Il primo passo verso un domani migliore

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    Narrato | « Parlato Haruki » | - Pensato Haruki - |


    Continua da qui..


    Il sorriso che avevo in volto era davvero qualcosa di magnifico. Mai le mie labbra si erano mosse in quel modo e mai si era formata una dolce e tenera fossetta sulla guancia destra. Mi sentivo come un essere completamente diverso, libero da gran parte dei demoni che mi affliggevano e che tormentavano i miei sogni. Sentivo il mio cuore battere con una purezza incredibile, proprio come quella di un infante appena venuto al mondo. Anche il mio animo s'era placato, ritornando ad essere quel calmo specchio d'acqua che era sempre stato. Ero fermamente convinto che niente e nessuno sarebbe più riuscito a rompere quella pace interiore e far agitare quelle acque come fosse un maremoto. Nei miei occhi poteva chiaramente leggersi una luce diversa, più armoniosa e priva d'oscurità. Dicono che gli occhi siano lo specchio dell'anima e mai più frase era più giusta. Continuai a sorridere al Capitano di Tetsu, ancora incredulo dei risultati avuti in quell'Arena Virtuale ma assai soddisfatto del bagaglio che mi ero portato dietro. Difatti sentivo che non solo ero rinato dalle ceneri del vecchio me stesso ma anche che il peso della fermezza e della dedizione, fossero caduti sopra le mie spalle, come un nuovo compito da portare a termine per permettere a quella Fenice di volare alta nel cielo. Avrei dovuto dominare in quel manto azzurro, destreggiandomi fra banchi di nuvole e seguendo una nuova rotta mai esplorata.

    « Molto bene, sono contento che sia stata fruttuosa... Ero venuto qui per allenarmi con il simulatore ma ho avuto la sensazione che tu ne avessi più bisogno di me... Così ti ho lasciato fare... »

    « Già.. ero stato battuto dai miei demoni.. dovevo rialzarmi.. »

    Quel meraviglioso sorriso lascio spazio ad una più sobria normalità. Il braccio destro cadde ritornando alla sua posizione preferita, seguendo quella legge gravitazionale che solo il Chakra stesso pareva poter piegare al suo volere. Mi avvicinai ulteriormente al uomo carico d'esperienza e di saggezza, sperando un giorno di accostarmi a quella sua grande misticità e forza d'animo. Non credevo di poter trovare al mondo qualcun altro che volesse aiutare un disastro come me e inconsciamente, venne a crearsi un denso legame, proprio come i miei due elementi quando si fondono fra loro.

    « Devo confessarti che mi sono anche permesso di modificare leggermente i dati della personalità del tuo avversario con quelli di un altro individuo vissuto in passato e sacrificatosi per permettere l'eliminazione di una grossa organizzazione criminale... Ho pensato che ti avrebbe fatto bene avere a che fare con lui e sembra cha avessi ragione... »

    Le sue parole iniziarono a rimbombare nella mia testa come l'eco dei grilli all'alba, come il battere delle ali di quei volatili presenti nello scenario creato proprio qualche attimo prima o come il rumore generato dallo scorrere delle acque di quel debole fiume. Quella prova era stata contaminata dalle mani del Capitano e ciò venne a dimostrarmi quanto fosse grande la sua voglia di aiutarmi.

    « Qualcun altro? Chi sarebbe? »

    La domanda giunse quando la sua mano colpì la mia spalla, squarciando quel etere cosi lontano dall'odio e dal male, come se fossimo avvolti da quella Luce Divina che continuamente professavo. M'invitò a seguirlo fuori dalla sala giacché più nulla vi era da fare. Esalai un calmo respiro, posizionando meglio la mia Giara e seguendo quel saggio samurai. Lasciammo la stanza senza che nella mia testa venissero a crearsi altre domande. Quel luogo aveva un potenziale davvero incredibile e sicuramente vi sarei ritornato qualche altra volta. Magari proprio per incontrare quell'individuo citato dal Capitano.

    « Le sue parole sono state di grande ispirazione.. avrei tanto voluto conoscerlo di persona.. » Presi una piccola pausa, facendo poi spallucce come a volermi rilassare « In un certo senso sentivo che avevamo molto in comune »

    Tornai a guardare il Capitano, ascoltando il suo chiaro invito a tornare al Dojo per alcuni allenamenti. Risposi con alcuni cenni del capo, sorridendo cosi da rendere ancor più assoluta la mia risposta.

    « Oggi hai imparato tanto ma non pensare che sia finita qui... Ciò che hai fatto è stato aprire gli occhi ed prepararti al futuro che ti attende, ma ora arriva la parte più difficile Haruki... Dovrai plasmare il te stesso che resterà nella storia... Decidere chi vuoi essere ed iniziare l'ardua scalata che ti porterà a diventarlo! »

    Era proprio ciò che stavo pensando qualche attimo prima. Il peso che sentivo sulle mie spalle era stato centrato dalle parole del Capitano. Sapevo che da quel momento le cose avrebbero preso una piega diversa. Sapevo che per realizzare il mio sogno avrei dovuto seguire questa nuova dedizione e volevo dannatamente riuscirci. Gli sorrisi per l'ennesima volta, come se fosse l'unica emozione presente nel mio animo.

    « Capisco perfettamente cosa mi sta dicendo. Adesso mi sento un essere nuovo ma percepisco anche nuove responsabilità. Sono riuscito ad abbattere quel folle Destino che era stato segnato per me ma adesso tocca scrivere il futuro di mio pugno »

    Ero libero. Libero di prendere qualsiasi decisione volessi. Libero di realizzare ogni mio pensiero. Libero di raggiungere l'immaginabile. Ma dovevo prima richiudere quelle crepe che avevo intorno. Dovevo risanare quelle cicatrici che affliggevano la mia vita presente. Dovevo pensare prima alla mia famiglia e restare vicino all'uomo che mi aveva donato una grande possibilità.
     
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    Il giovane Haruki ascoltò attentamente le mie parole e sembrò riuscire a comprenderle. Era una persona completamente diversa dal ragazzo che conobbi poco tempo prima ed ora che le sue convinzioni deleterie erano state estirpate, poteva davvero essere un diamante allo stato grezzo. Dal mio canto, avrei fatto il possibile per dargli le migliori basi ed insegnamenti possibili, ma alla fine stava lui decidere come utilizzarli.

    Già, da quello che ho potuto capire dalla sua storia è stato un grande uomo anche se incompreso... Purtroppo la diffidenza e la paura sono qualcosa di difficile da sopportare ed a causa di quelle il mondo gli è stato avverso... Lui però ha continuato imperterrito il suo cammino per rendere il mondo un posto migliore... Grazie a lui Ame venne liberato dalla Neo-Akatsuki... Il suo nome era Shaka Kurama... Anche a me avrebbe fatto piacere conoscerlo...

    Parlando quindi di qualche cenno storico e di come quell'esperienza avesse segnato quello che ormai potevo definire mio allievo, raggiungemmo la sala del teletrasporto e ben presto fummo nella fredda Tetsu, diretti al mio Dojo.

    Bentornato a Tetsu ragazzo... Restando in ambito di Storia, credo tu sappia che non molto tempo fa questo paese era afflitto dalla guerra civile... Devi sapere che io appartenevo al lato Ovest, una marmaglia di mercenari e tagliagole... Il nostro condottiero non era esattamente quello che si suol dire un sovrano giusto... Mi ritengo molto fortunato ad essere stato assento durante la liberazione di Tetsu, combattere per proteggere quello stato delle cose sarebbe stata la cosa peggiore che mi sarebbe potuta capitare... Ora invece posso finalmente seguire con onore e fierezza il Bushido così come mio padre me lo ha insegnato!

    I miei pensieri vagarono qualche istante al passato, a mio padre e mia madre ormai morti da anni. Chissà se sarebbero stati fieri di ciò che ero diventato... Tornai però rapidamente in me riprendendo il discorso...

    Ti racconto questo perchè i concetti del Bushido sono stati qualcosa di davvero importante per me e nonostante mi trovassi dal lato sbagliato del muro, impossibilitato a spostarmi per un vincolo d'onore, mi hanno permesso di mantenere integro il mio essere ed arrivare qui oggi così come sono...

    Passo dopo passo eravamo ormai giunti a destinazione e, proprio davanti alla soglia del grande cancello in legno che segnava l'ingresso al mio Dojo, mi posizionai davanti ad Haruki e gli chiesi con sguardo serio.

    Vorresti imparare anche tu il Bushido e fare tuoi quei concetti per farne i pilastri del nuovo IO?

    Restai quindi pazientemente in attesa di una sua risposta, lasciandogli il tempo di ragionare se necessario su ciò che gli avevo detto ed eventualmente pormi delle domande.

     
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    Quell'entusiasmo corrompeva il mio cervello, donandogli sensazioni mai provate prima. Ero cosi euforico da voler piegare il mondo al mio volere, plasmarlo secondo quella nuova convinzione, rendendolo cosi un posto migliore. Ero cosi euforico da dimenticare ciò che ero stato fino a quel momento anche se era non poco egoistico cancellare quei ricordi. Il vecchio me stesso mi sarebbe servito a non ripetere lo stesso errore. Sarebbe servito a non permettermi di ricadere nuovamente in quel limbo oscuro ma ormai avevo una promessa da mantenere e avrei fatto di tutto per mantenerla viva. Tal promessa era nata proprio durante lo scontro con Shaka Kurama, l'individuo che un attimo prima aveva citato il Capitano di Tetsu. Quelle sue parole continuavano ad affascinarmi e desideravo tanto aver avuto la possibilità di conoscerlo, cosa che non mi era più possibile ma quell'unico ricordo, venne marchiato a fuoco nella mia mente.

    « Già, da quello che ho potuto capire dalla sua storia è stato un grande uomo anche se incompreso... Purtroppo la diffidenza e la paura sono qualcosa di difficile da sopportare ed a causa di quelle il mondo gli è stato avverso... Lui però ha continuato imperterrito il suo cammino per rendere il mondo un posto migliore... Grazie a lui Ame venne liberato dalla Neo-Akatsuki... Il suo nome era Shaka Kurama... Anche a me avrebbe fatto piacere conoscerlo... »

    Ero felice che Ren condividesse il mio stesso pensiero e ciò venne a dimostrarsi attraverso quel solito sorriso presente in volto, che quasi diveniva noioso a vederlo ma poco m'importava. Diffidenza e paura sono sentimenti che hanno un gran potere sulle menti del genere umano ed io, lo capì proprio durante la finale del Torneo. Proprio quando dinanzi a me vi era solo morto e distruzione, caos e dolore. Ricordo che il mio corpo si piegò in due dalla paura. Ricordo che le gambe cedettero a quella visione infernale ma alla fine, riuscì a trovare la forza per ribellarmi ad essa.

    « So cosa può fare la paura nelle menti delle persone, ci son passato anch'io e proprio durante la finale del Torneo. Ma perché avevano cosi paura di un uomo cosi? Insomma.. ha liberato Ame, quindi perché? »

    C'era qualcosa che non capivo in quelle parole e cercai quindi di distruggere sul nascere quel dubbio. Non conoscevo affatto Shaka ma avevo combattuto contro la sua psiche in quell'Arena Virtuale e proprio non mi sembrava un uomo di cui aver paura anzi, la sua saggezza pareva qualcosa di Divino. La sua saggezza mi aveva aiutato a rendermi l'uomo che ero diventato e non potevo far altro che essergli grato. Attesi quindi una risposta del Capitano, mentre continuavamo ad avanzare nel ventre della base dell'OSU. Superammo diverse stanze, fino a giungere a quella che doveva essere la sala da teletrasporto. Con fare curioso osservai ciò che vi era al suo interno, anche se poco ne capivo di ingegneria. A dirla tutta non capivo il funzionamento di gran parte delle cose presenti su quella base. Ci apprestammo a posizionarci sui teletrasporti e pochi secondi dopo, i nostri corpi, vennero avvolti da una luce quasi abbagliante.

    « Bentornato a Tetsu ragazzo... Restando in ambito di Storia, credo tu sappia che non molto tempo fa questo paese era afflitto dalla guerra civile... Devi sapere che io appartenevo al lato Ovest, una marmaglia di mercenari e tagliagole... Il nostro condottiero non era esattamente quello che si suol dire un sovrano giusto... Mi ritengo molto fortunato ad essere stato assento durante la liberazione di Tetsu, combattere per proteggere quello stato delle cose sarebbe stata la cosa peggiore che mi sarebbe potuta capitare... Ora invece posso finalmente seguire con onore e fierezza il Bushido così come mio padre me lo ha insegnato! »

    Quella luce lasciò spazio ad un cupo e gelido freddo. Esso s'accostò alla mia pelle che tanto era stata forgiata dal caldo di Suna e che quasi non risentiva l'effetto di quel clima cosi insidioso. Sospirai, lanciando un caldo respiro nel bel mezzo di entrambe le mani, portate prima verso la bocca e poi a strofinarsi fra loro. Il vento sbuffava con prepotenza, creando disordine in quei miei capelli cosi tenuti ordinati, poi piombati nella ribellione. Abbassai lo sguardo fermo la candida e pallida neve di Tetsu, ammirandola per l'ennesima volta e riempendomi il cuore di un tal manto bianco infinito. Essa mi ricordava tanto la Sabbia di Suna, cosi come quel Deserto interminabile che la circonda e la tiene lontana dai nemici. Successivamente il Capitano iniziò a muoversi e non potei far altro che seguirlo, prestando attenzione a dove poggiare le leve inferiori giacché quel continente non mi era ancora familiare.

    « Tetsu è magnifica come sempre.. questo silenzio pare dimostrare che nel mondo vi è una pace incrollabile.. »

    Presi una piccola pausa, aggiustando i pensieri che mi balenavano nella testa. Sospirai cercando di lasciarli andare via e permettere loro di fondersi a quella stessa pace intravista in quel luogo.

    « In realtà.. non so molto della storia di Tetsu.. »

    A quella affermazione non potei far altro che portare la man dritta verso la nuca, scompigliandomi i capelli e cercando di nascondere l'evidente imbarazzo che mi si era dipinto in volto. Non sapevo molto sulla storia di quel paese né molto sulla storia del mio. Tutto quello che avevo capito era che Tetsu era divisa in due lati ed ognuno aveva le sue idee. Sentivo che il Capitano odiasse la posizione in cui si trovava ma perché quindi restare legato a quel "Lato Ovest"?

    « Ti racconto questo perchè i concetti del Bushido sono stati qualcosa di davvero importante per me e nonostante mi trovassi dal lato sbagliato del muro, impossibilitato a spostarmi per un vincolo d'onore, mi hanno permesso di mantenere integro il mio essere ed arrivare qui oggi così come sono... »

    « Ho sempre trovato nei Samurai un senso d'onore incredibile. Ho letti di libri che osannavano il significato dell'essere un Samurai e del loro uso delle Katane. E' proprio grazie a quei libri che ammiro la vostra Casta, seppur sono dell'idea che quelle vostre armi debbano essere usate solo per scopi nobili »

    A quel pensiero s'aggiunse anche l'utilizzo della mia speciale abilità innata. Essa mi permetteva di avere un controllo sul campo davvero incredibile, potendo perfino distruggere il mio avversario standomene seduto comodamente. Gli attacchi di Shaka me l'avevano fatto capire, cosi come le sue parole che mi convinsero ad impormi dei limiti.

    « Vorresti imparare anche tu il Bushido e fare tuoi quei concetti per farne i pilastri del nuovo IO? »

    « Sul serio? »

    Quella domanda mi rese ancor più felice. Potevo continuare il processo di rinascita, donando alla Fenice due ali con cui poter solcare i cieli. Sapevo che il Bushido era il codice dei Samurai, una mola di norme morali che avrebbero dovuto seguire fino alla morte stessa.

    « Ne sarei davvero onorato »

    Il sorriso che mi apparve in volto fu nascosto dall'inchino che feci il secondo dopo. Ero davvero felice per come si era evoluta la situazione, tanto da sentire il cuore battermi all'impazzata. Dovevo assolutamente cogliere quell'occasione e continuare a forgiare il nuovo me stesso. Sperando di poter tornare a Suna da vero uomo, trovando cosi una soluzione a tutti quei dannati problemi.
     
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    La risposta di Haruki fu lesta e convinta, a suo dire aveva avuto modo di leggere qualcosa di noi Samurai e del Bushido e poterlo apprendere per ciò che è davvero era una grande occasione per lui. Fu così che davanti a quel giovane si spalancarono le porte del Ryozanpaku.

    Purtroppo su Shaka Kurama non posso dirti molto altro, ma se vuoi saperne di più puoi parlare con Haruo Shin, membro della sezione Yume... Nessuno può saperne più di lui a riguardo... Ma ora non perdiamoci in chiacchiere ed entriamo!

    Al che feci strada al mio nuovo discepolo accompagnandolo attraverso il lungo viale d'ingresso, fino a giungere in una sorta di grande spiazzo da cui si notavano subito due edifici, il più grande di fronte a noi, molto ampio e diviso su due piani, e l'altro leggermente distaccato sulla sinistra, anch'esso diviso su due piani ma leggermente meno ampio.

    Questo grande edificio è il Dojo vero e proprio, vi è una grande sala d'allenamento oltre a diverse sale d'arme... Quello infondo invece ha al suo intorno i dormitori, forniti di bagni, cucina e tutte le comodità necessarie. Alle spalle del Dojo vi è altro spazio dedicato agli allenamenti più "impetuosi"... La nostra prima meta sarà il dojo...

    Dopo quella prima rapida descrizione del posto, mi apprestai a condurlo nel primo edificio e, aprendo la grande porta a scorrimento di legno, lasciai che la luce permeasse quella sala completamente in parquet. Le pareti erano tutte in legno e quella di fondo era ornata da svariate spade ai lati, mentre nella zona centrale vi erano dei grandi stendardi con incisi sette caratteri. Erano divisi in due colonne da tre ed il settimo si trovava alla sommità, centrato tra le due. Prima di accedere mi esibii in un inchino diretto proprio verso gli stendardi e, solo allora mi addentrai per poi voltarmi verso Haruki come per invitarlo ad emulare l'inchiono. Fatto ciò, entrambi avremmo attraversato la sala e, una volta infondo, avrei estratto una katana con cui avrei indicato, uno ad uno, i diversi caratteri man mano che ne parlavo.

    Bene... Eccoci qui... Questa sarà una prima lezione teorica, in futuro approfondiremo meglio ognuno di questi concetti cardine del Bushido... Vedili come le colonne portanti dell'essere di un Samurai, non qualcosa da dover seguire, ma il fondamento stesso del nostro essere... Se crediamo fermamente in questo, tradire uno di questi principi vuol dire tradire noi stessi...

    La punta della katana andò quindi a posizionarsi sul primo ideogramma

    Gi! Il principio di onestà e giustizia... Non possiamo pretendere che gli altri siano onesti verso di noi se noi per primi non lo siamo in ogni occasione della nostra vita! Quando la giustizia sarà punto fermo del nostro essere, nessuna esitazione frenerà la nostra mano o il nostro giudizio...

    Al che, senza troppi indugi avrei proseguito nel presentarli

    Yu! Principio del Coraggio... Il male dilaga su questo mondo quando il bene smette di guardare. Chi segue il Bushido non teme nulla, agisce a rischio della sua stessa vita, accompagnato da freddezza e giudizio... Avere questo coraggio non vuol dire essere folli e sconsiderati, ma avere la forza di agire dove e come richiesto, elevandosi al di sopra di chi teme le conseguenze delle proprie azioni e le rifugge trovando scuse...

    Jin! Il principio della Compassione! Noi esistiamo per aiutare gli altri e chiunque si trovi in difficoltà vedrà giungere il nostro intervento, qualunque sia il problema...

    Rei! La gentile Cortesia! Non bisogna mai ostentare forza per il solo gusto di farlo o per dimostrarsi superiori agli altri. Avere un potere non vuol dire poterlo usare in modo sconsiderato. Tutti hanno diritto al nostro rispetto e solo se necessario si impugna la spada. Il miglior combattimento possibile, è quello evitato...

    Shin! La Completa Sincerità! Per noi esprimere un'intenzione e compierla sono praticamente la stessa cosa. Nel momento in cui pensiamo di comportarci in un modo, nulla potrà lascar trasparire qualcosa di diverso. Ogni affermazione, ogni parola, è una promessa imprescindibile...

    Meyo! L'Onore! L'unico a poterci giudicare non è nessuno all'infuori di noi stessi... Se è vero che le nostre azioni rispecchiano totalmente e pienamente noi stessi, non ci è possibile nasconderci dal nostro cuore! Per questo venir meno ad uno dei nostri fondamenti è come rinnegare noi stessi e perdere ciò che c'è di più sacro, il nostro Onore...

    Chughi! Dovere e Lealtà! Ogni azione o affermazione è un riflesso del nostro essere e dobbiamo averne piena responsabilità, non solo della cosa in se, ma anche delle sue conseguenze! Inoltre Dobbiamo dedicare anima e corpo a coloro a cui decidiamo di donare i nostri servigi, mai e per nessun motivo al mondo tradiremo una persona che conta su di noi!

    Come vedi ogni fondamento del Bushido è strettamente legato all'altro, uno non esiste senza l'altro e lasciare che se ne incrini uno causa il crollo di tutti...


    Dopo la spiegazione mi soffermai quindi sulle reazioni di Haruki attendendo che metabolizzasse quelle informazioni ed eventualmente dicesse la sua o ponesse domande a riguardo

     
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    Fu un piacere immenso osservare nuovamente le porte del Dojo del Capitano Natsume e gli occhi non smettevano di muoversi, cercando ogni minimo particolare di quella curiosa costruzione, iniziando proprio dalla grande porta posta proprio dinanzi al mio naso. Essa sembrava essere fatta di un finissimo legno, degno delle mie creazioni innate. Sembrava davvero essere stato lavorato nei minimi particolari anche se non capivo molto riguardo la costruzione e la lavorazione di edifici, anche se ironicamente potevo realizzare una casa proprio con il Mokuton. Ciò che più mi rendeva felice in quel momento, era quello che leggevo negli occhi del Capitano. Quella tonalità scura sembrava essere cosi accesa e viva, mostrando al mondo intero un incredibile fierezza, segno che quella struttura gli stava veramente a cuore, proprio come fosse un proprio figlio ed infondo lo era per davvero. Sentivo traspirare, attraverso quelle stesse pareti lignee, sudore e sangue, fatica ed amore. Quel Dojo aveva la capacità di trasformare il freddo di Tetsu nel caldo infernale di Suna, riempiendomi il cuore di una gioia quasi infinità, privandomi della capacità di capirne il reale motivo.

    « Purtroppo su Shaka Kurama non posso dirti molto altro, ma se vuoi saperne di più puoi parlare con Haruo Shin, membro della sezione Yume... Nessuno può saperne più di lui a riguardo... Ma ora non perdiamoci in chiacchiere ed entriamo! »

    Lo sconforto che nacque dopo le parole di Ren parvero non riuscire a limitare il volo della raggiante ed infuocante fenice, che imperterrita continuò a dominare nei cieli. Certo mi dispiacque, e non poco, che il Capitano non ne sapesse ulteriormente su Shaka ma sapevo di poterlo incontrare nuovamente in quella stessa macchina da cui avvenne il tanto agognato miracolo.

    « Haruo.. Shin? »

    Quel nome mi era decisamente familiare ma dove l'avevo sentito? Cercai di sforzarmi, obbligando la mente a rielaborare vecchi ricordi ormai accantonato da questa "nuova" vita. Quel nome andò a ripetersi per diverse volte, finché non mi apparve come un fulmine a ciel sereno, ricordando a chi appartenesse quel nome, cosi come il suo volto e la sua particolare abilità. Dovetti ritornare alla prima prova del Torneo Chuunin e per un singolo istante, la mia pelle, accapponò al pensiero. Anche in quella prova avevo superato il limite che dalla rinascita stavo cercando di impormi, ostentando violenza inutile contro un essere ormai sconfitto. La vittoria era stata decisa fin dal primo momento ma l'odio e il buio che quel ragazzo mostrò nelle sue movenze, fece in modo che il mostro dentro di me prendesse il sopravvento, agendo per un suo tornaconto e costringendo la fenice a restarsene nel proprio uovo. Fu nel momento più cruciale che intervenne Haruo Shin, Chuunin di Konoha ed esperto Shinobi nell'uso dei Genjutsu. Difatti era tutta un illusione ma fu proprio da quel momento che iniziò il mio declino.

    « Conosco Haruo anche se devo ammettere che la nostra conoscenza non è stata piuttosto piacevole ma la colpa è tutta mia e del vecchio me stesso. Fai strada »

    La piacevole visita si perse fra sfumature intrise di rammarico e di ricordi pregni di un ormai lontana e scomparsa nostalgia. Quelle furono le ultime parole prima di varcare le porte del Grande Dojo, giungendo poi ad un lungo viale d'ingresso ove, alla fine, vi si arrivava ad un grande spiazzale. Quei ricordi tristi e cupi vennero sommersi dalla continua e cadente neve di Tetsu, proprio sull'uscio dell'entrata, ove avrei sperato di non trovarli mai più. Continuai invece a perdermi nei dettagli di quella struttura, affascinato dall'etere che respiravo e che mi penetrava nei polmoni. Era come se l'intera costruzione volesse parlarmi ed invitarmi a far parte di esso, come se sentisse dentro di me il legame che vi era con la Natura stessa e con il suo padrone che in quel momento riusciva perfettamente a manifestare ciò che provava al suo interno.

    « Questo grande edificio è il Dojo vero e proprio, vi è una grande sala d'allenamento oltre a diverse sale d'arme... Quello infondo invece ha al suo intorno i dormitori, forniti di bagni, cucina e tutte le comodità necessarie. Alle spalle del Dojo vi è altro spazio dedicato agli allenamenti più "impetuosi"... La nostra prima meta sarà il dojo... »

    Iniziò a descrivermi com'era fatta l'intera struttura, cercando di non saltare nessun dettaglio alcuno, come se fossi giunto lì per comprare quell'attività. Al che sorrisi, godendomi tutto ciò che mi stava succedendo e dimenticandomi dei problemi che stanziavano nel deserto di Suna. Ci muovemmo all'interno del Dojo, seguendo ogni singolo passo del Capitano, fino a raggiungere il primo edificio ovvero quello che doveva essere il più grande dei due. Al suo interno vi era una grande sala ornata da spade e grandi stendardi. Non mancavano poi i classici tappeti da allenamento ma le attrazioni più incisive erano proprio quegli stendardi. Vidi il Capitano addentrarsi in quella sala, porgendo un inchino verso quelle incisioni e voltandosi verso di me, come a volermi invitare a replicare le stesse movenze. Cosi feci.

    « Bene... Eccoci qui... Questa sarà una prima lezione teorica, in futuro approfondiremo meglio ognuno di questi concetti cardine del Bushido... Vedili come le colonne portanti dell'essere di un Samurai, non qualcosa da dover seguire, ma il fondamento stesso del nostro essere... Se crediamo fermamente in questo, tradire uno di questi principi vuol dire tradire noi stessi... »

    Iniziò a spiegarmi il significato vero e proprio di quelle incisioni, guidandomi attraverso la via del Samurai e illustrandomi quello che era il Bushido. Stetti ad ascoltarlo con fare serio, perdendomi in quelle parole che mi sembravano cosi giuste e cosi perfette per il mio nuovo essere. Più lo ascoltavo e più diveniva grande l'idea che si era piantata nella mia testa. Quel codice era piuttosto semplice da capire e probabilmente anche da rispettare, quindi perché il mondo intero sembrava cosi lontano dal volerlo apprendere? Se quel codice mi sembrava cosi perfetto per un tipo come me, allora tutto potevano capirne il valore e rispettare ciò che significava. Lasciai parlare il Capitano, cercando di elaborare quell'idea al meglio che potessi, sperando di trovare un comune pensiero nel uomo esperto.

    « Il Bushido è davvero meraviglioso.. sembra quasi incarnare i concetti della pace assoluta che tanto desidero per questo mondo.. » Sospirai, lasciando vagare quell'idea come un pesce nel suo amato Fiume « Ma perché il mondo sembra cosi lontano da questi concetti? Vorrei tanto che tutti la pensassero in questo modo.. »
     
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    Haruki ascoltò attentamente le mie parole al punto da sembrare una spugna impegnata ad assorbire fino all'ultima goccia di quei concetti. Fu solo alla fine che espresse il suo pensiero a riguardo, ponendo anche un quesito decisamente interessante.

    CITAZIONE
    « Il Bushido è davvero meraviglioso.. sembra quasi incarnare i concetti della pace assoluta che tanto desidero per questo mondo... Ma perché il mondo sembra cosi lontano da questi concetti? Vorrei tanto che tutti la pensassero in questo modo.. »

    Mi balenò un leggero sorriso mentre per un attimo calai il capo, tornando ad osservarlo lo invitai quindi a seguirmi nuovamente all'esterno mentre mi apprestavo a dare una risposta a quella domanda.

    Vedi Haruki... Il Bushido è molto affascinante e sembra essere perfetto... Ma la forza d'animo di rispettarlo e seguirlo senza esitazione alcuna non è da tutti... Paura... Ingordigia... Rabbia... Ci sono tanti sentimenti che, se non controllati, portano l'essere umano a smarrire la retta via e divenire vittima di se stessi... Chi fallisce però non va biasimato... Ma aiutato a comprendere il suo errore ed a migliorare se stesso...

    Giunti nuovamente all'esterno mi sarei quindi diretto verso l'altro edificio, lì avrei infatti mostrato al ragazzo una della tante stanze vuote del primo piano. Erano tutte pressocchè identiche, con un comodo letto, un armadio ed una scrivania, lo stretto necessario insomma.

    Questa sarà la tua stanza qui... Potrai arredarla come preferisci e sarà sempre tua, che tu ci sia o no. Spero che presto ci saranno altri compagni con cui condividere questi alloggi...

    Dopo un brave sguardo orgoglioso e fiducioso alle numerose altre stanze, mi apprestai quindi a proseguire

    Spero che un giorno tutte queste stanze siano occupate e che in questo posto possano riunirsi non sono i migliori discepoli del mondo ma anche i migliori maestri, affinche tutti insieme possiamo ottenere qualcosa in più l'uno dall'altro e crescere per diventare una versione migliore di noi stessi...

    Infine gli sorrisi nuovamente invitandolo ad entrare

    Ora puoi mettere in ordine le tue cose ed ambientarti tranquillamente... Domani inizieremo i veri allenamenti... Questa sera si cena alle 19.30, ti aspetterò al piano di sopra...

    Mi sarei quindi congedato pronto a riprendere le mie faccende, non poco ansioso per il giorno successivo.
     
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    Col benestare della gestione giungo a gamba tesa in vostro soccorso :kashi:
    Haruki: Max del suo grado
    Ren: Max del suo grado -5 exp
     
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