[Esame Chuunin] Seconda prova - La finale

Shingo Watanabe vs Haruki Sato

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    TORNEO CHUUNIN
    Seconda prova - La Finale

    Shingo Watanabe vs Haruki Sato


    Anno 20 d.Z. - Yukitsuki


    zN6j9oK
    CITAZIONE
    Shingo Watanabe ha dimostrato di avere tutte la carte in regole per aggiudicarsi la finale durante lo scontro in semifinale. Abile utilizzatore del taijutsu e del kenjutsu, è riuscito a mettere a segno una raffica di colpi letali ai danni del suo avversario, Sakuaron Hoshigaki. Il suo ingresso nell'arena è accolto dagli applausi del pubblico. Riuscirà a mantenere i nervi saldi e a tornare a Kiri vittorioso?
    Haruki Sato è, invece, un formidabile manipolatore della sabbie gialle di Suna. Fa ingresso dal lato opposto del campo di combattimento rispetto a Shingo, ma non riesce a suscitare alcuna emozione negli spettatori. D'altra parte, il suo precedente avversario, Shura Shueisha, si è praticamente eliminato da solo. Riuscirà Haruki Sato a farsi valere stavolta? Tornerà tra le calde sabbie con la corona d'alloro dei vincitori?

    Differentemente dalla prova precedente, dovete fare un post d'introduzione prima di cominciare a menare le mani. Entrambi avete recuperato totalmente stamina e resistenza.
    Il primo giro di attacco lo avrà chi, riuscirà a scrivere meglio il primo post (siccome siete entrambi molto bravi, temo che finirò col decidere con un imparziale lancio di dado).
     
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    Lo scontro con Shura era terminato e l'esito pareva essere chiaro a tutti. Ero riuscito ad uscirne vincitore da quel confronto, tanto ostico su diversi aspetti, primo fra tutti gli elementi: il Kiriano possedeva un tipo di Chakra che era di netto vantaggio rispetto a quelli in mio possesso. Una vittoria certamente non poteva che rendermi felice, dato che mi concedeva la possibilità di diventare effettivamente un Chuunin. Tuttavia aveva lasciato un senso d'amarezza incredibile ed ero certo che difficilmente sarebbe andato via, sperando un giorno di poterlo placare riconfrontandomi con quello stesso Shinboi. Shura era riuscito ad intrattenermi, rendermi la vita complicata e impensierirmi in diverse circostante, andando a confermare ciò che pensavo sui Ninja di Kiri. Sollevai la robusta cintura trasversale dalla spalla sinistra con la man dritta, permettendola finalmente di godersi un meritato riposo, facendo come dei piccoli movimenti rotatori e piegando il collo un po' sui lati, come a voler lasciar cadere tutta la tensione che mi portavo dietro. Avanzavo lentamente saggiando il duro terreno di battaglia, lasciandomi alle spalle quell'enorme arena ivi sarei ritornato per disputare la tanto ambita finale del torneo. Una vittoria che non aveva nemmeno fatto divertire il pubblico lì presente ma di questo poco m'importava. Non mi pesava affatto il non aver attirato nessun'emozione da parte degli spettatori anzi, non era di mio interesse farlo giacché preferivo che nessuno sapesse delle mie reali capacità. Non era mia intenzione divenire il loro idolo, non ricadeva nel mio volere essere acclamato dalla folla. Ciò che risiedeva nel profondo del cuor pulsante era quella ristretta e povera famiglia che con il tempo avevo imparato ad amare. Ecco il motivo per il quale stavo combattendo, per il quale sarei ritornato in quel infinito Deserto con il grado di Chuunin conquistato. Esalai un ultimo respiro sotto quella fievole pioggia battente - sentendola picchiettare sul castano crine - prima di abbandonare definitivamente l'arena e ritrovarmi lungo un cupo corridoio, largo ed alto qualche metro circa. Ritornai nuovamente nel silenzio più totale, proprio come quando ero fuso nel sottosuolo, lontano da tutti quei versi e dagli sguardi del pubblico intero. Lentamente le tenebre andavano ad avvolgermi, incupire il mio viso e permettendomi di godere quella così oscura solitudine. Le nocciola iridi puntavano verso una singola direzione, verso quel vuoto che come un buco nero aveva attirato la mia attenzione. Gli occhi sembravano spenti mentre la mente era sommersa da tutti quei pensieri che erano stati accantonati durante l'appena fu' scontro fatto.

    Non devi distrarti ora

    Sollevai lo sguardo, tornato nuovamente attivo dopo che tali parole, rimbombando sulle freddi pareti, giunsero dritte al mio udito. Una fioca luce posta sulla parete sinistra, andava lentamente ad illuminare quel volto marcato e delineato da anni d'esperienza e di saggezza. Riconoscevo quei capelli argentati, quel volto così dannatamente serio, quel tono di voce così forte e carico d'emozioni trattenute. Era proprio lui: Renji Yomo. Mi avvicinai a lui dopo qualche piccolo momento di completo arresto, restando silente e lasciando che il mio sguardo prendesse le mie veci. Aveva tutto il fianco destro appoggiato sulla parete, le braccia consorte e gli occhi che parevano due lame affilate. Il giubbotto da Jonin gli stava perfettamente sul busto, aderendo in maniera perfetta ai suoi muscoli, seguendone poi i lineamenti e stringendoli in una forte presa data da quella stessa protezione. Nessuno dei due sembrava intenzionato a parlare, forse perché ormai gli bastava guardarmi per capire ciò che mi frullava nella testa, ciò che più poteva turbarmi e torturarmi. La tensione dello scontro finale pareva proprio non voler abbandonarmi, seguendomi come fa un ombra, non distaccandosi quasi mai dai pensieri, proprio come una sanguisuga che lentamente va a succhiare il sangue del suo ospite.

    Il tuo prossimo avversario è Shingo Watanabe. Hai avuto modo di osservarlo combattere durante il suo scontro. Dimmi, hai già una strategia?

    Non sapevo minimamente cosa rispondere. Ero appena uscito da uno scontro che, in qualche modo, mi aveva provato sul piano fisico e mentale e proprio non capivo come potevo immediatamente pensare a qualche tipo di strategia vincente. Crucciai il viso, discostandolo dal suo sguardo e portando a vagare il mio verso il vuoto. Ero sicuro che Renji, ancora una volta, aveva letto nella mia mente. Sbuffò, generando in me nuovi dubbi. Meritavo davvero di diventare Chuunin? Meritavo di essere nominato capitano di una squadra? Quella semplice domanda mi fece crollare come il mondo addosso. Poteva lui, uomo d'esperienza e di mille battaglie, riuscire a creare una strategia avendo visto solamente un piccolo scontro del suo avversario? Per di più essendo uscito da un confronto appena concluso? Probabilmente la risposta prevedeva un semplicissimo si. Ciò accese una lampadina dentro di me, avevo ancora molta strada da fare ed era chiaro come il Sole.

    Fidati delle tue capacità, sei ancora giovane ma imparerai con il tempo. Ho fiducia in te Haruki

    Rimasi quasi sbalordito da tali parole, difatti, gli occhi si sbarrarono e si fiondarono sulla figura di Renji. Stetti ad osservarlo per qualche secondo, non mostrando nessun emozione, solamente un aria decisamente stupita. Renji di certo non era un mostro crudele ma difficilmente andava a donare simili parole ai propri allievi, i suoi metodi parevano duri e sebbene non siano bene accetti da alcune persone di Suna, sapevo che agiva per il mio bene, per il bene dei suoi studenti. Ero contento, seppur non lo davo a vedere. Il Jonin lo sapeva, lo aveva capito e forse, un accenno di sorriso parve giungere in volto suo. Un miraggio? Possibile, d'altronde nemmeno lui sapeva mostrare le proprie emozioni.

    [...]



    Arrivò infine il momento tanto atteso. Caricai nuovamente la Giara di Sabbia sulle mie spalle e mi precipitai fuori dalla piccola stanza che mi era stata assegnata come finalista del Torneo. Avanzai lungo quel corridoio mentre le forze si facevano nuovamente straripanti in me, come se quelle parole di Renji avessero avuto qualche sorta d'effetto. Era come se ne avessi tratto beneficio in qualche modo, come se una scintilla fosse stata generata nella mia mente e nel ventre, facendo si che una piccola fiammella ardesse di volontà propria e si alimentasse della continua decisione che accompagnava i miei passi battenti. Questi andavano a scontrarsi con quel umido etere che regnava in quel freddo corridoio e riecheggiavano come il suono dello scontrarsi di due pallide Katane o come il suono delle campane in una domenica religiosa. Rimuginai su quelle esatte parole, proprio mentre quel fuoco si faceva sempre più presente nelle nocciola iridi. La giara non sembrava affatto pesante, forse grazie a tutta quell'adrenalina che scorreva a fiumi dentro il mio corpo, rendendo ogni muscolo molto più pieno d'energia e di salute. Impiegai poco tempo ad arrivare all'entrata dell'arena, arrestando di colpo l'avanzata fin quando non arrivò la presentazione da parte dello speaker.

    Eccoci dunque arrivati in Finale!!

    La voce del presentatore sembrava ancor più possente della mia ambizione. Sembrava quasi come un grido di battaglia, come se incitasse i propri guerrieri - altri non erano che degli spettatori - a brandire le loro armi e ad agitarle verso il nemico. La folla sembrava quasi impazzita, desiderosa di vedere ciò che la Finale aveva da offrire, stava solamente a noi farli divertire ed intrattenere con i nostri poteri. La lieve pioggia tuttavia non sembrava voler terminare e proprio non voleva cedere il posto ad un infinito manto azzurro, capeggiato da un Sol cocente che avrebbe potuto battere sui nostri capi. Il respiro si fece sempre più lento, cercando cosi di trattenere i loschi pensieri che m'infestavano la mente. Socchiusi le palpebre e permisi all'udito di raccogliere tutti i suoni e i rumori, così come le tante parole che provenivano da quell'enorme arena.

    Da un lato abbiamo un giovane Genin di Kiri. Shingo Watanabe. Un combattente che ha saputo deliziarci con la sua abilità di spada e che ha stravolto il suo nemico in pochissimo tempo. Riuscirà a trionfare in questa finale e diventare Chuunin?

    Sentivo la folla acclamarlo, cantare il suo nome e idolatrarlo come fosse un eroe. Le sue capacità erano da ammirare e certamente non dovevo sottovalutarlo. Aveva mostrato una spessa propensione ai Taijutsu, dunque sapevo che dovevo stargli quanto più lontano possibile e che si sarebbe avvicinato in qualche modo. Ciò poteva lavorare a mio favore giacché sapevo il suo range d'attacco. Restai impassibile dinanzi ad una rumorosa arena che pareva appoggiare il Kiriano, facendo sprofondare la mia figura nell'ignoto. Eretto sulle leve inferiori, corpo immobile e mente ferma. Renji non era più con me eppure riuscivo a sentirlo chiaramente, come se fosse a pochi centimetri dal mio fianco dritto. Strinsi le mani in dei poderosi pugni mentre la gialla polvere s'agitava nel ventre della propria madre, pronta ad essere espulsa da un momento all'altro. Entrambi navigavamo sulla stessa lunghezza d'onda e il nostro volere coincideva perfettamente: volevamo vincere.

    Dall'altro lato invece abbiamo Haruki Sato, Genin proveniente dal caldo Deserto di Suna. Il ragazzo possiede un abile controllo delle Sabbie ma sembra che non abbia lasciato una grande impronta nei vostri cuori. Riuscirà a riscattarsi e ritornare al proprio Villaggio con il grado di Chuunin?

    Come aveva appena accennato, quasi nessuno andava ad incoraggiarmi, facendo si che un trionfale tifo cadesse sulla figura del Kiriano, l'ennesimo che dovevo affrontare. Sembrava quasi una barzelletta, una beffa del Destino. Di fronte a me sembravano capitare solamente avversari provenienti da quel nebbioso Villaggio ma d'altra parte, ciò testimoniava che il Paese dell'Acqua riusciva a crescere delle promettenti leve future. Riaprì nuovamente le palpebre, permettendo alle iridi di catapultarsi verso quell'arena. Mossi il piè manco verso il Kiriano ed iniziai ad entrare nel campo di battaglia. Shingo era già lì, posto al centro di esso. Cercavo con gli occhi il suo sguardo, facendo si che essi s'intrecciassero fra loro e sperando così di capire, in un modo davvero contorto, ciò che s'era rintanato nella sua mente. Lo iniziai a squadrare a partire dal viso, da quella cicatrice posta sulla di lui fronte che suscitava una grande curiosità ma che tuttavia, sarebbe stata rimandata ad un futuro prossimo. Seguì come un pittore i lineamenti del suo corpo, facendo ricadere lo sguardo sul fianco destro, proprio su quella Katana, arma utilizzata anche da Sumairu Akame, sconfitto durante la prima prova del torneo.

    Piacere di conoscerti, il mio nome è Haruki sorrisi, spezzando quell'aria cupa che dominava sul mio volto. Il busto si piegò leggermente, andando a mostrare un piccolo inchino Devo ammettere che trovo molto nobile l'arte della spada. Un arma di grande prestigio ma che tuttavia, a volte, è usata per scopi maligni. Spero che il tuo pensiero possa coincidere con il mio e che vinca il migliore

    Un mare d'emozioni era trattenuto da una possente diga. Questa conteneva con grande forza i ripetuti attacchi di quelle stesse emozioni, che tanto volevano emergere e mostrarsi al mondo intero. Riuscivo, seguendo le parole di Renji, a limitarle ed incanalarne verso un singolo punto, proprio verso il centro del ventre, permettendo loro di fondersi al Chakra stesso, sperando di renderlo ancor più potente e distruttivo, preciso ed infallibile. Mi distanziai da Shingo con qualche piccolo passo all'indietro, tenendo una ferrea concentrazione proprio sul suo corpo. Iniziando poi ad immaginare quali mosse utilizzare per fermare i suoi attacchi. Lo scontro stava per iniziare e il pubblico non pareva desiderare altro. Un grande boato veniva a generarsi tutt'attorno, chiedendo con grande foga quel tanto atteso confronto. Sembrava che il tempo stesso si fosse bloccato, trafiggendoci con delle sottili lame che parevano essere più taglienti della sua Katana.

    CHE INIZI LA FINALE !!!



    Scheda
    » Resistenza 100
    » Stamina 200
    » Equipaggiamento:
    - Giara di Sabbia (5/5)

    » Slot Acquatici: 20

    » Abilità, Maestrie e Conoscenze:
    - Concentrazione del Chakra
    - Abilità Sensoriale: Udito Fenomenale
    - Dominatore delle Sabbie Liv 1
    - Militaristiche e strategiche Liv 1

    » Azioni:
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Yuu - >Parlato Haruki



    Il rumore continuo dell’acqua che scendeva dalla fontana scandiva ritmicamente il tempo di quel silenzio. Il giovane ninja di Kiri stava passando una spugna imbevuta sulla ferita che gli era stata da poco procurata. Il pungente odore del sangue che ne era sgorgato gli penetrava nelle narici con una violenza particolare, accentuata dal modo in cui era stato ferito. Non aveva digerito assolutamente il suo errore, e sebbene il risultato finale della sfida fosse stato a suo favore, provava ancora un forte sentimento di imbarazzo misto a rabbia pensandoci.

    >Sei stato poco attento, guarda che cose del genere si pagano, non sei più uno studente che gioca a fare la lotta con gli altri, sei un ninja!

    Le parole della sensei erano come pioggia sul bagnato. Proprio come la lingua che batte sempre dove duole il dente, così gli insegnamenti di Yuu arrivavano puntuali a correggere ogni errore del suo allievo. Shingo era ovviamente ben conscio di quanto accaduto, e mentre l’acqua della spugna colava mischiandosi con il sangue rappreso, liberando i lineamenti della superficiale ferita, ascoltava passivamente ciò che gli veniva detto.

    >Devo dirti però che hai fatto una bella combinazione di colpi, anche se era palese che il tuo avversario non fosse granché! Dai qua forza, ci stai mettendo una vita…

    Con forza, la ragazza di Kiri, strappò la spugna dalle mani dello spadaccino, passando un panno morbido per asciugare il braccio. Shingo sorrise, sapeva che la sua amica fosse felice quanto lui del suo successo anche se non voleva darlo a vedere. Tuttavia sembrava particolarmente agitata, era diversa dal solito. I pensieri del giovane furono molteplici ma non ci mise molto a giungere ad una sola conclusione: Yuu sapeva qualcosa sui suoi possibili sfidanti, qualcosa che la preoccupava non poco. Il linguaggio del suo corpo, i modi di fare che aveva assunto, tutto parlava decisamente chiaro, aveva imparato a conoscerla bene in questo anno e poco più di convivenza.

    >Ho raccolto informazioni sui ninja che dovrai sfidare, nessuno li conosce bene, non sono di Konoha ma si dice che…

    >Ferma!

    Shingo rispose di scatto interrompendo il discorso della sua sensei. Le mani della ragazza si fermarono mentre stava srotolando una garza pulita da applicare sopra alla medicazione. Il ragazzo di Kiri si alzò finendo da solo l’opera ed andando verso il lavandino, lasciando interdetta la spadaccina. Con un gesto rapido raccolse l’acqua tra le mani per poi portarla al volto per rinfrescarsi.

    >Non dirmi nulla, ti prego. Lo so che hai fatto delle ricerche e sicuramente sarai risalita alle loro abilità, stai per dirmi qualche tattica che hai elaborato, nella migliore delle ipotesi… nella peggiore invece stai per suggerirmi di arrendermi…

    I due si osservarono ma la giovane non riuscì a sostenere lo sguardo del suo allievo. Quelle parole avevano senza dubbio colpito nel segno. Resosi conto di ciò, Shingo, sorrise e continuò a parlare, questa volta con un tono più lieve, meno cupo del precedente, ma terribilmente deciso

    >C’è una cosa che ho imparato negli scontri che ho affrontato in questo esame. Le sfide che mi si sono parate davanti mi hanno aiutato a capire quanto avessi bisogno di crescere, ed una delle cose fondamentali in questo percorso è quella di imparare a gestire da solo le situazioni. Sono sicuro che col tuo aiuto avrei molte più chance di riuscita, ma voglio studiare il mio avversario senza far uso dei tuoi consigli.

    Shingo era cresciuto molto, agli occhi della sua sensei sembrava quasi irriconoscibile eppure non era passato molto tempo dal loro ultimo allenamento, qualunque sarebbe stato l’esito dello scontro, lei, come insegnante, come guida del ragazzo, sarebbe stata fiera del suo operato.

    La seconda sfida, quella tra Haruki Sato e Shura shueisha stava per cominciare. La pioggia continuava a battere in maniera incessante mentre il ragazzo e la sua maestra raggiungevano gli spalti, per poter assistere in maniera migliore alla lotta tra i due. Shingo era abbastanza teso, stava per vedere il volto e le capacità del suo prossimo avversario, quello che in linea teorica lo avrebbe ostacolato nel raggiungimento del titolo di chunin.

    “Yuu me l’ha ripetuto più volte, non sempre il vincitore del torneo raggiunge la promozione, questi scontri sono stati pensati solo per giudicare le nostre capacità strategiche quindi… Non so se essere felice o meno della cosa, da un lato posso essere più rilassato, potendo puntare al fare “bella figura”, dall’altro resto dell’idea che vincere lo scontro sia il modo migliore per dimostrare le mie abilità, speriamo non siano avversari fuori dalla mia portata”

    Il pensiero andò ovviamente allo scontro sul tetto, alla situazione di impotenza provata da lui e dal suo compagno Sabito in quella sfida. La speranza di non trovare quel tipo di avversario era sicuramente qualcosa a cui aggrapparsi, ma non doveva essere l’unica. Shingo aveva studiato delle tattiche con i suoi pochi mezzi a disposizione ed anche lui aveva le sue carte da poter giocare. Il flusso di pensieri fu inevitabilmente interrotto dallo speaker che annunciò l’inizio del combattimento. Da un lato c’era Haruki Sato, ninja di suna, portava una strana giara sulle spalle, fisicamente assomigliava molto a Shingo, l’altezza e la corporatura erano molto simili, i colori ed i lineamenti ovviamente non lo erano. L’altro sfidante invece sembrava essere molto più misterioso. Era un ninja di kiri ma non ricordava di averlo mai visto tra le aule dell’accademia durante il suo periodo di studi, strano perché un tizio del genere non sarebbe passato inosservato alla sua vita, i capelli chiari e la carnagione sembravano essere la personificazione della nebbia del loro villaggio natale, poco male, ora lo avrebbe visto all’opera.

    Il combattimento iniziò rapido, ed i due dimostrarono subito parte del loro fitto repertorio di tecniche. Shura fece apparire un banco di nebbia, che si diradò con la stessa velocità della sua apparizione, per poi inondare il campo di battaglia. Haruki rispose con una mossa che il giovane ninja di kiri aveva imparato ad odiare, la stessa identica mossa di Eanor, il suo avversario sul tetto.

    “Vi prego no, non ancora”

    Ricordi spiacevoli si fecero strana nella sua mente ma ebbero vita breve. La sua concentrazione sullo scontro era totale, entrambi i ninja si davano rapida e feroce battaglia, facendo trapelare la loro maestria nelle arti magiche, campo nel quale Shingo era piuttosto carente. Non un ottimo inizio quindi, la sua sorpresa aumentò quando vide uno dei due sfidanti sfruttare i ninjutsu della sabbia, riuscendo a compattarla e ad utilizzarla per spostarsi a mezz’aria.

    “questa può essere complicata da contrattaccare, non sono bravo nelle arti magiche e non conosco molti modi per attaccare un avversario a distanza, semmai sarà lui il mio avversario dovrò cercare di non dargli il tempo materiale per rintanarsi sulla sabbia”

    Il combattimento proseguì con vari scambi di colpi, il ninja di kiri sembrava essere particolarmente abile con l’utilizzo dell’elemento fulmine e di quello acqua, mentre il suo avversario utilizzava principalmente la sabbia. Cospargendo l’arena ed il corpo di Shura di quel materiale. Ad un certo punto la sorpresa, forse quella più amara per gli spettatori, a giudicare dalla loro incredula reazione, molto simile a quella di Shingo, contrapposta alla risata della spadaccina che lo accompagnava.

    >Quello ha tentato di suicidarsi!

    Le parole erano intervallate dalle risate ma descrivevano perfettamente la situazione. Il ninja di kiri aveva tentato di liberarsi dalla morsa di sabbia con il fulmine, finendo per colpirsi mentre il suo avversario si era rintanato nel sottosuolo dell’arena. Lo spadaccino di Kiri si allontanò accompagnandosi da una semplice ma eloquente esclamazione.

    >Al diavolo!

    Il suo disappunto era forte, non tanto per la mancata spettacolarità dello scontro quanto per l’esito dello stesso. Aveva osservato bene i suoi avversari, il kiriano sembrava forte ma i suoi movimenti erano abbastanza prevedibili, Shingo li aveva saputi leggere e probabilmente lo avrebbe fatto anche in un eventuale scontro, ma l’altro ninja… sembrava proprio ciò che meno si augurava, un combattente molto pratico nei ninjutsu, che predilige il combattimento dalla distanza, l’avversario peggiore. Come se non bastasse, lo scontro era stato vinto con una facilità disarmante. Non era stato colpito una singola volta. Ogni offensiva era andata a vuoto, verosimilmente non aveva nemmeno dovuto impegnarsi più di tanto, non aveva scoperto le sue carte e forse questa era la cosa che irritava di più il giovane finalista. Yuu lo guardò allontanarsi, senza prendere la decisione di seguirlo, d’altronde era stato chiaro, voleva cercare di affrontare la situazione da solo, non era più un bambino. Sarebbe quindi rimasta lì ad aspettarlo, sperando di vedere una finale degna di questo nome.

    Sessanta minuti che sembrarono un’eternità. Il tempo passato da solo nello spogliatoio per prepararsi mentalmente alla sfida. Aveva ripassato tutte le tecniche che conosceva, cercando di improvvisare una tattica per fronteggiare l’ostico avversario, sfortunatamente non gli si accese nessuna lampadina particolare. Il suo repertorio era abbastanza limitato, e più tempo passava a cercare una combinazione di mosse che lo portasse alla vittoria, più i suoi dubbi sull’arrivo di quest’ultima si facevano concreti.

    >Il peggiore che potesse capitare…

    Il suono della porta che si apriva alle sue spalle richiamò la sua attenzione. Era il solito membro dello staff che lo avvisava dell’imminente inizio della sfida. Un solo cenno del capo per confermare di aver capito il messaggio ed il ninja si alzò, stringendo la spada al suo fianco ed incamminandosi verso il destino che lo attendeva. La sfida più dura della sua vita, l’ennesima nel giro di pochissimo tempo, cruciale più nello svolgimento che nel risultato.

    La pioggia battente gli diede il benvenuto sul campo dell’arena, ripulito dai segni che lo scontro precedente aveva lasciato su quella terra battuta mista a prato, sicuramente provata da una giornata di intensa ed incessante pioggia. Ad accompagnare l’acqua che gli scendeva copiosa e dolce sul capo, ci fu l’applauso del pubblico. Evidentemente il suo combattimento lampo aveva lasciato il segno, la cosa non poteva che fargli piacere ed infatti un imbarazzato sorriso, ed un rossore improvviso fecero da riposta al caloroso saluto. Un'ulteriore attesa di qualche minuto precedette l’entrata in scena del suo avversario. Entrambi avevano avuto modo di riposarsi e fare il pieno di energie, lo scontro sarebbe stato quindi tra due ninja in perfette condizioni.

    La presentazione dello speaker riassunse in poche parole lo svolgimento degli scontri delle semifinali, i vincitori ora si sarebbero dovuti sfidare per l’ottenimento del tanto agognato titolo. Haruki sembrava teso e concentrato quanto il giovane spadaccino di Kiri. Non fu difficile capirlo, uno scambio di sguardi poteva dire più di mille parole, i corpi parlano in maniera più spontanea di qualsiasi discorso.

    “Vedo che anche lui è preoccupato, chissà se conosce le mie capacità… magari potrei usare questa cosa a mio vantaggio”

    Entrambi iniziarono a studiarsi, lo sguardo di uno si posò sulla giara mentre quello dell’altro sulla spada. Le armi principali dei due, figlie di concezioni della battaglia così distanti, vie opposte che in quel frangente avrebbero dovuto sfidarsi.

    >Piacere di conoscerti, il mio nome è Haruki. Devo ammettere che trovo molto nobile l'arte della spada. Un’arma di grande prestigio ma che tuttavia, a volte, è usata per scopi maligni. Spero che il tuo pensiero possa coincidere con il mio e che vinca il migliore.

    Un educato inchino da parte del ninja di suna fece da apertura ad un breve dialogo. Il gesto fu ricambiato dal giovane spadaccino che lo accompagnò ad un sorriso di circostanza. I due si presentarono dunque. Forse in maniera fin troppo formale per due genin, ma Shingo era solito ripagare gli atteggiamenti altrui con la stessa moneta.

    >Piacere mio, sono Shingo e come ha detto lo speaker vengo da Kiri. Mi fa piacere che tu condivida il mio punto di vista sulla spada, spero che sia anche filosofia dietro le tue arti magiche. Che sia uno scontro onorevole allora.

    L’annuncio dello speaker interruppe i convenevoli, lasciando il posto all’azione del combattimento, sempre più prossima. Shingo si era già messo in posizione di guardia, senza mai staccare gli occhi dal volto del suo avversario. Ne avrebbe letto le espressioni, cercando di prevederne le azioni. Il movimento delle gocce che si facevano strada sul suo viso gli ricordò la chiave del suo stile, l’essenza della religione del suo combattimento. Essere come l’acqua significava adattarsi ad ogni tipo di superficie, trovare una via, per quanto tortuosa, ci sarebbe riuscito o sarebbe stato prosciugato dalla sabbia del suo avversario?


    Shingo Watanabe

    Stamina: 50

    Resistenza: 200

    Maestrie:
    Combattente armato I Livello: Specialista in Spada(katana)
    Meteora I Livello: Cataclisma

    Equipaggiamento:
    -Katana

    Azioni:


     
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    I ninja partecipanti alla finale del Torneo Chunin avevano gli occhi di tutti gli spettatori addosso. La tensione era crescente e il silenzio, dopo l'apparizione dei protagonisti, divenne pesante.
    Pressava sui presenti come un boia ed era strano.
    Molto strano.
    Arrivò con una nuvola di fumo l'arbitro dell'incontro, un Jonin o Chunin di Konoha, che guardò prima uno e poi l'altro Genin prima di dare il via alla sfida.
    Interruppe quel gesto improvvisamente e tutto perché qualcosa, forse un bagliore, attirò la sua attenzione.
    Poco dopo si scatenò...

    ...L'INFERNO!



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    Ci furono quattro grosse esplosioni sugli spalti.
    Detriti e macerie caddero un po' ovunque circondando i due Genin al centro dell'Arena. La Tribuna riservata ai Capi dell'alleanza OSU era andata in frantumi e si poteva vedere in lontananza sangue e resti umani.
    Improvvisamente un evento di celebrazione si era trasformato in incubo di morti, feriti e distruzione.
    Altri piccoli scoppi e boati continuarono a sentirsi in lontananza insieme ad urla impregnate da rabbia e sofferenza.
    Dal fumo e dalla polvere che si erano innalzati dagli spalti, esattamente dalla tribuna dei Capi OSU, arrivò sul campo di battaglia qualcosa di singolare che rotolò ai piedi dell'arbitro dell'incontro.
    Quella testa inorridita e mozzata era quella dell'Hokage.
    L'arbitro, un Jonin di Konoha quasi impazzì dal terrore a quella vista, ma non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che gli fu trapassato il cuore con una Katana con lama di un colore inusuale: cremisi.
    L'ormai defunto ninja di Konoha cadde a terra esamine, non appena il suo assassino sfilò l'arma del delitto dal suo corpo.
    Un agghiacciante grido, che sembrò vicinissimo alle orecchie dei due Genin, diede più chiarezza su ciò che stava succedendo.

    I CYYYBOOORG!!!



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    Esatto. Scusate l'intromissione, marmocchi. Cercavo la testa di un Hokage. Sapete il mio amico Ban è stato un po' troppo irruento.

    Si avvicinò a passo lento verso i due e prese per i capelli la testa del ninja Capo della Foglia. Poi continuò ad avanzare verso di loro.

    Secondo il mio scanner siete entrambi potenziali reclute. Un Senju che utilizza il Mokuton e uno spadaccino ancora rozzo.
    Mmh...


    Si accarezzò il mento come se stesse pensando a qualcosa, poi gettò a terra la testa di Takayuki Furuichi e tornò ad avere la presa sulla sua Katana Cremisi che improvvisamente si illuminò, rendendo ancora più sinistro il suo colore.

    La gente qui attorno sta morendo in una sinfonia di sangue, acciaio e ingranaggi. Che ne dite di unirci a loro?

    Nessuna apparente via di fuga, nessun supporto e probabilmente i loro alleati erano morti o stavano combattendo per evitare di esserlo.
    Due Genin, aspiranti Chunin, avevano davanti il loro ostacolo. Un muro che dovevano superare per sopravvivere e per sincerarsi delle condizioni delle persone a loro care e non.


    Bene bene bene.

    SURPRISE!

    Cali, Jet, vi presento Rhego.
    La finale dei chunin è stata oggetto di un attacco, quello che sapete finora è quello che ho descritto nel post. Ora combattete.

    Attacco a voi. Avete 3 giorni a partire da ora. I giorni sono per entrambi, non 3 ciascuno.


    EDIT: Dimenticavo. Verrà aperto un topic per ruolare sugli spalti!


    Edited by F u r y - 27/3/2021, 11:19
     
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    La pioggia continuava a cadere inesorabilmente sui nostri corpi e su quel terreno di battaglia che da un momento all'altro avrebbe visto svolgersi la finale del torneo. Il tutto sembrava scorrere lentamente, proprio come le deboli sabbie di una clessidra che dall'alto - granelli di polvere giallastra - vanno a riversarsi verso il basso e poggiare delicatamente sulla parte inferiore di essa. Il respiro si mescolava a quell'umido etere, mentre ansie e preoccupazioni cercavano in tutti i modi di destabilizzare lo status psicologico, rimasto - seppur con gran fatica - calmo e pacato, almeno fino a quel momento. Divaricai le leve inferiori, portandole a distanziare fra loro e lasciando sul terreno come una specie di traccia più scura, proprio a causa di quella pioggia che aveva bagnato, in maniera lieve ovviamente, il terreno dell'arena. Il busto, in conseguenza di tal movimento, andò a flettersi leggermente, abbassandosi quindi di quota di qualche piccolo grado. Le leve superiori si allargarono dal busto, pronte a reagire in qualsiasi momento. Il respiro tacque. I pensieri smisero di agitarsi e la mente risultò libera dai tanti vari impedimenti. Sentivo il sangue ribollire, udivo il richiamo di quell'abilità innata, una voce soave che si ripeteva sempre più e che mi consigliava in qualsiasi occasione. Il potere dei Senju risiedeva nel mio esile corpo, lo stesso che era ricoperto e "protetto" da tante pallide fasciature, segno indistinto di un infausta infanzia. Direste mai di assistere alla nascita di un piccolo arbusto nel bel mezzo di un infinito Deserto? Beh questa era la mia storia, il mio essere ed il mio Destino. A Konoha mi sentivo come a casa, localizzato e centrato proprio nel punto esatto cui ero disposto. Quella sensazione era avvertita lungo tutta l'epidermide delle braccia, così come quella della schiena e dell'addome decisamente non marcato. Aspettavo con impazienza l'azione offensiva del nemico, cercando di analizzarlo con lo sguardo e poter infine ammirare il suo stile di combattimento. Speravo fosse veramente all'altezza delle parole appena pronunciate, che la sua maestria con la Katana fosse accompagnata da una possente luce divina e non macchiata dal male e dall'oscurità. Una tale arma l'avevo già incontrata, proprio in quello stesso Torneo. Sumairu e Shingo. Due esseri così diversi sotto tanti aspetti ma che tuttavia, avevano un elemento comune: l'arte della spada. Il male e il bene, l'oscurità e la luce. Concetti che andavano a modificarsi nel corso del tempo, nello scorrere delle anime e nel loro costante evolversi.

    Ci siamo...

    Il momento stava per avvicinarsi. Lo sentivo, lo percepivo. L'aria s'era fatta più sottile e maggiormente pungente, uno strano fragore che s'espandeva nell'umido etere che lasciava una scia di corruzione percepibile solo da essenze più capaci, da quegli animi così maledettamente sensibili o da chi sapeva immergersi nel mondo delle forze dell'universo. Pochi metri ci separavano, eppure, sembravano una nullità. Sembrò come porsi dinanzi ad uno specchio. In Shingo, il mio avversario, vedevo qualche tratto comune. Stetti ad osservarlo con maggior attenzione, trascrivendo in volto un senso di meraviglia e stupore. Seppur nati in Villaggi diversi, quasi lo stesso scopo c'aveva fatto incontrare. Entrambi avevamo un obiettivo da raggiungere, far progressi in una strada ricca d'osatoli e di problemi, districarci in un mondo che proprio non voleva saperne di far cessare tutto quel dolore che oscure presenze, dannatamente diaboliche, continuavano a scagliare contro. Le parole del presentatore furono come un fulmine a ciel sereno, strappandomi letteralmente via da quel fugace - ma lento e titubante - momento. Fu' esso a riportarmi con i piedi per terra, sbattendomi violentemente sul campo di battaglia e lasciando che quella soave voce potesse, in qualche modo, consigliarmi su ciò che dovevo fare. Ebbi giusto il tempo materiale di rispondere, di elaborare un discorso che si strozzò non appena lo scontro stava per iniziare. Tutto cambiò radicalmente.

    BOOOOOOMMM !!!



    Cosa capitò dopo? Qualcosa di veramente difficile da descrivere con parole che non vadano ad intaccare la sensibilità umana. Iniziamo dalle prime esplosioni? O dal volto del Jonin che proprio non sembrava raccomandare nulla di buono? Fu' quello il primo indizio che doveva catturare la nostra attenzione ma ero troppo concentrato sullo scontro che stava per avvenire, tralasciando così un qualcosa che cambiò per sempre la mia vita. Uno sbaglio terribile. Maledissi ogni avvenimento capitato nei secondi a venire, maledicendo quel male con tutta la forza che avevo in corpo e stringendo le mani in dei possenti pugni. Scoppiò una prima bomba, proprio sugli spalti di quell'immensa arena. Poi scoppiò una seconda bomba, poi una terza e forse anche una quarta. Forse erano meno, forse erano di più. L'udito sviluppato aveva catturato perfettamente ogni processo rumoroso che venne creato da tali fenomeni, facendo sì che esse rimbombarono in maniera ancor più devastante all'interno degli apparati uditivi e costringendomi a correre al riparo portando ambedue le mani a protezione di esse. Le gambe iniziarono a tremare, perdere di forza e il corpo, finì con l'impattare al suolo, salvandosi solamente grazie all'ausilio delle ginocchia che riuscirono a sostenere perfettamente tutto il peso corporeo. Iniziai a sentire come un fitto dolore verso la parte alta del corpo, precisamente verso la testa. Quei forti rumori si erano amplificati al tal punto da attraversare ogni muscolo, facendosi strada in quel mar d'adrenalina che scorreva in maniera agitata e furiosa. Come darle torto.

    Che diavolo...

    Erano davvero loro. Diavoli, essenze malefiche, figli del demonio. Titoli e descrizioni non parevano riuscire a trascrivere le loro esatte azioni. Dolore e urla strazianti andarono a dominare in quell'arena, provenienti proprio da quegli spalti. Sembrava quasi che le lodi lanciate qualche attimo prima dagli spettatori, fossero solamente un ricordo lontano, seppur ancora brucino come fanno dei tronchetti di legno. Il tutto avvenne in maniera maledettamente funesta, rapida come il movimento di un predatore, devastante come l'attacco Kamikaze del folle Fury. Cercai in tutti i modi di riprendermi o almeno di riuscire a riavere il pieno controllo delle leve inferiori, mentre le palpebre iniziarono ad aprirsi. Il busto s'aizzò come una bandiera fa con la sua asta ed il capo, andò a vagare verso la distruzione. Il respiro venne strozzato in gola, bloccato ed impossibilitato a muoversi da quell'orrenda visione. Un rosso cremisi andava a tingere gran parte, anzi quasi tutta, degli spalti mentre il sangue schizzato andava a fondersi con quella fievole pioggia, donando alle tante gocce un colorito diverso e assai pregno di dolore. L'unico pensiero in quel dannato momento? La mia famiglia. Speravo che non si fossero trovati in mezzo a quel inferno ma purtroppo, ero quasi certamente convinto della loro presenza. Ciò mi distruggeva il cuore, lo affliggeva con un oscurità talmente fitta da far invidia ai banchi di nebbia presenti a Kiri. Lo avvolgeva e teneva stretto a se con grande foga, quasi fosse un premio da conquistare, come se un entità malefica avesse appena posseduto queste deboli carni. Restai lì immobile, i muscoli avevano ceduto in una forte crisi, non volevano rispondere al comando emanato dal cervello. L'adrenalina si bloccò d'improvviso, proprio come se fosse sotto l'effetto di un mio particolare Jutsu soppressivo. Lo sguardo era perso, spento verso il male mentre esso si manifestava dinanzi a noi. Le labbra tremanti facevano un mastodontico sforzo per riuscire a mettere insieme qualche parola, ciò nonostante, nemmeno un singolo vocabolo fuoriuscì da esse. Poi, successivamente a quelle esplosioni, apparve.

    I CYYYBOOORG!!!


    Fu' quella voce a rendermi nuovamente conscio di ciò che stava succedendo nella zona circostante. Il capo ruotò verso la di lui figura, osservando con quale facilità avesse privato la vita al presentatore della finale. Per l'ennesima volta, un arma forgiata per scopi onorevoli, fu' macchiata di un crimine imperdonabile. Al cyborg tuttavia, non sembrava esattamente importare anzi, continuò la sua avanzata estraendola dall'ormai spento corpo del Jonin. Ogni suoi passo sembrava rimbombare ancor più di quelle bombe, manifestazione errante di un pericolo demoniaco e incontrollabile per due semplici Genin. Ebbi giusto il tempo di serrare le labbra, mandar giù un duro boccone d'aria pregna di sangue e provar a rialzarmi con tutte le mie forze, facendo affidamento proprio su quelle leve inferiori, che fino a quel momento, proprio non volevano saperne di muoversi. La mente vagava, si disperdeva come lo scorrere del tempo che inspiegabilmente si fece più veloce. Un unico pensiero mi tormentava ed il cuore era in perenne contrasto con il cervello. Una parte mi ordinava di andare a sincerarmi della condizione dei miei cari ma l'altra mi comandava di restare. Potevo oppormi ad un tale mostro? Il male in persona s'era manifestato dinanzi a me, presuntuoso e bastardo come pochi. Eretti, io e Shingo, eravamo fianco a fianco dinanzi ad esso mentre il mostro teneva nella man libera il capo dell'Hokage. Restai nuovamente senza fiato, come se il petto si stesse comprimendo in una possente morsa mentre ansie e preoccupazioni divenivano le mie sole armi disponibili.

    Esatto. Scusate l'intromissione, marmocchi. Cercavo la testa di un Hokage. Sapete il mio amico Ban è stato un po' troppo irruento

    Dunque non era solo ma altri erano lì presenti, ed osservando la testa dell'Hokage, potevo con certezza affermare che uno di essi s'era scontrato con lui. Il capo del Villaggio della Foglia era morto, ucciso dall'appena citato Ban. Dunque, queste essenze macchinose, andarono a ingigantirsi di potenza nella mia mente, assumendo una forza ancor più maggiore. Dovevamo stare attenti. Morsi il labbro inferiore, portando il corpo ad assumere una posizione difensiva e tenendomi pronto ad una possibile difesa.

    Secondo il mio scanner siete entrambi potenziali reclute. Un Senju che utilizza il Mokuton e uno spadaccino ancora rozzo.
    Mmh...


    In pochi secondi aveva capito chi realmente fossi. Sul volto si andò a manifestarsi una piccola smorfia stizzita, mentre lo sguardo si focalizzò interamente sul nemico. I pugni si strinsero, convertendo ansie e preoccupazioni in forze capaci di aiutare l'intero corpo a reggere una tale pressione. Mai ero stato così in pericolo e mai avevo provato una simile paura. Un sentimento che a volte può impedire ai muscoli di compiere il volere del cervello, ma imparando a convivere con essa e a non farsi condizionare, si possono fare grandi cose.

    Vi prego.. fa che siano vivi...

    Fu' l'ultimo pensiero che donai ai miei cari, a quel ristretto numero di persone che vivevano nel mio cuore. La situazione si fece sempre più pesante ed il respiro diveniva più simile a delle lame che venivano estratte dalle carni, lasciando su di esse cicatrici profonde e segni indelebili, così come il ricordo di questo dì funesto. Nulla pareva poterci aiutare, sembrava come se la signora in nero stesse ad osservarci, accarezzandoci con le sue gelide mani sui nostri caldi volti, pronta ad accoglierci e trasportarci verso l'eterno oblio. Da quel momento in poi, sapevo di dover pensare alla mia incolumità e collaborare con Shingo per riuscire ad uscirne da questa spiacevole avventura. Dovevamo attaccare, farlo per primi senza lasciar possibilità al nemico di contrattaccare. La velocità e la rapidità doveva essere dalla nostra parte, così come quel forte sentimento di speranza e di vendetta per tutte quelle anime pie coinvolte in quell'attacco. Dividendoci dal mondo esterno, la nostra sola ed unica preoccupazione doveva essere quel dannato cyborg. Spinsi il corpo ad avvicinarsi a quello del Kiriano, in pratica, solamente qualche centimetro ci divideva.

    Shingo.. trattenni le parole, quasi come se fossero dei sussurri Attaccherò io per primo, ti permetterò di aggirarlo con un mio jutsu ma fino a quel momento resta dietro di me e al momento opportuno attacca con tutto il tuo potere distruttivo successivamente, rivolsi nuovamente l'attenzione al cyborg Non siete altro che un ammasso di ferraglia nata dalla mente di un folle che si crede chissà chi. Siete spregevoli. ansie e paure, timori e preoccupazioni, tutto si trasformò in pura forza esplosiva e nelle iridi degli occhi, due fuochi intensi andarono a manifestarsi, ardenti come la lava di un vulcano.

    [x]


    Iniziai ad avanzare ponendomi dinanzi la figura di Shingo, in modo che nessuna mia azione potesse danneggiarlo in qualche modo. Successivamente, permisi al Chakra di scorrere libero in tutto il corpo, come se fosse impazzito al mio comando, pronto ad essere utilizzato contro quell'essere immondo. In contemporanea, anche una possente adrenalina percorse ogni muscolo da me posseduto mentre le leve inferiori si divaricarono fra loro. Il volto crucciato mostrava le mie intenzioni mentre il petto si gonfiava e sgonfiava quando quell'etere riempiva i polmoni. Le braccia si elevarono verso l'alto, entrambe tenendo un angolatura piuttosto diagonale ed in esse, il Chakra Suiton si districava vorticosamente. Dovevo essere quanto più preciso possibile, indirizzandolo verso i polpastrelli di ambe due le mani, per poi scagliare quell'elemento verso il cielo, come una sorta di richiamo verso quella continua pioggia. Quel Jutsu, altro non era che la Muraglia Tempestosa. Essa mi permetteva di poter evocare una massiccia quantità d'acqua, appunto dal cielo, che avrebbe dovuto cadere non appena le leve superiori precipitarono verso il suolo, sfruttando anche l'effetto della gravità, il busto intero seguì il movimento delle braccia mentre le gambe si piegarono permettendomi di abbassare quota. A primo impatto poteva apparire come un arma a doppio taglio ma tuttavia, la particolarità di quel Jutsu era che quell'acqua si sarebbe aperta in due sulla mia figura, lasciando me e Shingo incolumi da quell'attacco ad ampio raggio. Era questo il piano d'attacco, sfruttare tutto ciò che poteva ricoprire un enorme spazio, sperando di lasciare così poche possibilità al demonio di evitare l'offensiva dei suoi nemici. Speravo che l'acqua evocata fosse agitata come un mare in piena tempesta, ricolmo delle mie emozioni e della costante vendetta che volevo portare a tutte quelle anime private della loro vita. L'aggressività mostrata non era mai arrivata a ricoprire un tal livello nelle mie azioni passate, segno che volevo a tutti i costi distruggere quell'abominio. Non avrei permesso a quelle acque di terminare il loro compito ma bensì, avrei dato loro il consenso di continuare a scagliarsi contro il nemico.

    Ed ora...

    Decisi di ricorrere al primo elemento da me sbloccato, ovvero il Doton. Amavo questo tipo di Chakra, lo osannavo come fosse un Dio ma che tuttavia restava un arma d'incredibile potenza. Esso mi permetteva di poter espandere le mie possibilità d'attacco e svariare su diversi Jutsu. Uno in particolare, quello che a momenti avrei usato, mi permetteva di far esplodere il terreno posto sotto la figura del cyborg. Per prima cosa, feci in modo che il Chakra Suiton passasse per un momento in secondo piano e autorizzai al Doton d'insediarsi e prendere il controllo di ogni centimetro del corpo. Dal centro del ventre, s'innalzò tal potere, seguendo in linea retta una strada che l'avrebbe portato verso le leve superiori, le stesse che erano già appoggiate al suolo, trovando poi un contatto diretto con esso. Un ponte di collegamento che mi permetteva di eseguire un così potente ed insidioso Jutsu, il quale - speravo - sarebbe risultato difficile evitare. Quel Chakra attraversò i palmi delle mani, andandosi ad insidiarsi nel terreno e viaggiare per linea retta verso la posizione del cyborg. Il suo compito, era quello di generare un esplosione nell'entroterra così potente da distruggere il campo posto sotto i suoi piedi, facendolo sbalzare in aria per ben dieci metri. Non gli avrei lasciato scampo. Non gli avrei permesso di vedere l'alba di un nuovo dì. Dovevamo distruggerlo.

    Shingo seguimi e tieniti pronto

    Solamente allora la Muraglia Tempestosa avrebbe smesso di agire, sottostando così al mio volere. Lasciai che la foga e la rabbia che avevo in corpo andassero a posizionarsi verso le gambe mentre il busto iniziò a piegarsi sul davanti. Corsi in avanti, cercando così di ricevere una spinta dal suolo puntando i piedi sul terreno e muovendomi con una assurda velocità, qualcosa mai mostrato prima d'ora, forse scatenata proprio dalle circostanze. La gialla polvere sabbiosa s'agitava nel suo contenitore, in quell'enorme Giara che s'era macchiata di diversi schizzi di sangue. Essa ribolliva, vogliosa di saggiare la potenza del nemico e l'avrei accontentata. Nella corsa, ordinai ad una modesta quantità di sabbia di viaggiare verso il cielo e ricoprire l'aria circostante al cyborg, trasformandola poi in una corposa e sostanziosa pioggia. Tale Jutsu, caratteristico del Villaggio in cui ero cresciuto, doveva cadere quando gli comandai di farlo, sperando che riuscisse a colpire il corpo dell'essere robotico. Lo avevo usato contro un altro Genin di Kiri, Shura Shueisha. Un altro attacco ad ampio raggio. Ero solito seguire tale Jutsu con un altro nato nel caldo Deserto, una tecnica che generalmente tendevo a limitare in potenza, visto il suo reale potere distruttivo ma avevo l'opportunità di sfoggiarla e lasciare che sfogasse la sua foga al mio posto. Fermai il movimento delle gambe quando raggiunsi il limite consentito dal raggio d'azione, allungando il braccio destro verso il nemico. La man dritta iniziava a stringersi lentamente mentre la presa della Sabbia doveva farsi sempre più forte. Infine, arrivò il momento di chiudere la mano in un poderoso pungo: un segnale di vitale importanza.

    FUNERALE DEL DESERTO !!!



    Nella Giara, c'era altra Sabbia che aveva voglia di agire e combattere. Era il momento di Shingo, doveva attaccare sfoderando tutta la sua potenza e lo avrei aiutato con uno dei Jutsu più semplici ed efficienti che si potessero imparare a Suna. Una sola carica bastava per ciò che la mia mente aveva elaborato. Essa si mosse veloce, fuoriuscendo dal contenitore e andando a posizionarsi sotto i piedi del Kiriano, trasformandosi in una corposa nuvola di sabbia, la quale avrebbe dovuto aderire perfettamente sotto i piedi del Kiriano. Successivamente, l’avrei comandata di aggirare lo scontro tra me e il cyborg, in un movimento ad arco che avrebbe dovuto evitargli problemi sconvenienti, portandolo poi esattamente verso le sue spalle e donandogli una spinta verso il nemico tale da agevolare i suoi movimenti e i suoi attacchi. Inoltre, teleguidavo ogni spostamento della nuvola da lui richiesto e dopo i numerosi attacchi, feci in modo che ritornasse sano e salvo accanto alla mia figura. Stava a lui ora.


    SPOILER
    Scheda
    » Resistenza 100
    » Stamina 200-10-18-8-8-1= 155
    » Equipaggiamento:
    - Giara di Sabbia (5-3-1=1/5)

    » Slot Acquatici: 20

    » Abilità, Maestrie e Conoscenze:
    - Concentrazione del Chakra
    - Abilità Sensoriale: Udito Fenomenale
    - Dominatore delle Sabbie Liv 1
    - Militaristiche e strategiche Liv 1

    » Azioni:
    - Muraglia Tempestosa
    - Esplosione Sotterranea
    - Pioggia di Sabbia
    - Funerale del Deserto
    - Sospensione del Deserto (Come da post)

    Note: perdona la lunghezza ma ho cercato di mostrare le emozioni del mio pg, seppur ho dovuto limitarmi per non dilungarmi oltre. Per come ho messo il post, gli attacchi di Cali avvengono dopo i miei, a seguito della sospensione del deserto.
     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Cyborg - >Parlato Haruki




    Shingo aveva portato la mano destra al manico della sua katana ancora nel fodero. Lo scambio di sguardi aveva presentato i due ninja più delle loro stesse parole, mostrandone la determinazione. Il fuoco nei loro occhi, quella fiamma necessaria per l’ottenimento di grandi risultati. L’arbitro stava per dare il via mentre la pioggia battente fungeva da metronomo alla grande sfida che stava per avere luogo. Il pubblico aveva smesso di rumoreggiare come se avesse scelto di immergersi nel combattimento assieme ai due protagonisti. Shingo non accennava a battere ciglio, in attesa del segnale, nella sua posa da combattimento pronto ad estrarre la sua fidata arma bianca.
    Il cuore gli batteva all’impazzata durante quegli attimi, l’adrenalina era altissima, come ovvio che fosse, mentre nella sua mente già scorrevano le immagini di quelle che sarebbero state le sue azioni di lì a poco. Doveva riuscire ad entrare in un perfetto stato di calma, proprio come il suo stile voleva. La base della sua scuola di pensiero e di combattimento. Il suo corpo ed il suo animo dovevano imitare il movimento dell’acqua, ispirandosi al suo spirito d’adattamento, all’ineluttabilità del movimento, così come nulla può ostacolarne il naturale fluire, nessuno avrebbe potuto fermare il suo impeto.

    “Proverò a colpirlo con tutte le mie forze, non posso puntare sulla lunga distanza, ha dimostrato di avere una grande riserva di chakra con attacchi ad ampio raggio e di alto livello, la sua facilità d’azione era impressionante… dovrò essere rapido, pungente, letale, non avrà spazio per contromosse.”

    Il piano era molto semplice e già delineato nella sua mente. Disegnato durante l’ora d’attesa precedente alla finale. Certo, non era articolato, non avrebbe avuto mezzi ulteriori, il suo reparto mosse era abbastanza limitato e quindi spesso si ritrovava ad agire più o meno nello stesso modo, normale per un ninja diplomato da poco, meno normale per un chunin ma avrebbe dimostrato ugualmente il suo valore. Sugli spalti sedeva la sua maestra, la sua amica Yuu. Non si era soffermato a cercarla, non voleva distrazioni e soprattutto voleva cercare di annullare il peso dovuto alla sua voglia di dimostrare. Un altro errore come quello avvenuto nella prova precedente sarebbe stato intollerabile.

    “Sono pronto!”

    Un bagliore improvviso anticipò l’imminente segnale d’apertura delle danze. Un lampo, un tuono, una fortissima fonte di luce invase la sua coda dell’occhio, seguita da un assordante boato che gli penetrò con distruttiva ferocia il timpano. La concentrazione e la tensione regnanti fino all’istante precedente vennero del tutto dissolte. Altre esplosioni continuarono la tetra sinfonia iniziata poco prima. Il fumo invase l’arena impedendo una corretta visuale ai giovani ninja, salvo poi arrendersi alla pioggia e diradarsi sull’infernale scenario degli spalti.
    Gli occhi sbarrati, la bocca bloccata in una smorfia di terrore mista a sorpresa. Nessuna parola riuscì ad essere proferita dal genin in quel momento. I detriti dell’esplosione avevano circondato i due giovani ninja, amaro antipasto di ciò che li attendeva dopo aver alzato lo sguardo di qualche metro. La tribuna degli spettatori era stata rasa al suolo dalle esplosioni. Un tetro odore di morte aveva pervaso l’aria, molti detriti erano coperti di sangue, quello degli innocenti spettatori che erano rimasti coinvolti nell’esplosione.

    “Yuu!”

    Il pensiero del ninja di kiri andò egoisticamente in direzione della sua amata sensei. Non pensò ad altro, le vite di tutti gli altri passarono in secondo piano, l’avvenimento stesso non aveva importanza per lui rispetto allo stato di salute della giovane che lo aveva addestrato. Il cuore prese a battere ancora più velocemente, tutto il corpo iniziò a tremare, agitato, nervoso e terribilmente spaventato da ciò che poteva essere accaduto. Tutti i momenti dell’ultimo anno della sua vita iniziarono a scorrergli davanti agli occhi mentre le parole e le storie che aveva sentito dire sulla grande minaccia alla quale dovevano prepararsi avevano preso forma tangibile in ciò che stava accadendo lì in quel preciso momento. Le gambe si mossero in maniera automatica, quasi come a scattare in direzione degli spalti, un movimento rapido, una scalata che nella sua mente era già stata compiuta, per arrivare sul luogo delle esplosioni e verificare i suoi dubbi. Altri boati, altre esplosioni, la musica questa volta, più di prima, era accompagnata dalle voci delle vittime, le urla struggenti di coloro i quali stavano perdendo la vita in quel momento. Quel giorno di festa, distrazione dagli oscuri eventi che stavano per affacciarsi sul mondo ninja era diventato il teatro principale di questi ultimi, il secondo atto di quanto era stato annunciato.

    Prima che il giovane potesse fare qualsivoglia movimento, dagli spalti, o meglio dalle rovine di essi, un oggetto non identificato giunse sul campo di combattimento. La forma sferica oltrepassò lo spadaccino, giungendo ai piedi dello sconcertato arbitro dell’incontro. Non ci volle molto a capire di cosa si trattasse, una scoperta che fece nauseare Shingo, il quale, se non fosse rimasto paralizzato dall’orrore del momento, probabilmente avrebbe dato sfogo agli istinti di espellere il contenuto acido del suo stomaco.

    >È l’hokage!

    Le uniche parole che la paura gli permise di pronunciare mentre il suo sguardo andava rapidamente a confrontarsi con quelli dell’arbitro e del suo sfidante Haruki, anche loro sconvolti come lui. Nessuno ebbe il tempo di reagire, di fare qualsiasi cosa. Lo sguardo dell’arbitro, il più colpito a livello emotivo dalla vista di quella testa sporca di fango e sangue, d’un tratto divenne totalmente assente, le pupille iniziarono a rivolgersi verso l’alto mentre dalla bocca, dei rivoli di sangue iniziavano a scendere verso il mento. Dal suo petto fece rapida comparsa una lama, il colore era simile a quello del sangue sgorgato dal grande squarcio ma in una sfumatura più accesa, più decisa.

    I CYYYYYYBOOOOORG!!!


    L’urlo straziante confermò quei dubbi che Shingo non avrebbe mai voluto accertare. Erano quei mostri maledetti nati dall’oscura mente di colui che minacciava tutto il mondo ninja. La grande minaccia, quella che era servita come propellente per l’allenamento dello spadaccino ora era realtà, e sembrvaa essere più spaventosa di ogni sua previsione. Una sensazione di impotenza mista a rabbia lo pervase mentre l’energumeno che aveva trapassato con incredibile facilità il torace del jonin della foglia, si apprestava a rimuovere la lama con la stessa disinvoltura.

    >Esatto. Scusate l'intromissione, marmocchi. Cercavo la testa di un Hokage. Sapete il mio amico Ban è stato un po' troppo irruento.

    “Ban? Quindi non è solo, in quanti saranno? È stato il suo compagno a ridurre l’hokage in quello stato? Sono ancora
    più spaventosi di quello che pensassi. Ti prego, fa che Yuu sia sana e salva”


    Questa fu la sua presentazione mentre iniziava ad avanzare verso i giovani ninja. Shingo prese posizione, così come il suo compagno, almeno dai loro gesti sembravano essere decisi a sfidarsi con il nemico. I passi lenti aumentavano la sensazione di paura nel cuore del ninja della nebbia, che intanto aveva portato mano nuovamente alla sua katana. Il suo avanzare si arrestò quando giunse in prossimità della testa dell’hokage, eternamente scolpita in quell’espressione inorridita da far accapponare la pelle.

    >Secondo il mio scanner siete entrambi potenziali reclute. Un Senju che utilizza il Mokuton e uno spadaccino ancora rozzo. Mmh...

    La testa dell’hokage venne gettata nuovamente sul terreno dell’arena. Il cyborg era riuscito a capire la misura degli avversari che aveva davanti e ci era riuscito con una sola occhiata.

    “Come può uno strumento essere tanto preciso? Che ci stessero già studiando da tempo? Magari hanno raccolto i dati di tutti i partecipanti e le loro mosse durante le prove… Sarebbe sensato. Ha detto un Senju che utilizza il mokuton però, strano Haruki non ha quel cognome… Riguardo al suo potere, come sospettavo si era trattenuto nella prova precedente, speriamo ci sia utile contro questo mostro”

    La pericolosità dell’individuo in avvicinamento aveva aiutato il cervello del ninja nel riprendere lucidità, quella che gli mancava ormai dal momento precedente alle esplosioni. Stava per scontrarsi con qualcuno che aveva appena giocato con la testa dell’hokage e che aveva trafitto con estrema facilità il torace di un jonin, cogliendolo alla sprovvista certo, ma senza lasciargli occasione di risposta.
    Il cyborg era sempre più vicino ai due mentre si accarezzava il mento, unica parte del suo corpo ad avere ancora sembianze umane, mentre le altre sembravano appartenere più ad una statua scolpita nell’acciaio che ad un corpo con possibilità di movimento.

    >La gente qui attorno sta morendo in una sinfonia di sangue, acciaio e ingranaggi. Che ne dite di unirci a loro?

    Quelle parole non aiutarono nel processo di concentrazione dello spadaccino. La sua mano rafforzò la presa sul manico della spada mentre i suoi denti andarono digrignandosi in un movimento tremante di rabbia, la stessa che imperversava nel suo animo mentre immaginava il corpo della povera Yuu dilaniato allo stesso modo di quello del kage, la stessa espressione inorridita e spaventata che subiva impotente i colpi di quei rottami nati per distruggere la pace del mondo ninja.

    >Shingo... Attaccherò io per primo, ti permetterò di aggirarlo con un mio jutsu ma fino a quel momento resta dietro di me e al momento opportuno attacca con tutto il tuo potere distruttivo… Non siete altro che un ammasso di ferraglia nata dalla mente di un folle che si crede chissà chi. Siete spregevoli.

    Haruki si era rivolto prima al ninja di kiri, prima avversario adesso alleato, e successivamente verso il cyborg. Shingo si limitò a rispondere con un cenno del capo, aveva capito il piano del suo compagno e pregava con tutte le sue forze che le sue doti nascoste si rivelassero l’arma vincente contro quei terroristi. Haruki si spostò mettendosi pochi passi più avanti dello spadaccino, mentre quest’ultimo si teneva pronto per iniziare l’offensiva nel momento giusto. Entrambi avevano un’aria decisa, poco probabile per due genin che avevano appena visto un kage ed un jonin soccombere nell’arco di pochi minuti.

    Il ninja di suna avrebbe cercato di iniziare l’offensiva con una tecnica suiton, tramite la quale sarebbe riuscito ad evocare dal cielo una grande massa d’acqua, forse con complicità della pioggia che da qualche ora bagnava quel quadro prima di giubilo ed ora di estrema crudeltà. L’azione in sé era concettualmente semplice: il suo attacco ad area era mirato ad ostacolare i movimenti avversari e non a colpire il cyborg, mentre lui e Shingo sarebbero rimasti incolumi e pronti a passare all’offensiva. L’esecuzione del secondo ninjutsu sarebbe stata immediatamente successiva a quel del primo. Sfruttando un elemento diverso, il genin avrebbe utilizzato una tecnica capace di far esplodere il terreno in prossimità dell’avversario, una combo che non avrebbe lasciato via di scampo, specie perché ad essa sarebbe seguita un’ulteriore tecnica, questa volta conosciuta anche agli occhi di Shingo, l’aveva vista utilizzare nello scontro delle semifinali, quando tutto sembrava essere ancora un torneo tra ninja di basso livello.
    Dopo aver chiamato in supporto lo spadaccino, dicendogli di seguirlo nei movimenti, tramite l’uso della sua giara, haruki avrebbe cercato di scatenare una pioggia di sabbia verso il combattente d’acciaio, per poi, dopo essersi avvicinato, tentare di seppellire parti del nemico nella morsa di sabbia urlando una tecnica dal nome di “funerale del deserto”.

    “Ora tocca a me!”

    A quel punto Shingo avrebbe provato a recitare la sua parte in quell’offensiva. Dal suo sguardo si poteva capire quanto fosse determinato a colpire e finire nella maniera più veloce possibile il mostro che aveva davanti. Non era più il momento di pensare “posso farcela”, la sua mente era proiettata verso il “devo farcela”, doveva riuscire a tutti i costi ad abbattere l’ammasso di ingranaggi e ferro che aveva davanti. Per riuscirci avrebbe utilizzato in rapida successione una serie di fendenti, scagliati con l’ausilio della decapitazione della luna crescente. Tramite il movimento della nuvola che lo supporto, avrebbe provato a dirigersi verso il suo avversario per colpire due volte ogni braccio del suo nemico, cercando di impedirgli di rispondere all’offensiva. Il cyborg sembrava essere uno spadaccino, tutto il suo piano d’attacco si basava su questa congettura, ed infatti, avrebbe iniziato dal braccio che impugnava la lama rosso cremisi.

    “Non posso fallire, non posso permettermelo, Yuu ti prego, resisti!”


    Shingo Watanabe

    Stamina: 50
    Resistenza: 200-40= 160

    Maestrie:
    Combattente armato I Livello: Specialista in Spada(katana)
    Meteora I Livello: Cataclisma

    Equipaggiamento:
    -Katana

    Azioni:-Mikazukigiri braccio spada
    -Mikazukigiri braccio spada
    -Mikazukigiri braccio senza spada
    -Mikazukigiri braccio senza spada


     
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    L'incubo era iniziato, come per Konoha, anche per i due esaminandi che si erano ritrovati nella posizione scomoda di affrontare uno dei nemici giurati dell'alleanza contro Fury: un cyborg.
    A quanto sembrava, non era nemmeno un cyborg normale, anche se l'aggettivo "normale" non si addiceva molto ad una creatura metà artificio metà umano.

    Non siete altro che un ammasso di ferraglia nata dalla mente di un folle che si crede chissà chi. Siete spregevoli.

    Un... folle?

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!

    Ragazzino, tu sarai il primo che farò sparire.



    In men che non si dica, Haruki evocò una copiosa quantità d'acqua dal cielo che si sarebbe dovuta scagliare sul terreno per tentare di investire Rhego.
    Lo spadaccino androide avrebbe piantato i piedi per terra, quasi affondandoli nel terreno e l'acqua non gli fece alcunché, nemmeno a spostarlo.
    L'Esplosione Sotterranea di Haruki, però, sì che lo spostò. Volò in aria inaspettatamente per lo scoppio del terreno dovuto al controllo Doton del Senju.

    Woooooo! Bel lanciooooo!

    Mentre era in aria, Rhego già stava pensando a come ridurre in brandelli quel Genin che era riuscito a colpirlo. Sorrideva, ma dentro era incazzato nero.
    Il ninja di Suna decise di tirar fuori il repertorio tipico del suo villaggio e come aveva fatto con l'acqua prima, fece "piovere" sabbia dal cielo per poter intrappolare Rhego in quei granuli odiosi. La forza della Pioggia di Sabbia lo spinse fino al suolo nuovamente e ne fu interamente avvolto e bloccato.

    FUNERALE DEL DESERTO!!!

    La sabbia attorno a Rhego iniziò a compattarsi e a stringersi. Era davvero finita per lui in quel modo? Così?
    E invece... no! Un bel "kaboom" si sentì riecheggiare nell'arena, ma non era stato il funerale del deserto, ma proprio Rhego che utilizzava la sua Abilità Innata: il Bakuton!
    Con un esplosione decisa, la sabbia venne spazzata via dal suo corpo e così lo spadaccino meccanico si ritrovò di nuovo in piedi, come se non fosse successo nulla.

    Questa è un esplosione! Pensavi che con quella sabbia del cazzo potevi uccidermi?

    Senza battere ciglio, fu il turno di Shingo, l'unico che voleva rivaleggiare con la stessa arte della spada del suo nemico.
    Aiutato dalla nuvola di sabbia che Haruki creò ai suoi piedi, Shingo utilizzò il suo Kenjutsu per tentare di colpire le braccia del cyborg con tutta la forza e la precisione che possedeva.
    Rhego si entusiasmò proprio di quel tipo di offensiva, forse perché nelle sue corde?

    Oh... Finalmente ci stai provando a usare quel giocattolo di spada?

    Si voltò appena in tempo per intercettare che la sua lama rossa uno dei fendenti, nonostante l'incredibile velocità di esecuzione dovuta alla Danza della Luna Crescente che anche il cyborg conosceva bene.
    Poi parò anche il secondo, intuendo dai movimenti di Shingo dove la lama avrebbe colpito. Nel terzo toppò la parata perché l'illusione del clone lo ingannò per la prima volta e il vero fendente di Shingo recise di poco la parte superiore del braccio destro, facendo scoprire che anche i Cyborg sanguinavano in mezzo a tutti quei cavi e ingranaggi.

    Allora non sei solo bambino che gioca a fare il guerriero! Ahahahah! Meno male, altrimenti mi sarei annoiato terribilmente.

    L'ultimo attacco non si limitò solo a pararlo, purtroppo per Shingo. La singolare katana rossa di Rhego si illuminò e rilasciò delle scosse elettriche sempre del medesimo colore della lama.

    Red Lotus. La mia lama non è come la tua, ma penso te ne accorgerai adesso...

    In men che non si dica ci fu un'altra esplosione e stavolta sembrò più violenta di quella utilizzata precedentemente per liberarsi dalla morsa di sabbia.
    La nuvola di sabbia venne letteralmente polverizzata. Dal fumo creato dall'esplosione, Shingo venne fuori a proiettile falciando l'aria e ruzzolando per terra fino a 10 metri lontano dal suo nemico, proprio alla sua destra.
    La katana del Genin di Kiri si era evidentemente danneggiata a contatto con il chakra esplosivo, infatti la sua punta era spezzata. Certo si poteva utilizzare ancora, rischiandone la distruzione totale, ma di certo ogni affondo sarebbe stato inutile d'ora in poi. Shingo subì un po' di danni da quell'impatto tremendo e in più il suo braccio sinistro si sicuramente fratturato.

    Mi dispiace, spadaccino. Avrei voluto fare molto male al tuo compagno, prima che a te, ma così è la vita.

    Improvvisamente scattò verso Haruki e con la sua lama tentò un fendente ampio a semicerchio da sinistra verso destra rilasciando il suo chakra Bakuton tramite quella lama speciale.
    Nel caso in cui il ninja di Suna non fosse stato tagliato a metà o ridotto in brandelli, Rhego avrebbe poi tentato di colpirlo in piena faccia con un Elbow "semplice" e che mirasse a distruggere il setto nasale del suo avversario.
    Non contento, si sarebbe poi girato verso Shingo e piantando la sua Red Lotus nel terreno effettuò un fendente con tutta la sua forza.
    Quell'arma doveva essere veramente potente se mentre avanzava riusciva a sferzare il suolo come se fosse burro o aria.
    Si illuminò nuovamente e oramai era chiaro che cosa potesse succedere a quel segnale. Il terreno implose in sè stesso dal cyborg fino a Shingo. Se lo spadaccino di Kiri non avesse fatto nulla per spostarsi da quella traiettoria esplosiva, sarebbe stato investito in pieno da un'ondata di detriti ed esplosioni. Di certo poteva sopravvivere, ma sarebbe caduto nella fessura di terreno sventrata, come se fosse avvenuto un terremoto.

    Avanti, ragazzi! Mi avete solo procurato ferite da rissa tra mocciosi...



    CITAZIONE
    Danni:

    Rhego: 166 danni (-65 da recupero delle Nanomacchine) = 101 danni
    Shingo: 97 danni (frattura al braccio sx e katana con la punta distrutta: significa che hai un malus di -15 sulle azioni e -10 sui danni con Katana)

    Attacco di Rhego:
    - Fendente orizzontale con il potere di Red Lotus contro Haruki
    - Elbow in piena faccia su Haruki
    - Fendente esplosivo sotterraneo verso Shingo

    Posizioni prima dell'attacco di Rhego:
    - Haruki di fronte a Rhego a 5 metri da lui
    - Shingo alla destra di Rhego a 10 metri da lui

    Difesa a voi!
     
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    Non avevo più un alleato contro cui confrontarmi. Non dovevo più limitare e contenere la potenza dei miei Jutsu, anche se a contrapporre tutte quelle possibilità aperte dinanzi al mio cammino, c'era una dura consapevolezza. Ogni attimo poteva essere l'ultimo. Ogni respiro poteva sancire l'ultimo operato dei polmoni ed il cuor pulsante, avrebbe potuto stancarsi di svolgere il suo ritmico lavoro, prendersi una pausa probabilmente eterna. Non c'era più da scherzare, niente su cui rimuginare. Era quello il duro mondo che ci aspettava, nascosto dietro un campo fiorito, decorato da innumerevoli fiori dagli spettacolari colori, dai più chiari ai più scuri. Respirare era maledettamente difficoltoso, non solo per quell'aria pressante che schiacciava i nostri capi e le nostre ambizioni ma anche per quella sensazione che albergava nell'etere. Una sensazione che avevano scatenato i cyborg. Sentivo tal pressione quando incrociavo lo sguardo con quello dello spadaccino robotico, quando osservavo i suoi possenti muscoli o quando ammiravo quella lama cremisi. Le parole dette in precedenza non sembravano aver inflitto nessun danno al nemico, figlio del demonio, cavaliere errante di un puro caos, un mostro che si rendeva più forte grazie alle paure e al dolore delle sue vittime. Scoppiò in una grande risata, proprio come se fossi io il folle, come se fossi un pazzo da rinchiudere in un manicomio. Ciò mi fece accapponare la pelle, mi rese ancor più furioso, quasi trasformandomi nella lama che egli impugnava. Quella risposta s'andò a ripetere nella mia mente proprio come un eco sulle montagne, come uno stridio nato dall'incontro di due Katane. L'odio cresceva vertiginosamente, facendo si che la parte più tetra del mio essere predominasse su quella divina, quella perpetua. Sapevo di agire per conto del bene assoluto ma la foga e l'ira erano diventate come le mani che impugnavano quella cremisi Katana. Tal controllo mi era sfuggito dalle mani ed ero, ormai, preda dell'istinto, cercavo solamente vendetta.

    Come osi... Parole che risultarono deboli, mostrando chiaramente come in me ci fosse un continuo contrasto tra luci ed ombre Dannato mostro.. COME OSI RIDERE !!

    Trattenermi ormai era inutile, difatti, diedi libero sfogo al lato più oscuro che teneva in pugno il mio cuore. Mai ero stato così furioso, volevo ardentemente raggiungere il mio obiettivo. Fui soddisfatto quando la gialla polvere s'era abbattuta su quel corpo robotico e stringere la man dritta, comandando a quella stessa sabbia di comprimersi, era una sensazione che quasi superava il rapporto animalesco fra uomo e donna. Sul volto era presente un ghigno malefico, degno di una folle creazione di quel falso Dio che voleva a tutti i costi scombinare il Destino del mondo. Il suo scopo era stato maledettamente raggiunto. Un arma ancor più pericolosa e tagliente della sua Katana era proprio la Giustizia, ed io, agivo per suo conto. Nessuna resa era in programma, avrei dato la vita per vendicare tutte quelle anime strappate e private delle loro gioie.
    CITAZIONE

    Justice is a weapon
    It can be used to cause harm
    but it cannot protect or save others


    Speravo veramente che quella sonora esplosione fosse derivata dal Funerale del Deserto ma pochi secondi dopo, lo sguardo intravide nuovamente la figura del demone, quell'ammasso di ferraglia che ancora stava in piedi e che sembrava non aver ricevuto nessun danno da quel Jutsu. La sabbia tornò nuovamente nella Giara, cullandosi nelle braccia della sua figura materna, pronta ad essere utilizzata nuovamente nel corso della battaglia. La stretta era possente come l'acciaio, tuttavia il cyborg era riuscito ad uscirne indenne in qualche modo, qualcosa di mai visto prima d'ora e che studiavo con le nocciola iridi. Parlava di un esplosione, che fosse una qualche tecnica a lui conosciuta? Un corposo mistero s'insediava nei miei pensieri e cresceva sempre più, diventando come una lucente Luna posta in un manto stellato ed oscuro. Stetti in silenzio, proprio mentre Shingo era alle prese con il nemico. Entrambi condividevano lo stesso identico stile, seppur il cyborg nascondeva qualche asso nella manica. I colpi inferti dalla sua pallida lama squarciavano l'etere in due, mentre le sue mani erano accompagnate da forti sentimenti speranzosi. Il confronto si concluse con la vittoria dello spadaccino robotico ed il Kiriano, finì con l'essere letteralmente sparato via dallo scontro a seguito di una forte esplosione, proprio quando le due lame impattarono fra loro. Dapprima s'accede di vita propria e poi, iniziò a rilasciare delle possenti scosse elettriche. Shingo era a terra, dolorante e con chiari problemi. Quell'arma rappresentava un grosso problema, capace di generare al contatto una qualche tipo d'esplosione, tuttavia ne ignoravo il processo di creazione, comprendendo però il suo reale potere.

    SHINGO

    Donai lui una fugace occhiata. Era sensibilmente ridotto male, così come la sua arma. Lo sguardo mi si crucciò in volto, era davvero diventata una brutta situazione. Non sapevo minimamente se fosse capace di continuare lo scontro né potevo confermare con esattezza l'entità del danno da lui riportato. Prima ancora che potessi finire di chiamare il Kiriano, lo spadaccino rimasto in piedi scattò verso la mia figura. Verso quel Senju designato come possibile recluta per quel male diabolico. Avrei preferito uccidermi che consegnarmi nelle mani del nemico. Scostai lo sguardo dal Kiriano, portandolo velocemente verso ciò che mi minacciava, abbassando contemporaneamente e leggermente il busto. Lo sguardo s'intrecciò nuovamente nel suo e nessun sentimento pareva essere leggibile nei suoi occhi; erano freddi e spenti, segno che non vi era un briciolo d'umanità nella sua formazione. C'era poco da pensare ma tanto da reagire. La sua offensiva risultò essere un fendente orizzontale. Questi partì dal suo fianco sinistro, proprio da quella Red Lotus tenuta stretta nella man dritta, predisposta a tagliarmi letteralmente in due parti, da fianco a fianco. La lama s'accese nuovamente e ciò, rese ancor più pericoloso quell'attacco. Che fosse ancora un attacco esplosivo? Non avevo modo di pensarci e una voce interiore mi sussurrava, la sentivo più forte ogni secondo che passava, quasi come se un angelo custode stesse lì ad osservarmi e guidarmi. Speravo ardentemente che fosse Shizuka. Stetti ad assecondarla, permettendo al Chakra Doton d'invadere tutto il corpo, proprio come un torrente fangoso, che dall'alto di una montagna avanza portando distruzione verso la vallata. Ogni muscolo del corpo, toccato da quello stesso Chakra, beneficiava delle sue particolarità mentre l'adrenalina in circolo pareva proprio cospargersi a macchia d'olio, restando sulla superficie di quel torrente fangoso. Tale potere doveva poi spingersi verso il terreno, partendo proprio dal centro del plesso solare, superando i muscoli dell'addome e finendo col seguire i lineamenti delle leve inferiori fin quando non arrivò a toccare le piante dei piedi. Questi avrebbero funzionato da ponte di collegamento per il Jutsu che speravo potesse farmi evadere da tal pericolosa situazione. L'intenzione era quella di far divenire il terreno proprio come una melma e renderlo quanto più soffice possibile, permettendomi così di fondermi con esso. Era la tecnica del Nascondersi nella Roccia. Un jutsu che mi era stato utile altre volte, salvandomi in occasioni ove la sconfitta era davvero vicina. Questa volta, tuttavia, non era in gioco solo la vittoria ma qualcosa di ben più prezioso, un anima che è stata portata via a fin troppe persone, essenze che chiamavano a gran voce di essere ricordate. Alcune piangevano i propri cari, altri riversavano le loro paure nell'aria mentre altri maledicevano ciò che gli era successo. L'ira tentava di spingere la fusione come una molla quando viene compressa, come se volesse rendere il processo molto più veloce del normale. Inoltre avrei cercato di trovar riparo nelle profondità del sottosuolo, ivi un freddo umido avrebbe accolto le mie carni, proteggendomi da ogni possibile offensiva nemica. Un forte senso di sicurezza rafforzava il tentativo portato dalle leve inferiori, le stesse che volevano spingere il corpo a districarsi in quel denso riparo, portandomi a viaggiare dentro di esso distanziandomi dalla precedente posizione, sperando che il cyborg non possedesse nessun congegno capace di rendere nota la mia locazione.

    Shingo.. non voglio che sia l'ennesima vittima..

    Già. Pensavo ancora al Kiriano, proprio mentre cercavo di scegliere un punto dove risalire, sperando che fosse quanto più vicino ad egli. Forse mandarlo a combattere in uno scontro corpo a corpo contro il nemico, non era poi stata una grande idea. Mi sentivo rammaricato per lui ciò nonostante, la rabbia prese completamente il sopravvento, facendo passare in secondo piano un tal onorevole sentimento, divenuto successivamente come una fioca fiamma, la stessa che era paragonabile al nostro Destino. Eravamo davvero senza speranze? Davvero non potevamo fare nulla contro quel mostro? In un sol attacco era riuscito quasi ad eliminare Shingo e parte della mia riserva di Chakra, lentamente iniziava a sparire. Posizionai il corpo in modo da rendere più facile la risalita verso la superficie, mi sentivo proprio come una talpa. Mi auguravo di aver fatto la scelta giusta, auspicando di essere davvero prossimo al Kiriano, faccia a faccia, fianco a fianco.

    Stai bene? Riesci a continuare?

    L'osservavo con una decisa attenzione, cercando quindi di precisare la quantità di danni che aveva riportato e sperando che potesse proseguire la lotta. Le nostre strade s'erano congiunte in un punto preciso, tetro e decisamente cupo. Dunque, condividevamo la stessa sorte e cos'altro potevamo fare se non collaborare fra noi? Da come riuscivo a vederla, c'erano solamente due possibilità: morire o sopravvivere. Piantai i piedi sul duro terreno e ruotai il capo nuovamente verso il demonio. Questi s'accorse della locazione del suo bersaglio - forse a causa delle mie parole - e partì a riprendere la sua offensiva con un nuovo attacco, ancor fisico, fortunatamente privato della sua amata arma. Sembrava un movimento semplice, di tutt'altra pasta rispetto ai precedenti attacchi. Difatti, portò il braccio dritto a piegarsi, puntando poi il gomito verso il suo bersaglio, reggendo tale arto con quello manco, come a volergli dare ulteriore forza distruttiva. I Taijutsu non erano il mio campo ma le conoscenze che avevo in possesso, mi permettevano di poter realizzare un adeguata difesa, dandomi la possibilità di salvare noi poveri Genin da tal assalto. Decisi di ricorrere ad un elemento capace di donar vita difficile a tale stile di combattimento: il Suiton. Le leve superiori si mossero in un repentino movimento, portandosi a distendersi in avanti, proprio all'altezza del plesso solare. Le mani, una volta congiunte, richiamarono quel tipo di Chakra proprio al centro del petto. Il busto si piegò leggermente indietro, proprio mentre in gola andava a formarsi una grande quantità d'acqua, pronta ad essere sputata fuori ad un fulmineo comando. Quelle stesse acque s'agitavano tremendamente, alimentate non solo da quell'essenza naturale che mi permetteva di lavorare a tal tecnica, ma anche da tutti quei sentimenti e da quelle voci che invocavano Giustizia. Sentivo come l'aiuto di esseri esterni, come se qualcuno stesse spingendo un povero ragazzo nato a Suna a fare del suo meglio. Potevo farcela? Dovevo.

    Suiton.. SUIJINHEKI


    Proprio come la lama di una ghigliottina, il busto cadde d'improvviso verso il nemico. La bocca si aprì in un battito di ciglia e da esse una corposa quantità d'acqua venne sputata fuori, cercando di essere quanto più rapida possibile, formando un denso muro acquatico che avrebbe dovuto circondarmi attraverso un perimetro artificiale di ben 360°. Una difesa quasi perfetta, che non avrebbe dovuto lasciare nessuno spazio aperto al nemico, interrompendo la sua azione fisica e respingendolo di ben cinque metri dalle nostre vite. Il cavaliere oscuro non sembrava tuttavia intenzionato a placare la sua folle voglia di sangue. Ebbi giusto il tempo di controllare, con la coda dell'occhio, la figura del Kiriano, posto esattamente alle mie spalle. Il mio intero corpo ricopriva le sue forme, proteggendolo da quel androide e dandogli il tempo di riprendersi. Stetti in silenzio ma qualcosa conquistò la mia attenzione, costringendomi a discostare lo sguardo da Shingo, portandolo poi verso ciò che l'udito aveva captato. Il cyborg non s'era arreso e piantando la cremisi Katana nel terreno, le permise di sfogarsi, sfoggiando nuovamente quel suo potere esplosivo. Non c'erano dubbi, era lei che conduceva le danze ed era sempre lei che era capace di tal prodezze. Il terreno iniziò ad implodere lungo una linea retta, scagliata proprio verso le nostre figure. La distanza ed il tempo di reazione, forse per una volta, sarebbero state le nostre salvezze. Inviai un impulso di Chakra alla sabbia contenuta nella Giara, chiedendole di elevarsi da tal contenitore e volgere a nostro favore. Essa si destreggiava nell'etere con movimenti sinuosi, degni di una ballerina del Deserto, portandosi proprio verso il terreno e andando a formare una grande nuvola sabbiosa, sulla quale avremmo dovuto poggiare i nostri corpi.

    Tieniti forte Shingo

    Ordinai alla creazione di sabbia di elevarsi, schizzare in aria per ben dieci metri. Le nostre figure erano poste su un sottile filo. Le nostre vite pendevano dalla velocità di reazione di quella nuvola e solo il vero Dio sa quanto abbia sperato in quel successo. Era il momento di riordinare i pensieri, mettere a posto i tanti dubbi presenti nella mente e pensare ad una successiva offensiva. Sentivo la quantità di Chakra disperdersi sempre più nell'etere, abbandonare il mio corpo ed indebolire l'ambizione che ardeva nell'anima. Digrignai i denti e tenni stretti i pugni.


    » Resistenza 100
    » Stamina 155-18-18-1= 118
    » Equipaggiamento:
    - Giara di Sabbia (5-1=4/5)

    » Slot Acquatici: 20-4= 16/20

    » Abilità, Maestrie e Conoscenze:
    - Concentrazione del Chakra
    - Abilità Sensoriale: Udito Fenomenale
    - Dominatore delle Sabbie Liv 1
    - Militaristiche e strategiche Liv 1

    » Azioni:
    - Tecnica del Nascondersi nella roccia (Per evitare il primo fendente, sbucando poi vicino Shingo)
    - Muro Acquatico per difendermi dall'Elbow
    - Sospensione del Deserto per portare entrambi in alto di 10 metri
     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Cyborg - >Parlato Haruki




    In sottofondo imperversava la battaglia sugli spalti, detriti cadevano ad ogni sordo rumore di colpi e piccole esplosioni, non era molto ma almeno dimostrava che qualcuno stesse combattendo contro quei mostri che ormai di umano avevano ben poco. Il pensiero del giovane ninja però non poteva allontanarsi troppo dal campo di battaglia, nonostante ci fosse una persona a lui molto cara tra quei detriti non sarebbe riuscito a rassicurarsi sulla sua salute nell’immediato, anzi forse non ci sarebbe riuscito affatto.

    >AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! Ragazzino, tu sarai il primo che farò sparire.

    La risata e le minacce erano dirette al ragazzo di Suna, aveva dato parole ai pensieri di tutti i presenti denigrando i cyborg ed il loro padrone. Shingo e Haruki da nemici ora erano diventati compagni, alleati contro un avversario che aveva dimostrato di essere molto più pericoloso di qualsiasi cosa avessero incontrato nella loro vita. E con questa certezza nel loro animo si apprestavano a combattere.

    L’incontro era cominciato quindi, la finale di quel giorno era stata sostituita da un tetro spettacolo di morte e distruzione che aveva invaso Konoha e l’arena dell’esame. La combinazione di tecniche di haruki ebbe l’effetto sperato. La pioggia sembrò quasi essere una rilassante doccia per il cyborg, ma l’esplosione successiva andò a colpire dritto il bersaglio dopo aver viaggiato nascosta sotto il terreno. Il cyborg volò via, Shingo avrebbe voluto esultare per la riuscita dell’azione ma non era il momento adatto ed il suo compagno lo sapeva bene, infatti continuò a mostrare le sue abilità nelle arti magiche, questa volta tramite la sabbia, come aveva già fatto nello scontro delle semifinali. In contemporanea sarebbe avvenuta l’offensiva del genin di Kiri.

    “Ora tocca a me!”

    Il sunajutsu utilizzato da Haruki avrebbe dovuto bloccarlo nei movimenti, impedendogli di reagire ai fendenti potenti e precisi del giovane ninja di Kiri. Ma stava andando tutto troppo bene. Un’esplosione invase l’area, avente come epicentro il corpo del bio-androide La sabbia che fin a pochi istanti prima ricopriva parte del suo corpo ora cospargeva l’aria sottostante, debole quando scomposta in tutti i suoi granelli. La cosa turbò certamente Shingo, ma non poteva permettersi esitazioni, doveva riuscire a disarmare il suo avversario: i fendenti che avrebbe scagliato avevano come obiettivo proprio gli arti metallici del cyborg, privandolo della sua spada l’avrebbe reso un nemico decisamente più abbordabile.

    >Oh... Finalmente ci stai provando a usare quel giocattolo di spada?

    Il cyborg era sicuro di sé, fin troppo per i gusti del genin. La mano attorno alla spada strinse la sua presa con maggior vigore, l’espressione di Shingo era seria e decisa, con grossi cenni dell’ira covata nei confronti di quei mostri. Il pensiero della sua sensei sepolta da quelle macerie lo faceva tremare di rabbia, cosa decisamente controproducente per il suo stile di combattimento ma in quel momento non poteva fare altrimenti. Provò a concentrarsi il più possibile, isolando il corpo dell’avversario. Nello spazio bianco della sua mente dovevano esistere solo la sua spada ed il bersaglio che doveva colpire, nulla poteva frapporsi tra loro. La speranza di vedere l’alba di un nuovo giorno ora era tutta in quella lama ben affilata, i movimenti di Shingo sarebbero stati degni di tale onere?
    Il destino del combattimento e delle vite dei due genin fu affidato ad una tecnica ben conosciuta e dalla rinomata efficacia: Mikazukigiri. L’agilità del ninja, con la fluidità dei suoi movimenti era parte fondamentale della riuscita della tecnica. Come nei pesanti allenamenti effettuati il ragazzo si sarebbe mosso imitando il fluire dell’acqua di un fiume: le braccia ed il corpo di Shingo andarono a disegnare una falce di luna.

    Il clangore delle due lame che si scontrarono fece intuire il fallimento del piano. Non era riuscito a colpire il bersaglio ma non poteva arrendersi. Strinse i denti e continuò imperterrito nella sua offensiva, scagliando un altro fendente, parato anche questa volta. Gli occhi del ninja si illuminarono, nel movimento difensivo del cyborg, Shingo, riuscì ad intravedere uno spiraglio, un punto cieco dove la sua lama avrebbe potuto affondare. Come l’acqua che si adatta a qualsiasi forma e riesce ad infiltrarsi in qualsivoglia pertugio, così i movimenti del genin di kiri furono indirizzati verso il punto avvistato precedentemente. Uno stridente rumore metallico comunicò come, questa volta, tutto fosse andato a buon fine. Shingo era riuscito a colpire il braccio del suo avversario, scoprendo che tra tutti quei circuiti e protesi metalliche c’era uno sprazzo d’umanità: del sangue sgorgò dal taglio procurato dalla katana.

    >Allora non sei solo bambino che gioca a fare il guerriero! Ahahahah! Meno male, altrimenti mi sarei annoiato terribilmente.

    Il ragazzo sorrise beffardo. Era riuscito in parte del suo piano, aveva ferito un avversario decisamente superiore a lui, come aveva dimostrato la facilità con la quale aveva sconfitto il jonin. Non era il momento per crogiolarsi in quel effimero successo.

    “Un altro colpo allo stesso braccio, non devo lasciargli tregua, userò tutte le mie forze. Quello squarcio va completato! Resta fermo ti prego solo un secondo in più”

    Il medesimo movimento delle offensive precedenti fu il preludio della sua ultima azione, il bersaglio era dichiarato: la ferita che in parte aveva già debilitato la funzionalità di quel braccio. L’ennesimo scontro di spade fu il risultato che fece da contraltare alle speranze del ragazzo. Il cyborg pronunciò delle parole alle quali Shingo non ripose particolarmente attenzione, capendo semplicemente che quella non fosse una spada normale, cosa che avrebbe intuito da lì a poco. Lo scontro tra le due lame fu stravinto dalla scarlatta katana del suo avversario che in poco tempo parve brillare di luce propria per poi cospargersi di scariche elettriche, il tempo non gli bastò per provare a ritirarsi, probabilmente nessuno sarebbe riuscito ad evitare quel colpo. Gli occhi si chiusero in automatico, il corpo cercò di ritrarsi a guscio per difendersi dall’imminente attacco ma fu tutto troppo veloce: una deflagrazione dal grande potere partì dall’arma del cyborg colpendo in pieno il ragazzo di kiri, scagliandolo via ad una decina di metri.

    La caduta fu rovinosa. Dal suo punto di vista era successo tutto troppo velocemente per accorgersene. Si era avvicinato troppo al suo pericoloso nemico e gli era stato fatale. Non aveva avuto altre alternative, questo era chiaro, uno spadaccino come lui sarebbe servito ben poco dalla distanza. Ancora una volta nella sua vita si era sentito debole, ancora una volta era finito con il mangiare la polvere dinanzi ad un avversario totalmente al di fuori della portata. Il tempo in quegli attimi sembrava scorrere a rallentatore, i suoi pensieri viaggiavano ad immensa velocità rimbalzando da uno stato d’animo all’altro. Un miscuglio di emozioni gli attanagliava il cuore. Il pensiero di tutte ciò che gli era capitato fino a quel momento, tutto figlio della sua scelta di perseverare e presentarsi all’esame chunin dopo pochi giorni da ninja effettivo. Un ragazzino inesperto catapultato lì, in un contesto decisamente ostile, in un momento così delicato della storia degli shinobi. La guerra alle porte, la sensazione di inadeguatezza, la voglia d non sfigurare davanti ai kage ma soprattutto quella di dimostrarsi un valente guerriero agli occhi della sua sensei, la prima a dargli fiducia nella sua vita. La stessa persona che ora stava combattendo contro i cyborg, nella migliore delle ipotesi.

    Gli occhi del giovane sembrarono bagnarsi lievemente di lacrime, ma un ultimo moto d’orgoglio non permise questa ennesima beffa, non si sarebbe mostrato debole, se non c’era riuscito sotto il profilo fisico almeno su quello caratteriale si sarebbe fatto onore. Provò a rialzarsi, cercando di ritrovare un collegamento stabile con il mondo che lo circondava. Il tentativo fallì miseramente: il braccio sinistro non rispondeva bene ai comandi, non poteva fare forza ed in parte sembrava già essersi gonfiato, le dita della mano si chiudevano senza problemi ma tutti i suoi tentativi di fare qualcosa con quel braccio ne rivelarono l’inutilizzabilità, doveva essersi rotto qualche osso, non sarebbe stata la prima volta e riconosceva perfettamente la sensazione: il dolore lancinante ed il continuo pulsare di quella parte del corpo. Strinse i denti, non poteva fare altrimenti, avrebbe voluto urlare dal dolore ma a costo di mordersi la lingua non lo avrebbe mai fatto. Gli occhi ormai erano aperti e tra i detriti riconobbe la spada che lo aveva accompagnato in quelle numerose e tragiche avventure, allungò il braccio per tornare ad impugnarla. La lama non sembrava eccessivamente danneggiata ma la parte della punta era totalmente distrutta, un danno che probabilmente avrebbe portato alla distruzione di tutto il corpo dell’arma al prossimo fendente. Il frastuono dell’esplosione lo aveva intontito non poco, le forze lo avevano in parte abbandonato, ma tra il fischio che gli infastidiva l’udito ed il dolore generale dovuto alla caduta, riuscì ad udire delle parole che riconobbe come amiche.

    >Stai bene? Riesci a continuare?

    La voce apparteneva ad haruki, il suo compagno di quella disperata lotta. Era ancora troppo intontito per dare una risposta più lunga, si limito ad annuire e stringere i denti. Fece forza sulle gambe e sul manico della spada per provare a rialzarsi, riuscendosi non senza difficoltà. Il nemico si ergeva fiero dinanzi a loro, iniziando in breve termine una rincorsa verso i due genin. La carica del cyborg questa volta venne effettuata senza l’uso della sua katana, indicando quanto egli, proprio come Shingo, fosse abile sia nel combattimento tramite arma bianca che nello scontro fisico.

    “Dobbiamo fare qualcosa!”

    Le ultime forze rimaste andarono ad invadere la parte inferiore del corpo, il ragazzo si stava preparando ad uno scatto eroico contro il suo avversario quando vide il ninja di suna frapporsi tra lui e l’obiettivo. Haruki avrebbe usato una delle sue tecniche suiton per contrastare l’iniziativa avversaria. Se tutto fosse andato a buon fine sarebbe riuscito a creare un muro d’acqua che proteggeva il muro. Una soluzione semplice ma efficace. Purtroppo l’avanza avversaria non si sarebbe fermata lì. Di nuovo quella spada, l’aveva chiamata red lotus, già in precedenza aveva dimostrato di possedere capacità particolari, ed anche quella volta il cyborg ne avrebbe sfruttato le potenzialità. Conficcandola nel terreno, avrebbe fatto partire un’esplosione nel sottosuolo, in maniera del tutto simile a quanto fatto prima dal ninja di suna.

    >Scansati!

    Le parole di Shingo, pronunciate con tutta la preoccupazione di chi ha già subito gli effetti negativi di quelle esplosioni, si accavallarono a quelle di Haruki che intanto, grazie alla sabbia stava cercando di creare nuovamente delle nuvole di sabbia per poter permettere ad entrambi di distanziarsi dal luogo dell’esplosione, una cosa era certa, se fosse uscito vivo da quell’inferno, sarebbe stato solo grazie al gioco di squadra con il ninja di suna. Il cyborg li avrebbe successivamente derisi con altre parole, giocava con loro come un gatto con le sue prede prima di dare il colpo di grazia.

    "Giuro che ti ammazzerò!"
    Shingo Watanabe

    Stamina: 50
    Resistenza: 160-97=63

    Maestrie:
    Combattente armato I Livello: Specialista in Spada(katana)
    Meteora I Livello: Cataclisma

    Equipaggiamento:
    -Katana rotta

    Azioni:schivata coadiuvata dalla nuvola


     
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    La furia di Rhego non sembrava volersi placare. Il suo attacco era carico di forza, ma nonostante questo, la risolutezza e la forza di volontà dei due Genin riuscì a farli salvare da quella ferocia.
    Haruki riuscì a schivare in tempo il fendente iniziale portandosi vicino a Shingo.
    Lì avvenne il primo contrattacco, anche se fungeva da difesa per l'Elbow di Rhego. Il Cyborg impattò fisicamente contro il muro d'acqua di Haruki e fu spinto via dalla sua potenza trovandosi spiazzato, ma anche "leggermente" più incazzato (e bagnato) di prima. La sua Red Lotus iniziò ad emanare scosse elettriche in modo instabile.

    Figli di una cagna lurida!!

    Non riuscì ad utilizzare più il suo potere, probabilmente l'Acqua era il suo punto debole e sembrò essere instabile, al punto che l'esplosione che doveva controllare lui stesso gli si rivolse contro.
    Dovette lanciarla via pochi secondi prima dell'emanazione del Bakuton per non rimanerne coinvolto e in ogni caso perse il braccio sinistro in questo modo.

    AAAAAAAGH!!

    Scosse elettriche e cavi scoperti vennero fuori dall'attaccatura del gomito, mentre il resto del braccio fino alla mano era stato polverizzato dalla Red Lotus instabile e ora conficcata a 20 metri dietro di lui.
    Dopo il suo urlo di rabbia, non certo di dolore dato che non lo sentiva, guardò dritto verso i suoi avversari e si rese conto che li aveva sottovalutati. Era in svantaggio motorio oltre che numerico e quella doveva essere la perfetta occasione per il duo di attaccare!


    CITAZIONE
    Danni:

    Rhego: 345 danni (-65 per il ripristino delle nanomacchine | braccio sx perso | Red Lotus fuori uso) = 280

    Posizioni:
    - Haruki e Shingo sulla nuvola di sabbia di fronte a Rhego a 5 metri di distanza

    Attacco a voi!
     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Cyborg - >Parlato Haruki



    Colpito e “affondato”. La difesa eretta dal genin della sabbia riuscì a cogliere in controtempo il minaccioso e pericoloso cyborg. La sua avanzata era stata probabilmente troppo avventata: una gomitata supportata da una rincorsa era stato il modo che il bioandroide aveva scelto per attaccare, ritrovandosi di fatto ad avanzare contro un muro d’acqua, forse troppo sicuro della sua superiorità tecnica e fisica nei confronti dei due ragazzi che dalla loro avevano solo il blando vantaggio numerico.

    Shingo aguzzò la vista non appena l’acqua della tecnica del suo compagno gli permise di vedere il risultato dell’attacco. Qualcosa era diverso nel comportamento del cyborg, i suoi movimenti sembravano meno fluidi dei precedenti, un’idea iniziò a farsi strada nella mente del ninja, ma non c’era molto tempo per perdersi nei propri pensieri. La spada che impugnava, quella che aveva chiamato red lotus, aveva cominciato nuovamente a brillare e ricoprirsi di scariche elettriche dal color rosso sangue, era il preludio del suo attacco come successo in precedenza.

    >Scansati!

    L’urlo di Shingo era diretto ad Haruki, il quale però si era dimostrato ancora una volta preparato e previdente. Delle nuvole di sabbia erano comparse sotto il loro piedi alzandoli dal suolo che prima occupavano. Delle parole ingiuriose partirono dalla bocca del cyborg, evidentemente irato per ciò che era appena successo. Il suo comportamento era totalmente cambiato, assieme ai suoi movimenti, non si comportava più come farebbe chi ha tutto sotto controllo, al contrario, sembrava che la situazione gli fosse sfuggita completamente dalle mani, e non solo quella…
    Sotto gli occhi sorpresi ed esterrefatti dei due giovani genin, il cyborg che qualche minuto prima aveva giocato con la testa mozzata del capo del villaggio della foglia, ora sembrava non riuscire più a controllare quella straordinaria arma che stringeva tra le dita d'acciaio. Con dei movimenti che lasciavano trapelare la grandissima preoccupazione che lo accompagnava, il bioandroide gettò via la spada scarlatta pochi istanti prima che questa esplodesse, lasciando un cumulonembo di fumo e polvere, oltre a qualche piccolo detrito che volava.

    “Allora è proprio come pensavo, dopo il colpo acquatico di Haruki sembrava instabile… non era solo rabbia per essere stato colpito, qualcosa nei suoi circuiti deve essersi guastato, o cose simili…”

    Il diradarsi del fumo diede ulteriore conforto al ninja di Kiri la quale speranza stava già iniziando a riaccendersi dopo aver visto il goffo e disastroso tentativo d’attacco del suo avversario. Era incredibile come nel corso di un combattimento sentimenti tanto contrastanti potessero variare così velocemente e con un’intensità tale. Poco prima sembrava tutto finito agli occhi di Shingo, si ritrovava a terra con un braccio rotto e privato della sua katana, mentre ora anche il dolore lancinante dell’osso spezzato all’interno del suo arto sembrava venir meno, anche se debolmente. Potevano farcela, era questo il suo unico pensiero in quel momento, potevano riuscire a battere quell’avversario ora che era disarmato e si era addirittura provocato un danno incredibile. L’esplosione infatti aveva restituito un cyborg decisamente malconcio: metà del suo braccio era andata perduta, polverizzata dalla potente esplosione, lasciandolo con un braccio monco dal quale penzolavano cavi tranciati, l'onda d'urto doveva essere stata molto più forte di quella che aveva sbalzato via Shingo pochi istanti prima.

    >Haruki, ho un piano!

    Shingo aveva elaborato una strategia abbastanza basilare ma che sarebbe stata di indubbia efficacia. Prima di comunicare il piano ad Haruki, una fugace occhiata verso gli spalti gli fuggì. Continuava a pensare incessantemente alla sua sensei che stava fronteggiando nemici pericolosi quanto quello con il quale doveva vedersela lui. Gli sarebbe piaciuto molto poter festeggiare con lei la promozione a chunin e tanti successi che ne sarebbero seguiti, ma purtroppo il piano nella sua mente non era molto d’accordo. La consapevolezza dell’unica possibilità, il bisogno di dover approfittare del momento propizio per poter sconfiggere il suo avversario. Shingo aveva riflettuto su tutte queste cose ed aveva capito cosa fare.

    >Haruki, il tuo suiton è molto più efficace dei miei fendenti, supportami, gli faremo credere che stiamo utilizzando la tattica di prima così da farlo concentrare solo su di me, farò da esca, tu assicurati di approfittare del mio colpo per colpirlo con la tua acqua d’accordo? Aiutami a colpirlo di lato

    Non gli lasciò molto da ribattere, si limitò a sorridere e ad approfittare della nuvola di sabbia per attaccare con maggiore velocità. Da quel momento il piano era di semplice esecuzione con la speranza di rivelarsi una tattica vincente. Tutto doveva svolgersi esattamente come l’attacco precedente, per trarre in inganno il cyborg. Gli occhi di Shingo passarono ad osservare la sua katana, era malconcia ma forse sarebbe riuscita a resistere ai prossimi fendenti, gli balenò anche l’idea di correre a prendere la spada del suo avversario, ma non sarebbe servito a molto: non sapeva come usare il suo potere, non aveva la certezza di riuscire a raggiungerla e soprattutto nulla gli assicurava che non sarebbe nuovamente esplosa tra le sue mani proprio come aveva fatto pochi secondi prima con il suo proprietario originale. La sua vita era quindi nelle mani della sua lama, come nel destino di ogni spadaccino sarebbe toccato alla lama tracciare la linea che divide la vita e la morte, come sarebbe andata questa volta?

    “Questo è lo scontro decisivo.”

    Il cuore gli batteva all’impazzata mentre “a bordo” della nuvola di sabbia percorreva la distanza tra lui ed il cyborg. Nella sua mente erano ben chiare le immagini di ciò che avrebbe fatto di lì a poco. Approfittando del movimento e del supporto dato dalla nuvola si sarebbe portato al lato del braccio danneggiato, nel frattempo haruki avrebbe cercato di aiutarlo bloccando i movimenti del cyborg, favorendo così il colpo della spada di Shingo. Arrivato lì non si sarebbe risparmiato, non aveva più senso farlo., le energie cominciavano a mancargli, forse quello sarebbe stato in ogni caso il suo unico colpo, fosse andato o meno a segno. Shingo strinse i denti, il dolore del braccio sinistro era grande, non lo favoriva di certo nella sua offensiva ma doveva resistere, doveva farlo a tutti i costi, da quella mossa dipendeva il loro successo o meno. Nuovamente si era ritrovato in situazione di pericolo, dove doveva affidare tutto il suo destino ad un singolo colpo, la cosa lo fece sorridere, di certo in uno dei modi più amari: questo suo ultimo attacco disperato, fino a quel momento, non era mai andato a segno, il nemico si era sempre dimostrato superiore fino alla fine riuscendo a schivare il colpo all’ultimo.

    “Questa volta è diverso, deve esserlo!”

    Shingo strinse ancora più forte il manico della sua katana preparandosi al colpo ormai prossimo. In quella lama sentiva che non fossero riposte solo le sue speranze, non combatteva solo per un suo risultato, combatteva per qualcosa di collettivo, per un gruppo. Era suo dovere, da shinobi ma soprattutto da uomo combattere contro quelle bestie d’acciaio che minacciavo l’ordine globale, che avevano lasciato al loro passaggio un’onda di morte e distruzione. Proprio come ogni singolo ninja presente lì in quel momento, sarebbe morto o sopravvissuto ma lo avrebbe fatto combattendo, sconfiggendo i veri nemici, proprio come gli aveva insegnato Yuu. Ancora a lei andò l’ultimo pensiero prima della totale dedizione al colpo da sferrare, avrebbe lottato fino alla fine come sicuramente stava facendo lei, sperando di poter tornare ad allenarsi ed a ridere in un soleggiato domani, privo della presenza di quei mostri.
    Il momento dell’impatto era ormai imminente, avrebbe attaccato con tutta la sua forza utilizzando la sua miglior tecnica, quella delle lame concatenate, il massimo che la sua capacità combattiva da spadaccino gli potesse concedere. Avrebbe attaccato da un lato differente rispetto al solito, cercando di non andare frontalmente ma lateralmente, Il suo non sarebbe stato il colpo decisivo con ogni probabilità, quasi in contemporanea l’attacco d’acqua del suo compagno si sarebbe abbattuto contro il cyborg, con la speranza di abbatterlo.

    “Ti prego non tradirmi!”

    L’ultimo pensiero andò infine alla sua katana, l’arma di ogni sua battaglia, la sua prima ed unica spada. Il rapporto di uno spadaccino con essa può essere così profondo che ogni crepa in quella tagliente anima d’acciaio provoca più dolore di una ferita al proprio corpo. In parte Shingo si rivedeva in quella definizione, ma ora non era il tempo di provare dolore, era tempo d’agire.

    >Preparati a morire!

    Shingo Watanabe

    Stamina: 50
    Resistenza: 63-60=3

    Maestrie:
    Combattente armato I Livello: Specialista in Spada(katana)
    Meteora I Livello: Cataclisma

    Equipaggiamento:
    -Katana con punta rotta

    Azioni:-Lame concatenate + sforzo 25


     
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    Un muro d'emozioni si contrappose al nemico. Un muro eretto da quelle continue voci che chiamavano giustizia, un eco che si ripeteva sempre più nella mia testa, stavo impazzendo oppure era colpa di tutta l'adrenalina che mi circolava in corpo? Sollevai appena le spalle verso l'alto, liberando un caldo respiro a perdere verso l'etere. Lo sguardo si riposizionò nuovamente sulla minaccia ferrosa, ormai danneggiato dalla resistenza messa in campo, da quelle azioni supportate da entità che ormai non abitano più nel nostro mondo. Le leve inferiori aderivano perfettamente a quella nuvola sabbiosa, capace di reggere i corpi stanchi di coloro che si elevarono a paladini, difensori dei più deboli. Giovani sciocchi su cui pesava una grande responsabilità. Ciò nonostante, la battaglia sembrava volgere a nostro favore. Non era il momento di schernire il nemico né di gioire per quello che le iridi stavano fotografando ma una fievole fiammella, divenne come un gigantesco incendio. Bruciava nel mio ventre, divorando qualsiasi cosa trovasse sulla sua strada, proprio come quei mostri avevano fatto alla loro comparsa. L'acqua sembrava possedere una forza sovraumana e proprio non credevo possibile di riuscire a ridurlo in quello stato. La Red Lotus s'era ribellata contro il suo stesso spadaccino, un malessere alimentato proprio dalle acque riversate sul corpo di Rhego, munito da quel momento in poi di un sol braccio. Osservavo curioso l'ira dipingersi sul suo volto, leggendo tra le sue parole tutta la rabbia sputata fuori. Doveva pagarla e quel dolore era soltanto l'inizio, il principio di un disegno ancor più grande. Doveva soltanto attendere, aspettare il momento opportuno ed ammirare la realizzazione di quel piano Divino. L'ascesa dei salvatori e degli angeli punitori sembrava davvero vicina, era una sensazione che serpeggiava sulla mia pelle.

    Ricordati di questo dolore feci un respiro profondo, come a voler richiamare tutte le forze rimaste Su di te si abbatterà l'ira di tutte queste morti. Vendicheremo le loro anime!

    Quell'incendio altro non era che la folle rabbia chiusa dentro di me. Era cresciuta, spinta al limite e non desideravo altro che sconfiggere quel demonio. Strinsi i pugni mentre mi preparavo ad attaccarlo con tutto ciò potevo, sfruttando quei Jutsu acquatici che parevano proprio essere il suo punto debole. Dal suo braccio manco uscivano cavi elettrici, obiettivo sul quale avrei riversato la mia foga, cercando di provocargli quanto più dolore possibile. Le sue urla riecheggiarono nell'etere circostante, divenendo quasi come una dolce melodia per le anime trucidate in quel dì funesto e proprio grazie ad esse, parevano riuscir ad appagare in parte la loro disperazione. Quelle urla sembrarono il loro pasto, come fosse la loro ultima cena. Ed io gioii a tal vista, trattenni le grasse risate e permasi tremendamente serio, seppur poteva essere l'ultima possibilità di farlo. Tutto divenne bloccato, finché…

    Haruki, ho un piano! Il tuo Suiton è molto più efficace dei miei fendenti, supportami, gli faremo credere che stiamo utilizzando la tattica di prima così da farlo concentrare solo su di me, farò da esca, tu assicurati di approfittare del mio colpo per colpirlo con la tua acqua d’accordo? Aiutami a colpirlo di lato

    … non intervenne la voce di Shingo. Elaborai il tutto velocemente nella mente e potei affermare che era davvero un buon piano. Annuii con il capo, dandogli quindi il mio sostengo ma per prima cosa balzai dalla nuvola di sabbia, ricoprendo i piedi di una fitta patina azzurra, sfruttando gli insegnamenti donatomi dall'Accademia di Suna e sfoggiando il controllo del Chakra che possedevo. Arrivai a toccare il terreno, facendo in modo di non subire nessun danno dalla caduta, attutendola con tutto il resto del corpo. La nuvola, dal canto suo, restò incollata ai piedi di Shingo, mossa dalla nostra volontà comune e da quel piano diabolico. Le ordinai di spostarsi con la man manca, seguendo le direttive di Shingo e portandolo proprio dove egli volle.

    This is how we rise up
    Heart is beating faster, feels like thunder


    C'era da giocarsi il tutto per tutto, dovevamo mettere in campo ogni singolo sforzo per riuscire ad eliminare quella minaccia e riportare cosi la pace. Lo sapevo, lo sentivo. Shingo era chiaramente stanco e il suo braccio di certo non gli facilitava le cose. Osservavo la sua Katana avvicinarsi al corpo dell'androide, proprio mentre aspettavo il momento opportuno. Il mio intervento avvenne con un tempismo degno di un orologio, contemporaneo quindi all'attacco del Kiriano. Comandai ad altra sabbia di accorrere in suo soccorso, facendola eruttare dalla Giara e spedendola dritta verso il cyborg, dividendola in tre formazioni e dando loro un preciso obiettivo. Una carica ebbe il compito di catturare la gamba sinistra di Rhego, avvolgersi attorno ad essa ed impedirgli qualsiasi movimento. Un’altra invece, diretta verso l'altra gamba, aveva lo stesso compito e l'ultima, ancora, cercava di avvinghiarsi al braccio dritto. Ciò che dovevo fare era limitare gli spostamenti del demonio, cosi da rendergli arduo evitare tutti gli attacchi lanciati da Shingo. Quest'ultimo, successivamente, dovette lasciarmi libero campo d'agire, permettendomi di riversare tutte le mie forze sul corpo dell'androide. Ciò fu possibile nuovamente grazie al controllo che possedevo su quell'elemento che ormai faceva parte del mio essere. La sospensione del deserto portò Shingo lontano dallo scontro, in alto, distanziandolo di ben venti metri. Cadde invece sulle mie spalle quel forte senso di responsabilità.

    It's our world, they can never have it
    This is how we rise up
    It's our resistance, you can't resist us


    Il mio sguardo era fisso nei suoi occhi. Cercavo di scovare la paura nelle sue iridi e magari d'incutergli terrore, fargli provare le stesse ansie che s'erano riversate su di me ma moltiplicate d'intensità. Mi avvicinai ad esso spingendo le leve inferiori, riducendo la distanza fra noi di pochi passi. Portai le mani al centro del plesso solare, richiamando quei due tipi di Chakra elementali proprio al centro del contatto e permettendo loro di fondersi fra loro. Due sfere dalle diverse colorazioni: castano per il Doton e azzurro per il Suiton. Due sfere che vorticavano in sensi opposti, attratte fra loro come due poli magnetici contrari. Esse s'unirono come marito e moglie e diedero vita ad una nuova essenza: il Mokuton. Ricorsi dunque al mio gene, quell'essenza che tenevo nascosta ma che era presente nel mio sangue. Dopo tutto questo tempo non sapevo ancora se andarne fiero o meno, eppure conoscevo l'importanza di un tal Clan, così come quel primo Hokage che tanto aveva fatto per il mondo ninja. Topo, Cane, Tigre.

    Mokuton: Mokujouheki

    Tale tecnica mi concedette l'opportunità d'isolarmi insieme al cyborg, creando una paratia lignea proprio alle sue spalle, sperando così che gli fosse nuovamente difficile evitare i successivi attacchi. Ogni lato doveva essere chiuso, impedendogli così di saltare verso l'alto o spostarsi di lato, eravamo solo io e lui. Non gli diedi tempo di pensare oltre, ma continuai l'offensiva gonfiando il petto…

    Per tutti coloro che sono morti oggi, per tutti i bambini morti durante l'attacco alle accademie... perisci sotto i nostri colpi !!

    ... e compiendo tre precisi sigilli: Drago, Tigre, Coniglio, gli lanciai contro un possente getto acquatico su larga scala, alla massima potenza, infondendo in esso tutte quelle voci percepite durante lo scontro. La violenta onda acquatica, sfruttata nella sua massima forma. Un Jutsu che potrebbe decretare la fine di quell'abominio, un elemento che pare essere il suo punto debole. Non finì lì. Doveva ricevere ben altro, era questo il piano divino creato per quel Cavaliere Oscuro e noi, eravamo gli angeli punitori. L'impatto avrebbe dovuto scagliarlo a ben cinque metri di distanza ma la paratia era stata creata per un motivo ben preciso, trattenerlo sotto le mie grinfie. Composi un altro preciso sigillo, quello della Tigre e richiamai il Chakra Suiton proprio nella man dritta. Questa, pochi attimi dopo, toccò lo specchio d'acqua che s'era formato dinanzi alla mia figura, andando a creare un ponte di collegamento. Da quello stesso specchio partì una violenta moltitudine di proiettili acquatici – precisamente cinque - dritti e veloci verso l'obiettivo. Era davvero la fine?

    SUITON: SUIGADAN !!!




    » Resistenza 100
    » Stamina 118-1-20-10-18= 69
    » Equipaggiamento:
    - Giara di Sabbia (4/5-3=1/5)

    » Slot Acquatici: 16-3= 13/20

    » Abilità, Maestrie e Conoscenze:
    - Concentrazione del Chakra
    - Abilità Sensoriale: Udito Fenomenale
    - Dominatore delle Sabbie Liv 1
    - Militaristiche e strategiche Liv 1

    » Azioni:
    - Mantengo attiva la Sospensione del Deserto e la sposto secondo i movimenti di Shingo;
    - Gabbia di Sabbia su gamba sx, dx e braccio dx del cyborg contemporaneamente agli attacchi di Shingo;
    - Paratia Lignea dietro le spalle del Cyborg dopo essermi avvicinato;
    - Violenta Onda Acquatica;
    - Artiglio Missile Acquatico;
     
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    Rhego non era visibilmente provato da fatica o dolore. Era semplicemente furioso per come stessero andando le cose.
    Poco dopo il suo volto corrucciato si trasformò e venne ricoperto da un casco che nascondeva ogni suo tratto. Il suo braccio distrutto fu sostituito da un nuovo giocattolo. Una lama normale, o meglio quello di uno spadone pesante, sbucò dalla parte rimasta del braccio esploso.
    Non poteva usufruire del pollice opponibile, ma aveva sostituito il problema armandosi.
    La Red Lotus era lontana da lui. Poteva avere il tempo di riprenderla, ma si accorse subito dell'attacco imminente.
    Shingo viaggiava sulla nuvola di sabbia di Haruki, alzando la sua arma verso il nemico, pur sapendo che la sua lama è stata danneggiata.

    Ok... Spadaccino... Finiamola qui...

    Sembrò quasi uno scontro a rallentatore. Entrambi gli spadaccini, feriti, ma decisi, mossero la loro lama per scontarsi con quell'avversaria.
    Rhego, però, fu più lento di Shingo nei suoi movimenti e questo lo stupì finché non si rese conto che a contribuire a quel fallimento c'era la sabbia di Haruki che stringeva i suoi arti, nonostante avesse lasciato libero il braccio armato. Quella forza fece sbilanciare il cyborg che subì in pieno quel taglio a forma di "8" provocato dalle Lame concatenate di Shingo.
    Pezzi metallici e sangue esplosero dal petto di Rhego. Per il contraccolpo la visiera del casco si ruppe e sotto quei frammenti, Shingo avrebbe potuto notare un sorriso prima di elevarsi lontano dal campo di battaglia sulla nuvola di sabbia.
    Il Senju di Suna voleva chiudere la partita e chiuse il suo nemico dentro la Paratia Lignea prima di scatenarsi con due jutsu Suiton.
    Prima di essere colpito, Rhego pronunciò delle parole quasi sofferte.

    Possiamo dire che è il momento dei fuochi d'artificio finali...

    Gli attacchi acquatici colpirono violentemente il corpo martoriato del Cyborg che venne ulteriormente perforato e spinto contro la parete legnosa.
    All'impatto con essa però il suo corpo iniziò ad illuminarsi, così come anche la Red Lotus lontana da lui e all'unisono entrambi esplosero provocando due gigantesche onde d'urto che dissolsero la nuvola su cui si trovava Shingo e in men che non si dica vennero investiti da una fortissima luce bianca abbagliante...

    fbJ2qoc



    ...era quella la fine che bussava alle loro porte? L'inferno si chiuse in quell'ultimo canto?



    [...]


    CITAZIONE
    Konoha. 20 minuti prima.

    Non appena i due finalisti si piazzarono uno davanti all'altro, la "vera" arena fece la sua apparizione sul campo e proprio in quel momento i due ne furono preda.
    Con gli occhi chiusi e concentrati, uno di fronte all'altro, sembravano essere coinvolti in un combattimento mentale o spirituale, più che fisico.
    Sotto l'influsso dei sofisticati impulsi cerebrali, i due non si potevano accorgere di cosa avveniva davvero nella realtà. Quattro pilastri di acciaio, con luci che scorrevano nella loro linfa, si elevarono come angoli dell'area dell'arena.
    A quel punto l'Hokage si voltò verso tutti gli ospiti d'onore di quell'evento.

    Hokage, TakayukiCome vi avevo detto. E' all'avanguardia. Giusto, Paninya?

    A quel punto, dalla sua poltrona d'onore accanto al figlio Jak, Paninya, esperta scienziata e artigiana, con tono fiero avrebbe esposto la nuova invenzione dell'OSU.
    Tutti i capi dell'Alleanza erano radunati lì, persino Delaiah e Moiori, che erano del Continente Meridionale, erano stati invitati ad assistere ad un evento estraneo alla loro cultura.

    Paninya, Capo Divisione Tecnologica dell'OSU: Giustissimo, grande capo! Quello che avete davanti agli occhi è uno strumento che ci aiuterà molto nell'addestramento delle nuove reclute. Per capire come creare un tale sistema, mi sono ispirata a ciò che ci ha lasciato il venerabile Shaku sul potere del Memory Make di Viraru. In pratica ho scoperto che ogni abilità dei Kishikumo e l'abilità che usava Viraru o quella di Mukuro, sono frutto di manipolazione artificiale. Non sono abilità innate nate naturalmente e sono state impiantate in determinati soggetti tramite qualcosa che ha modificato la loro struttura. Le ho chiamate Kekkei Jinko o Innata Artificiale. Sono più facili da capire, vi è una componente di chakra che sembra risalire probabilmente a Fury stesso, ma il loro processo di sviluppo si può ricreare in laboratorio seguendo il lascito di Shaku. Non abbiamo fatto altro che replicare quel processo in laboratorio e utilizzarlo per l'applicazione su un supporto tecnologico! E l'abbiamo chiamato Sistema Virtuale d'Allenamento o Arena Virtuale!

    Non a tutti i capi parve essere una spiegazione semplice, forse per alcuni era una spiegazione accurata, per altri fin troppo. Come volevasi dimostrare, quelli a capire meno furono proprio il capo dei Sazaniti e la Regina dei Corsari, ma non solo loro...

    Yudai, Raikage: Beh ragazzi... Io non c'ho capito nulla.

    Yuka, Kazekage: La cosa non mi sorprende... Allora, zuccone. E' semplice. Sono riusciti ad usare il potere del Memory-make per creare un'arena dove possiamo effettuare scontri simulati per prepararci al meglio contro gli avversari che ci aspettano. Meglio?

    Yudai, Raikage: Aaaaah! Beh bastava dire: serve per combattere senza farsi male perché avviene tutto nel cervello!

    Paninya: Ehm... Se si vuole semplificare molto... Beh si, funziona così, ma non è del tutto esatto. Possiamo simulare incontri che stimolano la mente ad elaborare ogni movimento, ogni attacco, ogni idea traslandolo nel concreto. In pratica i muscoli e il chakra vengono in un certo senso potenziati da ciò che si prova con nel combattimento virtuale. L'unica pecca è che non è facile creare i dati precisi per i combattenti che replichiamo nella simulazione. Quei due affronteranno un Cyborg incontrato da alcuni nostri Anbu, i quali sono riusciti a reperire informazioni sul suo stile di combattimento. E' un dato non proprio completo, quindi potrebbero affront...!!

    Improvvisamente un dispositivo che portava al polso Paninya iniziò a fare degli strani "bip". E la faccia della donna rimase leggermente sconvolta dall'accaduto.

    Paninya: Oh... per tutti gli dèi... Abbiamo un problema che non avevo considerato... Sembra che i dati su Rhego stiano entrando in conflitto con il sistema che alimenta la simulazione!

    Yuka, Kazekage: Che cosa vuol dire!? Haruki...

    Janbo Nuruoki, Tredicesimo Mizukage: ...e Shingo sono in pericolo??

    Paninya iniziò a trafficare con quell'aggeggio elettronico di cui di certo nessuno dei presenti avrebbe capito il contenuto. Il suo volto sembrava ancora più preoccupato.

    Paninya: Maledizione! I dati sul cyborg sono come impazziti! Sembrano comportarsi in contrasto con il sistema della simulazione! In pratica agiscono come... come...

    Kuroda Akasuna, Ombra della Regina Delaiah: Come un virus che altera la nostra salute. Giusto? In pratica i dati sono stati alterati oppure...

    Paninya: Oppure si sono alterati da soli! Certo! E' possibile che la loro base si sia alterata come ostile perché provenienti da dati sulle nanomacchine che utilizza Fury per costruirli. Non avendo a pieno compreso la sua tecnologia, replicarla può essere difficile, anche se stiamo parlando di una simulazione!

    Takayuki, Hokage: In pratica mi stai dicendo che quei ragazzi stanno rischiando di farsi male, anche se non stanno realmente combattendo?

    Paninya: Dovrei riuscire ad avere più informazioni su questo fenomeno... Ma... Si. I ragazzi rischiano danni cerebrali dovuti alla simulazione alterata se non riusciranno a sconfiggere il nemico.

    Takayuki, Hokage: Non possiamo semplicemente staccare tutto e tirarli fuori da quella lotta mentale?

    Paninya: Potremmo, ma è un rischio elevato, potremmo provocargli danni se spegniamo tutto all'improvviso, sarebbe come essere svegliati da sonnambuli, possono avere dei traumi o degli shock.

    E allora iniziò così una scommessa...

    [...]



    Presente.

    Victory!



    ...una scommessa che fu vinta dai pezzi grossi dell'OSU e anche dai due finalisti dell'esame, perché qualsiasi dato corrotto nella simulazione svanì con la "morte" del Rhego virtuale per mano di Haruki e Shingo che ora se ne stavano lì al centro dell'arena, senza nemmeno un graffio, ma sfiniti come se avessero davvero combattuto fino all'ultimo sangue con un nemico mortale.
    Fu allora che la folla si alzò in piedi, in festa e in visibilio. Quei due ragazzi avevano dimostrato di essere più che semplici cadetti.
    Gli applausi furono molteplici e furono tutti per loro. Si resero conto di cosa fosse successo. Lo sentirono dentro la loro testa e allora capirono.
    Sentirono di aver vissuto un'esperienza che dal reale non si allontanava poi molto e capirono anche che non tutto ciò che affrontarono era stato deciso a tavolino dagli organizzatori.
    Fu un sollievo per loro rivedere l'Hokage stesso che gli appariva dinnanzi.
    Con la sua forma di fumo che diventava sempre più umana fino a definire il suo aspetto, si presentò con la veste bianca di Undicesimo Hokage.

    Haruki Sato. Shingo Watanabe. Come rappresentante della volontà dei Paesi dell'OSU, vi nomino rispettivamente Chunin di Suna e Chunin di Kiri!

    L'Hokage sollevò i pugni dei due, ormai ex-Genin, al cielo e continuò l'acclamazione dei due shinobi.

    So che sicuramente sarete confusi, ma voglio assicurarvi che nulla di ciò che avete vissuto era stato programmato da noi. La nostra idea era quella di farvi combattere davanti a tutti con il nuovo sistema di combattimento simulato inventato dall'OSU. Avreste dovuto affrontare Rhego, ma lo scenario non doveva essere così cruento.
    Quello che sto dicendo è che oltre ad aver superato la prova, avete reso un servizio a tutti perché la vostra battaglia ci ha fatto capire che avevamo un problema e che stavamo per essere colpiti dal nemico dall'interno.
    Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver sopportato quell'inferno. Come vedete, nella realtà non è accaduto nulla...
    ...e poi...


    L'Hokage si avvicinò alle orecchie di entrambi sorridendo e bisbigliando.

    ...credete che possa essere così semplice decapitarmi? Eheheh!

    Diede due colpetti sulla spalla ai due e insieme si avviarono verso l'uscita dell'arena, mentre gli spettatori continuarono a inneggiare a loro per tutto il tragitto.
    Varcata la soglia dell'Arena avrebbero dovuto affrontare una nuova fase della loro vita e ora sapevano a cosa andavano veramente incontro, avevano un'idea precisa del tipo di nemico dovevano affrontare.
    Con il cuore carico e palpitante e la consapevolezza dei rischi, avrebbero accettato di utilizzare ogni mezzo necessario per portare l'OSU alla vittoria?


    [...]



    E questo è quanto. Scusate per l'attesa innanzitutto.
    Ce l'avete fatta, siete diventati Chunin e in più avete +10 punti parametrici bonus (da smistare dove volete) per il tipo di prova che avete affrontato.
    Prendete entrambi 140 punti exp a testa.

    Sbloccate anche un Achievement esclusivo che metterò a disposizione di tutto il forum a partire da ora.

    Nome: VR-Ninja
    Requisito: Vincere un combattimento simulato nell'Arena Virtuale contro un PNG
    Ricompensa: 60 punti exp

    Dovrete fare dei post conclusivi in ogni caso, perché poi c'è un retroscena che devo rivelare.




    tisy16 tu prendi 100 exp!


    Edited by F u r y - 18/4/2021, 18:12
     
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    Fury direi che tu possa prendere il massimo, bell'evento.
     
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    Un ultimo attacco. Fu' ciò che il Kiriano volle provare. La sua lama vibrò nell'etere mentre la punta semi distrutta ridicolizzava i suoi artigli rendendola più simile ad uno stuzzicadenti. Tuttavia, come si suol dire, il leone è ferito ma non è morto. L'ardente ambizione che il giovane Shingo possedeva, andò a fondersi con quella presente dentro di me. Navigavamo entrambi nelle stesse acque e affrontavamo lo stesso identico problema. I secondi passarono lenti, quasi come se si fossero paralizzati, scioccati da ciò che due folli menti erano riuscite ad elaborare. La lama serpeggiava nell'etere come un serpente nella foresta, pronta a mordere il nemico ed infondere nel suo corpo quanto più veleno possibile. Era ferita, ma sul filo dell'arma correva una grande forza, qualcosa che nessuno al mondo può pensare di abbattere: la speranza. Essa risorse dalle ceneri proprio come una rovente fenice, spiegò le possenti ali e si diresse verso Rhego. Il risultato delle mie azioni fu' qualcosa di ancor più incredibile. L'opportuna ed incisiva sabbia tenne bloccato il suo corpo e dinanzi a Shingo, si presentò quello che era il momento più ottimale per attaccare e cosi fece. Strizzai lo sguardo quando anche i miei attacchi lo danneggiarono, proprio mentre le forze stavano per abbandonarmi ed il fisico non reggeva più tale forza. Sentivo le gambe tremare - cosi come le braccia - ma non era paura. Sentivo il cuore battere più forte, quasi come se fosse un principio d'infarto, seppur mi presentavo con un eccelso stato fisico. Avevo una quantità di Chakra tale da eguagliare un Genin provetto, fresco dell'Accademia ninja, una giovane leva che ebbe la fortuna di sopravvivere al giorno dell'attacco. La paratia lignea cadde al suolo ritornando a fondersi in esso, tornando ad essere delle semplici e normali radici. Ciò che avvenne dopo, fu' qualcosa d'inspiegabile. Magnifico ma al tempo stesso disgustoso.

    Muoviti.. ripetevo al corpo Diamine. Ho detto muoviti..

    Un comando semplice, di facile esecuzione. Tuttavia, le gambe non vollero proprio saperne di staccarsi dal suolo, risultando quasi come incollate ad esso. Abbassai il capo come a controllarne il motivo, magari era colpa di qualche tecnica di Rhego ma in tutto lo scontro, mai aveva utilizzato l'arte magica. No, proprio no, il motivo era diverso. Tirai per l'ennesima volta la gamba dritta, un tentativo patetico che si rivelò fallimentare anche questa volta. Il panico piombò in quell'arena e trasformò quella possente speranza in uno spesso cappio al collo. Stringeva come la morsa di un feroce animale, proprio mentre le iridi andarono a sbarrarsi. Che triste modo per morire, pensai. Furono tanti i tentativi di ribellarsi ad un tale abominio ma alla fine, tutto svanì come polvere, risultando così dannatamente inutile. Non mi restò altro che liberare il corpo dalle catene che mi tenevano ancorato a questo mondo, permettendo a quella corda di fare il suo dovere. La disperazione prese il sopravvento, nuovamente. Prima picchiettò malefica sulla mia spalla destra e poi, balzò dritta dinanzi al mio sguardo, fece un piccolo balletto e ghignò divertita. Il tutto terminò con un caldo abbraccio e un bacio stampato sulle labbra. Credetti che fosse veramente la fine. Addio...

    Get up
    When your body's screaming out
    Get up
    And your hope is fading now
    Get up
    And the lights are dimming down
    Get up
    And your strength is waning


    ..fu' l'ultimo dei miei pensieri, come se la mente fosse preda di un reset completo. Il corpo di Rhego iniziò ad accendersi proprio come una torcia nelle notti più cupe, come un faro posto a guida di possenti navi. Tale luce si fece sempre più potente, si amplificò su tutto il corpo e da essa ne uscì fuori una forte esplosione. Un onda d'urto si propagò nella zona circostanze e le leve inferiori, ancora non volevano saperne di muoversi. Quella bianca luce mi abbagliò lo sguardo, ormai spento e caduto in depressione. Pochi secondi dopo mi ritrovo nuovamente al centro dell'arena, ancor più incredulo di prima. Shingo non era più tenuto dalla sospensione del deserto ma bensì, sorretto dalle sue leve inferiori, se ne stava a pochi passi dinanzi a me. Occhi sbarrati, respiro lento e devastato, cuore palpitante per lo stupore e per la gioia. Un piccolo movimento del collo mi portò ad ammirare tutte quelle persone ammassate sugli spalti, vivi, vegeti e strillanti. Di Rhego non v'era più traccia alcuna, cosi come della sua Red Lotus. Che fosse quindi l'ennesima illusione? Che c'entrasse nuovamente il piccoletto della prima prova? Cercai in tutti i modi di proferire qualche parola ma la voce si strozzò in gola per qualche strano motivo. Tutto il corpo, non solo le gambe, sembrava opporsi ai comandi del cervello. La giara di sabbia iniziò a farsi maledettamente più pesante mentre le leve inferiori iniziarono a cedere. Il corpo lentamente cadde ma a salvarmi fu' l'Hokage.

    Haruki Sato. Shingo Watanabe. Come rappresentante della volontà dei Paesi dell'OSU, vi nomino rispettivamente Chunin di Suna e Chunin di Kiri!

    Penso che nessuno dei due si aspettasse una tale prova e proprio non sapevo come comportarmi. Erano poche le volte che stringevo rapporti con la felicità e con i successi, tanto che stessi lì con il braccio alzato dall'Hokage in silenzio, osservandolo come un ebete. Non m'importava del titolo ottenuto né tantomeno del successo in quella prova. Ciò che contava davvero era la vita di quelle persone, quelle anime innocenti che nulla avevano da spartire in un tale evento. La vittoria aveva uno strano sapore e fu' capace di riportare la mente al giorno dell'attacco alle accademie. Possibile che il mondo degli Shinobi s'era spinto fino a tal punto? Probabilmente era solo la mia anima pure il problema.

    So che sicuramente sarete confusi, ma voglio assicurarvi che nulla di ciò che avete vissuto era stato programmato da noi. La nostra idea era quella di farvi combattere davanti a tutti con il nuovo sistema di combattimento simulato inventato dall'OSU. Avreste dovuto affrontare Rhego, ma lo scenario non doveva essere così cruento.
    Quello che sto dicendo è che oltre ad aver superato la prova, avete reso un servizio a tutti perché la vostra battaglia ci ha fatto capire che avevamo un problema e che stavamo per essere colpiti dal nemico dall'interno.
    Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver sopportato quell'inferno. Come vedete, nella realtà non è accaduto nulla...
    ...e poi...


    Dunque il mio giudizio era in errore? Morsi il labbro inferiore, strinsi il petto e cercai di riordinare i pensieri e i respiri. Socchiusi appena le palpebre, permettendo alle tenebre d'invadere il mio mondo, distaccandomi da tutto ciò che avveniva attorno. Era finita, potevo nuovamente ammirare Shizuka, decantare la sua bellezza e crogiolarmi in quel calore familiare che avevo appena ritrovato. L'ennesimo sospiro mi riportò con i piedi per terra, ormai non c'era più nulla da fare.

    Ci siamo riusciti.. portai lo sguardo verso il Kiriano mentre uscivamo dall'arena E' stato tremendamente.. non so nemmeno come definirlo.. abbassai lo sguardo Tutte quelle morti.. parevano quasi aver generato un cambiamento, una maturazione Quella crudeltà.. non l'accetto. Scusa, forse ho parlato troppo. E' il momento di salutarci, ma sono sicuro che ci rivedremo presto. Stammi bene Shingo Watanabe

    Listen to the crowd
    Screamin' your name
    Screamin' it loud
    I know you think you can't
    I know you think you're done
    But we can't stop
    Until we've won



    Grazie ancora a tutti del magnifico evento :re:
     
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15 replies since 23/3/2021, 00:28   1918 views
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