[Story mode] Martial Peak

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    Sede operativa O.S.U.


    Un uomo sulla trentina camminava con aria tra il preoccupato e l’eccitato, la mano tremante reggeva un archivio digitale dalle ridotte dimensioni, dalla forza con la quale cingeva l’oggetto era palese contenesse dati di grandissimo valore. La guardia posta all’ingresso di quel settore della sede OSU non lo fermò, anzi un cenno del capo ebbe la funzione di rapido saluto prima del consentito accesso. I passi riecheggiavano nel corridoio dove il vuoto era ottimo conduttore per il suono cadenzato. Ad aspettarlo, nella sala più interna, vi erano tre presone, curve sulla scrivania a discutere di quanto era successo settimane prima. L’attacco ai server ed il sacrificio di uno dei membri più importanti dell’organizzazione sembravano incidenti evitabilissimi, gli animi non erano i più rilassati ed il consiglio dei kage sembrava essere molto scontento.

    >Stiamo per cambiare la storia!

    L’entusiasmo del nuovo arrivato mal si accostava alla tensione di quella sala. Le sue parole furono accompagnate dalla consegna dell’archivio digitale ed il suo immediato inserimento in uno dei computer, il quale, per motivi di estrema sicurezza, non era collegato a nessuna delle reti principali della sezione. Il monitor iniziò a lampeggiare, successivamente apparirono di grafici di vario tipo, erano simili a rappresentazioni di onde sonore, probabilmente analisi di file audio. Non venne riprodotto alcun suono, le parole dette in tali registrazioni apparirono trascritte sullo schermo, ed erano ovviamente in codice.

    >Come mai solo ora?
    >È stato difficile recuperare le comunicazioni, sono state inviate in giorni non distanti dall’attacco che abbiamo subito, infatti qualche indicazione manca, ma crediamo di avere un quadro abbastanza completo grazie al nostro informatore.
    >Invieremo qualcuno di Barbakos?

    Il silenzio calò nella sala, per un ninja del continente non era facile fidarsi dei pirati, anche se adesso erano alleati per cause di forza maggiore, la convinzione che determinate cose dovessero restare ed essere gestite tra gli shinobi era dura a morire, specialmente tra ninja così in avanti con gli anni, consapevoli di quanto gli schieramenti in guerra possano cambiare da un momento all’altro.

    >No, datemi un elenco dei ninja della sezione Yume.

    Sul monitor comparve l’organigramma dell’alleanza shinobi, a prima vista sembrava decisamente una struttura mal organizzata, confusionaria e con varie posizioni vuote o in dubbio. Un nome venne evidenziato, alla vista del quale tutti annuirono guardandosi negli occhi.


    Mar della Vipera
    Presso isola Ibben





    >Siamo arrivati, tenetevi pronti a sbarcare.

    Un uomo dalla grande mole ma dal viso tremendamente rassicurante, aprì la porta di una cabina, all’interno della quale dormivano i due ospiti del viaggio. Non era stata una traghettata difficile, nonostante quelle fossero acque insidiose, la ciurma era stata molto abile e fortunata nell’evitare o gestire le possibili insidie di un viaggio in mare aperto.

    L’isola sulla quale stavano per attraccare era uno dei pochi porti sicuri al di fuori dei confini sia del continente ninja che dei gruppi di barbakos. Girava voce che fosse stato risparmiato dai vari gruppi senza bandiera poiché una ciurma molto importante l’aveva resa la sua base, ma le questioni politiche non importavano molto ai traghettatori, che si limitarono a riferire la cosa ai due giovani viaggiatori.

    >Le nostre strade si divideranno qui, sapete dove andare?
    Furono le ultime parole del comandate del piccolo equipaggio che vi aveva scortato. Mentre con cenni precisi guidava le operazioni di sbarco di tutti i suoi sottoposti.

    image


    IEHJjmW


    KingOfThieves Steg Eccovi l'inizio della vostra avventura, avete carta bianca per descrizioni varie ecc. Ricordate solo questi punti fondamentali: Steg sei lì formalmente in qualità di guida, ma sei a conoscenza del tuo vero obiettivo, non sai chi sia ma sai che fa parte della ciurma di cui è membro colui che deve incontrare KOT. Questo primo post deve raccontare del viaggio, di come arrivate ecc. fermati appena scendete dalla nave, liberi di caratterizzare membri dell'equipaggio ecc.
    P.S: se volete potete anche fare un post scritto a quattro mani, per interazioni più veloci. Avete tempo fino alle 23.59 del 5 giugno
     
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    Ero in piedi intento a fissare una pietra perfettamente levigata di forma rettangolare posta in verticale. Erano incise delle lettere che recitavano il nome di Juza Wolf, il Lupo Bianco.
    Avevo svolto diverse missioni al suo fianco ed eravamo riusciti a salvarci per il rotto della cuffia più e più volte. Era un istintivo e combatteva al fianco di un dannatissimo branco di lupi indiavolati. Aveva un animo puro e più coraggio di qualsiasi altro guerriero avessi mai incontrato. Mi mancava. Dannazione se mi mancava! Appoggiai un mazzo di fiori davanti il suo nome e mi incamminai verso l’uscita del cimitero.
    Appena aldilà della soglia mi aspettava un ninja, probabilmente un jonin data l’apparenza, che mi consegnò una lettera bollata. Non ero esattamente dell’umore giusto ma ipotizzai che fosse una missione dato il bollo e il peso non indifferente.
    Infilai il polpastrello dell’indice, strappai il bordo ed estrassi il foglio di carta bianca e spessa. Ne lessi il contenuto rapidamente e mille pensieri esplosero all’unisono nella mia mente.
    Mar della Vipera? Ma dove mi vogliono mandare? A quanto pare nessun angolo del mondo è veramente al sicuro da quel mostro… Non potrebbe essere troppo pericoloso per un genin alle prime armi? E perché è di competenza proprio della Yume?
    Sulla strada verso casa ebbi l’opportunità di ragionarci sopra e di tentare di risolvere almeno qualcuno dei miei dubbi.
    Un gruppo composto da più persone avrebbe sicuramente dato nell’occhio e la presenza di un Jonin più affermato e famoso di me avrebbe avuto il medesimo effetto. Di conseguenza non eravamo il duo più qualificato per le potenziali difficoltà della missione ma eravamo comunque le migliori scelte possibili per mantenere la copertura che in questo caso era ovviamente di notevole rilevanza. Dunque, dato che non mi sarei tirato indietro, mi preparai al viaggio in nave che avrebbe richiesto diversi giorni.


    Sul veliero ebbi l’opportunità di conoscere il Genin chiamato Hiroki Kuwabara. Era più giovane di me e sembrava ben allenato. Anzi addirittura meglio di quanto lo fossi io alla sua età e questo era un buon segno per il proseguimento della missione. Gli raccontai delle mie capacità, naturalmente non tutte dato che una in particolare era illegale. Ma sarebbe principalmente venuto a conoscenza delle mie competenze nel taijutsu e kenjutsu.

    Durante i svariati giorni di viaggio ci fu indicato dai membri dell’equipaggio che l’Isola Ibben era divenuta la base di una ciurma che si era impegnata a difendere la neutralità dell’isola stessa. Perciò poteva essere ritenuta come un porto sicuro per qualsiasi viaggiatore. Non potei fare a meno di supporre che ottenere tale risultato richiedeva un notevole mix di capacità e denaro. Ciò significava che attirarsi le ire di questa ciurma non sarebbe stata una mossa saggia.

    Nel frattempo un miscuglio di emozioni mi attanagliò per tutto il viaggio. Ero eccitato all’idea di poter visitare una nuova località, una caratteristica che avevo ereditato da mia madre, però ogniqualvolta sentivo parlare di un’isola qualunque, che non fosse il mio paese natale, mi correva un brivido lungo la schiena. Dopotutto tra l’isola nel Golfo degli Squali dove avevo quasi perso la vita, l’isola dove si era stabilito Qayin il folle oppure il labirinto del tempo dove avevo camminato tra sogno e realtà non avevo dei bei ricordi che mi tranquillizzassero. Questa lotta emotiva finì soltanto quando fummo prossimi allo sbarco e decisi di sopprimere ogni emozione in vista dell’obbiettivo. Dovevo rimanere lucido e le emozioni in questo momento non mi avrebbero aiutato in alcun modo.

    Il capitano della nave, che era stato fin troppo gentile con noi, ci chiese se sapevamo dove andare. Non conoscevo affatto il luogo e dubitavo che Hiroki ne sapesse di più dato che non poteva uscire dal Villaggio di Konoha senza autorizzazione. Perciò gli dissi:

    Non esattamente. In quale direzione dovremmo andare?



    Riassunto Azioni


    Azioni

    parametri
    Resistenza: 800
    Stamina: 600

    Maestrie e Abilità
    Combattente Armato [I° Specialista in Tirapugni - II° livello: Arte della Spada - Kenjutsu - Hojōjutsu]
    Guerriero Invisibile [III° livello: Maestro delle Nebbie]
    Stile Acrobatico [II° livello: Stile della Cavalletta - II° Movimento a due braccia - III° Stile Acrobatico - Wushu]

    Sigillo Maledetto Normale [I Stadio] (sul cuore)
    Concentrazione del chakra
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Enfasi Animale
    Armatura Ossea
    Fiore Osseo
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Transfert
    Esplosione del Chakra
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu] [Serpenti]
    Disperdi (Kai)

    equipaggiamento
    - Limb System v.03 [Braccio dx]
    - Sandali chiodati
    - Mantello Semovente Bastion [indossato sopra le altre protezioni]
    - Maschera respiratoria
    - Monocolo Fotografico
    - Coprifronte esteso
    - Giubba Rifinita
    - Guanti placcati
    - Paracosce Laminate

    Consumabili
    - Siringa con antidoto superiore
    - Tonico coagulante
    - Tonico da guerra
    - Shuriken [x5]
    - Palla di luce
    - Siringa con dose di veleno liquida

    Conoscenze
    Tecniche del chakra [II°]
    Storiche [II°]
    Orientative e geografiche [II°]

    note
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    Kot ho messo la foto del mio pg nel post così puoi vederlo dato che non puoi accedere alla scheda :asd:


    Edited by Steg - 5/6/2022, 16:50
     
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    Il sudore imperlava la fronte del giovane genin stremato dai duri allenamenti. Una lieve prezza passava tra i suoi capelli più scuri di una foglia, i suoi pensieri vagavano altrove. Una spada era lì al suo fianco, infilzata nel morbido terreno del paese del fuoco. Konoha era lontana, i dubbi della sua precedente missione lo erano alla stessa maniera, non erano riusciti a far niente per quel poveretto, anche questa volta la squallida realtà politica aveva avuto la meglio, era proprio come aveva predetto il suo compagno ishivariano, erano due semplici pedine, non contavano nulla. Tuttavia, quel giorno, aveva avuto il merito di far raddoppiare i suoi sforzi in allenamento, portando a due le sedute quotidiane, di cui una di spada. La mancanza di capacità nel manipolare il chakra si faceva sentire, lo avrebbe fatto per tutta la vita, ma ora era troppo impegnato a cercare di perfezionare qualsiasi arte o ambito dove il chakra giocasse un ruolo marginale, il che aveva del comico visto il mondo in cui viveva.

    «Quando dovrei partire?»
    «Domani…» rispose prontamente una voce dal ramo del grosso albero che faceva ombra al duo.
    «Lo conosco da tanto e posso dirti che non esiste insegnante migliore di lui, per te e le tue aspirazioni!» il tono della risposta di Toshinori voleva essere convincente, ma era facile notare dell’insicurezza o forse dell’amarezza nelle sue parole.
    «Ti ho insegnato tante cose in questi due anni, e continuerò a farlo, i miei insegnamenti saranno con te, avevo promesso che ti avrei fatto diventare un ninja, la mia promessa vive in quel coprifronte che porti con tanta fierezza, hai le chiavi per il grande potere delle otto porte, sta a te ora percorrere la tua via… Io seguirò i tuoi progressi»
    La risposta del sensei si perse in un silenzio, venendo sostituita dal costante verso delle cicale che riempivano quella giornata estiva. Hiroki non disse nulla, un nodo alla gola lo bloccava. Avrebbe voluto rispondere tante cose all’uomo che in quegli anni era diventato come un padre per lui, un uomo per il quale la definizione di maestro suonava stretta come l’abito di un bambino indossato da un gigante, era stata forse la figura più importante della sua vita.
    Non rispose nulla, gli occhi si sarebbero riempiti di lacrime, quell’arrivederci suonava troppo come un addio per poterlo assecondare, e la sua mente volò alla sua cara amica, che quella sera avrebbe dovuto sopportare un grande sfogo.
    «Mi farò trovare domani all’alba, il molo è quello in disuso giusto?» disse finalmente Hiroki, soffermandosi su quanto fosse strano che la nave salpasse da una posizione così inusuale. Un sì liquidò la questione, per poi proseguire con l’ulteriore saluto del suo maestro e la promessa di rivedersi dopo gli allenamenti.

    La notte passò in maniera alquanto disturbata, il ragazzo finì per non chiudere occhio al pensiero del viaggio e delle emozioni che aveva provato. Aveva chiesto lui di essere allenato nell’arte della spada, era stata una sua iniziativa, ma ora sembrava essersene pentito, la mancanza del maestro che per primo, ed unico, gli aveva dato fiducia era qualcosa alla quale non riusciva ad abituarsi. Le primissime luci dell’alba accompagnarono il suo cammino in direzione del porto, era vestito come se stesse per andare in missione, sapeva di dover essere pronto a tutto, era stato avvisato che i luoghi che avrebbe visitato erano fuori dai confini del continente, e che avrebbe potuto tranquillamente imbattersi in ciurme di pirati, magari non appartenenti alle schiere di barbakos.

    Non ci furono molte parole ad accompagnare il suo arrivo sull’imbarcazione, lì conobbe l’equipaggio e colui che gli avrebbe fatto da scorta, Toshinori gli aveva riferito di non sapere chi fosse ma che si trattasse di un ninja di alto livello, probabilmente anche più forte di lui. A prima vista sembrava un ragazzo come tanti alti, decisamente più grande di lui, un taglio degli occhi freddo ma che non trasmetteva cattiveria, anzi, i suoi modi sembravano abbastanza gentili. Durante il viaggio ebbero modo di scambiarsi informazioni, Hiroki gli confessò quasi immediatamente della sua incapacità nell’utilizzo del chakra, una disabilità che ormai riusciva a rivelare quasi subito. Suzaku di contro gli disse qualcosa che lo illuminò, era uno spadaccino, un ninja abile nel kenjutsu. Avrebbe tanto voluto vederlo combattere ma gli mancò sempre il coraggio di chiedergli una cosa simile, non voleva infastidirlo, già si sentiva responsabile di questa sua “missione” oltre il continente. Decidendo di concentrare quindi tutti i suoi pensieri al maestro che lo aspettava su quest’isola chiamata Ibben, non sapeva molto di lui, se non che “da poco si era stabilito lì” e quando i marinai gli dissero che l’isola in questione era stata “presa in custodia” da una ciurma, non gli servì troppo tempo per fare due più due.

    Finalmente arrivò il giorno dello sbarco, l’attesa gli era sembrata interminabile e ogni giorno era pesato come fossero stati tre. Il capitano pose la questione più importante, ma dalle parole di Suzaku tutti capirono che i due non avevano idea di dove si trovassero…

     
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    Isola Ibben


    Non solo il capitano, ma tutto l’equipaggio vi guardò in maniera divertita dopo la vostra fin troppo sincera reazione. Avevano imparato a conoscervi durante questo viaggio, non come fossero vecchi amici ma si sa
    che la solitudine del mare spinge le persone a legare un minimo.

    >Vi consiglio di procedere con cautela, personalmente seguirei il sentiero che porta oltre la montagna, è poco visibile ma so di certo che porta all’altra insenatura, quella dove non ci è permesso sbarcare…

    Si fermò per un breve istante, quasi impaurito dal consiglio che stava per darvi, per poi riprendere ma assumendo uno sguardo eccessivamente serio

    >Lì troverete la base principale dei pirati, non sappiamo molto su di loro ma a quanto pare ci sono membri
    dei metodi discutibili.

    Una risata interruppe il momento serio, il vicecapitano vi raggiunse, posando la mano sulla spalla del più giovane e stringendolo a sé quasi come fosse un nipotino.

    >Suvvia, lo sapete bene che le leggende si gonfiano con le onde del mare, sono alleati e poi, questi due mi sembrano molto forti.

    Il suo intervento riuscì nell’intento, stemperando la tensione che era andata creandosi durante il dialogo. Vi salutarono tutti, per poi lasciarvi alla vostra avventura e preparare l’imbarcazione. Come già sapevate il vostro accordo era di sola andata. Suzaku avrebbe ricordato presto i pochi dettagli della missione, la durata complessiva avrebbe dovuto essere intorno ai trenta giorni, successivamente a seconda delle sue informazioni trasmesse al quartier generale, avrebbero stabilito come agire. Ovviamente l’obbligo di segretezza della missione avrebbe portato il membro osu a dover mentire in caso di domande del genin.

    Decideste di seguire il consiglio del capitano, saggiamente, l’isola era un luogo totalmente sconosciuto per voi e quella era la via più breve per arrivare al vostro obiettivo. A seconda di come avreste deciso di intraprendere il cammino, quest’ultimo sarebbe durato dalle due alle quattro ore. Al momento del vostro sbarco il sole era nascosto da nubi molto minacciose, il vostro tragitto sarebbe stato per la prima metà un cammino semimontuoso, seguito da un tratto di foresta molto fitta.

    IEHJjmW


    KingOfThieves Steg Scusate, so che è un post molto breve ma vorrei portavi ad interagire di più, diciamo che devono fungere da introduzione, perdonatemi se mi sembra strano che due persone in viaggio per giorni e giorni abbiano avuto il minimo delle interazioni, soprattutto contando il carattere di Hiroki. Comunque carta bianca totale per il post, il cammino da seguire ve l'ho descritto ma siete liberi di apportare delle variazioni, dovrete fermarvi una volta giunti nella foresta. Carta bianca anche per possibili ulteriori interazioni con l'equipaggio che vi ha scortati. Avete tempo fino alle 23.59 del 16 giugno
     
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    Il capitano della nave si stupì difronte alla mia domanda ma rispose cortesemente suggerendoci una strada che ci avrebbe portato all’altra insenatura. Inoltre ci mise in guardia, velatamente, su ciò che ci aspettava. Il suo vice interruppe a metà il monito con una battuta ed io mi unii alla risata generale sorridendo. Ma qualcosa mi ronzava nella testa… perché un lupo di mare come lui dovrebbe preoccuparsi? Che alcune delle bande di pirati presenti siano realmente così pericolose?

    Mi congedai augurandogli un buon viaggio a lui e a tutta la ciurma. Mi girai verso Hiroki:

    Non ci resta che seguire il suo consiglio

    Il molo del porto in legno scuro scricchiolava ad ogni mio passo. Numerose navi di diverse forme e dimensioni erano attraccate lungo tutta l’insenatura. Erano imbarcazioni provenienti praticamente da tutto il mondo dato che ognuna di esse batteva una bandiera diversa.
    Appena oltre la fine dei moli iniziava la cittadina portuale. Essa era costituita da una moltitudine di case bianche e marrone castagno. A mio onestissimo parere sembravano piuttosto sovraffollate l’una sull’altra. Inoltre saltava subito all’occhio che erano abitazioni differenti da quelle di Kirigakure o quelle comunque tipiche nel Continente Orientale. Erano a più piani e avevano il tetto spiovente composto da piastrelle di terracotta. Delle palme erano disseminate qua e là in ogni dove. Un po’ di sabbia, probabilmente portata dal vento, era poggiata sulle strade di terra dura.
    Ruotando il busto di un quarto mi accorsi del faro che torreggiava su tutta la città. La luce era naturalmente spenta ma scommisi che di notte poteva essere avvistata a distanza di kilometri. Inoltre delle mura in pietra e pietrisco cingevano i lati del faro e dei cannoni erano posti lungo tutta la difesa cittadina ad una distanza di circa cinque o sei metri l’uno dall’altro.
    Ma a dir il vero ciò che mi colpì non fu tanto ciò che vidi ma ciò che il mio olfatto captò. Odori sgradevoli e ripugnanti arrivarono alla mie narici come dei pugni ben assestati. Mentre camminavo vidi una signora sulla quarantina affacciarsi alla finestra del primo piano. Ella fischiò forte, seguì un fuggi fuggi generale così che lei potesse rovesciare il contenuto del vaso da notte direttamente in strada. Splash.
    Ne fui in parte disgustato e in parte volevo chiedere a tutta quella gente come dannazione facessero a vivere in quel modo!
    Nel frattempo una taverna tentava di scacciare via il tanfo nauseabondo ponendo un porco arrostito con una mela in bocca rossa come il sangue su un tavolino proprio affianco alla porta di ingresso. Ma esso era appena sufficiente a distogliere l’attenzione. Infatti funzionava pienamente soltanto se si camminava nelle immediate vicinanze perché altrimenti veniva quasi totalmente sopraffatto dal mischiarsi degli altri odori. Però quell’odore serviva abbastanza da attrarre e sedurre dei clienti.
    Inspiravo a fatica e constatai un notevole uso di tabacco e simili. Non era di uso così comune da dove venivo io.
    Infine uno stormo di uccelli si levò in volo attirando la mia attenzione e riportandomi alla realtà. Per quanto dovessimo rimanere trenta giorni su quell’isola non aveva senso rimanere lì in contemplazione di quel posto. Così accelerai il passo.

    Incrociai lo sguardo con Hiroki e mi chiese come avevo imparato l’arte della spada.

    Mi ha sempre affascinato il mito dei sette spadaccini del Villaggio della Nebbia e volevo calcare le loro orme. Perciò sono partito studiando mio padre e le sue mosse, tipiche del mio clan. Dopodiché ho tentato di fonderlo allo stile di assassinio originario del mio paese che prevede l’uso di un’arma bianca e la nebbia. Poi… ovviamente tanta pratica ma se posso darti un consiglio ho visto guerrieri più deboli sconfiggerne di più forti soltanto perché erano più svegli. Perciò usa la testa e adattati all’avversario trovando il suo punto debole prima che lui trovi il tuo!

    Si scusò che lo avrei dovuto accompagnare per questo lungo viaggio. Non potevo dirgli la verità, cioè che non era un viaggio di piacere e perciò mentii spudoratamente.

    Non ti preoccupare, anzi per me è piacere avere l’opportunità di visitare un nuovo posto. Non ho quasi mai tempo di viaggiare anche se vorrei farlo più spesso… Un giorno, magari fra qualche mese o la prossima primavera, potrei venirti a trovare a Konoha. Almeno potrò verificare con mano i tuoi miglioramenti con la spada!

    Risi. Era una risata falsa come non avevo mai fatto prima. Non avevo mai mentito ad un mio compagno di missione ma questi erano gli ordini.

    Ehi ora tocca a te! Dimmi una cosa: perché sei voluto diventare un genin di Konoha?

    Ascoltai la sua risposta e la sua riflessione finale mi intristì l’animo. Contavamo realmente qualcosa? Probabilmente no. Nella storia dell’universo eravamo soltanto una riga o a malapena una parola come diceva qualche studioso di cui non ricordavo il nome. Però se ci concentravamo puramente sul presente forse potevamo fare qualcosa. Come cambiare e influenzare le vite degli altri.
    Si diceva altresì che una piccola azione poteva risultare in qualcosa di enorme, il cosiddetto effetto farfalla. Perciò dovevamo fare il meglio per perseguire il bene nelle nostre limitate possibilità. Ma soltanto tutti assieme avremmo realizzato qualcosa. Almeno era così che la vedevo io.

    É una bella domanda Hiroki. Il mondo è vasto ed ognuno di noi vuole mandarlo in una direzione o in un’altra. Perciò sta ad ognuno di noi, al singolo individuo, perseguire il bene comune. Se tutti noi dovessimo arrenderci all’egoismo finiremmo per autodistruggerci. E forse siamo anche destinati a questo! Ma non importa. L’unica cosa che conta è che non bisogna arrendersi. Mai.

    Mi fermai un momento.

    Cosa è successo che ti ha fatto pensare che non contiamo nulla?

    Raggiungemmo il sentiero tracciato dal via vai di gente che lo aveva percorso. Avrei tenuto un passo sostenuto, né eccessivamente veloce e nemmeno lento. Il percorso era piuttosto ripido e proseguiva verso l’alto per parecchi kilometri. Degli arbusti sempreverdi con foglie coriacee, piccole e lucide costellavano tutto il fianco della montagna. Il clima era molto caldo e soprattutto umido. Senza considerare che la luce del sole non riusciva a filtrare attraverso le nubi. Non osavo immaginare in caso contrario. Non ero affatto abituato a questo clima e quindi lo soffrii un po’. Probabilmente lo avrebbe notato anche Hiroki.
    Camminando ci imbattemmo in un bosco piuttosto fitto. La maggior degli alberi aveva un tronco esile ma che raggiungeva altezze elevate. Liane e vegetazione che non avevo mai visto crescevano in abbondanza. Gli insetti si fecero insistenti e più volte mi schiaffeggiai il collo per levarmeli di torno. Sfortunatamente non ci riuscii.

    ***

    Passarono quasi tre ore dal nostro sbarco, un tempo che sembrava infinito per quelle maledette zanzare succhiasangue ma infine raggiungemmo la nostra meta.


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    - Sandali chiodati
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    - Tonico da guerra
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    Conoscenze
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    Storiche [II°]
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    Edited by Steg - 8/9/2022, 13:04
     
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    Il viaggio era terminato, Hiroki ed il ninja assegnatogli come accompagnatore erano arrivati a destinazione e prima di poter mettere piede sull’isola, ascoltarono i consigli di chi quel posto sembrava già conoscerlo. Si susseguirono consigli più disparati, alcuni da prendere con le pinze, altri su cui poter fare ciecamente affidamento, era comunque una ciurma di marinai a parlare con loro, si sa che questa gente ama le leggende e l’avventura.
    Dopo aver sbrigato gli ultimi convenevoli, i due si apprestarono a muoversi verso il sentiero indicato. L’isola quel giorno non era stata benedetta da una buona illuminazione, il sole sembrava fare i capricci nascondendosi dietro una densa coltre di nuvole che minacciavano tempesta, probabilmente fenomeno molto comune per le isole lontane dal continente. Suzaku ed Hiroki camminavano accanto, il viaggio era stato lungo ma non gli aveva permesso troppo dialogo, un po’ per timidezza del più giovane, un po’ per riservatezza del più alto in grado.
    Il rispetto per i ranghi gli era stato insegnato molto bene, la gerarchia esisteva per un motivo, anche se, molto spesso, l’esigua differenza d’età tra ninja di gradi diversi, minava questa distanza che doveva andarsi a creare, lo aveva imparato a sue spese.
    Suzaku era uno spadaccino, non ne aveva mai fatto mistero e dopo qualche minuto di camminata, l’argomento chiamò a sé il dialogo con relativa facilità, Hiroki era stato mandato sull’isola di Ibben proprio per imparare e specializzarsi nei kenjutsu, da un pirata del quale il suo maestro si fidava ciecamente.
    Le onde colpivano la costa frastagliata mentre la voce del giovane ruppe il silenzio

    «Suzaku, tu come hai imparato la via della spada? Non vorrei infastidirti ma volevo chiederti se potessi darmi qualche dritta… io non sono pratico, il nuovo maestro sarà sicuramente esigente, conoscendo il mio…»

    Maestro… Quella parola significava tanto per lui, una figura paterna che aveva deciso di farsi carico delle sue paure, delle sue delusioni, nutrendolo di sogni e aspettative, forse un po’ illuse, ma ormai gli appartenevano come una seconda pelle e non avrebbe mai più potuto farne a meno. Ora era lì a chiedere consiglio ad un ninja di cui sapeva poco ma del quale sentiva di potersi fidare. Le parole uscite dalla bocca del giovane sembravano proprio ciò che erano: parole di un ragazzino, impaurito da ciò che stava per affrontare. Una parte di lui gli ripeteva di affrontare con entusiasmo tutto questo nuovo capitolo della sua vita, ma il peso di un passato ancora non ben cicatrizzato, gli impediva di dar sfogo a quest’eccitazione che nel profondo sapeva di provare.
    Suzaku rispose raccontandogli parte della sua storia, la quale venne accolta con sorpresa dallo sguardo del ragazzo. Aveva iniziato imitando le movenze di suo padre, anche lui spadaccino, per poi affinare la sua tecnica sposando appieno lo stile della spada dei ninja di kirigakure, rinomati spadaccini in tutto il continente. Hiroki ne aveva sentito parlare qualche volta, ma la sua conoscenza si fermava al fatto che avessero delle tecniche basate sulla nebbia e nel celarvisi al suo interno, uno stile che contro la sua incapacità di impastare il chakra, sarebbe stato di sicura efficacia. La sua guardia del corpo proseguì questa volta con un consiglio, già conosciuto in parte. Parlava della necessità di affinare e perfezionare sul campo la propria tecnica, la teoria vale molto ma senza la pratica non è nulla. In quel modo avrebbe appreso al meglio come migliorare il proprio stile, rubando, o meglio, prendendo spunto dai propri maestri e dagli avversari magari, ma pur sempre puntando alla creazione di un proprio stile.
    Hiroki peccava spesso del contrario, le difficoltà aiutano molto, in qualsiasi contesto e proprio riguardo a ciò gli venne in mente un allenamento fatto con un ninja di konoha qualche mese prima. In quella situazione era stato troppo razionale, convinto che la sua incapacità di utilizzare il chakra fosse stata determinante per l’esito, poco dopo si sarebbe accorto di quanto, ad esser stata decisivo fosse stato il peso che egli stesso dava in continuazione al suo handicap, alla sua poca forza nell’affrontare una situazione di svantaggio che gli si era parata dinanzi.

    «Grazie del consiglio, tendo ad arrendermi un po’ troppo presto e pecco di adattabilità, devo lavorarci molto…»

    Il volto del ragazzo si incupì dopo la propria ammissione. Prima che il silenzio riprendesse il controllo della situazione, Hiroki proseguì il dialogo scusandosi per questa “gita” di dovere.

    «Perdonami per averti fatto partire per questa “missione”, non so nemmeno se sia il termine giusto… Non avevo idea che la scorta durasse per tutto il periodo della mia permanenza, altrimenti ci avrei pensato due volte, spero di non disturbarti troppo…»

    La risposta dello spadaccino si rivelò essere gentile, mentre il ninja di Konoha era già pronto a sentire qualche annoiato “non ti preoccupare” di circostanza, Suzaku lo sorprese con una risata ed anche una proposta di rivedersi in futuro, testando i miglioramenti che il giovane “senza chakra” avrebbe fatto nel corso dei mesi. Terminò poi chiedendo il motivo della sua scelta di diventare un ninja della foglia.
    Hiroki si fermò qualche istante a pensare, solo con la mente però, i piedi continuavano come assorbiti da un automatismo ben oliato.

    «Ho sempre pensato fosse nel mio destino, almeno fino al giorno in cui ho capito che non ero capace di utilizzare il chakra, la base di tutte le arti ninja… quando ero molto piccolo, nel nostro villaggio, passavano spesso ninja di Konoha in partenza o di ritorno da qualche missione, pieni di avventure straordinarie da raccontare… Era il mio sogno, ho dovuto rinunciarci fino all’incontro con il mio maestro, lui mi ha mostrato che saper impastare il chakra è solo un modo per potersi esprimere in combattimento, ne esistono altri, potenti alla stessa maniera.»

    La risposta gli portò alla mente i ricordi d’infanzia, non solo quelli positivi purtroppo, ma il pensiero che più lo preoccupava era legato al ruolo delle missioni ninja nella società, così malcelando tristezza, continuò:

    «Contiamo davvero qualcosa? Noi ninja possiamo davvero fare la differenza? Sono cresciuto sognando un mondo di eroi ma nella mia unica missione ho capito che molte cose sono governate da altri interessi...»

    Lo spadaccino del villaggio della nebbia ci mise molto poco a rispondere. Quelle parole però suonavano alle orecchie di hiroki come qualcosa che già sapeva, era consapevole del bisogno di non arrendersi mai, si sarebbe aspettato qualcosa di più illuminante ma non poteva non notare che in fondo, anche la sua guardia del corpo pensava la stessa cosa, pensando addirittura che tutti siano destinati all’autodistruzione. Suzaku concluse nuovamente con una domanda, chiedendosi quale episodio avesse fatto nascere questo dubbio nella mente del giovane ninja.

    «La mia prima missione. Era semplice, dovevamo fermare un vandalo che impediva la costruzione di strutture per i campi ed il disboscamento di una porzione della foresta. Mentre io ed il mio compagno lo attaccavamo, lui ci rivelò che lo faceva per gli animali, era casa loro, non dovevamo permettere a quelle persone di insediarsi lì. Il punto è che noi abbiamo rispettato e seguito gli ordini, fermandolo e consegnandolo al villaggio, ma non sento di aver fatto la cosa giusta. Successivamente facemmo presente ai chunin questa problematica, nessuno sembrò esserne veramente interessato, mi sono sentito davvero inutile, anzi direi quasi di aver fatto del male e non del bene…»

    Finalmente i due arrivarono ai confini di una folta foresta, la vegetazione era molto fitta ed il sentiero “comodo” finiva proprio lì, ma almeno i due erano consapevoli di aver fatto la strada giusta.



    come ho già detto, scusate per l'estremo ritardo, non capiterà più <3
     
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    L'entrata della foresta sembra una delle cose più inospitali che i vostri occhi abbiano mai visto. Le chiome degli alberi creano un reticolo d'ombra fin troppo fitto per permettere ai raggi del sole di passare oltre. Ad un occhio più esperto è ben chiaro che il labirinto di flora sia utilizzato invero per celare ben altro, da non dimenticare che l'isola è dimora di un folto gruppo di pirati.

    Avanzate per un po' continuando a dialogare tra di voi, ma qualcosa vi dice che fareste bene a tenere la guardia molto alta. La foresta diventa più lugubre e spaventosa ogni passo che si percorre e vi appare chiaro che tutto è quanto più lontano possibile dal tranquillissimo paesaggio che vi siete lasciati alle spalle. Osservando bene potreste vedere come, nonostante l'apparente assenza di fauna, vi siano delle tracce anomale sparse un po' ovunque, potrebbero appartenere a qualsiasi tipo di bestia e l'unica vostra certezza è che non si tratti di qualcosa di piccolo taglio, anzi. Continuando l'esplorazione, vedete che da un albero posto alla vostra destra fanno capolino dei filamenti strani, simili a sottilissime ragnatele ma taglienti quanto la più affilata delle lame, a voi decidere se analizzarli o passare oltre, tuttavia essi non riescono a fornirvi alcun tipo di informazione secondaria.

    >Vi siete persi ragazzi?

    Udite una voce, essa sembra risuonare da ogni luogo, l'origine potrebbe essere captata solo da qualche abilità particolare ma a quanto pare non avete il tempo necessario per focalizzarvici. Un rumore attira la vostra attenzione, questa volta proveniente da un albero qualche metro più avanti. Aguzzate gli occhi per capire di cosa si tratta e notate il corpo di un bambino appeso ad un sottile filo che lo tiene per il collo. Il fanciullo sembra agitato, com'è giusto che sia ed il suo volto implora aiuto in ogni modo esistente. La sua voce non riesce a raggiungervi per qualche stano motivo ma la sua chioma bionda si muove in maniera tale da rendere il cappio sempre più stretto ed il filo sempre più teso.

    Mentre siete impegnati a prendere la vostra decisione sul da farsi, da altri tre alberi che vi circondano faranno la loro apparizione delle sagome. Non vi danno il tempo di osservarle bene tentando di colpirvi muovendosi come trottole sfruttando le lame delle spade. Prima di partire per il secondo colpo invece riuscite a studiarne i lineamenti, non sembrano umani... Nonostante le fattezze del viso e la fisionomia siano su per giù quelle di un comune abitante del continente, le sue braccia vi indirizzano verso altre vie. senza battere ciglio due marionette si lanciano contro il ninja di Kiri provando una combo a dodici fendenti, tre per punto cardinale, stessa mossa viene usata dalla terza marionetta, questa volta in direzione del ninja della foglia.

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    KingOfThieves Steg E finalmente ce l'abbiamo fatta, allora, post molto di transizione (per me) ma voglio che descriviate approfonditamente quello che state vivendo, i sentimenti e i vostri pensieri mi devono apparire decisamente chiari. Per questa parte dell'evento voglio che il vostro combattimento rimanga meramente sul narrativo, salvo spese di stamina e/o resistenza eventuali. Per dubbi e chiarimenti sapete dove trovarmi.
     
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    La foresta si infittì sempre di più. I rami e le foglie coprirono il sole e infine fummo sommersi totalmente dall’ombra. Il paesaggio si intristì ma non me ne importava un bel nulla perché ci eravamo finalmente liberati da quel sole cocente! Dannazione se mi aveva stufato. Come diceva il detto: mai costringere un kiriano a viaggiare sotto il sole altrimenti gli cuocerai le viscere e il cervello.
    Parlai a basse voce dato che eravamo cirocondati soltanto dai cinguettii degli uccelli.

    Almeno un po’ di fresco!

    Anche se, a dir la verità, la dannatissima umidità non accennava a scemare e non ci dava alcuno scampo. Però a questo ero abituato e potevo in qualche modo sopportarlo.
    Mentre mi asciugavo il sudore dalla fronte con la manica della mia maglia rimuginai sulle parole dette precedentemente dal ragazzo. Il sistema Ninja aveva mostrato delle evidenti difficoltà negli ultimi tempi. Sia nelle missioni di più piccolo conto che in altre di di rilevante importanza. Forse eravamo superati… o forse serviva un nuovo codice di condotta per tutti noi. O forse la minaccia incombente di Fury aveva inasprito le persone e le aveva rese ancora più dure le une con le altre. O forse c’erano altre mille ragioni. Ahimè erano troppi pensieri scoraggianti, tutti insieme. E per di più troppe domande a cui non avevo risposta. Sforzare le meningi con quel caldo inoltre non aiutava affatto. Comunque ripresi il discorso, sforzandomi un po’.

    Capisco il tuo disagio. E condivido l’idea che non dobbiamo sempre seguire ciecamente gli ordini. Quando tocca a noi abbiamo sempre la possibilità di scegliere cosa fare in base al nostro intuito e alla nostra sensibilità. Non sempre seguire il codice è la giusta via.

    Dopotutto io stesso ero, in parte, la prova di questo. Dal 19 d.Z. nascondevo il mio sigillo, addirittura al mio stesso padre. Rivelarlo ai ninja di Kirigakure avrebbe significato la mia morte e quella di altri in ben più di una situazione. Se non lo avessi avuto contro Qayin ora dove mi troverei? Se non fossi stato in grado di attivarlo contro i terroristi di Oto ora dove giacerebbe il mio corpo? Per quanto odiassi quel pazzo assassino di Buza, che mi aveva inflitto la maledizione, mi aveva aiutato, anzi quasi “salvato”. E il sistema ninja non avrebbe compreso quest’aiuto.
    Magari sarebbe toccato proprio alla mia generazione realizzare un nuovo mondo… speranzosamente migliore del precedente.

    Può darsi che un giorno saremo nelle posizioni di cambiare le cose ma per ora ci dobbiamo accontentare di fare quello che riteniamo appropriato in modo tale da non avere rimpianti.

    Proseguimmo attraverso la foresta che nel frattempo si incupiva sempre di più ad ogni nostro passo. Le radici degli alberi si inscurivano a vista d’occhio. Così la corteccia dei tronchi era sempre più annerita. Gli stessi rami sembravano inclinarsi verso di noi come degli artigli in attesa di volerci afferrare. Percepii la pelle d’oca sulle braccia e un insistente sensazione che mi provocava disagio. Pensai soltanto un’unica cosa: essa non sembrava una foresta “normale”. C’era qualcosa di diverso… qualcosa di malvagio.

    Da quando avevamo oltrepassato il limitare di questa parte di foresta ci eravamo lasciati alle spalle qualsiasi rumore. Infatti il mio udito aveva percepito solamente i passi e il respiro di Hiroki. Nient’altro, come se fossimo nel bel mezzo del deserto di Suna. Ma non sarebbe dovuto essere così. Una foresta era un luogo ospitale per decine di animali, anzi centinaia! E perché questa non lo era? Cosa aveva di diverso? Cosa spingeva gli animali lontani da quel posto? Poteva essere un predatore? Poteva essere… l’uomo? E perché quest’odore acre infesta l’intero luogo?
    Camminai per qualche altro metro e notai delle tracce. Bisbigliai al mio compagno:

    Hiroki, guarda qui.

    Esse erano diverse da qualsiasi altra cosa avessi mai visto. Non ero un cacciatore ma sapevo seguire le tracce. Ed esse non sembravano appartenere ad un cinghiale e nemmeno ad un lupo. Poteva essere un cervo? Un leone di montagna? Soltanto un fatto era chiaro: non erano di qualche animale di piccola taglia. Mi morsi il labbro inferiore com’ero solito fare quando ero pensieroso o agitato.

    Conviene fare attenzione.

    Passò appena una manciata di minuti che dei filamenti si affacciarono da un ramo di un albero alla nostra destra. Mi avvicinai per osservarli. Il loro colore mi impressionò e dato che ero un tipo fin troppo curioso allungai la mano sinistra per toccarli. Fui cauto nel farlo e sfiorandoli mi resi conto che erano affilati tanto quanto la punta del mio kunai. Ero abituato a maneggiare armi e perciò mi domandai cosa fosse quella diavoleria.
    Mi rivolsi al Konohano.

    Hai mai visto a Konoha qualcosa di simile?

    Ritirai la mano e feci un passo indietro. Una voce rimbombò attraverso la foresta e ci chiese si ci fossimo persi. Una persona che voleva aiutare due sconosciuti non si rivolgeva in quel modo. Così preparai ogni fibra dei muscoli del mio corpo all’azione. Esse si tesero pronte come le corde in un violino. Forse perché ricordavano meglio della mia mente la spada del pirata che mi aveva trafitto il fianco anni prima.
    Il mio istinto mi spronò a guardare più avanti. Ed ecco che lo vidi. Lì era appeso un ragazzino che tentava di urlare a squarciagola senza che alcun suono ci raggiungesse. Perché non riuscivo a sentirlo? Che fosse una manipolazione dei suoni? Non ebbi il tempo per provare a liberarlo dalla sua terrificante situazione che tre individui si lanciarono da degli alberi attorno a noi. Almeno alla prima impressione sembravano umani… ma ognuno di loro aveva sei braccia e il loro sguardo era vuoto. Un brivido mi percorse tutta la schiena. Fui costretto a scacciare la paura prima che potesse paralizzarmi. Eravamo caduti in una trappola e questo significava che non avevamo nessun controllo sulla situazione in atto. Potevamo soltanto reagire ed aspettare il momento più adatto per lanciare una controffensiva.
    I tre tizi si mossero rapidamente verso di noi. Avendo poco più di un istante per pensare mi lasciai guidare dall’istinto. Perciò avrei concentrato parte del mio chakra nei piedi, sfruttando il ninjutsu del corpo sfarfallante, e mi sarei spinto lateralmente tentando una capriola che mi avrebbe fatto rotolare a terra con la schiena. Se fossi riuscito a schivare gli avversari mi sarei dovuto trovare qualche metro più in là nuovamente in piedi.
    Successivamente due di quelle losche figure mi avrebbero circondato al fine di farmi a fettine. Infatti avrebbero tentato di colpirmi simultaneamente su più lati senza lasciarmi alcuna via di fuga.
    Tentai di respirare quanto più ossigeno possibile per mantenere la mia mente lucida e i miei ragionamenti chiari. Cercai di concentrarmi per analizzare i loro movimenti. Essi mi apparivano rigidi, come se essi fossero in realtà delle… dannatissime marionette?!
    Così mi balenò la soluzione. Nel corso del tempo avevo focalizzato parte dei miei allenamenti allo studio del Wushu, un’arte marziale che si basava sui movimenti acrobatici. Io, in particolare, avevo studiato lo Shenquan, lo stile del serpente. Un’arte marziale che si distingueva sia in attacco che in difesa poiché sfruttava la morbidezza contro l’inflessibilità dell’avversario. Dunque avrei adoperato questi precetti a mio vantaggio.
    Avrei nuovamente concentrato il chakra nelle piante dei miei piedi e sarei saltato verso l’avversario posto tra il Nord e l’Est. L’acrobazia mi avrebbe portato a sorvolare la sua testa e sarei dovuto atterrare alle sue spalle.


    Riassunto Azioni


    Azioni
    Tecnica del corpo sfarfallante + schivata x 2

    parametri
    Resistenza: 798
    Stamina: 590

    Maestrie e Abilità
    Combattente Armato [I° Specialista in Tirapugni - II° livello: Arte della Spada - Kenjutsu - Hojōjutsu]
    Guerriero Invisibile [III° livello: Maestro delle Nebbie]
    Stile Acrobatico [II° livello: Stile della Cavalletta - II° Movimento a due braccia - III° Stile Acrobatico - Wushu]

    Sigillo Maledetto Normale [I Stadio] (sul cuore)
    Concentrazione del chakra
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Enfasi Animale
    Armatura Ossea
    Fiore Osseo
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Transfert
    Esplosione del Chakra
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu] [Serpenti]
    Disperdi (Kai)

    equipaggiamento
    - Limb System v.03 [Braccio dx]
    - Sandali chiodati
    - Mantello Semovente Bastion [indossato sopra le altre protezioni]
    - Maschera respiratoria
    - Monocolo Fotografico
    - Coprifronte esteso
    - Giubba Rifinita
    - Guanti placcati
    - Paracosce Laminate

    Consumabili
    - Siringa con antidoto superiore
    - Tonico coagulante
    - Tonico da guerra
    - Shuriken [x5]
    - Palla di luce

    Conoscenze
    Tecniche del chakra [II°]
    Storiche [II°]
    Orientative e geografiche [II°]

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    Entrare nella foresta era parte fondamentale del sentiero che era stato consigliato al duo che continuava a passo costante. L’aria che si respirava sull’isola era particolarmente umida, una sensazione decisamente sgradevole per chi non ne fosse abituato e questo era ben visibile sul volto del suo compagno d’avventura, anche se, stando al suo commento, sembrava aver tratto giovamento dal cambio di scenografia. Il discorso precedente era ancora vivo nei pensieri del giovane, la sensazione d’inutilità, o meglio di impotenza, era universale a quanto pare. Hiroki si ritrovò a pensare di come, delle volte, si finisca per credere che certi pensieri, certe situazioni, vengano vissute solo da una persona, sé stessi, quando invece sono sentimenti piuttosto banali quelli che governano le nostre emozioni, probabilmente la maggior parte dei neo ninja del continente la pensava proprio come lui, ma quindi, perché nulla accennava a cambiare?
    Quasi come evocata, intervenne la risposta di Suzaku. Hiroki ascoltò attentamente le parole del suo superiore in grado, mentre con le mani cercava di farsi strada attraverso un tratto di vegetazione più fitto, facendo attenzione a non inciampare in una delle robuste radici che come serpenti si inerpicavano al terreno sconnesso accentuando i dislivelli e rendendo sempre più impervio il percorso.

    Parole giuste, pienamente condivisibili, furono udite dal giovane. Rispettare le regole era parte fondamentale dei doveri di un ninja, lo sapeva fin troppo bene ed infatti aveva agito seguendo esse ed accantonando temporaneamente la sua morale, che probabilmente avrebbe guidato le sue azioni in una direzione diversa. Arrivò anche a chiedersi se la presenza di un altro ninja con lui lo avesse spinto a seguire il codice e quindi portare a termine la missione, forse, anche se inconsciamente, il lavoro di gruppo era stato faro per la decisione presa, come se uno impedisse all’altro di seguire il proprio “credo” e viceversa, temendo un’eventuale reazione spiacevole da parte del proprio compagno. Era anche vero che se ognuno seguisse il proprio pensiero evitando di rispettare ordini, probabilmente ne verrebbe penalizzato il bene superiore, minando l’ordine del sistema ninja, proprio come lo definiva Suzaku. Ovunque il suo pensiero voltasse, si ritrovava di fronte ad un muro, si sentiva come se avesse contemporaneamente fatto la scelta giusta e quella sbagliata, l’unica in grado di rincuorarlo, seppur in minima parte, era la consapevolezza che solo il tempo, l’esperienza, gli avrebbe procurato le risposte che cercava. Accumulando missioni, svolgendo il proprio ruolo, migliorando le proprie capacità di giudizio tramite questi compiti, avrebbe potuto finalmente far tacere le domande che come insetti notturni disturbavano la calma che un ninja dovrebbe sempre mantenere, minando l’integrità della sua fede nel sistema, nel ruolo del ninja che tanto aveva anelato.

    «Spero davvero di poterlo essere un giorno, un ninja consapevole della propria importanza e conscio del fatto che le proprie azioni abbiano un seguito, positivo, mi auguro…»

    La foresta ospitava sempre meno luce, per certi versi, Hiroki, sembrò trovarla una curiosa metafora del suo stato mentale, della sua situazione. La luce che aveva sempre visto, quella in cui credeva ed alla quale si affidava ciecamente, era svanita, annebbiata da dubbi e perplessità, la partenza del suo maestro, la fine dei suoi allenamenti con la guida che lo aveva accolto a braccia aperte quando tutti ridevano delle sue incapacità. Era accaduto tutto troppo in fretta, senza che il ragazzino avesse tempo di metabolizzare, erano fasi e tappe obbligatorie di un processo di crescita, certo, ne era conscio, ma di sicuro non si sarebbe aspettato questa spiacevole evoluzione degli eventi, ne era rimasto colpito, ma non poteva fermarsi troppo…
    Nella sua vita, come in quel momento, non vedeva la via verso la quale andava, non riusciva ad osservare il proprio traguardo, l’unica certezza che aveva era il prossimo passo, quello immediatamente successivo alla sua posizione attuale, non più di un palmo di mano di distanza, fermo non sarebbe stato, non più.

    Mentre Hiroki era così assorto dai suoi pensieri, Suzaku aveva tutta l’aria di chi, sapientemente, si poneva domande sull’ambiente circostante, troppo strano e sinistro rispetto a quanto avevano visto prima e forse ora le parole e le premure dei marinai assumevano sfumature sempre più pericolose, d’altronde quest’isola era una base pirata da qualche tempo…
    Lo spadaccino invitò l’artista marziale a vedere ciò che aveva trovato. Delle tracce anomale si erano manifestate sul loro cammino, impossibili da ricondurre a normale selvaggina, non quella che solitamente si trovava sul continente ninja almeno.
    Bastò alzare lo sguardo di qualche grado perché i due si trovassero dinanzi a qualcosa di altrettanto strano. Vari filamenti erano appesi ai rami degli alberi, anzi, sembravano quasi avere origine dagli stessi, confondendosi nell’oscurità. Suzaku li toccò, Hiroki non ebbe lo stesso coraggio, forse saggiamente, visto che l’agente osu ne poté saggiare la pericolosità, accorgendosi di quanto fossero affilati ed indubbiamente non di origine naturale…

    «Hai mai visto a Konoha qualcosa di simile?» disse il kiriano ricevendo come risposta un cenno negativo del capo. Hiroki non era esperto di flora purtroppo, non aveva passato troppo tempo nelle foreste ad analizzarle, al massimo lo aveva fatto allenandosi testando le sue tecniche contro la resistente corteccia degli alberi attorno al villaggio, ma qualcosa del genere sembrava essere uscito da un racconto dell’orrore, qualcosa da raccontare per evitare che le persone si avventurino in quel luogo, simile alle tante leggende che circolavano attorno alla “foresta della morte” del villaggio della foglia.
    Mentre il duo era estremamente concentrato nel cercare l’origine di quei fili, una voce raggiunge le loro orecchie, senza che essi abbiano la minima possibilità di poterne individuare l’origine. Come qualcosa che nasce dall’interno della propria testa, quelle parole risuonavano con un sinistro eco che disorientò il ragazzino.

    «Persi?!» disse il ninja di Konoha manifestando un’agitazione provocata verosimilmente dalla paura. Hiroki prese a guardare gli alberi che lo circondavano, nella speranza di individuare uno spiraglio, un’apertura tra la flora del posto che non fosse ostruita dai filamenti di prima, ciò che però videro i suoi occhi, fu anche peggiore…
    Un corpo, presumibilmente quello di un bambino, sembrava fluttuare a mezz’aria, immediato e telefonato fu l’irrazionale pensiero di uno spirito, ma riguardando con lucido sforzo, Hiroki, si rese conto del filo che stringeva il collo di quel corpo, troppo immerso nell’oscurità per vederne i dettagli. Un paio di passi in avanti, con lo sguardo inorridito e spalancato verso il bambino, permisero al giovane di riuscire ad osservare i lineamenti del volto che sembrava ricambiarne la paura. Il corpo iniziò ad agitarsi sempre con più nervosismo, guidato dalla presumibile necessità di aria nei polmoni. Il braccio sinistro del ninja dai riflessi verdi si sollevò, come ad indicargli di fermarsi, tentando di salvarlo da un’inevitabile fine prematura. Le gambe seguirono il movimento del braccio, ma prima che essere potessero portarlo anche solo un metro più avanti, comparvero tre ombre sinistre ad interrompere quell’azione. Gli avversari appena palesatisi non diedero tempo ai due ninja di preparare qualsiasi tipo di controffensiva ed impetuosamente li attaccarono apparendo come tre trottole. Erano stati ingenui, caduti in una trappola così banale in pieno e manifesto campo nemico, ma in quel momento, rimuginare sulla sconsideratezza delle loro azioni non lo avrebbe aiutato a salvarsi. Hiroki cercò di concentrare tutte le sue forze in una schiavata laterale verso destra che lo avrebbe portato fuori dal raggio d’azione di quelle infernali trottole, non conosceva bene le tecniche e le potenzialità della sua guardia del corpo, avrebbe quindi agito d’istinto, non ragionando se il suo movimento fosse risultato d’intralcio ad un’eventuale difesa a zona dello spadaccino. Prima della successiva offensiva, gli furono concessi pochi secondi per prendere fiato e cercare di studiare, un minimo, l’avversario che aveva di fronte. I suoi occhi contarono tre spalle per lato, dalle quali partivano altrettante braccia palesemente artificiali, che impugnavano una lama a testa. Non si trovava contro qualcosa di umano ma non aveva tempo per riflettere sulla natura del suo nemico. Due dei tre si sarebbero concentrate su Suzaku, quasi come avessero capito che lui era la preda più forte e preparata. L’avversario dalle sei braccia si scagliò contro Hiroki, non aveva ancora appreso appieno l’arte della spada e non si sentiva sicuro di utilizzarla in quella situazione, istintivamente gli venne da contrapporre la sua arte marziale alle spade avversarie, forse la poca lucidità del momento gli sarebbe stata fatale ma era l’unica opzione che gli venne in mente in quel momento. Appena l’avversario avrebbe palesato il movimento fendente da più direzioni, Hiroki sarebbe ricorso alla tecnica dell’azione dinamica, focalizzandosi più sui calci che sui pugni, cercando di risponde adeguatamente ad ognuno dei colpi di cui era bersaglio.


    Riassunto Azioni


    Azioni
    Schivata
    Azione dinamica

    parametri
    Resistenza:300-1-10
    Stamina:50

    Maestrie e Abilità
    Concentrazione del Chakra (solo sui piedi)
    Specializzazione Sensoriale: Olfatto Sopraffine

    Otto porte: Apertura (開門, Kaimon)

    equipaggiamento
    Coprifronte
    - 2x Shuriken di legno
    - 1x Kunai di legno
    - 1x Katana

    Consumabili
    1x Tonico da guerra

    Conoscenze
    Tecniche e del chakra

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    Scrivete qui

     
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    Entrambi schivate il primo colpo, chi in maniera più acrobatica chi meno. Cercate di ragionare, essere caduti in trappola farebbe perdere la calma a chiunque ma voi siete due shinobi…
    Vi ritrovate a qualche metro di distanza, notate i dettagli meccanici sul corpo dei nemici, il vostro intuito vi porta a pensare che siano marionette. Suzaku evita l’attacco incrociato delle due marionette grazie alla sua abilità nelle arti marziali, ma nonostante l’ottima riuscita dell’azione, sembra esserci qualcosa di strano, i due corpi sembrano fondersi per poi attraversarsi, nel caso ve ne accorgiate, non sapete dire con certezza se essi siano effettivamente entrati in contatto, ma l’azione successiva vi fuga qualsiasi dubbio.

    A differenza del chunin della nebbia, l’approccio di Hiroki si rivela essere più offensivo e forse anche più utile, questa volta è chiaro a tutti, i suoi colpi hanno raggiunto l’obiettivo, tuttavia il calcio del ninja sembra entrare a contatto con una sostanza viscosa, paragonabile al miele che prima si deforma prendendo le esatte sembianze dell’arto del giovane per poi bucarsi e farsi attraversare da esso, stessa sorte spetta ai colpi portati tramite l’ausilio degli arti superiori, è chiaro ormai a tutti che non sia quello il modo giusto di agire.

    >Perché siete qui? Non è un posto per due ragazzini…

    La voce che sentite è femminile, vi colpisce subito il fatto che non sembri provenire da una persona adulta, nonostante le parole pronunciate facciano pensare al contrario. È una voce dalla tonalità alta, pronuncia le parole quasi in maniera dolce, come se fosse veramente preoccupata per voi. L’area circostante sembra cambiare dopo le sue parole, le chiome degli alberi diventano sempre più opprimenti, coprendo ogni goccia di cielo sopra di voi, ma nonostante ciò, riuscite a vedere abbastanza chiaramente cosa succede fino ad una dozzina di metri da voi, quasi come tutto fosse illuminato dalla fioca luce di una candela. Il bambino di prima inizia a mutare la propria forma, sembra diventato… una marionetta anche lui!

    Il suo aspetto però è estremamente diverso da quelle di prima: è alto circa tre metri, con possenti braccia spesse circa novanta centimetri e lunghe due metri, sembra possedere più giunture che gli conferiscono un aspetto snodabile, le gambe invece sono minuscole a confronto, meno di un metro ed è palese che non servano a reggere tutta quella mole, alle sue spalle trovate dei fili, collegati alle cime dei rami che vi circondano, ogni suo movimento è palesemente guidato da lì ma non avete molto tempo per studiare la situazione. Dopo pochi istanti dalla sua trasformazione la marionetta gigante, dalla faccia di fanciullo, levita nell’aria, portandosi oltre le ormai opprimenti chiome degli oscuri alberi, il suo movimento provoca una pioggia di foglie, cadono lentamente ma in maniera troppo ordinata, i loro movimenti non sembrano casuali o dovuti allo spostamento… sembra quasi una pioggia ed infatti, appena esse toccano il terreno vi si conficcano, come lame di kunai scese dal cielo. Il loro numero inizia ad aumentare, le marionette vengono colpite ma la loro composizione corporea assorbe le foglie mantenendole all’interno del corpo “gelatinoso”

    Mentre siete intenti a pensare a come difendervi dalle miriadi di foglie, un sibilo, fugace, giunge alle vostre orecchie, qualcosa sta arrivando dal cielo, ed all’aprirsi delle chiome, al rivelarsi del cielo, notate il corpo dl gigante bambino, crollare verso di voi con le braccia tese nel tentativo di colpirvi con un mastodontico pugno che sembra far tremare l’aria…

    IEHJjmW


    KingOfThieves Steg Se non si fosse ben capito: 1. siete nei guai, 2. è un pugno a testa. Steg, kot ha centrato il punto, anche io mi aspettavo che, essendo la sua guardia del corpo, tu ti preoccupassi più della sua incolumità che della tua
     
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    Riuscii a schivare gli attacchi delle marionette. Mentre Hiroki tentò anche di colpirle. Ma il risultato che ottenne mi stranii tanto che corrucciai le mie sopracciglia visibilmente sorpreso.
    Il suo calcio sostanzialmente attraversò l’obbiettivo senza realmente colpirlo. Era difficile spiegare a parole ciò che i miei occhi videro. La sostanza che componeva il corpo della marionetta si era “adattata” all’arto nemico e aveva svuotato la zona che sarebbe stata danneggiata. Il movimento era stato rapido e alquanto “gelatinoso”. Cosa poteva essere? E perché alle gambe non accadeva nulla toccando terra? O si muovevano appena al di sopra di essa? O forse, magari, le marionette si potevano deformare a comando, attraverso l’immissione di nuovo chakra o per un qualche tipo di comando.

    Ero affascinato e intento a teorizzare il funzionamento della tecnica avversaria quando mi resi conto che al mio fianco c’era un genin alla sua prima missione. Probabilmente non aveva nemmeno mai visto un mukenin in vita sua. Egli aveva perciò il bisogno di essere tranquillizzato e quindi non potevo essere freddo e analitico. D’altronde non mi ritenevo capace nello scegliere le parole adatte e, tentare di calmare una persona con quelle sbagliate, avrebbe innescato l’esatto opposto. Perciò pensai che si sarebbe potuta rivelare la soluzione migliore dargli un obbiettivo a breve termine così che potesse concentrarsi su qualcosa di concreto. Meglio che farsi prendere dal panico ragionando su una ipotetica morte imminente, no?
    Ed ovviamente avrei dovuto evitare in qualunque modo per tutto il combattimento frasi contenenti parole come morte, trapasso, decesso, smembramento e tutti i sinonimi vari.

    Allontanati da quegli affari e mettiti dietro di me.

    Appena conclusi la mia frase una voce estranea risuonò nell’aria. Sembrava appartenere ad una ragazza… giovane, forse anche più piccola di Hiroki. Ma le voci si potevano facilmente dissimulare e quindi non aveva senso prendere per assodato che avessimo a che fare con una ragazzina oppure con un singolo individuo. Sempre meglio prepararsi al peggio.

    In breve essa ci chiese cosa stessimo facendo lì, in quella selva. Soppesai se dirglielo o meno. Rivelargli il motivo ufficioso forse ci avrebbe permesso di farla ragionare dato che ci saremmo mostrati innocui. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe continuato imperterrita ad attaccarci come aveva già altresì fatto. Mentre non dirgli nulla non avrebbe cambiato la situazione a nostro favore. E avevo troppe poche informazioni su quell’isola per inventare una menzogna ben congegnata. Dopotutto la versione che gli avrei detto era già per di sé una bugia quindi perché sforzarsi di inventarne un’altra?

    Vogliamo soltanto raggiungere il maestro del ragazzo qui al mio fianco che si trova dall’altra parte dell’isola. Perciò lasciaci passare incolumi.

    Ahimè l’appello non fu considerato. Infatti la situazione si fece ancora più tesa poiché la foresta stessa sembrò minacciarci. Ci ritrovammo all’improvviso nella penombra e i miei occhi ci impiegarono un po’ per abituarsi. Per fortuna continuavo a percepire distintamente i suoni.

    Dopodiché il bambino appeso, che aveva attirato in precedenza la nostra attenzione, si trasformò. Dannazione, altre maledette marionette.
    Ma egli divenne molto più grande delle altre e inoltre saltò verso l’alto muovendo le fronde degli alberi. Delle foglie caddero dai rami e si conficcarono nel terreno come se fossero dei coltelli. Non andava affatto bene.
    Hiroki era un esperto di taijutsu e non sapevo se fosse in grado di rispedire al mittente una quantità così considerevole di pugnali. E allo stesso tempo anch’io non ero esattamente un portento difronte a questa tipologia di attacchi.
    A dire il vero nel mio arsenale avevo tecniche difensive ma erano strettamente personali come l’armatura ossea. Ed altre mi richiedevano più tempo di quanto ne avessimo a disposizione come il bozzolo rinvigorente.
    Perciò mi sarei affidato a qualcun altro, ovvero ad una creatura che era decisamente esperta di difese in virtù della sua corazza.

    Quindi avrei morso con decisione il mio pollice della mano mancina, avrei raccolto un pò di sangue con la mano destra e avrei macchiato il tatuaggio dei serpenti sulla spalla. Infine avrei eseguito la sequenza di sigilli, poi avrei portato il palmo a terra e avrei esclamato:

    Kuchiyose no jutsu!

    Così il serpente d’argento sarebbe dovuto apparire attorno a me e Hiroki. Con la sua gigantesca stazza, dato che raggiungeva i cinquanta metri in lunghezza, si sarebbe istantaneamente avviluppato su se stesso per formare una cupola così da proteggerci a trecentosessanta gradi dalla pioggia di foglie proveniente dall’alto.

    Alla conclusione dell’offensiva nemica il serpente avrebbe sciolto la cupola. Non avrei avuto il tempo di impartirgli un comando che sarebbe rispuntata l’infante-marionetta! Il sole mi avrebbe accecato gli occhi per qualche istante ma ero perfettamente conscio di ciò che avevo visto.
    Questa volta esso si era lanciato dall’alto contro di noi a tutta velocità. Eccellente. Potevo ingoiare il rospo che fossimo caduti nella trappola di qualche bandito, anche che dovessimo combattere contro delle marionette gelatinose… ma seriamente una stava cadendo dal cielo come un dannatissimo meteorite? Mannaggia. Per quale motivo l’isola aveva una florida economia?

    Passai la lingua sulle gocce di sangue che mi erano rimaste sulle labbra. Esso aveva sempre il suo solito sapore metallico. Successivamente passai mentalmente in rassegna delle mie opzioni. Potevo contrattaccarlo? Se era composto dello stesso materiale delle altre no. Poiché si sarebbe plasmato con una nuova forma e così via. Però se le marionette gelatinose avevano delle spade per poterci danneggiare efficacemente allora questa doveva essere “normale” visto che non aveva spade ma soltanto i suoi pugni. Ma tutto questo era soltanto un’ipotesi.

    Dovevo decisamente aggiungere alla lista delle persone con cui non avere niente a che spartire i marionettisti. Mi costringevano a ragionamenti fin troppo cervellotici e a dubitare di qualsiasi cosa.

    Infine mi decisi. Il serpente avrebbe testato al nostro posto le potenzialità dell’attacco avversario. Dato il diametro della testa, ossia superiore ai due metri, sarebbe stato perfettamente in grado di scontrarsi contro sia il pugno destro sia il sinistro del nemico. La testa dura e la corazza avrebbero fatto il resto.
    Gli dissi un’unica parola:

    Fermalo!

    Nel mentre io avrei alzato il braccio in direzione della marionetta gigante e avrei attivato la tecnica dell’ombra della serpe. Numerosi serpenti maculati di colore verdastro si sarebbero attorcigliati attorno all’arto e sarebbero scattati in direzione dell’avversario per avvinghiarsi a lui e immobilizzarlo a mezz’aria. Naturalmente si sarebbero coordinati per non intralciare la testata del serpente argenteo.


    Riassunto Azioni


    Azioni
    Evocazione istantanea: serpente d’argento
    Tecnica dell’ombra della serpe

    Serpente d’argento
    Res:1000-1=999-50=949
    Parata muscolare
    Testata [sforzo extra max]

    parametri
    Resistenza: 798
    Stamina: 590-70-10=520

    Maestrie e Abilità
    Combattente Armato [I° Specialista in Tirapugni - II° livello: Arte della Spada - Kenjutsu - Hojōjutsu]
    Guerriero Invisibile [III° livello: Maestro delle Nebbie]
    Stile Acrobatico [II° livello: Stile della Cavalletta - II° Movimento a due braccia - III° Stile Acrobatico - Wushu]

    Sigillo Maledetto Normale [I Stadio] (sul cuore)
    Concentrazione del chakra
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Enfasi Animale
    Armatura Ossea
    Fiore Osseo
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Transfert
    Esplosione del Chakra
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu] [Serpenti]
    Disperdi (Kai)

    equipaggiamento
    - Limb System v.03 [Braccio dx]
    - Sandali chiodati
    - Mantello Semovente Bastion [indossato sopra le altre protezioni]
    - Maschera respiratoria
    - Monocolo Fotografico
    - Coprifronte esteso
    - Giubba Rifinita
    - Guanti placcati
    - Paracosce Laminate

    Consumabili
    - Siringa con antidoto superiore
    - Tonico coagulante
    - Tonico da guerra
    - Shuriken [x5]
    - Palla di luce

    Conoscenze
    Tecniche del chakra [II°]
    Storiche [II°]
    Orientative e geografiche [II°]

    note
    //



    Edited by Steg - 26/11/2022, 09:42
     
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    >Oh… un maestro… mi… mi dispiace davvero…

    La voce che giunge alle vostre orecchie e sempre quella di una bambina, il suo tono sembra dispiaciuto, come se la vostra richiesta non potesse essere esaudita, ma non per motivi dipendenti da ella

    >Erano maestri? Avevano giovani studenti?

    Questa volta oltre alla tristezza le parole trasmettevano un genuino senso di curiosità. Il suono sembra sempre provenire da ogni direzione ma questa volta è molto più vicino, entrambi avvertite come un calore sulla guancia, come se qualcosa o qualcuno vi stesse toccando, ma solo per un unico e flebile attimo. Tornate con la mente alla situazione attuale, il gigante cade dal cielo, il tentativo di evocazione del serpente fallisce, non capisci perché ma al tuo comando “Kuchiyose no jutsu!” nulla appare, nessun sigillo, niente che tu posa conoscere riesce a giustificare questa mancanza, il serpente dovrebbe rispondere ai tuoi comando, essere un alleato prezioso e venire in tuo soccorso ma questa volta l’unica risposta è stata il nulla.

    >Mi…Mi dispiace, non vorrei ma è per il vostro bene, non… NON REAGITE!

    Il cambio di tono è stato immediato, la dolce bimba ha lasciato il posto ad una capricciosa ragazzina che sembra litigare con le proprie amiche, cercando di impartire loro ordini ma senza che queste rispondano a dovere, essendo dotate del loro libero arbitrio. In contemporanea all’alzarsi della sua voce, il gigante precipita a velocità ancor maggiore, senza alcun serpente che riesca a frapporsi. La tua tecnica dell’ombra della serpe invece ha successo riuscendo tuttavia a bloccare solo il braccio che cade verso di te. I serpenti si attorcigliano all’arto facendolo esplodere in mille pezzi di sostanza gialla e gelatinosa, sembrerebbe miele, ma non emette alcun odore. La caduta non è arrestata del tutto e un grandissimo boato con conseguente vento che ti sposta di una decina di metri più in là, fa la sua comparsa sul campo di battaglia.

    >Perché?! Perché hai reagito? Non voglio farti del male, non voglio fare del male, non più… sangue… niente sangue, niente, NIENTE SANGUE!

    Al diradarsi del fumo osservi un piccolo cratere di un paio di metri di diametro. Si è creato nel luogo della caduta del braccio gigante. La stessa materia che è piovuta appena hai distrutto l’arto che stava per colpirti, ora ricopre il corpo del giovane sotto la tua protezione. Osservi Hiroki che ti guarda spaventato, non sembra essere lucido, si dimena come un corpo che sta per affogare, sbracciando in ogni direzione e non riuscendo minimante a liberarsi dalla prigione gelatinosa, potresti aiutarlo, ma hai altri problemi…

    La materia del gigante, quella delle marionette e vari alberi attorno, anch’essi dunque fatti di gelatina, si uniscono in un’esatta copia del tuo protetto, che ti guarda con aria di sfida, percepisci un solo e pungente odore, quello del sangue, ma non capisci da dove provenga, nel contempo una fitta nebbia fa la sua comparsa sul campo di battaglia, non è ancora del tutto formata, riesci a distinguere ciò che ti circonda nel raggio di quindici metri, anche se in maniera opacizzata, la copia di Hiroki ti carica a velocità pari se non superiore a quella della caduta del gigante precedente, non sembra volerti colpire ma abbracciarti, anche se il suo sguardo non è per nulla amichevole, mentre l’originale continua a dimenarsi senza sosta, hai il presentimento che se non lo libri in poco, morirà asfissiato. Cosa farai?

    IEHJjmW


    KingOfThieves Steg Kot se ci sei batti un colpo, steg se non ti è chiaro qualcosa sai dove trovarmi. Good Luck e spingiamo sull'acceleratore
     
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    Fui travolto dall’onda d’urto dello schianto del gigante gelatinoso. Volai per una decina di metri all’indietro ed atterrai rovinosamente sulle ginocchia e sui palmi delle mani. Percepii immediatamente il bruciore provocato dalle abrasioni. Probabilmente avevo anche qualche livido sparso sulle gambe. Respiravo affannosamente.
    Sollevai lo sguardo e vidi che Hiroki era stato catturato dal miele ed era apparentemente impossibilitato a liberarsene. Non era riuscito a reagire in tempo all’attacco in caduta. Forse la paura lo aveva paralizzato? O forse si era fin tropo fidato di me… Incrociai lo sguardo con lui e mi raggelò le budella. Stava morendo asfissiato. Le vene dilatate che percorrevano la sua gola non mentivano.
    Non dovevo farmi prendere dal panico e perciò mi concentrai sull’analisi dell’andamento del combattimento. Così ricapitolai mentalmente cosa era accaduto.

    Prima di tutto avevo tentato la tecnica del richiamo e non ero riuscito ad evocare il serpente, anche se avevo realizzato la tecnica teoricamente alla perfezione. Ma perché? Il nostro avversario poteva inibire le tecniche magiche? Allora perché non aveva impedito l’ombra della serpe? Se lo avesse fatto ora saremmo entrambi alla sua mercé. Magari poteva bloccare solamente le tecniche spazio-temporali? O dipendeva da qualche trappola nascosta nel terreno sotto i nostri piedi? Non avevo abbastanza informazioni per rispondere alla domanda ed era un’abilità che sicuramente non avevo mai osservato. Non potei far a meno di ragionare sul fatto che la nostra avversaria fosse in possesso di una combinazione di capacità piuttosto notevole e peculiare. D’altro canto anche il suo comportamento era fuori da ogni schema e non seguiva un filo logico, almeno dal mio punto di vista. Però, a pensarci meglio, aveva detto: “niente sangue”. Che fosse quindi il sangue il meccanismo d’innesco?

    La mia mente fu distolta da un nuovo avvenimento. Ossia ogni goccia di quella sostanza maledetta si era trascinata a terra come se avesse vita propria. Si era infine accumulata in un punto e si era concentrata in un essere dalle fattezze speculari a quelle di Hiroki. Simultaneamente della nebbia si era alzata in tutta la foresta circostante.

    Se non vuoi farci del male allora lasciaci proseguire in pace!

    Era un appello vano ma sempre meglio tentare di farla ragionare che inimicarsela ancora di più.

    Dato il contesto, come potevo salvare Hiroki, quello vero, e allo stesso tempo evitare di rimetterci la vita? Inoltre la morte per asfissia causata dal miele era tra quelle cerchiate di rosse nella mia lista personale di “peggiori morti possibili”. Era situata tra il classico farsi infilzare un polmone e l’esotica trappola di un labirinto millenario maledetto.
    Inspirai a pieni polmoni.
    Naturalmente dovevo occuparmi dell’Hiroki falso innanzitutto dato che si frapponeva fra me e il mio alleato. Attaccarlo fisicamente non aveva senso, come aveva dimostrato Hiroki stesso una manciata di minuti prima contro le marionette. E poi come avrei liberato il konohano da quella sostanza viscosa? Le tecniche fisiche non sarebbero servite neanche in quel caso. Anche riutilizzare l’ombra delle serpe avrebbe rischiato soltanto di spostare il ragazzo senza liberarlo dal miele. Perciò avrei dovuto adoperare qualcos’altro. Non ci pensai sopra molto poiché la risposta era chiara nella mia testa. Essa era l’elemento acqua, l’unica arma del mio arsenale che avrebbe potuto efficacemente sciogliere quella schifezza.
    Espirai socchiudendo gli occhi. Mi concentrai sul battito e lo rallentai. Ero pronto.

    Avrei portato rapidamente la mano destra alla tasca sulla cintura sotto il mantello. Avrei infilato le dita ed avrei estratto una piccola ampolla contenente il tonico da guerra. Con un movimento del pollice l’avrei stappata e mi sarei portato alle labbra il contenuto per berlo. Nel frattempo avrei immesso il chakra lungo gli osteoblasti del radio del mio braccio sinistro e avrei estratto una spada ossea da un foro formatosi sul polso.
    Dopodiché avrei lasciato fluire il chakra acquatico lungo il braccio che impugnava l’arma. Esso sarebbe confluito attraverso la lama e sarebbe sfociato nelle tecnica kenjutsu: stile delle onde. Il jutsu più forte che conoscevo e di mia personale invenzione.
    Avrei pertanto mosso il braccio sinuosamente da destra verso sinistra, dal basso verso l’alto e viceversa. L’acqua sarebbe zampillata copiosamente dalla punta della spada e, attraverso i miei movimenti e il fluire del mio chakra, avrebbe assunto la forma di un drago. Infine, raggiunto il falso Hiroki, avrei colpito dall’alto verso il basso. La spada non avrebbe danneggiato l’essere di miele ma avrebbe guidato la traiettoria del drago che avrebbe dovuto divorarlo interamente dalla testa fino ai piedi.
    Successivamente sarei corso in direzione del mio compagno ed avrei realizzato la stessa identica tecnica in una versione meno potente. Però non avrei colpito direttamente il povero Hiroki ma avrei soltanto seguito con la lama la sua figura al fine di sciogliere tutta la gelatina che gli impediva di respirare e muoversi. Ovviamente sarei stato il più attento possibile dato che ogni suo spasmo, sia volontario che non, avrebbe potuto metterlo seriamente a rischio. Soprattutto confidavo nelle mie capacità e nella mia precisione.





    Riassunto Azioni


    Azioni
    Utilizzo del tonico da guerra + Estrazione spada ossea + Kenjutsu: Stile delle Onde [costo 75 punti chakra]
    Kenjutsu: Stile delle Onde [costo 35 punti chakra]


    parametri
    Resistenza: 798-37-17=744
    Stamina: 520-75-10-35=400

    Maestrie e Abilità
    Combattente Armato [I° Specialista in Tirapugni - II° livello: Arte della Spada - Kenjutsu - Hojōjutsu]
    Guerriero Invisibile [III° livello: Maestro delle Nebbie]
    Stile Acrobatico [II° livello: Stile della Cavalletta - II° Movimento a due braccia - III° Stile Acrobatico - Wushu]

    Sigillo Maledetto Normale [I Stadio] (sul cuore)
    Concentrazione del chakra
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Enfasi Animale
    Armatura Ossea
    Fiore Osseo
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Transfert
    Esplosione del Chakra
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu] [Serpenti]
    Disperdi (Kai)

    equipaggiamento
    - Limb System v.03 [Braccio dx]
    - Sandali chiodati
    - Mantello Semovente Bastion [indossato sopra le altre protezioni]
    - Maschera respiratoria
    - Monocolo Fotografico
    - Coprifronte esteso
    - Giubba Rifinita
    - Guanti placcati
    - Paracosce Laminate

    Consumabili
    - Siringa con antidoto superiore
    - Tonico coagulante
    - Tonico da guerra
    - Shuriken [x5]
    - Palla di luce

    Conoscenze
    Tecniche del chakra [II°]
    Storiche [II°]
    Orientative e geografiche [II°]

    note
    Ci ho pensato sopra e preferisco sapere prima se si salva Hiroki e dopo tenterò di attaccare la bambina



    Edited by Steg - 8/1/2023, 18:43
     
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    >È proprio per il vostro bene che non vi sto lasciando andare…

    Quelle parole erano ricolme di sincerità. La voce si interruppe, come se avesse voluto dire altro, ma l’attacco di spada ne tagliò il fiato. Suzaku riesce nel suo obiettivo, il drago d’acqua da lui creato con incredibile maestria attacca il clone di hiroki, impedendone l’avanzata, salvo poi l’immediato ricomporsi di quest’ultimo in questione di pochi secondi. Non serviva un occhio esperto per capire che quella persona vi stava semplicemente bloccando lì, per qualche motivo a voi sconosciuto.

    La disgregazione del materiale di cui era composta la copia conferisce allo spadaccino il tempo necessario a colpire l’involucro dove era rinchiuso il proprio protetto, fino a quel momento difeso in malo modo. Hiroki era privo di conoscenza, riverso sul terreno ed ancora sporco di quel simil miele che però, a differenza di tutte le altre volte sembrava non accennare alcun processo di rigenerazione, anzi, le varie particelle si allontanarono dal corpo quai in fin di vita per congiungersi alla copia.

    >Guarda, sembra che dorma…

    La voce era la medesima, ma proveniva dalla copia ormai ricomposta. Non fece alcun movimento per attaccarvi, nulla della tensione del combattimento precedente sembrava respirarsi in quel momento. Il suo sguardo era fisso sul corpo del ragazzo di cui aveva preso le fattezze. Laconico il commento e triste l’espressione mentre le vene sul collo del giovane Hiroki sembravano rilassarsi. TI avrebbe dato tranquillamente il tempo di constatare il suo stato di salute, se avessi voluto farlo.

    Lo scenario si stravolse nuovamente, questa volta tramite la comparsa di farfalle dall’aspetto cristallino. Il colore vi sembrava indecifrabile, riflessi di luce ne alteravano la composizione rendendo confuso qualsiasi tentativo di comprensione degli avvenimenti. Ogni loro battito d’ali dissolveva lo scenario che vi avvolgeva portandovi ad immergervi in un luogo totalmente buio, dove l’unico punto di riferimento era il corpo della copia di Hiroki, luminoso punto in qui tutte quelle apparentemente fragili farfalle si ricongiunsero. Il miele si disciolse.

    >A quanto pare non serve più che io vi trattenga qui

    Dei capelli fluenti e di color tendente al verde scuro fecero la loro comparsa

    >Il tempo è giunto, spero che lui abbia scoperto qualcosa.

    Un corpo femminile, composto da curve adolescenziali ed aggraziate comparve coperto di pochi stracci e bende dinanzi a voi, la voce era quella che sentivate di continuo per tutto il combattimento. Il suo sguardo era pietrificante ed ammaliante, spaventoso a tratti, un brivido avrebbe percorso la schiena di chiunque avesse incrociato tale visione. Il suo occhio destro presentava un tema a spirale e sembrava esercitare una pressione particolare

    image



    Le farfalle andarono a riunirsi alle sue spalle, formando delle ali che ritraevano un motivo ad occhi ripetutiti, era ipnotico nel suo insieme. Il tuo corpo era intorpidito proprio come si fosse appena destato da un lungo sonno, quello di Hiroki invece non dava alcun segno di vita

    >Forse non era pronto, poverino

    Disse la ragazza mentre, dopo essere arrivata in un istante a ridosso del corpo, ne percorreva i lineamenti con il nudo piede destro, carezzando il giovane viso del tuo protetto. Il suo sguardo si volse verso un punto perso tra gli alberi, ed iniziò ad incamminarsi lì, ignorandoti completamente.

    Lo spettacolo a cui ti sarebbe toccato assistere era qualcosa di assoluto orrore. La ragazza si faceva senza alcun remore spazio tra i cadaveri, attenta a non calpestarli forse per rispetto o forse per non sporcarsi ulteriormente di sangue. Eri l’unico sopravvissuto, forse insieme al ninja di konoha, in quello che sembrava il campo di una strage, decine di corpi erano ammassati in ogni dove. Tra i resti dei corpi cercando con attenzione avresti trovato persone che corrispondevano a generici pirati, non erano presenti ninja ma vari dettagli ti avrebbero suggerito il fatto che ognuno di loro fosse un guerriero, caduto senza scampo contro un nemico troppo forte per tutti…

    image


    IEHJjmW


    KingOfThieves Steg Kot sei svenuto in fin di vita quindi salti il prossimo turno pure. Steg sei in uno stato di torpore, nonostante tu abbia fatto uso del tonico e della spada ritrovi tutto al proprio posto come se nulla fosse mai successo. Scegli tu se seguire la ragazza, che ormai se n'è andata tra gli alberi o prestare soccorso al genin, o magari cercare sopravvissuti tra la folla per capire meglio, la scelta è tua.
     
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    La mia strategia apparentemente funzionò. Ma tutto ciò che avvenne dopo rese nullo il suo esito o quantomeno ininfluente. Eravamo soltanto due mosche finite nella ragnatela di un predatore ben al di là della nostra portata. Se fossimo sopravvissuti sarebbe stato soltanto perché lei ci stava lasciando andare. Ma questo non lo avevo ancora capito e probabilmente era il motivo perché non ero stato in grado di tirarci fuori di lì.

    Mi trovavo vicino ad Hiroki, che sembrava ancora vivo, ed impugnavo guardingo la spada ossea. Il manico era liscio e rigido. Mi dava sicurezza anche nelle situazioni più pericolose. Come se da essa traessi speranza anche nei momenti più bui.

    La voce della donna si fece più intensa come se fosse più vicina. D’un tratto decine di farfalle si materializzarono dal nulla. D’istinto pensai: un’altra tecnica?! Di quante diavolerie è capace? Ma non avevo lontanamente idea.
    Il loro numero aumentò progressivamente. Il loro colore era indistinguibile come se fossero un mero riflesso dell’arcobaleno. Ci circondarono ma non ci aggredirono mai. Però risucchiarono pian piano tutta la luce del mondo finché non ci ritrovammo nell’abisso più oscuro. Ma che dannazione stava accadendo?
    Dopodiché esse si mossero in direzione della copia di “miele” di Hiroki e generarono un unico punto di luce, un faro in quell’oscurità. Ma non illuminava nulla perché tutto era coperto da un velo. Non potevo vedere nulla oltre me stesso ed Hiroki. Nemmeno sentivo alcun rumore se non il mio stesso respiro affannoso. Sembravamo finiti in uno di quei romanzi fantascientifici, dove gli eroi vengono risucchiati in un’altra dimensione. Ma nei libri l’eroe trovava sempre un modo arguto e brillante per tornare a casa… io non avevo alcuna idea. Non avevo il coraggio di reagire e non sapevo nemmeno quale jutsu potessi sfruttare a mio vantaggio.
    Eravamo in un genjutsu? Era una tecnica magica? Eravamo morti senza nemmeno accorgercene? Che l’al di là fosse così simile ad un sogno? O ad un incubo? Eppure potevo ancora percepire il sigillo… non avrebbe dovuto essere possibile se fossi realmente morto. Stranamente questa constatazione non mi rincuorava alcunché. La paura dell’ignoto poteva giocare brutti scherzi, anche farti quasi rimpiangere di non essere realmente deceduto.

    Infine l’oscurità si dissolse, ritornammo nel “nostro” mondo e la perfida donna svelò le sue fattezze.

    Non udii nessun suono e nessuna vibrazione nell’aria. Percepii soltanto la sua voce alle mie spalle mentre era intenta a levitare a qualche palmo da terra e ad accarezzare Hiroki con il suo piede. Com’era arrivata lì?! La disparità delle forze si rendeva sempre più palese.
    Intimai:

    Non toccarlo!

    Ma la mia voce non sembrava avere la solita decisione… perché provavo paura. Non quel tipo di paura che ti spinge ad agire e a sopravvivere. Ma quel tipo che ti paralizza e ti fa ammazzare. Per di più continuavo a stringere le dita della mano destra per poter sferrare un fendente con la spada ma non c’era nulla nella mano. Girai lo sguardo. La spada era sparita! Dannazione. Perciò concentrai il chakra nel lymb sistem per colpirla con un attacco sonoro. Alzai lo sguardo verso il suo viso e finalmente lo vidi. Mi fermai di scatto.

    Non credevo a ciò che i miei occhi stavano guardando. La pressione su ogni centimetro della mia pelle si intensificò. Avevo difficoltà a tenere gli occhi aperti ma mi costrinsi a farlo. I bordi del mio campo visivo si stavano sfocando sempre di più. A malapena riuscivo a concentrarmi sul cono visivo centrale. Sfruttavo ogni energia in mio possesso perché dovevo analizzare l’occhio con la spirale.

    Era ciò che credevo che fosse? Poteva, lì ad Ibben, esistere quel doujutsu? Come poteva essere possibile che nessuno se ne fosse già accorto, che il mondo intero non sapesse di esso? Le persone normali non nascevano dotate di quel potere… un pensiero balzò alla mente. E se in realtà non fosse l’occhio ancestrale? Ma semplicemente qualcosa che gli assomigliasse? Questo spiegherebbe perché era rimasto celato… però non mi sembrava una spiegazione adeguata. Poche volte avevo percepito un potere così influente. E questa volta sembrava addirittura di natura diversa.

    Quando finalmente la pressione esercitata dalla ragazza venne meno ripresi a respirare. Avevo trattenuto il fiato per tutto il tempo senza nemmeno rendermene conto. Inspirai contemporaneamente dal naso e dalla bocca. Un odore nauseabondo mi colpì in pieno come un calcio. Ebbi un conato di vomito e l’acido contenuto nel mio stomaco risalì fino alle parti più profonde della trachea infiammandomela. Deglutì un po’ di saliva per tentare di stemperare il bruciore.
    Non vedevo ancora bene poiché pallini neri mi danzavano davanti le pupille come moscerini ma capii cosa ci circondava. Una distesa infinita di cadaveri. Ecco perché non voleva toccare il terreno. Non voleva sporcarsi di sangue.
    Mi accovaccia accanto ad Hiroki per sincerarmi delle sue condizioni. Aveva tracce di sangue su tutto il corpo. Però sentivo il suo cuore battere flebilmente. Era vivo ma svenuto. Forse il sangue non era il suo.

    Hiroki! Svegliati, dobbiamo andarcene di qui!

    C’era ben poco che potessi fare in una situazione del genere. Potevo decidere di lasciare lì Hiroki, magari con un biglietto dandogli qualche indicazione. Potevo cercare altre informazioni nel mare di cadaveri presente. Oppure prendere il ragazzo, issarlo sulle mie spalle e portarlo al sicuro.
    La missione O.S.U. era alquanto chiara: raccogliere informazioni. Ma allo stesso tempo avevo un obbligo morale nei confronti del konohano. A malapena era uscito vivo dall’incontro di qualche momento prima perciò non potevo costringerlo a inseguire la donna e nemmeno lasciarlo lì da solo. Che bastardo sarei stato?
    Avevo visto fin troppe persone morire e fin troppe volte non ero stato in grado di salvarle. E questa volta avevo l’opportunità di evitare una disgrazia preannunciata e praticamente certa.
    Afferrai il suo braccio sinistro e lo tirai verso l’alto appoggiando il ragazzo sulle mie spalle. Era leggero e ancora incosciente. Dopodiché mi sarei mosso nella direzione opposta della donna, cercando di ritrovare il sentiero da dove eravamo venuti per raggiungere il porto. Magari lì avrei potuto trovare un passaggio per riportarci a casa.



    Riassunto Azioni


    Azioni


    parametri
    Resistenza: 798-37
    Stamina: 520-75-10

    Maestrie e Abilità
    Combattente Armato [I° Specialista in Tirapugni - II° livello: Arte della Spada - Kenjutsu - Hojōjutsu]
    Guerriero Invisibile [III° livello: Maestro delle Nebbie]
    Stile Acrobatico [II° livello: Stile della Cavalletta - II° Movimento a due braccia - III° Stile Acrobatico - Wushu]

    Sigillo Maledetto Normale [I Stadio] (sul cuore)
    Concentrazione del chakra
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Enfasi Animale
    Armatura Ossea
    Fiore Osseo
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Transfert
    Esplosione del Chakra
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu] [Serpenti]
    Disperdi (Kai)

    equipaggiamento
    - Limb System v.03 [Braccio dx]
    - Sandali chiodati
    - Mantello Semovente Bastion [indossato sopra le altre protezioni]
    - Maschera respiratoria
    - Monocolo Fotografico
    - Coprifronte esteso
    - Giubba Rifinita
    - Guanti placcati
    - Paracosce Laminate

    Consumabili
    - Siringa con antidoto superiore
    - Tonico coagulante
    - Tonico da guerra
    - Shuriken [x5]
    - Palla di luce

    Conoscenze
    Tecniche del chakra [II°]
    Storiche [II°]
    Orientative e geografiche [II°]

    note
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    Edited by Steg - 27/2/2023, 15:45
     
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18 replies since 30/5/2022, 23:31   813 views
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