Miglioramenti Inaspettati

PQ + Sblocco II Stadio Innata

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    II Livello Marionettismo



    Avevo da poco portato a termine una missione in un altro paese in cui erano successe cose molto strane. La missione, almeno per me, era finita con più domande che risposte e, come se non bastasse, era la seconda missione in cui rischiavo di lasciarci la pelle. Due su due, non male!
    In ogni caso, la cosa positiva era che ad ogni missione mi rendevo conto di quali lacune dovessi colmare per essere un ninja completo.

    Non lasciai passare nemmeno un giorno dal mio arrivo a Suna e ripresi subito gli allenamenti. Dovevo diventare più forte in modo da poter essere di aiuto agli altri invece che necessitare io del loro supporto.

    Un giorno Fukusaburu, curioso di vedere se stessi migliorando, venne ad assistere ad un mio allenamento. Stette qualche minuto a guardare senza che io me ne accorgessi minimamente. Ad un certo punto la mia marionetta si bloccò inspiegabilmente, non riuscivo più a controllare nessun pezzo nonostante ormai avevo acquisito un buon controllo.
    Sorpreso dalla cosa, iniziai a vagliare tutte le ipotesi che mi venivano in mente per capirne la causa ma non riuscii a venirne a capo. Dopo qualche minuto di tribolazione sentii una risata di chi non riusciva più a contenersi e, all’improvviso, vidi il mio tutore sbucare fuori.
    Stavo pensando a qualunque causa possibile tranne la più ovvia, era stato lui a bloccare la mia marionetta.
    Inizialmente me la presi un po’ perché mi sentivo preso in giro, ma in fondo era stato un bello scherzo, quindi mi sciolsi quasi subito.
    Più che altro ero sorpreso perché non aveva mai interrotto un allenamento fin’ora, ma fui ancora più sorpreso quando, finita la risata, pronunciò una frase breve e concisa.

    <<dai, metti via tutto e vieni con me.>>

    Neanche il tempo di finire la frase che si era già girato e incamminato.
    Non aveva uno sguardo severo, tutt’altro, ma comunque non ci stavo capendo assolutamente niente!

    <<ma che?? Possibile che in questo periodo non ci sia una cosa di facile comprensione??>>

    Pensai riferendomi anche all’ultima missione svolta.

    <<allora! Ti muovi o no?>>

    Rincarò Fukusaburu vedendomi rimasto immobile.
    Così, sempre più confuso, mi decisi finalmente a seguirlo in rigoroso silenzio, non tanto per la reverenza, ma per la troppa confusione.
    Mi portò nel suo laboratorio che ormai avevo imparato a conoscere ma sta volta mi portò in una precisa stanza dove non andavo spesso ma dove lui invece stava ad armeggiare per ore. Mi portò davanti ad una parete Con scatoloni e ripiani zeppi dei più disparati pezzi di marionette, alcuni creai da lui per sperimentare, altri riparati ma mai ritirati.

    <<serviti pure figliolo. Fin’ora hai utilizzato una marionetta prefatta, ma è giunto il momento che tu ti metta in gioco anche dal punto di vista della progettazione e costruzione. Non sarà roba nuova, ma dovresti poter trovare tutto ciò che ti serve.>>

    Al suono di quelle parole rimasi attonito, a bocca aperta. In effetti ero stato così preso ad allenarmi sulla tecnica, che questo aspetto mi era completamente passato di mente.

    <<beh, buon divertimento!>>

    E scompigliandomi i capelli con la mano se ne andò.
    Rimasi solo in quel laboratorio con ogni genere di attrezzo da artigiano marionettista. Non ero ancora in grado di costruirmi i pezzi da zero, ma li c’era già una scelta sufficiente a costruire svariate marionette!
    Sapevo che, oltre alla mia Rokku, marionetta di difesa, esistevano ancora altri due tipi di marionette, quella da attacco e quella da cattura, così decisi di sperimentare con questi e costruirne una per tipo, in modo tale da avere la possibilità di utilizzare di volta in volta la più adatta allo scopo.
    Passai vari giorni completamente immerso in quell’attività. Trascurai momentaneamente gli allenamenti, ok, ma la mia mente era completamente presa da quei progetti e non sarei riuscito a concentrarmi su nient’altro.

    Una volta finito portai i miei tutori, coppia di marionettisti, a vedere l’opera.
    Con aria orgogliosa nascosta da un velo di serietà, come giudici ad una gara, scrutarono a fondo le mie due marionette appena costruite e, dopo alcuni sguardi complici e un silenzio prolungato sicuramente più del dovuto per creare suspense, finalmente proferirono parola.

    <<mmh.. C’è ancora qual cosina da sistemare, ma tutto sommato hai fatto un buon lavoro, bravo! Più tardi ti darò una mano con gli ultimi ritocchi e saranno perfette!>>

    <<stai migliorando in fretta Kaito! Sembrava ieri che giocavi con la tua marionetta in miniatura e invece guardati ora…>>

    Dall’emozione quasi mi scese una lacrima. Avevo gli occhi lucidi ed ero pieno di gioia e orgoglio! Non tanto per i miei miglioramenti, non tanto per le nuove marionette, ma per il fatto di aver reso fieri coloro che erano diventati la mia famiglia.
    L’entusiasmo però venne subito smorzato.

    <<bene, ho visto che sei molto migliorato ultimamente, quindi proviamo qualcosa di più interessante. Ora hai ben tre marionette, quindi facci vedere come le controlli tutte insieme!>>

    Disse Hisako (compagna di Fukusaburu) indicandomi le marionette con un cenno della testa.

    L’euforia si trasformò rapidamente in interdizione.
    Sgranai gli occhi e lo guardai come per cercare di capire se stesse scherzando, ma no, era serissimo. Ok, l’avevo visto molte volte controllare più di una marionetta per volta ma non mi aveva mai spiegato come fare.
    Per fortuna, vedendomi immobile intento ad escogitare un metodo per utilizzare quella tecnica, un po sghignazzanti, vennero entrambi a darmi qualche dritta; senza spiegare tutto, bisogna pur far pensare i propri allievi, ma almeno ora sapevo da dove partire.

    La cosa più difficile era la coordinazione, dover pensare a più marionette contemporaneamente era uno sforzo mentale gigantesco, senza parlare delle dita che, a causa dell’estrema concentrazione, ogni tanto mi si in criccavano.

    <<cavoli però! Sembrava incredibilmente più facile a guardare loro!>>

    Quella difficoltà però non mi abbatté, anzi, mi fece venire ancora più voglia di allenarmi e superare i miei limiti!


     
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