Bad Dreams

P.Q. Yurei Henge

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  1. Tenshi-1
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    Chapter VIII

    Yurei Henge

    [Commodoro]



    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    Villaggio Vicino Barbakos


    Le giornate che seguirono furono come una catarsi collettiva per il villaggio. La perdita, condivisa e solennemente commemorata, divenne terreno fertile per un rinnovato senso di comunità. Da quel momento in poi la tranquillita` torno` a far parte del paese e tutto sembrava essere immutato da quando me ne andai. Solo due cose erano cambiate: la mia ciurma e zio Franky.

    La ciurma si era rafforzata, non solo in numero ma anche in spirito. Ogni membro contribuiva con la propria storia, tessendo un mosaico di vite che aveva come cornice l'impetuoso mare e come origine lo stesso infausto evento. La determinazione e la sete di avventura erano il collante che univa l'equipaggio di sole donne, ora più affiatato che mai. In quanto a zio Franky, le sue giornate erano sempre intessute di quella stessa routine marina, ma qualcosa nei suoi occhi aveva preso una nuova luce. Si era permesso di piangere e di condividere il suo dolore, e questo lo aveva cambiato in maniera impercettibile ma profonda.

    Asuka, dal canto suo, aveva trovato una nuova forza nelle onde del mare e nel ricordo del fratello. Si dedicò con fervore alle reti e alle vele, riscoprendo nel lavoro quotidiano un legame intimo con l'elemento che aveva preso tanto dalla sua vita.

    L'unico mistero che ancora mi faceva venire il mal di testa era il cambiamento di Frank, che dal ritorno al villaggio non si era mai ancora presentato nel villaggio sobrio e nessuno sapeva dove andasse a bere. Quindi io e le miei 3 sottoufficiali una sera lo seguimmo incuriosite.

    [...]



    Frank attraversava con passo sicuro le parti più nascoste del villaggio, la sua sagoma tagliava una figura enigmatica nella penombra. Noi lo seguivamo a distanza, cercando di muoverci senza attirare l'attenzione. Con un ampia falcata Frank arrivo` fino ai sobborghi della capitale Barbakos.

    Lì, in uno dei quartieri meno battuti, sotto un'insegna consumata dal tempo che pendeva sopra una porta di legno scuro, Frank si fermò. L'incertezza sembrava pervaderlo per un istante prima che spingesse con decisione la porta ed entrasse. Il luogo era una taverna vecchio stile, il tipo di ambiente che non si pubblicizza né si vanta della propria esistenza; si tratteneva nell'ombra accogliendo chi, come Frank, cercava di sfuggire agli sguardi indiscreti. All'interno, la penombra era interrotta dal debole bagliore di candele su tavoli di legno consumati dal tempo. Ai pochi avventori presenti non interessava nulla della storia altrui; ogni uomo e donna era immerso nei propri pensieri o bevande.

    Noi ci posizionammo discretamente in un angolo, osservando senza essere notate. Frank si sedette al bancone e ordinò qualcosa al taverniere, un uomo dall'aspetto tetro e silenzioso quanto il resto del locale. Non trascorse molto tempo prima che una donna si avvicinasse a Frank con una fluidità di movimento che tradiva una familiarità con il posto. Aveva l'aria di chi conosce ogni angolo di quel mondo sommerso e i segreti che questi celavano. Lei si mise accanto a lui, le loro spalle si toccarono lievemente, un contatto silenzioso ma carico di significato. Mentre ordinava da bere, i loro sguardi si incrociarono e in quell'istante la complicità tra i due divenne palpabile.

    La donna, vestita di un camice bianco, iniziò a parlare con Frank come se fossero i soli due esseri esistenti in quel momento mentre Frank, accompagnato da una bottiglia di alcool che il barista gli aveva passato, non prestava molta attenzione, anzi si scolo` l'intera bottiglia in 2 colpi.

    Con un sospiro profondo, Frank scrollò di dosso l'ebbrezza che cercava di avvolgerlo come un mantello pesante. La donna parlava ancora, imperturbabile, e in quel momento le parole sembrarono trovare una crepa nella corazza che Frank si era costruito. Si mise ad ascoltarla con più attenzione, lasciando che il timbro della sua voce lo conducesse lontano dal baccano del presente. Lei condivideva frammenti di storie di mare, racconti di speranze affondate e sogni recuperati, storie che sembravano parlare direttamente all'anima marinara di Frank. Nonostante ciò, c'era ancora qualcosa che teneva Frank ancorato a quella tensione misteriosa... qualcosa che riguardava il pesante segreto che portava con sé da anni.

    Mentre la conversazione tra i due si faceva sempre più intensa, noi non potemmo fare a meno di chiederci cosa legasse quella donna così eloquente al nostro riservato compagno d'avventure. La sua presenza era un enigma che aggiungeva spessore al mistero di Frank, una tessera mancante in un puzzle già complesso.

    Dopo l'incontro, Frank sembrò cambiare ancora una volta. Rientrato nel villaggio con la prima luce dell'alba seguente, aveva negli occhi un barlume diverso, una scintilla appena accennata di determinazione mista a serenità. E nonostante le domande rimanessero in sospeso nei nostri sguardi indagatori e preoccupati, era impossibile ignorare il silenzioso cambiamento che si stava operando nel suo spirito.

    Una sera, senza preavviso, Frank convocò una riunione nella vecchia sala comunitaria. Confrontato da visi curiosi e genuinamente interessati, raccontò storie del mare aperto, di tempeste attraversate e lezioni imparate sul fragile confine tra la vita e la morte, proprio come faceva quando io ero solo una bambina. Ma c'era qualcosa di diverso, quelle storie non erano le stesse di quando ero bambina.

    Quelle storie avevano accumulato strati di verità e realtà che solo gli anni di solitudine e introspezione possono conferire. Con ogni racconto, Frank svelava parti del suo mistero, lasciando affiorare dettagli su quella donna della taverna che tanto ci aveva incuriosito e che solo noi quattro che l'avevamo seguito potevamo capire. Non era una vecchia conoscenza, un amore perso e ritrovato nei meandri dei suoi viaggi. Non era stata la custode delle sue paure e la musa ispiratrice del suo coraggio ritrovato nel fondo di una bottiglia vuota. Frank, senza che lo sapessimo, si divertiva ad ascoltare le storie altrui perché gli ricordavano se stesso.

    Inoltre, grazie alle storie di Frank capimmo che il camice che portava era quello di un medico, poiché in tutte le sue storie Frank raccontava delle condizioni della ciurma dettagliatamente. Cosi` ispirati da Frank, io e la mia ciurma tornammo in quella taverna per incontrare quella donna.


    Edited by Tenshi-1 - 8/3/2024, 01:18
     
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