabune non si era accorta di me, non si era nemmeno girata un attimo, non poteva sapere che ero stato io a mandarla al macello.

    -A me piacciono i crisantemi! A te?!-

    Dissi senza girare il viso. Stavo quasi entrando in panico, non poteva essere un torneo così cruento, qualcuno avrebbe sicuramente fermato l'avversario di Nabune se le cose si fossero messe peggio. Non voelvo entrare nell'arena, salvare Nabune e sottostare alle sue lamentele o peggio, alla sua parte di carattere psicopatica, avrei preferito svignarmela in qualche paese sconosciuto!
     
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    Bene o male tutti i partecipanti si conoscevano tra di loro, cera chi si guardava in cagnesco e chi invece si salutava, solo io e un altro paio di ragazzi stavamo in disparte visto che a quanto pare non avevamo nessun conoscente tra gli altri partecipanti e i pochi curiosi che erano stati 'ammessi'.

    Questi saranno i miei futuri sfidanti....non pensare a loro e concentrati solo a

    -GENTE! SI APRONO LE SCOMMESSE! QUOTAZIONI, DATE SOLDI VINCETE TANTI, SCOMMESSE!-


    Proprio poco prima di entrare in uno stato meditativo per cercare di rilassarmi e di non pensare agli altri venni riportato alla realtà dalla voce di uno degli spettatori, era un ragazzo alto con una carnagione chiara, dei capelli biondi che incorniciavano un bel viso reso ancora più attraente da due occhi azzurri, ovvero il tipico bel ragazzo che fa colpo su molte ragazze. Dalla voce sembrava una persona molto sicura di se e che era abituata a fare quel genere di uscite così decisi di ignorarlo ma per mia sfortuna non fu possibile visto che il suon che producevano quei ryo era molto convincente e se poi lo uniamo a quella sua voce accattivante abbiamo la combinazione perfetta.

    Chissà come si chiama...non so il perché ma ha una faccia conosciuta...forse è di Suna come me l'altro Akasuna.

    Il primo scontro era finito con una velocità assurda, non perché uno dei due era nettamente superiore, ma perché il ragazzo di nome Josuke dopo essere entrato nel ring si è arreso e questo comportamento diede molto fastidio a Ban che uscì dal ring infastidito.

    Mi dispiace per il suo prossimo sfidante.

    -FORZA SIGNORI FORZA!-

    -Soldi?-


    Come in una qualsiasi caricatura le mie orecchie iniziarono a muoversi a quella dolce parola, e il rumore dei ryo che continuavano a tintinnare mi convinsero ad avvicinarmi. Non appena fui abbastanza vicino notai non solo che dalla sua testa era spuntata una bandierina con il simbolo della nostra moneta, ma vidi anche che quelle monetine non erano contenute in un sacchetto ma bensì all'interno del suo braccio che si era aperto mostrando quel piccolo nascondiglio.

    Ma quello è un braccio da marionetta... non mi dire che...

    Mi incamminai verso quel ragazzo così strano e non appenai gli fui ad un paio di metri gli chiesi...

    -Piacere Kuma-

    Ma cazzo vuole questo mo?!


    Come sempre ero stato battuto sul tempo da qualcuno, ma non fu proprio a mio svantaggio visto che anche questo ragazzo di oto (o almeno il suo coprifronte era di oto) chiese al biondo il suo nome.

    -Piacere mio, sono Kuroda Akasuna, di Suna.-

    Uuuh Aaaaaah si è lui è lui il jonin marionettista di Suna....aaaaah che faccio adesso?! Mi butto nella conversazione o no.. oddio non so cosa dirgli...


    Non mi sentivo con il cuore in gola da molto tempo, per me come per il mio maestro Kuroda era una star, infondo era un jonin ed un marionettista, ergo un esempio da seguire.

    Dai cazzo...Buttati

    -Ecco...-

    -Anche tu partecipi al torneo o sei solo uno spettatore? E come ci sei finito qui?-


    Non mi calcolò nemmeno, o meglio non mi sentì visto che la mia voce era un filo ed anche il rumore dell'erba che veniva mossa dal vento aveva un valore in decibel più alto, ma ormai ero li, a qualche passo da uno dei pochi che ammiravo, non mi potevo perdere quell'occasione per poter parlare con un individuo del genere.

    -S..s...scusa... prima mi pare di aver sentito che ti chiami Kuroda Akasuna...giusto?

    Prima di entrare nella loro conversazione attesi che i due finirono di parlare, così da non disturbare o interrompere nulla.

    -Ecco io sono Yui Akasuna, figlio adottivo di Yoh Akasuna e beh...volevo solo dirti che ti stimo molto e che vorrei quanto meno avvicinarmi al tuo livello un giorno.-

    Ma che cazzo dico...così sembro un lecchino...

    -Se hai tempo...ti andrebbe di mostrami la tua abilità con il marionettismo?-

    Mayday mayday...la missione è fallita..


    Per tutto il tempo non riuscii a incrociare il suo sguardo, non so il perché ma quel ragazzo mi metteva a disagio e l'unico istante in cui riuscii a guardarlo negli occhi vidi sul suo volto una espressione...normale, quasi priva di interesse.
     
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    Il banco umano, così per dire, di scommesse sembrava la persona più innocente del mondo quando indicandolo lo invitai ad assistere all’incontro di Nabune accanto a me. Avevo trovato un masso abbastanza grande da permetterci entrambi una comoda vista sull’arena, sicuramente non era una poltrona reale ma non ero abituato a nessun tipo di privilegio quindi dovetti solo sperare che il misterioso ragazzo accettasse. I suoi sguardi e le sue movenze mi suscitavano un sorriso, quel ragazzo sembrava sprizzare simpatia da tutti i pori. Incerto si muoveva verso di me, del resto ero un estraneo che lo invitava a sedersi e io stesso avrei indossato l’abito dell’imbarazzo ma questa volta diverso, presa una posizione dovevo mantenerla quindi cercai di ostentare una certa sicurezza giusto per dare una buona impressione.

    Piacere mio, sono Kuroda Akasuna, di Suna.


    Il ragazzo strinse la mia mano con energia e per qualche secondo ci guardammo dritto negli occhi, ero ancora divertito dai suoi strani aggeggi che tirava fuori da qualsiasi parte del suo corpo. Sulla punta della lingua spingeva la richiesta di informazioni ma cercai di trattenermi considerando che non avevo per nulla confidenza con Kuroda e non potevo permettermi di essere sgarbato nei primi secondi in cui ci eravamo presentati.

    Io vengo da Oto come avrei notato e a dirla tutta non so come diavolo ci sono finito qui. Beh, è una storia lunga ma meglio fare un piccolo riassunto o rischio di distarti per tutto l’incontro di Nabune. Allora, ho incontrato uno strano tipo che spargeva questi volantini ma prima di potermene rendere conto era praticamente scomparso nel nulla così il mio collega mi ha trascinato in questo posto contro la mia volontà.

    Presi fiato, ero un tipo loquace e se non volevo rischiare di cadere a terra completamente rosso in viso dovevo fare una piccola pausa per aprire i polmoni e..

    S..s...scusa... prima mi pare di aver sentito che ti chiami Kuroda Akasuna...giusto?

    Dalle nostre spalle provenii una vocina che ci distrasse entrambi, un ragazzino con una capigliatura particolarmente strana aveva attirato l’attenzione del suo compaesano

    Ecco io sono Yui Akasuna, figlio adottivo di Yoh Akasuna e beh...volevo solo dirti che ti stimo molto e che vorrei quanto meno avvicinarmi al tuo livello un giorno.

    Il ragazzo divenne un peperone e quasi stentava a tenere lo sguardo alto per incrociare il suo sguardo con Kuroda, del resto non potevo biasimarlo. Alla sua età non mi sarei mai permesso di scambiare anche solo quattro chiacchiere con una persona tanto grande quindi il suo coraggio era da premiare.

    Vieni Yui, siediti qui.

    Feci spazio tra me e Kuroda così da farlo sedere tra me e il marionettista professionista. Decisi di non intromettermi tra i due e li lasciai scambiare qualche parola inerenti alla loro casata e robe del loro villaggio. Del resto io ero lo straniero della situazione e non potevo immischiarmi nei loro affari quindi a cuor leggero continuai ad osservare Nabune che veniva sballottata da ben due getti d’acqua che la colpirono in pieno petto. La ragazza sembrava reagire ma dopo l’ennesimo colpo sembrava parecchio ferita e cominciavo a preoccuparmi per la mia amica, se il suo avversario non avesse abbassato la cresta qualcuno doveva intervenire prima di far rischiare la pelle a Nabune.

    Mi sembra un incontro molto... ehm... combattuto. Su chi avevi puntato?


    Mmm si, speriamo che Nabune gli faccia vedere di che pasta sia fatta, purtroppo io..

    Dall’arena il clima sembrò cambiare rapidamente, la ragazzina era quasi a terra e continuava ad asciugarsi dal volto numerose lacrime che lentamente si mischiavano a gocce di sangue che tappezzavano le numerose pozzanghere. D’istinto mi irrigidii e tesi tutti i muscoli del corpo per intervenire in qualsiasi momento, di certo non ero una forza della natura ma in caso di pericolo non mi sarei fatto il minimo scrupolo a neutralizzare l’avversario della mia amica considerando che nessuno sembrava interessato alla salute dei partecipanti, anche il piccolo esserino meccanico continuava a parlare con altri contendenti al premio incitandoli alla calma.

    Kuroda, pensi che qualcuno interverrà? Non ho ancora visto nessuno che sembri essere l’architetto di tutto questo piano e non voglio che Nabune si faccia male, del resto questo è il primo vero incontro a cui assistiamo e non possiamo essere sicuro che qualcuno vigili sull’incolumità di tutti. Che ne pensi?

    Dovetti distogliere lo sguardo dall’arena che si stava riempendo di fumo per osservare meglio Kuroda. Ad uno sguardo attento qualche piccola emozione tradiva le sue parole e potevo scommetterci che anche lui era preoccupato almeno quanto me per le sorti della ragazza. Ma tutte le mie paure svanirono insieme al fumo che dopo qualche istante rivelò l’esito dello scontro, a bocca aperta assistessi ad una scena macabra degna di qualche film horror. Il ragazzo era avvolto in un filo particolare che tranciava la sua pelle ad ogni suo respiro facendolo cadere a terra esamine in una piccola pozza di sangue che lentamente si aprii sotto il suo corpo.

    Oh.. mio.. Dio..

    La ragazzina sembrava condividere il mio stesso stupore, ciò che aveva fatto era violento ma a quanto pare gli aveva fatto vincere lo scontro.

    K...Kuroda...Aiutalo...

    Mi voltai verso Kuroda e senza aspettare una sua reazione spinsi con tutte le mie forze e mi lanciai in una corsa che mi permise di scavalcare il piccolo recinto che delimitava l’area. Speravo che il marionettista di Suna mi seguisse o che addirittura mi superasse, si sarebbe occupato di Nabune. Nel giro di qualche secondo mi ritrova vicino al ragazzino che ormai viaggiava nel mondo dei sogni ma sicuramente era vivo ma purtroppo aveva perso molto sangue, coraggiosamente sfilai le numerose spire tagliandomi i palmi delle mani ma fortunatamente solo in maniera superficiale.

    Coraggio ragazzo, ora vediamo chi può aiutarti. Ohhh issa!

    Caricai il corpo del ragazzino sulle mie spalle e velocemente mi diressi verso il robottino che sventolava una capsula bianca da far ingerire ai reduci.

    Ripigliatevi in fretta e furia con questo medicinale allucinanteeee. Da consumarsi preferibilmente entro... dieci secondi.

    Presi dalle mani fredde della macchina il medicinale e lo feci ingerire al ragazzo e dandogli qualche schiaffetto cercai di risvegliarlo.

    Ehi.. Ehi.. Su dai mi senti? Va tutto bene è tutto finito.

    Alzai lo sguardo sperando di trovare Kuroda che medicava Nabune.



    Horribil post! <3 Scusate il ritardo, Nagi se ti va puoi continuare la pq se vuoi che aspettiamo che ti riprendi da solo ed evitare che ti venga a prendere dimmi e modifico subito :kuma:
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
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    Mi alzai, girando i tacchi con estrema noncuranza e iniziai a camminare lentamente verso la fenditura tra le rocce, la stessa da cui ero entrato. Mentre delle goccioline immaginarie cominciavano a solcarmi il volto, un ragazzo si avvicinò a me a testa bassa.

    -S..s...scusa... prima mi pare di aver sentito che ti chiami Kuroda Akasuna...giusto? Ecco io sono Yui Akasuna, figlio adottivo di Yoh Akasuna e beh...volevo solo dirti che ti stimo molto e che vorrei quanto meno avvicinarmi al tuo livello un giorno. Se hai tempo...ti andrebbe di mostrami la tua abilità con il marionettismo?-

    Un altro Akasuna? Questo mi era nuovo, non sapevo vi fossero altri Marionettisti a Suna e mi consideravo l'ultimo erede, insieme a Nami, del marionettismo, ma sembrava mi sbagliassi in pieno. L'essere fermato da due sconosciuti in così poco tempo non era qualcosa di così gradevole come si può pensare.

    -Non ora, non posso, ho un impegno, devo fuggire!-

    Cominciai a balzare di lato compiendo qualche passetto lungo il fianco del ragazzo senza perdere troppo tempo. Ero un tizio che non sembrava possedere i tratti tipici degli abitanti del deserto, eppure dal coprifronte non v'era alcun dubbio che appartenesse a Suna.

    Vieni Yui, siediti qui.

    Kuma lo invitò a sedersi, ma io avevo veramente poco tempo, lo scontro sarebbe finito presto e Nabune mi avrebbe cercato dappertutto.

    -Kuroda, pensi che qualcuno interverrà? Non ho ancora visto nessuno che sembri essere l’architetto di tutto questo piano e non voglio che Nabune si faccia male, del resto questo è il primo vero incontro a cui assistiamo e non possiamo essere sicuro che qualcuno vigili sull’incolumità di tutti. Che ne pensi?-

    -Che avrei fatto meglio a starmene a casa.-

    Nabune Muzai vs Shinku Yuki



    Se avessi avuto una pelle, sarebbe stata solcata da una gocciolina di sudore.
    Nabune era totalmente andata fuori controllo ed aveva pestato malamente il tizio. Notai in lontananza come Nabune fosse definitivamente più spaventosa di quanto pensassi. Una cortina di fumo avvolse l'arena coprendo la vista a tutti, o almeno a coloro che la utilizzavano come senso primario, per chi come me aveva un asso nella manica, fu straziante immaginare come uno scontro tra genin potesse arrivare a quel punto. Dai rumori potevo concludere che Nabune stava scuoiando la carcassa di qualche "animale". I rumori continuarono, gelando l'aria attorno alla mia figura in un infinito tempo, lento come i granelli di sabbia all'interno di una clessidra ostruita. In pochi secondi, il fumo scomparve lasciando l'area, ed i due sfidanti. O almeno, quello che ne rimaneva.


    K...Kuroda...Aiutalo...

    E cadde. Svenne in una frazione di secondo, o almeno così mi parve. Mi gettai immediatamente all'interno dell'arena tuffandomi verso Nabune per sollevarla da terra. Il mio corpo cozzò contro il freddo terreno andando a collidere con gli sparuti fili d'erba che si incollarono al petto, qualcosa che non mi interessava minimamente. Kuma era andato dal ragazzo, e gli stava scollando di dosso il filo spinato, qualcosa che conoscevo abbastanza bene, poiché, a giudicare dalla fattura, era l'arma di mia invenzione, se non ci fosse stato Kuma sarei dovuto accorrere io al suo fianco per evitare che morisse dissanguato. Mi alzai da terra trasportando Nabune al limite del campo e la adagiai contro una delle tanti torri, premendole sul petto entrambi i palmi. Le mie mani furono ricoperte da un'aura verdognola che l'avrebbe curata nell'immediato, dopotutto il Palmo Misico era ottimo per questo genere di situazioni, Nabune poteva avere qualche contusione e un sanguinamento superficiale, nulla di più. Si sarebbe ripresa immediatamente dalla botta subita. Con l'altro paio di braccia continuai ad ispezionarle il corpo per controllare se vi fossero altri punti d'interesse al fine della sua guarigione, ma il semplice Palmo Mistico sarebbe stato più che sufficiente, lo stesso non potevo dire per il ragazzo al quale Kuma stava dando qualcosa per via orale, non ero sicuro si sarebbe ripreso tanto presto viste le ferite riportate a causa del Filo Spinato, potevo solo pregare che si rimettesse in sesto il prima possibile.
     
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  12. Haruy
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    Da adesso in poi userò il rosso per il mio parlato così da non creare casini con i colori :fifi:


    Ero certa di riprendere conoscenza in qualche infermeria o qualcosa di simile, soprattutto perchè la sensazione che accompagnò il mio risveglio fu quella che avevo provato tempo prima nell'infermeria di Kiri. Non appena aprii gli occhi e mi resi conto di trovarmi ancora in quel dannato posto, spostai lo sguardo sull'arena per assicurarmi che qualcuno, o meglio Kuroda, fosse andato a salvare Shinkucki.

    Ciò che i miei occhi videro fu un'immagine che non mi sarei mai aspettata. Kuma era andato a soccorrere il giovane genin e stava tentando di farlo rinvenire porgendogli una strana pillola presa chissà dove -
    Allora Kuroda me lo sarò immaginato... - sollevai le spalle accompagnando quel gesto dall'espressione più stupida ed interrogativa mi fosse mai venuta fuori. Ma l'importante era che qualcuno avesse soccorso Shinku e, proprio parlando di soccorrimenti, decisi che era finalmente era arrivato il momento di ringraziare il medico che si stava prendendo cura di me. Mi voltai con un grosso sorriso e...

    Asdusdbfeyfefa! - si... mi venne fuori un suono del genere.

    Rischiai quasi di affogare con la mia stessa saliva perchè stavo tentando di deglutire e prendere fiato nello stesso momento. Venni presa da due violenti colpi di tosse -
    *coff* KUR *coff* KURODA?! - era ufficiale...Se non ero morta durante quel combattimento stavo per farlo ora. Il ragazzo mi stava fissando con uno sguardo molto serio, mentre mi continuava a guardare e tastare il corpo come se nulla fosse - Ma che cavolo! - cercai di tirarmi indietro, ma il mio scatto non mi portò molto lontano dal mio "rapitore", poichè, come mi allontanai dalla luce verdognola emessa dai suo palmi, la fatica ed il dolore provato durante il mio scontro ricominciarono a farsi sentire. Una smorfia di dolore si impossessò del mio viso e mi portai una mano su un fianco - Che stavi facendo?! Perchè non sono in infermeria?! Perchè ti stai prendendo cura di me e non hai badato a Shinku? - non sapevo cosa stavo dicendo, la verità è che ero talmente emozionata e soprattutto imbarazzata nel vedere Kuroda prendersi cura di me, che lasciai che i miei pensieri si trasformassero in palore senza essere filtrati dalla ragione - Cosa ci facciamo ancora qui? - notai che sul suo petto c'era qualcosa di strano, una serie di filetti verdi sparsi in maniera disordinata - "E quelli da dove li avrebbe presi?" - mi diedi un'occhiata veloce per capire se avesse potuto prendere quei ciuffetti d'erba dai miei vestiti, ma non trovai niente.

    Istintivamente mi voltai verso l'arena e notai, che proprio nel punto in cui c'era la mia pozza di sangue, c'era dell'erba. In particolare c'era un piccolo tratto in cui il terreno era stato scavato e l'erbetta era stata sradicata, come se vi fosse stato lanciato sopra qualcosa di particolarmente pesante -"Non è vero..." - guardai Kuroda e finalmente il mio cervello decise di fare due più due -
    ... - arrossi pesantemente ed abbassai lo sguardo facendo in modo che la frangetta coprisse i miei occhi. Mi sentivo in colpa, Kuroda doveva essersi preoccupato per avere una reazione del genere - "Ci rinuncio...ormai questo ragazzo scapperà via tutte le volte che mi vedrà..." - avevo preso l'abitudine di toccare la collana tutte le volte che mi sentivo in imbarazzo, così mi portai la mano sul petto in cerca del piccolo ago che per me aveva un valore maggiore di un lingotto d'oro. Ma la mia ricerca andò a vuoto, la mia nano non riuscì a trovare la piccola pretuberanza che portavo sempre sotto la maglietta, e mano mano mi rendevo conto di quanto quella scoperta fosse vera, allo stesso modo saliva il mio panico.

    Sgranai gli occhi guardando verso il vuoto -
    Non posso averla persa... - cominciai a rivivere a ritroso tutti i momenti in cui sarebbe stato possibile che io avessi perso di vista il mio piccolo tesoro e poi mi venne in mente - "Lo scontro!" - quel piccolo gioiellino mi era scivolato fuori dalla tasca poco prima che cominciassi a perdere il senno. Il mio sguardo si catapultò di nuovo sull'arena e mise a fuoco in un battibaleno il minuscolo oggettino che era rimasto lì immobile per tutto quel tempo - Devo salvarla - cercai di rimettermi in piedi per potermi avvicinare all'arena, mentre la mia mano sinistra puntava dritta verso la collana, pronta a raccoglierla nonostante ci dividessero diversi metri a dividerci - Non posso lasciarla lì...devo salvarla!
     
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    Lo shinobi di Kumo non sembrava avere cattive intenzioni o simili, alle mie parole accennò una piccola risata, avvicinandosi ancora di più. Era piuttosto alto, ad occhio tra il metro e ottanta e il metro e novanta, non sapevo dirlo con esattezza, la cosa certa è che aveva una bella stazza in confronto alla mia. Si fermò a pochi centimetri dal mio volto, chinandosi e poggiandomi l'indice sulla fronte, premendo nel tentativo di farmi indietreggiare.

    - Se ti ho parlato di lei è ovvio che la conosca. E poi ti sembra questo il modo di rivolgerti ad una persona più grande di te? Mh? -

    Lo shinobi non esitò nemmeno un attimo nelle sue azioni, sembrava piuttosto sicuro di sé e questo non mi piaceva. Fossi stato in una situazione diversa avrei risposto a tono, con un bel "Ma come osi?! Stupido stoccafisso!", ma, come già detto, quel tizio era fin troppo sicuro nelle sue azioni, doveva essere un ninja piuttosto potente, meglio non rischiare. Deglutii mentre continuavo a fissarlo negli occhi con un'aria piuttosto preoccupata.
    La situazione si capovolse quando notai una mano posarsi sulla spalla dello shinobi e vidi... lo stesso tizio dietro il tizio? "Che sta succedendo? Perché i tizi sono due? La trasformazione, possibile?" finito il pensiero da capitan ovvio la tecnica della trasformazione, quello che effettivamente era, si disciolse in una nuvoletta di fumo bianco rivelando una persona inaspettata, ma l'unica che conoscessi talmente stramba da escogitare una trovata del genere: Nabune.

    - Ti diverti a fare la bulla...eh? -

    Quando mi miei occhi tornarono a guardare in avanti realizzai che ora non avevo più a due centimentri dal viso uno shinobi alto e dall'aria minacciosa, bensì una ragazza... della mia stessa età oltretutto. Non avevo modo di spostarmi, forse ero fin troppo agitato per muovere qualsiasi muscolo del corpo, però avvertii chiaramente quella sensazione di calore su tutto il viso, sensazione che il corpo usa per dirti "Ehy, guarda che stai arrossendo, AH AH!". E in effetti in quella situazione l'unica cosa che avrei potuto fare spontaneamente era stare fermo e arrossire. Lo shinobi di Kumo non sembrava troppo contento della trovata di quella che, facendo due più due, doveva essere la sua allieva.

    -Sei una completa stupida. Davvero pensavi che ti lasciassi venire qua da sola e con dei miei studenti oltretutto?!-

    In risposta Nabune non faceva altro che balbettare, non doveva essere una bella situazione nemmeno per lei. Il ninja avvicinò il viso alla spalla della sua allieva e, rivolgendosi a me, disse:
    - Nabbona ha ragione, non è di certo questo il modo di rivolgersi ad un superiore -

    Si vedeva che quel tizio non mi conosceva, in generale non portavo rispetto nemmeno ai ninja di grado più alto a Kiri, figuriamoci ad un ninja di Kumo di cui non sapevo nemmeno il grado effettivo. Però la situazione non mi permise di formulare una risposta adeguata perché lo shinobi si prese la sua piccola, sebbene molto efficace, rivincita spingendo Nabune contro di me. Ora ci trovavamo veramente (e sottolineo veramente) vicini, tanto che riuscivo ad avvertire il suo respiro sulle mie labbra. Grazie al cielo la kunoichi ebbe la buona idea di spostarsi appena in tempo, altrimenti sarebbe successo, e non poteva accadere adesso, non in quella situazione! Però si sa, nulla si ottiene per nulla, e di conseguenza mi beccai una testata sul naso. Non riuscivo a capire perché quella ragazza riuscisse sempre e comunque a darmi botte sul naso, proprio sul mio punto più sensibile, forse c'entrava il karma o qualcosa del genere... Ma questo non bastò alla "Nabbona", come l'aveva chiamata il suo maestro, che oltre a procurarmi un dolore bestiale mi spinse a terra cadendo sopra di me in una posizione che... beh, sarebbe meglio non descrivere. L'unica cosa certa è che volevo liberarmi da quella situazione per non insorgere in... problemi di natura fisiologica o qualcosa del genere...
    Nabune non sembrava essersi accorta di come eravamo "messi", prestava attenzione al suo sensei che in un attimo sparì insieme ai marmocchi che lui, cioè... il falso, stava accompagnando in giro per quello strano posto.
    Quando ella si rese conto di tutto si alzò immediatamente, diventando rossa come un peperone, tanto che qualcuno con una bassa vista non avrebbe capito dove finiva la faccia ed iniziavano i capelli.

    - Ahi ahi ahi, perché devi sempre colpirmi sul naso? Credo di avere un corpo intero adatto come bersaglio, perché proprio lì? -

    - Scusami tantissimo! SCUSA SCUSA SCUSA! -
    - Non preoccuparti, ormai è quasi spari- Ahia! -
    Un'altra testata... ma come diavolo faceva? Stavolta non riuscii a trattenere le lacrime, che si disposero intorno ai miei occhi luccicando contro il sole "Ma perché? Cosa ho fatto di male? Sigh!". Fosse stata un'altra persona mi sarei arrabbiato non poco, ma sapevo quanto quella ragazza fosse imbranata e arrabbiarsi sarebbe stato inutile.
    Nabune sembrava comunque già abbastanza dispiaciuta e cercò di "risolvere" la situazione in qualche modo, esclamando - Beh... Ciao Shinku... - al che io risposi, cercando di evitare in un primo momento il contatto diretto con i suoi occhi, - Salve Nabune... -
    La situazione però era ben lontana dal risolversi, seguirono infatti alcuni minuti di silenzio imbarazzante prima che lei si decise ad aprir nuovamente bocca.

    - C...come stai?...o forse sarebbe meglio dire "Come stavi?"...visto che ormai dovresti stare piuttosto male grazie alle mie testate...hehe -
    - Eh... sì, stavo bene ma non mi lamento nemmeno adesso dai... - mi tastai il piccolo bernoccolo che era cresciuto sulla mia fronte - Vedo che stai bene, è da un po' che non ci vediamo! Sai, dopo quella missione sono stato piuttosto preoccupato, perdonami se non sono venuto a trovarti ma non ne ho avuto l'occasione, rimedierò a breve, ho voglia di biscotti! -

    Riuscimmo finalmente a conversare senza imbarazzo finché la ragazza, notando probabilmente un suo conoscente, mi lasciò momentaneamente per andare a salutarlo. Inquadrai quello che avevo capito chiamarsi Kuma con sguardo curioso: aveva i capelli di un colore molto particolare, simile all'argento, e una corporatura piuttosto snella, molto simile alla mia. Avrei potuto approfittare della sua conoscenza con Nabu per farci amicizia anche io ma il mio carattere timido me lo impedì, facendomi rimanere fermo a fissare gli incontri che iniziarono di lì a poco.
    Ad affrontarsi nel primo turno, chiamati da uno strano essere metallico, furono un certo Ban Yōsei contro un certo Josuke Okamoto. L'incontro fu qualcosa di veramente noioso perché si concluse ancor prima di cominciare con la ritirata del secondo chiamato. Anche l'incontro successivo, che impegnò uno dei ninja di Kiri, tale Atsushi Nasushimo, contro un ninja di Suna, un certo Hikaru Akasuna, non era stato interessante perché quest'ultimo non reagì, accaparrandosi ogni colpo dello shinobi di Kiri e perdendo miseramente. In fondo ero contento che un mio compaesano avesse vinto, poi quel tipo mi stava abbastanza simpatico solo a guardarlo.
    Appena finì l'incontro Nabune tornò vicino a me, giusto in tempo per l'annuncio dei nomi dei prossimi sfidanti.

    [Dopo lo scontro...]


    - Ehi.. Ehi.. Su dai mi senti? Va tutto bene è tutto finito. -

    Non sentivo nulla, aprendo gli occhi il mondo girava come una trottola, mi stava venendo la nausea. Poco dopo avvertii dei colpetti sulla faccia e la mia vista finalmente diventò chiara, inquadrando il ragazzo che Nabune era corsa a salutare poco prima: Kuma.
    Ero disteso a terra, i miei vestiti orrendamente strappati ed imbrattati di sangue. Appena cercai di sollevarmi fui colto da un dolore terribile, che si estendeva dalla parte superiore del busto fino a quella inferiore, in corrispondenza degli strappi sui miei vestiti. In un attimo ricordai tutto: avevo perso l'incontro ed avevo rischiato di essere ucciso dalla mia amica. Non riuscivo a ripensare alla scena, dato il grande dolore che provavo ad ogni respiro quando alzavo e abbassavo il diaframma orrendamente lacerato dall'arma di Nabune. Avvertii qualcosa nella mia bocca ed istintivamente lo ingerii, il dolore svanì pian piano, facendomi sentire meglio in pochi attimi. Questa volta al mio tentativo di alzarmi non avvertii un dolore forte come prima, forse avevo ingerito una sorta di antidolorifico o comunque qualcosa che mi permetteva di muovermi momentaneamente. Mi alzai leggermente la maglietta notando le terribili ferite presenti su quasi tutta la parte superiore del mio corpo, una visione veramente orribile. Mi rivolsi verso il ragazzo che mi fece riprendere i sensi - Sei stato tu a portarmi fuori dall'arena? Ti ringrazio molto... Kuma, vero? Se hai assistito al mio scontro credo tu sappia già il mio nome... Ahi ahi fa ancora malissimo! -
     
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    Atshushi Nasushimo


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    Pensato
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    "Dai Hisashi, fatti valere."
    Atshushi si ritrovò con le mani strette l'une all'altro, le braccia tese il volto contratto, mentre il suo compagno di squadra prendeva posto al centro dell'arena. Il sole sferzava l'arida arena e ben preso un velo appiccicoso inumidì il volto del giovane.
    Hisashi era di fronte a un certo Yui Akasuna dai capelli bizzarri sia per acconciatura sia per tonalità.
    -Sensei-
    -Si?-
    -Hisashi ce la farà?- L'Akasuna che lui aveva fronteggiato si era rivelato un totale inetto ed Itomi aveva già risposto a una domanda, tentando di rassicurarlo, però sembrava che Atshushi fosse ancora turbato dall'ansia.
    -Dipenderà tutto da lui. Se si è allenato adeguatamente, lo sovrasterà senza problemi. Anche in lui, come in te, ho notato un forte potenziale che deve soltanto emergere.- Sorrise senza staccare gli occhi dai due sfidanti lontani.
    Atshushi deglutì sotto il peso di quelle parole. "Potenziale... ne ho davvero, di potenziale?"
    L'incontro cominciò senza troppe cerimonie. La sabbia sotto i piedi del suniano si staccò dal terreno e lo sollevò a mezz'aria prendendo prendendo la forma di una piattaforma rettangolare dagli angoli smussati. Il naufrago, rimase con la bocca socchiusa, pronta a pronunciare parole che invece si persero in un suono gutturale incomprensibile, perchè quell'Akasuna si era lanciato fulmineo contro Hisashi. A dorso della tavola di sabbia bruciò la distanza che lo separava dal suo diretto avversario e sferrò un violento pugno sul volto del kiriano che fece appena in tempo a tirar su le braccia per provare a difendersi.
    -Hisashi!- si lasciò sfuggire il naufrago, ma il suo compagno non era tipo da fermarsi davanti a un così banale attacco e l'incontro continuò in un crescendo di tensione agonistica.
    Hisashi attaccò con sei copie, ma Yui si difese con altrettante copie. Tuttavia l'offensiva del kiriano era molto più elaborata: scivolò sotto la nuvola sabbiosa e scagliò due kunaii. Le armi sembravano completamente fuori bersaglio, invece il suniano fu costretto a spostarsi per evitare il filo teso tra di esse. Poi gli occhi di Atshushi persero qualche passaggio: la katana del suo compagno volteggiava alta, mentre egli stesso girando intorno l'avversario gli si gettò contro con le gambe pronto a scalciare. -Dai così!- strillò inebriato dalla rapidità del combattimento.
    Purtroppo per lui e per Hisashi, il ninja manipolatore di sabbia si rivelò incredibilmente lesto a sgattaiolare via con quella tavola marroncina e costrinse il kiriano alla fuga sullo specchio d'acqua, che si allargava per un tratto di arena.
    -Dannazione- Masticò il sensei tra i denti, con un tono che sembrava quanto più vicino a risentimento e amarezza. Atshushi stava provando le stesse sensazioni.
    -Hisashi è in netto svantaggio, vero?-
    -Già, se non separa l'avversario da quella nuvola di sabbia è spacciato.-
    -Magari per questo motivo è andato sull'acqua-
    -Forse. Ma guardalo attentamente, è stremato. Puntava molto su quell'attacco.-
    In effetti, Hisashi ora era leggermente piegato in avanti, mentre il grosso pettosi gonfiava e sgonfiava. Il piccolo laghetto non era lontano da dove i due stavano osservando e Atshushi si convinse che un occhio attento e penetrante avrebbe anche potuto notare il sudore che faceva appiccicare i capelli corvini del ragazzo alla fronte.
    La nuvola di sabbia dell'Akasuna, aleggiava a mezz'aria e durante lo scontro Atshushi l'aveva vista prendere quota o perderne, in base alle necessità. Ciò poteva significare che avrebbe potuto sorvolare anche lo specchio d'acqua oppure no? La risposta arrivò con la controffensiva del ninja del Paese del Vento che andò a dare il colpo di grazia al kiriano. Come un calabrone che ronza intorno la preda per disorientarla, per poi scagliarglisi contro e pungere, così fece l'Akasuna per ben tre volte, fino a quando Hisashi non ebbe più la forza di reggersi sul chakra che lo separava dall'acqua e sprofondò.
    Riemerse galleggiando dopo qualche istante, con le braccia aperta, le gambe piegate e il ventre rivolto al cielo. Aveva perso.
    -Non è possibile.- Quella sconfitta metteva a soqquadro la mente del ragazzo. Aveva visto Hisashi come un ostacolo da superare ed invece ora cosa era accaduta? Lui aveva passato il turno, mentre il suo compagno era stato fermato al primo turno. Non era pronto a una situazione del genere, soprattutto perchè ora vedeva il ninja dai capelli bizzarri come una grossa incognita da scoprire. "Se è riuscito a sconfiggere Hisashi senza nemmeno farsi sfiorare quanto puo' essere forte?"
    -Itomi-taicho, temo che questo torneo vada oltre le nostre competenze.-
    -Sta zitto Atshushi. Non è nè il luogo nè il momento adatto per farsi prendere dall'insicurezza. Vai a recuperare Hisashi piuttosto.-
    -Vado subito.- Eseguì gli ordini di Itomi e quando era già a contatto con il piccolo stagno, quei pensieri disfattori erano già lontani dalla sua mente. -Hisashi! Mi riesci a sentire?- Lo tirò su e si fece passare un braccio sopra le spalle per sorreggerlo. Insprirò a fondo per lo sforzo. -Stai tranquillo. E' finita.- Lo trascinò fuori dall'arena e lo adagiò a terra vicino ad Itomi. Non era privo di coscienza, ma era chiaramente scosso.
    Nel frattempo veniva già annunciato un altro incontro e un nome familiare alle orecchie deli due genin veniva pronunciato dallo strano essere di metallo. "Nabune è quì?"
    La cercò con lo sguardo e la vide vicino al ninja di Kiri che gli somigliava e altre persone, tra cui il jonin di Kumo che non aveva riconosciuto, ma che ora ricordò: si trattava dell'accompagnatore della stessa Nabune. Il kiriano la sorpassò e corse verso dell'arena. "Shinku Yuki, deve essere lui." La kunoichi di Kumo, invece, non accennava a muoversi, così un ragazzo dai bei capelli bronzei la spinse con un calcio oltre il perimetro delle torri, per poi cominciare a sbandierare annunci di scommesse.
    Senza rendersene conto, Atshushi lo aveva raggiunto, all'ombra di una delle poche torri di pietra attorniata da muschi e licheni, ma intatta dalle fondamenta fino alla cima della cupola. Rastrellò dalle tasche della giacca le poche monete che aveva e gliele porse. -Vorrei puntare questi su Nabune.- Sentì le orecchie prendergli fuoco per la pochezza che stava offrendo a quel banditore dagli occhi belli come pietre preziose. Per giunta stava puntando contro un ninja del suo stesso villaggio, quale infamia!




    Scheda
    Riepilogo:

    Status Atshushi:
    Resistenza: 130
    Stamina: 120

    Note:Domani farò un altro post dove torno a pari con voi, cronisticamente parlando
     
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    Ed eccoci a punto ed a capo. Come se non fossi servito a nulla, Nabune venne presa da qualche altro istinto di follia o qualcosa strettamente collegata ad essa. Non che di solito fosse molto lucida, ma parlare in aramaico non era di certo usuale per un personaggio di Kumo. Non era tanto il suo parlare che mi fece digrignare i denti, quanto le sue movenze fuori dall'ordinario, perché muoversi così tanto per una semplice tecnica curativa? Non aveva mai ricevuto cure sul campo? E con un rapido pensiero mi ricordai facilmente che io non avevo mai ricevuto aiuto da qualche medico sul campo di battaglia. Triste la vita.
    Ma ciò che mi colpì maggiormente fu un suo singolo gesto, il tendere il braccio verso l'arena con gli occhi lucidi, il voler raggiungere qualcosa al suo interno che non riuscivo ad identificare. Aveva tentato di alzarsi, ma con il peso delle mie braccia era un po' difficile provarci, soprattutto perché non gliel'avrei mai permesso. Non era nelle condizione per muoversi, tanto meno scalciare l'unica persona che stava cercando di prestarle soccorso.


    -Non posso lasciarla lì...devo salvarla!-

    Sospirai poggiandomi una mano sulla fronte, quella ragazza non aveva freni e non sembrava neanche interessata a desistere nel suo proposito, cos'aveva da muoversi tanto poi! Non sembrava ci fosse niente nel punto indicato, ma tanto valeva dare un'occhiata pur di metterle il cuore in pace. Mi alzai, il fisico di Nabune mi sembrava ottimo, sicuramente sarebbe rimasta esausta per un po' di tempo ma per il resto se la sarebbe cavata facilmente, quindi potevo anche entrare nell'arena senza dover neanche pensare che Nabune potesse avere problemi. Mi sollevai da terra guardandomi intorno, il robottino non aveva ancora parlato, ciò poteva solamente significare che il combattimento successivo non era stato annunciato, penetrai all'interno del cerchio per osservare il punto indicato dalla fremente mano della Genin. Nabune continuava a scuotere l'arto con insistenza, forse aveva perso qualche kunai o qualche arma o qualcosa! Anche io sarei impazzito per il mio Filo Spinato, ma non sembrava indicare quello. Calpestai l'erba solcando il suolo con delle impronte profonde, era tutto dovuto al peso eccessivo del mio corpo che ormai poteva sfiorare la tonnellata, probabilmente. Guardavo in basso, sicuramente era qualcosa di piccolo visto che non riuscivo a scorgerlo ad occhio nudo. Ed effettivamente c'era qualcosa che sbrilluccicava tra tutti quei fili verdi, un singolo pendente che ricordavo bene dal nostro incontro a Suna, lo teneva ancora con sé. Ridacchiai sommessamente piegando la testa in avanti. Mi avvicinai a Nabune tenendo l'Ago fra l'indice ed il pollice e lo poggiai sulla sua mano chiudendole le dita attorno.

    -Sei un disastro...-

    Dissi a bassa voce accarezzandole la testa.

    -Forza Nabune, hai vinto! Non sei felice?-

    Detti un'occhiata alle mie spalle, adocchiando il suo avversario un po' malconcio ma in piedi. Sollevai un sopracciglio, incredulo. Non mi aspettavo che anche Kuma fosse un medico e che fosse così abile da farlo tornare in forze in così poco tempo. Lo indicai col pollice guardando Nabune dritta negli occhi.

    -Lui? Fregatene! Sta già bene, non ti preoccupare! Finché ci sono io qui, non permetterò a nessuno di farsi troppo male! Stai tranquilla. Forse Nabune vieni qua, ti meriti un premio.-

    Spalancai le quattro braccia, avvolgendola con un freddo abbraccio, purtroppo non producevo calore in maniera naturale e non ero abituato ad abbracciare le persone, odiavo il contatto fisico. E tutto ciò veniva soppiantato dal semplice affetto per quella piccola pesta, forse mi rivedevo in lei, chissà. Ero ben conscio che alla ragazzina piacessero tutte queste smancerie smielate e quindi potevo concederle un singolo abbraccio.

    -Vuoi vederti gli scontri con me Nabune? Che ne dici?-
     
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