Bad Dreams

P.Q. Yurei Henge

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Tenshi-1
        Like  
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Suna's Ninja
    Posts
    633
    Location
    Campania

    Status
    Offline
    Chapter V

    Yurei Henge

    [Commodoro]



    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    La Mother


    Man mano che ci addentravamo tra i resti del tempo trascorso, ogni scoperta apriva un varco tra la realtà e il cuore pulsante dei ricordi. Non fu sorprendente, perciò, trovare sull'albero maestro incisi dei nomi seguiti da date, come è usanza tra i marinai per tenere traccia del tempo e degli avvenimenti salienti. Quel gesto così familiare strinse ancora di più lo stomaco, alimentando la speranza di aver ritrovato una parte della mia vecchia ciurma.

    Gradino dopo gradino, esplorammo gli angoli più reconditi della nave: la cambusa ancora provvista di alcune scorte inaspettatamente conservate, la cabina di navigazione con le sue mappe parzialmente consumate dal sale e dal tempo, e infine l'armamentario, testimonianza silenziosa di combattimenti forse eroici. Era lì che emerse il primo indizio davvero concreto: una spada appartenuta all'ammiraglio, il mio fedele secondo. La riconobbi immediatamente per l'elsa accuratamente lavorata che egli sfoggiava con orgoglio.

    Con profondo rispetto e un filo di ansia che mi corse lungo la schiena presi tra le mani quella lama. Il freddo metallo risvegliò non solo il contatto, ma anche la netta sensazione che il suo proprietario fosse ormai morto. Con nostalgia mi avventurai verso la mia ultima destinazione, la mia cabina, quella del capitano. In quei pochi passi ricordai di aver raccomandato ad ognuno dei miei sottoposti di andare li` in caso si fossero sentiti persi, in mia assenza.

    Entrando nella mia cabina, il tempo si fermò. L'aria profumava di mare e di legno lavorato, e i ricordi si materializzarono intorno a me come fossero fantasmi ben disposti. La stanza era ordinata come l'avevo lasciata l'ultima volta, con la mia scrivania ricoperta dalle carte nautiche e il mio giornale di bordo semiaperto, come se mi aspettasse da allora per raccontare la mia assenza. Ma non era solo questo a colpirmi; su una delle pareti spiccava un disegno graffiato sulla superficie, quasi nascosto dalla polvere del tempo. Rappresentava la nostra nave, la Mother, in corsa sui flutti tumultuosi, dominata da una figura femminile al timone che non potrei mai dimenticare.

    Toccando con delicatezza il disegno, mi resi conto che non ero stata dimenticata dai miei uomini, e che in qualche modo avevano mantenuto viva la speranza del mio ritorno come io avevo custodito il loro coraggio. Sotto l'immagine erano incisi i nomi dei miei compagni uno dopo l'altro, con una piccola croce accanto a quelli dei caduti. Le date seguivano fino a un paio di settimane prima, segno che qualcuno era sopravvissuto ed era stato qui recentemente.

    Quello che mi aspettava nella mia cabina era un mix di emozioni contrastanti. Mentre la sensazione di nostalgia e il desiderio di rivedere la mia vecchia ciurma mi riempivano il cuore, c'era anche una parte di me che temeva di trovare solo silenzio e abbandono. Ma quella paura si dissolse rapidamente quando i miei occhi caddero sulla scrivania al centro della stanza. La mia scrivania, che una volta era il centro delle operazioni e il cuore pulsante delle decisioni prese a bordo della Mother. E lì, su quella scrivania, c'era un biglietto. Un biglietto lasciato appositamente per me, come un messaggio dal passato. Con le mani tremanti, afferrai il biglietto e cominciai a leggere.

    CITAZIONE
    "Capitano, se state leggendo queste parole, significa che siete tornata. Siamo stati qui ad aspettare il vostro ritorno, giorno dopo giorno, sperando che il mare vi riportasse tra le nostre braccia. Abbiamo combattuto battaglie difficili, ma siamo rimasti uniti come una famiglia. La vostra leadership ci ha ispirato e guidato attraverso i momenti più bui. Sappiate che anche se il tempo può sembrare lungo, il vostro ritorno è stato ciò per cui abbiamo vissuto. Siete tornata, Capitano, e la ciurma vi accoglie con tutto il cuore.

    P.S. Non abbiamo osato toccare le sue razioni di cibo, sappiamo quanto vi fa incazzare quando andiamo a sgranocchiare qualcosa di nascosto"

    4c2116f10b15f9f56991226571c65bee



    Le parole scritte sul biglietto mi commossero profondamente. Non pensavo di trovare una dimostrazione così chiara dell'affetto e del rispetto che i miei uomini avevano per me. Ritrovarmi sulla Mother, circondata dal calore dei ricordi e sapendo che il mio ritorno era tanto atteso, mi riempiva di gratitudine. Mi resi conto che non ero solo un capitano, ma anche una guida e una figura amata. Mentre il vento sussurrava fuori e le onde si infrangevano contro lo scafo della nave, sapevo che ero finalmente a casa.

    Lacrime amare scesero sul mio volto, perché in cuor mio sapevo che quelle erano le ultime parole dei miei uomini e non avrei potuto mai piu` rivederli. Un lungo abbraccio ci fu tra me e le miei nuove compagne di viaggio, quelle che nei lunghi mesi di prigionia mi erano state accanto e che perfino ora, anche se non comprendevano il motivo del mio pianto non avendo letto quel biglietto, mi davano conforto.

    Le mie compagne di viaggio, quelle eroiche donne che avevano condiviso con me la prigionia e avuto il coraggio di sognare la libertà, mi stringevano ora in un cerchio silenzioso. Ciascuna di loro era diversa, proveniente da terre lontane e da vite spezzate, ma eravamo unite dalla forza della speranza. Decisi in quel momento di raccontar loro la mia storia, di condividere il legame spezzato tra me e quegli uomini che avevano lasciato una tale eredità.

    Cominciai a parlare a voce bassa, le parole fluttuavano nella stanza impregnata del sale del mare. Narrai di tempeste affrontate insieme, vittorie sudate e perdite amare; ogni racconto era un pezzo del mosaico della mia vita prima della cattura. Mentre narravo, gli occhi delle mie compagne brillavano d'empatia e di rispetto crescente. Benché non avessero mai issato una vela o brandito una spada al mio fianco, capivano il senso di appartenenza che si prova quando si è parte di qualcosa di più grande di sé stessi.

    Dalla mia descrizione dei fratelli d'arme ai giorni d'oro sulla Mother, passammo al crepuscolo dei nostri destini - la mia cattura e la mia assenza prolungata. La notte ci sorprese mentre le parole che narravano il mio passato svanivano nel vento notturno. Ebbi l'impressione che blande luci danzassero sulle onde sotto la luna: un segno forse, o forse solo i giochi della mente stanca.

    Ma mentre pensavo fossero illusioni nate dal desiderio, una delle mie compagne sussurrò timorosa di aver realmente visto qualcosa sul mare. Ci alzammo tutte e insieme ci affacciammo oltre il boccaporto: lontane lucerne oscillavano come stelle cadenti trattenute dal filo teso dell'orizzonte. Non eravamo sole nella notte: il mare era ancora testimone del viaggio degli uomini della Mother.


    Edited by Tenshi-1 - 7/3/2024, 20:05
     
    .
12 replies since 7/3/2024, 12:28   140 views
  Share  
.