Superato il cancello della Foresta della Morte ci è sembrato come se fossimo entrati in un mondo completamente diverso. La densa vegetazione sembrava stringerci in un abbraccio oscuro, ma non potevo fare a meno di provare un brivido di eccitazione. Accanto a me, c'era Fredrika, la mia cara amica e compagna di avventure. Lei era titubante, ma la sua fiducia in me mi dava la forza di procedere con ottimismo.
Con la mia abilità innata del il controllo del legno, mi sentivo invincibile. Era come se gli alberi stessero aspettando solo il mio comando per aprirsi, rivelando i segreti della foresta.
Ci eravamo preparati con cura, convinti di poter affrontare qualsiasi sfida che la Foresta della Morte avesse da offrire. Con le nostre provviste e il nostro equipaggiamento da shinobi, eravamo pronti a rimanere all'interno di quella foresta per qualche giorno. Tuttavia, ben presto ci siamo resi conto che nulla avrebbe potuto prepararci per ciò che avremmo effettivamente affrontato.
Gli alberi mostravano segni di combattimenti passati, segni di esplosioni e fori lasciati da kunai rimossi. La tensione nell'aria era palpabile mentre avanzavamo, i nostri sensi in allerta massima per ogni movimento sospetto.
Hai visto?» Sembrano segni lasciati tanto tempo fa... fai attenzione a dove metti i piedi.Non appena ci siamo addentrati tra gli alberi, abbiamo scoperto che la foresta era un labirinto di pericoli imprevedibili. Trappole nascoste ci aspettavano ad ogni angolo, e ciò che sembrava tranquillo poteva trasformarsi improvvisamente in una minaccia mortale. Gli alberi stessi sembravano muoversi, come se fossero vivi e ci osservassero, pronti a tendere un'imboscata al minimo segno di debolezza.
Nonostante la nostra cautela, siamo stati sorpresi da una trappola subdola. Una rete invisibile si è sollevata da terra, intrappolando Fredrika e minacciando di portarla via. Con una rapida azione, manipolo dei rami di un albero vicino, strappando la rete e liberando Fredrika. Il suo respiro affannoso e il suo sguardo grato erano la mia ricompensa mentre ci preparavamo a continuare il nostro viaggio attraverso la foresta infestata dai pericoli.
Non appena ho liberato Fredrika dalla trappola, il silenzio rotto dalle sue urla di spavento e dalle mie grida di incoraggiamento è stato assordante. Il frastuono dei rami che si muovevano sopra di noi si univa al caos della nostra situazione, creando un turbinio di suoni che avrebbe potuto svegliare i morti.
Decidemmo di spostarci sopra grossi rami degli alberi, cercando di evitare le trappole che stavano in agguato a terra. La nostra strategia sembrava funzionare, ma la tensione nell'aria era palpabile. Ogni scricchiolio dei rami sotto i nostri piedi ci faceva sobbalzare, mentre cercavamo disperatamente di non perdere l'equilibrio.
Non passò nemmeno mezz'ora prima che ci rendessimo conto di quanto fosse sottile il filo che ci teneva in piedi. La costante paura di incappare in altre trappole ci stava prosciugando le energie a una velocità incredibile, lasciandoci esausti e vulnerabili.
Mi fermo improvvisamente, alzando la mano in segno di silenzio per far capire a Fredrika di fermarsi. Senza distogliere lo sguardo dalla direzione indicata, abbasso la mano e puntò verso il basso, a una decina di metri da noi. Fredrika segue il mio gesto con occhi allertati, cercando di capire cosa abbia attirato la mia attenzione.
Tra le ombre dell'oscurità della foresta, noto un movimento furtivo tra i cespugli. Fredrika stringe la mano sul impugnatura del suo kunai, pronta a difendersi in caso di necessità.
Rimaniamo immobili, osservando attentamente la zona circostante, i sensi tesi all'ascolto di qualsiasi rumore sospetto.
Sento il cuore accelerare mentre osservo l'ombra che esce daii cespugli. Quando finalmente si rivela essere un grosso orso seguito da un altro, leggermente più piccolo e dal pelo più chiaro, e da un tenero cucciolo, sento un senso di sollievo misto a cautela.
Il mio sorriso di sollievo si gela sulle labbra quando il tranquillo momento di pace viene improvvisamente interrotto da un rumore di strisciamento, seguito da un sinistro sibilo. Un grido di dolore squarcia il silenzio della foresta, facendoci sobbalzare nell'ansia e nella paura.
Mi volto verso Frederika, i miei occhi cercano i suoi in cerca di conferma che anche lei abbia udito quel suono terrificante. Il nostro sguardo si incrocia, e posso vedere la stessa espressione di terrore riflesso nei suoi occhi.
Quando finalmente vedo la causa di quel terribile suono, il mio stomaco si stringe in un nodo. Un gigantesco serpente ha attaccato gli orsi, dilaniandoli con una facilità spaventosa. Il suo corpo enorme e sinuoso si muove con agilità mortale mentre affonda i suoi letali artigli nelle carni degli animali.
Un brivido mi percorre la schiena mentre realizzo che quel serpente potrebbe essere stato con noi sin dall'inizio, seguendoci da quando Fredrika è caduta nella trappola. Il pensiero che siamo stati osservati da un pericoloso predatore per tutto questo tempo mi fa rabbrividire.
Guardo Fredrika e vedo il terrore dipinto sul suo viso. Cerco di pensare a un piano per affrontare questa nuova minaccia. Non possiamo permettere che quel serpente ci raggiunga, ma come possiamo difenderci contro una bestia così letale? La mia mente trabocca di pensieri mentre cerco freneticamente una soluzione. Sappiamo di dover fare qualcosa, ma il tempo stringe e la situazione sembra sempre più disperata.
Il terrore e l'angoscia mi attanagliano mentre osservo impotente la devastazione causata dal gigantesco serpente. La vista degli orsi dilaniati mi fa rendere conto della nostra vulnerabilità in questo ambiente ostile e selvaggio. Non possiamo competere con una bestia così letale e potente.
Guardo Fredrika, vedendo riflesso nel suo sguardo lo stesso timore che sento dentro di me. Senza una parola, ci rendiamo conto entrambi che dobbiamo fare una scelta difficile: dobbiamo ritirarci, tornare indietro e abbandonare la nostra avventura nella Foresta della Morte. Non siamo ancora pronti per affrontare un nemico così spaventoso.
Con un nodo alla gola, annuisco silenziosamente a Fredrika. Non c'è bisogno di dire altro; la decisione è stata presa. Dobbiamo scappare, prima che quel serpente ci raggiunga e metta fine alle nostre vite.
Ci giriamo e iniziamo a correre, ogni respiro è un sussurro di paura e frustrazione mentre ci allontaniamo dalla minaccia che ci ha costretto a ritirarci.