Analisi

PQ di Echtelion

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

    Group
    Kiri's Ninja
    Posts
    2,905

    Status
    Offline

    ◊ Capitolo I - Incubo

    Scheda - Parlato - Pensato
    Kiri - 4.30 am - Appartamento di Echtelion

    Il fuoco ardeva intensamente sulle sponde a nord del Continente Meridionale, la Darsena era perduta, ed i pochi sopravvissuti al massacro della carovana si precipitavano verso la nave che gli avrebbe potuti condurre in salvo; via dalla guerra, la morte e la disperazione in cui stagnavano.
    In quella marmaglia urlante di senza dio, uomini afferravano per i capelli le donne, tirandole indietro cercando di scavalcarle e sorpassarle nella folle corsa alla banchina, ed i bambini venivano inesorabilmente calpestati dagli adulti, finendo per crepare con il cranio schiacciato sul cemento del porto da un torrente di persone che non conosceva apparentemente fine o tregua.
    Quei pochi altruisti che decisero di voltare le spalle alla nave, volsero il loro petto verso gli schiavisti, che forti del numero maggiore e della preparazione bellica, non facevano distinzione fra uomini, donne o bambini, massacrando gli uni e stuprando gli altri, anche i bambini, prima di legarli e metterli nei carri, un destino di molto peggiore rispetto alla morte.
    La battaglia pareva persa, i pochi uomini in grado di brandire un arma tentavano di proteggere moglie e figli, e nel tumulto della battaglia, solo una figura spiccava tra tutte, una donna dai capelli argentei, i lineamenti eleganti e gli occhi blu come il Mare delle Vipera.

    Esme era il suo nome, e con più foga di tutti gli altri combatteva, giacché era una ex-shinobi della Nebbia, e aveva molti assi nella manica da sfoderare che gli Schiavisti non conoscevano.
    Le sue mani avevano mietuto più di 10 cadaveri in pochi minuti quella notte, alcuni in maniera grandemente brutale, tanto che, alcuni schiavisti esitavano ad andarle contro, preferendo aspettare qualche compagno che gli desse man forte.
    La sua forza e agilità parevano seconde a nessuno, ma neppure lei fu in grado di sopportare il soverchiante numero di schiavisti, finendo anch'ella per perire sotto le lame dei porci.
    Morì da donna libera, non da schiava; e mentre la barca si allontanava, oltre la Darsena e la bocca del porto, dalla poppa della nave Echtelion vedeva il fuoco ardere alto, e le urla strazianti di chi era rimasto a terra, a subire un destino peggiore della morte.
    Il volto del piccolo era coperto di terra, sangue secco e lacrime, e afferrando un pilastro di legno, piangeva e urlava a squarcia gola, guardando quel fuoco allontanarsi sempre di più.


    «!!!!!!»



    z9kM25
    Echtelion si tirò su dal letto di scatto, sul sedere, il corpo era madido di sudore, le lenzuola ne erano anch'esse impregnate, e in mano stringeva un kunai, che puntava dritto verso l'armadio a muro; un altro incubo, sempre lo stesso.
    Si destò dal letto e spalancò la finestra posta vicino ad esso, fuori una nebbiolina fredda e umida circondava la zona limitrofa, solo da quella riuscì a capire che doveva trattarsi del momento che precede l'alba, quando gli uccelli vicino al Lago Ibuse si preparano a cantare, ed il sole si prepara a sorgere a Est, dietro al Palazzo del Mizukage, com'è solito dopo l'equinozio d'autunno.
    I suoi pensieri erano torbidi, gli incubi ricorrenti lo destabilizzavano da ormai 5 notti, era sempre lo stesso, ma in forme leggermente diverse, ed ormai stava cominciando a pensare che fosse qualcosa di psicosomatico.
    I medici, quando era arrivato anni addietro a Kiri, lo avevano subito destinato a visite su base settimanale con uno psicoterapeuta, riconoscendo il fatto che essendo un rifugiato di guerra doveva aver visto di tutto quella notte, e necessitasse di un aiuto, seppur molto basilare e a buon mercato.
    Un soldato poco lucido mentalmente è un arma assai pericolosa da impiegare, l'imprevedibilità è una variabile non ammessa nei ranghi dell'esercito di Kiri, ben che meno nell'OSU, per questo Echtelion aveva deciso di mantenere i rapporti con Goro, uno psichiatra militare.

    Goro era stato il suo riferimento una volta diventato genin, un ex Jonin ormai in pensione, ai suoi tempi aveva salvato molte vite sul campo di battaglia grazie alla sua straordinaria maestria nella medicina da campo; adesso svolgeva il ruolo di "psichiatra militare", che per farla breve è la persona a cui ti rivolgi quando lo stress, i sensi di colpa o la rabbia diventano opprimenti, e ti impediscono di svolgere il tuo lavoro al meglio.
    Quel giorno Echtelion aveva un appuntamento programmato ormai da settimane, avendo cancellato quello della settimana prima per via di una missione protrattasi più a lungo del previsto in terra del Fuoco, una cosuccia da poco almeno all'inizio, complicatasi poi con l'arrivo di un terzo giocatore interessato alla partita di ryo falsi che la squadra di Echtelion stava cercando di recuperare.

    Goro era diventato, con il tempo, più che un semplice psichiatra, era diventato un "amico" per Echtelion, forse uno dei pochi esseri umani dai quali non si guardasse le spalle.
    "Amico" forse è una parola eccessiva, poiché essendoci un rapporto prima di tutto professionale, Goro stesso teneva le distanza dal ragazzo, e si assicurava che egli non valicasse mai troppo quel limite professionale considerato "accettabile", lasciandogli però alcune libertà in più che solitamente non usa concedere a tutti, come il fatto di chiamarlo per nome, anziché con il suo titolo.

    L'appuntamento era fissato per le 10 del mattino, ma Echtelion era ben conscio delle mattutine abitudini di Goro, che si svegliava prima dell'alba con consuetudine, per meditare nel suo giardino Zen e badare ai suoi scoiattoli, animali rari da trovare nelle terre umide della Nebbia, ma che Goro amava intensamente, e che in qualche incredibile maniera era riuscito ad addomesticare.
    Il genin si vestì rapidamente con i suoi indumenti civili ed uscì di casa dopo una rapida colazione a basa di uova ed energy drink, combinazione azzardata ma che il giovane amava molto, per poi dirigersi rapidamente verso l'ufficio di Goro, distante solo pochi chilometri verso ovest, in una magione ristrutturata vicino al Lago Ibuse.
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

    Group
    Kiri's Ninja
    Posts
    2,905

    Status
    Offline

    ◊ Capitolo II - Incontro

    Scheda Privata - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato
    Kirigakure - 6.00 am- Ufficio di Goro

    T5DI65
    Ci vollero si e no 30 minuti a piedi per raggiungere l'ufficio di Goro; esso era situato a casa sua, una magione ristrutturata di recente vicino all'umido Lago Ibuse, un luogo mistico e intrigante, dimora delle famose "salamandre nere" di Kiri, creature discendenti della leggendaria Ibuse, da cui prende il nome il lago...una salamandra di dimensioni gigantesche, che servì il suo padrone durante la "Terza Grande Guerra Ninja", rimanendo tuttavia uccisa in battaglia.
    Suonai al campanello, appoggiando l'ombrello bagnato dalla piovigine mattutina e dalla condensa della nebbia sotto il portico, ripiegandolo e legandolo in attesa che mi venisse aperta la porta.

    «Ah, signor Ishikawa, prego si accomodi...è in anticipo vedo»

    Ad aprirmi fu Paizei, il maggiordomo di Goro, un uomo d'imponente statura ma dall'apparenza malaticcia, sempre pallido in volto e con delle occhiaie non indifferenti, come se non dormisse mai abbastanza.

    «Grazie Paizei, si sono un bel pò in anticipo, ma sapevo che Gor...il dottor Goro non aveva impegni stamattina, e mi sono presentato in anticipo...credi che se la prenderà?»

    «Nient'affatto signore, il Dottor Goro è nel suo giardino adesso...vuole che lo vada a chiamare?»

    «Oh no, starà dando da mangiare a gli scoiattoli, andrò io da lui se per te va bene»

    «Bene, per di qua allora..»

    Paizei mi condusse attraverso un lungo corridoio decorato da quadri e arredamenti d'epoca...tutto in legno...era un mistero come niente fosse stato intaccato dall'umidità dell'aria, il legno tende a fare da spugna e marcire di solito...il parquet, così come la mobilia, dovevano essere stati trattati con qualche agente chimico schermante, per proteggerli dall'umidità e dalla pioggia.
    Il gusto nell'arredamento di Goro era impeccabile, era un uomo molto ricco dopo tutto, poteva permettersi qualsivoglia genere di arredo o mobilio antico desiderasse, magari addirittura un interior designer.
    In breve giungemmo alla porta del giardino Zen, il luogo più sacro della casa a detta del suo padrone, e probabilmente anche il più bello.
    e5e83c253cdef16366263fc59f4ef52a
    Era un giardino interno, quindi unica area verde tra le quattro mura, con un ampio laghetto d'acqua dolce presa direttamente dal Lago Ibuse, con rocce e alberi tipici della regione come decorazione, e un cammino di pietre sospese nello specchio d'acqua per attraversare lo stesso senza bagnarsi, e arrivare dall'altra parte, il lato opposto al nostro, sede dell'ufficio di Goro.

    «Da qui ci penso io, grazie Paizen!»

    E senza attendere la risposta del fidato maggiordomo malaticcio, a differenza di come era inteso il percorso, spiccai un alto salto a parabola, volando sopra il giardino e lo stagno, atterrando proprio a fianco a Goro, ma con una leggiadria tale da non causare alcun rumore, per non spaventare gli scoiattoli che, ammassandosi uno sopra l'altro, stavano immagazzinando nella bocca quante più ghiande possibili dalla mano di Goro.

    «Hey! E tu che ci fai qui?»

    Esclamò Goro voltandosi di scatto alla sua sinistra, vedendo me atterrare dal niente e senza nessun preavviso.

    «Non hai sentito il campanello? Sono arrivato un pò in anticipo, stasera devo partire per una missione a Konoha e ho bisogno di tempo per prepararmi...quindi ho pensato, perchè non venire prima e vedere come stanno i miei amici?»

    Esclamai, riferendomi a gli scoiattoli che, vedendomi, si erano fatti decisamente più timorosi, e si erano allontanati dalla mano di Goro, pronti a ritornare su gli alberi che adornavano il giardino Zen.

    «Dovevo immaginare che fossi tu...dopo tutto non è la prima volta che fai la tua comparsa tre ore prima dell'appuntamento...ma in effetti mi stavo annoiando, questi non fanno che mangiare e cadere nello stagno, menomale che sono ottimi nuotatori.
    Vieni, andiamo in ufficio, abbiamo tanto di cui parlare oggi.»


    Mi alzai dalla posizione inginocchiata nella quale ero atterrato, e attesi che Goro lanciasse a gli scoiattoli le ultime ghiande, prima di alzarsi anche lui e girarsi di 180 gradi, dando le spalle allo stagno e aprendo la porta scorrevole del suo ufficio, invitandomi però a levarmi le scarpe prima di entrare.
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

    Group
    Kiri's Ninja
    Posts
    2,905

    Status
    Offline

    ◊ Capitolo III - Disamina

    Scheda Privata - Scheda Narrativa - Parlato - Pensato
    Kirigakure - 6.00 am- Ufficio di Goro

    T5DI65
    Goro afferrò le maniglie di entrambe le porte scorrevoli e le spinse nella direzione opportuna, aprendo davanti a noi l'intero ufficio, una vasta stanza curata in ogni minimo particolare, con una imponente scrivania di legno e una poltrona/divano su cui il paziente è invitato a sedersi o sdraiarsi, per rendere la sessione più rilassante possibile.
    Le pareti dell'ufficio erano bianche, con un soppalco in legno verde che sorreggeva una biblioteca colma di volumi inerenti alla psichiatria ma non solo, anche libri di storia e di filosofia, come un tempo mi aveva mostrato Goro alla fine di una delle nostre sedute.
    Le tende che adornavano le due grandi finestre rettangolari erano bianche e rosse, in tinta perfetta con i due grandi tappeti proveniente verosimilmente, per stile, da paesi orientali, posti uno sotto la scrivania in mogano scuro, e uno sotto il divanetto adibito ai pazienti; tra i due c'erano approssimativamente tre metri di distanza, e a metà fra essi due poltrone in pelle scura.
    Ogni cosa in quell'ufficio sembrava essere stata posizionata minuziosamente e con precisione millimetrica, tutto era geometricamente accurato e armonico, sintomo che Goro amasse la precisione e il rigore; io condividevo con lui questa passione, tuttavia alle volte mi pareva che l'eccessiva simmetria di quella stanza nascondesse quasi qualcosa di oscuro, come se Goro non volesse far trasparire qualcosa del suo carattere.

    «Ricordati di levarti le scarpe prima di entrare, la governante ha finito di pulire giusto mezz'ora fa.»

    Mi levai gli stivali e li appoggiai all'entrata, poco distante dal bordo del parquet che conduce a strapiombo dentro lo stagno.
    Feci il mio ingresso poi nella stanza, tuttavia non mi diressi verso il divanetto come di mio solito, questa volta optai invece per una delle due poltrone, poiché volevo guardare in faccia Goro quando gli parlavo...e anche perché stare sdraiati e parlare mi dava la sensazione di essere indifeso; se in battaglia sei disteso a terra, è molto più facile per un nemico sopraffarti o coglierti alla sprovvista...alzarsi e schivare è un azione molto lenta e macchinosa se si ha poco tempo, invece in posizione seduta si è molto più reattivi e pronti ad agire.

    «Posso offrirti qualcosa? Caffè? Ah già che non ti piace...bevi quei porcai pieni di zuccheri.»

    «Eh si, non tutti abbiamo la tua disciplina alimentare Goro.»

    Esclamai, sedendomi sulla poltrona e attendendo che Goro facesse lo stesso, mettendosi davanti a me, munito del suo fedele tacquino e inforcando gli occhiali da vista, era presbite.

    «Bene, perchè non mi aggiorni su quello che ti successo di recente? Sono passate due settimane dalla nostra ultima visita.»

    «Devo dire che in queste due settimane ho fatto molto movimento...ho conosciuto un ragazzo di Hekisui, Genma...ci siamo allenati in uno dei campi di addestramento vicino casa mia...l'ho battuto, anzi, si è arreso a onor del vero, ma il risultato non cambia.»

    «Come ti ha fatto sentire vincere?»

    «Sinceramente? Bene...ogni volta che vinco un allenamento sento che ho fatto progressi nel combattimento corpo a corpo, ma è un allenamento molto dimenticabile...la vera novità e stata l'altro allenamento.»

    «Quale?»

    «Qualche giorno fa sono stato chiamato per un "addestramento speciale", e mi sono ritrovato a fronteggiare una abilissima kunoichi, era una chunin con il potere di manipolare il ghiaccio...non avevo mai affrontato nessuno di così forte e abile in battaglia.
    Ovviamente mi ha sconfitto, pensa che ho addirittura sfruttato il mio potenziale massimo, aprendo la Quarta Porta e sprigionando una potenza che mai prima d'ora avevo sperimentato.»


    «Come ti sei sentito?»

    «Inebriato, quel potere dà alla testa...ti senti più forte di un esercito, in te scorre talmente tanta adrenalina da poter sollevare una montagna...ma la kunoichi era di un altro livello, e le sue arti magiche la rendevano praticamente invulnerabile alla mia spada.»

    «Gli shinobi in grado di manipolare gli elementi sanno essere letali e molto sfuggenti, soprattutto elementi difensivi come acqua o terra, dev'essere frustante sapere che contro avversari del genere, per quanto tu possa essere forte o veloce, tu non possa niente.»

    «Vero...ma la kunoichi...di cui solo adesso mi rendo conto di non sapere il nome, mi ha detto una cosa tanto vera quanto fastidiosa... "Hai un grande limite, assicurati sempre di essere così veloce da non poter essere intercettato, il mondo dei ninja è pieno di tecniche che rendono nullo qualsiasi attacco fisico…"
    Ho riflettuto molto sulle sue parole, e sono giunto alla conclusione che si, sono vere, ma posso fare di più per aumentare le mie chance in battaglia.
    Vedo i miei compagni eseguire jutsu incredibili, palle di fuoco colossali e tornadi d'aria, mentre io non sono mai stato in grado di fare nulla del genere...pare che non sia in grado d'impastare il chakra, nonostante io lo abbia.»


    «Alcuni shinobi nascono con questa caratteristica, pare sia...genetica.»

    «Mia madre era di qui, si chiamava Esme...mentre mio padre era un Sanzanita, forse il miscuglio di geni così diversi ha dato vita a questa...sindrome?»

    «Più che una sindrome, è una caratteristica genetica innata...non sono un medico militare però ho letto diversi libri al riguardo.»

    «Comunque...il duello con la kunoichi mi ha fatto capire come io debba migliorare sotto molti aspetti, e di come un equipaggiamento adatto sia un elemento chiave per me.
    Se non posso sfruttare ninjutsu elaborati o abilità innate portentose, ho bisogno di un equipaggiamento adatto a ogni situazione, qualcosa che sia di supporto allo stile marziale che padroneggio.»


    «Ha senso, ci sono molti shinobi che fanno uso di armi di vario tipo piuttosto che a ninjutsu particolari.
    Conosci qualcuno in grado di venderti questi strumenti?»


    «No...non ho intenzione di comprarli, ma di forgiarli io stesso.
    L'unico che può soddisfare le mie esigenze sono io stesso, è inutile appoggiarsi a terzi nella speranza che siano loro a risolvere i miei problemi, devo essere io in primo luogo a studiare e impegnarmi per imparare a forgiare ciò che mi serve per poter tenere testa a ninja come quella ragazza, se aspiro a diventare uno spadaccino migliore, ho bisogno degli strumenti migliori.»


    « Ah si, una spadaccino migliore...dimmi di più del tuo sogno nel cassetto...gli "Spadaccini della Nebbia" sono ancora l'obbiettivo a cui miri e aspiri? Perchè proprio loro tra tutte le specializzazioni possibili?»

    «Bhe Goro, ogni spadaccino da qui al Mare Stretto sogna di diventare il migliore, e "I Sette" sono un organizzazione tanto leggendaria quanto onorata, i migliori spadaccine del paese, forse anche dell'intero continente.
    I requisiti per entrare a far parte della squadra sono enormi e vari, non sono nemmeno lontanamente pronto per una cosa del genere...ma se devo essere sincero, allenarmi e combattere con un obbiettivo chiaro in testa aiuta a mantenere il focus, gli ultimi due anni, dalla promozione a genin a oggi, sono stati volti al migliorare il mio corpo per poter reggere la pressione delle Otto Porte senza perdere il controllo e ammazzarmi, ho compreso che piuttosto che lamentarmi del fatto di non essere in grado d'impastare il chakra, devo migliorare il mio taijutsu finchè i ninjutsu non mi saranno più di alcun aiuto.

    Un tempo, prima che il Ninjutsu fosse inventato, corrotto dal Ninshu di Hagoromo in persona, si combatteva solo corpo a corpo...un arte che via via è andata sempre più deteriorandosi, fino a diventare una nicchia...io ho intenzione di cambiare le cose, di tornare sulla vecchia via del taijutsu puro.»


    «A volte dimentico di quanto tu abbia studiato la storia degli antichi, è un interesse atipico per qualcuno della tua età.»

    «“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”
    Lo disse un vecchio generale della Terza Grande Guerra, parole secondo cui vivere per gli shinobi del nostro tempo, io credo.»


    - Continuerà -

     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Masters
    Posts
    1,407

    Status
    Offline
    Prendi 65 exp. Imho ruolata fin troppo introduttiva..anche se immagino che il vero contenuto arrivi a questo punto nel proseguo.
     
    .
3 replies since 11/10/2022, 01:50   156 views
  Share  
.