Amida rimase inizialmente confuso e stupito che fosse tutto finito con i suoi primi colpi. Non gli era mai successo, se non con qualche moccioso del quartiere del mercato. Si sentiva quasi... dispiaciuto! Si avvicinò al ragazzo chinandosi per vedere in che condizioni fosse. La botta gli aveva fatto perdere i sensi. Inutile negare che un impeto di arroganza investì Amidamaru. Si inorgoglì leggermente, prima di passare ad un altro punto di vista. Diede dei buffetti in testa al suo avversario, come se servisse per farlo riprendere.
"Cazzo, amico! Il cielo ti ha portato dritto da me. Devi essere più resistente e ho deciso che ti aiuterò ad esserlo!"
Ecco, per l'appunto. Attese che potesse essere abbastanza lucido e si presentò ufficialmente. Era il minimo.
"A proposito, mi chiamo Amidamaru, ma puoi chiamarmi Ami o Amida. E tu, ragazzo bendato?"
Warui, travolto dall'offensiva rapida e letale del suo avversario, si ritrovò scaraventato al suolo come una foglia al vento, dopo aver tossito alcune gocce di saliva e sangue per la botta devastante. "Bella merda, battuto peggio di un marmocchio" pensò il ragazzo poco prima di perdere i sensi. Ci vollero un paio di secondi prima che si risvegliasse, e non era uno dei risvegli migliori che avesse avuto: la testa gli faceva male, come se qualcuno la colpisse costantemente. Riuscii a fatica ad aprire le palpebre, nonostante fosse dolorante, e sentii a malapena le parole del suo interlocutore.
"I-io sono Warui, piacere di conoscerti. Anche se non è decisamente il modo migliore per farlo. Non credi?"
Disse tra una risatina e versetti di dolore.
"Peccato per lo scontro, chi ti ha allenato deve essere stato bravo."
"Chi mi ha allenato se l'è cavata, dai, ma il pezzo forte sono io!"
Il solito arrogante e sicuro di sé. Sfoggiò un sorriso a trentadue denti e si batté il pugno sul petto con fierezza. Poi si ricompose perché ovviamente non ottenne l'ovazione sperata nel suo cervello.
"In ogni caso devo diventare ancora più forte, ma una curiosità: com'è il tuo stile di combattimento? Come preferisci suonargliele agli avversari?"
Ancora un po' frastornato, Warui sorrise a quella domanda e alla teatralità del suo interlocutore "Anche se è un po' strano parlare con lui, non è male come credevo" Pensò di sfuggita. Velocemente appoggiò due dita sul petto del ragazzo, spingendolo indietro. Quella spinta lo avrebbe gettato improvvisamente in una sua illusione, effettuata grazie alla tecnica del falso ambiente. Amidamaru si sarebbe ritrovato a precipitare in un immenso campo di fiori, sterminato quanto il cielo, ma cadendo in esso non si sarebbe fatto alcun male, avrebbe solo sentito l'odore delle rose, che coprivano il suolo, permeargli le narici, con Warui che lo aspettava a pochi passi.
"Mi piace giocare più con la mente delle persone. Potrei scoprire anche la tua più grande paura se volessi, anche se avrò bisogno di molta pratica prima che ciò diventi davvero efficace da usare in battaglia. Se vuoi posso fartelo vedere."
"Uuuh. In pratica sei un mago!"
Amidamaru sfoggiò un sorriso a trentadue denti, come se avessero detto ad un bambino che poteva mangiare dolciumi in quantità. Difficile percepire se fosse curiosità, interesse o si sentì provocato dal fatto che poteva "entrargli" in testa.
"Mostrami la tua arte e vediamo che succede. E' interessante per uno come me che non può usare il suo chakra liberamente!"
Amidamaru parlava del suo "difetto" con tranquillità, anche se ha dovuto accettare di avere un deficit fin troppo presto. Ricordava le prese in giro per non poter eseguire alcun jutsu magico o illusorio. Molti, anche in accademia, tendevano a isolarlo. Avanzare in una carriera come Corsaro Ninja, ma anche come shinobi comune, sarebbe stato più impervio per lui. Ne era conscio, ma non ne soffriva più. La vita andava vissuta con quello che si poteva avere, perseguendo obiettivi e utilizzando ciò che si ha per proseguire il cammino.
Warui rimase sollevato dalla rapidissima ripresa di Amidamaru, era rimasto troppo imbambolato dalla sua innocenza e sincerità, ma infine si rese conto della situazione. Ci mise alcuni secondi, riflettendo sulla scelta che stava per prendere, poteva essere fondamentale quanto inutile, nonostante la domanda fosse scontata, la risposta era tutt'altro che certa. Dopo tutte quelle volte che aveva rifiutato il suo vecchio capitano, ora si univa a caso con un ragazzino troppo spigliato? Tutto quel pensare gli fece venire un emicrania, tanto che ad un certo punto svuoto la mente e il suo corpo agì per lui. "Ma si, tanto non ho nulla da perdere se questo mi tiene lontano da quei balordi, e poi mi sta simpatico" pensò mentre alzava il pugno stretto e lo batteva contro quello del biondo.
"Facciamolo!"
Warui era confuso da tutta quella situazione, ma era sicuro che quella scelta sarebbe significata molto per la vita di entrambi.
"... quindi ora che si fa?"
Amidamaru si entusiasmò ancora di più per essere stato ricambiato nel gesto. Al punto che strinse con un braccio il collo del povero Warui coinvolto in tanta esuberanza.
"ORA! Benda-boy, siamo compagni e i compagni non dicono mai no tra di loro. Perciò andiamo dritti in un posto dove insieme potremo suonarle a quei mangia cacca!"
Si mise a ridere enormemente al solo pensiero. Immaginava l'arrivo eroico di lui e Warui che pestavano quei bracconieri che da mesi erano il cruccio di Amidamaru. Warui spalancò gli occhi e cominciò ad agitarsi per quell'atto improvviso.
"Preferirei che mi lasciassi respirare"
Disse dopo una risatina nervosa, che gli era uscita per l'accorciamento di distanze eccessivo. Abbracciare qualcuno era l'ultima cosa di cui aveva bisogno, preferiva una bella stretta di mano. "Almeno non è sudato." Pensó, provocandosi un conato che mascherò da tosse.
"Respirerai a pieni polmoni l'aria di vittoria e potrai ringraziare la tua e la mia forza!"
Dopo la risposta per niente rassicurante, Amidamaru iniziò a correre trascinandosi Warui dietro come un vagone viene trascinato inerte dalla locomotiva di un treno. Peccato che Warui non era un vagone, ma una persona e Amidamaru non correva in modo lineare come una locomotiva.
"Arriveremo in un batter d'occhio, conosco un modo per arrivare al loro campo fuori città. Nel frattempo che voliamo laggiù, ti spiego un po' di cose. Stiamo andando da due fratelli: Fog e Rooka. Sono due bracconieri, hanno ucciso molti animali nel territorio dei Sazaniti dove sono cresciuto."
Tornando seri e lasciando andare il povero ragazzo bendato, iniziò a correre più lentamente in modo che il suo nuovo amico potesse seguirlo. Saltò con agilità sul ramo robusta di un albero e poi si spinse in avanti superando il confine delle mura sud.
"Una volta, sono riuscito da solo a mandarli al tappeto, ma per una mia distrazione sono scappati e si sono anche equipaggiati meglio. Ho incrociato il loro campo qualche giorno fa e ho visto che avevano addosso delle armature a piastre, sicuramente rubate e inoltre avevano con sé due mastini niente male. Insomma, so che posso spaccargli il culo lo stesso, ma sono più svantaggiato dell'ultima volta. Vuoi colmare con me questo gap?"
Saltò ancora su un altro ramo con naturalezza e iniziò a vedere la meta.
Sorry tisy, conosco bene le regole sulla lunghezza, ci sembrava potesse andare comunque per l'interezza della storia e avevo intenzione di "splittare" i post in modo che fossero giusti. Ma comunque va bene lasciarla così, dell'exp ce ne frega poco, era il contenuto l'importante.