Bozze Dragon

Psiche

Sanji è un cuoco perennemente alla ricerca di belle ragazze da servire: tende infatti a comportarsi meglio con le donne che con gli uomini, assumendo modi galanti e raffinati in loro presenza e disprezzando chiunque le ferisca in qualsiasi maniera; lui stesso non colpisce mai una donna, anche se sua nemica.
Nonostante questi atteggiamenti cavallereschi non sono pochi i momenti in cui manifesta un lato più pervertito.
A causa del suo passato disprezza qualsiasi atteggiamento che comporta lo spreco di cibo, non esitando a picchiare senza pietà chiunque metta in atto tali atteggiamenti. È un accanito fumatore.
Nonostante la sua incompetenza nell’uso del chakra ha studiato per diventare un ottimo artista marziale, fa uso delle sole gambe perché reputa che le sue mani debbano essere usate solo per cucinare o per le belle ragazze.

Fisico

Sanji è un ragazzo biondo, con un ciuffo di capelli che gli copre l'occhio. Caratteristica peculiare del suo aspetto sono le sopracciglia, che presentano entrambe un ricciolo. È solito vestirsi elegantemente, con giacca e cravatta scure.

Prologo

Nascita: Era una notte fredda e brutale, il vento soffiava forte e fuori pioveva a dirotto. Tuttavia, in qualche modo nella Terra di Konoha, un urlo angosciante sovrastò entrambi, il suono del vento e della pioggia. All'interno dell'ospedale, una donna dalla pelle mortalmente pallida sedeva in cima a una sedia con le gambe allargate ed urlava a pieni polmoni.

Le urla alla fine vennero sostituite da un dolce grido di pura innocenza. Tuttavia, a causa dello sforzo che la madre ha avuto durante la nascita, le causò un arresto cardiaco, ma non prima di riuscire a posare su di lui il suo primo e ultimo bacio.

Quella notte fu un disastrosa, una moltitudine di emozioni si mischiavano tra loro, la gioiosa sensazione di benedire un neonato nel mondo degli Shinobi, ma al contempo una travolgente sensazione di dolore e depressione, rabbia e forse persino odio verso quel bambino che, senza colpa, veniva indicato come la ragione per cui una madre e una moglie aveva perso la vita.

Nonostante quei sentimenti, Kirigetsu, dopo aver riacquistato il senno e costretto la mente ad arginare quel dolore immortale, abbracciò il bambino. Rendendosi conto che sua moglie, la madre del figlio che avevano cercato di avere per così tanto tempo, era in parte nel bambino che ora portava tra le sue braccia, si sciolse in un tenero sorriso e biascicò qualche parola... "Sanji... Si a tua mamma piaceva questo nome..." disse Kirigetsu mentre una lacrima gli rigava il viso.

Bambino: Una volta cresciuto, Sanji dovette affrontare molte sfide. Bulli, gelosia, la depressione di suo padre e molto altro, ma nessuno di questi eventi ha avuto un effetto altrettanto grande su di lui che crescere con l'assenza dell'amore di una madre. Da bambino Sanji se ne accorse a malapena. Tuttavia, dopo essere cresciuto, fino a un'età in cui le sue emozioni erano più attive, si rese conto dell'assenza, del vuoto nella sua vita.

Sapendo che ci vuole sia un maschio che una femmina per creare un bambino Sanji chiedeva spesso a suo padre cos'era successo a sua madre. Solo per ottenere una risposta violenta o deprimente. Alla fine vi rinunciò lasciato la domanda senza una risposta.

Dopo aver raggiunto l’età per poter partecipare all'Accademia ninja, Kirigetsu annunciò a suo figlio che sarebbe diventato uno shinobi.

Accademia: Dopo aver iniziato l’accademia gli fu affiancato da suo padre un mentore, che lo avrebbe istruito sulle abilità e tecniche del suo clan, i giorni passarono veloci dando spazio ai mesi e poi agli anni, tutto sembrava andare per il meglio quando, un giorno, mentre era fuori da Konoha con il suo mentore arrivò un altro membro del loro clan che gli annunciò la morte di Kirigetsu. La notizia lasciò un vuoto nel cuore del giovane, che fu preso dalla disperazione, la prima volta in assoluto che mostrava realmente le sue emozioni. In risposta al vedere Sanji in quello stato, il suo mentore lo colpì sulla nuca, "La morte è parte di un ninja, non devi aver paura di morire o vedere quelli che ami perire ..."
Nonostante il male avrebbe voluto protestare, ma capì e allontanò il pensiero dalla sua mente e si ricompose. Tuttavia il ricordo continuò a bruciare dentro di lui.

Dopo una settimana il ricordo della morte di suo padre si era già sbiadito, sembrava che tutto fosse accaduto anni prima, ora un unico rimpianto premeva nel suo cuore, non chi o cosa avesse ucciso il padre, ma scoprire chi o perché sua madre avesse condiviso lo stesso destino.

Ora, frequentando la scuola, l'allenamento mentale, fisico ed emotivo che il suo Mentore gli aveva impartito iniziava ad avere effetto in lui.
Gli anni passarono veloci, quasi non si accorse che il tempo era volato via, giunse infine il giorno in cui si diplomo ed ottenne il titolo di Shinobi della nebbia.
Durante tutti questi anni, per quanto solo fosse, aveva trovato nel suo villaggio e nel suo clan una nuova famiglia, ed ora che era diventato uno Shinobi poteva finalmente proteggerla..

Genin

--