Bad Dreams

P.Q. Yurei Henge

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  1. Tenshi-1
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    Chapter X

    Yurei Henge

    [Commodoro]



    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Bassifondi di Barbakos


    L'attesa per le notizie delle compagne curate dalla donna misteriosa era stata una tormenta costante, ma l'arrivo di Frank con novità rassicuranti apportò una ventata di sollievo tra noi. Quella sera, nella penombra della taverna riscaldata dalle fiamme del camino, ci raccontò dei sorrisi ritrovati e degli sguardi riaccesi grazie alle cure ricevute. La mia mente era ancora in preda a dubbi e incertezze sul futuro dell'OSU su questi mari ostili, ma sentii un barlume di speranza penetrare nel profondo. Mentre ascoltavo Frank, il rumore del mare fuori dalla finestra servì da sfondo alle storie di guarigione e rinascita. Avevamo ancora molte sfide davanti a noi, ma quella notte abbiamo permesso a noi stessi di credere che, nonostante tutto, c'era ancora posto per piccoli miracoli in mezzo alla tempesta della nostra esistenza in balia delle onde.

    C'era molto da pianificare per il giorno seguente: la necessità di stringere nuove alleanze e forse, l'inizio di una trattativa con la capitana della nave misteriosa. Mentre l'alba infrangeva la quiete della notte, eravamo già pronti a incontrarci nuovamente in taverna e discutere i passi successivi.

    L'arrivo del nuovo giorno portò con sé una nuova urgenza nelle nostre mosse. Adesso che sapevamo delle miglioramenti delle compagne a bordo della nave dei pirati, era giunto il momento di riconsiderare la nostra posizione nei confronti dell'ignota capitana e della sua ciurma. Eravamo consapevoli del rischio che comportava accettare l'aiuto da una fonte misteriosa, ma allo stesso tempo ci si presentava un'opportunità imperdibile di fortificare le nostre fila.

    La riunione mattutina in taverna fu pervasa da un'atmosfera di vigile calcolo. Avvicinare la capitana pirata non sarebbe stato semplice; dovevamo presentarci come alleati rispettabili, non come naufraghi disperati. Si discussero varie strategie, tenendo in considerazione la forza delle mie competenze nautiche e le conoscenze che avevo accumulato nei miei anni in mare.

    La tensione era palpabile mentre preparavamo i nostri rappresentanti; sapevamo che il margine per un errore era minimo, ma eravamo anche consapevoli che questo era l'unico modo per navigare verso un orizzonte più promettente. Inoltre avevamo bisogno che altre di noi venissero curate.

    Così, con il sole che saliva alto nel cielo, una piccola delegazione, di cui non facevo parte, si avvio verso la banchina dove era ancorata una scialuppa con la quale si avviarono verso la nave pirata. La trattativa fu lunga e intensa, ma alla fine emerse un accordo preliminare che contemplava la loro assistenza nei nostri confronti in cambio della promessa che avremmo ricambiato il favore in futuro. Sulla nave tutte le donne della nostra ciurma sarebbero state accolte e curate come si competeva mentre la sottoscritta sarebbe rimasta ancora sulla terraferma.

    Nonostante avessi fiducia nella capacità della ciurma di negoziare e mantenere la parola data, il pensiero che tutte avrebbero attraversato l'orizzonte senza di me, lasciandomi indietro, era un tarlo che mi rodava il cuore. Dovevo convincermi che la mia permanenza sulla terraferma non era un segno di debolezza o di sfiducia nei miei confronti, ma una necessità strategica dettata dalle circostanze. Con i miei piedi radicati alla terra asciutta e lo sguardo fissato sulla nave che si allontanava, forgiavo dentro di me nuovi propositi: sarei stata l'anima vigile pronta a guidare la ciurma al loro ritorno sicuro.

    Mentre la delegazione era impegnata al largo, mi trovavo a percorrere le strade acciottolate della città portuale cercando e dicerie dai passanti e negozianti, collaudando la rete di contatti che avrebbe potuto servirci in futuro. Era essenziale anticipare le mosse degli altri capitani e capire a pieno le dinamiche del porto per non trovarsi impreparati di fronte a eventuali minacce o opportunità.

    Le ore passavano lente ma fruttuose, e quando il crepuscolo iniziò a tingere il cielo di rosso, ero già in possesso di un mazzo di carte notevolmente più ricco. Le navi previste all'orizzonte, i commerci in vista e i flussi e riflussi della vita portuale erano tutti elementi che mi fornivano una visuale più chiara del quadro generale.

    Tornai alla taverna al calar della sera, portando con me i semi di molteplici chiacchiericci che anche da terra ferma potevano fare la differenza. Quella notte cullai tra le mani una brocca di rum speziato, ripromettendomi che nonostante l'assenza fisica dalla ciurma, avrei veleggiato con loro nello spirito e nel cuore. E nella luce incerta della candela che danzava al ritmo della brezza marina, piani ardimentosi presero forma: una mappa verso il domani, disegnata sulla tavola su cui avevo appoggiato il mio calice.

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    Edited by Tenshi-1 - 8/3/2024, 14:36
     
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