I 200 shiko

Shōta Akimichi - PQ ambientata nel passato

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Shitsubo
        Like  
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Konoha's Ninja
    Posts
    133

    Status
    Offline

    Scheda Shōta



    Narrato

    Parlato Shōta

    Parlato altrui 1

    Parlato altrui 2

    Parlato altrui 3

    Parlato altrui 4


    Dopo essersi lentamente aperto un varco nella grigia coltre di nubi, il pallido sole invernale della tarda mattinata si rifletteva ora in uno specchio d'acqua irregolare di neanche 10 metri quadrati, rozzamente ricavato scavando il terreno con una pala e innaffiando il tutto con un tubo da irrigazione.
    L'acquitrino era attraversato da un capo all'altro da una strettissima trave di legno, al centro della quale stava in bilico Shōta con un bastone lungo il doppio di lui tra le mani.
    Sforzandosi di tenere l'asta in posizione parallela al terreno, il bambino procedeva con grande attenzione piazzando un piede davanti all'altro, non prima che il precedente avesse aderito con fermezza alla trave. Sentiva il tallone sollevarsi lentamente e, di seguito, tutta la pianta perdere contatto con la superficie. Percependo il peso che si scaricava sull’altro piede, sollevava poi l’arto portandolo in avanti e permettendo così a tutto il corpo di procedere.
    La routine quotidiana, ormai consolidatasi dopo più di due settimane, prevedeva che, dopo essere rimasto 30 minuti fermo su un piede solo senza muovere un muscolo e 10 minuti a testa in giù reggendosi sulle braccia, dovesse attraversare la trave 20 volte in quel modo per poi compiere movimenti basilari con il bastone mentre rimaneva in equilibrio. Ma ogni giorno la larghezza di quel dannato pezzo di legno diminuiva inesorabilmente perché sua madre ne tagliava via un listello.
    Adesso la donna era lì ad osservarlo dal bordo, non potendo non essere contenta di come, nonostante le innumerevoli cadute, lui si ostinasse a perseverare.
    Poco distante, Shingo proseguiva i propri esercizi colpendo ripetutamente a suon di manate un grosso tronco. Di tanto in tanto anche lui buttava un occhio al fratello, curioso di capire a cosa potesse mai servire un allenamento di quel tipo.
    La pratica però stava dando i suoi frutti perché indubbiamente l’equilibrio fisico e mentale del ragazzino ne stava beneficiando e la riprova l’avrebbero avuta di lì a poco.
    Un uccello, sceso in picchiata per afferrare un insetto a pelo d’acqua, gli passò improvvisamente vicino facendolo trasalire e rompendo l’attenzione lentamente accumulata. A causa dello spavento, il piccolo perse la stabilità proprio mentre era intento a fare un passo con il piede destro, ritrovandosi così con la gamba a mezz'aria.
    Per un attimo roteò le braccia e si diede quasi per vinto sentendosi mancare il terreno sotto i piedi ma, un istante dopo, riallacciò il filo della concentrazione poc’anzi perso e si rese conto che quella percezione era vera solo a metà: l'appoggio, per quanto precario, non mancava alla sua gamba sinistra. Sapere che c’era ancora una possibilità di recupero fu come lanciare del combustibile sulla fiamma quasi spenta della sua determinazione. Quindi, più rapidamente che gli fu possibile e facendo appello a tutta la presenza di spirito che aveva, fece forza con la gamba sinistra serrando le dita sul legno, estese la destra di lato e contemporaneamente menò una specie di fendente orizzontale con il bastone in senso orario per controbilanciare lo spostamento del baricentro in direzione opposta. In questo modo riuscì a compiere un quarto di giro, il che lo portò a ritrovarsi in posizione perfettamente parallela alla trave.
    Fu allora che si fermò, abbassando rapidamente la gamba destra fino a far aderire la pianta del piede all'asse, per rimanere infine con le gambe larghe e le ginocchia piegate, la mano sinistra sulla coscia e la destra a reggere il bastone.
    Totalmente incredulo per quanto appena successo, teneva lo sguardo fisso di fronte a sé. Non meno di lui strabuzzò gli occhi Shingo, al quale quella posizione appariva ormai fin troppo familiare.
    Tuttavia la stabilità recuperata durò solo un paio di secondi, dopo i quali il bambino iniziò lentamente a inclinarsi in avanti e a cadere

    uh-uh-uuoooohh!

    Chiuse gli occhi e trattenne il respiro, pronto a ritrovarsi completamente zuppo. Ma un istante dopo era ancora perfettamente asciutto, disteso a terra con sua madre accovacciata vicino a lui

    Direi che per oggi può bastare

    Vedendo che il figlio stava per aprire bocca con tutta l'aria di chi vuole ricominciare subito ad allenarsi, si premurò di anticiparlo

    …ricorda: pazienza. Lascia alle cose il tempo di maturare e vedrai che cambieranno. E poi è ora di pranzo, ecco qua! Shingo, puoi andare a preparare la tavola?

    Eh? Ah si, certo! rispose il ragazzo prima di avviarsi.

    Quindi la donna si rivolse nuovamente a Shōta, che era intento a fissare le loro immagini riflesse sulla superficie dell'acqua

    Visto? Sei migliorato moltissimo in così poco tempo, adesso sei molto più bravo a recuperare la concentrazione quando la perdi

    Il figlio le sorrise e annuì contento. Poi tornò a percorrere con gli occhi i contorni delle figure riflesse. Mentre le increspature provocate dalla discesa del volatile si appianavano quasi del tutto e quei contorni si assestavano, la sua mente andò in una direzione del tutto inaspettata.
    Rimase in silenzio alcuni secondi, poi rivolse alla madre un quesito a bruciapelo

    …senti mamma, ma come mai tu sei magra?

    La donna fu presa totalmente in contropiede dalla domanda inattesa

    E adesso come ti viene in mente una cosa del genere? Non me l’avevi mai chiesto

    …non lo so… stavo pensando a quanto sono ancora troppo magro… ma io sono un bambino, tu no e allora… se non sei grassa non puoi usare le tecniche del clan, vero?

    La madre, sudando, si affrettò a rispondere

    Certo! Cioè, volevo dire… certo che no! Ma non ne ho bisogno, proprio perché ho il mio Bō, ecco qua!

    Il figlio non era ancora abbastanza acuto da poter avere l’impressione che lei gli stesse nascondendo qualcosa, eppure gli rimase nella testa la stessa sensazione che gli rimaneva ogni volta che non riusciva a completare un puzzle perché qualche pezzo era andato disperso nel disordine della sua camera. Gli era sempre stato detto che la madre faceva parte del clan e che in passato era grassa esattamente come tutti gli altri membri, benché lui non ne serbasse alcun ricordo. Però nessuno gli aveva mai spiegato perché adesso il suo peso rientrasse nella norma e, anzi, fosse anche un po’ al di sotto.
    Comunque, vuoi per l’età, vuoi per l’abitudine a vederla sempre così, non si era mai posto più di tanto il problema. Ma adesso, complice l’allenamento del fratello e le considerazioni sul proprio aspetto, la curiosità gli era aumentata.

    La donna ruppe bruscamente il flusso dei suoi pensieri

    Hai sentito anche tu? Papà deve essere tornato da quell’incontro di lavoro, dopo tanti giorni! Vatti a lavare le mani e poi siediti a tavola, su e, così dicendo, gli aggiustò i vestiti e gli sistemò i capelli

    […]

    Un allegro chiacchiericcio faceva da sfondo al rumore dei piatti e delle posate, al tintinnio dei bicchieri e al gorgoglio delle bevande che venivano versate dalle bottiglie. Deliziosi aromi di ogni sorta stuzzicavano piacevolmente l’olfatto dei commensali.
    Seguendo l’esempio del fratello, Shōta era intento a ripulire meticolosamente una coscia di pollo, liberando l’osso dal fardello di tutta quella fastidiosa carne che lo circondava.
    Una voce dal timbro caldo ma un po’ roco lo distolse per un attimo dalla delicata operazione

    e poi… Shōta, mi passi il sale?

    Il bambino afferrò la saliera e si sporse in avanti. Dall’altro capo del tavolo, una manona afferrò il contenitore e si richiuse facendolo sparire al proprio interno, per quanto era grande

    …grazie, figliolo. E quindi, che stavo dicendo…?

    La mano apparteneva a un omone alto quasi due metri e largo 120 cm, dalla carnagione vagamente rossastra e una barba che gli incorniciava il volto proseguendo in un acconciatura che terminava in un codino a forma di ventaglio.
    Rivolgendosi alla moglie, proseguì

    …ah si, i Suzuki! Ti stavo dicendo che, oltre ai 50 Shuriken e ai 20 Kunai che ci avevano commissionato inizialmente, hanno bisogno di altri 80 Kunai. In più, dovremo preparare 2 Katane. Ho confermato che applicheremo uno sconto per la quantità ma ho anche chiarito che, a causa delle tempistiche ristrette, dovremo praticare un sovrapprezzo…

    Mentre mandava giù l’ultimo boccone di pollo, Shōta si domandò se lo sconto e il sovrapprezzo non avrebbero finito per annullarsi a vicenda, costringendo i poveracci a pagare il prezzo pieno.

    La moglie sembrava poco fiduciosa circa la possibilità di portare a termine l’incarico

    100 Kunai? Ma non è un po’ troppo? Ci vuole tempo per realizzarli

    Tranquilla, a quelli ci penso io. Basta che ti occupi delle Katane come solo tu sai fare

    Non so se sia una buona idea accettare tutte le richieste che ci arrivano, siamo solo in due…

    Macché, macché. Se ci aiuta anche Shingo riusciremo a fare tutto in tempo, vedrai. Tra l’altro il prezzo dei Kunai è aumentato del 20% perché sono sempre di più i comuni cittadini che si sentono poco sicuri ad andare in giro di notte e ne vogliono uno da tenere sotto il mantello. In questa situazione, con 100 Kunai rientreremo delle perdite avute l’anno scorso e avremo anche qualcosa in più

    L’uomo si produsse in una grassa risata. Stappò un altro fiasco di vino, procedette a mescere la bevanda alla moglie e poi colmò il proprio bicchiere. In un batter d’occhio lo mandò giù e fece schioccare la lingua per mostrare il proprio apprezzamento. In realtà non stava gustando il vino… stava pregustando i guadagni.

    Shōta sbadigliò. La divinità del sonno profondo si stava lentamente impossessando di lui mentre questi noiosi discorsi di soldi lo ammorbavano ingolfandogli i padiglioni auricolari.

    La madre tentò di cambiare argomento

    …a proposito! Lo sai che i ragazzi sono migliorati un sacco? Si stanno allenando duramente. A Shingo non manca molto per raggiungere i 200 shiko mentre Shōta sta imparando a maneggiare il Bō

    Il padre sorrise e fece l’occhiolino ai figli

    Davvero? Bravi ragazzi

    Poi tornò a rivolgersi alla moglie

    Gli stai insegnando tu a usare il Bō? Bene, bene… però non stare troppo tempo lontana dalla fucina o rischiamo un ritardo sulla tabella di marcia

    Non ti preoccupare, mi ero anticipata un po’ di lavoro settimane fa

    Visto? È per questo che ti adoro! esclamò lui, dandole un bacio sulla fronte

    Comunque non ti ho detto la parte migliore: le Katane non sono per i Suzuki, sono per la famiglia Tanaka, hai presente? Quelli che non chiedono mai niente e che… non sono messi affatto male! Saranno sicuramente disposti a pagare di più per le spade. Se tutto va come deve, riusciremo a mettere da parte anche abbastanza soldi per il viagg…!!!

    Si interruppe bruscamente. Strinse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore e serrando il pugno, segno che si era lasciato scappare una parola che non avrebbe dovuto essere pronunciata. Quantomeno non in quel momento e in quel modo.

    In una frazione di secondo, Shōta si sentì crollare il mondo addosso. Orribili sensazioni fisiche - tra le quali un cerchio alla testa, una palla di piombo nello stomaco e due colpi di accetta sugli avambracci - lo assalirono inesorabilmente

    …”viaggio” stavi dicendo? fu la domanda che uscì lentamente e con tono spento dalla bocca del bambino, mentre un’ombra gli era calata sugli occhi.

    Ormai la frittata era fatta. Intervenne nuovamente la madre

    si… te ne avremmo parlato con calma più in là. Ma sei venuto a saperlo in questo modo… lanciò un'occhiataccia al marito che è proprio quello che avrei voluto evitare…

    Il padre si ricompose alla meno peggio e cercò di argomentare la decisione, comunque già presa e non condivisa

    ehm… si. Purtroppo il riverbero della guerra sulle zone di confine non sta facendo tanto bene agli affari. Diciamo che i Suzuki ormai sono gli unici clienti sicuri che ci sono rimasti da queste parti e non possiamo andare avanti solo con le loro commesse. Ma pare che l'assetto geopolitico sia cambiato e che a est si stia muovendo qualcosa di interessante e quindi…

    …e quindi dobbiamo lasciare tutto e tutti per partire… di nuovo…

    Shōta cominciò a fremere di un malcelato nervosismo

    …lo so che non è semplice ma vedrete che poi vi farete dei nuovi amici e sicuramente quel posto sarà ricco di opportunità

    Stavolta intervenne Shingo

    …come questo? Ti sei guardato intorno? Qui non c'è… niente

    Seguirono alcuni secondi di silenzio, poi il padre si grattò la testa sorridendo imbarazzato

    …ahah… beh, non la farei così drammatica, su

    Shōta non ne poté più. Si alzò in piedi e sbottò

    Ovvio! Tanto per te cambia poco, no?!

    …beh, dai, sarà l’ultimo trasloco, promesso. Questa è la volta buona, me lo sento

    Dici sempre così! Non ti rendi nemmeno conto che fai sempre il solito identico discorso! E mamma dice che le cose possono cambiare, ma non è vero! Non cambia mai niente!

    A questo punto, anche il padre si alzò in piedi e iniziò ad avvicinarsi assumendo un’espressione seria

    Mi dispiace di non avertene parlato prima ma, in ogni caso, non avrei certo potuto chiederti il consenso. Sono sicuro che alla fine te ne farai una ragione. Comunque basta polemiche. tagliò corto

    Certo, tanto hai già deciso tutto da solo! Sai che ti dico? Che mi hai davvero rot…!!

    Il suono secco di uno schiaffo risuonò nella casa troncando qualsiasi discorso e lasciando per diversi secondi quale unico rumore il crepitio della fiamma nel focolare.
    Con gli occhi lucidi e colmo di rabbia, Shōta diede un colpo al fiasco di vino, che precipitò dal tavolo andando ad infrangersi sul pavimento e inondando le fughe delle mattonelle con il suo contenuto.
    In un lampo, il bambino corse verso la porta, la aprì e scappò via chissà dove.
    La madre era rammaricata. Sicuramente il figlio aveva esagerato a rispondere in quel modo ma il discorso non sarebbe dovuto saltare fuori per il momento e il fatto che fosse successo non le aveva dato il tempo di fargli acquisire sufficiente pazienza e capacità di confrontarsi serenamente con l'argomento. Dall'altra parte, era anche molto amareggiata per il modo inedito in cui aveva reagito il marito, che mai aveva sfiorato nessuno. Ormai era evidente che per lui la forgiatura non fosse più una passione genuina e spensierata come un tempo e che questa storia del guadagno stava davvero iniziando a renderlo sordo alle esigenze dei figli.
    Comunque sia, l’uomo stesso non avrebbe potuto essere più sorpreso dal proprio gesto. Adesso se ne stava lì a fissare la mano con gli occhi spalancati, come se stesse guardando la prova della venuta sulla Terra di una specie aliena.

    Si girò verso Shingo provando a dire qualcosa per giustificarsi ma il ragazzo gli voltò le spalle e si diresse verso l’uscita

    …vado a cercarlo

    Il padre fece per seguirlo ma la mano della moglie poggiata sulla spalla lo obbligò a fermarsi

    …dovremmo parlare un po’, non pensi?

    Lui chinò il capo mentre la porta di legno si richiudeva dietro Shingo
     
    .
3 replies since 18/8/2023, 16:37   115 views
  Share  
.