Naruto GDR - La via del ninja

Posts written by KingOfThieves

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    Entrare nella foresta era parte fondamentale del sentiero che era stato consigliato al duo che continuava a passo costante. L’aria che si respirava sull’isola era particolarmente umida, una sensazione decisamente sgradevole per chi non ne fosse abituato e questo era ben visibile sul volto del suo compagno d’avventura, anche se, stando al suo commento, sembrava aver tratto giovamento dal cambio di scenografia. Il discorso precedente era ancora vivo nei pensieri del giovane, la sensazione d’inutilità, o meglio di impotenza, era universale a quanto pare. Hiroki si ritrovò a pensare di come, delle volte, si finisca per credere che certi pensieri, certe situazioni, vengano vissute solo da una persona, sé stessi, quando invece sono sentimenti piuttosto banali quelli che governano le nostre emozioni, probabilmente la maggior parte dei neo ninja del continente la pensava proprio come lui, ma quindi, perché nulla accennava a cambiare?
    Quasi come evocata, intervenne la risposta di Suzaku. Hiroki ascoltò attentamente le parole del suo superiore in grado, mentre con le mani cercava di farsi strada attraverso un tratto di vegetazione più fitto, facendo attenzione a non inciampare in una delle robuste radici che come serpenti si inerpicavano al terreno sconnesso accentuando i dislivelli e rendendo sempre più impervio il percorso.

    Parole giuste, pienamente condivisibili, furono udite dal giovane. Rispettare le regole era parte fondamentale dei doveri di un ninja, lo sapeva fin troppo bene ed infatti aveva agito seguendo esse ed accantonando temporaneamente la sua morale, che probabilmente avrebbe guidato le sue azioni in una direzione diversa. Arrivò anche a chiedersi se la presenza di un altro ninja con lui lo avesse spinto a seguire il codice e quindi portare a termine la missione, forse, anche se inconsciamente, il lavoro di gruppo era stato faro per la decisione presa, come se uno impedisse all’altro di seguire il proprio “credo” e viceversa, temendo un’eventuale reazione spiacevole da parte del proprio compagno. Era anche vero che se ognuno seguisse il proprio pensiero evitando di rispettare ordini, probabilmente ne verrebbe penalizzato il bene superiore, minando l’ordine del sistema ninja, proprio come lo definiva Suzaku. Ovunque il suo pensiero voltasse, si ritrovava di fronte ad un muro, si sentiva come se avesse contemporaneamente fatto la scelta giusta e quella sbagliata, l’unica in grado di rincuorarlo, seppur in minima parte, era la consapevolezza che solo il tempo, l’esperienza, gli avrebbe procurato le risposte che cercava. Accumulando missioni, svolgendo il proprio ruolo, migliorando le proprie capacità di giudizio tramite questi compiti, avrebbe potuto finalmente far tacere le domande che come insetti notturni disturbavano la calma che un ninja dovrebbe sempre mantenere, minando l’integrità della sua fede nel sistema, nel ruolo del ninja che tanto aveva anelato.

    «Spero davvero di poterlo essere un giorno, un ninja consapevole della propria importanza e conscio del fatto che le proprie azioni abbiano un seguito, positivo, mi auguro…»

    La foresta ospitava sempre meno luce, per certi versi, Hiroki, sembrò trovarla una curiosa metafora del suo stato mentale, della sua situazione. La luce che aveva sempre visto, quella in cui credeva ed alla quale si affidava ciecamente, era svanita, annebbiata da dubbi e perplessità, la partenza del suo maestro, la fine dei suoi allenamenti con la guida che lo aveva accolto a braccia aperte quando tutti ridevano delle sue incapacità. Era accaduto tutto troppo in fretta, senza che il ragazzino avesse tempo di metabolizzare, erano fasi e tappe obbligatorie di un processo di crescita, certo, ne era conscio, ma di sicuro non si sarebbe aspettato questa spiacevole evoluzione degli eventi, ne era rimasto colpito, ma non poteva fermarsi troppo…
    Nella sua vita, come in quel momento, non vedeva la via verso la quale andava, non riusciva ad osservare il proprio traguardo, l’unica certezza che aveva era il prossimo passo, quello immediatamente successivo alla sua posizione attuale, non più di un palmo di mano di distanza, fermo non sarebbe stato, non più.

    Mentre Hiroki era così assorto dai suoi pensieri, Suzaku aveva tutta l’aria di chi, sapientemente, si poneva domande sull’ambiente circostante, troppo strano e sinistro rispetto a quanto avevano visto prima e forse ora le parole e le premure dei marinai assumevano sfumature sempre più pericolose, d’altronde quest’isola era una base pirata da qualche tempo…
    Lo spadaccino invitò l’artista marziale a vedere ciò che aveva trovato. Delle tracce anomale si erano manifestate sul loro cammino, impossibili da ricondurre a normale selvaggina, non quella che solitamente si trovava sul continente ninja almeno.
    Bastò alzare lo sguardo di qualche grado perché i due si trovassero dinanzi a qualcosa di altrettanto strano. Vari filamenti erano appesi ai rami degli alberi, anzi, sembravano quasi avere origine dagli stessi, confondendosi nell’oscurità. Suzaku li toccò, Hiroki non ebbe lo stesso coraggio, forse saggiamente, visto che l’agente osu ne poté saggiare la pericolosità, accorgendosi di quanto fossero affilati ed indubbiamente non di origine naturale…

    «Hai mai visto a Konoha qualcosa di simile?» disse il kiriano ricevendo come risposta un cenno negativo del capo. Hiroki non era esperto di flora purtroppo, non aveva passato troppo tempo nelle foreste ad analizzarle, al massimo lo aveva fatto allenandosi testando le sue tecniche contro la resistente corteccia degli alberi attorno al villaggio, ma qualcosa del genere sembrava essere uscito da un racconto dell’orrore, qualcosa da raccontare per evitare che le persone si avventurino in quel luogo, simile alle tante leggende che circolavano attorno alla “foresta della morte” del villaggio della foglia.
    Mentre il duo era estremamente concentrato nel cercare l’origine di quei fili, una voce raggiunge le loro orecchie, senza che essi abbiano la minima possibilità di poterne individuare l’origine. Come qualcosa che nasce dall’interno della propria testa, quelle parole risuonavano con un sinistro eco che disorientò il ragazzino.

    «Persi?!» disse il ninja di Konoha manifestando un’agitazione provocata verosimilmente dalla paura. Hiroki prese a guardare gli alberi che lo circondavano, nella speranza di individuare uno spiraglio, un’apertura tra la flora del posto che non fosse ostruita dai filamenti di prima, ciò che però videro i suoi occhi, fu anche peggiore…
    Un corpo, presumibilmente quello di un bambino, sembrava fluttuare a mezz’aria, immediato e telefonato fu l’irrazionale pensiero di uno spirito, ma riguardando con lucido sforzo, Hiroki, si rese conto del filo che stringeva il collo di quel corpo, troppo immerso nell’oscurità per vederne i dettagli. Un paio di passi in avanti, con lo sguardo inorridito e spalancato verso il bambino, permisero al giovane di riuscire ad osservare i lineamenti del volto che sembrava ricambiarne la paura. Il corpo iniziò ad agitarsi sempre con più nervosismo, guidato dalla presumibile necessità di aria nei polmoni. Il braccio sinistro del ninja dai riflessi verdi si sollevò, come ad indicargli di fermarsi, tentando di salvarlo da un’inevitabile fine prematura. Le gambe seguirono il movimento del braccio, ma prima che essere potessero portarlo anche solo un metro più avanti, comparvero tre ombre sinistre ad interrompere quell’azione. Gli avversari appena palesatisi non diedero tempo ai due ninja di preparare qualsiasi tipo di controffensiva ed impetuosamente li attaccarono apparendo come tre trottole. Erano stati ingenui, caduti in una trappola così banale in pieno e manifesto campo nemico, ma in quel momento, rimuginare sulla sconsideratezza delle loro azioni non lo avrebbe aiutato a salvarsi. Hiroki cercò di concentrare tutte le sue forze in una schiavata laterale verso destra che lo avrebbe portato fuori dal raggio d’azione di quelle infernali trottole, non conosceva bene le tecniche e le potenzialità della sua guardia del corpo, avrebbe quindi agito d’istinto, non ragionando se il suo movimento fosse risultato d’intralcio ad un’eventuale difesa a zona dello spadaccino. Prima della successiva offensiva, gli furono concessi pochi secondi per prendere fiato e cercare di studiare, un minimo, l’avversario che aveva di fronte. I suoi occhi contarono tre spalle per lato, dalle quali partivano altrettante braccia palesemente artificiali, che impugnavano una lama a testa. Non si trovava contro qualcosa di umano ma non aveva tempo per riflettere sulla natura del suo nemico. Due dei tre si sarebbero concentrate su Suzaku, quasi come avessero capito che lui era la preda più forte e preparata. L’avversario dalle sei braccia si scagliò contro Hiroki, non aveva ancora appreso appieno l’arte della spada e non si sentiva sicuro di utilizzarla in quella situazione, istintivamente gli venne da contrapporre la sua arte marziale alle spade avversarie, forse la poca lucidità del momento gli sarebbe stata fatale ma era l’unica opzione che gli venne in mente in quel momento. Appena l’avversario avrebbe palesato il movimento fendente da più direzioni, Hiroki sarebbe ricorso alla tecnica dell’azione dinamica, focalizzandosi più sui calci che sui pugni, cercando di risponde adeguatamente ad ognuno dei colpi di cui era bersaglio.


    Riassunto Azioni


    Azioni
    Schivata
    Azione dinamica

    parametri
    Resistenza:300-1-10
    Stamina:50

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra (solo sui piedi)
    Specializzazione Sensoriale: Olfatto Sopraffine

    Otto porte: Apertura (開門, Kaimon)

    equipaggiamento
    Coprifronte
    - 2x Shuriken di legno
    - 1x Kunai di legno
    - 1x Katana

    Consumabili
    1x Tonico da guerra

    Conoscenze
    Tecniche e del chakra

    note
    Scrivete qui

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    •Informazioni Personali
    sdV4vsY
    •Nome: Hiroki
    •Cognome: Kuwabara
    •Età: 15
    •Data di nascita: 08/01/5 dz
    •Kekkei Genkai: --
    •Arte segreta: Hachimon
    •Villaggio natale: Konoha
    •Residenza attuale: Konoha
    •Grado: Genin
    •Taglia: --
    •Segni particolari: Incapace di usare il chakra, lentiggini

    •Achievements:
    /Allora vorrei...
    E così ti piace il corpo a corpo, eh?
    Fanno cingue euri!
    FINALMENTE SI MANGIA!

    •Avvenimenti
    Personal Quest

    • --

    Allenamenti

    •ki tameshi-wari 《 木 試し割り 》 [sconfitta]

    Eventi

    • -- [tipologia evento]


    •Descrizione psico-fisica

    Psiche

    Fallito. È questo l’aggettivo che è stato attribuito spesso e volentieri al piccolo Hiroki. Nascere in una realtà provinciale al di fuori del villaggio della foglia non l’ha salvato dal triste destino di coloro che sognano di diventare grandi ninja anche se non sono capaci di impastare il chakra, energia alla base di qualsiasi aspetto del mondo degli shinobi. Hiroki ha imparato presto la crudezza del mondo, e questo l’ha portato a chiudersi in un mondo tutto suo, dove lui era protagonista solitario dotato dei poteri più disparati. Isolato, non per sua scelta, ha sempre vissuto in maniera silenziosa da quando è stato scartato ai test di ammissione dell’accademia della foglia. Un bambino solare seppur timido, si è ritrovato ad essere un ragazzino chiuso, senza alcuno scopo e capace solo di poter sognare. L’amicizia con Harumi è stata forse l’unica ancora di salvezza possibile. I due passano la maggior parte delle loro giornate insieme, entrambi soli per via di loro “disabilità”, lui incapace di impastare il chakra, lei incapace di sopportare qualsiasi sforzo fisico, in sintesi entrambi non adatti al mondo ninja.

    Fisico

    Hiroki è un giovane ragazzo alto quasi un metro e settantacinque. Ha gli occhi verdi ed i capelli neri con riflessi color smeraldo. Il fisico è abbastanza allenato, soprattutto grazie al percorso intrapreso negli ultimi due anni sotto la guida del sensei Toshinori. Non ha tatuaggi o segni particolari di sorta, tranna la perenne presenza di lentiggini all’altezza del naso.



    •Storia

    Prologo

    Hiroki è nato ai confini del paese del fuoco, in un villaggio sulle sonde del golfo dell’arpione. Una realtà rurale che però non faceva eccezione nelle tematiche di quel mondo. Anche qui i ragazzini sognavano di diventare die ninja ed essere nati nel paese che ha dato i natali ad alcuni dei maggiori shinobi della storia era puro motivo di vanto. Ovviamente anche il piccolo Hiroki non era esente, e nonostante la sua timidezza era estremamente espansivo nel raccontare come sarebbe diventato il miglior ninja della storia, il tempo però gli avrebbe fatto pesare maggiormente quelle parole. All’età di otto anni, assieme a tutti i suoi coetanei, andò a fare il test per poter entrare nell’accademia ninja di konoha. Durante tutto il viaggio fu difficile per chiunque contenere il suo entusiasmo, era davvero sicuro di iniziare in quel momento la sua scalata al diventare il migliore degli shinobi. Purtroppo gli esaminatori dell’accademia non erano dello stesso avviso, ai primi test il giovane evidenziò quanto fosse impossibile per lui utilizzare il chakra e di conseguenza fu scartato. Qualcosa in quel momento si ruppe. Il mondo bambinesco e pieno di sogni iniziò ad essere man mano risucchiato da una spirale di depressione che lo portò ad essere chiuso e schivo con chiunque, segnato da quell’umiliazione che puntualmente gli veniva ricordata da qualsiasi abitante del piccolo villaggio. L’incontro fortunoso con la piccola Harumi riuscì a tamponare la gravità della situazione. I due divennero subito amici e la loro situazione simile, da emarginati del mondo ninja, fu propellente per il loro rapporto. Harumi amava passare le giornate a sentire le storie fantasiose di hiroki sulla sua vita da ninja, e a lui piaceva chiudersi in quelle fragili bugie e fantasie che lo facevano star bene, seppur per pochi attimi. Harumi per via di gravi problemi di salute era costretta spesso a letto, e col tempo quasi non uscì pù di casa. Tra i due vigeva una sorta di accordo non ufficiale, lei faceva finta di credere alle sue storie e lui faceva finta di credere che lei non sapesse si trattasse di fantasie.
    Come sempre nella vita però, la ruota gira e anni dopo, a tredici anni compiuti, Hiroki ebbe la sua grande occasione, incontrando Toshinori, un ninja di Konoha che non era molto d’accordo col fatto che senza chakra non si potesse essere shinobi…


    Genin

    --

  3. .
    Il viaggio era terminato, Hiroki ed il ninja assegnatogli come accompagnatore erano arrivati a destinazione e prima di poter mettere piede sull’isola, ascoltarono i consigli di chi quel posto sembrava già conoscerlo. Si susseguirono consigli più disparati, alcuni da prendere con le pinze, altri su cui poter fare ciecamente affidamento, era comunque una ciurma di marinai a parlare con loro, si sa che questa gente ama le leggende e l’avventura.
    Dopo aver sbrigato gli ultimi convenevoli, i due si apprestarono a muoversi verso il sentiero indicato. L’isola quel giorno non era stata benedetta da una buona illuminazione, il sole sembrava fare i capricci nascondendosi dietro una densa coltre di nuvole che minacciavano tempesta, probabilmente fenomeno molto comune per le isole lontane dal continente. Suzaku ed Hiroki camminavano accanto, il viaggio era stato lungo ma non gli aveva permesso troppo dialogo, un po’ per timidezza del più giovane, un po’ per riservatezza del più alto in grado.
    Il rispetto per i ranghi gli era stato insegnato molto bene, la gerarchia esisteva per un motivo, anche se, molto spesso, l’esigua differenza d’età tra ninja di gradi diversi, minava questa distanza che doveva andarsi a creare, lo aveva imparato a sue spese.
    Suzaku era uno spadaccino, non ne aveva mai fatto mistero e dopo qualche minuto di camminata, l’argomento chiamò a sé il dialogo con relativa facilità, Hiroki era stato mandato sull’isola di Ibben proprio per imparare e specializzarsi nei kenjutsu, da un pirata del quale il suo maestro si fidava ciecamente.
    Le onde colpivano la costa frastagliata mentre la voce del giovane ruppe il silenzio

    «Suzaku, tu come hai imparato la via della spada? Non vorrei infastidirti ma volevo chiederti se potessi darmi qualche dritta… io non sono pratico, il nuovo maestro sarà sicuramente esigente, conoscendo il mio…»

    Maestro… Quella parola significava tanto per lui, una figura paterna che aveva deciso di farsi carico delle sue paure, delle sue delusioni, nutrendolo di sogni e aspettative, forse un po’ illuse, ma ormai gli appartenevano come una seconda pelle e non avrebbe mai più potuto farne a meno. Ora era lì a chiedere consiglio ad un ninja di cui sapeva poco ma del quale sentiva di potersi fidare. Le parole uscite dalla bocca del giovane sembravano proprio ciò che erano: parole di un ragazzino, impaurito da ciò che stava per affrontare. Una parte di lui gli ripeteva di affrontare con entusiasmo tutto questo nuovo capitolo della sua vita, ma il peso di un passato ancora non ben cicatrizzato, gli impediva di dar sfogo a quest’eccitazione che nel profondo sapeva di provare.
    Suzaku rispose raccontandogli parte della sua storia, la quale venne accolta con sorpresa dallo sguardo del ragazzo. Aveva iniziato imitando le movenze di suo padre, anche lui spadaccino, per poi affinare la sua tecnica sposando appieno lo stile della spada dei ninja di kirigakure, rinomati spadaccini in tutto il continente. Hiroki ne aveva sentito parlare qualche volta, ma la sua conoscenza si fermava al fatto che avessero delle tecniche basate sulla nebbia e nel celarvisi al suo interno, uno stile che contro la sua incapacità di impastare il chakra, sarebbe stato di sicura efficacia. La sua guardia del corpo proseguì questa volta con un consiglio, già conosciuto in parte. Parlava della necessità di affinare e perfezionare sul campo la propria tecnica, la teoria vale molto ma senza la pratica non è nulla. In quel modo avrebbe appreso al meglio come migliorare il proprio stile, rubando, o meglio, prendendo spunto dai propri maestri e dagli avversari magari, ma pur sempre puntando alla creazione di un proprio stile.
    Hiroki peccava spesso del contrario, le difficoltà aiutano molto, in qualsiasi contesto e proprio riguardo a ciò gli venne in mente un allenamento fatto con un ninja di konoha qualche mese prima. In quella situazione era stato troppo razionale, convinto che la sua incapacità di utilizzare il chakra fosse stata determinante per l’esito, poco dopo si sarebbe accorto di quanto, ad esser stata decisivo fosse stato il peso che egli stesso dava in continuazione al suo handicap, alla sua poca forza nell’affrontare una situazione di svantaggio che gli si era parata dinanzi.

    «Grazie del consiglio, tendo ad arrendermi un po’ troppo presto e pecco di adattabilità, devo lavorarci molto…»

    Il volto del ragazzo si incupì dopo la propria ammissione. Prima che il silenzio riprendesse il controllo della situazione, Hiroki proseguì il dialogo scusandosi per questa “gita” di dovere.

    «Perdonami per averti fatto partire per questa “missione”, non so nemmeno se sia il termine giusto… Non avevo idea che la scorta durasse per tutto il periodo della mia permanenza, altrimenti ci avrei pensato due volte, spero di non disturbarti troppo…»

    La risposta dello spadaccino si rivelò essere gentile, mentre il ninja di Konoha era già pronto a sentire qualche annoiato “non ti preoccupare” di circostanza, Suzaku lo sorprese con una risata ed anche una proposta di rivedersi in futuro, testando i miglioramenti che il giovane “senza chakra” avrebbe fatto nel corso dei mesi. Terminò poi chiedendo il motivo della sua scelta di diventare un ninja della foglia.
    Hiroki si fermò qualche istante a pensare, solo con la mente però, i piedi continuavano come assorbiti da un automatismo ben oliato.

    «Ho sempre pensato fosse nel mio destino, almeno fino al giorno in cui ho capito che non ero capace di utilizzare il chakra, la base di tutte le arti ninja… quando ero molto piccolo, nel nostro villaggio, passavano spesso ninja di Konoha in partenza o di ritorno da qualche missione, pieni di avventure straordinarie da raccontare… Era il mio sogno, ho dovuto rinunciarci fino all’incontro con il mio maestro, lui mi ha mostrato che saper impastare il chakra è solo un modo per potersi esprimere in combattimento, ne esistono altri, potenti alla stessa maniera.»

    La risposta gli portò alla mente i ricordi d’infanzia, non solo quelli positivi purtroppo, ma il pensiero che più lo preoccupava era legato al ruolo delle missioni ninja nella società, così malcelando tristezza, continuò:

    «Contiamo davvero qualcosa? Noi ninja possiamo davvero fare la differenza? Sono cresciuto sognando un mondo di eroi ma nella mia unica missione ho capito che molte cose sono governate da altri interessi...»

    Lo spadaccino del villaggio della nebbia ci mise molto poco a rispondere. Quelle parole però suonavano alle orecchie di hiroki come qualcosa che già sapeva, era consapevole del bisogno di non arrendersi mai, si sarebbe aspettato qualcosa di più illuminante ma non poteva non notare che in fondo, anche la sua guardia del corpo pensava la stessa cosa, pensando addirittura che tutti siano destinati all’autodistruzione. Suzaku concluse nuovamente con una domanda, chiedendosi quale episodio avesse fatto nascere questo dubbio nella mente del giovane ninja.

    «La mia prima missione. Era semplice, dovevamo fermare un vandalo che impediva la costruzione di strutture per i campi ed il disboscamento di una porzione della foresta. Mentre io ed il mio compagno lo attaccavamo, lui ci rivelò che lo faceva per gli animali, era casa loro, non dovevamo permettere a quelle persone di insediarsi lì. Il punto è che noi abbiamo rispettato e seguito gli ordini, fermandolo e consegnandolo al villaggio, ma non sento di aver fatto la cosa giusta. Successivamente facemmo presente ai chunin questa problematica, nessuno sembrò esserne veramente interessato, mi sono sentito davvero inutile, anzi direi quasi di aver fatto del male e non del bene…»

    Finalmente i due arrivarono ai confini di una folta foresta, la vegetazione era molto fitta ed il sentiero “comodo” finiva proprio lì, ma almeno i due erano consapevoli di aver fatto la strada giusta.



    come ho già detto, scusate per l'estremo ritardo, non capiterà più <3
  4. .
    Deku
    Il sudore imperlava la fronte del giovane genin stremato dai duri allenamenti. Una lieve prezza passava tra i suoi capelli più scuri di una foglia, i suoi pensieri vagavano altrove. Una spada era lì al suo fianco, infilzata nel morbido terreno del paese del fuoco. Konoha era lontana, i dubbi della sua precedente missione lo erano alla stessa maniera, non erano riusciti a far niente per quel poveretto, anche questa volta la squallida realtà politica aveva avuto la meglio, era proprio come aveva predetto il suo compagno ishivariano, erano due semplici pedine, non contavano nulla. Tuttavia, quel giorno, aveva avuto il merito di far raddoppiare i suoi sforzi in allenamento, portando a due le sedute quotidiane, di cui una di spada. La mancanza di capacità nel manipolare il chakra si faceva sentire, lo avrebbe fatto per tutta la vita, ma ora era troppo impegnato a cercare di perfezionare qualsiasi arte o ambito dove il chakra giocasse un ruolo marginale, il che aveva del comico visto il mondo in cui viveva.

    «Quando dovrei partire?»
    «Domani…» rispose prontamente una voce dal ramo del grosso albero che faceva ombra al duo.
    «Lo conosco da tanto e posso dirti che non esiste insegnante migliore di lui, per te e le tue aspirazioni!» il tono della risposta di Toshinori voleva essere convincente, ma era facile notare dell’insicurezza o forse dell’amarezza nelle sue parole.
    «Ti ho insegnato tante cose in questi due anni, e continuerò a farlo, i miei insegnamenti saranno con te, avevo promesso che ti avrei fatto diventare un ninja, la mia promessa vive in quel coprifronte che porti con tanta fierezza, hai le chiavi per il grande potere delle otto porte, sta a te ora percorrere la tua via… Io seguirò i tuoi progressi»
    La risposta del sensei si perse in un silenzio, venendo sostituita dal costante verso delle cicale che riempivano quella giornata estiva. Hiroki non disse nulla, un nodo alla gola lo bloccava. Avrebbe voluto rispondere tante cose all’uomo che in quegli anni era diventato come un padre per lui, un uomo per il quale la definizione di maestro suonava stretta come l’abito di un bambino indossato da un gigante, era stata forse la figura più importante della sua vita.
    Non rispose nulla, gli occhi si sarebbero riempiti di lacrime, quell’arrivederci suonava troppo come un addio per poterlo assecondare, e la sua mente volò alla sua cara amica, che quella sera avrebbe dovuto sopportare un grande sfogo.
    «Mi farò trovare domani all’alba, il molo è quello in disuso giusto?» disse finalmente Hiroki, soffermandosi su quanto fosse strano che la nave salpasse da una posizione così inusuale. Un sì liquidò la questione, per poi proseguire con l’ulteriore saluto del suo maestro e la promessa di rivedersi dopo gli allenamenti.

    La notte passò in maniera alquanto disturbata, il ragazzo finì per non chiudere occhio al pensiero del viaggio e delle emozioni che aveva provato. Aveva chiesto lui di essere allenato nell’arte della spada, era stata una sua iniziativa, ma ora sembrava essersene pentito, la mancanza del maestro che per primo, ed unico, gli aveva dato fiducia era qualcosa alla quale non riusciva ad abituarsi. Le primissime luci dell’alba accompagnarono il suo cammino in direzione del porto, era vestito come se stesse per andare in missione, sapeva di dover essere pronto a tutto, era stato avvisato che i luoghi che avrebbe visitato erano fuori dai confini del continente, e che avrebbe potuto tranquillamente imbattersi in ciurme di pirati, magari non appartenenti alle schiere di barbakos.

    Non ci furono molte parole ad accompagnare il suo arrivo sull’imbarcazione, lì conobbe l’equipaggio e colui che gli avrebbe fatto da scorta, Toshinori gli aveva riferito di non sapere chi fosse ma che si trattasse di un ninja di alto livello, probabilmente anche più forte di lui. A prima vista sembrava un ragazzo come tanti alti, decisamente più grande di lui, un taglio degli occhi freddo ma che non trasmetteva cattiveria, anzi, i suoi modi sembravano abbastanza gentili. Durante il viaggio ebbero modo di scambiarsi informazioni, Hiroki gli confessò quasi immediatamente della sua incapacità nell’utilizzo del chakra, una disabilità che ormai riusciva a rivelare quasi subito. Suzaku di contro gli disse qualcosa che lo illuminò, era uno spadaccino, un ninja abile nel kenjutsu. Avrebbe tanto voluto vederlo combattere ma gli mancò sempre il coraggio di chiedergli una cosa simile, non voleva infastidirlo, già si sentiva responsabile di questa sua “missione” oltre il continente. Decidendo di concentrare quindi tutti i suoi pensieri al maestro che lo aspettava su quest’isola chiamata Ibben, non sapeva molto di lui, se non che “da poco si era stabilito lì” e quando i marinai gli dissero che l’isola in questione era stata “presa in custodia” da una ciurma, non gli servì troppo tempo per fare due più due.

    Finalmente arrivò il giorno dello sbarco, l’attesa gli era sembrata interminabile e ogni giorno era pesato come fossero stati tre. Il capitano pose la questione più importante, ma dalle parole di Suzaku tutti capirono che i due non avevano idea di dove si trovassero…

  5. .
    Altri 2 cent:
    mi sono imbattuto in questa parte del regolamento, clan yamanaka:
    CITAZIONE
    Capacità di trasferire a chiunque si vuole tramite la telepatia informazioni relative all'esecuzione di jutsu/abilità, permettendo al bersaglio/i di impararla all'istante

    Si possono anche non conoscere le tecniche, ma in quel caso si dovrà possedere il rotolo o prelevare l'informazione dalla mente di un ninja consenziente/svenuto

    Tale metodo dimezzerà il costo di apprendimento in termine di slot, arrotondato per difetto (1=0, 2=1, 3=1)

    Proporrei di specificare meglio determinati limiti (se ce ne sono) di questa modalità d'apprendimento, per come è scritta nulla vieta di poter entrare nella mente di un personaggio che conosce la modalità eremita e apprenderla a slot dimezzati, vale anche per cose che vanno a merito?(?)

    in più non sarebbe sensato mettere qualcosa di simile anche agli interrogatori a questo punto? Alla fine la modalità di "apprendimento" dell'informazione è la stessa, anzi negli interrogatori c'è anche la possibilità di aumentare l'efficacia tramite macchinari. Potrebbero avere lo stesso effetto tramite macchinari ad hoc permettendo anche interazioni con ninja artigiani che li creino eventualmente.
  6. .
    altra proposta (ci ho preso gusto)
    Perché non implementare (non so se ci sia già) la possibilità di fare allenamenti con png, stile sala addestramento dell'osu, quindi con personaggio interpretati da un mod/master, in modo da rendere sempre meno inattiva la vita degli utenti (?) ovviamente il mod di turno prendere exp come farebbe per uno scontro normale
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    Eccomi a dare i miei 20 cent non richiesti:
    -Il mio primo consiglio riguarda la gestione delle schede. Da come è stato detto, l'oscurare le schede è stato fatto per permettere di celare i valori di combattimento e rendere più "realistici" gli scontri, cosa che capisco benissimo. Tuttavia, in questo modo, non trovate si perda un po' della bellezza e dell'impegno che un utente può mettere nell'ideazione, sia grafica che non, di una scheda personaggio?
    Quindi ho pensato: visto che è stata oscurata anche la sezione aggiornamenti, perché non rendere il topic in aggiornamenti, il posto dove inserire i parametri e le tecniche di un pg, rendendo più veloce anche le modifiche per i mod, e riaprire la sezione schede dove, magari con un nuovo codice fatto dal grafico, vi saranno solo le informazioni base (nome, descrizioni, età ecc.) insomma senza i dati sensibili (?)

    -La seconda proposta riguarda qualcosa di cui non ero a conoscenza. Parlando con mod ho saputo che i senju non sono sempre stati così, prima erano molto più potenti e sulla falsariga di hashirama ed ora sono stati nerfati, anzi lo sono stati da qualche mese a quanto ho capito. Proponevo: visto che la loro "controparte" ossia lo sharingan ha una struttra del tipo: sei un ninja forte ma normale finché non prendi il mangekyo "a merito", perché non rendere i senju dei normalissimi "yamato" o "obito (le sue tecniche del legno) dando la possibilità di diventare degli "hashirama" (magari chiamandoli eredi di hashirama) a merito e dando il giusto valore a quelle tecniche?
  8. .
    Narrato
    Parlato Hiroki
    Parlato Zehs
    - pensato -
    parlato altri


    Il sole era tramontato da pochi minuti, lasciando l’inconfondibile traccia luminosa del suo ultimo passaggio.
    «Di notte?» disse Hiroki curioso di ascoltare ulteriori dettagli del piano del suo compagno di squadra.
    «Esattamente, i contadini hanno detto che ogni mattina trovano delle pareti rocciose nuove, se, come sospettiamo, è colpa di quel ragazzino, sono abbastanza sicuro agisca poco prima dell’alba, o quantomeno di notte, lontano da sguardi indiscreti»
    I due stavano approfondendo il loro piano d’azione all’interno dell’alloggio. Hiroki era quasi disteso sul pavimento di legno, mentre Zehs stava ancora finendo la sua cena. Era piuttosto lento nel cibarsi, a differenza del genin della foglia che invece aveva fatto un sol boccone delle pietanze che gli erano state date. Probabilmente questo rifletteva anche il loro modo di lanciarsi nei combattimenti, più irruento e fisico l’uno, più riflessivo e attento l’altro, ma questo era solo un pensiero del più piccolo dei due.
    La luce della casa non era data da alcun impianto di illuminazione, quella stanza era incompleta di qualsiasi comfort, era poco ma sicuro che avessero semplicemente utilizzato una sorta di prefabbricato per poter dare ai due una sistemazione che fosse almeno coperta, un minimo riparo da qualsiasi potenziale intemperia che, per fortuna, quella fresca notte dal sentore primaverile, non aveva regalato.
    «E tu ce la fai a rimanere sveglio fino all’alba?» commentò ironicamente Zehs indicando il suo compagno di missione e la sua posizione già pronta per la notte. «Ma per chi mi hai preso? Mi sto solo riposando dall’allenamento di questa mattina»
    I due si erano conosciuti da poco meno di mezza giornata, il feeling non era stato immediato, ma ora, a quanto pare, erano riusciti a porre le basi per un’amicizia. In queste fasi iniziali di conoscenza, l’equilibrio è sempre precario, c’è la paura di dire qualcosa che possa essere recepito male dall’altra persona. Hiroki infatti combatteva con la voglia di poter sapere di più sul metodo che avevano utilizzato Zehs ed il suo popolo per arginare la loro impossibilità di utilizzare il chakra. Avrebbe voluto tempestare il suo compagno di domande, la fiamma della speranza all’interno del suo cuore era stupidamente ravvivata e nonostante il suo pessimistico cervello le ordinasse di acquietarsi, questa sti ostinava ad ardere costantemente. Non voleva farsi illusioni, non doveva più cadere in quel tranello. Era un ninja ora, era riuscito a diventarlo anche senza la capacità di impastare ed utilizzare correttamente il chakra del suo corpo. Doveva essere fiero di tutto questo, continuava a ripeterselo. Era parte della sua identità, il suo “io” ninja era chiaramente quello dell’impegno che tutto può superare. Ma se fosse riuscito ad utilizzare il chakra? Probabilmente anche le sue tecniche ne avrebbero risentito in maniera significativa, sarebbe migliorato in ogni singolo campo in maniera istantanea, avrebbe potuto rafforzare le sue arti marziali e tramite la sua ferrea disciplina, superare chiunque senza avere l’handicap del chakra.
    Il cuore batteva all’impazzata, più cercava di non emozionarsi al sol pensiero di poter finalmente aprirsi anche alle arti magiche, più quest’idea insisteva a solleticarlo e ad eccitarlo.
    Non ne poteva più, in un impeto di foga decise di dire tutto ciò che pensava, senza curarsi della possibile reazione del compagno ad un discorso che nella mattinata sembrava averlo rattristato. Fece per girarsi ed iniziare a parlare, quando vide il volto gentile del suo nuovo amico, giacere con gli occhi chiusi a pochi metri da lui. Il respiro regolare era evidente segnale di un sonno pesante e rilassato, evidentemente anche lui doveva essere molto stanco, il viaggio non era stato banale ed evidentemente era Hiroki quello più abituato dei due agli sforzi fisici.
    Tuttavia, il risultato del suo continuo rimuginare sulla cosa fu un totale annullamento del sonno che prima stava per impossessarsi di lui.
    Il tempo che intercorse tra quel momento e l’inizio delle operazioni fu quasi interminabile per il genin della foglia, non aveva molto da fare se non pensare e ripensare sempre alle stesse cose. La sua distrazione preferita, l’allenamento, era fuori discussione, avrebbe finito per stancarsi ulteriormente ed in maniera forse compromettente per il buon esito della missione. Quindi si limitò a restare lì, con la fioca luce a fargli compagnia, rimpiangendo di non aver pensato a qualcosa da portare con sé per ingannare il tempo.

    La luna era ormai nella fase successiva al suo momento di maggior splendore, tra poco più di un’ora il sole avrebbe recuperato il suo posto nel cielo schiarendo le tenebre della limpida serata. In lontananza era possibile scorgere già una porzione di cielo più chiara rispetto al resto. Zehs e Hiroki erano pronti, il piano era molto semplice: si sarebbero posizionati lungo il perimetro della foresta che circondava i campi, il paramento terrestre creato dalla tecnica sarebbe pur dovuto partire da qualche punto, in più avevano la traccia del giorno prima, l’odore che Hiroki aveva individuato e che era molto probabile riconducesse al ragazzo di cui parlavano i contadini.
    Usciti dal prefabbricato i due presero posizione attendendo con pazienza. Nulla assicurava che quella sera sarebbe comparso il ragazzo del quale sospettavano ed erano psicologicamente pronti per una missione piena d’attese.
    Una rapida occhiata in direzione dei campi confermò che non era ancora cambiato nulla, li avevano tenuti d’occhio con la collaborazione dei contadini, i quali li avrebbero avvisati se avessero notato delle nuove barriere rocciose.
    «Il cielo sta iniziando a cambiare colore, non gli rimane molto tempo per agire nell’ombra» osservo Hiroki, mentre il suo compagno si squadra osservava la situazione senza battere ciglio. Quasi a confermare la frase del ninja di Konoha, dal nulla, un rumore sordo partì dal terreno, qualcosa sembrava farsi strada sotto di esso. Poco distante dai due ninja, una grossa parete di roccia fece la sua comparsa, era decisamente più grande delle altre volte, seguendo il ritmo di crescita che era stato descritto dai contadini.
    «Sì parte, fiuti qualche traccia?» chiese immediatamente Zehs, mentre Hiroki cercava di concentrare al massimo il proprio olfatto nella ricerca della traccia di quella mattina. Ci mise qualche secondo, probabilmente disturbato dal polverone alzato poco prima. Gli occhi verdi andarono a cercare lo sguardo dell’ishivariano, confermando tutti i loro sospetti: quello era l’odore del colpevole.
    Scattarono immediatamente, con Hiroki che comandava il duo a fare da guida in direzione del sospettato. Arrivarono in men che non si dica sul posto, ma non c’era nessuno.
    «Ha dei sensi molto acuti, ci avrà sentito arrivare proprio come stamattina…» dfisse il genin della foglia, quasi con un tono di sconfitta. Zehs non ebbe possibilità di risposta poiché dal ramo di uno degli alberi della foresta partì alla carica un ragazzo col volto coperto, cercando di investire l’ishivariano.
    «Non è molto furbo però!»
    Zehs evitò abilmente l’attacco. Colui che li aveva attaccati era il proprietario di quella strana traccia fiutata. Il corpo era molto atletico, coperto da solamente un pantalone, lasciando scoperto il busto perlato di sudore che sembrava luccicare alla flebile luce che stava facendo la sua comparsa. Il volto era impossibile da individuare. Una maschera con delle corna di cervo lo copriva del tutto, lasciando unicamente il foro per degli occhi che in quelle condizioni di scarsa visibilità non erano assolutamente riconoscibili.
    «Chi sei?! Perché non lasci in pace questi poveri contadini? Cosa vuoi da loro?» sbraitò Hiroki in direzione del ragazzo sconosciuto. Non ci furono risposte ma nuovamente un tentativo d’attacco, questa volta preceduto dalla composizione del sigillo del serpente. I due compagni alzarono subito la guardia ma ciò che li aspettava non era un vero e proprio attacco. Poggiando la mano al terreno, il ragazzo mascherato rese fangoso il terreno sotto i loro piedi travolgendoli con un’onda che li allontanò di una quindicina di metri. Hiroki non riuscì a scansare l’impeto, trovandosi più impreparato dell’ishivariano che in parte era riuscito a schivare il colpo, rialzandosi immediatamente e partendo all’inseguimento.
    -Non devo restare indietro!- pensò il genin della foglia. Una piccola parte di sé aveva preso quella missione anche come una sfida contro il compagno, voleva fare bella figura, voleva dimostrarsi all’altezza, proprio come prima dell’accademia. Stava crescendo ma era ancora troppo sensibile ai giudizi altrui, gli insegnamenti di Toshinori erano ancora in fase di assorbimento e per un ragazzino di quindici anni, era più che normale avere quei pensieri.
    Mentre Hiroki cercava di recuperare terreno aiutato dalla sua grande velocità, Zehs si trovava a pochi metri dal ninja avversario.
    -Non ha voluto colpirci, non è ostile nei nostri confronti ma non mi sembra nemmeno disposto al dialogo, devo fare in modo di avvicinarmi e renderlo incapace di muoversi per poco, così da catturarlo-
    L’ishivariano guardò le sue mani mentre pensava a come agire. Il bakuton, la sua abilità innata era perfetta per intorpidire con esplosioni controllate, doveva però riuscire ad avvicinarsi tanto da poter toccargli le gambe. Le alternative sarebbero state: colpirlo con un jutsu raiton oppure utilizzare la decapitazione terrestre, alternativa valida ma purtroppo il ninja in questione si era dimostrato un utilizzatore del chakra doton e sarebbe stato forse un modo per avvantaggiarlo nella fuga.
    Mentre un piano d’azione prendeva forma nella mente della sentinella d’ishivar, come un treno, sopraggiungeva il ninja dai riflessi verdi, sembrava diverso da prima.
    -È decisamente veloce!-
    Hiroki sfrecciò accanto al suo compagno di squadra, distanziandolo in un brevissimo lasso di tempo, la sua velocità era quasi il doppio sia di quella del fuggitivo che della sentinella. In men che non si dica si ritrovò infatti a ridosso del ninja mascherato, placcandolo e scaraventandolo a terra.
    Zehs non si sarebbe lasciato sfuggire quell’occasione e raggiungendo i due avrebbe preso gli stinchi del ragazzo con le corna colpendolo con delle esplosioni controllate, facilmente curabili.

    Era finito tutto, l’inseguimento era stato decisamente veloce. Zehs osservava affannato il suo compagno. Era incredibile come le sue capacità fisiche fossero aumentate in un brevissimo lasso di tempo, che fosse questo l’asso nella manica di cui parlava? Doveva scoprirlo al più presto. Ma mentre stava sul punto di domandare la cosa al ninja di konoha, quest’ultimo prese a sbraitare di nuovo contro il ragazzo, strappandogli la maschera da cervo.
    Il volto rivelato era quello di un comunissimo ragazzo, i capelli erano raccolti in una coda e lasciavano tutti i lineamenti scoperti, gli occhi castani pieni d’ira. Non c’era altra possibile interpretazione, era chiaro che dietro al suo comportamento ci dovesse essere una motivazione taciuta dai contadini.
    «Non temere, non ti faremo del male se non opporrai resistenza. Siamo stati inviati da Konoha…»
    «Che mi hai fatto alle gambe?! Non riesco più a muoverle bastardo! È questo il vostro modo di essere ninja?»
    «Calmati! Non è nulla di grave, sei intorpidito ma tra un po’ potrai tornare a camminare…»
    Il potere di Zehs era spaventoso. Hiroki si ritrovò subito a pensare a quanto sarebbe stato in difficoltà contro un nemico del genere.. Lui un combattente fisico, privato della capacità di muoversi.
    «Allora? Ci dici chi sei e cosa pensi di fare infastidendo la povera gente?» disse Zehs, sul punto di perdere le staffe. «Sono Ito Tetsuo e sono un genin di Konoha…» esordì il delinquente con fare ormai rassegnato.
    «Quelli che voi state difendendo non sono dei poveretti, ma dei criminali… Devastano una foresta per ottenere campi coltivabili condannando a morte chi viveva qui da secoli!»
    I due compagni si guardarono per un’istante, prima che un gruppo di cervi facesse la sua comparsa alle spalle del ninja catturato. Nella penombra le loro corna creavano un’atmosfera fin troppo macabra.
    «Chi vivrebbe qui?»
    «Loro! Non ci vedi?»
    Tetsuo fece una breve pausa per sistemarsi aiutandosi con le braccia, Hiroki arrivò in suo soccorso, aiutandolo a posizionarsi con la schiena contro il tronco dell’albero.
    «I cervi vivono in questa porzione del paese del fuoco da sempre. Mia madre è cresciuta qui, e tutta la sua famiglia prima di lei. Ci siamo trasferiti a Konoha ma continuavamo a visitare questo posto. Se vedete bene, alle vostre spalle c’è un altare, è un ricordo di quando il culto di questi cervi era sacro...» disse il giovane, trattenendo a stento qualche lacrima dall’occhio destro.
    «Questi bastardi erano consapevoli di ciò che facevano. Lo sapevano benissimo, io e la mia famiglia avevamo pregato sia il villaggio che loro di non continuare nella bonifica di quest’area. Ma siamo sul piede di guerra, qualsiasi problematica non sia di utilità bellica, non viene nemmeno considerata ed infatti hanno mandato due ninja solo quando c’è stato un danno economico. Solo quando quei dementi non hanno potuto terminare la loro opera di distruzione. Come vedete, farsi giustizia da soli forse serve a qualcosa…»
    «Non mi pare ti abbia portato da qualche parte» ribatté prontamente Zehs. Il suo volto lasciava trapelare qualche sorta di sentimento oscuro che però l’ishivariano non sembrava aver voglia di divulgare.
    «Portiamo questo tizio a Konoha e dichiariamo terminata la missione» disse successivamente il ragazzo dai capelli bianchi. Hiroki stentava a crederci, sapeva che quella non era la cosa giusta da fare, anche le motivazioni del ragazzo che avevano catturato erano legittime, forse tanto quanto quelle dei contadini.
    «E se cercassimo di parlare con i contadini? magari potremmo ottenere da loro un patto che gli impedisce di abbattere altri alberi continuando ad allargarsi, i campi attuali mi sembrano molto abbondanti, basteranno…»
    «Quanto potere credi di avere? Sei un genin, non dimenticarlo, un semplice soldatino ninja che fa quello che gli viene ordinato, non hai potere sul contratto di quelle persone e sulle loro proprietà»
    «Be’, potremmo provare a parlarne ai nostri superiori»
    Tetsuo li osservava quasi divertito, erano bravi ragazzi e lo aveva capito subito, dai modi un po’ burberi certo.
    «Va bene, ti aiuterò a tentare di convincere i ninja, però ora dobbiamo portarlo a Konoha e fare rapporto.»
    La soluzione di Zehs era quella giusta, il dovere era diverso dal fare i conti con le proprie emozioni, loro avevano una missione e l’avrebbero dovuta portare a termine. Fu così che dopo aver catturato Tetsuo e distrutto le rocce da lui create, i tre si avviarono tristemente verso il villaggio della foglia, con la consapevolezza di essere ancora troppo piccoli e deboli per poter fare la differenza in un mondo corrotto dal marciume dei propri interessi.


  9. .
    Narrato
    Parlato Hiroki
    Parlato Zehs
    - pensato -
    parlato altri


    Il viaggio era iniziato da un po’, non era una lunghissima distanza ed infatti erano praticamente già in dirittura d’arrivo. I due avevano approfittato di questo lasso di tempo per approfondire la loro conoscenza, ora Hiroki sapeva delle abilità esplosive del suo compagno di missione ma aveva preferito non parlare della sua capacità di utilizzo delle porte, limitandosi a dire di avere una particolare tecnica che gli permetteva di essere potenzialmente al di sopra di chiunque. Non era sfiducia nei confronti del ragazzo Ishivariano ma uno dei principali insegnamenti di Toshinori era stato proprio quello di evitare di spifferare ai quattro venti questa sua capacità, il discorso era semplice, i ninja potevano avere molti assi nella manica, arti segrete, jutsu particolari, lui probabilmente per tutta la vita avrebbe dovuto fare affidamento solo sull’hachimon, oltre alle normali capacità di utilizzo dei taijutsu.
    Arrivati sul posto, i due notarono quanto quelle rocce cozzassero con il panorama circostante. Quella zona del paese del fuoco era una sterminata pianura, ricca di alberi che facevano da contorno a zolle di terreno che chiedevano solo di essere coltivate agli occhi di quelle persone che con tanto impegno ne stavano facendo la loro fonte di sostentamento.
    «Siete stati mandati da Konoha?» pronunciò una voce femminile. I due si voltarono in direzione della provenienza di tali parole. Una donna all’apparenza molto più forzuta ed allenata rispetto ai due ninja, correva verso di loro visibilmente agitata.
    «Ne sono spuntati altri questa mattina, ce ne avete messo di tempo!» la critica arrivò forte e chiaro ai due genin incolpevoli che pregarono la loro interlocutrice di calmarsi e spiegare la situazione con la calma necessaria.
    «Abbiamo chiesto l’affidamento di questo terreno per renderlo un campo coltivabile, dopo aver sradicato degli alberi sparsi, hanno iniziato a spuntare dal terreno delle pareti di roccia, che ci hanno costretto ogni giorno a cambiare direzione fino a devastare le parti di terreno che avevamo iniziato a coltivare…»
    Le strutture rocciose indicate dai lavoratori erano sicuramente opera di qualche utilizzatore del doton. Non solo era fisicamente impossibile che delle pareti rocciose spuntassero di punto in bianco dal terreno, ma la loro forma era anche molto poco naturale visto che presentavano alcuni tratti marcatamente dritti.
    «Avete visto qualche persona sospetta aggirarsi nei dintorni ultimamente?» chiese con fare interrogatorio Zehs, indubbiamente quello dei due che aveva preso la situazione in mano. Alla prima interlocutrice si aggiunsero rapidamente tutti gli altri interessati. Le parole viaggiavano di bocca in bocca per verificare se qualcuno avesse effettivamente notato qualcosa di strano.
    «C’era un ragazzo…» disse una voce gracchiante dal fondo del gruppo. Tutti i presenti si guardarono, era chiaro come tutti sapessero, nascondendo arbitrariamente la verità in un sapiente gioco delle parti.
    «Questi hanno chiesto l’intervento di Konoha per liberarsi di un problema più grande delle rocce, te lo dico io…» disse l’ishivariano attento a non farsi sentire. Hiroki era dello stesso avviso ma in quel momento stava prestando meno attenzione alle parole ed alla scena che aveva dinanzi. Sentiva un odore pungente, molto forte, diverso da quello di tutte le altre persone presenti, ma non riusciva a capirne l’esatta origine. Così mentre Zehs continuava a parlare cercando di ottenere il maggior numero di informazioni possibili, l’artista marziale si incamminò senza avvisare nessuno, in direzione della parte più fitta della foresta, proprio quella da dove proveniva il marcato olezzo di poco prima.
    Le fronde degli alberi erano ben serrate tra di loro, facendo proiettare ben poca luce sull’erba del prato sottostante. I piccoli raggi che riuscivano a districarsi però, illuminavano in maniera distinta un pulviscolo innaturale. Qualcuno aveva lasciato delle tracce, allontanandosi da pochissimi istanti, forse sentendo l’arrivo del genin di Konoha.
    -L’odore veniva proprio da questa direzione…-
    Hiroki continuò a guardare lo spazio circostante, cercando di osservare ogni minimo dettaglio. Era una foresta fitta, tipica del paese del fuoco, i suoi occhi riuscivano a trovare molti meno indizi rispetto al suo olfatto, probabilmente avevano a che fare con qualcuno abbastanza bravo nel nascondere le proprie tracce.
    -Devo ricordare bene questo odore. Sperando non sia solo qualche animale…-
    Il dubbio del genin della foglia era lecito, ma il suo sesto senso era sicuro che non si trattasse semplicemente di qualche esemplare della fauna del posto: l’odore era troppo singolare rispetto al luogo circostante, un tocco quasi acre che mal si sposava con tutto ciò che poteva caratterizzare l’olezzo di un animale che pascolava.

    «Ma dove eri finito?!» disse Zehs con l’aria di chi stava disperandosi nella ricerca di qualcuno. Hiroki rispose semplicemente di aver fiutato qualcosa, scatenando non poca ilarità nello sguardo del suo compagno di missione, probabilmente pensava che il genin avesse qualche rotella fuori posto.
    «Mi sono fatto un’idea piuttosto precisa della cosa.» iniziò Zehs, mentre nella sua mano faceva capolino una roccia con un’incisione simile a corna di cervo. «I contadini mi hanno detto che fin dal primo loro tentativo di bonifica, le loro abitazioni continuavano ad essere vandalizzate da disegni tipo questo… Non mi hanno saputo dire molto se non che qualcuno crede di aver visto un ragazzo mentre lanciava queste pietre alle finestre, rompendole. Tuttavia, il ragazzo sembra essere sparito subito dopo.»
    La pietra venne passata alle bianche mani del giovane ninja della foglia mentre Zehs faceva strada verso una modesta abitazione che i nuovi proprietari del terreno avevano messo loro a disposizione.


  10. .
    Narrato
    Parlato Hiroki
    Parlato Zehs
    - pensato -
    parlato altri



    Il rumore della folla che calpestava il suolo di Konoha era onnipresente anche quel giorno. Il sole splendeva alto nel cielo, nessuno avrebbe voluto perdere quell’occasione per fare una passeggiata tra le vie della metropoli ninja. La brulicante vita era come un buco nero che inghiottiva chiunque passasse per quel luogo. Due ragazzi, all’apparenza molto diversi, si ritrovarono a camminare nella stessa direzione. I capelli bianchi e la pelle scura del primo erano un perfetto negativo della carnagione chiara, cosparsa di lentiggini ed i capelli verdi di quello che sembrava essere il più piccolo dei due. Non si scambiarono molte parole durante il tragitto, Zehs era immerso nei propri pensieri, con ben poca voglia di instaurare un dialogo ed Hiroki dal canto suo non viveva una situazione differente. Era passato poco tempo dallo scontro che aveva perso con il ninja utilizzatore di copie e da quel preciso momento non era riuscito, nemmeno per un secondo, a non pensare a qualche modo per arginare la sua debolezza contro questo tipo di espedienti.
    La situazione di base era alquanto imbarazzante, camminare affiancati senza dire una parola è una di quelle tipiche situazioni che portano alla disperata ricerca di argomenti atti a rompere il ghiaccio, ma il raggiungimento della loro destinazione fece in modo di stemperare la tensione, offrendo un interessante spunto di dialogo.
    «Anche tu convocato in accademia?»
    Disse il giovane dai capelli verdi, cercando di sfoggiare un ottimo sorriso che da solo voleva essere sinonimo di educazione e cordialità. Zehs ricambiò il sorriso rispondendo in maniera affermativa alla domanda, i suoi occhi condividevano la stessa espressione accomodante del suo interlocutore.
    Attraversando il corridoio della struttura arrivarono in poco tempo ad un bancone con dietro un ninja. Lo shinobi in questione doveva essere almeno di grado Chunin, a giudicare dal tipico giubbotto dato in occasione della promozione. Era seduto chino sulla scrivania a rovistare tra varie scartoffie, i capelli ricci spettinati completavano il quadro di una persona non troppo rilassata.
    I due giovani si guardarono e Zehs prese iniziativa, attirando l’attenzione dell’ufficiale con due colpi di tosse ben assestati. Due occhi contornati da occhiaie fecero capolino attraverso la pila di documenti da compilare.
    «Sono… anzi, credo che siamo stati convocati per una missione, io sono Xehason Zehs da Suna e…»
    «Kuwabara Hiroki, genin della foglia!»
    Completò la frase Hiroki, con un tono forse troppo solenne per l’occasione, quasi a voler ostentare una sicurezza che non rispecchiava a pieno il suo stato d’animo. Era da poco stato promosso al grado di Genin e questo sarebbe stato il suo primo incarico ufficiale, il cuore gli batteva all’impazzata al sol pensiero. Dall’altra parte, invece, Zehs era quasi seccato dal dover fare una missione di così basso livello, il suo primo pensiero era quello di migliorare e farlo costantemente, percepiva tutta questa storia come una perdita di tempo anche abbastanza futile, che non avrebbe minimamente aiutato le sue capacità di combattimento.
    «Sì, dovete recarvi a sud del villaggio, ecco le coordinate precise, lì troverete un gruppo di contadini alle prese con stani eventi dovuti a rocce, o qualcosa di simile, insomma andate e risolvete, sapranno spiegarvi tutto loro!» disse il chunin allungano un bigliettino con delle coordinate più precisi e tornando ad assumere la posizione china su fogli di lavoro che aveva fino a qualche minuto prima.
    Entrambi diedero un’occhiata alle indicazioni che gli erano state consegnate e decisero di partire immediatamente.

    «Temo sia troppo tardi per presentarci come si deve ora Xehason» disse sempre sorridente dietro alle sue lentiggini Hiroki. L’ishivariano sorrise, era inutile continuare con dei convenevoli, avrebbero dovuto collaborare, tanto valeva rompere immediatamente qualsiasi barriera formale.
    «Chiamami Zehs, evitiamo la formalità del cognome. Passando alle cose più importanti, in quali arti sei specializzato, come combatti?»
    Silenzio.
    Hiroki si prese qualche istante per rispondere alla domanda. Era incredibile come il quesito più semplice e forse più immediato da porre nel mondo ninja fosse anche quello che lo metteva più in difficoltà. Non aveva pensato a questo, non avrebbe voluto dire fin da subito della sua impossibilità nell’utilizzare il chakra, lo riteneva umiliante, ancora non era riuscito a superarlo. Zehs si accorse che qualcosa non andava, non avrebbe voluto metterlo in difficoltà, era l’ultimo dei suoi obiettivi ma ormai era tardi, così decise di cambiare argomento, o almeno di tentarci.
    «Ecco, dobbiamo andare a circa trenta chilometri a sud-est, sul biglietto dice che riconosceremo i campi dall’elevato numero di rocce presenti in quella zona… Non lo trovi strano?ۚ»
    «Cosa?»
    «Il chunin di prima ha detto che coloro che hanno richiesto l’aiuto dei ninja sono dei contadini, quanti campi coltivabili conosci pieni di rocce?»
    «Ci toccherà romperle credo…»
    «Si, immagino anche io, allora sarà un gioco da ragazzi con le mie abilit…»
    Il botta e risposta dei due aveva portato di nuovo all’argomento che ormai entrambi avevano capito essere tabù per il più giovane, tuttavia, questa volta, Hiroki decise di dire la verità, prendendo a parlare dopo un bel respiro.
    «Io non posso utilizzare il chakra, mi è impossibile per motivi ancora sconosciuti, ma ho vari assi nella manica e sono un buon combattente corpo a corpo»
    Si sentì come alleggerito, liberato da un qualcosa che lo attanagliava fin dal profondo, un peso che per la prima volta venne tolto per sua spontanea volontà e non per la schiacciante ovvietà dei fatti.
    «Siamo simili sai? Anche io avevo problemi con l’utilizzo del chakra, anzi, tutto il mio popolo condivide questa cosa…» disse Zehs cambiando improvvisamente il suo sguardo. Gli occhi ora sembravano tristi, addolorati dal pensiero di qualcosa che Hiroki non riusciva a comprendere. D’altro canto, gli occhi verdi del giovane artista marziale brillavano, aveva trovato qualcuno che era riuscito ad arginare il problema? Magari avrebbe potuto aiutarlo, forse non era tutto perduto.
    «Abbiamo risolto tutto grazie a delle protesi però… magari potrebbero aiutare anche te!» disse Zehs anticipando le azioni di Hiroki che da lì a poco sicuramente avrebbe sollevato lo stesso ottimistico dubbio.



  11. .
    up
  12. .
    Narrato
    -pensato-
    Parlato Hiroki
    parlato Shun


    L’intuizione di hiroki si era rivelata esatta, anche se poche delle copie erano partite al suo inseguimento. Tre cloni di Shun avevano tradito la loro natura di semplicissimi ologrammi “calpestando” lo specchio d’acqua senza interferire con il suo fluire lento e costante.
    -Deve aver intuito il mio piano richiamando la maggior parte delle copie a sé-
    Il ninja pensava costantemente a come poter individuare il vero avversario in quella moltitudine di immagini.
    -si sono riuniti in gruppi di tre, sicuramente l’originale è tra quelli, forse allontanarmi non è stata l’idea migliore… Io posso attuare solo colpi fisici, lui probabilmente ha qualche ninjutsu ad ampio raggio da poter utilizzare in queste situazioni…-
    Ancora una volta l’intuito dell’artista marziale si rivelò efficace, anche se in maniera negativa. Proprio come aveva predetto, da uno dei gruppi di partì una scossa che iniziò a farsi strada attraverso il terreno, quasi come se stesse nascendo dalle viscere della terra.
    -L’acqua dovrebbe salv…-
    Il pensiero non ebbe tempo di terminare. Sentirsi troppo al sicuro in combattimento è un errore tipico dei principianti ed Hiroki Kuwabara aveva dimostrato di esserlo. La sua strategia, per quanto intelligente, non gli assicurava un vantaggio tale da poter abbassare la guardia. Essere lontano dal proprio avversario permette di prevedere meglio le sue mosse, studiare il campo di battaglia nella maniera più efficace e nel caso di molteplici avversari, poter osservare tutti con un solo colpo d’occhio. Tuttavia, per un utilizzatore del taijutsu, questo si traduce con una quasi impossibilità ad attaccare, per di più, Shun si era rivelato essere un efficace utilizzatore di ninjutsu dalla distanza, insomma si era messo nei guai da solo.
    Il suo fisico ben allenato non si dimostrò sufficientemente pronto, la reazione all’attacco avversario avvenne in maniera scomposta e ritardata, nonostante il genin avesse richiamato efficacemente tutte le sue forze in quella schivata. Dei detriti originati dal palmo sismico del ninja di Konoha, finirono per colpirlo. E Shun, capendo il momento di difficoltà del suo avversario, decise di insistere con la medesima offensiva, in maniera ripetuta, coinvolgendo anche le sue copie in una stramba e probabilmente inutile danza che, dopo il secondo attacco andato a segno, seppur di striscio, permise all’atletico Hiroki di riprendere il ritmo e portarsi fuori dalla gittata dei colpi Doton.
    -Così non va, non va per niente! Sono troppo distante, non so come colpirlo, non so chi sia, ho sbagliato dall’inizio…-
    Una smorfia scoraggiata apparve sul suo viso, per pochi ma decisivi istanti. Il braccio destro si levò in aria una volta che le scosse fossero terminate e che il corso naturale del fiume ne fosse rimasto radicalmente compromesso.
    «Hai vinto tu! Mi arrendo» disse il ragazzo dai riflessi verdi. Non avrebbe mai voluto pronunciare quella frase. Un calore anomalo iniziò a prendere possesso della parte superiore del suo corpo, era vergogna? Hiroki non voleva cercare una risposta, si era arreso ad un avversario che si era dimostrato maggiormente consapevole delle sue abilità, nella sua mente sarebbe rimasto scolpito il dubbio “e se avessi fatto sul serio fin dall’inizio?”.
    Non si sentiva sconfitto sulla base del valore assoluto della loro capacità ninja, quanto sul punto strategico. Non poteva permettersi di temporeggiare in uno scontro, il numero delle sue carte, le alternative possedute erano per forza di cose inferiori ad avversari abili nella manipolazione del chakra. Toshinori gliel’aveva insegnato, insistendo molto sulla sua preparazione fisica proprio per questo. Avrebbe avuto le energie per proseguire questo scontro di logoramento, forse avrebbe anche vinto in quel caso, ma era soddisfatto della lezione ricevuta: dare il massimo, darlo sempre.
    Impegno e dedizione sarebbero state le chiavi del suo successo, e il percorso per raggiungere la sua meta passava anche di lì, dalle sconfitte, leggere o pesanti che esse fossero, dalle lezioni imparate.
    «I tuoi cloni mi hanno davvero messo in difficoltà, poi sei stato molto abile a nasconderti tra di loro, non dovevo perderti di vista, bravissimo!» si complimentò Hiroki col suo avversario, mentre a passi precisi e rapidi percorreva lo specchio d’acqua fino a tornare sulla terra ferma.
    «Temo che dobbiamo risolvere questo macello però ahahah» disse il giovane voltandosi verso le macerie dello scontro e ridendo.


    Riassunto Azioni


    Azioni

    parametri
    Resistenza:214
    Stamina:50

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra (solo sui piedi)

    equipaggiamento
    Testa [Resistenza protezione]: Coprifronte

    Consumabili
    Scrivete qui

    Conoscenze
    Tecniche e del chakra 1

    note

  13. .
    Narrato
    -pensato-
    Parlato Hiroki
    parlato Shun


    -Delle copie! -
    Hiroki non era stato abbastanza veloce da impedire all’avversario qualsiasi contromossa. Il ninja con cui stava lottando, infatti, era stato pronto e reattivo nell’impastare il chakra e comporre i sigilli necessari all’uso di una tecnica di moltiplicazione, molto simile a quella degli studenti dell’accademia. Hiroki non si aspettava un così alto numero di copie e capì subito di trovarsi in una situazione decisamente non favorevole. La sua offensiva ora era diretta ad un ninja del quale non conosceva l’esatta ubicazione.
    Non aveva molta scelta, doveva cercare “alla disperata”, dove si trovasse il vero Shun, continuando con il piano originale ma questa volta colpendo bersagli differenti. Il primo dei suoi taijutsu si “infranse” contro una copia incorporea del genin, passandole attraverso.
    -Sono come i cloni della moltiplicazione base quindi…-
    Tuttavia, a differenza della tecnica verso la quale era rivolto il suo pensiero, queste copie olografiche non sparivano, seppur incorporee, dopo essere state colpite continuavano a manifestarsi sul campo di battaglia, rendendola quindi una versione migliorata della tecnica di base.
    Anche la successiva azione si rivelò un buco nell’acqua: la sua raffica della foglia colpì una delle copie incorporee davanti a lui, facendogliela di fatto attraversare. Il ninja dai riflessi verdi osservò bene tutto ciò che lo circondava, cercando di orientarsi tra la moltitudine di copie. Erano tante, una ventina e soprattutto erano disposte in modo da oscurargli la visuale, non ci sarebbe voluto un genio per capire che restare in quel punto, al centro di quella cerchia, sarebbe stata la cosa più controproducente da fare.
    -sfruttare il campo di battaglia a mio favore… studiare bene la situazione… Pensa!-
    Non era la migliore delle situazioni ma bisognava agire. Il suo addestramento era stato incentrato in buona parte anche su questo. Studiare i movimenti dei suoi avversari, cercare di muoversi sempre d’anticipo, fare in modo che l’ambiente circostante sia funzionale ai suoi scopi. Un ninja senza la possibilità di utilizzare il chakra deve fare tutte queste cose e soprattutto deve riuscirci in maniera più efficace degli altri.
    -Sono copie incorporee, ologrammi, se le colpisco i miei pugni le attraversano senza che esse scompaiano, però nessuno sembra tentare di colpirmi, servono a distrarmi, nulla in più…-
    Hiroki cercava di trovare una soluzione, un piano con il quale ribaltare la situazione, mentre con l’ultimo degli attacchi che aveva pensato per Shun, si ritrovò a colpire un'altra copia.
    -se sono immateriali, dovrebbe funzionare!-
    Come una scintilla, il giovane genin della foglia escogitò qualcosa. Innanzitutto avrebbe dovuto spostarsi dal centro di quella mischia. Avere un punto di vista distanziato rispetto al centro dell’azione è un ottimo vantaggio strategico. Il piano era semplice: unire lo studio della situazione ad un test che valeva la pena di provare. Hiroki si sarebbe spostato sulla vicina fonte d’acqua, sfruttando l’unica abilità richiedente chakra che il suo corpo era capace di utilizzare. Con grande difficoltà iniziò a concentrare la linfa energetica verso i piedi e con agile scatto si sarebbe mosso in direzione dell’acqua, nella maniera più rapida possibile. Mentre camminava sulla superficie acquatica, i suoi passi provocavano pesanti increspature sulla tavola azzurrina prima calmissima.
    -Se sono copie incorporee non provocheranno il minimo spostamento d’acqua, a differenza del suo corpo reale che invece lo farà per forza di cose-
    Successivamente al suo muoversi verso l’acqua, le copie avrebbero cominciato a muoversi in maniera disordinata, alcune avrebbero cercato di colpirlo, altre invece avrebbero preso a fare dei sigilli. Hiroki le osservava preoccupato mentre cercava di mantenere il suo focus visivo sul filo dell’acqua. Nessuno dei ninja sarebbe stato l’originale finché lo specchio d’acqua non avesse cominciato a creparsi.
    Le copie poi iniziarono a muoversi in maniera più ragionata, dividendosi in sette gruppi da tre, e solo uno di questi gli sarebbe corso contro, anche in questo caso non increspando l’acqua sotto di loro. Ad un tratto, il ninja avrebbe avvertito delle scosse improvvise che avrebbero disturbato la porzione d’acqua sottostante, quasi come un terremoto dal fondo del corso d’acqua.
    -Ecco il suo attacco, devo essere il più veloce possibile-
    Prima che la scossa raggiungesse la sua posizione, Hiroki avrebbe schivato il colpo saltando di lato, cercando di impegnarsi al massimo per aumentare la sua rapidità di schivata. La stessa cosa si sarebbe ripetuta per altre tre volte, con modalità identiche. Hiroki avrebbe provato a schivare anche gli altri colpi nel medesimo modo, saltando come una cavalletta da un epicentro all’altro e stando sempre attento al restare nell’area acquatica del campo di battaglia.


    Riassunto Azioni


    Azioni
    -schivata [sforzo max]
    -schivata
    -schivata
    -schivata

    parametri
    Resistenza:269-50-1-1-1-1
    Stamina:50

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra (solo sui piedi)

    equipaggiamento
    Testa [Resistenza protezione]: Coprifronte

    Consumabili
    Scrivete qui

    Conoscenze
    Tecniche e del chakra 1

    note

  14. .
    Narrato
    -pensato-
    Parlato Hiroki
    parlato Shun


    «Piacere, io sono Shun Senju. Shun scritto con il kanji [俊] “talento”.» disse il ragazzo incrociato poco prima. I due sembravano coetanei, hiroki ere sicuramente più allenato dell’altro ma in un mondo dove le arti magiche sono molto più presenti di quelle fisiche, non era una situazione rara.
    «Piacere Shun, dev’essere un nome pesante da portare allora» ribatté il giovane genin mentre il sorriso faceva ampliare le lentiggini sul suo viso.
    Era la prima volta che Hiroki proponeva ad un suo coetaneo di fare una sfida in amicizia. Nel corso dei suoi quindici anni aveva lottato, per modo di dire, unicamente contro il suo sensei. I suoi allenamenti erano sempre stati in solitaria, diretta conseguenza del suo deficit. Nessun altro aspirante ninja aveva mai manifestato la volontà di allenarsi con lui, ma sentiva che ora era diverso… L’essere diventato ninja, no anzi, portare con fierezza quel coprifronte, aveva un effetto difficile da spiegare. Si sentiva inebriato, era al settimo cielo per essere finalmente considerato parigrado alle persone che lo avevano sempre escluso, ed ora era proprio lì, davanti ad un genin come lui, ad organizzare una seduta d’allenamento.
    Passò veramente poco tempo tra la presentazione e la risposta affermativa di Shun. Il ragazzo dagli occhi azzurri ricambiò il sorriso di Hiroki e, dopo aver sottolineato di essere anche lui un neo Genin, alzò il pungo come a salutare il suo nuovo avversario, gesto che fu immediatamente ricambiato.

    -Sembra molto calmo e rilassato, immagino sia anche sicuro di sé- pensò Hiroki prima di mettersi a distanza per iniziare lo scontro. Shun si riscaldò ed anche l’artista marziale fece lo stesso, non avevano ancora deciso chi dei avrebbe cominciato lo scontro ma prima che Hiroki potesse parlare, il suos fidante propose che fosse il ragazzo dai riflessi verdi a dare il via alle danze, d’altronde la proposta era partita da lui. Un cenno del capo comunicò la risposta affermativa del neo genin.
    Gli occhi verdi iniziarono a guardare l’area che li circondava, non c’erano troppi oggetti, salvo dei tronchi d’albero che il ninja avversario avrebbe potuto utilizzare per sostituirsi. Il fiumiciattolo vicino non sarebbe stato un ostacolo, l’unico utilizzo che sapeva fare del chakra era proprio quello di camminare sull’acqua e le pareti.
    Mentre osservava e studiava lo spazio circostante, incrociò quasi per errore il nuovo sguardo del suo sfidante, rimanendo stranito. Gli occhi dapprima simpatici e gioiosi avevano ora un aspetto serio che mal si sposava con l’idea caratteriale che si era fatto del ragazzo. La prima impressione che ebbe fu che Shun non si sarebbe risparmiato, avrebbe messo tutte le sue abilità in questo scontro…
    -Anche io non sarò da meno-
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    Hiroki avrebbe assunto la sua posa da combattimento. Le gambe abbastanza divaricate e pronte a qualsivoglia tipo di scatto, il busto lievemente abbassato, per stabilizzare al meglio il suo baricentro. Il corpo era praticamente di profilo, lo sguardo fisso verso il compagno d’allenamento. In men che non si dica avrebbe compiuto uno scatto verso Shun, con l’intenzione di dare un chiaro riferimento al ninja, per poi, una volta avvicinatosi abbastanza, utilizzare la tecnica dell’ombra imprigionante. In quel modo avrebbe sorpreso il suo avversario e avrebbe cercato di attaccarlo con una serie di pugni e calci, tutti diretti verso la parte centrale del corpo. Una volta terminata l’azione dinamica avrebbe cercato di colpire Shun con la raffica della foglia, una delle tecniche del suo repertorio, tentando un calcio che l’avrebbe fatto ruzzolare a circa tre metri di distanza. Hiroki avrebbe cercato di non lasciare respiro al suo avversario, approfittando della combo e tentando di colpirlo con l’entrata dinamica mentre ancora non sarebbe risultato al terreno. Infine avrebbe concluso questa combinazione di attacchi fisici con un ulteriore calcio, successivo all’entrata dinamica, portato con l’altra gamba, sempre verso il petto del suo avversario

    Riassunto Azioni


    Azioni
    -ombra imprigionante + azione dinamica [sforzo max]
    -Raffica della foglia
    -Entrata dinamica
    -Calcio

    parametri
    Resistenza:300-50-10-10-5-5-1
    Stamina:50

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra (solo sui piedi)

    equipaggiamento
    Testa [Resistenza protezione]: Coprifronte

    Consumabili
    Scrivete qui

    Conoscenze
    Tecniche e del chakra 1

    note
    Scrivete qui

  15. .
    Narrato
    -pensato-
    Parlato Hiroki
    parlato Toshinori


    Giornata serena e calma. Hiroki era ormai a konoha da qualche giorno, dopo la sua promozione al rango di genin, il suo maestro, aveva deciso di fargli proseguire gli allenamenti al villaggio della foglia. Toshinori l’avrebbe ospitato per il tempo necessario, sosteneva che fosse un ambiente migliore dove poter progredire nel suo addestramento. Inizialmente il giovane ninja non aveva afferrato il concetto. Stare lontano dalla sua famiglia e dalla sua unica amica era qualcosa a cui non era abituato e certamente non gli faceva piacere ma capì ben presto il motivo di quella scelta.
    Konoha era un villaggio pieno di vita. Una metropoli vera e propria, punto focale del mondo ninja. Le nuove leve del paese del fuoco crescevano tutte tra le mura dell’accademia della foglia e lui avrebbe potuto misurarsi contro avversari del suo livello.

    L’ora del pranzo era passata da un po’ e gli allenamenti di quella giornata si erano limitati alla semplice sessione mattutina. L’intensa seduta di esercizi era durata ben cinque ore, iniziando poco dopo l’alba ma ormai Hiroki si era abituato a questi ritmi massacranti. Il suo corpo non era intorpidito, non sembrava essere stanco, la sua resistenza era aumentata molto nel corso dei due anni di allenamento e si stava dimostrando decisamente predisposto all’apprendimento della tecnica proibita. Toshinori non era un maestro come gli altri. Conscio dell’handicap del giovane non aveva esitato a prenderlo sotto la sua ala, anche se questo si sarebbe tradotto poco dopo nell’iniziare un ignaro ragazzino ad una delle arti più potenti e pericolose dell’intero mondo ninja.
    L’addestramento, da quando era diventato Genin si era praticamente tradotto nell’apprendimento dello stile delle otto porte.
    Le sue parole risuonavano ancora in maniera limpida e cristallina:
    «Credi davvero che il chakra sia l’unica fonte di energia utilizzabile?
    Sebbene possa sembrare strano a chi è nella tua situazione, a chi sta affrontando una crisi come la tua, la risposta al problema risiede spesso tra di noi, senza che noi lo sappiamo. L’energia del mondo che ci circonda scorre dentro di noi, il chakra è una delle forme di questa energia ma tu puoi trasformare altro in forza. Il chakra è un mezzo come un altro!»

    Fu impossibile per Hiroki non immaginare una fonte di energia alternativa al chakra che però si comportasse alla stessa maniera. Il problema però era che lui ne aveva di chakra, effettivamente non era nato senza esso, semplicemente per cause sconosciute gli era fisicamente impossibile manipolarlo. Negli anni era riuscito solo ad utilizzarlo per non affondare in acqua, uso utilissimo ma ben lontano dal creare palle infuocate e tornado…
    A quanto pare però esisteva una tecnica, o meglio un’arte marziale, che permetteva anche ad un non utilizzatore di chakra di potenziarsi tramite esso.
    Il tutto aveva dell’incredibile ma i contro erano molto più rilevanti dei pro da un certo punto di vista, avrebbe dovuto maneggiare queste tecniche con cura e riuscire a controllarle.
    Il piano era chiaro: doveva allenarsi, allenarsi ed ancora allenarsi, sia nell’uso di quell’arte che nel combattimento senza porte, solo in quel modo sarebbe diventato forte abbastanza da poter domare l’hachimon.

    In poco tempo arrivò al campo d’allenamento più vicino. La casa non era al centro del villaggio, anzi, risultava più vicina alla foresta che agli edifici principali, questo in parte lo confortava: non si era abituato alla differenza abissale tra Konoha ed il suo paesino, e forse non sarebbe riuscito ad abituarsi ancora per molto tempo.
    Entrò al campo d’addestramento. Una radura nella foresta rigogliosa, piena di verde e con un fiume che scorreva nel mezzo, era un posto davvero molto rilassante ma non era lì per quel motivo…
    -Non mi sembra il campo più frequentato…-
    Si ritrovò a costatare osservando l’unica persona presente, che per giunta si stava incamminando verso l’uscita.
    Hiroki non poteva permettersi di farlo scappare. Prese a correre verso di lui, sembrava un ragazzino della sua età, la cosa lo rassicurava.

    «Perdonami! Sono Kuwabara Hiroki, da poco ninja della foglia, ti andrebbe di allenarti con me?» disse, chinando il capo in segno di saluto e di rispetto.


    Edited by KingOfThieves - 10/2/2022, 23:52
22 replies since 23/1/2022
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