[A] The Suicide Squad

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    Ishivar's Warriors
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    “Il che ci porta infine al momento della verità, Neo, in cui la vostra fondamentale imperfezione finalmente si manifesta e la anomalia può rivelarsi nella sua doppia veste di inizio e di conclusione. Ci sono due porte. La porta alla tua destra conduce alla sorgente e alla salvezza di Zion. Quella alla tua sinistra riconduce a Matrix, a lei e alla tragica fine della tua specie. Come tu hai ben riassunto, il problema è la scelta. Ma noi sappiamo già quello che farai, non è vero?”



    Forse la vita è una questione di scelte, o forse è già tutto stato deciso, e dobbiamo semplicemente compiere il nostro destino. Ho sempre creduto nella seconda, e per questo non ho mai esitato in alcuna delle mie decisioni, consapevole che nel momento in cui la stavo incappando, quella fosse l'unica strada percorribile. Non esitai nemmeno in quest'ultima occasione, incurante del pericolo mi gettai all'attacco, ben sapendo che la mia vita o la mia morte non sarebbero infine dipese dalle mie azioni. Così, muovendomi abilmente nell'ombra, riuscii a sorprendere il mio avversario, giungendo di lato a colpendolo in pieno col mio tornado animale.

    *Scataclunch!*



    Non rimasi ad osservare i risultati del mio attacco, l'unico responso che registrai fu il rumore di ferraglie che si accartocciavano e stridevano, collidendo contro se stesse e il pavimento. Avevo guadagnato un piccolo vantaggio e dovevo sfruttarlo quanto più possibile. Mi gettai letteralmente al di fuori della stanza, sventagliando le mie ali non appena oltrepassata la porta. Per mia fortuna il corridoio era abbastanza ampio per permettermi di volare, e con un paio di colpi d'ala ero già riuscito ad allontanarmi di qualche metro dal laboratorio. Attivando di nuovo la cortina fumogena e ricreando due copie di fumo avrei creato un impedimento al cyborg quando questi si sarebbe ripresentato, consapevole che il mio attacco precedente non sarebbe bastato a metterlo fuori dai giochi. Prima che la cortina fumogena annebbiasse la mia vista osservai con attenzione i dettagli del corridoio, cercando le vie di fuga possibili e le possibili alternative. Vi era un primo ascensore ad alcuni metri, e un secondo più distante. Sebbene non fossero probabilmente funzionanti avrei potuto gettarmi nel tunnel e volare verso l'alto alla ricerca della libertà, ma non era quello il mio piano. Fin dall'inizio avevo un solo ed unico obbiettivo, ed era il dottore. Non l'avevo mai lasciato uscire dal mio radar, continuavo seguire i suoi spostamenti e le mie orecchie erano costantemente tese ad ascoltare ogni sua mossa. Sapevo quel che aveva in mente, e dovevo fermarlo. Dovevo ucciderlo, prima che lui facesse lo stesso a me e alla mia gente!

    Nella peggiore delle ipotesi ti darò io l’ordine di uccidere ogni singolo prigioniero. Intesi?

    Da quel che avevo capito la serie di eventi che mi aveva regalato quell'incredibile possibilità di fuga mi era stata creata dall'irruzione di un gruppo di agenti dell'OSU, durante quella che sembrava a tutti gli effetti una missione di salvataggio. Dovevamo in qualche modo collaborare, e ora il mio ruolo era fondamentale per la sopravvivenza di tutti,.

    Lo so Gideon. Lo so. Non ti ho chiesto un bel niente! Dammi il fucile e, ahimè, inizia l’upload di tutti i miei progetti. Il mio sapere non può essere messo in alcun modo a rischio.

    Gideon, conosco meglio di te gli umani perché lo sono anch’io. Posso dirti che la risposta è probabilmente si per un semplice e facile motivo. Mi odia e questo è un incentivo più che sufficiente per la maggior parte della specie. La vendetta è uno degli scopi più frequenti della nostra storia.


    Riconobbi immediatamente la voce del dottore, e mentre lui continuava a parlare io identificavo la sua posizione. Si trovava oltre la seconda porta alla mia destra lungo il corridoio. Detti un colpo d'ali per coprire qualche altro metro, la rabbia mi montava ora dentro a tal punto che sentivo di stare per esplodere. A fatica ragionavo, guidato da una furia cieca ed omicida che per nulla mia apparteneva. Il corridoio era circondato a destra e a sinistra da alcune vetrate oscurate che nascondevano ciò che avveniva dentro le stanze. Queste vetrate facevano di fatto da specchio, e in uno di quegli specchi vidi per un attimo me stesso.

    owl



    Se è vero che l'anima è negli occhi, i miei occhi rivelarono una parte del mio essere che mi era completamente sconosciuta. Intravidi tutta la rabbia accumulata nei mesi di prigionia e tortura, le sofferenze a cui il mio popolo era stato costretto, un insieme di cose che avevano mutato di fatto ciò che ero in principio, prima di essere catturato, prima che tutto accadesse. Da tempo Ishivar bruciava, e io bruciavo di pari passo, anche se in maniera differente. Un fuoco malvagio mi ardeva dentro, come se tutte le cattiverie fossero penetrate attraverso la pelle e ora facessero parte di me.

    Sono io questo, quindi è così che sono diventato?


    Quello non ero io. Non era quello il mio destino, non avrei permesso che quell'inferno mi cambiasse. Mai la rabbia aveva guidato le mie azioni in vita mia, e non avrei lasciato che iniziasse quel giorno. Chiusi gli occhi. Rividi i volti che mi erano familiari, i sorrisi della mia gente, e per un istante fu come se riuscissi a tornare ad Ishivar, nei giorni in cui le cose andavano bene. Sentivo la brezza leggera sulla pelle, potevo sentire l'odore dei terreni polverosi e il calore del sole a scaldarmi la pelle. Ishivar era una terra povera di risorse, ma quel che mancava alla terra era compensato da quello che le persone avevano dentro. Eravamo un popolo unito, che sapeva apprezzare la bellezza della vita anche di fronte alle innumerevoli difficoltà che eravamo stati da sempre costretti ad affrontare. Le persone del mio popolo erano per me come fratelli e sorelle, ed io amavo loro come loro amavano me. La mia terra era l'unica cosa che avevo, questo valeva anche per molti altri miei concittadini ed era probabilmente ciò che maggiormente ci univa l'un l'altro.
    Come detto ho sempre creduto nel destino, pensando che ogni scelta o situazione in cui mi sono trovato sia stata parte di un progetto più grande, come se ogni cosa, bella o brutta, capiti per una ragione. Forse la mia missione era quella, forse finire in quell'inferno era il mio destino, e se c'era una cosa che dovevo fare in quel momento, era salvare la mia gente. Se le sofferenze che avevo subito negli ultimi mesi potevano avere una spiegazione, era che io mi trovassi in quel luogo in quel momento, in modo che potessi fare qualcosa di grande. Non me ne sarei mai andato! Era quella la mia scelta, il mio fato era talmente chiaro che l'alternativa non era neanche una considerazione. C'era una sola strada davanti a me, e solo una porta tra me e il mio obbiettivo. Ma proprio quando tutto ormai sembrava fatto, una luce violastra fece capolino alle mie spalle. Il cyborg aveva lanciato un attacco, e ruotando la testa quasi completamente grazie alle mie capacità di gufo, vidi un fascio di luce fendere l'aria rapidamente lungo tutto il corridoio. La falce di energia si avvicinava rapidamente, ruotando in un moto pericoloso nello spazio già di per se angusto. Tramite una manovra aerea avrei a mia volta ruotato in volo, cercando di schivare il fascio di energia assecondandone il movimento e sforzandomi quanto più possibile per scattare via all'ultimo momento sulla sinistra con un poderoso battito d'ali. Così facendo avrei effettuato una decisa virata sulla sinistra, per poi planare con forza verso il basso, in modo da schivare l'attacco, che così facendo mi sarebbe passato sopra. Ad ogni modo, non avrei permesso a niente di fermarmi arrivato a quel punto, e a discapito dell'attacco nemico avrei proseguito dirigendomi in picchiata verso la porta oltre la quale stava il dottore. Sapevo cosa fare, sapevo come agire, ed ero convinto da sapere cosa avrebbe fatto il dottore. Troppe volte avevo potuto osservare i suoi occhi durante le ore passate insieme, egli mi osservava per cercare di capirmi, ma io facevo lo stesso. Faccia a faccia ci guardavamo dentro alla ricerca della verità sull'animo altrui, e mentre lui imparava qualcosa su di me, io imparavo qualcosa su di lui. Tante volte l'avevo visto sistemarsi il ciuffo, specchiandosi da qualche parte per controllare che tutto fosse in ordine nel suo aspetto. Quante volte l'avevo sentito ripetere la parola “IO” nei nostri dialoghi. Io scoprirò, io ti aiuterò, io sono l'unico, io, io, io... Nel mio ambiente, durante la mia carriera, avevo imparato a capire le menzogne delle persone, certo, ma anche la verità. Nelle mie esperienze ero costretto a capire quante più cose possibili dalle poche occasioni che avevo di osservare le persone, per capirle e capire le loro azioni. Quel che avevo capito del dottore è che era un uomo pieno di se, un egoista, ed ero sicuro che avrebbe messo la sua vita al primo posto se fosse stato costretto a prendere una scelta.

    A noi due!

    A circa cinque metri dalla porta avrei attivato il chakra della mia protesi, convogliando l'energia nelle mani in grandi quantità e rilasciandola sotto forma di un piccolo tornado, grazie al quale avrei dovuto buttare giù la porta della stanza in cui si trovava il mio nemico. Prima però di presentarmi sull'uscio, avrei attivato la tecnica della moltiplicazione per creare quante più copie possibili, le quali avrebbero invaso la stanza una volta sfondato la porta, creando confusione e permettendomi, entrando per ultimo, di provare a mettere in atto la mia strategia. Il mio obbiettivo era cogliere di sorpresa il dottore, circondandolo con le copie per sgattaiolargli alle spalle e immobilizzarlo, piantandogli uno dei suoi bisturi, che avevo recuperato all'interno del laboratorio, alla gola. Nel frattempo speravo che le mie copie, che avrei sempre tenuto a distanza in modo da poterle controllare, potessero darmi qualche altro secondo di vantaggio.

    Ferma tutto! Ferma tutto o ti ammazzo! Ferma il tuo robot, disattivalo immediatamente. E disattiva anche tutti gli altri. Fammi vedere come fare a liberare gli altri ishivariani! Fallo, O SEI MORTO!

    Se fossi riuscito ad arrivargli alle spalle queste sarebbero state le mie parole. La piccola lama sarebbe state stretta nelle mie mani con forza inaudita, poggiata con decisione sulla gola del dottore, in modo che al minimo movimento avrei potuto sgozzarlo. Le mie parole sarebbero state decise, secche, l'adrenalina era altissima ma volevo apparire fermo e deciso. Quegli istanti erano fondamentali per la mia sopravvivenza e quella delle altre persone coinvolte, dovevo dare il meglio di me...


    CITAZIONE
    “Non sei venuto qui per fare una scelta, la scelta l'hai già fatta, sei qui per conoscere le ragioni per cui l'hai fatta.”


    CITAZIONE
    Scheda

    Equipaggiamento:
    //

    Azioni:
    - Mantenimento forma Ibrida (25 stamina)
    - Schivata aerea + sforzo extra max (51 resistenza)
    - Tecnica della moltiplicazione (5 stamina, 8 copie)
    - Palmo del forte vento + sforzo extra 10 punti stamina (20 stamina protesi)
    - Attacco al dottore (1 resistenza)

    Resistenza: 650 - 52 = 598
    Stamina: 120 - 30 = 90

    Resistenza Protesi: 200
    Stamina Protesi: 125 - 20 = 105

    Note: In teoria le copie di fumo si dovrebbero sdoppiare e aumentare di numero.
     
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    Il raggio di energia lanciato dal cyborg si rivelò più veloce delle mani di Atshushi. Al ninja di Kiri non bastò l'agevolazione di aver ridotto a un unico sigillo l'esecuzione della sostituzione e i laser lo colpirono in pieno al ventre, al fianco destro e al fianco sinistro. All'impatto sentì lo scoppiettio familiare del fulmine, ma anche un suono diverso, simile allo sfrigolio dell'olio in padella. Di che cosa si componeva quel jutsu?

    Non ebbe il tempo di trovare una risposta perchè l'altro cyborg aveva battuto in velocità Yuugi. O meglio, gli insetti del cyborg erano stati più veloci del chuunin di Iwa, ma mentre stavano cercando di aprirsi un varco nel suo giubbotto sparirono inghiottiti da una sostanza rosso pulsante: lava! NOn capitava spesso di assistere alla manifestazione di una kekkei gentai, ma Atshushi ne restava meravigliato ogni volta che succedeva. A volte avrebbe voluto anche lui avere un appariscente asso nella manica da tirare fuori in modo plateale per ribaltare le situazione, ma la sua era un'innata più discreta. "Ma non da meno! Il cyborg che mi ha attaccato sembra piuttosto abile nel ninjutsu. Se bloccassi la sua riserva di chakra, non avrebbe altro modo che affrontarmi a mani nude e con il potere eremitico non potrà reggere il confronto!"

    Forse non avrebbe retto il confronto neanche in una sfida a colpi di arti magiche. Ad Atshushi era mancato meno di un istante per completare la kawarimi, quindi questo voleva dire che il suo avversario non era molto superiore a lui. Ciò lo rincuorò, perchè il suo piano di azione era già parzialmente fallito: i cyborg, le guardie di quel luogo, li avevano trovati immediatamente ingaggiando battaglia, mandando all'aria ogni sogno di segretezza e i cloni che avrebbero dovuto difendere i compagni di missione lontani erano scoppiati come bolle di sapone ancor prima di incontrare i nemici.

    < Ren, Yuna > chiamò dal Seras. < Non fatevi fregare da questi pezzi di latta. Non esponetevi troppo e cercare di restare vivi. Io e Yuugi stiamo per terminare lo scontro, ma dovremo aspettare che voi tiriate la leva per spingere il bottone. Non esitate a chiedere rinforzi! >

    Ciò detto, le iridi scure del kiriano avrebbe cercato i freddi occhi robotici del suo avversario: scherno? C'era scherno nei suoi occhi?

    CITAZIONE
    Ninja... eravate polvere e tornerete ad esserlo e non c’è niente che possiate fare per evitarlo. Che sia qui o domani o il giorno dopo ancora è un destino già scritto nell’attimo in cui siete venuti al mondo.

    Bah, questi robot loquaci erano davvero fastidiosi. Atshushi era un tipo prettamente taciturno e in battaglia non amava sprecare fiato, ma aveva bisogno di tempo, soltanto qualche secondo di vantaggio prima di passare all'attacco. Quindi la parlantina del cyborg arrivava nel momento perfetto e il ninja avrebbe ascoltato diligentemente tutte le sue fandonie. Infatti, ben lontano dalla struttura, il suo clone aveva accumulato sufficiente energia eremitica e ciò si manifestò alterandone le palpebre e le iridi. Ora quel clone grondava energia da ogni poro, i suoi sensi erano stati ampliati all'inverosimile e percepì immediatamente un'altra presenza nella struttura, molto al di sotto della posizione del suo creatore, accompagnata da molteplici altre sparse in entrambe le strutture: i prigionieri da salvare.

    Si morse rapidamente il dito, bagnando il polpastrello di una preziosissima goccia di sangue che strofino contro il palmo destro. Battutolo a terra, per tre volte avrebbe tentato di richiamare i tre rospi più grandi del Monte Myoboku: Gamaken, Gamahiro e Gamabunta. Il trittico al completo raramente si mostrami agli umani, ma le situazioni richiedeva contromisure straordinario.

    Nel frattempo Atshushi e Yuugi ascoltavano nervosi lo sproloquio del loro avversario.

    CITAZIONE
    Vi basterebbe chiedere, fare il primo decisivo passo per ambire a molto di più di ciò che siete, potreste compiere l’ultimo atto della scala evolutiva... ma tanto è inutile parlarvene, so già che la vostra mente non può reagire adeguatamente a queste parole perché siete offuscati dalla vostra rabbia cieca. I vostri maledetti sentimenti che annebbiano ogni vostro giudizio.

    < Tsk... > Atshushi non ne poteva più di quella valanga delirante di parole.. < Io pensavo che voi foste macchine progettate per la guerra, non dei fottuti altoparlanti ambulanti. >

    CITAZIONE
    Perciò forza! Mostrateci che accozzaglia di ninja ha mandato l’OSU al macello nel regno di Fury!

    < Finalmente! Devi essere un po' difettoso come cyborg... parli troppo! >

    < ...aprite buchi nelle saracinische, ricordandovi che ci siamo noi e persone indifese all'interno. Ah, la diga deve sparire. > Impartite le istruzioni ai tre rosponi, la copia avrebbe sciolto la tecnica, svanendo così com'era stata creata.

    Atshushi avrebbe percepito l'energia eremitica riempigli l'anima e formicolargli intorno agli occhi mentre si tingeva di arancio e le iridi si giravano. < Yuugi, riesci a distrarre in qualche modo il tuo amico cyborg? >

    Repentino, tentò di richiamare il chakra per sfornare una nuova copia. Mentre questa attendeva al fianco di Yuugi una sua mossa, l'originale avrebbe cominciato a correre verso i due cyborg. I muscoli della gambe pulsavano di energia esplosiva e il ninja schizzò in alto verso il soffitto con un balzo, ancorandosi ad esso con l'uso sapiente del chakra e continuando la sua avanzata a testa in giù verso i due nemici. La copia avrebbe rincorso il jutsu lanciato dal compagno di Iwa, arrivando quasi a superarlo, ma preferì imitare il suo creatore, balzando sul soffitto e lasciando quel minimo vantaggio alla calce di Yuugi per colpire il cyborg. Ripresa la corsa, sulle sue mani avrebbe dovuto cominciare a convogliare grosse quantità di energia manipolandole fino ad ottenere una sfera compressa di pura energia vorticante, luminosa e temibile. Un doppio Rasengan con capolinea il corpo bionico del cyborg bianco. Gli occhi arancioni fissi sull'immagine capovolta del robot bianco e sulle mani due globi carichi di energia. Giunto a poco più di un metro dall'avversario, con uno slancio della braccia in avanti avrebbe tentato di mandare in frantumi i complessi meccanismi del robot sfruttando la forza rotatoria dei rasengan, sganciandosi dal soffitto e rovinandogli addosso. Quello sarebbe dovuto bastare ad eliminarlo e se non fosse stato così, avrebbo pensato Yuugi al resto.

    Il vero Atshushi sarebbe arrivato a ridosso dei nemici prima della sua copia, ma da lì non si sarebbe mosso, mentre con gli occhi arancioni non smetteva di fissare quell'ammasso di latta.

    < Ehi, chiacchierone. Sai cos'è questo? > Le loro bocche erano a pochi palmi di distanza l'uno dall'altra, Atshushi avrebbe potuto sentire l'odore del suo alito e risalire quale fosse stato il suo ultimo pasto, ma i maledetti cyborg non mangiano. Le iridi orizzontali del Sennin sprizzavano fiamme arancioni, mentre un'espressione di concentrazione gli irrigidiva il volto

    Con una mano a formare un unico sigillo, quello della pecora, Atshushi avrebbe convogliato parte del suo chakra nel petto, per poi proiettarla all'esterno, oltre la sua testa verso il pavimento. Immaginò nella mente un kanji con la dicitura "sigillo" e questo si sarebbe dovuto formare sulla bocca di quel cyborg spavaldo. Ma quel sigillo non avrebbe sigillato la bocca dell'uomo bionico, bensì il suo chakra, impedendogli anche solo di scalare di un albero fino a quando non il sigillo non sarebbe stato rilasciato.

    Nel frattempo, sarebbero dovuti cominciare i rimbombi e il clangore dell'acciaio che percuote altro metallo e poi, forse, contro i mattoni. Gamaken e Gamabunta avrebbero dovuto prendere d'assalto i due edifici. Il capo dei rospi, pipa in bocca, si sarebbe scagliato sul tetto sopra la testa del suo evocatore, tentando di scoperchiarlo con l'ausilio della lama brandita con le zampe palmate. Gamaken avrebbe usato meno delicatezza nel percuotere con la sua Sasumata le pareti dell'edificio dove stava lottando Yuna. Per ultimo, lanciandosi in alto con un urlo divertito, Gamahiro tentò di sfruttare la sua immensa mole per distruggere la parte centrale della diga. Al resto ci avrebbe pensato l'acqua contenuta dietro di essa finendo per allagare l'intera valle desertica.

    Atshushi
    Resistenza: 1000-24=976
    Stamina: 710+105=825-9=816/2=408-45=363
    Azioni:
    - Kage bunshin
    - Corsa sul soffitto fino ad arrivare sopra i cyborg
    - Fuuinjutsu lv.S per sopprimere il chakra del Boss
    Kage bushin #3
    Vigore: 250
    Stamina: 245-140=105
    - Kuchiyose Gamabunta, Gamahiro e Gamaken 70+35+35
    - Si dissolve (restituisce 105 stamina al padrone e il chakra eremitico.)

    Kage bushin #4
    Vigore: 488
    Stamina: 408-35=373
    -Rasenrengan
    Note:
    L'ordine cronologico delle azioni è: fuuinjutsu, jutsu di Zyl e rasenrengan
    Abilità passive:
    Concentrazione del chakra
    Jutsu ad una mano
    Riverbero del Chakra
    Resistenza alle Illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle
    Nautilus II° Livello: Anemone di Mare
    Sennin mode 1/4
    - +107 in cc, pm, ff e ag
    - 1/2 costi stamina delle tecniche non sennin
    - Sarà possibile percepire qualsiasi presenza nel raggio di 1 km
    - Danno calcolato con PM/1,5 o FF/1,5
    [/font]

    - Gamahiro
    Resistenza:800-40=760
    Azioni:
    - Salto Demolitore
    - Gamaken
    Resistenza: 800-4=796
    Stamina: 100
    Azioni:
    x4 colpi con arma sulle serrande
    - Gamabunta
    Resistenza: 800-4=796
    Stamina: 500
    Azioni:
    x4 colpi con spada sulle serrande


    Edited by tisy16 - 20/1/2021, 22:45
     
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    Yuugi Miyazaki ▪ Link Scheda

    Parlato | Pensato | Yuugi | Ren | Atshushi | Yuna


    Dal primo scontro con questi cyborg ne uscii decisamente malconcio: quegli strani insetti metallici erano riusciti a danneggiare il mio giubbotto, e fu solo grazie alla mia armatura che mi ero salvato la pelle - non potevo dire lo stesso del mio compagno e capitano, Atshushi, che fu centrato in pieno da quei strani raggi. E mentre noi eravamo intenti a leccarci le ferite, quei due esseri metallici - freddi, apatici ed apparentemente insensibili - sembravano come dei predatori che avevano fiutato il sangue delle loro prede, proni a saltar loro addosso per sbranarle in pochi attimi.

    Ascoltai ciò che il capo - tra i due - disse: prima una stoccata diretta al capitano, poi un discorso su come noi ninja eravamo polvere...e che, prima o poi, ci saremmo tornati in polvere - e che era, per quanto lui sosteneva, qualcosa scritto nel nostro destino fin da quando veniamo al mondo. Rimasi attonito per alcuni, interminabili istanti, fissandolo: quelle che fino ad allora erano state alcune delle mie sicurezze di ninja sembravano crollare come un castello di carte quando ci si soffia addosso. Ma una cosa non l'accettavo: che una persona, tantomeno uno squallido, freddo cyborg ci venisse a dire - anzi, mi venisse a dire - che il nostro destino era già scritto...no, questo non lo accettavo da uno come lui! Non da qualcuno che si è offerto a Fury come una prostituta di strada offre il suo corpo in cambio di alcuni miseri Ryo per campare. Lentamente, mi rialzai e, con uno sguardo penetrante ma fiero e risoluto, gli risposi.

    Vedi, cyborg...ti devo dare ragione sul fatto che, forse, polvere siamo e polvere torneremo - tutti seguono quel sentiero nella propria vita, prima o poi: ma non accetto che un essere come te, che io considero al pari di una squallida puttana che per strada si vende per qualche misero Ryo, venga a dirci che tutto questo è segnato nel nostro destino fin dalla nascita! Perche siamo NOI che creiamo il NOSTRO destino, non sono gli altri che lo creano per voi! E guardandovi...ben capisco che il vostro destino lo avete gettato via, per diventare niente di più che marionette e pedine nelle mani di uno che, alla fine, si libererà di voi gettandovi via!

    Nel frattempo, il mio corpo cominciava a fremere e ribollire, ma non di rabbia: no...era una sensazione...completamente diversa, mai provata prima d'allora, come se avessi realmente raggiunto un mio punto di crescita emotiva...sentire quello stesso cyborg a cui mi ero rivolto poc'anzi offrirci la 'possibilità' di diventare come loro: marionette mosse dal marionettista o pedine su una scacchiera che, alla fine, sarebbero state scartate qualora il loro compito fosse terminato.

    Puoi anche scordarti che diventeremo come voi! Solo coloro che vogliono buttare via la loro vita vi seguirebbero: e poi, essere immortali non vi sembra noioso? Su, noi esseri mortali riusciamo a vivere al massimo proprio perchè una sola è la vita, e come tale la devi vivere al massimo, anche se la vivi come ninja e se ciò ti porta a metterla in prima linea! E tanto per finire...sarete voi che ne uscirete sconfitti!

    Subito dopo, lo vidi riposizionarsi in una posa da combattimento: non aspettavo altro. Ma, dato che il nostro obiettivo era nella stanza, non potevo utilizzare la mia lava per colpirli in quando il rischio era che avrei potuto corroderlo: pertanto, decisi di passare all'offensiva con il mio asso nascosto - infatti, ero riuscito ad affinare al massimo il controllo e la creazione della calce giusto in tempo! Prima che agissi, però, Atshushi mi rivolse una veloce domanda.
    CITAZIONE
    < Yuugi, riesci a distrarre in qualche modo il tuo amico cyborg? >

    Certo che sì: ci penso io, tu occupati del resto!

    Componendo alcuni veloci sigilli, avrei cercato di richiamare il chakra Yoton in modo da cercare di impastare calce acida che, successivamente, avrei tentato di sputare contro i due cyborg sotto forma di proiettili ad alta velocità ma mantenendone la traiettoria bassa con l'obiettivo di mirare non al corpo del cyborg bensì ai suoi piedi per tentare di bloccarlo: il mio obiettivo era di cercare di sfruttare la Calcificazione per cercare di limitargli i movimenti il più possibile - sperando che il capitano riuscisse nel suo intento.
    Stamina: 640-30= 610/700
    Resistenza: 364/400

    Equipaggiamento:
    Coprifronte di Iwa [+30 Protezione Testa]
    Guanti Placcati [+50 Protezione Mani, Kobashot su mano dx]
    Giubbotto Ninja [+100 Protezione Busto; Resistenza attuale: 46/100]
    Calzari da Combattimento [+60 Protezione Stinchi]
    Borsello Porta-Oggetti su coscia sx (Tonico Coagulante x3, Tonico da Guerra x2, Monocolo Telescopico)
    Taschino Porta-Armi su fianco dx, dietro (5x Kunai)
    Ricetrasmittente Seras su occhio sx [Attivata]
    Mantello Mimetico [Copre tutto il corpo di Yuugi]

    Azioni:
    - Mantenimento Armatura Lavica;
    - Tecnica della Calce Solidificante (Sekkaigyo no Jutsu) contro il secondo cyborg mirando ai suoi piedi [-30]

    Bonus:
    - Maestro dei Ninjustu I (Fontana): sconto di 5 punti Chakra su tutte le tecniche non elementali e di Clan/Innata

    Malus:
    ///

    Note:
    - +1 Mantello Mimetico dalla bottega di Ren (da pagare!)

    Spero di non aver dimenticato nulla e che vada bene il post! :rosa:
    Vi prego, passatemi il termine 'puttana' nei confronti dei cyborg perchè rende l'idea di come la pensa Yuugi su di loro :please:

    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Il fiatone non le bastò, neppure il suo Vento riusciva ad aiutarla in quel riprendersi dalla sua contromossa; in uno scomparto del suo corpo sentiva il chakra in subbuglio. Borbottava come disturbato, come se qualcosa non andasse in quel corpicino che in un istante aveva creato una devastazione tale da polverizzare la bestia. Il fiatone era lì, ancora, lo sentiva montare in gola e solo dopo diversi istanti si rese conto che quella sensazione proveniva da qualcosa di diverso, di estraneo: lo poteva avvertire come un corpo pesante, una struttura che non doveva trovarsi neanche lontanamente in quel punto. Così la punta delle dita saggiò il buco e in un gesto secco tentò di estrarre il proiettile dal giubbotto, di certo poteva risultare una perdita di tempo inutile ma nulla le avrebbe assicurato che poteva trattarsi di qualche marchingegno meccanico totalmente distruttivo. Lei non conosceva neanche lontanamente quella tecnologia e per un naturale distacco cominciava a temerla, ad avere paura di quel costrutto innaturale, di ciò che è la diretta espressione dell’artificio umano.

    C’è mancato poco.

    CITAZIONE
    Ren, Yuna. Non fatevi fregare da questi pezzi di latta. Non esponetevi troppo e cercare di restare vivi. Io e Yuugi stiamo per terminare lo scontro, ma dovremo aspettare che voi tiriate la leva per spingere il bottone. Non esitate a chiedere rinforzi!

    La voce irruppe nel suo Seras e d’istinto portò una mano al dispositivo, era come se volesse accogliere quella voce nella sua testa, farla entrare come un unico ordine ed unico desiderio. Era lì, non poteva farla spegnere. La sua Fiamma della Determinazione ardeva come un unico impeto di follia, come un sostengo per quel corpo che non voleva mollare, per le sue note che si issarono a rispondere al Capo Squadra

    Sono ancora tutta intera, sono contro più nemici e ho dei prigionieri in pericolo. Cercherò di fare il possibile ma se dovesse avanzarvi del tempo sarei ben lieta di tenerlo occupato il più possibile.

    Nuovamente fece cadere il collegamento nel silenzio, proprio in quell’istante desiderava quanta più concentrazione possibile, tant’è che perfino le voci del Cyborg le passarono sopra come pioggia d’inverno. Ostaggi, Uccisioni, Sacrifici. Uno dopo l’altro questi principi acquistavano il loro significato dentro di lei, li accoglieva come priorità e responsabilità, sentiva come la sua gracile forza doveva plasmarsi e farsi prorompente in una nuova forma: in una più ricercata e controllata. Con lentezza avvertì l’impeto delle sue emozioni venire meno, con un perfetto controllo poté percepire lo scandire di ogni corrente ventosa sotto le dita, ad ogni movimento dell’animo ne poteva garantire l’impetuosità e la loro distruttiva magnificenza. Doveva concentrarsi, doveva porre in quell’unico sospiro un peso incommensurabile, un qualcosa che doveva donarle la giusta carica e la giusta concentrazione; il giusto equilibrio. Lei era Yuna Hittori ed era l’unica barriera tra il Cyborg ed i prigionieri, era responsabile per le loro vite ed il motivo risiedeva in principi forse un po’ meno cristallini di quel che si potrebbe pensare. Era in debito con Ishvar, il Gufo non andava dimenticato e probabilmente fu quel pensiero a far scattare le mani al borsello che teneva sul fianco. Le bastò cercare il metallo spinato, un fil di rovi che facilmente avrebbe dovuto estrarre in mille volute organizzate, perfette, sinuose ma letali e che si poggiarono a terra in un suono freddo ed inumano, inadatto per lei.

    Mi spiace per la tua perdita, Cyborg. Fatti da parte e non ci sarà nessun altro sacrificio, ritrova il tuo posto nel mondo e lascia vivere queste persone!

    In quello spasmo di voce quasi schifata ecco che i quattro sigilli della tecnica andarono ad imporsi tra le sue mani, uno dopo l’altro avevano il compito di schematizzare il Chakra dentro di lei per dargli una forma ed un senso. Impetuoso e disturbato ora si sarebbe riversato lungo il filo come una lenta corrente, una scossa che smosse quello strumento come un singulto di vita, un vagito della sua volontà impressa dalla Kunoichi stessa. In un rapidissimo movimento magico ecco che i quaranta metri di filo cercarono di misurare quei venticinque metri di distanza tra i due contendenti, ovviamente quell’arnese avrebbe minacciato di rubare la mobilità del Cyborg ma in realtà sarebbe arrivato a destinazione su Pioneer cercando di aggrapparlo in una morsa furiosa in quei quindici metri rimanenti di cavo. Se ci fosse riuscita ecco che lo avrebbe strattonato con violenza a sé, con ogni sforzo viscerale dei suoi muscoli tentò di strapparlo da quel collegamento empatico con il Cyborg sperando di trascinarlo fino a dieci metri da lei, forse anche complice il momento di distrazione del nemico ed una folata di vento che aizzò a suo favore grazie al suo controllo sull'aria. Se fosse riuscita a trattenerlo fino a quel punto avrebbe teso le mani in altri sigilli, in un altro ordine che impetuoso avrebbe costretto il suo chakra a mimetizzarsi nell’aria alla ricerca di quell’oggetto; lo avrebbe acchiappato e in un istante lo avrebbe sostituito alla ragazza. La sua speranza era quella di trovarsi tra Pioneer ed il Cyborg, prendendo il posto del primo con la Tecnica della Sostituzione e trovandosi dunque, in ordine, a 15 metri dal Cyborg avanti a sé e 10 metri da Pioneer dietro di sé. Fosse riuscita nell’intento un singolo movimento delle mani avrebbe imposto alle correnti di imporsi attorno a quella piccola macchina riparatrice, un tornado alle sue spalle ne avrebbe divorato le carni metalliche cercando di romperlo, triturarlo, farlo fuori in pezzi. Solo un attimo dopo avrebbe rivestito le proprie braccia di mille articolazioni di vento, un parto del suo stesso chakra che si sarebbe smosso senza nessun sigillo, semplicemente spinto da quell’insulso desiderio di non mollare, di abbattere e vincere, di guadagnare il tempo necessario per tutti e di non perdere nessun prigioniero nel tentativo. Ne andava del suo debito con il Gufo. E così due movimenti delle braccia si susseguirono uno dopo l’altro, imponenti, cercando di far saettare due potenti onde a forme di falce, verticali, che volevano imporsi nell’aria con un falcidio suono di morte. Veloci cercarono di dirigersi la prima verso il braccio teso verso la colonna, all’altezza della spalla, cercando di tranciarlo di netto con le proprietà taglienti dell’elemento; stesso destino per l’altra falce che avrebbe voluto distruggere la testa ed il petto a metà, provando a spaccare quel cranio in modo definitivo.


    Yuna Hittori

    ◕Resistenza: 297-66= 231
    ◕Stamina: 532-10-5-5-25-18-18= 451

    • Azioni:
    - Tecnica della Stretta d'Acciaio (Filo Spinato) su Pioneer per strattonarlo via + Folata di vento per aiutarlo a spostarlo
    - Tecnica della Sostituzione su Pioneer
    - Manipolazione del vento: Ciclone di Vento su Pioneer (2 metri x 10 metri)
    - Palmo dell’Onda della Bestia sul braccio teso del Cyborg[Verticale]
    - Palmo dell’Onda della Bestia sulla testa e petto del Cyborg[Verticale]

    Se ci sono problemi con le distanze, a disposizione :rosa:
     
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    Atshushi e Yuugi

    CITAZIONE

    Responso


    Attacco - Atshushi & Yuugi:
    Atshushi:
    Kage bushin [incontrastato]
    Corsa sul soffitto [incontrastato]
    Fuunjutsu lv. S 322+190+16(d20)=528 [fallisce per inferiorità combattiva]

    Copia:
    Doppio Rasengan 322+190+20+10+4(d20)=546 [scontro tra jutsu - danno: 65+65+161+161+81+81+11(d20)=614]

    Yuugi:
    Mantenimento Armatura Lavica [riesce a prescindere]
    Tecnica della Calce Solidificante [incontrastato]

    Difesa - Kirito & Titan:
    Kirito:
    Attivazione: storm reactor [incontrastato]
    Schivata 240+175+120+2(d20)=537 [riesce per supremazia combattiva]
    Doppio taglio del fulmine 240+175+120+13(d20)=548 [scontro tra jutsu - danno: 100+100+90+90+120+120+5(d20)=625]

    Danni:
    Kirito: -10%
    Titan: 0
    Atshushi: 0
    Yuugi: 0

    Atshushi non cadde nelle provocazioni del suo avversario ed anzi lo riattaccò sia a parole che nei fatti. Attraverso la scomparsa del suo clone, piazzato in precedenza al di fuori della struttura, riottenne il suo chakra e qualcosa di più, cioè l’energia naturale che era stata intelligentemente accumulata. La fusione tra il chakra naturale e il suo personale diede forma alla modalità eremitica. Così un sennin era improvvisamente apparso ad Ishivar. Yuugi avvolto dal suo manto lavico poteva probabilmente sentirsi al sicuro dalla presenza di un così potente alleato. Magari avrebbe anche potuto tirare un sospiro di sollievo. Ma era veramente possibile che sarebbe finita così? Probabilmente i ragazzi non avevano capito che erano sulla soglia dell’Inferno in terra.

    Finalmente capisco perché hanno mandato te.

    Kirito, ossia il leader, portò la mano al suo petto e girò di centottanta gradi il cerchio lì conficcato. Aveva il bisogno di dare fondo a tutte le sue capacità e doveva necessariamente rischiare il tutto per tutto.

    Activation: Storm Reactor

    Ogni cyborg funzionava attraverso dei meccanismi complessi ed era sostanzialmente innescato dalla combinazione tra nanochakra e l’energia elettrica, ossia in questo caso il fulmine. Per questo motivo ogni cyborg, fin dalla permanente trasformazione, diveniva capace di utilizzare questo specifico elemento. Kirito in particolare, poiché era un utilizzatore dell’elemento tempesta fin da ragazzino, aveva trovato il modo per aumentare la sua potenza distruttiva sostituendo il fulmine con il ben più forte e pericoloso chakra ranton. Dopo l’avvio del reattore la tempesta scorreva fluida attraverso le sue vene cibernetiche e ciò ne elevava le capacità distruttive. Scosse elettriche e minuscole saette ne circondavano minacciosamente il corpo. Sembrava perfino spruzzare fulmini da ogni giuntura meccanica. Lo scontro, ossia il vero combattimento poteva alla fine cominciare.
    La forbice che distanziava lui e Atshushi era, forse, addirittura aumentata anziché diminuire.Per questo motivo Yuugi non poteva più sentirsi sereno, anzi, percependo la pressione elettrica che proveniva dal boss, avrebbe dovuto provare timore, per se, per il successo della missione e per la vita di tutti i presenti in quel maledetto laboratorio.
    Quando l’eremita raggiunse il suo nemico tentò di attivare un fuunjutsu per eliminarlo in un singolo colpo. Ma Kirito, vedendo lo shinobi accumulare il chakra nella sua mano, schivò l’attacco ad una velocità pazzesca, ponendosi proprio alle spalle di Atshushi e a testa in giù come lui, finanche ad imitarne la posa.

    Dove guardi?

    Concentrò nuovamente il chakra per difendere il suo sottoposto scontrandosi con il doppio rasengan del Kage Bushin. Un doppio raikiri affrontò il rasenrengan. Il rumore dell’impatto fu bestiale e una sfera di luce bianca accecante circondò i due. Quando la luce si interruppe l’unico ad uscirne fuori fu il cyborg di metallo. Nessuna traccia della copia che doveva essere stata investita e distrutta dalla potenza inesorabile del jutsu nemico.
    Anche Yuugi cercava di dare una mano, tentando di non mettersi d’intralcio al leader della squadra. Cercò di immobilizzare il cyborg bianco con uno sputo di calce incandescente. Il jutsu riuscì ad attraversare la stanza, fino a raggiungere i piedi del cyborg, il quale non si mosse. La gamba iniziò a vibrare poco al di sopra delle ferita subita e da tutto il corpo fuoriuscirono centinaia e centinaia di insetti. Il cyborg bianco svanì così, come se si fosse teletrasportato via. Gli insetti robotici si assemblarono nuovamente a qualche metro di distanza facendo riapparire l’avversario, solo che ora era poco più basso di un adolescente prepuberale.

    La strategia offensiva dei due shinobi non aveva avuto successo, rivelandosi in realtà inutile visto che non erano riusciti a fermare neanche una delle macchine letali ivi presenti. Ed ora i Cyborg erano pronti ad assestare un altro colpo, che avrebbe potuto scrivere la parola fine sull’intera vicenda. Un ultimo attacco per porre fine alle vite dei ninja e alla minaccia che stavano portando al laboratorio.

    Il capo, ancora appollaiato come un pipistrello, ammassò il chakra ranton sulla sua mano mancina. Il pollice era rannicchiato nel palmo e le quattro dita erano lughe e strette l’uno affianco all’altra. Una dopo l’altra si chiusero a pugno, eccetto l’indice.

    Credi che lascerò illeso il tuo sottoposto dopo che tu hai attaccato il mio?

    Con l’altra mano lanciò un jutsu raiton nella direzione di Yuugi, ossia il black panther. Una pantera nera di fulmine che avrebbe attraversato la stanza a testa in giù per concludere la sua corsa sul ninja di Iwa e deflagrare in una violenta scarica elettrica . Successivamente il cyborg sarebbe scattato in direzione dell’eremita per portare la sua offensiva più micidiale:

    Mano dalle quattro dita portatrici della Tempesta!

    Il chakra ranton si sarebbe accumulato in unico punto che avrebbe causato al suo brillamento una pressione che avrebbe potuto facilmente terminare la vita di chiunque. Agli occhi di un normale essere umano il braccio del capo avrebbe assunto la forma di una spada di luce blu notte. Mentre un eremita avrebbe potuto percepire la forza stessa di una tempesta concentrata in un singolo dito.
    In questo contesto, dove il capo dei cyborg sembrava aver scatenato tutto se stesso, il bianco evocò strategicamente altri insetti, i quali abbassarono ancora di più la sua altezza, trasformandolo in poco più di un nano. Il cyborg manipolò gli esserini al fine di attaccare entrambi i ninja simultaneamente. Avrebbe creato due formazioni affusolate, ognuna per un ninja. Quella diretta verso Yuugi sarebbe stata una manovra semplice, perché doveva mantenere il tragitto più rapido possibile. Mentre quella diretta verso Atshushi sarebbe stata più complessa perché avrebbe cercato di raggiungere le spalle del kiriano per tagliargli la via di fuga dall’attacco del capo. Ma la vera pericolosità dell’attacco sarebbe stata maleficamente un’altra. All’interno di ognuna delle formazioni affusolate avrebbe nascosto cinque carte bomba, le quali sarebbero esplose in prossimità degli obbiettivi. Sostanzialmente i ninja avrebbero anche potuto parare l’attacco diretto degli insetti, ma questo non li avrebbe opportunamente difesi dalle bombe.

    [...fuori dalla struttura...]


    Il Kage bushin era sparito, lasciando dietro di sé dei rospi provenienti dal Monte Myoboku, ciascuno con uno specifico scopo.
    Gli anfibi balzarono con le loro possenti gambe per raggiungere le differenti posizioni che gli erano state indicate. Chi andò sul tetto, chi sulla parete dell’edificio e chi sulla diga.
    Gamabunta e la sua fedele spada riuscirono al quarto fendente a scoperchiare la gabbia metallica del tetto del palazzo. Mentre Gamaken non riuscì a sfondare la serranda, anche se dava chiari segni di cedimento. Il terzo rospo invece aveva il compito più delicato, poiché doveva far crollare la diga stessa. Probabilmente nelle idee del capo-missione ciò avrebbe potuto fornire un vantaggio, ma sarebbe anche potuto essere uno svantaggio nel caso di un possibile fuga, visto che gli ishivariani avrebbero dovuto nuotare al posto di correre sull’acqua, vista la loro incapacità nell’utilizzare il chakra senza protesi. E nuotare quando vengono rilasciate decine di migliaia di cubi d’acqua sarebbe stato impossibile perfino per i pirati del continente sud. Potenzialmente il fatidico crollo sarebbe potuto costare caro a tutti.
    Dunque Gamahiro saltò con forza sul centro della diga e causò fratture sulle venature della stessa. L’attacco non era stato sufficiente per distruggerla ma aveva comunque causato dei danni strutturali che avrebbero innescato da lì a qualche ora, o forse minuto, il crollo, a meno di un intervento tempestivo in grado di riassestare la struttura.

    Ren

    CITAZIONE

    Responso


    Attacco - Ren:
    Mantenimento Status Supersonico [riesce a prescindere]
    Diramazione del chakra + Jinton sulla Avalon [incontrastato]
    Destabilizzazione Accellerativa + Strattone [incontrastato]
    Draghi Gemelli [incontrastato]
    Lame concatenate + rincorsa + Zanzo + Sforzo Max: 240+150+13(bonus tecnica)+20(Immagine residua)+30(Maestria)+20(sforzo max)+19(d20)+15(per le lame celate)=487 [fallisce per inferiorità combattiva]

    Difesa - Nebula:
    Tecnica dell’idratazione: ph acido [riesce a prescindere]
    Schivata + tecnica del corpo sfarfallante + propulsione a vapore + sforzo extra max: 200+155+67(propulsione a vapore: C.NanoC./3)+33(tecnica del corpo sfarfallante: C. NanoC./6)+50(maestria stile acrobatico III lvl: C.NanoC./4)+20(sforzo extra max)+4(d20)=512 [riesce per supremazia combattiva]

    Danni:
    Ren: -15 acido
    Nebula: 0

    Il samurai era a terra indifeso mentre la cyborg lo osservava con fare battagliero. Gli occhi verdi smeraldo brillavano ardentemente in attesa di una qualsiasi mossa. Nebula doveva e, soprattuto, voleva dimostrarsi all’altezza delle aspettative del suo capo, perciò non poteva permettersi di fallire. Doveva difendere quel pulsante ad ogni costo.
    I due sfidanti ebbero di modo di incrociare gli sguardi per un brevissimo istante prima che Ren si alzasse di scatto come una scheggia. In un battibaleno egli attivò tutte le potenzialità della sua armatura e iniziò il contrattacco, voleva rendere pan per focaccia alla sua brutale avversaria. Per prima cosa si liberò della presa della frusta attraverso l’immissione del suo personalissimo chakra. La ragazza tirò indietro la mano e l’arma ma, vedendo gli effetti negativi del chakra sulla punta della frusta, fu costretta a tagliarla lei stessa. Con un solo e semplice comando mentale la parte infetta perse la sua forza e si accasciò al suolo. Il resto dell’arma si ricompattò in una lancia lunga poco più di due metri pronta per nuovi e originali attacchi.
    Ciò che avvenne poco dopo fu lo scontro titanico tra le capacità di un uomo, che aveva superato in originalità la maggior parte dei fabbri, e le abilità innate e speciali di una donna cyborg. Natsume si lanciò alla carica, anzi, prima di farlo, scaglió decine di armi con ferocia verso la sua avversaria che rimase innaturalmente immobile. Esse la attraversarono e non la scalfirono minimamente. Addirittura furono corrose dalla tecnica acida e caddero a terra, alle spalle della mukenin, parzialmente sciolte e oramai irrimediabilmente danneggiate.
    Ma il Samurai non si fece minimamente intimorire dalla tecnica difensiva a lui sconosciuta ed attaccò nuovamente a testa bassa con decine di armi che non ottennero un risultato diverso dalle predecessore. Nebula, vedendo il numero eccezionali di armi dell’avversario, ciascuna ricoperta da un mix di differenti tipologie di chakra, si impegnò al massimo delle sue capacità per evitarle. Ella concentrò un getto di vapore e caricò il chakra nei piedi per una schivata molto complessa, data la cifra di fendenti che il samurai avrebbe potuto effettuare. Avrebbe dovuto prima di saltare e poi compiere dei piccoli movimenti in aria in maniera tale da evitare quelle pericolosissime armi. Mentre la cyborg compiva quello spostamento zigzagante mostrò finalmente la sua vera forma, perché gli dava la possibilità di amplificare la fluidità del suo movimento.

    Un ammasso gigantesco di un liquido verdognolo e corrosivo si palesò difronte al giovane Ren. Questa specifica tecnica concedeva all’utilizzatore una difesa eccezionale, tale che non poteva subire alcun danno dagli attacchi fisici e solidi. Combinata con un’agilità di movimento eccezionale creava una fusione a dir poco letale. L’attacco di Ren era stato costoso, anche per quanto ne riguardava l’equipaggiamento. Le numerose armi scagliate ne erano uscite malconce e avevano perso il filo e la loro capacità di danneggiare e tagliare. L’acido si era dimostrato ancora una volta un’abilità terribilmente infida.
    Da quella massa informa proruppe una risata sgradevole, che si affievolì dopo qualche lungo secondo.

    Cosa credevi di fare?

    Le successive parole furono scandite molto lentamente:

    Vo-le-vi uc-ci-de-re me?

    Il globo d’acido riassunse le fattezze umane. Nebula voleva continuare a provocarlo, così da fargli perdere la concentrazione e fargli passare di mente lo scopo della missione.

    Voglio dirti cosa accadrà. Quanto ti ucciderò, ti strapperò quell’affare dalla testa e simulerò la tua voce così che i tuoi cari amici possano continuare a crederti sano e salvo. Dopodiché gli porterò il tuo cadavere, giusto per godermi la loro reazione.

    Simulò l’eccitazione mordendosi il labbro inferiore, fingendo di pregustarsi la scena. In conseguenza alzò la lancia difronte a se e con un capriola all’indietro la infilzò nel terreno. Nello stesso momento avrebbe alzato la mano per realizzare il sigillo del cavallo così da attivare la tecnica della bruma. Visto che aveva diffonte a se un samurai sarebbe stata pronta ad attivare la bruma anche con l’altro mano, dato che i samurai erano famosi per colpire durante l’esecuzione dei sigilli. Dopodiché si sarebbe alzata una nebbia in grado di distorcere la vista e con la capacità di danneggiare qualunque cosa nel suo cammino, ma non sarebbe stato questo il caso visto che il vapore acido non avrebbe direttamente attaccato Ren e invece sarebbe semplicemente servito in combinazione al prossimo jutsu. Dunque nel nuovo tetro ambiente Nebula avrebbe azionato il suo jutsu più letale.

    Tecnica delle mille lance acide!

    Il vapore acido si sarebbe condensato in alcuni punti specifici, sopprimendo totalmente gli effetti negativi sulla respirazione e sulla pelle che potevano causare al samurai. Tutto decisamente mostrava che la cybrog fosse in procinto di dare inizio a qualcosa di sconosciuto. Così, dopo che il vapore si fu condensato, sarebbero fuoriuscite intorno a Ren, dal pavimento, dai lati del corridoio e perfino dal soffitto, delle mani verdastre che avrebbero impugnato delle lance corte dello stesso colore. Sarebbero apparse come liquide eppure in grado di trafiggere qualunque cosa. Tutte quelle mani sarebbero scattate guidate da una propulsione di vapore e avrebbero tentato di trapassare il samurai da ogni possibile posizione, senza dargli alcuna via d’uscita.

    Sei un patito delle armi, vediamo che farai ora!

    Yuna

    CITAZIONE

    Responso


    Attacco - Yuna:
    Tecnica della Stretta d'Acciaio (Filo Spinato) su Pioneer per strattonarlo via + Folata di vento per aiutarlo a spostarlo [incontrastato]
    Tecnica della Sostituzione su Pioneer [incontrastato]
    Manipolazione del vento: Ciclone di Vento su Pioneer (2 metri x 10 metri)
    Palmo dell’Onda della Bestia sul braccio teso del Cyborg 120+110+8+3(d20)=241 [scontro tra jutsu - danni 65+17(d20)=82]
    Palmo dell’Onda della Bestia sulla testa e petto del Cyborg 120+110+8+9(d20)=247


    Difesa - Ender & Pioneer:
    Scudo energetico 130+110+18(d20)=258 [scontro tra jutsu - difesa 50+30+7(d20)=87]
    Scudo energetico 130+110+4(d20)=244 [fallisce per inferiorità combattiva]

    Danni:
    Pioneer: 65+3=68
    Ender: //
    Yuna: 0

    Il cuore di Yuna era puro e così si sentiva in dovere di proteggere tutti gli ishivariani presenti. Ma per prima cosa doveva necessariamente togliere di mezzo il cyborg che si frapponeva tra lei e la leva. Un solo errore di calcolo e avrebbe potuto mettere a rischio la missione e la vita di quegli indifesi che la circondavano e gli ricordavano il Gufo. Chiaramente la situazione non era facile, ma la creatività nasce appunto nelle difficoltà come il giorno nasce dalla notte più oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
    Yuna era pronto a dimostrare il suo valore. Afferrò Pioneer con la stretta d’acciaio, il piccolo aiutante robot del cyborg, e lo trascinò a se, scatenando l’ira del suo nemico.

    NO! NON TOCCARLO!

    Il cyborg impietrito dall’affronto non poteva intervenire direttamente, visto che avrebbe potuto colpire il suo stesso amico e perciò rimase immobile e impotente. Yuna continuò la sua offensiva scambiandosi di posto con il robot e lanciò consecutivamente delle offensive mirate ad obbiettivi differenti. Il primo attacco fu assestato a Pioneer, il quale fu colpito in pieno ma non fu distrutto. Fu trainato dalla corrente di vento per qualche metro, rotolando e ammaccandosi. I successivi attacchi furono diretti al cyborg, il quale era furibondo a causa del comportamento della sua avversaria. L’iniziale jutsu futon si scontrò contro uno scudo energetico che fu prontamente attivato dal mukenin. Il chakra si dipanò attorno al suo braccio e lo protesse dall’impatto, respingendo l’attacco della kunoichi. Ma il successivo palmo dell’onda della bestia fu nettamente più rapido e colpì la testa del cyborg, tranciandola di netto. Il resto del corpo rimase in piedi, noncurante di ciò che era accaduto. Dopo qualche interminabile secondo il braccio cibernetico si avvicinò all’avambraccio dell’altro e pigiò un pulsante. Qualcosa si azionò e il petto del cyborg si aprì rivelando ciò che c’era al suo interno.

    Un bambino cyborg guidava e controllava quella gigantesca armatura. La tecnica della konohana lo aveva mancato per un soffio.

    Io non ti volevo uccidere. Volevo solo fermarti, volevo solo impedirti di premere questa leva. Mi avevi fatto arrabbiare quando avevi distrutto il mio robot... ma ti aveva attaccato e quindi in qualche modo dovevi difenderti. Ti avevo perfino detto che ad ogni gesto inconsulto ci sarebbe stata una reazione. Ed ora che hai toccato Pioneer la questione si è fatta personale.

    Mentre Ender parlava il piccolo robot zampettò a fatica per circa sette metri, allontanandosi per cercare un riparo. Si nascose appoggiandosi dietro ad una capsula di contenimento.

    Non volevo uccidere una ragazza, ma mi stai proprio costringendo in ogni modo a farlo.

    L’armatura che lo circondava si scompose e i vari pezzi iniziarono a levitare attorno al bambino. Si riorganizzarono per coprire nuovamente la sua figura e per proteggerlo dagli attacchi esterni. Il cambiamento più evidente con la precedente forma furono le mani, che assunsero la forma di due cannoni. Dell’energia giallognola iniziò ad accumularsi nella bocca di fuoco. Contestualmente altri cannoni iniziarono a spuntare dalla schiena ed erano troppi per tenerne il conto. Tutti puntavano nella stessa direzione. Finito il caricamento avrebbero sparato in un lampo un raggio circolare di chakra colossale che avrebbe annichilito qualsiasi cosa avesse incontrato sul suo cammino. Non sarebbe stato diretto ai prigionieri, ma avrebbe tentato di colpire un unico bersaglio, ovvero Yuna Hittori.

    Azibo

    CITAZIONE

    Responso nr. #


    Attacco - NX-02:
    Freccia di chakra x2 120+120+8+18(d20)=266
    Onda di chakra 120+120+12+10(d20)=262

    Difesa - Azibo:
    Schivata aerea + sforzo extra max (51 resistenza) 123+95+15+20+16(d20)=269

    Danni:
    NX-02: 0
    Azibo: 0

    Azibo volò attraverso il corridoio in una specifica direzione, cioè quella del dottore. Aveva fatto liberamente la sua scelta o comunque era stata una mano invisibile a guidarlo mediante dei fili come se fosse un semplice burattino. Che fosse stato il libero arbitrio o il destino, la via era stata tracciata. Non importavano le motivazioni che avevano spinto in questa decisione il metamorfo poiché una cosa è conoscere il sentiero giusto, un’altra è imboccarlo e non sempre tutto va secondo i piani.

    Nel frattempo NX-02 si era lanciato all’inseguimento ed aveva messo k.o. due copie di fumo con altrettante frecce di chakra. La successiva onda energetica viaggiò nel corridoio scindendo le restanti copie in campo ed inseguendo pericolosamente l’ishivariano. Il quale fu in grado di notarla in virtù dei suoi incredibili sensi potenziati e tramite una manovra area effettuata al massimo delle sue forze la evitò per un soffio. Il fendente di chakra fischiò a qualche centimetro da lui e morì dopo qualche altro metro, svanendo nel nulla così com’era apparso. Il ragazzo si era salvato, per ora.
    Il gufo, che non poteva perdere neanche un secondo, si lanciò dentro la stanza. Vide il dottore intento nervosamente ad armeggiare con il fucile, solamente che non era un soldato e le sue conoscenze erano limitate alla sola teoria. Per questo motivo non fu in grado di utilizzarlo contro il fuggitivo e dovette soccombere alla maggior forza del suo ex esperimento. Quando fu rialzato forzatamente da terra si vedi puntare contro un bisturi che gli fece colare dal collo una goccia di sangue. Non era arrabbiato, i suoi occhi erano stranamente tranquilli come se stesse pian piano accettando il suo inevitabile fato.

    Bravo soggetto 13, sapevo saresti potuto divenire un buon cyborg...

    Provò leggermente a muoversi ma la presa dell’Ishivariano era troppo salda per lui. Valutò le possibilità che gli rimanevano e capii che non aveva altra scelta eccetto una. Tanto sarebbe potuto morire per mano di Azibo oppure dell’esercito di Fury e questa seconda ipotesi era chiaramente peggiore.

    Vuoi che ti dia una mano? Se mi permetti di alzarmi in piedi lo farò.

    Solamente una volta che si fosse rimesso in piedi sarebbe tornato a parlare. Azibo avrebbe potuto notare l’insistenza con cui il dottore avrebbe fissato la protesi cibernetica.

    Per salvare tutti devi...si, devi... Fury no shōri!

    All’ordine impartito dal dottore fuoriuscì all’improvviso dalla parete un tentacolo meccanico scuro come l’ossidiana che portava sulla punta una lama dello stesso colore. In una frazione di secondo la lama infilzò il collo del dottore recidendone la spina dorsale. Il dottore, che aveva per mesi seviziato decine di Ishivariani, era morto, deceduto sotto il suo stesso comando. Era stato un uomo che aveva dimostrato egoismo ed assenza di empatia fin dal primo giorno che Azibo lo aveva incontrato ma i suoi scopi andavano al di là della comprensione del ragazzo e coincidevano con un piano molto più grande che riguardava l’ascesa di una persona che veniva realmente considerata un vero dio in terra. Perciò il dottore avrebbe sacrificato senza eccezione la sua vita per questa missione e così aveva fatidicamente fatto. Ora solo i cyborg separavano la squadra dalla riuscita della missione. Erano gli ultimi baluardi rimasti da superare per salvare i prigionieri confinati.

    Il metamorfo, vedendo la vita scivolare via dal corpo del dottore, non avrebbe potuto fare altro che andarsene e correre verso l’ascensore. Uscendo fuori dalla stanza avrebbe notato il suo letale avversario NX-02 fossilizzato. Erano perdipiù scomparse le venature viola e appariva sostanzialmente disattivato. Oramai in quel corridoio regnava solamente il silenzio e il battito del cuore del ragazzo vivo e vegeto.
    Ma concentrandosi meglio avrebbe notato l’infuriare di un combattimento qualche piano sopra di lui, forse era la squadra di cui aveva sentito parlare. Poteva essere che avesse ancora un ruolo da svolgere.

    CITAZIONE

    [...nel frattempo...]


    Ogniqualvolta si scontrano due forze interviene un principio universale: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Ryuga Senju aveva dato inizio ad una catena di eventi a cui probabilmente non aveva neanche approfondimento pensato e così neanche gli shinobi. La squadra conseguentemente si era infiltrata, ma una qualità essenziale dell’infiltrazione era la segretezza. Cioè mantenere quanto più possibile all’oscuro il nemico del proprio arrivo. Ma malauguratamente avevano perso l’effetto sorpresa fin dall’inizio, a causa dell’intervento dell’IA e dei suoi pericolosi scanner. Però avevano acquisito un vantaggio, dato che l’IA si era dovuto rivolgere ad una squadra nelle vicinanze e non a nomi ben più blasonati. Sfortunatamente gli eventi che si erano succeduti avevano innescato una nuova controazione. L’apparizione di un eremita, nel bel mezzo del territorio di Ishivar, e l’attivazione dell’allarme di emergenza crollo della diga avevano automaticamente costretto Gideon ad inviare un nuovo segnale di aiuto ad una delle basi principale delle operazioni di Fury. Da lì gli operatori incaricati visionarono su dei monitor touch il caos che stava accadendo in zona LAB-EV 1 e in base a ciò valutarono la necessità di un intervento più pesante. Secondo una legge non scritta l’esercito di Fury non poteva lasciare un’eremita in vita e il motivo poteva essere facilmente comprensibile, se si avevano le conoscenze giuste. La richiesta di intervento fu rigirata ad una singola persona, ad un unico cyborg letale in grado di portare a termine qualsiasi lavoro.

    Egli era in piedi su una duna di sabbia. L’escursione termica era elevata e un essere umano avrebbe potuto sentire lungo la schiena qualche brivido di freddo, ma sicuramente non era questo il caso. Prestò ascolto al messaggio e rispose:

    Ci penserò io stesso.


    Allora c’è qualche problema temporale, dato che i combat durano appena due azioni l’uno (in almeno due casi su tre). E i tre rosponi devono prima raggiungere le zone (che comunque costa alcuni balzi) e poi devono fare quattro attacchi.
    Per questo motivo non riusciranno ad entrare in azione durante questo turno (dove i cyborg fanno massimo due azioni a testa e quindi è un giro molto rapido), ma solamente alla fine. In più uno dei rospi deve fare ancora un’azione per entrare.
    La diga per essere distrutta necessita di qualche altro attacco. Mentre, se non verrà attaccata nuovamente, cadrà comunque a causa della pressione esercitata dall’acqua, che sarà valutata a seconda del lancio di un dado (con risultato maggiore di 7 crolla, verrà tirato ad ogni turno fino al crollo).
    In più avete innescato una serie di eventi, più precisamente una brutta serie di eventi :asd: Il rischio crollo + l’arte eremitica vi ha fatto notare troppo. Da un momento all’altro spunterà il personaggio che avete visto e vi ricordo come ha crepato senza alcuna difficoltà il capo dell’OSU, oppure com’è uscito fuori dall’esplosione della nave volante, ecc. ecc. insomma bazzecole... anche in questo caso dipenderà tutto da un dado. (Con risultato maggiore di 8 arriva, al secondo lancio arriverà con un numero maggiore di 7, con il terzo di 6 e così via... finché non viene a massacrarvi tutti :) )

    Tisy e Zyl: il cyborg è riuscito a contrastare i rasengan dato che avvengono dopo il fuunjutsu, così com’è scritto nel tuo post Tisy :rosa:
    Dovete difendervi da queste azioni:
    Capo:
    -Black panther verso Zyl
    -Mano dalle quattro dita portatrici della Tempesta (1 dito) + sforzo extra verso Tisy (è una tecnica che si basa sull’hijutsu, ma è molto più forte, visto che utilizza il ranton al posto del fulmine)

    Cyborg bianco:
    Espulsione insetti
    Formazione affusolata x2 (+5 carte bomba l’una che esploderanno appena gli entreranno in contatto con i bersagli) verso Tisy e verso Zyl (avviene in contemporanea alla mano portatrice della tempesta)

    Le posizioni sono: Tisy a 4 metri dal cyborg capo e 8 dal cyborg bianco. Zyl più distante 18 metri dal bianco, 22 circa dal boss e un pochino di più da tisy. Difficilmente Zyl riuscirà a schivare/bloccare il colpo. Se Tisy tenterà di salvarlo potrebbe sbagliare la mira oppure potrebbe non intercettare il colpo del boss e potrebbe perfino colpire lui stesso Zyl (perché se il jutsu non incontra il black panther significa che continuerà la sua corsa fino al primo ostacolo, cioè Zyl). Good luck!
    Btw solamente tisy percepisce una presenza grande poco più di un pugno sulla parete a lato a 15 metri da lui. Ah, vi ricordo che ci sono due pg sottosopra, perciò la formazione affusolata arriva dal basso per Zyl (la pantera dall’alto), mentre per tisy la formazione arriva dall’alto (per lui), quindi attacca la sua testa/schiena.

    Roy: Beh che dire oltre che il tuo pg ha una capacità di danneggiare elevatissima (troppo elevata XD). Comunque la tecnica dell’idratazione la protegge dagli attacchi fisici e solidi.
    Cyborg:
    -Tecnica della bruma (non ti danneggerà direttamente dato che è un jutsu di preparazione per il prossimo attacco, per te sarà come un semplice velo di nebbia)
    -Tecnica delle mille lance acide
    Per farti capire meglio la tecnica ti linko una foto di qualcosa di quanto più simile a ciò che pensavo (ovviamente sostituisci le lance verdi acide, le mani che fuoriescono dalle pareti ecc. ecc.) qui

    Kuma: Ti devi difendere da quell’unico attacco
    -Cannone di chakra
    Ti avverto che fa parecchio male :asd:

    Cagne: Allora ruola ciò che accade e poi devi prendere o l’ascensore di destra o di sinistra (visto che ahi totale libertà). In base all’ascensore che prenderai ti troverai in diverse zone di combattimento. Eventualmente scrivimi dopo che hai scelto l’ascensore e ti dirò quanti piani dovrai salire. Comunque arriverai alla fine del turno di difesa della squadra quindi potrai dare una mano al prossimo turno di attacco.

    Per tutti: vi avevo avvertito che la missione sarebbe stata difficile e per ora onestamente non sta prendendo una bella piega. Tra i pochi danni che mediamente avete fatto, gli attacchi letali da cui dovete difendervi, il possibile arrivo di Ban e la probabile esplosione della diga che taglierà la fuga dei prigionieri (ehi però per quest’ultima non è colpa mia :lol:)... quindi non posso far altro che augurare a tutti buona fortuna! :rosa:

    Avete una settimana di tempo per postare, quindi fino a domenica 31 compresa


    Edited by Steg - 25/1/2021, 12:14
     
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    La mia offensiva si svolse con impeccabile precisione, ogni colpo andò a segno come avrebbe dovuto, ma allora perchè quell'essere restava impassibile? Le mie armi la attraversavano come se nulla fosse, per di più uscendone danneggiate non poco. Quella fase non fu però del tutto inutile, nonostante chi avevo davanti avesse cercato di farlo apparire così. Sono sempre stato molto attento ai dettagli, anche a quelli più impercettibili, mi era stato insegnato fin da piccolo ed ora ne capivo la reale importanza. Un dettaglio compreso nel modo giusto, può permetterti di vincere uno scontro altrimenti insormontabile, ad una prima analisi potei infatti rendermi conto che chi avevo di fronte deteneva la, per me letale, arte dell'idratazione. Il colpo acido di prima, quel vapore che accellerava i movimenti, ed ora la totale immunità ai miei colpi non lasciavano molti dubbi, ma uno spiraglio mi si aprì nonostante tutto. La mia destabilizzazione accellerativa aveva iniziato a distruggere come un cancro la frusta nemica, e le armi impregnate di chakra l'avevano spaventata, seppur cercasse di nasconderlo. La reazione successiva e la sua trasformazione in una massa gigantesca di acido, ne furono per me la prova decisiva.

    CITAZIONE
    Cosa credevi di fare? Vo-le-vi uc-ci-de-re me?

    Udire quelle parole, provenienti da una massa informe, faceva quasi ribrezzo ma cercai di non scompormi rispondendo a tono.

    A quanto pare con te il mio metallo non serve a nulla... Ma la vera forza di un Samurai risiede nel suo cuore... Ma probabilmente lo sai visto che mi temi!

    Al che rinfoderai le spade iniziando a mutare lo strato di chakra che avvolgeva la mia armatura, lo resi più intenso e corposo, concentrandone l'afflusso sui due scudi e sulle lame celate che portavo ai polsi. Dai primi si svilupparono due lame dalla base grande quanto lo scudo e che si andava via via stringendo fino a divenire appuntita, le lame celate invece incrementarono semplicemente la loro lunghezza. Le quattro lame di puro chakra jinton sarebbero quindi risultate parallele a due a due e lunghe ben oltre la mia mano, lasciando però tra loro un discreto spazio di svariati centimetri.

    CITAZIONE
    Voglio dirti cosa accadrà. Quanto ti ucciderò, ti strapperò quell’affare dalla testa e simulerò la tua voce così che i tuoi cari amici possano continuare a crederti sano e salvo. Dopodiché gli porterò il tuo cadavere, giusto per godermi la loro reazione.

    Sicurezza, arroganza, scherno, quella cyborg emanava ciò a dismisura con quelle parole, voleva forse dire che provavano sentimenti veri e proprio? Beh potevo testarlo.

    Oh, pensi quindi che io sarò l'unico a morire... E che i miei compagni ridurranno in briciole i tuoi per poi aspettarti a braccia aperte?

    Una risata mi soggiunse, quasi naturale, quell'idea mi sembrava più che divertente anche ripensando al discorso fattoci dal nostro leader solo poco prima. Ora in un certo senso senso lo capivo molto meglio e non potevo che dargli ragione vista la piega presa dagli eventi. Ma non avrei ne permesso a lui di avere conferma dei suoi dubbi su di me, ne alla cyborg di avere la meglio. Mi preparai quindi a riprendere lo scontro da dove ci eravamo interrotti, più carico che mai e pronto a tutto, intenzionato a concludere quel maledetto scontro. Feci quindi un respiro profondo ed assunsi una particolare posizione, protratta in avanti e con la mano destra ben salda su una delle mie spade.

    Fatti sotto!

    La provocai mentre si apprestava a deporre la sua arma ed assumere una particolare posizione, stava facendo qualcosa e qualunque cosa fosse stata, per me non sarebbe stata carina, tentai quindi di dare fondo a tutta la mia capacità di anticiparla, grazie non solo alla mia innata, ma anche grazie al mio addestramento che mi aveva inculcato come muovermi in questi casi. Scattai alla massima velocità, katana in pugno, con il chakra Jinton già pronto ad avvolgerla e pervaderla in tutta la sua lunghezza ed oltre. Se la mia azione fosse andata a buon fine, avrei quindi interrotto sul nascere il completamento di quei sigilli, la mia avversaria sembrava però sapere molto bene di cosa ero capace e, pronta all'evenienza, apportò il jutsu con l'altra mano. Non potei far nulla quindi, se non assistere al formarsi di una nebbia verdastra che, senza indugio, si sarebbe condensata in numerose mani armate di lance.

    CITAZIONE
    Tecnica delle mille lance acide! Sei un patito delle armi, vediamo che farai ora!

    Mi trovai quindi circondato da quella moltitudine di armi pronte a trafiggermi, ma non mi sarei dato per vinto, avrei invece cercato di sfruttare la mia grande mobilità aerea nonchè la capacità di spazzare via armi e jutsu solidi con le onde d'urto generate con i miei spostamenti, talmente rapidi da lasciare dietro di loro immagini residue, per aprirmi un varco verso la salvezza, a quel punto avrei tentato il contrattacco, questa volta al massimo della mia velocità d'azione possibile, sfruttando anche un'ulteriore incremento di prestazioni tramite il chakra!

    Urakasumigiri!!!

    Se fossi riuscito nella manovra, destreggiandomi tra i colpi, ed arrivando a poter colpire il mio avversario, avrei abbattuto su di lei tutto il potere delle mie cinque lame diramate! Se nemmeno questo fosse bastato a mettere un freno alle arie di quel nemico, le mie opzioni si sarebbero drasticamente ridotte!

    Ren Natsume

    Azioni:
    Mantenimento Status Supersonico - 55 - 45
    Espansione diramazione + Jinton Avalon - 25 - 25
    Diramazione Katana aumentata + Jinton - 25 - 25 - 25
    Intercettazione Stile Iai -10
    Decapitazione della Nebbia + Corpo sfarfallante + Zanzo + Sforzo Max - 39 - 5 - 18 - 18 - 50

    Resistenza 292 - 15 - 45 - 10 - 39 -5 - 18 - 50 = 110
    Stamina 299 - 25 -55 - 25 - 75 - 5 - 18 = 96

    Note:
    ok... semplice e doloroso...
    Sia lo Iai che la decapitazione hanno la diramazione massimizzata Status SUpersonico ed il bonus da Arma Umana. La decapitazione anche corpo sfarfallante e Zanzo... Santi e Madonne xD
     
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    Yuugi Miyazaki ▪ Link Scheda

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    La situazione stava pericolosamente precipitando a nostro pesante sfavore: non solo la nostra offensiva combinata ebbe ben poco effetto, ma il cyborg capo aveva attivato una sua sorta di modalità che ha chiamato Storm Reactor...e che mi aveva fatto capire che il capo sapeva usare una tra le innate più pericolose conosciute: il Ranton, l'Arte della Tempesta. Dal suo corpo cominciò a circolare un'energia potentissima, scintille che scoppiettavano dal suo corpo. Il suo 'collega' - dopo essersi liberato dalla mia calce - si teletrasportò grazie ai suoi insetti qualche metro più indietro rispetto al capo.

    Io, rispetto ad Atshushi-san, mi trovavo alcuni metri più indietro; osservando la situazione attuale e come la nostra offensiva si rivelò pressochè inutile mi fece piombare in uno stato al limite della disperazione: se neanche Atshushi era riuscito a colpire anche uno solo dei due cyborg...io ero messo ben peggio in quanto sentivo già di avere un piede - anzi, due - nella fossa. E ora mi ritrovavo letteralmente tra l'incudine e il martello: da una parte, gli insetti che sopraggiungevano verso di me e dall'altra un'enorme pantera nera di puro chakra Raiton: riconobbi subito che si trattava di una delle tecniche più letali della sua categoria...lì decisi che mi sarei giocato il tutto per tutto. Sapevo fin dall'inizio che non sarebbe stata una missione facile, anzi - il solo fatto di infiltrarsi ad Ishivar l'aveva resa la missione più ardua e pericolosa che io ebbi mai intrapreso finora. Ed essere davanti ad un muro insormontabile quale era la potenza dei cyborg...mi spronò più che mai a darci dentro! E anche se quella poteva essere l'ultima tecnica che avrei lanciato, beh...sapevo che sarei caduto combattendo fino all'ultimo!

    Sono sicuro che da qui non ne uscirò vivo...ma lo avevo messo in conto quando ho accettato questa missione...e se devo crepare, lo farò come speravo: combattendo fino all'ultimo! Metterò tutto me stesso in questo disperato scontro che DEVO vincere, a qualunque costo!

    Presi il coraggio a due mani: il calore della mia armatura lavica, mia fedele compagna, si intensificò drasticamente tanto che il calore emanato era capace di poter sciogliere qualunque cosa mi fosse arrivata troppo vicino, per cui avrei tentato di sfruttare il calore della stessa per cercare di sciogliere la formazione affusolata di insetti. Nello stesso istante, dopo la composizione del sigillo della Tigre, avrei cercato di richiamare il chakra Katon in modo da tentare di sparare ben 5 enormi e poderosi proiettili draconiani infuocati che avrebbero dovuto andare a scontrarsi con la pantera nera che era diretta contro di me: in quell'ultimo, disperato tentativo guidato dal mio istinto di autoconservazione misi tutta la potenza di cui potevo disporre, consapevole che forse non sarebbe bastata...e anche consapevole più che mai del fatto che io non volevo morire lì, per mano di quegli insulsi cyborg, nella terra di un assassino e di un killer...no...non volevo morire lì e non sarei morto lì! Avrei continuato finchè il mio corpo me lo avrebbe permesso! Perchè questa era la volontà del mio villaggio, trasmessa di generazione in generazione fin dalla sua fondazione...la Volontà della Roccia! E ora, in quel momento, come mai prima, ero più fermo e convinto che mai nonostante la situazione al limite dell'apocalittico.

    E sia, maledetto - la tua pantera nera contro i miei draghi infuocati! Ora o mai più, e che il destino decida che ne sarà me...
    Stamina: 610-70-50= 490/700
    Resistenza: 364/400

    Equipaggiamento:
    Coprifronte di Iwa [+30 Protezione Testa]
    Guanti Placcati [+50 Protezione Mani, Kobashot su mano dx]
    Giubbotto Ninja [+100 Protezione Busto; Resistenza attuale: 46/100]
    Calzari da Combattimento [+60 Protezione Stinchi]
    Borsello Porta-Oggetti su coscia sx (Tonico Coagulante x3, Tonico da Guerra x2, Monocolo Telescopico)
    Taschino Porta-Armi su fianco dx, dietro (5x Kunai)
    Ricetrasmittente Seras su occhio sx [Attivata]
    Mantello Mimetico [Copre tutto il corpo di Yuugi]

    Azioni:
    - Mantenimento Armatura Lavica;
    - Tecnica della Melodia del Drago di Fuoco (Ryuuen Houka no Jutsu) [-70] con sforzo extra massimo [-50] contro il Black Panther sparato dal cyborg capo.

    Bonus:
    - Maestro dei Ninjustu I (Fontana): sconto di 5 punti Chakra su tutte le tecniche non elementali e di Clan/Innata

    Malus:
    ///

    Note:
    - +1 Mantello Mimetico dalla bottega di Ren (da pagare!)

    Probabilmente sarà l'ultimo post con Yuugi...Il mio è un tentativo disperato di non lasciarci le penne! Comunque vada, per me è stato un piacere ruolare con Yuugi (anche se ahimè, poteva durare di più...) Detto ciò...Steg, a te l'arduo responso! :hat:

    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    VI



    Quell'improvvisa esplosione di potere ribaltò nuovamente l'esito della battaglia. Se Atshushi era uno dei pochi eletti a saper sfruttare i poteri del chakra eremitico, quel cyborg pareva anch'egli detentore di un macabro potere in grado di amplificare i suoi poteri artificiali.

    "E così anche loro sono in grado di potenziarsi durante uno scontro. Molto male, non me lo aspettavo."

    Kirito, il capo cyborg, si era portato alle sue spalle, eludendo il tentativo di tecnica sigillante compiuto dallo special jounin di Kiri. Avvertendo quella robotica presenza alle sue spalle, un brivido di freddo strisciò lungo la schiena di Atshushi. L'aria si era fatta densa e pesante, perturbata dall'energia promanata dal cyborg. Se il potere di Atshushi rappresentava quiete ed equilibrio degli elementi, quello del cyborg era l'esatto opposto: una vera e propria furia tempestosa si diramava da ogni parte meccanica del cyborg, con lo scuro acciaio percorso da vene di un blu acceso.

    Le orecchie fischiavano ancora a causa del violento impatto tra il rasenregan del kage bunshin e il jutsu a base elettrica del cyborg. Possibile che fosse riuscito a vanificare con tanta facilità la tecnica non eremitica più forte in suo possesso? Evidentemente sì, perchè il cyborg bianco uscì illeso grazie all'aiuto del suo capo, lasciando Atshushi e Yuugi separati e in balìa dei loro avversari.

    Atshushi si era voltato immediatamente, richiamato all'attenzione con scherno dal suo avversario, potendo assistere a quella scena prima che il clone sconfitto lo arricchisse con la sua prospettiva degli eventi. Il Cyborg potenziato era come un cataclisma disceso da un mondo divino per punire l'inettitudine del kiriano.

    Ora, in quella situazione, non avrebbe potuto fare nulla per difendere Yuugi. Il cyborg parve leggergli la mente perchè si preparò subito a lanciare un'offensiva contro il chuunin di Iwa. Una pantera di nera elettricità cominciò a correre famelica sul soffitto, pronta a piombare su Yuugi. Atshushi strinse forte i pugni e chiuse gli occhi cercando una soluzione. "Respira..."

    "Tentare di intercettare l'animale elettrico sulla sua traiettoria zigzagante era pericoloso perchè avrebbe comunque il rischio di ferire ugualmente il suo compagno di squadra. Qualsiasi tecnica o strategia atta a colpire o a spostare Yuugi prima che... ma certo!"

    Con una scatto istintivo, una minuscola dose di chakra corse ad animare il cavo d'acciaio. Avrebbe cercato di lanciarlo sulla scia della bestia nera seguendone l'irregolare traiettoria e, qualora l'avesse raggiunto, l'avrebbe stretta in una morsa, sperando che ciò sarebbe bastato ad arrestarne la corsa e a causare la dispersione dell'energia elettrica.

    Atshushi era determinato a non voler lasciare indietro nessuno dei suoi compagni e quel disperato tentativo di aiuto rivolto a Yuugi ne era la prova. Aveva percepito una strana presenza nel muro alla sua destra e forse sarebbe stato opportuno investigare su cosa fosse. Era come una piccola sfera delle dimensioni di un pugno incassata dentro la parete, al riparo da sguardi indiscreti ma non dalle capacità sensitive di un sennin. Forse sarebbe stato meglio cercare di colpirla o capire di cosa si trattasse, ma per farlo avrebbe avuto bisogno di tempo, ma quel tempo lo dedicò alla difesa del suo compagno.

    "Sono un idiota. Se anche lo salvassi ora, fino a quando questi due non vanno al tappeto non saremo mai salvi e io non salverò proprio nessuno. Quanto maledizione ci mette Gamabunta ad arrivare qui?"

    Mentre il pensiero di arrivare a quel maledetto affare misterioso si faceva sempre più opprimente, al punto da far sorgere dubbi sull'opportunità di aver preferito il tentativo di aiutare Yuugi alla risoluzione di quel mistero, il Cyborg preparò la sua prossima mossa. Un ingente ammasso di chakra si accumulò su una delle sue mani, creando un alone blu scuro intorno ad essa. Il pugno era chiuso, eccezion fatta dell'indice che puntava in avanti. Con un movimento felino si scagliò contro Atshushi, indicandolo con quel dito ricoperto di chakra. L'energia avvolta intorno alla mano si allungava proprio in corrispondenza dell'indice, come a formare una lancia di terribilmente acuminata e pericolosa. Si trattava probabilmente di una tecnica raiton di altissimo livello e, come tale, avrebbe avuto un angosciante potere perforante.

    Mille soluzioni passarono nella mente del ninja, ma nessuna sembrava quella giusta. Se avesse fallito nuovamente, ci avrebbe rimesso la vita, ma assieme a lui sarebbero morti tutti gli altri membri del team. Ma era ancora troppo presto per disperare. Tempo addietro, Atshushi si sarebbe già arreso, ma l'incontro con i saggi dei rospi lo aveva profondamente cambiato. Finchè aveva il chakra eremitico in lui, sentiva di essere invincibile e nulla avrebbe scalfito il suo granitico spirito. Gli occhi di un sennin non provano mai paura o riluttanza, questo era il suo motto. Una frase prese forma nella sua mente, separandosi da quel caos di idee confuse.

    “Per essere dei grandi leader è necessario diventare studiosi del successo e il miglior modo che conosco è quello di conoscere la storia e la biografia degli uomini che già hanno avuto successo. Così la loro esperienza diventa la mia esperienza.”

    Aveva letto chissà dove questa massimo, ma grazie ad essa ricordò un passaggio della storia di uno dei suoi più antichi antenati. Durante la quarta grande guerra ninja, combattè contro uno dei raikage del passato. Egli sembrava invincibile, nessun jutsu pareva scalfirlo minimamente e non soltanto perchè era un edo tensei, ma proprio per la sua intrinseca robustezza e resilienza fisica. Si narra che l'avo dell'Uzumaki riuscì a sconfiggerlo ritorcendogli contro uno dei suoi stessi attacchi. Per farlo, sarebbe bastato...

    Vedendo il cyborg scattare sul soffitto con la lancia di chakra che avrebbe potuto trafiggere e uccidere Atshushi con la stessa facilità con la quale si taglia il burro, egli richiamò il chakra nel palmo della propria, quella opposta rispetto a quella dell'avversario. Il tempo stringeva e i voli pindarici erano da rimandare a momenti più tranquilli. Oltre al cyborg capo, anche il piccolo cyborg (come aveva fatto a diventare così piccolo?) stava tentando di attaccare il kiriano con una nube sinuosa di piccoli insetti meccanici.

    Con gli occhi arancioni di un sennin avrebbe visto ancora più chiaramente il chakra oltre il dito e avrebbe scelto il momento migliore per effettuare una torsione del busto verso il basso, che in quell'anomala situazione corrispondeva al soffitto, e slanciare il braccio, con il rasengan vorticante sul palmo, verso il braccio del cyborg. Avrebbe mirato poco sotto l'attaccatura del gomito, lì dove comincia l'avambraccio. La forza del rasengan avrebbe fatto schizzare verso il corpo avambraccio, mano, dito e la lancia di chakra, andando a trafiggere il suo stesso utilizzatore. Subito dopo avrebbe fatto leva sulle gambe, cercando di schizzare via da lì, puntando a raggiungere il luogo nel muro in cui aveva avvertito una piccola presenza, ancorandosi con mani e piedi ad esso, come un ragno. In tal modo avrebbe tentato di schivare definitivamente gli insetti che lo avevano alla calcagna, i quali sarebbero dovuti entrare in collisione con l'altro cyborg. Una serie di mosse molto audaci, ma la fortuna aiuta gli audaci.


    Atshushi
    Resistenza: 976-1=975
    Stamina:363+373=736-5-18-50=663
    Azioni:
    - Tecnica delle stretta d'acciaio (tutto il cavo necessario)
    - Rasengan +sforzo extra max
    - Schivata

    Kage bushin #4
    Vigore: 488
    Stamina: 373


    Note:

    Abilità passive:
    Concentrazione del chakra
    Jutsu ad una mano
    Riverbero del Chakra
    Resistenza alle Illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle
    Nautilus II° Livello: Anemone di Mare
    Sennin mode 2/4
    - +107 in cc, pm, ff e ag
    - 1/2 costi stamina delle tecniche non sennin
    - Sarà possibile percepire qualsiasi presenza nel raggio di 1 km
    - Danno calcolato con PM/1,5 o FF/1,5


    1) Gamahiro
    Resistenza: 760
    Azioni:
    -
    2) Gamaken
    Resistenza: 796-4=792
    Stamina: 100
    Azioni:
    - altri colpi fino ad aprirsi un varco in soccorso di Yuna
    3) Gamabunta
    Resistenza: 796
    Stamina: 500
    Azioni:
    -


    Edited by tisy16 - 2/2/2021, 08:34
     
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    Nell’anno trascorso dopo la battaglia contro Killia e il famoso meeting dei capi villaggio a Kiri non era accaduto granché, o almeno non per gli altri. Le settimane e i mesi volarono rapidamente in quel del continente Meridionale, dove le voci sulla Regina dei Pirati e l’alleanza con l’Osu avevano fatto il giro del mondo spaccando in due l’opinione pubblica sia in mare che in terra. Ove per alcuni la cosa non avrebbe portato niente di nuovo e la mescolanza con i terraioli avrebbe comportato nient’altro che guai, per altri c’erano emozioni più positive cadenzate dal ritmo con cui le imprese e le conquiste sarebbero arrivate. La contesa per i tesori inafferrabili delle terre Ninja, l’unione con la parte di soldati che fino a prima dello scioglimento delle varie sezioni dell’Osu era incaricata di cacciare i pirati, gli scambi e gli agganci politici facevano gola a chiunque possedesse anche solo una briciola del sangue dei pirati. Dopo un paio di giri in mare, la nave di Trofnir era attraccata nei pressi di un’isola poco frequentata nell’arcipelago delle Onde, molto a nord del paese del Vortice. Ero già stata lì per delle cure e ci tornavo volentieri ogni tanto, per un check-up dell’occhio che sfortunatamente rappresentava ormai un handicap da anni. Sentivo il formicolio della pelle scura solo nella notte o all’interno di banchi di nebbia ove l’alto tasso di umidità faceva più male che bene alla cicatrice; con la definizione ancora più marcata delle ultime linee del viso e dei tratti femminei ma spigolosi oltre che tipici del sud, la cicatrice pareva quasi essersi estesa di un millimetro in lunghezza ma fortunatamente tutta la carne aveva fatto lo stesso, permettendomi di sentire poco dolore sia di giorno che di notte. Respiravo l’inverno pungente con visibile fastidio, dato che il freddo non piaceva a nessuno ed era strano ritrovarmi preda delle temperature rigide, forse anche troppo. Il brandy accompagnava anche quella giornata apparentemente normale sull’imbarcazione, un nettare che a velocità liquida scorreva in gola con i suoi pregi e i suoi difetti, miscelati insieme per donare sensazioni di tranquillità. Alcuni suoi uomini stavano tutti imbacuccati per terra e accerchiati attorno a delle casse messe insieme per formare un palco, con le orecchie protese ad ascoltare la canzone di Killia. La donna, un tempo mukenin tra le mura di Kiri, era divenuta una donna libera a seguito della sua sconfitta e benché si fosse dimostrata riluttante in più occasioni, arrivando persino a mettersi contro di me per provare a tradirmi, non era mai riuscita nell’intento di darmi il colpo di grazia o di fuggire. Al tempo stesso io non avevo mai cercato di farle del male, né m’ero rivoltata contro di lei ricorrendo al risveglio come nella prima battaglia; non volevo abusare di quell’abilità per paura delle conseguenze, rappresentava solo il mio “pugno di ferro” contro individui che ritenevo meritassero un giusto castigo.

    Vuoi dare forfait?

    Sfarfallai le palpebre liberate dalla pressione del monocolo e della benda nera, mentre il sorriso sghembo trapelava limpido sotto la punta del naso alla vista dei dadi lanciati su una postazione da gioco anch’essa fatta da casse di legno. Avevo difronte niente poco di meno che Ozen in quel pastrano lugubre che le dava una sorta di gobba puramente di facciata, capace però di assoggettare i clienti e allargare la sua ombra rendendola a dir poco giunonica. Il piccolo messaggero curioso se ne stava lì lì a studiare le regole del gioco e ad assistervi, con un’intelligenza e una sagacia che nell’insieme avevano fatto di lui una sorta di assistente della donna. Servendosi delle monete come scusa per i suoi servigi aveva visto operazioni su operazioni fatte dalla donna verso i tanti pazienti che veleggiavano lì da quelle parti e sapeva tante di quelle cose che i bambini della sua età non avrebbero mai potuto imparare nemmeno dalla pura teoria.

    E’ quasi più complicato di una craniotomia retrosigomidea, ma un modo deve esserci.

    Bisbigliò dopo un grugnito di sconforto, puntando alla fronte l’indice lungo e bianco come il gesso, toccando col polpastrello la pelle inspessita a poca distanza dall’attaccatura dei capelli. Le vene attorno agli occhi si fecero più rosse e marcate, assumendo l’aspetto di sottili radici immerse su un suolo innevato e confluendo verso l’iride di nero catrame. Uno sbuffo di attesa mise il ragazzino sulle spine, tant’è che le sue piccole mani cominciarono a spingere più a fondo sui talloni incrociati permettendo alla sezione superiore del corpo di proiettarsi verso il banco da gioco e non perdersi nessuno step del lancio dei dadi. Il gioco, molto in voga tra i pirati, era chiamato “Orlog” e banalmente si basava sul portare, attraverso le combinazioni dei dadi, la vita avversaria a zero a partire da quindici. Nelle prime battute ci eravamo contese una battaglia fatta di minuziose scelte strategiche, lei più di me aveva ricorso all’attacco, ma alla fine dei conti riuscii a ritrovare il vantaggio e a dilatare sempre più la differenza di vite rimaste. Quando scagliò i dadi con una torsione del polso destro sbiancò ancora di più dinanzi al risultato, sicché la concatenazione di mosse prettamente difensive da me attuata la misero in una posizione talmente scomoda da non poter trovare risposta a mente lucida.

    AhAh! Ho vinto io, batti cinque ragazzino!

    *Clap* E lo scambio ci fu per davvero, perché entrambi fummo colti dall’impulso di festeggiare la vittoria contro una donna dall’intelligenza inumana.

    Non festeggiare molto tu, o la prossima volta rimarrai fuori dalla porta.

    Non voleva sembrarlo, ma ad Ozen quel bambino piaceva così tanto che quasi per lei era diventato un figlio più che un cane randagio raccolto per strada. La dottoressa mi raccontò dei suoi esperimenti nella biomedica, nei trapianti e nell’occulto, così tanto proibiti da averla cacciata dal reparto medico del villaggio del Fulmine ed etichettata a mukenin. Aveva continuato a sperimentare sul proprio corpo i risultati dei suoi test, giungendo all’imprevisto di non poter dare vita a nuova vita se non artificialmente. Eppure, piuttosto che creare bambini in laboratorio o iniettarsi strani intrugli colorati nel ventre aveva scelto di prendere quel nanerottolo sotto la sua ala, legandosi a lui e rinnegando frontiere proibite a cui avrebbe tranquillamente potuto accedere. Ad un certo punto il rumore degli stivali di Trofnir giunse ad infilarsi nel contesto come un martellio sempre più forte, costringendomi a voltare il capo in sua direzione e a scorgerne il moto fulmineo della mancina e della lettera scagliata come un coltello. Volò con una rotazione fino a scomporre la posizione di alcuni dei dadi di legno e si fermò nel mezzo di quel puzzle con l’arroganza di chi ha desiderio di farsi notare, di rubare tutte le attenzioni.

    Volevo fare un lancio ad effetto e mi sa che ci sono riuscito!

    Prese una cassa anche lui con fare brusco, accostandola alla sinistra del bambino e prendendo celermente posto attorno al tavolo delle riunioni, con il consueto sorriso sardonico e la faccia di chi pare sempre viaggiare per mille pensieri e lavorare su tattiche di guerra atte a seminare i nemici di dieci passi.

    Mi sono preso la briga di leggere anticipatamente quella lettera, scusa ma sai che sono troppo curioso! Voglio proprio vedere che faccia farai quando la leggerai.

    Mh.

    Un unico verso fece rotta dalle labbra accollate e la fronte corrucciata, un solo suono prodotto da una spinta interna della gola. Misi mano a quella busta sfilando rapidamente il foglio contenuto al suo interno, mettendo la prima da parte, accanto alle pietruzze usate per contare le vite rimaste durante il gioco e focalizzando sulla seconda la più profonda attenzione. L’interesse cominciò a crescere sillaba dopo sillaba, tant’è che di riga in riga il cruccio scomparve come neve disseccata al sole rovente e i primi dubbi sul contenuto della missiva si tramutarono in domande pesanti quanto incudini. Tra le più gettonate c’erano: perché rischiare per una situazione che potrebbe essere una trappola? Perché dovrei entrare nel territorio di un nemico da cui avrei preferito rimanere il più lontano possibile? Perché la risposta alla volontà di un incontro è arrivata così tardi? Quali sostanze usa la Regina dei Pirati? Se avessi trascorso il mio tempo a trovare una risposta per tutte sarebbe passato un altro anno probabilmente.

    Pensavo avesse più pa**e questa Regina dei Pirati, a quanto pare abbiamo a che fare con un’altra persona che non schioda il culo dalla sua poltrona. Se non ci fossero gli Ishivariani di mezzo avrei giù buttato questa carta nel primo bidone della spazzatura, ma a quanto pare il problema si sta facendo ancora più serio.

    Che ti importa degli Ishivariani?

    Il silenzio crollò su quel crogiolo di vite come una scure e l’imbarazzo si riversò negli sguardi di Ozen e del ragazzino, controbilanciando quella crudeltà pungente del pirata senza labbro. Fu nel teatro del silenzio che posi le braccia al lato e mi sollevai dall’appoggio con vento a ferire il visto, avvicinandomi al bordo dell’imbarcazione per guardare un punto casuale dell’orizzonte ed emettere un sospiro.

    Benché io non conosca più di tre ishivariani in croce preferirei non vedere un altro popolo distrutto come sono stati distrutti i pirati di Barbakos. Ho da tempo delle domande da fare ad alcuni Ishivariani sul Risveglio e se riuscissi a prelevarli da quel posto probabilmente potrò avere anche le risposte che cerco e magari anche l’incontro con quella donna. Inoltre…

    Di riflesso la lingua uscì lesta dalla bocca umida per cercare il contatto con le labbra e poterle lubrificare di conseguenza, scivolandovi in senso orario fino a percorrere tutto il perimetro e tornare dentro. Legandole nell’istante seguente sentii forte e chiara l’umidità sulla carne, quest’ultima non era nemmeno così tanto appiccicosa e velocemente fu assorbita lasciando unicamente la sensazione di benessere.

    Potrò dare delle nuove mani a quella lì e non sentirla più lagnarsi nel sonno. Almeno così la notte potrò avere il silenzio che cerco.

    Appoggiai il busto in avanti, sul legno, servendomi delle braccia che subito piegai. I diversi strati della veste andavano e veniva con la stessa frequenza, dondolando verso est ove il vento si dirigeva, orientando anche le onde che si scontravano di volta in volta contro la chiglia. Tutti tacquero ma non perché il mio discorso li stava turbando in qualche modo, dopotutto si trattava di “criminali”; le persone con cui avevo a che fare non servivano le forze intransigenti del bene ma facevano tutto per la propria libertà e per quella dei migliori offerenti, mollando ai posteri i rimasugli, le monete di poche valore e i giocattoli rotti.

    In ogni caso avvisami se dovessi spezzarti di nuovo le braccia, sarò pronta a curartele dietro compenso. Su piccola pulce, torniamo a lavoro.

    Ozen levò le tende in poco tempo, avendo trascorso la lunga pausa caffè in una partita sfortunata. Se ne andò com’era venuta, scomparendo in uno sbuffo di fumo color catrame seguita a ruota dal suo piccolo elfo, che svelto di gambe aveva già percorso quindici metri nel tempo di un mio respiro. È a lui che portai gli occhi abbandonando la visione di quel punto luminoso all’orizzonte, visionandone con un’aria quieta l’incedere allegro e facendo un tuffo nei ricordi dell’infanzia in cui anch’io ero solita scendere con così tanta foga per non abbandonare mia madre o gli altri membri dell’equipaggio. Poi la testa si mosse ancora come un chiodo dalla capocchia storta, battuto con veemenza e in maniera errata, trovando l’ombra della lettera ben più vicina di quanto mi aspettassi, di quanto volessi davvero. Scannerizzai abbondantemente il suo contenuto per non tralasciare una singola lettera e nessun passaggio, portando e riportando il piede destro ad accavallarsi davanti al gemello e dietro, respirando dalle narici dilatate il profumo della salsedine sul legno e l’odore della triglia grigliata.

    Di solito non mi curo di queste cose, ma voglio chiedertelo: non pensi che possa essere o diventare una trappola per te?

    Il vecchio -che tanto non lo era ma aveva più rughe dei quarantenni – si accostò a me con un’aria quasi paterna, mantenendo il suo fare baldanzoso nel tono di voce e in parte della sequenza di smorfie. Fece un rapido giro prima di raggiungermi e stanziarsi a sinistra, con la schiena rivolta alla parete e un’armatura scura a proteggergli la sezione superiore ad esclusione delle braccia.

    E’ possibilissimo, ma noi pirati amiamo il rischio, è nel nostro sangue mirare a conquiste sempre più alte e anche se non mi interessa della fama non posso fare a meno di pensare che la nostra vita sia arricchita da correnti che nessuno può fermare e che prima o poi attraversano ogni nativo dei mari. E poi sono pur sempre la figlia di mia madre e non voglio essere da meno di lei!

    L’unica risposta alla consapevolezza fu la risata ingenua che nacque dal cuore, il prodotto della tensione accumulata per una stupida lettera. Nel momento in cui pensavo a mia madre e al passato finii per provare emozioni che la vita da ninja mi strappò dal petto, che non scomparvero nemmeno quando mi mossi dal bordo per sgranchirmi le gambe e incrociare gli occhi dell’uomo, senza verbiare nulla di inutile. Ciò che volevo veramente dire rimase incorniciato nella trafila di denti atta a dar anima al sorriso, nello sguardo fiero e nel resto dei tratti somatici con cui provai a garantire nuovamente la mia appartenenza a quel mondo. C’era molto lavoro da fare, artiglieria pesante da comprare e migliorie da apportare e nemmeno un attimo di tempo da perdere!



    7fkD
    Mi agghindai bene per l’occasione, talmente bene da sembrare una persona diversa ed estranea. La benda nera marcava l’occhio bruciato per nasconderlo al mondo, scendendo in obliquo a tagliare un lato del volto, mentre il monocolo fotografico vestiva l’altro lato. L’incarnato scuro del viso fu ulteriormente coperto dall’uso della maschera respiratoria, un pezzo di ferro adottato per quelle situazioni scomode, forse inutile per prevenire gli effetti dei veleni data la presenza di insetti adatti a svolgere il lavoro di depuratori e guaritori ma perfetta per evitare circostanze scomode. A fasciare le forme del corpo decisamente più sviluppate di quelle di una ragazzina c’era un lungo giubbotto nero dotato del tipico cappuccio pesantemente riempito di pelliccia e ampi bottoni simili a monete contraffatte, un tubino giallo con un pattern zebrato lì sulla zona dei seni e una fascia scura a stringere il busto. Delle calze scure sul modello tipico delle “parigine” avvolgevano le gambe con una classe che raramente volevo esprimere e i Grinder, i magici stivali di Ishivar, davano un tocco più “glamour” all’intero quadro. Mi armai di ogni strumento a mia disposizione, dal rotolo contenente le armi più ingombranti e infilato in una cintura trasversalmente allacciata, ai borselli e all’amplificatore, senza dimenticare nulla. Killia era riluttante all’idea di combattere al mio fianco ed ero al corrente di quanto veloci viaggiassero le opzioni di fuga nella sua testa, ma con la promessa di nuove dita acconsentì dopo essersi preparata a sua volta con abiti più pesanti e le armi per lei necessarie a combattere, appropriandosi in più del mio mosquito in maniera da usarlo in caso di fuga.

    Poggia la mano su di me, qualsiasi andrà bene. Tecnica di Nascondiglio di rospo.

    Rilascia una stilla di energia in un punto ai miei piedi, tenendo presenti le coordinate della lettera stipata nel taschino destro del giubbotto ninja esteticamente riadattato: un rospo sarebbe dovuto apparire in breve tempo sulla pavimentazione della nave, fungendo da portale per un teletrasporto rapido nei pressi della zona designata. Ignare entrambe della situazione nel quale ci saremmo imbattute, non restava che sperare in un viaggio comodo e asciutto, alla massima velocità. Come si soffre del mal di rospi?


    Lìf
    R: 1000/1000
    S: 1000-1=999


    AeJ:
    Nascondiglio del Rospo


    •Status corrente:
    //
    •Capacità varie:
    {Conoscenze Orientative e geografiche Liv. I}
    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
    {Oratorie e Popolari Liv. II}
    Licenze
    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
    {Chiropratico - Conoscenze anatomiche acquisite}
    Maestrie
    {Combattente ad alta Tossicità Liv. I}
    {Maestro dei ninjutsu Liv. II}

    •Gadget:
    [Monocolo Fotografico - Occhio Dx]
    Maschera subacquea (indossata)
    Carta bomba*5
    Tonico da guerra*4
    Tonico coagulante*5
    Sonnifero (Dose fumogena)*3
    Filo spinato*30mt
    Uchiha shuriken*5
    Fori d'aria di Zaku [Indossati]*2
    Amplificatore di Dosu [indossato]
    Kobashot (Medio) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Hydra Bikaku:. (Abnorme) - Sigillata nel Rotolo grande
    .:Rotolo di stoffa:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande


    KIllia
    R: 600/600
    S: 700


    AeJ://
     
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    Fatica, tanta fatica per nulla. O meglio, per quel che sembrava un risultato letteralmente lasciato a metà, incompleto, come la sua essenza di Kunoichi che non era altro che qualcosa di rubato a qualcun altro. Ciò che rimaneva lì in sospeso non era che un fantoccio, un araldo del sogno rubato che si reggeva in piedi, ansimante, con il suo chakra ormai disperso a mezz’aria e ormai sparso via in quel vento che lentamente si placò come corretto da una mano materna in carezze sempre più forti e pressanti. Con quel suo cuore la stanza venne a tacere perdendo il suo brio che poco prima placava le sofferenze, le stesse che per ragioni improvvise dovettero essere il centro della sua essenza e di ciò che rappresentava. Doveva immergersi in quel dolore, doveva fare in modo che gli completasse l’animo e si estendesse perfino oltre, lontano, slegandosi al principio metafisico del suo corpo e conquistare l’atmosfera in una tetra e rocambolesca pioggia, ancora una volta. Come un lamento il chakra si dipanò dal suo corpo vibrando in aria come pura emozione tattile, viva, pronta ad inumidirsi e cadere giù come una pioggia fitta, forte, trainata da quell’emozione che viveva costantemente in lei: del resto gli era bastato semplicemente aizzare il suo dolore più grande per sentire i tuoni farsi spazio nel cuore e piovere ovunque. Chissà se quella visione del ragazzino furente poteva essere un deterrente per quella tristezza, eppure non doveva far altro che seguire gli istinti che le consigliavano di mettersi in guardia, di avvertire quel disprezzo e rabbia come un ultimo canto della sua volontà. Era in pericolo di vita e doveva agire al più presto.

    Ragazzino in armatura, muove i robot non ho idea come e crede che siano i suoi amici – la sua famiglia. Usa delle strane..protezioni provenienti dalle sue armature, forti ma sorpassabili. Queste sono tutte le informazioni che sono riuscita a raccogliere, passo e chiudo.

    Le ultime comunicazioni al suo Seras si sarebbero riprodotte fino ai suoi alleati mentre il peso psicologico di affrontare un bambino era chiaramente lì, come una bestia sopita che non attende altro di essere sguinzagliata via per perdere il controllo. Ma era davvero necessario? Lasciarsi andare in mezzo a quel disastro significava mettere a repentaglio fin troppe vite, era corretto mettere da parte ogni Etica per salvaguardare un bene più grande? Non era anche questa etica? Troppi interrogativi le si spezzavano in mano, come quel potere che le sembrava venir sempre meno dalla sua essenza, perdersi nell’acqua che le bagnava il viso ed i capelli, che logorava la tristezza e la spargeva ovunque, anche sul ragazzino che avrebbe sfiorato con la sua pioggia. Ma non c’era molto altro su cui discutere, ogni dado era stato tratto e adesso l’armatura minacciava la sua vita in una nuova forma, una nuova tecnologia che imprigionava le sue speranze in un altro passo avanti a lei, sempre più lontana, nullificando i suoi sforzi e rendendola inerme contro un nuovo attacco. Fortuna che la fiamma della sua Determinazione aborriva anche la pioggia, nemmeno un po’ sporca da quella diatriba mentale s’accese come un fuoco iracondo lasciando che il chakra si sprigionasse ovunque come un’onda irruenta. Le mani si poggiarono davanti alle labbra come una preghiera, un muto insulto a quell’aria compressa nei polmoni e pronti a mischiarsi con una quantità smodata di chakra di vento, l’essenza più caotica ed eccentrica su cui poteva fare leva. Doveva contare su quella ramificazione di sé stessa, doveva imprimere ancor di più delle sue capacità su quell’esplosione che ben presto avrebbe spazzato via l’aria avanti a sé. Un vortice, un cono di pura essenza distruttiva si sarebbe generato dalle sue fauci, una potenza inqualificabile che si sarebbe voluta scontrare con quel raggio della morte, fermarlo, rallentarlo, tentare di smorzare la sua potenza distruttiva per darle il tempo di agire, per lasciar smuovere l’acqua secondo un comando preciso. Oh si, le sarebbe servito semplicemente sfibrare la sua mente oltre ogni limite, ancora una volta, cercando di comandare ogni singola e maledetta goccia d’acqua in una muraglia avanti a sé, proprio a bruciapelo, abnorme nelle sue dimensioni tentando di coprirla il giusto ed essere quanto più spessa possibile. Tra lei e quel raggio doveva esserci quanta più distanza e protezione possibile, doveva salvarsi, vivere, guadagnare tempo e salvare Ishvar.


    Yuna Hittori

    ◕Resistenza: 231
    ◕Stamina: 451-15-60-70-50 = 256

    • Azioni:
    - Attivazione Manipolatore della Pioggia
    - Tecnica della Polvere Esplosiva per rallentare/scontrarsi con il raggio della morte(?)
    - Creazione blocco Abnorme d'acqua, quanto più spesso possibile (?)

    Post schifoso, me ne vergogno. Scusate :rosa:
     
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    La porta del laboratorio crollò di botto quando la mia tecnica si abbatté su di essa. Gli infissi cedettero e l'ingresso venne demolito sotto il peso della forza del mio jutsu, dando modo a me e alle copie di catapultarsi dentro la stanza. Il dottore, probabilmente sorpreso dalla velocità con cui mi ero liberato del mio nemico, non si fece trovare abbastanza pronto e fu colto di sorpresa. Tentò invano di utilizzare un'arma che non sembrava maneggiare abitualmente, finendo per perdersi nella decisione di quale copia scegliere di attaccare. Mentre ancora era intento a prendere la mira, io gli ero già scivolato alle spalle, braccandolo e disarmandolo con una presa al corpo. Lo avevo in pugno, il bisturi puntato alla gola, lo stesso maledetto attrezzo che tante volte egli aveva usato per i suoi terribili esperimenti ora era nella mia mano, con la lama puntata contro la sua gola.

    Ferma tutto! Ferma tutto o ti ammazzo!

    La mia foga era tale che senza accorgermene avevo già affondato parte della lama nella carne. Sentii un rivolo di sangue bollente corrermi lungo la mano per poi gocciare al suolo. Sebbene stessi in ogni modo tentanto di risolvere quella situazione con la calma e la ragione, ciò che il dottore mi aveva fatto aveva talmente scosso la mia mente che a fatica resistevo all'impulso di ucciderlo. Avrei voluto tanto dar lui il colpo di grazia, recidendo di netto la sua gola con un taglio profondo da orecchio a orecchio, ma in cuor mio sapevo che tenerlo in vita mi sarebbe stato molto più utile. Mi calmai con un paio di respiri, allentando leggermente la presa, consapevole che tanto di li non si sarebbe mosso.

    Bravo soggetto 13, sapevo saresti potuto divenire un buon cyborg....

    Basta chiacchiere dottore, ora voglio che tu fermi tutto quello che sta succedendo in questo edificio! So che hai il potere di farlo!

    Vuoi che ti dia una mano? Se mi permetti di alzarmi in piedi lo farò.

    Lo lasciai andare, dandogli modo di mettere mano al computer che gli stava innanzi. Sembrava un avversario ormai sconfitto, era chiaro che non avrebbe potuto rendersi pericoloso, e che in ogni caso alla prima mossa falsa l'avrei ucciso. Quel che accadde in seguito però fu del tutto inaspettato. Il dottore si voltò verso di me, nei suoi occhi una strana calma e un sincero sorriso a dipingergli il volto. Mi guardò negli occhi, poi il suo sguardo si spostò sulla mia nuova protesi, come ad ammirare il suo capolavoro. Dunque il suo sguardo tornò su di me, ma quando capii quel che stava per accadere fu troppo tardi e non potei fare niente per impedirlo.

    Per salvare tutti devi...si, devi... Fury no shōri!

    NOOOO!


    Un braccio meccanico fuoriuscì a gran velocità da uno dei muri della stanza, la cui lama, posta all'estremità, andò a conficcarsi nel collo del dottore. Il braccio era di notevole dimensione e la forza con cui penetrò le membra dell'uomo fu inaudita. Fu un'esplosione di sangue che schizzò in ogni direzione, mentre il corpo quasi decapitato del dottore si accasciò al suolo, col collo spezzato e la carotide perforata. Potei vedere i suoi occhi un'ultima volta mentre crollava a terra, sul volto la stessa espressione apatica e sorridente, quasi divertita, che lo contraddistingueva. Una pozza di sangue si formò al suolo, fino a giungere ai miei piedi. Non provai alcuna pietà, ma nemmeno fui felice.

    Dannazione... Dannazione!!

    Mi arrabbiai parecchio con me stesso per aver permesso che ciò accadesse, ma la mia rabbia fu sostituita immediatamente dalla consapevolezza che ora non potevo far leva sul dottore per liberarmi del cyborg mio nemico, e che se quell'essere mi avesse raggiunto nella stanza, le mie possibilità sarebbero crollate viste le ridotte dimensioni dello spazio in cui mi trovavo. Mi catapultai fuori, convinto di dovermi di nuovo gettare nella battaglia, ma per mia fortuna, quando tornai nel corridoio, fu il silenzio ad accogliermi. A qualche metro dalla porta, ridotto a un cumulo di ferraglie, giaceva ciò che restava del mio avversario. Mi avvicinai e capii immediatamente che, morto il dottore, quell'essere aveva esaurito la sua fonte energetica, tornando ad essere un misero ammasso di ferri e meccanismi senza vita. Ci volle un attimo e mi resi conto che avevo comunque fatto un grande passo avanti verso la libertà. Ero solo finalmente e avevo modo di organizzarmi per cercare di uscire da quella situazione con le mie capacità. Dovevo agire al meglio. Dopo aver ripreso la mia forma umana mi guardai intorno, nella stanza erano presenti numerosi monitor, in cui potevo vedere cosa stava accadendo all'interno dell'edificio in cui mi trovavo. Erano in corso degli scontri tra alcuni shinobi, che identificai come colore di cui stava parlando il dottore, e altre di quelle bestie mutanti comandate dal dottore. Sebbene l'azione negli schermi fu ciò mi saltò all'occhio per prima, poi il mio sguardo si posò su altri schermi, quelli delle stanze dove erano rinchiusi i miei concittadini. La scelta fu facile. Il primo pensiero andò ai mie compagni ishivariani, reclusi nelle stanze del corridoio a quello stesso piano. Analizzando il quadro comandi davanti a me riuscii a capire, dopo qualche tentativo, come aprire le porte senza dover ricorrere alla forza. Raggiunsi le loro stanze, esplodendo di gioia al sol pensiero di potermi riunire a qualcuno del mio popolo. Purtroppo però il mio entusiasmo durò poco. Nonostante i numerosi tentativi di destarli dal sonno, nessuno di coloro che erano stati sedati dal dottore rispose ai miei stimoli. Urlai, li scossi, finii persino col colpirli con forza ma niente, nulla fu sufficiente a farli destare. Nelle varie stanze erano presenti vari medicinali ma non ero a conoscenza degli effetti e rischiavo di far loro del male, se non di ucciderli. Tornai alla sala controllo, e capii che a quel punto l'unico modo che avevo di aiutare i miei compagni era affidarmi a coloro che erano giunti in nostro soccorso. Avrei dovuto raggiungere quelle persone e farmi aiutare da loro, al massimo avremmo portato via tutti di peso, cosa che da solo non potevo certo fare. Ero fiducioso comunque che col loro aiuto sarei riuscito nel mio intento. Perciò mi preparai all'avventura, cercando in ogni stanza qualunque cosa potesse essermi utile per lo scopo. Presi persino una delle giacche del dottore, dunque guardai in ogni cassetto e in ogni scompartimento alla ricerca non solo di armi, ma anche di qualunque cosa potesse essermi utile. Infine afferrai l'arma del dottore, tornai in corridoio e sparai un colpo, verso le mura di fondo, in modo da capire con cosa avessi a che fare. Dunque tornai nella stanza dei monitor, cercando di capire qualcosa della situazione dei combattimenti. Usai la testa, e anziché gettarmi immediatamente nella mischia, passai qualche secondo ad osservare quel che stava accadendo, cercando di capire le capacità dei nemici che stavo per affrontare. Fu in quel momento che la vidi...

    YUNA!!

    Non potevo crederci! Nel gruppo dei miei soccorritori c'era Yuna, una giovane kunoichi con cui avevo condiviso alcune avventure e a cui volevo sinceramente bene. Il fatto che fosse presente scatenò in me una reazione emotiva, ero allo stesso tempo felice e preoccupato per lei. I rumori degli scontri penetrarono i pavimenti di cemento armato e giunsero fino alle mie orecchie, e capii che era giunto il momento di muoversi. A quel punto non potevo più aspettare, e sebbene alla cieca, mi diressi verso gli ascensori, salendovi e azionando il meccanismo di spostamento, nella speranza di giungere in aiuto della mia cara amica.

    Yuna, sto arrivando!!
    CITAZIONE
    Scheda

    Equipaggiamento:
    - Fucile del dottore
    - ???

    Azioni:
    - Colpo di fucile (1 resistenza)

    Resistenza: 598 - 1 = 597
    Stamina: 90

    Resistenza Protesi: 200
    Stamina Protesi: 105

    Note: Visto che l'ho testato Steg potresti postarmi le specifiche dell'arma? Inoltre spero di trovare altre armi, in caso contrario prenderei anche basoni delle scope o robe del genere perchè mi serve qualcosa di media grandezza per azionare alcune tecniche.
     
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    “Un eremita, un cyborg e una piratessa entrano a Lab Ev-1”

    Atshushi & Yuugi

    CITAZIONE

    Responso


    Attacco - Kirito & Titan:
    Kirito:
    Black panther 240+170+120+19+3(d20)+10(maestria)=562 [riesce per supremazia combattiva]
    Mano portatrice della Tempesta 240+175+120+21+13(d20)+20(sforzo extra)=589 [scontro tra jutsu] [dado paralisi (d20)=16]
    Titan:
    Formazione affusolata + carte bombe verso Yuugi [scontro tra jutsu -> con manto lavico]
    Formazione affusolata + carte bomba verso Atshushi [incontrastata -> Atshushi è rimasto nel raggio]

    Difesa - Atshushi & Yuugi:
    Atshushi:
    Tecnica della stretta d’acciaio 322+190+3+17(d20)+20=552 [fallisce per inferiorità combattiva]
    Rasengan 322+190+14+2(d20)+20+30=578 [scontro tra tecniche]
    Schivata [fallisce a prescindere]
    Yuugi:
    Mantenimento Armatura Lavica [riesce a prescindere]
    Tecnica della Melodia del Drago di Fuoco (Ryuuen Houka no Jutsu) [fallisce per inferiorità combattiva]

    Danni:
    Atshushi: (220(danno base) + 90(pm/2) + 90(pm/2 derivati dallo storm reactor) + 180(implemento agl->CnC/2) +20(sforzo extra) + d20) - 28%(deviazione, calcolata con d40) = (609 + 9(d20)) -28% = 618 - 185 = 445 [danni dalla tecnica ranton] -> 75/2 + 65 + 150 + 13 (d20) [danni dalla formazione affusolata e le carte bomba] => 710 [danni finali]
    Yuugi: 150 + 60(pm/3) + 36(maestria fulmine) + 7(d20) = 253 -> 41%(150) + 15%(150) = 84 -> 337 [danni finali]
    Kirito: (306 + 20 + 12(d20)) -37%(d40) - 90 => 113 +10%(vita totale) = 178 [danni finali]
    Titan: //

    Malus:
    Atshushi: -15 a tutte le azioni, -10 Res a turno a causa delle esplosioni, -15 Res a turno per sanguinamento
    Yuugi: perdita dell’udito fino a fine evento

    Commenti:.
    Ho elargito tanti bonus in riuscita, che sono stati contrappesati da una diminuzione del danno del rasengan.
    Zyl, anche se l’armatura lavica blocca a 5 metri la formazione affusolata ti becchi comunque parte dei danni dell’esplosione perché c’è l’onda d’urto + ovviamente i danni ai timpani.

    Nella vita di un ninja la morte poteva sopravvenire in ogni momento. Ogni istante poteva essere l’ultimo di un vita leggendaria, di un vita onesta o di una vita inutile. Sarebbero stati i sopravvissuti a dar valore alle azioni dei morti, ricordandoli e diffondendone la loro storia. E senza testimoni le gesta sarebbero state perdute come lacrime nella pioggia. Piccole fiamme di coraggio che si sarebbero lentamente estinte nell’eco della tumultuosa eternità. Ciascun atto che veniva compiuto aveva un peso nel corso della vita, anche il più sciocco o il più inutile poteva dare inizio ad una serie di reazioni che potevano modificare radicalmente il corso degli eventi. Tutte le scelte effettuate da questi ninja li avevano portati lì, a Lab Ev-1, in quella notte scellerata. Ognuno di loro stava mettendo a repentaglio la propria vita, forse ben oltre quanto si aspettassero inizialmente. Sarebbero stati un giorno ricordati? O sarebbero svaniti dai ricordi e avrebbero vagato come fantasmi senza nome di un’era che fu? Era l’ora di morire?

    Il fulmine si concentrò in un punto e prese forma nella mano del cyborg a testa in giù. Una scarica elettrica gigantesca partì alla carica materializzandosi in una pantera nera. Vano fu il tentativo di Atshushi di fermarla e salvare il suo compagno dalla potenza distruttiva del colpo. La pantera era già partita in direzione di Yuugi quando il filo metallico fu scagliato dall’Uzumaki. Ciò nondimeno il filo volò attraverso la stanza, si avvolse e si strinse attorno al nulla e non poté impedire in alcun modo lo svolgimento della tecnica rabbiosa.

    Lo sguardo di Yuugi era fisso su quel fulmine d’ebano. Il viola dell’iride dei suoi occhi fu illuminato dalla luce tanto che fu accecato da quel potere devastante. Il giovane ragazzo si impegnò a trovare una soluzione. Ma conobbe una sensazione che in tanti stavano provando in tutto il mondo: impotenza. Non riuscì ad eseguire la tecnica katon e perciò fu senz’appello aggredito con ferocia inaudita dalla bestia. La pantera lo azzannò e mandò in tilt il suo fragile sistema nervoso, facendolo stramazzare al suolo come se fosse rimasto stecchito. La conseguente formazione affusolata si avvicinò per finirlo definitivamente ma esplose a qualche metro di distanza a causa del calore del manto lavico. Yuugi era a terra ma il cuore debolmente batteva ancora. Respirava a fatica, non percepiva più nessun suono ma era sopravvissuto.

    La furia della tempesta non si era conclusa così con questo unico colpo. Anzi doveva ancora manifestarsi del tutto. Atshushi non era stato in grado di salvare il suo compagno, colui che aveva deciso di tenersi vicino proprio per salvaguardarlo dai maggiori pericoli. Adesso la sua stessa vita era in grande pericolo.

    La rabbia indomita della tempesta esplose furiosamente e si abbatté sull’Uzumaki. Il ragazzo, seppur fosse un eremita, non era nelle condizioni di resistere ad un potere così tanto distruttivo e si affidò ad un ricordo, cioè alle memorie di gesta passate di un adolescente protagonista di una storia che avrebbe potuto essere cantata per secoli. Il chakra affluì nella sua mano ma il pericolo incombeva minacciosamente! La punta dell’attacco era solo a qualche centimetro dal suo cuore. Poteva già percepire la pressione elettrostatica che l’avrebbe assalito, che gli avrebbe perforato il centro del suo flusso sanguigno. In mancanza di tempo tentò di schivare e sparò un rasengan sul braccio dell’avversario senza che il jutsu si fosse pienamente concretizzato. Però esso fu abbastanza potente da scontrarsi contro l’energia ranton che permeava il corpo di Kirito e da deviarne il colpo verso l’alto. Il dito penetrò di qualche centimetro nella pelle del Kiriano affondando nella scapola e tranciando il muscolo trapezio mancino. Dov’era passato il dito non rimaneva più nulla. Il corpo di Atshushi sembrava fosse stato affettato dalla mannaia di un macellaio che gli aveva mancato fortunatamente il collo. Il sangue colava copioso, scivolando verso il pavimento e sgocciolando accanto all’orecchio. La contemporanea formazione affusolata completò l’opera, attaccandolo ed esplodendo nelle sue vicinanze. Il ragazzo fu così scagliato via dalla deflagrazione e rotolò a terra a qualche metro di distanza. Un’informazione di fondamentale importanza era pervenuta a tutti i presenti: anche un eremita poteva essere sconfitto.

    Eremita, sei una delusione. Sei veramente obsoleto come tutto il resto del mondo ninja. Sei il passato che viene spazzato via del futuro.


    [...Lif entra a Ishivar...]


    All’unisono tutti i dispositivi audio dell’Osu della squadra emisero dei suoni simili ad un interferenza. Le onde si riassestarono solo dopo qualche momento sulle frequenze giuste.

    Squadra, qui è il comando centrale Osu. È in arrivo un intervento esterno organizzato da un nostro alleato. Passo e chiudo.

    Al di fuori della struttura operativa dell’esercito di Fury era appena comparsa Lif Arnbjørg insieme alla sua sottoposta Killia Meitori. Alla sola luce della luna avrebbero potuto visionare la zona e ispezionarla. La piratessa avrebbe rivisto un viso familiare, ovvero Gamabunta, uno dei rospi con cui la ragazza aveva addietro stretto un patto di sangue. Notando che era intento a scoperchiare il tetto di un edificio si sarebbe potuta facilmente avvicinare. Chiedendo direttamente al signore dei rospi avrebbe potuto ricevere alcuni ragguagli sull’esito della missione in corso.

    Con l’ultimo fendente di Gamabunta sì aprì una fessura che avrebbe permesso di vedere l’esito della parte finale del combattimento tra l’eremita e il cyborg. Lif avrebbe visto la velocità d’esecuzione del cyborg e quel chakra blu elettrico sprizzare energico da ogni fessura. Era arrivata l’ora di dare una mano. Era il momento che le forze del mondo libero si congiungessero per affrontare il male comune.

    Ren

    CITAZIONE

    Responso


    Attacco - Nebula:
    Tecnica della bruma [riesce a prescindere]
    Tecnica delle mille lance acide [incontrastata]

    Difesa - Ren:
    Intercettazione Stile Iai [incontrastato]
    Decapitazione della Nebbia + Corpo sfarfallante + Zanzo + Sforzo Max [fallisce a prescindere la schivata, sotto c’è il commento che spiega tutto]

    Danni:
    Nebula: 80+15(d20)
    Ren: 300 + 75(pm/2) + 50(pm/3) + 15(fornace) = 440 => moltiplicati per 2 1.5 per l’immagine residua + 20(d20) [680 danni finali]
    (d100)=61 -> il 75% dei danni ti prende la parte superiore -> 510 -> 64 danni a singolo pezzo d’armatura della parte superiore
    Parte inferiore: 170->42 danni a pezzo, gamba sinistra scoperta.

    Malus:
    Ren: -25 riuscita ad ogni azione con la gamba sinistra; -10 Res a turno (si somma la precedente, puoi sfruttare l’innata per quantomeno fermare il sanguinamento)

    Commenti arbitro:
    Allora roy qui c’è una incompatibilità tra la tua difesa e l’attacco avversario. Non tutte le tecniche possono essere difese nello stesso modo.
    Se ti spuntano decine e decine di lance intorno a te, da sotto, da destra, da sinistra e da sopra, non puoi semplicemente saltare un metro e mezzo (dato che il soffitto è alto circa tre metri e mezzo e il tuo pg sarà intorno al metro e ottanta) verso l’alto per schivarle. (Puoi guardare la tecnica sulla wiki inglese e noterai che è un solo un salto con la traiettoria ad arco che termina sulla vittima, la distanza con l’avversaria è perfino inferiore ai tre metri e perciò non compi neanche questo grandissimo “arco”x).
    So che chiederai un ricalcolo :asd: e per questo ti porto un calcolo preciso al millimetro della distanza che separa il punto d’origine della tua schivata e il punto finale:
    ti muovi 1.5 m verso l’alto, 2.5 metri in avanti (anche se sarebbero potenzialmente meno dato che le spade coprono 1 metro); la distanza è perciò = (1.5m^2+2.5m^2)^(1/2) = 2.92m (totalmente insufficienti per schivare)
    Cioè, paradossalmente ci sei perfino andato incontro a quelle lance che ti spuntavano dal soffitto!

    Qui non c’entrano i calcoli statistici della riuscita, in quanto a numeri sicuramente gli sei superiore, ma è vitale la componente narrativa. Puoi avere anche mille punti in riuscita in più ma se per schivare vai direttamente incontro alla tecnica allora te la becchi in pieno a prescindere dai numeri.
    Per evitarla avresti dovuto muoverti per molti più metri (abbastanza per allontanarti dal raggio della tecnica, quindi, anche se era la nebbia il raggio ed era stato sottolineato più volte dato che era proprio il presupposto per effettuare la tecnica, ti avrei dato per buoni almeno 7-8 metri di schivata), oppure avresti potuto bloccare tutti i colpi con le ben 22 armi a disposizione. Ne avevi di possibilità cribbio! (Schivare con piccoli movimenti del corpo ogni singola lancia te l’avrei dato per buono solo con la maestria delle acrobazie, ad almeno il III Lvl. I movimenti dell’innata jinton non danno malus sulla roba liquida come erano le lance)

    Comunque hai anche usato l’immagine residua, che ti da grandissimi vantaggi in attacco visto che raddoppia i colpi, ma raddoppia anche i danni che puoi subire dalle tecniche ad area, dato che ci sono in pratica 2 Ren in campo. È un rischio elevato tipo il raddoppia a blackjack :asd:, o vinci il doppio o perdi il doppio.

    Il contrattacco ovviamente non avviene perché manca il presupposto basico, ovvero schivare l’attacco avversario.

    Ho tirato un dado per calcolare quanti danni ti avrebbero colpito la parte superiore. Poi ho deciso arbitrariamente che sarebbero stati il 75%, però se preferisci la casualità e la precisione posso effettuare i calcoli con il valore cancellato (o con il vero x2 dell’immagine residua), anche se ti consiglierei di fare prima i calcoli dei danni che riceveresti alle gambe (specie a quella senza protezioni).

    Lo scontro era appeso ad un filo sottilissimo. La tecnica utilizzata dalla cyborg era letale e così anche la strategia difensiva di Ren. Uno dei due ci avrebbe potuto facilmente lasciare le penne.

    Ren vide la sua avversaria preparare una tecnica, osservò con cura il sigillo e senza pensarci due volte sfruttò in automatico il laido dei samurai. La oltrepassò a fil di spada, ma non poté fermare il ninjutsu dato che era impossibile tagliare i circuiti della donna a causa del suo perenne stato liquido, ma comunque la danneggiò. Nebula non percepì il dolore visto che fu prontamente soppresso dal suo stesso organismo meccanico. Ciò nonostante fu in grado di valutare i danni causati da quell’attacco fulmineo ed erano più che sufficienti a richiederle la massima concentrazione. Non poteva permettersi di essere colpita, lo scontro, come le aveva preannunciato il suo leader, si sarebbe potuto veramente concludere con una sola, precisa offensiva.

    In pochi secondi il chakra acido si addensò nella nebbia originatasi attorno a Ren; ogni lato era coperto e doveva sfuggire il più rapidamente possibile al jutsu. Ma evidentemente la provocazione della sua avversaria aveva fatto centro, poiché era riuscita ad entrargli in testa e a radicarsi nelle sinapsi del suo cervello. Le battaglie, prima ancora di essere combattute fisicamente, potevano essere vinte mentalmente, portando l’avversario esattamente al posto giusto nel momento giusto. Così Ren, a testa troppo bassa, schizzò verso l’alto per evitare tutte le lance acide che si stavano condensando minacciosamente sotto di lui. In previsione del successivo contrattacco sfruttò la tecnica jinton dell’immagine residua per raddoppiare la sua presenza e la sua capacità di infliggere colpi. Sembrava rapido, fin troppo rapido per la sua avversaria. Ed infatti era stato sveltissimo a schivare le lance sotto di lui però il salto lo aveva portato dritto nelle fauci delle armi che erano sbucate paurosamente dal soffitto. Forse non le aveva notate, ma questo era un errore imperdonabile che lo portò ad essere inevitabilmente trafitto.

    Il chakra futton lo circondò e avvolse la sua armatura non potendo perforarla direttamente. Sciolse solo uno strato superficiale di essa eccetto una lancia, verde come un prato nel pieno della primavera, che lo infilzò e gli trapassò la coscia scoperta dalla precedente frustata. Nessuna goccia di sangue cadde dalla ferita a causa dell’acido che lo squagliava aggressivamente appena fuoriusciva. Il ragazzo, quasi sconfitto, cadde a terra attutendo con l’altra gamba. La voce della donna si fece falsamente compassionevole.

    Quindi ti sono piaciute le lance?

    Dopodiché la donna si allontanò di qualche metro dal samurai, dandogli parzialmente la schiena. Il predatore non si curava più della preda perché la vittoria era in tasca. Il tono della conversazione si fece serio e pericolosamente oscuro.

    Mi sono divertita con te ma il tempo è scaduto.

    Guardò un ultima volta negli occhi di Ren ed allungò la mano in avanti inesorabilmente. Mostrò il palmo bianco come il latte e del liquido fluì attraverso il braccio, pompandolo e dando origine ad una massa informe simile a ciò che il samurai aveva già potuto vedere.

    Ci penserà lo strisciante a finirti. Io ho altro di cui occuparmi.

    La cyborg toccò il muro e sparì attraverso di esso lasciandosi dietro i soli mugolii della bestia immonda.
    Lo strisciante era costituito da una bocca scheletrica e si potevano addirittura intravedere delle ossa attraverso l’acido. Non aveva gambe e per muoversi strisciava, come anticipava il suo stesso nome. La creatura non aveva nemmeno gli occhi, che erano cavi, ma pareva perfettamente cosciente della posizione di Ren. Avanzò di un metro, poi ebbe alcuni spasmi e vomitò dell’acido che finì fumando sul pavimento.

    Ren era probabilmente ancora sotto shock per causa della violenza del futton nemico. La situazione non per niente delle migliori. A questo punto il samurai era affaticato, stanco e la ferita sulla gamba gli stava mangiando via pelle, muscoli ed emetteva costantemente un fumo maligno. Il ragazzo avrebbe zoppicato e avrebbe sicuramente faticato a correre. Ma era ancora vivo, non era ancora finita per lui. Avrebbe dovuto lottare con tutto ciò che gli rimaneva in corpo.


    Yuna

    CITAZIONE

    Responso


    Attacco - Ender:
    - Cannone di chakra 130+110+19+12(d20)=271 [scontro tra jutsu] [250+7(d20)=257]

    Difesa - Yuna:
    - Attivazione Manipolatore della Pioggia [riesce a prescindere]
    - Tecnica della Polvere Esplosiva per rallentare/scontrarsi con il raggio della morte 120+110+1(d20)+15+5=246 [scontro tra jutsu] [80+35+14(d20)=129]
    - Creazione blocco Abnorme d'acqua, quanto più spesso possibile [fallisce]

    Danni:
    Yuna:257-129=128
    Ender://

    Malus:
    Yuna: -10 a tutte le azioni
    Il cuore della ragazza vacillò per un istante quando vide che il suo letale avversario cyborg non era altri che un bambino. Aveva ancora le fattezze da innocente ma la konohana non doveva lasciarsi trarre in inganno, seppur piccolo era anche un dannatissimo e pericolosissimo assassino! Non doveva ragionare in termini di empatia umana, anche se a prescindere alcuni bambini ninja erano passati alla storia per le loro straordinarie capacità, ma doveva considerarlo come un normale, anzi più che normale, nemico. Un mukenin che non avrebbe minimamente esitato ad accopparla.

    Quando anche l’ultimo cannone energetico fu carico e pregno di chakra il raggio prese finalmente forma. Così balenò un lampo giallo distruttivo che viaggiò dritto per dritto verso Yuna per spazzarla definitivamente via. La ragazza viceversa scelse di difendersi sfruttando il vento, che le era stato un prezioso alleato nel corso di tutta la missione. Utilizzò un ninjutsu potente, forse tra i più forti nel suo arsenale futon, con l’obbiettivo di rallentare il più possibile l’offensiva nemica. Lo scontro tra le due tecniche avvenne a metà strada e durò poco più di un secondo. L’esatta quantità di tempo che servì al raggio di energia per sconfiggere il jutsu di Yuna e oltrepassarlo. Il chakra futon si dissolse e lasciò scoperta la ragazza che fu colpita in pieno da ciò che rimaneva dell’energia del lampo. Non fu in grado di posizionare l’acqua tra se e la tecnica poiché non ne ebbe il tempo e il modo. Il jutsu avversario era troppo veloce e implacabile.

    La ragazza, subendo l’attacco, avrebbe sentito migliaia di fitte di dolore provenire da ogni singola cellula della sua pelle. Un bruciore generalizzato tremendo l’avrebbe consumata per interminabili attimi. Il male finii solamente quando l’energia ostile si disgregò. Probabilmente Yuna avrebbe pensato di star morendo, di essere ormai un passo oltre la vita, ciò nondimeno la sua polvere esplosiva era stata abbastanza forte da disaggregare parte del chakra avversario limitando i danni in maniera decisiva.
    All’origine di quel raggio agghiacciante vi era quel cyborg bambino che non appariva affatto contento dal tono di voce.

    Eh no! Dovevi crepare! Non mi sta per niente bene che sei ancora lì viva e vegeta.

    Ender lasciava trasparire una certa impazienza tipica della sua giovane età. Il cyborg attivò ulteriormente la sua armatura speciale e i pezzi meccanici che componevano i mostruosi cannoni scattarono nuovamente e assunsero le forme dei comuni arti. Nello stempo anche il resto dell’acciaio si mosse guidato da fili invisibili. L’intero aspetto del cyborg fu ridisegnato. Il rivestimento difensivo era ora più basso e aveva perfino cambiato colore, passando ad un grigio lucente. Seppur più minuto del primo progetto mostrato rimaneva sorprendentemente temibile ed anzi sembrava addirittura più resistente. Ma per la fortuna della ragazza la tecnica del raggio energetico pareva che non sarebbe stata riutilizzata in tempi brevi dal bambino maligno.

    Però vedo che ti ha fatto male! Eh eh, ottimo!

    Dei colpi scanditi da un ritmo implacabile rimbombarono nel corridoio, l’origine sembrava provenire da poco lontano. Una trentina di metri alle spalle della ragazza un rospo proveniente dal monte Myoboku si era fatto strada attraverso la corazza dell’edificio ed aveva aperto un buco. Però non sarebbe potuto intervenire direttamente nella lotta poiché era troppo grosso per potersi muovere negli spazi angusti creati a dimensione d’uomo, anche se poteva essere un supporto strategico non indifferente in caso di fuga.
    Ma qualcos’altro avrebbe contemporaneamente attirato l’attenzione di Yuna. Una figura nella penombra sarebbe apparsa ad una decina di metri alle spalle del cyborg. Una persona vestita come un altro di quei sgradevoli mukenin. Un nuovo nemico si univa alla lotta?

    Azibo

    <i> Il metamorfo poteva finalmente accarezzare l’idea della libertà. Aveva sconfitto il dottore e messo fuori gioco il suo scagnozzo robotico ma, come ben resto capii, la minaccia non era ancora finita. Anzi i monitor mostravano chiaramente che la situazione era piuttosto critica e lungi dall’essere risolta. Cyborg e Ninja si davano battaglia lungo tutto il laboratorio e l’ishivariano doveva intervenire necessariamente in aiuto di quest’ultimi.
    Ma prima di entrare in azione il ragazzo cercò il più velocemente possibile di preparasi e perciò andò alla ricerca di equipaggiamento e di armi. Trovò un fucile, cioè lo stesso del dottore, e lo azionò per provarlo. Notò la somiglianza con alcune delle armi di sua stretta invenzione e comprese che non sarebbe stato difficile usarlo. Successivamente racimolò una decina di bisturi, che misuravano circa una decina di centimetri, che avrebbe potuto sfruttare e adattarli come pugnali. Mentre apriva altri cassetti trovò una sega che avrebbe potuto tagliare perfino le ossa di uno sventurato e se la mise in saccoccia. Infine, proprio mentre stava per andarsene, entrò in una stanza nelle vicinanze dell’ascensore. Vi erano numerose teche aperte, ma una, l’ultima infondo era ancora chiusa. All’interno di essa vi erano degli indumenti inusuali. Così Azibo si avvicinò per rompere il vetro e prenderli di forza, ma non fu costretto a farlo, dato che, quando si avvicinò, una luce azzurra a forma di mano si profilò su uno scanner al lato sinistro. Le dita della sua protesi si illuminarono appena dello stesso identico colore e posando la mano robotica sull’analizzatore digitale la teca si aprì da sola. Il ragazzo prese i vestiti e li visionò da vicino. Probabilmente erano gli stessi utilizzati dagli scienziati al di fuori della zona adibita per gli esperimenti, ma sembravano comunque robusti e sembravano poter fornire una protezione più che sufficiente.

    Ormai pronto per combattere l’ishivariano prese l’ascensore, quello più vicino alla camera dove lo volevano trasformare in un cyborg. Seppur fosse una scelta inconscia l’avrebbe portato in una precisa direzione. Salii di tre piani e si fece conseguentemente guidare dall’udito sopraffino. Corse attraverso un corridoio, svoltò l’angolo e vide le stesse capsule di contenimento che lo avevano tenuto imprigionato per mesi. Poteva vedere i visi dei suoi connazionali criocongelati e totalmente ignari di ciò che stava accadendo attorno a loro. Girando lo sguardo avrebbe visto la schiena di un Cyborg e più avanti avrebbe incrociato lo sguardo con una kunoichi e avrebbe riconosciuto Yuna Hittori. I due, il Gufo e la Konohana, si erano in conclusione riuniti.

    Beh vi ha detto bene il primo Ban-dado.

    Avete tutti la possibilità di attaccare.

    Tisy, Zyl, Yama Zyl è sempre nella stessa posizione.
    Tisy invece si è mosso a causa dell’esplosione di circa 4 metri verso Zyl
    Yama, tu entri dal tetto “scoperchiato” da Gamabunta e quindi dovresti leggerti la parte di Tisy e Zyl così sai cosa sta accadendo. Ti trovi vicino a Zyl, ovviamente sopra. Gamabunta è troppo grosso per muoversi all’interno. Dovreste utilizzare una tecnica ad area gigantesca per creare lo spazio sufficiente al rospo.

    Roy: alle spalle hai la leva, difronte lo strisciante. Ripensa agli errori che ti hanno portato ad un passo dall’essere ucciso e lotta con tutto ciò che hai.


    Cagnellone: Sei alle spalle del mukenin, non so se hai letto anche le parti di Kuma però ti potrebbero aiutare a farti un’idea. I vestiti che trovi ti danno una difesa pari alla giubba rifinita. Il fucile ha le stesse specifiche della zibo-balestra, solamente che spara proiettili differenti. Però non sai quanti colpi ci sono nel caricatore :lol:

    Kuma: beh cagne è venuto da te. Avesse scelto l’ascensore più lontano sarebbe finito da roy

    Se avete domande o dubbi potete usare il vostro topic o mandarmi un mp :rosa: buona fortuna a tutti!

    Avete una settimana di tempo per postare. Quindi fino all’11 Febbraio compreso.


    Edited by Steg - 5/2/2021, 17:51
     
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    Nuovo tentativo, nuova disfatta, i cyborg di Fury sembravano avere risorse e capacità assurdamente potenti. Quel jutsu misterioso e di cui non avevo mai sentito parlare si dimostrò addirittura più insidioso di quello che poteva sembrare in un primo momento, non tanto per le capacità distruttive, che per la maggior parte furono rese vane dalla mia Avalon, ma il raggio e le modalità d'azione mi tagliarono ogni possibile via di fuga.

    Assurdo...

    Pensai mentre le lance si infrangevano sul mio baluardo dorato, in particolare sulla gamba sinistra, la lancia arrivò addirittura ad infrangere la protezione scalfendo nuovamente il mio corpo. Quel maledetto acido era duro da sopportare, più l'enorme affaticamento dato dall'enorme consumo di forze a cui ero costretto per poter essere competitivo con quel mostro, giunsi al limite delle mie capacità e fui costretto a rilasciare il chakra Jinton che mi pervadeva. Non potevo che concentrare le mie energie per preservare la mia condizione, certo ne avrei perso in mobilità e potenza, ma non potevo che giocarmi il tutto per tutto in quel modo se volevo uscirne vivo, sforzandomi almeno di sostenere la diramazione del chakra ed il flusso di Jinton sulla Avalon.

    CITAZIONE
    Quindi ti sono piaciute le lance?

    Con un rantolo di dolore sorrisi passando la mano sulla ferita ancora dolorante ma ormai già in via di guarigione, grazie alle mie particolari capacità rigenerative, e risposi

    Che dire... un pò indigeste...

    CITAZIONE
    Mi sono divertita con te ma il tempo è scaduto.

    A quel tono serio andai subito in allerta massima e strinsi saldamente l'arma che impugnavo osservando cosa aveva intenzione di fare. Iniziavo a vedere la vita scorrere davanti ai miei occhi mentre una massa di melma fluiva via da quella mano ed iniziava a prendere forma intorno ad uno scheletro.

    CITAZIONE
    Ci penserà lo strisciante a finirti. Io ho altro di cui occuparmi.

    A quel punto iniziò ad allontanarsi mentre quel mostro immondo vomitava acido ed iniziava a rantolare avvicinandosi.

    Ferma! Non ho finito con te!

    Gridai accennando un passò avanti ma era già tardi, Nebula era sparita, mi aveva snobbato lasciando uno sgherro a finirmi. La rabbia iniziò a salire, quel gesto che poteva essere considerato un colpo di fortuna, io lo vidi come un affronto al mio onore. Nello stesso momento una comunicazione giunse alle mie orecchie, ma la considerai solo in parte visto che la mia attenzione si stava indirizzando tutta verso quell'abominio che avrebbe dovuto finirmi.

    CITAZIONE
    Squadra, qui è il comando centrale Osu. È in arrivo un intervento esterno organizzato da un nostro alleato. Passo e chiudo.

    Pensai solo una cosa di quel comunicato, ovvero che sarebbe stato utile avere un aiuto una volta concluso il tutto, ma ora quel tutto era effettivamente da concludere. Dovevo quantomeno ridare uno spiraglio di luce al mio onore messo in ombra in modo ignobile. Se quella creatura fosse stata davvero capace di eliminarmi allora la morte sarebbe stata un giusto prezzo da pagare per la mia incompetenza. Estrassi quindi ancora una volta tutte e tre le mie spade per il mio canto del cigno.

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    I miei sentimenti furiosi sembrarono prendere forma intorno a me andando quasi a distorcere l'aria che mi avvolgeva, caricai tutto il mio peso sulla gamba destra e, con l'ausilio del poco chakra che mi rimaneva in corpo, oltre all'impiego di ogni singolo brandello di forza che potevo generare in quel momento, tentai di darmi la spinta contro il nemico.

    Roronoa.Zoro.full.2612540

    Con la furia di un drago, tentai di scatenare l'essenza stessa della mia anima in ogni fendente, sfruttando tutte le lame di cui potevo disporre anche attraverso l'Avalon, come avevo tentato di fare anche poco prima contro la creatrice del mostro.


    Azioni:
    Diramazione Avalon + Jinton - 25 - 25
    Accellerazione rigenerativa -35
    Lame concatenate + Corpo sfarfallante + Sforzo Max - 39 - 50 - 5

    Resistenza 128 - 29 + 14 - 39 - 50 = 24
    Stamina 96 - 25 - 25 - 35 - 5 = 6

    Resistenza Avalon
    Testa[135] -64 = 71
    Busto[240] -64 = 176
    Avambracci[135] -64 = 71
    Braccia[135] -64 = 71
    Mani[135] -64 = 71
    Cosce[13/135] - 42 = -29/71
    Stinchi[135] - 42 = 71

    Note:
    Come le lame concatenate precedenti, c'è il bonus da Arma Umana e le armi impiegate sono:
    4 Lame celate Danno 30 (base) + 30 (PM/2) + 30 (PM/2) + 20 (PM/3)
    2 Scudi Danno 35 (base) + 30 (PM/2) + 30 (PM/2) + 20 (PM/3)
    Katana x3 Danno 25
    Pezzi Avalon x13 Danno 30 (PM/2) + 30 (PM/2) + 20 (PM/3)


    Edited by Roy90 - 4/2/2021, 22:54
     
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    VII


    Per un fugace attimo, Atshushi credette di esserci riuscito per davvero. Quando il suo rasengan impattò contro il gomito di Kirito fu certo di essere riuscito nel suo intento, ma quella convinzione venne subito spazzata via da una fitta di dolore alla spalla sinistra e dalla scarica veemente di una scossa elettrica così forte da paralizzargli anche i pensieri.

    CITAZIONE
    Il mondo si fece più buio e i cyborg sparirono dalla vista del kiriano. Anche Yuugi svanì e insieme a lui i due grossi occhi di Gamabunta che guardavano dall’alto l’accaduto, il quale era riuscito a scoperchiare una porzione di tetto. Riaprì gli occhi davanti una finestra appannata, ma osservandola meglio avrebbe riconosciuto in quel velo bianco la nebbia del suo villaggio natale.

    Quanto gli mancava quella finestra? Aveva trascorso così i suoi anni d’accademia, con lo sguardo perso oltre quel vetro, a sondare i banchi di nebbia in cerca di qualcosa che catturasse la sua attenzione. Sognava di lasciare quel'aula e gettarsi nel mondo vero, fatto di ninja e eroi. Non aspirava a diventare un eroe, ma non sarebbe neppure voluto restare una mezza calzetta per il resto della sua vita. Un lavoro onesto, una casa dignitosa, una famiglia sorridente ad attenderlo la sera.

    < Atshsuhi-kun. > La voce del sensei lo destò dai suoi sogni ad occhi aperti. < Perchè non viene a mostrare alla classe il risultato dei tuoi allenamenti? >

    Croce e delizia. Questo era per Atshushi l’accademia. Essere il migliore della classe nell’esecuzione delle tecniche ed esserne fiero, ma allo stesso provare odio e repulsione per quella sua naturale propensione alla manipolazione del chakra. Ogni volta che il sensei gli chiedeva di mostrare una tecnica, sentiva gli sguardi carichi di odio e invidia dei suoi compagni. Tutti risentimenti che poi venivano puntualmente fatti scontare sul campo di allenamento, dove lo pestavano senza pietà, facendo valere la loro supremazia fisica.

    La sua discesa fino alla cattedra, fu una sfilata della vergogna e procedette col capo chino e gli occhi fissi sui gradini che scendeva. Si posizionò davanti la cattedra ad attendere la richieste del sensei.

    < Bunshin no jutsu. > Si limitò a dire l'istruttore.

    Atshushi annuì col capo e fece per compiere il primo sigillo, ma venne interrotto.

    < Non così. Rivolgiti alla tua classe. >

    Deglutendo amaramente, Atshushi si voltò lentamente verso quel muro di occhi ostili e ghigni malevoli. Lentamente compì i sigilli richiamando il chakra al centro del petto e lo sentì scivolare via. Sette copie lo circondarono, perfette fin nei minimi dettagli. L’applauso del maestro ruppe il silenzio calato sull’aula.

    < Molto bene Atshushi- kun! Molto bene! > Si rivolse poi alla classe. < Prendete esempio dal vostro compagno, lui rappresenta l’eccellenza di quest'anno accademico. Ricordatevi che l’esecuzione di questa tecnica sarà fondamentale per il successo nell’esame finale. Ed ora, spostiamoci nel campo di allenamento. Ci eserciteremo nel corpo a corpo. >

    Atshushi uscì per ultimo dall’aula. Dopo le belle parole del sensei, senza dubbio più di qualcuno avrebbe avuto il piacere di rendergli onore malmenandolo. Anche quel giorno sarebbe rientrato a casa livido e pesto.

    Il sapore ferreo del sangue gli riempiva la bocca. Atshushi era seduto a terra, la schiena poggiato a un detrito caduto dal tetto, da qualche parte, la voce di Bunta stava dicendo qualcosa a qualcuno. Il sangue gli colava copioso dalla spalla sinistra, inzuppandogli gli abiti ormai esposti. L’armatura dell’Omega Centipede era ridotta a un colabrodo, lacerata e malconcia. Alcune scaglie erano rimaste a terra, ma per lo più erano ancora indosso al ninja, pur non offrendogli più alcuna protezione.

    “Eccellenza...” Era stato definito così a dodici anni, ma la sua vita era stata costellata di fallimenti. Quel giorno sembrava essere l’ennesima occasione nella quale dimostrare di non essere nemmeno lontanamente degno dal titolo di eccellenza. Per fortuna, quella sarebbe stata l’ultima volta. L’ultimo grande fallimento di Atshushi Uzumaki. Quel cyborg lo avrebbe ucciso e, come macchina progettata per quello scopo, non avrebbe mai fallito nel tentativo.

    Il seras, miracolosamente scampato all’esplosione, si attivò con un suono poco armonioso e annunciò ai membri dell’OSU l’arrivo di rinforzi.

    “Ci risiamo.” Pensò Atshushi. “Anche stavolta verrò salvato da qualcuno.”

    Si guardò la spalla ferita e vide che la spalla era quasi sparita del tutto. Stringendo i denti per il dolore, tastò la ferita e sospirò di sollievo scoprendo che la lancia di fulmini del cyborg gli aveva reciso soltanto i muscoli e non anche l’osso. Dal borsello tirò fuori un’ampollina e ne bevve il contenuto. Questo gli avrebbe permesso di alleviare il dolore e rallentare l’emorragia. Dopotutto, quel giorno sarebbe molto probabilmente morto, ma aveva intenzione di farlo combattendo fino all’ultimo e prima che qualcuno venisse a tirarlo fuori dai problemi. Era stanco di vivere con la coscienza di non essere riuscito in niente se non nel fallire. Un anno prima era stato Jin Senju a salvarlo ed ora un anonimo soccorso era giunto per ripetere la storia.

    Atshushi percepiva due fonti di chakra provenire dal tetto, vicino Gamabunta. E se il capo dei rospi non aveva cercato di aggredirli, poteva soltanto voler dire che quelli erano i loro rinforzi. Atshushi poggiò una mano sporca del suo sangue sul dispositivo di comunicazione e mandò un messaggio ai suoi compagni.

    < I rinforzi sono arrivati nella nostra posizione. Yuna, percepisco una nuova presenza vicino a te, chi è? Gamaken è riuscito ad aprirsi un varco? Disponi di lui come meglio credi. Ren, come va dalle tue parti? Ti farò raggiungere nel più breve tempo possibile da questi rinforzi. >

    La sua ferita era grave, ma il tonico aveva già rallentato l'emorragia e permise ad Atshushi di rimettersi in piedi. La sennin mode era in grado di attutire il dolore provato e la spalla non faceva poi così male, nonostante la gravità della ferita. Volse lo sguardo al cielo terso che si intravedeva dallo squarcio nel tetto.

    < Voi lassù! > Urlò ai due nuovi arrivati. < Sotto di noi c'è un samurai in difficoltà. Raggiungetelo ed aiutatelo. Qui posso cavarmela da solo. Gama, allunga una zampa e recupera Yuugi. Non è più in grado di combattere e qui è in serio pericolo. >

    Gli occhi da rospo dell'Uzumaki puntarono nuovamente i cyborg. < Quanto a voi due, considerate quello di ora un semplice riscaldamento. Dovete ancora provare cosa significhi sfidare un sennin. >

    Le mani del ninja si incrociarono, smuovendo e dividendo la sua enorme riserva di chakra.

    < Kage bunshin no jutsu. >

    Due cloni sarebbero apparsi, mentre uno di questi subito richiamava il chakra plasmandolo e suddividendolo in tanti corvi neri come la pece che avrebbero dovuto invadere la stanza, circondando i due cyborg. Nel frattempo, il compagno avrebbe fatto ricorso al polsino evoca armi per richiamare un grosso shuriken e, dopo aver permeato di tagliente chakra fuuton, lo avrebbe scagliato verso quella misteriosa presenza incastonata nel muro a una quindicina di metri di distanza. Poteva essere una sorta di supporto che ricaricava le batterie dei cyborg. Funzionavano con delle pile quegli affari o sfruttava addirittura il fotovoltaico? Atshushi non ne aveva idea.

    A seguire, il clone che stava manipolando i volatili neri avrebbe causato la loro deflagrazione, investendo i cyborg e assordandoli per alcuni secondi di particolare confusione. Così facendo avrebbe facilitato l'aggiramento dell'altra copia, la quale avrebbe tentato di guadagnare una posizione di vantaggio alle loro spalle. L'altra copia sarebbe arretrata in direzione di yuugi e della zampa di Gamabunta, attaccandosi ad essa con il chakra.

    < Ti chiedo scusa, Gama, ma dovrò prendere in prestito parte del tuo chakra. Richiama Gamahiro e facci raggiungere qui. >

    < Ragazzo, io e te dobbiamo fare un discorsetto quando avremo finito qui... > La voce rauca del rospo non presagiva nulla di buono e, come al solito, sarebbe finita con una lavata di capo per Atshushi.

    Con la tecnica del trasfert, il kage bunshin avrebbe comunque prosciugato buona parte delle riserve del grande rospo e poi avrebbe creato un'ulteriore copia, prima di dissolversi per rendere la sua energia al suo originale.

    Nel frattempo, l'originale non avrebbe atteso che il chakra del rospo rinvigorisse le sue scorte, ma avrebbe compiuto un unico sigillo, ovviando alla lunga serie richieste per l'attivazione della tecnica della prigionia della Bocca di Rospo. Un lungo corridoio di umida membrana esofagea avrebbe racchiuso Atshushi, il suo clone e il capo cyborg, isolandoli dal mondo circostante.

    < Qui siamo solo io e te. Soltanto uno tra di noi ne uscirà viva, perciò, usa la tua tecnica migliore. >

    All'esterno il clone di Atshushi avrebbe caricato nuovamente i palmi delle sue mani con l'energia rotante del rasengan e avrebbe tentato di lanciarsi in caduta libera dalla zampa di Gamabunta in direzione del cyborg bianco.

    < Chi ti difenderà adesso?! > Avrebbe urlato protendendo le braccio verso di lui, con l'aria che gli fischiava nelle orecchie e gli tirava indietro i capelli. Avrebbe dovuto colpirlo al petto con una traiettoria obliqua e quindi schiacciarlo al suolo con il peso del suo corpo e la forza centrifuga della sua tecnica. < RASENRENGAN! >

    All'interno dell'esofago, la situazione si sarebbe fatta ancora più concitata. Atshushi, di fronte al cyborg avrebbe utilizzato la stessa tecnica del clone all'esterno, mirando al suo busto con entrambe le braccia, , nonostante il dolore. Nel frattempo, l'altro clone del kiriano avrebbe convogliato una spropositata quantità di chakra nel palmo della mano, creando un rasengan così grande da essere costretto a reggerlo anche con la mano ferita. Sotto suo comando, l'esofago del rospo si sarebbe allargato, per permettere a quell'enorme ammasso di chakra di spostarsi al suo interno.

    Copia e originale sarebbero portati all'unisono, tentando di chiudere il cyborg in una letale tenaglia.

    < Non ho avuto modo di pensare a un bel nome a effetto per questa combinazione d'attacco. > Si sarebbe scusato Atshushi durante la corsa. < Purtroppo non ho la tua stessa fantasia. Perdona la "delusione"! >

    Atshushi
    Resistenza: 975-710+150=415-30=375
    Stamina: 663-9=654/3=218-18-35-50=115+316=431
    Azioni:
    - assume tonico
    - kage bunshin x2
    - Tecnica della prigionia della bocca di rospo (1 sigillo su 7)
    - Rasenrengan Sforzo max

    Kage bushin #5
    Vigore: 138-1=137
    Stamina: 218-10-200=8
    Azioni:
    - lancio shuriken del vento demoniaco con chakra fuuton verso l'oggetto nel muro
    - Rasengan titanico

    Kage bushin #6
    Vigore: 138
    Stamina: 218-8-18+450-9=633/2=316
    Azioni:
    - Tecnica della dispersione dei corvi
    - Tecnica dei corvi esplosivi
    - Transfert su Gamabunta 450 chakra
    - Kage bunshin x1
    - si dissolve

    Kage bushin #7
    Vigore: 69
    Stamina: 316-35=287
    Azioni:
    -rasenrengan su Titan

    Note:

    Abilità passive:
    Concentrazione del chakra
    Jutsu ad una mano
    Riverbero del Chakra
    Resistenza alle Illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle
    Nautilus II° Livello: Anemone di Mare
    Sennin mode 2/4
    - +107 in cc, pm, ff e ag
    - 1/2 costi stamina delle tecniche non sennin
    - Sarà possibile percepire qualsiasi presenza nel raggio di 1 km
    - Danno calcolato con PM/1,5 o FF/1,5


    1) Gamahiro
    Resistenza: 760
    Azioni:
    -
    2) Gamaken
    Resistenza: 792
    Stamina: 100
    Azioni:
    - A disposizione di Yuna
    3) Gamabunta
    Resistenza: 796-1=795
    Stamina: 500-450=50
    Azioni:
    - Afferra Yuugi e lo porta sulla sua groppa.




    Edited by tisy16 - 12/2/2021, 00:59
     
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    Vedendo il corpo senza vita del dottore, steso a terra immerso nel suo sangue, provai una sensazione di sollievo, era come se mi fossi tolto un peso. Per la prima volta da molto tempo potevo rilassarmi un secondo, e notai che sciogliendo la tensione che mi attanagliava fino a quel momento, il mio cervello ricominciava a funzionare a dovere. Senza lo stress e l'agitazione dettati dal caso potevo ragionare al meglio e capii che quello sarebbe stato un buon momento per riorganizzarmi, in modo da giungere preparato alle successive avversità, che certamente si sarebbero presentate di li a poco. Avevo fatto un passo gigantesco verso il mio obbiettivo ma il traguardo era ancora lontano. Per prima cosa pensai alle mie armi, cercai invano di ritrovare il mio equipaggiamento nelle stanze del piano ma non ve n'era traccia. Trovai però alcune interessanti alternative. In un piccolo stanzino vi era ad esempio una teca di vetro, con all'interno una bellissima giacca di pelle marrone, di tessuto evidentemente molto spesso e resistente. La cosa curiosa fu che quando mi avvicinai fece la sua comparsa un piccolo schermo, che si illuminò di una luce artificiale identica a quella che magicamente si attivò sulla mia protesi nuova. Poggiando i polpastrelli intuitivamente sul monitor, la teca si aprì. Capii che quel nuovo braccio meccanico aveva delle funzioni aggiuntive, anche se non avevo tempo di esaminarle in quel momento. Oltre al giubbotto trovai anche una sega, un brutale arnese medico sporco di sangue ormai rinsecchito, un oggetto figlio di una medicina barbara e ormai superata ma che sicuramente doveva esser stato uno degli arnesi preferiti del dottore. Era a tutti gli effetti un'ottima arma, che aggiunta a una decina di bisturi e l'arma del dottore costituivano un piccolo arsenale. Nulla a che vedere con il mio equipaggiamento, ma era molto meglio di niente. Raggiunsi di nuovo la sala dove giaceva il cadavere del dottore, cercando di capire qualcosa su quello che stava accadendo nell'edificio. Sui monitor le immagini mostravano le azioni di diversi personaggi coinvolti in vari scontri. Coloro che erano venuti in soccorso erano ninja di vari villaggi, mentre i loro avversari erano strani esseri umanoidi simili a quello che avevo dovuto affrontare fino a poco prima. Decisi che avrei osservato gli scontri per raccogliere informazioni sui nemici e aiutare in qualche modo i ninja miei alleati, magari attraverso qualche comando del computer avrei potuto azionare qualche marchingegno oppure forse avrei potuto comunicare con loro grazie a microfoni o cose del genere, ma i miei piani furono sconvolti da ciò che vidi in uno degli schermi in basso a destra. Dapprima riconobbi la chioma, una piccola criniera che le avvolgeva il capo. In seguito, riuscendo ad ingrandire l'immagine tramite un intuitivo comando a levetta, potei vedere il suo volto bambinesco e grazioso.

    Yuna!

    Non potevo crederci, non potevo credere di vedere una faccia conosciuta in quell'inferno. Si trattava di una giovani kunoichi di Konoha, con la quale ci eravamo conosciuti durante un allenamento, molto tempo addietro. Io non sono solito stringere amicizie nelle terre dei ninja, quasi tutti i miei conoscenti sono persone di Ishivar, ma con quella ragazza era stato diverso. Ricordavo con piacere il suo atteggiamento pacato, la sua aria amichevole e innocente, la stessa che riconoscevo nelle immagini e che tanto cozzava con la crudeltà della situazione che quel giorno stavamo tutti vivendo. In quello scenario di guerra e tortura sembrava un'estranea, fuori luogo per il candore che emanava. Capii che non potevo resistere un attimo oltre, così mi gettai di corsa verso il corridoio e presi il primo ascensore disponibile.

    Boom! BRRRBRRR!



    Sentii il rumore di una grossa botta, molto lontana ma abbastanza potente da penetrare sotto metri di cemento armato. Poi i muri vibrarono e con loro le stesse vetrate, che quasi si ruppero per la vibrazione. Non sapevo che stava succedendo, ma dovevo muovermi, così entrai nell'ascensore. Mi affidai alla fortuna e pigiai uno dei tasti, sperando in qualche modo di finire da Yuna. Alla fine si rivelò il primo colpo di fortuna da tempo immemore. Quando la porta dell'ascensore si aprì mi trovai in uno scenario molto simile a quello che avevo appena abbandonato, ma l'aria era più calda, cosa che mi portò a pensare che forse ero salito. Il corridoio era più lungo però e proseguiva dopo una svolta a destra. Corsi tra le mura buie di quel piano finchè non sentii i rumori di una battaglia in lontananza. Una grande esplosione mi spinse a correre ancor più forte, potendo udire ad ogni passo i rumori farsi più nitidi, finchè alla fine non vi giunsi. Rallentai per evitare di essere scoperto prematuramente. Il luogo in cui ero finito era uno stanzone molto grande, occupato per la maggior parte da una serie di vasche identiche a quella dov'ero stato rinchiuso anche io. All'interno delle numerose prigioni acquatiche dormivano sopiti i miei compagni ishivariani. Ve ne erano decine. La rabbia mi salì lungo la schiena vedendo quell'orrore, ma resistetti a un primo impulso. Il resto della stanza era vuoto, e faceva da arena per uno scontro all'ultimo sangue tra le forze del bene e quelle del male, dove il bene era rappresentato da una persona che conoscevo bene. Yuna. Vedendola gioii, ringraziando quanto ero stato fortunato a trovarla. Ma la mia gioia durò poco. Vedendola infatti capii immediatamente le sue difficoltà. Addosso portava i segni della battaglia, sul suo corpo erano presenti numerose bruciature, sanguinava da più punti ed era visibilmente provata. Il nemico invece sembrava essere illeso, o in ogni caso in vantaggio nello scontro, a giudicare dall'atteggiamento del corpo della ragazza, che appariva in difficoltà. Ella, quando mi vide, rimase per un'istante a bocca aperta, dandomi modo di mettere in atto la strategia che avevo elaborato durante il tragitto e che già avevo in mente da tempo, da quando avevo rubato uno dei camici del dottore, che nel frattempo avevo indossato sopra la giacca di pelle. Bisogna dire che io, grazie alla mia vista, ero riuscito a vedere Yuna e il suo nemico già in lontananza, ed ero già pronto a mettere in atto il mio piano, che partì non appena capii che ella mi aveva riconosciuto. Premetto che cercai di fare meno rumore possibile per avvicinarmi alle spalle del nemico, che aveva la forma di un grande ammasso di metallo con fattezze umanoidi, più o meno come quello che avevo affrontato in precedenza, sebbene completamente diverso. Come detto, non appena vidi che Yuna a sua volta mi aveva visto in lontananza, assunsi le sembianze del dottore tramite la tecnica della trasformazione, prelevando il chakra dalla protesi. Dunque continuai ad avanzare verso i due, avvicinandomi alle spalle del nemico, che certamente a questo punto si sarebbe accorto di me. Appellandomi come in precedenza al fatto che quegli esseri dovevano in qualche modo peccare in intelligenza, avrei cercato di confonderlo. Non ero certo che egli conoscesse di persona il dottore ed era una mossa rischiosa senza dubbio, ma valeva la pena provare. Avanzando mi muovevo con sicurezza, non tradendo alcuna emozione, ma fingendo perfettamente di essere colui che non ero. Nel tempo trascorso col dottore avevo imparato a conoscerlo a fondo, sapevo come si muoveva, come era solito tirarsi su gli occhiali col medio e l'indice piegato a metà, e cercai di riprodurre queste movenze con precisione assoluta. Conoscevo inoltre bene la sua voce e la cadenza della sua parlata, e anche se non sarebbe apparsa perfetta, dissi qualche parola per non destare sospetti con eccessivo silenzio, visto che arrivavo alle spalle.

    Molto bene...

    Sorrisi con quell'aria beffarda che tante volte avevo visto fare al dottore. Visto che la voce non perfetta era l'unica cosa che poteva tradirmi mi limitai a un paio di parole. Se fossi riuscito ad avvicinarmi abbastanza, la mia mano impugnava già un bisturi, nascosto in parte dalla manica della giacca. L'altra mano era libera ma sarebbe scattata per prima, afferrando l'arma del dottore, nascosta all'interno della giacca. Grazie alla mia maestria con quel genere di armi mi sarebbe bastato un attimo per afferrarla e prendere la mira, e da una distanza ravvicinata potevo colpire con precisione. Avvicinandomi al nemico potei osservarlo bene. Notai che il rivestimento di cui era costituito era composto da placche metalliche, che sembravano disposte a incastro. Grazie alle mie conoscenze meccaniche intuii che una delle placche della testa, quella esattamente sul cranio, sarebbe potuta far saltare via con la giusta pressione, oppure facendovi leva. In ogni caso era rimovibile, e pensai che se fossi riuscito a farla saltar via, avrei potuto tentare di colpire il nostro nemico alla testa. Immaginai che, seppure sicuramente si trattasse di un essere cibernetico come quello affrontato in precedenza, le parti che comandavano quell'ammasso di ferraglia dovevano trovarsi comunque al posto del cervello, o al limite del cuore. Qualunque costruttore creando un umanoide avrebbe riposto i centri di comando negli stessi punti in cui si trovano in un essere umano, non poteva che essere altrimenti. O almeno era quello che speravo, ignorando in realtà la vera natura di quell'essere. Dunque avrei afferrato il fucile, estraendolo e mirando al tempo stesso la placca citata, esplodendo un colpo e sperando che questo fosse sufficiente a far saltar via la protezione. Quindi, se fossi riuscito nel mio intento, senza pensarci un istante avrei caricato con l'altra mano, quella della protesi, un colpo violentissimo a martello, con l'intenzione di piantare il bisturi nel cranio di quell'essere, potenziando il colpo col mio chakra elementare per aumentarne il potere perforante.

    Prendi questo!

    Una volta messa in atto la mia strategia, in ogni caso mi sarei trasformato in gufo e avrei cercato di allontanarmi quanto più possibile dal mio nemico, quanto meno di una decina di metri, occupando una posizione aerea lontana da Yuna, in modo da non risultare un unico bersaglio per il nemico, che si sarebbe trovato in mezzo a due avversari. Non mi sarei posizionato però nemmeno opposto a Yuna, poiché sapevo che entrambi avremmo potuto azionare tecniche ad area che rischiavano di colpirci l'un l'altro. Diciamo che avrei formato un angolo di 120 gradi tra me, Yuna e il nemico. Una volta in volo avrei poggiato la giacca, diventata un fagotto con all'interno tutto il mio equipaggiamento, su un tubo vicino al soffitto, vicino alla posizione in cui mi trovavo.
    CITAZIONE
    Scheda

    Equipaggiamento:
    - Fucile del dottore
    - 10 bisturi
    - Sega taglia ossa
    - Giacca di pelle

    Azioni:
    - Tecnica della trasformazione (5 stamina protesi)
    - Colpo di fucile (1 resistenza)
    - Colpo con bisturi + chakra fuuton + sforzo extra 25 punti (26 resistenza, 10 stamina protesi)
    - Trasformazione forma animale

    Resistenza: 597 - 27 = 570
    Stamina: 90

    Resistenza Protesi: 200
    Stamina Protesi: 105 - 15 = 90

    Note: Ho sfasato leggermente i tempi di narrazione, ponendo il botto del rospo solo in questo post per giustificare il tempo che ci vuole per spostarmi verso Yuna. Diciamo che così le mie azioni precedenti erano leggermente in anticipo rispetto agli altri, roba comunque di un paio di minuti.
    Non ho parlato del rospo perchè lo lascio userà se mai Kuma. Sicuramente ne parelrò nel prossimo post ma qui non sapevo dove inserirlo :please:
    Ho il bonus Cecchino di primo livello che dovrebbe darmi +10


    Edited by Cagnellone - 6/2/2021, 20:49
     
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63 replies since 12/12/2020, 15:49   4342 views
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