Yuta Okkotsu [In prigione]

Psiche

Yuta è cresciuto fin da sempre con l'insegnamento che il potere è tutto quindi cerca sempre di superare i suoi limiti e di accumulare potere e conoscenza, è un ragazzo principalmente posato e intento a studiare ciò che lo circonda ma se si eccita durante uno scontro diventa una testa calda che sperimenta i limiti delle sue abilità, è facile trovarlo perso tra i suoi pensieri e difficilmente si lascia andare alle sue emozioni ma se si toccano le corde giuste diventa un fiume, in quel caso è meglio dimenticarsi di andare al mare!

Fisico

Senza lode e senza infamia Yuta è un semplicissimo ragazzo non diverso dal tipico abitante del continente ninja, due grosse borse sotto gli occhi e i suoi capelli neri danno un accenno di colorito al suo viso pallido

Prologo

Yuta sembrerebbe il tipico ragazzo taciturno e intento ad accumulare conoscenza e influenza portando a termine le missioni e cercando di entrare nelle grazie di chi è influente, ma non appena mette piede fuori dal villaggio tira fuori il suo vero carattere cercando in ogni momento qualcuno da sfidare così da mettere in mostra il suo potere e la forza delle sue capacità in quanto è un malato di adrenalina ,sicuro di se e alle volte altezzoso il giovane feticista degli scontri non demorde finché non vince o non perde malamente uno scontro, il ragazzo però nutre nel suo cuore una ammirazione per un personaggio che da poco ha mostrato la esistenza al mondo ed è certo che un giorno riuscirà a sedere al suo fianco come suo alleato in quanto lui incarna l'essenza stessa del potere...

Genin

Atto uno, la crescita
Cosa succede se lasci un bimbo nel pieno della sua infanzia con un nonno fissato con le vecchie ‘leggende’ e sicuro del pensiero ‘il forte deve comandare e il debole ubbidire o morire’? Crei volente o nolente un giovane con lo stesso pensiero e se in più il destino ha scelto di dargli dei bei lineamenti e un carisma che gli permette di volgere le situazioni a suo favore avrai un mix di nome Yuta Okkutsu, il giovane orfano di madre e con un padre mai conosciuto si ritrovò infatti a dover andare a vivere dal suo parente più prossimo, il nonno paterno. Allontanato dalla moglie e dai figli per le sue idee estremiste e il suo carattere violento l’uomo aveva passato gli anni ad affinare le due arti che considerava il massimo esempio di eleganza e potere, l’ultra illustrazione animale e le abilità tramandate di padre in figlio del clan da cui provenivano, lo Yota. L’uomo vivendo così in solitudine disprezzando la debolezza delle persone aveva finito per estraniarsi così tanto dalla realtà che non si accorsene del funerale della moglie ormai anziana e né della perdita della sua unica figlia durante una missione finché non gli venne affidato il suo unico erede, Yuta chiamato così dalla madre in onore delle loro radici. La vita con l’anziano si presentò subito per com’era, un inferno su terra, ogni giorno il giovane ragazzo con i suoi soli sette anni doveva affrontare un allenamento sempre più difficile e pericoloso, ogni giorno ad ogni suo errore il nonno lo colpiva con una stecca di bambù, ogni disegno ‘brutto’ o ogni momento in cui il bimbo mostrava debolezza veniva punito in un modo più o meno severo in base al tempo…che casualmente volgeva sempre su di una tempesta di fulmini, l’unico momento in cui si poteva intravedere della dolcezza in quella strana coppia era alla sera quando il nonno forniva nozioni di storia e di geografia al giovane allievo, e furono proprio i racconti di quell’uomo a forgiare il carattere e la forza d’animo di Yuta, furono proprio le lezioni più ‘normali’ a stravolgere completamente la concezione di giusto e di sbagliato nel cuore e nella mente del giovane portandolo così a credere che uomini come Madara e donne come Tristana erano le uniche forme di vera giustizia in quanto detentori del potere e che l’attuale forma che aveva il mondo non era altro che un concetto errato e a favore di chi non era in grado di sapersi difendere

“ L’uomo non sarà mai libero se non può decidere con il suo potere cosa è giusto e cosa no”

Queste parole lo accompagnarono per tutta la sua formazione, ma non come persona ma come ninja, infatti su ordine del nonno intraprese l’accademia ninja riuscendo a passare facilmente al primo grado, il genin e poi durante una missione di soccorso venne promosso a chunnin grazie alle sue doti belliche e alle sue conoscenze, ora è qui che incomincia la storia, nuovo grado, nuove sfide e un desiderio ancora più profondo di servire colui che venera