Bad Dreams

P.Q. Yurei Henge

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  1. Tenshi-1
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    Chapter IV

    Yurei Henge

    [Commodoro]



    Scheda - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato - Azione

    ???


    La solidarietà tra di noi cresceva, tanto vulnerabile quanto vitale. Alcune di noi avevano scoperto nelle proprie mani la capacità di costruire, altre nelle proprie gambe la forza di percorrere distanze impensabili. Qualcuno, dotato di un innato senso dell'orientamento, si faceva carico della navigazione, suggerendo il percorso attraverso la foresta che sembrava infinita. Il cielo era la nostra bussola e il sole il nostro orologio; ci muovevamo all'unisono con i ritmi della natura, adattando le pause e gli spostamenti al fluire delle ore. Le sfide si susseguivano, da quelle più immediate come il trovare rifugio per la notte, a quelle più impegnative come immaginare una nuova vita oltre il bosco.

    Ma non tutto era una lotta per la sopravvivenza; c'erano momenti di pura meraviglia, quando per esempio uno stormo di uccelli si alzava in volo tagliando l'aria con un sincronismo perfetto, o quando scoprivamo il panorama mozzafiato da un crinale che regalava visioni del mondo circostante: ampi corsi d'acqua che brillavano sotto i raggi solari e le montagne in lontananza, testimoni silenziosi di un'esistenza più grande della nostra. Queste meraviglie naturali nutrivano il nostro senso estetico e spirituale ancora intatto nonostante gli anni perduti.

    All'interno del gruppo si formavano legami nuovi e inaspettati mentre condividevamo le scarse provviste o ci scambiavamo consigli sulla sopravvivenza; eravamo diventati una famiglia non tradizionale forgiata dalle circostanze. Ogni sera intorno al fuoco che scacciava il freddo e teneva lontani i predatori, aleggiavano racconti del passato che mescolandosi al crepitio delle fiamme diventavano confessioni liberatorie e murature per un futuro che ciascuno desiderava costruire lontano dalle etichette del passato.

    Oh sì, il bosco era diventato nostro insegnante e rifugio; implacabile nel suo essere indomito ma generoso nell'offrire lezioni di vita. La vera libertà richiedeva coraggio e impegno costante: eravamo pronti a pagarne il prezzo con ogni fibra del nostro essere rinnovato.

    Mentre il fuoco si riduceva a braci e le stelle iniziavano a sbiadire all'annuncio della prossima alba, sapevamo che il nostro viaggio stava per entrare in una fase cruciale. Era giunto il momento di prendere decisioni che avrebbero segnato il percorso futuro. Alzandoci con i corpi indolenziti, ma con uno spirito rinsaldato, ci consultammo per stabilire la direzione da prendere non appena la luce del giorno avrebbe penetrato il tetto della foresta. Era evidente nell’aria, carica degli aromi terrosi dell'alba, che ciascuno di noi sentiva più acutamente la responsabilità delle scelte che stavamo per fare.

    Avevamo imparato a leggere i segni che la natura ci offriva: come interpretare l'andamento dei corsi d'acqua per evitare terreni paludosi, ad ascoltare il vento per prevedere un cambio del tempo e a distinguere i suoni della foresta per riconoscere un possibile pericolo. Queste competenze non erano state affinate solo per sopravvivere al presente ma diventavano abilità preziose alla costruzione di quella vita che ambivamo a vivere una volta usciti dal rifugio di quegli alberi.

    Con lunghi passi decisi e lo sguardo fisso oltre la linea degli alberi, avanzammo con rinnovata determinazione. Avevamo deciso di lasciare alle spalle non solo la foresta ma anche il passato. Ci aspettava un futuro incerto, ma eravamo armati di una fede incrollabile nella solidarietà e nella forza interiore conquistata nel cuore oscuro del bosco.

    La direzione che decidemmo di intraprendere fu quella che io stessa proposi: il mare. In tutto questo tempo nella foresta avevo affinato la mia abilita` di comunicazione con gli animali ed ero sicura che in poco tempo, grazie ad essa, sarei riuscita a recuperare la mia nave.

    Il mare rappresentava per noi il simbolo di un inizio nuovo, un confine fluido tra i ricordi di una vita pregressa e la promessa di un'avventura mai ancora vissuta. Non appena le onde si infrangevano contro la scogliera, potevamo sentirne la potenza e quella stessa energia sembrava esser soffiata dentro di noi, infondendo coraggio e speranza. Le mie competenze nel comunicare con gli animali mi permisero di stabilire rapidamente un legame con un branco di delfini che, per qualche ragione, sembrava attratto dalla nostra presenza. Non passò molto tempo prima che, con l'aiuto del branco, localizzassimo una nave arenata su una spiaggia non troppo distante.

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    (Ovviamente non ha i propulsori per chi se lo stesse chiedendo)



    Per una coincidenza dettata dal fato riconobbi la Mother, la mia adorata nave. Ma nonostante i mesi passati, il ricordo dei miei compagni che il giorno in cui fui rapita avevano combattuto al mio fianco contro quegli uomini che al tempo ritenevamo solo tali, invece di creature cambia forma, mi ritorno alla mente. In me nacque il terrore che nessuno di loro, il giorno in cui furono scaraventati in mare aperto con la mia nave, sopravvisse.

    Con il cuore serrato dalla paura, ma guidate da una forza interiore mai sopita, ci avvicinammo cautamente alla nave arenata. La Mother giaceva di fianco con la maestosa struttura semi sommersa nella sabbia e l'acqua che le lambiva lo scafo come per rincuorarla dopo la sua lunga prova. Il legame con le mie compagnie di viaggio si intensificò in quel momento, mentre insieme affrontavamo il timore che il passato potesse nuovamente irrompere nel nostro presente.

    Iniziai ad esaminare i segni lasciati sul legno e sul ponte, cercando tracce che potessero dirmi qualcosa sui miei amici. Ebbi l'impressione che i delfini avessero compreso il mio stato d'animo, poiché rimasero a nuotare vicino alla riva in una specie di cerchio protettivo. Era chiaro che la nave aveva ancora storie da raccontare. I segni di battaglia erano evidenti e le vele stracciate suggerivano un confronto con le forze della natura tanto quanto con quelle delle creature cambia forma. Eppure, tra i danni vi erano anche segnali di riparazioni, prova che qualcuno aveva tentato di salvarla dall'oblio del mare. Con determinazione iniziò l'esplorazione della nave cercando ogni possibile indizio su ciò che era accaduto agli antichi compagni, sperando ancora in una rivelazione positiva.


    Edited by Tenshi-1 - 7/3/2024, 20:03
     
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